Economy - Speciale pmi, franchising e nuovi business

Page 1

EDIZIONE SPECIALE / Pmi, franchising, nuovi business, made in Italy: tutti sulla linea di ripartenza

www.economymagazine.it

DESTINAZIONE FATTURATO

Allegato al numero odierno de Il Sole 24Ore

Gli economisti prevedono una ripresa scattante per la primavera 2021. L’arrivo dei vaccini conforta. E le imprese più dinamiche, anche e soprattutto Pmi, si preparano a rifarsi. Le analisi di Enrico Giovannini, Giulio Sapelli, Antonio Uricchio e Marco Gay. Le storie aziendali più avvincenti. I progetti più innovativi

MODELLI

OPPORTUNITÀ

SOLUZIONI

• FARINETTI / «Le parole della ripresa»

• FRANCHISING / Affiliando si cresce

• FS / La nuova App amica del viaggio

• DEEP SPEED / Rivoluzione nautica

• DIGITALE / Taisch: «Ora o mai più»

• RSM / Come proteggere i nostri dati

• FOREVER BAMBU / Il supermateriale

• CHINA-WI / Produrre a casa di Xi

• BV INVEST / Imparare a vendere

• IGI GROUP / Un fondo che accelera

• MBE / La logistica accorcia le distanze

• LABORPLAY / Giochi & produttività

• PROGETTO IMPRESA / Finanza agevolata

• RECROWD / Investimenti accessibili

• GRUPPO ECP / Consulenza predittiva



EDITORIALE dell’ospite

RIPROGETTARE UN PAESE SOSTENIBILE

N

el Rapporto dell’Alleanza Italiana per a che invece l’Italia vinca priorità e delle regole da I numeri ci dicono lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) pubseguire per incanalare la sfida, proponendo che l’Italia ha enormi blicato l’8 ottobre scorso sono state la ripresa in arrivo. In a una platea più vasta opportunità di crescita formulate molte proposte per orientare il quanto economista del solito i numeri di economica, se saprà Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e statistico ne può quest’opportunità e i profittare della ripresa misurare meglio di tanti modelli da seguire. del post-Covid e, con previsto dal Next Generation EU (Ngeu), le dimensioni possibili. Per quest’occasione intelligenza, dei fondi alcune sui contenuti del Piano, altre sulla In quanto ex ministro speciale abbiamo Ue di rilancio. I fatti governance. Rinviando alla lettura del Rapdel lavoro sa che la chiesto ad Enrico ci dicono, però, che il porto per le prime, vorrei concentrarmi sulle convertibilità del futuro Giovannini di scrivere pericolo di perdere la seconde, anche alla luce di un confronto tra le sviluppo in nuova (e per noi l’editoriale. In sfida è concreto. moderna) occupazione è quanto promotore e Questo supplemento ad linee guida del Governo italiano per la predifondamentale. Un grazie presidente del’Asvis, Economy – un estratto sposizione del Piano e il Piano spagnolo, che riconoscente al nostro l’Associazione per lo arricchito del fascicolo appare attualmente il più avanzato di quelli editorialista ospite. sviluppo sostenibile, di dicembre in edicola finora resi noti. Il Piano spagnolo parte da (Sergio Luciano) ha il cruscotto delle vuole dare un contributo una visione della Spagna del futuro, per poi spiegare come il Governo intende realizzarla. importanti e condivisibili, ma descritte nei due documenti sono, tutto somNon a caso, alla sesta riga c’è mato, abbastanza simili, ma è chiaro che la quello che sembra ancora manun riferimento all’Agenda 2030 care è un progetto per l’avveninarrativa è diversa, il che è importante per dell’Onu per lo sviluppo sostenibile, scelta dall’Unione eurore del Paese. Il Piano spagnolo, comunicare al settore privato, al di là delle pea come riferimento di tutte infatti, comunica una visione politiche pubbliche, la via verso cui si intende le politiche europee, riferimendella Spagna al 2030, mentre muoversi. Ad esempio, nel Piano spagnolo si to del tutto assente nelle linee nel documento italiano si parte fa riferimento a una revisione del sistema di guida italiane, benché anche il immediatamente con progetti, tassazione nella direzione ambientale, esatDI ENRICO GIOVANNINI tamente come ASviS suggerisce da tempo nostro Paese – come la Spagna senza indicare come dovrebbero stare insieme. anche per l’Italia. Si tratta di una questione – abbia sottoscritto l’Agenda nel 2015. Ovviamente, la speranza è che nella versione molto importante, anche perché noi italiani Nel Piano spagnolo la parola “futuro” compare 18 volte, mentre nel documento itadefinitiva del Piano italiano tutto ciò emerga, dovremo spiegare ai nostri partner europei liano è assente. Questo non vuol dire che il ma va anche segnalato che il dibattito pubbliche intendiamo usare 77 dei 209 miliardi del co sui contenuti del Piano è sostanzialmente documento italiano non contenga tante cose Ngeu per la lotta al cambiamento climatico, assente, il che è veramente incredibile. ma anche che vogliamo continuare a destinare 19 miliardi all’anno a sussidi che sono Nel Piano spagnolo è prevista la creazione di dannosi per l’ambiente, il che è un’evidente un “comitato interministeriale per la ripresa, contraddizione, difficile da spiegare ai partla trasformazione e la resilienza”, che gestiner europei. sca, monitori e aggiorni il Piano nel corso Infine, appare chiaro che il nostro Paese è stadel tempo. Mi sembra importante aver voto preso di sorpresa dall’opportunità – grazie luto aggiungere “trasformazione” alle parole al Ngeu - di disegnare il proprio futuro non al chiave delle linee guida europee, perché si “ribasso”, ma in senso espansivo. E ciò è accatratta, effettivamente, di trasformare i nostri duto perché siamo totalmente disabituati da Paesi e quindi l’Unione europea. Per l’Italia la decenni a fare programmazione strategica. situazione è ancora molto incerta, con ipotesi diverse sul tavolo. A tale proposito, vorrei Per questo, si dovrebbe creare un istituto di ricordare che dal primo gennaio il Cipe camricerca sul futuro, per la progettazione strategica, di cui parlano anche la Commissione bierà nome e si chiamerà ‘Comitato interministeriale per la Programmazione Economica europea e l’Ocse, che aiuti il governo e il Parlamento a immaginare il futuro che vogliamo e lo Sviluppo Sostenibile’ (Cipe). Mi sembra e a prendere decisioni coerenti. un ottimo candidato a svolgere funzioni analoghi a quelle del comitato spagnolo, visto La mancanza della parola “futuro” all’interno che l’obiettivo del Ngeu è quello di (ASviS) del nostro Piano di ripresa e resilienza è proprio frutto di questa difficoltà a immaginare rendere l’Europa più sostenibile, resiliente il nostro domani. e giusta. I contenuti delle aree di intervento

PNRR: NEL PIANO SPAGNOLO LA PAROLA “FUTURO” COMPARE 118 VOLTE. IN QUELLO ITALIANO È ASSENTE

3


SOMMARIO

03 EDITORIALE

30 SEALANCE

COVERSTORY

SOLUZIONI

Il motore a reazione

che rivoluzionerà la nautica

OPPORTUNITÀ

07 PRONTI? RIPARTENZA, VIA!

Nel 2021 torneremo a fatturare

63 DIGITAL TRANSFORMATION

13 TRENITALIA

L’innovazione che cambia la mobilità

Non c’è più tempo da perdere

ora bisogna innovare

64 RSM

A COMBATTERE LA CRISI

14 OSCAR FARINETTI

35 AFFILIANDO S’IMPARA

Fuori dalla crisi in 5 mosse

Il franchising ha le spalle larghe

38 MBE

MODELLI

Quel supporto logistico

che accorcia le distanze

40 CHINA WI

Altro che “cinesate”:

la qualità è made in China

43 LOWENGRUBE 17 CAMPIONI DELLA RIPRESA

ai blocchi di partenza

La birreria bavarese ha l’accento toscano

Investire premendo sull’acceleratore

Puntando sul fast food

anche il business va veloce

20 FOREVER BAMBÙ

50 NO MAS WELLO

Bambù gigante… come il rendimento

La ricetta anti crisi è nell’estetica avanzata

22 PROGETTO IMPRESA

53 PARKING GO

Per finanziare l’innovazione

serve una... visione

Tutti in parcheggio a farci… tamponare

56 MUSA FORMAZIONE

24 RECROWD Col crowdfunding cresce il mattone

Su dati e privacy le piccole aziende rischiano grosso

70 BV INVEST

L’arte della transazione

sfrutta l’intelligenza emotiva

72 GRUPPO ECP

Tra il dire e il fare

c’è di mezzo... la consulenza

74 THE DIGITAL BOX

47 QSRP

19 IG INVESTIMENTI GROUP

Quel marketing digitale

che entra nelle nostre tasche

76 LABOR PLAY

La produttività è un gioco

(non solo) da ragazzi

78 ARVAL

Senza pensieri

col noleggio a lungo termine

81 TACCINI RETAIL CONSULTING

Quei pionieri dell’e-learning

Una guida sicura verso

che disegnano il futuro

il futuro del retail

27 MAD MAX

73 PARRUCCHIERI ESTETICA

82 COMUNICA COL WEB

Divento armatore e faccio un affare

Un business a prova di lockbown

Il futuro del business viaggia in chat

Supplemento al numero di Dicembre di Economy Direttore responsabile Sergio Luciano In redazione Marina Marinetti (caporedattore) Maddalena Bonaccorso, Marco Scotti, Riccardo Venturi Partnership editoriali Aifi; Aiti; Assocamerestero; Confprofessioni; Federmanager; Università Carlo Cattaneo Liuc; HRCommunity; ilsussidiario.net; 4 Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro

Grafica e impaginazione Raffaela Jada Gobbi Liliana Nori Segreteria di redazione Monia Manzoni Comitato scientifico Franco Tatò, Marco Gay, Anna Gervasoni, Federico Pirro, Giulio Sapelli, Antonio Uricchio Per la pubblicità su questa rivista Oyster s.r.l. Concessionaria esclusiva

Amministratore unico Domenico Marasco Responsabile commerciale Fabrizio Spaolonzi Economy Group s.r.l. Piazza Borromeo 1, 20123 Milano Tel. 02/89767777 Presidente e A.D. Giuseppe Caroccia Consiglieri Costantino Baldissara, Sergio Luciano

Direttore editoriale Alfonso Ruffo Distribuzione Pressdi - Via Mondadori, 1 Segrate 02 7542097 Stampa Tiber Spa, Via della Volta, 179 - 25124 Brescia Registrazione Tribunale di Milano n. 101 del 14/03/2017 Numero iscrizione ROC: 29993



Lavora a modo tuo. La nostra mission è aiutare le imprese a scegliere il modo di lavorare migliore per i loro dipendenti. In questo periodo di incertezza questo è più importante che mai.

Uffici, sale riunioni, spazi di coworking, uffici virtuali e spazi di lavoro flessibili pronti all’uso regus.it | 800 145 697


:

COVERSTORY L'ANNO CHE VERRÀ 2020

2021

2020

2021

2020

2021

2020

2021

-11,1% +5,9%

CONSUMI INVESTIMENTI FISSI LORDI

DEBITO PUBBLICO DISOCCUPAZIONE

-15,8% +9,7% 158,7% 156,5% 9,8%

12,4%

2020

2021

-14,3% +11,3%

EXPORT

Un «Economy» speciale, su un vettore speciale come Il Sole 24 ore, per proporre un’analisi diversa dalle solite. Su cosa? Sulle possibilità reali che il nostro Paese ha di ripartire. Innanzitutto con l’analisi anticonvenzionale di alcuni tra i nostri più autorevoli contributors. E poi con dati, numeri, previsioni. Ma anche e soprattutto con le storie delle imprese, quasi tutte piccole e medie, che non si sono mai fermate in questi mesi - definiamoli con il loro nome - infernali. Imprese piene di progetti, di prodotti, di innovazioni e di voglia di fare. Imprese che fanno il Pil e che non si meritano un Paese irto di ostacoli per il loro cammino. Imprese che, nonostante tutto, raccontano e illustrano l’Italia nel mondo. Auguri! (s.l.)

13 TRENITALIA LÌINNOVAZIONE CHE CAMBIA LA MOBILITÀ

14 OSCAR FARINETTI «BASTANO CINQUE PAROLE PER USCIRE DALLA CRISI»

PRONTI? RIPARTENZA, VIA! NEL 2021 TORNERÀ IL FATTURATO Le previsioni variano a seconda di chi le fa, ma le analisi non mentono: soccomberanno i business improduttivi, continuerà a crescere l’innovazione. Con un occhio alla spesa pubblica di Riccardo Venturi

P

iù 16,1%. Sembra la crescibotto è così svanita tra un Dpcm e ta del Pil cinese di qualche l’altro, in un’Italia a lungo più rosanno fa, invece è quella del sa e arancione che gialla. È vero che Pil italiano registrata dall’Istat nel la stretta non è forte come quella di terzo trimestre. Un dato che ha colmarzo, ma c’è chi come l’economista to di sorpresa tutti, analisti inclusi: della Luiss Sergio De Nardis mette il centro studi di in guardia conC o n f i n d u s t r i a , CONFINDUSTRIA NEL TERZO TRIMESTRE tro un rischio: SI ASPETTAVA UN RIMBALZO per esempio, quello di avere DEL PIL ITALIANO DEL 9-10%, INVECE si aspettava un l’offerta, con i SECONDO L'ISTAT È STATO DEL 16,1% rimbalzo più settori econocontenuto, nell’ordine del 9-10%. Ma mici aperti che producono, ma non la recrudescenza della pandemia e la la domanda da parte di famiglie e sciagurata incapacità di prepararsi imprese. Qualunque sia l’entità del nei mesi di tregua hanno spento la nuovo stop nel quarto trimestre, ripresa. l’imperativo categorico è ora trovaNel quarto trimestre il Pil è così torre il modo di tornare a crescere in nato a far registrare un calo, anche modo baldanzoso nel 2021, nonose distante dal crollo del secondo e stante tutto sembri congiurare nella inferiore anche a quello del primo: direzione opposta. la stima di Prometeia è di un meno I segnali di speranza però ci sono, e 3,4%. L’illusione di un fine anno col vengono manco a dirlo dalle impre-

7


COVERSTORY

se manifatturiere, che hanno dimostrato una capacità di reazione per certi versi inaspettata dopo la fine del primo lockdown. Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha detto chiaramente che il governo non si deve intestare il merito di questa dimostrazione di resilienza. Al contrario, le imprese oltre che contro la pandemia si sono trovare a combattere contro quella che è stata felicemente definita burodemia. Secondo un sondaggio condotto da Confartigianato su oltre 3mila imprenditori associati, Il 69% delle micro e piccole imprese ha per esempio lamentato grandi difficoltà per accedere ai servizi pubblici dopo il lockdown. Lo smart working a quanto pare non sempre funziona, o quantomeno non funziona nella pubblica amministrazione...

Le stime sono come l’oroscopo Non ci sono solo la pandemia da coronavirus e quella burocratica a frapporsi tra le imprese e la necessità di una crescita sostenuta. Gli ostacoli, come vedremo, sono numerosi. Non sorprende quindi che la Commissione europea abbia abbassato la stima di crescita dell’Italia nel 2021 dal 6,1 al 4,2%, un livello insufficiente per far tornare la produzione reale ai livelli pre-pandemici entro il 2022. E se si sbagliassero? Se non avessero fatto i conti con la nostra capacità fortissima di spinta commerciale, ideativa, creativa e di intrapresa, e con il fatto che tiriamo fuori il meglio proprio nei momenti di grave difficoltà, vedi da ultimo la ricostruzione del ponte Morandi? «Le stime dell’Ue secondo me sono troppo pessimistiche» dice l’economista eretico Giulio Sapelli, «quei conti si fondano spesso su quel che dichiarano gli imprenditori, non sono statistiche ma exit polls con un po’ di algoritmi che guardano sempre con la testa rivolta al passato». Il suo ottimismo deriva proprio dalla capacità di reazione dimostrata dalle imprese produttive dopo il primo lock-

8

GIULIO SAPELLI

down. «L’industria manifatturiera ha avuto una ripresa spettacolare e inaspettata in tutto il mondo» sottolinea Sapelli, «e proprio in questo quadro complesso le caratteristiche dell’imprenditoria italiana, e in particolare quelle delle Pmi, vengono esaltate. Le piccole e medie imprese manifatturiere hanno dimostrato una resistenza e una capacità che si ritrova anche negli ultimi dati elaborati da Enrico Quintavalle per Confartigianato». Gli esempi non mancano: nei report di Confartigianato si evidenzia come nel settore della moda ad agosto, prima della nuova ondata pandemica globale cresciuta da settembre, il calo tendenziale della produzione sia stato quasi completamente assorbito, e gli ordinativi abbiano segnato un aumento del 12,9%, superiore alla crescita del 6,1% della media del manifatturiero; anche in quello dei mobili nel mese di agosto gli ordinativi hanno fatto segnare un aumento del 14,7%. Certo non tutte le attività economiche hanno visto una ripresa. «Naturalmente quel che è stato catastrofico è stato il crollo di tutti i servizi non essenziali» rimarca Sapelli, «tutto ciò che è merce non per produrre altra merce ma per

LE STIME UE SONO PESSIMISTICHE MA NON SONO STATISTICHE: SONO EXIT POLLS CON LA TESTA RIVOLTA AL PASSATO produrre consumo finale. Ma per un economista ricardiano come me, che pensa che la rendita e i lavori improduttivi siano la cosa più terribile che possa capitare, non è così grave, specie per questa cosa scandalosa della movida che provoca pandemia, non produce e generalmente in tutto il mondo è lavoro nero». Per Sapelli le risorse vanno concentrate sui lavori produttivi. «I soldi vanno messi solo nelle infrastrutture e nelle imprese: basta, è finita la cuccagna, sono tempi catastrofici» incalza l’economista, «gli unici lavori improduttivi a cui si devono dare ristorni sono quelli simili all’industria, cioè l’hotellerie e i ristoranti. Abbiamo creato le fondazioni bancarie, diamo a loro il compito di sorreggere chi ne ha bisogno, come i baristi rimasti senza clienti. Solo l’industria manifatturiera ci può salvare, e la fede». Puntiamo sulle nuove idee La scelta dei comparti sui quali puntare per ottenere una ripresa il più forte possibile è fondamentale. Anche perché si intravede all’orizzonte l’ennesima tempesta perfetta: a metà 2021 scadranno molte moratorie, e i sostegni governativi, inclusi quelli per l’occupazione, inizieranno a scemare. Ma come han-


PRONTI? RIPARTENZA, VIA!

fermano che gli effetti del Recovery sono parte essenziale dell’industria Fund si vedranno poco nel 2021, un dell’innovazione nel nostro paese, e po’ di più nel 2022, per crescere nel che quindi saranno una parte altret2023 e raggiungere il massimo nel tanto essenziale per la ripartenza e il 2024. Se questo è il quadro, sostefuturo economico di questo paese». nere i settori imprenditoriali che I risultati delle startup di Digital hanno dimostrato di saper reagire Magics confermano che su questo meglio alla pandemia è, o dovrebbe comparto si deve puntare senza inessere, una scelta strategica ineludidugio se si vogliono davvero smenbile. Tra questi figura senza dubbio tire le cassandre di Bruxelles: «Tra quello delle startup. È quel che inluglio e ottobre abbiamo portato a dicano i risultati dell’indagine L’imbuon fine otto aumenti di capitale in patto dell’emergenza Covid-19 sulle altrettante partecipazioni, e altri li startup e sull’ecosistema dell’innostiamo portando avanti» sottolinea vazione in Italia, realizzata da Vc Gay, «la cosa interessante è che c’è Hub Italia in collaborazione con stata una forte presenza di investitoEy: nei primi 6 ri terzi: il totale IL SISTEMA DELLE STARTUP mesi dell’aninvestito è di NONOSTANTE IL LOCKDOWN MARCO GAY no nonostante circa 8 milioni È CRESCIUTO SIA IN TERMINI il lockdown il di cui circa 3 dal DI DIPENDENTI CHE DI FATTURATO no scritto gli artigiani della Cgia di 58% ha aumenFondo nazionale Mestre, «la tanto agognata riforma tato il personale, il 32% ha registrainnovazione, che ha avuto un ruolo fiscale verrà introdotta solo a partito un aumento della domanda e il importante nel consolidare il clima re dal 2022 e gli investimenti nelle 27% una crescita dei ricavi. di fiducia che si vive attorno all’ecograndi infrastrutture sono legati ai «La pandemia che stiamo attraversistema delle startup; le terze parti finanziamenti del Next Generation sando ha creato uno shock culturahanno investito tutta la differenza. Eu che, nella migliore delle ipotesi, le dal punto di vista dell’utilizzo del Questo dimostra che i numeri e i taarriveranno solo nella seconda metà digitale e delle nuove tecnologie» lenti alla base di queste operazioni del 2021, espletando il loro effetto dice Marco Gay, amministratore sono reali». solo a partire dall’anno successivo». delegato di Digital Magics e presiSulle startup insomma bisogna inveLa speranza è che quel solenne nome dente di Confindustria Piemonte, stire con ancora maggiore incisività. inglese non faccia un involontario «le startup, e noi che ne abbiano «È vero che oggi si sta già facendo riferimento alla generazione che oltre 70 in portafoglio ne abbiamo molto più di prima» rimarca l’ad di vedrà davvero arrivare gli agognati una prova tangibile, hanno saputo Digital Magics, «perché il decreto denari da Bruxelles... reagire, dimostrando una resilienza rilancio e il fondo nazionale di inLe previsioni di Confindustria constraordinaria. Sono certo che oggi novazione sono stati un ottimo primo segnale di attenzione. Ma se si ritiene che le startup siano un asset LE PREVISIONI PER L'ITALIA fondamentale per il rilancio dello sviluppo economico, allora bisogna 2019 2020 2021 perseguire questa strada con rinnoProdotto interno lordo 0,3 -10,0 4,8* vata convinzione, inserendola in un piano industriale che dia spazio anConsumi delle famiglie residenti 0,4 -11,1 5,9 che al piano Industria 4.0, altro capiInvestimenti fissi lordi 1,6 -15,8 9,7 tolo che deve essere messo in campo Esportazioni di beni e servizi 1,0 -14,3 11,3 con energia». Confindustria è convinta sostenitriOccupazione totale (ULA) 0,2 -10,2 4,0 ce dell’utilità e del rilancio del piano Indebitamento della PA1 1,6 10,8 5,8* Industria 4.0: un’analisi del centro 1 Valori in % del PIL studi con il dipartimento delle FiULA = unità equivalenti di lavoro a tempo pieno nanze del Mef indica che gli investi*Non incorpora la monovra delineata nelal NaDEF per il 2021 menti in beni strumentali connessi Includendo tale manovra, in base alle stime del Governo, il PIL potrebbe salire al 5,7* e l'indebitamento al 7,1% nel 2021 alla trasformazione digitale hanFONTE: ELABORAZIONE E STIME CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA SU DATI ISTAT no registrato in seguito al varo del

9


COVERSTORY

AAA piano industriale cercasi Quel che ci vuole, e che ahinoi non si vede, è insomma un piano industriale che oltre a sostenere le aziende in difficoltà faccia rendere al meglio quelle più performanti. È il caso anche delle aziende green e sostenibili: secondo un’indagine svolta in ottobre da Symbola e Unioncamere su un campione di mille imprese manifatturiere dai 5 ai 499 addetti, tra le imprese che hanno effettuato investimenti per la sostenibilità e la green economy il 16% è riuscito ad aumentare il proprio fatturato, contro il 9% delle imprese non green; e la quota di imprese manifatturiere green il cui fatturato è sceso nel 2020 di oltre il 15% è dell’8,2%, mentre è stata quasi il doppio (14,5%) tra le imprese non eco-investitrici. Sostenere le aziende, specie le Pmi, è essenziale anche perché sul fronte creditizio le notizie non sono promettenti. L’indagine della Bce sul credito bancario nell’area dell’euro di ottobre 2020 mostra un significativo irrigidimento dei criteri di concessione del credito alle imprese e alle famiglie nel terzo trimestre del

ANTONIO URICCHIO

10

LA CRESCITA NELLA UE Italia

Germania

Francia

Spagna

180 _ 170 _ 160 _ 150 _ 140 _ 130 _ 120 _ 110 _ 100 _ 90 _ 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019

piano un incremento pari a quasi il 50%, e che le imprese beneficiarie sono state in prevalenza Pmi che in gran parte non avevano mai fatto investimenti in tecnologie 4.0.

FONTE: ELABORAZIONI CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA SU DATI COMMISSIONE EUROPEA (AMECO)

2020, e per il quarto trimestre si attende un ulteriore peggioramento. Non aiutano le normative introdotte dall’Ue, che come ha affermato la Cgia rischiano di penalizzare ulteriormente tante Pmi: «Per evitare gli effetti negativi delle esposizioni scadute, dal primo gennaio 2021 Bruxelles ha imposto alle banche di azzerare in 3 anni i crediti a rischio non garantiti e in 7-9 anni quelli con garanzie reali. Ovviamente, l’applicazione di questo provvedimento indurrà gli istituti di credito ad erogare

SONO FONDAMENTALI L'EFFICACIA E L'EFFICIENZA DELLA SPESA PUBBLICA E LA SUA TRACCIABILITÀ

con estrema cautela i prestiti alle imprese, per evitare di dover sostenere delle forti perdite di bilancio nel giro di pochi anni». C’è da aggiungere che, come Confindustria ha iniziato a segnalare nel tentativo di avviare un necessario dibattito, l’intervento del governo con il Cura Italia per far fronte all’improvvisa mancanza di liquidità delle imprese è avvenuto tramite garanzie pubbliche per prestiti bancari. Era necessario, ma il prestito bancario è diventato debito bancario per oltre 100 miliardi di euro. Viale dell’Astronomia avverte che molte imprese non avranno le risorse per rimborsare i prestiti nei 6 anni previsti dalle regole Ue, a meno di non toglierle agli investimenti produttivi, e quindi al Pil.

Ma siamo sempre in ritardo Se anche il rubinetto del credito torna a chiudersi, su cosa puntare per tornare a crescere? «Ci sono sicuramente alcuni assi strategici che devono essere individuati e potenziati: innovazione, transizione al digitale, la vera rivoluzione ecologica e soprattutto il capitale umano» dice Antonio Uricchio, presidente di Anvur, Agenzia nazionale di valutazione del


PRONTI? RIPARTENZA, VIA!

sistema universitario e della ricerca, l’impatto della crisi sanitaria sui set«l’utilizzo delle risorse del Recovery tori industriali è stato fortemente fund, e io aggiungerei anche del Mes, disomogeneo: si va dal -92,8% dei possono essere particolarmente improdotti in pelle al -5,5% del farmaportanti per operare in queste direceutico. zioni». Per ripartire ci vuole una forte azione L’Italia è in ritardo su tutti e quattro fatta di investimenti e politiche pubi fronti: «Le politiche ambientali solo bliche. «Fondamentale è l’efficacia e da poco iniziano ad affermarsi» nota l’efficienza della spesa pubblica» sotUricchio, «su innovazione e digitatolinea Uricchio, «e a questo riguardo lizzazione siamo ancora indietro, e ancora più importante è il controllo per quanto riguarda il capitale umae la tracciabilità della spesa, un tema no siamo penultimi in Europa come di cui si discute forse poco ma che numero di laureati e come numero meriterebbe di essere ripreso. Da un di occupati che lato c’è la spesa LE REGOLE BANCARIE INTRODOTTE possano avere improduttiva, DALLA UE PENALIZZANO LE IMPRESE le competenze dall’altro quelPERCHÉ IMPONGONO ANCORA PIÙ richieste dal CAUTELA NELL'EROGAZIONE DEI PRESTITI la che evapora, mercato, le cocioè quella che siddette new skills». finisce per non essere nemmeno sotLe azioni di breve termine devono estoposta a controlli, e quindi non è sere anche di sostegno alle categorie nemmeno riconoscibile in termini di più colpite. «La crisi economica che trasparenza». ha fatto seguito alla pandemia ha riIl tema del controllo della spesa è guardato tutti dal punto di vista saparticolarmente rilevante in vista dei nitario ma non da quello economico» miliardi del Recovery Fund, che pririmarca il presidente di Anvur, «gli ma o poi arriveranno e saranno crueffetti da questo punto di vista vanno ciali per rilanciare il Paese. «In pasdiversamente apprezzati comparto sato nell’utilizzo dei fondi europei per comparto, quindi gli interventi abbiamo avuto dei ritardi» ricorda di sussidio devono essere selettivi, il presidente Anvur, «sotto il profilo valorizzando soprattutto il sostegno della progettualità, e quindi anche a chi ha subito i danni maggiori». della scarsa capacità di rispondere Anche l’ultimo rapporto del centro attraverso progetti maturi. Il constudi di Confindustria evidenzia che trollo deve essere sia istituzionale,

demandato a organi dello stato, ma anche di tipo diffuso sociale, forse ancora più importante in questa fase storica, perché consente di superare le tensioni sociali o comunque di governarle». L’impressione è che in attesa dei miliardi di Bruxelles gli imprenditori italiani, specie piccoli e medi, dovranno fare da sé. Chissà che di fronte all’enorme cimento che hanno di fronte non riescano a eliminare una volta per tutte il loro lato oscuro: quello di rifiutarsi di mettere a fattor comune di vicini e concorrenti i costi indifferenziati, restando cocciutamente piccoli fino all’arrivo dello straniero che i prodotti non li sa fare, ma le nostre litigiose Pmi le sa comprare benissimo, perché ha le dimensioni e le risorse per farlo. Quanto alla necessità di fare da sé di fronte alla crisi, per Giulio Sapelli invece di essere una iattura è un vantaggio: «Le imprese italiane dovranno arrangiarsi, come sempre. Questo conferma una mia vecchia idea: cosa dobbiamo fare per le imprese italiane? Niente. Non fate niente, tranne una politica industriale per far funzionare i treni e le strade, semplificare l’amministrazione, abbassare le tasse. Ma per le imprese non fate nulla: qualsiasi cosa facciate, fate peggio di quello che loro fanno da sole».

