Anno 9 - Numero 35
Giovedì 03 dicembre 2020
KLIMT ED ECCE HOMO: IL RISVEGLIO DI PIACENZA
S
abato 28 novembre è stata una importante giornata per la città di Piacenza: nella stessa giornata, infatti, il Ritratto di Signora di Gustav Klimt, dopo oltre 20 anni dal furto, torna nella sua sede naturale, la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, mentre un altro dipinto di livello mondiale, l’Ecco Homo di Antonello da Messina, dopo aver lasciato per la prima volta il Collegio Alberoni per una Ostensione a Palazzo Galli nel cuore della città sarà protagonista di numerosi eventi anche collaterali. L’arte, quindi, torna ad illuminare la città, ad una manciata di giorni da Natale, in un anno molto difficile per Piacenza, che però ritrova alcuni suoi tesori, aprendosi al mondo. Si tratta del segnale di una voglia di rinascita, di tornare a sperare, costruendo un futuro, anche turistico per una città che ha potenzialità, tra arte e storia ancora inespressa. Il ritorno del Klimt, finalmente nella “sua” Ricci Oddi, e la valorizzazione di capolavori come l’Ecce Homo con grandi eventi dedicati, possono essere l’inizio di una nuova stagione per la città, più attenta ai suoi tesori e alla sua bellezza, scacciando le ombre della pandemia. Il “Ritratto di Signora” di Gustav Klimt, capolavoro dell’arte contemporanea era custodito alla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi fino al furto avvenuto nel 1997: si pensava fosse ormai perduto e si stavano affievolendo le speranze, quando, nel dicembre del 2019, fu trovato un quadro in una nicchia del giardino della Galleria durante dei lavori di manutenzione del verde, che si è rivelato essere proprio il Klimt rubato. Il “Ritratto di Signora” è un quadro dipinto da Klimt tra il 1916 e il 1917, che misura 60 cm per 25 e acqui-
stato dalla Galleria Ricci Oddi di Piacenza nel 1925. Nel 1996, dopo un’analisi ai raggi X, si scopre che il “Ritratto” altro non era che una versione ridipinta di un altro lavoro (perduto) di Klimt, ovvero il “Ritratto di una giovane donna”. In questo dipinto, oggi “nascosto” sotto la superficie, la ragazza indossa cappello e sciarpa. Rispetto alla sua identità, invece, si pensa che si tratti di un'amante del pittore che, morta improvvisamente, Klimt decise di ritrarre. Il “Ritratto di Signora” è stato dipinto nell’ultimo periodo di vita di Gustav Klimt, morto nel 1918. Nel “periodo maturo” della sua carriera, quello del “Ritratto di Signora” il suo stile si avvicina ad altri stili, come quello di Claude Monet, minimizzando, invece, oro e linee (protagonisti in altri suoi dipinti famosi come “Il Bacio”). La “Signora” è custodita ora in una speciale teca blindata, nella sala centrale della Galleria Ricci Oddi, in attesa che i visitatori possano ammirarla. L’Ecce Homo di Antonello da Messina, invece, è uno dei dipinti più importanti del Collegio Alberoni. Realizzato attorno al 1475, il dipinto fa parte del lascito del Cardinale Giulio Alberoni al Collegio da lui fondato nel 1752. Il quadro fu quasi sicuramente acquisito dal cardinale a Roma intorno al 1725, insieme ad altri arredi. Considerato all’epoca della sua realizzazione di scarso valore, il dipinto finirà anche all’asta dopo la morte del cardinale (che aveva disposto di vendere le opere d’arte per acquistare ulteriori terreni) ma resterà invenduto. Una “fortuna” che permette, oggi, di poter ammirare questo preziosissimo capolavoro tra i più intensi e drammatici di Antonello da Messina. Il soggetto del quadro costruisce
una sintesi tra Ecce Homo e quella del Cristo appoggiato alla colonna della flagellazione, e questo espediente mette in contatto il dipinto con lo spettatore. Rispetto alle altre versioni dell’Ecce Homo realizzate dallo stesso autore, la versione di Piacenza e senza dubbio la più riuscita, per la sicurezza dell'impostazione degli spazi e la sapiente gradazione degli effetti luminosi. Antonello da Messina sembra aver raggiunto, in questo dipinto, la per-
fetta sintesi tra realismo “fiammingo”, con una raffinata resa di particolari come capelli, peli della barba, lacrime, stille di sangue, cartellino con la firma dove appare una data poco leggibile, e la visione plastico-prospettica tipica del rinascimento italiano. Grazie all’Ostensione del dipinto a Palazzo Galli, ogni giorno fino all’8 dicembre, si terranno eventi, presentazioni e appuntamenti collaterali in attesa di poter ammirare il dipinto dal vivo.