each ISSUE N°2 - SUONO

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editoriale

La percezione acustica fa parte dei nostri sensi ed è una sensazione viscerale, interiore a noi e al nostro modo di essere e di creare. Ogni propagazione sonora è caratterizzata da una frequenza, da un’intensità e da una forma; la riproduzione acustica assume l’aspetto di un’onda, che elasticamente si propaga nell’aria e giunge fino all’orecchio. Il suono. Lo ascoltiamo, riproduciamo, reinterpretiamo, disegnamo, lo progettiamo.

S

U

O

N

O

3


ARTS

EXPERIENCES

Cinema La rivalsa del sonoro

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Elisa Grassotti Storie

Letteratura Non sempre serve un La

4

Parola. La voce parlante

20

della letteratura

Giacomo Roggia

Amina Black Esperienze Come suona

9

Belle Arti

la Customer Experience

Ciò che canta la roccia

Sonia Balduzzi

Elia Crippa

23


Architettura Non solo i grilli cantano

24

H I G H -T E C H

C R E AT I V I T Y

indice

Laura Olivastri Energia

Architettura Soundproof Cities

32

Luci sull’energia dal suono

Ambiente

Architettura Noise maker and silence

36

Francesco Cruz Torres

Zeynab Matar

31

L’ecologia del suono

seeker

42

Luca Marziliano

Federico Altavilla Energia Design

Il diapason infinito Quando gli oggetti parlano Helga Aversa

35

della Natura Giulio Mario Martena

44


e

Non sempre serve un La Intervista a chi vive con l’orecchio assoluto


experiences

4

STORIE

Non sempre serve un La

9

ESPERIENZE

La Customer Experience nei viaggi di FedEx


SC R ITTO DA GIACOM O RO G G I A

Qu

ando alza la cornetta del telefono sente un La# e quando pigia il tastierino numerico

è una sequenza di Sol, La e Si piuttosto imbastarditi,

«Non è un qualcosa che puoi spegnere; è come quando hai imparato a leggere: lo sai fare e basta, non puoi disimparare, non puoi smettere di saper leggere. È come se io leggessi le note con le orecchie, ecco tutto. Non ho bisogno di sentire un “La” di riferimento per poterlo distinguere quando ascolto, così come non ho bisogno di un cartello con una “A” di riferimento per saperla riconoscere quando leggo».

un po’ più alti a seconda della riga sulla quale si trovano i numeri. Quando ascolta una qualunque canzone, sente la musica, ma una musica che parla, perché le prime note di Just Can Get Enough dei Depeche Mode non sono solo i suoni di un sintetizzatore, ma cantano il testo: “Sol, sol-sol-sol-sol-sol, La, Si, Sol…” «È tutta la vita che è così, quindi non ci faccio caso. Quando i miei amici scoprono che ho il famigerato orecchio assoluto, mi guardano come una specie di supereroe, ma quando spiego loro che non posso ascoltare la musica senza sentire i nomi delle note, come se fossero delle vere e proprie parole cantate, allora capiscono e mi dicono: “Oh che sfiga,

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mi dispiace”. Come ho detto, è tutta la vita che è così e

dal cervello come un vero e proprio linguaggio,

non saprei immaginare un modo diverso di ascoltare

per cui il bambino, così come per le parole, si trova

i suoni, ma ogni volta che mi sento rispondere in quel

a dover essere in grado di decodificarlo.

modo, mi viene da pensare se è davvero così bello e speciale avere questo orecchio assoluto».

«Ho iniziato a frequentare corsi di musica a tre anni» dice, infatti, Sara: «e a quattro ho avuto in mano il

Questa è la testimonianza di Sara [nome di fantasia],

mio primo violino. Non saprei dire con esattezza

ragazza dotata di orecchio assoluto. Ma che cos’è

quando ho cominciato a sentire parlare le note,

questo orecchio assoluto? Ebbene l’orecchio assoluto

ma ricordo perfettamente le facce dei miei genitori

è la capacità di identificare la frequenza

quando, dovevo avere circa undici anni, mentre ero

di un determinato suono senza ricorrere a una nota

in auto con loro è partita la canzone Hairless Heart

di riferimento. Spesso viene classificato come dote,

dei Genesis, che non ha parole, ma per me le aveva,

specie perché ancora oggetto di ricerca da parte

così ho cominciato a cantare ad alta voce: “Re, Mi,

degli esperti e perché si tratta di una manifestazione

Fa, Sol, Laa, Sol, Laa, Si, Doo…” e mio papà si è come

inusuale e non acquisibile con il solo studio.

arrabbiato: “Ma come fa?” ha detto, mentre mia mamma, quasi divertita, rispondeva: “Deve avere

Quindi, in che modo questo può manifestarsi?

l’orecchio assoluto”»

Probabilmente, chi si avvicina alla musica in tenera età è più portato allo sviluppo di questo tipo di

Un qualcosa di spontaneo, quindi; una percezione

percezione, dal momento che il suono viene recepito

che per Sara sembra essere banale quanto il sapere

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riconoscere un colore, o leggere una scritta. Eppure

di cui io posso vedere e assaporare solo lo strato

riesce difficile comprendere quale meccanismo

superficiale. Se lo mangio, poi posso riconoscere

entri in gioco nella sua mente perché lei possa

quello che sta immediatamente sotto, ma solo uno

effettivamente sentir parlare la musica.

strato alla volta, molto raramente tutti assieme. Credo

Soprattutto, sorge una curiosità: l’orecchio assoluto

che quello che mi manca sia il cosiddetto orecchio

funziona sempre?

relativo, ma diciamo che l’assoluto mi basta e avanza, anche perché la musica mi piace, molto, ma non ho

«Confesso che gli accordi o, comunque, tante note

mai voluto fare il musicista».

tutte assieme mi scombussolano un po’: tendo a riconoscere solo la dominante o, comunque, una

Quindi di orecchio assoluto si parla, per cui

sola nota fra tutte. Di solito, sullo stesso accordo,

non sempre serve un La da cui partire, ma

sempre la stessa a ogni ascolto, a meno che io non

dall’esperienza di Sara si può dedurre che questo

mi impunti e cancelli momentaneamente quella nota

orecchio non sia proprio così assoluto e questo

per sentire quella che per il mio orecchio sta appena

ci porta a considerare tutte quelle persone che ne

sotto. Non riconosco gli accordi o le relazioni tra note

sono dotate sì straordinarie, ma comunque umane

suonate assieme. Gli accordi sono come una lasagna

e non infallibili.

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esperienze

Come suona la Customer Experience SCRI T TO DA S O N IA BALD U ZZI

La Customer Experience (CX) può essere definita come il modo in cui un cliente percepisce l’insieme delle esperienze che vive con un brand. Si tratta di un aspetto della comunicazione che vede protagoniste soprattutto le società di servizi, ma sempre più spesso anche aziende più tradizionali e di prodotto stanno capendo l’importanza di una buona progettazione della CX.

