Economy Aprile 2019

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Aprile 2019 Euro 3,50

INCHIESTA / Dove arriverà il grafene, la nuova pietra filosofale sviluppata dall’Istituto italiano di tecnologia

ECONOMY | ANNO III | N.21 | MENSILE | APRILE | DATA DI USCITA IN EDICOLA: 28 MARZO 2019

RIVOLUZIONE ITALIANA SU WEB, SPOT E TV È on-line dal 6 marzo Tatatu, la App che archivia le regole imposte dai boss della Rete: è la prima piattaforma social che condivide i guadagni con gli «user»

ESCLUSIVO / Parla Andrea Iervolino: «Amo il cinema e lo offro gratis, ma certifico i contatti con la blockchain e divido i ricavi con il pubblico e gli inserzionisti»

COSTA: «AMBIENTE, NON SOLO EMERGENZE»

IL MINISTRO: «CABINE DI REGIA, SBUROCRATIZZAZIONE E PROGETTI» CINA MENO VICINA

Si può far business dall’Italia coi nuovi «nemici» dell’Ovest?

MONT BLANC SERGIO COSTA, MINISTRO DELL’AMBIENTE

Una griffe in espansione dalla mano al polso

FATTURE , FORSE VA

TURISMO, IL SUPERLIDO

Ancora intoppi ma il sistema inizia ad andare a regime

La sfida vinta di Poseidonia la spiaggia che si fa villaggio

Brunetto Boco: «Sui turni un compromesso onorevole»

Numeri record per i leader della mediazione creditizia

DOMENICHE APERTE

NSA , L’ALTRO CREDITO




Cristiano Maci Co-founder & CTO - Start Smart

Giorgia Crivellari Marketing Manager - Canale Italia


Un giorno la tua impresa crescerà ancora più spedita. Quel giorno è già arrivato per le aziende che hanno scelto Nexive. Marco Rossi Founder & CEO - Carrera’S-Cool Srl

Elisa Leccacorvi Credit Specialist - TEA S.p.A.

Carlo Luardi Owner - Enoteca San Fedele

Nexive è il primo operatore privato in Italia nel recapito della posta e dell’e-commerce. Raggiunge ogni giorno l’80% delle famiglie con la propria rete postale e il 100% delle famiglie con la sua rete parcel. Grazie a 8.000 addetti e agli oltre 1.900 punti tra filiali dirette, indirette e retail point, garantisce ai suoi clienti la massima copertura. Nexive.it

INNOVAZIONE IN CONSEGNA





EDITORIALE

UN VENTO NUOVO CONTRO L’OLIGOPOLIO DEL WEB

«I

n questi trent’anni il web ha creato grandi opportunità di crescita, ha dato voce a chi non ne aveva, è diventato una DI SERGIO LUCIANO piazza, una libreria, una scuola, un negozio, un cinema. E però ha offerto anche nuove opportunità ai truffatori, a chi diffonde l’odio, ai criminali in genere. Ci sono software progettati intenzionalmente per fornire incentivi perversi a chi sacrifica per esempio i propri dati personali. I cittadini possono usare i social network per conversazioni costruttive, non continuare a cliccare il tasto ‘consenti’ pur di usare gratis un servizio senza chiedere che vengano rispettati i loro diritti sulla privacy»: Tim Berners-Lee, co-inventore del world wide web, è amareggiato dalle condizioni cui si è ridotta la sua “creatura”, e lo ripete da tempo. Ma l’anomalia che ha degradato il web non è - tanto per cambiare – quella che fa notizia sui media: le reti opache dei terroristi, la tratta degli organi o dei minori, i crimini che viaggiano sulla Rete. Sono turpitudini atroci da perseguire, ma esistevano già e comunque vivrebbero anche al di fuori della Rete. No, il nuovo pericolo risiede nell’oligopolio

IL CORSIVO

di pochissimi gruppi mondiali, sino-americani, sui nostri business, sui nostri gusti, sui nostri dati. Abbiamo permesso ai padroni del web – Google, Facebook, Amazon, Apple, Alibaba e pochi altri: i “tech giant” – di spadroneggiare nelle nostre vite. Gli abbiamo affidato gli ambiti più delicati della coscienza collettiva. Abbiamo lasciato che sui loro canali solo apparentemente neutrali si trasferissero gli equilibri della democrazia, della politica. Non avrebbe dovuto esserci contropartita accettabile, in cambio di tutto questo. Eppure qualcosa sta cambiando. Liza Warren – tra le candidate democratiche per il dopo-Trump – ha inserito nel suo programma lo “spezzatino” dei colossi del web. Perché mai, nella storia dell’economia, tanto potere e tanta ricchezza si era concentrata in così poche mani. E intanto la Commissione Ue finalmente sta per approvare la direttiva sulla privacy che disarma i tech-giant. In questo contesto nuovo va letta la sfida di Andrea Iervolino e della sua Tatatu, alla quale Economy ha dedicato la coverstory di questo numero. È una scommessa che finalmente colloca noi utilizzatori al centro dei giochi del web. Se la vera ricchezza – il nuovo petrolio – sono i nostri dati, è a noi che deve tornare, questa ricchezza, almeno in parte. Visto che l’indistinto informativo del web, sovraffollato dalla bulimia pubblicitaria dei giganti, ha ammazzato l’emo-

BRUXELLES TUTELA LA PRIVACY, IN USA SI INVOCA L’ANTITRUST E INTANTO TATATU... zionalità che distingueva appunto gli spot dalla fuffa, bisogna tornare alle emozioni e alle storie che fanno amare i prodotti. Visto che per vent’anni i big del web hanno millantato credito su milioni di contatti che non lasciano in realtà la minima traccia nelle nostre coscienze, è giusto usare le tecnologie avanzate come la blockchain per sapere chi davvero vede un contenuto on-line e chi lo sfiora e passa oltre. Per far spendere bene i loro soldi agli investitori. La sfida di Andrea – un ragazzo italiano dalla mente acutissima e dal sorriso gentile – potrà anche rivelarsi precoce, o non così vincente quanto meriterebbe. Ma è un segno dei tempi, una svolta. In fondo, nasce da quelle culle della creatività che, piaccia o meno, sono da duemila anni le colline del Lazio e da due secoli quelle di Beverly Hills. E l’immaginazione batte sempre la realtà.

SPESA PUBBLICA INEFFICIENTE, IPOTECA-SUD CONTRO L’AUTONOMIA DEL NORD

T

ravolta dalla zuffa sulla Tav, la polemica dentro il governo e dentro la Lega sull’autonomia differenziata sembra essersi sopita nelle ultime settimane, ma resta un mina innescata. Da una parte, l’assetto deciso nel 2001 dal governo di Centrosinistra sulla riforma del Titolo Quinto della Costituzione impedisce di fatto un risanamento della spesa pubblica in Italia perché permette alle Regioni inefficienti di preservare le loro incapacità, grazie al meccanismo dei “costi standard”. Dall’altra, i referendum di Lombardia e Veneto impongono

al governo Grillo-leghista di dare un seguito a quelle istanze. Già: ma come, senza perdere i voti del Sud, che hanno reso possibile questa sgangherata coalizione? La qualità della spesa pubblica, soprattutto quella teoricamente più gestibile legata agli acquisti di beni e servizi e non alla retribuzioni, andrebbe imposta agli enti locali meno efficienti. Non esiste che a Napoli la pulizia degli ospedali costi il doppio che a Bologna, per capirsi. Ma le regole sui costi standard da rispettare non prescrivono alle Regioni inefficienti di spendere come quelle

efficienti bensì fissano come riferimento una media tra i costi più e meno alti. Il tronfo della mediocrità. E il sistema non prevede sanzioni vere per chi tradisce questo pur blando obbligo. Inutile dire che protagonisti dello sperpero maggiore sono le regioni del Sud e alcune altre tra quelle a Statuto Speciale. Come potrà la Lega riformare queste storture se, per governare il Paese, ha bisogno anche del voto massiccio delle regioni in cui si sperpera di più? E quando mai i Grillini adotteranno una linea severa verso gli elettorati che li hanno portati al potere? (s.l.)

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SOMMARIO

Aprile 2019 019

COVER STORY

LA RIVOLUZIONE ITALIANA (SU WEB, SPOT E TV)

024

ALLA CONQUISTA DELLA BANDA LARGA

026

QUEL “VIZIETTO” CHIAMATO FILE SHARING

Dal 6 marzo è online Tatatu, la App che archivia le regole imposte dai boss della Rete. Perché è la prima piattaforma social che condivide i guadagni con i suoi “user”

I nuovi modelli televisivi e le sfide per il mercato La pirateria informatica erode i ricavi dei player

016 ECONOMY&POLITICA «AMBIENTE, È ORA DI PIANIFICARE IL NOSTRO FUTURO»

019

Per il ministro dell’Ambiente Sergio Costa non è più possibile limitarsi alla gestione delle emergenze. Così l’Italia segna un cambio di passo

029 L’ALTRA COVERSTORY

046

FATTURAZIONE ELETTRONICA

048

GIOVANI COMMERCIALISTI

050

GDO

052

LOGISTICA

Partenza senza intoppi, ma... Largo alla digital strategy

Il compromesso della domenica Gefco, il partener dell’automotive

SOGNANDO IL DRAGONE

054

MEDIAZIONE LEGALE

033

EMIRATI

056

FEDERMANAGER

La Cina nel mirino delle imprese

Puntare sulle Pmi per crescere

034

EXPO 2020

038

QUI DUBAI

039

CIMBALI

059 FINANZIARE L’IMPRESA

Il network che fa public advocacy Quei rischi dell’automazione

MEDIAZIONE CREDITIZIA

062

RSM

Nsa, il “pilota” nel porto del credito L’occasione perduta del Patent Box

Dubai, istruzioni per l’uso

Le indicazioni di Ubi banca

Alla conquista degli Emirati

041 GESTIRE L’IMPRESA

091 COMUNICARE L’IMPRESA

M&A In Italia è boom per le pmi

045

CAPITALE UMANO

La strategia del Gruppo Cattolica

10

041

AUTO ELETTRICA

Il marketing alle prese con la sfida della nuova mobilità: la “mission impossible” vista dai protagonisti: Bmw, Audi, Mercedes e Hyundai



SOMMARIO

Approfondimenti 065 UOMINI&DENARI di Alfonso Ruffo 066

SONDAGGIO RSM I giovani e il lavoro

070

RIFORMA IDRICA I punti critici della proposta

077 IMMOBILIARE Quei vecchi cliché duri a morire 078 LIUC L’etica conviene al business

065

081

097

PRIVATE BANKER di Ugo Bertone

STORY-LEARNING

CILENTO I paradosso di Poseidonia

100

TARTUFI

102

DISTRETTI

104

ECONOMIA CIRCOLARE

Il lato buono del business

L’automotive che muove il Sud

I rottami? Una risorsa

106

FITNESS

123

DOMANDE & OFFERTE MONT BLANC

I life companion non deludono mai

125

FILO

126

HOME STAGING

127

COSMOFARMA

128

La sostenibilità diventa un must Ora ci sono i mobili di cartone Il ruolo cruciale dei camici bianchi

GESTIONE COLLABORATORI

Largo alle palestre di quartiere

109

VALCAMONICA

129

CARTE CARBURANTE

110

DIGITAL TRANSFORMATION

131

VITA DA MANAGER

L’isolamento si supera via Skype

La piattaforma è la nuova piazza

113

IL PAESE CHE CRESCE...

Le news dal mondo produttivo

115

STARTUP-TELLING

Alle ferie ci pensa l’app

I nuovi strumenti di Edenred

STRIGLIATE

Il lato positivo della turbolenza

134

DIGITAL DETOX

137

E POI IL PIACERE...

Due giorni per disconnetersi dal web

GRAFENE

Benvenuti nel futuro prossimo venturo

CIOCCOLATO

Alla scoperta della bontà a 360 gradi

119

CAFFÈ

140

ROLLS ROYCE

SNACK

142

MOTORI

IL NUOVO CHE AVANZA

146

LE RAGIONI DEL GOSSIP

Ecco la capsula ricilabile davvero

120

Lo “zio d’America” spaccia merendine

121

Modelli e case histories in breve

Ecco il futuro targato lusso La sintesi elevata a potenza Ditelo con un fiore, anzi con un cadeau

Il mensile dell’economia che cambia Direttore responsabile Sergio Luciano In redazione Marina Marinetti (caporedattore) Marco Scotti, Riccardo Venturi Hanno collaborato Mario Abis, Paolo Annoni, Ugo Bertone, Giuseppe Capriuolo, Marco Davide Castejon, Giuseppe Corsentino, Lorenzo Dornetti, Giordano Fatali, Giovanni Frante, Giordano Fatali, Giovanni Francavilla, Marco Gemelli, Elena Gramatica, Valerio Malvezzi, Franco Oppedisano, Sabrina Parisi, Davide Passoni, Vincenzo Petraglia, Massimo Pittarello, Alfonso Ruffo, Giancarlo Salemi, Carmine Scoglio, Monica Setta, Giuseppe Spatola, Francesco Sperti, Antonio Vitolo, Chiara Volonté Partnership editoriali Aifi; Assocamerestero; Confprofessioni; Federmanager; Università Carlo Cattaneo Liuc; HRCommunity; ilsussidiario.net; Consiglio nazionale consulenti del lavoro Grafica e impaginazione Raffaela Jada Gobbi Liliana Nori Segreteria di redazione Monia Manzoni Comitato scientifico Franco Tatò, Marco Gay, Anna Gervasoni, Federico Pirro, Giulio Sapelli, Antonio Uricchio Presidente e A.D. Giuseppe Caroccia Consiglieri Costantino Baldissara, Sergio Luciano Editore incaricato Domenico Marasco Responsabile commerciale Marco Bartolini Casa editrice Economy s.r.l. Piazza Borromeo 1, 20123 Milano Tel. 02/89767777 Registrazione Tribunale di Milano n. 101 del 14/03/2017

Economy è un marchio registrato da

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Stampa

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COVERSTORY

SARÒ FRANCO

ATTENTI AL MEME: L’EFFETTO BARABBA

M

olti avranno tirato un sospiro di sollievo trovando, nella sterminata (e non sempre accurata) letteratura che ci assedia per spiegarci l’impatto che le nuove tecnologie potranno avere sul nostro futuro, alcune molto realistiche riflessioni sull’auto elettrica. In particolare, si conclude, in contrasto con l’ottimismo tecnologico, che l’auto a propulsione elettrica è sì dietro l’angolo, ma che l’auto a guida autonoma richiederà ancora parecchi anni di difficile lavoro e una complessa attività normativa. Comprare un’auto elettrica non sarà molto diverso da comprare un’auto a idrogeno, quindi non sarà per noi un grosso problema, al massimo una risolvibile difficoltà di rifornimento. Sarà invece un problema gigantesco per le case automobilistiche, che dovranno rivedere tutte le loro strutture affrontando nel contempo un’agguerritissima concorrenza da parte dei nuovi entranti. Il vero cambiamento ovviamente sarà l’auto senza autista, cioè il passaggio dal prodotto al servizio: non compreremo più automobili, ma mobilità, anzi si pensa che l’affitteremo per il tempo di utilizzo effettivo e questo sì che avrà un impatto

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DA SINISTRA: DAVIDE CASALEGGIO, LUIGI DI MAIO, MATTEO SALVINI, DONALD TRUMP, MARK ZUCKEMBERG

sconvolgente su tutta la vita Ci sono invece altri sociale. Ancora più grande cambiamenti veramente sarà l’impatto di camion e Tir fondamentali e già iniziati a guida autonoma. che pongono un grosso Questa previsione ha aspetti interrogativo sulla nozione simili alla discussione sulla stessa di progresso, della robotizzazione del lavoro. Si quale si è nutrita la nostra teme, con qualche ragione, cultura, in modo più o meno che i robot sostituiranno esplicito, dall’inizio della il lavoro manuale nel storia. manufacturing e che Karl Popper, con l’ottimismo un’intelligenza artificiale della fiducia nella società seriamente aperta, diceva L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE che l’uomo funzionante SCONVOLGERÀ PROFESSIONI sconvolgerà è nato per IN CUI L’UOMO ORA anche alcune migliorare SEMBRA INSOSTITUIBILE professioni se stesso e il nelle quali l’uomo sembra mondo. Oggi forse avrebbe oggi insostituibile. Il timore qualche dubbio. per una disoccupazione Il primo cambiamento di massa è giustificato veramente importante è considerando il modesto l’accelerazione e l’estensione livello delle leadership oggi a nuovi ambiti causata al potere, ma questo tipo di dai social, in particolare problemi è stato affrontato più Twitter, Facebook e volte nei secoli, e sempre con YouTube, dei processi di successi importanti. disintermediazione già da

tempo in corso. Non si stanno trasformando solo i processi distributivi e commerciali, ma i rapporti sociali. Il fondamentale rapporto di rappresentanza cambia profondamente: chiunque ormai ha a disposizione un balcone permanente per i suoi seguaci, il profilo dei quali, arricchito da commenti e reazioni, può essere facilmente studiato per indirizzarne le preferenze, con opportuni algoritmi. Cambridge Analitica insegna. L’uso disinvolto di Twitter per comunicare valutazioni e decisioni sta trasformando profondamente la funzione della diplomazia e di molti corpi intermedi, privati dei tempi di riflessione e di studio, costretti a inseguire fatti compiuti. Un video pubblicato su YouTube può avere un’audience superiore


di Franco Tatò

IN AGGUATO SOPPIANTA LA VERITÀ CON LA VIRALITÀ a qualunque televisione. Tutti questi mezzi si rivolgono inoltre con successo a un pubblico giovane: non ci consola il fatto di essere una società di anziani. I giovani sono gli elettori di domani ed essendo convinti di essere in presa diretta con un mondo a loro immagine, rifiutano la mediazione della stampa considerata asservita a interessi di altri e in generale la funzione di mediazione culturale dell’editoria. Se queste pulsioni continuassero per i prossimi anni, credo che la nostra vita sociale e le istituzioni che la

caratterizzano, ne usciranno completamente trasformate, probabilmente non in meglio. Ma c’è un altro fenomeno anche più pericoloso: l’evoluzione del “meme”. Confesso di aver per tanto tempo fatto finta di sapere che cosa significasse, pensando che fosse una delle molte stravaganze criptiche della Silicon Valley, qualcosa che ha a che fare con la memoria. Solo recentemente ho scoperto che il termine è stato coniato dal biologo evoluzionista Richard Dawkins nella seconda metà del secolo scorso.

