Nuove Frontiere della Progettazione Grafica per l'Editoria

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ACCAdeMIA dI Belle ARTI dI NAPolI CoRSo dI ARTI VISIVe (GRAfICA PRoGeTTuAle PeR l’edIToRIA B.S.) doCeNTe dI CoRSo PRof. feRdINANdo fedele

TeSI SPeCIAlISTICA IN eleMeNTI dI GRAfICA edIToRIAle “Nuove froNtiere della progettazioNe grafica per l’editoria”

Relatore Prof.ssa Ivana Gaeta Correlatore Prof.ssa Maria Teresa Girosi

Candidate Claudia Noli Simona Pasquariello



sommario

introduzione

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1. cenni storici

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2. confronti

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3. percezione

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4. sviluppi futuri

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5. i colpi dei 5en5i

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bibliografia

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introduzione Il contenuto viene prima di tutto… tuttavia un eccellente design può catturare lo sguardo delle persone e imprimere il contenuto per sempre nella loro memoria. Hideki Nakajima

Quale sarà il destino del libro cartaceo dal momento in cui gli e-book stanno cominciando a conquistare una sempre maggiore fetta di lettori? Questo è l’interrogativo che ha ispirato il nostro lavoro di tesi. In qualità di figure formate per lavorare nel mondo della grafica editoriale, ci è sembrato quasi obbligatorio interrogarci riguardo questa problematica. A dare il via alle nostre riflessioni è stata una recente pubblicazione della casa editirice londinese Visual editions: Tree of codes di Jonathan Safran foer. Nel dicembre del 2010 abbiamo acquistato una copia di questo libro spinte dalla curiosità e da una grande stima verso l’autore. Ci siamo trovate di fronte a qualcosa di innovativo: un libro in cui le pagine sono ritagliate in corrispondenza di alcune frasi, permettendo in questo modo di vedere attraverso i fori le parole delle pagine successive. Attraverso i vuoti delle pagine di foer abbiamo intravisto il futuro del libro stampato, un oggetto che ha ancora moltissime opportunità di espressione. è cominciata così la nostra ricerca che ci ha portato a scoprire metodi di stampa e di allestimento innovativi. Tali tecniche possono, infatti, fornire al libro una importantissima chance per distinguersi dalla sua forma digitale, consentendo ad esso di evolversi in qualcosa di nuovo e straordinario. Il nostro lavoro è così articolato: in prima battuta sono illustrati i momenti salienti della storia del libro, dalla sua nascita come manoscritto, passando per la stampa a caratteri mobili e tutte le sue evoluzioni, fino ad arrivare al desktop publishing ed infine all’e-book; in un secondo momento siamo passate all’analisi delle differenze tra libro ed e-book in particolare riguardo i temi dell’impatto ambientale, della diffusione dei nuovi supporti e della questione del copyright; vi è poi un capitolo dedicato alla percezione visiva e a come questa possa cambiare a seconda del supporto che si utilizza per leggere; il quarto capitolo tratta di una serie di esempi di particolari libri stampati ed allestiti secondo tecniche innovative; infine troviamo un capitolo nel quale è illustrata la progettazione dell’impaginato da noi realizzato che accompagna questo scritto. è certamente arduo azzardare ipotesi riguardo il destino della carta stampata dal momento che essa stessa è protagonista di una trasformazione che sta avvenendo proprio oggi. Tuttavia abbiamo voluto quantomeno ragionare e pensare alla sorte del libro, poiché ci sembra difficile, se non impossibile, che questo oggetto così carico di storia e di significato possa scomparire seppur in un lontano futuro.

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capitolo 1

cenni storici

l’obiettivo di questo capitolo non è certo quello di esaminare a fondo la storia del libro, bensì quello di offrire una panoramica, più o meno completa, che possa far comprendere come dall’invenzione dei caratteri mobili, e quindi del libro stampato, si sia arrivati oggi alla nascita dell’e-book. gli albori Possiamo dividere, in linee generali, la storia della stampa in tre periodi principali: • il primo periodo va dal 1450 al 1550: nasce la stampa, che dopo svariati tentativi trova una sua stabilità che rimane invariata fino all’avvento delle nuove tecniche industriali; • il secondo periodo va dal 1550 al 1800: in tutta europa e nel Nuovo Mondo si afferma e si diffonde la stampa; • il terzo periodo va dal 1800 ai giorni nostri: nascono le più importanti innovazioni tecniche come l’offset e la fotocomposizione e di conseguenza cambiano i cicli produttivi e la distribuzione dei prodotti. Prima della nascita della stampa a caratteri mobili, il libro era prodotto dagli amanuensi che trascrivevano tutti i testi a mano e decoravano le pagine con elaborate miniature (elementi grafici che ornavano l’inizio di ogni capitolo o di ogni pagina). Questa tecnica non riusciva a soddisfare la grande richiesta di libri, soprattutto con la nascita delle università in tutta europa a partire dal XIII secolo. A causa della sempre più cre-

esempio di pagine miniate della fine del 1400

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scente domanda da parte di studenti, professori e nobili,

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si creò l’esigenza di una produzione più veloce dei testi. un ritratto di Gutenberg; caratteri mobili in metallo; cassa tipografica

Questa mancanza fu sopperita dall’invenzione della stampa a caratteri mobili, avvenuta alla fine del Medioevo. l’inventore della stampa fu Johann gutenberg. “Nato a Magonza nel XIV secolo, orefice e incisore, fu colui che per primo concretizzò gli studi e le ricerche che prosperavano in questo ambito nelle officine di tutta europa durante l’epoca rinascimentale. l’idea geniale di Gutenberg fu quella di utilizzare singolarmente le ventisei lettere dell’alfabeto latino per comporre i testi. In questo modo, cambiando posto e riposizionando le singole lettere, si potevano ottenere ogni volta testi diversi. Non solo, ma dalla matrice così ottenuta si potevano imprimere innumerevoli pagine tutte uguali, ottenendo un prodotto seriale. Gutenberg non va considerato semplicemente l’inventore della tecnica di stampa: è colui che inventò anche un vero e proprio processo industriale”1. I caratteri mobili erano realizzati incidendo in rilievo ogni singola lettera dell’alfabeto ed ogni simbolo su un punzone di metallo, che veniva battuto su una matrice di metallo morbido. All’interno del segno ottenuto in incavo veniva colato del materiale fusibile (ad es. piombo) ottenendo così i caratteri di

Manuale di redazione, tecniche e regole editoriali, grafiche e tipografiche per pubblicare sulla carta, su Internet e altri media Mariuccia Teroni, Apogeo, 2007 1/2

stampa. I caratteri tipografici così ottenuti venivano inseriti in una cassa tipografica, che consisteva in una scatola divisa in scompartimenti, in cui ogni spazio era riservato ad un certo numero di caratteri tipografici divisi per lettere e simboli. Il compositore prelevava i singoli caratteri dalla cassa e li posizionava uno accanto all’altro nel compositoio, fino a comporre un’intera pagina. è im-


una pagina della Bibbia stampata da Gutemberg, la celeberrima B42

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portante precisare che la pagina per risultare leggibile dopo la stampa doveva essere composta al contrario rispetto al senso di lettura. ogni pagina veniva inserita in una forma chiamata telaio; le pagine nel telaio erano disposte in modo da corrispondere al giusto ordine per la successiva piegatura. Il telaio così composto era poi inchiostrato e posizionato sul piano del torchio, pronto per essere stampato grazie alla pressione di questa macchina. la stampa veniva effettuata prima da un lato del foglio, detto bianca, dopodiché seguiva una prima asciugatura del foglio e poi veniva stampato l’altro lato, chiamato volta. una volta stampati, i fogli erano messi ad asciugare per una seconda volta e successivamente piegati e rilegati. I libri prodotti dal Medioevo fino al Cinquecento venivano chiamati incunaboli “dalla parola latina incunabola che indica le fasce che avvolgevano il nenonato e che, sta a indicare la culla della stampa”2. Il più antico incunabolo è la Bibbia in latino B42, prodotta da Gutenberg a Magonza tra il 1453 e il 1455. essa è da tutti considerato il libro che diede il via alla stampa tipografica.


In Italia la stampa si diffuse grazie a due tedeschi, scappati al sacco di

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Magonza, corrado Schweinheim e arnoldo pannartz. Il primo libro stampato in Italia con i caratteri mobili fu il de oratore di cicerone, prodotto nel 1465. frontespizi di libri stampati da Aldo Manuzio, uno dei quali è del De Oratore di Cicerone

Proprio il sacco di Magonza è stato la causa della diffusione della stampa, in quanto costrinse molti allievi di Gutenberg e Shoffer a scappare, prima in Germania e successivamente in tutta europa. e dalla metà del Quattrocento i tedeschi arrivarono anche a Venezia, dove spiccò aldo Manuzio, colui che diventerà il più famoso stampatore del Rinascimento. Manuzio è stato uno dei più proliferi tipografi in Italia, pubblicando circa 150 opere in vent’anni di carriera, opere che venivano chiamate ‘Aldine’; inventò il carattere italico, o corsivo, che consentì la pubblicazione di libri più piccoli (il formato ridotto), che ridusse di molto i costi di produzione e i prezzi dei libri, assicurandone la diffusione in europa. Grazie al lavoro di questi grandi tipografi, intorno alla metà del Cinquecento, i libri ebbero una fortissima espansione in europa, in particolare in Germania, dove nel 1546 nacque a lipsia la prima fiera del libro. In seguito, tra il Seicento e il Settecento, nacquero numerose case editrici e biblioteche nazionali, rendendo così i libri alla portata di tutti. dalla carta ai Bit “Per secoli la carta è stata l’unico medium per la comunicazione di massa. At-

Manuale di redazione, tecniche e regole editoriali, grafiche e tipografiche per pubblicare sulla carta, su Internet e altri media Mariuccia Teroni, Apogeo, 2007 3

traverso i secoli il testo, inteso come libro, abbandona il suo significato di unicità per assumere quello di prodotto industriale, realizzato in serie e distribuito con forme sempre più innovative”3. Il XVII secolo vede la nascita dei quotidiani e, successivamente, delle riviste, che richiesero una nuova figura professionale: il grafico impaginatore. In par-


Steve Jobs nel 1984 con i primi modelli di computer Macintosh

11 ticolare il XIX secolo è l’epoca delle grandi invenzioni: il torchio viene sostituito dalla macchina piano-cilindrica, poi dalle rotative e infine dall’offset. Anche la composizione cambia, si passa dalla composizione manuale alla linotype (costruita dal tedesco ottmar Mergenthaler nel 1885): questa macchina è costituita da una tastiera che permette di comporre meccanicamente le righe di testo e fondendole in un unico blocco di dimensioni prefissate (da qui il nome line-of-type= linea di caratteri). Successivamente nacque un nuovo metodo di composizione, la fotocomposizione, dove non viene più utilizzato il piombo, ma si cominciano ad utilizzare dei computer dedicati a questo specifico settore e, soprattutto, non c’è più l’esigenza di creare i caratteri e i simboli tipografici della misura necessaria, in quanto è possibile generare direttamente caratteri della dimensione desiderata. Con questa tecnica si ottengono i testi direttamente su materiali fotografici dai quali vengono create le matrici per la stampa. Inoltre, grazie alla litografia, si fa un ulteriore passo avanti per quanto riguarda le illustrazioni, più facilmente ottenibili grazie a queste matrici piane. ovviamente anche la legatura ha il suo passaggio dalle tecniche manuali a quelle meccaniche. Negli anni ottanta si ha uno dei più significativi cambiamenti tecnologici nel campo editoriale: nasce il dtp (desktop publishing). Il dTP è un sistema costituito da tre elementi di base: un computer, programmi per la scrittura, l’impaginazione e il disegno e una stampante. Il computer utilizzato si chiama Machintosh e nasce nel 1984 grazie a Steve Jobs, fondatore della apple computers. Questo computer non richiede


