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Energy Medicine Summit, di Lia Giudici, pag

ENERGY MEDICINE SUMMIT

di Lia Giudici

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L’”Energy Medicine Summit” è stato organizzato dal “Shift Network” e trasmesso on line dal primo al cinque Novembre; ha raccolto più di 30 professionisti, molti dei quali statunitensi, operanti nell’ambito della salute, intesa soprattutto come prevenzione, ma anche come cura.

L’orario d’inizio per l’Italia era alle 17, l’ultima relazione veniva trasmessa alle 23.

Ogni professionista iniziava la relazione raccontando la sua esperienza personale, quale percorso lo avesse portato ad abbracciare quella professione e aveva a disposizione un’ora per spiegare la sua attività. Mediamente i loro interventi duravano circa 40/45 minuti.

Le proposte dei vari partecipanti sono state molto diversificate, tecniche varie anche dimostrate; in innumerevoli casi è stato fatto ricorso a una strumentazione sofisticatissima di cui ai giorni nostri si avvale la scienza e che molto spesso conferma conoscenze derivanti da antiche tradizioni.

Impressionante per me è stato assistere all’intervento di Rasmus Gaupp Berghausen, nato nel 1975 in Austria, ingegnere in architettura ambientale e organizzazione in scienza agraria, ambiti abbracciati anche per sfuggire all’imposizione “musicale” da parte della famiglia, che dopo la laurea si è dedicato alla ricerca sulle frequenze dell’acqua e poi sulla HRV (Heart Rate Variability), la variabilità della frequenza cardiaca, che è entrata nel radar della scienza occidentale negli anni ‘70, ma già oggetto di studio della Medicina Tradizionale Cinese fin dal 200 d.C: “Il cuore è in salute quando l’intervallo tra un battito e l’altro è irregolare”.

Grazie a una tecnologia strabiliante, quasi da ascrivere alla fantascienza, durante il suo intervento ha collegato la figlia adolescente a un computer e attraverso algoritmi le vibrazioni della variabilità della sua frequenza cardiaca sono state tradotte in frequenze di suoni udibili e di luce colorata visibili. Mi sembrava di assistere a un concerto e vedere le luci che coloravano l’orchestra. Quasi da non crederci! Questa nuova tecnologia ha trovato una concreta realizzazione nel 2009 grazie alla fondazione dell’azienda Aquaquinta e nel 2011 è stata lanciata sul mercato internazionale con il nome “Sound of Soul”, suono dell’anima. Un’incredibile connessione tra scienza, salute e tradizione spirituale. Gli inviti sempre più frequenti da parte di Istituzioni che operano nel campo della guarigione/prevenzione, ma anche di singoli medici, operatori olistici, etc indicano una certa curiosità in approcci diversi da quello corrente, soprattutto quando esso non riesce a raggiungere gli obiettivi prefissati. La conclusione del suo

intervento è stata emozionante: lo scopo ultimo di tutto questo lavoro non è solo la salute del singolo, ma quella collettiva, un contributo a rendere il mondo un posto migliore, composto per quanto più possibile da individui sani, equilibrati ed equanimi.

Questa “mission”, mi si conceda l’anglicismo, è anche quella dell’Istituto Californiano “Heartmath”.

