Bollettino Diocesano Novembre-Dicembre 2011

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BOLLETTINO DIOCESANO

l´Odegitria

Atti ufficiali e attività pastorali dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto


BOLLETTINO DIOCESANO

l´Odegitria Atti ufficiali e attività pastorali dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto Registrazione Tribunale di Bari n. 1272 del 26/03/1996 ANNO LXXXVII - N. 6 - Novembre - Dicembre 2011 Redazione e amministrazione: Curia Arcivescovile Bari-Bitonto P.zza Odegitria - 70122 Bari - Tel. 080/5288211 - Fax 080/5244450 www.arcidiocesibaribitonto.it - e.mail: curia@odegitria.bari.it Direttore responsabile: Giuseppe Sferra Direttore: Gabriella Roncali Redazione: Beppe Di Cagno, Luigi Di Nardi, Angelo Latrofa, Paola Loria, Franco Mastrandrea, Bernardino Simone, Francesco Sportelli Gestione editoriale e stampa: Ecumenica Editrice scrl - 70123 Bari - Tel. 080.5797843 - Fax 080.2170009 www.ecumenicaeditrice.it - info@ecumenicaeditrice.it


SOMMARIO PRIMA VISITA PASTORALE DI S.E. MONS. FRANCESCO CACUCCI

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UNDICESIMO VICARIATO

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RELAZIONE INTRODUTTIVA

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LETTERE DI S.E. MONS. FRANCESCO CACUCCI ALLE COMUNITÀ PARROCCHIALI A CONCLUSIONE DELLA VISITA PASTORALE: Il grembo della vita cristiana è la comunità ecclesiale Lettera alla comunità parrocchiale “S. Nicola” in Mola di Bari (27-30 gennaio 2011) «Se vedi la carità, tu vedi la Trinità» (sant’Agostino) Lettera alla comunità parrocchiale “SS. Trinità” in Mola di Bari (3-6 febbraio 2011) Casa di comunione Lettera alla comunità parrocchiale “S. Maria di Loreto” in Mola di Bari (10-11 febbraio - 5-6 marzo 2011) «Sinfonia alla Provvidenza» Lettera alla comunità parrocchiale “SS. Rosario in S. Domenico” in Mola di Bari (23 e 25-27 febbraio 2011) Continuate ad aggiungere mattoni Lettera alla comunità parrocchiale “Sacro Cuore” in Mola di Bari (10-13 marzo 2011) «Va’ e anche tu fai così» Lettera alla comunità parrocchiale “S. Maria del Carmine” in Noicattaro (23-27 marzo 2011)

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«Se ami il Buon Pastore» Lettera alla comunità parrocchiale “S. Maria della Pace” in Noicattaro (31 marzo-3 aprile 2011)

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«Una bella grande famiglia» Lettera alla comunità parrocchiale “S. Maria del Soccorso” in Noicattaro (7-10 aprile 2011)

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Parrocchia casa di tutti Lettera alla comunità parrocchiale “Madonna di Lourdes” in Noicattaro-Parchitello (21-25 settembre 2011)

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INDICAZIONI PASTORALI A LIVELLO VICARIALE

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QUINTO VICARIATO

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RELAZIONE INTRODUTTIVA

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LETTERE DI S.E. MONS. FRANCESCO CACUCCI ALLE COMUNITÀ PARROCCHIALI A CONCLUSIONE DELLA VISITA PASTORALE:

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Fame e sete di Dio Lettera alla comunità parrocchiale “S. Ciro” in Bari (29 settembre - 2 ottobre 2011) «Questa è proprio la casa di Dio» (Gen 28,17) Lettera alla comunità parrocchiale “S. Marcello” in Bari (5-9 ottobre 2011) «Famiglia di famiglie» Lettera alla comunità parrocchiale “S. Maria delle Vittorie” in Bari (19-23 ottobre 2011) «Il Dio vicino» Lettera alla comunità parrocchiale “SS. Sacramento” in Bari (3-6 novembre 2011)

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SOMMARIO «Pastore e custode» (1 Pt 2,25) Lettera alla comunità parrocchiale “Buon Pastore” in Bari (16-20 novembre 2011) Le molte membra dell’unico corpo Lettera alla comunità parrocchiale “S. Andrea” in Bari (24-27 novembre 2011) Il Giorno del Signore Lettera alla comunità parrocchiale “S. Pasquale” in Bari (1-4 dicembre 2011)

INDICAZIONI PASTORALI A LIVELLO VICARIALE

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DIARIO DELL’ARCIVESCOVO Novembre 2011 Dicembre 2011

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INDICE GENERALE DELL’ANNATA

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Il n. 6 (novembre-dicembre 2011) del Bollettino Diocesano “L’Odegitria” è interamente dedicato alla Visita pastorale di S.E. Mons. Francesco Cacucci al Quinto Vicariato e all’Undicesimo Vicariato. Gli Atti e i Documenti relativi ai mesi di novembre e dicembre 2011 verranno pubblicati nel numero di gennaio-febbraio 2012.


PRIMA VISITA PASTORALE DI MONS. FRANCESCO CACUCCI ARCIVESCOVO DI BARI-BITONTO Noicattaro Mola di Bari

UNDICESIMO VICARIATO



V ISITA

PASTORALE

UNDICESIMO VICARIATO RELAZIONE

INTRODUTTIVA

Noicattaro Mola di Bari



V ISITA P ASTORALE

UNDICESIMO VICARIATO Relazione introduttiva

L’XI vicariato dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto è formato dalle nove parrocchie dei comuni di Mola di Bari e di Noicattaro, rispettivamente S. Nicola, SS. Rosario, S. Maria di Loreto, SS. Trinità e Sacro Cuore nel comune di Mola, e S. Maria della Pace, S. Maria del Carmine, S. Maria del Soccorso e Madonna di Lourdes in Noicattaro. Gli abitanti di quest’ultima, sita nella zona Parchitello, gravitano più intorno al capoluogo che a Noicattaro. A loro servizio ci sono otto sacerdoti a Mola (5 diocesani e 3 religiosi, di cui 2 vocazionisti e un francescano minore conventuale) e sei a Noicattaro (4 diocesani e 2 religiosi agostiniani). Inoltre ci sono tre diaconi permanenti, a servizio delle parrocchie Madonna di Lourdes, S. Maria della Pace in Noicattaro e S. Nicola in Mola di Bari. Tra i sacerdoti e i religiosi c’è un buon clima di fraternità e di collaborazione pastorale, soprattutto a livello cittadino, che si coltiva con i ritiri spirituali mensili, abitualmente conclusi con l’agape fraterna, con incontri organizzativi, momenti di fraternità in occasione di feste e altro. Una presenza efficace nella testimonianza e nella collaborazione pastorale è offerta dalle comunità religiose femminili. A Mola le Clarisse, punto di riferimento per la spiritualità; due comunità vocazioniste a servizio rispettivamente delle parrocchie SS. Trinità e S. Maria di Loreto ove hanno un istituto assistenziale e una piccola comunità di Discepole del Sacro Cuore a servizio della RSA. A Noicattaro due comunità di Suore Apostole del Sacro Cuore.

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Mola di Bari, ridente cittadina sulla fascia costiera a sud di Bari, conta 26.500 abitanti circa, dediti in modo particolare ad attività marinare e all’agricoltura, ormai organizzata a livello industriale. Non mancano naturalmente professionisti in vari campi di lavoro e attività commerciali legate soprattutto al turismo locale. Mola si presenta vivace anche nelle attività culturali, con gruppi che conservano tradizioni e storia locale e altri che animano la vita cittadina con iniziative musicali, teatrali e altri. Molti sono i molesi residenti all’estero, soprattutto negli Stati Uniti d’America, dove sono organizzati in circoli che mantengono stretti legami con la madre patria. Nella cittadina si respira aria di benessere, ma ci sono anche situazioni di povertà, con le relative conseguenze di degrado morale. Purtroppo, si va diffondendo anche lo spaccio e il consumo di droga. Corretti sono i rapporti con il mondo politico. Noicattaro conta circa 26.000 abitanti e registra una espansione edilizia non indifferente, fino a crearsi una rete di complessi residenziali distanti dal centro urbano e con difficoltà di comunicazione, come Città Giardino, Parco Scizzo, Parchitello, Parco dei Roseti, Poggetto e le Marine. L’agricoltura, attività principale degli abitanti, si è attrezzata di tecnologie e metodi di lavorazione e selezione dei prodotti tanto da aprirsi al grande commercio e così far crescere il reddito di tutta la cittadina. Non mancano professionisti nei vari campi e studiosi ricercatori che conservano gelosamente alla memoria di tutti tradizioni e storia locale. Spirito di iniziativa, attaccamento alla terra, impegno nel lavoro hanno fatto progredire non poco la vita dell’intera cittadina. I due Comuni, pur appartenendo allo stesso distretto territoriale (con Rutigliano), non hanno molti legami, né mezzi di trasporto, tranne che per alcuni studenti noiani che frequentano scuole a Mola, essendo Noicattaro sprovvista di Istituti superiori. Di conseguenza anche nella vita ecclesiale ci sono difficoltà ad operare insieme in modo organico e sistematico. Ciò nonostante, negli incontri vicariali ci si scambia esperienze per un arricchimento reciproco, anche se emerge sempre la domanda se un vicariato possa ridursi a questo, oppure si debba tentare un progetto unitario. Con tali difficoltà, sottolineate in molti verbali e in diverse relazioni, si è scelto sempre di prediligere iniziative di comunione a livello cittadino, riservando all’intero vicariato incontri di approfondimento su spe-


UNDICESIMO VICARIATO - RELAZIONE INTRODUTTIVA cifici temi o ambiti particolari della pastorale (corsi per ministri straordinari della Santa Comunione, incontri di operatori di pastorale familiare, ecc.). Negli anni ‘90, spinti anche dagli uffici diocesani, si incontravano insieme gli operatori Caritas, soprattutto per organizzare la testimonianza della carità nei tempi forti dell’anno liturgico. Risale a quegli anni anche l’impegno per la formazione nel campo sociopolitico, tanto che a Noicattaro si aprì una sede decentrata della Scuola diocesana. Negli stessi anni si profuse impegno anche per la formazione di operatori per la pastorale della famiglia. Per quanto riguarda la preparazione al Sinodo diocesano (19962000), si lavorò soprattutto a livello cittadino, con iniziative anche interparrocchiali. Alcune scelte comunitarie permangono ancora. A Mola: la Giornata dei malati, che si celebra a turno nelle diverse parrocchie, con celebrazione comunitaria del sacramento dell’unzione degli infermi; la festa patronale con iniziative interparrocchiali per fanciulli, giovani, mondo del lavoro, famiglie, ecc.; catechesi bibliche o incontri di interesse particolare; celebrazione comunitaria del Corpus Domini; processione del S. Legno della Croce, ecc. A Noicattaro: celebrazioni penitenziali comunitarie in Avvento e Quaresima; Via Crucis cittadina; concelebrazione al cimitero il 2 novembre con turnazione per chi prepara e presiede; Corpus Domini; festa patronale, la cui preparazione è affidata a operatori delle diverse parrocchie; festa interparrocchiale della famiglia, ecc. Dopo il Sinodo, al centro dell’attenzione di tutte le nostre comunità è stata posta la scelta mistagogica, con la riscoperta della centralità della domenica nella vita cristiana dei singoli e delle comunità. Il Congresso eucaristico nazionale del 2005 è stato un momento forte nella vita delle nostre parrocchie che hanno potuto approfondire la domenica come giorno del Signore, della Chiesa e dell’uomo, se-condo la scansione proposta dalla diocesi. La nota pastorale del vescovo: Un solo altare, una sola assemblea, con una azione pastorale lenta ma efficace è divenuta punto di riferimento nella vita delle nostre comunità parrocchiali. Comune ai due paesi è la religiosità popolare, che viene sempre più

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incanalata nell’alveo della vita liturgica e viene valorizzata non solo per esprimere devozioni, ma come momento di evangelizzazione ed espressione di comunione interparrocchiale. La scelta della pastorale mistagogica contribuisce non poco a legare anche le forme di religiosità popolare alla vita. Naturalmente questo nelle intenzioni degli operatori, quanto ai frutti li conosce solo il Signore. Questo ambito dell’azione pastorale richiama la vita delle Confraternite, che nella gran parte dimostrano quasi sempre disponibilità a lasciarsi guidare nell’azione catechistica e pastorale. Esse prestano un valido servizio lì dove sono custodi di rettorie, ove assicurano manutenzione delle chiese e dignità di culto. Non mancano iniziative per la formazione dei confratelli, soprattutto in occasione delle feste dei loro titolari. A Mola la comunione interparrocchiale si arricchisce anche del contributo dei gruppi del Rinnovamento nello Spirito, della Gi.Fra, del movimento di spiritualità”Vivere In” e del cammino neo-catecumenale, presente nella parrocchia della SS. Trinità. Nella maggior parte delle parrocchie sia di Mola che di Noicattaro è presente l’Azione Cattolica. Negli ultimi anni, soprattutto a Mola, la creazione della Consulta cittadina di pastorale giovanile ha dato un ulteriore impulso alla comunione interparrocchiale, anche se non mancano difficoltà. La Consulta è riuscita ad organizzare ogni anno l’apertura dell’anno liturgico con i primi Vespri della I domenica di Avvento, gli esercizi spirituali e la Via crucis in Quaresima e la festa della comunità per l’accoglienza dei cresimati, ecc. Ci sono stati tentativi di espandere l’esperienza a Noicattaro. Anche in occasione di riflessioni sulla ricerca del bene comune, si è avvertita la necessità di concretizzare in loco qualcosa, ma al solito la difficoltà a spostarsi impediscono la realizzazione. Attualmente le nostre comunità, seguendo le indicazioni diocesane, stanno cercando di concretizzare la meta pastorale della centralità della domenica nel cammino di iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi, coinvolgendo sempre più i genitori nel cammino catechistico dei figli. Sono in corso iniziative varie, dagli incontri di catechesi parallele per i genitori, a iniziative specifiche soprattutto nei tempi forti di Avvento-Natale e Quaresima-Pasqua. Anche nella formazione dei catechisti dei fanciulli si cammina verso


UNDICESIMO VICARIATO - RELAZIONE INTRODUTTIVA il superamento della organizzazione scolastica per rendere il cammino sempre più esperienza di Chiesa. Naturalmente questo spinge anche a un rinnovamento della nostra pastorale familiare. Nello scorso anno ci sono stati incontri vicariali organizzati dall’Ufficio diocesano di pastorale della famiglia. Sono stati molto apprezzati, ma permangono le difficoltà a spostarsi da un paese all’altro. A più riprese emerge poi la necessità di incontri particolari con le famiglie in situazioni irregolari, che a volte si sentono quasi escluse dalla comunione ecclesiale, non potendo accostarsi alla comunione eucaristica. Occorre educare anche le nostre comunità all’accoglienza di queste famiglie e all’accompagnamento spirituale. Sottolineando poi la Chiesa-comunità come soggetto dell’azione pastorale, emerge l’esigenza di educare maggiormente al senso di appartenenza alla propria parrocchia, che sembra superficiale. Forse è anche questa una difficoltà a istituzionalizzare l’incontro settimanale di comunità, che coinvolge ancora poche persone e in alcune parrocchie è riservato solo ai tempi forti dell’anno liturgico. Ci si augura che anche la Visita pastorale possa essere un momento fondamentale che ci aiuti a crescere come Chiesa presente in questo territorio come lievito nella massa, in missione per portare la luce e il sale del Vangelo nella nostra società. Il vicario zonale don Domenico Moro 633



V ISITA

PASTORALE

LETTERE ALLE COMUNITÀ PARROCCHIALI UNDICESIMO VICARIATO

Noicattaro Mola di Bari



U NDICESIMO V ICARIATO

LETTERE ALLE COMUNITÀ Il grembo della vita cristiana è la comunità ecclesiale Lettera alla comunità parrocchiale “S. Nicola” in Mola di Bari a conclusione della Visita pastorale (27-30 gennaio 2011)

Carissimo don Mimì, carissimo diacono Giacomo, carissimi tutti

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi In questa Visita pastorale ho più intensamente avvertito il senso della Chiesa locale e la viva consapevolezza da parte vostra che il vescovo è il visibile principio e fondamento di unità nella Chiesa particolare, la diocesi (LG 23). Il vescovo, infatti, è nella Chiesa e la Chiesa è nel vescovo. Attraverso il vescovo, successore degli apostoli, voi vivete la Chiesa collocata in continuità da Cristo. Dice la Lumen gentium, la Costituzione del Concilio Vaticano II sulla Chiesa, che «nella persona dei vescovi, assistiti dai presbiteri, è presente in mezzo ai credenti il Pontefice Sommo, Gesù Cristo Signore» (n. 21).

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2.Considerazioni sulla vita della comunità

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Ho respirato nella vostra parrocchia la consapevolezza che il compito pastorale del vescovo non è solo uno dei tanti uffici, ma il fondamento di tutti gli altri. Così ho letto la vostra ripetuta richiesta di una mia più costante presenza nella vita della comunità. Ne sarei ben felice. Devo, come fece Gesù, come fecero gli apostoli, recarmi anche «in altre città e villaggi» (Lc 8,1) per annunciare la buona novella del Regno. Così leggo la vostra bellissima e affettuosa accoglienza in questi giorni, dalla prima sera, quando ho incontrato tutta la comunità, all’incontro con i catechisti, i genitori, i piccoli e i ragazzi della II–III–IV–V elementare e della I media. Gli incontri comunitari non si sono sostanzialmente attuati per settori, ma hanno visto coinvolta tutta la realtà parrocchiale, anche quando era prevista la presenza dei membri del Consiglio pastorale parrocchiale, del Consiglio parrocchiale per gli Affari economici e degli operatori pastorali. Perché questo? Perché la più intensa categoria che nel Concilio Vaticano II ha qualificato la Chiesa è quella di «comunione». Ho esperimentato che, al centro della vostra vita parrocchiale, la celebrazione eucaristica domenicale vede continuamente crescere al suo interno il senso di comunità. L’ho avvertito particolarmente nella Messa domenicale, splendidamente curata, dei piccoli, dei ragazzi, dei giovani, degli adulti, delle famiglie. Se è vero che la comunità è edificata innanzitutto dall’Eucaristia, è anche vero che la sua crescita richiede il contributo di tutti. Difficilmente la parrocchia potrà essere una comunità di credenti, e non una semplice stazione di servizi, se non si avranno nella sua vita momenti strutturali in cui giovani, adulti e anziani si ritrovino insieme. L’esperienza vissuta durante il Congresso Eucaristico del 2005 ci ha fatto sentire - ragazzi, giovani e adulti – una sola grande famiglia. Ha, inoltre, favorito notevolmente quel clima di comunione, che è culminato nella veglia del sabato sera e, soprattutto, nella celebrazione eucaristica conclusiva della domenica, presieduta dal papa Benedetto XVI. Se è stato possibile realizzarlo con un così gran numero di persone,


UNDICESIMO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ perché non dovremmo costantemente viverlo nelle nostre parrocchie? La comunità cristiana non può non considerare l’impegno di trasmettere la fede alle nuove generazioni come un elemento importante della propria vita. Ho goduto della presenza di molti genitori dei ragazzi dell’iniziazione cristiana, anche di domenica. È una precisa scelta pastorale prioritaria che avete fatto e che incoraggio senza riserve. Quanto più le famiglie saranno coinvolte nel cammino di fede, accanto ai piccoli, tanto più si assicura la circolarità tra catechesi, celebrazione e vita parrocchiale anche dopo la cresima. L’attenzione alle famiglie faciliterà il piegarsi amorevolmente su quelle situazioni di difficoltà fra i coniugi, oggi più diffuse che nel passato, e che coinvolgono dolorosamente anche i figli.

3. Indicazioni pastorali Da molti anni la vostra comunità parrocchiale esprime una particolare vivacità. Tante iniziative, tanti gruppi sono espressione dei diversi carismi, dei vari doni dello Spirito. Per superare la tentazione della frammentarietà, sempre in agguato, sostengo fortemente l’impegno del parroco don Mimì per sentirsi realmente una sola famiglia. La sua convinta obbedienza al progetto pastorale mistagogico della diocesi trova nell’incontro settimanale comunitario del martedì un fondamentale momento strutturale. Non si tratta di aggiungere alle tante attività, già in cantiere nella vostra parrocchia, altri incontri, come ho sottolineato nel testo sulla “Mistagogia” che ho offerto a tutta la comunità diocesana. È necessario puntare sull’essenziale, forse ridimensionando alcuni impegni consolidati. È indispensabile che tale incontro, che vede giovani e adulti riunirsi insieme settimanalmente, costituisca un momento importante di partecipazione e di corresponsabilità di tutti alla vita della parrocchia. Non è solo la preparazione alla liturgia della Parola domenicale. Abbiamo sperimentato in questi giorni di visita pastorale un clima

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di comunione. Abbiamo respirato gli uni le gioie, le ansie, le difficoltà, le belle realizzazioni degli altri. Questo permette il discernimento comunitario per cogliere il disegno di Dio nel mondo, in particolare nella città di Mola. Sarete allora attenti, in comunione con le altre parrocchie, a cogliere le sfide e le continue sollecitazioni che provengono dalla storia del territorio, e a sapervi rispondere alla luce del Vangelo. «Dalla liturgia alla carità, dalla catechesi alla testimonianza di vita, tutto nella Chiesa deve rendere visibile e riconoscibile Cristo Signore», hanno detto i vescovi italiani nel documento Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia (n. 1). Ho indicato questo percorso anche alle Confraternite, chiedendo loro che sistematicamente si possano incontrare per crescere insieme e allargare gli spazi della partecipazione. I singoli carismi, lungi dall’essere mortificati, emergeranno arricchiti.

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I giovani Ho colto nella vostra parrocchia una ricca presenza di ragazzi e di giovani, autenticamente aperti a una esperienza ecclesiale. Gli incontri di catechesi specifici per fasce di età, pur necessari, non devono far disattendere da parte dei giovani e giovanissimi – lo ripeto – il loro contributo all’incontro settimanale comunitario con gli adulti. La presenza costante di educatori che spendono le loro energie e il loro tempo con i giovani permetterà di gustare sempre più il clima di comunità. Ho suggerito ai giovani, a tal proposito, un loro appuntamento serale per la preghiera di Compieta. L’Azione Cattolica, già presente in parrocchia, spero si arricchisca, secondo le migliori tradizioni, con una presenza più numerosa di adulti, assicurando sempre più il senso e la partecipazione alla vita della Chiesa locale. Il riferimento ai giovani delle altre parrocchie, attraverso la Consulta cittadina di pastorale giovanile, si approfondirà nel rapporto con la Città dei ragazzi della Comunità Frontiera, una volta che si completino almeno alcune essenziali strutture. Penso, in particolare, ai campi sportivi. Durante l’incontro con l’Amministrazione comunale mi sono augurato che alcune problematiche del mondo giovanile vedano


UNDICESIMO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ insieme coinvolte le istituzioni civili ed ecclesiali per assicurare un cammino più sereno alle nuove generazioni. Le varie esperienze di carità che, spesso silenziosamente, si vivono nella comunità, trovano nell’attenzione ai malati e agli anziani, attraverso i ministri straordinari della S. Comunione, una particolare espressione. Quanta santità nascosta (soprattutto dei malati e dei loro familiari) sostiene il cammino di tutti, attraverso la partecipazione alla passione e alla croce di Gesù! Riserva di grazia, per questa parrocchia e per tutta Mola, sono anche le nostre sorelle monache del monastero di Santa Chiara. Avvertiamo tutti l’accompagnamento della loro preghiera e della loro testimonianza.