Nell'Europa delle divisioni, il sogno proibito della cancellazione del debito potrebbe paradossalmente diventare realtà

I

l debito pubblico italiano è arrivato a sfiorare il 159% del Pil, ponendo una seria ipoteca su tutti gli sforzi di rilancio. Ma qualche segnale interessante sembra arrivare anche su questo fronte. Entro la fine del 2020 la Bce potrebbe aver acquisito 400-500 miliardi dei nostri titoli pubblici. C’è chi propone che Francoforte annulli completamente questo credito, così da permettere all’Italia e ad altri paesi indebitati di investire in nuove attività socialmente ed ecologicamente utili: ma lo statuto della Bce proibisce

la mutualizzazione dei debiti, e i soliti paesi del Nord bloccherebbero tutto, senza contare la famigerata Corte costituzionale tedesca di Karlsruhe. Ma Paul De Grauwe, economista belga capo dell'Istituto europeo alla London School of Economics, e il collega Andrè Griebine propongono non di annullare formalmente i debiti, ma di trasformarli in una rendita perpetua che la Bce deterrebbe nei confronti degli Stati a tassi di interesse nulli: in sostanza in un debito perpetuo inesigibile. Anche il presidente dell’Euro-

parlamento David Sassoli afferma di considerare la cancellazione dei debiti contratti dai governi per rispondere al Covid un’ipotesi di lavoro interessante. E aggiunge che per rendere utile il Mes, che nessuno sta utilizzando lasciando 400 miliardi in naftalina, è necessario riformarlo, facendolo governare dalla Commissione europea in base a norme comuni e non più dalle logiche dei governi, facendo nascere la speranza che il pregiudizio ideologico dei 5 stelle possa addirittura essere servito a qualcosa.

11



PRONTI? RIPARTENZA, VIA!

FS, L’INNOVAZIONE CHE CAMBIA LA MOBILITÀ La nuova App di Trenitalia si inserisce nel percorso di trasformazione digitale intrapreso dal Gruppo per delineare un nuovo approccio ai servizi basato sulla centralità delle persone. Ecco come a cura della redazione

N

on solo infrastrutture ferroviarie e stradali. C’è anche la digitalizzazione nel piano accelerato degli investimenti previsto da FS Italiane per contribuire alla crescita dell’economia italiana, garantendo il sostegno delle filiere strategiche nazionali dei trasporti. Digitalizzazione e innovazione sono, infatti, elementi indispensabili in una visione del futuro, finalizzati ad aumentare il benessere delle persone secondo un modello di business che contribuisca a realizzare la crescita sostenibile del Paese. L’innovazione sta cambiando il modello della mobilità. Anche l’esperienza di viaggio cambia e si rinnova, richiedendo necessariamente un utilizzo sempre più pervasivo e centrale delle tecnologie. La nuova App di Trenitalia va in questa direzione, inserendosi nel percorso di trasformazione digitale intrapreso dal Gruppo FS per delineare un nuovo approccio all’innovazione basato sulla centralità delle persone. L’App, con la sua nuova veste grafica user friendly, è uno strumento innovativo che integra nuove funzionalità per la tutela della salute delle persone ed è in grado di rispondere sempre di più alle esigenze di chi viaggia a bordo dei treni di Trenitalia. La user experience è sensibilmente migliorata, così come l’accesso alle informazioni e gli acquisti da smartphone e tablet. Fra le novità, c’è la possibilità di effettuare, per Frecce e InterCity, il self check-in direttamente tramite App, comunicando al capotreno la propria presenza a bordo senza alcun contatto e in piena sicurezza. Per effettuare il self check-in basta accedere alla sezione I miei viaggi e cliccare sul link del viaggio. Un’altra importante novità riguarda il trasporto regionale. Il nuovo sistema di counter digitale in sperimentazione permette alle persone di ricevere informazioni sulle frequentazioni delle corse e conoscere in

tempo reale il numero dei posti disponibili a bordo treno. L’algoritmo mostra con tre diversi colori (rosso, giallo, verde) l’andamento delle presenze a bordo sino a non consentire più l’acquisto del biglietto quando il treno è sold out. Con la nuova App di Trenitalia si può anche acquistare velocemente il biglietto in pochi click usando il credito telefonico presente sulla propria SIM, per un importo massimo fino a 13,45 euro (importo massimo definito dalle norme vigenti): una novità che consente di allargare i fruitori dell’App a chi non possiede una carta di credito o altre forme di pagamento a debito. Il biglietto, con tutte le informazioni utili su numero della carrozza e posto assegnato, può essere consultato direttamente dalla Homepage. Dalla nuova App si può acquistare anche il biglietto per il trasporto del proprio cane su treni nazionali e servizi complementari. Inoltre, l’App permette di rimanere aggiornati in tempo reale sullo stato del treno. In particolare, i pendolari possono ricevere quotidianamente le informazioni sul proprio treno direttamente sullo smartphone. L’App prevede la possibilità di salvare i viaggi preferiti e acquistarli di nuovo. Inoltre, attivando il gps e la geolocalizzazione, è possibile cercare rapidamente la stazione più vicina. Una ulteriore nuova funzione riguarda l’acquisto di abbonamenti e carnet per Frecce e InterCity e di biglietti premio CartaFRECCIA. Sulla nuova App si possono registrare anche i dati dei compagni di viaggio frequenti per recuperarli rapidamente durante l’acquisto e i metodi di pagamento preferiti. Inoltre, è possibile accedere ai canali social di Trenitalia per ricevere informazioni e assistenza. L’App di Trenitalia, disponibile sugli store Android e iOS, può essere sincronizzata con Apple Watch.

13


COVERSTORY

«Da Terra a Insieme, le mie 5 password per la ripresa» La ricetta di Oscar Farinetti, il padre di Unieuro, Eataly e (ora) Greenpea, per traghettare l’Italia verso un nuovo paradigma che al profitto unisca entusiasmo per la sostenibilità di Sergio Luciano

«IO PER PRIMO NON SO COME NE USCIREMO, DA QUESTA CRISI, MA SO CHE I MIGLIORI USCIRANNO ANCORA MIGLIORI, E PER I PEGGIORI NON CI SARÀ LIMITE AL PEGGIO. E so un’altra cosa:

quali sono le cinque nuove parole chiave da ripetere per uscirne. Perché sì: ne usciremo usando cinque parole»: Oscar Farinetti, il padre di Unieuro e di Eataly, il colosso della distribuzione alimentare e della ristorazione di qualità, è anche un grande affabulatore. Ottimista e visionario per dna. Sentirlo parlare è come prendere un antidepressivo. Anche perché lui per primo, invece di starsene in un angolo a leccarsi le ferite di nove mesi complicatissimi per la ristorazione, ha aperto il nuovo concept-superstore Greenpea a Torino, un grandissimo Eataly a Dallas e si accinge ad aprirne un altro in marzo a Londra. Fatti, non solo parole. Però, Farinetti, torniamo alle sue cinque parole magiche: ce le vuol dire? Arriviamoci per gradi. Nessuno di noi sa con precisione come usciremo da questo Covid. Torneremo ad abbracciarci? C’è chi vede un cambiamento antropologico in arrivo… Io no, credo che invece l’uomo tenda a tornare verso i suoi comportamenti naturali. Questa fase di grande e faticosa riflessione che ciascuno di noi sta vivendo spingerà i migliori a fare ancora meglio. Scusi, ma questi migliori quanti sono? Sono la metà del mondo, credo io. Sem-

14

brano di meno perché la gente perbene fa meno rumore sui nuovi media. Ma sono la metà, sono 3,5 miliardi di persone, quanti erano in tutto i terrestri nel ’75. Sono un mercato fantastico al quale dovremo rivolgerci con queste parole nuove. Per esempio? Per esempio occorrerà che uno come me, che fa il mercante, impari ad offrire solo prodotti superflui ma giustificati. Cioè? Mi spiego. La società dei consumi, in cui vivamo, vende sostanzialmente il superfluo. Per vivere, si può consumare l’olio LA SOCIETÀ DEI CONSUMI VENDE SOSTANZIALMENTE IL SUPERFLUO CHE DIVENTA PERÒ ESSENZIALE SE RIVESTITO DI NUOVI SIGNIFICATI

sopraffino dei migliori frantoi, ma anche quello industriale basta. Ma per vendere questo superfluo, bisogna che visibilmente nasca da cose vere, in armonia col pianeta, raccontabili. E dunque, come si può giustificare la vendita di questi beni superflui? Come si può trasmettere la convinzione che siano un’esigenza per tutti? Attraverso le parole… Intende gli slogan? No: ben di più. La parola è la parte musicale della vita. Stiamo parlando di sostanza, anche se è composta di parole. Vede, la filiera della conoscenza è questa: sentimenti, pensieri, parole, comportamenti, azioni. Come vede, la parte centra-

le è “parole”. Ci svegliamo e diventiamo qualcosa di percepito e percepibile: cioè parliamo. Ebbene: dovremo imparare a pronunciare parole nuove che nascono da sentimenti nuovi, per passare dalla sfiducia alla fiducia, dalla paura al coraggio, dall’egoismo all’altruismo… E dunque nuovi sentimenti, che produrranno nuovi pensieri, che produrranno nuove parole, nuovi comportamenti e nuove azioni! Ok, ma andiamo sul concreto. Di cosa parleremo, per vendere il superfluo? Ho diviso la nostra vita in cinque fasi tutt’altro che superflue, al contrario: essenziali. Mangiamo, amiamo, studiamo, lavoriamo, sogniamo. Le prime due fasi - mangiare e amare - sostanzialmente sono finalizzate alla continuazione specie. Chi ci ha creato, ci ha regalato, per questo, due orgasmi: se non godessimo mangiando e facendo l’amore, non saremmo vivi. Lo studio consente un terzo orgasmo, il godimento del sapere, che ci distingue dagli altri animali. E poi lavoriamo: per produrre i nostri beni e servizi superflui. E poi sogniamo: a occhi aperti, intendo. Per inventarci progetti e novità capaci di aprire brecce verso il futuro. Oh, dunque sono queste le cinque parole magiche che diceva all’inizio? No! Sono altre cinque che propongo di mettere vicine a queste. Vicino a mangiare, la parola nuova è: terra. Evoca l’agricoltura, la trasformazione, la cucina,


PRONTI? RIPARTENZA, VIA!

CON LA FORZA E LA TENACIA RAGGIUNGIAMO OBIETTIVI MIGLIORI DI QUELLI CHE CI ERAVAMO PREFISSATI il piatto. È indispensabile per noi sapere se un prodotto arriva da una cultura biologica o no. Poi c’è la trasformazione. È fondamentale sapere che tipo di filiera di trasformazione viene impiegata. Poi la cucina: un luogo magico dove bisogna cercare di rovinare il meno possibile le meraviglie della terra. Di cui dobbiamo occuparci sempre di più, per mangiare meglio e salvare la vita. Prima parola nuova: terra. Poi? Vicino ad amare, la parola nuova è “riparare”. Non si ripara più nulla: né i cellulari né i matrimoni. E io sostengo che chi non è capace di riparare non è capace di amare. Ancora: vicino all’attività dello studio,

la parola nuova è mutare. Studiare serve tropicali in Pianura Padana - sono dovuper mutare, cambiare. Dobbiamo studiati ai nostri comportamenti, al fatto che re per mutare. Per passare dal piccolo al immettiamo troppa CO2 nell’atmosfera. Bisogna cambiare modo di vivere. Ma grande. Ci si può riuscire solo studiando. finché noi lo ripetiamo appellandoci al Poi c’è il lavoro: è quell’attività fantastica senso del dovere ci mettiamo una vita, a che ci permette di produrre beni e servicambiare… Ci scatta quel riflesso da mazi… Ebbene, la parola che metto vicino daleine giovanile, l’idea del sacrificio, dela “lavoriamo” è “insieme”. Soprattutto la fatica. Lo possiamo anche apprezzare, riferito a noi italiani. Abbiamo una granma ci sta sulle scatole. No! Ci deve piacede creatività, figlia della nostra terra. Ma re, cambiare. Mutare, come dicevo prima. non sappiamo esprimerla insieme. Un E questo Greenpea lo sa fare. Perciò il suo italiano contro 10 giapponesi vince; inveslogan è “From duty to beauty”, dal senso ce quando siamo 10 contro 10, perdiamo. del dovere alla bellezza. Vogliamo conPerché gli altri lavorano insieme, noi no. vincere le persone che comportandosi Dunque: terra, riparare, mutare, inbene diventano più fighi, più piacevoli. sieme. Manca la quinta. Il sogno della mia vita è un ventenne che È la parola che io metto vicina al sognadice: “Faccio la raccolta differenziata”, e re: serendipity. Cioè la dimostrazione grazie a questo fatto cucca di più! Greenche si possono raggiungere obiettivi anPea ha 1000 metri di museo, in cui fa un che migliori di quelli che perseguivamo sermone ai visitatori, ma bellissimo, sui avendo la tenacia e la forza nell’inseguire punti di debolezza i nostri sogni. Come Cristoforo Colombo, È ARRIVATO IL MOMENTO DI MUTARE del pianeta e come PER INIZIARE A PENSARE reagire. Poi però partito per cercare IN GRANDE E CRESCERE INSIEME offre una miriade le Indie Occidentali INSEGUENDO I NOSTRI SOGNI di prodotti e serviz e finito in America! belli e fighi. Dalle camicie di cotone orSe la Pfizer non avesse ricercato appasganico Ogm free che richiedono solo 27 sionatamente la sua molecola cardiotolitri d’acqua, ai mobili di legno di foreste nica, non avrebbe inventato il Viagra! Se sostenibili al vetro e all’acciaio riciclato. Michele Ferrero non avesse lavorato con E… si guadagnerà? quei pani di gianduiotto che si scioglievaAl centro del mio cuore non c’è il profitto no, non avrebbe inventato la Nutella. Il come obiettivo: quello, certo, è un elenostro avvenire può essere dalla serendimento fondamentale per far fronte agli pity ma dobbiano avere sogno e tenacia. impegni. Ma il mio sogno è un altro. È Però! E cosa ne fa, di queste cinque pavivere in armonia sia nel proprio gruppo role magiche? di lavoro che in tutto il resto della società. Ne parlo in giro per l’Italia, naturalmenCreare luoghi armonici. te on-line, concentrandomi soprattutto E Eataly? sui giovani per raccontare queste cinque Eataly non si ferma… Del resto, i punti parole e per far venire a tutti la voglia di vendita che stiamo aprendo oggi sono sta“sbattersi”. Perché sto notando, ahimé, ti avviati 2-3 anni fa. E vogliamo tirar fuori soprattutto tra gli imprenditori una certa le palle: il 9 dicembre abbiamo aperto a depressione. Giusificabile: ‘sto Covid ha Dallas, la città più importante del Texas. colpito l’economia in modo devastante. Nel cuore di quegli Usa che votavano Adesso siamo tutti un po’ depressi, ma è Trump, ma oggi il Texas ha votato Biden proprio ora che bisogna intervenire… E al 70%. Il che dimostra che ormai anche noi, poi, che avevamo in ballo Greenpea, il Texas ha un pubblico reattivo verso la non potevamo fermarci… multiculturalità e l’inclusione e il clima… Già: ce ne parli! E infine a Londra: il 18 marzo apriremo Abbiamo aperto l’8 dicembre… Fico, a un immenso Eataly di 5000 metri quadraBologna, serve a spiegare la biodiversità, ti di fronte alla Liverpool Station, abbiamo Greenpea è diversa. Vede, per la prima fatto società con Selfdriges, il principale e volta i megacambiamenti climatici che più prestigioso concorrente di Harrods. stiamo vivendo – come questi tornado

15



MODELLI

PMI INNOVATIVE 12.068 (+5% in tre mesi)

SOCI 56.032 (+5% in tre mesi)

FEMMINILI 1.598 (13,2%) GUIDATE UNDER 35 2.240 (18,6%) FONDATE DA STRANIERI 434 (3,6%)

CAPITALE SOCIALE MEDIO 57.159 euro SERVIZI ALLE IMPRESE 73,6% A MILANO 2.370 (19,6%) fonte: Elaborazione di Economy su dati Unioncamere e Mise

I CAMPIONI DELLA RIPRESA AI BLOCCHI DI PARTENZA 19 IGI INVESTIMENTI GROUP INVESTIRE PREMENDO SUL PEDALE DELL’ACCELERATORE

Persino in questi mesi flagellati dalla pandemia (e relativa crisi) assistiamo a una crescita delle start-up, sia in termini numerici che di performance. Segno che l’imprenditoria non si ferma di Marina Marinetti

20 FOREVER BAMBÙ IL BUSINESS GERMOGLIA ALL’INSEGNA DEL GREEN

22 PROGETTO IMPRESA PER FINANZIARE L’INNOVAZIONE SERVE UNA... VISIONE

24 RECROWD DIVENTARE IMMOBILIARISTI INVESTENDO 250 EURO

27 MADMAX DIVENTO ARMATORE E FACCIO UN AFFARE

30 SEALENCE IL MOTORE A REAZIONE RIVOLUZIONERÀ LA NAUTICA

S

e si chiamano “innovative” fotografa una crescita della popolazionon è solo per una questione ne delle start-up: se ne contano 12.068 di vantaggi fiscali. Certo, la e sono il 3,3% di tutte le società di cadetrazione Irpef del 50% (e del 30% pitali di recente costituzione. Si trovaai fini Ires, se si tratta di una persona no in Lombardia (il 27.3%), in Lazio giuridica) sugli investimenti in startup (l’11,5%), in Veneto (l’8,4%), ma anche innovative non guasta. Così come non in Calabria (9,17%), Puglia (5,11%), Siguasta l’innalzamento della soglia di decilia (2,65%)... Di cosa si occupano? Il traibilità fiscale per gli investitori priva73,6% delle startup innovative fornisce ti, che il Decreto servizi alle imRilancio ha por- IL 73,6% DELLE START-UP FORNISCE SERVIZI prese: produzioALLE IMPRESE, CREANDO CON LE AZIENDE tato da 100mila a ne di software e PIÙ DATATE UN ECOSISTEMA VIRTUOSO 300mila euro. Ma consulenza inforCHE SOSTIENE LA CRESCITA RECIPROCA non è tutto. L’inmatica (35,9%), novazione è nel Dna dell’imprenditoria attività di R&S (13,7%), servizi d’inforitaliana, che sa inventarsi e reinventarsi mazione (9,1%), mentre il 17,7% opera a seconda delle situazioni e delle opornel manifatturiero. E se fisiologicamentunità. Persino in questi terribili mesi te mostrano un’incidenza più elevata flagellati dalla pandemia, abbiamo assidella media di società in perdita (oltre stito a un fiore di nuove iniziative. Il rapil 52,6% contro il 30,8% complessiporto del Mise (aggiornato al 30 settemvo) le start-up in utile mostrano valori bre 2020), realizzato grazie al supporto particolarmente positivi in termini di del sistema delle Camere di Commercio, redditività e valore aggiunto: stando

17


COVERSTORY MODELLI

Il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli

all’Osservatorio Pmi innovative dell’Umento degli investitori privati nel liminiversità di Pisa le Pmi innovative hante complessivo di 1 milione per singola no registrato un incremento medio del start-up o Pmi innovativa. E a fine ottofatturato del 15% tra il 2018 e il 2019. E bre in seno a Cassa Depositi e prestiti se prendiamo in considerazione solo le sono nati due acceleratori: Piattaforma Pmi innovative che hanno avuto un inImprese e Digital Xcelerator. «Abbiamo cremento di fatturato, la media è +30%. voluto far sì che l’intervento di Cassa Il Roa (return on assets) medio si attedepositi e prestiti non fosse solo limista sul 4,78%, mentre il Ros (resturn on tato alla sfera finanziaria», ha spiegato sales) medio è del 4,89%. E il tasso di l’amministratore delegato di Cassa deimmobilizzazioni, che è uno dei principositi e prestiti, Fabrizio Palermo: «Per pali indicatori della propensione a invequesto abbiamo voluto lanciare questi stire delle aziennuovi acceleraCASSA DEPOSITI E PRESTITI HA AVVIATO de, è circa sette tori. Vogliamo DUE ACCELERATORI PER SUPPORTARE volte più elevato supportare il STRATEGIE, SVILUPPO MANAGERIALE rispetto alle altre capitale umano E DIGITAL TRANSFORMATION aziende compasul fronte delle rabili. Sono loro i campioni del futuro strategie, dello sviluppo manageriale, prossimo venturo. Ecco perché vanno dell’innovazione e della trasformazione supportate. Il ministro dello Sviluppo digitale». Ed è ancora Patuanelli che, Economico Stefano Patuanelli le definiintervenendo alla conferenza stampa di sce «patrimonio innovativo delle nostre presentazione, ha sottolineato l’imporimprese, fondamentale per la crescita tanza di nuovi strumenti di formazione, del nostro Paese e la creazione di ponon solo per i lavoratori, ma anche risti di lavoro». Come dargli torto? Ben spetto alla cultura manageriale e sulle vengano dunque misure come quella competenze degli imprenditori: «In un prevista dall’articolo 38, comma 3, del mondo che accelera sempre di più verDL Rilancio, con il quale sono stati stanso i servizi digitali, ha detto, «è necesziati 200 milioni di euro per il sostegno sario che il nostro frastagliato mondo e il rafforzamento, sull’intero territorio della piccola impresa riesca a seguire nazionale, delle start-up innovative e ciò che accade nelle trasformazioni Pmi innovative. Attraverso il fondo poprofonde che stiamo vivendo. È il tema tranno essere erogate risorse fino a un che dobbiamo affrontare con maggior massimo di 4 volte il valore dell’investiconcretezza».

18

Secondo il presidente di Cdp, Giovanni Gorno Tempini, «un articolato sistema di acceleratori in Italia sia una delle condizioni per permettere al Paese di muoversi su terreni sempre più consolidati nel venture capital, in modo da arrivare a un livello di diffusione di nuova imprenditorialità che sia comparabile con quello che osserviamo nei nostri benchmark di riferimento, altri grandi paesi europei». Che poi sono i soliti noti: Francia, Regno Unito e Germania, che l’Italia guarda da vicino. O meglio: da dietro. Così, per raggiungere le “prime della classe”, ben vengano iniziative come Piattaforma Imprese di Cdp, una piattaforma di servizi professionali per la crescita delle aziende ad alto potenziale, chericevono una consulenza personalizzata mirata e accedono a quaranta servizi professionali di società di consulenza internazionali e centri di formazione di eccellenza oltre ad una rete di imprese e altre realtà. Nata dalle ceneri di Officina Italia, che ha affiancato più di 200 imprese italiane con consulenza strategica, selezione e formazione manageriale, trasformazione digitale, comunicazione finanziaria, certificazione e scouting di finanziamenti agevolati, Piattaforma Imprese permette l’accesso ad aveneti di networking tra imprenditori, business school e professionisti, oltre ad eventi di business matching. Digital Xcelerator, invece, è la prima piattaforma di e-learning gratuita per le start-up italiane, esistenti e ancora in via di costituzione: offre a 200 start-up oltre 120 percorsi di formazione gratuiti per fornire strumenti e tecniche adeguate a fronteggiare il mercato e sviluppare competenze di tipo imprenditoriale.


Da fondo a banca industriale schiacciando l’acceleratore Igi Investimenti Group, il fondo guidato dal Ceo Giuseppe Incarnato, è diventato banca industriale e ha già erogato 200 milioni di finanziamenti diretti produttivi alle società accelerate di Riccardo Venturi

T

recento aziende in fase di acbank, con la celerazione, 22 partecipazioni quale viene di controllo, 20 milioni di euro seguita l’acmobilitati per il progetto Aurostec, quisizione che prevede la produzione di oltre 15 di aziende milioni di mascherine chirurgiche moper conto nouso, e ha visto la nascita di 12 startdi clientela selezionata o istituzionale up. Sono i numeri di Igi Investimenti che è partner finanziaria e industriale Group, fondo di nelle operazioni investimenti ita- IGI INVESTIMENTI GROUP È PRESENTE, di M&A. AcceleOLTRE CHE IN ITALIA ANCHE liano di natura inra Hub, che oggi IN POLONIA, ROMANIA, SPAGNA, dustriale guidato cura lo sviluppo PORTOGALLO, FINLANDIA E BELGIO dal Ceo Giuseppe di 300 aziende, Incarnato (nella foto). è uno dei pochissimi acceleratori che Sono tre le divisioni operative in cui si dispone di capitali diretti da investire, articola l’attività del gruppo. La prima e ciò lo rende particolarmente attratè specializzata in investimenti in starttivo. Il principale target è lo startupup, con l’incubatore e acceleratore di per che si vuole mettere in proprio impresa Accelera (www.accelerahub. dopo almeno 10 anni di esperienza nel com). La seconda è la holding inducomparto specifico. striale, che acquisisce direttamente Il servizio di sviluppo industriale e aziende più o meno in crisi, che vencommerciale all’interno dell’acceleragono gestite da manager interni per tore, oltre a finanziarie l’impresa, le almeno 9 anni. La terza è la Merchant procura direttamente nuove occasioni

di affari che vengono a loro volta finanziati. In seguito alla crisi pandemica, il programma di finanziamento alle start-up incubate è stato ampliato con plafond di capitalizzazione specifici su industrie che si intendono sviluppare. Il fondo per le partecipazioni industriali di Igi Investimenti Group è presente in cinque Paesi in Europa: Polonia, Romania, Spagna, Portogallo, Italia, oltre alle sedi e attività storiche di natura finanziaria a Ginevra, Malta e San Marino. Ma sono attive anche attività industriali in Finlandia e Belgio, dove il gruppo conta di installarsi in maniera permanente. Il portafoglio di partecipazioni vede una concentrazione nel settore dei brevetti industriali e nell’internet industry, oltre a una significativa presenza nel settore farmaceutico e biomedicale, nel tessile e nell’industria finanziaria tra banche e società finanziarie. In campo di alta tecnologia è significativo l’inserimento nella robotica industriale nel distretto industriale spagnolo di Barcellona, con investimenti su aziende che producono e sviluppano soluzioni di robot cooperativi di tipo umanoide, con l’obiettivo di poter presto commercializzare soluzioni avanzate di robot cooperativi nella videosorveglianza e pattugliamento stradale, nonché nell’assistenza domiciliare sanitaria. Per quanto riguarda le attività della Merchant bank, Igi Investimenti Group si è resa conto che dopo l’emergenza Covid-19 c’è bisogno di capitali molto più ampi per soddisfare tutte le richieste che le pervengono: il sistema bancario italiano è troppo sbilanciato sul commercial banking e quindi su prestiti di breve termine, mentre c’è un crescente bisogno di operatori bancari specializzati nel finanziamento industriale a lungo termine. Per questo ha ottenuto da Banca d’Italia l’autorizzazione a poter svolgere l’attività di banca industriale con prestiti diretti alle imprese. E da settembre ha già erogato 200 milioni di euro di finanziamenti diretti produttivi alle società accelerate. www.igiinvestimenti.com

19


COVERSTORY MODELLI

Bambù gigante ...come il rendimento

(con un capitale sociale complessivo che supera i 10 milioni di euro) che hanno piantumato 76.400 piante in 85 ettari con la partecipazione di oltre 600 soci provenienti da tutta Europa. «Ad oggi abbiamo cinque cosiddetti Nata nel 2014, oggi Forever Bambù è una holding che controlla “comparti”, ovvero foreste, sparsi sul 27 società agricole. Si sta trasformando in SpA per quotarsi territorio italiano: due in Piemonte in Borsa e lasciare un’impronta ecologica ad alto rendimento e tre in Toscana», continua Rissone: «Abbiamo creato una holding con i soci fondatori, che partecipa tutte le di Paola Belli Srl del gruppo per circa il 25% del capitale sociale e ne armonizza i lavori e i contratti. Il resto è in mano a soci, oggi quasi 600, provenienti da sette nazioni differenti». E prima dell’estate, Forever Bambù ha avviato, seguita da Deloitte, una “maxi fusione” di tutte le Srl del gruppo, che daranno vita alla più grande SpA presente sul mercato per la creazione di foreste di bambù gigante. «La fusione si concluderà nella primavera 2021 con la nascita di Forever Bambù Spa», spiega Pier Giorgio Bollati, business e financial coach di Forever Bambù. «Poi saremo pronti per il mercato dei capitali e la quotazione in una Borsa internazionale, che probabilmente andremo ad affrontare nel secondo semestre 2021. Saremo la prima società per azioni dedicata alla coltivazione del bambù gigante, il riferimento per il mercato intero.». EMANUELE RISSONE, PRESIDENTE E FONDATORE DI FOREVER BAMBÙ Nel frattempo Forever Bambù a luglio ha costituito la Forever Bambù 27, oniugare Business e Green in materiale versatile, resistente e sostecon ben 42 ettari a Castiglione della un progetto concreto di minibile usato in ambito alimentare e inPescaia, in provincia di Grosseto, conglioramento delle condizioni dustriale che può sostituire la plastica cludendo entro fine anno un aumento ambientali del pianeta non è un’utoe moltissime altre risorse inquinanti, di capitale da 3,5 milioni di euro (e pia. Anzi. Così, Emanuele Rissone e assorbendo CO2 in primavera ne dall’aria 36 volte FOREVER BAMBÙ È LA PRIMA INIZIATIVA avvierà un altro Pier Giorgio Bollati, tra i fondatori di ITALIANA CHE CONIUGA UNA FILIERA più di una foreForever Bambù, la prima iniziativa per 1,5 milioni). STRUTTURATA CON L’ATTENZIONE sta o bosco traitaliana che coniuga una filiera strut«La quota base PER IL PIANETA E I SUOI TERRITORI dizionale. «L’apturata con l’attenzione per il pianeta e per l’aumento di porto benefico all’ambiente è il nostro per i territori attraverso la coltivaziocapitale è di 2.850 euro», spiega a Ecoorgoglio», sottolinea il presidente di ne del bambù gigante, nonché la prima nomy il presidente Emanuele Rissone. Forever Bambù Emanuele Rissone: società di creazione di foreste a sco«Forever Bambù 27 è una startup in«adottiamo un approccio “gentile”, po industriale, lanciano la loro call to novativa che grazie al DL Rilancio di scegliendo la filosofia naturale e sosteaction: «Siamo in un’epoca di grande maggio 2020 permette a tutti i nuovi nibile del biologico e della biodinamicambiamento. Sociale, umano ed ansoci di recuperare ben il 50% dell’inca fin dalla nascita di Forever Bambù che climatico», dicono a Economy. «È tero importo versato. È per noi un monel 2014». il momento di agire per lasciare un’immento unico perché il 50% di recupeA sei anni dalla fondazione, oggi Forepronta positiva sul pianeta». Puntanro fiscale è una cifra mai vista prima ver Bambù riunisce 27 società agricole do, appunto, sul bambù gigante: un d’ora che dà un ulteriore impulso al

C

20


nostro progetto». Per capirci: investendo 28.500 euro (equivalenti a dieci quote), si potranno detrarre 14.250 euro dal 2021. «Il valore di queste dieci quote, quando saremo quotati in Borsa, sarà equivalente a circa 40.000 euro, per cui il valore delle quote sarà più che raddoppiato». Innovazione, sostenibilità e importante marginalità, oltre che un nuovo mercato nel quale i primi detteranno le regole: Forever Bambù è il first mover del settore, con un modello di sviluppo e di investimento che dalla visione di Emanuele Rissone, nel 2014, ha dato il via a 27 società agricole partecipate da una holding che sta per diventare società per azioni e infine si quoterà in Borsa. Un excursus da record, con un orizzonte temporale a lungo termine: «Forever Bambù propone un investimento a medio/lungo periodo, fondato su asset patrimoniali importanti che le garantiscono solidità e ridimensionamento del rischio», conferma Emanuele Rissone. «Forever Bambù infatti acquista tutti i suoi terreni e le piante che mette a dimora, perché la terra è un elemento fondamentale per il cam-

PIER GIORGIO BOLLATI ED EMANUELE RISSONE

biamento. Tra gli obiettivi c’è quello di riattivare terreni fermi da qualche anno o lustro per renderli nuovamente operativi. E siamo attenti al cambiamento nelle tecniche di coltivazione e nel rispettare i tempi della natura: tutte le società sono certificate Biologico e Biodinamico, che amo definire come la Ferrari del biologico. Insomma una

netta inversione di rotta, grazie all’adozione di nuovi modelli produttivi e comportamentali sostenibili, che tutelino l’ambiente e le preziose risorse del nostro pianeta». «Se a tutto questo aggiungiamo l’unico elemento positivo che il periodo Covid ci ha lasciato», conclude Bollati, «ovvero il Decreto Rilancio, che prevede la possibilità di detrarre dall’Irpef il 50% di quanto investito in una startup innovativa e che Forever Bambù è StartUp innovativa fin dalla sua costituzione, che diventeremo SpA e saremo un riferimento per il mercato italiano ed europeo (dal momento che affronteremo la nostra quotazione su una Borsa internazionale) questo aumento di capitale è la miglior occasione di chiudere il 2020 e di iniziare il 2020 con il passo giusto per diversificare, investire e fare del bene al pianeta». Aumento di capitale: Bit.ly/opportunita-fb Centralino: 02 400 31 483 Mail: segreteria@foreverbambu.com Sito: www.foreverbambu.com WhatsApp: +393485860329

LA SOSTENIBILITÀ CHE DURA NEL TEMPO Il bambù gigante (il Phyllostachys Pubescens, comunemente chiamato Moso) coltivato da Forever Bambù non è un albero e quindi non si comporta come tale: «È una pianta che vive grazie ad un complesso sistema di rizomi sotterranei che nell’arco di una decina d’anni vanno a colonizzare l’intero terreno a disposizione», spiega il ceo Emanuele Rissone. «Perciò quando tagliamo una pianta in realtà non la stiamo uccidendo, come accade per gli alberi: la stiamo solo potando. In pratica, lo sforzo va fatto nei primi anni, in cui dobbiamo piantumare le piante madri piccole

e curarle fino a farle diventare una vera e propria foresta. A quel punto non necessitano più di cure, perché la foresta si auto-gestisce, non richiede concimi, acqua e fertilizzanti e produrrà legna e germogli per decenni. Le foglie sono presenti 12 mesi all’anno, quindi la quantità di ossigeno che producono è fenomenale: il 35% in più di qualsiasi altro impianto arboreo». Proprio questo è uno degli aspetti più interessanti del bambù gigante: la sua capacità di assorbire CO2 in quantità 36 volte maggiori rispetto a quanto farebbe una foresta o bosco tradizionale, purificando

l’aria e generando benefici duraturi nel tempo. Non solo: il bambù è un materiale sostenibile al 100% che trova innumerevoli applicazioni, dall’edilizia al mercato agroalimentare, dal settore tessile al design. «a sua resistenza, versatilità e leggerezza ne fanno il perfetto sostituto dell’inquinante plastica», aggiuge il ceo di Forever Bambù, che da ottobre supporta insieme ad AWorld la campagna ActNow delle Nazioni Unite che si pone l’obiettivo di sensibilizzare le persone sull’impatto delle azioni individuali nel contrasto della crisi climatica. «In particolare Forever

Bambù lancerà una serie di sfide alla community dell’app AWorld invitando gli utenti a limitare con gesti concreti le proprie emissioni di CO2 e impegnandosi a raddoppiare i risparmi ottenuti attraverso la piantumazione di piante di bambù».