Tra i numerosi partecipanti al Convegno era infatti presente anche Rollin McCraty, suo vice presidente e direttore della ricerca, collaboratore dell’Istituto dalla sua fondazione nel 1991 realizzata da Doc Childre. Di professione psicofisiologo e professore alla “Florid Atlantic University”, porta avanti i suoi studi in collaborazione con molti colleghi scienziati, focalizzandosi sui meccanismi con i quali le emozioni influenzano i processi cognitivi, il comportamento e la salute. Il suo intervento in questo Convegno aveva un titolo altisonante: “How love connects us: the Science of Global Coherence and Interconnectivity” (Come l’amore ci unisce: la scienza delle Coerenza Globale e Interconnettività). Uno scienziato che raccontava l’amore basando le sue affermazioni su risultati evidenziati da esperimenti scientifici sempre più aggiornati, grazie ai quali è stato verificato che il cuore ha un suo proprio sistema nervoso con un campo elettromagnetico ampissimo, molto più grande di quello del cervello. Ed ecco che è il cuore ad inviare più informazioni al cervello e non il contrario, anche “fisicamente” è il cuore il “padrone” della scena...quanta arte, tradizioni antichissime, confermate nelle loro intuizioni con il contributo della scienza! Il cuore è coerente quando è sincronizzato con il cervello e anche con l’ambiente circostante e sentimenti positivi come gratitudine, compassione, amore aiutano in questo senso, mentre emozioni negative come odio, rancore, frustrazione, rabbia ci conducono nella direzione opposta. Per aiutare a raggiungere questo stato di coerenza del cuore l’Istituto offre pratiche meditative e anchedispositivi tecnologici (questi ultimi da me non ancora sperimentati). È stato affascinante scoprire questa realtà di cui sono diventata socia e da cui ogni tanto ricevo documenti estremamente interessanti (l’ultimo “La Scienza del Cuore”), anche rincuorante sapere che pure in Italia qualche professionista nel campo della salute segue questi principi. Tra essi la Dott.ssa Erica Francesca Poli, medico psichiatra, psicoterapeuta, counselor, invitata spessissimo in realtà di cura, anche ospedaliere, quando le terapie tradizionali non danno risultati perché ferite psichiche profonde, magari assolutamente sepolte nei meandri della memoria, impediscono l’avvio verso una completa guarigione. È molto commovente leggere le sue pubblicazioni o ascoltare le sue conferenze che accanto a dimostrazioni scientifiche riportano le sue esperienze dal vivo, con pazienti che a lei si rivolgono per un aiuto, per uscire a volte da situazionidefinite senza speranza. Il libro che ho letto ultimamente è “Anatomia della Coscienza Quantica - La Fisica dell’Autoguarigione” dove la Dott.ssa Poli si avvale oltre che del propriostudio e ricerca, anche dell’apporto di innumerevoli colleghi, scienziati che hanno osato intraprendere percorsi alternativi, curiosi nel procedere, aperti a soluzioni che chiaramente sono poi da verificare, senza però preclusioni di sorta. Scienziati che hanno visto coronare con il successo il loro coraggio perché i risultati si sono presto o tardi evidenziati. Mentre procedevo nella lettura, molto ponderata per i concetti lì espressi, un po’ lontani dal mio percorso umanistico, un nome tra gli innumerevoli menzionati ha interrotto questo mio procedere: Massimo Bizzarri, il medico audito in Senato il 6 ottobre scorso prima che il “Green Pass” venisse definitivamente introdotto anche sui posti di lavoro, pubblico e privato.

Non avevo avuto tempo di sentire il suo intervento e dopo una ricerca in rete per recuperarlo, avevo trovato la sua immagine sopra alla scritta “DISINFORMAZIONE” con la nota esplicativa dell’organizzazione “Open-FactChecking (OFC) che diceva “Una raccolta di fonti contro i vaccini, tamponi e Green Pass presentati al Senato che non trovano fonda-

mento”. Un po’ per questo motivo, un po’ perché ero di fretta, avevo quindi lasciato perdere, fino a quando non ho ritrovato il suo nome nel libro della Dott.ssa Poli e la domanda emersa in me suonava più o meno così: “Ma come è possibile che una professionista del suo livello possa citare un buffone che si atteggia a uomo di scienza?”. Mi sembrava inverosimile e quindi ho avviato la ricerca e quanto sto per scrivere sono i risultati.