Se

mpre più spesso la nostra interazione con il mondo reale passa attraverso quello digitale e questo nuovo paradigma

sta inevitabilmente influenzando anche le dinamiche di relazione tra brand e persone. Gli utenti comparano le esperienze a disposizione e vogliono le migliori in ogni ambito: progettare un’esperienza al fine di migliorarla sta diventando uno degli obiettivi primari di ogni azienda, che in tal modo cerca di ottenere un vantaggio competitivo ed un posizionamento di brand distintivo. È ormai chiaro che gli interessi degli utenti devono essere messi al primo posto per cercare di offrire loro una Customer Experience soddisfacente e in linea con le aspettative; la Customer Experience (cx) si basa infatti su un rapporto di relazione, si costruisce nel tempo e interessa diversi canali e punti di contatto. Focalizzando la nostra attenzione sui servizi di spedizione, è evidente come l’entrata nel mercato di alcune aziende (prima fra tutte Amazon) ci abbia abituati a tempi di consegna pressoché im-

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mediati: dover aspettare alcuni giorni prima di ricevere i propri prodotti risulta ora un’attesa snervante. FedEx sembra esserne consapevole e, tra le attività che svolge per migliorare la cx dei propri clienti, ha realizzato FedEx SoundTrack (soundtrack.fedex.com), un innovativo sito internet che ha come obiettivo quello di far vivere all’utente il viaggio di un pacco attraverso il suono (“Experience a package’s journey through sound”). Inserendo il proprio numero di tracciamento è possibile immergersi in un’esperienza caratterizzata da un’animazione particellare (che mostra la rete di infrastrutture delle quali FedEx si avvale) e da una traccia musicale personalizzata. Grafica e suono sono frutto di un algoritmo che elabora i dati della spedizione e li trasforma in qualcosa di fruibile dall’utente. Il progetto è sicuramente creativo (Awwwards gli attribuisce un punteggio di 7.93) e, oltre alla funzione principale di esperienza, FedEx ha implementato la sezione “Stories”, per creare un ulteriore punto contatto che solidifichi la relazione con gli utenti e permetta al brand di avvicinarsi a loro. Per il momento il tracciamento attraverso FedEx SoundTrack è limitato ad alcune città degli usa, ma se non si dispone di un numero conforme è comunque possibile settare autonomamente i parametri di una finta spedizione, per poter “vivere” il viaggio di un pacco immaginario. Nel momento in cui si sceglie di creare una propria SoundTrack vengono mostrati i valori che impattano sull’algoritmo e concorrono alla creazione della traccia

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esperienze

sonora: tipologia di spedizione (aerea o via terra); caratteristiche del pacco (altezza, larghezza, profondità e peso); luoghi di invio e di ricezione del pacco (tradizione musicale e condizioni atmosferiche delle città). Si tratta di molte variabili, che permettono una diversificazione interessante del suono, elemento principe di questo progetto. Non è la prima volta che un brand sfrutta la tecnologia per dar vita a qualcosa di innovativo e di valore per gli utenti: è recente il successo della campagna Nutella Unica, per la quale l’azienda ha investito due anni in ricerca e sviluppo. La tecnologia sta quindi emergendo come strumento utile per personalizzare le esperienze, quello che colpisce nel progetto FedEx Soundtrack è la scelta di sperimentare questo servizio legandosi fortemente al sound design, trasformando dati concreti in qualcosa di fruibile attraverso un senso inusuale per il mercato di riferimento.

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SAMUEL ZELLER

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№2 SUONO

a

La rivalsa del sonoro Da una sequenza di immagini alla riproduzione più completa e coinvolgente della realtà

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CINEMA

La rivalsa del sonoro


arts

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LETTERATURA

Parola. La voce parlante della letteratura

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BELLE ARTI

Ciò che canta la roccia


SC R ITTO DA E L ISA G RA S S OT T I

I

rumori, le voci, le musiche sono tutti elementi fondamentali di un film. Eppure,

tra i film muti vi sono dei classici insuperabili:

Il suono cinematografico nasce nei primi anni del XX secolo come sonoro non sincronizzato con le immagini cinematografiche. Fino agli anni trenta del XX secolo c’era infatti la consuetudine di accompagnare la proiezione del film con musica eseguita dal vivo, solitamente da un pianista o da un organista, più raramente da un’orchestra. Dalla metà degli anni Venti si diffonde anche la pratica di utilizzare dei dischi fonografici in bachelite a 78 giri per l’accompagnamento musicale.

come dimenticare il genio di Charlie Chaplin? Il primo film della storia — quello dei famosi fratelli Lumière — non aveva suoni, era una sequenza di immagini. L’entrée d’un train en gare de la Ciotat (Arrivo del treno alla stazione di Ciotat) è del 1895, ma è solo trent’anni dopo che il cinema muta definitivamente: la “rivoluzione del suono” avviene in tutto il mondo tra il 1926 e il 1930. Il suono cambiò il giovane mondo del cinema, producendo effetti enormi non solo sulle sale di proiezione, ma anche sulla cinematografia: la stessa cadenza dei fotogrammi venne rimessa in discussione. Gli ostacoli a questa rivoluzione non furono pochi, all’epoca creare registrazioni lunghe era difficoltoso, l’amplificazione non era ancora sufficiente a diffondere il suono in tutta una sala, per non parlare della sincronizzazione

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con le immagini. La difficoltà più grande non fu però tecnica, bensì sociale: non si sentiva la necessità del suono e vi fu un forte rifiuto culturale di questo elemento. Auguste Baron, che aveva cominciato a realizzare film sonori già nel 1899, vide fallire la propria sperimentazione e interruppe presto

CLEOPATRA, THEDA BARA, 1917

il suo lavoro. Perché questo non bisogno di un elemento che oggi ci appare di fondamentale importanza? La realtà è che il cinema degli albori, senza suoni, non era così “muto”. La fruizione cinematografica prevedeva infatti un contesto ricco di stimoli uditivi: spesso le proiezioni erano accompagnate da musica dal vivo o presentate da una figura che oggi definiremmo “conduttore”. Inoltre l’immagine ha un potere molto forte

il nuovo sistema sound-on-disc Vitaphone, già rifiutato

sul cervello umano: la vista è infatti quello

dalla Paramount e altre case cinematografiche

dei cinque sensi che più colleghiamo alla conoscenza

importanti. Il lungometraggio presentato era ancora

e l’immagine, per sua natura, suggerisce il suono,

privo di parole, ma accompagnato da effetti sonori,

lo evoca. Le scene dei film muti ricordano

con una partitura appositamente eseguita e registrata

allo spettatore anche tutte quelle caratteristiche

dalla New York Philarmonic.

acustiche che non sente ma conosce, e quando c’è silenzio tale effetto è amplificato. Questo aiuta

E così suono e immagini si fusero. L’aggiunta

a capire come il suono all’interno del film fosse

del suono ebbe un grandissimo significato non solo

un elemento rivoluzionario e come mai culturalmente

artistico, ma sociale: lo spettacolo cinematografico

fosse così difficile accettarlo.

si aprì alle masse, alla classe media che poté avere accesso alla cultura delle classi alte.

Eppure il suono ha avuto la sua rivalsa. L’inizio ufficiale dell’era sonora nella cinematografia è datato

La relazione tra suono e immagini nella

6 agosto 1926: la casa di produzione americana

cinematografia è complessa: il suono non ha solo

Warner Bros presentò in anteprima mondiale

un ruolo informativo degli eventi concreti

Don Juan, regia di Alan Crosland, al Warner Theater

(per esempio attraverso i rumori del contesto),

di New York. Perché? Beh, è curioso! La Warner Bros era sull’orlo della bancarotta e tentò di risollevare le sue sorti confidando nel sonoro e acquistando

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L’ENTRÉE D’UN TRAIN EN GARE DE LA CIOTAT, 1895 ma è soprattutto uno strumento importante

la voce dell’attore, non più sempre uguale a se stessa,

per trasmettere emozioni. Il modo in cui questo

ma diversa in base al personaggio interpretato,

viene interpretato e utilizzato non è mai uguale

in modo da renderne al meglio l’identità.

a sé stesso, cambia da film a film, da regista a regista, varia nei diversi periodi della (ancora breve) storia

È ancora presto per parlare degli anni ’90

del cinema. Dal 1926 ai primi anni ’40 prevalse

e della prima decade di questo secolo in maniera

il naturalismo: finalmente si diede voce agli attori,

obiettiva, ma quello che è certo è che il ruolo

e nacque la necessità di sonorizzare ogni oggetto

del suono nella cinematografia di questi anni è figlio

presente in scena; si volevano sfruttare al meglio

di una grande rivoluzione e ha creato il mito

e al massimo le nuove tecnologie. Gli anni ’40

del Sound Designer. Il progettista del suono

sono invece noti come gli anni del classicismo,

è una figura radicalmente innovativa: ha il compito

caratterizzato da un’ossessione totale per il dialogo

di registrare i suoni, sceglierli, manipolarli

e una contemporanea riscoperta della musica.