Per lui i meme sono unità culturali in competizione tra loro, che sopravvivono o soccombono in base a un processo di selezione pseudo darwiniano, monadi culturali che diffondendosi con un processo imitativo producono le mode e le consegnano alla storia del costume. Nella versione più aggiornata, di Jaron Lanier, il meme è un post potenzialmente virale. Puoi lanciare un meme contagioso che sarà neutralizzato da un altro messaggio che lo supera in viralità. Pare un gioco, ma senza

accorgercene, abbiamo sostituito la viralità alla verità, con conseguenze devastanti. Infatti la viralità è figlia dell’emozione incontrollata, dell’esagerazione contundente. Il meccanismo di Barabba o della condanna di Socrate. I frequentatori dei social, se stimolati, si comportano come i componenti di un’assemblea vociante pronta a tutto, un tribunale del popolo che non ha tempo di studiare le prove. Abbiamo esempi quotidiani di questo rifiuto della razionalità e della verità che non può produrre che disastri.

IL CORSIVO

SE A DOPPIO IMPATTO (SOCIALE ED ECONOMICO) L’INVESTIMENTO È WIN-WIN di Giuliana Gemelli*

P

er illustrare

che avevano investito nel progetto,

residenza stabile, grazie ai proventi

il significato

sociali per il gruppo identificato come

della loro attività di imprenditori

e le modalità del

beneficiario. L’approccio innovativo

dell’ ospitalità, sia di continuare a

Ritorno sociale

della Fondazione fu nel partecipare

vivere senza fissa dimora usufruendo

dell’investimento,

direttamente al progetto fornendo

all’occorrenza di servizi di accoglienza.

indicato con

supporti di conoscenza ed operatività.

La logica del win win, la reciprocità

l’acronimo

Il progetto fu quello di creare piccoli

nell’investimento, ebbe anche un

inglese Sroi, la strada più semplice

ostelli che, per pochi dollari a notte,

altro ritorno, questa volta per chi

è raccontare una storia, una delle

potevano ospitare i senzatetto che

aveva investito nell’iniziativa, che vide

tante che ad oggi hanno caratterizzato

desideravano trovare un riparo,

restituito, anche con piccoli interessi,

questo modello di agire economico

senza rinunciare alle loro scelte di

il capitale investito. Da allora le storie

e sociale. Quasi venti anni fa nella

vita. L’innovazione fu di coinvolgere

di questo tipo si sono ripetute fino a

Silicon Valley la Fondazione Robin

alcuni senzatetto nella realizzazione

generare “effetti di teorizzazione”

Hood ebbe l’idea di aiutare i senza tetto

del progetto, facendoli crescere “come

interessanti e radicati anche nel

andando oltre le modalità del Grant-

piccoli imprenditori”. L’iniziativa fu un

nostro paese.

making, il concedere, cioè, denaro

successo: gli ostelli si moltiplicarono

sotto forma di assegni. L’idea fu quella

e offrirono agli homeless sia la

di investire per produrre benefici

possibilità di rientrare a pieno

intrecciati: economici per coloro

titolo nella vita sociale, avendo una

Contatti per saperne di più: giuliana.gemelli@unibo.it http://grandegiu.blogspot.it/p/ progetti.html

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15


GESTIRE L’IMPRESA

SERGIO COSTA: «LA POLITICA DEVE GUARDARE AL FUTURO DELL’AMBIENTE E SAPER ANDARE OLTRE LA SEMPLICE GESTIONE DELL’EMERGENZA»

Dalla svolta “plastic free” alle cabine di regia su Terra dei fuochi e amianto, passando per sburocratizzazione, tagliando alla legge sugli ecoreati e riforma idrica: l’agenda sul tavolo del dicastero dell’Ambiente segna un deciso cambio di passo per le strategie italiane. Inclusa la formazione delle nuove generazioni di Claudio Sonzogno SERGIO COSTA, DOPO SOLI OTTO MESI A CAPO DEL DICASTERO DELL’AMBIENTE, NON SOLO HA CACCIATO NELL’ANGOLO I PREGIUDIZI DEI COLLEGHI CARABINIERI CHE TEMEVANO CHE CON LA POLITICA METTESSE A RISCHIO LA CREDIBILITÀ DELL’ARMA. Ma ha anche smentito chi temeva l’arrivo di un gendarme a presidiare un settore, oggi quanto mai strategico, come l’ambiente. E, come spiega in quest’intervista ad Economy, appena arrivato al dicastero, sostenuto da Luigi Di Maio, Costa ha subito alzato l’asticella degli obbiettivi ambientali del Paese, affrontando uno dopo l’altro, con insolita determinazione, le questioni ambientali aperte. Tante. Recentemente è stato in Sicilia per il progetto di riconversione, sul modello di Gela, degli insediamenti petrolchimici di Siracusa. A Brescia ha dato l’ultimatum alla Ats per consegnare il dossier legionella. Ha siglato un accordo con la Regione Campania per risolvere la questione delle polveri sottili nella città di Benevento. In Trentino Alto Adige si è occupato del piano lupi e degli orsi. Come si è trovato nel rapporto con gli enti locali? L’Ambiente non ha colori e anzi lavoriamo ogni giorno per creare il massimo dell’inclusione evitando contrasti e divisioni. Il mio ruolo è quello di ascoltare le istanze che arrivano dai territori e intervenire dove mi è concesso utilizzando i poteri dello Stato centrale. Ad esempio sul tema del dissesto idrogeologico, grazie all’ascolto delle richieste dei comuni, e delle loro difficoltà, abbiamo inserito nel ddl un anticipo del 30% dei fondi per la progettazione delle opere al fine di velocizzare gli iter istruttori delle opere e partire al più presto con i lavori di messa in sicurezza del territorio. Questa è gestione. E le strategie generali,

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quelle sul futuro anteriore richiamate anche dalla marcia del 15 marzo? Concordo, la politica deve guardare al futuro e andare oltre la gestione dell’emergenza immediata. Ce lo chiedono i cittadini in Italia, in Europa e nel mondo, basti osservare il moltiplicarsi delle iniziative di attivismo ambientale e ad esempio al grande impatto che sta avendo l’iniziativa Friday for Future, la marcia per il clima. Abbiamo di fronte a noi una grande sensibilità globale che si mobilita in difesa del Pianeta a cui la politica deve dare valore e risposte appropriate. Noi puntiamo molto sul Piano energia e clima che ha degli obiettivi molto ambiziosi per il nostro Paese e prevede una riduzione delle emissioni di gas serra del 33% al 2030 e la de-carbonizzazione entro il 2025. Che cosa ne pensa di un piano strategico per una trasformazione ‘’verde’’ dell’economia come esiste in Danimarca e in Germania? Questi Paesi sono sicuramente un modello da seguire. Cambiare il paradigma economico e quindi ambientale è una scelta necessaria e non più rinviabile. Sostenibilità, sviluppo e lavoro non solo possono ma debbono camminare insieme. La risposta a questa esigenza è sicuramente l’economia circolare. Dal 10 agosto esiste una specifica competenza sull’economia circolare nel mio ministero e da allora ci


&POLITICA

GLI INVESTIMENTI IN SOSTENIBILITÀ FANNO BENE ALL’ECOSISTEMA E ANCHE ALLA COMPETITIVITÀ siamo impegnati a realizzare quel cambio di passo che anche il mondo industriale ci chiede. La Cassa depositi e prestiti potrebbe seguire l’esempio della Germania che ha favorito gli investimenti sulla sostenibilità? Sì, potrebbe essere una strada percorribile. La mia opinione è che gli investimenti in sostenibilità fanno bene sia all’Ambiente che alla competitività delle imprese. Sia lo stop alle trivelle nel mare, sia il regolamento per la concessione dei patrocini solo su eventi ‘’plastic free’’, sono chiari segnali di un cambio di marcia. Si attende che altri ministeri la seguano? Il mio impegno in questa prima fase da ministro è stato appunto nella direzione di imprimere un forte segnale di cambiamento nelle politiche e nei temi legati all’Ambiente. Questo passa sia dal prendere una posizione chiara e forte su quello che deve essere il modello di sviluppo economico del nostro Paese, un modello non più negoziale rispetto al ruolo centrale della tutela ambientale. Ma anche una fase propositiva nel dare il

parchi, qualità dell’aria e Dolomiti patrimonio buon esempio nei comportamenti e nelle abituUnesco. dini di consumo. In questo contesto la sfida PlaQuanto crede nel protocollo che ha firmato stic Free è iniziata come una simpatica sfida agli con l’Istruzione per formare i giovani all’eamici e colleghi nelle istituzioni Di Maio e Fico, cologia? che l’hanno raccolta con grande coraggio, rispetSono particolarmente orgoglioso di questo tivamente al Ministero dello Sviluppo Economipercorso avviato insieme con il ministro Busco e alla Camera, ma che poi ha cominciato un setti che segna l’inizio di una strategia di edusuo percorso autonomo di diffusione. Il primo cazione ambientale condivisa. Un percorso che Ministero dopo il nostro a diventare plastic free mette al centro chi si affaccia alla vita, come i è stato quello degli Esteri, poi sono seguiti gli imbambini delle scuole che saranno coinvolte pegni a breve da parte di Infrastrutture, Econonei progetti, affinchè abbiano subito un predimia, ma anche Senato della Repubblica, decine sposizione al pensiero ambientale. Credo sia di Comuni, Università, Istituti di ricerca, Parchi importante investire Nazionali e Aree Marisu questa formazione ne protette. Sono anche «CREDO SIA IMPORTANTE INVESTIRE SULLA FORMAZIONE CULTURALE VERDE culturale verde, visto convinto che questo PERCHÉ SIGNIFICA COSTRUIRE che la nostra genenumero continuerà ad IL FUTURO DEL NOSTRO PIANETA» razione ha fallito su aumentare, perché il questo. Formare al cambiamento una volta tema ambiente vuol dire costruire il futuro del avviato non lo si può arrestare. Finalmente sono nostro pianeta. Adesso siamo entrati nella fase le istituzioni a dare il buon esempio, anche se la operativa del protocollo che ha visto lo scorso mia più grande soddisfazione è vedere che sono 11 febbraio, la pubblicazione delle graduatole famiglie a cambiare le proprie abitudini e a dirie del bando di gara. I progetti di educazione mostrarci che delle alternative valide all’utilizzo ambientale vincitori sono 45 e si svolgerandelle plastiche monouso esistono e sono percorno nei territori dei 24 parchi nazionali, per ribili da subito. un totale di oltre 1 milione di euro finanziati. Il varo della legge dell’autonomia influirà, e Le azioni proposte consentiranno la realizcome, sulle attuali competenze del ministezazione di progetti di educazione e comuniro dell’ambiente? cazione ambientale da parte di associazioni Intanto con il ministro Stefani stiamo ancora ambientaliste riconosciute e riguarderanno discutendo la bozza della proposta. Noi ci siatematiche importanti quali biodiversità e svimo detti disponibili ad affrontare i nodi e i temi luppo turistico naturalistico, parchi rifiuti free, proposti, ma ho sempre precisato che la modirifiuti ed economia circolare, le scuole alpine fica dell’art. 116 deve essere armonizzata con il per l’educazione alla sostenibilità del territorafforzamento del potere di controllo e anche rio, cambiamenti climatici e cambiamenti dei sostitutivo dello Stato previsto dall’art.120 delcomportamenti umani, spiagge da amare, la la Costituzione. risorsa acqua. Recentemente ha nominato Fabrizio Curcio Come immagine la governance delle risorse a capo della cabina di regia del Governo sulidriche? la Terra dei fuochi ed è stata avviata anche Nella riforma, che è tutt’ora in discussione, la cabina di regia per l’amianto. Ha in progli enti locali saranno ulteriormente coinvolti gramma altre cabine di regia? nella pianificazione e gestione delle risorse Più che altro abbiamo istituito dei gruppi di idriche, senza scardinare la governance attuale lavoro per intervenire su alcuni argomenti prevista dalla Direttiva europea Acque. Immache riteniamo centrali e che necessitano una gino un modello di pianificazione condivisa, revisione. Tra questi i principali si occuperanin cui vi sia il controllo pubblico della gestione no di sburocratizzazione, tagliando della legge delle risorse idriche. ecoreati, abbattimenti manufatti abusivi nei

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:

COVERSTORY Comincia a essere sovraffollata, la banda larga: ci sono YouTube (la piattaforma di Google), PrimeVideo (quella di Amazon) e Now Tv (di Sky). Il 25 marzo anche Apple ha lanciato la sua piattaforma. E Disney ha già annunciato che entro fine anno avrà la sua web-tv. Ma l'entrata in campo di Tatatu promette di sbaragliare tutte le regole del gioco. Perché ribalta i paradigmi del web

24 SCENARIO L'EVOLUZIONE DELLA SPECIE PASSA DALLA BANDA LARGA

26 DIRITTO D'AUTORE QUEL "VIZIETTO" CHIAMATO FILE SHARING

PUBBLICO PAGANTE? NO, PAGATO: DALLA WEB-TV CHE CAMBIA I GIOCHI Il modello Tatatu, che offre gratuitamente film, documentari e serie e condivide i guadagni con gli user, sarà dirompente. Anche perché certifica i contatti nell'unico modo serio: sfruttando la blockchain di Sergio Luciano

A

prima vista sembra Netflix, o AmaTatatu sgretola il modello di business di Goozon Prime Video, o anche RaiPlay, e gle, di Facebook e di Apple, basato sulla veninvece è tutta un’altra cosa. Si chiadita di servizi a pagamento e sul saccheggio ma Tatatu ed è una rivoluzione assoluta nella dei dati personali che tutti noi inconsapevolstoria del web. Che ha l’ambizione di riscrivere mente sacrifichiamo per ottenere servizi grale regole del gioco di Internet, riportandole tis che veramente gratis in realtà non sono, e a quella missione originaria – condividere il non sono mai stati. Una sfida talmente ambivalore del sapere e del business – che il cicloziosa che rischia di avere tutti contro, e senza pico potere degli oliesclusione di colpi. Ma L'AMBIZIOSA SFIDA AI BIG COME NETFLIX gopolisti della Rete ha che porta in sé la forza E AMAZON PRIME VIDEO È STATA LANCIATA demolito. Tatatu è la delle idee semplici e la DAL PRODUTTORE ITALO CANADESE prima “piattaforma soimbattibilità del buon ANDREA IERVOLINO, CO-FONDATORE DI AMBI cial dell’intrattenimensenso. to” che offre gratis film, fiction, documentari, L’ha presentata il 6 marzo negli Studios rosport e videogiochi dividendo tra inserzionisti mani di via Tiburtina il suo ideatore, Andrea e “users” (i web-spettatori) i vantaggi della Iervolino – un enfant-prodige italo-canadese pubblicità con cui li accompagna, certificando della produzione cinematografica che da otto per la prima volta i contatti nell’unico modo anni (e ne ha solo 31) a Hollywood ha svilupserio tecnologicamente disponibile, che per pato un business oggi apprezzatissimo da star questo finora nessuno ha mai osato applicare: come Antonio Banderas, Andy Garcia, Andrea la blockchain. Bocelli, Michael Madsen, Johnny Depp, Morgan