21


COVERSTORY MODELLI

FINANZIARE L’INNOVAZIONE CON UNA... VISIONE Nata nel 2010 per la consulenza finanziaria, Progetto Impresa si è evoluta fino a diventare un polo di innovation management unico sul territorio. Attirando in Puglia start-up anche da fuori regione di Riccardo Venturi

O

ggi più che mai, l’innovazione è la chiave per crescere. Ma per poter innovare con successo, oltre a un progetto vincente ci vogliono le risorse per poterlo implementare. Progetto Impresa è specializzata proprio in questo: nel trovare i finanziamenti per le aziende innovative, dopo averle aiutate a migliorare il loro progetto. «Siamo un vero e proprio incubatore di idee» dice il direttore generale di Progetto Impresa Sebastiano Gadaleta, «aiutiamo i nostri clienti-partner a implementare il loro progetto dopo averlo migliorato insieme, analizzando quel che fanno i competitor e la sostenibilità di progetto. Ma soprattutto troviamo tutti i finanziamenti necessari per farlo diventare un successo». Si sono affermati così tanti progetti innovativi, inclusi quelli che prevedono l’utilizzo di HoloLens, il visore per la realtà aumentata di Microsoft, per vedere prodotti o per fare formail 45% dei nostri clienti proviene da zione a distanza. Progetto Impresa fuori regione e si è venuta a instalconosce a fondo tutte le agevolaziolare nella regione anche per approni legate all’innovazione, di finanza fittare dei fondi. Avendo un’idea che ordinaria, straordinaria e agevolata, funziona sul mercato globale dovunda quelle del piano Industria 4.0 ai que ci si trovi, su nostro consiglio si crediti di imposono ubicati qui sta per ricerca PROGETTO IMPRESA OFFRE CONSULENZA perché hanno PER L’INNOVAZIONE SIA DI PROCESSO CHE e sviluppo, dai DI PRODOTTO, INTERNAZIONALIZZAZIONE trovato un conbandi regionali testo favorevole E INSERIMENTO IN RETI DI IMPRESE a quelli europroprio rispetpei; in certi casi aiuta a realizzare to ai finanziamenti». progetti a costo zero, e la sua ubicaSpesso Progetto Impresa diventa zione nel sud del Paese è molto utile partner delle aziende che contriallo scopo. «La Puglia è una regione buisce a innovare. «I progetti hanmolto favorevole rispetto alla possino una minima durata di 24 mesi» bilità di accedere a bandi e risorse sottolinea Gadaleta, «quindi divena fondo perduto» osserva Sebastiano tiamo dei tutor, dei manager a proGadaleta, direttore generale di Progetto. Avendo esperienze in ambito getto Impresa, «posso attestare che finanziario, di export management,

22

di marketing, veniamo coinvolti come figure professionali all’interno del flusso del progetto. Molte volte si sono create sinergie tali da poter partecipare alle attività; abbiamo clienti affezionati che si trovano bene con la nostra consulenza, e dopo la prima innovazione ne creano delle altre, finché alla seconda o alla terza spesso ci vogliono coinvolgere come attori principali». Nei suoi primi dieci anni di attività, il team di Progetto Impresa ha compreso che l’innovazione è efficace se è calata in modo corretto nella realtà aziendale e in quella di mercato; e anche i finanziamenti vanno saputi trovare e utilizzare in modo corretto. «A livello nazionale per esempio abbiamo dei programmi di industria


IL DIRETTORE GENERALE DI PROGETTO IMPRESA SEBASTIANO GADALETA (AL CENTRO) CON IL SUO TEAM

4.0» dice Gadaleta, «ma questi programmi spesso hanno visto degli errori in sede di impostazione da parte dei fruitori stessi. Si sono verificati casi in cui gli imprenditori hanno fatto delle innovazioni non necessarie, perché non c’era un mercato a richiederle. Oppure in cui è stato realizzato qualcosa di non applicabile al contesto aziendale di riferimento. Questo perché spesso manca un’attività di design dell’innovazione». Progetto Impresa insomma mette in guardia le aziende: non si deve credere che l’innovazione fine a se stessa possa far crescere il business, il rischio in caso contrario è sprecare risorse ed energie. «Anzitutto devi chiederti quali sono i tuoi bisogni in termini di processo e di prodotto, e poi affidarti a professionisti che possano eseguire insieme a te l’analisi della tua azienda» rimarca il direttore generale di Progetto Impresa, «questa analisi, infatti, ti consente di identificare i segmenti di mercato con cui la tua impresa deve confrontarsi, i prodotti di riferimento allo stato attuale e le evoluzioni aziendali possibili». Un’azienda che produce alimentari, per esempio, è ben diversa da una che fa software. Quest’ultima ha delle dinamiche che tendono già di per sé all’innovazione del prodot-

re verificare quali possono essere i to, mentre quella che fa alimentari miglioramenti più opportuni e funha delle variabilità legate a trend di zionali al business». Dall’esperienza mercato non connesse all’innovaziocome direttore ne. «Dall’anaNEGLI ANNI LE CONSULENZE generale di Prolisi emerge se l ’ i n n o v a z i o n e DI PROGETTO IMPRESA HANNO PERMESSO getto Impresa FINANZIAMENTI PER UN TOTALE Sebastiano Gadeve riguardaDI 64 MILIONI DI EURO daleta ha tratto re il prodotto un volume in fase di pubblicazione, oppure se a necessitare di essere in“Innova senza errori”. «Si tratta di novato è il processo di produzione» un manuale operativo» spiega l’aurileva Gadaleta, «se l’azienda ha un tore, «che racchiude la mia formula mercato in stagnazione occorre veriper gestire con successo l’innovazioficare quali sono le variabili da insene. Un’analisi sugli errori da evitare, rire a livello di prodotto. Se, invece, ricca di citazioni di casi di successo ha già un mercato in crescita, occorinnovativo, in Puglia e non solo». Una parte fondamentale del libro di Gadaleta riguarda il tema dei finanziamenti. «Applicando questo metodo abbiamo sviluppato progetti innovativi insieme ai nostri clienti-partner» puntualizza il dg di Progetto Impresa, «con i quali abbiamo raggiunto un risultato di circa 64 milioni di investimenti innovativi finanziati nella presente programmazione». L’attività procede a pieno ritmo nonostante la pandemia. «Stiamo lavorando tantissimo, per fortuna c’è un’Italia che non si ferma, che nonostante tutto crede nell’introduzione delle tecnologie e nel cambiamento: la stiamo aiutando a innovare» conclude Sebastiano Gadaleta. www.progettoimpresasrl.it www.sebastianogadaleta.it

23


COVERSTORY MODELLI

«Col nostro crowdfunding cresce anche il mattone» Recrowd, la piattaforma di crowdfunding fondata da Gianluca De Simone, Simone Putignano e Massimo Traversi, ha superato il milione di euro di raccolta nel primo anno di attività di Maddalena Bonaccorso UNA MODALITÀ INNOVATIVA E SMART PER OFFRIRE A TUTTI LA POSSIBILITÀ DI INVESTIRE NEL MERCATO IMMOBILIARE. ANCHE A CHI NON HA GRANDI DISPONIBILITÀ ECONOMICHE, MA VUOLE COMUNQUE SFRUTTARE I RENDIMENTI DEL CARO E VECCHIO MATTONE. Recrowd, società di lending

questa attività la creazione di un blog a tema finance. Questa duplice attività ci ha spinti a unificare la passione per l’immobiliare con un nuovo mezzo, il crowdfunding, che nel 2018 non era conosciuto e diffuso come oggi.

Ci spiegate come funziona esattacrowdfunding nel settore immobiliare, mente il crowdfunding immobiliare? nasce dall’idea di Gianluca De Simone, Tutte le aziende che operano nel setSimone Putignatore immobiliare NEL 2019 RECROWD È STATA PREMIATA no e Massimo riescono a sviCOME UNA DELLE 8 STARTUP INNOVATIVE Traversi e perluppare progetti MILANESI DA SPEEDMIUP, L’INCUBATORE mette appunto tanto più interesDELL’UNIVERSITÀ BOCCONI di finanziare un santi e redditizi progetto immobiliare in cambio di una quanto più capitale disponibile posremunerazione: diversificando gli insiedono per acquisirli o per compiere vestimenti a proprio piacimento a sedeterminati tipi di attività, che possono conda dei progetti scelti e partendo da essere semplici costruzioni o operaziouna somma di soli 250 euro. I giovani ni finanziarie che richiedono più capifondatori hanno da poco raggiunto un tale. Il crowdfunding permette, come milione di raccolta in crowdfunding e strumento di finanza alternativo, di nel 2019 sono stati premiati da Speedavere più disponibilità di denaro, quinMiup, incubatore dell’Università Bocdi più capitale per queste operazioni: è coni, come una delle 8 startup innovacome se fosse un vero e proprio canale tive della realtà milanese. alternativo di finanziamento. Economy ha intervistato il Chief executive officer Gianluca De Simone e il Un canale alternativo completamenChief investor officer Simone Putignate digitale, quindi. no, entrambi venticinquenni. Esatto, completamente digitale e democratico per l’utente finale. Il Qual è stata l’ispirazione che vi ha crowdfunding permette infatti a tanportati a fondare Recrowd? ti investitori, ai quali piace il settore Qualche anno fa, con le nostre famiimmobiliare ma che magari non hanno glie, abbiamo iniziato a investire nel disponibilità economica per acquistamercato immobiliare. Affiancando a re un intero appartamento, di parte-

24

cipare a un progetto di crowdfunding proposto da un’azienda che ha bisogno di capitali. L’insieme di tanti investitori consente di portare avanti il progetto.

Qual è la somma minima richiesta a chi desidera investire sulla piattaforma? Si parte da 250 euro, proprio per dare la possibilità a tutti di iniziare. Anzi, adesso vorremmo abbassare questa quota e portarla a duecentocinquanta. Però abbiamo molti investitori che mettono a disposizione quote ben maggiori. L’idea di fondo è farne un canale di finanziamento alternativo rispetto alle banche, per società medio-piccole e uno strumento per investitori retail, non professionali, desiderosi di investire qualche risparmio in un settore

SIMONE PUTIGNANO, CIO DI RECROWD


che rende al momento più dei classici prodotti bancari o postali.

A quanto ammontano questi rendimenti? Generalmente i rendimenti dei microprestiti aggregati che vengono fatti in crowdfunding variano dal 7% all’11% annuo. Poi comunque è tutto molto variabile, perché l’interesse viene sempre concordato con il proponente: il crowdfunding infatti non è una competizione, è un prodotto che cambia e quindi viene proposto in modo differente da progetto a progetto. Anche nel caso del crowdfunding le scelte sono legate al rischio. Vero è che il rischio nel settore immobiliare è molto basso, però il proponente deve comunque pagare un interesse, che in caso sia più alto riduce il margine di guadagno. Avete da poco raggiunto un milione di euro di raccolta in crowdfunding. È un traguardo importante? Questo traguardo per noi è fondamentale. Soprattutto come percentuale di crescita, perché nell’ultimo trimestre abbiamo incrementato la raccolta del triplo rispetto a quanto raccoglievamo nei mesi precedenti. Abbiamo dunque grandi prospettive. Nel 2021, Covid permettendo, arriveremo probabilmente a 3 o 4 milioni di raccolta. E da lì in poi ci saranno svolte interessanti. Quali, per esempio? Vorremmo sviluppare un mercato se-

GIANLUCA DE SIMONE, CEO DI RECROWD

condario, dove si possono vendere e comprare i microprestiti già effettuati, i progetti cui si è partecipato in crowdfunding: questo per rendere ancora più liquido l’investimento. Se io partecipo a un progetto della durata di 12 mesi e dopo 6 mesi voglio vendere la mia partecipazione, in quel caso potrei farlo. Questo renderebbe Recrowd una specie di exchange, una Borsa. Dove al posto di vendere e comprare titoli si vende e si compra la partecipazione a un progetto.

frite solo progetti residenziali? Al momento non abbiamo ancora alberghi in crowdfunding, ma probabilmente in futuro ci saranno. Per adesso la principale differenziazione tra i diversi progetti è la tipologia di immobili (appartamento, villa, villetta unifamiliare). Le varie categorie si differenziano sia per la resa che per il tipo di progetto, quindi possiamo dire che il processo di crowdfunding è sempre uguale come modalità, ma il progetto sottostante ti garantisce un rendimento piuttosto che un altro. Per esempio, la categoria Exclusive prevede una resa dal 10% al 13%, la categoria Relax dal 7 al 9 annuo.

Quali sono i progetti che proponete? Sulla piattaforma si trovano parecchie tipologie di progetti diversi. Possono provenire dal mercato libero, da un’asta, dal saldo e stralcio, da costruzioni La pandemia da Covid-19 ha impatnuove, da credito d’iva su aziende imtato sul vostro sviluppo? mobiliari. Tutte queste diverse cateNon ci ha causato gorie vengono RECROWD FA DA INTERMEDIARIO enormi problemi, specificate nelle TRA CHI SVILUPPA IL PROGETTO però purtroppo sezioni che sono IMMOBILIARE E L’INVESTITORE. I RITORNI ha bloccato un evidenziate sulATTESI VANNO DAL 7 AL 13 PER CENTO grosso progetto la piattaforma. estero che stavamo portando avanti e I progetti sono promossi da aziende che avremmo caricato all’interno della diverse, e quindi l’investitore trova piattaforma proprio in questi mesi. Il in evidenza l’azienda che lo propone, lockdown ha bloccato i cantieri, le cocome pensa di strutturare il progetto, il struzioni che partono da zero e questo business plan, il motivo per il quale sta progetto era infatti una nuova realizzachiedendo quei capitali. Noi funzioniazione. Proprio per abbassare il rischio, mo da intermediari. Il minimo comun quindi, abbiamo deciso di trattare per denominatore dei progetti sono i prinil momento solo operazioni di acquisto, cipali dati: cioè rendimento, tempistica ristrutturazione e rivendita: intanto e investimento minimo per partecipare. perché garantiscono una maggiore velocità e minori imprevisti. Si può partecipare anche a investimenti per strutture ricettive od ofAvete tracciato l’identikit dell’investitore-tipo di Recrowd? Sicuramente si colloca in una fascia d’età che va dai 40 ai 60 anni ed è una persona che ha un po’ di risparmi da parte. Non parliamo di grandi capitali, ma comunque di una buona capacità di investimento. Iniziano magari con un progetto piccolo, investendo anche poco per capire il funzionamento e appurare i rendimenti e poi cominciano a mettere in campo i capitali differenziando i progetti. Al momento abbiamo circa 1.300 utenti registrati sulla piattaforma, 660 dei quali sono investitori con il wallet attivo.

VOGLIAMO CREARE UNA BORSA PER GLI INVESTIMENTI IMMOBILIARI

25


La casa dei tuoi sogni, il mutuo perfetto per te. 24MAX Spa è la Società di Mediazione Creditizia ideata e realizzata per dare una risposta concreta all’esigenza di consulenza finanziaria della clientela che compra casa affidandosi ad una Agenzia Immobiliare RE/MAX, in tempo reale. 24MAX è partecipata da RE/MAX Italia Spa e 24Finance Spa. Lo scopo è di completare la Customer Experience della clientela dalla scelta dell’abitazione all’ottenimento delle risorse finanziarie necessarie per completare l’acquisto. Nelle 450 agenzie RE/MAX in cui operano oltre 4.300 Consulenti immobiliari, che nel 2019 hanno intermediato circa 30.000 transazioni, sono presenti 77 corner finanziari allestiti e 25 in fase di allestimento dei nostri Credit Specialist, professionisti selezionati tra i migliori presenti sul mercato del credito per la loro professionalità ed esperienza. Affidati ad un Credit Specialist 24MAX, insieme realizzeremo il tuo sogno!

24max.it


MODELLI

Mi faccio una barca e ne ricavo un reddito La formula per acquistare e godere di un’imbarcazione di lusso, pagandola un terzo e generare utili: è l’originale offerta del franchising nautico avviato da Alessandro Lucarelli, in arte Lucas

di Paola Belli Devo dire con tutta sincerità che sono sorpreso anch’io, non tanto dalla bontà del progetto in cui credevo e credo fermamente, ma dalla capacità e velocità con cui imprenditori di successo hanno nel mondo della capito della geLO YACHT SI RIPAGA DA SOLO PERCHÉ nautica, avendo nialità della forintrodotto un LE SETTIMANE DI ALTISSIMA STAGIONE mula e dei rendiRENDONO ALL’AFFILIATO UN UTILE PER nuovo modo di menti che questo PAGARE IL LEASING DELL’INTERO ANNO acquistare la proinvestimento può pria imbarcazione, godere del proprio generare. Il franchising nautico MadMax bene e farne anche un business di sucpermette loro di comprare un’imbarcacesso. zione nuova pagandola un terzo del suo valore, averla costantemente manutenuLucas, già è impressionante sentir ta per usarla quando vogliono e metterparlare d franchising nautico, ma la a reddito quando non la usano. vedere il numero impressionante di Questa cosa di pagarla un terzo del affiliati che hanno abbracciato il suo suo valore si fa sempre un po’ di fatica business, va decisamente oltre. a crederci…

PARLARE CON LUCAS (AL SECOLO ALESSANDRO LUCARELLI), ECLETTICO IDEATORE E TITOLARE DEL MARCHIO MADMAX FRANCHISING NAUTICO ERA UN DOVERE, tanto ha destato interesse

È la cosa più semplice da capire! L’affiliato acquista la propria imbarcazione con un acconto del 35 per cento ed accendendo un leasing a sette anni. Le otto settimane di altissima stagione (impossibili da non vendere), rendono all’affiliato un utile per pagare il leasing di un intero anno, quindi il leasing non è un suo problema, anzi: la barca si ripaga da sola! Le altre settimane vendute producono gli utili dell’affiliato. Ma chi trova le settimane da vendere? Siamo direttamente noi, che con la nostra rete internazionale di booking ci occupiamo di vendere le settimane, ma comunque lasciamo aperta la possibilità che anche l’affiliato possa partecipare alla vendita, coinvolgendo amici, colleghi di lavoro o propri clienti importanti, in modo da avere un ulteriore utile (si, siamo noi che paghiamo l’affiliato per il lavoro svolto di mediazione!) e creare così una vera sinergia tra l’affiliato e la casa madre. Ci sono vantaggi fiscali? Ci sono enormi vantaggi fiscali. Il primo in assoluto è che l’affiliato non risulta possedere un bene di lusso, ma al contrario diventa proprietario di un bene strumentale che produce reddito. Il secondo è che l’iva sull’acquisto, grazie alla formula del leasing nautico, non è dovuta.

27


COVERSTORY MODELLI

E i costi di gestione? Sono bassissimi, molto lontani dall’immaginario comune. I nostri affiliati possono alare il loro catamarano nel nostro cantiere con 250 euro, hanno diritto ad un posto barca per tutto l’inverno a 1000 euro e l’invernaggio dei motori costa una banalità. Cose difficili da credere per coloro che per anni hanno pagato ben altre cifre, ma noi siamo la riprova che con l’esperienza pluriennale nel settore, tutto questo si può fare. Fantastico, quali sono gli altri punti salienti del progetto? Lo skipper a bordo, sempre. L’affiliato non vuole che la sua imbarcazione sia “data in pasto” ai vacanzieri della domenica che, un po’ per imperizia e un po’ per menefreghismo distruggono letteralmente le barche nel giro di qualche anno. Al contrario, lo skipper a bordo da un servizio di eccellenza al cliente che viene fidelizzato ed al contempo manutiene in tempo reale il catamarano. Un ulteriore vantaggio è che al momento della rivendita il catamarano avrà mantenuto un prezzo più alto rispetto a quelli che hanno navigato senza skipper a bordo. Quali tipologia di barche proponete? Esclusivamente catamarani dai 12 ai 23 metri che ospitano fino a 12 clienti oltre l’equipaggio. Il catamarano è il mezzo per fare la vacanza al mare perfetta, il mezzo che permette anche ai neofiti, quelli che sono sempre andati in albergo 5 stelle, in villa al mare o nel club esclusivo, di essere accompagnati verso questa nuova vacanza, non più al mare, ma sul mare. Tutto questo senza rinunciare ai propri confort e con il plus di essere sempre al centro dei posti più belli, cambiando scenario due volte al giorno, accompagnati e serviti dal nostro staff, rigorosamente preparato e selezionato attraverso dei corsi professionali interni all’azienda. Quanti sono gli imprenditori che ad oggi

28

si sono affiliati al brand? Ad oggi sono 16 gli affiliati che hanno scelto il Brand MadMax Franchising nautico, acquistando catamarani che si collocano in una fascia di prezzo tra i 350.000 ed il milione di euro circa. È notizia fresca che un affiliato, dopo la sua seconda stagione fatta con il suo catamarano, ne ha ordinato un altro da mettere in flotta, dimostrazione inequivocabile della bontà del progetto MadMax. Quali sono gli step per affiliarsi? Il primo step è l’acquisto del catamarano versando una prima tranche di soli 35.000 euro per far partire la produzione del catamarano (nel caso di un Lagoon 40), dopo circa 12 mesi , poco prima del varo, si versa la seconda tranche di circa 90.000 euro, il resto in Leasing a 7 anni che, come dicevo prima, si ripaga da solo. Il secondo step, contestualmente all’acquisto, è affiliarsi alla rete della MadMax Franchising nautico. Il terzo step è godere del bene e vedere realizzarsi il sogno di anni, lasciando a dei professionisti le complessità e le problematiche della gestione. Si dice che un armatore è felice in due momenti: quando compra la barca e quando la rivende…. Noi siamo l’anello di congiunzione tra questi due momenti, rendendo felice tutto quello che sta nel mezzo, cioè una barca sempre pronta per andarci in vacanza, che si paga da sola sia il costo del Leasing che quello di gestione e che a fine anno genera degli utili importanti all’affiliato. MadMax Franchising nautico S.r.l. Via Aurelio Lampredi 81 57121 Livorno info@madmaxcharter.it +39 371 323 4379 +39 371 323 4443 www.madmaxcharter.it


UNA NUOVA FORMULA PER SCEGLIERE IN MODO INTELLIGENTE IL SOLITARIO PER LA PROPOSTA DI MATRIMONIO

Anelli di fidanzamento senza sorprese Una nuova formula per scegliere in modo intelligente il solitario per la proposta di matrimonio. Intervista a Barbara Faccendoni, Responsabile PR Diamitaly di Alessandra Onnis NASCE A MILANO L’AZIENDA SPECIALIZZATA IN ANELLI DI FIDANZAMENTO CHE REGALA AL FUTURO SPOSO UN CORSO DI FORMAZIONE PER CONOSCERE TUTTI I SEGRETI DEL DIAMANTE. Ne parla Barba-

ra Faccendoni - Responsabile PR Diamitaly.

Da quale idea nasce Diamitaly? Quando un uomo si trova nella necessità di scegliere l’anello solitario per la proposta di matrimonio, entra nel mondo a lui sconosciuto del diamante e spesso incontra grosse difficoltà, non avendo dei parametri

per scegliere in maniera razionale. Nei negozi e nei siti di ecommerce, si trovano dei prodotti a prezzi molto diversi e non si sa come valutarli. Anche affidandosi al certificato gemmologico che talvolta è a corredo del gioiello, la selezione è difficile e genera nel cliente le solite perplessità: “Quello che sto comprando vale davvero il suo prezzo? La mia partner lo apprezzerà? Mi pentirò di questo acquisto?” Diamitaly nasce proprio da questa esigenza: risolvere i dubbi del cliente e fare in modo che possa ottenere il meglio dalla sua spesa, preparandolo a selezionare il diamante attraverso una formazione gratuita che avviene prima dell’acquisto. Il risultato è che il cliente sa esattamente cosa ha acquistato, avendo scelto personalmente e con consapevolezza la gemma montata sull’anello selezionato. Questa formula ha avuto successo? Dal 2018, quando Diamitaly è stata fondata, abbiamo ricevuto nel nostro showroom diverse centinaia di clienti e la loro soddi-

sfazione si può leggere nelle numerosissime recensioni presenti online, tutte a 5 stelle.

Diamitaly non ha un negozio su strada. Come fate a raggiungere il vostro pubblico? I clienti provengono da Internet, ma soprattutto dal passaparola. Chi entra nel nostro showroom, viene seguito individualmente da un esperto gemmologo, quindi è necessario richiedere online un appuntamento. Quale sarà il futuro di Diamitaly? Visti i risultati ottenuti in soli due anni di gestione, sicuramente il prossimo step sarà quello di replicare questo format in altre città italiane.

