Anno 9 - Numero 09
Giovedì 05 marzo 2020
PIACENZANONSIFERMA: LA CITTÀ VUOLE RIALZARSI NONOSTANTE LE LIMITAZIONI
P
iacenza reagisce all’allerta coronavirus con orgoglio e unità. Nasce così il gruppo facebook #PiacenzaNonSiFerma che ha raccolto negli ultimi giorni migliaia di iscritti, dai privati cittadini agli imprenditori, per gridare al mondo che la città non si ferma, che Piacenza non si arrende al contagio. Piccole imprese, liberi professionisti, cittadini hanno partecipato con entusiasmo all’iniziativa dimostrando che Piacenza, quando serve, sa unirsi e fare squadra. Una manifestazione di amore per la città che poche volte ha unito così tutti, anche se i cittadini della città e della provincia dovranno convivere ancora per qualche tempo, con alcune misure per ridurre i rischi legati al virus. Il nuovo Decreto Governo-Regione Emilia Romagna, con misure valide fino all’8 marzo, nel dettaglio, prevede la sospensione dell’attività delle scuole di ogni ordine e grado, compresi asili e Università (esclusi solo i corsi per i medici in formazione specialistica o di formazione specifica in medicina generale, e le attività dei tirocinanti delle professioni sanitarie; la sospensione, invece della chiusura permette l’accesso alle scuole per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario). Confermata, invece, la sospensione di tutte le manifestazioni e gli eventi in luogo
pubblico o privato, compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico. Niente fiere, eventi e manifestazioni, quindi, almeno fino all’8 marzo incluso. La novità principale del decreto era la possibile apertura al pubblico di musei, biblioteche e archivi, aree e parchi archeologici, complessi monumentali, sebbene con modalità in grado di evitare, ancora una volta, assembramenti di persone. Un’ordinanza del Comune di Piacenza, firmata lo scorso lunedì sera, diversamente da quanto previsto dal decreto, proroga, invece, la chiusura per Musei civici e Biblioteche comunali fino all’8 marzo compreso. Permessa, invece, l’attività di ristoranti, bar e pub per i soli posti a sedere e garantendo che gli avventori rispettino la distanza tra loro di almeno un metro di distanza tra loro. In Emilia-Romagna sono possibili, solo a porte chiuse, eventi e competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati. A titolo precauzionale, evitando così il triste spettacolo della partita a porte chiuse, però, Piacenza – Feralpisalò, prevista per il 7 marzo non si giocherà (recupero previsto per il 15 aprile). A Piacenza e provincia, inoltre, saranno valide altre misure: sabato e domenica, nei centri commerciali, saranno
aperti soltanto le farmacie, le parafarmacie e i punti vendita di generi alimentari, mentre sono sospese le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali (eccezioni solo per le prestazioni nei Livelli essenziali di assistenza). Chiusi anche centri culturali, sociali e ricreativi. Inasprite, poi, le misure restrittive dalla Diocesi di Piacenza-Bobbio, con la sospensione di messe e celebrazioni fino a venerdì 6 marzo, non solo in città ma in tutta la diocesi. Confermati i funerali senza messa, con i soli familiari. Sospese le veglie funebri e le visite alle famiglie per le benedizioni pasquali. Infine, su tutto il territorio nazionale, si punta a favorire il più possibile le modalità di lavoro agile. Sono sospese le gite scolastiche, le iniziative di scambio o gemel-
laggio, le visite guidate e le uscite didattiche programmate dalle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado. Si tratta, quindi, di dover convivere ancora per un po’ con diverse limitazioni. Un momento complicato da vivere, però, con la giusta tranquillità. Come ha recentemente scritto il sindaco Patrizia Barbieri, sulla sua pagina facebook: “dobbiamo restare uniti e sopportare ancora qualche sacrificio, con il preciso obiettivo di non avere troppi contagi contemporaneamente, cosa che metterebbe ancora più in crisi il sistema sanitario. Anche quando sembra che i provvedimenti siano troppo pesanti e magari un po’ oppressivi, ricordiamoci sempre che stiamo lavorando per tutelare la salute della collettività”.
da pag. 09 a pag. 11