e sincronizzarli, per raccontare efficacemente

A questi anni si contrappose il modernismo

una storia. Tale figura nasce col film Apocalypse Now

degli anni ’50 e ’60, con la diffusione di film

(1979) il cui responsabile del suono, Walter Murch,

che ricercavano un uso più poetico del suono e dell’immagine. Gli anni ’70 e ’80 furono invece più complessi, più innovativi: si sperimentarono Queste innovazioni furono conseguenza dello sviluppo di nuove tecnologie che portarono alla spazializzazione del suono, alterando con maggior controllo la percezione dello spazio da parte del pubblico, e permisero di modificare

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APOCALYPSE NOW, 1979

nuove vie e nuovi modi riguardo la sensorialità.


cinema

fu pioniere di questa nuova arte. Murch sancì

elicotteri, simbolo di questo film, sembrano vagare

un sodalizio tra Sound Designer e regista che

nella sala e acquistano una nuova direzionalità;

in rari casi si è manifestato nella storia del cinema.

spostandosi da destra a sinistra e dal centro al fondo,

Walter Murch per Coppola, Ben Burtt per Lucas, Gary

non lasciano inalterata la visione e non aderiscono

Rydstrom per Spielberg o Alan Splet per Lynch sono

più all’immagine: divengono correlati alla sensazione

alcuni esempi, designers che si offrono come un vero

di disordine della guerra.

e proprio alter ego del regista, di cui condividono lo stile ed a cui in qualche modo sovrappongono

Il mito del Sound Designer è la finale e tanto attesa

una “firma”, un imprinting sonoro ben preciso.

rivalsa del suono, anche quello apparentemente più insignificante, e della sua piena legittimità accanto

Apocalypse Now è indubbiamente l’emblema del suono

all’immagine. Con la nascita di questa figura emerge

cinematografico di oggi, non solo per l’istituzione

la possibilità di trasformare un anonimo ambiente

della figura del Sound Designer. Il Dolby Stereo lascia

sonoro in un’esperienza estetica e biologica.

il passo al dts (Digital Theater System), modificando la percezione del film. Così i rumori delle pale degli

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Parola. La voce parlante della letteratura SCRITTO DA AMINA BLACK

L’Essere Umano, durante la sua evoluzione, ha imparato a esprimersi tramite le parole, ossia quei complessi di suoni che corrispondono a immagini di nozioni, azioni o rapporti. Parole: unità costitutive dei discorsi, che abbracciano i piani espressivi fondamentali della comunicazione umana. Anche la letteratura rientra tra queste espressioni e la Parola, seppure scritta, conserva in sé la sua musicalità: perché una pagina stampata o una vergata di inchiostro non sono muti, nonostante possano sembrarlo.

La Parola è così comunemente usata, in parole, ossia l’elemento concettuale, spesso un contesto sociale di comunità, da

conosciuto perché di competenza verbale,

risultare una componente banale e quoti-

acquisita durante l’infanzia, o, se non co-

diana, nella vita di tutti i giorni; è scontato

nosciuto, di facile acquisizione, ad esempio

ammetterlo, ma la Parola è parte intrinseca

tramite la consultazione di un dizionario.

della realtà della maggior parte delle persone

Il venire a parte del significante della

che pesano sulla superficie terrestre, eppure

Parola, ossia l’elemento che rappresen-

la scansione del suono della nostra evolu-

ta l’immagine acustica o visiva insita nel

zione passa inosservata, davanti agli occhi,

Vocabolo, risultante dalla successione dei

e alle orecchie, di larga parte degli Uomini.

fonemi o grafemi che lo costituiscono, resta

L’Essere Umano, in genere, utilizza i vo-

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quasi sempre escluso.

caboli attribuendo loro un senso pratico, non

L’attribuzione del significante e la sua

estetico, né musicale, specie quando si tratta

fusione con il significato nella Parola è stata

di scrivere. La massa comprende e si ferma

lasciata, nei secoli, alla competenza esclusiva

nella comprensione del significato delle

degli umanisti, scrittori o poeti che fossero,


letteratura

mentre la sua comprensione era dedita agli studiosi in materia di letteratura. I letterati univano, sia per la prosa che

Si prenda come esempio il seguente passo, tratto da “Les Fleurs du Mal” di Charles Baudelaire:

per la poesia, il significante e il significato in un rapporto di affinità, affinché entrambi

Je t’adore à l’égal de la voûte nocturne,

potessero connettersi nel Vocabolo prescel-

Ô vase de tristesse, ô grande taciturne,

to. Questa connessione era resa possibile

Et t’aime d’autant plus, belle, que tu me fuis,

tramite il suono. Il suono di una parola, di-

Et que tu me parais, ornement de mes nuits,

fatti, non ha solo il ruolo linguistico di ri-

Plus ironiquement accumuler les lieues

ferirsi al significato, che rimanda la mente

Qui séparent mes bras des immensités

del lettore a una ricodificazione fonologica,

bleues.

bensì amplifica quel significato evocandone le immagini ad esso correlato. Il suono,

La fonemica dei versi in questione è ben

in letteratura, è una componente intrinseca

delineata, musicalmente sublime, e la bel-

della natura del linguaggio, poiché dal suo-

lezza e l’intensità dell’accostamento delle

no della parola ne deriva il senso fonemico,

parole traspongono il suono, dal parlato allo

individuabile e distinguibile anche senza

scritto. Il poeta trova le corrispondenze tra

l’ausilio della percezione uditiva.

le combinazioni foniche e gli schemi proso-

In poesia, l’individuazione del suono

dici, dando alle parole e alle frasi la perfetta

delle parole, della musicalità della sintassi

simmetria tra suono e significato, simmetria

è facilmente riconoscibile attraverso le fi-

basata sul senso emotivo ed espressivo dei

gure retoriche, di cui il genere abbonda per

vocaboli.

definizione.

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Gli esempi di questo tipo abbondano anche in scritture in altre lingue, metriche e stili differenti, come Leopardi in questo estratto da “Il sogno”: Nostre misere menti e nostre salme son disgiunte in eterno. A me non vivi

cupo e aspro della parola prevalga sul senso della stessa. Dall’incontro tra suono e senso nascono: fonemi, mitemi, lessemi, figure retoriche; gli esempi sono molteplici e basta aprire un libro e leggerlo, per averne in quantità.

e mai più non vivrai: già ruppe il fato

Un libro di letteratura, però, poiché pur-

la fé che mi giurasti. Allor d’angoscia

troppo i letterati “univano”: è raro che tutt’o-

gridar volendo, e spasimando, e pregne

ra uniscano la musicalità delle parole alla

di sconsolato pianto le pupille,

composizione delle loro opere; sarebbe uno

dal sonno mi disciolsi. Ella negli occhi

spreco di tempo e di energie: ascoltare il suo-

pur mi restava, e nell’incerto raggio

no dei vocaboli è diventato un passatempo

del Sol vederla io mi credeva ancora.

d’élite vetusta, in un Era di tling digitali in-

In prosa, invece, l’individuazione di

dicatori di notifiche, e messaggi asettici letti

poco prima è più ardua; però, come esempio

velocemente su uno schermo illuminato.

esplicativo della natura sonora di un testo,

Nella poesia e nella prosa moderne non

si può fare facilmente riferimento al rac-

c’è spazio per alcun suono, poiché l’arte è

conto “The Raven” di Edgar Allan Poe. Nello

morta e un morto non parla.

scritto, la ripetizione sistemica della parola

Per meglio dire, con parole più illustri:

“nevermore”, di per sé non esprime un senso logico, se analizzata solo dal punto di vista

“Was it a vision, or a waking dream?

