BOLLETTINO DIOCESANO
l´Odegitria
Atti ufficiali e attività pastorali dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto
BOLLETTINO DIOCESANO
l´Odegitria Atti ufficiali e attività pastorali dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto Registrazione Tribunale di Bari n. 1272 del 26/03/1996 ANNO LXXXV - N. 6 - Novembre - Dicembre 2009 Redazione e amministrazione: Curia Arcivescovile Bari-Bitonto P.zza Odegitria - 70122 Bari - Tel. 080/5288211 - Fax 080/5244450 www.arcidiocesibaribitonto.it - e.mail: curia@odegitria.bari.it Direttore responsabile: Giuseppe Sferra Direttore: Gabriella Roncali Redazione: Beppe Di Cagno, Luigi Di Nardi, Angelo Latrofa, Paola Loria, Franco Mastrandrea, Bernardino Simone, Francesco Sportelli Gestione editoriale e stampa: Ecumenica Editrice scrl - 70123 Bari - Tel. 080.5797843 - Fax 080.9190596 www.ecumenicaeditrice.it - info@ecumenicaeditrice.it
SOMMARIO PRIMA VISITA PASTORALE DI S.E. MONS. FRANCESCO CACUCCI SECONDO VICARIATO RELAZIONE INTRODUTTIVA
869
LETTERE DI S.E. MONS. FRANCESCO CACUCCI ALLE COMUNITÀ PARROCCHIALI A CONCLUSIONE DELLA VISITA PASTORALE: Lo Spirito, l’acqua e il sangue Lettera alla comunità parrocchiale “Preziosissimo Sangue in S. Rocco” in Bari (8-11 gennaio 2009) Le radici della fede e della missione Lettera alla comunità parrocchiale “S. Ferdinando” in Bari (21-25 gennaio 2009) «Non un fiore dobbiamo lasciare sulla via del cielo senza raccoglierlo per il Signore» Lettera alla comunità parrocchiale “S. Croce” in Bari (29 gennaio-1 febbraio 2009) Nella croce di Cristo è la perfetta letizia Lettera alla comunità parrocchiale “S. Antonio” in Bari (5-8 febbraio 2009) Come Francesco, siate coloro che con la parola, la vita di grazia e l’azione missionaria sostengono la Chiesa di Cristo Lettera alla comunità parrocchiale “Beata Vergine Immacolata” in Bari (26 febbraio-1 marzo 2009) «Mostrate il volto di Gesù» Lettera alla comunità parrocchiale “Sacro Cuore” in Bari (12-15 marzo 2009) «Quando si ama, non si sente la fatica o, se si sente, la stessa fatica è amata» (S. Agostino) Lettera alla comunità parrocchiale “S. Giuseppe” in Bari (19-22 marzo 2009)
879
885
889
893
861 899
905
909
INDICAZIONI PASTORALI A LIVELLO VICARIALE
915
OTTAVO VICARIATO RELAZIONE INTRODUTTIVA
923
LETTERE DI S.E. MONS. FRANCESCO CACUCCI ALLE COMUNITÀ PARROCCHIALI A CONCLUSIONE DELLA VISITA PASTORALE:
862
«Rimanete nel mio amore» (Gv 15,9) Lettera alla comunità parrocchiale “S. Maria Assunta” in Cassano Murge (14-17 maggio 2009) «Un piede sulla terra e uno nel cielo» Lettera alla comunità parrocchiale “S. Maria del Carmine” in Sammichele di Bari (21-24 maggio 2009) Respirate dello stesso respiro di Dio Lettera alla comunità parrocchiale “Sacro Cuore” in Gioia del Colle (4-7 giugno 2009) Un colpo d’ala Lettera alla comunità parrocchiale “Immacolata” in Gioia del Colle (17-20 settembre 2009) Siate sempre più un’oasi spirituale, una casa dell’amicizia, un laboratorio spirituale Lettera alla comunità parrocchiale “S. Maria delle Grazie” in Cassano Murge (24-27 settembre 2009) Popolo in cammino Lettera alla comunità parrocchiale “S. Maria Maggiore” in Gioia del Colle (1-4 ottobre 2009) La luce ci apre gli occhi Lettera alla comunità parrocchiale “S. Lucia” in Gioia del Colle (22-25 ottobre 2009)
931
937
943
949
953
959
963
SOMMARIO Siate sempre umili e gioiosi operai nella vigna del Signore Lettera alla comunità parrocchiale “S. Maria delle Grazie” in Casamassima (5-8 novembre 2009) Venga, Signore, il tuo Regno di luce eterna che non tramonta Lettera alla comunità parrocchiale “Santa Croce” in Casamassima (19-22 novembre 2009) «Farò germogliare un germoglio giusto» (Ger 33,15) Lettera alla comunità parrocchiale “S. Vito martire” in Gioia del Colle (26-29 novembre 2009)
INDICAZIONI PASTORALI A LIVELLO VICARIALE
967
971
975 983
***
DIARIO DELL’ARCIVESCOVO Novembre 2009 Dicembre 2009
989 991
INDICE GENERALE DELL’ANNATA
997
863
864
Il n. 6 (novembre-dicembre 2009) del Bollettino Diocesano “L’Odegitria” è interamente dedicato alla Visita pastorale di S.E. Mons. Francesco Cacucci al Secondo Vicariato e all’Ottavo Vicariato. Gli Atti e i Documenti relativi ai mesi di novembre e dicembre 2009 verranno pubblicati nel numero di gennaio-febbraio 2010.
PRIMA VISITA PASTORALE DI MONS. FRANCESCO CACUCCI ARCIVESCOVO DI BARI-BITONTO Libertà
Murat Madonnella
SECONDO VICARIATO
V ISITA PASTORALE
SECONDO VICARIATO RELAZIONE INTRODUTTIVA
Libertà
Murat Madonnella
V ISITA P ASTORALE
SECONDO VICARIATO Relazione introduttiva
Il 15 dicembre 2008, presso la parrocchia S. Giuseppe in Bari, che si appresta a vivere gli 80 anni della sua dedicazione con un ricco calendario di iniziative, si è tenuta la riunione del Consiglio pastorale vicariale e dei Consigli pastorali parrocchiali per l’inizio della Visita pastorale nel secondo vicariato. Il vicario zonale, don Vito Marziliano, dopo aver salutato tutti i partecipanti all’incontro, ha letto la presente relazione, concordata con i sacerdoti e gli organismi di partecipazione del vicariato. Il territorio vicariale Una prima riflessione va fatta in merito al territorio nel quale le 7 parrocchie sono ubicate: ricordiamo che esse fanno parte di tre quartieri: Libertà, Murat e Madonnella, con problematiche a tratti in comune e a tratti differenti; ogni parrocchia infatti è “segnata” dalla situazione sociologica del territorio di appartenenza. In tal senso il nostro vicariato si presenta come una realtà in trasformazione, con un flusso ora notevole, ora rallentato di nuovi abitanti. Permane però il problema–casa, causato da quell’ambigua legge di mercato che tutti conosciamo e che, per i costi altissimi di fitto e di vendita, genera l’esodo soprattutto delle coppie giovani e una composizione della nostra popolazione “un po’ innaturale e squilibrata” tra fasce di giovani e anziani e fasce di ricchi e di poveri: probabilmente i nostri quartieri, per questo fenomeno, saranno abitati
869
sempre più da persone ricche e povere, mentre quelle del ceto medio emigreranno in periferia e nei paesi dell’hinterland. A ciò si aggiunga la perdita di una parte della popolazione giovanile proveniente da famiglie benestanti, che per motivi di studio e di professioni più ambite, emigrano nelle città del Nord, privando la comunità ecclesiale e civile di potenziali ricchezze umane necessarie alla loro vitalità; si aggiungano poi le varie problematiche connesse alle attività commerciali, la presenza notevole di anziani ancora abili e inabili e la presenza delle “famiglie storiche” del centro città, con le loro tradizioni culturali e ideologiche, non sempre vicine alla vita della Chiesa. Il numero crescente di poveri e l’alta concentrazione abitativa di immigrati, non sempre “visibili” e disponibili a una qualche forma di relazione, ad eccezione dell’aiuto materiale, interpellano le parrocchie continuamente e certamente il futuro ci richiederà risposte più sistematiche. La presenza della stazione centrale, con il movimento di persone che la animano, ci fa sentire in qualche modo responsabili nei loro riguardi e per la domanda religiosa che ne consegue e per le necessità materiali che manifestano. Anche i centri culturali, come l’università, le biblioteche, le librerie, i luoghi di ristoro e di passeggio non possono lasciarci indifferenti. Infine il centro di accoglienza delle suore di Madre Teresa, da sempre destinatario di aiuto da parte di singoli volontari delle nostre parrocchie, e la nuova struttura della Caritas diocesana ubicate in via Capruzzi, certamente ci chiederanno un ulteriore coinvolgimento, non potendo lasciarci indifferenti. 870
La scelta mistagogica Certamente la scelta diocesana che va sotto il nome di “mistagogia”, consegnataci dal vescovo in questi ultimi anni, ha permesso alle parrocchie di verificarsi sulla qualità delle proprie catechesi, delle proprie celebrazioni liturgiche e della testimonianza cristiana conseguente: tutte le parrocchie registrano infatti una vita liturgica seria e partecipata, una catechesi rigorosa e fondata sulla parola di Dio ed infine la tendenza a un impegno verso una vita coerente con la fede, nei luoghi e situazioni dove il Signore ci ha posto e tutto ciò
SECONDO VICARIATO - RELAZIONE INTRODUTTIVA perché si è convinti che questa è la strada maestra per entrare sempre più nel Mistero di Cristo e a Lui conformarci. È sotto gli occhi di tutti il passaggio ormai avvenuto nelle nostre parrocchie da una pastorale orientata ai sacramenti a una pastorale orientata alla maturazione della fede a partire dai sacramenti. L’azione pastorale a livello vicariale La vita del vicariato in questi anni si è svolta nella continuità di una impostazione pastorale, fedele alla storia delle singole comunità e alle linee guida della nostra diocesi. Essa ha beneficiato della guida generosa e comunionale del vicario zonale di tanti anni, mons. Alberto D’Urso, cui è seguito, da più di un anno, l’avvicendamento, nella persona di don Vito Marziliano; inoltre, solo due parrocchie, S. Ferdinando e S. Rocco, hanno vissuto recentemente il cambio dei propri pastori, don Pasquale Muschitiello, succeduto al carissimo mons. Nicola Milella, e don Benedetto Labate, succeduto a don Maurizio Lombardi. In questi anni la struttura del vicariato ha retto bene, se consideriamo la buona intesa tra tutti i presbiteri che vi appartengono, la loro frequenza costante agli incontri presbiterali vicariali, come pure le ordinarie sedute del Consiglio pastorale vicariale, con i dibattiti ora più vivaci ora meno, ma sempre orientati ad aumentare la coscienza ecclesiale dei presenti e a far ricadere nelle proprie parrocchie nuove suggestioni ed esperienze da realizzare. Certo, anche la struttura vicariale risente dell’affanno e dell’affaticamento dei tanti impegni pastorali che affollano l’agenda delle parrocchie; in un momento di tante urgenze umane e religiose che assillano la vita delle comunità, purtroppo il laicato disponibile alla collaborazione con i pastori si restringe sempre più a quella fascia di persone meno condizionate dall’attuale organizzazione del lavoro spesso senza orari fissi, e sottoposta a continui mutamenti. C’è comunque da ringraziare i tanti laici, giovani compresi, che sempre più generosamente animano i vari settori della vita pastorale parrocchiale.
871
A favore di un giudizio sostanzialmente positivo sul vicariato vanno ascritte le esperienze in comune vissute in tutti questi anni, non ultime: un corso per catechisti, un corso per educatori dei giovani, alcuni incontri per i gruppi dei giovanissimi, celebrazioni vicariali del sacramento della Penitenza per i giovani, la via crucis vicariale il venerdi santo per via Sparano, il coordinamento della pastorale familiare, meglio riuscita nel passato che recentemente, il coinvolgimento per la beatificazione di sr. Elia e l’adorazione eucaristica mensile nella cappella del suo monastero, le attività culturali realizzate e nella parrocchia S. Croce con il suo Centro culturale “D. Marin” e nelle altre, nonostante l’assenza di un apposito Centro. L’azione pastorale a livello parrocchiale
872
La vita delle singole parrocchie non può essere presentata dettagliatamente in questa relazione, ogni sintesi scritta ne mortificherebbe la ricchezza e la complessità; tuttavia alcune costanti possono essere elencate per averne uno sguardo complessivo: - Tutte le parrocchie investono molte energie nel favorire l’unitarietà tra le varie componenti della comunità, anche se gli esiti non sono sempre molto positivi. In esse sono presenti il servizio dei diaconi permanenti (in due parrocchie), di lettori istituiti, di accoliti e di ministri straordinari della S. Comunione. - L’Eucaristia domenicale, preparata in vari modi (non sempre però con l’incontro unitario settimanale di comunità, per ogni tempo dell’anno liturgico), comunque, è il cuore pulsante della vita delle comunità: in ognuna si cerca di affrontare la sfida dei cambiamenti antropologici che stanno condizionando nei nostri fedeli, soprattutto giovani, la fedeltà alla “domenica cristiana” consolidata da una millenaria tradizione. - Ci sono tuttavia tante esperienze positive di spiritualità eucaristica e tra i giovani e tra gli adulti. - Regge ancora l’impianto tradizionale dei gruppi parrocchiali e nelle forme associative storiche (AC, Agesci…) e in quelle non associative. Rimane sempre altalenante, a seconda delle “ loro stagioni”, la vitalità dei gruppi degli adolescenti e dei giovani. - L’impostazione della Iniziazione cristiana dei ragazzi non ha subito alcun sostanziale cambiamento, anche se tutte le parrocchie cerca-
SECONDO VICARIATO - RELAZIONE INTRODUTTIVA no di migliorarne i metodi, i contenuti e la formazione dei catechisti e degli animatori dei gruppi, dichiarando però sofferenza per lo scollamento tra tutta questa attività educativa e la “presa” sulle famiglie e sugli anni successivi al sacramento della Cresima, nonché sulla ricaduta poco positiva della frequenza alla messa domenicale degli stessi. (Si tenga presente però che in alcune parrocchie una buona parte dei ragazzi di catechismo sono figli di commercianti e di professionisti solo operanti nel centro città ma che vivono la vita familiare altrove!). - Alcune parrocchie soffrono anche della inadeguatezza delle strutture logistiche, perciò il vicariato gioisce per il prossimo inizio dei lavori di ristrutturazione del complesso di S. Scolastica a favore della parrocchia del S. Cuore e di quelle già avvenute in altre parrocchie. - Per quanto riguarda le nuove sfide pastorali che riceviamo dal “raffreddamento della fede” in tanti giovani e adulti già cristiani, dal passaggio ad altre confessioni religiose di diverse persone e dall’avvicinamento a volte “confuso”, a volte convinto, di stranieri e italiani non battezzati che chiedono il battesimo, le parrocchie cercano in varie maniere di dare una risposta adeguata: a) mostrandosi sempre più con un “volto accogliente” (le stesse molteplici attività caritative ne sono il segno); b) strutturando, a misura dei nuovi arrivati, i vari momenti formativi dei gruppi parrocchiali già esistenti; c) aumentando quelle esperienze di aggregazione umana, culturale e amicale che potrebbero sfociare in seguito in una richiesta esplicita di fede; d) istituendo volta per volta l’esperienza del catecumenato per i non cristiani (a riguardo qualcuno chiede che si potrebbe pensare un’esperienza a dimensione vicariale per una “visibilità maggiore” tale da fare da richiamo a chi ne fosse interessato); e) curando quei giovani adulti che devono ricevere il sacramento della Cresima e della Prima Comunione, nonché mirando ancora di più i corsi prematrimoniali come occasione per riannodare i fili della fede quasi spezzati.
873
874
- Anche l’esperienza del neocatecumenato e dei ricomincianti per persone già cristiane, presenti in due parrocchie, è un tentativo di rispondere alle situazioni di persone ormai lontane dalla loro fede originaria. - Le parrocchie più vicine all’Ateneo infine sono impegnate anche per un’attenzione maggiore verso gli universitari, in particolar modo verso coloro che provengono da altre diocesi. - La pastorale familiare, presente in ogni comunità, si articola nella costituzione di gruppi di famiglie, negli itinerari per nubendi e negli incontri con i genitori dei battezzandi e dei ragazzi dell’Iniziazione cristiana. Anche la benedizione delle case (sistematicamente solo in due territori parrocchiali e saltuariamente negli altri) ha il suo valore per quelle famiglie che ne usufruiscono. Non ci sono esperienze sistematiche e di rilievo per persone separate e divorziate. Ed è proprio la sensibilità verso la realtà familiare che pone alle nostre parrocchie interrogativi pastorali che attendono risposte, circa la nuova situazione, ormai diffusa, di coppie che convivono, a volte anche generando figli, prima del matrimonio religioso, e tutto ciò: per ragioni ideologiche, oppure per superficialità e ignoranza della proposta cristiana, altre volte per la combinazione di particolari situazioni lavorative, e di impedimenti di natura economica per la realizzazione della “festa di matrimonio” secondo le consuetudini ormai consolidate. - Le realtà di pietà popolare sono presenti in tutte le parrocchie del vicariato; in alcune, in verità, per ragioni storiche, molto accentuate, in altre meno: si pensi non solo al culto dei “titolari” delle rispettive parrocchie, ma anche alla devozione al Crocifisso e alla Addolorata che si svolge nella parrocchia S. Antonio a favore di tutta la città; alla devozione al S. Cuore in tutte le comunità, oltre che nell’omonima parrocchia; di S. Francesco all’Immacolata, di S. Rita e della Beata Elia in S. Croce, di S. Gaspare del Bufalo e di S. Rocco al Preziosissimo Sangue, della Madonna di Lourdes in tre parrocchie dove è presente la ricostruzione della omonima grotta. Certamente le linee guida per tale pastorale si nutrono alla sorgente della sana disciplina della Chiesa e del rinnovamento dettato dal Concilio Vaticano II e dal recente magistero. - La presenza degli ordini e congregazioni religiose è data dalla comunità dei Gesuiti, dei Francescani Minori e Cappuccini, dei Missiona-
SECONDO VICARIATO - RELAZIONE INTRODUTTIVA ri del Preziosissimo Sangue, dalle Carmelitane Scalze, dalle Religiose dell’Eucaristia in corso Vittorio Emanuele, dalle Sorelle Francescane della Carità, accanto a S. Antonio, dalle Pie Discepole del Divin Maestro in via Quintino Sella e dalle suore Domenicane Missionarie di S. Sisto in via Putignani. - Tutte le parrocchie sono in prima linea nel rispondere alle richieste di aiuto che provengono dalle varie tipologie di poveri. Le caritas parrocchiali sono dei centri propulsori di formazione e di attività come dispensari di cibo, di vestiti e di consulenze varie, di servizi agli anziani e di sostegno scolastico gratuito, ed infine di pasti caldi (si pensi al lodevole impegno del S. Cuore nella organizzazione dei pasti nei giorni festivi, all’impegno delle altre, in alcune occasioni dell’anno nelle proprie strutture e, attraverso i propri volontari, per i pasti alla stazione centrale). - Nel territorio del nostro vicariato sono presenti tre comunità evangeliche, con le quali non c’è un contatto costante, tranne in qualche momento ufficiale della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani; gruppi di ortodossi provenienti dall’est europeo che spesso individualmente frequentano le nostre chiese, gruppi di immigrati musulmani, di immigrati induisti, di italiani convertitisi al buddismo e di cinesi generalmente indifferenti. - Tutte le comunità parrocchiali, ad eccezione ancora per poco del S. Cuore, sono ubicate in strutture immobiliari molto grandi e di valore monumentale e artistico, consegnateci dal lavoro e dalla generosità dei nostri padri e madri nella fede; ne consegue un impegno oneroso per tutti e una riorganizzazione degli aspetti amministrativi, legali, ormai non rimandabili, che richiedono una gestione collegiale e puntuale delle stesse; la prossima visita pastorale sarà una attesa occasione di verifica e di sistemazione, speriamo del tutto. Dopo la lettura del relazione ci sono stati numerosi interventi di sacerdoti, religiosi e laici che hanno ulteriormente arricchito la riflessione sulla situazione pastorale del vicariato. La riunione si è conclusa con una suggestiva celebrazione liturgica per chiedere al Signore la benedizione perché la Visita diventi per le comunità parrocchiali una fruttuosa esperienza di Chiesa.
875
V ISITA PASTORALE
LETTERE ALLE COMUNITÀ PARROCCHIALI SECONDO VICARIATO
Libertà
Murat Madonnella
S ECONDO V ICARIATO
LETTERE ALLE COMUNITÀ Lo Spirito, l’acqua e il sangue Lettera alla comunità parrocchiale “Preziosissimo Sangue in S. Rocco” in Bari a conclusione della Visita pastorale (8-11 gennaio 2009)
Carissimi don Benedetto, don Mario, don Dass, don Devis, carissimo diacono Franco e carissimi fedeli: vi saluto con gioia, mentre rivivo nella memoria l’intensa esperienza spirituale della Visita pastorale.
1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi Nella festa del Battesimo di Gesù ascoltiamo san Giovanni che nella sua prima lettera dice: «Egli è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con l’acqua soltanto, ma con l’acqua e con il sangue. (…) Poiché tre sono quelli che danno testimonianza: lo Spirito, l’acqua e il sangue, e questi tre sono concordi» (1Gv 5, 6.8-9). Lo Spirito Santo, che ci riveste per mezzo della Parola e dei sacramenti, ci comunica la forza di amare, che si concretizza nella vita della comunità parrocchiale. L’acqua rende testimonianza, quando si celebra il battesimo.
879
Il sangue dà testimonianza, durante la celebrazione eucaristica e quando annunciamo la morte del Signore e la sua risurrezione. Il sangue, che Gesù ha versato sulla croce e che rivela l’amore di Dio, si comunica a noi nell’Eucaristia non solo per purificarci dal peccato quale impedimento dell’amore, ma per assicurarci l’amore fraterno che dobbiamo vivere nella concreta vita di comunione. È un dono, quello che la liturgia offre a questa parrocchia che affonda le sue radici storiche nella presenza dei Missionari del Preziosissimo Sangue. A loro mons. Francesco Pedicini, arcivescovo di Bari, nel 1878 affidò la casa e l’annessa chiesa di S. Rocco, che egli aveva fatto costruire e che trasformò in un centro di vita spirituale per il nuovo clero che stava crescendo. Egli stesso, rimasto povero, in questa nuova casa dei Missionari del Preziosissimo Sangue si trasferì e si spense nel 1886. Per questo il suo corpo è ancora custodito nella chiesa parrocchiale.
2. Considerazioni sulla vita della comunità
880
La parrocchia è una famiglia di famiglie. Questa è una parrocchia viva ed accogliente, che beneficia della presenza di una comunità religiosa di quattro sacerdoti, nel solco delle migliori tradizioni, e del servizio di un diacono. La vostra comunità cura particolarmente le famiglie, nella memoria dell’indimenticabile don Pietro Mercurio. I catechisti e le catechiste seguono con amore i ragazzi nel cammino dell’iniziazione cristiana, coinvolgendo possibilmente i genitori. Il doposcuola vede la partecipazione di circa 60 tra ragazzi e adolescenti; l’impegno nell’oratorio e nel gruppo del dopo-cresima coinvolge l’età particolarmente delicata dei pre-adolescenti. Gli aspetti formativi (i catechisti e l’Azione cattolica adulti, la Lectio divina sulle letture domenicali, la Pia Unione del Preziosissimo Sangue, il Rinnovamento nello Spirito) si intrecciano con la vita sacramentale (con l’attenzione ai fidanzati del corso pre-matrimoniale, ai malati e agli anziani, alcuni dei quali ho visitato, da parte dei ministri straordinari della S. Comunione, alle famiglie dei battezzandi) e con la vita di carità (Associazione del Club degli alcolisti, Centro di ascolto, Fratres-donatori di sangue, volontari per la stazione e volontari della carità).