29


COVERSTORY MODELLI

LA REAZIONE CHE RIVOLUZIONERÀ LA NAUTICA Nella sua Sealence di Buccinasco William Gobbo ha inventato un propulsore che cambierà i paradigmi dello shipping: un idrogetto fuoribordo lineare, sommerso, silenzioso, elettrico, veloce e sostenibile di Sergio Luciano

B

uccinasco non somiglia a Menlo Park. E questa fabbrica di brevetti tecnologici avanzatissimi chiamata Sealence non è il garage di Thomas Alva Edison: ma si inventa anche qui, e tanto. Sealence è un grande, pulitissimo capannone dove a piano terra si lavora e nell’ammezzato alcune delle “teste d’uovo” che stanno facendo l’impresa vivono in una confortevole foresteria. Qui si sta reinventando il motore, quello nautico per la precisione. Nautico e subacqueo: e così ci viene in mente anche il capitano Nemo, altro grandissimo inventore. In fondo, il motore prodotto da Sealence si chiama DeepSpeed. “Profondità veloce”. Come il Nautilus. Sealence produce un motore nautico straordinario, elettrico, potentissimo, WILLIAM GOBBO, A SINISTRA, ED ERNESTO BENINI CON UN MODELLINO DI MOTOSCAFO ATTREZZATO CON IL DEEPSPEED subaqueo. Un idrogetto di nuova conceFca. Impegnato su progetti supervisiozione, fuoribordo, silenzioso. Rivoluzionomi e dei marchi. nati direttamente da Sergio Marchionne, nario: con una resa energetica superiore «Mi hanno aiutato a strutturare la finanper esempio l’ottimizzazione dei flussi del 30% ai migliori idrogetti tradizioza aziendale, poi tra la fine del 2018 e la di tesoreria. Da sempre, con l’hobby, anzi nali, che sono tutti entrobordo. Un’idea primavera 2019 abbiamo vinto i bandi la passione, per la nautica. geniale che sarà per la navigazione – non Smart and Start di Invitalia, Intraprendo «Dunque l’idea di base è del 2007. Ma “potrà essere”: sicuramente sarà – quel di Regione Lombardia, un finanziamento per anni non c’è stato abbastanza temche il common-rail è stato per il motore Horizon Sme Fase 1 e altri quattro banpo, non abbastanza denaro. Comunque, diesel: un salto quantico. di nazionali», racconta William. «Fino a incomiciai. Con «Nel 2007 si guaquel momento, il team aveva lavorato IL PRODOTTO HA GIÀ OTTENUTO i primissimi colstò il motore del nell’ombra, la segretezza era la prima LE NECESSARIE COPERTURE laboratori arrimio motoscafo», forma di difesa. Poi abbiamo ottenuto BREVETTUALI E IN POCHI ANNI L’AZIENDA racconta William È STATA VALUTATA 33,5 MILIONI DI EURO vammo a fare i tutte le necessarie tutele brevettuali… in primi prototipi. Gobbo, l’imprenEuropa, in Australia, stiamo finalizzando Il settimo funzionava bene. Era il 2017. ditore-inventore, un signore garbato e i brevetti mondiali. E così nel luglio del Fu allora che decisi di tentare il salto di cordiale, originario di Bova Marina (Reg2019 abbiamo fatto coming-out con un qualità: raccogliere fondi. Presentai il gio Calabria, contrada di mare) e nato a crowdfunding. Abbiamo tirato su 500 prototipo al professor Ernesto Benini, Milano, informatico, caratterialmente mila euro con una campagna su Crowdell’Università di Padova. Uno dei masquasi timido, ma determinato, lucido e dfundme. Abbiamo aggregato in pochi simi esperti al mondo di fluidodinamica. tenace come pochi. «Quel motore beveva giorni 126 investitori, una campagna reGlielo mostrai in funzione. Si entusia600 euro all’ora di benzina. Non ricordo cord… grazie all’interesse suscitato dalla smò, all’istante». più quanto sarebbe costato ripararlo. forza della nostra innovazione. Nell’apriNel 2018 arrivarono i primi finanzia‘Me ne faccio uno nuovo’, mi dissi: ‘Eletle del 2020 abbiamo emesso un prestito menti, da due angel-investors: la famitrico!’ L’idea mi venne così». convertendo per un altro mezzo milione glia de Brabant e Maurizio Nicolis di RoPer la sua “prima vita” da superdirigendi euro, e l‘abbiamo collocato in quattro bilant, a capo di una delle più importanti te industriale, William ha lavorato come giorni. In questi giorni stiamo finalizzanagenzie di branding europea, autrice dei project manager. Dal Banco Bpm alla do un aumento di capitale da 7 milioni di

30


euro, il gioco è diventato grande. Stiamo semplicemente sviluppando la propulsione navale più efficiente che sia mai stata concepita. Il sistema industriale l’ha capito. Spenderemo meno per arrivare prima e l’acqua sarà l’unica impronta che lasceremo dietro di noi». Il vantaggio competitivo di quest’invenzione assoluta risiede nelle innovazioni fluidodinamiche che William e i suoi hanno apportato a una propulsione tecnologicamente matura, appunto l’idrogetto classico: l’idea chiave che fa fare al DeepSpeed un salto tecnologico quantico è che nell’idrogetto classico l’acqua per entrare nel motore deve superare un gomito, risucchiata da una pompa, e viene poi espulsa dalla turbina. In DeepSpeed, invece, l’acqua entra ed esce, creando la spinta propulsiva, senza curve viziose, in un flusso assolutamente lineare. Questo è il cuore dell’innovazione, che garantisce un risparmio di energia tra il 30 e il 50% rispetto a un idrogetto classico. A parità di forza propulsiva si risparmia il 50%. Se si spinge di più, si scende al 30% ma si superano di molto i limiti di velocità degli idrogetti classici e delle eliche. «Tutto qui – dice William, con semplicità – Ma da noi sono già passati quasi tutti i grandi marchi della motoristica navale del mondo, dalla Wartsila a Zf. La nostra innovazione è dirompente, l’hanno capito tutti». La start-up innovativa Sealence oggi conta su 3 professori, 11 progettisti e 5 designer/creativi, tutti organizzati come solo un project manager sa fare, sono

IL DISEGNO IN SEZIONE DI UN SUPERYACHT ATTREZZATO CON DUE PROPULSORI DEEPSPEED DELLA SEALENCE

pochi ma sembrano strutturati come in ma per la diportistica, poi i grandi yacht, una grande azienda efficiente. Ed è tutpoi lo shipping commerciale oceanico. to – sono tutti! - necessari per gli ulte«Questo motore non è un idrogetto clasriori passi di perfezionamento di un’insico – spiega William Gobbo, e quando venzione che però già fa materialmente illustra la sua creatura gli brillano gli ocmostra di sé spingendo a velocità folle chi – è un jet fuoribordo di ispirazione un motoscafo da aeronautica, che IL MOTORE È UN JET FUORIBORDO competizione viene collocato DI ISPIRAZIONE AERONAUTICA CHE sulle acque del sotto la linea di OTTIMIZZA LA FLUIDODINAMICA laghetto di Buccigalleggiamento, PER NON DISPERDERE POTENZA nasco, a due passi quindi immerso dalla fabbrica, e un off-shore smontato e nell’acqua sotto la barca, centralmente riconfigurato ad hoc. Il direttore tecnico o, se doppio, sui due lati della chiglia. Il è un mago dei motori e della velocità, motore elettrico anulare e il sistema di Marco Cassinelli, ex direttore tecnico in pale che gira nell’acqua sono integrati MV Agusta, con un passato in Alfa Ronella gondola, questo guscio a forma di meo, Lamborghini, Audi e Maserati. E baccello, con le pareti spesse circa tre così Sealence conta tra circa un anno di centimetri. Le pale interne, girando vorpassare alla commercializzazione. Priticosamente, espellono l’acqua verso la poppa e spingono avanti l’imbarcazione. Questo prototipo ha una potenza di 280 cavalli». «Non voglio essere troppo tecnico – precisa William, mentendo – ma bisogna capire un passaggio. La quantità di acqua che la pompa dell’idrogetto classico riesce ad aspirare non riesce a superare un limite dato dalla struttura dei condotti, che diventa una specie di freno: gli ingegneri lo chiamano inlet statico. Il nostro motore non subisce questo tipo di freno, ed anzi la quantità di acqua che vi entra aumenta con l’aumentare della velocità. Inoltre, il nostro motore non ha un perno centrale, l’idrogetto classico e l’elica

31


COVERSTORY MODELLI

WILLIAM AL LAVORO COL TEAM DI SEALENCE. IN BASSO, DUE ANGOLAZIONI DEL MOTORE DEEPSPEED

sì. Non esisteva nulla del genere, prima, nella nautica». Naturalmente, DeepSpeed è un motore bagnato, cioè strutturato per non aver bisogno di tenuta stagna per funzionare, né il sale dell’acqua marina lo impensierisce: «Tutti i materiali sono avanzatissimi», sottolinea William, orgogliosamente. Però attenzione: per i ragazzi di Buccinasco, inventare non è più soltanto un hobby. Un piacere, sì: ma è diventato un business. Il loro obiettivo è ambiziosissimo: invadere il mercato. Producendo in proprio i motori più piccoli – si fa per dire - per la diportistica: imbarcazioni dai 12 ai 24 metri di lunghezza. E procedendo con partnership industriali per i motori grandi, quelli dei superyacht, e

32

per quelli grandissimi, destinati alle navi da carico transoceaniche. Incrementando le velocità medie e quelle di punta, e riducendo i consumi. Rigorosamente elettrici. Al Salone di Genova dello scorso anno, lo stand di Sealence aveva la coda di ingegneri nautici di tutti i migliori cantieri che volevano vedere da vicino la novità. Ed oggi, alle porte di Sealence, c’è un’altra coda, quella degli investitori pretendenti al soglio: un prestigioso fondo di private equity americano; un altro cinese; un potente gruppo italiano, che Gobbo & C. preferirebbero, un po’ di sano nazionalismo non guasta. La piccola start-up che nel 2017 era stata valutata 300 mila euro, oggi secondo gli analisti ne vale già i 33,5 milioni. Il suo

patrimonio netto sfiora già i 14 milioni. E non ha ancora iniziato a far sul serio. Intanto, guarda al mondo: non astrattamente, in concreto. Con contatti in Nord e Sud America, Europa e Medio Oriente, Australia, Cina. «Sì, siamo un’azienda, ormai», commenta William Gobbo, guadandosi attorno nel suo bianco capannone, col prototipo del motoscafo da gara parcheggiato su un affusto, là in fondo: «Un’azienda che racconta cose nuove per la nautica, ma anche per la finanza. Un’azienda italiana, che vorrebbe tanto rimanere italiana. Noi siamo qui e ci mettiamo la faccia: aspettiamo altri che come noi ci mettano i soldi. Stranieri che ce ne offrono, ne abbiamo: e di prima classe. Preferiremmo accogliere anche investitori italiani, grandi e non. E per questo la start-up ha appena lanciato la seconda campagna su Crowdfundme, per dare a tutti la possibilità di aiutarli a sostenere la sfida». Nel 2022 è programmato l’avvio della produzione commerciale, e Sealence ha già opzionato le soluzioni più avanzate sul fronte delle batterie, un prodotto che sta a sua volta evolvendo la propria tecnologia con una rapidità vorticosa, indotta dal boom di tutta la mobilità elettrica. Ma è chiaro fin d’ora che l’autonomia delle batterie non sarà un vincolo per la diffusione di DeepSpeed, perché un’alimentazione ibrida, con generatori termici per produrre l’energia elettrica necessaria al motore, è già a portata di mano.


LoP Brand è un HUB di professionisti specializzati nelle varie aree del marketing e della consulenza aziendale, che collaborano in Team variegati e aperti, in base alle esigenze dell’azienda. Offriamo un servizio di Temporary Management nel settore del Marketing Strategico e Operativo applicando un modello di consulenza in grado di contaminare il sistema aziendale con stimoli e esperienze maturate in altri settori e, al tempo stesso, offrire l’osservazione critica imparziale delle dinamiche organizzative senza esserne coinvolti dall’interno.

DECIDI

www.lopbrand.com

DI FAR CRESCERE LA TUA AZIENDA

PERSONALIZZAZIONE

FLESSIBILITÀ

Costruiamo il progetto sulle esigenze e le possibilità dell’azienda, partendo dalla vera Identità del Brand e identifichiamo il professionista, in base al bisogno.

Lavoriamo con moduli temporali flessibili in modo da adattarci alle necessità di maggiore o minore intensità dell’azienda e il nostro costo è soggetto a detrazione totale e facilmente gestibile nel conto economico.

ESPERIENZA

Siamo professionisti che hanno maturato anni di esperienza lavorativa aziendale concreta e crediamo nella formazione continua, per essere sempre aggiornati e competenti sui trend digitali.

Per essere veloce e gestire la digitalizzazione in modo efficace e inclusivo affidati ad un Temporary Manager


Hai un’AZIENDA IN FRANCHISING o un progetto che cerca nuovi PARTNER COMMERCIALI?

GROUP

Autori d’impresa

Raccontalo su Economy, il nuovo punto di riferimento per il mondo del franchising dell’imprenditoria, e della formazione. Per informazioni commerciale@economygroup.it oppure chiama il numero 348.3954448


OPPORTUNITÀ

IL PROFILO DEI FRANCHISEE

UOMINI 65,1% DONNE 34,9% %

FASCIA D'ETÀ 18-24

0,7%

25-35

26,4%

36-45

59,8%

46-55

11,2%

55+

2,0%

Totale

100%

Fonte: Rapporto Assofranchising Italia 2020.

38 MBE QUEL SUPPORTO LOGISTICO CHE ACCORCIA LE DISTANZE

40

AFFILIANDO S’IMPARA A COMBATTERE LA CRISI L'affiliazione commerciale è un modello che anche in Italia si sta consolidando su volumi importanti. I rischi sono bassi, a fronte dei servizi di qualità e delle "spalle grosse" della rete di Alessandro Faldoni

CHINA WI ALTRO CHE “CINESATE” LA QUALITÀ È MADE IN CHINA

43 LOWENGRUBE LA BIRRERIA BAVARESE HA L’ACCENTO TOSCANO

47 QSRP INVESTENDO NEL FAST FOOD ANCHE IL BUSINESS VA VELOCE

50 NO MAS VELLO LA RICETTA ANTI CRISI PASSA ANCHE ATTRAVERSO L’ESTETICA

53 PARKING GO ANDIAMO IN PARCHEGGIO A FARCI... TAMPONARE

56 MUSA FORMAZIONE QUEI PIONIERI DELL’E-LEARNING CHE DISEGNANO IL FUTURO

59 PARRUCCHIERI ESTETICA IL BUSINESS A PROVA DI LOCKDOWN

I

l Rapporto Assofranchising mico come quello attuale appare quasi 2020 ci dà un quadro del setfisiologico che il franchising, come tutti i tore del tutto incoraggiante. Il modelli fondati sulla cooperazione e sul franchising dimostra di infatti di essere risk-sharing, sia favorito nella competiciò che noi abbiamo sempre detto che è, zione di mercato», conferma a Economy ossia un settore che funziona. E in Italia Augusto Bandera, Segretario Generale di funziona anche Assofranchising. piuttosto bene, «Si considerino i IL FRANCHISING IN ITALIA HA UN GIRO D’AFFARI DI OLTRE 26 MILIARDI DI EURO sempre, anche nei benefici per enperiodi di forte E CONTINUA A CRESCERE ANNO SU ANNO trambe le parti ANCHE IN TEMPI DI PANDEMIA crisi». Le parole coinvolte, frandi Italo Bussoli, Presidente di Assofranchisor e franchisee, quali ad esempio chising, sono più che incoraggianti: sono l’aumento della visibilità e riconoscibilità un invito a mettersi in proprio, ma in sia livello nazionale e internazionale del curezza: minimizzando i rischi facendosi marchio condiviso, il trasferimento del proteggere dall’ombrello di brand già know-how, l’utilizzo della formula imaffermati. È la promessa del franchising: prenditoriale che caratterizza il brand, o offrire pacchetti di fatto “chiavi in mano” l’espansione aziendale dettata dalla crea chi desidera fare il grande passo, divenscita dei punti vendita». tando imprenditore, ma facendosi supCon un giro d’affari di oltre 26 miliardi di portare dalle spalle grosse del franchisor euro nel 2019 (+4,4% sul 2018), il frane contando su un avviamento di fatto già chising in Italia continua in effetti a creare avvenuto. Caratteristiche fondamentali nuovi posti di lavoro e a godere di ampi oggi più che mai: «In un contesto economargini di crescita, anche in un periodo

«

35


COVERSTORY OPPORTUNITÀ

non facile come il presente. l’1,3% del Pil italiano. I numeri del settore parlano da soli: nel Perché il settore tiene bene? «Perché è 2019 i punti vendita erano 56.441, in creun sistema a rete e dunque si auto-supscita del 4,7% sul 2018 con 2.555 negozi porta», spiega ancora Italia Bussoli: «Lo aperti lo scorso anno; 217.150 gli addetti abbiamo visto e lo stiamo vedendo nel occupati nelle reti, +5% con 10.359 nuovi momento del Covid, quando i franchisor posti di lavoro creati; 980 insegne operahanno supplito alle mancanze dei punti tive in Italia, +2% rispetto al 2018, di cui vendita chiusi con una serie di iniziative 880 italiane (pari al 90%), 71 master di a supporto dei franchisee: la concessione franchisor stranieri (7%), 29 reti stradel non pagamento delle royalties, del niere che operano in Italia solo con frannon pagamento delle fee di entrata, la chisee, ma con sede legale in un Paese parziale concessione del non pagamento estero (3%); infidegli affitti, la forne, 11.035 punti DURANTE IL LOCKDOWN I COMMERCIANTI nitura di prodotti TRADIZIONALI HANNO SOFFERTO MOLTO vendita italiani esclusivamente DI PIÙ RISPETTO AI FRANCHISEE , all’estero in fran- CHE SONO STATI “PROTETTI” DALLA RETE in conto vendita. chising (+1,8%) e Tutte iniziative 178 reti italiane all’estero (+2,3% anno su cui un commerciante tradizionale non su anno). «Sono numeri estremamente può contare». positivi, che ancora una volta dimostrano Sono infatti sotto agli occhi di tutti le le potenzialità del franchising» continua difficoltà che, con la pandemia, i piccoil Segretario Generale di Assofranchising li esercizi hanno dovuto affrontare. «I Augursto Barbera. «Anche nel 2019 il commercianti tradizionali hanno sofferto franchising ha continuato a espandersi, molto di più dei franchisee», commenta il così come lo ha fatto negli anni della cripresidente di Assofranchising Italo Bussi. Nell’ultimo decennio, è cresciuto, in soli, che è anche membro della giunta namedia, del 2% ogni anno, creando circa zionale di Confcommercio-Imprese per 37mila nuovi posti di lavoro. A oggi, l’inl’Italia. «Un fatto che definisce il sistema tero sistema franchising occupa più di franchising, che è serio e ben strutturato, 217mila addetti, che contribuiscono a geoggi ancora di più», prosegue Bussoli: nerare oltre 26 miliardi di fatturato, circa «un sistema che esiste dal 1970, che 50

anni fa era più fragile mentre oggi è più sicuro. La legge sul franchising del 2004, pur essendo datata, regge comunque bene perché disciplina molto correttamente le caratteristiche del settore; è un po’ più a vantaggio del franchisee, che è l’anello più debole della catena. Consideriamo che durante il lockdown si sono aperti dei nuovi franchising perché alcuni punti vendita tradizionali si sono convertiti nell’affiliazione commerciale anziché chiudere». A sancirlo, anche la 35esima edizione del Salone Franchising Milano che si è svolta in streaming a fine ottobre 2020, di cui Assofranchising era main partner: «L’iniziativa della fiera online per noi non è nuova. Assofranchising sette anni fa creò la prima fiera online di settore del mondo, Web Franchising Expo: fu un successone. La tenemmo in vita per alcuni anni, cercando una convergenza con Fiera Milano per abbinarla alla fiera fisica, senza però riuscirci. Quest’anno abbiamo trovato un accordo con gli organizzatori del Salone Franchising Milano, Fandango in primis. Quella del digitale è una scelta coraggiosa ma ormai diffusa anche in altri Paesi del mondo, perché in un momento come quello attuale è necessario fare di necessità virtù». È nata così una formula nuova

L’impietosa selezione libera location e quote di mercato Di Luca Fumagalli Co-founder e senior franchising consultant Affilya

M

ai come oggi si è dimostrata la necessità di avere organizzazioni leggere, flessibili, reattive. Dall’altra parte per ripartire occorrono una strategia e una visione d’insieme che orientino gli sforzi di ciascuno. Infine serve la conoscenza dei bisogni della gente e delle modalità per soddisfarli. Un know-how, questo, che si costruisce nel tempo attraverso esperienze, tentativi e prove. Nel franchising fatto bene questi ingredienti ci sono tutti. Non solo. Una delle qualità della formula, in grado di rendere

36

meno devastante l’impatto della crisi, è la forza di gruppo. Un gruppo che è costituito da imprenditori, franchisor e franchisee con obiettivi comuni, energie complementari e risorse sinergiche. E’ su imprese così, costruite in rete, che si può contare per agganciare il treno della ripresa. Oggi una selezione impietosa colpisce le attività indipendenti più deboli e libera quote di mercato, ma anche location e risorse umane preziose. Da qui nascono opportunità che gli investitori più accorti possono cogliere tempe-

stivamente grazie al franchising. Un sistema che permette di entrare in un settore senza dover pagare il pedaggio degli inevitabili errori e delle perdite di tempo di chi deve “imparare il mestiere”. Del resto i franchisor


di Salone Franchising Milano, puntando su incontri formativi, convegni, consulenze gratuite e, soprattutto, sul Ret@il Innovation Forum, un’arena di discussione con panel specifici, relatori d’eccezione e aziende leader del settore, realizzato con la collaborazione e l’apporto del gruppo Jakala, prima martech company italiana che offre supporto in ambito strategico, analytics, digital e technology. Il tutto in una dimensione digitale, aperta e gratuita.

Da soli, però, non è facile affrontare un smo. Si possono mettere in campo molmomento come quello attuale, per quanteplici iniziative. Penso a quanto è stato to il sistema abbia in sé risorse e capacità fatto nel Regno Unito, quando le grandi di resistenza. «Al governo abbiamo chiecatene di ristorazione hanno proposto sto e continuiamo a chiedere principalalla clientela sconti sulle consumazioni mente due cose», continua Bussoli: «La e la differenza di prezzo è stata integraprima, che ci sia semplificazione, davveta dallo Stato. Abbiamo avanzato una ro. Eliminare la burocrazia non significa proposta analoga al governo attraverso eliminare tutte le regole, ma quelle inutili, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi e ce n’è una quantità nettamente superioper un periodo limitato e l’iniziativa ha re a quelle utili. Facilitare deve essere la funzionato, con i ristoranti che hanno reparola d’ordine. In secondo luogo chiegistrato un aumento nel numero di clienti diamo di favorire nei giorni in cui ANCHE NELLE CRISI DEL 2008 E DEL 2014 a tutti i costi le hanno praticato IL FRANCHISING HA TENUTO LE POSIZIONI start-up; oggi si gli sconti». E proNEI SUOI PARAMETRI FONDAMENTALI: può avviare un prio sull’auspicio GIRO D’AFFARI E ADDETTI buon franchising che la ruota si ricon una media tra i 50 e i 60mila euro: metta in moto, Bussoli è più che fiducioaiutiamo con supporti veri chi vuole avso: «Vedremo che cosa ci diranno i dati di viare questo tipo di imprenditoria. Penquest’anno», conclude il presidente di Assiamo che questi siano due ambiti nei sofranchising Italo Bussoli, «ma sono poquali il governo può facilmente agire». sitivo sul fatto che anche per quest’anno Allo stesso modo, per il mondo del frannon saranno così negativi. Del resto, anchising è necessario e strategico il supche nelle crisi del 2008 e 2014 il franchiporto di Confcommercio: «Come parte sing ha tenuto le posizioni nei suoi paraorganica dell’associazione - conferma metri fondamentali: giro d’affari, numero Bussoli - ne abbiamo chiesto il sostegno; dei franchisor e dei franchisee, addetti. Confcommercio ha svolto e sta svolgendo Non dimentichiamoci che è un settore tuttora un eccellente lavoro per aiutare che dà lavoro a oltre 200mila persone e, anche il nostro settore, oltre ad altri in nei valori pre-Covid, valeva quasi 1 punto difficoltà come la ristorazione e il turie mezzo di Pil».

consolidati preferiscono franchisee newcomer: candidati che non siano “addetti ai lavori” ma che abbiano il profilo e i requisiti per far funzionare l’azienda. Il know-how c’è già: i franchisor l’hanno messo a punto, sperimentato e reso trasferibile in modo efficace. Grazie a questo “saper fare” spesso bastano una formazione ben strutturata, Manuali Operativi fatti bene e un affiancamento efficace da parte del Training Manager per far partire l’attività. Però per avere successo nei mercati futuri non sarà sufficiente “aprire prima degli altri” o rimpiazzare qualcuno che “non ce l’ha fatta”. Servirà l’eccellenza in ogni ambito, perché anche dopo la pandemia la domanda resterà ferocemente selettiva. Ma il franchising “fatto bene” ancora una volta potrà venire in aiuto di chi intraprende. Questa

formula porta infatti con sé quello che serve per rendere vincente una impresa nel post-Covid: notorietà di marca, economie di scala, esperienza condivisa, marketing e comunicazione integrata.Detto tutto ciò, la partita si gioca su un punto fondamentale: la scelta del franchisor più adatto a ciascun franchisee. E’ qui che devono entrare in campo consulenti e legali specializzati, affiancando il candidato nel delicato e decisivo processo di selezione dell’affiliante. Chi conosce la formula sa quali sono i punti chiave nella valutazione. Per prima cosa il modello di business deve essere stato sperimentato con successo. I risultati ottenuti e prospettici devono garantire la soddisfazione degli affiliati in termini di recupero del capitale investito e di remunerazione del rischio di impresa. In secondo luogo l’orga-

IL PRESIDENTE DI ASSOFRANCHISING ITALO BUSSOLI

nizzazione dell’azienda affiliante deve dimostrarsi adeguata a far fronte agli impegni contrattuali. Conta poi lo stato di salute della rete: franchisor con un elevato turnover sono da scartare, preferendo brand con chiusure e fallimenti al minimo fisiologico e tanti casi di franchisee di successo. La notorietà della marca e il suo gradimento sono elementi critici, perché incidono sulla capacità competitiva delle imprese. Infine, gli aspetti “formali” sono una cartina al tornasole della serietà del franchisor: la documentazione informativa preliminare e la contrattualistica devono essere in linea con la legge del 6 Maggio 2004, n.129. In conclusione: con un approccio informato e consapevole, il franchising può essere un valido strumento per cogliere le opportunità che oggi, più che mai, si stanno presentando.

37


COVERSTORY OPPORTUNITÀ

Quel supporto logistico che accorcia le distanze Non solo spedizioni: Mbe progetta il flusso operativo di gestione e movimentazione dei prodotti per singolo cliente. Con una formula in franchising capace di adattarsi alle nuove esigenze del mercato di Marco Scotti

I

n questo periodo storico il lizzate nel mondo delle spedizioni, della mondo imprenditoriale vive logistica e micro-logistica, dei servizi un momento delicato: aziende per l’e-commerce, stampa e marketing. appartenenti a diversi settori si trovano I servizi vengono erogati attraverso una a non poter aprire sia per temi di sosterete capillare di circa 550 Centri Servizi nibilità che per temi legislativi. Ora, più in franchising, distribuiti su tutto il terche mai, la determinazione di ogni sinritorio nazionale. Mail Boxes Etc. Italia golo imprenditore è messa a dura prova, è parte del gruppo Mbe Worldwide. e ciò porta a mettere in discussione la Attualmente, Mbe Worldwide opera atstrategia aziendale. In questo contesto traverso tre diversi marchi: Mail Boxes Mail Boxes Etc. vuole continuare a dare Etc., AlphaGraphics e PostNet e la sua un messaggio di speranza e di ottimirete globale conta più di 2.600 Centri smo, provando a raccontare come l’atServizi e oltre 10mila addetti in 52 Patività imprenditoriale in franchising nel esi. Nel 2019, Mbe Worldwide ha ripormondo dei servizi alle imprese non si tato un fatturato aggregato pari a 918 sia mai fermata, milioni di euro PER ENTRARE NEL NETWORK essendo costan(1.028 milioni di DI MBE È SUFFICIENTE temente di fiandollari). UNA DISPONIBILITÀ FINANZIARIA co (ad almeno Grazie all’offerPERSONALE DI CIRCA 30MILA EURO un metro di dita di servizi esstanza) ad aziende e privati, rispondensenziali, Mbe ha continuato anche in do ad esigenze in continua mutazione». primavera a offrire i suoi servizi alla Daniele Simone, Network Development clientela business. D’altronde, proprio & Sales Director di Mail Boxes Etc., racper far fronte alle limitazioni imposte, conta come l’azienda che rappresenta le imprese hanno avuto la necessità di abbia mantenuto in funzione le sue atreinventarsi, impiegando nuovi canali tività core, mostrandosi solida nei concome l’e-commerce per raggiungere i fronti di limitazioni imposte che hanno clienti che non potevano più fisicamenscosso l’intera popolazione mondiale te essere presenti all’interno dei punti costringendo l’Italia, dalla fine di febvendita. Non solo: anche i consumatori braio in poi, a confrontarsi con una panstanno cambiando e si stanno adeguandemia che non sembra volerci lasciare do alle nuove potenzialità offerte. Inolcosì velocemente. tre, grazie alla formula imprenditoriale Mail Boxes Etc. opera nel campo dei seral passo coi tempi, Mbe ha continuato vizi a supporto di privati e piccole e mead espandere la rete in franchising, die imprese e offre soluzioni personaarruolando, anche in pieno lockdown,

38

nuovi affiliati. Imprenditori che hanno intuito e compreso le potenzialità del business Mbe in un mondo dove la digitalizzazione di processo deve accompagnare sempre di più l’importanza della relazione fisica. «Alcune abitudini sono diventate un must nella quotidianità di ogni singolo individuo, ed il commercio elettronico è sicuramente un esempio che padroneggia sui vari cambiamenti al consumo accelerati dalla pandemia. Non ci si aspetta certamente di tornare indietro ma, al contrario, bisogna essere pronti ad integrare questi cambiamenti all’interno dei flussi di informazione, di comunicazione e di vendita. Il punto vendita deve necessariamente armonizzare l’esperienza del cliente sia all’interno dello store fisico che dello store virtuale, e Mail Boxes Etc. supporta ogni azienda in questo processo di integrazione, ponendosi come obiettivo quello di abbattere barriere fisiche tra persone». «Ci avviciniamo ad un Natale nuovo, diverso – aggiunge Simone –e mi piace pensare che la rete Mbe possa, in questo contesto, avvicinare le persone recapitando emozioni direttamente a casa o in azienda, in ogni parte del mondo». Ma vediamo in dettaglio quali sono le soluzioni Mail Boxes Etc. per le Pmi, soluzioni integrate e personalizzate in base alle esigenze del cliente.Mail Boxes Etc. è un partner unico nel mercato, in grado di proporre centinaia di sedi fisiche in cui offrire una logistica perso-


Mbe è anche e prima di tutto un network di professionisti, o meglio, una “famiglia”, come amano definirsi in azienda

nalizzata e di prossimità. Attraverso le soluzioni end-to-end, il cliente non deve più preoccuparsi di tutto ciò che gravita attorno alla sua attività o e-commerce, ma dovrà esclusivamente pensare al suo prodotto: a tutto il resto ci pensa Mbe. Dalla creazione di siti web alla gestione integrata e automatizzata della spedizione, alla gestione della logistica e micro-logistica a supporto dell’e-commerce che si vanno ad aggiungere all’ampio portafoglio di servizi Mbe nel mondo delle spedizioni, imballaggio, stampa e marketing: -Mbe Web Services, il programma che permette a ogni singolo imprenditore di offrire la creazione guidata o autonoma di siti web, dal più semplice come un menu digitale per un ristorante, al più complesso come un e-commerce. -Mbe e-Link, il plugin gratuito per la gestione completa delle spedizioni e della logistica per l’e-commerce. Facile da installare e configurare, si collega direttamente all’e-commerce o al marketplace, consentendo di offrire differenti tipi di spedizione e livelli di servizio ai propri clienti, tutti contraddistinti dalla qualità Mail Boxes Etc.. -Mbe MyLogistics, che costituisce un insieme di soluzioni logistiche innovative per dare alle Pmi e alle startup italiane tutta l’assistenza e il valore aggiunto di cui hanno bisogno. Mail Boxes Etc. è prima di tutto una rete in franchising, forte di una realtà fatta

da imprenditori. In Italia i Centri sono circa 550, ma sono ancora molte le zone disponibili dove avviare nuovi centri servizi per le quali è in atto la selezione di nuovi affiliati. La proposta, spiega Daniele Simone, è valida per chi vuole diventare imprenditore, pensiamo a tutte le persone che si stanno guardando attorno alla ricerca di nuove opportunità, o per chi ha già una sua attività autonoma, ma vuole diversificare grazie a un business al passo coi tempi. Affiliarsi al network Mbe significa beneficiare immediatamente della notorietà e della solidità di un brand solido e affermato in tutto il mondo; significa entrare in una grande famiglia, una squadra di imprenditori competenti, appassionati, ambiziosi e determinati. Un gruppo #PeoplePossible, dove il singolo contribuisce al successo della rete. Gli affiliati sono seguiti passo dopo passo e potranno contare su un supporto costante dalla sede, sul territorio e a distanza. Il valore aggiunto del fare impresa insieme, si concretizza con la formazione iniziale e continua, accordi quadro competitivi, campagne di marketing a livello nazionale, innovazione e tecnologia. E alcuni imprenditori che hanno prova-

