Eco di Piacenza 10/03/2022

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Anno 11 - Numero 05

periodico di informazione, tempo libero e annunci economici

Giovedì 10 marzo 2022

GUERRA: I DEBOLI NE PAGANO IL PREZZO, SCEGLIAMO LA PACE!

C

i siamo illusi. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, l’addio all’Unione Sovietica, il crollo del muro di Berlino, simbolo della divisione del mondo in due blocchi contrapposti, con la minaccia nucleare della mutua distruzione assicurata, ci eravamo illusi che la guerra non avrebbe più sfiorato l’Europa, che nessuno avrebbe più pensato alla follia di invadere un altro paese, dopo due conflitti mondiali che hanno mostrato a tutti cosa significhi la guerra, con orrori di cui l’essere umano porterà la macchia per sempre. E invece era solo un’illusione, dopo tutto il dolore, le morti, la povertà, ripiombiamo di nuovo nel nazionalismo spinto, nel cercare di allargare il proprio territorio attaccando, bombardando e distruggendo. Ancora una volta torniamo a vedere due nazioni, due popoli in uno scontro fratricida, con eserciti composti anche da ragazzi o poco più che muoiono quotidianamente a volte senza nemmeno sapere perché. E i perché di questa guerra che ha coinvolto Russia e Ucraina, ci fanno ripiombare nell’incubo del nazionalismo, dell’imperialismo, perfino nel rischio nucleare, che sembrava ormai solo un’ipotesi da leggere sui libri. Invece no: la guerra è a pochi passi dai nostri confini, le città vengono bombardate, anche i civili vengono uccisi, si contano a migliaia i morti da una parte e dall’altra, con centinaia di migliaia di profughi che

hanno perso tutto. Una vita normale, come quella che facciamo noi, tutti i giorni, spazzata via dall’insensatezza della guerra. E mentre i leader dei paesi coinvolti parlano di azioni militari necessarie o di resistenza a oltranza, in quelle parole si sente la carne viva di due popoli, uomini, donne, bambini, che rischiano tutti i giorni di essere uccisi, da una bomba o che devono vedere le loro case e città invase dai carri armati. E mentre si moltiplicano le “sanzioni” agli aggressori, colpendo soprattutto la povera gente, il popolo di quella nazione, che rischia di veder scomparire dall’oggi al domani i risparmi di una vita, il lavoro e lo stipendio, in Ucraina si continua a resistere, spesso come si può, venendo attaccati anche se si cerca di scappare. È facile dire, dalla tranquilla Europa occidentale “è un conflitto locale” oppure “entrambi hanno delle ragioni” ma come può avere una ragione la guerra? Non abbiamo dunque imparato nulla dalla nostra stessa storia? Quanto spesso vediamo alte autorità ricordare con cordoglio le vittime delle guerre, portare splendide corone decorate agli altari e tuttavia accettiamo una guerra da popoli che dovrebbero essere ormai nostri fratelli e che oggi rischiamo di considerare, nuovamente, nemici. A fare le spese di questa situazione sono sempre i deboli, i poveri, la gente comune. L’ope-

raio che lavorava tranquillamente, con una levataccia al mattino si può ritrovare sotto le bombe o arruolato, i giovani di due nazioni vedono le loro speranze di lasciarsi alla spalle storie pesanti di dittature e repressione frustrate. Occorre oggi, quindi, avere una sola parola nella mente: pace! Pace tra chi ha attaccato, piegando le dittature non le persone

comuni, pace soprattutto per chi ha visto case e città distrutte, per chi ha dovuto rifugiarsi per sfuggire ai bombardamenti, pace per tutti, abitiamo su una palla azzurra sperduta nel vuoto assoluto, in un universo che non siamo nemmeno in grado di comprendere, un mondo pieno di vita e di bellezza, non sprechiamolo, scegliamo la pace!

- a pag. 10 e 11 -


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