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COVERSTORY

Freman, John Travolta, che è stato inserito da legata – tatatuecommerce.com – dove già oggi Variety, nel 2015, tra i dieci produttori cinemacompaiono in vendita prodotti griffati Alessi, tografici più importanti del mondo, premiato Carpisa, Yamamay, Rollerblade, Moon Boot, dal premier canadese Justin Trudeau, stimato Nordica, Legami e molti altri. L’acquisto può dal presidente dell’Accademia degli Oscar John essere perfezionato pagando in token il 100% Bailey al punto da aver accettato di presiedere del valore oppure pagandolo parte in token e il contest (premio) per i “corti” che tatatu lanparte in denaro, come accade in qualsiasi sicerà in estate. Tatatu esiste già: è un’App, scastema di punti fedeltà. I produttori presenti in ricabile in “beta” (cioè in versione test) su Ios piattaforma possono a loro volta ri-spendere i e su Android, e che da token incassati acquiCHI SI CONNETTE ALL'APP VEDE giugno sarà disponibistando altra pubblicità UN CONTATORE CHE GLI NOTIFICA QUANTI le anche nella versione su Tatatu. Ma sopratTATATU TOKEN STA GUADAGNANDO per le smart-tv. tutto ottengono due DURANTE LO STREAMING VIDEO vantaggi che nessun Come funziona Tatatu altra piattaforma offre loro attualmente: una Chi si connette a Tatatu e inizia a guardare conversione naturale e spontanea degli spetun film, dopo essersi registrato – in modalità tatori in acquirenti; e una certificazione indimolto più semplici della media – vede apparire scutibile dell’audience, dovuta al fatto che il quasi subito per qualche secondo un contanumero e la durata delle connessioni a Tatatu tore che gli notifica quanti “tatatu token” sta sono certificati dalla blockchain che genera un guadagnando durante quello streaming. Alla “cruscotto” a loro disposizione per la verifica fine della visione potrà controllare il guadagno della consistenza effettiva – e non millantata, – totalizzato, un importo in “buoni acquisto” da del pubblico reale. L’affollamento di messaggi spendere sulla piattaforma di e-commerce colpubblicitari nel corso dello streaming Tatatu è

inferiore a quella standard delle tv commerciali, cioè si aggira sul 10% del tempo. La “library” disponibile è già oggi per l’Italia di oltre 500 titoli ma destinata a crescere con progressione rapidissima, con un’esclusiva alla settimana. Il servizio è in fase di lancio anche negli Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna e Nuova Zelanda: ma chiaramente la sfida sarà globale. Inoltre, «abbiamo sviluppato cinque diverse soluzioni tecnologiche», non manca di chiarire Iervolino, «per evitare che gli utilizzatori possano avviare lo streaming e poi distogliersi (qualcosa di simile ai mille trucchi

Restituiamo alla pubblicità quel che manca: l'emozione Giulio Malgara, per 25 anni presidente dell'Upa (Utenti pubblicitari associati) pone l'accento sulla forza evocativa degli spot ben fatti. Perché oggi allo spettatore si offre persino la possibilità di "skippare" di Angelo Curiosi

«Qdi

uel che manca alla pubblicità oggi, dominata dal web, è l’emozione. L’emozione che, per me, si può esemplificare con il salto della staccionata, l’idea creativa che fece celebre l’Olio Cuore. Un attore, simpatico e prestante, che saltando una staccionata trasmetteva istantaneamente e con assoluta

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positività il dinamismo di una dieta sana e leggera»: c’è indubbiamente un po’ di nostalgia nell’accostamento che vede Giulio Malgara – per 25 anni presidente dell’Upa, Utenti pubblicitari associati, fondatore dell’Auditel e appassionato apostolo degli spot televisivi – tra la forza evocativa di uno spot ben fatto e le vendite dei beni di largo consumo

GIULIO MALGARA

che reagivano immancabilmente, e in modo molto marcato, a una campagna televisiva massiva. «Si direbbe che oggi la pubblicità non serva più a decretare il successo di un buon prodotto. Oggi comanda la grande distribuzione, forse il commercio elettronico. Vince chi piazza il prodotto sullo scaffale. Quindi vincono i distributori, non i


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utilizzati per simulare traffico web inesistente, ndr), tecnologie che non riveliamo ma sono efficacissime».

L’origine dell’idea

«Da tempo mi chiedevo come valorizzare il tempo che gli users spendono sulla Rete coinvolgendo anche il loro interesse», racconta a Economy Andrea Iervolino. «Ci ragionavo, ne parlavo, studiavo. Due anni fa, conversando con un ragazzo di 15 anni, a Hollywood, gli chiesi: "Secondo te, i social media i sono gra-

produttori, da cui pure dipende la qualità dei prodotti. Ma se è così, sa chi ci rimette? Chi, Malgara? Il consumatore, naturalmente. Prima, con la pubblicità, il produttore ci metteva la faccia: compra il mio prodotto, è buono! Il consumatore vedeva lo spot, provava il prodotto e se gli piaceva lo sceglieva per sempre. Ora deve accomntentarsi acriticamente di quel che trova al supermercato. E dunque che ne dice della formula Tatatu? Guardi, non mi atteggio a esperto di web, tutt’altro, ma è certo che l’idea di coinvolgere chi guarda uno spot ricambiandolo con dei buoni acquisto mi pare molto buona. Soprattutto mi sembra preferibile a questa usanza

tis?". E lui mi rispose senza esitare: "Ma no, li pago con tutte le informazioni che loro si prendono su di me, e con quello che io faccio. Quando i miei amici vedono un mio post, io trasporto loro la pubblicità del social! Così li pago!" Allora telefonai a mia madre e le chiesi: "Mamma, ma tu pensi che i social media siano gratis?" E lei mi rispose subito di sì. Capii che il pubblico di Internet sta cambiando, è molto più lucido, consapevole, maturo per una proposta nuova di relazione col web. Se oggi un 15enne sa che i social media non sono gratis, questa diventerà prestissimo una cognizione generale». A quel punto l’ideatore di Tatatu passa all’azione. Commissiona una ricerca per sapere quale percentuale della popolazione americana fosse disposta a vedere contenuti gratuiti accettando in cambio di assistere agli spot pubblicitari. La risposta fu che il 75% del campione

era disposto. «Mi chiesi allora come fare per conquistare il 25% contrario. Feci chiedere allo stesso campione: "Sei disposto a vedere contenuti gratuiti ma accompagnati dalla pubblicità se ogni volta che guardi vieni pagato?" La risposta positiva salì al 97%. Ma non mi andava ancora bene: perché c’era un 3% di contrari? Gli feci chiedere: "Sareste d’accordo a vedere contenuti gratuiti con pubblicità e ad essere pagato potendo spendere il guadagno in acquisti di beni ma anche in donazioni benefiche?" E la risposta salì al 100%. Ecco: il mio business model è basato sul 100% del consenso del mercato». Restava però un problema enorme: la fattibilità tecnologica del modello. Come fai a pagare in token miliardi di utilizzatori, senza essere truffato? «Abbiamo capito che l’unica soluzione era integrare nel videoplayer la tecnologia blockchain, che genera una traccia incancellabile sulle connessioni al sistema e abbiamo creato, di fatto, un social media algoritmico che permette in tempo reale di conteggiare il reward, il guadagno, degli users».

così opinabile oggi diffusissima – che sta anzi contagiando perfino le televisioni commerciali - di dare il conto alla rovescia della durata della pubblicità per permettere, come si dice? Ah sì: di skippare lo spot! È un modo per dire allo spettatore: lascia perdere, distogli pure la tua attenzione, questa roba dura poco, non guardarla.

certificare l’audience con la blockchain.

Dunque le piace? Fino a un certo punto: perché, vede, questa mania degli schermi piccoli non mi convince, per me un bel film come un bello spot si gusta davvero solo sul grande schermo, dalla televisione in su. Ma Tatatu, come del resto Netflix, si potrà guardare anche sullo schermo grande... Ecco, sarà meglio. E poi mi sembra interessante questo metodo di

Meglio del suo Auditel? Non tocchi questo tasto. Ho combattuto per anni ed anni contro il naso all’insù dei detrattori dell’Auditel. Ma oggi come alora rispondo: avercene, di misuratori seri come il nostro Auditel. Un campione statistico altamente significativo. Pensi che prima di lasciare la presidenza di Auditel avevo pensato di riformarlo e di chiamarlo Audimedia, perché sapevo bene che era giusto misurare tutta l’audience, dovunque fruisse dei programmi e quindi della pubblciità. Ora se è vero – come leggo – che la blockchain certifica senza margini di errori o di furbate l’audience autentica che guarda uno spot, da vecchio investitore pubblicitario non posso che dire: ben venga!

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Ma non basta: come incentivare la diffusione del sistema? Premiando anche chi invita gli amici a connettersi: ma senza il sistema scalare tipico del discusso “multilevel marketing”. Chi invita un amico incassa token aggiuntivi anche sul traffico generato da quell’amico, ma questo incentivo si ferma al primo passaggio, al primo livello di viralizzazione, senza eccessi commerciali. «Dunque – prosegue Iervolino ci siamo detti: se è vero che il valore maggiore su tutti i social lo si crea aumentando il numero dei propri amici, diamo a tutti i nostri user la possibilità di guadagnare se invitano un amico. Ma non sull’amico invitato dall’amico». Iervolino ha rilasciato la prima piattaforma Beta di Tatatu nel giugno del 2018, e due o tre settimane dopo che uno dei più grandi social network – Facebook – era stato colpito dallo scandalo della cessione delle informazioni sulla privacy dei propri utilizzatori a società terze. In pochi giorni, perse oltre cento miliardi di capitalizzazione. Coincidenze. «Io credo fortemente che il business model di Tatatu rispetta l’esigenza della ‘generazione Z’ e di tutte le generazioni a venire di essere…rispettate. Sono ragazzi intelligenti, sanno molto della Rete, hanno accesso a tutte le informazioni in un secondo, non possiamo continuare a pensare di imporgli un business model che dia vantaggi soltanto agli altri».

I valori di Tatatu

«I nostri valori fondant sono tre: we share, we fair, we goodwill (condividiamo, rispettiamo, ci vogliamo bene, ndr), valori in linea con i nuovi modelli di business basati proprio sul rispetto e sulla correttezza, che piacciono a miliardi di

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esseri umani nel mondo», sottolinea Andrea Iervolino. Che aggiunge un altro importante e logico corollario al suo schema: Tatatu è la morte della pirateria e la resurrezione del copyright. «Ho cominciato a sognare di fare cinema da bambino, e quando ci sono riuscito, da produttore di film ho visto in 15 anni cambiare tante cose, ma aggravarsi sempre il problema di pirateria, che ha azzerato alcuni mercati, distrutto molti produttori, distrutto gli incassi delle fiction su molti canali. Ecco: Tatatu è anche la risposta pacifica e definitiva alla piaga della pirateria. Se hai lo stesso film disponibile in streaming gratis illegalmente o sempre gratis ma con una pubblicità che conviene anche a te, cosa scegli? Il gratis che ti fa guadagnare, ovviamente: conviene di più!». IL BUSINESS MODEL È BASATO SUL 100% DEL CONSENSO DEL MERCATO. E PER EVITARE TRUFFE È STATA INTEGRATA NEL VIDEOPLAYER LA TECNOLOGIA BLOCKCHAIN

La criptovaluta “buona” Deliberatamente, Iervolino ha impedito che il suo Ttu Token – come lui e i suoi chiamano le loro unità di conto – finissero nel calderone opaco delle oltre 16 mila criptovalute che inquinano la finanza parallela di Internet, le micro-borse prive di qualunque garanzia e controllo che allignano da anni, spennando polli e arricchendo pochi furbi, come nemmeno a Las Vegas. I Ttu Token vengono riconosciuti da produttori che accettano, firmando un apposito Memorandum of understanding, di usarli come unità di scambio dei loro prodotti all’in-

terno della piattaforma. Ma non se ne prevede una quotazione in Borsa: almeno non nell’orizzonte descritto dall’attuale, assoluta deregulation di questo microcosmo ufficioso. «A regime, naturalmente, i nostri Ttu Token potranno anche essere accettati nelle compravendite analogiche», prevede Iervolino, «per esempio potranno esserci bar che accetteranno i Ttu Token per venderti un’aranciata al banco, perché potranno poi spenderseli sulla nostra piattaforma a loro volta per acquistare altri beni o pubblicità su Tatatu. Abbiamo appena firmato un accordo con un gruppo canadese che organizza migliaia di produttori che accettano i nostri Token. Il principe del Bahrein ha uno studio di animazione e accetta di offrire servizi in cambio di Ttu Token, il mio amico Antonio Banderas ha accettato di essere retribuito in Ttu Token per il suo prossimo film con me!».

La risurrezione dello spot

Oggi la fruizione della pubblicità sul web è vissuta da tutti noi come un disturbo, sia perché è saltato – per l’inconcepibile bulimia dei giganti del web - ogni principio di affollamento, per cui banner e video crivellano le videate, sia statiche che in streaming, e disturbano la fruizione dei social. Non a caso, spopolano in tutti i Paesi gli ad-block, e i grandi siti di contenuti, a cominciare dai social, reagiscono inibendo l’accesso a chi tenta di difendersi dall’orgia pubblicitaria. E dunque nella migliore delle ipotesi, la pubblicità video offre agli utenti la possibilità di “skipparla” dopo 15 secondi, senza capire che infliggere una pubblicità sgradita significa generare una relazione ostile tra


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In basso da sinistra Iervolino con Eduard Maruri, John Travolta, Iervolino con Banderas, Andrea Bocelli, ancora Iervolino con Madsen, Johnny Depp, Iervolino con Giulio Corno di Tribboo e Morgan Freeman

essa e l’user, che tenderà a detestare anche quei pochi secondi di spot, e l’oggetto promozionato, che è costretto a sciropparsi. Invece Tatatu, ricompensando chi invece guarda gli spot, restituisce valore creativo agli spot stessi – se sono belli, si faranno apprezzare da un pubblico ben disposto. E restituisce certezza dei contatti ottenuti agli inserzionisti: non a caso, il colosso mondiale Grey ha annunciato in pubblico che «alle aziende nostre clienti nei 124 uffici che abbiamo nel mondo – ha dichiarato in conferenza stampa il numero due del gruppo Eduardo Maruri – consiglieremo di investire su questa piattaforma, che garantisce un report oggettivo sul pubblico».

Una storia da Anni Cinquanta

«Non l’ho chiamata Tatatu perché sono balbuziente», dice Iervolino, che peraltro sa ben dominare il suo difetto: “Si chiama così perché nello slang americano Tatata significa "le cose stanno andando bene", e "tu" in italiano, spagnolo e francese significa te, in inglese "you" suona assai simile, e insomma Tatatu significa "le cose stanno andando bene per te"».

tore e mi fece concedere di proiettare il film a scuola, inventai i "Cine school day", proiezioni mattutine… Infilai il mio film nel Piano di offerta formativa della provincia, girai tante scuole… l’idea prese piede, girare i film in digitale costava poco, si diffuse in tutta Italia e la notò Luciano Martino, produttore e regista (di pelGià: perché per Andrea le cose non sono anlicole di cassetta come la mitica “Giovannone date subito bene, nella vita. La sua infanzia a Coscialunga”, scopritore appunto della Fenech Cassino è stata una strada in salita. «A sei anni ma anche di Lino Banfi o Gloria guida, ndr) che la maestra chiamò mia madre per dirle che diventò per me un padre professionale. Finchè balbettavo troppo, ero ritardato e avrei dovuto otto anni fa decisi di tentare la strada di Hollywocambiare scuola. Mia madre rifiutò e restai, ma od». E ci andò, incontrandovi ben presto la fidudivenni lo zimbello dei compagni. E insomma cia di Monika Bacardi, produttrice cinematograio, a dodici anni, per guadagnare qualcosa, fica anch’essa, tuttora socia di Iervolino in Ambi vendevo merendine a scuola. Ero un ragazzino (acronimo dei due nomi e cognomi). emarginato, legai con due amici esclusi come Il resto è futuro: «Il mio sogno è e resta il cineme, uno perché troppo ma», conclude Andrea, IL COLOSSO GREY HA GIÀ ANNUNCIATO grasso, l’altro un po’ che non trascura di CHE CONSIGLIERÀ AI CLIENTI DI INVESTIRE sordo. In tre, ci metdichiarare la sua proSULLA PIATTAFORMA PERCHÉ GARANTISCE temmo a fare siti interfonda fede cristiana: UN REPORT OGGETTIVO SUL PUBBLICO net per i negozianti di «Perché credo che se Cassino, ci chiamavamo "Noi siamo il futuro"». il cinema racconta storie positive come il film A quindici anni va via da casa, finisce a Bibioche sto producendo su Andrea Bocelli, The ne e si mette a fare il ragazzo di fatica in una music of silence, sia di grande ispirazione per piccola produzione teatrale. Poi torna a Casi ragazzi. Il futuro è più da short content che sino e decide di produrre un film: una storia da film da 100 minuti, e per questo ci concenmedievale ambientata in città, finanziata con treremo a produrre short content di altissima da qualche negoziante gentile. Un ‘corto’ che qualità con grandissime star, seriali, avvincennaturalmente nessuna sala si sarebbe sognata ti. E prevedo che nei prossimi 10 anni il 90% di proiettare. «Ma una zia insegnante mi salvò del consumo di video sarà short, online e su – racconta ancora - Mi presentò al provvedismall video. E noi saremo lì, con Tatatu».

