Eco di Piacenza 10/09/2020

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Anno 9 - Numero 23

Giovedì 10 settembre 2020

SCUOLA ALLA RIPARTENZA, TRA INCERTEZZE E PROBLEMI “STORICI”

A

ormai pochissimi giorni dalla ripartenza delle lezioni, previste per lunedì 14 settembre, la scuola affronta ancora incertezze e dubbi. Dopo il lockdown, che ha visto la sospensione delle lezioni lo scorso marzo, senza mai riprendere l’anno scolastico, che si è finito a casa, dopo mesi di lezioni online, problemi di connessione, studenti attrezzati con computer più o meno datati, interrogazioni che si svolgevano ad occhi chiusi (contro il rischio di imbrogliare) fra poco la scuola ripartirà con regole spesso “da interpretare”. Tra i nodi più discussi le mascherine: saranno obbligatorie per bambini e ragazzi sopra i 6 anni negli spazi comuni, ma anche al banco se non fosse possibile mantenere il distanziamento, che, nelle intenzioni del Governo, tuttavia, dovrebbe essere garantito, almeno in classe, dall’acquisto di ben 2,5 milioni di banchi singoli, prodotti da 11 aziende, e che saranno finiti di consegnare ad ottobre. Il distanziamento di almeno un metro, poi, dovrà sempre essere osservato in ogni situazione: si era arrivati a pensare a speciali braccialetti che emettano un allarme quando ci si avvicina troppo ad un’altra persona (una tra le tante idee-meteora delle ultime settimane). Anche il tragitto casascuola viene rigidamente normato: prima di uscire si misurerà a casa la febbre (all’ingresso della scuola, diversamente dai supermercati, negozi, musei, pare non sia possibile) e, in caso di temperatura a 37,5° non si dovrà andare a scuola e si dovrà contattare tempestivamente il pediatra o il medico. Lo scuolabus potrà essere occupato per l’80% dei posti, percentuale che potrà salire al 100% in caso di tragitti infe-

riori a 15 minuti (si deve, evidentemente, avere fede nel traffico scorrevole). Altro capitolo gli ormai mitologici banchi: la scelta di dare in appalto (in modo non troppo trasparente, visto che, ad oggi, non si conoscono ancora i nomi delle 11 aziende vincitrici) la realizzazione e consegna di banchi singoli sarà senz’altro lodevole e anche obbligata dai tempi, ma resta da chiedersi come mai, in Italia, nelle scuole, dovessero essere sostituiti addirittura 2,5 milioni di banchi: i vecchi sono tutti inutilizzabili? L’emergenza, si sa, ingigantisce i problemi, soprattutto se sono cronici: così la scuola italiana, già poco selettiva, ha tenuto l’ultimo esame di stato con una prova unica, orale, in cui è stato promosso il 99,5% degli studenti (viene da chiedersi, veramente senza polemiche, quali mai siano stati i risultati di quello 0,5% che non è riuscito a superare l’esame) dopo che si era paventata ad aprile la litania del “tutti promossi causa covid”: ci si è quasi riusciti! Infine, ma non per importanza, le decisioni poco tempestive: la maggior parte delle regole e decisioni sulla scuola sono state prese negli ultimi 10 giorni, abbondantemente dopo Ferragosto, aprendo proficui e costruttivi tavoli tra i vari attori coinvolti, dal Governo alle Regioni. Molti si chiedono come mai questi tavoli di discussione non siano stati aperti, non si pretende a marzo, ma quantomeno ad aprile o maggio: perché aspettare di essere a pochi centimetri dal muro prima di scansarsi? Visto che questo non sembra essere un film d’azione e che la suspense non è tra i requisiti delle leggi e dei regolamenti, la risposta è forse che in Italia tutto viene ri-

solto “all’ultimo minuto”, uno stile di vita a cui, purtroppo la scuola non è immune. Da anni, ormai, infatti, la scuola è nelle mani di una cospicua (speriamo non minoritaria) schiera di insegnanti, dirigenti, semplici dipendenti e studenti che credono ancora che la scuola serva per imparare, non solo nozioni, libri, calcoli e lingue straniere. La scuola

non serve solo a prepararsi per avere un diploma o una laurea da far svolazzare insieme ad un curriculum, ma dovrebbe preparare alla vita da adulti, a conoscere il mondo, a capire come cambiarlo, se necessario, come migliorarlo, per realizzare sogni e aspirazioni, cose molto, ma molto più importanti di un 100 e lode.


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