del significato, ma assume una chiara acce-

Fled is that music: - Do I wake or sleep?”

zione simbolica, qualora si lasci che il suono

[Ode to a Nightingale, John Keats]

Il suono crea affinità e corrispondenze lessicali, con le quali si formano nuovi “vicinati” semantici, inedite somiglianze fono-semantiche, che “suggeriscono”, “influenzano” il significare poetico. — C. A. AUGIERI 24


belle arti

Ciò che canta la roccia SCRITTO DA ELIA CRIPPA

Un profondo legame tra Uomo e Universo

a musica primitiva freme,

merito della Repubblica Italiana.

palpita nel cuore della roc-

Accordo tra essere umano, mon-

cia; uno scalpello, guidato da una

do naturale e arte: al centro della

La pietra regala sentimenti nuo-

mano virtuosa, la libera. È nel 1996

poetica di Sciola troviamo lo studio

vi grazie all’artista: c’è differenza tra

che nascono, così, le pietre sonore.

della connessione, tema analizzato

la commozione che si prova davanti

Dopo anni di studio che l’hanno

attraverso nuove forme di espressio-

alla Pietà di Michelangelo, ad esem-

portato in tutta Europa, Pinuccio

ne, ibridi nati dalla fusione di stru-

pio, e quella che muove da questi

Sciola fa ritorno alla sua Sardegna,

menti musicali e monoliti primor-

menhir incisi. Non si cerca nulla di

dove per la prima volta dà voce ai

diali. Le sculture sonore, monumenti

umano o divino nella pietra, non gli

canti imprigionati nella materia.

irregolari solcati da tagli intrecciati,

si attribuiscono valori o significati

La sua arte, quasi una filosofia,

invitano l’uomo a interagire: una

che già non possieda. Quello a cui si

l’ha reso celebre in tutto il mondo,

materia rigida e muta come la roc-

fa riferimento è un legame profon-

valendogli

l’onorificenza

cia viene così sfiorata, percossa o

do che connette Uomo e Universo,

di Commendatore dell’Ordine al

pizzicata a dare suoni dalle tonalità

tant’è che diversi scienziati — rac-

anche

differenti. Suoni che secondo Sciola andavano solamente liberati.

conta Sciola — hanno trovato una corrispondenza tra i suoni provenienti da stelle lontane e quelli prodotti dalle sue pietre. Scultura come dialogo, e non in senso astratto: diventa possibile una comunicazione, se non verbale, emozionale, con elePINUCCIO SCIOLA, AURELIO CANDIDO, 2008

Un

menti ancestrali naturali. Suoni siderali, attraverso i quali la roccia racconta delle civiltà passate, del ruolo basilare che essa ha avuto nella storia del nostro pianeta come in quella dell’evoluzione umana; suoni attraverso cui la pietra comunica con il Sole e le altre stelle, in un tessuto di messaggi muti ad un orecchio che non sappia coglierli.

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â„–2 SUONO

c

Non solo i grilli cantano Uno studio emergente si interroga sul rapporto tra progettazione e natura

24

ARCHITETTURA

Non solo i grilli cantano

30

ARCHITETTURA

Soundproof Cities


creativity

31

ARCHITETTURA

Noise maker and silence seeker

35

DESIGN

Quando gli oggetti parlano


SC R ITTO DA L AU R A O L I VA S T RI

Og

gi, Francesco Lipari, fondatore di ofl, è il nuovo direttore della sou, la Scuola

di Architettura per Bambini di Farm Cultural Park,

OFL (Office Francesco Lipari) Architecture è uno studio giovane ed italiano che opera a Roma e in Sicilia, con numerosi collaboratori. L’obiettivo di questo gruppo è il dialogo tra la città contemporanea e l’immagine futura, attraverso una progettazione con metodi moderni, che tengano conto delle attuali condizioni urbane.

a Favara, una città che dal 2010 si è trasformata in un meraviglioso connubio tra la rigenerazione urbana e l’amore per l’arte e l’architettura, grazie al sogno — realizzato e sempre in trasformazione — di una fantastica squadra, nata da Andrea Bartoli e Florinda Saieva. Ed è lì, a Favara, che ho incontrato Francesco, durante una visita per la mia tesi con le mie compagne di gruppo e di viaggio (Le Sirene) e con il prof. Marco Imperadori; e passeggiando in Piazza Cavour nella mostra “Changing Architecture”, in cui erano presentati vari progetti di giovani architetti siciliani, c’era un lavoro del suo studio: Wunderbugs. Wunderbugs è un’architettura interattiva, dedicata al rapporto uomo-insetti, costruita interamente in legno, aggregata grazie a tecniche tradizionali e modellazione parametrica 3d.

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Il progetto è stato elaborato, oltre dai collaboratori dello studio, da vari personaggi, opportuni, come diceva Vitruvio, nel De Architectura, alla figura stessa dell’ingegnere-architetto: Chiara Settanni (biologa), Marco Pesoli (tecnico del suono), Vincenzo Core (compositore) e Sebastian Di Guardo (architetto). Wunderbugs è stato installato per la prima volta all’Auditorium Parco della Musica di Roma durante la seconda edizione della Maker Faire Europe negli spazi dei giardini pensili e successivamente presentato al FuoriSalone 2017. Protagonista il mondo degli insetti, i quali organi sensoriali come vista, tatto, gusto ed udito, ricordano colori e forme geometriche, la conformazione della struttura proviene da forme barocche che divengono elementi geometrici aggregati, ripetuti e semplici. Difatti vi è una precisa combinazione di 1104 moduli ad arco, 92 rombi che regolano i pieni ed i vuoti del padiglione e 198 nodi in legno che regolano la continuità curvilinea. Il padiglione è controllato da sei ecosistemi interattivi sferici, dotati di Arduino. A loro volta vi sono dei sensori di movimento, per l’umidità, temperatura ed intensità della luce solare. Questi dati, raccolti da una rete di sensori ad ultrasuoni che sono in grado di rilevare la posizione dei piccoli e grandi visitatori, modulano, in tempo reale, la composizione musicale del padiglione. Arduino è una piattaforma hardware composta da una serie di schede elettroniche dotate di un microcontrollore. Recentemente viene utilizzata come strumento per la prototipazione rapida per realizzare oggetti interattivi, che siano di design, lighting, domotica, dispositivi, o — come in questo caso — per la progettazione architettonica.

«È la notte la vera musica che sento: rane, grilli, i suoni della natura. La musica è il canto della terra».

Con Arduino si possono realizzare in maniera relativamente rapida e semplice piccoli dispositivi come controllori di luci, di velocità per motori,

— BOB MARLEY 29


sensori di luce, autolavaggi, temperatura e umiditĂ

F: L’idea dei sensori nasce in Sainthorto: abbiamo

e molti altri progetti che utilizzano sensori,

applicato il sistema tecnologico presente ora

attuatori e comunicazione con altri dispositivi.

in Wunderbugs nella gestione delle piante; applicare la stessa logica al mondo degli insetti, anche

L: Come siete arrivati alla soluzione di studiare con

Arduino questa rete di sensori ultrasuoni

provenienti dai piccoli insetti ?

30

per sottolineare la loro importanza dal punto di vista biologico, ci sembrava la cosa piÚ naturale da fare! Sainthorto, sempre firmato ofl, è un orto che canta,


architettura

un giardino interattivo che — sempre grazie

È impressionante come le persone sembrino

ad Arduino — interagisce con l’ambiente circostante,

a proprio agio attorno a questi animali, forse

producendo una melodia che cambia in base

qualcosa sta cambiando nella nostra società,

ai cambiamenti ambientali e meteorologici; queste

anche se troppo lentamente”.

continue variazioni fanno sì di creare uno spazio sonoro sempre unico quando ci si passa attraverso

L: Ci sono anche degli speakers: a cosa servono?

o intorno. È realizzato da una serie di triangoli pieni e vuoti, che si susseguono secondo un percorso

F: Sia in Sainthorto che in Wunderbugs una

educativo con funzioni sociologiche e culturali,

composizione musicale viene modulata dalla

ideale per il comfort delle persone e delle piante

variazioni ambientali dell’orto, nel primo caso,

stesse, luogo di incontro e di ritrovo, ma, anche,

e degli insetti nel secondo, creando così un ambiente

incredibilmente social, grazie ai messaggi sui network

empatico e diverso da città a città, da quartiere

e ad esempio all’attivazione dell’acqua con dei tweet.

a quartiere, da casa a casa.