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Economy Augusto Preta, presidente di Itmedia Consulting nonché autore del rapporto “Il mercato Televisivo in Italia: 2018-2020. L’effetto Netflix”. «Il digitale terrestre continua a subire una costante riduzione in conseguenza alla crescente competizione delle altre piattaforme». Impressionante è il dato della Broadband TV, che entro la fine del 2020 avrà raggiunto 8,5 milioni di abitazioni, dai 3,8 milioni del 2018, con un tasso di crescita media annua del 25%. «Da un lato questi nuovi modelli accelerano ulteriormente la domanda di banda larga e ultralarga e dall’altro più aumenta il consumo di questi prodotti contenuti sulle reti video, tanto più questa modalità prende il posto di quella tradizionale. E, mentre fino a un paio di anni fa l’offerta on demand video su Internet era inferiore a qualunque altra modalità di distribuzione, adesso le offerte a pagamento sono paragonabili all’offerta satellitare La televisione come l’abbiamo conosciuta sta diventando un pallido ricordo. Sia per questioni tecnologiche che per le abitudini e le richieste come penetrazione di mercato, ma a costi decisamente più contenuti. Entro due o tre anni del pubblico, che stanno cambiando molto rapidamente. Ecco come. il mondo Internet diventerà la primaria fonte di accesso a quella che una volta si chiamava di Marina Marinetti la televisione». «La televisione non ha mai ol senno di poi, quel Content is king La rivoluzione della specie smesso di evolversi e trasformarsi», conferma «Il mercato cresce e si trasforma alla luce delle che Bill Gates profetizzò a proposito a Economy il sociologo Mauro Ferraresi, che innovazioni tecnologidella diffusione di Internet nell’ormai insegna Sociologia «ENTRO DUE O TRE ANNI INTERNET che e della crescente lontano 1996 assume sempre di più i contorni dei consumi in Iulm. DIVENTERÀ LA PRIMARIA FONTE diffusione della bandi un business plan e sempre meno quelli di «Neppure tantissiDI ACCESSO A QUELLA CHE UNA VOLTA da larga e ultra larga una profezia. E in effetti il suo era un profetico mo tempo fa, due tre SI CHIAMAVA TELEVISIONE» e dei nuovi pattern di business plan: «Il contenuto è dove mi aspetto anni fa, si distingueva consumo collegati ai servizi non lineari e a che verranno fatti più soldi su Internet, protra nuovi e vecchi media: questa distinzione richiesta, come il video on demand», spiega a prio come accadeva nelle trasmissioni radiooggi non ha più senso». O quasi: «I cosiddetti televisive». Dopo un quarto di secolo scarso, “vecchi media” come la tv rendevano l’utente possiamo dire che aveva ragione Bill Gates. un fruitore passivo, come se fosse un target, Ma anche Charles Darwin. Perché nell’evoluun bersaglio che attendeva di essere colpito, zione del modello televisivo non manca nulla mentre i nuovi media lavorano sull’interattividel darwinismo: mutazione, selezione, speciatà e chiamano i fruitori ad assumere una parzione. E, soprattutto, adattamento all’habitat, te attiva, a partecipare. Tant’è che oggi siamo nella fattispecie la banda larga. Che ultimanell’era dell’autocomunicazione di massa: da mente comincia a essere un po’ sovraffolata: passivi spettatori siamo diventati attivi comuci sono YouTube (la piattaforma di Google), nicatori. Basta uno smartphone per pubbliPrimeVideo (quella di Amazon) e Now Tv care un video su internet. Quello di cui non si (Sky). Il 25 marzo a Cupertino, anche Apple è tenuto conto, però», avverte il sociologo «è ha lanciato la sua piattaforma. E Disney ha già che i vecchi media non sono stati a guadare. annunciato che entro fine anno scenderà in Proprio la tv si è trasformata, prima attraverAUGUSTO PRETA campo con tutta la sua potenza di fuoco. so la pay tv, poi con l’on demand, diventan-

Tv, l’evoluzione della specie passa dalla banda larga

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do un mezzo molto più interattivo fino a far sì che tutti i programmi non siano più push, cioè spinti dall’emittente verso lo spettatore, ma pull, cioè attratti dallo stesso utente che si crea il proprio palinsesto personale, rendendo inutile la distinzione tra vecchi e nuovi media: si tratta invece di media evoluti».

Nelle maglie della rete

A determinare le dinamiche di mercato, come da manuale, la disponibilità delle risorse. Quelle scarse come i cavi e le parabole sono state spiazzate dall’omnipresente rete. Ma chi sostiene che la rete equivale a contenuti gratis sempre e comunque, si sbaglia di grosso: «Un segnale di profonda, radicale, trasformazione, anche culturale del nostro Paese, è dato dall’abbandono della free-to-air come modalità di accesso primaria ai contenuti televisivi, con l’esplosione della pay-tv che passerà dall’attuale 42% a fine 2018 al 55% del totale famiglie italiane», continua l’analista Augusto Preta. Secondo il suo team di ricerca, all’interno della pay-tv la piattaforma broadband raggiungerà nel 2020 una quota del 61%, erodendo quote di mercato a tutte le altre piattaforme. «Ancora nel 2017 il broadband era la terza piattaforma e in appena tre anni diventerà la prima e ampiamente prevalente». Chi si spartirà il mercato? Non più solo i soliti noti: secondo ITMedia Consulting nel 2020 Mediaset, Rai e Sky Italia si spartiranno meno dell’84% del mercato televisivo totale, cedendo quote consistenti dei ricavi agli altri operatori e scendendo per la prima volta nella storia sotto il muro anche psicologico del 90%. «Quanto perso dai grandi players viene acquisito dagli altri operatori, che raddoppiano la propria quota di mercato e passano dall’9% al 17% del totale a fine 2020», sottolinea Preta: «Il periodo 2018-2020 è segnato dalla forte crescita in percentuale degli operatori minori, spinta dai nuovi pattern di consumo, a discapito dell’offerta dei broadcaster. Nei prossimi 3 anni è il turno dei servizi di video streaming, grazie all’esplosione della banda larga e ultra larga e all’ingresso sempre più deciso di grandi operatori internazionali

MAURO FERRARESI

come Amazon e Netflix. E Tatatu: «L’offerta si sta orientando prevalentemente verso servizi che nascono direttamente dal mondo internet Questi nuovi operatori hanno cambiato anche il modo di consumare tali contenuti: tutte le offerte vengono viste non attraverso una programmazione rigida, ma si fa una fruizione contemporanea anche di più puntate di una stessa serie. Sono servizi sempre più basati sulle esigenze del consumatore: decide lui come, quando e in quali modalità consumare questi contenuti». «PREMIARE I CONSUMATORI IN CAMBIO DELLA VISIONE DI PUBBLICITÀ È IL RIBALTAMENTO DEL PARADIGMA, MA ANCHE L’EVOLUZIONE DEL SISTEMA»

L’anima della broadband Pagare o non pagare, questo è il dilemma. Se la pay-tv ci aveva illusi di poter fare a meno della pubblicità, ci sbagliavano di grosso. «La pubblicità è nata con la tv», spiega il sociologo Mauro Ferraresi. «In Italia abbiamo avuto il Carosello, un compromesso unico al mondo. Con la pay-tv la pubblicità è uscita dalla porta e rientrata dalla finestra, sotto forma di product placement nei film e nelle serie». Non solo: persino YouTube, che con il servizio Premium (11,99 € al mese) aveva tentato la strada della pay-tv eliminando la pubblicità, è tornata sui suoi passi annunciando che, dal 2020, i contenuti premium (prodotti da YouTube, inseguendo Netflix che, nessuno ci avrebbe

scommesso, addirittura farà produrre parte dei propri contenuti alla Paramount) potranno essere visti gratuitamente sulla nuova piattaforma Originals. In cambio della visione di cosa? Indovinate. Ma non solo. «La pubblicità, che si pensava di espungere dalle piattaforme come Netflix, ha, come dire, anche contrattaccato, trasformandosi o in storie piacevoli da seguire o in una sorta di stuzzicante teasing, arrivando persino a far accettare al pubblico humor noir e messaggi apparentemente politically uncorrect. Anche la pubblicità da push è diventata pull», sottolinea Ferraresi: «Qualsiasi evoluzione tecnologica è anche un’evoluzione del nostro modo di pensare e del nostro linguaggio». E del nostro rapporto con la pubblicità. Perché, inutile negarlo, per il mercato siamo, essenzialmente, consumatori. E la rete permette di creare una comunità identitaria a cui sottoporre contenuti pubblicitari ad hoc. «Il fenomeno dei big data consente la personalizzazione del contenuto pubblicitario», continua il sociologo dei consumi: «Oggi tutti noi siamo profilati, si sa quali sono i nostri gusti, le nostre preferenze, quanti anni abbiamo, dove viviamo, cosa acquistiamo. Una volta la pubblicità era un cannone potente che sparava nel mucchio per colpire potenziali clienti. Oggi è una carabina di alta precisione». Tanto vale, allora, dare qualcosa a questi consumatori, in cambio della visione di pubblicità. Fidelizzando l’impegno del tempo dell’utente. Come fa Tatatu, appunto. «È il ribaltamento del paradigma, ma anche l’evoluzione del sistema», dice Ferrarini. «Circolava già da un po’ questa idea di remunerare il pubblico della pubblicità. È nello spirito dei tempi. Una volta eravamo consumatori potenziali, carne da consumo, oggi (non facciamoci illusioni) continuiamo a esserlo, però c’è un do ut des. E poi la pubblicità ha una sua utilità sociale. A questo punto il consumatore non solo acquisisce informazioni e può decidere di spendere per acquistare quel prodotto, ma nel momento stesso in cui fruisce di un discorso pubblicitario comunque ha un ritorno. Siamo arrivati a chiudere il cerchio».

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QUEL VIZIETTO CHIAMATO FILE SHARING C’è voluto un quarto di secolo per uscire dalla watchlist dei paesi che non rispettano il diritto d’autore. Ma la strada da percorrere è ancora lunga e in salita. Ne parliamo con quattro interlocutori qualificati di Marco Scotti

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chi ha voglia di andare ad acquistasostituirsi ai procedimenti giudiziari, mira ad re un film o una serie tv, quando ci assicurare ai titolari dei diritti d’autore una tusono decine di piattaforme torrent tela celere, efficace e non onerosa nei confronti che forniscono tutti i contenuti in modo todelle violazioni commesse online. La procetalmente gratuito? Tanto la legge a tutela del dura si conclude infatti entro termini molto diritto d’autore in Italia non prevede sanzioni brevi (12 giorni lavorativi nei casi di violazioni particolarmente severe e mappare l’intera massive o di quelle suscettibili di recare grave rete diventa un’impresa più ardua che svuotadanno economico), garantendo la possibilità re il mare con il proverbiale secchiello. Però è di intervento a tutti i soggetti interessati. Non bene rammentare che questi comportamenti vi è alcun coinvolgimento dell’utente finale, in provocano un danno quanto le misure reLIBERTÀ DELLA RETE NON SIGNIFICA da oltre 600 milioni pressive che possono TOTALE ASSENZA DI REGOLE. PER di euro all’industria essere adottate – riQUESTO L’ITALIA HA MESSO IN CAMPO audiovisiva mettendo mozione selettiva dei UNA NORMA BEST PRACTICE EUROPEA a repentaglio quasi contenuti protetti da 6.000 posti di lavoro. Un danno enorme anche diritto d’autore o disabilitazione dell’accesso per la collettività: 369 milioni di euro di pil al sito – sono rivolte esclusivamente ai provimancante e 171 milioni di entrate fiscali che der. Il regolamento persegue anche lo scopo non arriveranno mai. di promuovere lo sviluppo dell’offerta legale Un bel problema che l’Italia ha provato a risoldelle opere digitali e l’educazione dei consuvere – per quanto riguarda l’online – con una matori all’uso corretto e responsabile della norma che è diventata una best practice a livelrete. Siamo soddisfatti dei risultati ottenuti lo europeo. L’estensore è Francesco Posteraro, fin dall’emanazione del regolamento, la cui Commissario dell’Autorità per le Garanzie nelentrata in vigore è valsa di per sé a far uscire le Comunicazioni, che ci spiega: «Il regolamenl’Italia, dopo ben 25 anni, dalla watch list USA to Agcom prevede una procedura che, senza dei Paesi che non tutelano adeguatamente la

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proprietà intellettuale. Abbiamo avuto una risposta positiva da parte della rete, come dimostra l’alto numero di procedimenti conclusi per adeguamento spontaneo alla richiesta di rimozione. Abbiamo bloccato l’accesso a siti pirata, che ospitano milioni di file illegali». Una salvezza per il comparto può arrivare dal digitale, che sta continuando a guadagnare – sia in termini di quote di mercato sia per quanto concerne il fatturato – mentre il supporto fisico sta rapidamente crollando. Per Lorenzo Ardicini, Presidente di Univdeo-Confindustria, il motivo per cui il DVD o il Blu Ray valgono ancora il 75% del mercato è che consentono «la fruizione alla massima qualità possibile. Lo sviluppo tecnologico, infatti, ci ha portato supporti in 4K che sono standard che permettono di arrivare a una qualità molto vicina a quella della sala cinematografica. L’esperienza legata al mondo digitale è ancora molto fredda e asettica, mentre l’emozionalità di un supporto fisico e la possibilità di condividerlo con altre persone garantisce ancora, almeno per ora, una certa prevalenza di questo supporto. Dal nostro punto di vista stiamo lavorando molto perché nella nuova manovra finanziaria ap-


MEDIA & FUTURO

CHI SCARICA ILLEGALMENTE CONTA SPESSO SULL’IMPUNITÀ provata dal governo è previsto l’ampliamento devo anche sottolineare come i nativi digitali del bonus 18 perché possa essere usato anche siano più propensi a utilizzare internet in maper l’acquisto dei supporti fisici e non soltanniera fraudolenta. Le piattaforme illegali sono to dei libri». Oltre a guardare con favore alle gestite da vere e proprie organizzazioni criminuove piattaforme video streaming online, da nali, ramificate e radicate sul territorio, non biNetflix a Tim Vision, è bene però ribadire come sogna pensare ai pirati in modo “naïve” come i numeri della pirateria siano particolarmente se fossero tanti Jack Sparrow». Per l’Avvocato allarmanti. In Italia gli acquirenti complessiLuciano Daffarra, esperto in diritto d’autore e vi sono 5 milioni, di proprietà intellettuale cui 2 milioni tramite NELLA MANOVRA FINANZIARIA È PREVISTO e partner studio legale L’AMPLIAMENTO DEL COSIDDETTO digitale. Il fatturato internazionale C-Lex, “BONUS 18” CHE VIENE ESTESO ANCHE dei supporti fisici, che sono due i problemi A SUPPORTI FISICI OLTRE I LIBRI vale ancora il 75% del principali del fenomecomplessivo, è in calo a 255 milioni mentre il no. La prima è di natura sanzionatoria, la sedigitale vale 85,2 milioni. In complesso, il calo conda riguarda i player coinvolti. «C’è difficoltà del settore è del 10,8%. Spaventa soprattutto – ci dice – a perseguire, perché è molto diffila scarsa comprensione del fenomeno della picile identificare l’utente, non si possono mai rateria. In un’analisi realizzata da Fapav (Fedesapere i nomi dei contraffattori perché siamo razione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi in un sistema perverso in cui la privacy prevae Multimediali) il 78% di coloro che scaricano le su tutto. La sanzione amministrativa, poi, è contenuti illegalmente da internet è a conoscenza del fatto che la pirateria è un reato, ma il 55% ritiene che sia improbabile essere scoperto e ancor meno sanzionato. «L’offerta legale – ci spiega Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale della Fapav – unito allo sviluppo di piattaforme on demand e all’intensa attività di prevenzione sta iniziando a mostrare i primi risultati. Ma è innegabile che il nostro paese sia tra quelli più propensi al fenomeno della pirateria. Le Iptv, vere e proprie televisioni che trasmettono tramite internet, sono cresciute solo ora perché la diffusione delle smart tv è stata molto lenta. Ma

di 154 euro, non esattamente una cosa che fa tremare. Eppure è confermato anche dalla Direzione Antimafia: dietro alla pirateria ci sono le grandi organizzazioni criminali. Il secondo problema riguarda i cosiddetti Ott e il loro ruolo: fanno da veicolo per il guadagno di soggetti terzi che condividono su queste piattaforme contenuti privati». «Non c’è dubbio - conclude Posteraro -, però, che per sconfiggere la pirateria occorra una revisione del quadro normativo europeo. Basti pensare che le grandi piattaforme digitali si avvalgono di un esonero da responsabilità fondato sulla direttiva e-commerce, che risale al 2000, epoca ormai remota dal punto di vista dello sviluppo della tecnologia e dei mercati. Le piattaforme hanno cercato con ogni mezzo, tra l’altro, di ostacolare l’iter della nuova direttiva copyright. E duole dover constatare che il nostro Governo si sia schierato dalla parte degli oppositori della direttiva.quanto la nostra azione sia stata meritoria e per quanto i regolamenti funzionino serve una stretta. L’Italia è l’unico paese che ha utilizzato la normativa del commercio elettronico, ma le posizioni dell’attuale governo sulla direttiva del copyright non sono quelle che avremmo voluto». I PROTAGONISTI DELL’ANTIPIRATERIA Nell’altra pagina, l’avvocato Luciano Daffarra. In questa pagina in alto a sinistra Lorenzo Ardicini. Qui a fianco il commissario Agcom Francesco Posteraro. In alto a destra Federico Bagnoli Rossi

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L’ALTRA COVERSTORY

SOGNANDO LA CINA NELL’ANNO DEL MAIALE (D’ORO)

L’Italia cresce all’estero, con le imprese, anche medie e piccole, che internazionalizzano e guardano ai mercati esotici come sbocco strategico per il proprio business. Così, la Cina e Dubai diventano le mete più ambite delle imprese nostrane.