4. Con lo sguardo rivolto al futuro Dicono ancora i vescovi italiani: «Occorre tornare all’essenziale della fede, per cui chi incontra la parrocchia deve poter incontrare Cristo, senza troppe glosse e adattamenti. La fedeltà al Vangelo si misura sul coerente legame tra fede detta, celebrata e testimoniata, sull’unità profonda con cui è vissuto l’unico comandamento dell’amore di Dio e del prossimo, sulla traduzione nella vita dell’Eucaristia celebrata» (Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, n. 13). Il vostro parroco, il carissimo don Mimì, coadiuvato dal diacono Giacomo, sente, vive e si impegna con rara sensibilità e capacità pastorale a guidare la vostra comunità secondo questo orientamento, espressione di autentica “mistagogia in atto”. La gioia che la liturgia eucaristica ci ha fatto gustare è anche il prolungamento di un dono ricevuto dal Signore in questi giorni. + Francesco Cacucci Arcivescovo

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U NDICESIMO V ICARIATO

LETTERE ALLE COMUNITÀ «Se vedi la carità, tu vedi la Trinità» Lettera alla comunità parrocchiale “SS. Trinità” in Mola di Bari a conclusione della Visita pastorale (3-6 febbraio 2011)

Carissimi don Getulio, don Joceller, don Sabino, carissimi fratelli e sorelle

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi Alla luce del carisma di don Giustino Russolillo, prossimo beato della Chiesa universale, fondatore dei Padri Vocazionisti e delle Suore Vocazioniste, che prestano il loro prezioso ministero nella vostra parrocchia da quasi 36 anni, il mistero della Trinità inondi di bene e di grazia il vostro cammino al termine di questa Visita pastorale. La luce di Cristo, richiamata nell’odierna liturgia, costituisce il «filo rosso» che unisce il Natale alla Pasqua. L’inno dei secondi vespri di questa domenica ci fa comprendere maggiormente il titolo di questa parrocchia: O Trinità beata, luce, sapienza, amore, vesti del tuo splendore il giorno che declina.

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È la luce che nella festa della Candelora del 2 febbraio scorso ha richiamato quella consegna della candela, accesa al cero pasquale il giorno del nostro Battesimo. Luminosi mi sono sembrati particolarmente i volti dei nostri piccoli e dei nostri ragazzi nell’incontro di sabato e durante la Messa domenicale. Rappresentano il futuro della vostra comunità.

2. Considerazioni sulla vita della comunità

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In questi giorni ho visitato con più agio e in modo completo il territorio della vostra parrocchia. È il territorio parrocchiale più esteso di Mola. Quale cambiamento dai primi insediamenti e dal 1975, inizio dell’attività parrocchiale! Le due espressioni che ci aiutano a guardare, in prospettiva, il territorio parrocchiale sono: riqualificazione e ricucitura. La riqualificazione coinvolge i nuovi insediamenti, che rappresentano un completamento delle unità abitative già presenti, e considera il territorio non più quale periferia urbana, ma un quartiere maggiormente caratterizzato sotto il profilo umano e strutturale. Naturalmente una più completa rete viaria opererebbe una ricucitura con il centro e gli altri quartieri. Questo rappresenta lo sviluppo previsto, che tutti ci auguriamo si attui in un tempo non troppo ampio. Una cosa è certa: le famiglie del territorio sono sempre più giovani. I dati statistici che mi avete fornito confermano questa tendenza: in parrocchia i battesimi in un anno sono stati 17, i defunti 5 (al di là della “Residenza per anziani” che abbraccia un bacino d’utenza molto più ampio). I bambini sono quindi in crescita. Ciò comporta un’impostazione pastorale che privilegi l’attenzione alle generazioni più giovani. A cominciare dai piccoli, dai ragazzi e dalle loro famiglie.

3. Indicazioni pastorali La fedeltà, nel cammino dell’iniziazione cristiana, non solo alla catechesi settimanale ma anche alla celebrazione eucaristica domenicale, passa attraverso il coinvolgimento dei genitori.


UNDICESIMO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ Anche solo da un punto di vista logistico, l’ampiezza del territorio non facilita lo spostamento dei piccoli e dei ragazzi verso la chiesa e gli ambienti parrocchiali, senza l’accompagnamento dei genitori. Suggerirei allora di incrementare, in contemporanea con l’incontro dei piccoli dell’iniziazione cristiana, la partecipazione dei genitori a una catechesi specifica. Nella messa domenicale sarà più agevole creare quella saldatura tra fede e rito che connota il cammino mistagogico della nostra pastorale diocesana. Inoltre: non è possibile una “educazione alla vita buona del Vangelo” dei ragazzi senza un loro coinvolgimento nell’esperienza dell’oratorio. Avete già sperimentato quest’attività. Sarà necessario incrementarla, rendendo il campo sportivo, sufficientemente ampio, più idoneo per un utilizzo continuativo. La generosa collaborazione di tutti aprirà prospettive educative incoraggianti. Ulteriori spazi a disposizione della parrocchia potranno essere considerati in seguito. I giovani Sapete come mia preoccupazione prioritaria di vescovo a Mola, e non da poco tempo, rappresenti la pastorale giovanile. Ai giovani va riservata più voce e più responsabilità nella comunità parrocchiale, in controtendenza con una disattenzione crescente da parte della società degli adulti nei loro confronti. Ho incontrato il gruppo dei giovani. È necessario che non facciano mancare la loro voce anche nel Consiglio pastorale parrocchiale. A breve distanza da voi, a San Materno, si sta completando la struttura della Città dei ragazzi, guidata da padre Giuseppe Di Stefano. Se l’attenzione ai minori a “rischio” rappresenterà un servizio prezioso per il territorio, la finalità del Centro di San Materno riguarda tutta la realtà giovanile molese, che deve consolidarsi attraverso la collaborazione delle cinque parrocchie e la Consulta cittadina di pastorale giovanile. Ho incontrato i sacerdoti che esercitano il ministero a Mola: tutti concordano sulla sfida pastorale che, come comunità cristiana, è necessario affrontare in riferimento ai giovani.

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Come ben vedete, guardiamo a un futuro pieno di speranza (Ger 29,11), che ci impegna in un ulteriore passaggio. Incontro comunitario settimanale «Se vedi la carità, tu vedi la Trinità», ci dice sant’Agostino. Ma è anche vero che fondamento della nostra comunione pastorale è il dono stesso del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo che abitano in noi fin dal momento del battesimo. Nella preghiera liturgica di questa V domenica del Tempo Ordinario, chiediamo: «fa’ che uniti al Cristo in un sol corpo portiamo con gioia frutti di vita eterna per la salvezza del mondo» (Orazione dopo la comunione). La comunione è fonte della missione. Non si può essere efficaci missionari nella parrocchia in un mondo che cambia senza una concreta esperienza di comunione pastorale. I vari gruppi parrocchiali: catechisti, Caritas, schola cantorum, apostolato della preghiera, gruppo “a servizio della Divina Misericordia”, neocatecumenali, adulti, giovani, sono chiamati a incontrarsi settimanalmente, non solo per preparare la liturgia domenicale, ma anche per uno scambio reciproco di doni e per guardare alle nuove sfide che, nel territorio, la parrocchia è chiamata ad affrontare. Non intendo smorzare i singoli carismi, ma richiamare che essi, secondo l’insegnamento di san Paolo, sono autentici se sono messi a disposizione «per l’utilità comune» (1Cor 12,7).

4. Con lo sguardo rivolto al futuro 646

La via della santità è quella privilegiata. Don Giustino Russolillo, che venereremo beato il 7 maggio prossimo, ci assista. + Francesco Cacucci Arcivescovo


U NDICESIMO V ICARIATO

LETTERE ALLE COMUNITÀ Casa di comunione Lettera alla comunità parrocchiale “S. Maria di Loreto” in Mola di Bari a conclusione della Visita pastorale (10-11 febbraio; 5-6 marzo 2011)

Carissimo don Pasquale, carissimi fedeli, ho vissuto in due tappe la Visita pastorale alla vostra parrocchia a motivo, come ben sapete, della morte di mia madre. Vi ringrazio per la vostra affettuosa vicinanza e per la vostra preghiera rivolta a Gesù Risorto, per intercessione della Madre del Cielo. Anche per il vescovo la morte della madre rappresenta un momento pasquale (di passaggio) nella sua vita. 1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi La celebrazione eucaristica interparrocchiale per la Giornata del malato, con il conferimento del sacramento dell’unzione degli infermi, si è prolungata nella visita ad alcuni ammalati della vostra parrocchia nella mattinata di venerdì 11 (memoria della Madonna di Lourdes) e domenica 6 marzo. La presenza orante degli ammalati - non mi stancherò mai di sottolinearlo - sostiene il cammino di una comunità più di qualsiasi altro impegno pastorale. È la partecipazione al sacrificio pasquale di Cristo, vissuta come evento di grazia nella propria carne, che avvalora ancor più la partecipazione sacramentale in chiesa e rende presenti spiritual-

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mente i fratelli e le sorelle segnati dall’età e dalla sofferenza, anche attraverso il servizio dei ministri straordinari della S. Comunione.

2. Considerazioni sulla vita della comunità

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L’ “emergenza educativa” per i piccoli e i ragazzi La loro accoglienza e partecipazione è stata ricca di emozioni fin dal primo momento, prolungandosi durante la visita alla scuola “San Giuseppe”. Ha coinvolto i catechisti e i genitori, fino alla celebrazione eucaristica domenicale e alla festa con i bambini di 1° e 2° elementare. Si respira un clima gioioso, che, sostenuto dall’impegno dei catechisti, vede la partecipazione contemporanea dei genitori per l’approfondimento dell’itinerario di fede comunitario. Ho avuto modo di insistere a più riprese sulla necessità di offrire ai piccoli e ai ragazzi la possibilità di giocare in gruppo, superando la tentazione di un ripiegamento narcisistico che può insidiare le generazioni dei cosiddetti “nativi digitali” (cresciuti cioè in “ambiente” telematico attraverso i videogiochi, il cellulare, il computer, ecc.). Quando si parla di “emergenza educativa”, mi riferisco a voi genitori, che siete affettuosi, preoccupati per i vostri figli, accudenti, ma non sempre “educanti”. Si assiste ad uno strano “silenzio” degli adulti, dei genitori che spesso rinunciano a trasmettere una visione della vita, a dare criteri per le scelte, limitandosi ad offrire una molteplicità di impegni (danza, scuola di calcio, musica) che spesso determinano stanchezza e smarrimento nei figli. Ciò richiede dagli adulti la capacità di stare con i figli. Qui si inserisce il tempo del giuoco. Apprezzo molto voi genitori che partecipate al momento educativo in parrocchia. Dovete tutti investire in un oratorio che permetta ai vostri piccoli e ai ragazzi di giocare, di gioire insieme con i loro educatori. Non è più tempo di delega. Accetterete la “sfida dell’educazione”, restituendo così alla generazione del terzo millennio la fiducia nella vita e la speranza nel futuro. Una vivace presenza di ragazzi di ACR, di giovanissimi e giovani Partirei dalle immagini offerte sabato sera, durante la “Serata di fraternità”, per richiamare le emozioni e i ricordi delle esperienze vis-


UNDICESIMO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ sute insieme nei campi scuola dei ragazzi a Cozze e nelle esperienze estive dei giovanissimi e dei giovani. Restano e resteranno impresse nella mente e nel cuore di tutti. D’altronde don Pasquale ha sempre investito nella sua vita sacerdotale in tale direzione. Sappiate che l’esperienza di Azione Cattolica aiuta i gruppi a non diventare autoreferenziali, aprendosi alla Chiesa locale e a esperienze più ampie. Penso ai raduni diocesani e, a livello più ampio, alle Giornate mondiali della Gioventù. Anche il cammino della Consulta di pastorale giovanile a Mola deve vedere il vostro apporto significativo. Sono contento che alcuni educatori ed educatrici si dedichino pienamente a voi. Anche l’esperienza del teatro segna positivamente il cammino educativo giovanile. Il clima generale, quindi, è molto positivo.

3. Indicazioni pastorali Il dialogo tra le generazioni Fin dalla prima sera, nell’incontro con tutta la comunità parrocchiale, ho richiamato il dialogo tra le generazioni. È compito degli adulti narrare ai giovani, con la loro testimonianza, la rilevanza, la forza, la bellezza dell’avventura evangelica ed ecclesiale. Le immagini che abbiamo visto scorrere sui 60 anni di storia della parrocchia non rappresentano innanzitutto un sentimentale “amarcord”, ma vogliono raccontare alle nuove generazioni che senza “memoria” non è possibile guardare al futuro. Una comunità cresce se soprattutto giovani e adulti insieme concorrono a “progettare” il futuro. Per questo è indispensabile, soprattutto per la vostra comunità, vivere l’incontro settimanale comunitario di giovani e adulti, nel quale lasciarsi illuminare dalla liturgia della domenica seguente e “leggere” i segni dei tempi che attraversano il vostro territorio. A questo incontro auspico che partecipino i membri della Confraternita del S. Monte del Purgatorio, così attenti e presenti in questi giorni di Visita pastorale nelle celebrazioni liturgiche.

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Non mancherà il sostegno dei soci dell’Apostolato della preghiera e di coloro che in modi diversi prestano il loro servizio in parrocchia (come la cura dell’altare e della chiesa). “Restaurata restauranda” Non ci deve sfuggire il fatto che tutto il “discorso della montagna” si conclude, nella liturgia di questa domenica, con la piccola parabola del saggio che costruisce la sua casa sulla roccia, a differenza dello stolto che la edifica sulla sabbia. Le immagini di questa chiesa parrocchiale, che rischiava di scivolare sulla terra e quasi “sfarinare”, e che ora, dopo il restauro, è tornata a splendere come un gioiello ritrovato, devono rappresentare il cammino di questa comunità parrocchiale. “Restaurata restauranda”: la didascalia che ha accompagnato le immagini sul video della “memoria” indica la strada da percorrere. Dovete curare questa chiesa materialmente e spiritualmente. I benefici non consueti ricevuti dall’8‰ e dalla comunità più vasta, anche per la casa canonica, vi devono rendere più partecipi e responsabili, avvertendo il dovere di contribuire alle necessità delle comunità di tutta la diocesi. Anche il restauro della chiesa della Madonna delle Grazie è in prospettiva. Mi auguro che in seguito sia il turno della bella chiesa della Purificazione. Amate il vostro parroco che spende generosamente le sue energie sacerdotali per voi. L’incontro con le cooperative e la marineria molese presso la Lega Navale ha richiamato, in continuità col filmato offerto dal “Sovvenire della CEI”, il ruolo effettivo e simbolico che ha ricoperto e ricopre il campanile della vostra chiesa. 650 4. Con lo sguardo rivolto al futuro Un faro per i marinai, i pescatori; un faro sempre deve rappresentare questa chiesa per tutte le persone della comunità parrocchiale, per tutta Mola. Come Maria, il cui nome significa “Illuminatrice del mare”. + Francesco Cacucci Arcivescovo


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LETTERE ALLE COMUNITÀ «Sinfonia alla Provvidenza» Lettera alla comunità parrocchiale “SS. Rosario in S. Domenico” in Mola di Bari a conclusione della Visita pastorale (23 e 25-27 febbraio 2011)

Carissimi don Vincenzo e don Evan, carissimi fedeli

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi Fin dal suo sorgere, come parrocchia, questa comunità sembra incarnare il fiducioso canto alla Provvidenza, elevato durante la liturgia domenicale (VIII del Tempo Ordinario), che conclude la Visita pastorale del Vescovo. Le guide di questa parrocchia (parroci e vicari cooperatori), in oltre 65 anni, hanno educato i fedeli loro affidati ad uno spirito di fede e di abbandono in Dio veramente esemplari. Come vescovo sento il bisogno di riconoscere e di confermarvi in questo ricco itinerario. Le parole del Canto alla comunione della liturgia di questa domenica sgorgano dal labbro di ciascuno di noi: «Voglio cantare a Dio per il bene che mi ha fatto, voglio lodare il nome del Signore Altissimo».

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2. Considerazioni sulla vita della comunità

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Nei vari interventi di questi giorni ho colto la ricchezza dell’esperienza finora vissuta, da alcuni da lunga data, da altri – soprattutto bambini, ragazzi, giovanissimi – con una scoperta sempre nuova delle sorprese di Dio nella vostra vita. Uno degli ultimi frutti dei semi gettati e sviluppatisi con l’acqua della grazia divina è lo “Sportello ELP”. Non abbiamo avuto modo di approfondirne gli interessanti molteplici aspetti, ma, dalle descrizioni che mi avete offerto, colgo in esso lo sviluppo di un cammino di fede percorso alla luce della Parola, nell’accoglienza della grazia sacramentale, riflesso nella testimonianza della vita. In fondo, sono i giovani adulti, formati in questa comunità che, lungi dal ripiegarsi su se stessi, si aprono «sulla misura del cuore di Cristo» alle molteplici domande di aiuto che salgono da tante persone e da tanti settori della società contemporanea (dal gioco per i più piccoli, al superamento delle “tentazioni” dei preadolescenti, alle iniziative per i giovani, all’attenzione alle varie espressioni di disagio sociale). L’incontro con il mondo del lavoro mi ha permesso di cogliere le ulteriori potenzialità che questa comunità possiede. Nei confronti dei piccoli, dei ragazzi dell’iniziazione cristiana e dell’ACR avete una cura particolare. I riflessi del cammino che state percorrendo li ho colti durante la visita alla scuola elementare “San Giuseppe” e alla scuola media “Tanzi”, e durante l’incontro con i piccoli, i ragazzi, l’ACR, i loro genitori, i catechisti e gli educatori. Il “tono” della liturgia domenicale ha confermato la continuità tra fede e rito, così difficile da attuare nella nostra pastorale. Il gruppo “Casa Miriam” richiama la partecipazione all’educazione alla fede da parte dei genitori. Sono esperienze di “mistagogia in atto”, che rendono in tal senso esemplare il vostro impegno educativo. Mi auguro che l’iniziativa dello “Sportello ELP”, “Giochiamo al futuro” in collaborazione col Comune, sostenga i catechisti e gli educatori nell’inculcare nei piccoli e nei ragazzi il gusto del gioco e permetta di sviluppare, nonostante la carenza di spazi, esperienze di oratorio, tanto necessarie per assicurare la continuità della presenza in parrocchia e far superare la dispersione del dopo-cresima.


UNDICESIMO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ Sui più piccoli si deve posare amorevolmente lo sguardo degli adulti e dei giovani. Ma veniamo all’esperienza dei giovanissimi e dei giovani. Vi ho trovati vivaci e motivati nell’impegno. Una ricca tradizione vi sostiene. Mi sono permesso, però, di offrirvi qualche indicazione di metodo per una crescita più serena e propositiva.

3. Indicazioni pastorali Partendo dalla catechesi settimanale Mi sembrano efficaci gli itinerari formativi finora vissuti. Ma mi permetto di suggerire una sistematicità di contenuti, alla luce della Parola di Dio, della Tradizione, del Magistero della Chiesa, per “leggere i segni dei tempi” nell’oggi. Per questo si richiede nei gruppi la compresenza dei sacerdoti e degli educatori. A tale proposito, mi sembra necessario spostare dalla domenica a un giorno infrasettimanale la catechesi dei giovanissimi, onde permettere la presenza dell’assistente spirituale. Ho anche suggerito di stabilire un appuntamento serale quotidiano (alle ore 20), soprattutto dei giovani e giovanissimi, per la recita di Compieta. La partecipazione libera promuoverà un clima di sempre maggiore comunione e di confronto amichevole. Si cresce, infatti, nell’incontro costante e nel dialogo incessante e paziente. Il terzo punto che ho inteso sottolineare riguarda l’incontro comunitario settimanale di adulti e giovani. Gli adulti della comunità segnano la memoria storica e la fedeltà alla vita della Chiesa. Insieme con i più giovani esercitano il ministero di catechisti, animano il canto liturgico, curano l’altare e la chiesa, alimentano la preghiera (Apostolato della preghiera e Gruppi di preghiera Padre Pio), partecipano al gruppo teatrale. Gli adulti devono esercitare, senza paternalismi, il loro ruolo di “padri” e “madri” nella comunità. Perciò la conoscenza “per nome” e la crescita con i giovani e i giovanissimi, settimanalmente vissuta, permetteranno, non solo di “preparare” le tappe domenicali del-

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l’anno liturgico, ma anche di sentirsi “insieme” partecipi della missione della parrocchia “in un mondo che cambia”. È necessario spostare lo sguardo da se stessi verso il “mondo” che il Signore ci chiama ad evangelizzare. Questo ho suggerito anche durante l’incontro con gli anziani al Centro Sociale Polivalente. Naturalmente alle catechesi per gruppi e all’incontro settimanale comunitario è necessario che partecipino anche i componenti del gruppo teatrale “Tuttinscena”. Nell’incontro che ho avuto con i sacerdoti di Mola ho richiamato la necessità di ravvivare la Consulta di pastorale giovanile a livello cittadino, per crescere insieme e posare uno sguardo di amore sui coetanei che non incrociano la parrocchia e che talvolta vivono non solo “ai margini” della Chiesa, ma anche della società.

4. Con lo sguardo rivolto al futuro

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Una parola finale vorrei indirizzarvi, per esprimere il mio compiacimento al “Comitato pro restauri” e a tutti voi, in vista del restauro della chiesa e dei locali adiacenti. Il lavoro fin qui svolto è encomiabile. La sinergia tra parrocchia e diocesi ha permesso di assicurare quanto è necessario, attingendo ai fondi dell’8‰ della Chiesa italiana, e ad altri contributi. Preoccupazione costante deve essere quella di vivere questo “evento” quale esperienza ecclesiale, che permetta di far sentire a tutti la partecipazione alla cura della “casa comune” che è la parrocchia. Per questo nessuno si deve sentire spettatore. L’arco della vita parrocchiale, allora, si ricompone, riconoscendo la ricchezza e la varietà dei ministeri e dei carismi. A cominciare dal ministero sacerdotale, vissuto con dedizione e amore esemplare da parte dei carissimi don Vincenzo e don Evan, per godere della presenza variegata e gioiosa degli adulti, dei giovani, dei giovanissimi, dei ragazzi, dei bambini. La “passione educativa”, in questo decennio ad essa dedicato da parte delle Chiese che sono in Italia, sia contagiosa per tutti. Vi benedico. + Francesco Cacucci Arcivescovo


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LETTERE ALLE COMUNITÀ Continuate ad aggiungere mattoni Lettera alla comunità parrocchiale “Sacro Cuore” in Mola di Bari a conclusione della Visita pastorale (10-13 marzo 2011)

Carissimo don Franco, carissimi fedeli, ho inteso rivolgermi a voi riecheggiando le parole pronunciate da te, don Franco, il giorno della tua successione al caro don Michele Battista, padre e fondatore di questa comunità parrocchiale.

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi Don Franco ha tenuto fede a quell’auspicio iniziale offrendo una fulgida testimonianza di fraternità sacerdotale, di rispetto, di premura filiale nei confronti del suo predecessore. D’altronde lo stesso don Franco ha propiziato l’avvio della parrocchia, quale rappresentante legale, dal 30 giugno 1988 al 12 marzo 1989. Il suo, pertanto, è stato un felice ritorno, nel segno della continuità.