È un’unione semplice di cultura, suono, natura, e realtà urbana.

Così, giocando con la tecnologia, l’architettura e la geometria del padiglione diventano una sala

In Wunderbug, invece, gli insetti selezionati variano

a cielo aperto equipaggiata con impianto audio

dalle api ai bachi da seta, dai grilli alle mosche, fino

in cui la musica fa da tramite fra la natura e l’uomo,

agli scarafaggi. “Sono insetti molto utili,

legame inscindibile con l’armonia del mondo.

che vengono allevati per la produzione agricola e il consumo alimentare. Inoltre, hanno tutti un ruolo attivo nell’impollinazione, e non mi riferisco solo alle api — spiegava l’entomologa Chiara Settanni a Domus — Ogni sfera ospita un ecosistema ideale per quell’insetto specifico. Abbiamo poi aggiunto una schermatura rossa per proteggere dai raggi solari. Alcuni insetti si possono osservare di giorno, mentre altri, come le blatte, si attivano di notte.

31


Soundproof Cities SCRITTO DA ZEYNAB MATAR

Every city has its echo which depends on the pattern and scale of its streets and the prevailing architectural styles and materials. But our cities have lost their echo altogether. The wide, open spaces of contemporary streets do not return sound... The programmed recorded music of shopping malls and public spaces eliminates the possibility of grasping the acoustic volume of space. Our ears have been blinded. — Juhani Pallasma, The Eyes of the Skin

Ha

ve you wondered why being

our soundproof gyms, malls or bars.

Unlike when we only look at places

in an uninhabited house

WÈre avoiding the noise, but what

or people, we will feel the connec-

are we missing on the other side?

tion deeper when we listen or speak.

generates that eerie feeling compared to being in an occupied one?

On the other side exists the

We can contemplate the beauty of a

In fact, buildings return our voices

sound of the city. Our own sounds

building every day when we pass by

while our vision is only a one-sided

reflected in its streets and from its

it with the headset on our ears, but

experience. The acoustic experi-

building facades, the buzz of the

only when we listen to the sound of

ence is the one that really engages

crowds walking in the marketplac-

the people living in, we can assume

us with something.

es, the dialogue of the shop owners,

it’s alive. That’s why museums are

But what is the importance of

the whistle of nature in the parks,

considered by many boring places.

the acoustic experience in city life?

the arguments of couples in their

While the music from the open-air

If the first thing that came to your

houses, the songs of a celebration

event in the piazza summons us to

mind is the traffic noise, I don’t

from the apartment next door, the

attend. So do the rings of the bells

blame you. In better cases, we tend

conversations of the commuters in

summon us to gather. We are called

to close any possible ‘sound leak-

trains and metros. In contemporary

to experiencing the city, feeling it, the

agÈ around us. We use our perfectly

cities, we struggle to convert spaces

tender or even noisy sounds from its

soundproof cars to go to work, where

to soundproof state.

streets and citizens. It’s about being

we sit in a perfectly soundproof en-

But what’s in the sound of the

vironment, and after work we visit

city? Sounds bring us together.

32

engaged in the place we live in. It’s about feeling connected, alive.


Noise maker and silence seeker S CRI T TO DA F ED ERI CO ALTAVI LLA

Dario Paini, ingegnere acustico tra i più richiesti in Italia, si occupa di progettare la diffusione sonora all’interno degli ambienti; ha conseguito un dottorato — svolto in parte a Copenhagen — in acustica architettonica sulla sonorità delle piazze, un ambito molto particolare e ancora poco sviluppato.

At

traverso i diversi gradi di percezione non abbiamo fatto altro che farci confondere. Spesso ci si perde nel caotico mix

a cui siamo soggetti, ma probabilmente non abbiamo mai isolato uno tra i sensi per farlo diventare misuratore indeformabile, particolarmente soggettivo, dei luoghi. Forse l’udito sta assumendo per grado un ruolo di particolare interesse nello scenario del Sensitive design, attivatore di molteplici stati percettivi con il quale si può giocare in presenza o in assenza di percepibili stimoli o anche alla loro alternanza. L’uomo che abbiamo incontrato è, oggi, un pioniere italiano e portavoce di un modo di progettare particolarmente innovativo: Dario Paini. La sua vita è intinta nelle vibrazioni sonore: di giorno cerca di capire come ridurlo, di notte come giocare con esso. F: Domanda a brucia pelo: Suoni il sassofono allo stesso modo con cui progetti ?

D: Una premessa: sul mio biglietto da visita non trovi Ing. prima del mio nome. È una scelta precisa: Ing. non rappresenta che una

33


parte della mia formazione, tutto il resto l’ho preso dal cantiere, dalle jam, dai concerti (suonati e ascoltati/visti), dalla strada alla fine. Altra premessa: sullo stesso biglietto trovi “noise maker + silence seeker”. Questo esprime in primis la contraddizione nella quale vivo/viviamo. Oppure: non c’è nessuna contraddizione, cerchiamo il rumore giusto tra le pause giuste di silenzio. Un’alternanza legittima, da ricercare. Il mio approccio allo strumento è in fondo lo stesso che uso per i miei progetti: ricerca di un suono sempre nuovo, essere in accordo con la linea armonica, e quindi con le condizioni al contorno dell’esistente, rispetto del luogo e dello spazio. La ricetta deve essere semplice e al contempo ricercatissima. Come una pasta al pomodoro, con qualcosa di nuovo ogni volta, di discreto, e che noti semmai. F: Entriamo nel tecnico. So che magari potrà essere domanda che richiederebbe un dottorato , ma proviamo :

una

Quale è

per te il rapporto che intercorre tra forma e campo sonoro ?

34


design

I suoni che escono dalla tromba di un uomo, sono parte di lui.

D: In generale esistono delle proporzioni ottimali tra le tre dimensioni di un ambiente, ma questo non basta, perché le forme si possono complicare, e il calcolare l’effetto che fa non è una cosa immediata. Arrivi ad un punto in cui non pensi più veramente ma senti che la cosa potrà funzionare. F: Un esempio autorevole al quale hai preso parte è il padiglione I talia dell’E xpo

— L. ARMSTRONG

2015 a Milano.

Quale è stato il tuo contributo e cosa ha significato per te questa esperienza ?

D: Mi sono occupato di tutti gli aspetti che avevano a che fare con la parola acustica: isolamento acustico tra dentro e fuori, tra spazi interni, impatto acustico verso l’esterno, ma soprattutto comfort acustico nei vari ambienti, in particolare nella piazza interna. La piazza è la living room di una città, la gente si incontra, rimane e poi va. Il paesaggio sonoro di una piazza è quindi importante, perché è l’impronta che uno si porta via di quel posto, oltre all’aspetto visivo. In questo caso i muri contribuivano con le loro inclinazioni e la loro irregolarità superficiale ad una diffusione sonora interessanti, lo stesso con la copertura in vetro convesso. Inoltre con il gruppo di progettazione (Nemesi, di Roma) si è instaurato un rapporto di profonda amicizia, oltre che di stima reciproca. F: Immaginando lo scenario musicale con il quale ti rapporti spesso , la versatilità degli spazi è un bisogno primario che bene si avvicina al tema della modularità .

