Eco di Piacenza 24/02/2022

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Anno 11 - Numero 04

periodico di informazione, tempo libero e annunci economici

Giovedì 24 febbraio 2022

CORRUZIONE TRA VAL TREBBIA E CITTÀ: UN’OCCASIONE PER RIFLETTERE

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o scorso 10 febbraio, quasi come un fulmine a ciel sereno è scoppiata quella che alcuni hanno ribattezzato Valtrebbiopoli, con gli arresti del sindaco di Cerignale, Massimo Castelli, in lizza per diventare candidato sindaco di Piacenza per il centro-sinistra, del sindaco di Cortebrugnatella, Mauro Guarnieri e con il sindaco di Bobbio, Roberto Pasquali, ai domiciliari. Indagati anche il deputato Tommaso Foti e l’assessora all’urbanistica del Comune di Piacenza, Erika Opizzi, che ha poi rassegnato le dimissioni. L’indagine della procura di Piacenza, guidata da Grazia Pradella, che ha portato all’arresto anche di alcuni imprenditori del territori, ha riguardato, in particolare, alcuni appalti, spesso piccole opere, che sarebbero stati assegnati senza gara e realizzati al ribasso e con materiali scadenti. L’indagine si è allargata anche a possibili episodi di corruzione elettorale, anche sulle scorse elezioni regionali. Si è trattato di un esito sorprendente, anche per i cittadini dei Comuni interessati, che hanno sempre visto negli amministratori coinvolti, un esempio di buona politica ed eccellente lavoro. Il rapporto tra imprenditori e politica, con appalti pilotti e rapporti non trasparenti ha una lunga storia in Italia e non è questa la sede per stabilire se chi è stato indagato, sia colpevole o meno: fino alla sentenza definitiva, di un processo che non è ancora iniziato, si potranno tirare le somme. Ciò che si può dire però è che bollare gli amministratori piacentini,

della Val Trebbia e non solo, come facenti parte di un sistema di corruzione diffusa è forse troppo semplicistico. Chi è sindaco, soprattutto di piccoli e piccolissimi Comuni, spesso si trova ad affrontare problemi quotidiani che riguardano la comunità in prima persona. Le risorse che hanno a disposizione sono quasi sempre molto limitate se non addirittura insufficienti, e il lavoro per cercare di risolvere problemi e far seguito alle più disparate richieste dei cittadini, non è affatto semplice. Le regole, spesso scritte immaginando grandi appalti milionari, amministrando grandi città metropolitane, non sempre tengono conto delle esigenze di comunità locali dove alcuni adempimenti sembrano talvolta fuori dalla realtà. Le stesse cifre degli appalti contestati, sia ai Sindaci della Val Trebbia che agli amministratori della città, sono oggettivamente risibili e scarse per un arricchimento personale. Non si tratta, naturalmente, di un modo per giustificare eventuali violazioni della legge, che, anche quando può sembrare assurda, purtroppo, deve essere rispettata. Non si deve nemmeno, però, accettare passivamente che regole troppo contorte debbano portare gli amministratori a dover uscire dalla legge anche per minimi lavori per i propri concittadini. È altrettanto inaccettabile che per tentare di prevenire la corruzione nei grandi appalti e nelle grandi città si arrivi a fornire terreno fertile a personaggi senza scrupoli nelle piccole re-

altà. Questa tendenza, infatti, ha, negli ultimi anni, come è sotto gli occhi di tutti, scoraggiato molte valide persone a desistere dal candidarsi o dall’entrare nella politica, proprio per la “facilità” con cui si rischia di finire per essere indagati. E di certo non si può “dare la colpa” agli inquirenti o alla Procura che, meritoriamente, fa il suo lavoro. Ecco che allora forse dovremmo fermarci un momento a riflettere, prima

di emettere sentenze da bar a favore o contro questo o quell’amministratore o politico. Gestire l’amministrazione di una comunità di persone, che sia un Comune di alta montagna o una nazione intera non è facile, che almeno le regole e le leggi si ispirino al buonsenso, evitando l’adorazione della forma sulla sostanza, avendo come unica stella polare l’interesse collettivo dei cittadini.

- a pag. 09, 10 e 11 -


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