Schermata di avvio del programma di impaginazione Aldus Pagemaker

conoscenze informatiche approfondite, come invece servivano per l’utilizzo dei calcolatori. l’innovazione consiste nell’interfaccia grafica molto semplice ed intuitiva e nel sistema operativo rivoluzionario. un altro elemento del successo del dTP è stato l’utilizzo di uno dei primi software ideati proprio a questo scopo, l’aldus pagemaker. esso ha permesso di comporre la pagina con testi e disegni, assemblandola attraverso il computer, senza passaggi intermedi. Inoltre, con l’avvento degli scanner per il dTP, fu poi possibile inserire direttamente nella pagina anche le fotografie. Ma forse l’elemento più importante che ha permesso la nascita del dTP è stato lo sviluppo

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del PostScript. esso è un linguaggio macchina che controlla la stampante collegata al computer (realizzato da Adobe System nel 1982) sia essa una laser dal 300 ppi o una fotounità ad alta risoluzione. Ciò ha consentito di ottenere su carta o su pellicola esattamente ciò che si vede sul monitor. Queste nuove tecnologie hanno portato inevitabilmente alla nascita di nuovi prodotti editoriali, strettamente legati al mondo digitale, come i Cd e i siti internet. In Italia i primi prodotti di editoria elettronica nacquero alla fine degli anni ottanta e si trattava principalmente di opere esclusivamente testuali. Praticamente erano “trasposizioni di testi stampati dove l’utente ha la possibilità di indagare il contenuto in modo ipertestuale, potendo cioè ‘navigare’ nel testo con le modalità oggi consuete a chi ‘viaggia’ su Internet”4. I prodotti che hanno ricavato maggiori vantaggi da questo tipo di tecnologia sono state le enciclopedie e le raccolte di dati, in quanto alcune delle funzioni principali come, ad esempio, la ricerca e l’evidenziazione di parole in un testo, hanno reso più semplice la consultazione. I primi media digitali testuali sono stati i Cd, successivamente utilizzati anche per creare dei veri e propri prodotti multimediali, in quanto si prestano in maniera ottimale all’inserimento di suoni, fotografie, animazioni, filmati e, ovviamente, testo. la caratteristica principale di questa editoria ‘multimediale’ (cioè che racchiude in sé più media) è l’interattività che si sviluppa con il lettore. A differenza dei Manuale di redazione, tecniche e regole editoriali, grafiche e tipografiche per pubblicare sulla carta, su Internet e altri media Mariuccia Teroni, Apogeo, 2007 4

precedenti prodotti che potevano avere solo una lettura sequenziale, questi possono essere utilizzati ‘navigando’ all’interno delle pagine secondo le proprie esigenze. Il digitale ha portato molti vantaggi come, ad esempio, la ‘riutilizzazione dei semilavorati’, la facilità di modifica, spesso anche su lavori definitivi, la con-


uno degli ultimi modelli di e-book reader Kindle di Amazon

13 servazione di molte copie dei propri lavori; infine, una delle maggiori comodità è la possibilità di poter effettuare ricerche e navigare all’interno del testo. e-book le prime aziende a mettere a punto e a commercializzare un libro elettronico, verso la fine degli anni Novanta, furono la Xerox e il Massachussets institut of technology. I primi modelli erano a forma di schermo o di libro ed erano limitati ad offrire solo testi che potevano essere utilizzati attraverso lo ‘scorrimento’ sullo schermo; oggi invece le pagine possono essere girate proprio come in un classico libro cartaceo e posso contenere immagini in bianco e nero o a colori (oltre alle classiche opzioni di variazione della grandezza del corpo, di consultazione del dizionario, della possibilità di scrivere appunti, di ricercare parole nel testo ecc.). le prime funzionalità più avanzate nei reader includevano la possibilità di poter caricare moltissimi libri su un unico dispositivo mobile, la semplicità di manipolazione del testo, la creazione di citazioni o addirittura di archivi personalizzati di libri con brani tratti dai testi letti (o anche con un proprio testo). In seguito ulteriori sviluppi hanno offerto la possibilità di visualizzare, oltre a testo ed immagini, anche suoni e addirittura video. Ma i primi dispositivi essendo prototipi di reader, non eccellevano però in portabilità e leggibilità. Nel 2006 furono messi a punto due dispositivi, il Sony Reader e l’iRex iliad, che risolvevano i problemi dei primi esemplari. Questi dispositivi erano infatti di gran lunga più leggeri e maneggevoli, avevano una batteria che durava


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esempio di reader che supporta la tecnologia e-ink

molto più a lungo e soprattutto introducevano una nuova tecnologia: l’ e-ink (o inchiostro elettronico). esso è costituito da “minuscole sfere o capsule, corrispondenti ciascuna a un pixel: nel procedimento della Xerox, le sfere sono bicolori e girano per effetto di un campo magnetico, dispiegando a seconda della loro posizione il lato bianco oppure quello nero. Nel procedimento del M.I.T., le sfere contengono particelle di due colori, nero (carbonio) o bianco (diossido di titanio). Il passaggio della corrente elettrica permette di commutare il colore delle capsule, a seconda della disposizione sul lato superiore del bianco o del nero, ottenendo così una configurazione stabile. la leggibilità si basa sul riflesso della luce, limitando notevolmente il consumo d’energia. Quest’ultimo procedimento, che non ha bisogno dell’utilizzo di capsule assolutamente sferiche (dato che non girano su se stesse), ha il vantaggio di offrire una migliore risoluzione e permette l’utilizzo di più colori. Il risultato di questa tecnica ricorda il libro classico: lo spessore delle pagine può essere ridotto sino a 80 micron, il peso è analogo a quello della carta, la risoluzione ottima”5. oggi si è arrivati a modelli avanzatissimi che permettono di scaricare direttamente dalla rete i titoli che si desiderano (ad esempio il Kindle della Amazon e l’Ipad della Apple). Tuttavia, se da una parte è vero che sono molti i vantaggi derivanti dagli e-

Storia del libro, dall’antichità al XX secolo –frédéric Barbier, edizioni dedalo, 2004 5

book, è anche vero che non tutti i libri sono adatti ad un’eventuale trascrizione elettronica. Molto spesso vengono definiti e-book tutti i testi sufficientemente lunghi


disponibili in formato elettronico, che possano essere distribuiti in rete e letti attraverso dispositivi hardware, dedicati oppure no. Ma quasi sempre i testi disponibili in formato e-book sono libri pubblicati anche su carta. “un libro non corrisponde solo a un particolare modello di organizzazione testuale ma anche allo strumento fisico che ne consente la fruizione: un oggetto che ha determinate dimensioni, una certa forma, un certo peso, un certo numero di pagine, usa un certo tipo di carta e un certo tipo di caratteri tipografici, ha una particolare rilegatura”6. Per poter definire un testo un e-book esso deve poter essere fruito tramite mezzi appositi, cioè strumenti portatili, leggeri, poco stancanti per la vista, senza fili, poco costosi e non troppo fragili; praticamente un prodotto elettronico molto simile ai libri tradizionali, quelli con cui siamo abituati ad interagire. essendo possibile associare a testi ed immagini anche suoni e filmati probabilmente, in futuro, autori ed editori potrebbero decidere di usufruire di tale tecnologia per i loro lavori. Ciò farà sì che vengano creati prodotti innovativi che conservino alcune caratteristiche dei libri affiancandovene di nuove. Ma, sicuramente continueremo a scrivere e a leggere opere ‘classiche’ senza opzioni multimediali, in quanto alcuni di questi materiali visivi e sonori, se da una parte potrebbero essere un vantaggio per i libri, dall’altro potrebbero costituire un fastidio o una distrazione per il lettore.

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“Nel parlare di libri elettronici occorre distinguere almeno tre elementi, fra loro ovviamente interrelati: • i formati di codifica utilizzati per rappresentare il testo ed associarvi metainformazione descrittiva. All’ambito della codifica del testo può essere collegata anche la sua eventuale protezione con lo scopo di garantire la gestione dei relativi diritti (è questa la funzione delle tecnologie di digital Rights Management, o drM, basate di norma su complessi meccanismi di cifratura); • i programmi di lettura utilizzati per accedere al testo codificato e permettere all’utente di compiere su di esso le operazioni desiderate (lettura, ricerche, annotazioni ecc.); • i dispositivi hardware utilizzati come interfaccia fisica per acquisire, conservare e leggere l’e-book. ogni programma di lettura potrà essere impiegato su determinati dispositivi hardware (anche in funzione del sistema operativo da essi adottato), e sarà in grado di interpretare determinati formati di codifica del testo”7. i formati di codifica l’unico formato di codifica con standard aperto e non proprietario è l’oeB, sviluppato dall’open e-book forum. l’open e-book forum (oeBf) è un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro che riunisce società produttrici di hardware e software, organizzazioni, utenti ed autori tutti accomunati dall’interesse per il settore degli e-book. l’obiettivo di questa organizzazione è lo sviluppo e la diffusione di standard per il settore dei libri elettronici. l’oefB conta numerosi membri fra cui “la library of Congress, l’American library Association, lo uS National Institute of Standard and Techonology, l’Association of American Pu-

6/7 libri elettronici: problemi e prospettive, Gino Roncaglia, 2001


blishers. oltre a Mondadori, sono membri italiani dell’oeBf il gruppo IPM e, come membro associato, la Somedia”8. l’oeB ha particolari soluzioni di dRM: un e-book codificato utilizzando il formato oeB non ha protezioni contro le copie non autorizzate; si tratta, quindi, di un testo libero che può essere copiato e distribuito senza ostacoli. la protezione del testo è affidata ad altri formati proprietari. Ciò significa che l’oeB viene utilizzato da autori ed editori come formato intermedio per poi essere ‘compilato’ per il lettore specifico che si intende utilizzare. Inoltre, il formato oeB può contenere contenuti multimediali anche complessi (come video e animazioni) a condizione di destinare tali contenuti ad un programma di lettura che supporti tali funzionalità.