Ci puoi fare un esempio? D

35


D: La modularità è un tema interessante e importante per tante ragioni: si può adattare bene a diverse situazioni, permette tempi di posa ridotti al minimo, permette la garanzia delle prestazioni, e alla fine lo puoi smontare e rivendere. Con Boxy, una ditta di Terni che produce cabine insonorizzate certificate abbiamo realizzato alcuni nuovi studi, di mastering, di produzione e di mix. Un esempio: Energy Mastering, lo studio di Fausto Cogliati, J-Ax e Fedez. F: Per

concludere ci puoi spiegare quale credi che sia la fase più

importante nel lavoro da progettista ?

D: “Con il lavoro che faccio viaggio molto” (cit. Cochi e Renato), e viaggiando ho la possibilità di ricevere molti stimoli. Trovare spunti e idee nella natura, nella strada, negli oggetti, che non hanno necessariamente una funzione acustica ma che possono in qualche modo essere integrati nel tuo lavoro, facendo loro acquisire una nuova possibile funzione, beh, questo è un approccio molto potente.

36


Quando gli oggetti parlano SCRITTO DA HELGA AVERSA

suoni, spesso, svelano ciò

della teiera avverte che l’acqua bol-

tasto, ma il suono è altrettanto fasti-

che non si può vedere. Ogni

le o ancora Il clic dell’interruttore

dioso quanto informativo»2.

oggetto, infatti, reca in sé delle

indica che la luce è stata accesa. Al

Come progettare il suono dun-

sonorità che riflettono l’intera-

contrario, altri suoni aiutano a ca-

que per renderlo comprensibile,

zione complessa delle sue parti e

pire se un oggetto viene utilizzato

immediato e allo stesso tempo

che «parlano del modo in cui due

in modo scorretto, come il rumore

non fastidioso? William Gaver,

o più componenti meccaniche si

di una portiera chiusa male o quel-

professore di Design presso la

accostano, delle relazioni acusti-

lo del computer surriscaldato. Allo

Goldsmiths University of London,

che tra pieni e vuoti, del contatto

stesso modo, l’assenza di rumore

ha evidenziato che i suoni digita-

tra materie dalla consistenza di-

può significare assenza di reazione

li che riproducono suoni naturali

versa, dalla cessazione di fonti di

attesa, assenza di feedback e con-

si rivelano più intuitivi rispetto ai

alimentazione energetica, tra ruvi-

seguente difficoltà per l’uso.

classici “bip”. Un esempio di suc-

I

dezze di ingranaggi e impalpabili

«Ai nostri giorni i computer

cesso è quello della Apple che ha

circuiti elettronici» . Tali sonorità,

emettono vari suoni; tastiere, telefo-

collegato al Cestino del computer il

inoltre, risultano fondamentali nel

nini e forni a microonde producono

suono dell’accartocciamento di un

processo di interazione tra utente

segnali acustici d’ogni genere. Questi

foglio. In questo caso il feedback

e prodotto perché informano sul

non sono rumori naturalistici e non

sonoro, proveniente dal computer,

buon utilizzo di un oggetto: lo scat-

trasmettono un’informazione na-

rimanda direttamente all’azione

to della serratura indica che è stata

scosta. Usato come si deve, un bip,

effettuata nel mondo reale, acqui-

chiusa bene una porta, il fischio

ci assicura che abbiamo premuto un

sendo così un senso immediato.

1

1. S. Pizzocaro, Uso degli oggetti, in Artefatti Concreti. Temi di Fondamento per il design di prodotto, Unicopli, Milano, 2016, pp. 61-95. 2. Norman D. A., La caffettiera del masochista. Psicopatologia degli oggetti quotidiani, Giunti Editori, Firenze, 2014.

37


№2 SUONO

h

Luci sull’energia dal suono Fisicamente parlando

36

ENERGIA

Luci sull’energia dal suono


high-tech

42

AMBIENTE

L’ecologia del suono

44

AMBIENTE

Il diapason infinito della Natura


SC R ITTO DA F. C RU Z TO RRES

Accade alle volte di trovarsi di fronte a vetri che si rompono, bicchieri che si frantumano in seguito a certi “suoni”, accade di pensare alla natura del “rumore”. Ma c’è energia nel rumore e nei suoni… qual è la sua natura?

Dal suono all’energia

Po

siamo un momento il nostro pensiero su uno studente del Politecnico che la mattina

si alza – ha lezione presto – e buttandosi giù dal letto in un modo o nell’altro si veste. Una colazione veloce, perché ha da prendere l’autobus e poi il treno. Cinque minuti ed è giù in strada, alla fermata della linea 90. Ecco che cominciano a farsi spazio nella sua testa i clacson delle auto, il rombo dei motori in fila ai semafori. Nessuno parla, ma tutte le auto stanno facendo una discussione che sembra si debbano dire chissà che cosa. Un rumore, un rombo assordante che gli dà il benvenuto. Ed ecco che piano piano cresce nella lucida curiosità della mattina la domanda… «TUTTA L’ENERGIA DI QUESTO RUMORE NON SI POTREBBE SFRUTTARE?»

SCOTT UMSTATTD

40


energia

Brasilia, Corte Suprema di Giustizia.

Considerando invece la potenza per unità di area,

Nel luglio 2012 due jet supersonici Mirage 2000

e dunque il tasso di energia trasferita da un’onda

dell’esercito brasiliano, durante un’esercitazione

sonora per unità di tempo e di area, ottengo

passano a bassa quota sopra il Supremo Tribunal

la intensità sonora:

Federal, edificio con ampie pareti a vetrate. Come testimoniano alcuni video e i diversi presenti, in seguito al passaggio dei jet, col forte rumore, quasi tutte le vetrate dell’edificio federale si sono frantumate. È evidente che di sicuro è stata trasferita

che è la principale grandezza che determina

energia alle finestre.

il comune “volume” del suono, o per i musicisti,

Mentre sono molto note energie come quella solare,

quello che determina sugli spartiti il: ppp – pp – p – mf –f – ff –fff

eolica, nucleare, o da combustibili fossili, è molto meno conosciuta l’energia acustica, la quale, emessa

(pianissimo – fortissimo del pezzo musicale).

da una sorgente si propaga nello spazio circostante,

Per avere qualche numero, sempre comodo

trasportata proprio dal suono.

a un ingegnere, si pensi che l’intensità sonora

Si ricordi che il suono è un’onda meccanica,

di un colpo di pistola sparato vicinissimo

e l’energia che essa trasporta si dimostra essere

a un orecchio ne frantuma il timpano: I > 104 W/m2.

proporzionale al quadrato dell’ampiezza d’oscillazione, dove per ampiezza d’oscillazione

Non sempre serve trasmettere alta potenza

si intende la massima distanza dalla posizione

o intensità sonora per causare grossi danni

di riposo per un corpo puntiforme che ne è investito. Londra, Albert Bridge. Ma come si percepisce questa energia trasportata dall’ onda del suono ?