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Vorrei particolarmente sottolineare il valore educativo di questa testimonianza, che può richiamare esemplarmente da una parte il rispetto colmo di amore che bisogna coltivare verso gli anziani e dall’altra la discrezione che deve sempre accompagnare chi è ricco di anni e di esperienze nei confronti dei più giovani. I confratelli sacerdoti e le famiglie trovino occasione per imitare tale esempio e per riceverne edificazione. A questo contribuisce anche il gruppo di sposi “Opera dell’Amore sacerdotale”, voluto da don Michele.

2. Considerazioni sulla vita della comunità

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La parrocchia nel territorio La vostra parrocchia, in questi ventidue anni di vita, è diventata sempre più riferimento nel territorio. Infatti gli insediamenti abitativi, alcuni risalenti a circa 30 anni addietro, altri in continua espansione, trovano nella nuova bella chiesa parrocchiale un luogo identificativo della zona di Mola denominata “Cozzetto”, e un richiamo di educazione alla fede e alla vita comunitaria. Ho definito la chiesa “bella”. E tutti ne siete fieri. È stato il frutto dei sacrifici del parroco e dei fedeli, che con la loro generosità ne hanno permesso la costruzione in soli tre anni (1993-1996). È vero che la parrocchia necessita di ulteriori strutture per gli incontri e per l’offerta ricreativa. Molto è stato già realizzato, con l’aggiunta della casa canonica inaugurata nel 2004 (utilizzata anche per il catechismo dei piccoli e per vari incontri comunitari). Prima di far crescere altre strutture, mi permetto di suggerirvi di curare costantemente la manutenzione dell’edificio chiesa, che – come sovente accade – negli anni successivi alla costruzione presenta qualche lieve carenza. Non posso, in ogni caso, non lodarvi per la generosità che vi contraddistingue e che fa sentire la chiesa parrocchiale come “casa di tutti”. Inoltre il territorio in ulteriore espansione raccoglie soprattutto famiglie giovani. Ciò significa che la parrocchia ha un “futuro pieno di speranza” (secondo il titolo del Libro del Sinodo diocesano) e deve investire sulle nuove generazioni le migliori energie.


UNDICESIMO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ I giovani Mi ha riempito il cuore di gioia la serie di incontri che ho avuto, appunto, con i giovani. A cominciare dalla scuola. Gli alunni delle quinte classi del Polivalente (Liceo scientifico “E. Majorana” e ITIS “Leonardo da Vinci”) con la dirigente scolastica, i docenti e il personale mi hanno riservato una calda accoglienza. L’incontro è continuato con i giovani dell’Istituto professionale “Tridente”. Il dialogo con i giovani, protrattosi a lungo, mi è sembrato fecondo. Permane nei giovani un bisogno di confronto, di approfondimento delle tematiche che attraversano le nostre vite, oggi. Occorre superare i giudizi affrettati e stereotipati sulla indifferenza delle nuove generazioni. Particolarmente intenso è stato l’incontro con l’ACR, i giovanissimi e i giovani della parrocchia domenica mattina. I gruppi parrocchiali sono numerosi e molto ben motivati con educatori che spendono le loro migliori energie. Continuate in tale direzione. È proprio vero che l’intuizione riguardante la Città dei Ragazzi, che vede padre Giuseppe De Stefano in prima persona impegnato, e che, tra l’altro, ha coinvolto la vostra parrocchia nell’iniziativa di maggio “Eternamente”, deve, attraverso la Consulta cittadina di pastorale giovanile, sviluppare ulteriore creatività per posare lo sguardo sulla maggior parte dei giovani molesi lontani dalle parrocchie, alcuni dei quali segnati da situazioni devianti (come la tossicodipendenza). Suggerisco, inoltre, di prevedere, ogni sera, la preghiera di Compieta, che permetta di incontrarsi liberamente, alimentando una comunione più intensa.

3. Indicazioni pastorali Il nascondimento del dialogo tra le generazioni «È tempo di discernimento», dicono i vescovi italiani fin dal primo capitolo degli Orientamenti pastorali del decennio in corso Educare alla vita buona del Vangelo.

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Non dobbiamo nascondere l’attuale crisi degli adulti. Gli Orientamenti la denunciano senza mezzi termini: «I giovani si trovano spesso a confronto con figure adulte demotivate e poco autorevoli, incapaci di testimoniare ragioni di vita che suscitano amore e dedizione» (n. 12). È vero che bisogna evitare indebite generalizzazioni. Questa comunità parrocchiale è composta da tanti adulti che, in questi anni, hanno testimoniato una notevole coerenza di vita e un coinvolgimento personale. Mi permetto però di notare che, come dovunque, anche qui, non si è esenti dal rischio di crescere “separatamente”, giovani e adulti. I giovani devono respirare il clima degli adulti che sappiano narrare loro costantemente la rilevanza, la forza e la bellezza dell’avventura evangelica ed ecclesiale. Ciò esige spazi di incontro tra giovani e adulti, che ho indicato con forza, presentando il progetto pastorale mistagogico, proprio nell’incontro settimanale comunitario. È quello il luogo in cui riallacciare i fili del dialogo tra le generazioni, ridando spessore alla vita, alla luce della Liturgia domenicale e del cammino della comunità cristiana, nella problematica del territorio e delle esperienze quotidiane (dalla famiglia, alla scuola, al lavoro, allo svago, all’uso della ricchezza - che non manca nel territorio -, al costo delle case, all’affettività). Esorto, quindi, a incrementare, al di là delle catechesi di settore, la partecipazione all’incontro comunitario settimanale. Invito in particolare l’Azione Cattolica, che vedo con soddisfazione crescere in questi anni in seguito al mio incoraggiamento iniziale, a contribuire a questa crescita dello spirito comunitario. 658

I piccoli dell’iniziazione cristiana Rappresentano una vera ricchezza. L’impegno educativo nei loro confronti è encomiabile. Ho notato il coinvolgimento dei genitori, anche nella partecipazione alla messa domenicale, che spero non registri attenuazione nei tempi di vacanze dalla scuola (soprattutto nel periodo natalizio e durante l’estate). In prospettiva prevedete l’attenzione al gioco e a una struttura oratoriana.


UNDICESIMO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ 4. Con lo sguardo rivolto al futuro Al di sopra di tutto c’è la carità, che sgorga dal cuore sacerdotale del parroco e che si esprime in varie forme di attenzione alle persone, anche al di là della struttura parrocchiale (come nell’Associazione “Insieme”). Sul piano culturale, mi complimento per la biblioteca appena allestita e per la prossima pubblicazione di un volume sulla parrocchia in questo primo periodo di vita. L’amore del Cuore di Gesù vi colmi di ogni grazia. + Francesco Cacucci Arcivescovo

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LETTERE ALLE COMUNITÀ «Va’ e anche tu fai così» Lettera alla comunità parrocchiale “S. Maria del Carmine” in Noicattaro a conclusione della Visita pastorale (23-27 marzo 2011)

Carissimo don Tino, carissimi fedeli

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi Il titolo del volume della tesi di dottorato in teologia pastorale di don Tino “Va’ e anche tu fai così”, credo raccolga la luminosa esperienza pastorale che la vostra parrocchia sta vivendo. Posso dire coram Domino (davanti al Signore) che ho vissuto con intensissimo gaudio questi giorni di Visita pastorale tra voi. Mi verrebbe da dire che la pur ricca e articolata Relazione pastorale presentatami, frutto di una fede pensata, celebrata e vissuta, non “racconta” in modo completo quanto ho potuto vedere con i miei occhi e vivere con intensa partecipazione.

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2. Considerazioni sulla vita della comunità

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Il primo capitolo del libro di don Tino tratta della “narrazione” di Dio attraverso un linguaggio “performativo”. Può risultare un’espressione difficile. Ma è quanto voi vivete. Fate in modo cioè che il Signore non solo venga annunciato, ma reso anche presente nei segni liturgici. Questi risaltano come l’eco della Parola. Mi è sembrato che tutte le espressioni della vita comunitaria siano profondamente incarnate nella storia di oggi, nella cultura contemporanea, profondamente influenzata dagli strumenti della comunicazione di massa, tecnologicamente sempre più avanzati. Quante volte questa consapevolezza ha fatto da sottofondo alle vostre domande e riflessioni, anche a quelle dei più piccoli a scuola! Mi piace pensare alla vostra comunità parrocchiale come a un grande mosaico, nel quale i singoli tasselli sono incastonati assicurando il disegno complessivo; o a un grande affresco che permette di cogliere la visione centrale attraverso le singole parti che non si disperdono nei particolari. In un tempo di frammentazione, rappresenta un tentativo esemplare di cammino pastorale unitario. Probabilmente non sempre vi accorgete in modo riflesso di questo risultato. C’è certamente nella consapevolezza di don Tino e nella progettazione offerta dal Consiglio pastorale parrocchiale. È proprio vero, non si può attuare un progetto pastorale senza una visione teologica di fondo, senza una visione globale della realtà pastorale, che ispira le mete e gli obiettivi, da realizzare con le relativa priorità. Questo colgo con particolare soddisfazione spirituale nella vostra comunità. Alla base delle singole scelte e delle specifiche attività si legge un metodo, che il parroco possiede, e che riesce a tradurre attraverso il coinvolgimento e la corresponsabilità di tutti. La guida del parroco è amorevole, intelligente, ferma, rispettosa di tutti. Per cui i vari carismi, doni dello Spirito presenti nella comunità, si sviluppano armonicamente.


UNDICESIMO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ 3. Indicazioni pastorali Beninteso, non voglio affermare che avete raggiunto la mèta. Ci siamo intrattenuti lietamente in questi giorni su questo argomento. Tutte le persone e le realtà trovano nell’“arca” di tutti, che è la Chiesa, l’evento di salvezza decisivo per la comunità dei figli di Dio (cfr Mt 24, 37 sgg.). L’arca porta infatti la Parola di Dio e, circondata dai flutti, è «figura del Battesimo» che ci salva (cfr 1Pt, 3, 20 sgg.). La liturgia della III domenica di Quaresima ci ha donato il segno dell’acqua purificatrice e dissetante. Fate in modo che cresca sempre più lo stile di servizio che contraddistingue la vostra comunità per una educazione integrale di tutti alla vita buona del Vangelo. Continuate a lavorare con gioia e con entusiasmo per realizzare, come avete detto nella Relazione, il passaggio da una pastorale dell’azione ad una pastorale della relazione, realizzando il dialogo tra le generazioni e l’integrazione necessaria tra i giovani e gli adulti, con un particolare riferimento alla famiglia. Sia costante la preoccupazione e l’attenzione formativa alle nuove famiglie accompagnandole e sostenendole nei primi mesi ed anni di vita coniugale. Esorto particolarmente l’Azione Cattolica a rendere disponibili alcuni soci a livello diocesano. La ricchezza di persone e di doni si riversi a beneficio di tutti.

4. Con lo sguardo rivolto al futuro Continuate a incarnare il Vangelo in un mondo che cambia, anche attraverso l’approfondimento ulteriore della dottrina sociale della Chiesa durante l’incontro settimanale comunitario che – ne sono certo – assumerà sempre più il carattere di “discernimento” dei “segni dei tempi”. Santa Maria del Carmine, “giardino di Dio”, vi protegga sempre. + Francesco Cacucci Arcivescovo

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LETTERE ALLE COMUNITÀ «Se ami il Buon Pastore» Lettera alla comunità parrocchiale “S. Maria della Pace” in Noicattaro a conclusione della Visita pastorale (31 marzo-3 aprile 2011)

Carissimo don Oronzo, carissimi fedeli

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi Mi sembra che il ministero di don Oronzo riecheggi la bella espressione di sant’ Agostino nella domenica del Buon Pastore: «Se Lo ami, seguilo». Anche se solo un tratto della sua vita l’ha vissuto dedito alla cura delle vocazioni sacerdotali in Seminario, il suo amore al sacerdozio, il suo zelo senza risparmio caratterizzano il suo impegno pastorale nella vostra parrocchia. D’altronde non è stato Noicattaro fonte ricchissima per molti decenni di vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata? Sono certo che, nonostante il clima culturale contemporaneo ben diverso, il discernimento vocazionale e le vocazioni di speciale consacrazione non segneranno il passo. Il Signore non guarda l’apparenza, ma il cuore (cfr 1Sam 16,7).

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2. Considerazioni sulla vita della comunità

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“Contagio di fede” E’ la incisiva espressione da voi usata per significare la comunicazione del Vangelo ai piccoli dell’iniziazione cristiana che ho gioiosamente incontrato il primo giorno con i catechisti e le famiglie; in seguito durante la visita alla scuola “Desimini”, guidata dalle Suore Apostole del Sacro Cuore, e alla scuola “Gramsci”. Il giorno del Signore i piccoli e i ragazzi partecipano alla santa messa con vivo raccoglimento, accompagnati da un buon numero di genitori. Essi rappresentano il futuro della comunità. Mi rallegro per il numero dei battesimi che supera quello dei funerali. L’amore alla vita nascente e alla vita in tutti i suoi stadi cresca sempre, considerato il livello economico soddisfacente che non ostacola l’incremento delle nuove nascite. La cura delle giovani coppie e delle famiglie si approfondisca sempre più, perché è in seno alla famiglia (l’esperienza di ciascuno di noi lo conferma) che cresce la fede e si sviluppano le vocazioni anche di speciale consacrazione. Se, quindi, è preziosa la catechesi di preparazione al matrimonio, l’accompagnamento “mistagogico” dopo il sacramento si rende ancor più urgente. Ricorrente, durante i giorni di Visita pastorale è stata la richiesta di chiarimenti circa le situazioni matrimoniali irregolari. La comunità cristiana deve accogliere con piena disponibilità coloro che sono rimasti feriti da unioni infrante, pur nella chiara consapevolezza delle conseguenze che tali situazioni comportano, anche sul piano della partecipazione alla comunione sacramentale. Ma l’impegno prioritario deve riguardare – lo ribadisco – una sorta di “metodo preventivo” nell’accompagnamento specie durante i primi anni di vita matrimoniale. Ricchezza di tradizioni Molti gruppi e associazioni affondano le loro radici in attività consolidatesi in lunghi anni. A queste si aggiungono nuove esperienze che arricchiscono la vita ecclesiale. Il parroco segue con grande premura tutti. Lungi dal mortificare i particolari carismi, fonte di ricchezza spirituale per tutti, sottolineo ancora una volta la necessità di parteci-


UNDICESIMO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ pare da parte di tutti, con i giovani, alla catechesi comunitaria del martedì sera. Tale incontro segna le tappe dell’itinerario comunitario, scandito dall’anno liturgico, aperto alle problematiche del territorio e alle grandi sfide della contemporaneità. Così la Parola di Dio, i gesti sacramentali, la pietà popolare si incarnano sempre più e permettono non solo di leggere le “memorie” di Noicattaro, ma anche il presente proiettato nel futuro. Noicattaro: una comunità colma di speranza La laboriosità intelligente dei cittadini noiani ha permesso, lungo decenni, di assicurare una stabilità nello sviluppo economico, legato prevalentemente all’agricoltura sempre più tecnologicamente avanzata, considerando anche la nuova zona artigianale, la crescita delle capacità imprenditoriali e il terziario. Si può tranquillamente affermare che poche realtà hanno registrato uno sviluppo così forte. Una delle riprove è data dall’intenso sviluppo edilizio. Ciò risponde al disegno del Creatore, che ha affidato all’uomo, quasi suo luogotenente, il compito di dominare la terra e di beneficiare del frutto del proprio lavoro. Le nuove generazioni respirano questo clima positivo. Con un’avvertenza: quella di non fomentare nei più giovani sentimenti di insoddisfazione, specie nel campo della ricchezza economica. Ciò comporterebbe un pericoloso scivolamento verso l’idolatria della ricchezza, mentre l’educazione alla sobrietà, secondo le migliori tradizioni, deve sempre accompagnarci. Mi permetto, a tal proposito, di sottolineare l’attenzione alle giovani famiglie che non devono sentirsi costrette ad “emigrare” nei paesi vicini, a motivo dell’alto costo delle abitazioni. Gli adulti devono preoccuparsi dei loro figli, innanzitutto nella gratuità, senza cedere alla tentazione prevalente del profitto.

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3. Indicazioni pastorali L’incontro settimanale comunitario potrebbe approfondire la dottrina sociale della Chiesa, che nell’ultima enciclica di Benedetto XVI, Caritas in veritate, trova un’espressione significativa e attuale. E’ un modo per continuare, allargandolo a tutti, lo spirito della Scuola di formazione all’impegno sociale e politico. Aggiungo che è necessario incrementare una tensione più viva verso un esercizio della cooperazione efficace tra le persone e le imprese. La difficoltà è più viva nel meridione, con conseguenze notevoli in un mondo globalizzato. Ho notato però che nei centri che ho finora visitato qualcosa si muove in positivo. Spero che il mio incoraggiamento non sia ritenuto superfluo. La comunione vissuta all’interno della comunità cristiana abbisogna di incarnarsi anche nel mondo civile, politico, lavorativo. Le Confraternite e la pietà popolare Ho incontrato volentieri le Confraternite, che ho trovato ben motivate e positivamente disponibili a coniugare la formazione catechistica con la vita liturgica e la carità non limitata ai confini cittadini. L’attenzione ai criteri pastorali indicati dalla diocesi per le processioni e la pietà popolare vi fa onore. Mi complimento altresì per la cura che prestate alle chiese a voi affidate, che ho visitato. Anche a voi, in particolare, ripeto l’esortazione a partecipare all’incontro comunitario del martedì. Anche le nuove generazioni devono sentire il desiderio di raccogliere da voi il testimone della tradizione confraternale. 668

Un vivo senso di Chiesa locale, unito ad una esemplare cura dell’amministrazione L’educazione al senso ecclesiale da parte del parroco ha dato nel tempo frutti copiosi. Si respira un senso di diocesanità non solo nell’Azione Cattolica, ma in tutte le espressioni della comunità. Questo assicura una vita cristiana sempre più radicata nell’essenziale, evitando il rischio della chiusura e dell’autoreferenzialità. Uno dei segni è riscontrabile nella scrupolosa partecipazione alle esigenze economiche della diocesi (valga per tutti il generoso soste-


UNDICESIMO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ gno al Seminario diocesano). Conoscete il rigore di don Oronzo, il suo distacco dal denaro e la sua limpida trasparenza nell’amministrazione. Sento il dovere di lodarvi senza riserve, per la vostra generosa partecipazione. I beni della Chiesa sono beni che abbiamo ricevuto dai nostri antenati e che, con cura, dobbiamo affidare a coloro che seguiranno. Gli archivi parrocchiali, la cronaca della parrocchia, gli edifici e gli arredi, sono conservati splendidamente e, tra non molto, spero che contribuiscano ad arricchire la storia della parrocchia, di Noicattaro, della diocesi. L’imminente restauro esterno della chiesa parrocchiale romanica permetterà di goderne in pienezza lo splendore.

4. Con lo sguardo rivolto al futuro Continuate nel cammino così fervidamente intrapreso, accompagnando i giovani in un amore più intenso al Signore e alla sua Chiesa. + Francesco Cacucci Arcivescovo

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LETTERE ALLE COMUNITÀ «Una bella grande famiglia» Lettera alla comunità parrocchiale “S. Maria del Soccorso” in Noicattaro a conclusione della Visita pastorale (7-10 aprile 2011)

Carissimo don Giovanni, carissimi fratelli e sorelle, il Signore risorto vi illumini e vi disseti.

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi La definizione della vostra parrocchia l’avete data unanimemente voi in questi giorni di Visita pastorale. Il clima familiare di intensa comunione e corresponsabilità vi fa sentire famiglia di Dio, illuminata dalla Parola, “condotta per mano” per celebrare i Santi Misteri dell’anno liturgico, alimentata dalla carità che parte dallo “sguardo d’amore” rivolto ai più piccoli (di età e di condizione) «dentro la comunità e a servizio della comunità stessa e del mondo». 2. Considerazioni sulla vita della comunità Noicattaro, come voi stessi avete rilevato, vive un’espansione economica e sociale rilevantissima. In un periodo di crisi economica glo-

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bale, il legame alla terra, la cultura agricola, coniugata a una capacità artigianale e imprenditoriale di tutto rispetto (zona PIP), hanno permesso a questa cittadina di conservare stabilità economica, anzi di crescere, assicurando il lavoro anche alle nuove generazioni. Per questo il vostro territorio parrocchiale è abitato prevalentemente da giovani famiglie noiane, oltre quelle provenienti da Bari e gli abitanti delle Case Popolari (IACP) risalenti agli anni 70. È una parrocchia “giovane”», non solo per recente costituzione, ma anche per il numero dei nuovi nati che risulta doppio in confronto dei defunti. Una comunità, quindi, colma di speranza. Il benessere economico è un dono del Signore, che deve suscitare sentimenti di riconoscenza e di consapevolezza delle alte qualità degli abitanti, senza dimenticare il dovere della sobrietà che va inculcato nelle nuove generazioni e l’educazione costante alla “gratuità”. Non v’è dubbio che la vostra generosità, che si è manifestata soprattutto nel periodo della costruzione della chiesa, è esemplare. La vostra comunità avverte di essere un “cantiere sempre aperto” materialmente e spiritualmente e, educata esemplarmente alla corresponsabilità, sente come propria casa la parrocchia nelle strutture e nell’esperienza vitale. Non v’è dubbio che Noicattaro affonda le sue radici in una profonda esperienza cristiana. Ne fanno fede, tra l’altro, le numerosissime vocazioni sacerdotali e religiose che sono cresciute nel buon terreno di tante famiglie. Il vostro parroco, don Giovanni, vero padre della comunità che ha visto sorgere e che accompagna con intelligente e amorevole cura, senza risparmiarsi, da voi è profondamente amato e stimato, oltre che sostenuto dall’impegno concreto di tutti. L’auspicio dei vescovi italiani in Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia ha trovato in voi un’attenzione entusiasta: «C’è bisogno di laici che non solo attendano generosamente ai ministeri tradizionali, ma che sappiano assumerne di nuovi, dando vita a forme inedite di educazione alla fede e di pastorale, sempre nella logica della comunione» (n. 54).

3. Indicazioni pastorali Rilevo la crescita di un laicato sempre più maturo e responsabile, capace di indicare concrete piste di impegno. Rappresenta il vostro contribu-


UNDICESIMO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ to all’imminente Convegno delle Chiese di Puglia su “I laici nella Chiesa e nella società pugliese, oggi”. Il Consiglio pastorale parrocchiale mi sembra espressione del cammino di tutti. Le tre dimensioni della vita cristiana s’incontrano e si integrano reciprocamente. La catechesi, lungi dal sottolineare l’aspetto puramente razionale, accompagna i più piccoli sul ritmo dell’anno liturgico, orientandoli verso la celebrazione domenicale nella quale è evidente la valorizzazione dei segni sacramentali, in vista di un impegno cristiano nella vita. Nel ritmo della crescita, infatti, si propongono esperienze ecclesiali, familiari e sociali, per aprirsi alle più diverse vocazioni. Valenza educativa singolare rappresentano la visita ai malati e l’incontro con una varietà di “testimoni”. Mi rallegro moltissimo per l’iniziativa dell’oratorio e per i “Giochissimi” estivi. È la dimostrazione dell’efficacia delle vostre intuizioni pastorali. Aiutare i piccoli e i ragazzi a gustare insieme il gioco è diventata una vera “emergenza educativa”. Accompagnarli anche nel periodo estivo, evitando la dispersione (specie nelle messe domenicali) e l’isolamento inculcato dalle nuove tecniche comunicative (videogiochi…) assume una dimensione caritativa e sociale di prim’ordine. Questa strutturazione pastorale “mistagogica” di fondo coinvolge anche gli adolescenti, i giovanissimi, i giovani e gli adulti, molti dei quali, impegnati come catechisti e animatori nei vari campi, respirano la “sintesi” tra annuncio–celebrazione–vita. La rilettura comunitaria del Progetto pastorale diocesano sulla mistagogia può facilitare una consapevolezza sempre più riflessa delle linee di fondo del vostro cammino. L’incontro che ho avuto con i piccoli e i ragazzi a scuola (presso la scuola media “Giovanni Pascoli” e la scuola dell’infanzia “Calderazzo”), con i genitori e i catechisti sabato pomeriggio e nella messa domenicale, ha suscitato in me sentimenti di gioia cristiana e di fiducia nel futuro, nonostante le difficoltà e le insidie che si interpongono nella loro crescita, non solo nella società, ma anche nella famiglia (talvolta dolorosamente in crisi).