DANIELE SIMONE, NETWORK DEVELOPMENT & SALES DIRECTOR MBE

to a lanciarsi in questa avventura sono diventati dei veri e propri “Re Mida”. È il caso di Beatrice Corradini, proprietaria di cinque centri con complessivi 40 dipendenti. La sua è una storia decisamente atipica, con un prima e un dopo e uno spartiacque ben preciso: la decisione di lasciare il posto di lavoro in un momento difficile della sua vita. Manager di una multinazionale, decide di licenziarsi per intraprendere una carriera imprenditoriale. La scelta per la seconda parte della sua carriera lavorativa ricade sul franchising di Mbe, rilevando un centro MBE a Mantova. La prima esigenza è quella di poter mettere a disposizione sua e dei suoi collaboratori uno spazio in cui poter far stare i bambini, dove potessero mangiare, svolgere i compiti e altre attività. Proprio questa creazione di una famiglia “parallela” diventa rapidamente il segreto del successo dell’attività della Corradini, che negli anni è riuscita ad aprire altri quattro centri tra Mantova e Verona e oggi dà lavoro a 40 persone. Per aprire un centro Mbe occorrono due persone: due soci oppure l’imprenditore e un collaboratore. Nella rete ci sono anche tantissimi Multi Affiliati, elemento di grande valore per il network. Per avviare un Centro Mbe è richiesto un investimento di circa 58.000 euro + Iva (canone di affiliazione incluso), ma per entrare nel network basta una disponibilità finanziaria personale (non finanziata) di circa 30mila euro. Mbe offre poi il massimo supporto per la richiesta di finanziamenti grazie ad accordi con primari istituti di credito. Per informazioni sul franchising Mbe: www.mbe-franchising.it ​franchising@mbe.it​ Tel. 02676251 Per informazioni sulle soluzioni Mbe: www.mbe.it

39


COVERSTORY OPPORTUNITÀ

Altro che “cinesate” la qualità è made in China Produrre con il proprio marchio nel Far East, senza compromessi: lo fa anche Apple. L’importante è avere un partner che sappia muoversi su un terreno non alla portata di tutti. Come fa China-Wi di Marina Marinetti

S

e vogliamo ripartire davvero, struttura produttiva, sono tra le priola cosa migliore è farlo là dove rità di China-Wi: «Lavoriamo con i più la ripartenza è già avvenuta: importanti marchi gestendo l’intera in Cina. Perché la cosiddetta “fabbrica catena di fornitura, dalla ricerca alla del mondo” non si è mai fermata davproduzione e certificazione, sino alla vero e la supply chain è tutt’altro che creazione del packaging e a tutti i interrotta. problemi legati alla logistica, illuE se la complessità della situazione strando gli scenari con le differenze non lascia spazio a improvvisazioni, relative a tempi di transito e costi e meglio affidarsi a chi in Cina è già in supportando il cliente nella segrado di muolezione CHINA-WI È LEADER IN ASIA versi agilmente, PER LA RICERCA, IL DESIGN E LO SVILUPPO trovare produtDI PRODOTTI A MARCHIO E DI LICENZA tori affidabili, E SEGUE I CLIENTI IN TUTTO IL PROCESSO garantire la qualità dei prodotti. «Noi lo facciamo da dell’opzione più adatta alle vent’anni, siamo leader in Asia per la sue esigenze». ricerca, il design e lo sviluppo di proDue team rigorosamendotti a marchio e di licenza», conferte trilingue (italiano, ma a Economy Roberto Del Monaco, cinese e inglese), uno a ceo di China-Wi. Selezionare il miglior Roma e l’altro a Shanghai, fornitore in termini di qualità/ preze un’expertise pluriennazo, di certificazioni e affidabilità della le, China-Wi offre ai pro-

40

pri partner commerciali un servizio “chiavi in mano” (o, se preferite, senza pensieri), che parte dal disegno del prodotto e arriva alla consegna in Italia. Pratiche doganali comprese: «Ci relazioniamo direttamente con l’agenzia doganale per fornire tutta la documentazione e le certificazioni necessarie all’importazione e all’immissione del prodotto nel territorio italiano, supportando il cliente nella procedura di verifica e rilascio merce». Ma la particolarità di China-Wi non sta solo nella “comodità” del servizio offerto ai propri partners: «I nostri competitor si limitano a trovare prodotti gia esistenti in Cina e offrirli ai clienti, noi no», sottolinea Del Monaco. «La nostra struttura ha una peculiarità: supportare tutti coloro che vogliono realizzare il loro prodotto a marchio, con un progetto tailor made. Stiamo dietro le quinte, rendiamo efficaci e semplici gli acquisti dal Far East». Non solo Cina, quindi: «Abbiamo base a Shanghai, ma operiamo con siti produttivi anche in India, Vietnam e Malesia. Le scelte vengono fatte in virtù dell’economia di scala, di qualità produttiva, dazi e capacità produttiva. I guanti in lattice, per esempio, è meglio farli in Malesia, dove ci sono le piantagioni, piuttosto che in Cina, che deve importare la materia prima.


Peraltro siamo flessibili e non vincolati a categoria merceologica. Andiamo dai nostri clienti per essere loro partner nello sviluppo del loro prodotto a marchio, che se un tempo era sinonimo di convenienza, oggi ha una valenza strategica di qualità, un elemento di distinzione». Altro che “cinesate”: «La Cina ha industrie in grado di produrre vari livelli di qualità e di conseguenza di prezzo. Della scarsa qualità della cosiddetta “cinesata” la vera responsabilità è di chi pretende che un fabbricante produca a tutti i costi, forzando la leva del prezzo. Il prodotto vale quello che viene pagato. Quindi l’assioma Cina=scarsa qualità è errato. Anche Apple produce in Cina, eppure si tratta di prodotti premium, certo tutt’altro che economici», puntualizza il ceo di China-Wi. E aggiunge: «La capacità della nostra struttura sta proprio nel mettere in condizione il cliente di poter realizzare il suo sogno di portare sul mercato il proprio prodotto a marchio cercando l’equilibrio ottimale tra prezzo e qualità. Per farlo bisogna avere una competenza sia di prodotto che di mercato». Il team in Italia, composto da product manager esperti nelle diverse categorie merceologiche, in particolare, è costantemente in contatto con il cliente e supervisiona ogni fase della supply chain, dallo sviluppo del prodotto e il reperimento delle certificazioni necessarie, fino alla gestione della logistica e delle operazioni doganali. In Cina, invece, il team si occupa della ricerca del miglior fornitore in termini di qualità/prezzo. Svolge ricerche di mercato per tenere i clienti costantemente aggiornati sui nuovi trend. Gestisce la comunicazione con i fornitori e visita periodicamente i vari siti produttivi per effettuare il controllo di qualità. Uno dei valori aggiunti dell’azienda è proprio il controllo di qualità interno. «Le nostre risorse in Cina si occupano personalmente di visitare i siti produttivi più volte durante il processo: prima della produzione, per il control-

Nella pagina a fianco, in basso, da sinistra, il partner Gianluigi di Giorgio e il ceo Roberto Del Monaco

lo delle materie prime, dei macchinari e delle condizioni lavorative nella fabbrica; durante la produzione, per verificare che tutto proceda come previsto; a fine produzione, per verificare che il prodotto finito sia conforme ai criteri stabiliti dal cliente», spiega Del Monaco. «Operiamo nell’interesse dei

nostri partner commerciali servendoci di test di qualità che ci consentono di ridurre sensibilmente i rischi legati all’aspetto qualitativo e alla sicurezza dei materiali utilizzati e quindi dei prodotti finali sviluppati». E su ogni prodotto viene garantita la verifica e la certificazione dei maggiori enti internazionali (Intertek, Tüv, Bureau Veritas, SGS), assicurando la conformità dei prodotti realizzati nel rispetto del diritto vigente nei paesi serviti. «Il controllo qualità è la chiave della cassaforte». https://china-wi.co info@china-wi.net

UN KNOW-HOW CHE SI TRASMETTE... IN FRANCHISING Qual è l’asset più prezioso per un’impresa? Indubbiamente il know-how. Che China-Wi ha deciso di condividere diventando (anche) franchisor: «Sfruttando la nostra esperienza nel settore e le nostre strutture, è possibile aprire virtualmente un’attività di trading internazionale in Cina», spiega a Economy Gianluigi Di Giorgio, Partner di China-Wi. «Abbiamo il grande vantaggio di aver creato, fin dal nostro primo giorno di attività, un gestionale su misura al quale possono accedere i nostri clienti, e da oggi i nostri franchisee. Ci rivolgiamo a imprenditori e giovani che vogliano

iniziare a fare trading internazionale, senza dover andare in Cina e avviare una propria struttura e senza investire grandi cifre: la fee di ingresso è di appena 14.500 euro». Nel gestionale ci sono oltre 100mila prodotti già “collaudati”, con schede tecniche, prezzi, dimensioni dell’imballo e peso: «Si può immediatamente calcolare sia il costo del prodotto che del trasporto aereo, via mare o via treno», continua Di Giorgio. «Mettiamo a disposizione tutto il nostro team: supply chain, ufficio fatturazione, certificazioni, interfaccia con agenzie doganali e i nostri product manager con expertise importanti

su diverse categorie merceologiche, dall’arredamento all’abbigliamento, dal pet all’elettronica». In più non viene richiesta alcuna royalty: «I costi fissi sono tutti a nostro carico, visto che già abbiamo gli uffici, i dipendenti, ecc. Al limite esistono costi variabili, ma parliamo di cifre irrisorie». Per usufruire degli uffici di Roma e Shanghai la fee giornaliera non supera i 200 euro, e ce ne vogliono al massimo 500 per la ricerca di nuove categorie merceologiche o prodotti speciali, mentre il contributo per le campagne social e web marketing è di 150 euro al mese.

41



COVERSTORY OPPORTUNITÀ

LA BIRRERIA BAVARESE HA L’ACCENTO TOSCANO Il brand avviato da Pietro Nicastro e Monica Fantoni nel 2005 oggi conta 26 locali che danno lavoro a oltre 400 persone. Una storia di successo che è diventata anche un romanzo di Marina Marinetti

P

rovate a offrire a un toscano stinco e birra anziché vino e chianina. Se avete paura che vi mandi “al licit”, cioè in bagno, come si usa dire dalle parti di Firenze, forse non conoscete la storia di Löwengrube, che, a dispetto del nome tedesco, è l’italianissima catena fondata quindici anni fa da Pietro Nicastro, classe 1975 (e già a 19 anni aprì il primo locale in provincia di Firenze), e Monica Fantoni, che, folgorati da un viaggio a Monaco di Baviera, nel 2005 importarono in Italia il modello della bierstube, la tipica birreria bavarese, aprendone una a Limite sull’Arno, tra le dolci colline del Montalbano, a pochi chilometri da Firenze. Sembra un azzardo, ma l’idea piacque così tanto che dopo una decina d’anni ne nacque un modello replicabile in franchising: dal 2014 al 2020 Pietro e Monica hanno trovato in tutta Italia altri imprenditori che hanno creduto nel loro progetto e hanno aperto con loro altri 25 locali che diffondono la cultura gastronomica bavarese nelle stube collocate nei punti più trafficati di grandi città, nei klein all’interno di aeroporti, stazioni, centri commerciali, nei wagen da street food all’interno dei più noti outlet. È una storia di successo, osservata con attenzione dagli esperti nazionali e internazionali di franchising, un piccolo miracolo all’italiana arrivato a dare lavoro a oltre 400 persone tra Toscana, Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli, Marche, Lazio, Puglia, Calabria, Campania, Sicilia e Sardegna. Con oltre 205mila litri di birra serviti e oltre 550mila coperti nel 2018, la catena di ristorazione registra ormai tassi di crescita a tre cifre. E, competendo con player italiani molto più grandi o addirittura multinazionali, il format ha già raggiunto importanti traguardi: oltre a collaborare con pre-

stigiosi partner, ha ottenuto nel 2019 il Food Service Award per la categoria “Ristorazione a Tema” e il Retail Award “Best Talent In Store”. I progetti di sviluppo prevedono di triplicare i punti vendita entro il 2025 e di esportare presto il brand, con la prima apertura al nuovo stadio di Tirana. L’headquar-

PIETRO NICASTRO

ter della rete in franchising (franchising.lowengrube.it) ha sede a Limite sull’Arno, proprio sopra i locali che ospitano la prima birreria. Certo, a prima vista di italiano c’è ben poco: entrando in un locale Löwengrube Original Münchner Bierstube si viene catapultati a centinaia di chilometri di distanza: dalla calda accoglienza all’atmosfera curata nei minimi dettagli, dai costumi bavaresi del personale (lederhosen per gli uomini e dirndl per le donne) alle musiche, l’esperienza colpisce tutti i sensi, per viverne il culmine con il cibo e la birra. L’imprinting della proprietà italiana, con il culto tricolore del cibo, garantisce un approccio rigoroso alla ricerca di materie prime di qualità, come lo speck Igp, wurstel e stinco Made in Alto Adige, prodotti da un salumificio di tradizione famigliare. I piatti sono accompagnati dalle migliori birre bavaresi, come i grandi marchi degli storici birrifici Löwenbräu, Spaten e Franziskaner. L’obiettivo, fin dall’apertura di questo primo locale in Toscana, è di garantire

43


COVERSTORY OPPORTUNITÀ

agli Italiani un luogo in cui è possibile (il simbolo del brand), edito da Rubbetvivere sempre, tutto l’anno, senza spotino. Il sottotitolo, “Quando gli ostacoli starsi, l’atmosfera di uno dei festival fanno crescere”, la dice lunga sulla filopiù amati: l’Oktoberfest. Tutto ruota atsofia del brand. «Abbiamo pensato di torno alla birra, spillata rigorosamente dare un contributo di energia e fiducon la tecnica tedesca, secondo la tradicia al nostro Paese in un momento di zione, in tre colpi, con un procedimento grande difficoltà», spiega Pietro Nicache dura circa 7 minuti e che permetstro, parlando del successo della rete te di eliminare l’eccesso di anidride in franchising e della corsa a ostacoli carbonica, ottenendo il caratteristico affrontata fin da ragazzino: dall’infancappello di schiuma, fondamentale per zia nella Sicilia delle faide degli anni conservare aroma, fragranza e leggeOttanta, dal trasferimento in Toscana, rezza della bevanda. Il menu Löwenggrazie al coraggio della mamma, vedorube, poi, offre i prodotti iconici delle va di papà Agostino, morto per un incitavole bavaresi e alto-atesine, cucinati dente sul lavoro in un grande cantiere, seguendo le rialla passione per TUTTO RUOTA INTORNO ALLA BIRRA cette tradizioil pugilato, che SPILLATA RIGOROSAMENTE nali.: si apre con compensa un caCON LA TECNICA TEDESCA PER ELIMINARE una selezione di rattere inquieto L’ECCESSO DI ANIDRIDE CARBONICA antipasti o con temprandolo ai ricchi taglieri di salumi e formaggi tipicolpi bassi della vita, dal gravissimo ci, ma il cuore dell’offerta sono le speincidente in moto che lo costringe a un cialità bavaresi, gustosi primi piatti e anno di inattività, alle prime esperiensecondi di carne, sempre accompagnati ze nella ristorazione. Fino al viaggio a da ricchi contorni, e le golose degustaMonaco e al colpo di fulmine per il mozioni. Il menù in più offre una pizza dello delle birrerie bavaresi, con cui si lievitata 72 ore, insalate da comporre è guadagnato l’attenzione e la collaboe uno speciale menù pranzo con primi razione di alcuni giganti mondiali del piatti da personalizzare ad un prezzo food&beverage, diventati partner della conveniente, oltre al “Menü Kinder” per catena bavarese in cui batte un cuore i più piccoli, pietanze vegetariane e uno italiano. «Il successo di Löwengrube speciale menù senza glutine. è un successo di squadra», continua L’idea di Pietro Nicastro e Monica FanNicastro. «Da solo non sarei riuscito a toni ha raccolto anche il sostegno di un costruire tutto questo, né sarei riuscito partner strategico di prim’ordine: Ab ad immaginarlo». InBev Italia, branch locale della prima azienda di birra al mondo, che ha firmato con Lowen-Com, la società italiana proprietaria del marchio Löwengrube, un accordo che contribuirà ai piani di sviluppo della rete. Si conferma così per i prossimi 5 anni una collaborazione iniziata nel 2013. Ora l’obiettivo è di arrivare a triplicare il numero di punti vendita Löwengrube, attraverso l’apertura in Italia e all’estero di nuovi locali di proprietà diretta e affiliati, consolidando ulteriormente il ruolo di Lowen-Com come il distributore più rappresentativo in Italia delle tradizioni della Baviera e dell’Oktoberfest. La storia di Löwengrube è diventata anche un romanzo, “Una vita da leoni”

44

TRE FORMAT PER TUTTI I GUSTI STUBE (DESTINATION): immobili di ampie metrature ubicati nelle vicinanze delle città o su strade ad alta densità di scorrimento. Locali contraddistinti da esterni molto caratteristici e riconoscibili, interni con arredi in legno naturale o colorati con il blu e bianco tipici della bandiera bavarese, dettagli in ottone e oggetti caratteristici, luci calde e soffuse. KLEIN (TRAVEL): La Bierstube di piccola taglia si adatta a centri urbani, centri commerciali, outlet, gallerie commerciali delle stazioni ferroviarie e aeroporti con ampia food court, mantenendo la stessa insegna. Il format è studiato per portare un’offerta di qualità superiore all’interno di luoghi contraddistinti da un grande passaggio, garantendo un’offerta gastronomica di livello superiore e dalla forte identità. WAGEN (FOOD TRUCK): Una carrozza dal forte impatto estetico, un format che si distingue nel mercato dello street food grazie alla sua originalità. Perfetta per diversi contesti: centri commerciali, outlet e piazze.


oggi, domani

Sempre

advalor.it info@advalor.it

Seguici su


MB GROUP


COVERSTORY OPPORTUNITÀ

Puntando sul fast food anche il business va veloce Per avviare un locale si spendono dai 250mila euro al milione. I ritorni? Un fatturato che oscilla fra i 750mila e 1,3 milioni di euro annui. Parola di Qsrp, il master franchisee di Burger King di Maddalena Bonaccorso

I

n Belgio, Burger King ha addidi qualità, apprezzamento e varietà un rittura avuto l’ardire di chietempo neanche lontanamente immagidere - a mezzo stampa pubblinabili: e proprio in questo segmento in citaria - la stella Michelin per il proprio grande crescita si è inserita nel 2014 la panino di punta, il Master Angus: ricepiattaforma Quick Service Restaurant vendo, peraltro, una gentile risposta dai Platform, organizzazione internazioresponsabili della prestigiosa istituzionale della ristorazione veloce da più ne, che hanno assicurato l’invio dei prodi un miliardo di vendite annuali, nata pri ispettori spiegando nel contempo proprio con lo scopo di creare valore in che per ottenere la stella non occorre questo mercato dal grande potenziale un servizio in di sviluppo. IN BELGIO BURGER KING HA CHIESTO posate d’argenAlla base della LA STELLA MICHELIN A TESTIMONIARE to, ma che conpiattaforma c’è IL LIVELLO DI QUALITÀ E VARIETÀ tano “qualità dei OFFERTO DALLA CATENA DI FAST FOOD Kharis Capital, prodotti, padrofondo di investinanza della cucina, armonia dei sapomento concentrato sul mercato dei conri, personalità del cuoco o della cuoca, sumatori, sostenuto principalmente da regolarità nel servizio e correttezza del famiglie e investitori di private equity menu”. focalizzati sul lungo termine: Qsrp oggi Scambio di cortesie a parte, non serviè “Master franchisee” di Burger King in va di certo questo moderno epistolario Italia, Belgio, Lussemburgo e Polonia, per capire come, ormai, la cosiddetta ried è proprietario dei brand Nordsee, storazione veloce abbia raggiunto livelli O’Tacos, Go! Fish e Quick «Qsrp nasce

con la consapevolezza di poter diventare leader nel settore della ristorazione veloce, differenziando il più possibile l’offerta» spiega Alessandro Preda, amministratore delegato del gruppo «e proprio grazie a questa idea di fondo abbiamo acquisito in portfolio marchi molto diversi tra loro, che intercettano fasce di consumatori ampie e multiculturali. Questo ci permette di essere presenti su più mercati europei, andando incontro al gusto e alle diverse abitudini di consumo». Si va infatti da Quick, marchio fondato nel 1971 tipicamente belga e lussemburghese, catena di fast food focalizzata sulla vendita di hamburger, a O’Tacos - acquisita nel 2018 - che si rivolge a un’utenza molto giovane: «O’Tacos, fondata nel 2007, è una catena di ristoranti halal nati principalmente per l’espansione in franchising, con una forte connotazione digitale, che ha creato una nuova nicchia di business nel settore della ristorazione veloce» spiega Preda «Nasce nei quartieri periferici per poi spostarsi nei centri delle città e offre un prodotto totalmente innovativo, che è una evoluzione del kebab: ha come clienti i ragazzi tra i 12 e i 22 anni, molto digital e attenti alle novità. Ma sempre nel 2018, proprio per tener fede alla nostra mission di diversificazione abbiamo acquisito anche il marchio Nordsee, brand consolidato fondato nel 1896, che è la principale catena di quick restaurants di pesce in Germania e Austria e si rivolge a una fascia di utenti più alta ma alla ricerca di

ALESSANDRO PREDA, A.D. DI QSRP

47


COVERSTORY OPPORTUNITÀ

soluzioni comunque veloci». L’idea di fondo di Qsrp è quindi quella di mettere in contatto marchi primari e molto solidi con investitori finanziari che vogliono differenziare il loro investimento ma che non hanno capacità industriale, offrendo in supporto un’organizzazione già strutturata «Noi di Qsrp mettiamo a disposizione sia le nostre competenze e possibilità in campo industriale» continua l’amministratore delegato «perché alcuni locali li sviluppiamo direttamente noi, quelli di nostri partner e franchisee, tanto è vero che buona parte dei nostri locali sono appunto in franchising. Poi mettiamo in campo anche tutta una serie di partner di fornitura, e quindi marchi come Coca-Cola o i grandi fornitori di carne, patatine, pesce e altro, che a livello globale o locale, a seconda della tipologia di prodotti, trovano in questa company la possibilità di sviluppare il loro business». I numeri, sicuramente, stanno premiando l’idea di base, dato che la piattaforma vede una crescita organica di circa il 10% su base annua sia in termini di aperture di nuovi negozi che di aumento delle vendite negli store esistenti: tradotto in numeri, avendo circa mille locali in Europa, questi aumentano di 100 ogni anno, con il mercato italiano che pesa per circa il 25% delle vendite della rete globale e per un terzo del numero di locali. Riguardo al franchising, le opportunità sono molteplici e il periodo di crisi globale che stiamo attraversando non scoraggia gli investitori, anzi li spinge proprio verso business resilienti e solidi nel tempo. «Dobbiamo tenere presente», continua Alessandro Preda, «che chi investe in franchising solitamente adotta comportamenti anticiclici, quindi trova opportunità di business anche e soprattutto in periodi complicati come quello che stiamo vivendo. La nostra offerta inoltre è molto variegata, e anche questo è un valore aggiunto: per quanto riguarda il Burger King l’investimento iniziale oscilla tra il mezzo milione e il milione di euro, a seconda delle dimensioni del locale, mentre per

48

aprire un O’Tacos o un Go! Fish si richiede un capitale che oscilla tra i 250 e i 400 mila euro, quindi circa la metà. La differenza è legata più che altro all’infrastruttura e alla complessità delle cucine». Al momento, in Italia il marchio Qsrp – oltre ai numerosi Burger King - vede presente un Go! Fish di nuovissima apertura presso il centro commerciale Oriocenter di Bergamo con un’offerta che adatta la tradizione nord europea (dato che il brand è, appunto, una branca di Nordsee) al gusto italiano e che promette di intercettare una clientela DIFFERENZIARE L’OFFERTA HA PERMESSO A QSRP DI ESSERE PRESENTE SU PIÙ MERCATI EUROPEI ANDANDO INCONTRO A ESIGENZE E GUSTI DIFFERENTI

di livello medio-alto, mentre per il 2021 si prevede anche l’arrivo di O’Tacos: «Sono tutte ottime opportunità, per chi voglia diventare franchisee. Noi offriamo supporto sulla parte real estate, applicando la nostra metodologia per valutare le posizioni: tenendo presente che per un Burger King la metratura richiesta oscilla tra i 180 e i 450 metri quadri, mentre per un O’Tacos o un Go! Fish si va dagli 80 ai 100. Normalmente un Burger King sviluppa fatturati annuali per circa 1milione e 300mila euro di media, un O’Tacos è attorno al milione e un Go! Fish tra i 750 e gli 800mila euro». Dal punto di vista dei servizi, Qsrp

mette a disposizione un end to end: nel momento in cui il franchisee viene certificato e approvato attraverso un processo che tende a verificare che possa o meno affrontare lo sviluppo, la piattaforma offre supporto sull’attività di design della parte di layout, sull’approvvigionamento delle cucine, degli equipaggiamenti e di tutto quello che serve per far funzionare il locale. «Forniamo tutta la tecnologia», spiega Preda, «quindi registratori di cassa, kiosk, app e tutto ciò che serve per il funzionamento dei drive through - i locali dove il cliente ordina rimanendo in macchina e porta via il cibo da asporto - integrati con la cucina. Poi mettiamo a disposizione tutto il sistema logistico, la supply chain, le materie prime e i fornitori certificati, l’apparato di distribuzione e consegna e da ultimo tutto il supporto marketing e comunicazione, espletata sui diversi media nelle varie fasi. Una formula completa che mette a disposizione dell’imprenditore una soluzione chiavi in mano, con tutta l’attività di formazione del personale». E se si prende in considerazione la velocità di reazione di questo tipo di business, estremamente resiliente e in grado di reagire agli shock - dopo il lockdown le attività di ristorazione veloce sono ripartite a pieno regime nel giro di due o tre settimane - investire in un quick restaurant potrebbe essere davvero un’idea vincente, anche nel 2020.


25

PUNTI VENDITA IN ITALIA

8

NUOVE APERTURE NEL 2021

� +39 �

+130% CRESCITA ULTIMI 2 ANNI

0571 073300 +39 0571 57191


COVERSTORY OPPORTUNITÀ

ANTONELLO MARROCCO

La ricetta anti crisi passa anche attraverso la bellezza No Mas Vello, l’azienda specializzata nell’epilazione con luce pulsata e laser a diodo ha rilanciato aiutando gli affiliati con misure straordinarie e agevolazioni per le nuove aperture di Alessandro Faldoni

U

n franchising che non conosce crisi nonostante il Covid, tanto che lo scorso settembre si è trovato nell’insolita situazione di dover sospendere momentaneamente le nuove richieste di affiliazione. È il caso di No Mas Vello, insegna internazionale dell’estetica tecnologica, specializzata nella foto depilazione IPL-Luce Pulsata e Laser a Diodo. L’azienda è attiva in Italia dal 2007; conta 500 strutture affiliate, di cui 180 in Italia. La formula in franchising No Mas Vello, proprio durante il Covid si è rivelata un’opportunità per chi era in cerca un investimento dal ritorno sicuro, ma anche per chi puntava all’autoimpiego. Attratti dalla possibilità di un “piano B”, negli ultimi mesi, sono state coperte dieci nuove aree territoriali libere, grazie a un poderoso pacchetto di agevolazioni per i nuovi arrivi e a un sostegno tangibile verso le filiali in attività. «Abbiamo voluto difendere il lavoro degli oltre 180 punti di vendita con misure straordinarie, decise in un momento

50

cruciale per il paese - spiega il Direttore Generale di No Mas Vello, Antonello Marrocco - per aiutare gli affiliati, durante la prima fase dell’emergenza abbiamo completamente annullato le royalties relative ai mesi di marzo, aprile e maggio, e dimezzato quelle relative al mese di giugno. Anche se questo ha significato rinunciare a una quota importante di

fatturato, il nostro sostegno si è rivelato la scelta vincente». Per correre ai ripari, dunque, l’azienda si è mossa in fretta. Già lo scorso maggio sono stati redatti e consegnati dei questionari ai clienti che hanno dimostrato come l’estetica fosse rimasta un bene primario. Il settanta per cento degli intervistati, infatti, ha dichiarato di voler ritornare al più presto a usufruire dei servizi. Grazie a questa customer care, rafforzata anche da una parallela politica di marketing fatta di vicinanza con gli utenti, ne sono nate iniziative come i suggerimenti sulle cose da fare a casa nei periodi di lockdown, che ha reso possibile il dialogo con i clienti e rinforzato il legame con il marchio. «A inizio autunno – aggiunge Marrocco abbiamo poi attuato una iniziativa senza precedenti nella storia dell’azienda: la possibilità di avviare l’iter di apertura di un centro No Mas Vello con un investimento iniziale immediato di soli 990 euro. Uno sforzo per noi quasi simbolico, visto che un negozio in franchising No Mas Vello fattura, a regime, circa 140 mila euro annui, con un ritorno economico in brevissimo tempo. L’idea partiva dall’esigenza di rendere ancora più snella ed economica la procedura di apertura di nuovi centri e di premiare chi mostrava di credere nell’opportunità che questo franchising offre. In un breve lasso di tempo siamo riusciti a coprire aree ancora libere e altre richieste stanno arrivando». www.nomasvello.it


YOUR BUSINESS WITH SUPER POWERS. Acquista e realizza il tuo prodotto in Cina. Non dovrai preoccuparti di nulla, ti basterĂ raccontarci la tua idea, al resto penseremo noi: dallo sviluppo alla ricerca dei partner, dalle certificazioni alla logistica, fino alla consegna.



