Notiziario Diocesano Dicembre 2017

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notiziario diocesano organo di collegamento della arcidiocesi di bari-bitonto

anno XXXIV • numero 12 • dicembre 2017

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Ti vengo a cercare

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«Sono in cerca dei mei fratelli» (Gen 37,16) Ogni volta la Chiesa inizia un nuovo anno liturgico chiedendo nella preghiera al Padre: “suscita in noi la volontà di andare incontro con le buone opere al tuo Cristo che viene” (Colletta della prima domenica di Avvento). Siamo invitati ad andare incontro a Cristo ma, nello stesso tempo, ci viene ricordato che è lui a venirci incontro. Se è grande il desiderio di cercare Dio da parte dell’uomo, come ci suggeriscono i Salmi: “dall’aurora io ti cerco, ha sete di te l’anima mia, desidera te la mia carne …” (cfr Sal 63,2), “il tuo volto, Signore, io cerco…” (cfr Sal 27,8), ancora più grande è il desiderio di cercare l’uomo da parte di Dio. “Ti vengo a cercare!” È un annuncio antico, che ha percorso la storia del popolo di Dio, attraversando le vicende di uomini e donne benedetti dal Signore. È la bella notizia della fede, sempre nuova, che domanda di essere continuamente trasmessa e che nella prima parte del nuovo anno, tra il tempo di Avvento e di Natale, risuona con gioiosa fermezza. È proprio vero quanto affermava sant’Agostino: “Non lo cercheresti, se Egli non ti avesse cercato per primo...”1. La storia dell’umanità è storia di salvezza, perché è la storia di un Dio Padre e Creatore che cerca la sua creatura, perché ne è

infinitamente innamorato. Una ricerca iniziata già nel giardino della creazione, quando Dio chiede ad Adamo: «Dove sei?» (cfr Gen 3,9). La Sacra Scrittura è piena di dialoghi d’amore che manifestano questo eterno desiderio di Dio: cercare l’uomo, cercare suo figlio. La storia di Giuseppe, figlio di Giacobbe, giovane e amato dal padre (raccontata nel libro della Genesi,

nei capitoli 37-50) ne è un esempio luminoso. E si fa figura di una storia d’amore e di ricerca ancora più profonda e universale che è quella di Cristo, il Figlio di Dio inviato dal Padre a cercare noi, i figli, suoi fratelli. Ha scritto il nostro Arcivescovo, mons. Francesco Cacucci, “«La vocazione di Giuseppe era di ricondurre i fratelli al padre, cioè di prendere sul serio il fatto di essere figli del padre»2. A Giuseppe, giovane diciassettenne, il padre affida la missione di ricordare agli altri

che egli vive con nostalgia l’assenza dei fratelli e si preoccupa della loro sorte. Anche Gesù, il Figlio amato dal Padre, come racconta Giovanni «si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14), per ricondurre ogni uomo all’unico Padre. Lo scrive anche san Paolo ai Galati: «quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli» (Gal 4,4-5)”. L’immagine che accompagnerà, in questo tempo, la preghiera e la riflessione delle nostre comunità - tratta dal Ciclo di Giuseppe, felicemente scoperto durante il pellegrinaggio barese della reliquia di San Nicola in Russia a Mosca, - sarà quella di Giacobbe che invia Giuseppe nella sua kenosis, a cercare i fratelli, che lo porteranno fino al punto più basso, la ‘spoliazione’ dalle vesti, l’umiliazione, la discesa nel pozzo, ma proprio quell’annientamento diventerà possibilità di salvezza e di ritorno alla vera comunione dei figli col padre e tra di loro. Sac. Mario Castellano Direttore degli Uffici Pastorale e Liturgico

segue a pag. 2


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