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A tal proposito, non mancate di sostenere le coppie di giovani sposi (dopo la preparazione al matrimonio) e i genitori dei battezzandi. Il loro coinvolgimento nella comunità è un forte antidoto alla disgregazione.

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La continuità educativa nel tempo dell’adolescenza e della giovinezza Ho colto l’efficacia delle scelte pastorali operate con i ragazzi che hanno ricevuto i tre sacramenti dell’iniziazione cristiana. È la dimostrazione che, dopo la cresima, è possibile evitare la dispersione. L’incontro avuto con loro è stato coinvolgente, evidenziando quella sete di relazioni significative che avvertono le nuove generazioni. Noi adulti dobbiamo occuparci sempre più di loro, spendendo il nostro tempo accanto a loro, per narrare la bellezza della vita, della fede, dell’esperienza ecclesiale. Il dolore e lo sgomento che è affiorato in questi giorni, in riferimento ad alcune “tragedie giovanili”, deve tramutarsi nel desiderio di “camminare insieme”, giovani e adulti. La parrocchia diventa così «maestra in umanità», secondo la bella espressione del papa Paolo VI riferita alla Chiesa tutta. Ho notato la scelta dell’appartenenza alla comunità parrocchiale senza privilegiare l’associazionismo. Eccezion fatta per la GIFRA e l’Ordine francescano secolare. Il sapore francescano - vi accorgete arricchisce di ulteriori doni dello Spirito la parrocchia. Vi incoraggio a incrementare tale spiritualità. Mi permetto di suggerire anche l’eventualità di aderire, liberamente, da parte di alcuni all’Azione Cattolica. Assicura un legame più profondo con la Chiesa locale. È vero che il senso ecclesiale lo vivete partecipando alle varie iniziative e alle diverse celebrazioni diocesane (in primis alla Messa crismale), alle iniziative della Pastorale giovanile e alle Giornate mondiali della Gioventù (GMG). Ritengo però che un legame con tanti ragazzi, giovani e adulti della diocesi, attraverso l’ACI, può assicurare anche nel futuro una apertura sempre più ampia alla grande Chiesa. La presenza del vescovo in questa Visita pastorale ha anche questo significato. Il ritmo caritativo lo colgo diffuso in tutte le espressioni della vita parrocchiale, anche se un’attenzione particolare prestate agli ammalati, ai poveri “nascosti” e all’Associazione FIDAS donatori di sangue. Abbiamo, con le altre parrocchie di Noicattaro, accompagnato Ge-


UNDICESIMO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ sù nella Via Crucis di venerdì. È un’espressione di pietà popolare, «vero tesoro del popolo di Dio» secondo le parole di Giovanni Paolo II, che si aggiunge alle espressioni di religiosità popolare noiane molto sentite e partecipate soprattutto nella Settimana santa, frutto di una ricca tradizione di fede. Le “Quarantore” introducono efficacemente, con l’adorazione eucaristica, nel mistero centrale della nostra salvezza. Il cammino di comunione pastorale con le altre parrocchie di Noicattaro trova così un ulteriore incremento.

4. Con lo sguardo rivolto al futuro Ho detto all’inizio che la vostra partecipazione alla vita parrocchiale si esprime anche nella consapevolezza di contribuire alle necessità economiche della parrocchia. È il significato dell’incarnazione del vangelo in questa “bella grande famiglia”, nello spirito degli Atti degli apostoli. La nuova chiesa è bella ed è un dono del Signore, frutto del sacrificio di tutti. Oltre il finanziamento più cospicuo donato dai fondi dell’ 8‰, il vostro contributo è stato e continua ad essere rilevantissimo. Come in ogni casa, non si finisce mai di restaurare. Spero che gli interventi che avete previsto con il solerte Consiglio parrocchiale per gli affari economici gradualmente si attuino. Vi ringrazio per l’affetto nutrito di fede che mi avete riservato. + Francesco Cacucci Arcivescovo

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U NDICESIMO V ICARIATO

LETTERE ALLE COMUNITÀ Parrocchia casa di tutti Lettera alla comunità parrocchiale “Madonna di Lourdes” in Parchitello (Noicattaro) a conclusione della Visita pastorale (21-25 settembre 2011)

Carissimo don Giovanni, carissimo diacono Maurizio, carissimi fedeli, questi giorni di Visita pastorale hanno colmato il mio cuore di particolare gioia e mi hanno permesso di conoscere molto meglio il territorio e soprattutto le persone della comunità parrocchiale.

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi 677 I complessi residenziali presenti nel territorio parrocchiale sono numerosi, anche se Parchitello raccoglie il maggior numero di abitanti (1422). Da qui deriva la denominazione del quartiere, parte per il tutto. Nel corso degli anni (dal 1960 ad oggi) i complessi residenziali si sono moltiplicati: da Città Giardino a Parco Evoli, a Borgo Regina. Alcuni di essi hanno subito profonde modificazioni, come Poggiallegro.


Ho avuto l’opportunità di visitare anche altri insediamenti con minore numero di abitanti. Il territorio parrocchiale, quindi, risulta vasto e articolato. La Lama Giotta lo attraversa, contribuendo a delinearne la complessità. Posso affermare, però, che tra i complessi residenziali presenti nella diocesi, questo di Parchitello, nella sua globalità, si presenta più articolato e ricco di prospettive. L’ulteriore incremento edilizio in atto ne è la riprova. L’avvenire del quartiere è nell’integrazione tra i vari complessi residenziali. È vero che, mentre in qualche complesso si respira un clima di partecipazione più viva (i ragazzi si incontrano e giocano nei viali), altrove le abitazioni danno l’impressione di piccole fortezze inaccessibili. Se la Chiesa è comunione, se la parrocchia è «casa di tutti», il Signore sembra dirci che l’avvenire del quartiere è nell’integrazione tra i vari insediamenti e i vari complessi residenziali. È questo uno dei compiti fondamentali della comunità parrocchiale.

2. Considerazioni sulla vita della comunità

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La comunità di Parchitello ha seguito il sorgere della parrocchia. Sono passati 25 anni (i primi cinque come Vicaria curata) e la costruzione della bella chiesa ha visto la partecipazione generosa del benefattore e dei parrocchiani. Rappresenta un esempio splendido di corresponsabilità. Per questo sentite “vostra” questa chiesa parrocchiale e ne avvertite tutta la rilevanza e la centralità nel quartiere. Anche il completamento delle opere parrocchiali è stato possibile con il concorso generoso di tutti, oltre che con il contributo dell’8‰ della CEI. Allo stato attuale potete considerarvi privilegiati per le strutture parrocchiali ampie e belle. È un segnale positivo per una comunità economicamente abbastanza elevata, ma non rinchiusa nel proprio benessere. È incoraggiante la partecipazione alla Messa domenicale (20%). Vivere la domenica significa vivere l’essenziale della vita cristiana: lo abbiamo ancor più appreso dall’esperienza del Congresso Eucaristico Nazionale del 2005.


UNDICESIMO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ L’Anno liturgico è punto di riferimento e itinerario di fede verso la mèta, Cristo, per tutta la comunità. L’incontro con i piccoli dell’iniziazione cristiana e con i loro genitori mi ha colpito per la sensibilità dei ragazzi e per l’attenzione premurosa dei catechisti e degli adulti. La partecipazione all’Eucaristia domenicale dei piccoli con i genitori ne è il coronamento. Altrettanto intensa è stata l’accoglienza presso le scuole “Pende” e “Gramsci” e la scuola privata “Speedy Gonzales” presenti nel territorio. È una parrocchia in prevalenza giovane che si apre con fiducia all’avvenire. Non manca – ovviamente – la presenza di diversi anziani e disabili. Ho visitato la residenza per anziani “Reseda Petruzzi” e la casa protetta “San Nicola”, che i ministri straordinari della Santa Comunione visitano settimanalmente. Accanto a famiglie serene, non mancano situazioni difficili di disgregazione e solitudine, che si riflettono negativamente sul mondo giovanile. Una particolarità mi ha colpito. Esiste una mobilità interna al territorio parrocchiale: nei mesi estivi molti si trasferiscono in ferie altrove, con il ricambio di chi possiede qui una seconda abitazione. Una comunità viva, dunque, colma di prospettive.

3. Indicazioni pastorali a) Partirei dai più piccoli. Rappresentano la speranza per le famiglie e la comunità tutta. Non si può affermare che manchi loro l’attenzione degli adulti. Spesso però i genitori sono accudenti, ansiosi, iperprotettivi. Non sempre si è educanti, capaci cioè di assicurare un rapporto tra generazioni, ricco di “narrazioni” di vita. Questo richiede di dedicare più tempo ai ragazzi, alleggerendoli da un peso di “impegni” quotidiani e settimanali non sempre sostenibili. Ho indicato nel gioco un’attenzione privilegiata nei loro confronti, apprezzando quanto già si realizza. Giustamente, però, i catechisti e gli operatori pastorali invocano

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nuove presenze che esperimentino la loro vocazione di educatori attraverso l’aspetto ludico della vita sia dei piccoli che dei preadolescenti. Ho suggerito di rendere più stabile, eventualmente, un oratorio domenicale, che offra, dopo la Messa, la gioia del gioco ai piccoli e l’incontro disteso degli adulti. Anche questo significa “riposare in Dio” nel giorno del Signore. E corrisponde a quella dimensione “mistagogica” della vita cristiana, che già avete fatto oggetto di riflessione e che si concretizza nell’unità di catechesi-liturgia–vita. Considero con fiducia questa prospettiva. b) Nell’incontro con i giovani ho colto il desiderio di vedere allargato il “piccolo gruppo” che è senz’altro motivato e impegnato. Sono convinto che la loro presenza nel Consiglio pastorale parrocchiale e all’incontro settimanale comunitario permetterà di arricchire la comunità e di allargare la responsabilità educativa, specie nei confronti dei più piccoli. Sarà il Signore ad inviare nuovi discepoli nella sua famiglia. Da parte vostra, un contatto maggiore con la diocesi attraverso la partecipazione all’Adorazione eucaristica vocazionale (2° giovedì del mese) presso la parrocchia Buon Pastore in Bari e l’inserimento nella vita diocesana dell’Azione Cattolica allargheranno le prospettive. È proprio l’adesione all’Azione Cattolica che incoraggerei non solo per i giovani, ma anche per gli adulti e l’ACR. c) Il cammino della Caritas, in costante collegamento con la commissione della Liturgia e con il gruppo dei catechisti, mi sembra orientato nella giusta direzione, quando allarga lo sguardo dal territorio (con le sofferenze evidenti e nascoste) ai valori della mondialità. 680 d) Ho avuto la gioia di incontrare le giovani coppie accompagnate dal diacono Maurizio Pecorella. È questa una particolare realizzazione del cammino mistagogico, che prevede soprattutto l’accoglienza del dono sacramentale del matrimonio in tutta la sua ricchezza, dopo che è stato celebrato.


UNDICESIMO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ 4. Con lo sguardo rivolto al futuro Sotto la guida saggia, prudente, spirituale di don Giovanni, che valorizza tutti i carismi, con la collaborazione del diacono Maurizio, sono certo che il clima di comunione già presente crescerà sempre più, valorizzando quei doni spirituali che lungo le fasi diverse della parrocchia hanno arricchito la vita della comunità. La Vergine, venerata da tutto il popolo cristiano a Lourdes e titolare della parrocchia, vi copra col suo manto. + Francesco Cacucci Arcivescovo

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V ISITA

PASTORALE

UNDICESIMO VICARIATO INDICAZIONI

PASTORALI

A LIVELLO VICARIALE

Noicattaro Mola di Bari



V ISITA

PASTORALE

UNDICESIMO VICARIATO Indicazioni pastorali a livello vicariale

La Visita Pastorale al nostro vicariato di Mola - Noicattaro si è protratta dal 14 dicembre 2010 al 14 novembre 2011, quasi un intero anno che ci ha visti impegnati a riscoprire o ad approfondire la dimensione diocesana del nostro essere Chiesa, radunata intorno al vescovo, successore degli apostoli, segno dello stesso Cristo “Buon Pastore” che raduna e guida il suo gregge. Già dall’incontro di apertura nella Matrice di Mola, il vescovo ha dato il “la” a tutta la Visita, esortandoci ad incrementare la comunione nella dimensione vicariale, superando le millantate difficoltà di spostamento tra un paese e l’altro. La vicaria è uno strumento per manifestare e far crescere la comunione tra sacerdoti, diaconi e le stesse comunità parrocchiali dei due paesi e per facilitare la realizzazione dei progetti diocesani con approfondimenti, scambi di esperienze e iniziative da fare insieme. Deve essere considerata un aiuto alla vita parrocchiale, non un ulteriore peso. Ma è nella visita alle singole parrocchie, dove il vescovo si è fermato per oltre tre giorni, che abbiamo potuto constatare, quasi toccare con mano, la coscienza ecclesiale delle nostre comunità. È stata una vera grazia di Dio che ci ha confermati nei nostri cammini e ci ha incoraggiati a continuare nell’attuazione della scelta pastorale mistagogica, come si evince da tutte le lettere che il vescovo ha inviato alle nostre comunità a conclusione della Visita pastorale. Vissuti in uno stile di semplicità familiare, tutti gli incontri facevano sentire i presenti parte attiva della comunità, riuscendo a coin-

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volgere tutti, piccoli e grandi, in un dialogo confidenziale che rifletteva la vita di famiglia. Questo stile aiutava certamente a far crescere la comunione, a superare la distinzione che spesso si manifesta nelle nostre comunità tra “la Chiesa che fa” e “la Chiesa che è fatta”. Obiettivo che si è fatto più puntuale, nelle lettere conclusive, con l’insistenza per l’incontro settimanale di comunità, che dovrebbe non solo favorire una pastorale organica legando annuncio - celebrazione - vita, ma anche creando maggiore e concreta comunione tra adulti e giovani. Di qui l’invito a partecipare insieme: gli adulti devono avvertire l’impegno di testimoniare ai giovani i valori ricevuti dai padri e che essi hanno custodito e che ora devono trasmettere; i giovani devono saper valutare l’esperienza degli adulti e accogliere il testimone della fede per proiettarlo verso nuovi traguardi. È un obiettivo indicato a tutte le comunità. Un’altra attenzione che il vescovo ha sollecitato nelle nostre comunità è quella alle famiglie, a partire dalla continuità ai corsi prematrimoniali, con itinerari mistagogici per le coppie dopo la celebrazione del matrimonio, dando vita ad una vera azione preventiva ai tanti fallimenti di vita di coppia che son diventati un problema vivo delle nostre comunità. In questo ambito si suggerivano itinerari per famiglie capaci di accogliere e accompagnare quelle in difficoltà. Gli adulti poi devono farsi carico della crescita dei ragazzi e dei giovani. Tanti educatori dedicano tempo ed energie a servizio dei più giovani e dei piccoli, ma essi devono sentirsi sostenuti dall’intera comunità, anzi essi stessi sono espressione di una comunità che educa. Perciò, oltre al sostegno nella preghiera, si richiede dalla comunità anche la disponibilità ad integrare l’opera di catechisti ed educatori con altre figure complementari che potrebbero animare il gioco e organizzare forme di oratorio, per aggregare ragazzi e giovani e accompagnarli nella crescita. A tal proposito valido sostegno è la Consulta cittadina di Pastorale giovanile e la stessa erigenda Città dei Ragazzi affidata alla Comunità Frontiera, che è a servizio di tutto il distretto di Mola - Noicattaro - Rutigliano. Alle parrocchie più ricche di anni e di tradizioni non sono mancati incoraggiamenti alla cura delle Confraternite e della religiosità popolare, come alle parrocchie nuove e in genere periferiche richiami ad essere centri di aggregazione e di ricucitura sociale.


UNDICESIMO VICARIATO - INDICAZIONI PASTORALI A tutte le comunità c’è stato l’invito ad amare e custodire la propria chiesa come la propria casa, a curarne i restauri sempre da farsi per una manutenzione continua. A noi ora l’impegno a non chiudere negli archivi le lettere conclusive, ma a farle diventare punti di riferimento per itinerari verso nuovi traguardi. Il vicario zonale don Domenico Moro

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PRIMA VISITA PASTORALE DI MONS. FRANCESCO CACUCCI ARCIVESCOVO DI BARI-BITONTO

QUINTO VICARIATO



V ISITA

PASTORALE

QUINTO VICARIATO RELAZIONE

INTRODUTTIVA



V ISITA P ASTORALE

QUINTO VICARIATO Relazione introduttiva

Il territorio Il quinto vicariato è formato da sette parrocchie sorelle (Buon Pastore, S. Ciro, S. Marcello, S. Pasquale, S. Maria delle Vittorie, S. Andrea, SS. Sacramento). Esse sono ubicate nella sesta Circoscrizione della città, “Carrassi-S. Pasquale”, naturalmente con problematiche a tratti comuni e a tratti differenti. Quello che alcuni decenni fa era periferia, oggi non lo è più (recentissimo lo sviluppo di Mungivacca). Il territorio ospita attualmente anche uffici pubblici decentrati (Archivio di Stato, uffici finanziari, etc.). Su tutti i problemi, probabilmente, spicca quello della casa, causato da quella legge di mercato che, per i costi altissimi di fitto e di vendita, genera l’esodo soprattutto delle coppie giovani nell’hinterland, ed anche produce una composizione della popolazione marcatamente squilibrata tra fasce di giovani e anziani e fasce di ricchi e di poveri. A ciò si aggiunge la “piaga” della disoccupazione (specie giovanile) ed anche la perdita di una parte della popolazione giovanile, quella proveniente da famiglie benestanti, che, per motivi di studio e di professioni più ambite, emigra nelle città del Nord, privando la comunità ecclesiale e civile di potenziali ricchezze umane necessarie alla loro vitalità. In contrappunto, però, è da registrare la presenza del Campus, che ospita il Politecnico (con le Facoltà di inge-

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gneria e architettura) e le Facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali dell’Università. Ciò determina, tra l’altro, l’ampio fenomeno degli appartamenti dati in fitto ai ‘fuori sede’, nonché la presenza di più Case dello studente (inaugurato appena pochi giorni fa il Campus ICS su via Amendola). Consistente è la presenza di scuole statali (medie-inferiori e superiori), mentre gli Istituti di educazione a cura delle religiose seguono le alterne vicende legate al calo della natalità ed anche delle stesse vocazioni alla vita consacrata. Da qualche tempo è dismessa la clinica “Villa del sole” (in attesa di nuova destinazione), ed anche l’Ospedale militare “Bonomo” (anch’esso in attesa di altro utilizzo). Invece è in fase di espansione l’Ospedale pediatrico “Giovanni XXIII”. Le cosiddette “Casermette”, a motivo dell’abolizione della leva, risultano abbondantemente svuotate. Significativa presenza è, poi, quella della Casa circondariale, il cui cappellano, in verità, non risiede nel territorio; invece fanno parte del territorio alcuni volontari. Come diremo successivamente, annualmente preghiamo una Via Crucis quaresimale lungo le sue mura.

L’ascolto del tempo

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1. La nuova evangelizzazione A livello ecclesiale, l’accelerazione della storia nel tempo presente costituisce una sfida particolarmente impegnativa per tutte le parrocchie e le altre comunità cristiane. I documenti del Magistero al riguardo, di Benedetto XVI in primis, non da ieri invitano alla “conversione pastorale”. Siamo tutti consapevoli che occorre gestire il cambiamento con saggio equilibrio. La virtù più necessaria oggi appare essere, naturalmente, quella di agire con sapienza, contemperando fedeltà e creatività. Cosa non facile, dal momento che circolano voci alquanto discutibili, come queste: “Il nostro è il tempo delle appartenenze deboli, occorre che la Chiesa si rassegni”; “Il compito della Chiesa è quello di educare, non di convertire”; “La Chiesa di Gesù Cristo non è e non sarà mai la Chiesa dei puri: se alzassimo il tiro delle esigenze, nessuno più riceverebbe la prima Comunione e la Cresima”; “La partecipazione dei fanciulli e dei ragazzi alla Messa festiva è una battaglia persa in partenza, specie


QUINTO VICARIATO - RELAZIONE INTRODUTTIVA per i mesi estivi”, “Quella dei giovani di oggi, inesorabilmente ‘liquidi’, è la prima generazione incredula della storia”, “Le famiglie irregolari sono un fenomeno irreversibile”, etc. Di fronte a problematiche di tale portata, naturalmente, ciascuno si pone con la propria sensibilità. C’è chi privilegia la strategia dei piccoli passi, c’è chi invece con audacia calcolata si lancia in operazioni più radicali, secondo lo slogan “Sperimentare, sperimentare, sperimentare”, in modo particolare per quanto concerne il “reinventare” il cammino di iniziazione cristiana. 2. La scelta mistagogica Accanto alla parola d’ordine del Papa e dei Vescovi d’Italia, il quinto vicariato si sta impegnando nell’accoglienza della scelta mistagogica, consegnataci dal Vescovo in questi ultimi anni. Essa costituisce per le parrocchie un input ancora più decisivo per interrogarsi sulla qualità delle proprie catechesi, delle proprie celebrazioni liturgiche e della testimonianza cristiana conseguente. (L’“incontro settimanale della comunità” trova modalità e ritmi di accoglienza diversi.) Inoltre, è sotto gli occhi di tutti il tentativo, da parte delle sette parrocchie sorelle, di passare da una “pastorale orientata ai sacramenti” a una pastorale orientata alla maturazione della fede “a partire dai sacramenti”. 3. L’azione pastorale a livello vicariale Nel servizio di vicario zonale, negli ultimi anni, si sono susseguiti p. Anastasio Filieri, O.C., don Gianni De Robertis e, attualmente, il sottoscritto. Certo, anche la struttura vicariale risente dell’affanno e dell’affaticamento dei tanti impegni pastorali che affollano l’agenda delle parrocchie. La carta vincente risulta essere la buona intesa fra tutti i presbiteri che appartengono al vicariato (vedi la loro frequenza costante agli incontri presbiterali vicariali). Risulta particolarmente alta nel vicariato la loro età media: l’assenza di sacerdoti giovani incide in maniera consistente nella pastorale dei ragazzi e dei giovani. D’altro lato il laicato disponibile alla collaborazione con i pastori, per comprensibili motivi, si restringe sempre

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più a quella fascia di persone meno condizionate dall’attuale organizzazione del lavoro, spesso senza orari fissi e sottoposta a continui mutamenti. C’è comunque da ringraziare i tanti laici (donne soprattutto), che sempre più generosamente animano i vari settori della vita delle parrocchie. A livello vicariale, da alcuni anni sono operanti le Commissioni per ambito di pastorale (Equipe Iniziazione cristiana, Giovani e Giovanissimi, Liturgia, Caritas). Esse cocciutamente svolgono un servizio di confronto e di coordinamento con notevoli positive ricadute a vantaggio delle parrocchie rappresentate. A favore di un giudizio sostanzialmente positivo sul vicariato vanno ascritte le esperienze in comune vissute in questi anni, non ultime: l’annuale “Veglia della luce” per i giovani universitari prima del Natale, l’annuale Via Crucis vicariale lungo le mura del carcere, la due-giorni di formazione catechisti dell’iniziazione cristiana, le iniziative del servizio allo studio a vantaggio degli alunni, presente in alcune parrocchie, la “Peregrinatio Evangelii” ed altri percorsi in comune dei giovani e giovanissimi, etc. La struttura vicariale, infine, ha favorito un più intenso coordinamento per gli incontri di Azione Cattolica (non solo ACR), etc.