Le truppe della vicina caserma di Westminster si apprestano ad attraversare lo storico ponte sul Tamigi. Una normale marcia, come tutte le altre,

Considerando la quantità di energia emessa

salvo per il passo da tenere. Un cartello pubblico

da una sorgente sonora nell’unità di tempo,

all’ingresso recita infatti: “Tutte le truppe rompano

chiaramente trovo la potenza, detta anche potenza

il passo durante la marcia sul ponte”.

acustica. Questa è la grandezza che è trasferita

Il significato di un cartello tanto insolito risiede

istante per istante alle vetrate della corte suprema

nel fatto che non è sempre necessario avere

brasiliana quando passano i jet (le sorgenti sonore),

una sorgente che genera e trasmette un’alta potenza

ed è convogliata da un’onda meccanica, in particolare

per causare un danno sui corpi. In altre parole

un’onda di pressione che sentiamo comunemente

anche una semplice marcia ritmica di un plotone

come “rumore”.

può causare fratture pericolose per interi ponti. O un certo suono, che non diremmo ad alto volume, o alta intensità può comunque rompere bicchieri di vetro. In questi casi la responsabile degli avvenimenti è un’altra grandezza: la frequenza ƒ [Hz] della sollecitazione. Cioè accade curiosamente

41


che se applichiamo una sollecitazione

Osservando anche solo qualitativamente l’andamento

anche ad ampiezza costante, a un corpo o un sistema

dell’ampiezza d’oscillazione del sistema A(ω),

di corpi (un ponte, un’altalena, un bicchiere…)

notiamo che effettivamente questa aumenta

a una precisa frequenza che è naturale, caratteristica,

(nonostante l’oscillazione non vari la propria

propria del corpo in esame, troverò il corpo oscillare

ampiezza) proprio quando la frequenza

non più solo all’ampiezza d’oscillazione della mia

della sollecitazione si avvicina alla frequenza

sollecitazione, ma a un’ampiezza maggiore.

propria del sistema. La massima ampiezza

E dunque un bicchiere, un ponte o un’altalena

d’oscillazione sarà a: ω=ω₀; ƒ₀= ƒ₀ e raggiungerà

che sono sottoposti a una sollecitazione di frequenza

teoricamente l’infinito quando il sistema non

prossima alla loro frequenza propria, oscilleranno

presenterà smorzamento della sollecitazione, ovvero

ad ampiezze sempre più grandi, man mano

non presenterà forze d’attrito interne: h→0.

che mi avvicino alla loro frequenza propria.

In tutti gli altri casi, per frequenze maggiori

Questa ampiezza aumenterà fino a quando i legami

o minori della frequenza propria, l’ampiezza

tra i componenti della struttura, o tra gli atomi

di oscillazione sarà più bassa.

del corpo non riusciranno più a tenerli assieme,

Sembrerebbe in altre parole, che alla frequenza

e si spezzeranno. Oppure, se tali legami fossero tanto

di risonanza: quando quella della sollecitazione

elastici da resistere alle ampie oscillazioni,

è pari a quella propria del sistema, vi sia come un

si arriverebbe a un massimo di ampiezza

trasferimento di energia più efficiente degli altri

d’oscillazione, vedendo il corpo oscillare

casi. L’energia trasferita dall’onda, o sollecitazione

a grandi ampiezze. È il fenomeno della risonanza.

– mentre vario la frequenza per arrivare a quella

Ovvero, un corpo o sistema di corpi se sollecitato

propria del sistema – è sempre la stessa poiché

a una frequenza che si avvicina sempre più

l’ampiezza non varia, tuttavia è come se riuscissi

alla sua frequenza propria: detta frequenza

a trasferirla a un ritmo che si avvicina sempre

di risonanza ,

più al ritmo migliore, quello proprio del sistema.

risuonerà, cioè oscillerà sempre

più ampiamente fino eventualmente a rompersi,

Come quasi fosse una lingua diversa.

nonostante l’ampiezza della sollecitazione rimanga sempre la stessa! Matematicamente

Uno sguardo oltre la siepe

questo lo si vede tramite la Funzione di Risposta in

Frequenza (FRF), funzione complessa che descrive

Non sarà sfuggito che il fenomeno della risonanza

la risposta di un sistema (corpo o sistema di corpi)

non interessa solamente onde sonore udibili,

a una sollecitazione unitaria e armonica, applicata.

ma sollecitazioni a corpi in generale, e dunque, con frequenze anche non necessariamente udibili. Allargando lo sguardo alle sollecitazioni in generale e alle interessanti pulsazioni o frequenze proprie

Come si vede la FRF è composta da un modulo

dei sistemi in generale, è estremamente curioso

e una fase; dunque un modulo A(ω) che rappresenta

notare come ci sia un’analogia tra il mondo

l’ampiezza di oscillazione del corpo sollecitato,

macroscopico dei corpi e quello microscopico

e una fase ψ che rappresenta la differenza di fase,

degli atomi. Cioè un oscillatore armonico

lo sfasamento, tra l’oscillazione del corpo

schematizza con dovute approssimazioni

e quella della sollecitazione.

sia l’oscillazione di un corpo, che l’oscillazione

42


energia

di una molecola (per esempio) biatomica: la quale può vibrare, per via della forza che tiene uniti i due atomi e che rappresenta il legame covalente. Ora quando tale molecola biatomica entra a far parte di un reticolo cristallino, i suoi sei gradi di libertà: tre traslazioni, due rotazioni e una vibrazione di stiramento, divengono interazioni tra molecole (per via della loro contiguità nel reticolo). Gli originali moti di traslazione degenereranno in tre onde di compressione-rarefazione, e la rotazione in moto di “beccheggio”. Cioè quelli che erano sei gradi di libertà nella molecola libera divengono sei tipi distinti di onde elastiche nel cristallo, detti “modi normali” di vibrazione. Ciò che affascina è ritrovare anche qui, nel mondo microscopico, che ciascuna di queste onde elastiche ha una sua frequenza propria ƒ. Questa volta tuttavia, l’energia associata all’onda di frequenza propria ƒ non sarà un’energia trasferibile “con particolare efficienza” (come nel macroscopico) ma sarà l’unica energia trasferibile tra una molecola e l’altra: e sarà sempre multipla di E=h ƒ , la nota unità elementare di energia, il fotone. Dunque alla domanda “Tutta l’energia di questo rumore non si potrebbe sfruttare?” la risposta è affermativa, c’è energia nel suono e nelle vibrazioni, vi sono anche alcune applicazioni, e questo breve viaggio qui presentato vuole essere un piccolo scorcio

JAANUS JAGOMAGI

sulla appassionante fisica che ne è alle radici.

43


L’ecologia del suono: un equilibrio tra i suoni e il loro ambiente S CRI T TO DA LUCA M ARZI LI ANO

L’importanza di preservare i suoni che la natura racchiude

Er

a il 1977 quando il compositore canadese Raymond Murray Schafer nel suo libro “The Soundscape” scriveva:

«È solo attraverso la musica che l’uomo può trovare la genuina armonia tra il proprio mondo interiore e il mondo esterno a lui .

E sarà nella musica

che l’ uomo creerà i modelli più perfetti di quel paesaggio sonoro ideale che vive nella sua immaginazione »

Un invito a combattere l’inquinamento acustico che cambia i paesaggi sonori e non rende più l’uomo in grado di ascoltare la natura. Il paesaggio sonoro del mondo, in continuo cambiamento, maggiormente nelle vaste aree urbane, è un bene culturale invisibile e immateriale, ma di grande importanza. L’ ecologia si occupa del rapporto tra gli esseri viventi ed il loro habitat. ed in questo caso, parlando di percezione sonora, si parla di ecologia del suono. Sensibilizzare l’uomo a porre attenzione alla natura ed ai suoni che la stessa riproduce, è importante per impedire che la società in continuo mutamento possa far dimenticare all’uomo il paesaggio da cui tutto è nato, e tutto quello che regala. A tal proposito, è nata la Green Symphony Orchestra. Più di quaranta musicisti, diretti da Manfredo Di Crescenzo, suonano cercando di trasferire attraverso la musica, una maggiore consapevolezza e attenzione verso i problemi legati all’ambiente. Rifacendosi ad una musica alternativa rappresentata da composizioni vocali e strumentali che spaziano dalla new age alla musica elettronica, riproducendo i suoni della natura. Un modo alternativo per diffondere una musica orchestrale, vocale e sinfonica ispirata alla natura, all’ambiente e all’ecologia, ma nello stesso tempo

44

DAVIDE RAGUSA

scritta da grandi compositori del passato e da autori contemporanei. Parchi, anfiteatri, pontili sul mare e grotte sono le location preferite dall’orchestra “green”.


ambiente

E allora ascoltiamo il mondo come se fosse un grande componimento musicale, una sinfonia, di cui noi stessi siamo in parte gli autori, e solo cosĂŹ potremo preservare i suoni che la natura

TOMAS SOBEK

MARTINA MISAR TUMMELTSHAMMER

racchiude.