Il Dott. Bizzarri nel suo intervento al Senato fa riferimento ad articoli, note, lettere apparsi in pubblicazioni/giornali autorevoli come il “New York Times”, “Washington Post”, “The Lancet”, “New England Journal of Medicine”, “Nature”, “British Medical Journal”, “European Journal of Epidemiology”, “Great Barrington Declaration”, toccando argomenti che sono di massima attualità, quali l’affidabilità dei tamponi, la tossicità della proteina Spike, l’immunità naturale versus quella fornita dal vaccino, etc.

La OFC riprende i soprammenzionati documenti e demolisce in toto quasi tutte le affermazioni del Dott. Bizzarri; in verità quanto da lui espresso dal mio punto di vista avrebbe potuto far scaturire una accesissima discussione, premessa di metodo per qualsiasi ricerca scientifica e non ideologica; non è mio interesse comunque in questa sede prendere le parti di qualcuno dei due contendenti, anche perché questo richiederebbe da parte mia del tempo lunghissimo impiegato in uno studio molto approfondito dei documenti sui quali il Dott. Bizzarri basa le sue affermazioni, messe poi a confronto con quanto afferma la OFC, mi va però di condividere con i lettori un sussulto provocatomi dalla mia forma mentis logica rispetto alla interpretazione che la OFC fa della notizia “che in California tra marzo e luglio 2021 a seguito dell’abolizione dell’obbligo della mascherina al chiuso 227 OSS si sono infettati e di essi 130 erano completamente vaccinati”. La conclusione a cui arriva la OFC è la seguente, cito testualmente: “Questo documento è un esempio lampante di quanto possa essere utile il Green Pass, impedendo che vaccinati e non vaccinati si trovino assieme senza protezione in luoghi chiusi”. La lettura di queste righe mi ha fatta sobbalzare, perché chi sta argomentando dà per scontato che siano i non vaccinati a trasmettere l’infezione, quando invece anche il contrario è dato per plausibile. Se la conclusione fosse stata che nei luoghi chiusi indossare la mascherina sarebbe opportuno, la logica che mi guida non sarebbe stata disturbata.

La OFC non esamina inoltre tre punti importanti toccati dalla relazione del Dott. Bizzarri, i primi due perché incontestabili, il terzo perché soggettivo, intimo. Solo per questi tre punti il Dott. Bizzarri non avrebbe meritato una bocciatura così sonora.

Il primo punto riguarda la cura. All’inizio della tragedia ancora in corso medici sparsi per il nostro territorio nazionale hanno incominciato a curare con successo i contagiati. Associatisi in varie organizzazioni tipo “Ippocrate” hanno curato a casa e nessuno dei loro pazienti è deceduto; non è propaganda perché uno di questi medici fa parte del mio giro di amici, dai tempi dell’Università, e quindi ho avuto accesso diretto e personale a questa testimonianza. Quindi perché dare via libera a dei vaccini ancora in fase di sperimentazione, sulla base di qualcosa che in verità è falsa e cioè quella che non ci sono cure? Cosa sarebbe successo se, dopo i primi mesi di sbandamento, a questi medici fosse stato dato spazio, fossero stati ascoltati? La ruota del tempo non si può riportare indietro, quindi nessuno può rispondere a questa domanda, ma la mia netta sensazione è che si sia sprecata un’occasione d’oro, si sia lasciato cadere nel pozzo del discredito, della svalutazione aprioristica, della derisione, un diverso approccio alla salute. Il secondo punto riguarda il fatto che mancano studi sugli effetti a lungo termine dei vaccini; il terzo punto, soggettivo e intimo, emerso nell’intervento del Dott. Bizzarri, riguardail nostro approccio alla vita e quindi all’altra faccia della medaglia che è la sua fine. il medico audito infatti è oncologo, abituato a dover essere testimone ogni giorno della dipartita di qualche

paziente.