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4. L’azione pastorale a livello parrocchiale La vita delle singole parrocchie non può essere presentata dettagliatamente in questa relazione. Ogni sintesi scritta ne mortificherebbe la ricchezza e la complessità (essa, del resto, sarà l’oggetto proprio di ciascuna Visita parrocchiale). Variegate sono le opzioni pastorali nei diversi ambiti, specie nei confronti del mondo giovanile e delle famiglie. Una costante è possibile, però, registrare in questa sede. Impressiona soprattutto lo sforzo, gestito naturalmente secondo la propria sensibilità, di reinventare la pastorale dell’iniziazione cristiana con un coinvolgimento particolarmente forte dei genitori, con gli stessi parroci in prima linea. Bari, 20 giugno 2011 Il vicario zonale don Vittorio Borracci


V ISITA

PASTORALE

LETTERE ALLE COMUNITÀ PARROCCHIALI QUINTO VICARIATO



Q UINTO V ICARIATO

LETTERE ALLE COMUNITÀ Fame e sete di Dio Lettera alla comunità parrocchiale “S. Ciro” in Bari (29 settembre-2 ottobre 2011)

A te, caro don Felice, e a voi tutti, fratelli e sorelle di questa famiglia parrocchiale, grazia e pace in abbondanza (1 Pt, 3). Non solo la relazione sulla vita della parrocchia, che mi avete presentato, ma la conoscenza che credo di avere della vostra bella comunità mi confermano nella convinzione che cresce sempre più in voi la coscienza di costituire quello che chiamerei il «gregge di Dio escatologico», quello che guarda, cioè, al futuro di Dio.

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi La Prima Lettera di san Pietro, vostro riferimento nella relazione pastorale, esorta a «comportarvi con timore di Dio nel tempo in cui vivete quaggiù come stranieri» (1,17). Chi sono gli eletti? Sono coloro che «erranti come pecore» sono «stati ricondotti al pastore e custode delle nostre anime» (2,25). Non verso un luogo statico e circoscritto, come la città o l’ovile (o il territorio parrocchiale, diremmo noi), ma verso una Persona vivente, Cristo Buon Pastore.

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Per ricondurre al Pastore, è necessario sperimentare sempre una nuova dispersione. Tuttavia, non «ciascuno seguendo la sua strada» (Is 53,6), ma uniti in un solo gregge (1Pt 5,2), sulle orme del Cristo Pastore (2,21). Siete chiamati a costituire, nella dispersione, una profonda unità spirituale, che trascende il frazionamento geografico, sociale, culturale. Perciò ho sempre considerato la parrocchia di S. Ciro un segno di fraternità – sparsa – nel mondo (5,9).

2. Considerazioni sulla vita della comunità

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Mi piace vedervi così: dalla dispersione in vari luoghi e ambienti convergete verso la riunificazione, soprattutto nella catechesi settimanale e nell’Eucaristia domenicale, per poi ancora disperdervi in modo nuovo nella vita di ogni giorno. Ecco perché avete ben sottolineato che la dispersione è l’unica possibile condizione di esistenza nel tempo della paroikìa (1,17). Convergere qui da luoghi diversi, da esperienze diverse per incontrare Gesù Maestro e Pastore evoca il cammino dei discepoli del Signore che non hanno qui un luogo permanente in cui stabilirsi come beati possidentes (beatamente sistemati). Anch’io non considero la parrocchia come un ovile chiuso da un recinto nel quale gli eletti si sentono tranquilli e protetti. È superato il tempo delle comunità locali territoriali rigidamente intese, benché il riferimento al territorio conservi un valore di fondo a tutt’oggi insostituibile. San Pietro aggiunge che dovete sentirvi «gregge di Dio» (5,2). Ciò comporta il diritto di essere pascolati dai presbiteri non in modo qualunque, ma secondo il modello di Cristo. Il gregge ha diritto a tutta la misericordia, l’attenzione e la cura, cioè a pastori buoni. Come vescovo, mi sono profondamente rallegrato quando avete testimoniato la gioia di essere guidati da un parroco «secondo il cuore di Cristo». Ne ricavo un’immagine di Chiesa che sottolinea docilità, vitalità dinamica e aperta, sicurezza fiduciosa, comunione profonda. Ho respirato ancora una volta questo clima durante la visita agli ammalati, il saluto agli esercizi commerciali, l’incontro a scuola con i ragazzi e i loro insegnanti.


QUINTO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀI Nella Lettera di san Pietro l’aspetto della comunione spicca maggiormente in una visione più ampia di Chiesa. Una comunione che si esplica a diversi livelli: di Pietro con le guide della comunità d’Asia Minore («con-presbitero»), dei presbiteri con il gregge, degli stessi presbiteri con il «Pastore supremo». Un rapporto di comunione, quindi, particolarmente forte. Di qui si dispiega l’urgenza dell’evangelizzazione-testimonianza, che si realizza soprattutto tramite il comportamento onesto e la pratica del bene. La fedeltà alla propria vocazione permette di realizzare una presenza autenticamente anticonformista sulla quale anche i non credenti s’interrogano. E, oltre i non credenti, anche i cosiddetti “lontani”. La missione evangelizzatrice della comunità cristiana (2,9), la sua dimensione sacerdotale (2,4.8) e il suo concreto impegno nel bene costituiscono una coerente attuazione della sua identità. Voi, in modo essenziale, state vivendo tutto ciò con l’approfondimento della Parola di Dio e della Tradizione della Chiesa nella catechesi settimanale, nella viva partecipazione alla Liturgia domenicale e nella strategia missionaria fondata sulla testimonianza dell’agathopoiéo (impegnarsi nel bene). È questo un modo originale e biblicamente fondato di quella che chiamo mistagogia, ingresso cioè nel Mistero, che tutti dobbiamo vivere, condotti per mano dal Buon Pastore.

3. Indicazioni pastorali Questa ricchezza deve sempre più confluire in quella visione di Chiesa che il Concilio Vaticano II ci ha ampiamente delineato. Da qui sono partite le mie riflessioni durante l’assemblea parrocchiale. Dice il Concilio: «le Chiese particolari (sono) formate ad immagine della Chiesa universale e in esse e da esse è costituita l’una e l’unica Chiesa Cattolica» (Lumen gentium, n. 23). Ancora: «nella Chiesa particolare è veramente presente ed agisce la Chiesa di Cristo Una, Santa, Cattolica, Apostolica» (Christus Dominus, n. 11).

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Il contatto tra Chiesa locale e Chiesa universale è un contatto d’identità, non tra tutti gli elementi, ma tra gli elementi essenziali della Chiesa di Cristo e quelli della Chiesa locale. In forza di tali elementi essenziali (oggettivi: Sacra Scrittura, sacramenti, carismi-ministeri; soggettivi: fede, speranza, carità) si può dire che la Chiesa locale è presente nella Chiesa universale e viceversa. A fondamento della Chiesa locale c’è il rapporto Eucaristia-Chiesa. E nella Chiesa locale il vescovo è visibile principio e fondamento di unità (LG n. 22). Nel vescovo si mantiene la continuità della Chiesa locale con la Chiesa degli apostoli e la sua apertura alla Chiesa universale. L’annuncio della Parola e, in particolare, la celebrazione dell’Eucaristia meglio rivelano la saldatura del vescovo con la Chiesa locale. Il Concilio lo sottolinea. È a partire dall’altare del vescovo, nell’unità dello stesso sacerdozio, che i presbiteri celebrano l’Eucaristia. Dallo stesso altare, ogni giovedì santo, parte la materia dei sacramenti, perché si vive il mistero di Cristo nella liturgia e nella comunione ecclesiale. Durante la Messa, infatti, oltre che per il papa, si prega per il vescovo della Chiesa locale. Naturalmente di questo siete consapevoli. Vi chiedo però la carità di trasfondere la vostra ricchezza in una comunione non solo affettiva, ma effettiva, concreta con i fratelli nella fede delle altre parrocchie del vicariato e della Chiesa locale. E questo attraverso una partecipazione convinta agli incontri vicariali e alle assemblee diocesane. L’esperienza e la preparazione che il Signore vi concede siete chiamati ad estenderla ai fratelli. 702

4. Con lo sguardo rivolto a futuro L’apostolo Pietro nella sua Prima Lettera esorta a sentirvi “casa”. La casa, ovviamente, non è solo il “recinto parrocchiale”, ma si allarga in modo privilegiato al territorio, la cui popolazione è in crescita. La riqualificazione urbana del territorio ha trasformato e continua a trasformare l’ambiente sociale di Mungivacca. Tutti siete chiamati a considerare il territorio con uno sguardo di attenzione e di amore, anche voi che provenite da luoghi diversi. Non potete sen-


QUINTO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀI tirvi solo fruitori delle ricchezze di grazia che l’ambiente parrocchiale offre. Altrimenti la parrocchia potrebbe apparire una stazione di servizio, qualificata quanto si voglia, ma tendente a chiudersi nel proprio guscio. Vorrei concludere con le stesse parole di san Pietro. Vi ho parlato «per esortarvi e attestarvi che questa è la vera grazia di Dio. In essa state saldi» (5,6). L’amicizia e la stima che nutro da lungo tempo verso don Felice l’ho trasfusa in tutta la vostra comunità. Continuate a camminare con la letizia del cuore. + Francesco Cacucci Arcivescovo

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Q UINTO V ICARIATO

LETTERE ALLE COMUNITÀ «Questa è proprio la casa di Dio» (Gen 28,17) Lettera alla comunità parrocchiale “S. Marcello” in Bari (5-9 ottobre 2011)

Carissimo don Gianni, carissimi fedeli della comunità, sono passati quasi 50 anni (29 novembre 1961) dall’erezione canonica della parrocchia, voluta dall’Arcivescovo mons. Enrico Nicodemo, che intese intitolarla a San Marcello in omaggio al suo predecessore card. Marcello Mimmi. Il prossimo anno celebreremo il 50° di consacrazione/benedizione della prima aula liturgica. La chiesa attuale e le ricche strutture parrocchiali facilitano l’accoglienza e l’ampia partecipazione.

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi Mi sembra che nei rapporti che si instaurano in questa comunità prevalgano le esigenze di carattere interpersonale e carismatico e si superi il tarlo dell’anonimato e della burocraticità che dolorosamente sperimentiamo nella nostra società. Questa parrocchia, quale “Chiesa di popolo”, è alla costante ricerca di una saldatura

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con una base popolare per sua natura molteplice e cangiante. Così la parrocchia si trova a dover registrare due fonti di mobilità: quella derivante dal contesto umano e quella legata alla diversificazione interna dei diversi carismi. a) Riguardo al contesto umano è a tutti voi evidente la diversificazione molto accentuata, nel territorio parrocchiale, tra le forme di insediamenti succedutesi nel tempo. Il primo nucleo delle case popolari, segnato in alcuni tratti da un certo degrado, non ha ancora raggiunto l’integrazione con le altre “zone” della parrocchia, che registrano un più elevato livello economico e abitativo. Per questo il primo nucleo popolare è stato definito una sorta di “villaggio urbano”, che difficilmente si integra nell’insieme del territorio. La prevista “riqualificazione urbana” speriamo contribuisca a superare quell’impressione di “ghetto” che colpisce la vista e il cuore. Sono certo che, come comunità, non rallenterete l’impegno per un’integrazione più compiuta. b) Ma il criterio del territorio, soprattutto oggi, richiede un primo correttivo. L’autentica partecipazione comporta la possibilità di rapporti interpersonali, difficili a realizzarsi laddove manca una possibilità di scelta libera, ma impegnativa, di voler appartenere a una comunità. All’interno, quindi, ho colto una viva valorizzazione delle diverse persone segnate dalla specificità dei diversi carismi. Ho trovato, infatti, molti che partecipano attivamente alla vita parrocchiale, pur non risiedendo nel territorio.

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2. Considerazioni sulla vita della comunità Questa parrocchia, quindi, è diventata struttura di accoglienza e di vasta condivisione. In ordine alla responsabilità della missione, la definirei luogo missionario, che si fa carico di una porzione di popolazione umana, la quale non si sente esclusa dal rapporto con la Chiesa. Così leggo la presenza dei volontari distribuiti in dieci gruppi che si occupano: dal doposcuola al corso di italiano per stranieri, dal Centro ascolto lavoro agli “Amici sotto le stelle” e alla dispensa e


QUINTO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀI guardaroba, dal gruppo “Santa Chiara” ai “Sempre verdi” (che ho simpaticamente incontrato), agli ammalati (alcuni dei quali ho visitato) al GAS (Gruppo acquisto solidale). Si comprende altresì il senso dell’ospitalità negli ambienti parrocchiali della “Famiglia dovuta”, della comunità “Battito d’ali”, di “Fede e luce”, del Gruppo narcotici anonimi, di Emergency, del gruppo Giovani Amnesty Internazionale, dell’ACAT Bari Nuova, del Ca.Da, della cooperativa “Ri-Belle” (formata da Rom che si occupano di taglio e cucito). Allora preciserei: sulla base della condivisione della fede si costruisce la comunità dei sacramenti (la parrocchia non è un club filantropico); sulla base dei valori umani si edifica la comunità aperta di una Chiesa di popolo che vive immersa nel territorio. La parrocchia ha bisogno di essere segno di comunione universale e allo stesso tempo di non svendere la peculiarità del suo annuncio di fede. La fede cristiana obbliga a battere la via lunga e difficile della formazione delle coscienze, attingendo luce dalla storia. La dimensione escatologica della fede ci conduce a incontrare Dio alla fine dell’itinerario, nel futuro, nel banchetto di nozze del Regno, come ci ha detto la Parola di Dio della XXVIII domenica del Tempo Ordinario che abbiamo celebrato. Momento privilegiato, all’inizio della Visita pastorale, ha rappresentato la preghiera dei Vespri, condivisa con le monache Carmelitane Scalze del monastero di Santa Teresa Nuova, con le suore Clarisse Francescane Missionarie del Santissimo Sacramento e con le Suore dello Spirito Santo. L’anima di incarnazione si deve sempre incontrare con l’anima di trascendenza. Qui si innesta l’impegno catechetico e di evangelizzazione della comunità. Ho incontrato i catechisti e i genitori, molto motivati e partecipi, che nella “Bottega dei genitori” offrono un’esperienza di forte coinvolgimento educativo. Che dire del bel rapporto che la parrocchia coltiva con la scuola del Plesso Re David, dove la dirigente, gli insegnanti e i piccoli mi hanno riservato una splendida e qualificata accoglienza?

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Ho avuto modo di sottolineare anche in quella sede l’esigenza del gioco per i piccoli e i ragazzi, senza il quale non si assicura una crescita equilibrata. Ciò richiede, però, una disponibilità di tempo e di energie da parte di genitori e di giovani della parrocchia, non ancora attivamente impegnati, valorizzando il “riposo” e la festa anche dopo la Messa domenicale. È un’espressione di amore, di carità verso i piccoli, spesso disattesi da un mondo adulto troppo indaffarato. Tale prospettiva è da inculcare anche nelle nuove famiglie, alcune delle quali sono seguite con particolare cura dopo il sacramento del matrimonio, e che ho incontrato volentieri. Può costituire per loro un “allenamento educativo” nei confronti dei figli che il Signore vorrà donare. Articolata e viva è la partecipazione alla vita liturgica. I vari ministri “di fatto” (ministri straordinari della S. Comunione, lettori, ministranti, animatori musicali, gruppo “Santa Chiara”) sono un ulteriore segno di partecipazione attiva e di corresponsabilità. Anche a loro si offre una formazione specifica. Ho incontrato i giovani, alcuni dei quali sono soci dell’Azione Cattolica e del gruppo Scout, i quali si incontrano mensilmente nelle catechesi. È fuori dubbio che il parroco, don Gianni, da voi profondamente amato e apprezzato, che anch’io seguo con grande affetto e ammirazione, esercita il ruolo di pastore buono che dà la vita per le sue pecore, senza risparmio (fin troppo!) e con autentico spirito sacerdotale. Il suo cuore di pastore è aperto a 360 gradi. Mi sembra che, con la buona volontà e la disponibilità di tutti, eserciti il ruolo di principale “regista di comunione”. Lo sviluppo della corresponsabilità e la valorizzazione dei vari carismi trova in lui una guida saggia e colma di discernimento evangelico, articolando la comunità in aggregazioni diversificate, capaci di convergere nell’insieme più vasto della parrocchia.

3. Indicazioni pastorali Le esigenze della partecipazione suggeriscono qualche osservazione sul piano del significato fondamentale della parrocchia comunitàcomunione.


QUINTO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ L’appartenenza alla comunità parrocchiale, e della parrocchia alla diocesi (che avete spesso richiamato), non può realizzarsi appieno con il pur grande carisma del parroco. L’apertura al vicariato e alla Chiesa locale, nella prospettiva della missione, fanno superare il rischio di una certa “privatizzazione” della partecipazione dei laici alla vita della Chiesa. Porto un esempio. Nell’incontro con i vari gruppi caritativi, ho notato che in alcuni la tentazione dell’autoreferenzialità è tutt’altro che remota. Come evitare allora che ogni gruppo sia soprattutto preoccupato di se stesso e della propria crescita? Il senso più vero del progetto pastorale sulla “mistagogia” è proprio qui, nella sintesi fra le tre dimensioni della vita cristiana (annuncio, celebrazione, vita) e nel convergere unitariamente verso momenti comuni di catechesi unitaria. Forse sarà opportuno rileggere con i gruppi il testo del progetto pastorale. È vero che in parrocchia sono accolte anche persone “in ricerca”, ma coloro che percorrono un cammino di fede devono trovare momenti di crescita attraverso un incontro comunitario almeno quindicinale, nel quale convergano gli operatori pastorali impegnati nel campo dell’evangelizzazione (catechisti, ecc.), della liturgia (ministri) e della carità (vari gruppi). Che dire poi dei giovani? Possono assicurare il futuro della comunità attraverso un cammino comune (quindicinale) con gli adulti e una presenza più nutrita nel Consiglio pastorale parrocchiale. Nella liturgia si respira già un bel clima di comunione. Mi complimento con voi e col Consiglio per gli Affari economici. La gratuità e la partecipazione generosa e corresponsabile vi contraddistingue. Prova ne è la ristrutturazione degli ambienti sottostanti la chiesa. In una realtà parrocchiale così ampia non si finisce mai di restaurare (restaurata restauranda). Non ho dubbi che sentite la parrocchia come casa vostra anche sul piano strutturale. Spero di trascorrere un momento comunitario presso la Casa Hosanna di Noci, nel ricordo delle esperienze pionieristiche di questa parrocchia.

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4. Con lo sguardo rivolto al futuro Le attività che si svolgono in parrocchia sono numerosissime. Forse dovete considerare un certo ridimensionamento per permettere al parroco e a tutti voi un ritmo meno intenso. All’orizzonte fissate sempre lo sguardo su Gesù che è il primo e vero Mistagogo della nostra vita. Mi avete edificato e ve ne sono grato. Il Signore vi custodisca sempre nel suo amore. + Francesco Cacucci Arcivescovo

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Q UINTO V ICARIATO

LETTERE ALLE COMUNITÀ «Famiglia di famiglie» Lettera alla comunità parrocchiale “S. Maria delle Vittorie” in Bari (19-23 ottobre 2011)

Carissimo padre Enrico, Provinciale dei Carmelitani dell’Antica Osservanza, carissimi padri Angelo, Eligio, Paolo, Gianni, carissimi fratelli e sorelle, Padre Giuseppe Bifaro O. Carm., primo parroco della parrocchia, eretta da mons. Enrico Nicodemo il 24 giugno 1956, in un appello ai parrocchiani, così scriveva: «La parrocchia, in mezzo alla immensa famiglia cristiana, è come una piccola famiglia, il cui padre è il parroco, collaboratore principale del vescovo nella guida e nella santificazione delle anime». In questi 55 anni di vita parrocchiale, mi sembra che le espressioni di padre Bifaro siano rimaste attuali. Le splendide figure di parroci e la testimonianza della comunità religiosa (è sede provincializia) hanno sviluppato, sempre di più, quel clima di famiglia richiamato negli Orientamenti pastorali dei vescovi italiani per il decennio 2010-2020: Educare alla vita buona del Vangelo (n. 38).

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1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi Afferma il documento dei vescovi: «Ogni famiglia è soggetto di educazione e di testimonianza umana e cristiana e come tale va valorizzata (…). Ad essa sacerdoti, catechisti e animatori devono riferirsi, per una stretta collaborazione e in spirito di servizio. L’impegno della comunità, in particolare nell’itinerario dell’iniziazione cristiana, è fondamentale per offrire alle famiglie il necessario supporto» (n. 37). Quando nel progetto pastorale ho indicato nella mistagogia il cammino permanente del cristiano, invitando «a un salto di qualità consistente nel passare da una pastorale che prepara ai sacramenti a una pastorale di progressivo inserimento nel mistero» (La Mistagogia, p. 23), invitavo a percorrere un cammino progressivo di tutta la comunità, condotta per mano da Cristo, il grande Mistagogo. In questo la famiglia conserva «la sua missione e la responsabilità primaria per la trasmissione dei valori della fede (…). La Chiesa, pertanto si impegna a sostenere i genitori nel loro ruolo di educatori, promuovendone la competenza mediante corsi di formazione, incontri, gruppi di confronto e di mutuo sostegno» (Educare alla vita buona del Vangelo, n. 36).

2. Considerazioni sulla vita della comunità

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Vi assicuro che questa Visita pastorale è stata per me fonte di particolare consolazione. Spesso mi si chiede: come, in concreto, attuare la mistagogia in parrocchia? Eccone un esempio concreto nel vostro itinerario di iniziazione cristiana «che restituisca alla famiglia il suo ruolo essenziale di trasmissione della fede» (Relazione della comunità). Nell’assemblea di sabato sera avete offerto una splendida testimonianza di cammino mistagogico sacramentale. Da una parte i genitori, affiancati da una coppia-guida, e dall’altra i piccoli, approfondiscono insieme l’annuncio evangelico per vivere più intensamente e fedelmente la liturgia eucaristica domenicale, favorire una maggiore attenzione alle esigenze delle persone «e, progressivamente, in ambito comunitario, alle diverse forme di povertà presenti sul territorio e nel mondo».