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dal punto di vista pratico, il formato oeB è costituito da un pacchetto di file contenti il testo e le componenti grafiche o multimediali, l’indice, eventuali dati di copyright o ulteriori informazioni. Questi pacchetti sono chiamati ‘package file’ ed hanno un’estensione .opf. Il motivo per cui l’e-book non viene compilato direttamente nel formato finale prescelto è che non si può essere sicuri di voler realizzare l’e-book in un solo formato finale, quindi per un unico software. Proprio uno dei vantaggi dell’oeB è la sua portabilità e la sua versatilità su più sistemi, evitando così di dover creare il libro solo in un formato o solo per una casa editrice. ovviamente niente vieta di utilizzare oeB come formato finale, soprattutto se non si considera necessario applicare dei meccanismi di protezione. Quindi gli e-book che sono messi in rete dagli editori non sono ‘in chiaro’ ma hanno bisogno di una chiave di decifrazione. In questo modo non sono leggibili da chiunque possieda un reader e/o un software dedicati alla lettura degli ebook, ma per accedervi c’è bisogno, appunto, di un codice di cifratura. Questo permette di impedire lo scambio di file tra più persone, dal momento in cui, ovviamente, non esiste una sola chiave di decifrazione ma tante quante sono le persone che acquistano i libri elettronici. “Il ‘trucco’ sta nel cifrare il file in modo diverso ogni volta, e assegnare a ogni utente una chiave di decifrazione libri elettronici: problemi e prospettive, Gino Roncaglia, 2001

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Virginio B. Sala, e-Book: qualche riflessione sulla (futura?) editoria digitale; Mondo digitale n.1, marzo 2003 9

diversa, per di più legata, nella sua costruzione, a qualche elemento distintivo che non possa essere trasferito ad altri, o che ciascuno abbia interesse a non divulgare: il numero di serie univoco del dispositivo fisico che si userà per leggere il file, per esempio, o magari il numero della carta di credito con cui si paga il libro elettronico”9. Infatti, nella maggior parte dei casi proprio il numero di serie dei componenti


hardware permette l’identificazione di un dispositivo, permettendogli la visione esclusiva del file cifrato. Questo sistema è ovviamente del tutto automatico. Il consumatore non si accorgerà di nulla se non nel momento in cui cercherà di passare il suo libro elettronico ad un amico in possesso di un proprio rader: su questo dispositivo, infatti, non sarà possibile leggerlo. Tra i primi formati proprietari basati su oeB c’è quello Microsoft, che può essere letto su PC con sistema operativo Windows e su tablet con sistema operativo pochetpc. Il software per la lettura è Microsoft reader e fra le sue caratteristiche principali c’è la possibilità di organizzare i libri in una ‘biblioteca’ e di appuntare sui testi annotazioni; inoltre, offre un’ottima leggibilità del testo. Microsoft Reader offre cinque livelli di protezione (drM), partendo dal livello 1 si ha totale libertà di distribuzione e di copia, fino ad arrivare al livello 5 (normalmente adottato da case editrici e librerie on line) che ha restrizioni molto pesanti. Il dRM5 della Microsoft “richiede che il programma di lettura sia ‘attivato‘ (un procedimento che lo personalizza per il singolo utente) e permette la lettura dell’e-book solo e unicamente sulla versione di Microsoft reader attivata dal suo acquirente”10. Il problema è che Microsoft reader può essere attivato fino ad un massimo di quattro volte con la stessa chiave, ciò significa che gli e-book con dRM5

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diventano inutilizzabili quando l’utente abbia cambiato per quattro volte hardware o semplicemente abbia formattato quattro volte il PC o cambiato software per quattro volte: un problema importante per chi voglia crearsi una libreria permanente o voglia conservare all’infinito i propri testi! Inoltre, il lettore viene limitato anche nello spostamento del libro da un dispositivo all’altro, in quanto per attivare Microsoft Reader su un altro tablet si dovrà ‘sprecare’ una delle quattro chiavi di attivazione. Questo tipo di dRM sicuramente orienta il lettore più verso i libri cartacei che verso gli e-book. Infine, segnaliamo l’accordo fra la Microsoft e la pulse data per l’inserimento di una versione particolare di Microsoft Reader destinata ad un dispositivo di lettura per non vedenti, chiamato Braille Note. Il maggior concorrente del formato oeB è sicuramente il formato pdf. esso è un formato proprietario creato dalla adobe e divenuto uno degli strumenti più diffusi per la produzione, distribuzione e stampa dei documenti elettronici. l’Adobe ha sviluppato anche un proprio software per la lettura, l’adobe e-book reader. Questo programma è dotato di particolari opzioni come la cooltype, una tecnologia che migliora la leggibilità del testo; oltre alle funzioni di ricerca nel testo e alle annotazioni, consente di cliccare ai link diretti verso le pagine Web esterne all’e-book; un’altra innovazione è la lettura automatica del testo attraverso un sistema di sintesi vocale; permette l’inserimento di suoni e animazioni. Ma forse la caratteristica più importante dell’Adobe e-book Reader è che il suo dRM consente di ‘prestare’ o ‘regalare’ a terzi i propri e-book e ne consente anche la stampa. Attualmente il formato oeB è stato sostituito dal più recente formato ePub, lo standard aperto ufficiale dell’International digital Publishing forum (IdPf)

10 libri elettronici: problemi e prospettive, Gino Roncaglia, 2001


un’organizzazione no-profit simile all’ open e-book forum (oeBf). Il formato ePub, benché ancora giovane, si sta affermando come standard più apprezzato e diffuso nei moderni lettori di e-book e nel mondo dell’editoria digitale. i dispositivi di lettura […] “la disponibilità di un dispositivo di lettura comodo e portatile costituisce una condizione necessaria (anche se non sufficiente) per un’esperienza di lettura in qualche misura paragonabile a quella dei normali libri su carta”11 […] esistono tre tipologie di dispositivi di lettura, e tutti hanno in comune alcune caratteristiche: sono dispositivi portatili particolarmente leggeri e che non necessitano di un piano d’appoggio; sono dotati di schermi touch screen; sono dotati di un’interfaccia hardware molto più semplice ed intuitiva rispetto ai PC. • lettori rigidi dedicati (reader): sono prodotti nati con la specifica funzione di leggere gli e-book, e spesso sono simili ad un libro cartaceo per quanto riguarda forma e dimensioni. I monitor supportano la tecnologia e-ink simulando in tutto e per tutto un libro tradizionale (es. Kindle). • computer palmari: sono dispositivi piuttosto piccoli la cui funzione di lettore per e-book è solo una delle opzioni possibili, non la caratteristica primaria. • tablet pc: sono dei veri e propri PC in miniatura, dotati di un sistema operativo proprietario, per palmari o una versione adattata di un sistema

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operativo ‘normale’ (es. iPad). gli e-book e le biblioteche Per quanto riguarda il mondo degli e-book e le biblioteche sono sorti non pochi problemi. uno di questi riguarda la conservazione dei libri elettronici, che come abbiamo visto non si limita solo alla conservazione degli e-book, ma anche ai relativi strumenti di codifica e di lettura. un secondo problema è l’accessibilità a tali testi, la loro catalogazione, alla dotazione hardware e software necessari per la consultazione e i problemi relativi alla gestione dei diritti. “Per quanto riguarda la conservazione, occorrerà prevedere disposizioni specifiche relative al deposito dei testi: compito più facile nel caso degli e-book realizzati da grandi case editrici, ma assai più complesso se si considera che una delle potenzialità specifiche dei formati elettronici è quella di permettere con relativa facilità forme di self-publishing, per di più relative a materiali che hanno la caratteristica, tipica dei media digitali, di poter essere frequentemente modificati, dando vita a una successione di ‘edizioni’ diverse”12. Il problema non è la conservazione del singolo file, ma riuscire a garantire la disponibilità degli strumenti per poter accedere a tali file (programmi e dispositivi per la lettura), in quanto queste strumentazioni hanno la peculiarità, come tutti gli strumenti elettronici, di andare incontro ad una rapida obsolescenza e, quindi, sarebbe opportuno creare un sistema di conservazione centralizzato che consenta l’utilizzo dei file più vecchi anche sui supporti successivi, senza andare incontro a problemi di lettura. libri elettronici: problemi e prospettive, Gino Roncaglia, 2001 11/12

un altro problema riguardante la catalogazione è cosa si debba catalogare: l’e-book installato su un dispositivo di lettura, solo l’e-book o sia il libro


elettronico che il dispositivo? Nulla vieta però che testo e dispositivo possano essere separati. I testi acquistati dalle biblioteche dovrebbero essere poter letti su diversi dispositivi e su uno stesso strumento possono essere installati più e-book. la migliore soluzione, quindi, pare essere “quella di provvedere alla catalogazione – attraverso l’individuazione di griglie pertinenti di metadati – sia dei dispositivi hardware di lettura, sia dei programmi ai quali è affidata l’interfaccia software, sia dei testi elettronici, prevedendo la possibilità di associare in maniera temporanea, semi permanente o permanente i relativi dati, ad esempio attraverso il ricorso a database relazionali”13. un’ultima considerazione deve essere fatta per la questione della consultazione degli e-book da parte degli utenti. Se si consultano e-book senza diritti la questione è semplice: le biblioteche possono mettere a disposizione del pubblico le opere attraverso delle postazioni multimediali o dispositivi specifici, che potrebbero essere utilizzati sia all’interno della biblioteca, sia essere dati in prestito (in questo caso bisognerà provvedere ad una polizza assicurativa specifica per il caso). Ma potrebbe essere possibile per gli utenti accedere a tali testi da casa, utilizzando i propri dispositivi di lettura. la questione si complica se si intende usufruire di testi sotto diritti. Come abbiamo visto i dRM adottati finora sono poco compatibili con l’idea del prestito gratuito da parte delle biblioteche. Tecnicamente, la soluzione più

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semplice, sarebbe quella di dare in prestito il dispositivo di lettura con il libro già installato all’interno (sempre tenendo conto che il prestito non violi le clausole di distribuzione previste dalla casa editrice). Perché invece sia possibile il prestito dell’e-book vero e proprio occorrerà che il software di lettura ne preveda la possibilità e che le clausole dell’editore lo consentano. In questi casi il prestito può avvenire solo con un singolo file alla volta, proprio come se fosse un libro fisico. Purtroppo, pare che le case editrici non siano disponibili a tali eventualità, se non pagando un prezzo consistente e dando la possibilità di consultare i testi per un periodo limitato di tempo. Questo sistema potrebbe andare bene per li testi universitari e per l’editoria di settore, mentre gli editori potrebbero opporsi per quanto riguarda le opere ad alta diffusione. Per queste è più probabile che si creino delle forme di ‘noleggio’ a pagamenti degli e-book o di un’intera collezione di testi, direttamente dalla casa editrice o tramite agenzie terze. Ma è evidente che queste prospettive, se adottate, potrebbero cambiare notevolmente le modalità d’uso dei libri. Potremmo correre il rischio che gli editori creino delle protezioni sempre più blindate, e ciò metterebbe a dura prova il ruolo delle biblioteche, nate come luogo di accesso pubblico alla cultura. Bisognerà tutelare il lettore “sia per motivi etici e di principio (la possibilità di leggere deve essere garantita a tutti, non solo a chi si può permettere di acquistare i libri appena usciti e i dispositivi di lettura più sofisticati), sia per il bene stesso del mercato editoriale, che ha bisogno per svilupparsi di un contesto nel quale la lettura sia una pratica diffusa e incoraggiata, e non una corsa a ostacoli fra formati, dispositivi e programmi di lettura reciprocamente incompatibili e complesse di acquisto e ‘attivazione’ dei libri”14.

