notiziario diocesano organo di collegamento della arcidiocesi di bari-bitonto anno XXXIII • numero 5 • maggio 2016
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Comunicazione e Misericordia: un incontro fecondo
L
50a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali
a Chiesa ha la missione di annunciare la misericordia di Dio, cuore pulsante del Vangelo, che per mezzo suo deve raggiungere il cuore e la mente di ogni persona […] Il suo linguaggio e i suoi gesti devono trasmettere misericordia per penetrare nel cuore delle persone e provocarle a ritrovare la strada per ritornare al Padre. (Misericordiae Vultus, 12) La scelta del Tema di quest’anno è stata, chiaramente, determinata dalla Celebrazione del Giubileo Straordinario della Misericordia e, senza dubbio, il Santo Padre ha voluto che la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali offrisse una occasione propizia per riflettere sulle sinergie profonde tra comunicazione e misericordia per una promozione della cultura dell’incontro. In un tempo di profondi mutamenti mediatici è possibile una comunicazione “misericordiosa”? L’invito che ci viene fatto è quello di “convertire” la stessa comunicazione. Ogni uomo e ogni donna, nella propria comunicazione, nell’andare incontro all’altro o all’altra, devono essere animati da una profonda dimensione di accoglienza, di disponibilità, di perdono. Una buona comunicazione può aprire uno spazio per il dialogo, per la comprensione reciproca e la ri-
conciliazione, permettendo che in tal modo fioriscano incontri umani fecondi. Parole e gesti per superare le incomprensioni, per guarire le
memorie, per costruire la pace e l’armonia. Nella comunicazione al primo posto vi è soprattutto una profonda dimensione umana. Comunicazione che non è solo un’attuale o aggiornata tecnologia, ma una profonda relazione interpersonale. Questo il “cuore” del messaggio di papa Francesco: la comunicazione ha il potere di creare ponti, di favorire l’incontro e l’inclusione, arricchendo così la società. Le parole possono gettare ponti tra le per-
sone, le famiglie, i gruppi sociali, i popoli. E questo sia nell’ambiente fisico sia in quello digitale. «L’incontro tra la comunicazione e la misericordia è fecondo nella misura in cui genera una prossimità che si prende cura, conforta, guarisce, accompagna e fa festa. In un mondo diviso, frammentato, polarizzato, comunicare con misericordia significa contribuire alla buona, libera e solidale prossimità tra i figli di Dio e fratelli in umanità», spiega il Santo Padre, valorizzando l’importanza dell’ascolto nella comunicazione: «Ascoltare non è mai facile. A volte è più comodo fingersi sordi. Ascoltare significa prestare attenzione, avere desiderio di comprendere, di dare valore, rispettare, custodire la parola altrui. Saper ascoltare è una grazia immensa, è un dono che bisogna invocare per poi esercitarsi a praticarlo». In un epoca in cui “l’arte della parola è senza cuore e senza amore” (Ferdinand Ebner), dove le parole parlanti si sono rarefatte e sempre più frequenti sono le parole parlate, è necessario e urgente recuperare un vocabolario, chiamiamolo “misericordioso”, che consenta di entrare nel cuore e nella mente, in definitiva nella persona. sac. Carlo Cinquepalmi
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