SECONDO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ Quante volte in questi giorni di visita pastorale è risuonato l’anelito a vivere la vita parrocchiale come comunione! Non perché non ci si voglia bene, ma perché spesso l’impegno nelle varie attività (ne ho contate 19!) può provocare una sorta di frammentazione dei gruppi che ad esse si dedicano, rischiando di non permettere nemmeno la conoscenza reciproca fra le persone. Non meravigliamoci: l’ambiente culturale nel quale siamo immersi facilita la dispersione e l’autoreferenzialità. La comunità cristiana deve accogliere, in controtendenza, la testimonianza di amore dello Spirito, dell’acqua e del sangue. Ciò non avviene a buon mercato, ma «a caro prezzo». Questo è emerso durante l’incontro con i giovani e i giovanissimi, al cui interno vivono gli scout, gli animatori del canto della liturgia domenicale e quelli che, in modo diverso, prestano un servizio caritativo (presso la stazione di Bari e – spero in seguito – anche presso il Centro “don Vito Diana” per i senza fissa dimora). Il loro impegno è ammirabile. Però, già al loro interno, i gruppi giovanili non vivono un unico riferimento formativo. Si rende necessario assicurare ad essi un’unica catechesi settimanale, che permetta di confrontarsi con la parola di Dio, la tradizione della Chiesa e illuminare così la propria esistenza. Spesso i giovani non conoscono per nome gli adulti e viceversa. Può accadere che la loro voce e la loro presenza non si avverta nelle strutture di partecipazione come il Consiglio pastorale parrocchiale e il Consiglio per gli affari economici. Ho colto in loro un autentico desiderio di continuare l’impegno in parrocchia e di sentirsi valorizzati dagli adulti.
3. Indicazioni pastorali Perché si respiri sempre più il clima di una chiesa di popolo che raccoglie i fedelissimi, ma diventa accogliente anche verso coloro che conservano un rapporto più «debole» con la comunità cristiana, è necessario «fare sintesi».
881
882
È la meta che si propone il progetto pastorale diocesano che assume la mistagogia come scelta di fondo. Mistagogia implica il lasciarsi condurre per mano nel mistero di Dio vivendo in unità l’ascolto della Parola, la vita sacramentale e l’impegno nella vita. Se questa unità non la vivono gli adulti, non ci si può meravigliare se i ragazzi dell’iniziazione cristiana partecipano alla catechesi settimanale, ma nel tempo natalizio, pasquale ed estivo, «dimenticano» di vivere la messa domenicale. La catechesi rischia di ridursi a conoscenza razionale per la preparazione ai sacramenti. Ecco che il metodo mistagogico aiuta a vivere la sintesi tra catechesi, liturgia e vita. Vi esorto quindi a fare oggetto di riflessione e di approfondimento il testo del progetto pastorale diocesano sulla mistagogia. Il metodo, che implica una sintesi interiore (il contrario della frammentazione), implica un impegno per un incontro settimanale comunitario, che veda giovani, adulti e tutti i gruppi operanti in parrocchia riuniti insieme per percorrere l’itinerario dell’anno liturgico che nella domenica raggiunge il culmine e assicura la fonte cui abbeverarsi per il cammino settimanale. Nell’incontro unitario settimanale tutti sentiranno la necessità di comunicare le proprie esperienze personali e di servizio parrocchiale coinvolgendo, tra l’altro, i piccoli dell’iniziazione cristiana con i loro genitori, i genitori dei battezzandi, i nubendi. La celebrazione dei sacramenti diverrà occasione per tutti per ravvivare i doni di grazia un giorno ricevuti e per sentire la maternità della Chiesa che, generando, cresce nell’acqua e nel sangue, sotto l’azione della Spirito. In particolare, secondo una consolidata esperienza diocesana, la celebrazione del battesimo è bene che sia vissuta durante la celebrazione eucaristica domenicale, rispettando il ritmo dei tempi forti dell’anno liturgico (cfr L’anno liturgico come itinerario di fede). La presenza di due comunità religiose femminili, delle Domenicane Missionarie di S. Sisto per la scuola materna ed elementare, e delle Religiose dell’Eucaristia per l’adorazione quotidiana nella cappella sita in corso Vittorio Emanuele, è particolarmente preziosa. La testimonianza dei sacerdoti, la vostra attenzione delicata ed intelligente mi hanno edificato.
SECONDO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ 4. Con lo sguardo rivolto al futuro Abbiamo vissuto l’esperienza della Visita pastorale nella domenica del Battesimo di Gesù, festa liturgica che segna il momento di passaggio dal tempo di Natale alla prima parte del tempo “per annum”. La liturgia eucaristica ci ha invitato a rimanere in contemplazione del mistero dell’incarnazione e a farne esperienza nella vita di tutti i giorni. Sono certo che il vostro cammino proseguirà alla luce delle semplici indicazioni che vi ho offerto. + Francesco Cacucci Arcivescovo
883
S ECONDO V ICARIATO
LETTERE ALLE COMUNITÀ Le radici della fede e della missione Lettera alla comunità parrocchiale “S. Ferdinando” in Bari a conclusione della Visita pastorale (21-25 gennaio 2009)
Carissimi don Pasquale, don Nicola e don Donatello, carissimi sacerdoti che esercitate il ministero sacro in questa parrocchia don Marco, don Gaetano, don Lino, don Ugo, carissimi fedeli ed amici della comunità.
1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi Le parole che l’apostolo Paolo rivolge al suo fedelissimo collaboratore Timoteo consideratele rivolte a voi: «Mi ricordo infatti della tua fede schietta, fede che fu prima della tua nonna Lòide, poi in tua madre Eunìce e ora, ne sono certo, anche in te» (2 Tim 1,5). La famiglia è indubbiamente la base per una fedele risposta alla chiamata del Signore. Incontrando gli anziani e gli ammalati durante la visita pastorale di questi giorni, ripensavo a quanto le parole dell’apostolo delle genti siano appropriate per la vostra parrocchia. Anche gli anziani di oggi, che ho incontrato e da cui ricevo edificazione, ringraziano il Signore per le radici cristiane piantate dai loro genitori e nonni. Tutta la storia di questa comunità conferma questa grande verità. Nonostante le
885
incertezze della vita, anche le nuove generazioni attingono a quelle sorgenti salutari che il Signore aveva già arricchito di grazia. Incontrando i piccoli dell’iniziazione cristiana, i ragazzi dell’ACR, i giovanissimi e i giovani non mi è stato difficile ricomporre spesso gli anelli di una sorta di genealogia non solo fisica, ma anche spirituale. La “memoria storica” che avete rappresentato durante la festa della comunità, collegata con le generazioni più giovani, ne è riprova. Smentisce ampiamente lo stereotipo delle nuove generazioni prive di “memoria”. Anzi la gratitudine verso i pastori di questa parrocchia richiama intensamente il passato e avvolge cordialmente il presente.
2. Considerazioni sulla vita della comunità
886
Per questo è opportuno abbandonare per S. Ferdinando la connotazione di “parrocchia di passaggio”, almeno nell’accezione di un senso di appartenenza debole. È vero che il riferimento territoriale manca talvolta di solidità. Si pensi a coloro (forse soprattutto i commercianti) che chiedono di accogliere i propri figli nel cammino dell’iniziazione cristiana, a motivo della difficoltà di accompagnarli nelle rispettive parrocchie di residenza. Molti sono coloro che, pur trasferiti in altre zone, continuano a vivere il loro riferimento alla parrocchia della propria infanzia e giovinezza. Una certa discrezionalità è ineludibile, anche se resta la preoccupazione di assicurare ai ragazzi la continuità dopo la celebrazione della Cresima. È un aspetto da approfondire. La collocazione privilegiata della chiesa parrocchiale nel centro murattiano richiama quella espressione che l’arcivescovo mons. Nicodemo adoperava per definirla pastoralmente “vetrina” ecclesiale della città e, forse, anche della diocesi. Non sono pochi, infatti, coloro che “passano” attraverso la vostra chiesa per pregare, confessarsi (data la costante disponibilità dei sacerdoti) e per partecipare alle celebrazioni eucaristiche. Deve la vostra sempre più essere chiesa “aperta”, non solo con le porte materiali spalancate (come già avviene al di là degli orari “canonici”), ma nel senso di una apertura missionaria specie verso coloro che, ogni domenica, partecipano all’ Eucaristia. L’esemplarità rituale deve sempre più accompagnarsi al respiro di
SECONDO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ una comunità che sia avvertita come “segno” accogliente. Non basta un canto d’ingresso e la cura dei riti perché il popolo si senta riunito davanti a Dio, perché si avverta il senso della riunione familiare e popolare nella liturgia. Un modo rinnovato di riunirsi non può essere preparato se non da tutto il resto della pastorale. Il bisogno di riunirsi, di «fare comunità», è un’esperienza sempre più avvertita dalla nostra società. Entrare anonimi in una massa anonima rende difficile anche il futuro inserimento nella comunità stessa. Prima di tutto è necessario conoscersi. Di qui l’importanza di presentare sempre i nuovi membri alla comunità, soprattutto durante le assemblee liturgiche. La vitalità di una comunità si misura dalla capacità di far nascere al suo interno gruppi di credenti, che, a loro volta, si preoccupino di coloro che stanno iniziando un nuovo cammino di fede (i genitori dei battezzandi e dei ragazzi dell’iniziazione cristiana, i fidanzati, ecc.).
3. Indicazioni pastorali La parrocchia “S. Ferdinando” è chiamata ad essere sempre più “luogo missionario” soprattutto partendo dalla celebrazione eucaristica domenicale. La tensione tra l’affondare nelle radici e nella tradizione della vita parrocchiale e la capacità di “accogliere”, di essere luogo di ospitalità e di crescita nella fede dei nuovi fratelli e sorelle disponibili è già presente in voi. Mi permetto di esortarvi a rendere prioritario questo impegno nel cammino pastorale della parrocchia. La scelta pastorale diocesana per una pastorale mistagogica va in questa direzione. Perché non sia richiamata nominalisticamente, vi suggerisco di fare oggetto di approfondimento il testo del progetto pastorale diocesano durante la catechesi degli adulti e dei giovani. Vi accorgerete che il ritmo dell’anno liturgico vi permetterà di rendere “visibile”, “sacramentale” l’attenzione della comunità parrocchiale a coloro che vivono più “debolmente” il riferimento alla vita ecclesiale. In un secondo momento sarà necessario riprendere l’incontro setti-
887
manale di tutti i gruppi parrocchiali per “misurare la temperatura” della comunione tra i giovani e gli adulti in particolare, che non si consolida solo attraverso una cordialità di rapporti, ma mediante la ricerca delle nuove strategie pastorali che riguardano tutti gli aspetti della vita parrocchiale. Sarà possibile proiettarsi verso il futuro e intrecciare la vita cristiana con i problemi della società in cui siamo immersi. Le vecchie e nuove povertà, sia materiali che spirituali, come le speranze e le angosce degli uomini e delle donne del nostro tempo, trovano spazio sempre più ampio nel cuore dei membri della comunità parrocchiale che allarga lo sguardo verso coloro che vivono non solo nel nostro territorio. L’apertura a un impegno pastorale vicariale permetterà di puntare l’attenzione in particolare sui giovani e sul Centro di accoglienza per i senza fissa dimora “don Vito Diana”. Nella giornata del Seminario vorrei ricordare la silenziosa presenza orante e disponibile delle Amiche di Betania, che nella parrocchia hanno costituito una sorta di “culla”, per implorare dal Signore la grazia per una generosa risposta di nuove vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. L’attenzione alla pastorale familiare, esemplarmente vissuta, non mancherà di suggerire alle famiglie una disponibilità sempre più grande per aiutare i figli nella ricerca della propria vocazione. Mi rallegro anche per l’apertura alla Chiesa diocesana che viene assicurata soprattutto attraverso l’Azione Cattolica. 4. Con lo sguardo rivolto al futuro
888
«Vi farò pescatori di uomini»: lo promette Gesù nel Vangelo domenicale. Nel grande mosaico pavimentale dell’antica basilica di Aquileia (in Friuli) è rappresentato un grande mare ricco dei pesci più vari e in quel mare delle barche con angeli pescatori che fanno ricca pesca di nuovi cristiani; anche nel frammento di mosaico del succorpo restaurato (e che presto si potrà visitare) della nostra cattedrale di Bari sono rappresentati, tra altri elementi, vari pesci e animali acquatici. La vostra parrocchia sia sempre più la barca nella quale trovano salvezza i fedeli “pescati” dal mare del mondo. E tutti voi sentitevi sempre “angeli pescatori”. + Francesco Cacucci Arcivescovo
S ECONDO V ICARIATO
LETTERE ALLE COMUNITÀ «Non un fiore dobbiamo lasciare sulla via del cielo senza raccoglierlo per il Signore» Lettera alla comunità parrocchiale “S. Croce” in Bari a conclusione della Visita pastorale (29 gennaio-1 febbraio 2009)
Carissimo don Alberto, carissimi don Sergio e don Antonio, carissimi diaconi Paolo, Giuseppe e Michele, carissimi fedeli della comunità parrocchiale.
1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi L’adorazione eucaristica presso il monastero di San Giuseppe la prima sera della visita pastorale ci ha fatto rivivere l’evento di grazia della beatificazione di suor Elia, “parrocchiana di S. Croce”, che ha coinvolto appieno la comunità sotto la guida zelante del parroco e vice postulatore don Alberto, determinante punto di riferimento. La costruzione della cappella dedicata alla beata e della nicchia per l’esposizione delle reliquie hanno coronato un tempo di grazia che si prolunga fino ad oggi, e che ci permetterà di amare e conoscere sempre meglio questo fiore di santità cresciuto tra noi.
889
La professione perpetua di suor Maria Livia Angelillis durante la messa domenicale è stata il coronamento di questi giorni di grazia. Una figlia di questa comunità parrocchiale è a pieno titolo entrata a far parte della Congregazione delle Pie Discepole del Divin Maestro, fin dal 1993 presenti nel territorio parrocchiale. È anche la prima professione religiosa celebrata in questa parrocchia feconda di vocazioni sacerdotali e religiose. È un altro “fiore” raccolto “per il Signore”, per riprendere la bella espressione della beata Elia. Tutti però dovete sentirvi “sulla via del Cielo”. La beata Elia scrive in una lettera ad un’amica: «Sii buona, anzi santa, non dico questo perché ti desidero monaca. Oh! no, ma, se è la volontà del Signore che tu resti nel mondo, spargi intorno a te e su chi ti circonda il profumo della virtù, che è sempre olezzante, che porta a tutti il sorriso del buon Dio». Anche stando nel mondo, anche nel lavoro, anche da sposati si può vivere uniti a Dio, ci si può fare santi; e con il linguaggio dei fiori a lei così caro la beata Elia conclude: «Non un fiore dobbiamo lasciare sulla via del Cielo senza raccoglierlo per il Signore» (dalle Lettere, p. 454).
2. Considerazioni sulla vita della comunità
890
Discernimento spirituale È Gesù al centro della vostra esperienza: lo avete affermato nella relazione pastorale che mi avete consegnato in occasione della visita pastorale. La ricchezza non comune della vita comunitaria, sotto la saggia, intelligente e zelantissima guida di don Alberto, le iniziative promosse – numerosissime – “sono frutto di discernimento pastorale”. Posso ben confermarlo a conclusione della visita pastorale, che tanto mi ha edificato. Il desiderio di discernimento è emerso ancora da parte dei giovani. È proprio vero quello che l’apostolo Paolo – da voi richiamato nella bella mostra “Sulla via di Damasco” ospitata nel fervido Centro culturale “D. Marin” – diceva nell’esortazione rivolta nella Lettera ai Filippesi: «Prego perché la vostra carità si arricchisca sempre più in conoscenza e in ogni genere di discernimento, perché possiate distinguere sempre meglio, ed essere integri e irreprensibili per il
SECONDO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ giorno del Signore» (Fil 1,9). Non dunque una mera operazione intellettuale, ma un’autentica esperienza del Mistero, cioè di Gesù. L’impegno dei singoli e dei gruppi è senza risparmio, con una presenza sul territorio incisiva. Basti pensare alle Ferrovie e al Dopolavoro ferroviario, al Centro sociale polivalente per anziani, alle scuole “Manzari-Buonvino”, “Mazzini” e “G. Modugno” che ho visitato e dove ho ricevuto una calda accoglienza. In seguito risponderò all’invito del Rettore di incontrarmi con l’Università.
3. Indicazioni pastorali C’è la consapevolezza che gran parte degli uomini e delle donne della nostra città hanno radici cristiane: sono battezzati. Molti mantengono ancora legami occasionali o riferimenti parziali alla comunità cristiana. C’è una grande sete di Dio. Negli incontri di questi giorni è emersa una forte ansia missionaria. L’attenzione alla Chiesa bulgara è un segno. Come valorizzare questa situazione dei nostri fratelli credenti e non, degli immigrati? Come aiutare tutti a maturare la responsabilità di una fede adulta? Le persone, le associazioni e i gruppi impegnati nella evangelizzazione e nella catechesi, gli animatori della liturgia e della carità con il parroco, don Sergio e la collaborazione di don Antonio, tutti profondete senza risparmio le vostre migliori energie di mente e di cuore. Siete gioiosi di vivere l’esperienza di Chiesa nella parrocchia S. Croce. Ne siete anche fieri! È il clima che ho respirato e che mi ha avvolto. Anche il “Notiziario S. Croce”, al suo 18° anno, è un prezioso strumento di comunicazione e di coinvolgimento comunitario. La vostra partecipazione al cammino della Chiesa diocesana si è arricchita con quell’espressione di amore che è la Fondazione antiusura “S. Nicola e SS. Medici” (Fondo di solidarietà antiusura). La fervidissima attività apostolica di don Alberto ha trovato in voi dei preziosi collaboratori.
891
Mi rallegro con voi per la Relazione di sintesi sui principali lavori eseguiti dal 1995. È proprio vero che, quando si avverte che la parrocchia è di tutti, la generosità supera ogni attesa. Sono certo che continuerete a scoprire vie inedite per la catechesi dei piccoli dell’IC e dei ragazzi, con l’attenzione alla messa domenicale, secondo le indicazioni pastorali diocesane maturate quest’anno. Nei vari incontri che ho vissuto con voi ho raccolto la ricorrente esigenza di guardare in modo privilegiato al mondo giovanile. La disattenzione nei suoi confronti da parte della società contemporanea non deve riflettersi nella comunità ecclesiale. Né si può dimenticare che l’Università, sita nel territorio parrocchiale, diviene cantiere privilegiato del mondo dei giovani. È vero che non manca il loro servizio nella comunità, dalla catechesi alla animazione liturgica (coro). Anche l’esperienza del teatro, che ancora una volta ho ammirato nella rappresentazione Paulus, contiene una grande valenza educativa. È necessario però che il “peso” dei giovani sia più rilevante, soprattutto attraverso la loro presenza numericamente più cospicua nel Consiglio pastorale e nel Consiglio per gli affari economici. In particolare, per evitare che la comunità cammini talvolta in modo frammentato, è opportuno giungere a vivere un incontro settimanale di adulti e giovani insieme che guardi alla domenica come a una tappa fondamentale dell’itinerario di fede di tutta la parrocchia. La presenza delle giovani famiglie arricchirà le prospettive pastorali.
4. Con lo sguardo rivolto al futuro 892
L’intensa spiritualità della beata Elia guidi il vostro cammino. Tra le sue luminose espressioni, vi è una che mons. Magrassi, mio venerato predecessore, soleva richiamare: «Ho un piede sulla terra e un altro nel cielo… basta un salto e sono in paradiso». Lo sguardo verso la mèta finale vi accompagni sempre. + Francesco Cacucci Arcivescovo
S ECONDO V ICARIATO
LETTERE ALLE COMUNITÀ Nella croce di Cristo è la perfetta letizia Lettera alla comunità parrocchiale “S. Antonio” in Bari a conclusione della Visita pastorale (5-8 febbraio 2009)
Carissimi p. Vito, p. Giammaria, p. Marcellino e p. Vito Domenico, carissimo fra Raffaele, vi saluto con le stesse parole di san Francesco: «Pace e bene a tutti».
1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi I Frati Minori sono presenti in questo luogo fin dal XVII secolo. La chiesa attuale, dedicata a sant’Antonio da Padova e riedificata verso la metà del 1800 dopo un periodo di assenza dei Frati Francescani a motivo della soppressione postunitaria, è stata di nuovo a loro affidata nel 1930 dall’arcivescovo mons. Augusto Curi e ampliata grazie all’opera meritoria dell’indimenticabile p. Fedele Brandonisio, la cui tomba è qui conservata. È parrocchia dal 1956. Il carisma francescano la caratterizza. Figure eminenti di Padri vi hanno impresso e continuano ad imprimere un impulso pastorale e spirituale.
893
La devozione al Crocifisso, all’Addolorata, a sant’Antonio da Padova va oltre i confini parrocchiali. Per questo la presenza di quattro sacerdoti francescani acquista un valore ministeriale prezioso, soprattutto se si considera la disponibilità per la celebrazione del sacramento della Riconciliazione.
2. Considerazioni sulla vita della comunità
894
Durante l’assemblea parrocchiale abbiamo potuto cogliere alcuni dati statistici relativi al territorio parrocchiale. La popolazione, di circa 3700 abitanti, ha visto l’elevarsi del numero delle persone anziane, ed è composta da abitanti con una maggiore istruzione, un maggiore livello occupazionale, una maggiore concentrazione di divorziati/e e una notevole minore concentrazione di stranieri. Contemporaneamente comprende degli ambiti di disagio, come la stazione ferroviaria, dove assicurate ogni venerdì la cena ai senza fissa dimora. Beneficiano della vostra collaborazione, tutta francescana, la mensa delle Suore Missionarie della Carità di Madre Teresa di Calcutta e il Centro “don Vito Diana”, dormitorio per i senza fissa dimora. È proprio il “sapore francescano” che richiama presso questa parrocchia povertà diverse, in contrasto con il relativo benessere che caratterizza coloro che risiedono nel territorio parrocchiale. Lo statuto della Caritas parrocchiale mi sembra esprima il desiderio di camminare sulle orme di san Francesco d’Assisi, animando la comunità tutta, per aiutarla a vivere la testimonianza di carità. In tale direzione, coinvolgendo l’aspetto formativo e sacramentale, oltre le varie realtà di volontariato (come quello Vincenziano, il Centro di ascolto, il CVS, i fratres, ecc.) mi sembra si iscriva anche il servizio dei ministri straordinari della S. Comunione agli anziani e ammalati (alcuni dei quali ho visitato) e il servizio di pastorale carceraria di “Fratello Lupo” (presso l’istituto penale minorile “Fornelli” di Bari) e le case di reclusione di Trani e di Altamura (con una collaborazione al di là dei confini parrocchiali). A nessuno sfugge la preziosità dell’accoglienza dei minori da parte delle Sorelle Francescane della Carità, che, sia pure in forma rinnovata, agisce in comunione con la comunità francescana parrocchiale ed è da molti anni punto di riferimento non solo della città.
SECONDO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ Ho visitato le scuole presenti sul territorio, da quelle materne (“Margherita di Savoia” e “ComeTe”) al “Pitagora” e allo “Scacchi”, cogliendo semi di speranza presso le nuove generazioni, ancor oggi disponibili al richiamo del Vangelo e al confronto religioso e culturale. Non di poco rilievo è l’impegno dell’Università del Tempo Libero in un territorio a notevole tasso di anziani, dove però l’interazione tra le varie età devono divenire obiettivo sempre più preciso. La formulazione del Progetto catechistico parrocchiale rivela un’intelligente attenzione ai piccoli e ai ragazzi e una cura particolare che ho potuto cogliere in occasione dell’incontro che ho avuto con loro, con i catechisti e i genitori, e soprattutto durante la celebrazione eucaristica domenicale, alla quale anche i più piccoli sono educati a partecipare in modo esemplare. L’ambito educativo trova nella parrocchia “S. Antonio” una espressione privilegiata nell’Agesci. Da 45 anni l’associazione degli Scouts qui vive e opera senza interruzione. Ha donato anche vocazioni sacerdotali. Mi sembra che l’esperienza educativa sia ben consolidata, tale che possa assumere carattere di esemplarità anche per altre parrocchie. Lodo l’armonia che sempre ha caratterizzato la loro presenza all’interno della comunità. Naturalmente l’esigenza di nuovi educatori è sempre viva e pressante. Di ciò è bene che si faccia carico l’intera comunità parrocchiale. Anche l’Azione Cattolica vive la sua esperienza, che mi auguro possa crescere con l’aiuto del Centro diocesano. Ho vissuto con intensità la celebrazione penitenziale, animata dalla ben integrata Comunità neocatecumenale, cui hanno partecipato anche coloro che fanno parte di vari gruppi, fra cui l’Ordine francescano secolare, l’Apostolato della preghiera, Rinascita cristiana, le volontarie vincenziane, Famiglia per tutti.