13/14 libri elettronici: problemi e prospettive, Gino Roncaglia, 2001



capitolo 2

confronti 21

dal momento in cui l’e-book è nato, sino ad arrivare ad oggi, si è sempre più avvicinato alla forma del libro tradizionale cartaceo. oggi tutti gli e-book altro non sono che la visualizzazione digitale di un vero e proprio libro. Ne ripropongono infatti l’impaginazione e la forma. Non solo, gli ebook reader oggi permettono la quasi totalità delle azioni che un normale libro ci ha abituati a fare: sfogliare (alcuni reader emettono addirittura il rumore delle pagine), sottolineare, prendere appunti, inserire segnalibri, e altro ancora. A questo punto ci si chiederà qual è la sostanziale differenza tra un reader di file digitali e il suo corrispettivo cartaceo. Malgrado l’inevitabile emulazione dei reader, vi sono notevoli differenze fra i due ‘oggetti’, che devono essere prese necessariamente in considerazione se si vuole affrontare un’analisi della rivoluzione digitale alla quale si sta assistendo: a parer nostro sono queste le prerogative per una specializzazione dei due supporti in diversi campi di applicazione. A differenza di ciò che è stato affermato da altri, crediamo che il passaggio dal libro cartaceo all’e-book non sia un semplice ‘cambio di formato’. Sono due


supporti troppo diversi perché succeda che l’uno escluda l’altro: un e-book può collegarsi ad internet, può interrompere la lettura con un video per poi farla riprendere, può scaricarsi e spegnersi proprio mentre stiamo per leggere le ultime righe di un romanzo; un libro ci offre del testo e/o delle immagini inanimate, ci propone un’esperienza di lettura molto intima. un libro non deciderà mai al posto nostro di chiudersi nel momento meno opportuno. le prime divergenze che saltano all’occhio sono di sicuro strutturali: l’uno è un supporto digitale simile allo schermo di un piccolo computer, l’altro un insieme di pagine di carta. un’ovvietà, si potrebbe obiettare. Ma questo è il maggiore ‘ostacolo’ culturale che impedisce all’e-book di godere oggi di una considerazione totalmente positiva. Bisogna considerare che per secoli l’intera umanità si è abituata, ha familiarizzato e si è in qualche modo affezionata alla ‘forma libro’ facendone spesso oggetto di culto e di collezione. Non è facile abbandonare l’idea di fare uso di un oggetto così pregno di significati culturali in favore di quello che potrebbe sembrare soltanto l’ultima trovata tecnologica del momento. eppure, come accade con ogni cambiamento epocale, non bisogna fermarsi alle prime sensazioni. impatto ambientale

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l’e-book è una tecnologia con enormi potenzialità. Si pensi solamente all’enormità di dati che può contenere (è possibile caricare 3.500 libri su Kindle, il lettore di Amazon) e al risparmio di carta che questo comporta. le sue applicazioni migliori potrebbero essere quelle in campo scolastico, riuscendo così a far risparmiare peso negli zaini degli studenti e denaro per le famiglie di questi. In effetti, la questione ecologica e quella economica sono due argomentazioni che sembrerebbero a favore dei lettori digitali. una famosa società americana che si interessa alle ricerche sulla green economy, la Cleantech Group, ha svolto un’indagine: The environmental impact of Amazon’s Kindle. da questo documento si viene a conoscenza che gli e-book sarebbero più ecologici rispetto ai libri cartacei. Tuttavia, questo studio si sofferma solamente sull’impatto ambientale del Kindle di Amazon negli Stati uniti, dove è lo strumento leader nel settore dei reader. da questo confronto tra l’impatto ambientale del cartaceo e quello dell’elettronico è venuto fuori che l’industria dell’editoria ‘classica’, a causa del grande dispendio di energie e materie prime, sarebbe tra i settori che producono maggiore inquinamento. Riportiamo alcuni dati della ricerca per quantizzare quanto affermato precedentemente: solo nel 2008, la carta utilizzata per la produzione di libri, riviste e quotidiani avrebbe causato l’abbattimento di 125 milioni di alberi. Ci sono due aspetti che però sembrano non essere stati presi in considerazione: uno riguarda il campo dei reader ed è l’obsolescenza programmata, fenomeno che riguarda maggiormente i beni di consumo elettronici, e l’altro e la gestione responsabile delle foreste, attraverso due enti internazionali che regolano l’abbattimento e la riforestazione. esaminando il primo aspetto bisogna considerare che i reader sono oggetti


elettronici, soggetti quasi sempre ad una vita relativamente breve. Chiunque nell’arco della sua vita ha dovuto riacquistare un cellulare o un computer perché danneggiati in parte o del tutto. Si tratta sia del normale degrado delle componenti hardware, sia di quel fenomeno che prende il nome di “obsolescenza programmata”: un bene di consumo, viene progettato sin dall’inizio della sua vita per durare un tot di tempo, in modo da provocare un nuovo acquisto una volta danneggiato. Questo è uno dei fenomeni che maggiormente alimenta il mercato dei beni di consumo ed è difficile pensare che la categoria dei reader non verrà mai coinvolta in questa logica. Nel momento in cui si vogliano confrontare i dati riguardanti l’inquinamento dei reader e della stampa, bisognerà considerare, a nostro avviso, anche questo aspetto che include la produzione e lo smaltimento delle componenti elettroniche. Ciò non toglie che attualmente un lettore di e-book sembra essere a tutti gli effetti più ecosostenibile del suo corrispettivo cartaceo. Sono dati da tenere in alta considerazione, soprattutto quando si parla dell’inquinamento atmosferico e del futuro della Terra. Proprio per la fondamentale importanza che attualmente ha la tutela dell’ambiente, l’industria dell’editoria cartacea deve porre molta attenzione alla produzione della materia prima di cui necessita: la carta. Per ciò che riguarda l’altro aspetto, ovvero la gestione responsabile delle foreste, possiamo dire che oggi un numero crescente di segmenti dell’industria della carta sta cercando di venire incontro il più possibile ai propri obblighi ambientali, sia per quanto riguarda i requisiti appropriati di natura legale sia la necessità di attuare buone pratiche ambientali. “Sostituire gli alberi usati per la produzione della carta è nell’interesse sia dell’ambiente che delle stesse cartiere. Infatti, in molte foreste oramai mature per l’industria cartaria, per ogni albero abbattuto ne vengono piantati altri due o tre. Non si deve confondere la pratica di tagliare gli alberi per fabbricare la carta con la distruzione delle foreste pluviali tropicali, in cui gli alberi non vengono rimpiazzati; oppure con le devastazioni causate dai tagli a raso, in cui viene abbattuta tutta la vegetazione, con conseguente distruzione dell’habitat selvatico, erosione del suolo e interrimento di torrenti e fiumi. Gli alberi usati per fabbricare la carta sono più simili ad un raccolto, proprio come il grano che viene ripiantato dopo la mietitura. Inoltre, una gran parte del legname usato per la carta, proviene da parti degli alberi avanzate dal legname usato per i mobili e l’edilizia. Negli ultimi anni, sono state fondate due organizzazioni per promuovere la gestione responsabile delle foreste della Terra: il forest Stewardship council (fSc) ed il programme for endorsement of forest certification schemes (pefc). entrambe accreditano terze parti in grado di certificare che i propri prodotti sono il risultato di una gestione responsabile e sostenibile delle foreste. Ciò significa anche che non sono state tagliate piante secolari nel corso dell’abbattimento degli alberi. Questo certificato viene ottenuto riconoscendo una ‘catena di custodia’, in cui tutte le parti coinvolte nella produzione vengono accreditate (il proprietario/gestore della foresta, la fabbrica della pasta di legno, la cartiera, la stamperia e l’editore). Così l’utente finale è

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informato che tutte le parti coinvolte possono dimostrare che la fonte del legno utilizzato proviene da una foresta sostenibile e ben gestita. I criteri stabiliti dal fSC sono più severi di quelli del PefC, quindi le foreste ceritifcate fSC sono in numero minore rispetto a quelle PefC, sebbene tendano ad aumentare. Inoltre, l’utilizzo di carte fSC è considerato una ‘best practice’, ma per ogni lavoro assegnato potrebbe non essere ancora la disponibilità di una carta fSC che sia all’altezza della qualità del lavoro o delle esigenze di prezzo; in questo caso sarà comunque possibile trovare una carta ceritifcata PefC. l’uso di carte fSC è incentivato da organizzazioni come friends of the earth, Green Press Initiative negli uSA e in Canada, e ancora Rainforest Alliance, Sierra Club, Greenpeace e il World Wildlife found. I prodotti stampati possono utilizzare il logo fSC o PefC.


Sempre più spesso grandi aziende e pubbliche amministrazioni richiedono l’utilizzo di carta ricavata da foreste sostenibili. Il riciclaggio ha discretamente ridotto l’utilizzo di pasta di legno vergine e ha permesso anche un uso proficuo di carta da macero, altrimenti destinata allo smaltimento nelle discariche e all’incenerimento. le cartiere utilizzano enormi quantità d’energia e compiono sforzi concordati per ridurne l’uso, al fine sia di tutelare l’ambiente sia di abbattere uno dei costi principali. Tra i metodi di produzione di energia alternativa oggi in uso figurano il biogas e l’energia eolica. In modo analogo, il processo di fabbricazione della carta si basa sull’utilizzo di grandi quantità di acqua. oggi numerose cartiere riciclano la loro acqua con sistemi a circuito chiuso. Nel passato, il processo di fabbricazione della carta poteva condurre alla creazione di sottoprodotti tossici, come quelli ottenuti da alcune sostanze chimiche da sbianca; uno dei più nocivi, sia per l’uomo sia per l’ambiente, è la diossina. Se rilasciata anche in piccoli quantitativi nell’aria o nelle acqua sotterranee, la diossina può creare gravi danni ambientali o alla salute, compreso il cancro; oggi la maggior parte della pasta di legno, viene prodotta tramite processi di sbianca senza o con piccole dosi di cloro. Tra i metodi alternativi si segnalano la sbianca con perossido di idrogeno od ozono al posto del cloro. I

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due principali processi si chiamano TCf (Totally Chlorine free) per la pasta vergine ed eCf (elementally Chlorine free), in cui si utilizza una combinazione di fibre vergini e riciclate”15. copyright Nella maggior parte dei Paesi, per le pubblicazioni cartacee un editore ha il diritto esclusivo di pubblicare e vendere copie della sua opera ed è tutelato nell’esclusività acquisita. Ciò che rende efficace questo meccanismo risiede direttamente nella fisicità dell’oggetto libro e nella relativa difficoltà di produrre copie di analogo valore commerciale. Per molto tempo il copyright (letteralmente ‘diritto di copia’) ha funzionato abbastanza bene: per i libri solo le fotocopie hanno messo un po’ in crisi questo sistema. Nel mondo digitale, la possibilità di produrre la copia di un’opera è semplicissima e non richiede nessuna specifica conoscenza nè mezzi specializzati. Copiare un file è un’operazione banalissima e per di più, a differenza di una fotocopia, non toglie nulla alla qualità del prodotto: il risultato è praticamente identico al file originale. la copia di un file digitale è indistinguibile dall’originale, quali che siano i ‘contenuti’ del file – indipendentemente dal fatto che rappresenti un testo, un’immagine, video, audio o programma. dunque, le regole del copyright si sono dovute evolvere di pari passo alle tecnologie di copia. Per diversi motivi per un editore risulta allettante l’idea di fermarsi allo stadio digitale di un’opera: innanzitutto i costi industriali della carta, della stampa, della rilegatura sarebbero eliminati in un sol colpo, senza contare i problemi di magazzino e di distribuzione. “Sfruttando Internet per la distribuzione, basta conservare su un server in rete

15 la stampa oggi. Tecniche, materiali, processi. david Bann, logos, 2010


l’originale di un libro digitale, poi se ne genera una copia, sempre digitale, quando qualcuno la richiede e la si invia a destinazione tramite la rete stessa. Non ci sono più problemi di copie invendute ferme nel magazzino, né di resi dalle librerie. e non ci sono più neanche i problemi dei libri che escono da catalogo perché le possibilità stimate di vendita non giustificano una tiratura con i processi convenzionali di stampa e tutti i costi di magazzino e distribuzione. una copia digitale di un libro, invece, può rimanere, anche, indefinitamente su un server con un costo marginale”16. la creazione di un e-book in formato pdf segue la normale progettazione di un qualsiasi prodotto editoriale cartaceo. Infatti oramai il pdf è il passo che sta nel mezzo tra la progettazione e la realizzazione a stampa di un impaginato. Per rendere un file un e-book a tutti gli effetti, una volta ottenuto il pdf questo deve passare per un sistema dRM Adobe (attualmente denominato Content Server), che provvede alla protezione attraverso cifratura e ne gestisce, quindi, la distribuzione con la cessione delle chiavi di decifrazione, gli eventuali pagamenti e così via (cfr. cap. 1). i nuovi media fino ad una ventina di anni fa i maggiori media di informazione erano sicuramente la radio, la televisione e la carta stampata. Con l’avvento di

