Bollettino natale 2013

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La parola del Parroco

“Alzatevi e… levate lo sguardo…”

Carissimi, «Alzatevi e levate il capo», sono i due verbi dell’Avvento, sono le due luci che ci hanno accompagnato nel nostro cammino sino al Natale. Coraggio, allora, fratelli, alzatevi e levate lo sguardo, muovetevi, fate qualcosa, il mondo cambierà, anzi sta cambiando, non ve ne accorgete? Non li vedete i segni dei tempi di cui parla Gesù nel Vangelo? I segni della presenza di Cristo, Dio fatto uomo, sono già in mezzo a noi: qui sulla Terra è l’uomo che attende il ritorno del Signore, lassù nel cielo è il Signore che attende il ritorno dell’uomo. Ritorno che si potrà realizzare con la preghiera, con una vita di povertà, di giustizia, di limpidezza, di purezza, di amore, con la testimonianza evangelica e con una forte passione di solidarietà. Il Natale, il Dio fatto uomo, ci chiede di guardare al Cielo senza dimenticare la terra: il Signore che viene non cala dal Cielo, come Babbo Natale, ma lo incontriamo nell’altro, in tutti coloro che - anche per una sola volta incontriamo nella nostra vita.

«Ripartire dagli ultimi», in ultima analisi, per la Chiesa dovrebbe significare “ripartire dalla grotta”! E dalla grotta di Betlemme può partire solo una Chiesa povera, semplice, mite. Una Chiesa che sperimenta come Maria e Giuseppe, anche il travaglio umanissimo della perplessità. Che condivide con i comuni mortali la più lancinante delle loro sofferenze: quella della insicurezza. Una Chiesa sicura solo del Suo Signore e, per il resto, debole. Una Chiesa disarmata, che cammina sulle strade del mondo... Una Chiesa che penetra e condivide la storia del mondo. Che sa convivere con la complessità. Che non si limita a sperare, ma organizza la speranza degli uomini... Che presta la sua voce ai popoli oppressi. Che non ha paura di scomodare i benpensanti. Che parla di pace e si oppone a ogni violenza. Che ha il coraggio di dare, nome, cognome e indirizzo alle ingiustizie che calpestano gli ultimi. Una Chiesa che lava i piedi al mondo senza chiedergli nulla in cambio. Una Chiesa gratuita, che ama appassionatamente il Suo Signore, con la certezza che imitando Lui, il Maestro, il Dio fatto Bambino, l’unica strada percorribile è quella del servizio. Forse però è meglio fare una precisazione: quando dico la Chiesa, non penso ai massimi sistemi, ai preti, alle suore, agli alti ranghi: la Chiesa siamo noi, ciascuno di noi, ogni cristiano chiamato ad impegnarsi affinché il Dio che viene non lo trovi con le mani in mano, capace solo di scartare i regali e fare festa in famiglia. Questo Dio fatto uomo chiede a ciascuno di noi qualcosa di più. Affidiamoci alla Vergine dell’attesa e alla Madre della speranza, cerchiamo di mettere in pratica quello che ci dice S. Agostino: “Aiuta coloro con i quali cammini, per poter raggiungere Colui col quale desideri rimanere”. Se è così già fin d’ora... Buon Natale a tutti! don

Fausto

Comunità di Marone

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