Timeto slow ! By Estelle Arielle Bouchet

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«eQuiliBre 2000», Brigitte nahon, CourteSy JÉrÔme de noirmont gallery, pariS

HyperLife the age we liVe in maKes us go eVer faster- as if the sPeed with which we moVe could helP us defY our own limitations. la noStra epoCa Ci porta ad andare Sempre piÙ veloCi Come Se la rapiditÀ dei noStri ritmi di vita poteSSe evitarCi di aFFrontare la realtÀ dei noStri limiti bY estelle arielle bouchet SyBil andrewS (BritiSh, 1898-1992) , hyde parK, 1931, Color linoCut, Johanna and leSlie garField ColleCtion

depero, nitrito in veloCitÀ

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Cyril e. power (BritiSh, 1872–1951), the tuBe train, aBout 1934, the metropolitan muSeum oF art, new yorK, partial and promiSed giFt oF Johanna and leSlie garField, 2005

has the bell tolled for the era of a hYPer life? some signs seem to herald the beginning of a progression towards a Slow Life, giving more consideration to a just and humane existence. The widespread financial crisis offers us the opportunity to take another look at our automatic reactions- not necessarily a bad thing for those power workers who always want more. More what? More work, more money, more beauty, more sex, more power. This is the logic of Hyper- all in excess. A world of decadence that tries in vain to cover up the negative aspects of life today - unemployment, loss of credibility within institutions, low purchasing power, lack of sincere human relations, psychological fragility – all within the confines of material ideals and excesses. The unemployment rate is growing alarmingly and, at the same time, the “work ethic” cornerstone of our Judeo-Christian education is starting to crumble. Today it seems that you are identified, not by your name, but by the job you do. Obviously, questions and doubts about who you really are, arise from this sad observation. At least the psychologists and other associated therapists will remain employed. We seem to expect everything to get resolved with just a click of the computer. With a click, you can look for a job, find friends, get married and, with another click, you can break up.

la Campana È Suonata per l’era dell’hyper liFe? Segnali sembrano annunciare i primordi di una nuova assunzione del tempo verso una Slow Life nata per attribuire una dimensione più ponderata, giusta ed umana alla nostra vita. La crisi allargata ci offre l’occasione per rivedere i nostri automatismi, non dispiaccia agli staccanovisti del « sempre di più ». Più lavoro, più denaro, più bellezza, più sesso, più potere, questa è la logica dell’Hyper con le sue ipertrofie grottesche, di un mondo in decadenza che cerca in vano di riempire con ideali materiali le insufficienze della vita contemporanea : disoccupazione, perdita di credibilità delle istituzioni, basso potere d’acquisto, mancanza di relazioni umane sincere, fragilità psicologica. Il tasso di disoccupazione è in preoccupante crescita, con esso vacilla il caposaldo del «valore lavoro» così caro alla nostra educazione ebraicocristiana. Un pericolo dalle tante insidie visto che oggi gli uomini e le donne non sono John, Marco o Florine ma la professione che essi esercitano. Da tale triste osservazione derivano evidenti domande e i dubbi d’identità, che daranno almeno del lavoro a chi conduce le coscienze moderne, agli psicologi o agli altri terapeuti associati. Tuttavia, tutto sembra risolversi, senza alcuno sforzo e senza ricerca particolare, in un clic di computer. In un clic si cerca lavoro, in un clic si trovano degli amici, in un clic ci si sposa e con un altro clic ci

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«Haim Haiah», Brigitte Nahon Cyril E. Power (British, 1872–1951), Acrobats, about 1933, Johanna and Leslie Garfield Collection Minim Friary Sortie de la monographie Miguel Chevalier, MONOGRAFIK EDITIONS, Collection “Art” Texte de Mario Costa, Edmond Couchot, Gunnar B. Kvaran, Ariella Masboungi, Mohammed Rachdi. Courtesy Suzanne Tarasieve Paris