QUINTO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ La partecipazione al pranzo con i bisognosi della comunità (che anch’io ho vissuto), specie a Natale e a Pasqua, come l’attenzione alle varie povertà della nostra città e alle missioni in Brasile, Madagascar e Rwanda dimostrano come dall’ascolto della Parola e «dalla celebrazione eucaristica scaturisce l’impegno missionario e caritativo della comunità cristiana. Essa è chiamata a testimoniare in parole e opere il mistero dell’amore trinitario» (Il Libro del Sinodo, n. 317). Bene è stata incastonata la Veglia missionaria diocesana nell’esperienza di questi giorni. È questa l’osmosi tra Parola, celebrazione e vita! Con questa circolarità vitale, la catechesi non scivola nell’indottrinamento, la celebrazione nel ritualismo e la carità nell’attivismo. Tale esperienza contribuisce non poco a far circolare nella comunità parrocchiale questo stile di vita. Tutto confluisce nella celebrazione domenicale, che difficilmente può essere ridotta a una «innocua» parentesi, ma diventa sempre più «cuore» non solo della domenica, ma anche dell’intera vita parrocchiale. Non per nulla gli incontri delle famiglie e dei piccoli dell’iniziazione cristiana vengono vissuti la domenica pomeriggio, permettendo di recuperare il vero «riposo nel Signore». Avendo accolto la richiesta del parroco padre Angelo, qualche anno addietro, di avviare l’esperimento pastorale che prevede, al termine dell’itinerario catechistico, la celebrazione della Cresima e dell’Eucaristia per i preadolescenti, sono felice questa sera, al termine della Visita pastorale, di confermarvi nella vostra scelta.

3. Indicazioni pastorali Assistete alla crescita della consapevolezza di essere comunità. La parrocchia diventa sempre più «scuola di comunione». Lo «scambio» tra le generazioni, come ho detto durante l’incontro con i giovani e gli adulti, parte dall’impegno di trasmettere la fede come “narrazione” della propria esperienza e della propria vita. Dio solo sa quanto di questo abbia bisogno la nostra società, nella quale la disattenzione ai giovani e alle nuove generazioni sta progressiva-

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mente provocando le reazioni che sono sotto gli occhi di tutti. La parrocchia diventa così “segno” nel mondo di superamento di quella incomunicabilità e distacco generazionale presenti in tante famiglie e nella nostra società. In parrocchia ci si sente una sola famiglia, se ci si conosce sempre di più e si prova la gioia di collaborare nella vita e nella missione della comunità. Anche la bella recita preparata dai ragazzi ha evidenziato l’attenzione nei loro confronti. In questa linea ho considerato la collaborazione e la comunione con le Suore di Maria Bambina dell’Istituto Margherita, vero faro nella nostra città, nella nostra diocesi e nel territorio più vasto. È un privilegio la presenza del loro Istituto di fronte alla chiesa parrocchiale. Auspico che il loro prezioso e qualificato impegno educativo nella scuola trovi nella parrocchia e nel vicariato un particolare luogo per incrementare e approfondire la loro attività scolastica, con suggerimenti e iniziative adeguate. Il mio incontro con la Provinciale e le suore mi ha reso ancor più consapevole del loro ruolo. I piccoli e i giovani della scuola del Margherita mi hanno edificato. Volentieri ho incontrato anche i giovani della scuola secondaria “Tridente”. Nel territorio parrocchiale è presente il carcere. Lo visito spesso. Nell’incontro che ho avuto con un gruppo di detenuti, ho loro chiesto di “illuminare” la loro giornata con una frase del Vangelo. Da qui è scaturita l’idea di donare per Natale, con la vostra collaborazione, un libro del Vangelo a tutti. Anche loro sono chiamati ad essere “sale e luce”. Il territorio è variegato. A zone e abitazioni medio-alte si accompagnano abitazioni più modeste e situazioni personali e familiari critiche, soprattutto nella congiuntura economica di crisi che colpisce i più deboli. Sono certo che la Parola e l’Eucaristia riscalderanno il cuore di tanti altri discepoli del Signore per un sostegno concreto ai fratelli (il Centro di ascolto già è attento in questa direzione). Le persone anziane sono in aumento nel territorio parrocchiale. La disponibilità nei loro confronti forse richiederà nel futuro un coinvolgimento più ampio.


QUINTO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ 4. Con lo sguardo rivolto al futuro Esprimo, anche a nome di tutta la comunità parrocchiale e della diocesi, viva gratitudine e apprezzamento alla Comunità carmelitana. Ho vissuto con loro, anche nel passato, momenti di intensa fraternità. Saluto cordialmente il padre Provinciale e manifesto la mia stima e il mio affetto a padre Angelo, intelligente, zelante, creativo pastore, a padre Eligio, a padre Paolo, a padre Giovanni. La parrocchia è affidata alla loro fraternità. Vi chiederei di estendere l’esemplarità del vostro cammino alla diocesi attraverso una piccola pubblicazione. Il bene è diffusivo. Il Signore vi benedica tutti. + Francesco Cacucci Arcivescovo

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Q UINTO V ICARIATO

LETTERE ALLE COMUNITÀ «Il Dio vicino» Lettera alla comunità parrocchiale “SS. Sacramento” in Bari (3-6 novembre 2011)

Carissimi don Peppino e don Nicola, carissimi fratelli e sorelle della comunità, nell’omelia della celebrazione conclusiva del Congresso Eucaristico Nazionale di Bari (29 maggio 2005), il papa Benedetto XVI ci ha detto che il Signore non ci lascia soli nel cammino e che noi «abbiamo bisogno del pane eucaristico per affrontare le fatiche e le stanchezze del viaggio». Mons. Mariano Magrassi, mio venerato predecessore, nell’ultima Visita pastorale del novembre 1995, diceva di questa parrocchia dedicata al SS. Sacramento: «noblesse oblige! Il titolo della vostra parrocchia vi spinga a diventare esemplari» soprattutto nell’Adorazione, che «è considerata azione liturgica a pieno titolo».

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi Che il Gruppo Famiglia si sia fatto promotore, il primo martedì di ogni mese, dell’Adorazione eucaristica (oltre quella del 1° venerdì del mese) è un segno molto espressivo della spiritualità eucaristica che sempre deve contraddistinguervi. Secondo l’esortazione

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del papa dobbiamo «riscoprire la gioia della domenica cristiana». Se tutti i cristiani sono persone «viventi secondo la domenica» (sant’Ignazio di Antiochia), questa comunità parrocchiale, registrando un certo calo della presenza domenicale, deve accompagnare a vivere la domenica soprattutto i piccoli dell’iniziazione cristiana (alcuni dei quali sono efficacemente curati nella cappellina sottostante) ed i preadolescenti durante il delicato passaggio dalla Prima Comunione alla Cresima. La popolazione del territorio – lo avete dichiarato – è in calo rispetto all’ultimo quinquennio. A una prima fase di espansione nel dopoguerra, quando la zona era considerata quasi extra moenia e la forte connotazione popolare era prevalente, oggi il territorio risulta variegato e c’è da aspettarsi una modificazione ulteriore del tessuto antropologico ed economico. Compito del Consiglio pastorale parrocchiale sarà – tra l’altro – quello di “monitorare” i cambiamenti, per essere attenti ai “segni dei tempi” e “interpretarli alla luce del Vangelo” (Gaudium et spes n. 4).

2. Considerazioni sulla vita della comunità

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La chiesa attuale, come edificio, è fra le più belle costruite nel secolo scorso ed è stata con rara sapienza restaurata dal parroco don Peppino, insieme alle altre numerose strutture pastorali. È vero – lo avete ripetuto più volte –, mancano spazi per un’attività sportiva. La disponibilità dei campi sportivi offerta dal rettore del Seminario, don Andrea Favale, vi incoraggia ad allargare la creatività educativa soprattutto nei confronti dei pre-adolescenti, che avvertono il bisogno del gioco e della vita di gruppo per una crescita equilibrata. Ma – ben lo comprendete – il problema non riguarda primariamente le strutture, bensì la presenza di educatori disponibili a “perdere tempo” con i ragazzi. Se non si investe educativamente in tale direzione, è illusorio immaginare un futuro promettente. Accanto ai giovani che encomiabilmente già si dedicano a questi fratelli più piccoli (Gruppo Ministranti, Gruppo Arcobaleno, Gruppo Shalom), vorrei rivolgere un appello al Gruppo Famiglia, guidato da don Nicola, perché consideri la sua presenza e il suo servizio in parrocchia – in questo decennio pastorale dedicato all’edu-


QUINTO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ cazione – attento a piegarsi sull’invocazione implicita di tanti ragazzi (che potrebbero essere anche i loro figli) assetati di presenza educativa durante la loro crescita. Il Signore vi colmerà di ogni grazia se saprete farvi compagni di viaggio “educanti” delle nuove generazioni. Anche le vostre famiglie ne beneficeranno. Comprendo che ciò richiederà qualche scelta più impegnativa in una società di adulti troppo indaffarata. La visita alla scuola primaria “Carlo Del Prete” e al Comprensorio di via De Gemmis mi conferma nella consapevolezza che l’alleanza famiglia-scuola-parrocchia è tutt’altro che superata. Da parte nostra possiamo ancora contare sull’entusiasmo e sul desiderio apostolico di educatori credenti che guardano alla comunità parrocchiale con fiducia. I catechisti e gli educatori, coadiuvati dalle Suore di Maria Bambina, mi sembrano ben motivati. Il Signore ne conduca altri e susciti in loro sentimenti di generosa dedizione. La Caritas parrocchiale, attraverso il Centro di ascolto, l’ospitalità ai parenti dei ricoverati presso le strutture sanitarie cittadine, i segni a forte valenza pedagogica nei tempi forti dell’anno liturgico (ceste della condivisione), la donazione di sangue, ha consolidato una efficace presenza nel territorio. Sono certo che anche i piccoli dell’iniziazione cristiana potranno sempre più essere coinvolti nella testimonianza della carità, per essere educati a quella circolarità fede-celebrazione-carità che è propria del cammino mistagogico nella vita cristiana. Ho vissuto con particolare gioia la partecipazione alla messa domenicale da parte degli amici del Centro Volontari della Sofferenza. La loro presenza nel territorio parrocchiale è una ricchezza di cui siete ben consapevoli.

3. Indicazioni pastorali Un punto qualificante il progetto diocesano sulla mistagogia riguarda l’incontro comunitario tra giovani e adulti, settimanale o quin-

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dicinale che sia. Questa scelta può assicurare alla comunità una crescita aperta al futuro. Se la nostra società esclude i giovani dai vari ambiti decisionali, una comunità cristiana deve agire in controtendenza. Vi esorto, quindi, a prevedere catechesi unitarie, nel corso dell’anno liturgico, tra giovani e adulti. Tutto il cammino pastorale della parrocchia ne beneficerà e assicurerà quel coinvolgimento delle nuove generazioni tanto auspicato. Una parrocchia cresce all’interno della Chiesa locale con uno sguardo alla missionarietà universale (in tal senso considererei la testimonianza dei Focolarini, che invito ad una collaborazione più concreta in parrocchia), e nello scambio pastorale col vicariato. Non manca il vostro contributo a livello diocesano, segno di sensibilità ecclesiale. Mi sembra che l’Azione Cattolica possa far crescere ulteriormente il senso di partecipazione nella Chiesa locale. Con l’aiuto dei responsabili diocesani sono certo che tale associazione laicale possa trovare accoglienza tra voi, con libera adesione. Vi esorto altresì a ricercare, all’interno del vicariato zonale, spazi di confronto e di reciproca comunicazione delle esperienze pastorali, soprattutto nell’ambito dell’iniziazione cristiana e dei preadolescenti. Siamo un’unica Chiesa, non solo a livello di dottrina, ma anche sul piano della crescita comune (sarebbe auspicabile, a tal proposito, prevedere iniziative ludiche, presso il Seminario, coinvolgenti le diverse parrocchie del vicariato). Mi complimento con tutti voi per la collaborazione generosa che offrite al parroco don Peppino e a don Nicola nell’amministrazione economica della parrocchia, specialmente nella gestione dei mutui e nella manutenzione delle strutture. Lo storico “Nuovo Cinema Splendor” segna una presenza rilevantissima non solo nel territorio parrocchiale, ma anche nella città, e oltre. Le benemerenze accumulate nella sua lunga storia non si contano. Anch’io ho seguito con ammirazione il suo impegno culturale. Oggi si parla di “sala della comunità”, all’interno di un progetto culturale orientato in senso cristiano. Vi ringrazio per avermi offerto la possibilità di “leggere” con voi il film “Corpo celeste” durante questa Visita pastorale. Ha richiamato la memoria di cineforum guidati nel passato. Mi permetto di suggerire di rendere più sistematico, nell’epoca dell’immagine, un


QUINTO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ itinerario di educazione al linguaggio mass-mediale non solo con una serie di “letture” di film, ma anche con iniziative esemplari allargate a tutta la diocesi per attuare le finalità del progetto culturale. Di fronte all’invadenza dei mass-media nella mentalità contemporanea, l’esigenza educativa è prioritaria e ineludibile. La sala della comunità, quindi, non può ridursi solo a una presenza, seppur qualificata, nell’ambito delle strutture parrocchiali.

4. Con lo sguardo rivolto al futuro La preghiera liturgica della XXXII domenica del Tempo ordinario ci ricorda che non siamo solo noi a camminare verso il Signore, ma anche Lui ci illumina e ci guida: «O Dio, la tua sapienza va in cerca di quanti ne ascoltano la voce; rendici degni di partecipare al tuo banchetto e fa’ che alimentiamo l’olio delle nostre lampade, perché non si estinguano nell’attesa, ma quando tu verrai siamo pronti a correrti incontro, per entrare con te alla festa nuziale» (Colletta alternativa/A). Esprimo gratitudine a don Peppino per il suo zelo e la sua dedizione, a don Nicola che è anche mio prezioso collaboratore nell’Ufficio Scuola diocesano, e a tutti voi per la cordialità e l’affetto di cui mi avete circondato. Arrivederci! + Francesco Cacucci Arcivescovo

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Q UINTO V ICARIATO

LETTERE ALLE COMUNITÀ «Pastore e custode» (1 Pt 2,25) Lettera alla comunità parrocchiale “Buon Pastore” in Bari (16-20 novembre 2011)

Carissimi don Vittorio, don Michele e don Rodolfo, carissimi diaconi Bruno, Tonino e Nicola, carissimi fedeli tutti, i giorni della Visita pastorale hanno rappresentato per me un tuffo nel passato, perché, per otto anni, fino al 1984, ho vissuto la mia esperienza di parroco proprio in questa parrocchia. Ringrazio il Signore per i doni che ha continuato ad elargire e per la testimonianza sacerdotale dei carissimi miei successori don Angelo e don Vittorio, esempi di zelo e di spiritualità per tutta la nostra Chiesa locale. 723 1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi Come avete rilevato nella Relazione sulla vita comunitaria, mentre la popolazione del territorio parrocchiale è aumentata per l’annessione di alcune strade del quartiere (si richiede ancora qualche “aggiustamento”), l’età media si è elevata. Questo ha una ricaduta notevole sulla conformazione della comunità parrocchiale e sulla presenza giovanile.


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In ogni caso, l’impressione è di un relativo benessere diffuso, dato il livello medio-alto prevalente da un punto di vista economico. Poiché le parrocchie non costituiscono delle “isole”, ma dei “ponti”, secondo l’espressione cara all’arcivescovo Ballestrero che istituì la parrocchia, auspico che le parrocchie del vicariato zonale, che presentano alcune caratteristiche abbastanza omogenee, compiano un percorso di comunione pastorale più deciso. D’altronde alcune ricchezze come alcuni nodi pastorali sono comuni. Prendo lo spunto dal titolo del programma pastorale 2011-2012: «L’impegno verso il Seminario della comunità “Buon Pastore”, oggi». Nei confronti del Seminario Arcivescovile questa comunità parrocchiale non può non nutrire profondi sentimenti di singolare gratitudine. Non sarebbe sorta senza la disponibilità, da parte del Seminario, della chiesa, dei locali parrocchiali e degli spazi esterni. Nell’anno dedicato alla celebrazione del 400° anniversario della fondazione (18 gennaio 2012), sono lieto dell’orientamento vocazionale che intendete imprimere alla vita parrocchiale. Vorrei confidarvi che, fin da quando ero parroco, e considerando il prezioso servizio di formazione e di animazione alla vocazione sacerdotale di don Angelo e di don Vittorio, mi ha accompagnato un interrogativo: il Signore non chiama alla vita sacerdotale nessun ragazzo o giovane di questa comunità? Non sarà il caso di dedicare quest’anno giubilare a un approfondimento specifico della chiamata al sacerdozio ministeriale, partendo dal cammino dei piccoli dell’iniziazione cristiana fino ai giovani e coinvolgendo i genitori? Indicavo, nella relazione all’assemblea diocesana del settembre scorso, il primato educativo della famiglia (cfr Educare alla vita buona del Vangelo, 36). Come attuare una collaborazione effettiva tra gli educatori del Seminario e le famiglie della parrocchia? Viva mi sembra l’attenzione ai ministranti (coinvolgente è stata l’accoglienza di un nuovo “chierichetto” durante la celebrazione eucaristica). È del tutto evidente che la parrocchia del Buon Pastore è chiamata a “scoprire” un tratto della sua specifica vocazione.


QUINTO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ 2. Considerazioni sulla vita della comunità Ringrazio il Signore per aver respirato con voi un clima comunitario di “vasta accoglienza”. Il grande cuore sacerdotale di don Vittorio ha impresso uno stile di intensa carità vissuta. Le vostre testimonianze confermano che tutti qui si sentono “a casa”. Nessuno si sente escluso. È ben lungi quella sensazione di “aria chiusa” che impedisce ad una parrocchia di allargare gli spazi nella carità. Mi permetto di sottolineare che il cristianesimo è questione di “stile”. E lo stile di una comunità si misura sullo stile di Gesù: sui suoi gesti e sulle sue parole. Si tratta di recuperare quello “stile paradossale”, fondato sul paradosso che è Cristo stesso, cui fa esplicito riferimento il Discorso a Diogneto, nel momento in cui esprime il modo di essere del cristiano nel mondo: «(I cristiani) danno l’esempio di una vita sociale mirabile, o meglio – come dicono tutti - paradossale» (V, 4). «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me», ci ha detto Gesù nel Vangelo che abbiamo ascoltato nella solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo. La presenza del Centro Volontari della sofferenza ha per così dire insaporito la vita parrocchiale dello stile amorevole e premuroso del Buon Pastore che fascia le ferite delle sue pecorelle. Le pecore e la croce, ambedue, sulle spalle del Buon Pastore, come ci ha ricordato il grande Padre della Chiesa, Gregorio Nazianzeno. Nella descrizione delle articolazioni della comunità mi ha colpito la molteplicità dei gruppi di vita, dei gruppi di animazione/servizio, dei gruppi per centro di interesse. Ne avete descritti oltre una ventina, senza considerare quelli legati ai vari settori della pastorale. È fuori dubbio che il carisma di don Vittorio è caratterizzato da un’intuizione evangelica attenta ai “segni dei tempi”, di cui ha da sempre beneficiato anche la nostra diocesi. È una ricchezza di cui dovete sempre più prendere coscienza e che dev’essere ben lungi dall’essere dispersa. Come in ogni realtà umana ed ecclesiale, ogni scelta comporta

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anche qualche rischio (solo chi non fa nulla, non rischia nulla). La ricchezza molteplice dei carismi dev’essere armonizzata nell’esperienza di una effettiva comunione pastorale. Come è possibile evitare la frammentazione e la conseguente autoreferenzialità, che potrebbe indurre a considerare la vita comunitaria come una grande “azienda dello spirito”, sbilanciata più nel fare che non nell’essere? Già la Nota pastorale del 1996, dopo il convegno di Palermo, Con il dono della carità dentro la storia, dice che per tendere seriamente alla santità e maturare una spiritualità incarnata nella vita quotidiana, non c’è altra via se non quella di una sua formazione cristiana, indicando nella sintesi tra annuncio, celebrazione e testimonianza la via maestra (nn. 13-15). In altri termini, si tratta del cammino mistagogico che la nostra diocesi sta perseguendo e che è asse portante anche di questa parrocchia. Il luogo dell’esperienza mistagogica per eccellenza, lo avete sottolineato, è la catechesi liturgica, alla quale però è «quasi del tutto assente la fascia giovani». Anch’io ho notato che è stato partecipato maggiormente l’incontro dei vari operatori pastorali dell’incontro settimanale comunitario del venerdì sera. Il “Patto di alleanza educativa” che siglate con i genitori dei piccoli e dei ragazzi dell’iniziazione cristiana mi sembra segua un percorso esemplare. Gli incontri con i genitori, contestualmente alla catechesi dell’iniziazione cristiana, sono curati dal parroco e dai catechisti, evidenziando quel compito educativo riservato soprattutto alla famiglia, oggi.

3. Indicazioni pastorali 726

Desidererei che le tante ricchezze della comunità convergano verso un itinerario comune che trovi nell’incontro settimanale comunitario (catechesi liturgica) il suo fulcro. Naturalmente questo comporterà un richiamo all’essenzialità degli impegni. Se ogni gruppo cura un proprio cammino formativo, cui si aggiunge anche il servizio concreto, e se un parrocchiano generosamente offre la sua disponibilità in vari gruppi, è ovvio che sarà sacrificato proprio il momento qualificante: la sintesi tra Parola, sacramento e carità.


QUINTO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ Un’altra priorità pastorale: il mondo giovanile. La disattenzione nei suoi confronti rischia di rendere meno credibile l’impegno pastorale complessivo. I giovani oggi sono trascurati dalla società. Non deve accadere altrettanto nella Chiesa. Non basta l’invito alla catechesi o a prestare un servizio. È necessario stare con loro, dedicare loro un tempo privilegiato. Forse questo richiederà delle scelte e delle rinunzie.

4. Con lo sguardo rivolto al futuro La celebrazione del 35° anniversario della parrocchia nell’ultima domenica dell’anno liturgico, se da un lato ci fa fare memoria dei doni ricevuti, ci richiama la gioia di vivere il presente col rendimento di grazie nel gesto eucaristico della frazione del pane, che è anche il più grande gesto profetico di questa comunità parrocchiale, come della Chiesa tutta. Lo zelo pastorale di don Vittorio, con la qualificata collaborazione di don Michele, vero padre nello spirito, esemplarmente disponibile, del caro don Rodolfo e del diacono Bruno, e la presenza dei diaconi Tonino e Nicola, la vostra generosa disponibilità sostanziata di autentica fede, di solida speranza, di vivida carità, costituiscono il vero viatico che accompagna la Chiesa nel suo cammino verso la patria. Continuo a portarvi nel cuore. 727 + Francesco Cacucci Arcivescovo



Q UINTO V ICARIATO

LETTERE ALLE COMUNITÀ Le molte membra dell’unico corpo Lettera alla comunità parrocchiale “S. Andrea” in Bari a conclusione della Visita pastorale (24-27 novembre 2011)

Carissimi don Michele e don Mario, carissimo diacono Luigi, un caro saluto a voi tutti della comunità. Ho vissuto con voi, trentun anni fa, il momento iniziale della parrocchia e ne ho seguito l’espansione della popolazione nel territorio, con una prevalenza di giovani famiglie i cui figli “affollano” la catechesi dell’iniziazione cristiana. Il livello economico è medioalto, data la consistente percentuale di professionisti. Il territorio è abitato da istituzioni di rilevanza civile, offrendo così una visione gradevole e abbastanza tranquilla.