Dalla Via della Seta al nuovo corso avviato da Xi Jinping: l’Italia guarda con sempre più interesse alla Cina. Ma restano le incognite dei dazi, della cybersecurity e, soprattutto, dei rapporti diplomatici con gli Usa

33 PMI PER CRESCERE GLI EMIRATI PUNTANO SUI PIÙ PICCOLI

34 EXPO 2020 DUBAI DIVENTA L’ELDORADO DELLE PMI

38 QUI DUBAI ANCHE LE BANCHE ITALIANE FANNO BASE NEGLI EMIRATI

39 CIMBALI IL NUOVO QUARTIER GENERALE ALLA JUMEIRAH LAKE TOWER

di Marco Scotti

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inc, oinc, onomatopea (con forzatupresidente della Repubblica Mattarella. L’inra ortografica voluta) che ricorda il qulino del Quirinale ha però voluto ribaidre: verso del suino, ma che nel nostro sì all’intensificazione degli interscambi nel caso può anche fungere da acronimo per mastodontico progetto della Via della Seta, raccontare che cosa sta succedendo con l’ex no all’introduzione di Huawei come partner Celeste Impero: Oggi Inizia un Nuovo Corso. stabile nella partita del 5G. E quindi, ancoO almeno, questa è la speranza. Che anno ra, che anno sarà per la Cina? La si guarda sarà questo 2019 che i cinesi attendono con con un misto di attrazione e sospetto, un ansia essendo quello atteggiamento che si IL COLOSSALE PROGETTO DELLA VIA del maiale (di per sé riverbera anche sulDELLA SETA PARTE CON UNA DOTAZIONE già propizio) per di le imprese italiane INIZIALE DI CIRCA 100 MILIARDI più d’oro, un evento che devono per forza DI DOLLARI E COINVOLGERÀ 68 PAESI che si verifica ogni 60 guardare a Pechino anni? Nelle ultime settimane, a tenere banma, al tempo stesso, nutrono ancora qualche co è stato soprattutto il rapporto difficile tra timore di troppo. Dal 21 al 23 marzo Xi Jinla Cina e il mondo occidentale. Da una parte ping è venuto in Italia un Memorandum of Donald Trump, che ha fermamente bocciato Understatement che, per l’amministrazione qualsiasi idea di rendere la Cina un partner Trump (e anche per Bruxelles), rappresenta strategico e ha preteso analogo trattamento il primo caso di “scippo” da parte della Cina da parte dell’Unione Europea. Dall’altra l’Idi un alleato di primo piano: l’Italia. Salvini talia, che a fasi alterne apre e chiude le porprova a fare il cerchiobottista: «Il MoU non te, con la benedizione (per l’apertura) del è immodificabile». Di Maio maramaldeggia:

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L’ALTRA COVERSTORY

Xi Jinping è il leader cinese che ha viaggiato di più per portare la Cina “fuori” dai propri confini nazionali

«Altro che rischio colonizzazione, è il Made in Italy che colonizzerà il mondo». Ma la verità è che l’Italia è tra l’incudine e il martello, tra l’accoppiata Usa ed Europa che teme intromissioni di Pechino e la Cina che minaccia di non siglare un accordo “monco”. Un problema da miliardi di euro per il Sistema Italia. Che si trova nella scomoda posizone di dover decidere da che parte stare. Tornando alla Via della Seta (o Belt and fetti, la preoccupazione più condivisibile, al Road Initiative): si tratta di un progetto codi là delle schermaglie di prammatica, è che lossale con una dotazione iniziale di circa la Cina attraverso la Nuova Via della Seta av100 miliardi di dollari che dovrebbe colvii una sorta di imperialismo commerciale legare – come avveniva ai tempi di Marco che, dopo aver già pesantemente segnato Polo – l’Europa continentale, l’Asia e perfino l’Africa – il fenomeno del “land grabbing”, l’Africa. Secondo alcuni studi dovrebbero l’accaparramento di appezzamenti di terra essere coinvolti 68 paesi, oltre la metà della nel Continente Nero – rischia ora di divenpopolazione mondiale, un terzo del pil glotare uno spauracchio anche per l’Europa. bale, tre quarti delle riserve energetiche. In Una preoccupazione che però potrebbe esbreve, il più grande progetto di investimensere messa a tacere se si sfruttasse questa to mai compiuto prima, superando, al netto enorme autostrada commerciale per entradell’inflazione odierna, di almeno 12 volte re definitivamente in Cina. L’Italia ci sta prol’European Recovery Program, ovvero il cevando con risultati alterni: una delle nostre lebre Piano Marshall. eccellenze riconoL’ECONOMIA CINESE CRESCE, MA SEGNA Dopo un avvio trionsciute, il vino, fatica a UN RALLENTAMENTO FISIOLOGICO fale, in cui i goverdecollare per un moPERCHÉ IL MODELLO ECONOMICO nanti di mezzo montivo molto semplice: AGGRESSIVO NON FUNZIONA PIÙ do hanno fatto a gara ai cinesi non piace. Lo a mostrare il proprio interesse per l’iniziatiriconoscono come un prodotto adatto evenva, ora siamo a una fase di stallo. I ripensatualmente a occasioni speciali, non certo un menti, originati dalle perplessità americane bene di consumo giornaliero. che si sono moltiplicate con l’inasprirsi dei Una Via della Seta che, come ha scritto l’ecorapporti tra Washington e Pechino, rischianomista Giulio Sapelli - sull’ultimo numero no ora di aprire una nuova falla nelle reladi Investire che trovate in edicola – «si sta zioni tra Bruxelles e l’Italia. Avrebbe detto arenando. I cinesi stanno ritirando i capitaun magistrato assai celebre negli anni ‘90: li, attuando quel che Xi Jinping ha detto al «E che c’azzecca?». In realtà, moltissimo: Congresso del partito: “Basta investire all’eil governo italiano, per bocca dei due vicestero i nostri capitali, ne abbiamo bisogno premier e dello stesso Conte, ha più volte in patria”». In effetti l’economia cinese, pur annunciato di voler prendere parte all’inicontinuando a crescere a ritmi vorticosi, sta ziativa. Il presidente del Consiglio ha voluto iniziando ad avere un fisiologico rallentarassicurare i partner occidentali che non samento, con le previsioni di incremento tra remo un “cavallo di Troia” per la Cina. In efil 6 e il 6,5% per l’anno in corso. Perché?

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BASTA INVESTIRE CAPITALI ALL’ESTERO NE ABBIAMO BISOGNO IN PATRIA Prima di tutto perché il modello economico particolarmente aggressivo, in cui i pochi ricchi avevano a disposizione una manodopera sterminata disposta a turni massacranti e a condizioni di vita poco commendevoli, è ormai in crisi. La classe media oggi è composta da oltre 400 milioni di persone che chiedono di migliorare la propria realtà lavorativa. Eppure di eccellenze la Cina ne ha molte: è il caso, ad esempio, delle energie rinnovabili e dei sistemi di ricarica per i veicoli elettrici: scordiamoci quella caricatura della Cina che scimmiotta – male – gli occidentali. Oggi la tecnologia prodotta da Pechino per i veicoli elettrici è all’avanguardia. D’altronde, con una popolazione di 1,4 miliardi di persone, in costante crescita, e con un incremento della classe media, la necessità di portare


FORMATO ESPORTAZIONE

avanti politiche ambientali sempre più efficaci si è fatta cogente. Ma anche la tecnologia rappresenta un problema non di poco conto, come insegna il recente caso Huawei, il colosso delle telecomunicazioni, che sta rosicchiando progressivamente quote di mercato a Apple e Samsung. Un brevissimo riepilogo: il 1° dicembre scorso la Cfo e figlia del fondatore, Meng Wanzhou, è stata arrestata a Vancouver su richiesta americana con l’accusa di aver violato le sanzioni Usa sull’Iran. Si tratIL DRAGONE OFFRE ENORMI POSSIBILITÀ ANCHE SUL FRONTE DELL’ECONOMIA CIRCOLARE, PER INCREMENTARE LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

ta chiaramente di un pretesto: il vero timore di Washington è che Huawei sia – questa volta sì – il “cavallo di troia” di Pechino per spiare i cittadini americani attraverso i suoi device. Non solo: nella corsa al 5G, la connessione di ultima generazione che dovrebbe rivoluzionare la modalità di accesso alla rete, Huawei è tra i player più importanti in Europa per installare quelle numerosissime antenne che sono necessarie alla corretta trasmissione dei dati. Nei giorni scorsi la

WASHINGTON TEME CHE IL 5G DI HUAWEI SIA UN CAVALLO DI TROIA

L’ITALIA HA ANCORA MOLTA STRADA DA PERCORRERE «Lavorando con la Cina da alcuni anni ho smesso di illudermi sul fatto che i cinesi di ceto medio, comunque in grande espansione, conoscano l’Italia in tutte le sue qualità che noi italiani diamo per scontate». Stefano Devecchi Bellini, co-fondatore della trading company Gamos Group basata a Shanghai, continua a ritenere che la Cina sia un mercato in cui non solo è necessario essere presenti per cavalcare lo sviluppo interno del paese, ma anche per raggiungere, proprio dalla Cina, altri mercati asiatici coi quali sono stati siglati accordi bilaterali di libero scambio commerciale. Dal 2014, anno di costituzione della società, sono stati attivati canali distributivi diretti in

supermercati cinesi e internazionali come Olè, Vanguard, G-Super, Hema e Tesco Express. Il cliente cinese, buyer del supermercato o distributore, richiede sempre più un prodotto europeo oltre che italiano, tuttavia le imprese europee del food, i cui prodotti sono molto richiesti dai consumatori cinesi, sono oggi presenti con una grande quantità di offerta, tale da disorientare il cliente che non è sempre pronto ma che alla fine farà comunque la propria scelta. L’Italia ha ancora molto terreno da recuperare nei confronti di altri paesi come la Francia scontando il fatto di non avere nella terra del dragone propri canali di distribuzione e marchi forti della GDO come Auchan o

Carrefour. Anche sul vino c’è ancora molto da fare: il leader del mercato in Cina è la Francia con volumi di importazione che sfiorano i 60 milioni di litri per un valore di 259 milioni di dollari, seguita da Australia, Cile e Spagna. L’Italia si trova invece al quinto posto con 9,4 milioni di litri di vino esportato per un totale di circa 35 milioni di dollari. Mentre i cinesi di mezza età e oltre sono generalmente più tradizionalisti, il principale consumatore e traino della domanda è la classe media, nello specifico i giovani con un’età compresa tra i 18 e i 29 anni. Questi ultimi sanno apprezzare la cultura del vino e sono sempre più sensibili a sapori e odori più ricercati e costosi.

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L’ALTRA COVERSTORY

Nel riquadro a destra l’amministratore delegato di Lu-Ve Group, Matteo Liberali. In basso, il premier Giuseppe Conte

UN MERCATO STRATEGICO DALLE ENORMI POTENZIALITÀ «La Cina rappresenta un mercato strategico per le sue enormi potenzialità di espansione - spiega Matteo Liberali), amministratore delegato di Lu-Ve Group - La tendenza del gruppo nel Paese si sta dimostrando anticiclica: l’economia cinese continua la sua transizione guidata dalla crescita degli investimenti, dall’espansione di consumi e servizi, dall’allargamento dei centri urbani e dalla costruzione di nuove fabbriche e imprese». Lu-Ve è uno dei maggiori costruttori mondiali nel

settore degli scambiatori di calore (fatturato consolidato prodotti di oltre 300 milioni di euro nel 2018). «L’industria del freddo – conclude Liberali - in quest’ottica, non può che giocare un ruolo rilevante, indipendentemente dal trend economico mondiale. Non a caso abbiamo deciso di ampliare il nostro stabilimento cinese. Il nuovo insediamento passa da 7.000 mq a complessivi oltre 19.000 mq, con una possibile espansione per ulteriori 10.000 mq a partire dal 2021. Ma in Cina c’è

Casa Bianca ha lanciato una precisa minaccia contro la Germania: se, come sembra, Huawei sarà coinvolta nella creazione della rete mobile 5G di Berlino, l’amministrazione Trump taglierà i canali di condivisione dell’intelligence con la Germania. Una minaccia che non è soltanto “di facciata”: i servizi segreti e gli organismi di polizia europei hanno usato spesso le informazioni fornite dagli Stati Uniti, soprattutto per quanto riguarda la lotta al terrorismo. Proprio le tensioni tra Pechino e Washington sono uno dei punti più dolenti dell’attuale scenario macroeconomico. Mentre andiamo in stampa parrebbe confermato l’incontro tra Trump e Xi Jinping in Florida. Ma entrambi i presidenti continuano a giocare una personale partita a scacchi. Se difficile nei suoi rapporti con la Cina. Non l’incontro non dovesse ottenere i risultati perché manchi la volontà di cooperare – al sperati, potrebbero essere introdotti nuovi contrario – ma per le tensioni internaziodazi per ulteriori 250 nali che un rapporto miliardi di dollari di OGGI LE IMPRESE CINESI IN ITALIA SONO troppo stretto con QUASI 51MILA. ED ENTRO IL 2025 QUELLA esportazioni di proPechino potrebbe CINESE SARÀ LA PIÙ AMPIA MINORANZA dotti cinesi. Se, invecreare. Eppure, con i ETNICA DI ORIGINE NON EUROPEA ce, dovesse prevalere suoi 318.975 cittadiuna linea più morbida, la Cina è pronta a ni regolarmente soggiornanti in Italia quella offrire una serie di aperture su agricoltucinese è una delle popolazioni di nazionalira, barriere non tariffarie, proprietà inteltà straniera più numerose nel nostro paese lettuale, servizi finanziari, trasferimento e diventerà la più ampia minoranza etnica di tecnologie e stabilizzazione valutaria. Nell’agricoltura, oltre a 30 miliardi di dollari di ulteriori acquisti di soia, riso, mais e grano, Pechino è pronta a cancellare il divieto all’export per la carne di pollo americana, attivo dal 2015 dopo l’influenza aviaria. Nell’energia la Cina è pronta ad acquistare 18 miliardi di gas naturale liquefatto americano. Secondo l’Institute of International Finance la guerra con la Cina è già costata agli Usa 40 miliardi di dollari in termini di perdita di export. E il nostro paese? In questo scenario dal sapore agrodolce, Roma vive un momento

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ancora molto da fare per quanto riguarda la sostenibilità ambientale: stiamo investendo molto per collaborare a realizzare il “sogno cinese”, ovvero la creazione di un ambiente migliore, più pulito e sostenibile. La Terra è una sola, non c’è un Pianeta B».

di origine non europea entro il 2025. E nel dato non sono inclusi tutti i cinesi di seconda generazione, o chi, avendo un’impresa o figli destinati a non rientrare nel paese d’origine, ha optato per la naturalizzazione nella penisola, dato che la Cina non consente ai propri espatriati di mantenere la doppia cittadinanza. Va da sé che è un dato decisamente sottostimato anche quello che vede i cinesi al secondo posto nella graduatoria delle imprese individuali con titolare straniero, con un totale di 50.737 imprese (una ogni sei residenti!) e un tasso di crescita del 3,4% annuo. Sono ormai più di 600 le aziende partecipate da gruppi cinesi, realtà che danno lavoro a oltre 32 mila persone con un giro d’affari complessivo intorno ai 18 miliardi di euro. I dati delle dogane cinesi evidenziano la miglior performance di sempre dell’export italiano in Cina, per la prima volta sopra i 20 miliardi di euro: una crescita superiore al 22%, la migliore di un paese Ue in Cina. Cosa piace ai cinesi? Gucci, Gucci e ancora Gucci. Ma anche Armani, Versace, la Ferrari e il calcio. Ma il vino, quello, proprio, no.


FORMATO ESPORTAZIONE

Per crescere gli Emirati ora puntano sui più piccoli Il Ministero dell’Economia degli Emirati Arabi Uniti punta sulle piccole e medie imprese con iniziative di supporto tecnico e amministrativo per incentivare innovazione e creazione di nuovi posti di lavoro dalla redazione

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e piccole e medie imprese degli progetti, affiliato al Ministero dell’Economia. Emirati aerabi uniti hanno dimoHa lo scopo di potenziare le piccole e medie strato di essere i motori strategici imprese nazionali. Ha il compito di svilupdelle industrie di tutto il paese e si prevede pare i quadri generali e le linee guida che che svolgeranno un ruolo molto più forte neforniranno competenze, formazione e supgli anni a venire. Secondo il Ministero dell’Eporto tecnico e amministrativo in vari settori conomia degli Emirati Arabi Uniti, più del per promuovere e sviluppare le Pmi, oltre a 98% delle aziende che operano negli Emirati condurre valutazioni periodiche delle stesse. Arabi Uniti sono Pmi e insieme rappresentaInoltre, si coordina con gli enti governativi no più del 49% del Pil attuale del paese. federali e locali e con il settore privato per In sostanza, queste Pmi contribuiscono alla commercializzare i prodotti dei suoi memcrescita, all’innovazione e alla creazione di bri, sia all’interno che all’esterno degli EAU, posti di lavoro. Pertanto, è altamente impee per fornire benefici e incentivi ai progetti rativo garantire che esse siano dotate dedei membri. gli strumenti e del sostegno necessari per Il Dr. Adeeb Al Afifi, Direttore del Programproseguire nel loro ma Nazionale per le LA STESSA ATTENZIONE RISERVATA percorso. Il governo Pmi presso il MiniALLE PICCOLE IMPRESE LOCALI VIENE degli Emirati Arabi stero dell’Economia DATA ANCHE AI PARTNER INTERNAZIONALI Uniti sta svolgendo un degli Emirati Arabi PORTATORI DI PROGETTI INNOVATIVI ruolo chiave nella sua Uniti, ha sottolineato ambizione di migliorare il loro contributo e il notevole ruolo delle Pmi nella crescita le prestazioni del settore delle Pmi, e abbiaeconomica del paese. Ha anche sotmo visto il governo stabilire varie iniziative tolineato il ruolo pionieristico del e programmi per aiutarli a crescere ulteriorProgramma Nazionale per le Pmi, mente. che comprende più di 1.700 imCi sono molti enti locali come Mohamed bin prenditori emiratini che hanno Rashid Establishment for Small and medium la passione di esplorare opporenterprises development, Khalifa Fund for tunità più promettenti, in tutte 25% Enterprise Development, The Saud Bin Saqr le diverse parti del mondo. Establishment for SMEs, Ruwad - Sharjah Il Programma – si diceva - è staEntrepreneurship Foundation e altri ancoto istituito con la legge federale ra. Tuttavia c’è un consiglio federale istituito n. 2 del 2014 sotto l’egida del Midalla legge, cioè “Il programma”, che è stato nistero dell’Economia. Il Programappunto istituito ai sensi della legge federama è supervisionato da un consiglio le n. 2 del 2014, ed è il braccio operativo del specializzato affiliato al Ministero che Consiglio per le piccole e medie imprese e ha lo scopo di responsabilizzare le piccole

SULTAN BIN SAEED AL MANSOORI

e medie imprese nazionali. Ha il compito di sviluppare i quadri generali e le linee guida che forniranno competenze, formazione e supporto tecnico e amministrativo in vari settori per promuovere e sviluppare le Pmi, oltre a condurre valutazioni periodiche delle stesse. Inoltre, si coordina con gli enti governativi federali e locali e con il settore privato per commercializzare i prodotti dei suoi membri, sia all’interno che all’esterno degli Emirati, e per fornire benefici e incentivi ai progetti dei membri. Dunque la stessa attenzione riservata alle piccole imprese locali viene, per estensione, data anche ai partner internazionali della stessa taglia, portatori di progetti innovativi, competenze e know how degni di attenzione.

