TJF OBSERVATORY 38
MINIMALISM
IN PRAISE OF SEMPLICITY DI ESTELLE ARIELLE BOUCHET
EMPORIO ARMANI SPRING SUMMER 2011
CONTRADDISTINTA DA UMILTÀ, MISURA E MEZZE TINTE, QUESTA TENDENZA ARTISTICA CHE SI È AFFERMATA A PARTIRE DAGLI ANNI '60 IN FORME DI ESPRESSIONE COME LA MODA, LA GIOIELLERIA, L'ARTE, L’ARCHITETTURA E IL DESIGN, AFFONDA LE SUE RADICI IN VARIE CORRENTI SPIRITUALI.
La ricerca della vacuità e di un luogo immaginario dove il vuoto sarebbe sovrano, epurato di qualsiasi contingenza materiale, come una finestra di Mondrian aperta sull’infinito, è alla base della ricerca minimalista. Più che a un movimento che implica una dinamica, il minimalismo sarebbe molto più simile a una mentalità senza alcuna intenzione specifica, se non quella di rendere le cose più semplici, più funzionali e più autentiche. Si potrebbe dire che nel Minimalismo non vi sia una particolare finalità, dal momento che questo movimento non è motivato da interessi economici e non implica alcun proselitismo, andando contro corrente rispetto alla società dei consumi. Eppure, ciò non toglie che esista un mercato minimalista: i tavoli di Knoll e le sedie in plexiglas di Philippe Starck rappresentano infatti i contro-esempi di questa asserzione per cui il minimalismo si colloca al di fuori dei confini della macchina economica, vorace e alla costante ricerca di nuovi prodotti. Innegabilmente, la ricerca minimalista mira a un ritorno all’ordine naturale e originario delle cose: ne è un esempio la naturale purezza di Zadig di Voltaire. Fare il vuoto non è un’attitudine spontanea dell’essere umano che, sin dalla prima infanzia, cerca di appropriarsi dei giochi dei compagni di asilo. Fare il vuoto significa accettare, in un processo ascetico e austero di rinuncia. Da lì a pensare che la povertà sia effettivamente più di tendenza rispetto alla ricchezza, almeno nelle sue forme di espressione superficiali come l’abbigliamento e l’arredamento, c’è un solo passo in avanti che si farebbe volentieri. Il recente successo del film francese Des Hommes et des Dieux Uomini di Dio che racconta la vita evangelica di questi frugali e amabili monaci di Tibhirine assassinati in Algeria, testimonia alla perfezione questa tendenza. Non si tratta, come in passato, di un pauperismo totale, ma di un pauperismo spirituale di buona lega. A questo proposito, si noterà che ciò che
The basis of all minimalist searching is the pursuit of emptiness and an imaginary line of reasoning where the void reigns supreme, purified of everything material, like a window by Mondrian opening onto infinity. Rather than a movement that involves a certain dynamic, minimalism is more akin to a state of mind without any specific intent other than to make things simpler, more functional and more authentic. You could say that there is no particular purpose in minimalism because this kind of approach is not driven by economic interests and does not try to proselytize in any way, since it is swimming against the tide of the consumer society. It is nevertheless true that there is a minimalist market: Knoll tables and Plexiglas chairs by Philippe Starck are just two examples that contradict this idea that minimalism stands completely outside the reach of the voracious economic machine, always looking for new products. Undeniably, the minimalist quest is to return to the original natural order of things, like Voltaire's Zadig in his naive purity. Creating a void does not come naturally to Man for, even as a child, he tries to grab the toys of the other children at kindergarten. Creating a void means an aesthetic and austere foregoing of things. We would willingly embrace this idea and embrace the thought that poverty is now becoming more of a trend than wealth, at least in its superficial forms of expression like clothing and decoration. The recent success of the French film Of Gods and Men about the religious life and the murder of frugal gentle monks in Tibhirine in Algeria, confirms this trend perfectly: there is not a total sense of poverty, as there would have been in the past, for poverty is here accompanied by a graceful spirituality. In this regard, you can see that understatement has become the rallying cry in posh Western circles, with a simple and refined style of dressing; but minimalism can get a bit boring: something more suitable for arte povera or for rich trendies. People nostalgically remember the fun and creative flair of a warmer and more sensual dress style and are asking