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi La comunità parrocchiale crea un clima di vasta accoglienza in cui si respira cordialità, serena partecipazione, articolazione ampia nelle varie fasce di età, nei gruppi, nei servizi. L’impressione generale è che si sentano a proprio agio sia gli anziani che gli adulti, i giovani e i piccoli. È questo il senso della parroc-

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chia “Chiesa di popolo”, nella quale ogni membro concorre alla crescita della comunione. Durante i giorni della Visita pastorale (negli incontri in parrocchia e nella visita alle scuole secondarie di secondo grado “Fermi” e “Giulio Cesare”) è riemerso l’interrogativo sullo “stile” cristiano dell’amore. E’ qui l’inedito cristiano della carità. Non è un amore meramente umano, una semplice filantropia, ma divino. Una sola medesima carità unisce a Dio come Padre e ai figli di Dio come fratelli. Non si tratta di due carità, ma di una sola carità. E lo stile caritatevole del cristiano e della comunità si misura sullo stile di Gesù, sui suoi gesti e sulla sua parola. La carità abbraccia la fede e i sacramenti. Non si tratta di essere «brave persone», ma di vivere la fede, di celebrarla e di espanderla nel servizio solidale a cominciare dai più piccoli. Ho ripetuto spesso in questi giorni: «Ubi amor, ibi oculus», dove c’è l’amore, c’è lo sguardo attento alle invocazioni (specie dei piccoli) e alle «domande di senso» che sono risuonate soprattutto nel mondo giovanile. È il «discernimento dell’amore», il diffondersi dei semi di amore nel terreno del mondo, a cominciare da questo territorio. Questa esigenza mi sembra prevalente e in questa parrocchia trova anche segni concreti di carità, una sorta di attualizzazione.

2. Considerazioni sulla vita della comunità

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Ho con piacere raccolto la considerazione, l’affetto, la gratitudine di cui circondate i sacerdoti. La paternità, la saggezza nella guida di don Michele consente di crescere nella serenità e di approfondire il confronto con la sfide sempre nuove che la parrocchia è chiamata ad affrontare. La vita comunitaria non registra particolari tensioni, pur nella ricchezza delle sue espressioni. Anche il diacono Luigi, con la sua disponibilità, alimenta un clima di comunione. Nei confronti dei fanciulli e dei ragazzi dell’iniziazione cristiana ho notato una convergenza nell’impegno, considerando la particolare fisionomia dei piccoli di questa parrocchia, sottoposti purtroppo a ritmi che non ho timore di definire talvolta “disumani”. L’“occhio pieno di amore” deve permetterci di ascoltare anche dalla voce dei più piccoli l’“invocazione” a desiderare uno spazio più a


QUINTO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ misura di fanciullo e di ragazzo. Mi rivolgo particolarmente ai genitori, perché rivedano decisamente il carico di impegni dei loro figli. Il benessere economico può essere, in taluni casi, cattivo consigliere. Mi avete sentito sottolineare, a più riprese, l’esigenza del gioco e della vita di gruppo, di cui i piccoli necessitano come dell’aria che respirano. Anche la scuola secondaria di primo grado (ho visitato la “Michelangelo”) offre un qualificato contributo educativo. Sarebbe auspicabile una comune riflessione sugli impegni divenuti eccessivi per i ragazzi. L’incontro con gli adolescenti, i giovanissimi, i giovani e gli scout lo conservo ancora vivo negli occhi e nel cuore. Come si fa a ripetere – talvolta paternalisticamente – che i nostri giovani non sono interessati a Cristo e alla Chiesa? Anche laddove emergono espressioni singolari o disturbate bisogna cogliere spazi di invocazione di aiuto a scoprire Cristo e il suo Vangelo e a sentirsi partecipi e corresponsabili nella Chiesa come nella società. Per questo è necessario rendere più credibile il dialogo fra le generazioni in una società in cui i giovani sembrano avere meno voce e meno considerazione. Gli orientamenti pastorali del decennio nella Chiesa italiana (Educare alla vita buona del Vangelo) hanno bisogno di essere concretizzati attraverso qualche modifica nell’impostazione educativa della comunità. Lo sguardo intuitivo e la solida preparazione di don Mario permettono di far respirare ai giovani un clima di serenità e di incontro di rara intensità. Questo si riflette anche nelle esemplari liturgie, che facilitano la sintesi tra la catechesi, la celebrazione e la vita. La stessa partecipazione alle Messe domenicali, anche da parte dei fanciulli (una celebrazione molto intensa l’ho vissuta anch’io), è segno di un itinerario di fede che tende all’essenziale e che trova nell’anno liturgico un’irradiazione pedagogica insostituibile. Anche l’esemplare rinnovo dell’aula liturgica ha permesso di meglio vivere la liturgia come epifania del mistero di Cristo e della Chiesa.

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3. Indicazioni pastorali

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L’intensità, la ricchezza di doni presenti in parrocchia, la vivace presenza del mondo giovanile devono confluire verso una consapevolezza più riflessa che il soggetto pastorale per eccellenza è la comunità nella sua espressione unitaria. Provenite da un’impostazione legata più alla prevalenza delle singole esperienze di gruppi. Non intendo trascurare gli aspetti positivi che ne derivano. Mi permetto però di dirvi che in una cultura frammentata, dove non raramente si è perso “il centro” nel cuore di ognuno e nella società, la Chiesa deve risplendere come segno di comunione non solo affettiva, ma effettiva. A tale scopo richiamo l’indicazione pastorale da me offerta nel progetto pastorale diocesano sulla mistagogia, che vede non solo nella sintesi fede–celebrazione–vita un punto cardine, ma che suggerisce uno strumento di attuazione specifico: l’incontro comunitario tra i vari gruppi e tra giovani e adulti. So bene che avete scelto di viverlo una volta al mese, per consentire nelle altre settimane un cammino specifico per fasce di età. Accolgo questa scelta, purché diventi un impegno prioritario, senza il quale la prospettiva comunitaria può essere a rischio. Soprattutto per leggere i segni dei tempi nel territorio insieme, e, insieme, vivere i momenti centrali della vita parrocchiale. E vengo al gioco per i più piccoli. Non possiamo restare sordi di fronte a questa emergenza educativa. Sarà bene cominciare, con l’impegno di tutti, dall’allestire in modo adeguato il campo sportivo. Per individuare, contestualmente, nuovi educatori che si dedichino a una sorta di oratorio che permetta soprattutto ai piccoli dell’iniziazione cristiana di vivere equilibratamente la loro crescita di fede e la loro maturazione psicologica e umana. In tale direzione chiedo al Gruppo Scout un contributo più deciso, e una partecipazione più costante dei capi all’incontro mensile comunitario. L’Azione Cattolica contribuisce ad assicurare la crescita di sensibilità nell’essere parte viva della Chiesa locale. Oltre agli adulti, vi chiedo di offrire la possibilità di adesione anche ai giovani e all’ACR, superando qualsiasi remora.


QUINTO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ 4. Con lo sguardo rivolto al futuro Sono felice di aver vissuto con voi, che siete una bella comunità, questi giorni di Visita pastorale. Ho rivisto volti di persone già conosciute e a me care. A quei volti si aggiungono altri che restano impressi nel mio cuore. E ringrazio il Buon Pastore che mi ha permesso di conoscere e di amare di più le pecorelle del suo gregge. + Francesco Cacucci Arcivescovo

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LETTERE ALLE COMUNITÀ Il giorno del Signore Lettera alla comunità parrocchiale “S. Pasquale” in Bari a conclusione della Visita pastorale (1-4 dicembre 2011)

Carissimi don Dorino, don Michele e don Sebastiano, carissimo diacono Sabino, carissimi amici della comunità parrocchiale, come non ispirarsi, al termine della Visita pastorale, al magnifico mosaico Dies Domini, che occupa tutta l’abside nella chiesa, creato per il Congresso Eucaristico del 2005 da padre Rupnik, per indicare il percorso pastorale che vi caratterizza, guidato da don Dorino? Dalle immagini del mosaico siamo invitati a passare direttamente al discorso pastorale e spirituale; discorso pregnante di simboli e di simbolismi. È vero: non è sempre facilmente accessibile a prima vista, ma fortemente suasivo: acqua e pane, che sono Cristo, una sola Persona, nella sua duplice natura di Dio e di uomo, vita e morte, terrene ed eterne, Creatore e Redentore; oppresso nella sofferenza spietata, eppure vincitore della morte, per sé e per tutti noi. È tutto il mistero della Pasqua, che, grazie anche a questo mosaico, ci vien fatto sentire, come fosse realtà nostra personale e comunitaria. Comprendete bene come questo mosaico, “letto” adeguatamente,

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può essere un meraviglioso strumento di “catechesi mistagogica”. Viene alla mente il potente pensiero di sant’ Efrem richiamato dalla “lettura” del padre Rupnik: «Cristo sfonda la tomba ed entra ad aprire tutte le tombe fino a quella di Adamo. Le tenebre non riescono a trattenere la potenza della luce che è entrata»; «non l’hanno accolta» o «l’hanno rifiutata» (Gv 1,5): dal greco katalambàno, si coglie che c’è stato un crollo delle tenebre, incapaci di resistere a tanta massiccia presenza di luce.

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi

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Luce e tenebre: sono i due elementi simbolici di cui si serve san Giovanni Evangelista per esprimere la lotta tra Cristo e satana, tra la Grazia e il peccato. E la Chiesa vive questa profonda tensione. Anche in questo territorio parrocchiale, che conosco da molti anni, per esserci vissuto sia pur per breve tempo. Impressiona la rapidità dei cambiamenti che caratterizza i nostri territori. La Gaudium et spes, Costituzione pastorale del Concilio Vaticano II sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, nell’esposizione introduttiva dice con chiarezza che la Chiesa deve evangelizzare e salvare questo mondo di oggi. Non quello di ieri o di avant’ieri. Di qui l’esigenza di scrutare i segni dei tempi e di interpretarli alla luce del Vangelo. Dai segni dei tempi la comunità parrocchiale non trae solo nuovi modi di annunciare il messaggio, ma deve trarre una più profonda comprensione del messaggio stesso. Le rapide profonde mutazioni, a livello sociale, psicologico, morale e religioso caratterizzano questo tempo. E se già nella precedente Visita pastorale del 1995 mons. Magrassi accennava a un “degrado sociale”, la vostra relazione pastorale sottolinea come questa situazione si sia ancor più allargata, rispetto al primo periodo di espansione del quartiere. Le due zone del territorio manifestano una marcata distinzione: il quadrilatero più antico soffre di disagi maggiori. Nonostante la presenza di oltre 600 stranieri e di studenti fuori sede, la popolazione è diminuita, mentre è cresciuta l’età media.


QUINTO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ Ma ciò che maggiormente preoccupa è la diffusione di una criminalità a livelli maggiori che nel passato, segnando un territorio in controtendenza rispetto ad altri quartieri della città precedentemente a rischio. La comunità parrocchiale è interpellata e coinvolta.

2. Considerazioni sulla vita della comunità Il vostro parroco è vicario episcopale per la carità. La sua particolare esperienza ha permesso di consolidare le esperienze caritative già presenti in parrocchia (CVS, Fratres, Volontariato Vincenziano) e di aggiungerne altre (Centro di ascolto, Oasi di Simone e Anna, Progetto sostegno scolastico, ACAT–Gruppo alcologico territoriale, Sportello di ascolto degli immigrati). Ho visitato la sede della Comunità Eritrea e l’ARCHA (Associazione di sostegno ai disabili), che insistono sul territorio. Ho anche incontrato le religiose che offrono un servizio nella Casa di riposo ISMET, le Oblate della Madonna del Rosario di Pompei, e le Figlie del Divino Zelo nell’Istituto “Annibale Maria di Francia”, che coniuga preziosamente l’opera assistenziale alla scuola dell’infanzia e al pensionato universitario. Il territorio parrocchiale, quindi, beneficia di molteplici presenze, considerando anche il notevole numero di plessi scolastici (ho incontrato i giovani del “Panetti” e i ragazzi della “Laterza”). Non mancano quindi i “servizi” sul territorio, che conserva un’identità ben marcata. Come comunità cristiana siete chiamati a riflettere seriamente su questa porzione di società e di Chiesa, secondo l’invito di Paolo VI nell’Octogesima adveniens (n. 4), e a confrontarvi eventualmente con i responsabili della “cosa pubblica”. Certamente il vostro contributo è già molto rilevante e passa anche attraverso la costruzione di quella bellezza “che salva il mondo” (come il mosaico absidale e la “spinta” a realizzare la piazzetta davanti alla chiesa). La vigilanza che siamo chiamati ad attivare in questo Tempo di

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Avvento e l’impegno ad “abbassare i colli e a innalzare le valli” è a tutto campo. Naturalmente il prevalente impegno educativo è alla base della “vita buona del Vangelo” che deve espandersi sempre più e presso tutti nel quartiere. La cura dei piccoli, dei ragazzi e dei giovani per una crescita umana e cristiana è l’antidoto principale al degrado di una parte della società. L’impostazione dell’itinerario di iniziazione cristiana è solida. Non manca la presenza di preadolescenti e giovani in parrocchia, anche se rischiano di restare invisibili agli adulti e non interagenti reciprocamente. È difficile concepire un rapporto autentico tra generazioni? Anche gli anziani, che crescono nella società come in parrocchia, e che vivono esemplarmente in comunità (sono i volti che ho incontrato più frequentemente nei momenti comunitari fino all’agape fraterna di domenica) possono offrire agli adulti e ai più giovani in modo più diretto il frutto della loro esperienza e la testimonianza di una fedeltà cristiana vissuta.

3. Indicazioni pastorali

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Il cammino mistagogico, che con intelligente amore perseguite nel progetto complessivo della pastorale parrocchiale, tende alla sintesi. Avete scritto: «la pastorale mistagogica è anche una pastorale dell’unità». Che cosa rende contemplabile il mosaico absidale? Il cogliere la bellezza nell’unità del mistero. «La Bellezza – ha detto Rupnik – è un mondo penetrato dall’amore, è il mondo della comunione (…). La figura viene intesa come racconto, come dottrina, come omelia (…) in grado di far sentire la bellezza». Aggiunge l’artista che «il colore puro vuol dire l’individualità, il carattere, la personalità. I cristiani credono che c’è un principio unitario della comunione delle persone nella quale ci si può unire senza mutilarsi a vicenda. L’unità nella diversità. Lo Spirito Santo realizza tale unità». Così nel mosaico «si sintetizza tutta la teologia e la spiritualità del giorno del Signore prefigurato dall’AT e realizzato da Cristo». Mi verrebbe da applicare a voi: «Diventate quello che la vostra abside dice!».


QUINTO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ Qualche indicazione più concreta a) Per i più piccoli e i ragazzi. Il cammino di fede deve sempre più tendere a far vivere come culmine e fonte la celebrazione domenicale, attraverso la presenza insieme dei figli e dei genitori. Non trascurando una vera emergenza educativa attuale: il gioco, che aiuta a socializzare e a vivere equilibratamente la propria crescita. b) La partecipazione costante alla catechesi liturgica settimanale dei giovani e degli adulti dei vari gruppi si realizzi attraverso una semplificazione delle attività e dei momenti formativi. L’incontro settimanale comunitario è il luogo non soltanto della «preparazione» alla liturgia domenicale, ma anche della lettura dei segni positivi e allarmanti della comunità più vasta che insiste nel territorio parrocchiale. c) L’apporto dell’AGESCI per il gioco dei piccoli e dei ragazzi si deve allargare, attraverso la presenza dei capi, all’incontro del giovedì. d) Così nell’Azione Cattolica è opportuno, integrando la presenza dell’ACR, vivere l’unitarietà dell’Associazione in direzione educativa.

4. Con lo sguardo rivolto al futuro Una comunità viva, la vostra, con la guida zelante di don Dorino, il prezioso ministero di don Michele (soprattutto nel sacramento della Riconciliazione) e di don Sebastiano, e che guarda con fiducia e speranza al futuro di Dio. + Francesco Cacucci Arcivescovo

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V ISITA

PASTORALE

QUINTO VICARIATO INDICAZIONI

PASTORALI

A LIVELLO VICARIALE



V ISITA

PASTORALE

QUINTO VICARIATO Indicazioni pastorali a livello vicariale

La Visita pastorale nel quinto vicariato ha avuto un incontro previo del Consiglio pastorale vicariale, allargato ai Consigli pastorali parrocchiali, il 20 giugno 2011 presso la parrocchia S. Marcello. Sono emerse tutte le aspettative che ciascuna comunità ha portato con sé, convinta che senz’altro sarebbe stata un’esperienza carica di frutti. L’Arcivescovo, per parte sua, ribadiva che suo compito primario sarebbe stato quello di conoscere più da vicino ciascuna comunità, ascoltare, vivere insieme momenti di fede. Il calendario delle visite alle sette parrocchie si è svolto secondo quest’ ordine, con inizio a fine settembre e conclusione all’inizio di dicembre: S. Ciro, S. Marcello, S. Maria delle Vittorie, SS. Sacramento, Buon Pastore, S. Andrea, S. Pasquale. A conclusione della Visita, il Consiglio pastorale vicariale, allargato ai Consigli pastorali parrocchiali, il 9 dicembre 2011, presso la parrocchia S. Marcello con l’Arcivescovo ha voluto ripensare la gioiosa esperienza vissuta e accogliere alcune indicazioni pastorali comuni al vicariato. Ha riconosciuto nella Visita un segno della Provvidenza divina che ha permesso ad ogni comunità di sentirsi Chiesa, vivere momenti di festa e visibile comunione con il Vescovo, prendere coscienza della propria vocazione e ricevere nuovo impulso per il cammino da intraprendere.

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Considerazione unitaria Dalle lettere conclusive indirizzate dal Vescovo alle singole comunità parrocchiali, si ricava il suo apprezzamento per le tante ricchezze di iniziative fiorenti nelle diverse parrocchie. La sua indicazione prevalente al riguardo è quella in ordine ad una maggiore convergenza sull’essenziale: si tratta di evitare percorsi paralleli dove le parti si ignorano, rendendo poco visibile la parrocchia come comunità. Senza momenti di effettiva comunione pastorale, non è possibile evitare la frammentazione e la conseguente autoreferenzialità, che potrebbe indurre a considerare la vita comunitaria come una grande “azienda dello spirito”, sbilanciata più nel fare che non nell’essere. Non dappertutto è ancora presente con ritmo settimanale la catechesi liturgica, e, laddove essa è vissuta, non vede abitualmente la partecipazione della fascia giovanile e di tutti gli operatori pastorali. La scelta mistagogica

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Il Vescovo ha constatato che anche nel quinto vicariato il cammino mistagogico è divenuto un impegno prioritario. Anche per le considerazioni precedentemente svolte, la mistagogia, con la sua sintesi tra annuncio, celebrazione e testimonianza, risulta nei fatti la via maestra della pastorale (cfr la Nota pastorale del 1996 Con il dono della carità dentro la storia, nn. 13-15). Più che una meta pastorale, si tratta di un metodo che accompagna il credente a riscoprire e vivere i “misteri” ricevuti. Purtroppo, anche da noi troppo spesso i sacramenti restano riti con poca o nessuna incidenza nella vita; si profonde tutto l’impegno nella preparazione a riceverli, ma non altrettanto a ripensarli dopo averli ricevuti: questo è vero per i sacramenti di iniziazione, ma è altrettanto vero per gli altri. Pensiamo, ad esempio, al matrimonio. L’attenzione ai ragazzi/adolescenti/giovani Il Vescovo ha ammirato la creatività pastorale nell’ambito della iniziazione cristiana. In particolare ha constatato il dispiegamento di molte forze educative, da parte di tutti i parroci, in ordine al coin-


QUINTO VICARIATO - INDICAZIONI PASTORALI volgimento dei genitori dei piccoli e dei ragazzi dell’iniziazione cristiana. L’ACR è presente, anche se non in modo consistente in tutte le comunità. I giovani rappresentano forse il nodo pastorale più problematico, a motivo del loro essere impregnati della “liquidità” del mondo in cui vivono; sono risultati, tuttavia, alquanto riusciti i percorsi vicariali compiuti negli anni più recenti. Alle “Lettere” che l’Arcivescovo ha inviato a ciascuna parrocchia, rispondo anch’io in forma epistolare per esprimere, a nome di tutti i sacerdoti e i laici del Vicariato, i sentimenti di gratitudine e di responsabilità, che devono contraddistinguerci da oggi in poi nel cammino del “dopo Visita pastorale”. Carissimo Padre, voglio manifestarLe lo stesso calore da Lei dimostrato nella visita alle nostre parrocchie, e faccio mio anche lo stile epistolare, con cui ha voluto sigillare gli incontri. La fonte fresca dei Padri della Chiesa, a cui Lei abitualmente attinge a piene mani, mi spinge a riferirmi anch’io a quella fonte. Nei giorni della Visita sono suonate particolarmente vere, e quasi scritte appositamente per noi, le parole di sant’ Ignazio di Antiochia alla comunità di Efeso: «È bene, quindi, che camminiate in accordo con il pensiero del vescovo, come appunto già fate. Infatti il vostro collegio dei presbiteri, giustamente famoso e degno di Dio, è strettamente unito al vescovo come le corde della cetra. Per questo, dalla vostra concordia e dalla carità armoniosa che dimostrate, si innalza un canto a Gesù Cristo». Le sono grato, a nome di tutti i sacerdoti e i laici del vicariato, per i suggerimenti e gli incoraggiamenti che ha dato ad ogni comunità nella specificità di ciascuna, e assicuro che quelle direttive costituiranno per noi l’asse delle nostre dinamiche pastorali per l’immediato futuro. L’aver sperimentato il sentirci Chiesa attorno al proprio Pastore non potrà, infatti, non incrementare la comunione pastorale tra le “sette sorelle”, che da oggi riprendono il loro percorso ordinario, ma – evidentemente – con una grazia di luce e di sapienza pastorale in più nella mente e nel cuore.

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In particolare, Le promettiamo di prendere molto a cuore l’applicazione delle linee da Lei indicate nell’assemblea di inizio anno pastorale di settembre, specie per il motivo che il Seminario diocesano è collocato come sede nel nostro territorio, e, con gli educatori ed i seminaristi, il quinto vicariato intesse rapporti particolarmente intensi. Per grazia di Dio, e con un maggiore impegno da parte nostra, anche le nostre comunità parrocchiali potranno diventare più feconde di vocazioni sacerdotali. Con filiale ossequio Bari, 9 dicembre 2011 Il vicario zonale don Vittorio Borracci

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DIARIO DELL’ARCIVESCOVO NOVEMBRE - DICEMBRE 2011



D OCUMENTI

E

V ITA

DELLA

C HIESA

DI

B ARI -B ITONTO

DIARIO DELL’ARCIVESCOVO Novembre 2011

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- Al mattino, in Cattedrale, celebra la S. Messa di ringraziamento per la canonizzazione di san Luigi Guanella. - Alla sera, presso la parrocchia S. Paolo Apostolo in Bari, celebra la S. Messa di ringraziamento per la beatificazione di madre Elena Ajello, fondatrice della Congregazione delle Suore Minime della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. 2 - Al mattino, nella chiesa del Cimitero di Bari, celebra la S. Messa per la Commemorazione di tutti i fedeli defunti. - Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa. 3-6 - Visita pastorale alla parrocchia SS. Sacramento in Bari. 4 - Al mattino, presso il Sacrario dei Caduti d’Oltremare in Bari, partecipa, con un momento di preghiera, alla Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate. 9 - Alla sera, presso la parrocchia SS. Redentore in Bari, celebra la S. Messa per l’ingresso del nuovo parroco don Mario Sangiovanni, S.D.B. 10 - Al mattino, nella cripta della Cattedrale, celebra la S. Messa in suffragio dei vescovi defunti. - Alla sera, presso l’aula sinodale “Mons. Mariano Magrassi”, partecipa alla presentazione del libro “Anche noi senza la Domenica non possiamo vivere” a cura della dott.ssa Annalisa Caputo sul tema: “Catechesi e liturgie mistagogiche con e per soggetti diversamente abili. Un’utopia?”.