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internet e delle tecnologie mobili, tutti questi settori hanno risentito di un grande contraccolpo. la stampa, in particolare, ha dovuto lottare per continuare ad occupare la sua fetta di mercato: un esempio su tutti è caratterizzato dalle pubblicità che dai quotidiani si sono sempre più spostate verso la rete. Gli e-book fanno parte, in qualche modo, di questa trasformazione. oltre al modo in cui i dispositivi sono accolti dal pubblico, il successo degli ebook dipende anche dalla volontà degli editori di produrre i propri titoli in questo formato; alcuni segnali confermano il loro crescente interesse, dato che i principali editori forniscono già una larga parte di cataloghi in forma digitale. I libri elettronici sono tendenzialmente più economici rispetto alle copie stampate, per cui se i prezzi dei reader diminuiranno, come è successo già per i lettori musicali, gli e-book potrebbero affermarsi sempre più nel campo dell’editoria. un testo potrebbe essere pubblicato contemporaneamente nella versione stampata e come e-book oppure, se l’editore non vuole investire nella stampa, solo come e-book, con la possibilità comunque di pubblicare in seguito la versione cartacea se il titolo ha richiamato un certo interesse. diffusione dei libri elettronici le vendite degli e-book sul mercato americano a gennaio 2010 hanno registrato un aumento del 370% rispetto allo stesso mese del 2009, sfiorando i 32 milioni di dollari contro gli 8,8 milioni di dollari del gennaio 2009. Il dato Virginio B. Sala, e-Book: qualche riflessione sulla (futura?) editoria digitale; Mondo digitale n.1, marzo 2003 16

assume ancora più importanza se si pensa che negli ultimi 4 mesi del 2009 le vendite sono state pari a circa 56 milioni di dollari. (fonte: IdPf, International digital Publishing forum) entro il 2020 si stima che il 58% degli introiti delle riviste statunitensi deriverà


da attività legate al settore digitale. Nel 2009 il giro d’affari derivato dalle attività legate al settore elettronico è stato pari al 10% del fatturato delle riviste, percentuale destinata a salire al 28% nel 2014 e addirittura al 58% nel 2020. un contributo decisivo a questa escalation sarebbe dato dalla commercializzazione dei dispositivi hi-tech come l’iPad e dalla loro crescente diffusione. (fonte: media IdeAS, società americana specializzata in analisi di mercato in ambito editoriale) Nel panorama italiano dell’editoria digitale, spicca un progetto chiamato edigita che coinvolge i maggiori editori del nostro paese (feltrinelli, Messaggerie italiane con GeMS e Rcs libri). Questo progetto “ha lo scopo di realizzare

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un’unica infrastruttura comune per la distribuzione online dei testi digitali condividendo gli ingenti investimenti richiesti e offrendo nel contempo l’opportunità a tutti gli altri editori di accedere alla più ampia repository di titoli italiani”17. In questo modo si garantisce, inoltre, a chi si occupa da sempre di contenuti, di mantenerne il controllo anche nelle modalità distributive e di vendita digitali restando protagonista di questa evoluzione. la piattaforma edIGITA, mette a disposizione attualmente 4500 libri in formato digitale. Viste le premesse ed il crescente interesse del grande pubblico, dei produttori di hardware e delle case editrici verso questa nuova tecnologia, è verosimile pensare che assisteremo ad una sempre maggiore diffusione degli e-book. Tuttavia, non si può parlare di un prodotto sostituto al classico libro cartaceo o alla classica rivista, ma piuttosto di un prodotto complementare, che potrebbe affermarsi maggiormente, ad esempio, nel settore dell’educazione. la stampa gode, oggi, ancora di buona salute. perché? I motivi per cui oggi ci troviamo ancora ad acquistare libri, riviste e giornali cartacei sono molti. Innanzitutto, sono oggetti che non hanno mai perso la loro efficacia, che ‘funzionano’ ancora benissimo. In secondo luogo, non hanno bisogno di alimentazione elettrica e non sono soggetti ad alcun tipo di crash informatico dato che non c’è bisogno di alcun software per poterli usare. Inoltre, non bisogna pensare che le tecnologie digitali ostacolino la stampa a prescindere. è un dato di fatto che con la digitalizzazione di contenuti il settore cartaceo deve stare all’erta se vuole continuare ad essere in gioco, ma molto spesso si dimentica, o semplicemente non si tiene in considerazione, che la diffusione di internet ha anche ampliato il mercato di libri cartacei permettendone

17 Il futuro del mondo dell’editoria. Il futuro dell’ebook, i nuovi device e la rivincita dei Magazine, filippo ongaro, università degli studi di Trento, tesi di laurea in “strategia: ITC e nuovi modelli di business”


Il sito web dell’enciclopedia Treccani

l’acquisto online: “a volte, l’affermarsi di settori generalmente considerati nocivi per la stampa finiscono invece per alimentarla”18. è significativo poi analizzare come in alcuni specifici campi il digitale abbia quasi del tutto sostituito il cartaceo. l’esempio più eclatante è quello delle enciclopedie che prima in cd rom, adesso online (anche la celeberrima Treccani ha trasferito i suoi contenuti sul

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web, liberamente consultabili da chiunque) sono quasi scomparse dal settore cartaceo. la motivazione che crediamo essere alla base di questo fenomeno è forse banale, ma pensiamo veritiera: il digitale permette una velocissima funzione di ricerca nonché di copia. Nel portare avanti una ricerca su un argomento, queste sono azioni che facilitano e velocizzano notevolmente il lavoro del ricercatore. Inoltre nelle versioni on line delle enciclopedie è possibile aggiornarle in tempo reale. Ciononostante, la stampa mantiene una posizione predominante in settori in cui gli altri media non riescono a raggiungere pari efficacia. Non vogliamo dimostrare che un libro cartaceo sia ‘migliore’ di un e-book o viceversa. Non è, come qualcuno ha detto, una ‘guerra’ tra questi due supporti della conoscenza. Noi crediamo che siano due strade che correranno in parallelo, due mezzi destinati sempre più a distinguersi ed avere funzioni e funzionalità diverse e specifiche. Quando nascono nuove tecnologie si sperimenta sempre un periodo in cui vi è forte disorientamento da parte degli spettatori di questo cambiamento. e spesso si tirano conclusioni affrettate. un esempio su tutti: la nascita della fotografia. oggi la fotografia è a tutti gli effetti considerata un’arte degna di questo nome (ma qualcuno nutre ancora dei dubbi!). Nel momento della sua nascita, e per molti decenni successivi, è però sempre stata considerata come una tecnica di riproduzione senz’anima, a differenza della pittura. Il punto della questione non era affatto ‘l’anima’ dell’opera, ma la messa in discussione, per la prima volta nella storia, delle la stampa oggi. Tecniche, materiali, processi. david Bann, logos, 2010 18

capacità riproduttive della pittura e degli artisti. Se una macchina era stata in grado di riprodurre la realtà senza dover ‘imparare’ la tecnica come un uomo,


ma solo per mezzo di reazioni chimico - fisiche, a cosa sarebbero serviti gli artisti? e l’arte? Si tentava, dunque, di screditare la fotografia perché tecnica non manuale, senza alcuna dignità artistica al confronto della pittura. Non si capì invece che la fotografia stava finalmente liberando la pittura e l’arte tutta da quello che era sempre stato un suo fardello: il dovere della riproduzione della realtà. dall’invenzione della fotografia gli artisti si sono sentiti liberi di abbandonare la riproduzione della realtà oggettiva e di esplorare tutto quanto esiste di intangibile, come le sensazioni, le emozioni, gli stati d’animo. Tutto ciò è per dire che anche la pittura e la fotografia sono state ingiustamente pensate in guerra per la conquista del titolo di ‘arte’ ma la storia ha dato torto a chi la pensava in questo modo. oggi ci troviamo di fronte ad una situazione del genere. e sarebbe facile pensare ‘il libro cartaceo prevarrà sull’e-book perché costa meno’ oppure ‘l’ebook prevarrà sul libro perché è più ecologico e non abbiamo alberi sufficienti per la carta’. la nostra opinione è differente. Tutto ci fa supporre ad un risvolto simile a quello che ha avuto l’invenzione della fotografia, ovvero ad una distinzione dei due oggetti che quindi escluderà un ‘combattimento’ per lo stesso scopo (farsi leggere), perché diversi saranno gli obiettivi dei due supporti. l’idea è che anche il libro, come la pittura a suo tempo, potrà sentirsi liberato dal dovere di veicolare semplicemente l’informazione per potersi trasformare in qualcosa di più.

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capitolo 3

percezione

A questo punto affrontiamo una breve panoramica sul tema della percezione

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e di come essa si differenzi a seconda dei mezzi che utilizziamo. la fruizione di un libro cartaceo è molto diversa rispetto a quella di un e-book o di un qualsiasi altro mezzo multimediale. Si pensi al solo fenomeno della rifrazione luminosa che coinvolge chi legge un libro cartaceo o un mezzo che si supporta di video e quindi luminoso. Nel cartaceo un’immagine è esplorata con molta più attenzione perché l’occhio non si stanca, mentre sullo schermo si è molto più superficiali nell’esplorazione dell’immagine, il che significa che bisogna creare l’immagine con molti più particolari e, sopratutto, molto più vicina alla realtà tridimensionale. Nei mezzi multimediali ci sono diversi fattori e componenti che attivano gli organi della percezione, come l’udito e il movimento, e in parte anche il tatto (ad esempio con i comandi dei videogiochi). è per questo motivo che mezzi come i videogiochi, i cd interattivi, le videoproiezioni, le pagine web e gli ebook (ma ce ne sono molti altri ancora) vengono definiti mezzi multimediali: essi utilizzano più media. Inoltre, si parla di interattività in quanto l’utente che usufruisce di tali mezzi può interagire e agire in relazione al mezzo che utilizza. esistono due grandi famiglie di mezzi: monomediali e multimediali. I mezzi monomediali contengono, in linea di massima, solo testo e immagini (e-book, siti statici ecc.) I mezzi multimediali, invece, oltre a testo e immagini, contengono anche suoni e filmati (videogame, siti dinamici, ecc.)

