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Bianchi Methanol SL Rocky Mtn. Element Specialized Carve Intense M9 FRO Trek Slash 9
MARZO
Anno VII n. 3 - 2012
RUBRICHE IMPERDIBILI
Le prove sul campo:
Ruote contro confronto diretto tra gli attuali tre diametri
Thrash Tests sempre più materiali collaudati a fondo e raffrontati tra loro
Migliorare in salita ecco come
Tecnica riconoscere i nuovi movimenti centrali
White Style spettacolare inverno
Comportamenti quali tenere nel pieno rispetto dei sentieri più belli per voi
Distribuzione: Me.Pe. Messaggerie Periodici SpA
Poste Italiane S.p.A., Sped. Abbonamento Postale, D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, aut. n° 060018 del 14/09/06 DCB BO
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Per conoscere la mtb ed i componenti
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Nel suo regno: percorsi come lo Sticks and Stones del Northstar at Tahoe Bike Park sono davvero pane per i denti della M9, visto il mix di salti, rocce e radici impietoso con le bici meno dotate.
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INTENSE M9
FRO
est
Solo da gara! Ma vi pare poco?
a serie M di Intense Cycles è dall’introduzione della primissima M1 nel ‘94 che in ambito DH è divenuta un sinonimo stesso di questa specialità. Da sempre costruita senza compromesso alcuno, ha nel proprio DNA soltanto la velocità più pura sui percorsi tecnicamente più probanti di Coppa del Mondo, oltre al blasone di essere una delle poche a potersi oggi fregiare del marchio “Made in USA”.
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PRINCIPI DI BASE L’acronimo FRO sta per “For Racing Only” ed identifica la chiara destinazione agonistica del mezzo. Ogni dettaglio è pertanto studiato esclusivamente allo scopo di limare ancora qualcosa al tempo di discesa, qualunque sia il percorso, da quello più scorrevole e ricco di rilanci in piedi sui pedali a quello invece infestato di rocce, radici e drop al limite delle capacità umane e meccaniche attuali. REALIZZAZIONE Interamente in alluminio 6061-T6, il più affidabile infatti sia in saldatura che nel tempo, sfoggia davvero una mirabile costruzione che sfrutta le tecnologie più diverse ed avanzate nel settore, come ad esempio il particolarissimo elemento della tubazione orizzontale monoscocca, in effetti nemmeno più una tubazione... L’utilizzo di idroformatura non ha comunque eliminato la fazzolettatura delle aree più sollecitate. Lo schema della sospensione è di tipo VPP della seconda generazione, affinato cioè nella variazione della risposta al fine di aumentarne la sensibilità e migliorare la sfruttabilità di un’escursione peraltro più che generosa, visto come con la modifica dell’attacco del suo ammortizzatore al triangolo principale sia possibile giungere fino a 241 mm di corsa. La battuta del carro è poi maggiorata a 150 mm, ma ugual sovradimensionamento è riservato anche alla tubazione di sterzo (da 1.5” costante infatti) ed alla scatola del movimento centrale (83 mm). MONTAGGIO La M9 FRO è proposta agli appassionati in kit telaio con ammortizzatore a scelta tra Fox e Cane Creek, ma non più con la AngleSet, la serie sterzo che dava modo di modificare l’angolo di sterzo a step di 0,5°. Il distributore in Italia offre anche un kit di montaggio completo, per chi non desiderasse godersi la scelta un componente per volta! In merito invece al montaggio del modello ricevuto in test, abbiamo con piacere ritrovato un gruppo Shimano da DH, il Saint (freni a 4 pistoni compresi), oltre agli ottimi cerchi Mavic e a gomme Kenda Nevegal. Azzeccata pure la scelta di un attacco di tipo
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integrato e delle manopole ODI Troy Lee Designs. SUL CAMPO In sella: l’ammortizzatore non è dei più accessibili per il controllo dell’affondamento iniziale e richiede l’aiuto di un altro biker per la sua determinazione, mentre con la forcella ad aria tutto è semplificato al massimo. Tra le scelte iniziali quelle della corsa e del passo richiedono molta sperimentazione pratica, sebbene dipendano poi dal singolo tracciato di gara. La lunghezza del carro è infatti modificabile su tre posizioni determinate dal diverso montaggio dei forcellini ed utilizzate per rendere il mezzo più o meno stabile e/o reattivo allo sterzo. A questo livello è comunque scontato fare continue regolazioni sia per determinare quelle ideali che per adattarsi poi al variare delle condizioni incontrate in competizione. Nei rilanci: la regolazione della frenatura in compressione permette di intervenire efficacemente pure nella taratura della risposta della sospensione alle repentine e veementi spinte sui pedali in uscita dalle curve, ma ugualmente non al punto da rendere reattiva la M9 tanto quanto desiderato, a causa anche di una gommatura specifica gravosa. Per guadagnare qualcosa abbiamo provato a cambiare la posteriore con un modello a tela singola e ad adottare una camera d’aria più leggera, riducendo però la sicurezza nella conduzione e la tenuta della spalla negli appoggi più impegnativi. Ma in gara è così... tutta una questione di compromessi! Chi non avesse ambizioni da podio, o non si potesse permettere azzardi, farà mille volte meglio ad optare per pneumatici a doppia tela e camere d’aria dedicate. Guidabilità: fortemente influenzata dalle regolazioni fini della geometria già illustratevi, per la maggioranza dei nostri percorsi ci siamo trovati meglio con un passo più lungo e la corsa di 229 mm, favorendo pertanto la stabilità a discapito della reattività e della padronanza del mezzo alle velocità più basse. Giova pertanto ripetere come si possa determinare quella che sarà la risposta della M9 mediante le scelte citate e l’intervento sulla serie sterzo, una operazione che la Intense
