Eco di Piacenza 18/06/2020

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Anno 9 - Numero 15

Giovedì 18 giugno 2020

FIERE E “S. ANTONINO SI - S. ANTONINO NO”: DISTANZIAMENTO DIFFICILE E RESPONSABILITÀ La fase di convivenza con il virus ha visto la ripresa di attività produttive, negozi, bar, ristoranti con nuove regole e protocolli sanitari per garantire la sicurezza di utenti e operatori, con mascherine, distanziamenti fisici di almeno un metro tra le persone, gel igienizzanti e divieto di assembramenti. Molte attività vivono la loro quotidianità con sistemi a prenotazione, cercando di limitare il più possibile le file e le occasioni di assembramento, mantenendo le distanze di sicurezza nei luoghi chiusi e non solo, con responsabilità e prudenza rispetto ad un virus che, sebbene molto meno virulento della prima fase deve essere tenuto sotto controllo. Le norme sul distanziamento tra le persone, nelle ultime settimane, sono state anche allentante in certi settori, come ad esempio quello dei voli, dove non è più necessaria la distanza di un metro tra i passeggeri, mentre ripartono Musei, Cinema, Teatri e, in Regione Emilia-Romagna, viene anticipata (rispetto alla data nazionale del 14 luglio) la ripresa di sagre, fiere locali, feste di paese e cerimonie. L’estate, con le sue tradizionali feste, è ancora, però, nell’incertezza. Il settore delle fiere è stato il più colpito finora dall’emergenza sanitaria, proprio perché il Covid19 ha imposto a tutti un drastico cambio di abitudini di vita. La realizzazione e l’organizzazione di fiere, per propria natura, provoca, senza dubbio, il rischio, se non la certezza di assembramenti più o meno estesi. Molti mercati nei cen-

tri storici, come del resto supermercati, negozi, e tante altre attività, prevedono ingressi contingentati, con transenne e code per contenere il rischio di contatti ravvicinati. Si tratta di misure che vengono adottate in moltissimi contesti per evitare assembramenti e limitare l’eventuale ripresa del virus. In una fase così complessa, quindi, anche le amministrazioni rischiano di cadere nell’indecisione e in un difficile equilibrio tra rispetto delle regole e ripresa delle normali attività, come ben testimoniato dal dibattito che si è scatenato recentemente sull’opportunità di organizzare la Fiera di Sant’Antonino. Fiera di Piacenza per eccellenza, la Fiera di Sant’Antonino è in programma ogni anno il 4 luglio, giorno in cui si ricorda il Santo protettore della città e si volge, normalmente, nella cornice del Pubblico Passeggio, con oltre 300 bancarelle. Una tradizione consolidata, prima ancora che un volano economico per gli ambulanti e gli operatori del settore, con migliaia di persone che ogni anno accorrono a fare una passeggiata tra i banchi. In una fiera di queste dimensioni, ridotta, rivista, con eventuali controlli agli ingressi e limitando al minimo il numero di banchi, la garanzia del distanziamento tra le persone, però, oggi è difficilissima (o forse impossibile?) da ottenere. Un controllo capillare degli ingressi, d’altro canto, provocherebbe code anche importanti e anche in questo caso il distanziamento sarebbe molto difficile. Nel

periodo estivo, sembra ormai evidente, il virus ha una forza più ridotta, tuttavia non esiste il “rischio zero”. La responsabilità dei piacentini, d’altro canto, nel rispetto delle regole e nell’uso di mascherine quando necessario è stata ammirevole ed è sotto gli occhi di tutti. Al di là, quindi, della Fiera di Sant’Antonino, sarà importante per il prossimo futuro scegliere la strada seguire: o si prende quella della responsabilità delle persone, che si sono dimostrate in questi mesi affidabili, lasciando ampia libertà a tutti, facendo rispettare semplici e ragionevoli regole di buonsenso, evitando prodezze simili, a solo titolo d’esempio, a quanto avvenuto alcune settimane fa a Torino, dove due fidanzati che si baciavano in strada sono stati multati; oppure si deve optare per una strada di maggior rigore, che impone limitazioni alla libertà personale, ma che non permetterebbe di organizzare feste, fiere, sagre, ma nemmeno di aprire a cuor leggero cinema, teatri, musei

o discoteche all’aperto. Come spesso accade nella vita forse la soluzione è nel mezzo, ovvero nel giusto “mix” tra responsabilità e rigore, senza paure irrazionali, lasciando che ogni persona sia responsabile della propria sicurezza, sull’onda di un periodo difficile vissuto a testa alta e nel rispetto delle regole, senza chiudere gli occhi su comportamenti sconsiderati, ma lasciando vivere la quotidianità con sicurezza e tranquillità.


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