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41%

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L’ALTRA COVERSTORY

ELDORADO DUBAI, L’ITALIA PUNTA ALL’EXPO 2020 Quella in programma dal 20 ottobre 2020 al 10 aprile 2021 sarà la prima Esposizione Universale in Medio Oriente. Un’occasione unica per avviare il business in uno dei Paesi più ricchi del mondo di Giancarlo Salemi

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a caccia all’oro è già partita. L’Expo2020 di Dubai sarà la prima Esposizione Universale che si svolgerà in Medio Oriente, in programma dal 20 ottobre 2020 al 10 aprile 2021, in occasione del 50esimo anniversario della fondazione degli Emirati Arabi Uniti. Si preannuncia come un evento unico, per proporzioni, numero di paesi coinvolti e per gli ambiziosi obiettivi legati al tema scelto: “Connecting minds, creating the future”: una connessione tra le menti per progettare il futuro assieme. D’altra parte Dubai, in arabo si scrive Al Wasl che vuol dire proprio “la connessione”, “il collegamento”. Nel nome stesso, quindi, dell’emirato sono contenuti i principi ispiratori dell’Expo. L’organizzazione stima un afflusso di 25 milioni di visitatori, il 70% proveniente dall’estero. Ad oggi sono 160 i paesi confermati e un esercito di imprese di cui ben 870 sono italiane, registrate al sito

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delle gare d’appalto. Per questo il governo emiratino ha risposto con investimenti pari a 150 miliardi di dollari e la creazione di circa 300mila nuovi posti di lavoro. Un programma in linea con la visione strategica degli Emirati di diversificare la propria economia, oggi troppo dipendente dal petrolio, per orientarsi su energie rinnovabili, alta tecnologia e infrastrutture moderne ed ecosostenibili. SONO GIÀ 870 LE IMPRESE ITALIANE REGISTRATE ALLE GARE D’APPALTO CHE GESTIRANNO PARTE DEI 150 MILIARDI STANZIATI DAGLI EMIRATI

L’Italia è pronta a fare la sua parte. Siamo stati il primo paese del G7 a confermare la partecipazione all’Esposizione, un ideale passaggio di testimone tra Milano e Dubai. Al lavoro c’è il commissario straordinario, Paolo Glisenti, classe ’51, chiamato dal Mi-

nistero degli Esteri a guidare la nostra macchina organizzativa. È stato grazie al suo impegno, gli viene riconosciuto in modo trasversale, che l’Expo del 2015 si è svolto a Milano, un evento che ha generato un giro d’affari per l’Italia di oltre 5 miliardi di euro. La strategia del commissario si basa sulla divisione delle iniziative e dei progetti italiani in quattro macro aree: economico, educativo, informale e culturale. «Il nostro progetto porta l’Italia della competenza, della cultura, dell’innovazione e della scienza verso questo nuovo mondo che sarà baricentrico rispetto agli sviluppi economici, culturali e scientifici – ha ricordato Glisenti Nei prossimi due anni ci saranno un milione e mezzo di nuovi posti di lavoro nell’area del Mediterraneo in particolare nei lavori legati al digitale e alle trasformazioni digitali». Glisenti potrà contare anche sull’impegno delle società pubbliche attive sull’inter-


FORMATO ESPORTAZIONE

nazionalizzazione come Sace Simest e Ice. Con la prima è stato firmato proprio a Dubai un protocollo d’intesa con cui la società che fa capo a Cassa e Depositi e Prestiti si è impegna a garantire 1 miliardo di euro di finanziamenti per commesse assegnate a imprese italiane. «L’Italia deve essere parte attiva del progetto, in continuità con quanto realizzato a Milano nel 2015 - ha spiegato a Economy Beniamino Quintieri, presidente Sace Simest - l’accordo ha come obiettivo proprio quello di massimizzare questa occasione, supportando con iniziative concrete le imprese italiane in settori quali infrastrutture, costruzioni, design, arredamento e servizi». Così le imprese italiane interessate potranno accedere a condizioni agevolate ai prodotti e servizi messi a disposizione dal polo Sace Simest: agevolazioni per l’accesso al credito e ai mercati di capitali, coperture assicurative sui crediti commerciali, protezione degli investimenti all’estero, servizi di factoring, informazioni commerciali e recupero dei crediti. Poi c’è l’Ice, l’agenzia per il commercio este-

Come sarà il sito dell’Expo

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a corolla di un fiore, questa la forma del sito espositivo che avrà il suo cuore con l’Al Wasl Plaza, l’opera più iconica dell’intero complesso. E a realizzarla sarà l’italiana Cimolai Rimond (con sede ad Abu Dhabi), che si è aggiudicata la gara da 60 milioni di euro per realizzare la gigantesca cupola a copertura della piazza. Da qui si snoderanno tre distinti rami a forma di petali, uno per ciascun sotto-tema: mobilità, opportunità, sostenibilità. Tra questi tre petali sorgeranno altre tre importanti aree: il Padiglione di Benvenuto, il Padiglione dell’Innovazione, il Padiglione degli

FACILITEREMO ALLE NOSTRE AZIENDE L’ACCESSO A QUESTO MERCATO

CARLO FERRO, PRESIDENTE ICE

ro, che sta lavorando notte e giorno con il suo ufficio di Dubai guidato da Giampoalo Bruno. «Noi – dice ad Economy il presidente Carlo Ferro – stiamo aiutando le nostre aziende nella realizzazione del Padiglione nazionale. Inoltre, nel corso della manifestazione, contribuiremo all’ideazione e alla realizzazione di eventi dedicati in particolare ai settori del lifestyle, della domotica, della future mobility e della ciber security, oltre che ai settori tradizionali di eccellenza

Emirati Arabai Uniti, disegnato dall’architetto spagnolo Santiago Calatrava: 15mila metri quadrati costruiti con tecniche di sostenibilità ambientale. Il Padiglione delle Opportunità è stato assegnato alla Cox Architecture. Lo studio di archietettura australiano realizzerà uno spazio di 4.500 metri quadrati interamente costruito con materiali naturali come legno, corda e 2.500 tonnellate di pietra. Estremamente suggestiva si preannuncia la copertura a spirale, formata da 111 chilometri di corda intrecciata che, assieme alla luce, tradurrà architettonicamente l’idea della

del made in Italy, come food, fashion, arredo, design e nautica. Intendiamo facilitare l’accesso a questo mercato – prosegue il numero uno dell’Istituto - farne conoscere appieno la struttura e il funzionamento, consentendo così di risolvere problematiche operative e favorire la penetrazione all’estero delle nostre imprese». L’Expo di Dubai costerà complessivamente 8 miliardi di dollari, tra costruzione del sito espositivo e organizzazione dell’evento. Du-

connessione e della collaborazione tra le persone per il raggiungimento di obiettivi e traguardi comuni. La struttura sarà completamente riciclabile e per costruirla non verrà adoperato cemento. Il Padiglione della Mobilità sarà dello studio Fosters and Partners. Il progetto prevede un trittico di strutture spaziali che si inspessiscono con l’aumentare dell’altezza, creando zone d’ombra. Il tetto sarà una piattaforma di osservazione con una vista a 360 gradi sull’intero sito dell’Expo. Il Padiglione della Sostenibilità è stato vinto da Grimshaw Architects. Si ispira ai processi naturali, come

ad esempio la fotosintesi, con l’obiettivo di creare una struttura dinamica capace di catturare l’energia dal sole e l’acqua corrente dall’umidità dell’aria. Un’architettura capace di essere auto-sostenibile anche in condizioni climatiche estreme. Il completamento della struttura è previsto entro questo mese di per ottobre. Finora sono stati sbancati 4,7 milioni di metri cubi di terreno per la posa delle fondamenta e sono già iniziati i lavori per l’estensione della metropolitana, i distretti tematici, il Padiglione degli Emirati e alcune infrastrutture dell’Expo Village.

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L’ALTRA COVERSTORY

Beniamino Quitieri, presidente Sace Simest

L’ITALIA SARÀ PARTE ATTIVA DEL PROGETTO, IN CONTINUITÀ CON MILANO 2015

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rante i sei mesi dell’Esposizione Universale, l’indotto per l’emirato è stimato intorno ai 38 miliardi di dollari, molto ambiziosa la realizzazione di Dubai South, una vera e propria “città della felicità” che si estenderà su una superficie di 145 chilometri quadrati, nelle immediate vicinanze del sito espositivo. Dubai South sarà un ecosistema urbano con una varietà di soluzioni abitative e lavorative integrate, centri benessere e aree ricreative, una rete interconnessa di parchi, centri commerciali e logistici, il tutto alimentato da una centrale di generazione elettrica solare. Sempre in quest’area si svilupperà l’Aeroporto Internazionale Al Maktoum, destinato a diventare il primo aeroporto al mondo, con un traffico di 160 milioni di passeggeri l’anno e 12 milioni di tonnellate di merci. È chiaro che questo Eldorado fa gola anche alle imprese italiane che si candidano alla costruizione di un hub dotato di 5 piste compatibili con gli A380, 64 piazzole di parcheggio e tre terminal passeggeri di 66mila metri quadrati, centri commerciali,

ECCO COME ACCEDERE AI SERVIZI SACE SIMEST L’ultima operazione di Sace Simest, società di Cassa Depositi e Prestiti, negli Emirati Arabi è stato il supporto all’azienda italiana Global Display Solutions, attiva nella progettazione e installazione di Display LCD per informazioni ai passeggeri. Un intervento che ha permesso all’azienda vicentina di ottenere un contratto che prevede la fornitura di display LCD da destinare alla metropolitana di Dubai e include la progettazione, l’installazione e la manutenzione di tutto il sistema di trasmissione video e di una striscia di display lunga circa 70 metri per ogni binario delle sette nuove stazioni metro in realizzazione per l’Expo 2020. Ma c’è spazio anche per alter imprese tricolori. Basta farsi avanti e contattare direttamente all’Ufficio di Sace Simest - Emirates Financial Towers, (telefono +971 4 554 3451) dove si potrà trovare, insieme al team di specialisti, la soluzione più adatta alle esigenze di chi vuole espandere il proprio business in vista di Expo Dubai. Oppure attraverso il sito sacesimest.it l’azienda può accedere ai prodotti per finanziare la sua crescita internazionale, valutare i propri clienti, recuperare i crediti e ottenere liquidità attraverso il factoring. Inoltre da poche settimane è possibile assicurare le esportazioni con Export UP, il nuovo prodotto 100% digitale, nato per rispondere alle esigenze delle PMI e offrire uno strumento semplice e veloce per crescere e svilupparsi all’estero. In tre semplici passaggi è infatti possibile ottenere una stima gratuita del prezzo dell’assicurazione del credito, richiedere un preventivo dell’assicurazione bloccato per tre mesi e acquistare la polizza.


FORMATO ESPORTAZIONE

hotel. Saranno costruite 45mila nuove unità immobiliari e 81mila nuove stanze d’albergo per investimenti pari a 7 miliardi di dollari. Altri 4 miliardi saranno destinati alla realizzazione di 16 progetti per nuovi centri commerciali. Il sito espositivo si estenderà su un’area di 4,4 chilometri quadrati. L’80% di esso rimarrà – come è stato per Milano come patrimonio della città, offrendo nuove infrastrutture e migliorando la qualità dei servizi per i residenti. Suddiviso in 3 distretti e relativi padiglioni tematici, dedicati ad opportunità, mobilità, sostenibilità, il sito espositivo di Dubai Expo 2020 ospiterà 204 padiglioni, 3 souk, oltre 200 tra ristoranti e punti ristoro. L’’Expo Village comprenderà 3mila appartamenti, 1.500 stanze di hotel e residence, 8mila parcheggi. Non male per una città come Dubai, nata in un territorio desertico e ostile, con un mare poco attraente, un clima infernale 9 mesi all’anno e il traffico intasato 24 ore su 24. Sembra più il ritratto di un luogo dove nessun turista vorrebbe mai andare, invece da qui al 2021 sarà il centro del mondo tra business e affari all’insegna dell’Expo.

Il padiglione Italia

La bellezza che connette le persone è il tema del padiglione Italia. Un’esperienza che si preannuncia memorabile per i visitatori. La biodiversità, la cultura e la creatività italia-

ne campeggeranno, affiancate dalla bellezza del suo paesaggio, che difficilmente trova LA PARTECIPAZIONE ALL’EXPO AVRÀ UN IMPATTO ECONOMICO POSITIVO DI OLTRE 1,5 MILIARDI DI EURO L’ANNO GRAZIE ALLE ESPORTAZIONI

eguali nel mondo. L’idea è quella di presentare una versione umanistica dello stile di vita italiano contemporaneo, con una contaminazione tra arte, cultura, design, architet-

tura, scienza e tecnica, presupposti imprescindibili per generare crescita economica, occupazione, sviluppo sociale. Un modo inedito di promuovere i marchi del Made in Italy, ammirati in tutto il mondo e grazie ai quali l’Italia deve la sua unicità. «Dubai Expo 2020 consentirà all’Italia – spiega Giampaolo Bruno, responsabile dell’ufficio Ice di Dubai - di creare e intensificare reti culturali, diplomatiche, economiche con i paesi dell’area ritagliandosi così un ruolo anche in ambito educativo e formative». Uno studio del Politecnico di Milano rivela che la nostra partecipazione all’Expo avrà un impatto economico positivo di oltre 1,5 miliardi di euro l’anno in termini di export verso il Medio Oriente, il Nord Africa, l’Asia e la Cina con un aumento sensibile anche per gli investimenti diretti che ad oggi ammontano complessivamente a 327 miliardi di euro.

ECCO COME ACCEDERE AI SERVIZI DELL’ICE È l’ufficio di Dubai dell’Istituto per il Commercio Estero il crocevia per il sostegno alle imprese che vogliono puntare sull’Expo. Si offrono in particolare servizi di orientamento e di assistenza personalizzata, supporto operativo e strategico con strumenti integrati per facilitare l’accesso al mercato. Tutto ciò che riguarda informazioni su gare di appalto o richieste di beni e servizi, informazioni legali, doganali, fiscali, tecniche ma anche ricerca, selezione ed identificazione di partner

per accordi distributivi o joint venture viene gestito dall’Ice di Dubai. Prendere contatto con la sede, diretta da Giampaolo Bruno, è semplice sia telefonando al +971 4 4345280 (fax +971 4 4220983) oppure via mail dubai@ice.it. L’ufficio può essere utile per ottenere informazioni anche riservate su imprese estere, sondaggi di potenziale interesse per prodotti/ servizi italiani presso Expo2020, presentazioni aziendali, organizzazione di missioni outgoing o incoming compreso

eventuali campagne di comunicazione. Vi è anche un ufficio legale che assiste l’aziende per la risoluzione di eventuali controversie che potrebbero nascere in loco. Per avere un quadro invece informativo sugli Emirati e le occasioni di business sul proprio sito l’Ice mette a disposizione all’indirizzo web (www. ice.it/it/mercati/ emirati-arabi-uniti) una panoramica completa delle fiere e delle opportunità di business con un’agenda dettagliata di tutti gli avvenimenti previsti.