895
3. Indicazioni pastorali
896
Constato che i giovani non mancano. Si apre, a questo punto, una riflessione. Il parroco, p. Vito, nella relazione di preparazione alla visita pastorale, ha annotato che già nel 1979, a conclusione della visita pastorale in questa parrocchia, l’arcivescovo mons. Magrassi sottolineava a proposito dei gruppi: «C’è più un rapporto di buon vicinato, che una comunione di comunità». Rivedendo le conclusioni dello stesso arcivescovo in occasione della Visita pastorale del 1987, ho ancora rilevato la seguente indicazione pastorale: «Occorre mettere in osmosi i vari gruppi per giungere a una “comunione di comunità”: questo è impossibile – notava il mio venerato predecessore – se non si predispongono incontri comuni di catechesi e di preghiera. Come armonizzare le esigenze di ogni associazione con l’appartenenza all’unica Comunità? Questa è la questione prioritaria …». A distanza di otto anni, l’arcivescovo Magrassi evidenziava come la meta pastorale da lui data non aveva trovato attuazione. Sono passati 22 anni e p. Vito ha annotato: «Si ha l’impressione che la comunità parrocchiale non sia “Corpo di Cristo” ma una raccolta di vari organi indipendenti gli uni dagli altri. La comunità parrocchiale rassomiglia più ad un’orchestra in cui i vari artisti sono impegnati a sviluppare le proprie capacità (…) e non hanno tempo di provare tutti assieme». Vi indico, allora, la via da seguire, che vorrei accoglieste con obbedienza carica di amore. Soggetto del cammino pastorale è la comunità tutta. Con quale mezzo educativo è possibile attuare una vita di comunione? Attraverso l’incontro settimanale comunitario per un autentico cammino mistagogico. Fin dal Sinodo diocesano ho offerto questa scelta pastorale. Nel 2006 ho pubblicato il progetto pastorale sulla mistagogia, cioè sul progressivo cammino di “ingresso nel Mistero”. Che ne è stato? Non mi sembra che il testo sia stato fatto oggetto di studio e di riflessione. Esorto quindi tutti ad assumere questo impegno. Non è possibile superare la frammentazione – che è il contrario della comunione – senza una catechesi mistagogica settimanale di
SECONDO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ tutti i gruppi insieme, non solo per prepararsi bene alla celebrazione eucaristica domenicale, ma per esercitarsi nel realizzare, personalmente e comunitariamente, quell’indispensabile sintesi tra Parola, celebrazione e vita. Sarete aiutati, attraverso questi incontri, a riscoprire la bellezza e la ricchezza di tutta la liturgia, e non solo dei brani scritturistici. La preparazione alla liturgia non può limitarsi alla sola spiegazione del Vangelo; se il tema di una domenica non è visto e presentato nella logica delle altre letture e, soprattutto, se non è accostato nell’ottica dell’intero formulario, non si coglie il mistero, né si aiuta l’assemblea a fare un passo in avanti nel cammino di fede attraverso l’anno liturgico. La commissione “Koinonia” deve soprattutto verificare periodicamente i passi compiuti in tale direzione. Vorrei, infine, esprimere particolare gioia per la partecipazione alla messa domenicale. Ne avete sottolineato la centralità nel Progetto pastorale parrocchiale, anche in riferimento al Congresso eucaristico nazionale di Bari del 2005. Dev’essere sempre più vero che “senza la domenica non possiamo vivere”. La partecipazione numerica non è irrilevante (circa il 25%). Incontriamo la domenica tante persone che non vivono appieno l’esperienza parrocchiale. Quale occasione di annuncio missionario! Il cammino comunitario aiuti tutti a scoprire “il volto missionario della parrocchia in un mondo che cambia”, sotto la saggia guida del parroco e dei suoi confratelli. 897 4. Con lo sguardo rivolto al futuro La vostra comunità respira il carisma francescano. Il Santo di Assisi, immagine esemplare di Cristo, e S. Antonio da Padova, predicatore della Buona Novella, vi accompagnino sempre. + Francesco Cacucci Arcivescovo
S ECONDO V ICARIATO
LETTERE ALLE COMUNITÀ Come Francesco, siate coloro che con la parola, la vita di grazia e l’azione missionaria sostengono la Chiesa di Cristo Lettera alla comunità parrocchiale “Beata Vergine Immacolata” in Bari a conclusione della Visita pastorale (26 febbraio-1 marzo 2009)
Carissimi p. Giuseppe, p. Mariano, p. Felice, p. Edoardo, p. Benito, p. Carmelo, p. Mimmo, carissimi fratelli e sorelle, pace e bene a tutti. 899 1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi La vita comunitaria dei nostri frati cappuccini, vissuta nella semplicità francescana e autenticità, è sotto gli occhi di tutti. È segno profetico di fraternità, di comunione, in una società come la nostra ove le solitudini esistenziali sono in crescendo e dove non manca il virus della divisione, della diffidenza, dell’indifferenza, dei contra-
sti ideologici ed etnici. La presenza di una comunità religiosa, ove l’unità della comunità è quotidianamente coniugata con la diversità dei suoi membri per età, carattere, cultura, esperienza, è forza profetica, che non ricalca i modelli reclamistici dell’odierna cultura dell’immagine, ma si manifesta con una esistenza vissuta giorno dopo giorno nella fedeltà a Dio e nella donazione ai fratelli. Dalle vostre espressioni, carissimi fratelli e sorelle, emerge continuamente una sorta di gratitudine per l’edificazione spirituale che ricevete dal parroco e dai suoi confratelli. La loro testimonianza francescana parte dal mistero di Cristo vissuto nella comunione della Chiesa per una missione sempre rinnovata nel mondo. Questo vale molto più di ogni organizzazione e impegno profuso nell’attività parrocchiale.
2. Considerazioni sulla vita della comunità
900
La preghiera delle Lodi e dei Vespri quotidiani rende questa chiesa “casa” e “scuola” di preghiera. La disponibilità dei Padri cappuccini per la celebrazione del sacramento della Riconciliazione richiama l’essenziale della vita cristiana che vede nella conversione del cuore (tema centrale della Quaresima) la base per una più profonda adesione al mistero d’amore di Dio, che si è realizzato e manifestato pienamente nella persona di Cristo. Ho vissuto con particolare intensità la Via Crucis, perché l’ho considerata segno pregnante della partecipazione alla croce di Cristo che testimoniano con fede, speranza e amore i nostri ammalati e anziani che con p. Giuseppe ho visitato. San Francesco ha abbracciato la croce, identificandosi col suo Maestro e Signore anche nel suo corpo. Di qui scaturisce il fascino che ancora oggi esercitano nella città di Bari i “monaci di via Abbrescia”. Come ha ricordato p. Giuseppe nella relazione pastorale, nell’ultima visita, che risale a 22 anni fa, l’arcivescovo mons. Mariano Magrassi indicava nella comunione, nella partecipazione, nella formazione permanente tre direzioni da percorrere. Gli incontri vissuti nelle tre sere con la comunità mi hanno permesso di conoscere meglio i vari gruppi e movimenti (dall’Ordine fran-
SECONDO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ cescano secolare, al Gruppo di preghiera di Padre Pio, alla GIFRA), il Consiglio pastorale parrocchiale e il Consiglio per gli affari economici con i catechisti e i vari operatori pastorali, i giovani e i giovanissimi, i nubendi e le giovani coppie. Avete gioito per l’esperienza di comunione effettiva e di comunicazione vissuta non solo con me, con il parroco e i Padri cappuccini, ma anche tra voi. Soprattutto, in crescendo, abbiamo insieme sperimentato la partecipazione e la comunione di tutti gli animatori della comunità parrocchiale e di chiunque altro abbia inteso essere presente agli incontri.
3. Indicazioni pastorali Attraverso vari tasselli, mi sembra che, alla fine della visita pastorale, si delinei un mosaico abbastanza chiaro. Il Vescovo non ha incontrato solo i singoli gruppi, ma la comunità tutta. È una preziosa indicazione di metodo pastorale. Non basta affermare la necessità di rendere la comunità soggetto pastorale, occorre sperimentare concretamente il “clima” della comunità attraverso una strutturazione nuova della vita parrocchiale, che non mortifica la specificità delle singole esperienze, ma che richiede un costante camminare insieme. Questo è possibile attraverso quella scelta pastorale che ho indicato nella mistagogia. Essa parte dalla sintesi interiore tra ascolto della Parola, vita sacramentale e carità, per convogliarsi nell’incontro settimanale di tutta la comunità che segna le tappe di un cammino di fede nell’anno liturgico. Ritroviamo ancora l’altra mèta indicata nel 1987 da mons. Magrassi, che nella «catechesi settimanale offerta a tutti» vedeva la possibilità di «affrontare i problemi che oggi ci agitano». È la lettura della storia, è la capacità di cogliere “i segni dei tempi” alla luce del Vangelo. Vi accorgerete che anche il vostro territorio, in evoluzione, ha nella Chiesa parrocchiale un punto di riferimento cittadino tradizionale ancora vivo. La partecipazione alla messa domenicale è buona. È il primo riferimento missionario, che dovete preparare, alimentare settimana dopo
901
902
settimana. Non si tratta solo di curare la liturgia domenicale, cosa che già lodevolmente fate. L’Eucaristia, nel segno del convito, unisce il nutrimento celeste alle gioie terrestri e all’essere con l’altro. I segni contribuiscono a fare dell’Eucaristia l’inserimento di Cristo nella nostra storia concreta. L’accoglienza dei ragazzi con i loro genitori, dei battezzandi, dei nubendi durante le assemblee domenicali aiutano a creare il senso della riunione familiare e popolare. Non basta un canto di entrata, perché il popolo si senta riunito davanti a Dio. Un modo rinnovato di riunirsi insieme nell’azione liturgica non può che essere preparato da tutto il resto della pastorale. I catechisti nell’incontro settimanale comunitario devono coinvolgere tutta la comunità. I gruppi di iniziazione cristiana non sono molti. I loro catechisti sono ben motivati. Mi sembra che i genitori non trascurino i loro figli. Altrettanto si può suggerire ai responsabili della preparazione al battesimo e al matrimonio. Il sussidio L’anno liturgico come itinerario di fede può essere di valido aiuto. Tre ultime indicazioni: La prima riguarda l’attenzione ai giovani, già richiamata da mons. Magrassi. L’incontro avuto nella scuola media “Imbriani” e nella scuola superiore “Vivante” è un’ulteriore conferma della “invocazione” di aiuto da parte del mondo giovanile nei confronti del mondo adulto. Una efficace pastorale giovanile può svilupparsi compiutamente a livello di vicariato di zona, dove lo scambio reciproco di doni e di esperienze consolida il cammino parrocchiale. La seconda riguarda l’attenzione alle giovani coppie. Dopo il matrimonio esse vivono un momento delicato di adattamento a una nuova vita. Il riferimento parrocchiale è necessario. La terza si riferisce all’oratorio dei ragazzi che permetterà di creare una continuità educativa anche dopo la celebrazione del sacramento della Cresima.
4. Con lo sguardo rivolto al futuro Il cammino quaresimale, appena iniziato, vuole ricordarci che il Signore ci ha già donato nel Battesimo la sua grazia, ci dà già la sua
SECONDO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ pace nel mistero pasquale che celebriamo ogni domenica, ma vuole anche invitare tutti noi a guadagnarci sul campo, diciamo così, questa salvezza di cui già godiamo. È fonte di rinnovato entusiasmo che, come comunità parrocchiale, siete chiamati ad alimentare nel servizio di amore al Signore e a tutti i fratelli. + Francesco Cacucci, Arcivescovo
903
S ECONDO V ICARIATO
LETTERE ALLE COMUNITÀ «Mostrate il volto di Gesù» Lettera alla comunità parrocchiale “Sacro Cuore” in Bari a conclusione della Visita pastorale (12-15 marzo 2009)
Carissimi don Giovanni e don Massimo e carissimi fedeli, la gioia del Signore sia la vostra forza.
1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi Ha dimorato in questa parrocchia, in via Cardassi, il Servo di Dio prof. Giovanni Modugno, avviato, speriamo presto, alla beatificazione. Si tratta di un laico, sposato, che ha speso tutta la sua vita per l’educazione di ragazzi e di giovani, di contadini e operai, nell’impegno civile ed ecclesiale, nell’attenzione concreta ai poveri, rinunciando a prestigiosi incarichi che gli erano stati offerti, in politica, come Provveditore agli studi, nella carriera universitaria, sacrificando la sua salute.
905
Bella e significativa la testimonianza che al professore dà in una lettera un suo ex alunno; avendo saputo delle precarie condizioni di salute di Modugno (e della moglie) gli scrive: «Siate buono con voi stesso e con la Signora: da 70 anni siete buono solo con gli altri»; della sua opera di educatore e di cristiano dice: «Mi avete mostrato il volto di Gesù».
2. Considerazioni sulla vita della comunità Ho incontrato, durante questi giorni di visita pastorale, il volto di Gesù, il suo cuore palpitante di amore, in tanti di voi, a cominciare dai malati e dagli anziani, alcuni dei quali ho visitato, rimanendo profondamente edificato. In proporzione opposta allo stato di salute e di debolezza fisica cresce e si consolida la loro fede, la speranza, l’amore che si riversano come torrente di grazia, in special modo sulla comunità parrocchiale. Il loro amore a Cristo e alla Chiesa conferma che quanto si è ricevuto da piccoli è seme che si sviluppa per tutta la vita. Questo significa crescere fino a raggiungere la maturità di Cristo.
906
La fedeltà La nota caratteristica della comunità parrocchiale è la fedeltà. Respiro questo clima avendo esercitato il mio ministero sacerdotale (da vice-parroco) ed anche episcopale (da vescovo ausiliare) in questa parrocchia. Ho incontrato in questi giorni volti conosciuti da molto tempo. Non si tratta solo della fedeltà degli anziani, ma anche dei genitori più giovani che passano il testimone ai loro figli. È proprio vero che una formazione solida è fonte di perseveranza. C’è anche un legame affettivo che vede la partecipazione alla vita parrocchiale da parte di taluni che si sono trasferiti in altro territorio. È un positivo segno di continuità. Tradizioni solide Gli animatori della carità attingono a fonti formative solide. L’Azione Cattolica in questa parrocchia ha forti radici. Il senso di Chiesa locale, il servizio alla parrocchia nei più vari settori, la cate-
SECONDO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ chesi sistematica sono le peculiari caratteristiche. Il gruppo dei catechisti, le vincenziane, il gruppo missionario e l’Apostolato della preghiera sono le altre principali articolazioni in cui si svolge l’apostolato parrocchiale. Vi trovo ben motivati e generosi. Nei tempi forti dell’anno liturgico, la lectio divina permette di sostanziare la vita spirituale di Parola di Dio, secondo l’esortazione emersa durante l’ultimo Sinodo dei vescovi. Da non pochi anni è sorta la mensa domenicale per i poveri, che non soffre mai stanchezza, ma esprime la generosità e la dedizione concreta verso gli ultimi. Nel centro città e vicino alla stazione ferroviaria è un segno splendido di testimonianza evangelica.
3. Indicazioni pastorali - I fanciulli e i ragazzi dell’ iniziazione cristiana sono una cinquantina e denotano una popolazione territoriale di età a prevalenza medio-alta. La dedizione intelligente e amorevole dei catechisti non trova riscontro costante nell’attenzione dei genitori. Ne è riprova la non soddisfacente partecipazione alla messa domenicale. Come possono i piccoli percorrere un vero itinerario di fede senza l’incontro con Gesù nella celebrazione dei misteri? La stessa catechesi rischia di attestarsi su di un piano prevalentemente razionale. L’esperienza educativa deve contemplare anche l’attività ludica dei ragazzi, nei modi che potrete prevedere - data la penuria delle strutture esistenti - con il coinvolgimento dei genitori. A loro soprattutto mi sono rivolto durante l’incontro molto cordiale che ho vissuto. In questo particolare momento, l’emergenza educativa dei ragazzi comporta un’attenzione privilegiata al gioco, che spesso sembra assente nella loro vita. - I giovani e i giovanissimi (di Azione Cattolica) sono numerosi e vivono intensamente la loro formazione e il loro servizio in parrocchia, tra l’altro dalla guida educativa dell’ACR all’animazione liturgica e alla carità. La “Via crucis” che abbiamo vissuto e che i giovani hanno animato richiama il primato della preghiera nella vita cristiana. Il clima di amicizia è buono e si accresce anche attraverso l’esperienza teatrale,
907
che resta nella memoria per tutta la vita. Soprattutto i giovani costituiscono l’investimento per il futuro della parrocchia. Come è avvenuto per le generazioni di giovani che vi hanno preceduto. Vi lasco un interrogativo: come permettere di assicurare ai giovani un “peso specifico” maggiore nel cammino comunitario? La costruzione della nuova chiesa Da oltre un ventennio attendete la costruzione della nuova chiesa parrocchiale presso l’ex monastero di Santa Scolastica, nel passato punto di riferimento spirituale qualificante di questo territorio. Siamo in dirittura di arrivo, per iniziare i lavori. Vi auguro di vivere questo evento come un kairós, un tempo opportuno di grazia che il Signore vi concede. Solo se le «pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale» (1Pt 2,5) esperimenteranno la vita ecclesiale come un “cantiere sempre aperto”, la nuova chiesa sarà occasione di rinnovamento personale e comunitario. Incontro settimanale della comunità A tale scopo propongo di impegnarvi a vivere un momento unitario settimanale che coinvolga giovani e adulti. Sono certo che avete la possibilità di attuare questo incontro, che parta dall’approfondimento della liturgia domenicale, per allargare e approfondire lo sguardo su tutta la realtà della vita parrocchiale e della storia. In un orario più accessibile per tutti e con il sacrificio di tutti, le persone delle varie fasce di età si incontrino e si confrontino, sentendosi tutti “costruttori di comunità” nella storia di oggi. 908
4. Con lo sguardo rivolto al futuro Una particolare esortazione rivolgo a quei giovani genitori che hanno vissuto la loro crescita fin da fanciulli in questa parrocchia. Rappresentano l’anello di congiungimento tra le diverse generazioni. La guida generosa e amorevole di don Giovanni e di don Massimo vi sosterrà nel cammino. + Francesco Cacucci Arcivescovo
S ECONDO V ICARIATO
LETTERE ALLE COMUNITÀ «Quando si ama, non si sente la fatica o, se si sente, la stessa fatica è amata» (S. Agostino) Lettera alla comunità parrocchiale “S. Giuseppe” in Bari a conclusione della Visita pastorale (19-22 marzo 2009)
Carissimo don Vito, carissimi fedeli, invoco la benedizione del Signore su tutti voi che vi preparate a celebrare l’80° anniversario della dedicazione della Chiesa parrocchiale.
1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi 909 L’espressione di sant’Agostino, che ho posto come titolo di questa mia lettera, fotografa lo stile della vostra comunità. Il cuore di S. Giuseppe, patrono di questa amata parrocchia, l’ho trovato riflesso nel parroco don Vito, zelantissimo ed infaticabile, l’ho ritrovato in tanti di voi che, a titolo diverso, animano, con autentico spirito missionario, la vita cristiana dei fratelli e delle sorelle. Con particolare gioia ho celebrato con voi la festa di S. Giuseppe il primo giorno della Visita pastorale, e sono stato fin da subito im-
merso nell’atmosfera vivace e familiare della festa in piazza. Ero stato introdotto al clima festoso dall’incontro col gruppo “Anni d’Argento”, ricco di fede e di esperienza, antidoto alla solitudine sofferta dagli anziani. Le migliori tradizioni, che affondano le radici nei parroci predecessori, quali don Michele Schiralli, don Ignazio Fraccalvieri, don Ubaldo Aruanno, e in figure sacerdotali esemplari che qui hanno maturato la loro crescita ministeriale e pastorale, trovano oggi sviluppo, sotto la guida di don Vito, in una pastorale intelligente e organica, capace di rispondere ai nuovi “segni dei tempi” in un territorio in rapida trasformazione. Il quartiere “Madonnella”, dal rappresentare nel passato, pur nella sua composita realtà, una sorta di “punta di diamante” della città di Bari, ha registrato nell’ultimo trentennio tratti di deterioramento della vita sociale. Ma tutto è in evoluzione. Come avete sottolineato nella relazione pastorale, sono rilevanti i “movimenti” umani e abitativi nel territorio parrocchiale: nuovi arrivi, immigrati, stranieri, persone di altre religioni, punti di aggregazione sociale, zone di degrado. Il quartiere, però, conserva ancora tutto il fascino degli inizi, quando gli arcivescovi Vaccaro e Curi, ricordati nella strada e nella piazza antistanti la chiesa, vollero questo tempio grande e bello per rispondere all’espansione urbanistica della città nel primo Novecento, e lo dotarono di strutture ampie ed efficienti, inconsuete in quel periodo.
2. Considerazioni sulla vita della comunità 910
La prossima ricorrenza degli 80 anni della dedicazione della chiesa parrocchiale — lo sapete — diverrà occasione per richiamarne la ricca storia, e dopo i restauri e le ristrutturazioni già lodevolmente effettuate, farà risplendere la parte absidale e il transetto, nei cui affreschi si conserva il riferimento a Cristo con gli apostoli, alla santità nella Chiesa universale e locale, e trasmette la memoria visiva della consacrazione del tempio. Consapevoli di essere custodi di uno dei tesori di fede e di arte del Novecento barese, saprete porre ogni impegno per rendere sempre
SECONDO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ più viva e bella questa chiesa fatta di pietre materiali e spirituali. Il vostro cammino pastorale corrisponde a una “mistagogia in atto”. Ho goduto con voi la centralità della liturgia, “culmine e fonte” della vita della Chiesa, nelle celebrazioni di questi giorni, capaci di avvolgere in una “partecipazione attiva” non solo gli animatori, ma tutta la comunità. In particolare credo che la S. Messa domenicale con i piccoli sia esemplare nel far vivere come in una “sinfonia” le varie componenti e le diverse età. Il canto è splendido e originale. Nulla ha più valenza missionaria della celebrazione domenicale. Anche i tiepidi e i lontani sono “presi per mano” e “ condotti nel Mistero”.
3. Indicazioni pastorali L’educazione alla fede è quindi diversificata, dai piccoli dell’iniziazione cristiana ai loro genitori, dai nubendi e le giovani coppie ai gruppi di famiglie, dai vari gruppi giovanili (AC, AGESCI e liberi da ogni forma associativa) agli adulti. La catechesi sistematica trova nell’anno liturgico un itinerario di ingresso nel Mistero, che celebra nei sacramenti le tappe rituali, coinvolgendo l’intera comunità. Ognuno può così ravvivare i doni di grazia già ricevuti. La cura degli anziani e degli ammalati, anche da parte dei ministri straordinari della S. Comunione, prolunga la partecipazione al sacrificio redentivo in questa parte preziosa della Chiesa. La sintesi educativa trova nella scuola parrocchiale “Santi Sebastiano e Domenica” un esempio di formazione integrale che permette la continuità con la vita parrocchiale non solo dei ragazzi, ma anche dei genitori e delle insegnanti. Così la fede si incontra con la celebrazione liturgica e con la vita. L’inaugurazione del rinnovato campo sportivo rappresenta un segnale ulteriore di attenzione ai ragazzi che, oggi particolarmente, hanno bisogno del gioco per una crescita più armonica. Sono certo
911
che una sorta di esperienza oratoriana contribuirà a conservare ancora più numerosi i pre-adolescenti, dopo la celebrazione della Cresima. D’altronde le attività musicali e teatrali, come le attenzioni caritative dei giovani, non esprimono la completezza del cammino educativo parrocchiale? Il cinema parrocchiale “Esedra” costituisce una risorsa sempre più fruibile. La carità pastorale non ha confini, anche se si dirige con peculiare cura verso i più poveri, che non mancano soprattutto in questo tempo di crisi. Qui è sorta la prima associazione “Fratres-Donatori di sangue” della Puglia. Siamo consapevoli che una comunità parrocchiale deve operare delle scelte tra le innumerevoli esigenze della carità verso gli ultimi. Mi permetto di suggerire un’attenzione privilegiata verso gli immigrati. Sono numerosi nel vostro territorio. Spesso sono gli ultimi della nostra società. L’invito a “ripartire dagli ultimi”, che il documento dei vescovi italiani La chiesa italiana e le prospettive del paese degli anni ’80 ha richiamato, vi veda missionariamente coinvolti. Non vi manca la fantasia pastorale necessaria. Il gemellaggio con una parrocchia del Burkina lo dimostra. La corresponsabilità si respira ad ogni livello.