The Internet has brought considerable social progress: easier movement and exchange of information, a true breaking-down of international borders, and more freedom of communication. The other side of the coin is that there is a universe out there swarming with virtual identities and avatars disguised under false names. Naturally, art is also reflecting the desire for a new philosophy that is slow, rather than hyper. In the nineteenth century, Futurism represented the values of industrialization, mechanization, industrial development, Taylorism, and assembly-line work. The Depero exhibition (at the Correr Museum until March 1, 2008) and “Rhythms of Modern Life” (which just closed at the Metropolitan Museum in New York), explore the spirit of that time through great artworks. Hyper Life was praised, but it was with a real vision of energy and hope for the future. The artist Brigitte Nahon at the Jérôme de Noirmont Gallery in Paris expressed the search for one’s own ethnic, cultural, and religious roots as more akin to the spirit of Slow Life. The sculpture “Equilibre 2000”, on display in front of the new Law Courts in Avignon, epitomises this shift. The virtual images by the great Mexican artist Miguel Chevalier (in Paris, at the Suzanne Tarasiève Gallery), are one of the first to use computer art to create a lush and colourful Eden. Those images

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si lascia. Internet ha portato un avanzamento sociale considerevole : flussi e scambi d’ informazione più accesibili, vero annullamento dei confini internazionali, più libertà di comunicazione ma esiste il rovesco della medaglia un universo dove pululano il virtuale e avatar mascherati sotto pseudonimi. Anche l’arte riflette, in modo naturale, il desiderio di una nuova filosofia slow opposta dell’hyper. Nel XIX° secolo, il Futurismo rappresentò i valori dell’industrializzazione, della velocità, della meccanizzazione, dello sviluppo industriale, del taylorismo e del lavoro alla catena di montaggio. La mostra dedicata a Depero (al Musée Correr fino al 1er mars 2008) e quella appena conclusa al Metropolitan Museum di New York « Rythms of Modern Life » approfondiscono, attraverso magnifiche immagini d’arte, lo spirito di quel tempo, che inneggiava anche allora ad un’ hyper Life ma con una visione carica di energia e di speranze per il futuro. La ricerca delle proprie radici etniche, culturali e religiose sono invece nello spirito slow life, ben espresso nelle opere dell’artista Brigitte Nahon, della Galleria Jérôme de Noirmont di Parigi. Il suo lavoro mette in primo piano i valori morali e l’armonia dell’essere, ben espressi dalla scultura « Equilibre 2000 », esposta davanti al nuovo Palazzo di Giustizia di Avignone. Mentre quelle immagini virtuali di Miguel Chevalier (a Parigi, alla

appear like icons of a virtual era that is waning, with new ideas and sentiments turning towards a greater truth. Even in the world of fashion, standards of beauty have slowly changed. Now, real models are wanted, not ‘enhanced’ by cosmetic surgery, and a natural, un-dyed hair colour is preferred. Lifestyles are changing, and new holiday destinations are becoming part of this trend towards Slow Life. New spas are created in old monasteries – for example the ancient convent of the Minims in the Lubéron now houses a new L’Occitane luxury spa and hotel. The “Know Thyself”, that was dear to Socrates, and the maieutic method that went along with it, has much to teach our era. The basis of Socrates’ method was the art of awakening the spirits, then asking yourself questions pertaining to truth, the nature of our souls, and why we exist as we do. The desire for Slow Life has grown out of the need to fill up the void that our complicated lives have created. We are going through a crisis of values, made worse by an extreme economic and cultural change and by an energy crisis; we are drifting about, searching for new ideals to hang on to. For America, the most idealistic of all nations, the election of Barack Obama is an expression of a desire for justice, the fulfilment of the principles of equality and the hope of always being able to guide the future towards a society that wants to improve.

