Eco di Piacenza 24/03/2022

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Anno 11 - Numero 06

periodico di informazione, tempo libero e annunci economici

Giovedì 24 marzo 2022

PANDEMIA, GUERRA, RINCARI: QUALE FUTURO?

L

a guerra tra Russia e Ucraina ha portato inquietudine e paure in tutto l’Occidente, ormai abituato a decenni di pace e crescita economica. Dopo due anni terribili con la pandemia Covid-19, fortunatamente in progressiva e costante regressione, grazie soprattutto alla massiccia campagna vaccinale, che ha coinvolto gran parte della popolazione, la guerra ha acutizzato alcuni problemi che si stavano già presentando con la ripartenza, come il rincaro delle materie prime e dell’energia. La primavera si preannuncia di ripartenza anche se complicata da diversi problemi sul tavolo: primo fra tutti il rincaro di prodotti ed energia, con il Governo che ha recentemente approvato un decreto per tagliare le accise, almeno per il mese di aprile sui carburanti, per mitigare disagi e costi troppo elevati per privati e aziende. Le sanzioni alla Russia, con il progressivo e futuro abbandono del gas russo ha imposto a tutto il continente di ripensare la propria strategia energetica. In Italia, in modo particolare, la situazione bellica e geopolitica, ha avuto un impatto importante: il nostro paese, infatti, non ha fonti di energia abbondanti, come potrebbe essere il nucleare, in grado di soddisfare la richiesta di molte delle nostre più importanti imprese, obbligando, addirittura a riattivare alcune centrali a carbone. L’emergenza-carburanti, poi, rischiava, senza l’intervento governativo di avere effetti negativi su tutta la filiera produttiva, dagli autotrasportatori alle catene di approvvigionamento.

Rispetto alle scorte di cibo, fortunatamente, non sembrano esserci particolari problemi immediati, mentre l’intero sistema economico europeo deve prepararsi a far fronte ad un altro problema, quello dei profughi. La guerra in Ucraina, infatti, ha obbligato milioni di persone ad abbandonare le proprie case e le proprie città, assediate, cercando rifugio nei paesi vicini, che, tuttavia, nel mediolungo periodo non possono certo sostenere da soli un’ondata così massiccia. Ecco perché l’Italia, e anche Piacenza, nel dettaglio, sta ragionando di trovare nuovi alloggi, pubblici e privati dove poter ospitare profughi in fuga dalla guerra. Servirà, infatti, una strategia che coinvolga tutti gli attori locali, sia a livello comunale e regionale, in grado di accogliere e gestire un numero potenzialmente molto elevato di persone. Si moltiplicano, del resto, le iniziative che dimostrano la generosità piacentina, dalle raccolte fondi, a cibo, farmaci, e aiuti umanitari anche inviati al confine ucraino. In questo scenario si innesta anche il problema siccità, con deficit idrici dei nostri fiumi anche importanti, come non si registrava da anni, in attesa del ritorno della pioggia, dopo oltre 100 giorni. Piacenza si prepara, dunque, ad una primavera complicata che, tuttavia, non deve portare a far vincere la paura e le difficoltà: l’incertezza di questo periodo, infatti, va affrontata con la consapevolezza della forza della nostra città e del nostro territorio, già così martoriato dalla pandemia, ma fermo nel non mollare.

- a pag. 10 e 11 -


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