Riflessione diffusa su una superficie porosa come la carta


esempio di leggibilità del testo a seconda dei colori utilizzati; I font più utilizzati e con la migliore leggibilità per i mezzi monomediali o multimediali

Il tipo di progettazione è differente per i due mezzi e deve adattarsi e cambiare in relazione ad essi. A differenza della progettazione per i mezzi tradizionali, con i mezzi multimediali si deve tener conto di alcuni fattori fondamentali: fluidità del contenitore, possibilità di fruizione e differente campo visivo. Per quanto riguarda la fluidità del contenitore è fondamentale ricordare che ogni utente possiede ed utilizza monitor diversificati per grandezza, risoluzione ecc. e che, quindi, i contenuti devono adattarsi perfettamente ad ogni schermo, senza inficiarne l’utilizzo. ovviamente, un altro fattore chiave è che l’usabilità: la ricezione e la comprensione dei contenuti devono essere alla portata di tutti, senza, quindi, risultare ostici o di difficile ricezione. Infine, ricordiamo che ogni mezzo ha un differente campo visivo, come, ad esempio, lo scroll verticale delle pagine o la lettura non lineare (ipertestuale) dei contenuti. A differenza di un libro tradizionale nel quale la lettura avviene quasi sempre

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(tranne qualche caso particolare) dall’alto verso il basso e da sinistra verso destra, pagina dopo pagina, nei mezzi multimediali questa imposizione fissa non sempre c’è, anzi molto spesso i canoni sono del tutto sovvertiti. Principalmente è importante decidere a chi è rivolto il contenuto, come lo si vuol far fruire e qual è il messaggio che deve veicolare. Creare una gerarchia dei contenuti significa stabilire una priorità delle informazioni a seconda delle informazione da trasmettere. Ad esempio il 1° livello di fruizione deve avere per argomento le informazioni più importanti e generali sull’argomento trattato (la società, i prodotti o i servizi). Queste informazioni devono essere sempre accessibili tramite dei menu e attraverso ogni pagina del sito o del mezzo multimediale. un fattore fondamentale della progettazione di mezzi monomediali o multimediali è la scelta del font da utilizzare. occorre tenere a mente più fattori, dalla leggibilità alla capacità evocativa. Innanzitutto, bisogna considerare il mezzo che verrà utilizzato; i monitor dei Pc, ad esempio, consentono una leggibilità completamente diversa dalla carta, soprattutto per quanto riguarda la capacità di concentrazione del lettore e la nitidezza delle parole scritte. Alcuni effetti grafici come gli effetti di sfumatura (che creano sfocature, effetto antialising a basse dimensioni), irregolarità dei caratteri, problemi di spaziature tra le lettere, crenatura ecc. sono tutti elementi che possono minare la fruizione del contenuto da parte del navigatore. In vista di queste problematiche sono state trovate delle soluzioni ottimali per i monitor. Non sono più utilizzati i font tradizionali, come il Times New Roman, utilizzati principalmente in tipografia, e sono stati progettati nuovi set di caratteri (per la Apple, font Chicago). A metà anni Novanta furono progettati il Verdana e il Georgia. Tutt’ora sono tra i font più usati per il Web. Vari test sono stati effettuati per testare la capacità di lettura degli utenti a video a seconda


delle categorie di font. è dimostrato che esiste un certo legame tra dimensione del font e velocità di lettura (il corpo 12 è quello che ottiene i migliori risultati), mentre sul tipo di font ancora non ci sono risultati certi. Sicuramente, però, possiamo affermare che tra i font più leggibili ci sono Arial, Courier e Verdana. Altri invece sono percepiti come più attraenti (Times New Roman e Georgia). è certo però che il carattere che garantisce una velocità di lettura maggiore e una migliore accuratezza è il Verdana con corpo 12. Prima ancora dei contenuti, il carattere di un prodotto multimediale o monomediale si evince da svariate caratteristiche grafico-visive, ma, soprattutto, l’elemento fondamentale che caratterizza l’utenza e il tono che si vuole conferire al contenuto è il font utilizzato per l’interfaccia. I font sono il biglietto da visita di un prodotto; rappresentano il primo contatto di tipo emotivo con il lettore, prima ancora della comprensione del contenuto. Inoltre, contribuiscono in maniera decisiva a formare l’aspetto visivo complessivo della pagina, creando un legame, attraverso svariati input, di emozioni e sensazioni con il lettore. la scelta del font deve rispecchiare sia il proprio gusto che quello del committente, rispettare le esigenze della comunicazione e, soprattutto, ottenere l’immediata chiarezza e leggibilità della pagina. Il linea di massima non dovrebbero esserci troppi font. A livello di lettura, il cambio di stile di carattere viene percepito come una rottura nell’armonia compositiva della pagina. la migliore scelta è quella di utilizzare sempre font che hanno in comune una vicinanza stilistica ed emotiva. Il secondo fattore chiave della percezione comunicativa è dato dall’utilizzo dei colori. le varie combinazioni cromatiche possono aumentare la leggibilità, evidenziare, uniformare, cercare associazioni emotive. la migliore leggibilità si ha con testi scuri (in genere neri) su sfondi chiari (in genere bianchi). di fondamentale importanza evitare l’uso di font colorati su sfondi anch’essi colorati, a meno che non ci sia un contrasto molto elevato. In particolare, ci sono delle combinazioni cromatiche che affaticano molto la lettura: ad esempio, un testo rosso su sfondo nero è poco visibile; oppure rosso su arancio o l’inverso sono altre combinazioni difficilissime da leggere. elemento chiave per una buona lettura di un e-book è l’utilizzo di un reader che faccia uso dell’e-ink. è comunque buona norma non eccedere mai con le varianti cromatiche in un documento, per non creare disorientamento del lettore e rischiare di non riuscire a far comprendere più le differenze tra un elemento e un altro. la miglior scelta è quella di delimitare l’utilizzo dei colori solo in determinate aree, magari delimitate fisicamente da elementi grafici come filetti o trame separatrici, mantenendo il resto il più neutro possibile (nero, bianco e sfumature di grigio). esistono alcuni canoni di base da seguire: il blu, generalmente, è il colore che differenzia i link al altri elementi dalle altre parole, è quindi meglio evitare di usarlo per evidenziare parole singole. I colori molto forti (ad esempio giallo su nero) devono essere usati con parsimonia, in quanto il lettore verrà attratto in quel punto più facilmente. oltretutto, questi colori hanno una valenza di

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pericolo o attenzione e, quindi, catalizzano ancora di più l’attenzione del lettore. Potrebbero essere usati per evidenziare un’area particolarmente importane, sempre senza eccessi. I colori caldi e luminosi (fig .a) riflettono un senso di amichevolezza e confidenza verso l’utente. Anche per questi colori però si deve cercare di non eccedere, in quanto appaiono abbastanza vivaci e chiassosi, e utilizzati in grandi dosi sono in grado di catalizzare l’attenzione in maniera decisa. Preferia)

bilmente possono essere utilizzati per comunicare con un pubblico giovane o che cerca di essere tale. Tra questi colori ci sono il giallo brillante, il rosa chiaro, il rosso brillante, l’arancione. A livello percettivo trasmettono amore, gioia, energia, entusiasmo, calore, ottimismo. A differenza dei precedenti, i colori caldi e scuri (fig .b) conferiscono un aspetto classico, elegante e tradizionale; la pagina composta con questi colori risulta rilassante e seria, soprattutto se i colori sono sapientemente bilanciati con il bianco. Accostati a colori freddi e luminosi possono rendere il tutto raffinato e di tendenza. Nella gamma cromatica dei colori caldi e scuri

b)

rientrano il rosso scuro, il mattone, il terra cotta, l’ocra. Trasmettono calore, ricchezza, maturità, tradizione, solidità. i colori freddi e luminosi (fig .c) danno un aspetto fresco e gradevole. Accostati al bianco danno un senso di pulizia e linearità notevole alla pagina; sono colori

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professionali e raffinati. Rientrano tra questi colori il lavanda, il giallo limone, l’azzurro e trasmettono pulizia, quiete, purezza, freschezza, serenità. i colori freddi e scuri (fig .d) sono simbolo di stabilità, calma e sicurezza; ottimi come sfondi in quanto aiutano i colori vivaci a risaltare. Tra questi colori ci sono il blu, il viola, il verde scuro. Trasmettono sicurezza, rispetto, spiritualità, calma, lealtà. c)

Infine, ci sono i colori neutri (fig .e) che non hanno un valore emotivo preponderante, ma sono utilissimi per esaltare o mitigare altri colori a loro accostati. Il grigio, il beige, il marrone rientrano in questa gamma; trasmettono semplicità, stabilità, affidabilità, quiete. Per quanto riguarda la percezione della proprietà e del valore derivanti da un e-book, può risultare molto interessante un post del blog di Joseph andrew Konrath, scrittore americano, autore di thriller e polizieschi, che pubblica sia libri cartacei (in Italia il suo editore è Alàcran) sia e-book (acquistabili su Amazon).

d)

la traduzione del post è stata effettuata da www.goodthing.it. “la digitalizzazione ha davvero confuso le cose. Poi rimane da stabilire se confondere le cose sia bene o male. Però i recenti discorsi su e-book e pirateria meritano un approfondimento (forse polemico). 1. la percezione della proprietà. 2. la percezione del valore. la proprietà è sempre stato un concetto facile da afferrare. Se qualcosa esiste tangibilmente (lo puoi vedere, ascoltare, assaggiare, annusare o toccare) ed è in tuo possesso (lo hai comprato, scambiato, trovato, creato, o te lo hanno dato), allora è di tua proprietà. […]

e)


Ma se includiamo nel ritratto anche il concetto di multimedia, le cose cominciano ad ingarbugliarsi. Se acquisti un cd possiedi un oggetto di plastica (il disco) e hai anche il diritto di ascoltare la musica che contiene. Puoi vendere legalmente il cd, sebbene sia considerato illegale crearne una copia per proprio uso personale prima di venderlo, perché per legge ti sarebbe permesso di ascoltare il contenuto del cd solo se lo possiedi. Se compri una canzone su iTunes, non possiedi nulla di fisico. Possiedi solo un mucchietto di codice che, se “interpretato” dal tuo iPod o dal tuo computer, può essere ascoltato quasi nello stesso modo di un cd. Ti vengono concessi i diritti per ascoltare quella musica, compatibilmente ai termini di vendita. Al momento iTunes limita il numero di computer sui quali è possibile avere un account iTunes a cinque. Qualora tentassi di trasferire le canzoni acquistate su un sesto computer, risulterebbe impossibile tramite iTunes. Se ascolti una canzone alla radio, hai il diritto di ascoltarla perché la stazione emittente e gli inserzionisti l’hanno pagata. Rientra nei tuoi diritti registrare dalla radio quella canzone e ascoltarla quanto vuoi. Non rientra nei tuoi diritti prendere in prestito un cd da un’audioteca, farne una copia e ascoltare da lì le canzoni a piacimento. è considerato un furto. […] Allora qual è il significato di proprietà in ambito digitale ? […] la digitalizzazione ha cambiato la percezione di proprietà in un mondo digitalizzato. Chi crea prodotti digitali sa benissimo che questi prodotti sono facilissimi da copiare e da condividere. Anche con le restrizioni che hanno applicato ai loro prodotti (Macrovision, dRM, formattazione proprietaria) ognuno, con un pizzico di ingegno, può trovare il modo di aggirare queste protezioni alla copia. d’altra parte alcuni sono convinti del fatto che non dovrebbe esistere proprio nessuna protezione alla copia. Se acquisti legalmente un cd, è tuo e ci fai ciò che ritieni più opportuno. lo puoi vendere o prestare a tua madre, o, legalmente, farne una copia di sicurezza. Qualcuno si chiede il motivo per cui non si potrebbe fare la stessa cosa con un “inconsistente” media digitale. Si chiede perché i suoi diritti siano minori. […] Il concetto di proprietà nell’era digitale è confuso. Sono certo che esistono leggi che mostrano qual è la linea di confine. Ma sono altrettanto sicuro che la maggior parte delle persone non conosce o, effettivamente, non è interessata a conoscere queste leggi. un film è un film. una pezzo di musica è una pezzo di musica. Puoi ottenerli pagandoli oppure gratis, attraverso mezzi legali o illegali. Nel mondo digitale, senza un oggetto fisico (il disco di plastica che costituisce un cd o un dvd) la percezione della proprietà ha confini incerti. Ma la percezione del valore non ha confini incerti. […] Adesso parliamo di libri, dal momento che già sapevate che sarei andato a parare lì. un libro ha un suo valore percepito. Questo valore è estremamente variabile. Ci si può comprare un libro nuovo per $24.95 oppure acquistare lo stesso libro usato ma intonso e in perfette condizioni per $3 in una libreria di usati. Qual è il valore autentico del libro?

