notiziario diocesano organo di collegamento della arcidiocesi di bari-bitonto
anno XXXIV • numero 9 • settembre 2017
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La partecipazione dei Pastori delle Chiese di Bari e di Lecce al pellegrinaggio in Cappadocia
S
eguendo una tradizione avviata già da alcuni anni, anche quest’anno, dal 17 al 19 maggio scorso, il Patriarca Ecumenico Sua Santità Bartolomeo I si è recato in pellegrinaggio in Cappadocia. Ubicata nell’attuale Turchia centrale, la Cappadocia è una regione caratterizzata da un’antichissima presenza cristiana risalente all’età apostolica (cfr. 1 Pt 1,1), nella quale sono vissuti grandi santi quali Basilio di Cesarea, Gregorio di Nazianzo, Gregorio di Nissa e Amfilochio di Iconio, ma dove oggi, a seguito delle vicissitudini storiche e politiche dello scorso secolo, non esiste più alcuna presenza cristiana. Quest’anno il Patriarca Bartolomeo I ha voluto invitare ad unirsi al pellegrinaggio anche l’Arcivescovo di Bari-Bitonto Mons. Francesco Cacucci e l’Arcivescovo di Lecce Mons. Domenico Umberto D’Ambrosio, dai quali era stato accolto durante il suo viaggio in Puglia del dicembre 2016. Tra gli altri, al pellegrinaggio in Cappadocia hanno partecipato il Patriarca greco ortodosso di Gerusalemme Sua Beatitudine Thephilos III ed il Metropolita di
Constantia Sua Eminenza Basilios, della Chiesa ortodossa di Cipro. Arrivati ad Istanbul un giorno e mezzo prima della partenza per la Cappadocia, Mons. Cacucci e Mons. D’Ambrosio hanno potuto subito sperimentare la calorosa ospitalità offerta dal Patriarca Bartolomeo I,
il quale ha voluto riceverli in udienza privata nel Fanar, sede del Patriarcato Ecumenico, e ha organizzato per loro la visita di alcune chiese di epoca bizantina, come Santa Sofia, Sant’Irene ed il monastero di Chora, che, sebbene oggi siano state trasformate in museo o in sala per eventi culturali, non cessano di suscitare forti emozioni non solo per la bellezza dell’architettura e dei mosaici che le decorano, ma
soprattutto per i ricordi che esse evocano in coloro che conoscono la storia della Chiesa. È sufficiente infatti menzionare che nella chiesa di Sant’Irene fu celebrato il secondo concilio ecumenico, il Costantinopolitano I (381), nel quale venne canonizzata la forma finale del Simbolo di fede che recitiamo ogni domenica nella liturgia domenicale, il Simbolo niceno-costantinopolitano. La mattina di sabato 17 maggio, Sua Santità Bartolomeo I ed il gruppo di pellegrini che lo accompagnava si sono trasferiti in aereo da Istanbul a Kayseri. Da lì si sono diretti a Göreme, dove hanno visitato le chiese di san Basilio e di santa Caterina, la Karanlik Kilise (la chiesa oscura) e la Tokali Kilise (la chiesa della fibbia). Queste chiese rupestri fanno parte di una vera e propria cittadella monastica, che oggi è parte di un museo a cielo aperto.
Mons. Andrea Palmieri Sottosegretario del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei Cristiani
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