4. Con lo sguardo rivolto al futuro
912
Le prospettive nuove che una parrocchia missionaria intravede non devono accrescere le fatiche del parroco, ma coinvolgere nuovi fedeli che con ammirazione e gioia si avvicinano alla vita parrocchiale. Il dono di una vocazione sacerdotale da parte della parrocchia apre a un futuro pieno di speranza anche sul piano ministeriale. Lo sguardo di S. Giuseppe e della sua sposa Maria vi custodisca e vi accompagni verso il Figlio Gesù, nostro Salvatore.
+ Francesco Cacucci Arcivescovo
V ISITA PASTORALE
SECONDO VICARIATO INDICAZIONI PASTORALI A LIVELLO VICARIALE
Libertà
Murat Madonnella
V ISITA PASTORALE
SECONDO VICARIATO Indicazioni pastorali a livello vicariale
Il 3 giugno 2009, al termine della Visita pastorale alle parrocchie del secondo vicariato, alle ore 19.00, presso la parrocchia S. Croce in Bari, mons. Cacucci ha incontrato i presbiteri, i religiosi e le religiose, i diaconi e i Consigli pastorali per una verifica dell’esperienza compiuta e una programmazione pastorale comune. Osservazioni generali Dopo la preghiera iniziale, il vicario zonale don Vito Marziliano ha rivolto all’Arcivescovo il saluto a nome di tutta l’assemblea vicariale ringraziandolo per la sua presenza nelle sette parrocchie del vicariato. Nonostante i giorni ormai passati e la vita delle parrocchie molto intensa nei mesi di aprile e maggio, la Visita pastorale è stata un’esperienza coinvolgente e salutare, per la quale rendere grazie a Dio. Una sincera gratitudine va rivolta all’Arcivescovo per la sua presenza umanissima, attenta, dialogica, amabile, rasserenante e propositiva. Si è confermata in quei giorni la convinzione che la visita del Vescovo alle comunità parrocchiali è sempre una benedizione per tutti, dai più piccoli, agli adolescenti, giovani, adulti e anziani, perché permette, soprattutto alle nuove generazioni, di percepire la Chiesa come una realtà, nonostante le tante problematiche che l’at-
915
916
traversano, viva e positiva e molto diversa dagli stereotipi negativi dei mass media e dei luoghi comuni di coloro che non la frequentano (a riguardo ne sanno qualcosa quei giovani che nella “settimana vicariale del Vangelo” annunciavano ai loro coetanei di piazza Ferrarese la possibilità di andare in S. Ferdinando per un momento di spiritualità). Ad ogni parrocchia è stata inviata dall’Arcivescovo, al termine di ciascuna visita, una lettera, divulgata tra i fedeli e oggetto di riflessione nei consigli pastorali parrocchiali, il cui contenuto sviluppava quattro piste che sono anche un’indicazione di metodo: In ascolto del Signore e dei “segni dei tempi”: è la pista per ricordarci che mai una comunità deve progettare al di fuori di un attento discernimento della Parola di Dio frutto della sua costante frequentazione, tantomeno deve ignorare la sua storia e il territorio in cui il Signore l’ha posta; Considerazioni sulla vita di comunità: per evidenziare il positivo di quanto in questi anni ciascuna comunità ha realizzato con fedeltà e fantasia, attorno alle tre dimensioni dell’azione pastorale: l’evangelizzazione e la catechesi, la vita liturgica e la vita di carità, in questi ultimi anni unificate da una attenzione maggiore al metodo mistagogico, propostoci autorevolmente dall’Arcivescovo; Indicazioni pastorali: è la pista che intende dare ad ogni comunità delle indicazioni specifiche, adeguate alla propria storia, colmare lacune, aprirsi di più alle nuove urgenze e trovare come una sintesi della azione pastorale al di là di ogni frantumazione e dispersione nelle molteplici attività; Con lo sguardo rivolto al futuro. Così per ogni parrocchia viene dato l’incoraggiamento a camminare, scrutando, nella storia feconda del passato della Chiesa e delle singole comunità, quello che Dio ha suscitato nonostante le fragilità umane, tanto per non avere alcun dubbio sulla estrema generosità attuale di Dio nel compiere prodigi attraverso i suoi figli di oggi che si mettono a sua disposizione. Indicazioni pastorali Da una lettura attenta delle 7 lettere inviate, è possibile estrarre delle costanti di cui le 7 parrocchie del vicariato dovrebbero far tesoro per camminare ancora meglio in unità, anche perché i tempi e le
SECONDO VICARIATO - INDICAZIONI PASTORALI situazioni non ci permettono di agire diversamente. Grazie a Dio nel vicariato non si soffre di uno sterile campanilismo, tuttavia bisogna ammettere che la coscienza vicariale nei membri attivi delle comunità e negli altri fedeli è ancora “bambina” e c’è da fare tanta strada in tale direzione. Le costanti si possono così riassumere: 1. Favorire in tutti i modi l’unitarietà del cammino pastorale per ciascun gruppo parrocchiale, utilizzando bene l’incontro settimanale di comunità nelle modalità più opportune, facendo della domenica il giorno della comunità cristiana e lasciandosi condurre dalla spiritualità dell’anno liturgico. Non dobbiamo sottovalutare che “essere comunità, fare Chiesa” è il punto debole di tanti cristiani oggi. 2. Prestare una maggiore attenzione alle nuove generazioni nelle tre articolazioni di ragazzi, adolescenti e giovani, consolidando le tradizionali strategie pastorali, ma soprattutto inventandone delle nuove, che tengano conto delle trasformazioni culturali e sociologiche nella loro vita, dei condizionamenti di ogni genere che subiscono, del loro tempo libero ormai stracolmo fino all’inverosimile di tante attività non sempre necessarie, dell’esodo, dopo i 18 anni, di tanti giovani, una volta serbatoio di potenziali educatori, nonché dell’esodo di “famiglie giovani” del ceto medio dal centro città verso i paesi dell’hinterland, a causa della difficoltà di reperire abitazioni. Certamente l’esperienza, più completa e organica, rispetto a quelle degli anni passati, che ha coinvolto i gruppi dei giovani delle 7 parrocchie nella “Settimana del Vangelo”, alla fine di aprile, organizzata con la guida dell’Ufficio diocesano di pastorale giovanile, chiede di non abbandonare tale strada di esperienza unitaria annuale e di imparare da essa ad osare di più. 3. Sviluppare la missionarietà e l’evangelizzazione. Sono le parole che ritornano diverse volte nelle lettere inviate dal Vescovo, ma, perché esse non si disperdano nel vago, occorre identificare dei destinatari specifici rispetto a quelli che solitamente sono oggetto di attenzione della pastorale ordinaria. In particolare occorre prestare atten-
917
zione alla vasta e complessa realtà degli immigrati, quelli dalla presenza stabile e quelli “di passaggio”, come nuovi destinatari. Si tratta di offrire loro interventi non solo sul piano della carità, non più in ordine sparso, ma in maniera più unitaria e coordinata con l’ufficio diocesano, ma anche sul piano dell’offerta della fede cristiana ai non cristiani e dell’accoglienza e cura dei già cattolici, provenienti da altre nazioni: sono certamente nuovi scenari di vitalità pastorale che farebbero bene non solo ai fruitori ma anche alle comunità stesse, che rischiano di raffreddarsi e di inaridirsi se non donano tutto il “ben di Dio della fede che esse posseggono”.
918
PRIMA VISITA PASTORALE DI MONS. FRANCESCO CACUCCI ARCIVESCOVO DI BARI-BITONTO
Casamassima
OTTAVO VICARIATO
Sammichele di Bari
Cassano delle Murge
Gioia del Colle
V ISITA PASTORALE
OTTAVO VICARIATO RELAZIONE INTRODUTTIVA
Casamassima
Sammichele di Bari
Cassano delle Murge
Gioia del Colle
V ISITA P ASTORALE
OTTAVO VICARIATO Relazione introduttiva
Il 18 marzo 2009, presso la parrocchia di S. Maria del Carmine in Sammichele di Bari, si è tenuto l’incontro vicariale per l’inizio della Visita pastorale. Il vicario zonale, don Vito Rescina, ha letto la presente relazione, precedentemente discussa e approvata dal Consiglio vicariale, integrata con alcune indicazioni emerse nell’incontro interparrocchiale tenuto a Gioia del Colle. Saluti Eccellenza Reverendissima, il nostro vicariato (parroci, sacerdoti, diaconi, religiosi, tutti i fedeli laici) Le porge un cordiale saluto per una familiare accoglienza e permanenza tra noi. I giorni della Visita pastorale in ogni parrocchia saranno per noi tempo favorevole per ascoltarci reciprocamente, ma anche per metterci in ascolto della sua parola di padre. Sarà tempo di verifica e condivisione della nostra fede. Sarà il tempo per sostenere la nostra speranza, per esortare, per recuperare l’assidua testimonianza del Vangelo in ogni ambito di vita. Sintesi della visita pastorale di mons. Magrassi (1991) Propongo alcuni stralci della conclusione vicariale del 1991 che sono stati elementi di verifica per questa relazione. «Vorrei espri-
923
mere – diceva mons. Magrassi - la mia soddisfazione per aver constatato personalmente la crescita della comunione tra le parrocchie del vicariato, dovuta certamente alla comunione crescente tra i sacerdoti che ne hanno gettato le basi. Questo non vuol dire che si possa dormire sugli allori, ma è importante che la comunione avvenga tra i paesi che hanno alle spalle una storia, una identità sociale e una mentalità differenziate. Metterle in comune con “uno scambio di doni” non è facile, lasciando alla vostra valutazione i tempi e i modi di attuazione. A livello vicariale ci si propone qualche linea comune, con iniziative adatte al territorio. E poi, ogni parrocchia traccia il cammino concreto annuale tramite il proprio Consiglio pastorale. Nei paesi con più di una parrocchia e in particolare a Gioia del Colle, è importante che ci sia una Consulta cittadina». Il territorio vicariale
924
L’ottavo vicariato è formato da quattro paesi, dieci parrocchie, con circa 70.000 abitanti. La SS 100 mette insieme e di seguito tre paesi (Casamassima, Sammichele di Bari, Gioia del Colle). Cassano Murge è posta più a nord, quindi la continuità territoriale è interrotta da Acquaviva delle Fonti, che appartiene ad un’ altra diocesi. Non saprei ben definire la percentuale di distribuzione del lavoro. Una buona parte della popolazione lavorativa è impiegata nell’agricoltura. Il resto trova lavoro, in vario modo, nell’ospedale Miulli, nell’ipermercato Auchan, nell’aeroporto militare di Gioia del Colle, nelle piccole e medie imprese e nel terziario. Questo però non elimina il problema della disoccupazione giovanile: molti si spostano al Nord per trovare lavoro di qualunque tipo (operai, insegnanti, ma anche professionisti, ecc.). L’azione pastorale L’azione pastorale è differenziata nei diversi paesi: a) Per quanto riguarda Gioia del Colle, la conclusione della Visita pastorale del 1991 al n. 5 dice: «Ci sono due nodi pratici ancora irrisolti, soprattutto a Gioia: il primo è il rinvio da parte di molti della
OTTAVO VICARIATO - RELAZIONE INTRODUTTIVA cresima all’età adulta, che è un “non senso”a livello sacramentale; il secondo è il rapporto tra parrocchie e rettorie». Sembra rientrato il problema della Cresima dei ragazzi, nel senso che molti ricevono la Cresima e pochi la rimandano. I parroci constatano che a Gioia si vive una buona religiosità popolare soprattutto nella popolazione adulta. Mentre si lamenta una mancanza di partecipazione assidua alla Messa domenicale, frutto di una cultura sempre più secolarizzata, da parte dei giovani. In molti casi i sacerdoti di Gioia lamentano una diffusa mentalità di vedere la parrocchia come un ufficio dove chiedere documenti o “cose” da fare. Ma questo non accade solo a Gioia. Il rapporto confraternite-parrocchie è molto migliorato e purificato rispetto alla visita pastorale del 1991. Grandi passi in avanti si sono fatti. Le rettorie sono inserite nell’attività pastorale parrocchiale con la presenza stabile di un rappresentante della confraternita nel Consiglio pastorale parrocchiale, la comunicazione fissa degli avvisi parrocchiali e una disponibilità a vivere i momenti forti della vita della parrocchia. La penuria del clero rende sempre più difficile la celebrazione eucaristica domenicale nelle rettorie. Si sta tentando una maggior evangelizzazione e catechesi, partendo dalla famiglia, promuovendo una pastorale che ha come soggetto la famiglia. Particolare invito è rivolto ai genitori dei ragazzi che frequentano il catechismo, loro che sono i primi catechisti dei propri figli, e alle giovani coppie. Un’altra situazione riguarda lo spopolamento del centro storico, essendo molte famiglie trasferitesi in periferia, anche se ancora legate alle parrocchie di origine, con la conseguenza di un cambiamento tipologico di persone: infatti, se molte case del centro storico ora sono abitate da extracomunitari, di culture e di religioni diverse, il problema è di come integrare queste persone e come agire sul piano pastorale. C’è da annotare una sensibilizzazione alla cura delle celebrazioni liturgiche: il gruppo liturgico è presente in ogni parrocchia ed opera per lo svolgimento ordinato delle celebrazioni. La scelta diocesana della mistagogia, sia pure accettata, stenta a svilupparsi per la difficoltà ad accettare l’incontro settimanale della
925
comunità; se mai si è disposti a fare incontri comunitari solo in alcuni momenti dell’anno liturgico. L’esperienza della Caritas interparrocchiale, sia pure con notevoli difficoltà per il coordinamento, ha percorso un proficuo cammino che ha dato inizio al Centro di ascolto “ Dal silenzio alla Parola”, al banco alimenti, al guardaroba e in ultimo alla mensa per i poveri. Infine si è costituito un sito internet “www.UPGO.org” delle parrocchie gioiesi per la comunicazione delle esperienze e si è inaugurato un momento unitario delle parrocchie all’inizio dell’anno pastorale per mettere in comune i programmi pastorali; si pensa di porre anche un momento di verifica alla fine dell’anno pastorale.
926
b) Circa la situazione pastorale di Cassano Murge bisogna rilevare che si tratta di una comunità cristiana di antica tradizione, ma con profonde e repentine innovazioni, specialmente dal punto di vista sociale (arrivo di numerosi baresi, forestieri e stranieri), bisognose di essere assorbite per far poi riemergere e rinvigorire le antiche radici cristiane. E’ evidente la disomogeneità del territorio, per origine e anche per stato sociale degli abitanti, benché l’asse originale sia costituito dai contadini. E’ buona la partecipazione alla Messa e anche la religiosità popolare è sentita specie nel centro storico. Poco incline alla catechesi, confessione e direzione spirituale. Ne risulta un cristianesimo bisognoso di maggiore crescita e anche di maggiore apertura nella vita. La difficoltà ad inserirsi nella propria parrocchia facilita a partecipare dove si vuole. Si nota una difficoltà diffusa ad impegnarsi negli organismi parrocchiali e a partecipare alle responsabilità. Si sente la necessità di maggiore unitarietà nel cammino pastorale tra le due parrocchie. Si auspica che l’inserimento più attento nella pastorale paesana dei Padri Agostiniani del Santuario “Madonna degli Angeli” possa migliorare l’unitarietà di tutta la comunità di Cassano. Si lamenta una scarsa collaborazione tra amministrazione civica e parrocchie. Tutto questo è stato rilevato dai sacerdoti che, per gli avvicendamenti, da poco vivono a Cassano. c) Dall’ultima visita pastorale, si è evidenziato nelle due comunità parrocchiali di Casamassima una straordinaria crescita. Il numero degli abitanti è salito a quasi 19.000. I nuovi arrivati si stanno pro-
OTTAVO VICARIATO - RELAZIONE INTRODUTTIVA gressivamente integrando nel tessuto sociale ed ecclesiale. Le comunità parrocchiali, da parte loro, si sono prodigate per accogliere e creare occasioni di incontro, di confronto e di dialogo. Certo, all’inizio, si pensava che i supermercati avrebbero offerto concrete soluzioni ai problemi della disoccupazione, soprattutto a quella giovanile. In realtà, il problema in parte rimane in tutta la sua gravità. d) Sammichele è un paese che ha conservato le dimensioni di una piccola comunità. La situazione sociale in generale è buona, anche se c’è uno sparuto gruppo di famiglie che usufruiscono della dispensa Caritas. La delinquenza è ridottissima. La vita ecclesiale è vissuta da una piccola percentuale di persone, manca un substrato di religiosità popolare, che potrebbe permettere di “lavorare meglio”, per i più la fede appartiene agli altri. La vita parrocchiale è vissuta da una piccola parte ma con una formazione molto buona e profonda. Le liturgie sono preparate e curate in tutti gli aspetti, la catechesi per i sacramenti per l’iniziazione è portata avanti con attenzione. Pochi giovani vivono la vita comunitaria, anche perché molti lasciano il paese per motivi di lavoro. Diminuiscono i matrimoni religiosi, sono pochissimi quelli civili, i tempi del fidanzamento si allungano, vi sono alcune convivenze e molti single. Nonostante questa situazione non sono mancate vocazioni in questo paese; negli ultimi 20 anni soprattutto maschili, sia religiosi che diocesani. Questa relazione-introduzione sarà arricchita e approfondita parrocchia per parrocchia nelle singole visite pastorali con relazioni più specifiche e dettagliate. Prospettive di pastorale vicariale È sempre in atto il cammino di maggiore comunione soprattutto tra i sacerdoti e come naturale conseguenza tra le varie comunità. La scelta pastorale della mistagogia, con l’incontro comunitario, che lentamente sta prendendo piede nel vicariato, sarà l’impegno da sostenere come cammino di approfondimento della fede, della
927
partecipazione attiva alla Sacra Liturgia, della scelta comunitaria di catechesi. Grazie al Congresso eucaristico nazionale, continueremo a riscoprire e a essere testimoni del Risorto attraverso la partecipazione, non solo devozionistica, alla celebrazione eucaristica. Una riflessione e un impegno più attenti sono da rivolgere alla pastorale giovanile e vocazionale. A Lei, Padre, guardiamo come al Cristo buon Pastore; in Lei ascolteremo la voce del Pastore buono che saprà richiamarci, che saprà rincuorarci, comunque saprà condurci su pascoli erbosi.
928
V ISITA PASTORALE
LETTERE ALLE COMUNITÀ PARROCCHIALI OTTAVO VICARIATO
Casamassima
Sammichele di Bari
Cassano delle Murge
Gioia del Colle
O TTAVO V ICARIATO
LETTERE ALLE COMUNITÀ «Rimanete nel mio amore» (Gv 15,9) Lettera alla comunità parrocchiale “S. Maria Assunta” in Cassano Murge a conclusione della Visita pastorale (14-17 maggio 2009)
Carissimi don Nunzio e don Bruno e carissimi fedeli, la gioia di Cristo risorto sia la vostra forza e illumini la vostra vita.
1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi L’evangelista Giovanni adopera ben 14 volte il verbo rimanere, per indicare il legame di amore tra Gesù e i suoi discepoli. Ci avviamo verso la conclusione del tempo pasquale. «Le Pasque non sono tutte uguali - ci diceva Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di S. Egidio, in una conversazione tenuta a Bari lo scorso anno -. Ognuna avviene in un tempo particolare e parla in un modo particolare. La Pasqua non passa invano, non è qualcosa che automaticamente va e torna: avviene in un mondo, in un contesto, nella vita di un uomo» e - aggiungerei - in una comunità.
931
Quest’anno Gesù vuole rimanere con voi dandovi un segno della sua predilezione attraverso la visita pastorale del Vescovo. È Gesù stesso che vi visita e vi dice che il frutto della Pasqua è nel vivere il comandamento dell’amore.
2. Considerazioni sulla vita della comunità
932
Quante volte il comandamento dell’amore è ritornato in questi giorni! Soprattutto è risuonato durante la visita ai ragazzi dell’asilo e della scuola elementare, dove ho ricevuto una calorosa accoglienza e ho colto l’impegno di tutti per una sensibilizzazione sempre nuova verso i “meno fortunati” del territorio. L’ho vissuto incontrando gli ammalati, gli ospiti della casa di riposo “S. Maria Assunta”, la comunità dei sordi. Una catena di volontari si arricchisce sempre più, anche in collaborazione con i servizi sociali comunali. Il culmine l’ho vissuto nella celebrazione del sacramento della Riconciliazione dei bambini della Prima Comunione con i loro genitori e catechisti e nella festa dei piccoli presso l’oratorio parrocchiale, dove essi hanno detto che amare come ha amato Gesù non sembra una “missione impossibile”. In realtà proprio l’immagine della vite e dei tralci ci propone una sorta di “identificazione” tra noi e Gesù, tra la sua e la nostra volontà, tra il suo e il nostro amore. La carità è una virtù teologica, cioè viene da Dio stesso. Ci viene donata nel Battesimo e cresce con la partecipazione ai sacramenti, all’Eucaristia soprattutto. Ecco perché nella VI domenica di Pasqua, memoria di risurrezione, ho vissuto con profonda e intima gioia l’Eucaristia con i fanciulli, i loro genitori e catechisti e, soprattutto, ho celebrato la Messa delle Prime Comunioni di 45 fanciulli. Ciò rappresenta il culmine e la fonte anche della vita pastorale e spero che rimanga nella memoria dei fanciulli e della comunità parrocchiale. Amiamo ricordare e venerare la nostra Beata Elia di San Clemente (prima beata nata nella nostra diocesi) col titolo di Piccola Ostia.
OTTAVO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀI Auguro ai nostri piccoli di essere anch’essi delle piccole ostie che si fanno “mangiare” dall’Amore e lo diffondono. Non dimentichiamo che la partecipazione alla Messa domenicale da parte di questi piccoli richiede l’impegno soprattutto dei genitori, secondo le indicazioni pastorali diocesane che saranno sottolineate nel prossimo anno pastorale. La storia della Caritas parrocchiale, con i Fratres donatori di sangue, sono ulteriore segno del cammino di amore eucaristico. La vostra parrocchia conserva una ricchezza di radici cristiane che si intrecciano con la vita associativa. Il movimento Apostolato della preghiera, ancor fiorente e vivo, con un’attenzione alla devozione al Sacro Cuore che ha lasciato segni visibili anche nel contesto ambientale (intitolazione del rione Sacro Cuore) e con una cura particolare verso gli ammalati, risale al 1895. L’Azione Cattolica (per la quale auspico una decisa ripresa) fu istituita a Cassano nel 1926. Le stesse Confraternite sono numerose e hanno storie diverse. Le numerose e antiche chiese del centro storico ne fanno fede. Nel tempo e con diverse finalità, le associazioni e i gruppi si sono moltiplicati.
3. Indicazioni pastorali Per questo è degna di rilievo la scelta operata da don Nunzio e don Bruno di privilegiare la catechesi comunitaria, che mi auguro possa diventare stabilmente settimanale. Corrisponde all’indicazione pastorale da me offerta a tutta la diocesi. Auspico pertanto che il progetto pastorale sulla mistagogia sia ancora più sistematicamente approfondito. D’altronde l’esigenza di un cammino sinergico e comunionale è da tutti avvertito. Il clima comunitario è buono, incoraggiante, fiducioso nel futuro. Sono certo che vi affiderete sempre con maggiore disponibilità alla guida del parroco e del vice-parroco che apprezzate e che si spendono con zelo esemplare per voi.