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e che dire se si prende il libro dalla biblioteca? Il valore percepito del libro sta nella proprietà del prodotto fisico oppure nell’esperienza di lettura della storia? Se un libro viene letto una sola volta, il lettore che lo ha pagato $24.95 e quello che lo ha pagato $3 e quello che lo ha preso in prestito dalla biblioteca hanno avuto tutti e tre la medesima esperienza. In un normale sistema di offerta e domanda, i beni assumono il valore che i consumatori sono nella disponibilità di pagare per ottenerli, e tutto dipende dal numero di beni e dal numero di consumatori. Quelli che vogliono un libro subito sono disposti a pagare un prezzo più alto. Altri sono disposti ad aspettare che sia disponibile in un negoozio di libri usati, o per la più economica edizione paperback, oppure si mettono in lista in biblioteca. Benchè l’esperienza di lettura sia la stessa, e i prezzi siano variabili, persiste la percezione di valore perché il libro è un oggetto fisico. I libri sono amati, riveriti, mostrati con rispetto. I libri sono nostri amici. li esponiamo orgogliosamente nelle nostre case. Nel frattempo sono arrivati gli e-book. la percezione di proprietà è più complicata da definire su qualcosa che esiste in modo digitale, cioè nella veste di una stringa di uno e zero in codice binario. Ma cosa è davvero più complicato da definire è il concetto di valore. un libro stampato esiste come oggetto fisico ed ha un valore percepito basato

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su domanda e offerta. Con gli e-book l’offerta è illimitata. Possono essere riprodotti e distribuiti gratis (o per pochi centesimi). Benché l’esperienza di leggere un e-book sia esattamente la stessa esperienza di leggere lo stesso libro in copertina rigida per $24.95 o la copia della biblioteca (e per esperienza intendo l’atto di assumere le parole nella propria mente), c’è un valore percepito molto minore negli e-book. Perché gli e-book non sono oggetti fisici. Tutti credono che costi meno crearli e distribuirli rispetto alla loro controparte fisica. e hanno ragione. Costano meno e non sono oggetti fisici. e la loro inconsistenza rende il loro valore approssimato. Se compri un e-book lo possiedi? o possiedi solo il diritto di poterne fruire su un particolare dispositivo tecnologico? Questa è vera proprietà? e’ facile determinare il prezzo di un libro con copertina rigida a $24.95 perché è il mercato a decidere se può essere venduto a quella cifra. Ne esistono determinate copie. domanda e offerta. Ma io sono convinto che le case editrici stiano facendo un errore assumendo il modello domanda e offerta per la politica del prezzo degli e-book. Perché la percezione della proprietà di un e-book è problematica. Perché la percezione del valore di un e-book è più approssimativa del libro stampato. e perché gli e-book, come tutti i media digitali, sono dannatamente facili da copiare. Non esistono molte copie pirata dei libri a stampa. Costa troppo stamparli e rilegarli e non ci sono posti dove poterli vendere. Ci sono però molti dVd copiati, costa meno produrli e c’è mercato per questi oggetti.Ma ci sono molti più download di copie digitali di dVd che dVd copiati su supporto fisico. […]


dunque, gli editori di e-book sono intenzionati a tenere alto il prezzo degli ebook per alcune ovvie ragioni. 1. Non intendono far cannibalizzare i libri a stampa dagli e-book. 2. Perché ricavano molti più soldi da e-book costosi. 3. Perché qualora gli e-book prendessero davvero il sopravvento, il ruolo degli editori nel processo di pubblicazione potrebbe diventare significativamente inferiore. Ma gli e-book non sono soggetti alle regole di domanda e offerta, perché possono essere copiati e distribuiti semplicemente premendo un tasto. e poichè i consumatori hanno una percezione inferiore del valore di un e-book, eppure allo stesso tempo ne vogliono fare esperienza, posso prevedere che non pagheranno quanto viene loro chiesto dagli editori. I consumatori si rivolgeranno altrove. Il candidato numero uno è la pirateria. Per scaricare un film che pesa 4.7 gigabyte a 1 megabyte al secondo ci vuole poco più di un’ora. Per scaricare 30 e-book nel formato .txt ci vogliono 8 secondi. Per scaricare 1300 e-book nei formati più diversi (epub, mobi, pdf, doc) ci vogliono 13 minuti. Quale può essere l’interesse per un editore nell’imporre un prezzo per un ebook a $14.99? e’ nell’interesse dell’autore? e’ nell’interesse del lettore? […] Siete liberi di trarre le vostre conclusioni. Io ne ho tratto le mie. Credo che la gente non sarà disposta a pagare $14.99 per un e-book. Il che ci condurrà a vendite minori e più pirateria. Credo che l’unico modo per combattere la pirateria sia attraverso la politica dei prezzi e la convenienza. Credo che un modello di business basato sugli e-book a prezzo economico o addirittura gratis sia il futuro, a prescindere da quanto l’industria editoriale sembri confidare nell’opposto. Ma del resto, chi sono io per dirlo? Sono uno scrittore. Cioè la ragione per la quale esiste l’industria editoriale. Siamo noi a creare i contenuti. e, nella maggior parte dei casi, veniamo pagati molto poco per farlo. Adesso Amazon e Apple offrono agli scrittori la possibilità di ricevere il 70% delle royalty sugli e-book, e la possibilità di stabilire il prezzo autonomamente. “una notizia fantastica”? Potrebbe esserlo davvero. Per gli scrittori. Non per le case editrici e per gli agenti.” JA Konrath

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capitolo 4

sviluppi futuri

Il concetto che è alla base di questa tesi, lo ricordiamo, è che l’oggetto - libro è qualcosa che ha ancora molto da offrire; una miniera di potenzialità che non morirà con l’avvento dell’e-book, ma piuttosto subirà una serie di cambiamenti che lo porteranno ad una sorta di evoluzione. Quale strada deve percorrere il libro cartaceo, assieme a tutte le figure professionali che ad esso sono legate, per raggiungere il prossimo stadio della sua metamorfosi? ll mondo della carta stampata si trova, oggi più che mai, a raccogliere una grande sfida: di fronte alla rapida proliferazione di mezzi di comunicazione informatizzati e nella lotta incessante per conquistare l’attenzione del pubblico è necessario trovare quegli elementi che, donando ‘valore aggiunto’, fanno la differenza nell’ottica del consumatore. In questa prospettiva, i nuovi formati e i metodi alternativi stampa, piegatura e rilegatura, diventano fattori chiave per il successo di qualunque prodotto editoriale. Non sempre è necessario avere a disposizione un budget strepitoso per ottenere una soluzione di successo; a volte i vincoli finanziari possono indurre a prendere in considerazione metodi di stampa o di rilegatura alternativi oppure a optare per formati diversi. una tiratura di stampa limitata può offrire maggiori opportunità di raffinate tirature a mano, laddove le tirature superiori a diecimila copie limitano questa libertà e spesso soffocano numerose possibilità creative prima ancora di formulare il preventivo di stampa. In questo capitolo cercheremo di presentare alcuni esempi di libri che sono stati progettati e prodotti proprio percorrendo la strada dell’innovazione e della sperimentazione, avendo come scopo quello di dare nuova linfa vitale al settore dell’editoria cartacea.

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Il primo esempio di editoria sperimentale che vogliamo prendere in esame riguarda l’ambito della letteratura ed è anche il libro che ha dato il via alle nostre riflessioni in merito. Si tratta di tree of codes di Jonathan Safran foer. è un libro unico nel suo genere. Si tratta di una reinterpretazione molto particolare di un racconto di Bruno Schulz La via dei coccodrilli. Il racconto, infatti, è stato modificato tagliando parti di frasi in modo che le pagine, e dunque i significati delle parole e delle frasi, possano interagire le une con le altre, creando così una nuova storia rispetto all’originale. Riportiamo di seguito quanto dichiarato dall’autore circa il libro: Da anni volevo creare un libro intagliato tramite cancellatura, un libro il cui significato potesse essere assunto da un altro libro. Avevo pensato di provare questa tecnica col dizionario, con l’enciclopedia o con l’elenco del telefono, con diverse opere di narrativa o di saggistica, e poi con i miei stessi romanzi. Ma tutte queste opzioni sarebbero state semplicemente fini a sè stesse. Il libro non sarebbe stato nient’altro che un esercizio. Ero in cerca di un libro la cui cancellatura avrebbe potuto essere il continuo della sua creazione. Street of crocodiles è spesso la mia risposta alle domande impossibili da rispondere: qual è il tuo libro preferito? Ci è voluto un anno per capire che quello era il libro che stavo cercando. Perché? Perché ho amato troppo questo libro per pensare di cambiarlo, per di più cancellandolo? Perché la risonanza storica era troppo potente? Lavorare a questo libro è stato straordinariamente difficile.


Troppe delle frasi di Schulz sembrano elementari, inscindibili. E la sua scrittura è così incredibilmente buona, molto di più di qualsiasi cosa possa si possa concepire di fare con essa, il mio istinto era quello di lasciarla in pace. Ma foer sentiva di voler portare avanti questo lavoro, seppur difficile, per avviare quella che egli stesso definisce una riflessione necessaria rispetto al futuro dei libri: Ci sono cose per cui hai un amore passivo, altre che ami attivamente. In questo caso, sentivo il bisogno di fare qualcosa con The Street of Crocodiles. Poi ho cominciato a riflettere su come sono fatti i libri, come saranno in futuro, come la loro forma stia cambiando molto velocemente. Se non ci dedichiamo una riflessione approfondita, non andrà a finire bene. C’è un’alternativa agli e-book. E io amo la fisicità dei libri. la casa editrice che ha pubblicato Tree of codes è la Visual edition, casa editrice di londra con solo due titoli in catalogo e il cui obiettivo è quello di eliminare la distinzione tra romanzo e libro di design. da ciò che possiamo leggere navigando sul loro sito riusciamo a comprendere la filosofia che li ha portati a rendere concreta l’idea che foer aveva del libro che voleva realizzare: L’idea di creare VE viene dall’incontro tra il nostro amore per i libri e l’impertinente desiderio di fare le cose diversamente, in modo che ogni nostro lavoro si traduca in un’esperienza per il lettore e per tutti gli autori e designer con cui lavoriamo. Ciò che facciamo è assicurarci che tutto questo amore e questa impertinenza si traduca in libri scritti e costruiti meravigliosamente. Ci chiediamo perché debba esserci una distinzione così netta tra libri di narrativa, prevalentemente o totalmente testuali, e libri di arte e design caratterizzati dalla quantità di immagini. [...] Crediamo che la capacità di assorbire informazioni visive modifichi il modo in cui leggiamo, si sommi all’esperienza che ricaviamo dalla lettura e al modo in cui assimiliamo e comprendiamo ciò che le storie ci raccontano: attraverso parole e immagini. Questa potrebbe essere una validissima opportunità di reinventare il cartaceo. l’idea di fondere forma e contenuto, riuscendo a donare al lettore/spettatore un’esperienza totale non è nuova. Si pensi ad esempio ai libri d’artista che trasformano la loro fisicità in concetti e viceversa. l’unica differenza che troviamo tra un libro d’artista e Tree of codes è nel numero di copie realizzate: il primo ha una tiratura limitatissima di copie, quando non è addirittura realizzato come unico esemplare, il secondo ha una tiratura pari a un qualsiasi romanzo che troviamo oggi nelle grandi catene di distribuzione. è qui che troviamo l’innovazione: rendere fruibile al grande pubblico – attraverso prezzi contenuti e un grande numero di copie disponibili – una vera e propria opera d’arte, acquistabile e collezionabile. è ciò che un e-book non potrà mai offrire: avere la sensazione di possedere una vera opera d’arte nella propria libreria, in carta e colla!