Tutti noi esseri umani prima o poi dovremo affrontare il passaggio da questa dimensione a un’altra e lo temiamo; questa paura è più che comprensibile dato che l’ignoto può essere fonte di terrore. La pandemia ci ha mostrato che non siamo assolutamente preparati a questo evento ineluttabile e misure come l’isolamento e il distanziamento hanno fatto emergere ansie sepolte in noi e che la vita che conducevamo ci aiutava a tenere a bada, a rimuovere.

Non appartengo assolutamente alla categoria di persone che sostiene che sarebbe andata meglio senza misure; il virus esiste, circola e può uccidere, ma questa evenienza solo secondo un approccio meccanicistico si verifica in modoautomatico: “Se non mi vaccino, mi ammalo e muoio o uccido chi viene a contatto con me”. Che questa affermazione sia stata pronunciata dal nostro Presidente del Consiglio durante una conferenza stampa e non all’osteria tra amici, è stato gravissimo, perché alimenta paure recondite che non aiutano assolutamente a superare un periodo in cui ci viene richiesta tantissima resilienza. Che ruolo hanno in tutta questa tristissima vicenda il “terreno” di cui siamo fatti, il nostro sistema immunitario? Troppo poco è stata evidenziata questa funzione del nostro organismo, lasciata agli “stregoni”, come sono stati definiti i medici auditi in Parlamento da parte di uno dei personaggi pubblici sempre in prima linea, definizione direttamente riferitami dal medico amico menzionato sopra, invitato come relatore a un Convegno a Roma.

L’aria che si respira continua a essere tossica, anche perché la situazione si è trasformata in una contrapposizione tra chi si è vaccinato, acquisendo il diritto al Green Pass, e chi a vaccinarsi non pensa, pronto a subire le restrizioni messe in atto. Quando riusciremo a uscire da tutto ciò? Quando l’irrazionalità smetterà di guidare le decisioni e si tornerà a ragionare secondo un metodo scientifico e non ideologico, puntando al vero benessere delle persone, operazione che dovrebbe essere slegata dal danaro.

La nostra letteratura può venirci in aiuto in questa fase di smarrimento.

Attualmente vivo nella cittadina dove Alessandro Manzoni ha collocato la storia dei “I Promessi Sposi” che alla fine, dopo essersi ammalati di peste, sono riusciti a coronare il loro sogno d’amore, convolando a nozze. Quindi i protagonisti di questo romanzo storico sono guariti in un periodo, il ‘600, quando non si aveva assoluta coscienza del ruolo importantissimo delle misure igieniche, del distanziamento, dei dispositivi, etc. Per quale motivo Alessandro Manzoni avrebbe fatto sopravvivere gli attori principali di questa vicenda? Era forse uno dei nostri maggiori scrittori un “romanticone” che voleva a tutti i costi concludere con “E vissero felici e contenti”? Non credo proprio. Il motivo principale è da ricercarsi nel ruolo che lui attribuisce alla Provvidenza, da uomo di fede credeva all’intervento divino, ma ritengo che senz’altro sapesse dell’esistenza di sopravvissuti, riportati negli annali di quel periodo, che di peste si erano ammalati ed erano guariti, sconfiggendo la malattia che aveva decimato l’intero continente.

Il Coronavirus non è la peste e l’approccio pubblico, che sta condizionando la nostra vita privata, dovrebbe essere in linea con questa consapevolezza.

Lia Giudici

Già due anni, lunghi come secoli, come non mai, e non si intravede luce in fondo al tunnel. Pomezia-Notizie è per il vaccino anticovid e per il Green Pass, mezzi e strumenti che sembrano, allo stato attuale, i più efficaci per arginare la pandemia. Non è chiusa, però, al dibattito ed è per questo che si è deciso di dare particolare evidenza a questo intervento di Lia Giudici, nella speranza che si contribuisca a rasserenare gli animi e si ponga fine a contrapposizioni che stanno avvelenando la convivenza civile. Discutere, confrontarsi, sì, ma nel rispetto di tutti e senza minacciare o mettere in atto violenze.

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