933
934
La presenza delle Suore Apostole del Sacro Cuore di Gesù (casa di riposo e asilo) e delle Suore di Santa Teresina è preziosa. La corresponsabilità cresce sempre più con la ripresa del Consiglio pastorale parrocchiale e col Consiglio parrocchiale per gli affari economici. Sono certo che le migliori tradizioni del passato si rinnoveranno e si accresceranno. Conosco bene lo sviluppo della vostra comunità cittadina. In quasi quarant’anni la popolazione si è raddoppiata. Alla vocazione agricola si è aggiunta quella turistica. L’intreccio tra la vita civile e quella ecclesiale è stato intensissimo. Il ruolo dei sacerdoti è stato determinante. Vorrei che la loro grata memoria non si disperdesse mai. Naturalmente, come in ogni impegno ecclesiale che si incarna nella storia, non sono mancate talvolta tensioni ed incomprensioni reciproche. I doni sviluppati sono però di gran lunga superiori per qualità e numero. È questo il kairós, il tempo opportuno e favorevole per camminare verso una unità pastorale più convinta e una comunione più piena. È raro incontrare realtà così ricche di strutture e di carismi. L’istituzione della parrocchia S. Maria delle Grazie ha anticipato un’esigenza oggi ineludibile, dato lo sviluppo demografico ed edilizio. Che dire del Santuario “S. Maria degli Angeli”, curato dagli Agostiniani, dell’”Oasi S. Maria”, con mons. Colucci e le suore, riferimento prezioso non solo per la diocesi? Dopo la visita pastorale alla parrocchia S. Maria delle Grazie, desidero incontrare le due comunità parrocchiali per un cammino pastorale comune più deciso. Non si può concepire una pastorale a compartimenti stagni, né le singole parrocchie sono autosufficienti nell’affrontare le diverse problematiche. L’aveva auspicato il mio venerato predecessore mons. Mariano Magrassi durante la precedente visita pastorale del 1991. Alcuni problemi sono comuni come comuni devono essere le prospettive. Il tessuto cittadino si è arricchito non solo delle nuove presenze che provengono da Bari e dai paesi vicini, ma anche di un tasso di immigrati superiore alla media dei nostri paesi. Si aggiunga che lo stesso numero di immigrati ortodossi, buddisti e altro non è irrilevante. Un riferimento particolare vorrei fare al mondo giovanile. Ho vis-
OTTAVO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀI suto alcuni momenti gioiosi con i gruppi presenti. Sono certo che cresceranno sotto la saggia guida dei sacerdoti. Un ruolo sempre più incisivo acquisteranno le strutture dell’oratorio parrocchiale e quelle sportive, secondo i criteri che voi stessi potrete individuare. Le strutture pastorali non mancano, ma in modo graduale necessitano di una cura rinnovata. Il restauro del campanile della chiesa parrocchiale ha rappresentato un bel traguardo, a cui si aggiungeranno, come prioritarie, la revisione dell’impianto elettrico e il consolidamento degli ambienti sottostanti al sagrato. Il respiro diocesano che affonda nelle tradizioni più vive di questa parrocchia, sono certo che si approfondirà sempre più.
4. Con lo sguardo rivolto al futuro Siete una comunità viva e desiderosa di camminare nell’amore del Signore e dei fratelli. Vi accompagno col mio affetto e la mia benedizione. + Francesco Cacucci Arcivescovo
935
O TTAVO V ICARIATO
LETTERE ALLE COMUNITÀ «Un piede sulla terra e uno nel cielo» Lettera alla comunità parrocchiale “S. Maria del Carmine” in Sammichele di Bari a conclusione della Visita pastorale (21-24 maggio 2009)
Carissimi don Vito e don Maurizio, carissimi fedeli: Cristo risorto e asceso al cielo ci dona la speranza della gloria futura.
1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi Il mistero dell’Ascensione, da una parte, ci invita a tenere lo sguardo fisso su Cristo glorificato che illumina la nostra speranza e ci fa pregustare i beni futuri e, dall’altra, ci chiede di lavorare con responsabilità nel mondo perché Gesù possa essere riconosciuto da tutti come il capo della Chiesa e il Signore della storia. Così il cristiano vive in una duplice prospettiva: quella temporale e quella eterna. Sant’Agostino scrive che la Chiesa conosce due vite: «una nella fede, l’altra nella visione; una nel tempo del pellegrinaggio,
937
l’altra nell’eternità della dimora; una nella fatica, l’altra nel riposo; una lungo la via, l’altra nella patria; una nell’attività, l’altra nel premio della contemplazione» (Trattati su Giovanni, 124, 5). Per questo nell’orazione dopo la comunione abbiamo chiesto al Signore di poter gustare i divini misteri e di mantenere vivo il desiderio della patria eterna.
2. Considerazioni sulla vita della comunità
938
Una comunità ricca di doni e complessa La prima impressione che suscita la comunità civile di Sammichele riguarda la qualità delle persone dal punto di vista intellettuale, culturale e complessivamente umano. Una buona tradizione scolastica permette una formazione intellettuale di livello, i cui segni sono evidenti: dalla scuola alle associazioni a carattere culturale, all’università della terza età e al museo della civiltà agricola nel castello cittadino. La qualità dell’intelligenza l’ho colta in modo evidente anche nella capacità di analisi delle situazioni cittadine ed ecclesiali. Non si contano i professionisti qualificati diffusi ovunque. La visita ai vivai, riuniti in consorzio, mi ha permesso di ammirare ancor di più l’intraprendenza solida dei sammichelini, che li proietta anche a livello europeo. Agricoltura, artigianato, impegno nel terziario offrono a Sammichele possibilità di ricchezza economica non facilmente riscontrabile altrove. Ho avuto modo di rilevare queste qualità anche durante l’incontro con l’amministrazione comunale, gentilmente offertami dal sig. Sindaco e dai Consiglieri. Mi ha impressionato, d’altro canto, il progressivo decremento della popolazione, in netta controtendenza relativamente agli altri comuni della diocesi. L’invecchiamento della popolazione – come avete sottolineato nella relazione previa alla Visita pastorale – deriva dal numero ridotto delle nascite, dei matrimoni e dall’insediamento delle nuove famiglie nei paesi vicini (che tendono a crescere demograficamente), a motivo del costo elevato delle abitazioni in Sammichele.
OTTAVO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀI Conosco bene le motivazioni che conducono a creare una sorta di muro difensivo nei confronti di “estranei” che rischiano di introdurre spazi di criminalità e di devianza diffusa. È apprezzabile il clima di tranquillità di Sammichele e non c’è certamente da augurarsi un’involuzione sociale. Mi permetto, però, di notare che una popolazione che invecchia progressivamente non si apre con speranza al futuro. La paura del futuro, con le sue luci e le sue ombre, non si dimostra buona consigliera. L’accoglienza generosa della vita, attraverso nuove nascite secondo le tradizioni migliori delle nostre popolazioni, sarà segno di accoglienza generosa del Vangelo della famiglia e della vita. Oggi assistiamo – secondo gli osservatori più attenti dei fenomeni sociali nei paesi sviluppati – ad una sorta di ripiegamento del mondo adulto che accumula ricchezze e privilegi disattendendo le nuove generazioni. I giovani di Sammichele devono essere aiutati a dimorare qui. Sammichele è tutt’altro che un paese povero. Le “zone” di povertà sono limitate e seguite con cura dai sacerdoti e dalla Caritas. Il denaro e la ricchezza, però, quando diventano idoli minano alla base la stabilità affettiva e sociale anche delle nuove generazioni. Nessun muro difensivo impedirà a una società che non si apre alla generosità e alla vita di cadere in involuzioni morali e sociali. L’amore, sempre più capace di accoglienza, eliminerà quelle stonature che accompagnano le insidie molteplici di un mondo globalizzato. 939 3. Indicazioni pastorali Per questo siete chiamati a dare, come comunità parrocchiale, un impulso decisivo alla pastorale familiare, sia in preparazione al matrimonio, sia nell’accompagnamento alla celebrazione del Battesimo dei figli e durante la catechesi dei piccoli. Forse, sul piano delle prospettive future, questa potrebbe rappresentare una vera priorità pastorale.
940
Risponderebbe anche all’esigenza di aiutare genitori e figli a vivere la celebrazione eucaristica domenicale come culmine e fonte della vita cristiana. Tutto in sintonia col programma pastorale diocesano, onde superare quella tendenza preoccupante relativa all’assenza dei piccoli dalla messa festiva. “Senza la domenica non possiamo vivere” non è uno slogan legato al Congresso Eucaristico nazionale di Bari del 2005, ma un’esigenza vitale del popolo di Dio peregrinante nel tempo. L’incontro con i piccoli a scuola, con i genitori e i catechisti a Messa mi ha colmato di gioia. La comunità ecclesiale parrocchiale è viva e articolata. L’impegno è serio e motivato. Gli stessi gruppi ed associazioni sono validamente impostati: dall’Azione Cattolica all’Apostolato della preghiera (già centenari), all’Agesci, alla Fratres, all’UNITALSI, al Gruppo di preghiera “Padre Pio” e così via. La fedeltà nel tempo è una caratteristica della parrocchia S. Maria del Carmine. Le “radici cristiane” sono solide. Lo testimonia la disponibilità alla vocazione sacerdotale, religiosa e missionaria che non è mancata in questi anni. I sammichelini quando si impegnano, anche a livello ecclesiale, sono profondamente seri. È necessario che la parrocchia viva in modo sempre rinnovato la sua vocazione missionaria, partendo dal quel 90% di cittadini che non partecipa alla messa domenicale. Il suggerimento scaturisce dal progetto pastorale diocesano sulla mistagogia, che avete lodevolmente approfondito e che nelle esemplari celebrazioni liturgiche si evidenzia. L’individualismo è il tarlo della comunione. C’è l’individualismo delle persone, dei gruppi, delle comunità. L’antidoto è l’esperienza comunitaria “strutturalmente” vissuta. Segno positivo di corresponsabilità sono il Consiglio pastorale parrocchiale e il Consiglio per gli affari economici. Manca ancora in modo consolidato l’incontro settimanale comunitario di tutti, singoli e associazioni, in cui, preparandosi alla liturgia domenicale, si crea quella sintesi tra Parola-celebrazione-vita che introduce nel mistero e diventa segno esemplare di comunione e accoglienza reciproca, che non potrà non riversarsi positivamente
OTTAVO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ anche nella mentalità di tutta la società civile. Un ruolo particolare rivestono, in tal senso, i catechisti, gli animatori della liturgia (ministranti e coro), gli operatori della Caritas. Le strutture non mancano. Il Centro parrocchiale (nel passato Centro sociale), ora a disposizione della parrocchia, di cui è stato eccellentemente restaurato un plesso, deve divenire sempre più punto di riferimento abituale della comunità. Allora anche i giovani sentiranno il desiderio di riunirsi insieme, evitando quell’“esodo” dal paese che forse tacita le coscienze, ma non evita quei rischi di devianza che giustamente vi preoccupano. La veglia diocesana di Pentecoste e il concerto del gruppo musicale “Gen Rosso”, che con sensibilità squisita anche l’amministrazione cittadina ha sostenuto, hanno visto Sammichele pullulare di giovani. È un ulteriore incoraggiamento ad allargare gli spazi di attenzione alle nuove generazioni. La santità, l’offerta, la preghiera degli ammalati e degli anziani, curati con amore dai familiari e dai ministri della S. Comunione, sostengono il nostro cammino. Un privilegio segna la vostra comunità. La presenza, da molti anni, di sacerdoti esemplari e zelanti. Vorrei aggiungere: sono due i presbiteri a vostra disposizione; non è abituale per una comunità delle vostre proporzioni. Sono certo che li apprezzate e li amate.
4. Con lo sguardo rivolto al futuro Vorrei, come padre vostro e loro, che foste più generosi nel riconoscere in loro la profondità della carità di Dio, che con dedizione totale e intelligenza non comune donano. Sono felice di avere vissuto con voi questi giorni di grazia, concludendoli con la solennità dell’Ascensione. Mons. Magrassi, mio venerato predecessore, descriveva così la nostra Beata Elia di S. Clemente: «un piede sulla terra e uno nel cielo». Abbiamo come comunità cristiana la responsabilità di essere il cielo
941
sulla terra. In realtà noi viviamo il cielo sulla terra quando portiamo frutti di pace, di concordia, di misericordia, di perdono. Quando sradichiamo l’erba della maldicenza e della chiusura del cuore. Il cielo, Gesù glorioso, l’amore di Dio, siete voi, tra gli uomini e le donne di Sammichele. + Francesco Cacucci Arcivescovo
942
O TTAVO V ICARIATO
LETTERE ALLE COMUNITÀ Respirate dello stesso respiro di Dio Lettera alla comunità parrocchiale “Sacro Cuore” in Gioia del Colle a conclusione della Visita pastorale (4-7 giugno 2009)
Carissimo don Mario, carissimo Rosario e carissimi fedeli tutti, il Signore vi colmi della sua grazia e della sua benedizione.
1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi La liturgia domenicale ci fa celebrare il mistero principale della nostra fede, quello dell’amore di Dio, quello di Dio che è comunità d’amore: Padre, Figlio, Spirito Santo. Le tre Persone della SS.ma Trinità si amano da sempre, eternamente e continuamente partecipano questo amore agli uomini, creati ad immagine di Dio Amore, chiamati ad essere tra i fratelli e le sorelle presenza viva e testimonianza dell’amore trinitario. Spero che tutte le nostre giornate, come ho richiamato durante l’omelia domenicale rivolgendomi soprattutto ai piccoli della parroc-
943
chia, comincino con un segno di croce (che mette insieme il mistero trinitario e quello pasquale della croce di Cristo), un segno che vuole consacrare tutto quello che faremo e vivremo alla manifestazione dell’amore di Dio tra i fratelli. Il Dio in cui crediamo, quello che Gesù ci ha rivelato non è un Dio solitario: è stato sempre un Dio comunità d’amore. E questa circolazione d’amore è chiamata a vivere la comunità cristiana, la Chiesa, «popolo di Dio, adunato nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo» (LG 4).
2. Considerazioni sulla vita della comunità
944
Anche la vostra parrocchia, nella cui vita mi sono immerso, sia pure per pochi giorni, è chiamata a manifestare e rendere presente l’amore del Padre nell’ascolto della sua Parola, nella celebrazione dell’Eucaristia, il sacramento della carità, nel dono dello Spirito, che ci sono elargiti per l’edificazione comune. Mi sono sentito in famiglia, circondato dalla premura di don Mario, di Rosario e di tutti voi. Conosco da molti anni questa comunità parrocchiale. Ho qui vissuto, sia pur per brevissimo tempo, i primi passi del mio ministero sacerdotale, qui ho sperimentato la vivacità culturale e l’intelligenza della comunità durante i cineforum guidati per alcuni anni. Sacerdoti diocesani e e Discepoli di p. Semeria hanno profuso e profondono le loro migliori energie ministeriali. Non è mancata una vocazione al sacerdozio. Anche la presenza delle religiose ha segnato la vita comunitaria. L’impegno laicale è sempre stato intenso e capace di offrire un contributo rilevante anche a livello diocesano. Ho respirato in questi giorni un clima desideroso di edificare la Chiesa «secondo la misura del dono di Cristo» (cfr Ef 4,7). Vi sono tutte le premesse perché cresciamo fino all’età adulta di Cristo. Lo abbiamo invocato durante l’adorazione eucaristica del primo giorno. È l’invocazione che ho visto salire dal vostro cuore durante l’incontro col Consiglio pastorale parrocchiale e col Consiglio parrocchiale per gli affari economici, durante l’assemblea parrocchiale e i vari incontri personali.
OTTAVO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ Fin dal primo incontro ho colto un’attenzione particolare ai piccoli e ai giovani. La vostra parrocchia vive in un territorio in espansione. Avete raggiunto quasi i cinquemila abitanti e si prevede una ulteriore consistente crescita. Per questo la presenza dei piccoli è numerosa. Lo sguardo verso il futuro è d’obbligo. Ho vissuto momenti di intensa gioia, incontrando i piccoli dell’iniziazione cristiana, con i loro genitori. Colgo nei catechisti un profondo slancio d’amore, accompagnato da trepidazione per un compito che sembra superare le proprie capacità personali. È tutta la comunità parrocchiale che diventa “educante” nei confronti delle nuove generazioni. L’esigenza di dedicare più generosamente il proprio tempo e le energie spirituali ed umane per essere “accanto” ai piccoli è a più riprese emersa. Rendere più operante l’oratorio parrocchiale, che accolga i piccoli per la preghiera, la catechesi, le varie attività, fra cui il giuoco comunitario (così disatteso oggi), è sembrato un obiettivo da perseguire con l’apporto di tutti. Non è stata questa nel passato la primigenia vocazione pastorale dei Discepoli? Se il Signore 70 anni fa ha voluto l’Istituto accanto alla parrocchia per l’accoglienza dei piccoli in difficoltà, oggi quel carisma va “aggiornato” considerando una certa disattenzione del mondo adulto nei confronti dei piccoli, non perché siano carenti le possibilità di benessere economico, ma perché lo spazio del cuore e della vita alle loro esigenze, sia pur inespresse, non sempre è sufficientemente ampio. Il tema dell’educazione – non dimentichiamolo – ci accompagnerà nel prossimo decennio, a livello dell’impegno pastorale di tutta la Chiesa italiana. Siamo tutti stimolati a “leggere” meglio i “segni dei tempi” e a renderci più disponibili per essere “padri, madri e maestri” idonei per le nuove generazioni. Crescerà in parrocchia anche la presenza e la disponibilità dei giovani, che manifestano una sorta di sete “nuova” nei confronti del Signore e della Chiesa. Dai piccoli, agli anziani e agli ammalati. Sono stato ospite dell’Istituto, che un tempo accoglieva i piccoli e oggi accoglie quella categoria di “nuovi poveri” che rischiano di essere gli
945
anziani. Poveri d’affetto, beninteso, non tanto di risorse economiche. La presenza costante e volontaria della comunità parrocchiale accanto agli anziani permette di vivere quella “sintesi” tra annuncio, celebrazione e carità, che è il senso ultimo della scelta “mistagogica” che non mi stanco di indicare come prioritaria nella pastorale diocesana e parrocchiale.
3. Indicazioni pastorali
946
L’approfondimento ulteriore del testo del progetto pastorale diocesano potrà rendere tutti più consapevoli del cammino ulteriore da percorrere. La celebrazione eucaristica domenicale presso la cappella dell’Istituto, sentita come una delle celebrazioni della parrocchia, rappresenta un’esperienza concreta del mistero d’amore della Trinità che tutti ci avvolge. Gioia del Colle vive un periodo di relativo benessere. La visita alla zona industriale mi ha confermato in questa convinzione. Lo sviluppo edilizio offre un’immagine di benessere che “attira” nella cittadina anche presenze esterne. Gesù però ci ha ricordato che i poveri li avremo sempre con noi. Il Centro di ascolto cittadino, che vede la vostra collaborazione, permette di non chiudersi nei confini del proprio territorio parrocchiale. Aprirsi ad un futuro pieno di speranza (secondo il sottotitolo del Libro del Sinodo diocesano) non significa chiudere gli occhi di fronte alle asperità del cammino. Permette di affrontare con realismo le difficoltà, sapendo che non siamo ancora dei beati possidentes. La stessa Eucaristia è il pane dei pellegrini, che va consumato, come la pasqua degli ebrei, in piedi e pronti ad affrontare nuovi sentieri. Mi riferisco a quel disagio che ho colto in don Mario e che, secondo diverse sensibilità, attraversa la comunità. Segno ne è stato la presentazione di una duplice relazione, quella del Consiglio pastorale parrocchiale e quella stilata dall’Associazione socio-culturale e ricreativa. Con senso di umiltà e disponibilità, il parroco ha inteso affidare al Vescovo il discernimento necessario. Ed ecco il mio pensiero, che nella preghiera ho raccolto davanti ad Signore e che, paternamente, ma con l’autorità che mi deriva dall’essere successore degli apostoli, comunico a voi.
OTTAVO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ I carismi dello Spirito sono «per l’utilità comune», ammonisce san Paolo, rivolgendosi alla comunità di Corinto, ricca di molteplici doni. Tutto è buono, ma non tutto edifica (cfr 1Cor 6,12). Lo stesso apostolo ha saputo, in alcune circostanze, rinunciare ai suoi profondi convincimenti, pur di non recare scandalo, ferendo la comunione. Lasciate alle spalle il passato e le incomprensioni. Tutto si costruisce con la comunione, tutto si demolisce con le divisioni. Il discernimento sereno è opera di tutta la comunità, sotto la guida del parroco, che rappresenta il vescovo nella porzione di Chiesa locale che è la parrocchia. Imperativo per tutti è l’incontro settimanale comunitario, necessario – lo ripeto – perché una parrocchia cresca come “comunione” nell’ascolto della Parola, nella preparazione alla liturgia domenicale, nelle scelte necessarie più opportune. È proprio vero! Gli animatori delle comunità non vivono per predicare se stessi, ma Gesù nostro Signore. Aggiunge l’apostolo: «per questo siamo vostri servitori» (cfr 2 Cor 4,5). Le migliori intenzioni si devono confrontare con i fratelli, davanti al Signore. Perciò, catechisti, animatori della liturgia, del canto, della carità, della cultura, gruppi famiglia, genitori, tutti gli adulti e i giovani della parrocchia devono ritenere prioritario l’incontro settimanale comunitario. Vi accorgerete che sarà Gesù stesso, con la forza dello Spirito che procede da Lui e del Padre, a guidarvi secondo i desideri del suo Cuore. Riconoscendo concretamente l’autorità del ministero sacerdotale del parroco, in un dialogo colmo di attenzione reciproca, crescerete sempre più come parrocchia missionaria nel territorio. Lo esige l’invocazione che sale dal mondo dei piccoli e dei giovani in particolare; tutte le energie devono essere spese guardando soprattutto a loro. Altri “luoghi” di confronto rischiano di consolidare tratti di inautenticità che possono accompagnare solo chi non si sente “discepolo” del Signore. Il film che abbiamo seguito insieme nella sala della comunità (Gli amici del bar Margherita del regista Pupi Avati) lo ha drammaticamente notato. Chi apparentemente “vince” è sempre un “perdente”, se vive al di fuori dell’autentico amore.
947
4. Con lo sguardo rivolto al futuro La più bella definizione di Chiesa che ci ha lasciato il Concilio Vaticano II è koinonia, comunione. È questo il respiro di Dio, che vi auguro di accogliere “a pieni polmoni”. + Francesco Cacucci Arcivescovo
O TTAVO V ICARIATO
LETTERE ALLE COMUNITÀ Un colpo d’ala Lettera alla comunità parrocchiale “Immacolata” in Gioia del Colle a conclusione della Visita pastorale (17-20 settembre 2009)
Carissimo don Carlo, carissimi fedeli, con questa lettera vi giunga anche il mio saluto e la mia benedizione.
1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi Nel modo in cui si vive la pastorale nella parrocchia, nei progetti che si formulano, nella valorizzazione del laicato, è sempre sotteso un modo specifico di sentirsi Chiesa. Il valore a cui la struttura parrocchiale vuole servire è quella della “Chiesa di popolo”, che tenta una saldatura con una base popolare per sua natura molteplice e cangiante. Di qui scaturisce la necessità di una partecipazione corresponsabile vissuta nella valorizzazione dei diversi gruppi, diversificati ma capaci di convergere nella comunità parrocchiale più grande.
949
Poi solo se una comunità parrocchiale si apre all’esperienza della diocesi, della Chiesa locale, allora cresce la consapevolezza che la parrocchia diventa segno di comunione universale e si apre alla missione. La presenza del Vescovo per la visita pastorale alla vostra parrocchia diventi occasione per una riflessione più approfondita dell’esperienza di Chiesa che state vivendo e, perché no, per dare un colpo d’ala.