45


Il diapason infinito della Natura

Il modo rivoluzionario per unire la sfera uditiva a quella visiva e «ascoltare» i panorami che vediamo

SC R ITTO DA GIU L IO M A RI O MA RT EN A

Lo

spettacolo della natura ci si para

compositore del dopoguerra scomparso

davanti agli occhi così nettamente

di recente, ha definito il soundscape come

che, ammaliati da una vista spettacolare,

«tutte

dimentichiamo che quella vista non sa-

trasmesse

rebbe uguale, se accompagnata da silenzio.

va

le

d ’ onda

forme alla

nostra

dall’ orecchio

e

i

suoi

uditi -

meccanismi »

Come molti degli aspetti che la rendono

A partire dal soundscape, si è ge-

così rara e unica, la natura non è in grado di

nerata negli anni una nuova bran-

riprodurre lo stesso suono nella stessa maniera

ca,

chiamata

«ecologia

acustica».

due volte. Ogni suono è unico e irripetibile.

Il primo a utilizzare la parola soundscape

Nel tentativo di catturare l’essen-

fu Michael Southworth, in un articolo del

za unica dei suoni, è nato un concet-

1969 intitolato “The Sonic Environment

to

pren-

of Cities”; il concetto fu successivamente

de sempre più il suo spazio un po’ a

ripreso e analizzato con maggiore det-

discapito della musica a cui siamo abi-

taglio dal compositore canadese Ray-

tuati. Questo concetto prende il nome

mond Murray Schafer otto anni dopo.

che,

grazie

all’elettronica,

di «paesaggio sonoro», o «soundscape». Bisogna fare una premessa: il suono,

Secondo menti

lui

principali

vi

sono

di

un

di per sé, è un’onda creata da un corpo in movimento, che si caratterizza come altre onde: una sinusoide che ha un’ampiezza, una frequenza e una fase. È il nostro orecchio la chiave che rende quest’onda qualcosa che il nostro cervello elabora come suono, e decide conseguentemente se catalogarla come rumore, musica, etc. Un

soundscape è un suono o una

combinazione di suoni che si formano a partire da un ambiente immersivo ;

in altre

sia udibile dall’orecchio umano, quindi qualsiasi onda sonora con una frequenza compresa fra i 20Hz e i 18kHz all’incirca. Tant’è che anche Pauline Oliveros,

JASPER VAN DER MEIJ

parole, un soundscape è qualsiasi cosa

46

fedelmente

corteccia

tre

ele-

soundscape:


ambiente

▪▪

termine preso in

flora e della fauna, quindi principal-

prestito dalla musica che identifica la

mente versi di animali, l’espressione

suoni

«in

chiave »,

chiave di un brano, la quale può divagare in corso d’opera, per poi tornare.

geofonia ,

che include quei suo-

Essi non sono sempre uditi a livello

ni generati da fenomeni atmosferici:

conscio, ma, secondo Schafer, «defini-

i tuoni, il ticchettìo della pioggia bat-

scono il carattere delle persone viventi

tente, il frusciare del vento e lo scro-

nell’ambiente». Sono creati dalla natu-

sciare delle onde marine, e, in genera-

ra e dal clima e, in alcune aree forte-

le, tutti i primi suoni sentiti dai primi

mente urbanizzate, anche dal traffico; ▪▪

acustica di un habitat collettivo; ▪▪ la

organismi senzienti sulla Terra;

ossia rumori in eviden-

▪▪ l’antropofonia, cioè tutto l’ambiente

za, ascoltati consapevolmente, come

acustico creato dall’uomo. Rientrano

dispositivi, campane, fischi, clacson,

in questa categoria non solo con-

sirene, etc.;

versazioni e composizioni musicali,

segnali sonori ,

▪▪ «soundmark», termine derivato dalla parola inglese «landmark» e che, ap-

ma anche suoni di origine meccanica come quelli industriali.

punto, ne rappresenta l’equivalente sonoro.

La rottura di questi ambienti acustici culmina nell’inquinamento acustico.

Bernie Krause, ecologista acustico e

Naturalmente, per via della loro natura, i

naturalista, ha catalogato i soundscape sulla

paesaggi acustici sono ampiamente utiliz-

base delle loro componenti:

zati nelle composizioni musicali; sia come elementi aggiuntivi in brani di altri generi,

▪▪ la biofonia, che racchiude tutti gli am-

sia come genere a sé stante, sottoparente

bienti legati all’habitat naturale della

di musica elettronica ed elettroacustica.

47


Il compositore soundscape Petri Kuljuntau-

vegetazione, vita animale), sia suoni

sta ha creato brani dai suoni della cupola

culturali e storici (recitativi di battaglie,

celeste, dall’Aurora Boreale e dalle registrazioni subacquee nel mare profondo.

cerimonie, parate); ▪▪ per ambiente

acustico

intende la com-

Proprio per questo genere di nuovo

binazione di tutte le risorse acustiche

valore artistico che i soundscape hanno,

nella zona, includendo anche fenome-

gli U.S.A. hanno creato un ente apposito,

ni vibratori della Terra e suoni inudibili

il National Park Service Natural Sounds and

dalla maggioranza degli umani, come i

Night Skies Division, incaricato di preservare

versi di ecolocalizzazione dei pipistrel-

gli ambienti sonori nei parchi, soprattutto

li. Quest’ultimo tratto si differenzia da

dal rumore. È importante definire alcune

un soundscape classico; ▪▪ come

parole chiave che esso usa:

rumore

cataloga qualsiasi suono

non sia voluto, per i suoi effetti sulla ▪▪ come

48

ingloba tutto

fauna e sull’uomo, o anche per la sua

ciò di fisico che genera il suono, inclu-

interferenza con la percezione pura

dendo sia suoni naturali (vento, acqua,

degli altri suoni;

risorse acustiche


ambiente

▪▪ per

paesaggi sonori culturali

intende

amplificazione.

le opportunità di un’appropriata tra-

I soundscape non vengono usati solo per

smissione dei suoni storici e culturali,

composizioni musicali; trovano sempre più

componenti fondamentali degli scopi

impiego anche nell’urbanistica, soprattutto

e dei valori per cui il parco stesso è sta-

come soluzione olistica all’inquinamento

to istituito.

acustico. Con l’uso del soundscape, tramite un approccio per raffinamenti successivi,

Vi sono due diversi tipi di soundscape:

si può progettare un verde pubblico sem-

hi-fi, che possiede un rapporto segnale-ru-

pre più quieto e rilassante; con la giusta

more positivo, quindi è udibile chiaramen-

pianificazione del paesaggio sonoro, l’ur-

te essendo praticamente esente da rumore,

banistica ha a disposizione uno strumento

e lo-fi, che ne è il duale. In un soundscape

in più rispetto al passato, per realizzare

lo-fi i segnali sono distorti dal troppo ru-

spazi naturali che impattino sempre me-

more e i suoni appaiono molto vicini fra

glio la psicologia degli abitanti dei centri

loro e compatti, perciò, in molti casi, anche

urbani.

suoni perfettamente ordinari necessitano

49


Direzione Laura Olivastri Vicedirettore Federico Altavilla Art Direction Sonia Balduzzi Denis Cossu Sebastiano Cristaldi Testi Sonia Balduzzi Giacomo Roggia Elisa Grassotti Amina Black Elia Crippa Laura Olivastri Federico Altavilla Zeynab Matar

Seguici

Francesco Cruz Torres

eachmagazine.com

Luca Marziliano

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Giulio Mario Martena

Instagram: @eachmagazine

Illustrazioni interno copertina

Contatti

Giulia Saracino

hello@eachmagazine.com

E ach nยบ2 - Suono - Settembre, 2018 Iniziativa realizzata con il contributo del Politecnico di Milano



52


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