COVERSTORY OPPORTUNITÀ

ANDIAMO IN PARCHEGGIO A FARCI... TAMPONARE Innovare mettendo la tecnologia al servizio del cliente: ecco come ParkinGO, il network di parcheggi che in Europa conta oltre 90 strutture, sta affrontando la pandemia e rilanciando il business di Paola Belli «COME IN OGNI MOMENTO DI CRISI BISOGNA TROVARE LE ENERGIE PER MUTARE E CERCARE DI RESISTERE, DOBBIAMO RIMANERE IN PIEDI SINO ALLA PRIMAVERA 2021 E POI IN QUALCHE ANNO CERCARE DI RISANARE LE NOSTRE AZIENDE CHE USCIRANNO MOLTO INDEBOLITE DA QUESTO SHOCK».

Giuliano Rovelli è il founder di ParkinGO, il network di parcheggi che in tutta Europa conta oltre 90 strutture. Uno che non si è mai arreso e che in 25 anni ha ottenuto tanti successi, innovando in continuazione e mettendo la tecnologia

al servizio dei propri clienti, arrivando persino a offrire il test Covid all’interno dei propri parcheggi.

Come sta andando nel vostro settore, ora che i viaggi sono quasi fermi e i parcheggi degli aeroporti, di fatto, deserti? È sicuramente un momento molto difficile per il settore aeroportuale, ma lo è per l’intera economia. La cosa più grave di questa crisi è verificare l’adeguatezza delle persone che guidano il nostro Paese: invece di preparare gli ospedali

per una seconda ondata, mi pare ci si sia persi nei palazzi e nella burocrazia nonostante i pieni poteri.

Cosa state facendo nella vostra azienda per resistere a questa crisi, quali cambiamenti avete messo in atto? Abbiamo prima di tutto realizzato un protocollo di sicurezza che permettesse ai nostri clienti di viaggiare in tutta sicurezza e a tutto il Team di lavorare in un ambiente protetto. Il ParkinGO Safe, sommato al fatto di non aver mai chiuso, neanche un giorno, è stata la nostra parte di evoluzione nel periodo iniziale del lockdown globale in cui le persone non riuscivano a tornare a casa se non facendo scali su scali ed arrivando in aeroporti diversi da quelli di partenza. Nello stesso periodo abbiamo anche attivato una partnership con Immunocar, un’azienda che si occupa della sanificazione dei veicoli così da poter offrire ai nostri clienti un’ulteriore garanzia sul servizio. E in questo periodo cosa state facendo? Di certo non state a guardare at-

53


COVERSTORY OPPORTUNITÀ

Giuliano Rovelli, founder di ParkinGO

tendendo la fine della pandemia. Basti pensare all’iniziativa dei tamponi drive-through. Con il traffico aeroportuale paralizzato e i parcheggi semivuoti abbiamo ragionato su come poter utilizzare i nostri asset coerentemente con il periodo; abbiamo attivato una partnership con dei laboratori certificati mettendo loro a disposizione le aree di parcheggio per effettuare tamponi rapidi antigenici con esito in appena 15 minuti. Il servizio viene erogato in drive-through ed è attivo dai primi di novembre con grande successo perché abbiamo abilitato la nostra piattaforma ecommerce con prenotazioni regolate in fasce orarie per limitare al minimo le attese e tutto è molto ben organizzato. Pensando ai nostri clienti viaggiatori tra pochi giorni attiveremo anche il servizio con i tamponi molecolari (Pcr) che sono richiesti da

54

TRASFORMEREMO I PARCHEGGI AEROPORTUALI IN VERI E PROPRI HUB CON SERVIZI DEDICATI AI VIAGGIATORI molti Paesi stranieri oltre all’Italia per evitare la quarantena.

attivamente dal personale in turno in parcheggio. Una bella sicurezza sia per Amazon che per i clienti che utilizzano il servizio.

Come vi è venuta l’idea? Siete partiti dall’osservazione di un bisogno? Attiviamo partnership con grandi brand Il prossimo progetto? ormai da diversi anni perché ParkinGO Dobbiamo essere veloci nel capire non è più solo un parcheggio ma un quando e come ripartirà il nostro buvero e proprio hub di mobilità e servizi siness, in ogni caso crediamo che non per i nostri clienti. Per questo dialogasarà sufficiente ripartire solo con il more anche con aziende leader nel settodello dei parcheggi aeroportuali. Abbiare sanitario ci ha mo dei progetti OLTRE AL TAMPONE DRIVE-THROUGH permesso di di innovativi che ci I PARCHEGGI DI PARKINGO OSPITANO creare ed attivare trasformeranno GLI HUB LOCKERS DI AMAZON E SERVIZI in pochi giorni il in veri e propri DI CAR RENTAL E CAR SHARING servizio di tamhub con ulteriori poni rapidi in drive-through nelle noservizi dedicati ai viaggiatori post Costre strutture. Per esempio, all’interno vid. di ParkinGO ospitiamo ed eroghiamo servizi a diverse compagnie di car renNella vostra stessa situazione si trotal, di car sharing e due anni fa abbiavano molti, moltissimi imprenditori mo raggiunto un accordo con Amazon italiani che si trovano in condizione di installando i loro Hub Lockers per podoversi reinventare... ter ritirare gli acquisti effettuati online, Non ho dei gran suggerimenti perché servizio utilizzato anche dai clienti non ogni imprenditore che ha realizzato la in sosta. Quando Amazon ha deciso di sua impresa conosce il proprio settore entrare nel mercato aeroportuale siameglio di chiunque altro, dico solo che mo stati la loro prima scelta perché con in questo momento bisogna essere caun singolo accordo sono stati capaci paci di vedere soluzioni nuove e concredi raggiungere l’utenza che gravita attizzarle nel brevissimo tempo. In boctorno agli aeroporti italiani. Possiamo ca al lupo a tutti gli imprenditori: non garantire un locker disponibile 24 ore aspettatevi aiuti, dobbiamo salvarci da su 24, 365 giorni l’anno e sorvegliato soli!


REGISTRATI IN POCHI SEMPLICI PASSI

Giancarmelo Spampinato Co-founder di Key To Markets

Miglior Broker Recensito da Forex Peace Army

Il 71% dei trader retail perde denaro con i CFD

Key To Markets è un broker indipendente che offre accesso ai mercati finanziari ad investitori istituzionali, imprese e traders privati. La nostra società offre un’ampia gamma di soluzioni ed un eccellente servizio di assistenza clienti in italiano per fornire agli investitori l’opportunitá di sperimentare una completa ed innovativa esperienza di trading. Un team di esperti con un approccio chiaro ed efficace rendono Key To Markets un partner affidabile sia per operatori professionali che privati.

WWW.KEYTOMARKETS.COM info@keytomarkets.com

Andrea Sabatini Co-founder di Key To Markets


COVERSTORY OPPORTUNITÀ

Quei pionieri dell’e-learning che disegnano il futuro Musa Formazione ha vinto il prestigioso premio Le Fonti Awards per essere un’eccellenza in forte crescita. Un punto di riferimento nell’e-learning che oggi conta una community di oltre 60mila utenti di Paola Belli

I

numeri contano. Lo sa bene la gestione delle risorse avesse ormai Riccardo Campana, geniale imboccato una strada d’avanguardia fondatore di MUSA Formaziosenza ritorno. ne, uno tra i migliori poli formativi itaOggi il polo formativo d’eccellenza liani, vincitore della decima edizione del conta una sede romana e tre pugliesi. prestigioso premio “Le Fonti Awards” Campana ripercorre i passi che hanno svoltosi recentemente a Milano. Con portato MUSA Formazione a diventare una delle prime piattaforme e-learning un punto di riferimento del settore: «Il italiane, MUSA ritira per la categoria nostro è stato un percorso di crescita “HR e Formazione” il riconoscimento racconta - nato dall’intuizione di come di “Eccellenza dell’Anno Innovazione & in Italia fossero necessarie competenze Leadership nell’E-Learning, con la see figure professionali nuove. Abbiamo guente motivazione: “per essere un’eccambiato il modo di fare formazione, cellenza in forte crescita. In particolare sposando un mindset diverso, mettenpunto di riferimento all’avanguardia do le persone e le loro esigenze al cennel settore tro. È necessaria, NEI PRIMI OTTO MESI DEL 2020 MUSA dell’e-learning e infatti, una formaHA REGISTRATO UN +238% della formaziozione che faccia DEL FATTURATO E UN +12% RISPETTO ne. Un leader in leva sul fattore AL BUDGET FISSATO A INIZIO ANNO grado di puntaumano con logire su innovazione, flessibilità e qualità”. che di multi-disciplinarietà in linea con Un albo d’oro, quello del premio, che le richieste del settore professionale e vanta eccellenze importantissime, fra aziendale». cui Vodafone, Continental, Brunello CuLa storia di MUSA comincia nei pricinelli, Salini Impregilo, Unilever, Eni, mi anni ‘90, quando Campana, occuBosh, Versace, Natuzzi e Rai. pandosi di commercio, come tutti gli E-learning che, tradotto in italiano, siimprenditori, ricercava e selezionava gnifica ‘apprendimento online’, ovvero personale da inserire nella propria atl’uso delle tecnologie multimediali e tività, notando come esistesse un prodi Internet per migliorare la qualità fondo gap fra le competenze richieste e dell’apprendimento, facilitando l’accesle figure professionali esistenti. Mentre so alle risorse e ai servizi. Un sistema l’informatica faceva la sua comparsa diventato ormai di uso quotidiano causulla scena, nasceva MUSA Scuole, realsa la pandemia da Covid-19, ma che i tà in cui si organizzavano corsi di forpiù avveduti avevano cominciato già da mazione professionale. Con gli anni, si tempo a utilizzare, consapevoli di come avvia un sempre più definito processo

56

di digitalizzazione della visione iniziale, che lo stesso Campana definisce «una maratona e non uno sprint», che vede un importante investimento delle risorse nello sviluppo di una piattaforma e-learning multifunzionale, in grado di progettare corsi di Alta Formazione online per rispondere alle esigenze del mercato del lavoro, sempre più competitivo, un ambiente virtuale in cui professionisti ed esperti del settore potessero condividere e trasferire le proprie competenze. Sottolinea Campana: «In pochi anni siamo diventati leader del settore della formazione in Puglia. Ma ancora una volta, a distanza di un decennio, avvertivo la necessità e la voglia di innovare in controtendenza con le politiche del momento. Erano i primi anni duemila, internet era nel pieno della sua diffusione nel nostro Paese. Ho intravisto l’opportunità di slegare la mia attività da una formazione tradizionale e portarla a un livello superiore e digitalizzare la visione iniziale. Ho investito tutte le mie risorse, realizzando il sogno di progettare percorsi di alta formazione al fine di creare le figure professionali del domani e rispondere alle esigenze del mercato del lavoro. Così è nata MUSA Formazione». I risultati danno ragione al fondatore sotto tutti i punti di vista e confermano la bontà del lavoro svolto finora: MUSA ha registrato una crescita del 201% del


fatturato nel 2019 rispetto al 2018, e del 211% del numero di iscritti ai corsi di formazione online; nei primi otto mesi del 2020 ha ottenuto un +238% del fatturato rispetto al 2019, +12% sul budget fissato a inizio anno. E un incremento del +253% per le iscrizioni, +13% rispetto a quanto preventivato a inizio anno 2020. E ancora, le ore di formazione erogate nel 2020 sono state 74000, il numero di iscritti quest’anno ha raggiunto quota 8000, con un tasso di soddisfazione del 98%. La forza del team è alla base del successo di MUSA Formazione, professionalità e coesione di un gruppo composto da docenti e professionisti, esperti di tecnologie e-learning che operano in un contesto in cui valori tradizionali si intrecciano all’essenza digitale di questa realtà in forte ascesa. I risultati sono lì a mostrare la bontà delle scelte aziendali, con una schiera di corsisti che, dopo l’esperienza di studio acquisita nella struttura di Campana, hanno trovato sbocchi lavorativi in enti, associazioni e industrie dal profilo altissimo, come Vodafone, Continental, Legambiente, Regione Lombardia, Natuzzi, Mediaset, Cassa Forense, Confesercenti, Amnesty International e Banca

Patrimoni Sella & C. Quattro sono i pilastri della mentalità di MUSA Formazione: 1. La centralità del cliente nelle scelte aziendali partendo proprio dallo sviluppo di corsi online in linea con le esigenze del mercato. 2. La creazione di partnership per arricchire la “value proposition”. Fare networking per offrire più benefici ai clienti. 3. Scegliere le persone giuste e creare le condizioni ideali per la crescita del team. La crescita aziendale è una naturale conseguenza. 4. Ricerca e innovazione continua in ambito digitale. Anticipare le tendenze con uno spirito visionario, sfidando i preconcetti per ottenere un vantaggio competitivo. Fra i corsi professionali che Musa Formazione offre ci sono quelli di Ethical Hacker & Security Manager e Privacy

Specialist DPO (ICT), Web Developer Full Stack, Fondamenti di Programmazione, App Developer per iOS e Android e Game Developer in Unity 3D (Development), UX/UI Design, Graphic Design, Auotcad, 3D Studio Max e Inventor (Design), oltre alla promozione dell’intera offerta formativa delle Università Telematiche Pegaso e Mercatorum. Il premio ottenuto a Milano non è certamente un punto d’arrivo, ma un passaggio fondamentale verso nuovi progetti a breve termine, che comprendono la creazione di MUSA Job Opportunities, ovvero un portale che consenta alla domanda di incontrare l’offerta di lavoro in modo automatico e immediato, la possibilità di condividere il know-how acquisito nella tecnologia e-learning con le aziende, pubbliche e private, che non abbiano gli strumenti e l’esperienza per adeguarsi a questo trend, e poter continuare nella ricerca e sviluppo dei corsi, cercando di anticipare le tendenze delle nuove figure e competenze. «Oggi vantiamo una community di circa 60mila utenti. Posso dire, senza falsa modestia, che il lockdown ha messo in evidenza quanto pionieristica fosse la mia visione di vent’anni fa», chiosa Campana. Un concetto che è anche una sentenza: la pandemia ha cambiato il mondo, la forzata sosta nelle proprie case e l’adozione irreversibile dello smart-working racconta bene quanto sia stata intuitiva la scelta dell’imprenditore pugliese. Una scuola digitale e una piattaforma complessa e ricca di offerte formative è quello che ci attende nei prossimi anni. Tel: 06/87153208 info@musaformazione.it www.musaformazione.it

57



2017, con la scissione societaria tra i proprietari originari del franchising, al brand Parrucchieri Estetica rimasero associati tre saloni. Di Martino trasformò quello che poteva essere un potenziale problema in un’opportunità: «Il nuovo assetto societario ha ridefinito tutti i piani operativi. Abbiamo dovuto ridisegnare le nostre strategie di business, e abbiamo vinto: il numero dei nostri negozi è passato da tre a 30 in meno di due anni» ci racconta il proprietario di Parrucchieri Estetica. Un cambio di look che poggia su alcune idee precise: concentrarsi tra il centro e il nord Italia, consolidando una presenza sempre più capillare. Ma, come dicono gli anglosassoni, “sky is the limit”, il cielo è l’unico limite: per questo Di Martino ha “esportato” il format oltre i confini nostrani. La prima tappa è stata Barcellona a Da tre a 30 saloni in meno di due anni e lo sviluppo della rete gennaio, ma «proseguiremo in questo oltre confine: sotto il brand Parrucchieri Estetica c’è un modello 2020 con l’inaugurazione di altri 15 di franchising che assicura ritorni già entro il primo anno saloni in Spagna – sottolinea il franchisor - e con l’avvio di una rete in Indi Paola Belli ghilterra. Stiamo sviluppando modelli di business da esportare anche in Rusa pandemia che ha colpito la fase di lockdown, abbiamo avuto la sia e in altri Paesi europei». Un proil mondo ha lasciato in Itapossibilità di far crescere e formare getto ambizioso quello di Di Martino, lia una grande certezza: uno ulteriormente il nostro gruppo, grazie a cui però aderire non è così complicadei servizi essenziali per gli italiani alla collaborato, dal momento IL TICKET D’INGRESSO PREVEDE è quello del parrucchiere. Insieme a zione con il team che «il centro di UN INVESTIMENTO INIZIALE farmacie e supermercati rimane uno HRD, che con il bellezza – proDI 70MILA EURO CHE SI RECUPERA dei pochi servizi esonerati dagli obblisupporto di Matsegue il titolare NEI PRIMI DODICI MESI ghi delle chiusure imposte dal nuovo teo Maserati si è di Parrucchieri Dpcm, questo a testimoniare come occupato della formazione dei nostri Estetica – viene fornito al franchisee esso sia ritenuto fondamentale per affiliati e dei collaboratori dei nostri completo di tutto, e con un approvtutto il Paese e come l’emergensaloni». vigionamento dei prodotti in grado za sanitaria abbia accelerato Nato nel 2013 come di sostenere dai due ai tre mesi di il business. Lo confermano singolo salone di bellavoro». E il biglietto d’ingresso non i cinque nuovi saloni aperti lezza in una piccola è assolutamente accessibile: per adepost lockdown e le ulteriori cittadina in periferia rire all’affiliazione commerciale è nenove aperture già programdi Roma, il brand è crecessario un gettone di partecipazione mate per i prossimi mesi per sciuto così rapidamente da avere, iniziale di 70mila euro, e il rientro Parrucchieri Estetica, il brand tre anni dopo, addirittura 17 salodell’investimento (Roi) è stimato nei avviato da Carlo Di Martino nel ni. Naturale la trasformazione del primi dodici mesi. Un tempo davvero 2017. «Il nostro è un settore marchio in catena di distribuzione ridotto, ottenuto grazie a un rodatissiche non ha risentito della situaper conto terzi, con la commermo metodo di lavoro e al rifornimento zione attuale, ma che invece è cializzazione di prodotti e articoli dei prodotti a prezzi di gran lunga inripartito con numeri anche propri, studiati e sviluppati feriori rispetto alla media del mercasuperiori rispetto a quelli da un team interno, seconto, garantiti dagli accordi commerciali pre-covid», spiega a Ecodo i maggiori standard di con i diversi partner. «Un nostro team nomy. «Inoltre durante qualità e sicurezza. Nel di professionisti – chiosa Carlo Di

Un business estetico a prova di lockdown

L

59


COVERSTORY OPPORTUNITÀ

Martino - si occuperà di seguire passo passo tutto il processo di avviamento del nuovo salone, dalla realizzazione del progetto alla direzione dei lavori, comprese tutte le pratiche necessarie per il kick-off della nuova attività. Il vantaggio principale di far parte del nostro brand è quello di entrare in un modello già altamente collaudato, che tramite i diversi accordi commerciali e al nostro metodo di lavoro permette di massimizzare i profitti, nonché di godere di una visibilità e notorietà su scala nazionale che consente una ben più veloce e solida costruzione del portafoglio clienti». E non è tutto: grazie alle partnership con la maggior parte dei grandi mall in Italia, gli affiliati di Parrucchieri Estetica avranno l’opportunità di poter aprire la propria attività in punti strategici e di alto appeal commerciale. Un altro grande plus del brand è che possono aderire alla rete anche coloro che vogliono cimentarsi con un’avventura di questo tipo pur senza essere in possesso delle esperienze necessarie, dal momento che il format è concepito per essere sviluppato e gestito anche dai non addetti ai lavori. E la soddisfazione di chi fa parte della famiglia di Di Martino è avallata dal fatto che la maggior parte dei nuovi franchisee arriva al brand proprio seguendo il consiglio di chi è già affiliato. Insomma, in un’epoca di so-

ta di servizi di parrucchiere, infatti, si cial network e di informazioni a 360°, possono aggiungere altri due tipi di il buon vecchio passaparola rimane il pacchetto: quello dedicato alla cura metodo più efficace – e più facilmente delle unghie e quello, completo, per verificabile – della bontà di una quall’estetica. Senza contare che anche il siasi iniziativa imprenditoriale. Nulla, numero delle postazioni per i capelli è naturalmente, è lasciato al caso. «Ogni suscettibile di eventuali incrementi. A nostro salone – racconta con orgoglio proposito di elevata standardizzazioil fondatore di Parrucchieri Estetica ne ed efficientamento dei processi di - è studiato per ottenere il massimo business, un fiore all’occhiello di Pardagli spazi a disposizione nel locale rucchieri Estetica è la partnership con scelto. Discorso che vale anche per gli Boss, che consente di avere a disposiinterni, visto che l’intero mobilio è rezione un sistema gestionale che è un alizzato direttamente da noi. Un detpunto di riferimento per gli operatori taglio, quest’ultimo, che ci permette del settore. In questo modo è possidi rispondere prontamente alle varie bile avere sotto esigenze di arI FIORI ALL’OCCHIELLO DELLA RETE controllo in real redamento che SONO LA PARTNERSHIP CON BOSS time l’andamendi volta in volta E UN SISTEMA GESTIONALE to del salone. Un si possono preALL’AVANGUARDIA PER IL SETTORE sistema di collasentare. I nostri borazioni che è stato impiegato anche designer realizzano il progetto ed il per i prodotti utilizzati nel centro. modello 3D da far vedere al nuovo afCosì, per la strumentazione si sono filiato, il quale può proporre delle moscelti due player di riferimento nel difiche che vengono valutate da noi: panorama internazionale, Ghd e Vase rispettano gli standard dei nostri lera; la scelta per i prodotti dedicati centri vengono applicate». alla cura dei capelli è caduta su Vitaly, Perché ogni esercizio parte del una linea professionale esclusiva e di network di Di Martino ha una strutqualità 100% made in Italy. Infine, per tura di base. Il salone tipo, infatti, quanto concerne il mondo delle mani è composto da otto postazioni per i e delle unghie è stato selezionato un capelli, tre zone lavaggio, una cassa e brand tutto italiano, Phil Moss, che gauna parte del negozio adibita a luogo rantisce alta resa. Ultima “gamba” del di attesa. Un giusto mix che può essere progetto varato da Carlo Di Martino è eventualmente incrementato, in base quello della formazione, che è in capo alle diverse esigenze. Alla mera offera una serie di figure professionali selezionate ad hoc e che hanno lo scopo di avviare una sorta di “scouting” del personale e dell’avviamento dei nuovi negozi. «Si tratta di professionisti – conclude il fondatore di Parrucchieri Estetica - che si occupano della iniziale ricerca dello staff e dell’avviamento dei nuovi saloni, seguendoli dall’interno per il primo periodo di attività, e i costanti corsi di formazione e aggiornamento da noi offerti permettono di mantenere all’interno di ogni negozio un personale qualificato e in grado si seguire i nostri metodi di lavoro». www.parrucchieriestetica.it franchising@parrucchieriestetica.com Tel. +39 06 64001264

60



L’innovazione che raddoppia l’efficienza di produzione dei farmaci

Scopri il progetto su

Investi ora nel futuro della scienza www.opstart.it/progetto/cellex marketing.cellex.it info@cellex.it


SOLUZIONI

67 RSM SU DATI E PRIVACY LE PICCOLE AZIENDE RISCHIANO GROSSO

70

NON C’È PIÙ TEMPO DA PERDERE ORA BISOGNA INNOVARE Dagli incentivi ai competence center, passando per l’offerta formativa: Marco Taisch, del Politecnico di Milano, illustra tutti gli strumenti per innovare che abbiamo e dobbiamo usare di più di Marco Scotti

VETTORE L’ARTE DELLA TRANSAZIONE SFRUTTA L’INTELLIGENZA EMOTIVA

72 GRUPPO ECP TRA IL DIRE E IL FARE C’È DI MEZZO... LA CONSULENZA

74 THE DIGITAL BOX QUEL MARKETING DIGITALE CHE ENTRA NELLE NOSTRE TASCHE

76 LABOR PLAY LA PRODUTTIVITÀ È UN GIOCO (NON SOLO) DA RAGAZZI

78 ARVAL SENZA PENSIERI COL NOLEGGIO A LUNGO TERMINE

81 TACCINI RETAIL CONSULTING UNA GUIDA SICURA VERSO IL FUTURO DEL RETAIL

82 COMUNICA COL WEB IL FUTURO DEL BUSINESS VIAGGIA IN CHAT

D

iciamoci la verità: sono ancora il 20% per le nuove tecnologie e il 37% troppo poche le aziende che si per il green new deal. sono attivate per usare l’ecosiLe risorse ci sono, ma c’erano anche pristema dell’innovazione. Basta con la rema perché già l’allora ministro dello Svitorica degli strumenti che mancano: gli luppo Economico Carlo Calenda lanciò strumenti ci sono eccome, dagli incentiquel gigantesco piano che è diventato vi ai competence Industria 4.0 (e IL RECOVERY FUND DOVRÀ ESSERE center passando Impresa 4.0) che IMPIEGATO LUNGO I DUE FILONI per l’offerta forha permesso di FONDAMENTALI DELLA SOSTENIBILITÀ mativa». Marco iniziare a svecE DELLA DIGITAL TRANSFORMATION Taisch, profeschiare un parco sore del Politecnico di Milano e co-fonmacchine che aveva un’età media dopdatore di Miraitek, prova a spiegare a pia, ad esempio, rispetto a quella della Economy quali siano le peculiarità e le Germania. Il primo passo è stato comesigenze di una trasformazione digitapiuto, ora con Transizione 4.0 si è posto le divenuta non più procrastinabile. Un un ulteriore mattone per raggiungere momento di passaggio epocale, acceleuna maggiore penetrazione di questa rato dal Covid ma che era già in “rampa cultura nelle fabbriche e nell’industria. di lancio”. Non è un caso che il Recovery «Il piano del ministro Patuanelli (nella Fund (o Next Generation Ue) dovrà nefoto sopra il titolo, ndr) – chiosa Taisch – cessariamente essere impiegato lungo funziona bene, ma ha un’unica debolezdue filoni fondamentali: sostenibilità e za: sarebbe servita un’aliquota di sgradigitale. A questi due “pillar” dovrà giunvio più elevata. Non il 20% ma, magari, il gere il 57% dei 209 miliardi totali, di cui 50%. Per il resto mi sembra che sia stato

«

63


COVERSTORY SOLUZIONI

considerato tutto ciò che era necessario obiettivi, tra proclami e reali necessità. per ottenere i risultati migliori». Si è parlato, ad esempio, della necessiRimane poi l’annosa questione: che cosa tà di impedire lo svolgimento del Black fare con il digitale? Uscire da quella che Friday e del Cyber Monday che avrebbe è diventata una domanda stucchevole agevolato Amazon e penalizzato le altre è già un primo passo. Non si tratta di piccole aziende. Ma è un falso problema avere la rete più veloce per poter guare soprattutto posto in malo modo. Il codare meglio i film in streaming – anche losso di Bezos avrà sicuramente molti se abbiamo una connessione inferiore difetti, ma in questi mesi ha permesso di tre volte rispetto ai Paesi nordici e a tante Pmi che non erano attrezzate minore della media europea – ma pocon e-commerce organici di continuater finalmente lavorare in un’ottica di re a vendere. Nelle scorse settimane e-commerce, ha attivato un smart cities, mo- PRIMA DELLA PANDEMIA SOLO UN’AZIENDA programma per SU DIECI ERA IN GRADO DI VENDERE ONLINE. bilità sostenibile coinvolgere oltre GIÀ DOPO IL PRIMO LOCKDOWN e autonoma, tele10mila aziende LA PERCENTUALE È SALITA AL 56% medicina, manudi piccole dimentenzione predittiva. Tanti ambiti diversi, sioni in modo che entrassero negli scaftutti gangli fondamentali di un’Italia più fali di Amazon. Ci guadagna qualcosa? innovativa e più pronta alle nuove sfide Ovviamente sì, ma è una logica “winche erano già sul tavolo e che il Coronawin”. Come ha fatto giustamente notare virus ha reso estremamente cogenti. Roberto Liscia, presidente del consorAd esempio, per quanto concerne la zio Netcomm «l’e-commerce ed i grandi sanità, un recente dibattito sul tema eventi di shopping online, come il Black dell’e-health ha acceso i riflettori sulla Friday, sono già oggi un’opportunità per possibilità di costruire un Big Data Hub Pmi e venditori italiani. Porre un freno Nazionale, alimentato da dati anagrafici, significa colpire ulteriormente le impreamministrativi, di spesa farmaceutica, se. In Italia ci sono circa 100 piattafordi struttura, dati socio sanitari, clinici me - di diverse dimensioni - che vendoe ambientali provenienti da tutto il sino online, intermediando prodotti che stema. Il Big Data Hub inoltre prevede arrivano da circa 50.000 venditori, tra i una componente, opportunamente anoquali figurano Pmi e negozianti». nimizzata di informazioni che componPrima della pandemia, secondo l’Osgono l’Open Data Hub a disposizione servatorio del Politecnico di Milano l’Italia era agli ultimi posti in Europa per per l’ecosistema innovativo di start up, digitalizzazione delle proprie aziende provider, università per fare open innodi piccole dimensioni: solo una su dieci vation. Gli output di questo big data hub era in grado di vendere online. Al termisono di diverso tipo a seconda dell’attone del primo lockdown il 56% di essere del sistema che vi accede (Ministero re era presente e raggiungibile online, ed enti centrali, regioni, sistema della in aumento dell’11% rispetto all’anno ricerca…) e possono ad esempio aliprecedente. Anche i social network sono mentare sistemi complessivi di Popudiventati un canale importante, con la lation Health Management per attuare metà che impiega ad esempio Facebook. politiche di programmazione sanitaria L’Italia, comunque, rimane la settima o di Electronic Health Record dei singoli manifattura del mondo e il terzo esporcittadini, oltre a essere da base per anatatore. Per cambiare la testa degli imlisi predittive di diverso tipo. Se ci fosse prenditori serve anche un pizzico di culstato un sistema di profilazione così eftura. Per questo la seconda gamba del ficiente durante la pandemia, magari si piano Calenda istituiva la creazione dei sarebbe potuto fare qualcosa di meglio Competence Center, tra cui il milanese in tema di prevenzione e di mortalità. Made. Il 10 dicembre è stata presentata Per quanto riguarda la vendita online di alla stampa la nuova offerta del centro, prodotti assistiamo in questo momento una serie di 20 dimostratori. «Ognuno a una sorta di discrasia tra intenzioni e

64

MARCO TAISCH

di essi – conclude Taisch – ci racconta un pezzo della fabbrica 4.0. Il digitale non è più un fattore di aumento della competitività, è ormai un prerequisito fondamentale. Il Covid ha mostrato che soltanto le fabbriche digitalizzate hanno potuto continuare a lavorare, hanno potuto svolgere monitoraggio e manutenzione preventiva. Non stiamo parlando di una semplice etichetta, ma di un’urgenza che crescerà del 100-150% all’anno da qui al 2024. E poi, sempre per restare in un’ottica di Recovery Fund, il digitale consente di essere più green, di ridurre l’impatto ambientale. È un po’ come in casa: inizialmente abbiamo sostituito le lampadine a incandescenza con quelle a led, ora con la domotica curiamo i consumi in dettaglio. Allo stesso modo in fabbrica: prima si sono cambiati i macchinari, poi con la digitalizzazione si è iniziato a usarli in maniera più sostenibile. Per questo è importante che sia stato inserito anche il software nel Piano Transizione 4.0. In Miraitek, ad esempio, abbiamo la possibilità di fornire informazioni sul macchinario a tutte le anime della fabbrica, con 20mila misure al secondo lungo tutti i parametri». Diceva un vecchio e desueto slogan che il futuro è oggi. La verità è che mai come questa volta l’Italia ha messo in campo tutto il necessario per completare il passaggio verso una nuova dimensione. Ed è già una gran bella notizia.