themselves how it was possible for Luxury to have so easily given in to this Puritan way of thinking. The new Hermès boutique in Rue de Sevres in Paris quietly displays items that can best be described as simple: the luxury market is willing to team up with simplicity in order to send out an ethically-correct message. In Asia, Zen philosophy has deeply influenced this trend with a Japanese-style tendency where brands such as Muji do just perfectly. Similarly, the popularity of Japanese cuisine with its structure and geometrical shapes is further evidence that this trend has taken over the Western lifestyle. In the field of fashion, designers such as Issey Miyake and Yohji Yamamoto perfectly illustrate this state of mind. The French couturier Courrèges with his cosmonaut style, Paco Rabanne with his metal clothes, Martin Margiela, Jil Sander and early Prada are all part of the minimalist movement in Europe. This is also true for the severity of structure of Giorgio Armani's cuts for women that offer an elegance that finds its strength in the least amount
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accomuna gli ambienti occidentali facoltosi è un abbigliamento allo stesso tempo semplice, raffinato e fatto di understatement. Ci si annoia un po’ in questo minimalismo, appannaggio dell’Arte povera e dei “radical chic” francesi. Guardando allontanarsi con nostalgia l’esuberanza creativa e vivace di codici di abbigliamento più generosi e sensuali, ci si chiede già come mai il Lusso abbia aderito così facilmente a una corrente di pensiero luterana e austera. La boutique Hermès inaugurata di recente in rue de Sèvres a Parigi espone con sobrietà pezzi che possono essere definiti semplici. Perché il lusso flirta volentieri con la semplicità per trasmettere un messaggio eticamente corretto. In Asia, la filosofia Zen ha ispirato profondamente questa tendenza, con una predilezione iamatologa che insegne come quelle di Muji trasmettono alla perfezione. In maniera analoga, l’infatuazione per la cucina giapponese, geometrica e strutturata, dimostra che questa tendenza si è appropriata dello stile di vita occidentale. Nel campo della moda, gli stilisti Issey Miyake e Yohji Yamamoto interpretano perfettamente questa mentalità. Il sarto francese Courrèges con la sua dialettica da cosmonauta, Paco Rabanne con i suoi capi metallici o ancora Martin Margiela, Jil Sander e Prada: tutti incarnano le declinazioni europee di questa corrente minimalista. Per non parlare del rigore strutturale dei tagli di Giorgio Armani, per cui l’eleganza della donna trae la sua forza nel minimo piuttosto che nell’accumulo di colori. Nelle forme di espressione minimalista è più difficile fare errori, restando quindi nel buongusto e sulle giuste note. In Occidente, gli ordini religiosi mendicanti costituiscono le radici ideologiche della povertà e di questo movimento, oltre a rappresentare un terreno favorevole al suo sviluppo nell’inconscio collettivo contemporaneo, contribuendo a dare un’immagine eticamente corretta alla corrente minimalista. Analizzando questo spirito medievale e fraterno, si può ritenere che lo stile monacale e sobrio del minimalismo contemporaneo sia nelle sue armonie cromatiche che nella semplicità delle sue forme, derivi direttamente da questo passato spirituale e ne sostenga la tesi. Appare quindi chiaramente che questa forma di espressione minimalista si associ a valori di autoresponsabilità e virtù, ponendosi quindi quale contropotere di una società votata ai consumi secondari e allo sperpero ai quattro venti, apologia della dismisura e del superfluo che condanna implicitamente il minimalismo. Il minimalismo flirta quindi volentieri con ciò che il quotidiano ha di più semplice e basilare: dagli oggetti di recupero, al commercio equo e solidale passando per il microcredito, ci collochiamo in una dialettica minimalista che celebra stili di vita semplici e responsabili. Siamo ben lontani dalla vivacità chiassosa e vistosa degli anni ’80. La nuova edizione limitata di profumi di Giorgio Armani, dall’eleganza sobria e minerale e tappi realizzati con pietre ovoidali, si inserisce alla perfezione nella raffinatezza di questo movimento. Al giorno d’oggi si constata che non ci sono mezze misure e che si oscilla spesso tra un minimalismo austero e un barocco opprimente. Eppure l’equilibrio esiste, al di là delle mode e delle contingenze dettate dal mercato: l’equilibrio di un’estetica semplice e umana al tempo stesso che trova l’autenticità della sua forza in un’armonia di forme e colori. Il codice cromatico del minimalismo, costituito da una palette di bianchi, crema, beige, taupe, grigi, marroni e nero, può