2. Considerazioni sulla vita della comunità
950
In particolare, l’incontro che ho vissuto con il Consiglio pastorale e il Consiglio per gli affari economici la prima sera; con tutti gli operatori pastorali (catechisti, animatori liturgici, lettori, cantori, ministranti, incaricati per il servizio floreale, ministri straordinari, operatori Caritas) la seconda sera; con l’Azione Cattolica, il Movimento giovanile missionario e tutti i (numerosi!) giovani della parrocchia la terza sera, mi ha permesso di ringraziare il Signore per la ricchezza di presenze laicali, di preparazione, di sensibilità, di disponibilità. Si aggiunga che i piccoli della parrocchia, da quelli dell’asilo parrocchiale, delle scuole materne ed elementari del territorio a quelli del catechismo, rappresentano un particolare dono e un segno di speranza per il futuro (non per nulla i battesimi sono più numerosi dei funerali). A loro dobbiamo guardare con particolare tenerezza per quel “colpo d’ala” che ho richiamato all’inizio. Ai discepoli Gesù – nella liturgia domenicale che abbiamo vissuto propone un bambino. Chi accoglie un bambino, accoglie lui stesso, perché lui si è fatto bambino per noi. Nel linguaggio biblico “i piccoli” (ebr. anawim) sono quelli che si mettono nelle mani di Dio, come un bambino si mette nelle mani dei genitori, dei catechisti, del parroco, del vescovo, come ho potuto anch’io sperimentare nei ripetuti incontri avuti con loro in questi giorni di visita pastorale (a scuola, in chiesa e durante l’Eucaristia domenicale). Loro sono i nostri “padroni”. Vi ho visti premurosamente e intelligentemente attenti a loro. Anche i genitori si mostrano sensibili. Durante la benedizione e inaugurazione del campo di calcetto pensavo particolarmente a
OTTAVO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ loro e al loro accompagnamento educativo attraverso il gioco. Di questo i nostri piccoli hanno urgente bisogno. Siete delle “belle persone” che amano la Chiesa e che hanno ereditato un amore profondo per essa. L’incontro con gli ammalati (in ospedale e a casa), le confessioni individuali esprimono un cammino di fede ben radicato. È ovvio che ci sentiamo pellegrini, col carico dei nostri peccati, verso la patria. Ma mi colpisce la grande disponibilità che vi accompagna, mista a un sentimento di mitezza. Anche la cura della chiesa di S. Antonio, legata alla venerazione del Crocifisso, la vivete in sintonia col cammino parrocchiale. Il Centro di ascolto, nel solco delle migliori tradizioni, vede la parrocchia vivere una collaborazione con le altre comunità di Gioia ed è segno di apertura missionaria verso coloro che non vivono intensamente “da fedelissimi” la vita parrocchiale. Il costante impegno, decennale, del gruppo ricreativo culturale conferma la capacità di sentirsi responsabili nella crescita “a tutto campo” della comunità. Se poi si considerano le strutture murarie della parrocchia, mi sembra che poche realtà possiedono tanta ricchezza. La presenza zelante e generosa del parroco permette a tutti di crescere come in una famiglia. Anche i dettagli, dalla liturgia alla scuola materna (“salvata” dopo l’assenza delle suore), alla chiesa e alle varie strutture, sono curate da don Carlo con intelligente esemplarità. 951 3. Indicazioni pastorali Partirei dal bell’incontro che ho vissuto con i numerosi gruppi giovanili, per esprimere il senso delle sottolineature pastorali che intenderei offrirvi. La frammentazione culturale della società si riflette anche nell’esperienza ecclesiale. È difficile vivere l’unità, la sintesi, la comunione non solo affettiva, ma effettiva. Il cammino mistagogico proposto
dalla diocesi da una decennio tende a vivere in unità la catechesi, la liturgia e la carità, ma anche a raccogliere i frammenti delle risorse personali e spirituali ampiamente diffuse in comunità. Come può una comunità proiettarsi nel futuro senza un apporto specifico ed esplicito del mondo giovanile? I giovani ci sono, ma devono, innanzitutto loro, crescere insieme. Lo strumento idoneo è la catechesi comune settimanale, guidata dal parroco. L’ho sottolineato con forza durante l’incontro con voi. Sono certo che questo non mortificherà le esperienze particolari. Penso, a mo’ d’esempio, all’Azione Cattolica, che in questa parrocchia ha radici profonde. È possibile periodicamente prevedere riferimenti specifici, soprattutto partecipando agli incontri diocesani. Sarà il primo passo per vivere l’incontro settimanale comunitario con gli adulti, seguendo le varie tappe del cammino mistagogico della comunità, che nella domenica ha il suo culmine e la sua fonte. L’altro aspetto che vorrei richiamare riguarda l’apertura della parrocchia alla vita diocesana. Sarà mia premura visitarvi più spesso, magari senza attendere di essere invitato; la vostra partecipazione alle celebrazioni e agli appuntamenti diocesani permetterà di ravvivare il senso di chiesa intorno al Vescovo, che la vita ordinaria di una parrocchia non può sempre assicurare. Confido in questo impegno, che vi permetterà di riversare le vostre belle esperienze e i vostri doni su tutta Chiesa locale.
4. Con lo sguardo rivolto al futuro 952
La totale fiducia in Dio si traduca sempre più in una condotta di pace, di mitezza, di umiltà, di libertà; della libertà di chi non ha nulla da perdere, che tutto, anzi, è disposto a perdere, fino alla vita stessa, per amore di Dio e dei fratelli. + Francesco Cacucci Arcivescovo
O TTAVO V ICARIATO
LETTERE ALLE COMUNITÀ Siate sempre più un’oasi spirituale, una casa dell’amicizia, un laboratorio spirituale Lettera alla comunità parrocchiale “S. Maria delle Grazie” in Cassano Murge a conclusione della Visita pastorale (24-27 settembre 2009)
Carissimi don Nicola e don Mimmo, carissimi fedeli, la gioia del Signore sia la vostra forza.
1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi 953 A venticinque anni dalla dedicazione della chiesa e a ventiquattro anni dall’istituzione della parrocchia, la configurazione di questa comunità si è ulteriormente definita. Lo sviluppo di Cassano verso nord-ovest, prima con le ville della zona “Circito”, poi con i villaggi turistici (“borghi”) verso Mercadante, e con l’ulteriore espansione abitativa, ha visto il raddoppiarsi della popolazione. Questa parrocchia, caratterizzata dalla vastità territoriale, se ha già
raggiunto i 6.500 abitanti, prevede nel futuro un’ulteriore crescita. Non si tratta solo di cittadini baresi che si trasferiscono nel territorio parrocchiale in modo definitivo o in tempi sempre più prolungati (nei fine settimana e nel periodo estivo) o di albanesi (dall’epoca dell’arrivo a Bari della nave Vlora nel 1991), ma anche di immigrati di varie nazionalità, che trovano più facilmente l’opportunità di abitare a Cassano. Questo denota la capacità di accoglienza che vi fa onore e manifesta l’apertura d’animo della popolazione. L’identità primaria del paese, segnata dal mondo agricolo, ha visto nel corso degli anni l’incremento della cooperazione. Ho voluto sottolineare la peculiarità di tale esperienza, incontrandomi con due cooperative di oleificio e di cantina sociale. Di fronte alla tendenza individualistica che ha segnato il mondo contadino del Sud, non sfugge ad alcuno, in questa epoca di globalizzazione, la necessità di sviluppare ulteriormente la cooperazione, con produzioni di qualità, che assicurino un futuro colmo di speranza. Le esperienze, già da molti anni consolidatesi, sono un segno positivo di crescita culturale ed economica.
2. Considerazioni sulla vita della comunità
954
Nel clima della crisi economica, mi piace richiamare, facendo eco alle vostre osservazioni, che l’agricoltura si è dimostrata economia reale, capace di attenuare le difficoltà dell’attuale momento e di assicurare opportunità di lavoro anche alle nuove generazioni. Oltre ad alcune industrie, nulla è più evidente dello sviluppo del settore turistico. Nell’interland barese Cassano ha acquistato, prima di altri centri, una fisionomia turistica di rilievo. La particolare configurazione del territorio parrocchiale (molto esteso) richiede sul piano della progettualità pastorale una sensibilità missionaria aggiuntiva. Se la vocazione missionaria deve caratterizzare ogni parrocchia (come è stato richiamato autorevolmente dalla Chiesa italiana nel documento Il volto missionario della parrocchia in un mondo che cambia), per la parrocchia S. Maria delle Grazie ciò vale in maniera tutta singolare. Mi sembra che l’esperienza “Case di ascolto della Parola” rappresenti una felice intuizione, che potrebbe utilmente incrementarsi,
OTTAVO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ con l’impegno laicale, ma anche con la disponibilità qualificata dei religiosi e delle religiose presenti nel territorio parrocchiale. Infatti caratteristica di questa parrocchia è la ricchezza di presenza consacrata: presso il Santuario “S. Maria degli Angeli” con i Padri Agostiniani, l’Oasi “S. Maria” con le Ancelle del Sacro Cuore, diretta da mons. Colucci, e la Casa di riposo “Sacro Cuore” con le Apostole del Sacro Cuore. È una ricchezza che non trova facili riscontri e che, se da un canto vede questi centri spirituali a servizio dell’intera diocesi - anzi con un raggio d’azione ben più vasto -, dall’altro, vorrei che fossero considerati dalla comunità parrocchiale come una vera “grazia” di cui beneficiare. In questo senso, è evocativo il titolo stessa della parrocchia: S. Maria delle Grazie. In un breve scambio con l’amministrazione comunale, ho avuto modo di prospettare l’eventualità di un suolo almeno per un luogo di culto a servizio dei nuovi insediamenti abitativi e dei vari borghi (uno dei quali ho visitato), come già aveva indicato mons. Magrassi nella precedente visita pastorale del 1991. Ma le “grazie” si sono moltiplicate nel tempo, anche per la lungimiranza dei sacerdoti di Cassano, e in particolare di p. Angelo Centrullo. Oltre la costruzione dell’Oasi “S. Maria”, della chiesa “S. Maria delle Grazie” e della “Casa Betania” per i sacerdoti, si devono a lui, tra l’altro, le strutture della clinica “Maugeri” e della “Villa dei Pini”. Le ho visitate, cogliendone la preziosità, e apprezzando il servizio pastorale assicurato, oltre che da don Oronzo Valerio e dai Padri Agostiniani, anche dai sacerdoti, dai ministri della Santa Comunione e da volontari della parrocchia. Il territorio è completo anche sotto il profilo delle strutture scolastiche, che ospitano la scuola elementare, la media e il liceo scientifico e classico. Incontrandone gli alunni ho raccolto le ansie educative dei dirigenti e degli insegnanti in particolare, considerando che l’integrazione dei figli dei nuovi “immigrati” richiederà un supplemento di impegno a tutti. Intenso e arricchente è stato il dialogo che ho avuto con
955
gli alunni liceali più grandi. La sete di verità accompagna il mondo giovanile non meno che in altri periodi della storia. I momenti culminanti li ho vissuti con il Consiglio pastorale parrocchiale, il Consiglio per gli affari economici, le associazioni parrocchiali e la comunità tutta, assemblearmente riunita. Si è trattato di incontri di particolare rilievo e capaci di offrire prospettive pastorali concrete.
3. Indicazioni pastorali
956
Il cammino parrocchiale percorso nei primi 17 anni sotto la guida del primo parroco don Valerio è stato fecondo e ha preparato l’attuale stagione con il parroco don Nicola e il vicario cooperatore don Mimmo, impegnati nell’attuazione del progetto pastorale diocesano sulla mistagogia. Come abbiamo potuto rilevare nel dialogo, non si tratta di una “formula”, ma di una visione e impostazione pastorale che richiede il convergere verso l’unità dei vari “frammenti” pastorali viventi in parrocchia. Una concezione di Chiesa-comunione, voluta dal Concilio Vaticano II, deve comportare per tutti l’armonizzazione tra la diversità dei carismi e il cammino comunitario di tutta la parrocchia. Non si tratta di mortificare la specificità delle singole associazioni e dei gruppi, ma di trovare un momento comune di incontro per promuovere “insieme” l’impegno missionario. A tale scopo ripropongo quanto ho richiesto nel progetto pastorale che ho affidato a tutta la diocesi. È necessario che tutti, al di là delle specifiche attività, si ritrovino nell’incontro comunitario settimanale per approfondire la ricchezza sacramentale e liturgica della celebrazione domenicale e per considerare insieme le scelte pastorali che devono orientare la vita parrocchiale. Mi è sembrato, infatti, che una preoccupazione comune riguardi i nostri ragazzi. Sono numerosi, in una parrocchia che tende a crescere e a non invecchiare. Oltre l’encomiabile impegno dei catechisti e dell’Azione Cattolica, ho rilevato l’impegno profuso dagli operatori-educatori dell’oratorio.
OTTAVO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ È convincimento sempre più diffuso che l’educazione cristiana dei ragazzi debba coinvolgerli, unitariamente, nell’ascolto della Parola, nella celebrazione domenicale e nella vita di gruppo, con una attenzione particolare al giuoco. I ragazzi del nostro tempo ne hanno particolarmente bisogno. La ristrutturazione del campo sportivo vede gli sforzi di tutti orientati verso un impegno educativo più esteso a vantaggio dei più piccoli. Il sostegno dell’ANSPI, secondo le prospettive che avete richiamato, potrebbe essere molto proficuo. È questo un aspetto pastorale di una “mistagogia in atto”. Avete già indicato altre priorità: l’attenzione al mondo giovanile, con un coinvolgimento educativo più pieno, l’avvio del Gruppo famiglia, l’arricchimento del numero dei ministri straordinari della S. Comunione, il cammino di comunione pastorale tra le due comunità parrocchiali.
4. Con lo sguardo rivolto al futuro Ho vissuto con gioia tra voi questi giorni di visita pastorale. L’aver alloggiato presso “Casa Betania” in serena amicizia con i cari don Nicola, don Mimmo e don Antonio, con il premuroso servizio di Tonia e Marta, mi ha permesso di sentirmi maggiormente “a casa”. Betania, nel Vangelo, è la “casa dell’amicizia” di Gesù. La cura particolare che presta don Nicola alla chiesa e alle strutture pastorali, come anche alla “Casa Betania”, a lui affidata, trovi in voi solerti collaboratori. Conserverò gelosamente la “memoria” di questi giorni, e sono certo che crescerete nel mistero di Gesù e della sua Madre Santissima, ricolmi di ogni grazia. + Francesco Cacucci Arcivescovo
957
O TTAVO V ICARIATO
LETTERE ALLE COMUNITÀ Popolo in cammino Lettera alla comunità parrocchiale “S. Maria Maggiore” in Gioia del Colle a conclusione della Visita pastorale (1-4 ottobre 2009)
Carissimo don Tonino, carissimo don Innocenzo, e carissimi fedeli tutti, il Signore vi colmi della sua grazia e della sua benedizione.
1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi 959 Guardando alla vostra comunità parrocchiale, così variegata e ricca nelle sue articolazioni, si ha netta l’impressione di trovarsi di fronte ad un popolo in cammino. La storia di questa vostra realtà parrocchiale quasi si fonde con la storia dell’intera comunità gioiese, di cui in qualche modo siete il nucleo storico più antico. Tutta la vita delle generazioni che vi hanno preceduto è passata attraverso le porte della vostra splendida chiesa. Qui ha attinto i sentimenti più belli della propria fede e della propria esistenza, qui si è formata e
da qui ha costruito il cammino di ogni giorno, attraverso una lunga tradizione che si perde nella storia dei tempi.
2. Considerazioni sulla vita della comunità
960
Ciò significa che è custodito in questa vostra comunità una grande ricchezza accompagnata da una solida esperienza sacerdotale. Penso a tanti sacerdoti che hanno profuso il loro prezioso servizio a favore della comunità. Ma anche l’esperienza laicale non è mancata, attraverso figure di cristiani adulti che hanno saputo testimoniare la loro fede nella vita di ogni giorno. Tale ricchezza si è espressa, altresì, nel corso di questi anni, attraverso numerose vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa. Anche i numerosi gruppi, associazioni e confraternite sono espressione di una vivacità di fede che non può che generare frutti copiosi di ogni genere. Infine, vi contraddistingue il fatto di essere punto di riferimento per una comunione pastorale all’interno della cittadina. Per quanto riguarda il territorio, in cui si fonde armoniosamente l’attività rurale e quella industriale, si nota un benessere diffuso, che sembra preservare la vostra comunità dagli effetti più dannosi della crisi diffusa in questi ultimi tempi. Anche questo è segno di una saggezza pratica, espressione di una sapienza tramandata nel tempo. Come spesso accade, anche qui il centro storico si va progressivamente svuotando; la popolazione rimasta è pressoché di età anziana e molti sono i malati. La presenza degli immigrati, poi, è alquanto significativa. Attraverso l’incontro avuto con l’amministrazione comunale ho potuto costatare il clima di buona collaborazione con le parrocchie cittadine, consolidatosi nel tempo. E questo è un indubbio vantaggio per il bene complessivo della popolazione che nella sinergia tra le istituzioni trova notevoli benefici.
3. Indicazioni pastorali Durante l’assemblea parrocchiale realizzata giovedì sera, alla presenza del Consiglio pastorale parrocchiale e del Consiglio per gli affari
SECONDO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ economici, è emersa l’esigenza di una costante lettura “profetica” dei “segni dei tempi”. Chi deve attuarla? La risposta è indicata al n. 4 della Octogesima Adveniens, lì dove si afferma che «Spetta alle comunità cristiane analizzare obiettivamente la situazione del loro paese, chiarirla alla luce delle parole immutabili dell’evangelo, attingere principi di riflessione, criteri di giudizio e direttive di azione nell’insegnamento sociale della Chiesa, quale è stato elaborato nel corso della storia …». E poi aggiunge: «In questa ricerca dei cambiamenti da promuovere, i cristiani dovranno innanzi tutto rinnovare la loro fiducia nella forza e nell’originalità delle esigenze evangeliche. L’evangelo non è sorpassato per il fatto che è stato annunciato, scritto e vissuto in un contesto socio-culturale differente. La sua ispirazione, arricchita dall’esperienza vivente della tradizione cristiana lungo i secoli, resta sempre nuova per la conversione degli uomini e per il progresso della vita associata, senza che per questo si giunga a utilizzarla a vantaggio di scelte temporali particolari, dimenticando il suo messaggio universale ed eterno». In queste poche righe, scritte da papa Paolo VI, troviamo le indicazioni di cui abbiamo bisogno. Da uno sguardo complessivo della realtà parrocchiale rilevo anche una molteplicità di riferimenti associativi (Azione Cattolica, Associazione Ricreativa Chiesa Madre, Associazione laicale Eucaristica Riparatrice, Gruppo di Volontariato Vincenziano) che, pur costituendo una grande ricchezza ecclesiale, possono creare una certa difficoltà per un vero e proprio cammino comunitario. Per questo desidero suggerire un incontro comunitario settimanale che consenta di fare sintesi nella vita comunitaria e sintonizzare il passo di tutti sull’unico percorso parrocchiale. Anche per quanto riguarda la catechesi dei ragazzi, mi sembra che ci sia un’eccessiva proliferazione di gruppi. È bene poi insistere sulla formazione permanente dei catechisti, privilegiando in particolare qualche momento forte a livello diocesano, profittando delle numerose iniziative proposte dall’Ufficio Catechistico diocesano. Valida è l’esperienza dell’oratorio, dove l’impegno dell’Associazione ricreativa si deve sempre più realizzare in collaborazione con i catechisti. Suggerisco che i giovani dai 16 anni in su vivano settimanal-
961
mente la catechesi col parroco, in previsione di un inserimento anche nell’incontro comunitario settimanale. La partecipazione all’Adorazione eucaristica vocazionale diocesana, il 2° giovedì del mese, assicurerà un respiro diocesano più ampio. Gli adulti, le famiglie e le giovani coppie rappresentano una grande grazia per la vita della comunità. Vanno costantemente resi consapevoli del loro ruolo per una comunione pastorale che abbracci tutta la vita parrocchiale. L’esperienza ormai consolidata nel tempo dell’Azione Cattolica appare un itinerario prezioso da valorizzare nel migliore dei modi. Infine, devo apprezzare il ruolo delle Confraternite nella vita della comunità. Le ho visitate tutte: la Confraternita Beata Maria Vergine del Monte Carmelo, l’Arciconfraternita dell’Immacolata Concezione, la Confraternita del SS. Rosario, la Confraternita di S. Filippo Neri, la Confraternita di S. Rocco. In esse ho trovato una buona sensibilità ecclesiale, che va comunque incrementata continuamente. La cura delle chiese a loro affidate è esemplare. La dimensione caritativa ha trovato nel Centro di ascolto un segno di comunione e di collaborazione fra le varie comunità parrocchiali.
4. Con lo sguardo rivolto al futuro La fonte della comunione è l’Eucaristia, specie domenicale. Da lì deve partire uno slancio rinnovato, perché sacerdoti e laici camminiate gioiosamente incontro al Cristo, unico salvatore.
962
+ Francesco Cacucci Arcivescovo
O TTAVO V ICARIATO
LETTERE ALLE COMUNITÀ La luce ci apre gli occhi Lettera alla comunità parrocchiale “S. Lucia” in Gioia del Colle a conclusione della Visita pastorale (22-25 ottobre 2009)
Carissimi don Giuseppe, don Antonio e fedeli tutti, la luce di Cristo illumini la vostra vita.
1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi È provvidenziale che nella parrocchia dedicata a santa Lucia, protettrice degli occhi e della luce, abbiamo proclamato il Vangelo del cieco di Gerico. Siamo spesso noi quel mendicante cieco: non sempre riusciamo a capire, a camminare, ad andare avanti. Gesù “sommo sacerdote”, si è fatto uno di noi per aprirci gli occhi, per incoraggiarci nel cammino della vita. Nella celebrazione eucaristica, specie domenicale, troviamo la luce
963
che ci apre gli occhi, la luce della Parola e la forza che ci sostiene nel cammino, il pane e il vino della mensa eucaristica. Qui troviamo i fratelli e le sorelle che fanno il nostro stesso cammino, alla ricerca del volto del Signore (cfr Sal 42,3). E insieme compriamo dal Signore il “collirio” per ungere gli occhi e recuperare la vista (cfr Ap 3,18). Allora la partecipazione domenicale all’assemblea eucaristica già da ora “toglie il velo ai nostri occhi”.
2. Considerazioni sulla vita della comunità
964
La visita pastorale del Vescovo vuole essere un contributo per illuminare ancora di più il cammino parrocchiale. Sono stato felice di aver vissuto questi giorni tra voi. In particolare, in parrocchia la partecipazione alla messa domenicale mi sembra ancora sufficientemente viva, capace di raccogliere piccoli, giovani e adulti intorno alla mensa del Signore. Ma sono presenti “in spirito” anche i malati; visitandoli li ho sentiti veri testimoni del sacrificio di Gesù, fonte di salvezza per tutti noi. I piccoli sono ancora numerosi. La splendida accoglienza riservatami dalla scuola elementare “Mazzini” e dalla scuola media “Losapio” si è protratta nell’incontro con i ragazzi del catechismo, i catechisti e le loro famiglie. Ai piccoli dobbiamo guardare con fiducia per un «futuro pieno di speranza» (Ger 29,11). I gruppi parrocchiali dai ministri straordinari della S. Comunione all’Azione Cattolica all’Apostolato della preghiera, alle Confraternite di S. Lucia e del Purgatorio, al Gruppo di preghiera “Padre Pio”, al “Cenacolo Biblico” e così via costituiscono una ricchezza che non va dispersa, al di là delle passeggere difficoltà che possono emergere. I catechisti poi si impegnano con trepidazione e amore a “condurre per mano” i piccoli a vivere l’iniziazione cristiana. Li incoraggio ad approfondire la loro formazione anche partecipando agli incontri offerti dall’Ufficio Catechistico Diocesano per alimentare un respiro ecclesiale diocesano. Non dobbiamo dimenticare che i nostri ragazzi, accanto all’appro-
OTTAVO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ fondimento della parola di Dio e alla vita sacramentale, hanno bisogno di crescere “insieme” anche nella vita di gruppo e nel giuoco. L’esperienza di oratorio, già avviata, spero possa incrementarsi.
3. Indicazioni pastorali Per creare una comunione d’intenti, vorrei che tutti coloro che sono veramente impegnati in parrocchia possano raccogliersi nell’incontro settimanale comunitario, in un orario possibile per tutti, per seguire le tappe del cammino parrocchiale che trova nella domenica il centro unificatore. Vi esorto a riprendere il testo del progetto pastorale diocesano sulla mistagogia. La preoccupazione per i giovani, pur apprezzabile, richiede una sistematica catechesi settimanale, perché la loro crescita sia solida. Ho celebrato anche presso la cappella di S. Giuseppe a Montursi, come segno di attenzione al mondo rurale che, insieme alle varie industrie (specie casearie) con altre realtà produttive cittadine assicura un benessere materiale a tutta la popolazione gioiese. Il polo centrale del “Centro di ascolto”, gemmazione della Caritas gioiese, è nella vostra parrocchia. Sia sempre più segno di comunione e di servizio umile ai fratelli. Ho apprezzato le considerazioni emerse anche da parte del Consiglio per gli affari economici. Non mancano le strutture nella parrocchia. Le ho visitate. Ci si orienta verso una utilizzazione più appropriata.
4. Con lo sguardo rivolto al futuro Sono certo che amate don Giuseppe e don Antonio. Dedicano la vita per voi. Camminate tutti nella luce del Signore. La visita pastorale ha permesso di consolidare la consapevolezza che tutti gli aspetti della vita della Chiesa locale trovano nel Vesco-
965
vo il momento unificante. Il Concilio Vaticano II nella Lumen Gentium afferma che «i singoli vescovi sono il visibile principio e fondamento di unità nelle loro chiese particolari» (n. 26). La vostra partecipazione più intensa ai vari momenti della vita diocesana, secondo le migliori tradizioni, vi permetterà di avvertire la presenza visibile e tangibile della Chiesa tutta. Vi accompagno con l’affetto e la benedizione del Signore. + Francesco Cacucci Arcivescovo
O TTAVO V ICARIATO
LETTERE ALLE COMUNITÀ Siate sempre umili e gioiosi operai nella vigna del Signore Lettera alla comunità parrocchiale “S. Maria delle Grazie” in Casamassima a conclusione della Visita pastorale (5-8 novembre 2009)
Carissimo don Giuseppe e carissimi fedeli, vi saluto con affetto nel Signore.
