Eco di Piacenza 27/01/2022

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Anno 11 - Numero 02

periodico di informazione, tempo libero e annunci economici

Giovedì 27 Gennaio 2022

QUATTRO ADDII INGIUSTI, E LA FORZA DELLA VITA

L

a vita è una. È forte e immutabile e va avanti da miliardi di anni, ma è anche appesa ad un filo, ogni giorno, questione di attimi, di momenti: la nebbia, un centimetro più in là, una sterzata sbagliata, e tutto finisce. Così è stato per Elisa, Costantino, William e Domenico, quattro ragazzi, poco più di vent’anni, una vita davanti, sogni, musica, fantasia e amore, spazzati via in una notte d’inverno, una notte di nebbia pesante, da tagliare a fette, come solo in pianura può essere. Pochi giorni fa, nemmeno una settimana tutti si sono fermati per i funerali, il momento del lutto, del silenzio, della preghiera per quattro vite finite nel fiume tanto amato. Vivranno sempre nel cuore di tutti, il dolore delle famiglie immenso, probabilmente incomunicabile a parole, solo cuore e spirito possono provare a capire, senza riuscire a darsi spiegazioni. Una serata di festa, un compleanno, la bellezza della vita, del divertirsi insieme, del ritrovarsi combattendo contro un mondo in pandemia, alleggerendo i pensieri dall’emergenza perenne, dimenticando i problemi: una serata da vivere insieme, anche viaggiando insieme in auto. Già, l’auto, simbolo di libertà, di emancipazione, di voglia di girare il mondo, di arrivare a realizzare sogni e, perché no, anche oltre, quella stessa auto usata mille volte per andare al fiume o per scorrazzare tra le strade conosciute. Quella stessa

auto che ha tradito, nella nebbia fitta, forse un’imprudenza, di quelle che si fanno a vent’anni, forse una manovra sbagliata, l’acqua, gelida, troppo vicina… “Vittime d’incidente” la fredda dicitura didascalica per indicare ciò che è successo, e gli indicenti succedono, non guardano in faccia nessuno, sono ingiusti, ladri di vite, non lasciano scampo e ci mettono davanti, brutali, a qualcosa di impossibile come la perdita di un figlio. Si potrebbero fare appelli alla prudenza, a non esagerare quando si guida, ad evitare le situazioni di rischio ma, forse, è più opportuno fermarsi, pensare un momento, anche quando ci mettiamo alla guida, che la vita è sempre in gioco, che la sicurezza in strada non è mai totale, che l’imponderabile esiste e che bisogna esserne consapevoli. Tutto può finire in un secondo, tutti lo sappiamo, ma spesso non ce ne curiamo troppo, rinviando un incontro, dimenticandoci “quel” messaggio o “quella” telefonata, pensando, magari, “tanto ho tutto il tempo”. E risuonano ancora le parole del Vescovo di Piacenza, Mons. Adriano Cevolotto, pronunciate durante i funerali: “Rimanere imprigionati in quella nebbia è morire. A nostra volta. Ma vivere lo dobbiamo anche a loro. Una e una sola è la vita da vivere intensamente ma da custodire, mi piace immaginare Elisa, Costantino, Domenico e William come vostri amici custodi, che vi richiamano alla misura del limite, alla misura della vita”.

Le vite (non le morti) di questi quattro ragazzi, di questi quattro amici, impartiscono, quindi, ad ognuno di noi delle lezioni, nel modo più atroce: e sono lezioni di vita, di non dare mai nulla per scontato, di ricordarsi che vivere non è sopravvivere, che i giorni sono da riempire di amore, di amicizia, di sogni, di futuro. Elisa, Costantino, William e Domenico lo hanno fatto, teniamo sempre con noi il loro ricordo, e

non abbandoniamo mai la gioia di credere, di amare, di sperare, di vivere, perché la vita, se abbiamo il coraggio di amare, proprio come da miliardi di anni, non finisce sul serio, mai. La direzione e la redazione de L’Eco di Piacenza sono vicini e partecipano al lutto delle famiglie di Elisa, Costantino, Domenico e William.

- a pag. 09, 10 e 11 -


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