Come vuoi, quando vuoi, dove vuoi;

e sopratutto sempre GRATIS. Il software Gestionale rivoluzionario per la pmi, professionisti e forfettari

Fatturazione Elettronica Prima nota Scadenziario Drive Intelligente Mailinglist Avanzata

ww.paciolo.com


C

M

Y

CM

MY

CY

CMY

FACILITY AND ENERGY MANAGEMENT GROUP

K

LE TUE ESIGENZE MERITANO ATTENZIONE FERVO è sempre accanto alle aziende e alle Amministrazioni Pubbliche per studiare e offrire le migliori soluzioni customizzate in materia di facility ed energy management. Metodi all’avanguardia, mani esperte e una visione che valorizzi il potenziale del tuo building: questi sono solo alcuni degli elementi chiave che guidano la nostra relazione con il Cliente. Consulenza e formzione Qualità, Ambiente e Sicurezza Manutenzione impianti Efficientamento energetico Pulizie e reception Manutenzione del verde e opere edili

Scopri di più su fervo.net


SOLUZIONI

SU DATI E PRIVACY LE PICCOLE AZIENDE RISCHIANO GROSSO Tra smartoworking e utilizzo di dispositivi personali le imprese hanno abbassato la guardia sulla cybersecurity e sulla Gdpr: un’emergenza nell’emergenza

È

stata recentemente pubblicata l’indagine - Risk In Focus 2021 – Hot topics for internal auditors – nata dalla collaborazione degli Istituti di Internal Audit di 10 nazioni europee, sotto l’egida di ECIIA (European Confederation of Institutes of Internal Auditors) che traccia annualmente una mappa dei rischi prioritari con cui le aziende dovranno confrontarsi guardando ai Piani di Audit futuri. Da Risk In Focus 2021 , è emerso che quest’anno Cybersecurity and data security occupano il primo posto nella classifica di rischi che le organizzazioni si trovano ad affrontare. Alcuni dei fattori che hanno reso le società più vulnerabili ai “cyber-attacks” sono: • L’ improvvisa ed estesa diffusione dello homeworking • L’utilizzo di dispositivi personali per

accedere a dati e informazioni riservate • La connessione alla rete WiFi domestica.

L’isolamento ci rende più vulnerabili Il consolidarsi dello smartworking, l’isolamento dall’ambiente di lavoro e la mancanza di relazioni dirette con i colleghi ci rende più vulnerabili e vittime di attacchi da parte di hacker che utilizzano spesso e-mail ingannevoli apparentemente provenienti da figure apicali. Dalla ricerca è emerso, inoltre, che molti non comprendono l’importanza della questione cybersecurity e, pertanto, non rispettano i protocolli di sicurezza: alcuni perché ritengono che ostacolino la produttività (51%), altri perché sanno che lavorando da casa non sono controllati dal reparto IT (48%). La protezione di dati e informazioni, dunque, rappresenta sempre più una L’AUTORE, FABRIZIO BULGARELLI, È PARTNER DI RSM IN ITALIA DAL 2017, CON LA RESPONSABILITÀ DI COORDINARE TUTTE LE ATTIVITÀ RELATIVE ALL’AREA DI RISK ADVISORY SERVICE E DI CORPORATE GOVERNANCE

67

priorità per ogni tipo organizzazione.

“Cyber threat”: quali le principali attività cyber criminali in cui è più facile incorrere? Il primo passo per tutelare dati e risorse è conoscere quali sono le minacce che posso mettere in crisi il sistema informatico aziendale: > Accesso abusivo ad un sistema informativo protetto; > Frode digitale: manomissione di dispositivi digitali con lo scopo di guadagnare frodando informazioni, dati o software; > Falsa identità: quando si froda l’identità reale o digitale di un’altra persona; > Il Phishing una frode che mira a indurre gli utenti a fornire informazioni riservate. Generalmente gli strumenti utilizzati per l’adescamento sono: e-mail, siti e banner pubblicitari; > Danneggiamento di informazioni digitali, dati software, compromissione di sistemi IT, detenzione e diffusione abusiva di password; > Intercettazione, distruzione e furto della corrispondenza comprese le e-mail.

È arrivato il momento di una rivoluzione tecnologica e culturale Riuscire ad assicurare la sicurezza di

67


SOLUZIONI

dati e informazioni anche in un contesto di homeworking è, dunque, fondamentale dato che si prevede che il lavoro da remoto verrà sempre di più implementato anche quando sarà passata l’emergenza Covid 19. Questo processo deve coinvolgere i sistemi di sicurezza, che devono essere perfezionati e rafforzati, e la consapevolezza delle persone e i loro comportamenti. Un vero e proprio cambiamento culturale, che non può prescindere da una formazione approfondita delle persone sui rischi derivanti da un comportamento inconsapevole. Relativamente a Cyber e data privacy L’ITALIA È ANCORA POCO PREPARATA A FRONTEGGIARE IL RISCHIO CYBER E LE PMI SONO LE AZIENDE PIÙ ESPOSTE IN ASSOLUTO

l’Italia risulta ancora poco preparata a prevenire e fronteggiare il rischio, pertanto è necessaria un’azione di approfondita valutazione del rischio cyber soprattutto per le piccole e medie imprese che sono i soggetti più esposti ai rischi informatici. Per venire incontro a queste esigenze, il team Consulenza IT di RSM è in grado di: - supportarti nella scelta delle soluzioni tecnologiche più efficaci per proteggerti - definire un percorso di formazione del personale (in modalità e-learning) sulle tematiche di cybersecurity framework & risk analysis

68

LE PMI PREMONO SULL’ACCELERATORE Una delle sfide per le piccole e medie imprese e delle mid cap italiane è quella di accedere a servizi di alta consulenza e di formazione di alta qualità a condizioni sostenibili, per rimanere competitive e crescere, anche in momenti di cambiamenti strutturali del sistema economicofinanziario come quello attuale. Così Rocco Abbondanza, presidente di RSM SpA, annuncia l’avvio della partnership con Cassa Depositi e Prestiti, nel programma Acceleratore imprese, nato per sostenere la crescita del sistema produttivo. Cdp prevede nel suo piano industriale una specifica linea di azione strategica finalizzata a favorire l’innovazione, la ricerca, lo sviluppo e la crescita, anche internazionale delle imprese italiane. Acceleratore imprese è una piattaforma di servizi professionali per la crescita delle aziende ad alto

potenziale, che si pone l’obiettivo di fornire alle aziende un supporto in termini di adozione di una cultura manageriale allineata alle best practices del mercato e di miglior utilizzo delle risorse. Per realizzare questo obiettivo, il programma Acceleratore imprese favorisce l’incontro tra le imprese e le società fornitrici dei servizi di consulenza e/o formazione, che mettono a disposizione servizi a condizioni economiche di maggior favore rispetto a quelle rinvenibili sul mercato, con riferimento a varie aree tematiche. RSM SpA è orgogliosa di far parte di questo progetto e in qualità di società di consulenza farà la sua parte affinché la cultura di creazione di valore e della trasparenza siano i drivers principali da trasferire agli imprenditori di oggi, ma ancora di più a quelli di domani. In particolare, RSM SpA fornirà consulenza nelle

seguenti aree: 1. Consulenza strategica, con l’obiettivo di sviluppare, certificare i piani strategici di crescita; 2. Trasformazione digitale, con l’obiettivo di accompagnarne il processo nelle imprese, anche individuando le fonti di finanziamento più adeguate (come il bando ministeriale a sportello in apertura il 15 dicembre); 3. Trasparenza, legal & regulatory, con l’obiettivo di supportare l’azienda nel miglioramento della comunicazione finanziaria,nelle attività di certificazione e nelle attività di scouting di finanza agevolata e/o a fondo perduto. «Siamo convinti che il supporto allo sviluppo e all’innovazione delle imprese italiane, cuore pulsante del nostro sistema economico commenta Nicola Tufo, il partner che ha lavorato al protocollo di intesa - sia una priorità per la crescita e la ripartenza del nostro Paese».



COVERSTORY SOLUZIONI

L’intelligenza emotiva aiuta l’arte della transazione Prima di diventare formatore, Bruno Vettore è stato al timone del franchising di Tecnocasa, Pirelli Re, Grimaldi e Gabetti. Oggi con BV Invest guida manager e consulenti verso il successo di Marco Scotti

G

li anglosassoni – che sono sempre pronti a coniare parole belle e immaginifiche – la chiamano mentorship: è la capacità di un lavoratore più esperto, spesso dirigente, di trasferire competenze ai più giovani. Un termine che si attaglia perfettamente alla figura di Bruno Vettore (nella foto), manager con un’esperienza più che trentennale che ha progressivamente trasformato la sua figura professionale divenendo prima di tutto uno studioso delle tematiche afferenti alla formazione e la valorizzazione del “capitale umano”. «Sto mettendo a frutto la mia “esperienza di servizio” e le mie competenze lavorative per mettere a punto un’offerta particolareggiata che spazia dal real estate al credito. I miei corsisti, quindi, sono prevalentemente agenti immobiliari e consulenti finanziari. D’altronde, credo che la consulenza e la formazione debbano essere svolti da chi ha reale competenza specifica. E io sono piuttosto esperto in entrambi questi ambiti». Ma chi è Bruno Vettore? La sua carriera inizia nel real estate, prima come agente immobiliare poi, dal 1995, assumendo il ruolo di direttore franchising di Tecnocasa, dove diventa anche

70

responsabile dell’organizzazione della scuola di formazione. Nel quadriennio 1998-2002 è al timone di Assofranchising mentre nel 2003 diventa direttore generale di Pirelli Re Franchising, conseguendo l’obiettivo (in soli tre anni) di 1.000 contratti di affiliazione e oltre 600 agenzie operative. Dal 2006 diventa amministratore delegato, nell’ordine, di Grimaldi Franchising, di Gabetti Franchising Agency e di Tree Real Estate. Attualmente guida la società BV inIL WORK AGENCY PROGRAM OFFRE UN PERCORSO IN SEI SESSIONI CON UN PROGRAMMA ORIENTATO A METODOLOGIE E MANAGERIALITÀ

vest (www.bvinvest.it) attiva nell’ambito della formazione manageriale e consulenza direzionale, è Amministratore Delegato di FCgroup azienda che opera nei settori immobiliare, creditizio e assicurativo (con i brand Fondocasa, CheAffitti, We-Unit, Henia) ed è presidente di Alleare, piattaforma digitale di servizi integrati. «Quando creiamo un’offerta formativa – ci spiega Vettore – non possiamo dimenticare il momento storico in cui ci troviamo, ovvero un periodo di crisi che sta coinvolgendo buona parte dei

comparti. Certo, forse il settore immobiliare sta soffrendo un po’ meno di altri, visto che rispetto alle 600mila compravendite del 2019, nel 2020 chiuderemo comunque con mezzo milione di operazioni, ma è innegabile che lo sforzo che deve essere profuso sia elevatissimo. Per fortuna le banche hanno mantenuto la barra dritta in materia di erogazione creditizia, seppur con una comprensibile dose di prudenza. Senza contare che i tassi d’interesse sono molto più bassi e quindi per le famiglie può essere un buon momento per provare a cambiare casa». La principale idea di Vettore è quella di puntare sull’intelligenza emotiva, che a suo giudizio produce e vale almeno il doppio rispetto alle mere competenze. Perché utilizzando questa peculiarità dell’animo umano è possibile usare l’empatia, altro strumento potente soprattutto quando ci sono di mezzo le vendite. D’altronde, l’agente immobiliare non è soltanto una persona che conclude delle transazioni, ma piuttosto una sorta di Virgilio che accompagna i possibili compratori a scoprire le varie possibilità che hanno di fronte. E l’intelligenza emotiva offre quel supplemento di attenzione e di cura che


migliore alla quale affiliarsi, ma diamo consulenza a chiunque voglia creare o lanciare reti in franchising». Quello che emerge è che se fino allo scorso anno pullulavano iniziative legate alla ristorazione, ora questo segmento è totalmente fermo, mentre altri business più legati al digitale, stanno ovviamente prendendo piede. Proprio digitale, a causa della pandemia da Coronavirus ma non solo, è diventato una vera e propria parola chiave e oggi nessun business può permettersi di non avere uno “sfogo” online, altrimenti si rischia di venire inghiottiti dal silenzio. E anche sotto questo aspetto Vettore è attivissimo. «Oltre alla possibilità di fruire dei nostri webinar – ci spiega – abbiamo creato una piattaforma online, Alleare, in cui i consulenti del credito e gli agenti immobiliari possono fruire di servizi e verificare se ci sono corsi di loro inarticola su sei sessioni formative, tre di teresse e farsi un’idea, gratuitamente, metodo e tre più pratiche. Si raccontadi che cosa potremmo offrire loro. Ad no sia attività tipiche della professione, esempio Peracquisire.it, un portale che come le strategie di acquisizione e venpermette di imparare la famosa “lead dita o la trattativa commerciale; ma poi generation” in modo da migliorare l’efc’è anche una parte di comunicazione, ficienza del servizio offerto nella fase di di public speaking, di team building. E acquisizione del prodotto per l’agente ancora, il personal branding e la web immobiliare. Il nostro intento, quindi, è reputation. I due moduli occupano quello di impiegare l’online come tramcomplessivamente tre giorni ciascuno polino per migliorare le interazioni e e vengono svolti a distanza di quindici accrescere i risultati del business». giorni l’uno dall’altra. Infine, una notazione decisamente più Ma Vettore, forte “analogica”. Un’alBV INVEST È PARTNER UFFICIALE della sua espetra parte del busiDELLA PIATTAFORMA “ALLEARE” rienza nel mondo ness di Vettore si DI CUI BRUNO VETTORE del franchising, ha sviluppa nella reaÈ IL PRESIDENTE delle offerte ad hoc lizzazione di testi anche per questa tipologia di business. che hanno anche ottenuto un discreto «Partiamo dall’assunto – ci spiega – che successo. Si tratta di due volumi, in ci rivolgiamo a tutto il settore immoparticolare, di carattere differente, ma biliare, che consta di 40mila agenzie entrambi parte integrante dell’attività di cui solo il 15% effettivamente in professionale del manager. Il primo, franchising, poi ci sono tante agenzie uscito nell’aprile del 2013, è una sorta singole che hanno le loro dinamiche. di summa della sua attività: si chiama Ciò detto, vista anche la mia esperienza “Trent’anni di un avvenire” e racconta i in Assofranchising, mi rivolgo a chiuncapisaldi della crescita professionale di que abbia in mente di mettere “a terra” Vettore. Il secondo, che ha visto la luce un’idea. Cioè, chi ha un brand e vuole nel 2017, si intitola “I 10 pilastri della svilupparlo, oppure ha una piccola rete leadership”. Si tratta di uno short book da riqualificare. Il nostro compito non sui temi della leadership applicata nel è quello di indicare quale sia la rete concreto e nella quotidianità.

L’AGENTE IMMOBILIARE È UN VIRGILIO CHE ACCOMPAGNA I CLIENTI A SCOPRIRE LE POSSIBILITÀ CHE HANNO DI FRONTE consente di ottenere risultati migliori. Per quanto concerne i consulenti del credito, altra categoria cui Vettore si rivolge in prima persona, l’intento è quello di far emergere quelle skill che li differenzino dai funzionari di banca, che si “limitano” a decidere le modalità di erogazione del denaro. Con questo intento è nato il percorso formativo “Skill&Will” dove la seconda parola sta appunto a indicare la volontà di un tragitto più empatico. «Tutto si riassume in una frase – aggiunge Vettore – che può quasi sembrare ironica ma che invece è serissima: non sono un formatore, non rispecchio i canoni tradizionali di chi svolge questa mansione. Le mie sessioni sono un condensato di giochi di ruolo, con un’accezione molto pratica. Quello che mi differenzia da altri professionisti è che io sono un raccontatore, uno storyteller: parlo di me e dei successi che ho raggiunto in 30 anni di carriera manageriale e di lavoro». Il programma Skill&Will ha una serie di step consecutivi, mentre un’altra offerta, Wap (Work Agency Program) è la sintesi di tanti anni di esperienza, con un percorso più orientato a far introiettare metodologie e managerialità. Si

71


COVERSTORY SOLUZIONI

TRA IL DIRE E IL FARE C’È DI MEZZO LA CONSULENZA Idea, scelta dell’obiettivo, implementazione delle soluzioni, unicità, progetto, finanza alternativa e personale, know-how: i professionisti del Gruppo Ecp sono al fianco dei clienti in tutte le fasi del business di Maddalena Bonaccorso

A

ssistere e supportare imprese e start up, in tutte le fasi dello sviluppo e ancor più in questo momento di grande difficoltà a causa della pandemia da Covid-19, che ha impattato in maniera massiccia su tutto il mondo imprenditoriale. È questa la mission del Gruppo Ecp società di consulenza direzionale, dedicata al grande panorama imprenditoriale, che ha sviluppato una propria business unit dove si dedica interamente alla nascita ed alla crescita di start-up come incubatore d’impresa. Il Gruppo Ecp ha creato un modello di consulenza innovativa e performante, grazie all’esperienza acquisita dai fondatori e dal proprio team di professionisti, in grado di fornire ai clienti soluzioni predittive di organizzazione aziendale: «Quando iniziamo a lavorare con un’impresa o una start-up», spiega l’amministratore Pietro Zappaterreno, «partiamo dall’analisi del concept aziendale, senza trascurare nessun aspetto del business: fiscale, finanziario, legale,

72

comunicativo e di marketing. Solo dopo aver acquisito una conoscenza davvero a 360 gradi del cliente iniziamo a pianificare le strategie per essere in grado di offrire un servizio di grande qualità, sempre volto al miglioramento delle performance auspicate, gestendo con competenza ogni singola fase del processo: dalla scelta degli obiettivi fino alla impleCON LA PANDEMIA LE AZIENDE SI TROVANO DAVANTI A NUOVE SFIDE: PER AFFRONTARLE È FONDAMENTALE POTER CONTARE SU PROFESSIONISTI

mentazione delle soluzioni». Nei mesi difficili che stiamo attraversando, a causa della pandemia che ha stravolto anche e soprattutto il mondo del business, le aziende si trovano davanti a nuove sfide, per affrontare le quali è fondamentale avere al proprio fianco consulenti strategici in grado di identificare i punti di forza da implementare: «In questo momento è imprescindibile per i nostri clienti riuscire ad ottenere una margina-

lità più ampia» spiega Zappaterreno «ottenere più liquidità ottimizzando i processi aziendali: questo significa avere un’azienda performante, pronta ad affrontare il nuovo modo di fare impresa, pronta ad affrontare i periodi di crisi sistemica che ciclicamente si presentano nel panorama imprenditoriale. A noi chiedono soprattutto aiuto nella pianificazione: perché se si pianificano costi e ricavi, nel tempo si riesce a gestire il cash flow senza sorprese. Un’Impresa che naviga a vista oggi, in un mercato globale come quello odierno, rimane al palo con la sola prospettiva di chiudere». Avere una squadra di professionisti al proprio fianco è fondamentale, soprattutto per chi ha intenzione di iniziare un’attività imprenditoriale da zero, partendo essenzialmente soltanto da una “buona idea”. Per questo il Gruppo Ecp ha creato Progetto Start-Up, un servizio che si pone l’obiettivo di comprendere preventivamente l’impatto economico, patrimoniale e finanziario delle scelte imprenditoriali, di definire le modalità di finanziamento, di attuare strategie di investimento e di verificare periodicamente il valore generato: «Nella fase di avvio di un’impresa» continua l’amministratore del Gruppo Ecp, «la consulenza integrata che noi forniamo è essenziale per lo sviluppo di una nuova cultura imprenditoriale. Il nostro ruolo è quello di incubatore d’impresa, aiutando le persone, a sviluppare la propria idea imprenditoriale, integrando il nostro know-how gestionale. Ma la consulenza del Gruppo Ecp non si ferma qui, affronta infatti anche la parte finanziaria, cercando di individuare i modelli più adatti a ogni impresa: «Utilizziamo finanza agevolata,


analizzando e proponendo modelli sempre innovativi come il crowdfunding, il peer to peer, i mini bond, le cambiali finanziarie, facendo scouting accurati di bandi e finanziamenti agevolati, valutando i molteplici strumenti adatti all’approvvigionamento finanziario dell’azienda. Il Gruppo Ecp offre alle start-up il proprio know-how trasformando un’ottima idea imprenditoriale in un progetto economicamente autosufficiente, sostenibile, realizzando scenari di worst case e best case, definendo i break even points, trasformando il progetto imprenditoriale in un’azienda di successo. Un modo di lavorare unico ed integrato dove viene premiata la progettualità e l’idea imprenditoriale: «Esatto, perché oggi più che mai è necessario far capire ai clienti che è necessario lavorare sul progetto imprenditoriale», continua Zappaterreno, «per rendere premiali l’idea e il progetto di business. Avere il progetto giusto vuol dire, approvvigionamenti finanziari, nuova comunicazione e ottimo marketing; una buona e solida base di partenza per una start-up che punta al successo». In un momento di crisi globale come quello che stiamo attraversando è importante anche avere chiaro «la propria unicità» continua il founder del Gruppo Ecp «come leva per la continuità aziendale e lo sviluppo del business». Per questo motivo, il Gruppo Ecp punta sullo studio degli asset intangibili dei propri clienti: «Gli asset intangibili delle aziende», spiega l’amministratore del Gruppo Ecp, «sono l’unica vera risorsa inespressa delle aziende, e, se ben efficientati, possono veramente fare la differenza per lo sviluppo di un’impresa. Sono il know-how, la conoscenza, la vision, i brevetti, i marchi, la mission, le proprietà intellettuali, il mar-

keting, la comunicazione... Oggi, questi asset intangibili sono il solo modo che abbiamo per renderci unici: e solo le aziende che riusciranno a trovare la propria unicità, non saranno più vincolate alla guerra del prezzo. Potranno loro orientare il mercato, in base alle proprie valutazioni. Avendo messo in risalto l’unicità, verremo scelti per essa e non per il semplice prezzo di mercato». Idea, scelta dell’obiettivo, implementazione delle soluzioni, unicità, progetto, finanza e fiscalità agevolata, know-how: i pro- fessionisti del Gruppo Ecp sono al fianco dei clienti in tutte le fasi del business, anche oggi con tutte le novità di comunicazione introdotte con l’avvento della pandemia. Nel nuovo sito, www.gruppoecp.it c’è una sezione dove si spiega la consulenza ai tempi di Covid-19 e quanto sia importante, oggi più che mai, la costruzione di un rapporto fiduciario con il partner: anche senza incontri frontali, occasioni dove tramite la professionalità e l’empatia si costruiscono rapporti fiduciari stabili,

i professionisti del Gruppo Ecp sono riusciti a costruire e a ripensare un modello di consulenza basato anche su meeting online, webinar, e-learnig, vincendo la sfida di infondere ottimismo anche a chi si trova in difficoltà e non riesce a scorgere spiragli di ripresa: «È fondamentale trasmettere un messaggio positivo ai nostri partner, la crisi può davvero diventare un’opportunità» conclude Zappaterreno «con una buona stabilità aziendale, governando sia la pianificazione che il controllo di gestione si può sopravvivere e rinascere con tranquillità anche alle chiusure dovute ai lockdown. Certo, oggi più che mai è importante tenere sotto controllo la continuità aziendale, studiare accuratamente le nuove start-up e non prendere decisioni avventate senza la giusta programmazione. Questo è il momento di “qualificare” il business, di imparare a pianificare con l’aiuto di professionisti senza improvvisazione. In questo modo, i risultati arriveranno». www.gruppoecp.it

È IL MOMENTO DI QUALIFICARE IL BUSINESS E PIANIFICARE FACENDO LEVA SUL CONTROLLO DI GESTIONE 73


COVERSTORY SOLUZIONI

Il marketing digitale in formato... tascabile Contenuti coinvolgenti, intelligenza artificiale e marketing automation si combinano nel Convergent Marketing ideato da Antonio Perfido per The Digital Box di Marco Scotti

T

ra i mille effetti della diffusiodegli utenti è presente sui social ne capillare degli smartphone network. E le conversazioni digitali (siamo il popolo più “smasono in aumento: 2 miliardi i messagnettone” d’Europa) c’è anche quello gi scambiati ogni mese tra persone di aver definitivamente pensionato e brand, con il 56% degli utenti che l’inbound marketing, storicamente copreferiscono la rapidità del messagstruito su misura per una dimensione gio al classico servizio clienti e il 53% desktop. La proche preferisce posizione, crea- GARTNER HA INSIGNITO THE DIGITAL BOX acquistare da DELLA “HONORABLE MENTION” ta nel 2004, era “brand che conINCLUDENDO L’AI COMPANY ITALIANA quella di creare versano” (fonte TRA I PRIMI 20 MODELLI AL MONDO contenuti attratFacebook). tivi in grado di convincere i potenziali Una tendenza che si è ulteriormenclienti a “visitare” l’azienda. Ma oggi è te amplificata durante la pandemia, tutto molto diverso. In Italia ogni giorquando le aziende, per non interromno 33,8 milioni di utenti si connettono pere il flusso di comunicazione con il almeno una volta al giorno al web, di proprio pubblico, e per restare concui 29 milioni da mobile (fonte Aunessi con i loro clienti hanno trovato diweb, giugno 2020), poco meno del una risposta concreta nella strategia 50% della popolazione totale. L’89% della convergenza digitale, a cui tutti,

74

seppure con vari livelli di consapevolezza e competenza, hanno fatto ricorso. Questo nuovo modello si chiama Convergent Marketing, un termine coniato contiato da Antonio Perfido e sviluppato da The Digital Box. Il processo in atto, esploso negli ultimi anni, è in realtà iniziato all’inizio del decennio scorso, quando gli smartphone hanno smesso di essere dei semplici telefoni per diventare sempre più un’estensione delle nostre attività. Alcuni imprenditori hanno “fiutato” il cambiamento e ci si sono tuffati. Tra questi c’è sicuramente Antonio Perfido, cofounder e head of digital di The Digital Box, azienda della Murgia nata con un’idea ben precisa: «Sviluppare – ci spiega – delle tecnologie che esplorassero in particolare l’ambito del mobile. Perché lo smartphone è un dispositivo, ma dietro c’è una concezione del canale di comunicazione che cambia in maniera profonda e radicale. Così abbiamo sviluppato una piattaforma che permette agli uomini di marketing e comunicazione di raggiungere persone che amano usare lo smartphone. Oggi siamo un’azienda da sette milioni di fatturato e guardiamo al futuro con grande ambizione: siamo diventati un’AI company, cioè poniamo l’intelligenza artificiale come primo punto per rafforzare le tecnologie. Da sei persone siamo diventate un centinaio, con sedi in Puglia, Campania, Toscana e a Barcellona, con un hub internazionale che cura lo sviluppo di una tecnologia già oggi presente in 23 paesi con 7.000 clienti attivi tra piccoli e grandi. Siamo più forti in Italia che all’estero, ma vogliamo rapidamente invertire la tendenza». Perfido ha una lunga esperienza in ambito digitale, con esperienze nel settore e-commerce per i più importanti team calcistici: Juventus, Milan, Fiorentina, Torino, Sampdoria. Ha ricoperto ruoli di responsabilità e gestito risorse e progetti online per centinaia di piccole e medie imprese. Puntando sul legame tra i tre macro mondi che stanno riscrivendo le regole del marketing — mobile, social e


AI — è necessario partire dal presupposto che al centro di tutto ci sono i bisogni del consumatore. Per mantenere sempre viva la sua attenzione e conquistare la sua fiducia è importante creare flussi di comunicazione che si susseguano ininterrottamente, in cui contenuti coinvolgenti ed emozionali si mixano con l’intelligenza artificiale e la marketing automation. A chiudere il cerchio, la misurazione in dettaglio dei risultati raggiunti attraverso un’accurata analisi dei dati. Diventa dunque fondamentale creare strategie in cui Mobile, Social Media e Intelligenza Artificiale si combinano tra loro per garantire all’utente la migliore esperienza possibile. In questo modo l’utente viene raggiunto da un flusso interattivo di contenuti tra loro collegati, che lo guidano nel raggiungimento dei propri obiettivi. È finita l’era in cui i canali erano se-

parati e ogni singola attività era a sé stante. Oggi è importante creare continuità, considerando ogni canale non più separato dall’altro, ma come un touchpoint collegato ad un altro, con lo scopo di raggiungere un solo risultato: trasformare uno sconosciuto, non in un semplice cliente, ma in un vero e proprio ambasciatore del brand. «Lo spostamento dal mobile all’intelligenza artificiale – aggiunge Antonio Perfido – ha ampliato il nostro raggio d’azione. I chatbot, ad esempio, aiutano le marche a dialogare con le persone. E gli smartphone sono il mezzo perfetto perché secondo il Polimi il 51% delle transazioni online (cioè circa 15 miliardi di euro) avviene tramite mobile. Le tecnologie stanno diventando indistinguibili e il nostro compito è quello di creare le giuste interconnessioni. Vogliamo quindi offrire qualcosa che semplifichi la vita di chi usa la piattaforma, contestualizzare i fenomeni. Ci piace molto poter usare WhatsApp o Messenger, ma questo non toglie che social, mobile e AI devono convergere per creare quella che noi chiamiamo intelligenza conversazionale. Noi forniamo gli strumenti tramite un modello formativo che si fonda su sette step differenti. Il convergent marketing quindi è anche un supporto pratico per le imprese. Per questo motivo, nel 2019 Gartner ci ha insignito della “honrable mention”: siamo tra i primi 20 modelli al mondo». The Digital Box si basa esclusivamente su tecnologia proprietaria e anche gli algoritmi che stanno alla base dei

moduli di intelligenza artificiale vengono realizzati internamente. Proprio l’AI è alla base di un nuovo modo di fare marketing che si basa soprattutto sulla previsione dei comportamenti di consumo. Non solo: l’aspetto conversazionale è ormai basilare per avere un’interazione “moderna” con il cliente. E l’ultima novità realizzata dall’azienda fondata da Antonio Perfido è rappresentata da un virtual marketing assistant, cioè un avatar tridimensionale che può aiutare nella scelta delle soluzioni migliori. «Mai come in questo momento – conclude il cofounder e head of digital di The Digital Box – ci siamo resi conto che la cosa più pericolosa per una Pmi è il silenzio. Per questo le nostre tecnologie permettono alle aziende di evitare di bruciare soldi, in un momento in cui è veramente un delitto farlo, e soprattutto di perdere entusiasmo. Perché smettere di comunicare con i propri pubblici di riferimento è l’anticamera di qualcosa che non auguriamo a nessuno. Quello che le imprese devono necessariamente capire è che chi non profila, chi non sa comunicare, chi ha poco da dire rischia grossissimo, soprattutto in questo momento storico. Il mio mantra è di restare connessi, sempre. Tutti ormai hanno capito che senza digitale non si va da nessuna parte, ed è per questo che i pochi soldi rimasti dopo questa grande crisi vanno nella direzione di investimenti digitali. Ma se non si ha un’adeguata rete di protezione si rischia soltanto di bruciare capitale». www.convergentmarketing.it