liberarsi dall’ermetismo di uno stile troppo monacale per aprirsi a tonalità minerali e vegetali che richiamano armonie più ampie, naturali e autentiche al tempo stesso, a valorizzare un principio di ricerca della verità. Gérard Coste, artista nonché ex ambasciatore di Francia, ha cominciato a conoscere il Giappone in gioventù grazie a un Maestro Zen che ha influenzato la sua intera creazione e il tono nettamente minimalista e astratto della sua opera, la cui estetica resta comunque sottile ed elevata. L’artista franco-israeliana Brigitte Nahon, invece, ama lavorare il metallo per creare sculture magistrali e semplici al tempo stesso. Giovanni Bruzzi, pittore fiorentino, dimostra fino a che punto il nudo costituisce uno dei pilastri del movimento minimalista in pittura. Le forme si propongono quindi con una verità del realismo talvolta sconcertante, con una semplicità e un’umanità toccanti, fuori da qualsiasi artificio o sapiente sotterfugio. Tutti i campi di interpretazione sono quindi possibili nella composizione armoniosa del bouquet minimalista e la fantasia non è esclusa da questo movimento.
SOPRA/ABOVE: BLUE TRANCE BY GÉRARD COSTE IN PRIMO PIANO/FOREGROUND: TENOR, BRIGITTE NAHON, COURTESY GALERIE JÉRÔME DE NOIRMON
A DESTRA/RIGHT: COSMIC WAVE BY GÉRARD COSTE SOTTO/BELOW: BRACCIALI/BRACELETS EMPORIO ARMANI S/S 2011
possible, rather than in piling colour upon colour: with a minimalist style, it is easier not to make mistakes and to maintain good taste and the right touch. In the West, the religious mendicant orders were the ideological roots of this movement and it has found a fertile ground for its development in the contemporary collective unconscious and in poverty: helping to give an ethically-correct image to the minimalist movement. From this medieval feeling of brotherhood, we can safely assume that the simple understated monastic style of contemporary minimalism, with its colour harmonies and simplicity of forms, is a direct descendant of this spiritual past and supports this theory. It is therefore clear that this minimalist mode of expression has a certain quality of self responsibility and virtue: taking up a position against a society dedicated to excessive consumption and waste in a philosophy of excess and the superfluous that is an implicit condemnation of minimalism.
So, minimalism happily interacts with the most simple and basic things of everyday life such as recycled materials, fair trade and using microcredit: we put ourselves into a minimalist situation when we advocate a simpler and more responsible lifestyle, far from the loud flashy brilliance of the 80s. A good example of this is the understated cool elegance of the new limited edition of perfumes by Giorgio Armani with oval-shaped stones as stoppers, fitting perfectly into the refined feel of this trend. These days, there do not seem to be any half measures and we often ricochet from an austere minimalism to an overwhelming baroque. However, balance does exist outside the fashions and requirements of the market: the balance of an aesthetic that is both simple and human, that finds its true strength in a harmony of shapes and colours. The minimalist colour code, made up of a palette of white, cream, beige, taupe, gray, brown and black, allows the possibility of escape from the confines of too monastic a style
into mineral and vegetable tones that allow for a wider range of natural and authentic colour combinations to emphasize the principle of seeking the truth. When he was young, the former French ambassador and artist, Gerard Coste, was initiated by a Zen master in Japan. This has influenced all of his artistic output and the clearly minimalist and abstract quality of his work with its very subtle high-quality aesthetic. The French-Israeli artist, Brigitte Nahon, likes to use metal in her splendid but simple sculptures, and the Florentine painter, Giovanni Bruzzi, shows how the nude is one of the pillars of the minimalist approach in painting. So, forms can be found in a sometimes disconcerting realism that is touching in its simplicity and humanity, beyond all artifice or intellectual subterfuge. All fields of interpretation are thus possible in the harmonious composition of the minimalist bouquet, and fantasy is not excluded from this process.