Anno 9 - Numero 33
Giovedì 19 novembre 2020
VIAGGIO NELLE PIÙ IMPORTANTI CHIESE DI PIACENZA
I
n un momento in cui il virus e la pandemia continuano a popolare pensieri e notizie, a volte serve rifugiarsi in altri luoghi, almeno con la mente. Contemplare e ricordare la bellezza che ci circonda, l’arte e il genio dell’uomo può essere un buon modo di “staccare”. E la città di Piacenza, con tutte le sue bellezze, tra arte e storia, permette di meravigliarsi ancora. Ecco allora un breve viaggio tra le più importanti chiese di Piacenza. Cattedrale Il Duomo nasce sulle ceneri dell’antica Chiesa di Santa Giustina (co-patrona di Piacenza insieme a Sant’Antonino) distrutta nel 1117 da un terremoto (la Chiesa era stata costruita nell’885 d.C. come Cattedrale ereditando il ruolo da Sant’Antonino, che invece risale al IV secolo). Nel 1122 il vescovo Aldo fa partire i lavori per la nuova Cattedrale, che sarà dedicata a Santa Maria Assunta. Il Duomo viene consacrato nel 1132 mentre l’Angelo dorato (l’Angil dal Dom) sarà issato sulla guglia dell’altissimo campanile, progettato da Pietro Vago, nel 1341. Durante il rinascimento vengono aggiunti arredi ed altari, mentre nel 1897 il vescovo Giovan Battista Scalabrini fece partire un restauro per riportare la Cattedrale alle caratteristiche originarie, cancellando storiche testimonianze artistiche. Sant’Antonino La prima basilica, paleocristiana, risale al IV secolo e fu eretta per volere di Vittore, primo vescovo di Piacenza. Nel 400 il vescovo Savino trovò miracolosamente i resti di Sant’Antonino sotto quella che è oggi la piccola Chiesa di Santa Maria in Cortina che saranno traslati nella basilica. Anche se fuori dalle mura, nel Medioevo restò importante: proprio da-
vanti, infatti, passa la via Francigena, che collegava i paesi del Nord Europa con la Terra Santa. A seguito delle crescenti incursioni Sant’Antonino venne ricostruita nell’870 per volere del vescovo Paolo. Nuovi restauri anche nel X e XI secolo, che portarono la Chiesa nel 1004 alle sue forme attuali. Nel XII e XIII secolo venne costruita la “porta del paradiso” e nel 1183 accolse i firmatari per i preliminari della Pace di Costanza. Gregorio X, unico Papa piacentino, fu canonico di Sant’Antonino. Santa Maria di Campagna eretta tra il 1522 e il 1528, su progetto dell’architetto Alessio Tramello è una della più importanti della città. Nel 1095, sul suo piazzale fu indetta la prima crociata da Papa Urbano II, durante il Concilio di Piacenza (che contò qualcosa come 200 vescovi, 4.000 ecclesiastici e 30.000 laici, e per questo si tenne all’aperto, fuori dalle mura). A quei tempi esisteva forse un piccolo tempio in quel luogo, dedicato alla Vergine Maria. Tradizione vuole che fosse stato eretto sulla tomba di alcuni martiri del IV secolo. Il sacello divenne troppo piccolo per il crescente afflusso di fede, perciò, si costruì la nuova Chiesa. Tramello progettò una enorme basilica a croce greca con una perfetta simmetria tra le parti architettoniche. La Chiesa fu decorata dal Pordenone e dal Sojaro. Pier Luigi Farnese chiamò a reggere il nuovo tempio i Frati Minori che costruirono il convento e nell’aprile del 1561 la chiesa fu consacrata. San Savino realizzata verso la fine del IV secolo, la Basilica era inizialmente dedicata ai Dodici Apostoli, per volere del secondo vescovo di Piacenza, Savino, a cui sarà, poi, intitolata. La prima
originaria costruzione, sita secondo molte fonti a Le Mose, fu distrutta durante un’invasione di Ungari nell’899. Poco dopo l’anno 1000 il vescovo Sigifredo inizierà i lavori per l’attuale basilica, che sarà consacrata nel 1107. I monaci benedettini, di cui il vescovo Sigifredo faceva parte, provvidero al mantenimento della chiesa a cui aggiunsero anche il monastero, attivo fino al XV secolo. Nel 1721 la basilica, romanica, venne trasformata nello stile barocco, con intonaci e stucchi. Importanti, all’interno, i due mosaici: il primo nel presbiterio, con una figura barbuta, che reca in mano i simboli del Sole e della Luna, identificabile, probabilmente, con il Cristo, e giocatori di scacchi, il re e il giudice, i guerrieri. Il secondo è nella cripta: realizzato nel XII secolo, a tessere bianche e nere, raffigura alcuni mestieri legati alla cultura agricola, e indica i mesi, associati anche ai segni zodiacali. San Sisto la chiesa fu fondata nell’869 per volere dell’imperatrice Angilberga, moglie di Ludovico II, che nell’874, dopo essersi ritirata a Piacenza, fece
costruire anche un monastero di benedettine intitolato alla Resurrezione del Salvatore e una chiesa annessa dedicata ai santi Sisto e Fabiano. Il monastero aveva diritti di navigazione e pesca nel Po ed era dotato di ricchi possedimenti. Nel 1112 passò, poi, ai benedettini di Polirone di Mantova e, successivamente, nel 1425 ai monaci benedettini dell’ordine Cassinese. La chiesa nelle sue forme attuali venne iniziata nel 1499, architetto Alessio Tramello, che la portò a termine nel 1511. L’interno è ricco di decorazioni, affreschi e opere d’arte, con artisti come Bernardino Zacchetti da Reggio Emilia, Antonio e Vincenzo Campi, Camillo Procaccini. È presente anche un monumento a Margherita d’Austria, particolarmente legata a Piacenza (per suo volere fu costruito, infatti, Palazzo Farnese). Risalta ancora, poi, la splendida cornice che ospitava la Madonna Sistina di Raffaello (ora è presente una copia, sebbene dell’epoca) dipinto venduto ad Augusto III di Sassonia nel 1754 dai monaci per rinforzare gli argini del Po, dopo una disastrosa piena.