967 1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi Uno stile di acccoglienza Il clima di grande collaborazione ecclesiale, che considera la corresponsabilità dei laici un bene prezioso per tutta la comunità, mi ha particolarmente colpito. È questa la Chiesa! Gesù è l’unico Signore, che con la sua morte e risurrezione dona la
“vita” al mondo. La Chiesa, che si rende presente, come porzione eletta, anche nella comunità parrocchiale di S. Maria delle Grazie, è “sacramento” della presenza visibile di Gesù risorto nella storia. Tutto è relativo a Lui: i sacramenti, il sacerdozio ministeriale, i vari ministeri e servizi, l’impegno dei laici. L’Eucaristia, specie domenicale, ci offre la “misura senza misura” dell’amore: il Signore ci riempie di doni, a noi tocca rendergli grazie con tutto il cuore, con tutta la nostra vita. 2. Considerazioni sulla vita della comunità La comunità di Casamassima e, in particolare, la comunità parrocchiale di S. Maria delle Grazie, ha registrato, soprattutto nell’arco degli ultimi vent’anni, un incremento vertiginoso. Da quattromila gli abitanti della parrocchia sono balzati a undicimila. La previsione ulteriore è di forte crescita. Caratteristica della vostra comunità è uno stile di cordiale accoglienza dei nuovi venuti, della cui precedente ricca esperienza ecclesiale, d’altronde, beneficiate. Il vostro esempio mi auguro sia contagioso anche nelle altre comunità dell’hinterland barese, che va crescendo, mentre il capoluogo registra una diminuzione di abitanti. L’integrazione è l’unica strada per non incrinare l’identità culturale di un popolo da una parte e per arricchire la comunità di linfa nuova dall’altra. I gruppi sono ben motivati e possono contare sul responsabile impegno di molti laici. 968 3. Indicazioni pastorali Come spesso si verifica, la frammentazione è un rischio ricorrente. Per questo sostengo l’impegno del parroco don Giuseppe a raccogliere nell’incontro settimanale comunitario del giovedì tutti i gruppi, modificando l’orario di inizio per permettere anche ai più giovani di parteciparvi. Vi accorgerete che il cammino di fede nell’anno liturgico segnerà
OTTAVO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ una maturazione complessiva della comunità, impegnando soprattutto i catechisti, i primi chiamati a coinvolgere la comunità nelle tappe dell’iniziazione cristiana dei più piccoli. Ho incontrato i ragazzi a scuola, durante l’incontro catechistico di sabato e nella celebrazione domenicale. La collaborazione con la scuola elementare “G. Rodari” è ottima, tanto che usufruite delle aule per il catechismo. Anche con la scuola media c’è una buona intesa. I piccoli, che sono numerosi, costituiscono la speranza della parrocchia. La grazia ricevuta siete chiamati ad estenderla, a donarla ad altri, al maggior numero di persone. Le nuove famiglie che abitano nel territorio parrocchiale avvertono il bisogno di essere sostenute nel compito educativo dei figli. Sempre più, il cammino catechistico sia congiunto con la partecipazione alla messa domenicale. Ma non solo. Tanti di voi hanno scoperto il bisogno di un oratorio che coinvolga ragazzi e giovani in una esperienza di crescita completa, che preveda anche il gioco. Come realizzare tutto ciò in una parrocchia ancora povera di strutture? L’incontro con il Consiglio parrocchiale per gli affari economici ha permesso di considerare alcune prospettive concrete. In particolare, ritengo che lo spazio previsto per la costruzione della nuova chiesa parrocchiale possa, nel frattempo, essere utilizzato per incontri e attività sportive. Auspico altresì che il Palazzo “Perniola” possa essere utilmente valorizzato. Le decisioni operative devono vedere il coinvolgimento di tutti. Anche la manutenzione ordinaria della chiesa vi vedrà tutti impegnati. Il parroco sarà sempre più sostenuto da voi tutti, che gli volete bene e cogliete in lui il desiderio di valorizzare i doni di ognuno. Considerate la possibilità di fare riferimento a qualche sacerdote disponibile soprattutto per il sacramento della riconciliazione. La partecipazione ai vari momenti celebrativi e formativi diocesani continuerà a fomentare sempre più il senso della Chiesa locale, che la visita pastorale del Vescovo ha rinsaldato.
969
In tale direzione auspico la ripresa in parrocchia dell’esperienza dell’Azione cattolica, secondo i tempi e i criteri che riterrete più opportuni. Se la parrocchia è caratterizzata da una fascia giovanile consistente, gli anziani e gli ammalati (in casa e presso il centro “Salus maxima”), seguiti con amore da alcuni membri della comunità, rappresentano la “riserva di grazia” per la loro singolare partecipazione alla passione redentiva di Gesù.
4. Con lo sguardo rivolto al futuro Concludo con l’auspicio rivolto a tutti, e particolarmente ai giovani, di sentire sempre più il bisogno di crescere illuminati e sostenuti dal vangelo di Gesù, per comunicarlo con gioia a tutti. Col desiderio di incontrarvi ancora, vi benedico. + Francesco Cacucci Arcivescovo
970
O TTAVO V ICARIATO
LETTERE ALLE COMUNITÀ Venga, Signore, il tuo Regno di luce eterna che non tramonta Lettera alla comunità parrocchiale “Santa Croce” in Casamassima a conclusione della Visita pastorale (19-22 novembre 2009)
Carissimi don Nicola e don Gianni e carissimi fedeli, il Signore Gesù regni nei vostri cuori e nella vostra comunità.
1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi La Visita pastorale si è tenuta in coincidenza della Solennità di Cristo Signore e Re dell’universo. Il Buon pastore, che porta sulle spalle la pecorella smarrita, sostiene anche la croce: «dà la vita per le sue pecorelle». Di fronte a Pilato, Gesù, affermando la sua regalità, mostra chiaramente che non era e non è, nemmeno oggi, tanto interessato a predicare una riforma del mondo presente - che appare dominato dal maligno (cfr Lc 22,52; 1Gv 2,15-17) - quanto piuttosto a proclama-
971
re il tramonto del suo aspetto apparente e passeggero, che si apre alla sua trasfigurazione finale, modellata sul suo corpo risorto e glorioso. L’impegno cristiano per il mondo presente nasce dal carattere della Chiesa del Nuovo Testamento, già fin d’ora «germe e inizio» del Regno di Dio (Lumen gentium, 5). Con Gesù il Regno e la regalità di Dio si sono già introdotti senza rumore in mezzo agli uomini, sicché incontrare Lui significa già sperimentare le ultime realtà.
2. Considerazioni sulla vita della comunità
972
La visita agli ammalati della comunità parrocchiale ha evidenziato la grande sensibilità del parroco nei loro confronti, chiamati a completare ciò che manca alla passione di Cristo (cfr Col 1,24). Un’autentica pastorale deve radicarsi sull’essenziale. La sofferenza, la malattia, se vissute in comunione con la croce di Cristo, possono misteriosamente rendere ancora più efficace l’apostolato dei sacerdoti e dei laici. Con particolare gioia ho vissuto il festoso incontro con i piccoli della scuola elementare “G. Marconi” e della scuola “Dante Alighieri”. Ritornano le parole di Gesù: «Se non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli» (Mt 18,3). Il numero dei bambini e dei ragazzi pre-adolescenti in parrocchia è rilevantissimo. Risulta pertanto provvida la scelta di avviare la catechesi fin dalla prima elementare. Il raccordo con la liturgia è evidente. Ho vissuto, infatti, molto intensamente la celebrazione eucaristica domenicale con i piccoli e i loro genitori. Ma anche l’educazione alla carità scaturisce dal dono della parola e dei sacramenti: “i fioretti per la Missione” ne sono un esempio. Mistagogia in atto La sensibilità e la preparazione specifica del parroco collocano la liturgia come “culmen et fons” della vita ecclesiale parrocchiale. Il linguaggio dei segni sacramentali viene avvalorato anche dall’edificio-chiesa, splendidamente restaurata con l’apporto di tutti. Si evidenzia il gusto superlativo di don Nicola.
OTTAVO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ Anche la catechesi dei giovani e degli adulti è illuminata dal cammino dell’anno liturgico. I tempi forti in particolare vedono nella catechesi comunitaria la verifica del cammino pastorale da parte dei giovani e degli adulti. Sottolineo la fecondità di questi momenti, che rendono la comunità sempre più soggetto dell’azione pastorale. Ma ogni inizio di anno pastorale è segnato da momenti assembleari sistematici che approfondiscono non solo il progetto pastorale diocesano, ma anche la specifica programmazione annuale parrocchiale. Anch’io ho beneficiato di questo stile, partecipando ai vostri incontri. Mi rallegro particolarmente per il ravvivarsi del cammino dei gruppi giovanili, sotto la guida di don Gianni, e anche dell’esperienza dei campi estivi. Già l’AGESCI ha una tradizione consolidata. Non si dimentichi che la catechesi settimanale è il fondamento dell’itinerario formativo. La carità vive molteplici esperienze. A cominciare da quella vissuta quotidianamente nel silenzio dei rapporti personalizzati. I segni non mancano. Mi riferisco, in primo luogo, al Semiconvitto “Cristo Re” per i piccoli e i ragazzi di famiglie bisognose, presso la “Pia Domus Cristo Re”. Questa struttura, felice intuizione di mons. Giovanni Perniola, che l’ha affidata alle Signorine, è sostenuta e sviluppata dallo zelo e dall’intelligenza di don Nicola e don Gianni. Anche le associazioni “Comunione è vita” e la “Fratres – Donatori di sangue” arricchiscono la Caritas parrocchiale e scandiscono il loro impegno sulle tappe del cammino dell’anno liturgico.
3. Indicazioni pastorali Suggerisco di riprendere l’esperienza associativa dell’Azione Cattolica, che assicura un collegamento più sistematico con la Chiesa locale. Il Signore ha benedetto la vostra comunità con una vocazione sacerdotale (dopo 50 anni) e, ne sono certo, continuerà a fecondarla, anche grazie alla vostra preghiera e all’adorazione eucaristica vocazionale.
973
Mi rallegro per il restauro della chiesa del Purgatorio, grazie anche all’impegno della Confraternita, e per il recupero del “Palazzo Birardi”, provvidenziale per un servizio pastorale più idoneo. Anche le altre chiese saranno gradualmente restaurate. Il cordiale incontro con l’amministrazione comunale mi ha permesso di apprezzare ancora una volta la disponibilità e l’accoglienza nei confronti delle nuove presenze moltiplicatesi vertiginosamente in Casamassima negli ultimi decenni.
4. Con lo sguardo rivolto al futuro Concludo augurandovi un fecondo cammino, collaborando alla divinizzazione degli uomini secondo il disegno del Padre. + Francesco Cacucci Arcivescovo
974
O TTAVO V ICARIATO
LETTERE ALLE COMUNITÀ «Farò germogliare un germoglio giusto» (Ger 33,15) Lettera alla comunità parrocchiale “S. Vito martire” in Gioia del Colle a conclusione della Visita pastorale (26-29 novembre 2009)
Carissimo don Vito e carissimi fedeli, il Signore viene, andategli incontro con gioia.
975 1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi Per i 50 anni della parrocchia La celebrazione dei 50 anni della istituzione canonica della parrocchia da parte dell’Arcivescovo mons. Nicodemo (29 novembre 1959) corrisponde alla stessa data del 2009 e, soprattutto, alla I domenica di Avvento. Concludendosi un anno liturgico per iniziare un nuovo cammino
di salvezza, le parole del profeta Geremia aprono a «un futuro pieno di speranza» (Ger 29,11), secondo gli auspici del Sinodo diocesano, molto felicemente richiamato nell’ottima Relazione pastorale inviatami in occasione della Visita pastorale. È anche la vostra comunità un “germoglio” che è chiamato a diventare sempre più “giusto”. È germoglio che si innesta in un cammino fecondo durato cinquant’anni, con una crescita cui hanno tutti contribuito, come avete simpaticamente rappresentato nella “Festa della comunità” di sabato sera. La memoria del cammino compiuto sotto la guida dei parroci don Francesco Ardito, don Vito D’Apolito e don Raffaele Arango Zapata fino al caro don Vito Campanelli, ha manifestato la vostra delicata sensibilità ecclesiale e la gratitudine nei confronti dei pastori.
2. Considerazioni sulla vita della comunità
976
Un territorio “nuovo” La memoria dei cinquant’anni trascorsi evoca il grande cambiamento verificatosi nel territorio parrocchiale. Il riferimento iniziale al “Borgo di S. Vito”, segnato da sofferenze “lontane” e da una certa emarginazione all’interno della cittadinanza, si è allargato oltre la ex statale 100. Gli abitanti sono cresciuti (se ne prevede un ulteriore aumento) e la tipologia è cambiata. La presenza di nuclei familiari più giovani apre a nuove potenzialità anche sotto il profilo pastorale. Non per nulla la pastorale familiare rappresenta per voi un’attenzione privilegiata e l’obiettivo di questi ultimi anni sottolinea la “coppia cristiana e il suo ruolo educativo nella comunità”. Come avete scritto: «Strategica la scelta di coinvolgere la coppia, in quanto tale, come membro del Consiglio pastorale». Ciò è in sintonia col programma pastorale diocesano di quest’anno, che vede la famiglia corresponsabilizzata nell’accompagnare i fanciulli dell’iniziazione cristiana a “vivere la domenica” come culmine e fonte dell’esperienza cristiana. Visitando, però, il “Borgo di S. Vito”, mi permetto di suggerirvi di prestare un’attenzione rinnovata a questa “radice” della comunità non solo nei confronti di coloro che ancora vi abitano (soprattutto
OTTAVO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ anziani, alcuni dei quali ho visitato), ma anche verso i nuovi arrivati, che sono, in parte, immigrati, bisognosi di essere amorevolmente accolti e sostenuti nella loro piena integrazione, secondo le migliori tradizioni della vostra comunità. Visitando la zona artigianale e un’azienda agricola sono stato confermato nella convinzione che a Gioia è viva una operosità che permette un benessere diffuso, nell’auspicio di incrementare quelle forme di cooperazione senza le quali il progresso futuro diventa più arduo.
3. Indicazioni pastorali La vostra mèta: una comunità corresponsabile Direi: sempre più corresponsabile. Vi siete definiti “comunità in movimento”. Ho colto già un clima di corresponsabilità fomentato dallo stile pastorale intelligente, discreto, deciso del parroco don Vito, col quale la parrocchia sta vivendo un salto di qualità esemplare. Partendo dall’assunzione del progetto pastorale diocesano sulla mistagogia, vissuto però secondo un criterio originale e creativo. Tutto sembra, infatti, presentare come tante tessere di un unico grande mosaico, dove l’equilibrio delle parti conduce a una strutturazione della vita comunitaria pensata, vissuta con equilibrio e consapevolezza. Il riferimento prioritario alla domenica Pasqua settimanale, vero centro unificatore del cammino parrocchiale, è la conferma di questo cammino. Tutti, dai più piccoli ai più grandi, si sentono una sola famiglia. Sono certo che, fissando sempre più lo sguardo verso il Giorno del Signore, illuminati ancora dalla luce del Congresso eucaristico nazionale del 2005, attuerete la partecipazione più piena a quel “momento strutturale” che è l’incontro comunitario settimanale, che vede adulti e giovani, diversamente impegnati in comunità, convergere fino a quel respiro di comunione che permette a tutti di supe-
977
rare qualsiasi tentazione di frammentazione a cui l’articolazione sempre più ricca della comunità potrebbe soggiacere. Sono certo che quella comunione affettiva ed effettiva che già vivete si consoliderà sempre più. La figura dell’operatore pastorale intermedio, come è stato indicato dai corsi diocesani specifici, è uno splendido esempio di attuazione.
978
L’oratorio: una vera risorsa L’esperienza, la visione matura di oratorio che deriva a don Vito anche dall’essere responsabile regionale del settore, rappresenta una risorsa originale e feconda per la comunità parrocchiale. Il cammino finora percorso è estremamente positivo. Ai fanciulli dell’iniziazione cristiana, fin dai 10 anni, viene rivolta la proposta dell’oratorio. Il problema annoso del dopo-cresima viene affrontato e risolto “in radice”. Lo stesso rinvio della cresima all’età adulta, retaggio del passato in Gioia (come aveva sottolineato mons. Magrassi durante la precedente visita pastorale del 1991), viene così definitivamente superato. Il Centro giovanile permette di coinvolgere i giovani che, oltre a crescere accompagnati dagli educatori, sentono essi stessi di essere chiamati a divenire educatori dei più piccoli. L’esperienza del gruppo scout ne è riprova. Mi permetto di esortare a riprendere l’esperienza dell’Azione Cattolica, che potrà sempre più assicurare il riferimento alla Chiesa locale. Vi accorgerete che anche la vocazione al sacerdozio e alla vita consacrata “germoglierà” in questa comunità. Nell’intenso incontro con i giovani del Liceo scientifico e classico ho rilevato la ricchezza anche numerica del mondo giovanile. Le strutture parrocchiali sono adeguate. Con le opportune soluzioni e la generosa collaborazione di tutti potete guardare con fiducia al futuro. Suggerisco che in chiesa vi sia un confessionale che richiami ai fedeli l’importanza della confessionale sacramentale per un intenso cammino di fede di ragazzi, giovani e adulti.
SECONDO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ 4. Con lo sguardo rivolto al futuro Vi sono tutte le premesse perché il cammino della comunità possa diventare per tutti una vera scuola di comunione e di servizio. Continuate con gioia nel cammino che avete intrapreso consapevoli di essere sulla strada giusta. Il Signore vi accompagni e con la sua grazia produca nuovi germogli di vita cristiana. + Francesco Cacucci Arcivescovo
979
V ISITA PASTORALE
OTTAVO VICARIATO INDICAZIONI PASTORALI A LIVELLO VICARIALE
Casamassima
Sammichele di Bari
Cassano delle Murge
Gioia del Colle
V ISITA PASTORALE
OTTAVO VICARIATO Indicazioni pastorali a livello vicariale
Il 28 aprile 2009, prima di visitare le singole parrocchie di Gioia del Colle, l’Arcivescovo ha incontrato le comunità a livello cittadino presso la parrocchia Immacolata. Conclusa la visita, il 3 dicembre, egli ha nuovamente incontrato tutte le comunità per fare il punto sulla situazione pastorale a livello interparrocchiale. Il 14 dicembre 2009, al termine della Visita pastorale all’ottavo vicariato, alle ore 19.00 presso la parrocchia S. Maria Maggiore (Matrice) di Gioia, mons. Cacucci ha incontrato il Consiglio pastorale vicariale e i Consigli pastorali parrocchiali per una verifica dell’esperienza compiuta e una programmazione pastorale comune.
Osservazioni generali 983 1. L’Arcivescovo ha, innanzitutto, richiamato l’esempio di fede e di abbandono in Dio che don Vito Rescina sta offrendo alla parrocchia, al vicariato e a tutta la Chiesa locale. In un momento particolarmente delicato della sua vita, durante il quale sta vivendo la difficile prova della malattia, sta emergendo la sua grande forza d’animo e la sua serena fiducia in Dio. Ancor più significativo è il fatto che, anche in questo momento, egli segue con grande attenzione lo svolgersi della vita della sua comu-
nità parrocchiale e gli appuntamenti pastorali del vicariato. È segno di dedizione sacerdotale, una caratteristica costante del suo ministero. Anche don Maurizio Lieggi e tutta la comunità parrocchiale di S. Maria del Carmine in Sammichele di Bari stanno dimostrando maturità di fede. Nonostante la malattia del parroco, la vita della comunità si svolge con regolarità secondo la programmazione pastorale fatta con don Vito all’inizio dell’anno. La forzata assenza di don Vito dalla realtà quotidiana della comunità ha fatto emergere ancora di più lo spirito di comunione, il senso ecclesiale e la corresponsabilità di tutti gli operatori pastorali. 2. La Visita pastorale ha avuto una connotazione territoriale molto capillare perché si è svolta a livello parrocchiale, interparrocchiale (soprattutto a Gioia del Colle) e vicariale. In tal modo, l’Arcivescovo ha potuto cogliere più da vicino gli aspetti pastorali riguardanti le singole comunità e, nello stesso tempo, ha avuto modo di richiamare gli obiettivi comuni a tutte le parrocchie del vicariato. 3. La Visita pastorale è stata per tutte le comunità un’intensa esperienza ecclesiale. La presenza del Vescovo è stata avvertita come il segno visibile dell’unità della Chiesa locale. La persona e il ministero del pastore hanno rafforzato nelle singole comunità la coscienza di essere un solo popolo di Dio, impegnato a realizzare l’unica missione di Cristo per il bene degli uomini del nostro tempo. In tal modo, ogni comunità è stata sollecitata a esprimere al meglio la propria soggettività pastorale e la particolare capacità progettuale. 984
4. Lo stile esortativo, accogliente e propositivo con cui si è svolta la Visita ha contribuito notevolmente alla sua buona riuscita. Sacerdoti e laici hanno avvertito la presenza del Vescovo come quella di un padre che desidera vivere accanto ai suoi figli, interessandosi dei loro problemi e spronando tutti a guardare avanti con serenità e fiducia.
OTTAVO VICARIATO - INDICAZIONI PASTORALI Indicazioni pastorali a livello interparrocchiale 5. L’utilizzo dei mezzi informatici per l’annuncio del vangelo è un fattore positivo. A questo proposito è già attivo il sito internet interparrocchiale www.UPGO.org che riunisce tutte le parrocchie di Gioia con scambio di iniziative ed esperienze che si fanno in ogni parrocchia. 6. Di rilievo sono alcune iniziative a carattere interparrocchiale, come il Centro di ascolto cittadino a Gioia “Dal silenzio alla parola”, per la capacità delle parrocchie di esprimere la loro presenza nella realtà territoriale, di collaborare con altri organismi e di presentare un luogo concreto che sia un richiamo e uno strumento di evangelizzazione per coloro che di solito non frequentano la comunità parrocchiale. Occorre ridare vigore alla Consulta pastorale cittadina con la partecipazione costante dei laici. Indicazioni pastorali a livello vicariale 7. L’Arcivescovo ha sottolineato che il vicariato si avvale di una lunga tradizione di lavoro comune. Negli anni passati sono state programmate iniziative per la formazione degli operatori pastorali che hanno dato buoni frutti. La memoria del lavoro profuso a livello vicariale deve essere per tutti uno stimolo a continuare su questa linea di comunione pastorale facendo attenzione alle nuove problematiche presenti sul territorio. Occorre saper fare un’attenta lettura delle dinamiche socio-culturali per elaborare una conseguente programmazione pastorale a livello territoriale. Vi sono problemi che le comunità parrocchiali non possono affrontare da sole in modo organico. La complessità della situazione e i rapidi e profondi mutamenti che si verificano su tutto il territorio vicariale richiedono una maggiore convergenza pastorale. 8. La relazione affettiva ed effettiva tra laici e presbiteri faciliterà il discernimento comunitario e la comune azione pastorale e renderà
985
possibile una programmazione pastorale compiuta da tutta la comunità ecclesiale. 9. In tutte le parrocchie, l’Arcivescovo ha ribadito la necessità di creare una maggiore unità tra tutte le realtà presenti nella comunità. Il primo imperativo pastorale è quello di superare la frammentazione della vita della comunità in una molteplicità di iniziative e di attività. La ricchezza delle proposte e la generosità dell’impegno rischia, talvolta, di mettere in evidenza il protagonismo dei singoli gruppi piuttosto che esprimere la soggettività della comunità. Per questo si rende necessario un elemento strutturale della vita della comunità, ossia l’incontro settimanale della comunità, in modo che cresca e si rafforzi sempre più la corresponsabilità di tutti.
986
10. In modo particolare sono stati richiamati due impegni pastorali prioritari: la pastorale dei ragazzi e dei giovani e la pastorale familiare. Quanto al primo aspetto, l’Arcivescovo ha ricordato l’opportunità per un’educazione integrale della persona di ispirarsi alla metodologia oratoriana e alla proposta educativa dell’Azione Cattolica e dell’Agesci. Un problema emergente è la pastorale giovanile, che dev’essere ripresa con vigore per orientare i giovani nelle scelte che sono chiamati a compiere nella società. Si ravvisa la necessità di riprendere l’iniziativa di momenti formativi per giovani e adulti per leggere il territorio e testimoniare la fede in ambito personale, sociale e politico. A livello giovanile è opportuno tentare un’esperienza d’incontro comune per pregare, elaborare iniziative, essere nel territorio speranza per gli altri giovani. Circa il tema della famiglia, l’Arcivescovo ha ribadito la necessità di accompagnare il cammino di fede delle coppie dopo la recezione del sacramento del matrimonio e di coinvolgere i genitori nell’educazione dei figli. 11. Questi due impegni saranno facilitati da un collegamento più stretto con le indicazioni date a livello diocesano. Per questo è necessario che le parrocchie e il vicariato mantengano rapporti stretti con i responsabili degli uffici di Curia.