galleria Suzanne Tarasiève), bravissimo artista messicano tra i primi ad occuparsi di computer art per rappresentare eden lussureggianti e multicolori, appaiono come l’icona di un’epoca virtuale che sta tramontando con nuove idee e nuovi sentimenti orientati ad una maggiore verità. Anche nel mondo della moda, i canoni di bellezza si sono pian piano spostati. Si esigono modelle vere, non ritoccate dalla chirurgia estetica, si apprezzano i colori di capelli naturali, senza tinture. Gli stili di vita cambiano e nuove mete di villeggiatura s’inscrivono in questa tendenza dello slow, nuove spa vengono create all’interno di antichi monasteri. Così, l’antico convento dei minimi nel Lubéron ospita una nuova Spa L’Occitane et una hôtellerie di lusso. Il « Conosci te stesso », caro a Socrate e la maieutica che l’accompagna, ha molto da insegnare alla nostra epoca. Il metodo del filosofo era, innanzi tutto, l’arte di risvegliare gli spiriti, dunque di porsi delle domande e il suo scopo quello di fare emergere la verità, che è quella della nostra anima e dei tanti perchè di cui essa è realmente fatta. Cresce il desiderio di riempire il vuoto che le nostre vite complesse ci hanno portato.Osserviamo una crisi di valori aggravata da un cambiamento economico e culturale estremo, da una crisi energetica e vaghiamo alla ricerca di nuovi ideali. L’elezione di Barak Obama è per l’America, la più idealista di tutte

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View of the gardens of the Villa Gamberaia, Florence. Photograph Leonardo Zalum Veduta dei giardini della Villa Gamberaia, Firenze. Foto Leonardo Zalum

Sybil Andrews (British, 1898-1992), Rush Hour, 1930, Color linocut, Johanna and Leslie Garfield Collection

There is a desire for a return to deeper values: truth, solidarity, and a return to a real economy, far from the grandiose finances that have failed us. Also, there is a desire to return to a respect for nature, to biodynamics, and to everything that is genuine, and not manipulatedsincerity, family, intimacy. This new philosophy has been supported by many people who have confirmed this about-turn. Tony Fadell, the creative soul of the design team that worked on one of the icons of our time, the iPod, caused a sensation when he announced his resignation from Apple because he had decided to spend more time with his family. This is certainly not a choice that everyone can afford to make- a luxury reserved for those who can count on a comfortable economic position. However, the fact remains that it is not easy to leave power and fame to become an ordinary father. His wife, Danielle Lambert, did the same; she was Vice President of Human Resources for the computer giant, Steve Jobs. Rodrigo de Rato, director of the International Monetary Fund, and Ruth Kelly, Minister of Transport in the English Labour government, took the same decision. And many others have at least thought about it. Another way to look at our lives seems to be on the horizon, paving the way for reality, solidarity, balance, and a sense of proportion. The road to the Slow Life is open, but not an easy one. +

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le nazioni, prima di tutto l’espressione di un desiderio di giustizia, l’appagamento di un valore di uguaglianza, la speranza di poter sempre guidare il futuro verso una società che vuole anche migliorare. C’è il desiderio di un ritorno a valori più veri: verità, concretezza, nuovo realismo (anche nel cinema) il ritorno al rispetto di un’economia reale lontana da una fantasiosa finanza che ha mostrato la sua debolezza. Un ritorno anche alla natura, al suo rispetto, alla biodinamica a tutto ciò che è vero e non artefatto, ai sentimenti più sinceri, alla famiglia, all’intimità. Una nuova filosofia testimoniata da tanti che confermano questa inversione di rotta. Ha fatto scalpore la decisione di Tony Fadell, anima creativa del team creatore di uno degli oggetti simbolo della nostra epoca: l’iPod. Ha annunciato le sue dimissioni da Apple, ha deciso di dedicarsi alla sua famiglia. Certo una scelta che non tutti possono permettersi, un lusso riservato a chi può contare su una agiata posizione economica, ma è pur vero che non è facile lasciare fama e potere per diventare un papà come tanti. Lo stesso ha fatto sua moglie Danielle Lambert, che nel colosso informatico creato da Steve Jobs è vicepresidente delle Risorse Umane. Lo stesso hanno deciso Rodrigo de Rato, direttore del fondo monetario internazionale, e Ruth Kelly, ministra dei trasporti del governo laborista inglese. E in molti altri ci hanno almeno pensato. Un’altra chiave di lettura delle nostre vite sembra profilarsi aprendo la strada della realtà, della concretezza, dell’equilibrio, della misura. La via della slow life è aperta! +


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