THE DIGITAL BOX IN NUMERI Le piattaforme The Digital Box sono impiegate da organizzazioni e Pmi in 29 paesi del mondo e 9 lingue (compreso russo e cinese); Oltre 7.000 piccole medie imprese, tra cui 400 agenzie di marketing e software house utilizzano le piattaforme TheDB; Tra i grandi clienti ci sono anche: Ogilvy Digital, Aldi e Porsche Francia L’azienda con base in Gravina in Puglia ha sedi anche a Caserta, Siena e Barcellona

75


COVERSTORY SOLUZIONI

La produttività è un gioco (non solo) da ragazzi Gaming e gamification coinvolgono il team mantenendo alti livelli di performance. E si rivelano efficaci anche nella formazione a distanza, come ci spiega Elena Gaiffi, cofounder di Laborplay di Marco Scotti il Sacro Graal di qualsiasi orpiegarlo come strumento di lavoro sulle ganizzazione: rendere il lavocompetenze trasversali, attraverso una ro meno gravoso e, perché no, modalità scientifica. Significa mettere un perfino divertente. Un modo, in realtà, focus sulle famose life skills o competenc’è – come ha potuto scoprire e spiegare ze trasversali, un percorso utile sia per la toscana Laborplay - e si chiama gamivalutare la cultura aziendale, sia per la fication. «Da non confondere mai con il definizione di piani di carriera o formasolo gaming – ci tivi o per svilupATTRAVERSO STRUMENTI spiega Elena Gaifpare una deterGAME BASED SI POSSONO ALLENARE fi, Partner e Sales minata risorsa in LE LIFE SKILLS IN MODO Director dell’aazienda. LaborINNOVATIVO E DIVERTENTE zienda – si tratta play è una realtà di due mondi completamente diversi». E in crescita, come dimostra il raddoppio dunque di che cosa stiamo parlando? Pridel numero di persone impiegate (da ma di tutto, le presentazioni: Laborplay è cinque a dieci) e l’aumento costante dei uno spinoff dell’Università degli Studi di professionisti che vengono coinvolti per Firenze e nasce con una mission ben preelaborare la formazione in modo ludico. cisa: portare il gioco in azienda per imA chi si rivolge Laborplay? «La nostra

È

76

offerta è trasversale – prosegue Gaiffi – e chiunque può lavorare con noi. Certo, i nostri partner d’elezione sono gli HR, soprattutto per quanto concerne la parte di training, di employer branding e di recruitment. Sono tante le imprese che ci hanno scelto, alcune sono anche di dimensioni considerevoli, ma gli approcci possono andare bene veramente per chiunque». Laborplay è nata cinque anni fa, e dopo il percorso da start-up ci sono stati alcuni momenti spartiacque. Uno di questi è stato quando, qualche anno fa, il concetto di gamification è diventato una moda, le aziende e i direttori risorse umane hanno cercato delle novità, dei modi diversi e più efficaci di coinvolgere i dipendenti. L’altro passaggio fondamentale, molto più recente, è stato quello tristemente noto del lockdown. A quel punto è diventata un’esigenza non più procrastinabile avere dei processi più efficaci, che tenessero alta l’attenzione anche durante le estenuanti sedute di web conference o di riunioni sulle varie piattaforme. La formazione e l’assessment di selezione dei nuovi collaboratori necessitano di un modo più “ludico” per rendere appieno. «Vale la pena – ci spiega la co-fondatrice di Laborplay – di fare chiarezza tra i tanti termini che affollano il nostro mondo e che possano creare confusione ai più. Per esempio, spiegare la differenza tra gioco e meccaniche di gioco. Hanno lo stesso cappello, ma sono cose completamente diverse. Noi utilizziamo ed integriamo entrambi questi elementi, facciamo giocare le persone, diamo loro dei ruoli, chiediamo di prendere delle decisioni, li mettiamo di fronte alla necessità di gestire delle situazioni complesse. In poche parole li mettiamo davanti ad un gioco. Se invece parliamo di meccanica di gioco, in quel caso si deve lavorare su dei contenuti tecnici, dove integrare dei bonus, con delle classifiche piuttosto che delle challenge in modo da aumentare il livello di coinvolgimento delle persone. L’altro grande tema che si dipana dall’accesso (in questo periodo storico, coatto) alle nuove tecnologie è proprio il fatto che non tutti hanno l’alfabetizzazione necessaria per poterne cogliere appieno le potenzialità. Dunque, inutile utilizzare


strumenti o processi complessi quando è necessario un approccio più essenziale, ovvero tecnologie di facile accesso che consentono a chiunque di sperimentare, provare, divertirsi. In Laborplay tutto questo lo chiamiamo “tecnologia calma”. Poi certo, una volta che abbiamo familiarizzato con i vari strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione possiamo “divertirci” nello sperimentare. Ed è quello che sta facendo l’azienda toscana, che sta provando a implementare moduli di realtà aumentata e virtuale. «Sì, ci stiamo lavorando – chiosa Gaiffi – anche se la nostra base è più analogica, di gruppo, di contatto fisico. Non possiamo farci niente, veniamo da quel mondo lì. E sarà bellissimo quando le cose torneranno a essere più o meno come erano prima. Ma la tecnologia ci sta dando anche delle opportunità straordinarie, in cui, per esempio, svolgere un’attività formativa all’interno della Cappella Sistina o sulla superficie di Marte senza che i partecipanti si debbano muovere da casa. Ci aspettiamo delle sperimentazioni interessanti nei prossimi mesi, con interazioni cooperanti all’interno dei giochi oltre anche alla presenza del movimento fisico, elemento che è venuto molto a mancare nei periodi di lockdown. E le nuove realtà permettono la creazione di una spazialità che nelle web conference non c’è. E continueremo ad andare in questa direzione anche nel post-Covid». Proprio la pandemia costringe a ripensare in maniera forse definitiva anche le modalità d’interazione della formazione. Se prima i seminari si svolgevano in aule fisiche, gremite di persone, pronte a scambiarsi gesti e azioni a seconda delle richieste del formatore… ecco oggi questo scenario sembra tutto fuorché probabile, visto che anche a emergenza finita sarà difficile immaginare un ritorno immediato del contatto nelle stesse modalità precedenti alla pandemia. Ed ecco quindi che rispunta la modalità “phygital”, un po’ digitale e un po’ fisica, in cui si cerca di fondere i capisaldi dell’uno e dell’altro strumento

ELENA GAIFFI

d’interazione. «Credo o forse spero – aggiunge Elena Gaiffi – che nel momento in cui si potrà tornare a non aver paura dello “stare insieme” ci sarà comunque una qualche differenza rispetto al passato. A mio avviso si creeranno due filoni di formazione non in competizione tra di loro, che si possono completare a vicenda. Uno, più legato alla presenza fisica e alla socialità. Avrà come finalità ultima quello di intessere relazioni “vere” e fisiche con le persone. Penso, ad esempio, alle convention, agli eventi aziendali e a meeting orientati maggiormente al teambuilding. Insieme a questo livello, ce ne sarà un secondo che scoprirà come la distanza può essere addirittura più funzionale per specifici obiettivi. Fare formazione a 60 o più persone da remoto garantisce un risparmio notevole sotto alcuni punti di vista, come ad esempio logistico o economico. Le aziende lo hanno capito perfet-

tamente e, a parità di efficacia, iniziano a puntarci». In effetti, una sessione di formazione virtuale, è un altro modo di fare training, ma può essere ugualmente efficace, per non dire, in certi casi, addirittura più efficace di quella dal vivo. Perché ci sono meno perdite di tempo, perché si minimizza il fattore disturbo di persone che magari non hanno grande interesse a seguire lo svolgimento dei lavori. La formazione a distanza sarà probabilmente una delle eredità più positive del Coronavirus, perché permette alle aziende di risparmiare raggruppando anche persone che fisicamente non si trovano nello stesso luogo. Ai partecipanti di sentirsi più incentivati, ai formatori di fare più corsi e quindi di poter accrescere le proprie opportunità di crescita. «È stato piuttosto naturale – conclude la co-fondatrice di Laborplay – adattarci alla realtà virtuale. Ci ha permesso un impiego migliore dei nostri orari, non dobbiamo più conteggiare spese di trasferta, lunghi trasferimenti, notti fuori lontano dalle famiglie. Abbiamo abbattutto molti costi indiretti e migliorato la nostra qualità di vita. E poi, la cosa principale, è che con queste nuova modalità formative riportiamo il partecipante al centro dei nostri momenti. Non è il gioco a essere protagonista, ma chi deve essere formato. Alcuni competitors pare usino il gioco come fine ultimo, mentre a noi interessa di più il dopo, la decrittazione dei comportamenti, l’analisi delle reazioni, l’interesse verso l’esperienza e ciò che è stato determinato dal gioco stesso. Come si riverberano le azioni nella vita lavorativa? È quello il “difficile”, ma allo stesso tempo la parte più densa di informazioni ed apprendimenti. Ed è quello che cerchiamo di fare noi di Laborplay. Perché il gioco ha un potere straordinario: risponde immediatamente. Se una mossa è giusta o sbagliata lo si scopre subito. Se la carta è quella vincente, se il colpo è andato a segno. Ecco perché è così utile per il mondo del lavoro». www.laborplay.com

77


COVERSTORY SOLUZIONI

SENZA PENSIERI VA IL NOLEGGIO A LUNGO TERMINE Arval Italia registra una crescita degli ordini nel 2020: merito di tariffe competitive, di una strategia di marketing multicanale e dell’innovativa formula Noleggio Protetto, il credito senza penali di Marco Scotti

D

omanda: come si può soddisfare la crescente esigenza di auto private a causa della montante preoccupazione che ci accompagnerà anche nel post-Covid con la prevedibile riduzione del reddito disponibile degli italiani? Una risposta c’è, ed è il noleggio a lungo termine. Un’offerta nata per il b2b ma che ha rapidamente preso piede tra i privati negli ultimi 24 mesi: un trend in costante aumento. «Nelle settimane successive al primo lockdown abbiamo avuto due tendenze contrapposte: un rallentamento delle Pmi e un incremento delle richieste della clientela consumer. E ci aspettiamo dinamiche simili anche nei prossimi mesi», ci spiega Dario Casiraghi, Direttore Retail e New Business Development di Arval Italia, società del gruppo Bnp-Paribas leader nel noleggio a lungo termine. denza, non ci sono penali da pagare». L’azienda ha messo in campo diverIl risultato è che Arval non solo ha stese strategie di marketing sui canali di rilizzato il lockdown dal punto di vista vendita più differenti, che vanno dalla dell’impatto sui conti, ma conta di chiumodalità diretta a quella indiretta. L’asdere il 2020 con il segno “+” davanti. sioma di partenza è che in un momento Guardando ai dati, in questa seconda di grandi turbolenze, le tariffe offerte parte dell’anno, Arval Italia registra da Arval sono più competitive di altri una crescita degli ordini da parte dei player del settore nell’arco dei 36 o 48 consumatori privati pari al 23% rimesi tipici del noleggio. «Dal punto di spetto allo stesso periodo dello scorso vista del prezzo – anno. Inoltre, in prosegue Casira- SECONDO NIELSEN QUASI UN ITALIANO base ai risultati SU DUE SE DOVESSE CAMBIARE AUTO ghi – sfruttiamo di una ricerca SAREBBE FAVOREVOLE ALLA SOLUZIONE la nostra market che Arval ItaDEL NOLEGGIO A LUNGO TERMINE intelligence che lia ha svolto in ci permette di fare acquisti mirati in collaborazione con Nielsen all’inizio stock riducendo i tempi del processo dell’anno, su un campione di 1.500 di vendita. Si tratta di modelli di appeal italiani possessori di patente B, rape ci siamo resi conto che stiamo prenpresentativo della popolazione italiadendo fette di mercato alla vendita trana per genere, età e area geografica, è dizionale. E poi offriamo l’opzione Noemerso che quasi 1 italiano su 2 (45%) leggio Protetto, che è un’ulteriore fonte prenderebbe in considerazione la fordi tranquillità per il cliente: se il posto mula del noleggio a lungo termine di lavoro viene messo in discussione e se dovesse cambiare auto nei prossisi è costretti a recedere dal contratto in mi 3/5 anni. Tra i principali driver di anticipo rispetto alla sua naturale scascelta indicati dai rispondenti, il non

78

doversi occupare della “gestione operativa” dell’auto (50%), il risparmio sui costi operativi (47%), la sostenibilità delle auto a noleggio perché sempre nuove e quindi meno inquinanti (31%). Seguono la facilità di gestione in caso di guasto o atti vandalici (30%) e l’impossibilità di sostenere il costo di acquisto di un’auto (26%). Rimanendo in tema di preferenze: quali sono i modelli e le alimentazioni preferite dagli italiani? «Oggi l’85% delle auto che offriamo per il settore privato sono non diesel e stiamo continuando a puntare moltissimo sulla transizione energetica, immettendo sul mercato, prima ancora dei costruttori stessi, auto full electric o ibride. Proprio queste ultime sono cresciute del 20% anno su anno. Se prendiamo sia retail che business, siamo a oltre il 50% di non diesel. Per quanto riguarda le preferenze, offriamo mediamente delle auto che avrebbero un valore di vendita finale tra i 25 e i 30mila euro, mediamente parliamo di suv ibridizzati


o di city car, anche perché il nostro è un cliente per lo più urbano. E questo per diversi motivi: culturali, di conoscenza, ma anche di accessibilità delle infrastrutture per l’elettrificazione, tipiche di contesti cittadini. E poi anche perché i veicoli più green della nostra flotta consentono di non pagare la ztl e offrono altre agevolazioni per una mobilità più agile anche nei grandi agglomerati urbani». Nel mondo commerciale, i produttori di autoveicoli mantengono forte la spinta sul diesel, ma anche in questo caso l’intento di Arval è preciso: passare dal 50 al 65% di vetture non alimentate a gasolio entro i prossimi 24 mesi, arrivando a oltre il 90% per il segmento retail. Attualmente, sulla parte non diesel, benzina e ibrido sono sostanzialmente pari, mentre il full electric è ancora un po’ indietro. Ma da qui ai prossimi cinque anni, l’azienda a livello globale ha deciso di acquistare 500mila veicoli elettrificati. E in Italia questo si tradurrà in circa 30mila auto. D’altronde, il grande tema dell’equipment – cioè della fornitura di stazioni di ricarica e di tutta l’infrastruttura

DARIO CASIRAGHI

per raggiungere la clientela abbiamo avviato una diversificazione e una multicanalità per essere attivi lungo tutti i mercati». In effetti, il 50% delle vendite di Arval avvengono in modalità diretta, mentre l’altra parte indirettamente, anche perché molteplici sono i modi per raggiungere l’azienda: dealer, partnership, banca, web. Un cliente mediamente, prima di acquistare un servizio, necessaria alla mobilità elettrica – sta svolge quattro o cinque screening, di procedendo a ritmi forse troppo blandi. cui solo uno o due fisici, gli altri tramite Per questo anche i privati (e non solo rete. Per ridare vigore alle aziende nel i gestori) devono iniziare a sviluppare post-lockdown si sono messe in pista un complesso che oggi conta 13mila diverse soluzioni: contratti da 24 mesi, colonnine di ricarica, di cui il 70% clausola rescissoria portata a 30 giorni per il “pieno” veloce. Serve quindi un (dai 14 originari) senza penale. Tutti grande lavoro strumenti che di rinascimento IL NOLEGGIO A LUNGO TERMINE DI ARVAL hanno permesso INCLUDE 100MILA CHILOMETRI, culturale in cui di non risentire ASSICURAZIONE, MANUTENZIONE l’esigenza di una dell’impatto del E SOCCORSO STRADALE mobilità privata Coronavirus sui sempre maggiore – a scapito, almeconti di Arval, mentre i competitor no per il primo periodo, del trasporto hanno visto una riduzione media del pubblico locale – si sposi appieno con 30%. E il futuro? Il segmento retail sta le necessità di non soffocare completainiziando a pesare quasi per il 50% delmente la città stessa. la produzione di Arval, un dato che ha Tornando alla proposta di Arval, il noun peso specifico notevole, anche perleggio a lungo termine di 36 mesi, deché in generale sul mercato del nolegdicato all’utente privato, viene offerto gio la clientela consumer continuerà a con 100.000 km inclusi, copertura furcrescere all’aumentare delle richieste e to incendio e danni (oltre alla RC auto), delle possibilità di scelta della soluziomanutenzione ordinaria e straordine più ad hoc possibile. La Lombardia, naria e soccorso stradale. «Nasciamo che già oggi vale circa il 20% del mertradizionalmente come operatori per cato complessivo, continuerà ad essere il long term dedicato al b2b – chiosa la regione trainante, anche se non l’uniCasiraghi – e abbiamo poi deciso di ca. «Ciò che ci ha permesso di crescere rivolgerci ai privati e, in seguito, anin maniera così importante – conclude che di creare soluzioni complementari Casiraghi – è anche la nostra organizzadi mobilità di cui l’e-bike è l’esempio zione, che ha puntato molto sulla dinaprincipale ma non unico. Ora vogliamicità. Abbiamo infatti sviluppato un mo cambiare le possibilità offerte alla forte modello di multicanalità che anclientela per quanto concerne la macnovera 15 canali distributivi b2b, il tutchina: sottoscrizioni a consumo, nolegto supportato da forti competenze in gi mid-term da uno a 24 mesi, calibraciascun canale di vendita che consenzione del chilometraggio, introducendo tono di mantenere la nostra leadership un’offerta complementare ai 100mila di mercato. E questo nostro eclettismo km inclusi anche per un target di clienti è stato ben recepito dai clienti, che ci con necessità chilometriche inferiori. E hanno premiato».

79


TACCINI RETAIL CONSULTING, UNA GUIDA SICURA VERSO IL FUTURO DEL RETAIL Oltre allo sviluppo di reti di vendita, le competenze imprenditoriali, unite alla collaborazione di professionisti qualificati, supportano i propri clienti in tutte le aree di operatività aziendale critiche per il successo

IN COLLABORAZIONE CON TACCINI RETAIL CONSULTING

L

a Taccini Retail Consulting è una società di consulenza specializzata in servizi alle imprese operanti nel retail su scala nazionale ed internazionale. Oltre allo sviluppo di reti di vendita, le competenze imprenditoriali, unite alla collaborazione di professionisti qualificati, supportano i propri clienti in tutte le aree di operatività aziendale critiche per il successo. Questo è l’elemento differenziante che le assicura la massima competitività nel mercato. La Taccini Retail Consulting nasce dal pensiero imprenditoriale di Salvatore Taccini il quale, in forza all’esperienza trentennale nel settore retail e alla possibilità di sfruttare un solido network di contatti, decide di operare nel mercato adottando una nuova prospettiva. «Il contesto in cui operiamo ci vede partecipi di profondi e veloci cambiamenti che, grazie alla nostra expertise e al nostro know how, riusciamo a tradurre in opportunità e soluzioni innovative per la crescita e lo sviluppo dei nostri clienti», sottolinea Salvatore Taccini. Prospettiva che viene condivisa da Andrea, socio nonché figlio, il quale contribuisce a proiettarla nel futuro grazie ad una visione giovane e dinamica. «Siamo fermamente convinti che lo store, pur se con un ruolo differente rispetto al passato, rimarrà comunque il touchpoint più importante per i retailer. Grazie all’implementazione di strategie omnicanale ed innovazioni esperienziali, i brand avranno la possibilità di generare emozioni nei propri clienti, rafforzando la Brand Identity e Loyalty.

La nostra visione è quella di diventare ancor di più un punto di riferimento nel mondo del retail, offrendo servizi completi ed efficaci per il business dei nostri clienti. L’imprenditorialità è oggi penalizzata da un contesto socio-economico particolarmente delicato, nel quale operiamo pro-attivamente alla ricerca di soluzioni win-win che contribuiscano al mutuo successo nel lungo termine», aggiunge Andrea Taccini. La Taccini Retail Consulting pone sempre al centro dell’attenzione i clienti nelle scelte strategiche e nelle decisioni operative. La società costruisce giorno per giorno un rapporto duraturo con la propria clientela ascoltandone i desideri e le esigenze, al fine di guidarla e supportarla nel raggiungimento di risultati ottimali. Brand internazionali, proprietà immobiliari, progetti franchising e imprenditori di settore, sono i classici interlocutori dell’azienda, per i quali vengono strutturate soluzioni ad hoc che producano risultati tangibili nel tempo. Al portafoglio di brand della società, caratterizzato dall’eterogeneità degli inter-

locutori, si aggiunge oggi Bisicchia Rusticheria Siciliana. In questa partnership, la Taccini Retail Consulting si occuperà di sviluppare in esclusiva il progetto franchising, fornendo il know how indispensabile alla crescita dell’azienda, che punta a raggiungere oltre 150 nuove aperture nel prossimo triennio. Bisicchia Rusticheria Siciliana è un modello imprenditoriale che mira a diventare leader nel settore dello street food made in Sicily, in Italia e in Europa grazie alla capacità di coniugare artigianalità, innovazione e qualità del prodotto, ottimizzando tutti i processi commerciali interni ed esterni all’azienda. Oggi la Taccini Retail Consulting è convinta che forti relazioni all’interno e all’esterno delle imprese, siano la chiave per superare con successo gli ostacoli dell’attuale contesto. «Siamo in forte crescita grazie alla passione e all’attenzione che poniamo quotidianamente nel nostro operato, valori che ci sono stati riconosciuti dal mercato dandoci la possibilità di creare nuove opportunità di sviluppo. Un ringraziamento speciale va ai nostri collaboratori, che ci hanno permesso di intraprendere progetti sempre più ambiziosi e ai nostri clienti che hanno riposto in noi fiducia per il successo dei propri business», conclude Salvatore Taccini. Taccini Retail Consulting Via Santa Lucia, 1 35139 Padova Tel. 049 2273033 info@tacciniretailconsulting.com tacciniretailconsulting.com

81


VUOI CREARE O SCALARE IL TUO BUSINESS? GIUSEPPE CESARANO

C E O

&

F O U N D E R

Instagram Marketing Agency ECOMMERCE | ADVERTISING | CREATIVE STRATEGIES Il profitto è l'unica cosa che conta.

Imprenditore italiano con varie attività legate al marketing online, ha iniziato a lavorare alla giovane età di 16 anni, capendo che la scuola e la vita da dipendente non facevano per lui. La sua sete di conoscenza continua l’ha portato, e lo porta tutt’ora, a presenziare dal vivo a molteplici eventi formativi di forte impatto e in differenti paesi europei, pertanto è spesso in giro per il mondo sia per formazione e sia per pura curiosità di scoprire nuove culture. Negli ultimi tre anni, insieme al suo team di lavoro con il progetto INSTAONE, ha aiutato centinaia di profili Instagram per la crescita e visibilità, creando storie di successo e risultati conseguibili. E' citato su vari siti web e testate giornalistiche di economia, marketing e finanza, ed è creatore di "INSTAONE ACADEMY" il corso pratico dove insegna l'Instagram Marketing e come fare soldi su questo Social Network.

Quotidianamente ci impegniamo ad aiutare i nostri clienti a portare profitto nelle loro attività commerciali, business online, o qualsiasi progetto che sia. come possiamo aiutarti:

// CRESCITA INSTAGRAM con followers reali interessati a ciò che fai, per aumentare la visibilità, fare più soldi, o vendere i tuoi prodotti/servizi

// ECOMMERCE DOMINANTE migliorare il tuo sito web aumentando le vendite (o te lo creiamo noi da zero in modo professionale entro pochi giorni)

// ADVERTISING PUNGENTE la pubblicità online sui Social è fondamentale, quindi se non la stai facendo ancora devi iniziare subito attuando il giusto metodo, mentre se la stai già facendo vorrai sicuramente capire come migliorare nettamente il tuo ROI

// CONSULENZA STRATEGICA molte volte parlare direttamente con un esperto nel settore del marketing online può rivelarsi la scelta vincente per ottimizzare il tuo lavoro, mettere in pratica le strategie per sfondare la concorrenza... e andare in profitto, ovviamente!

PRENOTA UNA CONSULENZA GRATUITA (ANCHE ADESSO, NON TI MANGIAMO MICA) www.instaone.it/pages/info @gorillaconsulting • @giuseppecesarano1


COVERSTORY SOLUZIONI

Il futuro del business viaggia in chat WhatsApp Business è uno strumento di marketing che poche aziende hanno implementato. Ma offre diversi vantaggi (ed è gratuito). Parola di Mirko Martini, ceo di Comunica col Web di Alessandro Faldoni i ricordate di quando, a inizio 2018, WhatsApp Business sbarcò in Italia? Se non lo ricordate, è perché quei pochi che ne sentirono parlare lo bollarono semplicemente come “la versione a pagamento del celeberrimo WhatsApp, con qualche funzionalità in più, ma niente che possa valere realmente un investimento monetario”. Non è stato così per i ragazzi di Comunica col Web, con a capo Mirko Martini (nella foto), che da sempre amano sperimentare e anticipare la concorrenza con proposte e soluzioni innovative, per soddisfare innanzitutto le esigenze di business dei propri clienti. «A proposito, non c’è nulla da pagare, si tratta di un’app completamente gratuita, esordsisce Mirko Martini. E aggiunge: «Credo che WhatsApp Business sia lo strumento più pratico e innovativo dell’ultimo decennio. Noi lo abbiamo provato sin dal primo giorno, proprio quel 17 gennaio di quasi tre anni fa e oggi, dopo tante nuove implementazioni possiamo affermare che il suo sviluppo è maturo e pronto per farne uno strumento di marketing a 360 gradi. È da sottolineare che anche le nostre abitudini sono cambiate radicalmente, soprattutto in quest’ultimo periodo, e queste mutate esigenze si sposano ancora meglio con WhatsApp Business e le sue potenzialità». «Era inevitabile che un periodo come questo mettesse in luce gli enormi vantaggi derivanti dal passaggio offline alla messaggistica istantanea come strumento di marketing», sottolinea Martini: «questo tipo di comunicazione è immediata, non ha attese né costi accessori, genera empatia deri-

V

82

vante dalla relazione umana, trasmette fiducia e non stravolge le abitudini di chi usa WhatsApp ogni giorno per le proprie comunicazioni private. Come se tutto ciò non bastasse con WhastApp Business si ha la possibilità di caricare online il proprio catalogo prodotti, siano essi beni materiali o immateriali, prodotti fisici o pacchetti di consulenza». I ragazzi di Comunica col Web hanno trovato la loro miniera d’oro. O meglio: la miniera d’oro per le imprese grazie a un sistema accessibile, pratico ed immediato per i clienti. «Cosa si può chiedere di più ad una “semplice” App»? Dai proclami agli esempi il passo è breve: «Posso menzionare due casi studio reali che mi sono capitati negli ultimi mesi, due attività completamente differenti che hanno trovato enormi benefici nella corretta strategia coadiuvata dall’uso di questa app. Il primo cliente ha una pizzeria. Grazie al catalogo di WhatsApp Business, sono stati inseriti tutti i tipi di pizze disponibili nel suo menù, con prezzi e descrizione. Ogni cliente, accedendo al catalogo di WhatsApp Business, può ordinare in maniera automatica. L’ordine fa partire un messaggio verso il telefono del titolare con il prodotto scelto e le quantità desiderate. Ovviamente il pagamento avviene offline, alla consegna. Nella pizzeria invece, sono stati stampati i QRCode (obbligatori in questo bruttissimo periodo di pandemia che stiamo vivendo) generati proprio da WhatsApp Business, che sostituiscono i menù cartacei, così i clienti, inquadrando il codice, accedono al menu completo, per poi scegliere in tempi velocissimi la pro-

pria pizza. Il tutto con un occhio di riguardo per le norme anti Covid». Il secondo caso è ancora più interessante: «si tratta di un negozio di scarpe a cui abbiamo sviluppato anche il sito E-commerce. Abbiamo creato il catalogo di WhatsApp Business, aggiungendo i prodotti più ricercati, inserendo titolo, costo e descrizione: il link rimanda direttamente alla scheda prodotto sul sito. Contestualmente abbiamo sviluppato un modulo aggiuntivo per il loro e-commerce, al cui interno è sempre presente il pulsante di WhatsApp Business. Quando un utente ha bisogno di info oppure di assistenza sfrutta questo collegamento rapido per parlare immediatamente con un addetto al customer care. In questo modo non si rischia di perdere la vendita e si cerca di risolvere subito una richiesta di supporto. WhatsApp Business è inoltre sincronizzato con la pagina Facebook dell’attività, così il numero è validato e risulta come recapito ufficiale e tutti i dati aziendali sono sempre sincronizzati. Ciò consente di aggiungere il pulsante di WhatsApp Business anche sulla propria pagina ed essere contattati anche da Facebook direttamente sul numero WhatsApp Business». Insomma, sfruttando a dovere questa app si crea un ecosistema virtuoso in cui tutti i canali e i riferimenti aziendali, compresi i prodotti o servizi, sono ad un semplice click dal cliente. Il che rende ovviamente tutta la comunicazione più fluida e le vendite, nel caso di e-commerce, molto più semplici. www.comunicacolweb.it


bit.ly/opportunita-fb 02 400 31 483 segreteria@foreverbambu.com www.foreverbambu.com

CREIAMO FORESTE INDUSTRIALI DI BAMBÙ GIGANTE. OGGI HAI LA POSSIBILITÀ DI ENTRARE NELLA NOSTRA ULTIMA SOCIETÀ: LA FOREVER BAMBÙ 27. UNA STARTUP INNOVATIVA CHE TI GARANTISCE IL 50% DI RECUPERO FISCALE SULL'INTERO IMPORTO CHE INVESTIRAI. IN QUESTE SETTIMANE SIAMO IN AUMENTO DI CAPITALE E TU HAI LA POSSIBILITÀ DI USUFRUIRE DI QUESTA OCCASIONE UNICA.

SIAMO PARTNER DI

ActNow è la campagna delle Nazioni Unite per l'azione individuale sul cambiamento climatico e la sostenibilità



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.