DIARIO DELL’ARCIVESCOVO NOVEMBRE - DICEMBRE 2009
D OCUMENTI E V ITA DELLA C HIESA DI B ARI -B ITONTO
DIARIO DELL’ARCIVESCOVO Novembre 2009
1
2
3 4
5
- Al mattino, presso la parrocchia Ognissanti in Valenzano, celebra la S. Messa per la festa titolare nella solennità di Tutti i Santi. - Alla sera, presso la parrocchia S. Nicola in Adelfia Montrone, celebra la S. Messa in occasione dell’inizio della novena in preparazione alla festa di san Trifone. - Al mattino, presso il Cimitero di Bari, celebra la S. Messa nella Commemorazione di Tutti i fedeli defunti. - Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa. - Alla sera, presso la Casa del clero in Bari, presiede i lavori del Consiglio Pastorale diocesano. - Al mattino, presso il Sacrario dei Caduti d’Oltremare, celebra la S. Messa per la festa delle Forze Armate. - Al pomeriggio, presso il Pontificio Seminario Regionale Pugliese “Pio XI” in Molfetta, partecipa alla presentazione della miscellanea di studi in occasione del centenario del Seminario, alla presenza di S.E. mons. Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle cause dei santi. - Al mattino, presso il Pontificio Seminario Regionale Pugliese “Pio XI” in Molfetta, partecipa alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2009-2010 della Facoltà Teologica Pugliese e alla cerimonia di conclusione dell’anno centenario del Pontificio Seminario Regionale Pugliese: presiede la celebrazione S. Em. il card. Angelo Scola, patriarca di Venezia.
989
990
5-8 - Visita pastorale alla parrocchia S. Maria delle Grazie in Casamassima. 9-12 - Ad Assisi, partecipa ai lavori dell’Assemblea generale della CEI. 13-18 - A New York, partecipa alle cerimonie per il XX anniversario della Fondazione della “United Pugliese Federation”. 19-22 - Visita pastorale alla parrocchia Santa Croce in Casamassima. 20 - Al mattino, presso l’Oasi S. Maria in Cassano Murge, presiede il ritiro del clero. 23 - Alla sera, presso la parrocchia S. Francesco d’Assisi in Triggiano, celebra la S. Messa per l’ingresso del nuovo parroco, p. Giuseppe Benegiamo, O.F.M. Cap. 24 - Al mattino presso la parrocchia S. Nicola in Toritto, celebra la S. Messa nel primo anniversario della morte di don Fedele Sforza. 25 - Al mattino, nella cripta della Cattedrale, celebra la S. Messa in suffragio dei vescovi defunti. - Alla sera, presso il Teatro comunale “N. Piccinni”, partecipa alla presentazione del volume La sfida educativa, rapportoproposta sull’educazione del Progetto Culturale della Chiesa Italiana, alla presenza di S. Em. il card. Camillo Ruini. 26-29 - Visita pastorale alla parrocchia S. Vito Martire in Gioia del Colle. 28 - Al pomeriggio, presso l’Istituto di Teologia ecumenicopatristica greco-bizantina “S. Nicola” in Bari, porta il saluto ai partecipanti al Convegno “Giustizia e pace”. - Alla sera, presso la parrocchia S. Vito Martire in Gioia del Colle, presiede la celebrazione dei Primi Vespri della Prima Domenica di Avvento 30 - Alla sera, presso la parrocchia S. Maria di S. Luca in Valenzano, celebra la S. Messa per l’ingresso del nuovo parroco p. Pio Capri, O.F.M.
DIARIO DELL’ARCIVESCOVO
Dicembre 2009 1
2
3
4
5
6
7
- Al pomeriggio, presso l’aula magna dell’Università degli Studi di Bari, presiede l’incontro con i docenti e gli studenti sul tema: “La comunicazione mass mediale nell’epoca dell’immagine”. - Alla sera, presso la Pontificia Basilica di S. Nicola in Bari, celebra la S. Messa dei nove “Mercoledì maggiori”, in preparazione alla solennità liturgica del Santo Patrono. - Alla sera, in Gioia del Colle, partecipa alla cerimonia di inaugurazione del Centro cittadino per i malati di Alzheimer. - Successivamente, presso la parrocchia S. Lucia, presiede l’incontro conclusivo della visita pastorale alle parrocchie di Gioia del Colle. - Al mattino, presso la caserma del Comando Vigili del Fuoco in Bari, celebra la S. Messa per la festa di S. Barbara, patrona del Corpo. - Alla sera, presso la parrocchia S. Giuseppe in Bari, partecipa alla presentazione dei lavori di restauro del transetto della chiesa. - Al mattino, presso la Comunità terapeutica “LorussoCipparoli” in Giovinazzo, celebra la S. Messa per l’anniversario della morte di don Vito Diana. - Alla sera, presso la parrocchia S. Nicola in Bari-Catino, celebra la S. Messa per la festa del Titolare. - Al mattino, presso la “Città dei ragazzi-Comunità Frontiera” in Mola di Bari, celebra la S. Messa e benedice l’altare della chiesa di San Materno. - Alla sera, nella Basilica di S. Nicola, presiede la concelebrazione eucaristica nella solennità del Santo Patrono. - Alla sera, presso la parrocchia S. Antonio in Bari, celebra la S. Messa per l’ingresso del nuovo parroco p. Mario Volpe, O.F.M.
991
8
9
10
11
12
13
14 992
15
- Al mattino, nella Concattedrale di Bitonto, celebra la S. Messa per la festa della Patrona, Maria SS. Immacolata. - Alla sera, presso la parrocchia Beata Vergine Immacolata in Bari, celebra la S. Messa per l’ingresso del nuovo parroco p. Angelo Garzia, O.F.M. Cap. - Al mattino, presso il Pontificio Seminario Regionale “Pio XI” in Molfetta, presiede i lavori della Conferenza Episcopale Pugliese. - Al pomeriggio, presso la Casa del Fanciullo in Sannicandro di Bari, inaugura i nuovi campi sportivi. - Al mattino, presso il Politecnico di Bari, celebra la S. Messa e successivamente partecipa alla cerimonia di inaugurazione del nuovo anno accademico. - Alla sera, presso la parrocchia Buon Pastore in Bari, presiede l’adorazione vocazionale. - Al mattino, presso l’Oasi S. Maria in Cassano Murge, presiede il ritiro del clero; detta la meditazione S.E. mons. Francesco Pio Tamburrino, Arcivescovo di Foggia-Bovino. - Al mattino, in Episcopio, presiede il Consiglio di amministrazione della biblioteca “G. Ricchetti”. - Alla sera, presso la parrocchia S. Andrea in Bitonto, celebra la S. Messa e benedice i locali rinnovati e la biblioteca. - Al mattino, presso l’Oasi S. Maria in Cassano Murge, presiede il ritiro per le religiose e celebra la S. Messa. - Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa per l’ordinazione dei diaconi permanenti Giuseppe Delle Grazie e Pasquale Panzarino. - Al mattino, presso l’ospedale “S. Paolo” in Bari, incontra i degenti e il personale sanitario e amministrativo e tiene la catechesi in occasione del Natale. - Successivamente, incontra le maestranze dell’azienda “Agile”. - Alla sera, presso la parrocchia S. Maria Maggiore in Gioia del Colle, celebra la S. Messa e presiede l’incontro conclusivo della Visita pastorale all’ottavo vicariato. - Alla sera, presso l’Oratorio della parrocchia Maria SS. Annunziata in Modugno, presiede l’incontro per l’inizio della Visita pastorale al terzo vicariato.
DIARIO DELL’ARCIVESCOVO 16
17 18
19
20
21
22
- Al mattino, presso il Castello Svevo, celebra la S. Messa in preparazione al S. Natale per il personale della Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici. - Alla sera, presso “Villa Romanazzi Carducci”, incontra i soci del Rotary Club in occasione delle festività natalizie. - Al mattino, presso l’ospedale “Di Venere” in Bari-Carbonara, visita gli ammalati. - Al pomeriggio, presso il Liceo scientifico “Arcangelo Scacchi” in Bari, incontra docenti e studenti in occasione del Natale. - Al mattino, presso il Policlinico di Bari, celebra la S. Messa in preparazione al S. Natale. - Successivamente, presso la Curia arcivescovile, scambia gli auguri natalizi con i collaboratori e il personale della Curia. - Alla sera, presso il Teatro Petruzzelli, partecipa al concerto natalizio organizzato dalla Polizia di Stato. - Al mattino, partecipa alla cerimonia di intitolazione al giornalista Vito Maurogiovanni della Piazzetta sulla Muraglia nella città vecchia. - Successivamente, presso la parrocchia S. Maria del Monte Carmelo in Bari, celebra la S. Messa per il 25° anniversario dell’ordinazione sacerdotale di p. Luigi Gaetani, O.C.D. - Alla sera, presso la parrocchia S. Maria del Campo e della Pietà in Bari-Ceglie del Campo, celebra la S. Messa per la conclusione delle celebrazioni per l’80° anniversario della presenza degli Oblati di S. Giuseppe e per l’ordinazione diaconale di Nicola Reale. - Al mattino, presso il Palazzo della Provincia di Bari, celebra la S. Messa in preparazione al S. Natale. - Alla sera, presso la parrocchia S. Maria del Carmine in Sannicandro di Bari, presiede l’adorazione eucaristica in occasione della conclusione delle celebrazioni per il 50° anniversario della dedicazione della chiesa parrocchiale. - Alla sera, presso la Basilica di S. Nicola, partecipa al concertomeditazione Emmanuel, per lo scambio degli auguri natalizi.
993
23 24 25
994
- Al pomeriggio, presso la Casa circondariale di Bari, celebra la S. Messa per i detenuti e il personale carcerario. - Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa della Notte del Natale del Signore. - Al mattino, nella Concattedrale di Bitonto, celebra la S. Messa del Giorno di Natale.
BOLLETTINO DIOCESANO “L’ODEGITRIA” INDICE GENERALE 2009
D OCUMENTI E V ITA DELLA C HIESA DI B ARI -B ITONTO
INDICE GENERALE Indice generale dell’annata 2009
PRIMA VISITA PASTORALE DI S.E. MONS. FRANCESCO CACUCCI VISITA PASTORALE AL SECONDO VICARIATO RELAZIONE INTRODUTTIVA
869
LETTERE DELL’ARCIVESCOVO ALLE COMUNITÀ PARROCCHIALI AL TERMINE DELLA VISITA PASTORALE: Lo Spirito, l’acqua e il sangue Lettera alla comunità parrocchiale “Preziosissimo Sangue in S. Rocco” in Bari (8-11 gennaio 2009)
879
Le radici della fede e della missione Lettera alla comunità parrocchiale “S. Ferdinando” in Bari (21-25 gennaio 2009)
885
«Non un fiore dobbiamo lasciare sulla via del cielo senza raccoglierlo per il Signore» Lettera alla comunità parrocchiale “S. Croce” in Bari (29 gennaio-1 febbraio 2009)
889
Nella croce di Cristo è la perfetta letizia Lettera alla comunità parrocchiale “S. Antonio” in Bari (5-8 febbraio 2009)
893
Come Francesco, siate coloro che con la parola, la vita di grazia e l’azione missionaria sostengono la Chiesa di Cristo Lettera alla comunità parrocchiale “Beata Vergine Immacolata” in Bari (26 febbraio-1 marzo 2009)
899
997
«Mostrate il volto di Gesù» Lettera alla comunità parrocchiale “Sacro Cuore” in Bari (12-15 marzo 2009)
905
«Quando si ama, non si sente la fatica o, se si sente, la stessa fatica è amata» (S. Agostino) Lettera alla comunità parrocchiale “S. Giuseppe” in Bari (19-22 marzo 2009)
909
INDICAZIONI PASTORALI A LIVELLO VICARIALE
915
VISITA PASTORALE ALL’OTTAVO VICARIATO RELAZIONE INTRODUTTIVA
923
LETTERE DELL’ARCIVESCOVO ALLE COMUNITÀ PARROCCHIALI AL TERMINE DELLA VISITA PASTORALE:
998
«Rimanete nel mio amore» (Gv 15,9) Lettera alla comunità parrocchiale “S. Maria Assunta” in Cassano Murge (14-17 maggio 2009)
931
«Un piede sulla terra e uno nel cielo» Lettera alla comunità parrocchiale “S. Maria del Carmine”in Sammichele di Bari (21-24 maggio 2009)
937
Respirate dello stesso respiro di Dio Lettera alla comunità parrocchiale “Sacro Cuore” in Gioia del Colle (4-7 giugno 2009)
943
Un colpo d’ala Lettera alla comunità parrocchiale “Immacolata” in Gioia del Colle (17-20 settembre 2009)
949
Siate sempre più un’oasi spirituale, una casa dell’amicizia, un laboratorio spirituale Lettera alla comunità parrocchiale “S. Maria delle Grazie” in Cassano Murge (24-27 settembre 2009)
953
INDICE GENERALE Popolo in cammino Lettera alla comunità parrocchiale “S. Maria Maggiore” in Gioia del Colle (1-4 ottobre 2009)
959
La luce ci apre gli occhi Lettera alla comunità parrocchiale “S. Lucia” in Gioia del Colle (22-25 ottobre 2009)
963
Siate sempre umili e gioiosi operai nella vigna del Signore Lettera alla comunità parrocchiale “S. Maria delle Grazie” in Casamassima (5-8 novembre 2009)
963
Venga, Signore, il tuo Regno di luce eterna che non tramonta Lettera alla comunità parrocchiale “Santa Croce” in Casamassima (19-22 novembre 2009)
971
«Farò germogliare un germoglio giusto» (Ger 33,15) Lettera alla comunità parrocchiale “S. Vito martire” in Gioia del Colle (26-29 novembre 2009)
975
INDICAZIONI PASTORALI A LIVELLO VICARIALE
983
***
DOCUMENTI DELLA CHIESA UNIVERSALE MAGISTERO PONTIFICIO Messaggio per la Quaresima Discorso nella XVII Giornata mondiale del malato Lettera ai vescovi cattolici riguardo alla remissione scomunica dei 4 vescovi consacrati dall’arcivescovo Lefebvre Messaggio per la Giornata mondiale della Gioventù Saluto in occasione della consegna della Chiesa russa di Bari al Patriarcato di Mosca Lettera per l’indizione dell’anno sacerdotale in occasione del 150° anniversario del “dies natalis” di S. Giovanni Maria Vianney
999 9 15 231 239 247 383
Discorso all’Assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana Lettera enciclica Caritas in veritate: Introduzione, conclusione, indice Discorso alla Plenaria della Pontificia Commissione Biblica: La Scrittura si comprende all’interno della Chiesa Omelia nella solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria Discorso all’Università di Praga durante l’incontro con il mondo accademico Discorso alla Plenaria del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali
575 581 593 599 671 675
SEGRETERIA DI STATO Nota circa la remissione della scomunica e le dichiarazioni sulla Shoah riguardanti la Fraternità San Pio X (4 febbraio 2009)
19
DOCUMENTI DELLA CHIESA ITALIANA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
1000
Messaggio per la 31a Giornata nazionale per la vita: “La forza della vita nella sofferenza”
23
Comunicato del Consiglio Permanente (Roma, 23-26 marzo 2009)
249
Assemblea generale (Roma, 25-29 maggio 2009) Comunicato finale dei lavori
603
La “Lettera ai cercatori di Dio”: genesi e presentazione di S.E. mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto
612
Comunicato dei lavori della sessione autunnale del Consiglio Permanente Messaggio per la vita
679 685
Nomina di don Jean Paul Lieggi ad assistente ecclesiastico nazionale per la branca Rovers/Scolte dell’Associazione Guide (AGESCI)
689
CHIESE DEL SUD ITALIA Messaggio del Convegno dei vescovi a Napoli “Chiesa nel Sud. Chiese del Sud”: “Nel futuro da credenti responsabili” Chiesa nel Sud, Chiese del Sud: un convegno delle Chiese meridionali a vent’anni dal documento dei vescovi italiani su Chiesa e Mezzogiorno
25
27
INDICE GENERALE CONFERENZA EPISCOPALE PUGLIESE Messaggio dei vescovi pugliesi letto da S.E. Mons. Francesco Cacucci, Presidente della Conferenza Episcopale Pugliese, in occasione del centenario del Pontificio Seminario Teologico Regionale Pugliese “Pio XI”
31
FACOLTÀ TEOLOGICA PUGLIESE Inaugurazione del IV anno accademico 2008-2009 Saluto del Gran Cancelliere S.E. Mons. Francesco Cacucci Relazione del Preside prof. mons. Salvatore Palese Prolusione accademica del prof. Hans Waldenfels, S.J.: “La teologia nel dialogo della Chiesa con un mondo globalizzato”
35 38 44
CENTRO DI ORIENTAMENTO PASTORALE a
59 Settimana nazionale di aggiornamento pastorale (Bari-Bitonto, 22-25 giugno 2009) Comunità cristiana ed educazione. L’“emergenza educativa”: problema e provocazione: Educare nella prospettiva mistagogica della pastorale (V. Angiuli) Un educatore-testimone: Giovanni Modugno (G. Micunco) Annuncio celebrazione testimonianza: unità necessaria per educare alla vita cristiana (M. Falco) La parrocchia-santuario Santi Medici tra territorio e religiosità popolare: una parrocchia “atipica” (F. Savino) Conclusioni e prospettive. Educare il cristiano secondo la misura di Cristo (D. Sigalini) Lettera alla parrocchia
395 398 482 502 509 538 548
1001
DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVO Messaggio per la Giornata del Seminario Decreto di attribuzione delle somme dell’8 per mille IRPEF Meditazione al Clero dell’Arcidiocesi di Milano “Ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio” (1 Cor 4,1). La prospettiva mistagogica del ministero ordinato (Basilica di S. Ambrogio, Milano 27 ottobre 2009)
69 73
691
CAPITOLO METROPOLITANO Le radici della Cattedrale di Bari: l’inaugurazione del succorpo restituito alla comunità diocesana
255
La Cattedrale sotto la cattedrale (prof. Gioia Bertelli)
257
ASSEMBLEA DIOCESANA (Bari, 14 settembre 2009) Relazione di S.E. Mons. Felice di Molfetta, vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano: La domenica nel cammino di iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi. L’impegno dei genitori e dei catechisti
721
CURIA METROPOLITANA Vicariato generale La visita ai vicariati (mons. Domenico Ciavarella) Vicariato generale. Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: «“Essere riuniti nella tua mano”. Proclamazione cristiana della speranza in un mondo di separazione» (mons. Vito Angiuli)
91
Vicariato generale: Uffici Ecumenismo e dialogo, Migrantes, Missionario Mai senza l’altro
625
Cancelleria Ordinazione e decreti
1002
77
83
99, 261, 551 631, 741
Ufficio per le cause dei santi Una lapide in Cattedrale per la Beata Elia di San Clemente
553
Ufficio Amministrativo-Beni culturali L’illuminazione e la scenografia notturna della Cattedrale di Bari (prof. Arturo Covitti)
747
Settore Presbiteri. Ufficio Presbiteri Laboratorio liturgico pastorale (19-20 ottobre 2009) Intervento introduttivo di mons. Vito Angiuli su La famiglia “chiesa domestica” e il Giorno del Signore
761 762
INDICE GENERALE La settimana di formazione del clero (Milano, 26-30 ottobre 2009)
767
Settore Diaconato e ministeri istituiti Relazione sulle attività dell’anno 2008-2009
633
Settore Evangelizzazione. Ufficio catechistico e Ufficio Famiglia Incontri di formazione per i catechisti e gli operatori pastorali della famiglia
103
Settore Evangelizzazione. Ufficio catechistico La relazione problematica tra iniziazione cristiana e Messa domenicale nella parrocchia S. Maria del Carmine in Noicattaro
107
Settore Evangelizzazione. Ufficio catechistico Il XVII Convegno nazionale dell’Apostolato biblico
111
Settore Evangelizzazione. Ufficio missionario Le iniziative diocesane per la Giornata missionaria mondiale 2009
801
Settore Evangelizzazione. Ufficio Tempo libero, turismo e sport Cronaca del primo Memorial “Mariano Magrassi”
115
Settore Evangelizzazione. Uffici: Catechistico, Comunicazioni sociali. Missionario, Tempo libero e sport, Chiesa e mondo della cultura Incontri di formazione settembre-ottobre 2009: L’urgenza dell’educazione alla fede e alla vita cristiana nella prospettiva mistagogica della pastorale (mons. Vito Angiuli) La Chiesa comunità educante: attenzione e scelte educative della pastorale (prof. Marianna Pacucci) Educazione alla fede e alla vita cristiana: quale dialogo tra catechisti e insegnanti di religione? (don Nicola Monterisi)
771 775 789 795
Settore Carità. Ufficio Caritas La casa di accoglienza per i senza fissa dimora “Don Vito Diana” Un anno in Caritas
119 557
Settore Carità. Ufficio per la pastorale della salute Il terzo incontro delle Cappellanie ospedaliere La celebrazione della Giornata del malato nella nostra arcidiocesi
121 637
1003
Settore Laicato Assemblea diocesana del Laicato “I laici e la Parola. Dopo il Sinodo dei vescovi sulla Parola di Dio”: relazione di S.E. mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia e presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso
263
Settore Laicato. Consulta per le aggregazioni laicali Il percorso dei laici giuseppini marelliani
279
CONSIGLI DIOCESANI
1004
Consiglio Presbiterale diocesano-Consiglio Pastorale diocesano Verbale della riunione congiunta del 27 aprile 2009 nel XX anniversario del Centro Studi Storici Relazione di mons. Vito Angiuli “Qualcosa di nuovo è germogliato. Istituzioni di alta cultura e produzione scientifica nell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto” Vent’anni di pubblicazioni sulla città di Bari e la Chiesa di Bari-Bitonto” a cura di mons. Vito Angiuli Relazione di Francesco Sportelli “Augusto Curi Arcivescovo di Bari (1925-1933)”
319
Consiglio Presbiterale diocesano Verbale della riunione del 23 maggio 2008 Verbale della riunione del 5 dicembre 2008 Verbale della riunione del 18 marzo 2009
127 132 803
Consiglio Pastorale diocesano Verbale della riunione del 3 giugno 2008 Verbale della riunione del 3 novembre 2008 Verbale della riunione del 20 gennaio 2009
139 142 333
285
289 296
TRIBUNALE ECCLESIASTICO REGIONALE PUGLIESE Inaugurazione dell’anno giudiziario Relazione del Vicario giudiziale sulle attività del 2008
147
ISTITUTO SUPERIORE DI SCIENZE RELIGIOSE “ODEGITRIA” Inaugurazione dell’anno accademico 2008-2009 Relazione del Direttore dell’Istituto mons. Vito Angiuli Prolusione del prof. Giorgio Feliciani: “Laico, cioè cristiano”
159 167
INDICE GENERALE CONSULTORIO FAMILIARE DIOCESANO Un anno di attività
645
FONDAZIONE S. NICOLA E SS. MEDICI-FONDO DI SOLIDARIETÀ ANTIUSURA Relazione socio-pastorale del Presidente Quindici anni di solidarietà
807 837
PARROCCHIE Parrocchia S. Croce (Bari) La mostra su san Paolo: servizio della comunità e occasione di crescita
183
Parrocchia S. Maria del Carmine (Sammichele di Bari) La grandezza di un dono
341
DOCUMENTAZIONE La settimana di formazione dei preti dell’Arcidiocesi di Milano nella nostra diocesi
187
Vito Maurogiovanni (1924-2009)
359
PUBBLICAZIONI 189, 345, 647, 845
NELLA PACE DEL SIGNORE don Fedele Sforza mons. Giuseppe Di Tardo diacono Luigi Del Vecchio Nel XX anniversario della morte di mons. Michele Iurilli: “Lo zelo della tua casa mi divora” mons. Antonio Ladisa don Vito Marotta p. Giulio Doronzo, O.F.M. Cap. don Giuseppe Perna don Lawrence Nebechi Ekwe Domenico Saracino. Una vita a servizio della Chiesa e degli uomini
201 205 207 209 365 369 559 659 660 851
DARIO DELL’ARCIVESCOVO Gennaio 2009 Febbraio 2009 Marzo 2009
217 219 371
1005
Aprile 2009 Maggio 2009 Giugno 2009 Luglio 2009 Agosto 2009 Settembre 2009 Ottobre 2009 Novembre 2009 Dicembre 2009
1006
373 563 565 663 664 853 854 989 991
ANNOTAZIONI
1007