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ha previsto dotando il telaio di una tubazione sterzo aperta sul lato superiore, dove infatti alloggia la calotta Cane Creek che determina poi la variazione di inclinazione della forcella. In discesa: strepitosa nelle sezioni più veloci e tecniche, la M9 brilla nei percorsi superimpegnativi dove mette a frutto esperienze accumulate in anni e anni di competizioni al top. Più si trova il coraggio di spingerla e più ogni parametro si avvicina alla perfezione funzionale, dimostrando innanzitutto un bilanciamento geometrico che facilita moltissimo l’opera, altrimenti complessa, di regolazione delle sospensioni. Colpisce la sicurezza con la quale la Intense impatta anche le rocce più grandi e spigolose, quelle davanti alle quali viene quasi da chiudere gli occhi prima del contatto. Brilla inoltre sul ripido e per margini di sicurezza, permettendo più errori nella guida rispetto alla media del segmento. Nonostante i freni Saint, provvisti di potenza fuori scala, la sospensione ha sempre lavorato autonomamente dall’azione sulla leva di quello posteriore, confermando così una messa a punto effettivamente funzionale allo scopo di poter sempre rallentare agevolmente il mezzo anche incappando nei classici avvallamenti in serie che precedono le curve da affrontare a
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velocità drasticamente ridotte. In volo la M9 non si presta a particolari acrobazie, ma al tempo stesso atterra senza farsi cogliere facilmente di sorpresa da quel che trova sul fondo, o mettere in difficoltà da eventuali perdite dell’allineamento ottimale, nei limiti del buon senso naturalmente. NOTE Avremmo preferito trovare il manubrio BooBar nella taglia superiore da 78 cm, visto come possa comunque essere poi tagliato a misura senza particolari difficoltà. Peccato che non abbiamo invece fatto in tempo a ricevere per il test le Nevegal nella nuovissima mescola morbida SRS a ritorno più lento del tassello dopo una deformazione. CONCLUSIONI La Intense M9 FRO è un mezzo talmente orientato in modo specifico ad un utilizzo agonistico in discesa da rivelarsi più adatto ad un biker esperto, capace ovvero di sperimentare a fondo le diverse configurazioni proposte e di individuare la più adatta a lui senza perdercisi. L’indole di questa Intense ce la fa consigliare inoltre per l’impiego in un ambito tra i più probanti per condizioni reali del percorso, tra pendenze, drop e fondo. Chi desidera infatti qualcosa capace di passare su tutto ed ovunque non soltanto a parole, o nei proclami di un marketing più aggressivo del prodotto stesso, nella M9 FRO trova senza ombra di dubbio quello che cerca. ✪
INTENSE
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PREZZO: Distributore: Sito internet:
4 3 1: l’ammortizzatore non si trova in una zona particolarmente ben accessibile e protetta, ma abbassa sensibilmente il baricentro! 2: i forcellini G3 permettono di regolare su tre diverse lunghezze ed altezze la collocazione dell’asse del mozzo. 3: particolarmente apprezzata la guarnitura Saint in abbinata al guidacatena MRP G2 SL. 4: l’estremità superiore apribile della tubazione sterzo dà la possibilità di sostituire e posizionare molto agevolmente la calotta disassata del particolare sistema Cane Creek AngleSet di variazione dell’angolo di sterzo effettivo rispetto all’originale.
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M9 FRO 3.199,00 Euro (telaio con ammortizzatore Fox DHX RC4. Supplemento 200,00 Euro per Cane Creek Double Barrel) DSB, tel. 035.4824273 www.dsb-bonandrini.com
ESCURSIONE Ant.: 200 mm Escursione Post.: 216-229-241 mm Taglie disponibili: S/M/L Orizzontale Virtuale: 55,9/58,4/61 cm Angoli Sterzo/Piantone: 64° (±0,5/1/1,5°)/68° Altezza Mov. Centrale: 36,1-36,8 cm Carro Posteriore: 43,8-44,4-45,1 cm Tubazione Sterzo: 11,4/12,7/12,7 cm Standover: 73,7 cm (taglia “L”) Passo: 115,5-118/118-121/121-123 cm Materiale Telaio: Alluminio 6061-T6 Paese di Fabbricazione: USA PESO (esclusi pedali): 17,8 kg (taglia “L”) NB: componenti solo per questo test Forcella: RockShox Boxxer World Cup Solo Air Ammortizzatore: Fox Factory DHX RC4 Comando: Shimano Saint Cambio: Shimano Saint SS Freni Ant./Post.: Shimano Saint 203/203 mm Guarnitura: Shimano Saint 38D Guidacatena: MRP G2 SL Cassetta Pignoni: Shimano 11/28D 9v Catena: Shimano HG93 9v Cerchi, raggi: Mavic EX 721 Disc, 32 Mozzi ant./post.: Shimano Saint 20x110 mm / 12x150 mm Coperture ant./post.: Kenda Nevegal DH 2.50” 1.330 g Manubrio: Truvativ BooBar O/S 74 cm Attacco Manubrio: Truvativ Holzfeller Direct Mount Serie Sterzo: Cane Creek 1.5>1-1/8” AngleSet Reggisella: Crank Brothers Cobalt 2 Sella: WTB Silverado Pedali: /
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Bikers all’altezza: le tante possibilità di regolazione offerte dalla M9 vanno esplorate fino in fondo e per farlo non basta una bella dose di manico, in ogni caso necessaria, ma ci vuole anche un pizzico di sensibilità tecnica in più!