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L’ALTRA COVERSTORY QUI DUBAI

Ma per entrare nel business meglio affidarsi alla banca Sono tre gli istituti italiani operativi nell’area degli Emirati Arabi Uniti. Fanno da perno tra imprese e istituzioni e sono un punto di riferimento strategico da cui partire per affrontare il mercato locale di Elena Gramatica Con questo numero di Economy prende il via “Qui Dubai”, un appuntamento mensile dedicato alle impese che vogliono entrare nel mercato degli Emirati Arabi Uniti. Proporremo modelli, opportunità e soluzioni, dando voce a d aziende e istituzioni che già operano con successo nell’area

Q

uali siano le incognite finanziarie, legli Emirati Arabi Uniti.: «Il sistema bancario in gali e commerciali da affrontare, per questo paese è molto solido», spiega. «Le banun’impresa che voglia iniziare a fare che italiane sono ben tre: accanto a Unicredit business nel mercato degli Emirati Arabi Unie Banca Intesa Sanpaolo, istituti che operano ti, solo chi già opera nel mercato lo può sapere. in modo diretto, c’è Ubi Banca, che ha un uffiE, a maggior ragione, cio di rappresentanza LUIGI LANDONI (UBI BANCA): lo può spiegare. Se poi a Dubai: si tratta di «ATTENZIONE AI MILLANTATORI. SPESSO l’operatore in questioquello, appunto, diSONO ITALIANI E METTONO IN ATTO ne fa da trait d’union TRUFFE AI DANNI DELLE NUOVE AZIENDE» retto dal sottoscritto. tra realtà istituzionali, A queste tre banche, finanziarie e imprenditoriali, ancora meglio. poi», continua il Chief rappresentative officer Un ruolo che, quando si parla di crescita all’edi Ubi Banca, «si aggiunge Sace Simest, la sostero, appartiene in particolar modo alle bancietà del gruppo Cassa depositi e prestiti che che. «Le istituzioni bancarie possono essere un fa da partner assicurativo e finanziario fròòr punto di riferimento attendibile in quanto racimprese che esportano e investono all’estero colgono l’esperienza di altri imprenditori che - e che sostiene circa 20mila piccole e medie operano nello stesso settore in questo merimprese italiane, ndr - che con le banche italiacato e possono consigliare al meglio su come ne opera in stretta sinergia per operazioni con agire per portare avanti nel migliore dei modi le grandi imprese italiane e locali». Ma, istituti il proprio business», conferma Luigi Landoni italiani a parte, sottolinea Landoni, «anche le (nella foto), Chief representative officer di Ubi banche locali sono molto affidabili, offrono Banca. Landoni ha una grande carriera alla ottimi prodotti a livello globale e godono di spalle nel banking, prima in Intesa Sanpaolo solidità e di un buon rating». e poi in Ubi Banca. Lavora a Dubai già da 11 Ciò non toglie che possa comunque esseranni e conosce bene la realtà locale. A partire ci una certa, per così dire, perplessità nel da come è strutturato il sistema bancario nerapportarsi con istituti esteri. «Le aziende italiane devono ricorrere in prima istanza ELENA GRAMATICA alle banche italiane», conferma Landoni, «in MANAGING DIRECTOR TWISTER COMMUNICATIONS quanto le banche locali non finanziano impreMIDDLE EAST se che siano nel paese da meno di tre anni. O meglio: possono finanziarle, ma con garanzie, tassi elevati e importi limitati. Conviene quin-

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di partire con una banca italiana di supporto. Le banche locali sono però fondamentali per tutta l’operatività». In ogni caso, aggiunge il manager, le banche italiane che sono presenti a Dubai possono eventualmente consigliare a quale banca locale possono fare affidamento: «Le banche italiane a Dubai possono certamente consigliare con quali istituti operare, anche se non ci sono delle partnership in atto e molte volte la scelta della banca dovrebbe essere soggettiva: vicinanza della filiale, sintonia con lo staff, sistema di online banking più o meno evoluto. La banca italiana serve comunque da supporto e consulenza a 360 gradi in quanto può fornire dati di mercato, informazioni sui partner locali, suggerire a quali distributori affidarsi e consigliare società di consulenza che aiutano a fare i set up delle società o studi legali o di marketing e comunicazione». Attenzione agli imprevisti: «Negli Emirati, essendoci grandi interessi economici, ci sono molti millantatori, spesso italiani, che mettono in atto truffe a dispetto di molte nuove aziende, le banche e istituzioni possono dare utili consigli a questo riguardo». Dìaltra parte, la torta è decisamente allettante: «Expo 2020 sarà davvero l’appuntamento più importante nei prossimi anni», conclude Landoni. «Gli appalti si stanno quasi chiudendo, ma presto inizieranno i subappalti da parte delle aziende che si sono aggiudicate i vari progetti. Per accedere al database delle aziende vincitrici e proporsi come fornitore è indispensabile iscriversi al sito ufficiale di Expo 2020: https://www.expo2020dubai.com».


FORMATO ESPORTAZIONE

Il caffè risveglia l’interesse degli Emirati Arabi È uno dei mercati a più rapida crescita al mondo in termini di consumo giornaliero. Per questo il Gruppo Cimbali ha deciso di aprire una sede di rappresentanza a Dubai, al 27° piano della Jumeirah Lake Tower di Marco Scotti

G

li Emirati sono uno dei mercati a più del 7% rispetto all’anno precedente. L’80% rapida crescita a livello mondiale in dei ricavi provengono all’estero. Complessi« termini di consumo di caffè. A Dubai, vamente vengono impiegati circa 700 addetinoltre, sono presenti tutti i principali player ti, nei tre stabilimenti produttivi italiani e in internazionali del mondo delle catene, il segquello americano a Seattle dove vengono promento di mercato più importante per quanto dotte le macchine a marchio Slayer. Nel 2012 il riguarda il business delle macchine superauGruppo Cimbali ha fondato il Mumac – Museo tomatiche». Franco Panno, amministratore della Macchina per Caffè, la prima esposizione delegato di Gruppo Cimbali, commenta con permanente dedicata alla storia e alla cultura Economy le motivadelle macchine per il A DUBAI SONO PRESENTI I PRINCIPALI zioni che hanno spinto caffè espresso. PLAYER INTERNAZIONALI DEL SETTORE l’azienda ad espan«A Dubai – prosegue E CIMBALI HA IL 30% DEL MERCATO dersi a Dubai, inauPanno - coesistono il DELLE MACCHINE PROFESSIONALI gurando un nuovo bar tradizionale, il loufficio di rappresentanza con uno showroom cale all’avanguardia e la scena dell’offerta ale un training center con le ultime novità dei berghiera e della relativa ristorazione, è vivabrand LaCimbali e Faema. Gli Emirati, infatti, ce, sempre attuale e spesso all’avanguardia. Il rappresentano uno dei mercati a più rapida pubblico è sia locale e soprattutto, internaziocrescita al mondo in termini di consumo di nale, in visita da tutto il mondo, per un viagcaffè. Dal 2012 al 2016 il numero giornaliero gio d’affari o per turismo. Dubai sarà inoltre di tazzine è passato da 1,4 a 3,4 miliardi. «L’ala sede di Expo 2020, e questo evento, come pertura del nuovo ufficio di rappresentanza di spesso accade, movimenta persone, apre proDubai – spiega Panno – si inserisce nel nostro getti e opportunità che gettano le basi per il percorso di crescita internazionale che, per quanto riguarda l’area asiatica, ha visto negli ultimi anni l’inaugurazione della nuova filiale commerciale di Shangai e l’apertura del nuovo ufficio di rappresentanza di Singapore. Dubai rappresenta un passo importante del nostro percorso di crescita nel Middle East, un mercato dove oggi siamo già leader nel segmento delle macchine professionali tradizionali con un market share del 30%». Il Gruppo Cimbali è leader mondiale nella progettazione e produzione di macchine professionali per caffè. Nel 2017 ha fatturato 180 milioni, in crescita

FRANCO PANNO, AD GRUPPO CIMBALI

medio e il lungo periodo». L’inaugurazione del nuovo ufficio è avvenuta in concomitanza con Gulfood, il più significativo appuntamento sul Food & Beverage negli Emirati Arabi Uniti a cui il Gruppo sta partecipando con un progetto dedicato alla cultura del caffè e all’arte della sua estrazione e degustazione. Il nuovo ufficio, al 27° piano della Jumeirah Lake Tower, ospita uno showroom e un training center per attività di formazione tecnica e sensoriale dove sono esposti i modelli di punta dei brand La Cimbali e Faema. «Questa apertura – conclude l’amministratore delegato di Cimbali - ci consente di essere più vicini ai nostri clienti fornendo loro supporto e formazione. Inoltre, ci apre la possibilità di presidiare direttamente non solamente Dubai, ma tutti gli Emirati Arabi Uniti e, in generale, il mercato mediorientale, in crescita in tutti i segmenti del canale Ho.Re.Ca (acronimo di Hotellerie, Restaurant e Café, ndr) e, in particolare, nelle catene, nell’hotellerie e nei sempre più numerosi specialty coffee shop».

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GESTIRE L’IMPRESA

BOOM DI FUSIONI E ACQUISIZIONI LE PMI FANNO L’ASSO PIGLIATUTTO Secondo KPMG il 2018 ha battuto ogni record nell’M&A, con 882 operazioni per 91,4 miliardi di euro. E il 2019 rischia di fare il bis. Perché ormai le aziende puntano a crescere per linee esterne

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di Marina Marinetti

CATTOLICA ASSICURAZIONI L’INVESTIMENTO SUL CAPITALE UMANO RIPAGA NELL’IMMEDIATO

46 FATTURA ELETTRONICA UN AVVIO SENZA INCIAMPI, MA UNA PARTITA IVA SU DUE È FERMA AL PALO

50 GRANDE DISTRIBUZIONE L’APERTURA DOMENICALE RICHIEDE UN COMPROMESSO

52 LOGISTICA GEFCO, IL PARTNER STORICO DEL SETTORE AUTOMOTIVE

54 MEDIAZIONE I PROFESSIONISTI DELLA CONCILIAZIONE SI SONO MESSI IN NETWORK

C

i sono almeno tre buone ragioni mercato M&A in Italia. per crescere per linee esterne. La Neanche nel 2007, quando tutto andava prima è che le dimensioni conta(più o meno) a gonfie vele, prima che lo no, eccome. La seconda è che con una sola tsunami Lehman Brothers travolgesse l’ecocarta si fa scopa, portandosi a casa brand, nomia mondiale, si vedevano cifre simili: il posizionamento, clienti, quote di mercato, rapporto Kpmg Corporate Finance ha cenma anche brevetti e sito in tutto 882 opeMAI COSÌ TANTO FERMENTO DAL 2000 competenze. La terza razioni (+8% rispetto IN POI. E SE LA FUSIONE TRA LUXOTTICA è che la razionalizzaalle 817 del 2017) ED ESSILOR HA INCISO PARECCHIO, zione delle strutture per un controvalore SONO LE PMI A “FARE NUMERO” incide direttamente complessivo pari a sulla redditività. Se poi mettiamo sul piatcirca 91,4 miliardi di euro. Il doppio rispetto anche l’eventuale bonus finanziario deto ai 46 miliardi del 2017. E se è vero che su rivante dall’acquisizione di una società in questa cifra hanno inciso, e non poco (per il perdita o, banalmente, l’eliminazione di un 46% del mercato), la fusione tra Luxottica competitor, possiamo ben capire perché il ed Essilor (una delle operazioni più impor2018, ancorché horribilis sotto molteplici tanti del mercato M&A italiano di sempre, aspetti, è stato invece l’anno mirabilis del con un controvalore di 25 miliardi di euro) e

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GESTIRE L’IMPRESA

l’acquisizione del concessionario autostradale spagnolo Abertis da parte di un veicolo costituito da Atlantia, ACS ed Hochtief (16,5 miliardi di euro di controvalore), resta il record assoluto del numero di operazioni che, escluse le due appena citate, sono state in tutto 880. «È il dato più alto di sempre dal 2000 in poi», commenta a Economy Max Fiani, partner Kpmg e curatore del rapporto M&A: «Questo significa che il mercato è stato molto attivo non solo sui megadeal, quelli sopra al miliardo di euro, che comunque sono stati 16, quindi parecchi. È un mercato in forte crescita, che anche in termini di controvalore si è caratterizzato per un’attività molto interessante». Eppure l’incertezza, nel secondo semestre, ha pesato: i 30,5 miliardi di euro di controvalore del primo semestre sono stati seguiti da un significativo rallentamento nella seconda parte dell’anno con operazioni per “appena” 16 miliardi di euro. «Hanno influito sia il quadro internazionale, con la guerra dei dazi e la Brexit ad esempio, e in generale con macrotrend che hanno creato volatilità e incertezza, che il rallentamento dell’economica italiana, sull’onda delle previsioni di crescita costantemente al ribasso».

MAX FIANI, PARTNER KPMG CORPORATE FINANCE

IL TREND È DI AUMENTARE LA PROPRIA SCALA DIMENSIONALE MIRANDO ALLA COMPLEMENTARIETÀ

Alla conquista del territorio

euro contro i 15 del 2017), la loro osservaNonostante l’incertezza, il record c’è è si zione permette di capire i trend principali vede. La parte del leone l’hanno fatta le su cui si muove l’industria italiana. «Sono operazioni domestiparticolarmente atSONO PARTICOLARMENTE ATTIVE che: nel 2018 sono tive le multiutilities, LE MULTIUTILITIES, CHE COMPIONO state 438. E se, come operatori specializOPERAZIONI DI CONSOLIDAMENTO NEI LORO MERCATI DI RIFERIMENTO da tradizione conzati che stanno comsolidata, sono state piendo operazioni caratterizzate da dimensioni unitarie meterritoriali di consolidamento nei mercati di die “modeste” (il controvalore complessivo loro competenza», spiega Max Fiani. Cita l’eè infatti attestato intorno ai 16 miliardi di sempio di A2A, Iren, Hera «che si sono spartite, detto in senso buono, ovviamente, il territorio». E poi Italgas: «Ha fatto una campagna importante nel Sud Italia, acquisendo diversi piccoli distributori di gas». Ma anche Snam ha consolidato la propria posizione finalizzando numerose acquisizioni, mentre la genovese Erg ha ceduto ad Api la sua joint-venture Total-Erg per 340 milioni di euro (prezzo riferito al 100%) ed acquisito la società di gestione di impianti fotovoltaici Forvei per 334 milioni di euro.

Il trend della bancassurance

E poi c’è la deriva della bancassurance: «Le prime tre operazioni, da un punto di vista dimensionale, del mercato domestico sono collegate al mondo dei financial services, seguendo un trend che ormai va avanti da diversi anni con la costituzione di società di

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bancassurance tra player bancari e assicurativi». Tra le principali operazioni, si segnalano l’acquisizione del 63,4% di Arca Vita da parte del gruppo Unipol per 475 milioni di euro, l’acquisizione del 65% di Avipop Assicurazioni e Popolare Vita da parte di Cattolica Assicurazioni per complessivi 850 milioni di euro ed il processo di riorganizzazione del gruppo Generali tramite la cessione di diverse società all’estero. Ma questa, c’è da dire, è anche l’unica nota positiva, perché il controvalore complessivo del comparto Financial services si è fermato a 8,4 miliardi di euro (era stato quasi il doppio nel 2017).

Consolidare e diversificare Acquisire per crescere: «Il trend del 2018, che proseguirà nel 2019, è quello di cercare di aumentare la propria scala dimensionale, IL TREND DELLA BANCASSURANCE HA UN RUOLO DA PROTAGONISTA NELLE OPERAZIONI DEL MERCATO DOMESTICO DEI SERVIZI FINANZIARI

grazie alle sinergie sia di ricavi che di costi, con acquisizioni mirate alla complementarietà». Fiani cita ad esempio la Ima di Ozzano dell’Emilia, leader nel packaging, che ha acquisito il 70% della Ciemme di Albavilla

La top ten delle operazioni in pipeline per il 2019

(Como), che produce e commercializza macchine automatiche per il fine linea. «Ma non solo: nel 2018 abbiamo visto diverse aziende leader nel loro settore, magari anche a livello globale, intraprendere una campagna di acuisizioni importante, a volte anche sull’estero, mirata a continuare un percorso di consolidamento o di diversificazione sul mercato domestico. Un’altra operazione degna di nota, anche sotto il profilo del valore, è quella di Alpitur, in seguito al riassetto che ha visto Tamburi diventare l’azionista maggioritario, con l’acquisizione di Eden Viaggi per circa 100 milioni di euro». Sul fronte della diversi-

NAZ B

%

EURO MLD

Giappone/USA UK Germania USA Bermuda Italia UK

100% 48,2% 89,9% 100% 100% 66% 100%

6,2 2,8 1,9 1,8 0,54 0,54 0,41

EcoRodovias Infraestrutura e Logistica S.A.

Italia

100%

0,15

Megha Engineering & infrastructures Ltd. Capital For Progress 2 S.p.A.

India Italia

100% 100%

0,14 0,12

N.

TARGET

BIDDER

1 2 3 4 5 6 7

Magneti Marelli S.p.A. Recordati S.p.A. Generali Leben Gianni Versace S.p.A. Generali Belgium S.A. DESFA Generali Worldwide Insurance Company Limited (Guernsey) Concessionaria de Rodovias Minas Gerais Golas S.A. Drillmec S.p.A./Petreven S.p.A. ABK Group Industrie Ceramiche S.p.A.

CK Holdings Co. Ltd. (KKR) CVC Capital Partners Viridium Group GmbH&Co. KG Michael Kors Holdings Limited Athora Holding Ltd. Consorzio (Snam 60%, Enagàs 20%, Fluxys 20%) Utmost Wealth Solutions

8 9 10

Le principali acquisizioni Italia su Italia nel 2018 N.

TARGET

BIDDER

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

ANAS S.p.A. EI Towers S.p.A. Enel Generation Chile SA (a) Avipop Ass.ni (65%) e Popolare Vita (65%) Assicurazioni Generali S.p.A. Telecom Italia S.p.A. SPAXS S.p.A. (SPAC) Popolare Vita Assicurazioni Generali S.p.A. Arca Vita S.p.A.