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un altro libro che prenderemo in considerazione è di origine giapponese ed è del 1999. Il suo titolo è riuchi Sakamoto: Sampled life, progettato da Hideki Nakajima. Il prodotto è presentato in una scatola che ne costituisce la copertina. All’interno troviamo quattro libri: Score and Interwiew, diary, Pictures e Text differenti per contenuti e soluzioni grafiche oltre ad una serie di elementi mobili come fogli sciolti. Il tono minimalista dell’opera è già intuibile dal metodo di stampa utilizzato per il titolo sulla copertina: bianco su bianco. dei quattro libri, quello più ricco di informazioni è Text. All’interno, oltre al testo vi sono elementi goffrati che si ripropongono in tutte le pagine. Il dorso del libro è stampato con un particolare inchiostro fluorescente che al buio irradia una luce verde. Nel testo troviamo alcune parole chiave che identifichiamo immediatamente perché evidenziate con una lucidatura uV. la seconda parte del volume presenta una serie di immagini, in altrettante pagine ripiegate, che rappresentano l’ambiente di lavoro del compositore. la particolarità di queste pagine è che non sono immadiatamente accessibili al lettore perché cosparse di una sostanza leggermente adesiva. Per sfogliarle bisognerà quindi forzarne l’apertura. è come se l’autore decidesse di far entrare nel suo ambiente più intimo solo le persone che lo desiderano realmente, che sono disposte a fare uno sforzo.


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la terza pubblicazione è statunitense, edita nel 2004. Si tratta di un volume pubblicato da Progect M Team, uno studio di design che comprende vari graphic designers sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo. All’apparenza think wrong potrebbe sembrare un normalissimo catalogo di fotografie, per di più cromaticamente monotono poiché gli scatti sono tutti in bianco e nero. Ma sfogliando le pagine ci si accorgerà che su ogni fotografia sono stampate in cavo delle piccole strisce bianche, poste a 45° rispetto alle pagine. Solo dopo aver piegato tutte le pagine del libro in corrispondenza di queste stringhe bianche, si capirà che questi piccoli elementi ‘di disturbo’ delle pagine, altro non sono che frammenti di lettere dell’alfabeto. In questa forma il libro diventa un oggetto in tre dimensioni che rifiuta di essere chiuso. Guardando le lettere già riconosciute singolarmente in precedenza, ci si accorgerà che queste formano una frase: think wrong (alla lettera pensa sbagliato) un imperativo che sembra far parte della filosofia di Progect M Team. dal loro sito: Il cervello umano tende a pensare secondo percorsi predeterminati attraverso un pensiero lineare. Tale pensiero lineare è in grado di inibire la vera innovazione e l’esplorazione creativa. Progect M incoraggerà e fornirà le tecniche per ‘pensare male’ per generare nuove idee e direzioni di progettazione e lanciare una sfida allo status-quo.


45 un altro volume degno di nota è un libro di fotografia a dir poco particolare, progettato nel 2001 da david James Associates, agenzia di creativi londinese. In questo oggetto la comune nozione di libro viene sovvertita : il libro the order of things non ha né un inizio né una fine, non ha visibile il dorso e la copertina è assente: è un oggetto del tutto autonomo. Si presenta in una confezione cilindrica di plastica trasparente che ne rivela subito il formato. Su di essa è applicata un’etichetta contenente tutte le informazioni che normalmente sarebbero proposte in un colophon. Il dorso non è mai del tutto visibile, soprattutto quando il volume è collocato in alto su scaffali di una libreria. Tuttavia è possibile scorgere, se lo si guarda dall’alto, il titolo e il logo dell’editore in modo da restituirgli una parvenza di tradizionalità.


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Ancora, a titolo esemplificativo prendiamo in esame un rapporto sul recupero delle aree degradate in Inghilterra, Wasted Space?. Il progetto, del 2002, è di Made Thought, un’agenzia di design londinese. Questo impaginato si compone di una sezione colorata di otto pagine avvolta intorno ad una brochure più grande: questo tipo di progettazione crea un riferimento visivo allo spazio inutilizzato, riferimento che si estende in tutto il documento. le pagine interne della brochure contengono del testo che ha un ingombro pari alle pagine di minor grandezza che si trovano all’esterno. lo spazio circostante della pagina è occupato da immagini di aree degradate. l’intento comunicativo sembra essere quello di evidenziare l’abbandono di queste zone rendendo consapevole il lettore che al contrario, proprio quegli spazi possono essere utilizzati in modo diverso e così recuperati.




capitolo 5

i colpi dei5en5i

Il percorso della nostra tesi, cominciato con la ricerca, si conclude con la progettazione e la realizzazione di un libro illustrato. l’intento di questo elaborato vuole essere quello di esprimere alcune delle enormi potenzialità che ancora oggi possiede un libro realizzato con la carta. Potenzialità che, come sappiamo, sono legate maggiormente alla sfera sensoriale della percezione. Tutta la progettazione è, quindi pensata per esaltare l’esperienza che deriva dalla fruizione dell’oggetto - libro. la scelta dei contenuti da illustrare è ricaduta su una serie di cinque racconti di erri de luca intitolata “I colpi dei sensi”. In questa raccolta, ogni scritto è dedicato a uno dei cinque sensi; ad evocarli, altrettanti eventi della vita dello scrittore napoletano. Il tema dei cinque sensi ci è subito sembrato più che adatto al nostro lavoro. Ma ancora di più ci ha enormemente ispirato la modalità e la scrittura con cui vengono narrati gli episodi. una volta stabiliti il contenuto e le tecniche con cui esso sarebbe stato trattato, siamo passate alla progettazione vera e propria durante la quale sono state decise le specifiche tecniche del volume: formato: 290 x 290 mm rilegatura: cartonato carte utilizzate: xxx xxx gr/mq, acetato xxx gr/mq

Con questi dati è stato possibile progettare le illustrazioni nonché il layout per la loro impaginazione e per quella dei racconti.

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Per la realizzazione del libro ci siamo avvalse della stampa digitale e di molteplici interventi manuali. Questi ultimi si sono resi necessari per simulare alcune tecniche di stampa che si possono ottenere soltanto con un’alta tiratura di copie. In questo capitolo analizzeremo gli interventi manuali e le corrispettive tecniche tipografiche per comprendere in che modo un progetto come il nostro potrebbe essere realizzato in serie e su larga scala. Stencil e vernice spray trasparente lucida – verniciatura uv la verniciatura uV è una tecnica tipografica che permette di ottenere un effetto lucido sulla parte trattata. Il sistema di stampa uV, cioè a raggi ultravioletti, si basa sul fatto che i raggi uV asciugano completamente e quasi istantaneamente l’inchiostro, permettendo una stampa più pulita e di migliore resa dei colori. Per effettuare questo tipo di stampa si utilizzano particolari tipi di vernici ed inchiostri che permettono ai raggi ultravioletti di innescare la reazione indurente, grazie alla loro specifica composizione. Infatti tali inchiostri e vernici contengono dei componenti chiamati ‘fotoionizzatori’ che sono i responsabili dell’efficacia e della perfezione della stampa uV. Per ottenere un effetto che si avvicinasse maggiormente a questa tecnica ti-

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pografica, abbiamo realizzato degli stencil con fogli di acetato, applicati poi sulla superficie da trattare con una vernice spray trasparente lucida. Stampa a secco – goffratura la goffratura è un’impressione sulla carta di un disegno decorativo in rilievo. Viene realizzata facendo passare il foglio o il nastro continuo attraverso la luce di appositi cilindri in una calandra goffratrice. Il cilindro superiore è di acciaio inciso con il disegno desiderato, mentre il cilindro contrapposto è costituito da materiale fibroso comprimibile. l’operazione è realizzata a secco, una volta che la carta è già stata prodotta e si possono ottenere carte monogoffrate su un solo lato, o goffrate da entrambi i lati. Nel nostro caso abbiamo ottenuto l’effetto della goffratura con una stampa a secco eseguita attraverso un torchio calcografico. Abbiamo realizzato una matrice di legno su cui siamo intervenute con della pittura a rilievo per comporre l’illustrazione. ritaglio – fustella la fustella consiste in un piano di multistrato che regge una lama sagomata esattamente sul tracciato del foglio. la lama d’acciaio ha il bordo tagliente laddove deve incidere la carta, oppure arrotondato dove il cartone va solo segnato e in seguito verrà piegato. Spessori di gomma ai lati della lama servono ad espellere gli sfridi del cartone tranciato. Abbiamo simulato questa tecnica utilizzando un bisturi usa e getta per tagliare la carta in eccesso.


pop-up la tecnica del pop-up consiste nel creare una figura di carta tridimensionale tra due pagine di un libro. Viene spesso usata nell’editoria per l’infanzia, ma non è la sua unica applicazione. In realtà, esistono prodotti editoriali di pregio che illustrano i classici della letteratura mondiale e si rivolgono a un pubblico adulto. Abbiamo realizzato un semplice esempio di questa tecnica ritagliando la sagoma di un’illustrazione raffigurante una nave ed incollando la base alle due pagine che la ospitano. finiture a mano Infine, sono presenti all’interno del libro alcuni interventi manuali che non hanno corrispettive tecniche tipografiche specifiche. In alcuni punti dell’impaginato troviamo applicazioni con colla vinilica di vario materiale: carta trasparente accartocciata, per evocare la lucentezza della superficie del mare, carta vetrata ritagliata come la sagoma dell’isola di Procida, terra di origine vulcanica, brodo granulare all’interno dell’illustrazione di una ciotola. Abbiamo poi un’unica pagina totalmente fatta di tessuto inamidato a simboleggiare una zanzariera da letto.

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bibliografia

Manuale di redazione, tecniche e regole editoriali, grafiche e tipografiche per pubblicare sulla carta, su Internet e altri media. Mariuccia Teroni, Apogeo, 2007 Storia del libro, dall’antichità al XX secolo. frédéric Barbier, edizioni dedalo, 2004 libri elettronici: problemi e prospettive. Gino Roncaglia, 2001 e-Book: qualche riflessione sulla (futura?) editoria digitale. Virginio B. Sala, Mondo digitale n.1, 2003 la stampa oggi. Tecniche, materiali, processi. david Bann, logos, 2010 Il futuro del mondo dell’editoria. Il futuro dell’e-book, i nuovi device e la rivincita dei Magazine. filippo ongaro, università degli studi di Trento, tesi di laurea in “Strategia: ITC e nuovi modelli di business” formati sperimentali. Roger fawcett-Tang, logos, 2005 The environmental impact of the Amazon Kindle, emma Ritch, Cleantech Group, 2009

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finito di stampare nel mese di ottobre 2011 presso fotometamorfosi, napoli



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