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- Al mattino, presso l’Oasi S. Maria in Cassano Murge, partecipa al ritiro del clero. 12 - Al mattino, presso l’aula magna “Attilio Alto” del Politecnico di Bari, partecipa al convegno storico sulla presenza dei Padri Guanelliani in Puglia. - Al pomeriggio, in Cattedrale, celebra la S. Messa e amministra le Cresime ai ragazzi della parrocchia Preziosissimo Sangue in S. Rocco di Bari. 13 - Al mattino, presso la parrocchia S. Marco in Bari, celebra la S. Messa per la Missione popolare. - Alla sera, presso la parrocchia S. Leucio in Bitonto, celebra la S. Messa per l’ingresso del nuovo parroco don Francesco Saverio Jagatha Papaiah. 14 - Alla sera, presso la parrocchia S. Maria della Pace in Noicattaro, presiede l’incontro conclusivo della visita pastorale alle parrocchie dell’XI vicariato. 15 - Al pomeriggio, presso l’aula sinodale “Mons. Mariano Magrassi”, nell’ambito del corso di formazione per i docenti di religione cattolica della diocesi, tiene la relazione sul tema: “Educare alla vita buona del Vangelo: perché?” in relazione agli Orientamenti pastorali della CEI per il nuovo decennio. 16 - Al mattino, a Monopoli, guida la lettura del film di Ermanno Olmi Il villaggio di cartone, per i sacerdoti della diocesi di Conversano-Monopoli. 16-20 - Visita pastorale alla parrocchia Buon Pastore in Bari. 21 - Al mattino, in Cattedrale, celebra la S. Messa per la festa della Virgo fidelis, patrona dell’Arma dei Carabinieri. 21-23 - A Fiuggi, partecipa al 35° Convegno nazionale delle Caritas diocesane e tiene la relazione su “Memoria, fedeltà, profezia: 40 anni di Caritas in Italia”. 24-27 - Visita pastorale alla parrocchia S. Andrea in Bari. 28 - Alla sera, presso la parrocchia Maria SS. del Rosario in Bari, presiede la tavola rotonda sulla Serva di Dio Bina Morfini. 30 - Al mattino, in Curia, presiede l’incontro dei direttori degli Uffici con i vicari zonali.


DIARIO DELL’ARCIVESCOVO

Dicembre 2011 1-4 - Visita pastorale alla parrocchia S. Pasquale in Bari. 2 - Al mattino, presso la cappella “Sedes Sapientiae” del Politecnico di Bari, celebra la S. Messa e, successivamente, nell’aula magna “Attilio Alto”, partecipa alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2011-2012. - Al pomeriggio, presso l’aula magna dell’Università degli studi “Aldo Moro” di Bari, partecipa al IX incontro nazionale dei docenti universitari di ispirazione cristiana. 5 - Al mattino, nella Basilica di S. Nicola, celebra la S. Messa per la festa di S. Barbara, patrona della Marina militare. - Nel pomeriggio, presso la parrocchia S. Nicola in BariCatino Quartiere S. Pio, celebra la S. Messa per la festa del Titolare. - Alla sera, presso la cappella del Seminario Arcivescovile, tiene la lectio su Luca 19, 1-10 ai giovani dell’A.C. diocesana. 6 - Alla sera, nella Basilica di S. Nicola, partecipa alla concelebrazione eucaristica presieduta da S.Em. il card. Francesco Monterisi, Arciprete della Basilica papale di S. Paolo fuori le Mura, nella solennità del Santo Patrono. 7 - Alla sera, presso la parrocchia Immacolata in Modugno, celebra la S. Messa e conferisce il mandato agli operatori pastorali. 8 - Al mattino, nel Quartiere Carrassi, partecipa alla cerimonia di inaugurazione del mercato rionale coperto “S. Scolastica” e benedice la nuova struttura. Successivamente, presso la Concattedrale di Bitonto, celebra la S. Messa per la festa della Patrona, Maria SS. Immacolata. - Alla sera, presso la parrocchia S. Maria di Costantinopoli in Bitritto, celebra la S. Messa per l’ordinazione diaconale di Mario Diana. 9 - Al mattino, presso il Seminario arcivescovile, partecipa al ritiro del clero.

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- Al pomeriggio, presso il Centro Polifunzionale degli studenti (ex Palazzo delle Poste), in piazza Cesare Battisti, interviene con l’editore Alessandro Laterza e il segretario generale della Banca d’Italia Salvatore Rossi, alla presentazione del libro C’era una volta il futuro: l’Italia della Dolce Vita, del critico cinematografico Oscar Iarussi. - Alla sera, presso la parrocchia S. Marcello in Bari, presiede l’incontro conclusivo della visita pastorale alle parrocchie del V vicariato. - Alla sera, presso la parrocchia SS. Sacramento in Bitonto, celebra la S. Messa per il 25° anniversario dell’erezione canonica, il 10° anniversario della dedicazione della chiesa parrocchiale e il conferimento dell’accolitato al seminarista Nicola Flavio Santulli. - Al mattino, presso l’Istituto Margherita in Bari, detta la meditazione per il ritiro delle religiose USMI. - Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa per l’ordinazione diaconale di Vito Carnevale. - Al mattino, presso il Pontificio Seminario regionale “Pio XI” in Molfetta, presiede la riunione della Conferenza Episcopale Pugliese. - A Napoli, presso il Pontificio Seminario Campano Interregionale di Posillipo, in occasione del suo centenario, tiene il ritiro spirituale ai seminaristi. - Al pomeriggio, in viale Imperatore Traiano in Bari, benedice e inaugura i locali della sede sociale dell’Associazione “Equanima” onlus, promossa dal Progetto Policoro diocesano per il progetto di promozione sociale “Banco Abbigliamento”. - Al pomeriggio, presso la sede provinciale della Confartigianato, partecipa alla cerimonia di intitolazione della sala riunioni all’on. Antonio Laforgia, già sindaco della città e fondatore dell’Associazione. - Al mattino, presso la clinica Anthea in Bari, celebra la S. Messa. - Nel pomeriggio, in Cattedrale, celebra la S. Messa per l’apertura dell’anno accademico 2011-2012 dell’Istituto Superiore di Scienze religiose “Odegitria” e successivamen-


DIARIO DELL’ARCIVESCOVO

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te, nella sala “Mons. Enrico Nicodemo”, presiede la cerimonia di inaugurazione. Al mattino, in Episcopio, presiede la riunione del Consiglio di amministrazione della Biblioteca Ricchetti. Al pomeriggio, presso la sala convegni dell’Hotel Excelsior in Bari, partecipa alla cerimonia di attribuzione del premio “Pugliesi nel mondo” a S.E. mons. Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli e a S.E. mons. Filippo Santoro, arcivescovo eletto di Taranto. Al mattino, presso la parrocchia S. Antonio in Bari, celebra la S. Messa per la riapertura della chiesa dopo i restauri. Nel pomeriggio, presso la parrocchia S. Fara in Bari, celebra la S. Messa e benedice il nuovo altare dedicato a santa Fara. Al mattino, presso l’Ospedale S. Paolo in Bari, celebra la S. Messa e visita i reparti. Al mattino, in Prefettura, partecipa allo scambio degli auguri natalizi. Al pomeriggio, presso il Liceo scientifico “Arcangelo Scacchi” in Bari, incontra docenti e studenti in occasione del Natale. Alla sera, presso il Circolo Unione in Bari, incontra i soci del Rotary Club per lo scambio degli auguri natalizi. Al mattino, presso la sede della Curia arcivescovile, scambia gli auguri natalizi con i curiali e i collaboratori. Al pomeriggio, presso la scuola media statale “Amedeo d’Aosta” in Bari, benedice il presepe e incontra i docenti e gli alunni. Al mattino, presso il Palazzo della Provincia, celebra la S. Messa in preparazione al Natale. Al pomeriggio, presso l’Ospedale Di Venere in Bari Carbonara, incontra i dirigenti e i medici e celebra la liturgia della Parola con gli ammalati e i loro familiari. Alla sera, presso la cappella del Seminario Arcivescovile, presiede la veglia vocazionale in preparazione al Natale e il

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rito di ammissione di Alessandro Ventura agli ordini sacri. - Al mattino, visita la comunitĂ terapeutica Lorusso-Cipparoli in Giovinazzo e incontra gli ospiti e gli operatori. Successivamente, presso il C.A.R.A. (Centro di accoglienza richiedenti asilo) in Bari-Palese, celebra la S. Messa. - Al pomeriggio, presso la Casa circondariale di Bari, celebra la S. Messa per i detenuti e il personale carcerario. - Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa della Notte del Natale del Signore. - Al mattino, presso la Concattedrale di Bitonto, celebra la S. Messa del Giorno di Natale. - Al pomeriggio, presso la cattedrale di Castellaneta, presiede la concelebrazione esequiale di S.E. mons. Martino Scarafile, vescovo emerito della diocesi.


BOLLETTINO DIOCESANO “L’ODEGITRIA” INDICE

GENERALE

2011



D OCUMENTI

E

V ITA

DELLA

C HIESA

DI

B ARI -B ITONTO

INDICE GENERALE Indice generale dell’annata 2011

PRIMA VISITA PASTORALE DI S.E. MONS. FRANCESCO CACUCCI VISITA

PASTORALE AL

TERZO VICARIATO

RELAZIONE

INTRODUTTIVA

13

LETTERE DELL’ARCIVESCOVO ALLE COMUNITÀ PARROCCHIALI AL TERMINE DELLA VISITA PASTORALE: Famiglia di Dio in festa Lettera alla comunità parrocchiale “S. Nicola” in Bari-S. Spirito (Quartiere Catino) (14-17 gennaio 2010)

39

Popolo di Dio in comunione: luminosa stella sul cammino della parrocchia Lettera alla comunità parrocchiale “Stella Maris” in Bari-Palese (18-21 febbraio 2010)

43

Guardate sempre alla realtà e alla storia con gli occhi di Dio Lettera alla comunità parrocchiale “S. Michele Arcangelo” in Bari-Palese (25-28 febbraio 2010)

47

Siate dimora in cui essere ospitati e ospitare Lettera alla comunità parrocchiale “Maria SS. Annunziata” in Modugno (11-14 marzo 2010)

53

La vostra comunità sia l’“amen” di Cristo al Padre Lettera alla comunità parrocchiale “S. Agostino” in Modugno (18-21 marzo 2010)

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Sulla parola di Cristo, raccogliete la rete piena di pesci Lettera alla comunità parrocchiale “Santi Apostoli” in Modugno (15-18 aprile 2010)

65

I veri adoratori Lettera alla comunità parrocchiale “S. Ottavio” in Modugno (22-25 aprile 2010)

69

Dimora di Dio tra gli uomini Lettera alla comunità parrocchiale “Immacolata” in Modugno (13-16 maggio 2010)

75

«Al compiersi della Pentecoste i discepoli erano tutti riuniti» (At 2,1) Lettera alla comunità parrocchiale “Spirito Santo” in Bari-Santo Spirito (20-23 maggio 2010)

81

Nutriti del Corpo di Cristo vivete in comunione tra voi Lettera alla comunità parrocchiale “Natività di Nostro Signore” in Bari-Santo Spirito (3-6 giugno 2010)

87

Esperienza, incontro, testimonianza Lettera alla comunità parrocchiale “S. Alberto” in Bari-Palese (10-13 giugno 2010)

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INDICAZIONI

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VISITA

PASTORALI A LIVELLO VICARIALE

PASTORALE AL

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QUARTO VICARIATO

RELAZIONE

INTRODUTTIVA

109

LETTERE DELL’ARCIVESCOVO ALLE COMUNITÀ PARROCCHIALI AL TERMINE DELLA VISITA PASTORALE: Gesù, come ai discepoli di Emmaus, ci svela il senso delle Scritture e spezza il pane per noi Lettera alla comunità parrocchiale “Mater Ecclesiae” in Bari (30 settembre-3 ottobre 2010)

115


INDICE GENERALE «Crei e santifichi sempre» Lettera alla comunità parrocchiale “S. Giovanni Battista” in Bari (21-24 ottobre 2010)

119

Siate una piccola famiglia evangelica Lettera alla comunità parrocchiale “S. Francesco da Paola” in Bari (4-7 novembre 2010)

125

“Una parrocchia che sa di casa” Lettera alla comunità parrocchiale “S. Fara” in Bari (11-14 novembre 2010)

129

Nel giardino del Risorto Lettera alla comunità parrocchiale “S. Maria Maddalena” in Bari (25-28 novembre 2010)

133

Insieme per una testimonianza profetica di carità Lettera alla comunità parrocchiale “Maria SS. Addolorata” in Bari (2-5 dicembre 2010)

139

Vivere il «vangelo della vocazione» Lettera alla comunità parrocchiale “Cuore Immacolato di Maria” in Bari (7-9 gennaio 2011)

143

Comunione e comunità Lettera alla comunità parrocchiale “Annunciazione” in Bari (13-16 gennaio 2011)

149

«Io verrò e lo guarirò» (Mt 8,7) Lettera alla comunità ospedaliera “Vicaria Perpetua S. Vincenzo de’ Paoli e Santa Luisa de’ Marillac” in Policlinico-Bari (17 dicembre e 18 gennaio 2011)

155

INDICAZIONI

PASTORALI A LIVELLO VICARIALE

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VISITA

PASTORALE ALL’UNDICESIMO

RELAZIONE

VICARIATO

INTRODUTTIVA

629

LETTERE DELL’ARCIVESCOVO ALLE COMUNITÀ PARROCCHIALI AL TERMINE DELLA VISITA PASTORALE: Il grembo della vita cristiana è la comunità ecclesiale Lettera alla comunità parrocchiale “S. Nicola” in Mola di Bari (27-30 gennaio 2011)

637

«Se vedi la carità, tu vedi la Trinità» (sant’Agostino) Lettera alla comunità parrocchiale SS. Trinità in Mola di Bari (3-6 febbraio 2011)

643

Casa di comunione Lettera alla comunità parrocchiale “S. Maria di Loreto” in Mola di Bari (10-11 febbraio; 5-6 marzo 2011)

647

«Sinfonia alla Provvidenza» Lettera alla comunità parrocchiale “SS. Rosario in S. Domenico” in Mola di Bari (23 e 25-27 febbraio 2011)

651

Continuate ad aggiungere mattoni Lettera alla comunità parrocchiale “Sacro Cuore” in Mola di Bari (10-13 marzo 2011)

655

«Va’ e anche tu fai così» Lettera alla comunità parrocchiale “S. Maria del Carmine” in Noicattaro (23-27 marzo 2011)

661

«Se ami il Buon Pastore» Lettera alla comunità parrocchiale “S. Maria della Pace” in Noicattaro (31 marzo-3 aprile 2011)

655

Una bella grande famiglia Lettera alla comunità parrocchiale “S. Maria del Soccorso” in Noicattaro (7-10 aprile 2011)

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INDICE GENERALE Parrocchia casa di tutti Lettera alla comunità parrocchiale “Madonna di Lourdes” in Noicattaro-Parchitello (21-25 settembre 2011)

INDICAZIONI

VISITA

PASTORALI A LIVELLO VICARIALE

PASTORALE AL

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QUINTO VICARIATO

RELAZIONE

INTRODUTTIVA

693

LETTERE DELL’ARCIVESCOVO ALLE COMUNITÀ PARROCCHIALI AL TERMINE DELLA VISITA PASTORALE: Fame e sete di Dio Lettera alla comunità parrocchiale “S. Ciro” in Bari (29 settembre-2 ottobre 2011)

699

«Questa è proprio la casa di Dio» (Gen 28, 17) Lettera alla comunità parrocchiale S. Marcello in Bari (5-9 ottobre 2011)

705

«Famiglia di famiglie» Lettera alla comunità parrocchiale “S. Maria delle Vittorie” in Bari (19-23 ottobre 2011)

711

«Il Dio vicino» Lettera alla comunità parrocchiale “SS. Sacramento” in Bari (3-6 novembre 2011)

717

«Pastore e custode» (1 Pt 2, 25) Lettera alla comunità parrocchiale “Buon Pastore” in Bari (16-20 novembre 2011)

723

Le molte membra dell’unico corpo Lettera alla comunità parrocchiale “S. Andrea” in Bari (24-27 novembre 2011)

729

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Il Giorno del Signore Lettera alla comunità parrocchiale “S. Pasquale” in Bari (1-4 dicembre 2011)

INDICAZIONI

PASTORALI A LIVELLO VICARIALE

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743

***

DOCUMENTI DELLA CHIESA UNIVERSALE MAGISTERO PONTIFICIO Messaggio al Presidente della Repubblica on. Giorgio Napolitano in occasione del 150° anniversario dell’unità politica italiana

183

Messaggio ai partecipanti all’Assemblea generale dell’Azione Cattolica Italiana Discorso ai vescovi nella LXIII Assemblea generale della CEI

295 301

Lettera in occasione del 150° anniversario della fondazione de «L’Osservatore Romano»

407

Omelia nella Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria

411

Giornata mondiale della gioventù: (Madrid, 18-21 agosto 2011) Saluto ai giovani e omelia nella concelebrazione eucaristica conclusiva

415

Viaggio apostolico in Germania Discorso al Bundestag

503

Lettera apostolica in forma di Motu proprio “Porta fidei”

511

DOCUMENTI DELLA CHIESA ITALIANA 762

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA LXIII Assemblea generale (Roma 23-27 maggio 2011) Comunicato dei lavori Consiglio Permanente Messaggio d’invito al XXV Congresso Eucaristico Nazionale Comunicato dei lavori della sessione primaverile (Roma, 28-30 marzo 2011) Comunicato dei lavori della sessione autunnale (Roma, 26-29 settembre 2011)

307 191 199 527


INDICE GENERALE Conferma di don Vito Piccinonna ad Assistente ecclesiastico centrale per il settore giovani di A.C

535

CONFERENZA EPISCOPALE PUGLIESE III Convegno ecclesiale regionale “I laici nella Chiesa e nella società pugliese, oggi” Intervista a mons. Francesco Cacucci: alcune riflessioni sul Convegno

207 209

DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVO Saluto all’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese “Il Vangelo e il peccato: la speranza nella fragilità (Il Vangelo in vasi di creta)”: relazione tenuta a Fano il 30 novembre 2010 nel Seminario di Studio organizzato dal COP su “Peccato e conversione” “Sacra Scrittura e mistagogia in alcune lettere di san Pio” (Martina Franca, 18 febbraio 2011) Saluto alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2011-2012 della Facoltà Teologica Pugliese

213

217 419 537

CURIA METROPOLITANA Vicariato generale Vicariato generale. Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso La presenza e l’accoglienza dei fedeli delle Chiese orientali non cattoliche e il rinnovamento della Chiesa

315

Vicariato generale: Uffici Ecumenismo e dialogo, Migrantes, Missionario La Giornata mondiale per le migrazioni L’integrazione: realtà possibile?

229 232

Cancelleria Sacre ordinazioni e decreti Ufficio per le cause dei santi Apertura del processo di beatificazione e canonizzazione della Serva di Dio suor Teresa di Gesù (Gimma), O.C.D.

763

235, 321, 431, 541

433


Settore Presbiteri. Ufficio Presbiteri La settimana formativa dei preti giovani in Polonia Raccontando Palermo. La settimana di formazione presbiterale

325 545

Settore Diaconato e ministeri istituiti Relazione delle attività dell’anno 2010-2011

329

Settore Laicato. Ufficio Laicato Il Convegno sui laici di San Giovanni Rotondo. Lavoro di preparazione e prospettive

437

Settore Laicato. Aggregazioni laicali Famiglia Giuseppina-Marelliana La festa dei santi sposi Maria e Giuseppe

245

Settore Evangelizzazione. Ufficio catechistico e Ufficio Famiglia Gli incontri di formazione per i catechisti e gli operatori pastorali Il XIX Convegno nazionale dell’Apostolato Biblico

239 241

Settore Evangelizzazione. Uffici: Catechistico, Comunicazioni sociali. Missionario, Tempo libero e sport, Chiesa e mondo della cultura Incontri di formazione per gli operatori pastorali “Per una pastorale vocazionale”: relazione di don Giacomo Fazio “Il catechista, animatore vocazionale”: relazione di don Francesco Nigro

549 551 566

Settore Evangelizzazione. Ufficio Missionario L’Ottobre missionario e la Giornata missionaria mondiale 2011

589

Uffici: Liturgico, Arte sacra-Museo-Musica sacra, Comunicazioni sociali, Chiesa e mondo della cultura “Notti sacre” 2011 (Bari, 24 settembre-2 ottobre 2011) P. Bartolomeo Sorge, sJ: “Per una città dal volto umano”

591 593

CONSIGLI DIOCESANI 764

Consiglio Presbiterale diocesano Verbale della riunione del 21 ottobre 2010 Verbale della riunione del 21 gennaio 2011 Verbale della riunione del 20 maggio 2011

249 253 333

Consiglio Pastorale diocesano Verbale della riunione del 22 febbraio 2011

441

TRIBUNALE ECCLESIASTICO REGIONALE PUGLIESE Relazione del vicario giudiziale in occasione


INDICE GENERALE dell’inaugurazione del nuovo anno giudiziario

259

ISTITUTO SUPERIORE DI SCIENZE RELIGIOSE “ODEGITRIA” Istituto Superiore di Scienze religiose “Odegitria” Il nuovo statuto dell’Istituto e il Decreto della Congregazione per l’Educazione cattolica

447 479

AZIONE CATTOLICA ITALIANA Vita associativa: l’Assemblea elettiva e il nuovo Consiglio diocesano per il triennio 2011-2014

267

PARROCCHIE Parrocchia S. Ferdinando (Bari) La festa di S. Ferdinando a Bari e a Siviglia

381

FONDAZIONE S. NICOLA E SS. MEDICI - FONDO DI SOLIDARIETÀ ANTIUSURA Relazione socio-pastorale annuale del Presidente mons. Alberto D’Urso

341

FONDAZIONE GIOVANNI PAOLO II Inaugurazione del nuovo Centro polifunzionale: relazione del Presidente mons. Nicola Bonerba

373

DOCUMENTAZIONE Il Convegno di Psicologia della religione

481

PUBBLICAZIONI

271, 385, 483, 601

NELLA PACE DEL SIGNORE p. Diego Pedone, O.F.M. cap. don Nicola Ludovico Passione per l’Africa. In memoria di p. Mario Cisternino, comboniano

281 391 395

DARIO DELL’ARCIVESCOVO Gennaio 2011 Febbraio 2011 Marzo 2011 Aprile 2011 Maggio 2011 Giugno 2011

171 172 285 286 399 401

765


Luglio 2011 Agosto 2011 Settembre 2011 Ottobre 2011 Novembre 2011 Dicembre 2011

766

491 492 611 613 749 751


ANNOTAZIONI

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