Giovedì 2 aprile 2020
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BREVE VIAGGIO ALLA SCOPERTA DELLE TRADIZIONI DEI NOSTRI NONNI
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estare a casa può essere un momento importante per riscoprire tradizioni e usanze antiche, per conoscere meglio la vita ai tempi dei nostri nonni e le nostre radici, in attesa di ripartire con la vita di tutti i giorni. Tradizioni e storie tramandate magari attraverso racconti orali sono un vero tesoro da preservare, da conoscere e custodire. Dalle usanze per i fidanzati, ai lavori di casa, fino alle carte da gioco, sono tante le curiosità, spesso sentite dire direttamente dai vecchi, dai nostri nonni, che vale la pena di imparare. Oggi viviamo in una società del “benessere” almeno a livello economico, mentre decenni fa per vivere si doveva saper risparmiare e questo aveva ripercussioni anche sulle virtù delle future spose. Si trattava di un mondo ancora molto legato ad un’agricoltura quasi di sussistenza, ancora poco industrializzato, perciò risparmiare un centesimo o una lira era opportuno, soprattutto per prevenire eventuali tempi bui. Quando l’uomo decideva di sposarsi, talvolta, poteva accertarsi che la futura sposa fosse in grado di gestire al meglio il bilancio famigliare. Questo “giudizio” avveniva anche con dettagli che oggi giudicheremmo insignificanti: una vecchia tradizione vuole, ad esempio, che anche il modo in cui veniva appoggiata la scopa al muro fosse dirimente per stabilire l’assennatezza di una ragazza. Se infatti la scopa fosse stata appoggiata con il manico a terra e la saggina in alto significava che la donna era in grado di risparmiare, in caso contrario, evidentemente, la scopa si sarebbe “consumata” prima. A quei tempi, poi, la sposa doveva portare una dote per il
matrimonio, che poteva essere anche un numero di lenzuola, di lino o cotone, tovaglie, ma anche vestaglie ecc. Lo sposo dal canto suo doveva provvedere all’arredamento della casa, ad eccezione della camera da letto, che veniva pagata a metà dalla famiglia della sposa. Sempre lo sposo doveva provvedere anche al vestito e al bouquet della sposa. Ma le vecchie tradizioni non si fermano ai matrimoni, toccando anche giornate molto più comuni. Una vecchia tradizione, in particolare, vuole che prima di andare a letto si debba spazzare la cucina, ma, se è già tardi e fuori è ormai buio, lo sporco non dovrà assolutamente essere spazzato fuori, perché si spazzerebbe fuori anche la fortuna (lo sporco andrà “eliminato” la mattina seguente). La pulizia della casa era anche un metro di giudizio per le persone: se, infatti, c’era chi giudicava le persone da come veniva tenuto l’ingresso di casa, altri giudicavano dalla scarpe, mentre altri ancora teneva d’occhio i capelli, o l’ordine del lavandino della cucina, o ancora l’abitudine di rifare subito il letto. Infine non si possono non citare le carte da gioco piacentine: passatempo per eccellenza, con la briscola che anima da sempre tutti i bar e i circoli del territorio, le carte da gioco piacentine hanno conquistato un posto nel cuore di tutti gli abitanti del territorio
(non solo piacentino). Mentre le carte da poker, solo per fare un esempio, per indicare l’asso di cuori non hanno altro modo che chiamarlo proprio così, nelle carte da gioco piacentine i quattro assi possono esse facilmente identificati con nomi “dialettali” che tutti sono in grado di riconoscere all’istante. Così l’asso di denari è “la pula” mentre l’asso di bastoni è “al didon”. L’asso di coppe è “al fiaschei” mentre l’asso di spade è “il diulei”. Tutti questi nomi evidentemente, si legano alle figure che sono riportate sulle carte, la pula ricorda l’aquila dell’asso di denari, mentre al didon ricorda il tronco che è raffigurato sull’asso di bastoni: al fiaschei indica il “fiasco” rappresentato sull’asso di coppe, mentre il diulei è un diavoletto, un putto che tiene una grande spada, nell’asso di spade.