XXXXXXXXXX Natura morta Signed Oil on canvas cm. 34x63,1 - xecuted in 1940
Dans la peau du gant In Lyon,the City of Lights, zoom in on the finest accessories A Lione occhi puntati sul più raffinato tra gli accessori By Estelle Arielle Bouchet
The glove is both a protective casing for the hand and, by semantic association, its symbol. The hand is a royal emblem: a means to control and dominate. The Textile Museum in Lyon(Musée des tissus) is presenting an exhibition on this savoirfaire and its symbolism with over 350 gloves from the Middle Ages to the present day. The story of the glove dates back to ancient times: the first gloves are painted on the walls of an underwater cave of the Palaeolithic Age 27,000 years ago. The glove was a central element in the coronation ceremony of the Kings of France at Rheims. The King had white gloves, they were anointed with holy oil and blessed, and at the end of the ceremony, they were burned so that nobody could take them and wear them, thereby undermining the integrity of the royal personage. Today the political and ecclesiastical functions of the glove have somewhat fallen into disuse. Besides its aristocratic or religious aspect, the glove also has an extremely strong erotic connotation. Think about Rita Hayworth or Greta Garbo taking off a glove or the importance of Michael Jackson’s glove. The fashion for gloves today dates back to 1936 when Elsa Schiaparelli embellished her creations in suede with metallic claws as a nod to Surrealism. Just like bags and shoes, gloves bring back infinite emotions and moments in a woman’s life. But don’t be fooled by the delicacy of this accessory for, as the expression says, a velvet glove often hides an iron fist. Until March 28, 2010 Musée des Tissus in Lyon +
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Il guanto, vero e proprio scrigno protettore della mano, ne assume la simbologia per associazione semantica: la mano, infatti, è emblema regale e strumento di dominio. In occasione di una mostra che presenta oltre 350 guanti dal Medioevo ai giorni nostri, il Museo dei Tessuti di Lione propone una riflessione sulla simbologia e sul know-how legati a questo accessorio. La sua storia risale alla notte dei tempi: si pensi che i primi guanti furono rappresentati sulle pareti di una grotta sottomarina del Paleolitico, ossia 27.000 anni fa. Nella cerimonia di incoronazione dei re di Francia a Reims il guanto costituiva un elemento centrale: il re indossava guanti bianchi, unti d’olio santo e benedetto che, alla fine della cerimonia, venivano bruciati in modo che nessuno potesse recuperarli, indossarli e, di conseguenza, nuocere all’integrità del sovrano. Oggi, invece, la funzione politica e sacerdotale del guanto è caduta in disuso: oltre alla sua dimensione aristocratica o episcopale, il guanto riveste anche una connotazione erotica molto forte. Si pensi a come se li sfilavano Rita Hayworth o Greta Garbo o al valore del guanto di Michael Jackson. Nell’età moderna si può far risalire la moda del guanto al 1936, quando Elsa Schiaparelli avrebbe impreziosito le sue creazioni in pelle scamosciata con unghie in metallo, strizzando l’occhio al Surrealismo del periodo. I guanti evocano infinite emozioni e momenti della vita di una donna, tanto quanto le borse o le scarpe. Non fraintendiamo, però, la raffinatezza di questo accessorio perché, proprio secondo l’espressione francese, un guanto di velluto nasconde spesso una mano di ferro. Fino al 28 marzo 2010 Musée des Tissus de Lyon (Museo dei Tessuti di Lione) +