Ferrovie dello Stato Italiane S.p.A. 2i Towers (F2i SGR 60% e Mediaset 40%) Enel Chile SA (a) Cattolica Assicurazioni S.p.A. SchematrentatreS.p.A. Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. Mercato IPO AIM Banco BPM S.p.A. Edizione s.r.l. UnipolSaiAssicurazioni S.p.A.

% 100% 40% 33,6% 65% 3% 4,262% 100% 50%+ 1 az 2,1% 63,4%

EURO MLN 2.863 1.611 1.406 854 745 664 600 535 500 475

FONTE: ELABORAZIONE KPMG CORPORATE FINANCE

43


GESTIRE L’IMPRESA

M&A in crescita 829

543

495

197

340

329

279

817

882

583

MA GLI STRANIERI FRENANO

381

56

34

20

28

26

31

50

56

58

46

91

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

2018

Controvalore (e mld)

N. operazioni

2008

2016

FONTE: ELABORAZIONE KPMG CORPORATE FINANCE

ficazione, Fiani fa l’esempio di Quaestio Cerved Credit Management, società costituita ad hoc da Cerved e Quaestio sgr, che hanno acquisito la piattaforma di recupero crediti in sofferenza Juliet da Banca Monte dei Paschi di Siena «hanno speso 52 milioni di euro», dice «per entrare in un nuovo business».

Shopping all’estero

Tra i record del 2018 c’è anche quello delle acquisizioni all’estero: le operazioni sono state 166 (contro le 159 del 2017), costate in tutto 57 miliardi di euro. Nel 2017 ci era fermati a soli 9 miliardi. Ricordiamo l’acquisizione del business dolciario statunitense di Nestlé da parte di Ferrero e quella dell’americana General Cable Corp. da parte del produttore di cavi e fibre ottiche Prysmian

OPERAZIONI CROSSBOARD

Direzione

(controvalori rispettivamente pari a 2,3 e 1,3 miliardi di euro). «Ci sono state diverse operazioni degne di nota», commenta Max Fiani. «Man mano che crescono volatilità e incertezza, più gli operatori si clusterizzano verso quelli che chiamiamo “serial acquirors”, che negli ultimi vent’anni hanno condotto in maniera sistematica operazioni di M&A. Per esempio Fila, che l’anno scorso ha speso 215 milioni di euro negli Usa attraverso la controllata, utilizzando la leva dell’M&A per diversificare, internazionalizzare e ampliare la propria gamma prodotti e servizi. Un altro esempio è Campari, con una storia di acquisizioni consolidata, che nel 2018 ha consolidato nella controllata Grand Marnier l’aquisizione per 53 milioni di euro della francesce Bisquit».

2016

2017

2018

#Operazioni €mld

#Operazioni €mld

#Operazioni €mld

E/I

261

20

266

23

276

18,4

I/E

165

12

159

9

166

57,0

I/I

403

26

392

15

440

16,0

Totale

829

58

817

46

882

91,4

44

Nel grafico, l’andamento delle operazioni di fusione e acquisizione in Italia a partire dal 2008

L’unica “retromarcia”, se così si può dire, è quella degli investimenti esteri nel nostro Paese: 18,4 miliardi nel 2018 contro i 23 dell’anno precedente. Quando però le operazioni erano state 266, contro le 278 dello scorso anno. Il che conferma, ancora una volta, che il mercato è sempre più dinamico. «Il cosiddetto crossboarder in è il driver principale del nostro mercato da tantissimi anni. Anche da un punto di vista dell’impatto delle operazioni fa un po’ da padrone», commenta Fiani. «L’operazione più importante, per un controvalore di 2,7 miliardi di euro, è stata quella condotta da Richemont, che si è portata al 100% in Yoox, in cui era entrata lo scorso anno. Ha fatto scalpore perché segue un trend molto significativo: quello delle cessioni nel mondo del fashion». Che non è l’unico fiore all’occhiello del made in Italy: si conferma anche l’eccellenza italiana nel settore del gaming, in cui la britannica Playtech si è aggiudicata Snaitech, nata nel 2017 dalla fusione tra Snai e Cogetech, per 413 milioni di euro. Interessante anche l’apprezzamento verso il know-how nei materiali della bergamasca Mesgo da parte del gruppo svedese Hexpol, che ne ha rilevato l’80% per un controvalore pari a 168 milioni di euro. E in pipeline per il 2019 ci sono già operazioni per almeno 15 miliardi di euro: c’è la cessione di Magneti Marelli da parte del gruppo Fca a un soggetto industriale giapponese partecipato dal fondo americano Kkr (6,2 miliardi di euro di controvalore), l’acquisizione di Gianni Versace da parte della statunitense Michael Kors per 1,8 miliardi di euro ed il completamento della cessione di asset all’estero da parte di Generali.


Investire sul capitale umano fa impennare la performance Il Gruppo Cattolica Assicurazioni ha chiuso il 2018 con il miglior risultato dell’ultimo decennio. Merito di un piano industriale che mette al centro la condivisione dei valori, il rispetto e la gender equality

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e il Gruppo Cattolica Assicurazioni dibilità, rispetto, equità, orgoglio e coesione. ha chiuso il 2018 con il miglior risulAbbiamo voluto saggiare il livello fiducia nei tato dell’ultimo decennio, segnando confronti del management, l’orgoglio di apun +42,2% sul risultato operativo (292 miliopartenere al Gruppo, il buon rapporto col proni di euro, 107 milioni l’utile operativo post prio lavoro e coi colleghi. E poi abbiamo reso tax), il motivo (o meglio, la strategia) si può pubblici i risultati, che non erano straordinari, riassumere in una parola: coesione. Che signiper capire i margini di intervento. E abbiamo fica valori condivisi, rispetto per il tempo alagito secondo un pensiero che secondo noi trui e gender equality. Perché un’azienda che ci differenzia dalle altre aziende». Quale? aiuta e valorizza le donne raggiunge risultati «Le persone soddisfatte producono risultati migliori. Se proprio vogliamo parlare di quote soddisfacenti». Le azioni intraprese spaziano (rosa), il 41% della popolazione aziendale del dallo smart work “spinto”, perché si lavora Gruppo Cattolica è di genere femminile, così da casa per ben due giorni alla settimana – come più o meno il «Abbiamo insegnato IL RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE 40% delle nuove asai capi a lavorare a diE RISORSE, SAMUELE MARCONCINI: sunzioni e il 33% del stanza con dei modelli «IN UN ANNO ABBIAMO RECUPERATO consiglio di amminidi collaborazione evoPIÙ DEL 15% DI PRODUTTIVITÀ» strazione. Ma il punto luta: collaborare signinon sono i numeri, quanto il nuovo passo infica arrivare in ufficio e, se un collaboratore, trapreso dall’amministratore delegato Albernon c’è non pensare che è un fannullone e che to Minali con il piano industriale 2018-2020 è a casa a divertirsi, ma che è a casa a lavorare. incentrato sulla consapevolezza dell’imporÈ un cambio radicale di pensiero», sottolinea tanza del capitale umano. «A giugno 2017 abMarconcini – agli interventi su welfare e conbiamo fatto una cosa che poche aziende fanno gedi parentali, dal master Maam, che trasforseriamente: ci siamo guardati dentro», spiega ma le esperienze genitoriali in competenze il responsabile organizzazione e risorse del da utilizzare in ambiente lavorativo, al “Job Gruppo Cattolica Assicurazioni, Samuele MarMarket”, un sistema di selezione trasparente concini. «Con la collaborazione di Great Place interna in cui i dipendenti possono cogliere To Work, società specializzata nel settore, abnuove possibilità e l’azienda può velocizzare biamo costruito un questionario al quale sono i processi di mobilità interna, dall’introduziostati invitati a partecipare tutti i dipendenti. ne di un sistema premiante con lo scopo di Abbiamo analizzato cinque dimensioni: crericonoscere il merito anche nel rispetto della

SAMUELE MARCONCINI

parità di genere all’intervento sul work-life balance che blocca le email dalle 20 alle 7. «Paradossalmente, un sacco di persone volevano avere la possibilità scrivere la sera, ma si deve creare bilanciamento tra vita personale e professionale. Questo intervento ha aumentato il senso del rispetto per gli altri: noi rispettiamo le agende altrui e c’è un tema di time discipline anche per le riunioni: iniziano e finiscono nei tempi prefissati. Ma per noi rispetto significa anche il patto sociale in cui dichiariamo pubblicamente che non sfruttiamo il lavoro e che chi entra qua dentro entra con un processo regolare e soprattutto sa che se funziona verrà assunto a tempo indeterminato. E poi nel Gruppo Cattolica Assicurazioni organizziamo percorsi di retraining per garantire stabilità anche ai colleghi che fanno lavori che stanno diventando obsoleti». Così, il primo anno del nuovo piano industriale si è chiuso con risultati al di sopra di ogni aspettativa: «Abbiamo recuperato più del 15% di produttività», continua Marconcini. «Non vorrei prendermi troppo sul serio, ma a questi risultati ha contribuito fortemente il lavoro armonico coi colleghi, che hanno abbracciato i nostri valori aziendali, valori profondi come integrità, meritocrazia, equità, coraggio di fare, di imparare e persino di sbagliare. Col Gruppo Cattolica Assicurazioni portiamo avanti valori etici profondi. E abbiamo dimostrato al mercato che questa politica rende».

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FATTURA ELETTRONICA, LA SCOMMESSA SEMBRA VINTA I primi dati dell’Agenzia delle Entrate sembrano evidenziare un avvio senza inciampi per il nuovo strumento. Grazie anche ad applicativi user friendly, come quello di Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia di Riccardo Venturi

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primi dati ufficiali della fatturazione elettronica rilasciati dall’Agenzia delle Entrate parlano di 228 milioni di fatture elettroniche inviate da oltre 2,3 milioni di operatori al 18 di febbraio. Sono dati che i più hanno interpretato in senso positivo, come segno dell’adesione da parte degli operatori al nuovo strumento senza troppi inciampi, né burocratici, né per quanto riguarda le soluzioni informatiche e organizzative adottate. E infatti i numeri che rendono legittimamente soddisfatto Pierfrancesco Angeleri, managing director di Wolters Kluwer Tax & Accounting Ita-

lia, non sono quelli diffusi dall’AdE: «Oltre 320mila attivazioni del nostro tool di fatturazione elettronica Fattura Smart sono un traguardo invidiabile. La scommessa della fatturazione elettronica non è stata solo GLI UTENTI DELLA “FATTURA SMART” SONO GIÀ 320 MILA. PER IL MANAGING DIRECTOR PIERFRANCESCO ANGELERI SI TRATTA DI UN «TRAGUARDO INVIDIABILE»

una scommessa sulla digitalizzazione diffusa, ma anche un banco di prova per noi in quanto vendor». Quale che sia lo stato dell’arte della brusca introduzione delle fat-

ture elettroniche, insomma, Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia ha solidi motivi di compiacimento per i risultati raggiunti e fondate ragioni di ottimismo per i prossimi mesi: «Mettere in campo un applicativo semplice, chiaro, accessibile e condiviso con il proprio commercialista è stata una sfida non da poco» sottolinea Angeleri, «non mi abbandono facilmente agli entusiasmi e non ritengo che un punto di arrivo sia un traguardo, bensì lo considero un nuovo punto di partenza. Mi limito però ad osservare che 320mila utenti della nostra Fattura Smart non possono aver preso un abbaglio. Sono

Ma un contribuente su due è ancora fermo al palo Per il presidente dell’Associazione nazionale commercialisti i conti non tornano: molte partite Iva non avrebbero ancora emesso alcuna fattura. Le difficoltà maggiori sono per piccole imprese e commercianti MARCO CUCHEL

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ono proprio i dati presentati dall’Agenzia delle Entrate come prova del buon esordio della fatturazione elettronica a far dire a Marco Cuchel, presidente dell’Anc (Associazione nazionale commercialisti), che in realtà le cose non vanno affatto bene: «I

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contribuenti che devono emettere le fatture elettroniche sono 4,3 milioni, ma per l’Agenzia al 18 febbraio ad averne inviata almeno una erano solo 2,3 milioni. Questo significa che due milioni di contribuenti dopo 50 giorni non ne avevano ancora emessa nessuna». Anche il numero

complessivo di fatture, 228 milioni, nonostante il fatto che fino al 18 febbraio fosse possibile inviare al Sdi, il sistema di interscambio, le fatture emesse nel mese precedente senza rischiare sanzioni, per Cuchel è un numero troppo basso: «Parliamo di due fatture al giorno per chi ne ha


contento perché è un mercato che ci premia e lo fa con i numeri». Con Fattura Smart, il software in cloud che Wolters Kluwer Italia ha sviluppato appositamente per la gestione end to end del processo di fatturazione elettronica, e ha inoltre integrato con le applicazioni contabili dei commercialisti a cui i soggetti fatturanti si appoggiano, l’azienda ha creato un software innovativo, capace di offrire al commercialista-consulente un

supporto fondamentale. L’obiettivo che il professionista può centrare con Fattura Smart è l’efficientamento del suo studio, insieme alla semplificazione della creazione e della consegna delle fatture da parte del suo cliente. Per quanto concerne l’applicativo di Wolters Kluwer Italia non si sono registrate difficoltà che non fossero fisiologiche rispetto al normale funzionamento di un software applicativo adottato su larga scala. «In base

ai dati che ci vengono restituiti dagli strumenti di monitoraggio, le performance di Fattura Smart sono eccellenti: i tempi di latenza medi, cioè la risposta dell’applicazione ad un comando dell’utente, sono al di sotto del mezzo secondo» evidenzia Alessia Berra, product & marketing manager di Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia, «ad ogni modo, conoscendo le criticità che potevano sorgere all’avvio dell’obbligatorietà della fatturazione elettronica B2B, ci siamo attrezzati per tempo istituendo una task force di tecnici pronti ad intervenire in tempo reale». Fattura Smart si sta insomma dimostrando stabile, rispondente e affidabile. E anche in presenza di un utilizzo della e-fattura sempre più massiccio, il trend osservato prospetta un proseguimento delle ottime performance del software.

emesse, quando ci sono aziende che ne emettono centinaia al giorno... Abbiamo chiesto all’Agenzia il numero di fatture emesso nello stesso periodo dell’anno scorso, che non è noto. Secondo me erano il doppio, ma se mi sbaglio sono ben contento. Non abbiamo ricevuto risposta». Secondo il presidente dell’Anc, insomma, la realtà è ben diversa rispetto alla vulgata ufficiale: «Le aziende non stanno fatturando perché si trovano in difficoltà. Ci sono files contenenti migliaia di fatture non ancora recapitate che sono nell’etere, perché non c’è dialogo tra sistemi privati e Pa. Molti contribuenti il 18 febbraio hanno dovuto pagare più Iva del dovuto perché, secondo la normativa, se non vedo una fattura di acquisto sul Sdi non la posso

detrarre, nemmeno se ho già ricevuto la copia di cortesia da parte del fornitore: succede spesso. Una follia, come l’ha chiamata il sottosegretario all’Economia Massimo Garavaglia: e allora perché l’hanno resa legge?». A trovarsi in seria difficoltà secondo Cuchel sono soprattutto le piccole imprese e i piccoli commercianti: «Per stessa ammissione del direttore dell’Agenzia delle Entrate, chi non faceva la fattura prima non la farà nemmeno elettronica» osserva il presidente dell’Anc «io aggiungo: chi magari la faceva cartacea, ora che gli hai creato un problema in più cercherà di non farla elettronica. Prendi un muratore o un panettiere che dopo 10 ore di lavoro deve mettersi a inserire il pin in Entratel per fare la fattura, con il rischio di

fare degli errori, allarmato dal fatto che inviata la fattura nel sistema non puoi più cambiarla. Così hai creato un meccanismo che crea difficoltà a determinate categorie del paese, non tutte: l’azienda strutturata ha del personale dedicato (che ha un costo non indifferente, ndr). E non mi si venga a dire che si può fare tutto con lo smartphone, è fantascienza». Il rischio è un calo delle entrate tributarie: «Incontro migliaia di colleghi, tante partite Iva sono state chiuse per evitare la fatturazione elettronica» afferma Cuchel, «siamo gli unici in Europa con quest’obbligo, non c’era la necessità di questa fuga in avanti. Abbiamo voluto far vedere di essere i primi della classe quando in realtà dal punto di vista della digitalizzazione siamo gli ultimi».

PIERFRANCESCO ANGELERI

IL MERCATO CI PREMIA E LO FA CON I NUMERI

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E-fattura, la digital strategy dei Giovani Commercialisti Al percorso di cambiamento che impone investimenti in formazione, hardware e software non corrisponde un vantaggio in termini di semplificazione. Ecco le soluzioni proposte dall’Ungdc di Daniele Virgillito*

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efficacia dei percorsi di cambiamento è decretata dai vantaggi che i reali protagonisti di tali processi riescono ad intravedervi.L’adozione della Fatturazione Elettronica (FE), ad oggi, ha imposto investimenti in formazione, hardware e software, senza aver generato, come era lecito attendersi, una riduzione degli adempimenti posti a carico di professionisti ed imprese. Al fine di facilitare l’introduzione della FE sarebbe stato essenzialeprevedere: incentivi, gradualità, flessibilità e totale azzeramento delle sanzioni. Gli avvertimenti provenienti dai Giovani Dottori Commercialisti sono stati, purtroppo, solo in parte e tardivamente ascoltati. È bene rammentare che l’Italia ha “audacemente” chiesto una deroga alla direttiva IVA che statuiva che la FE fosse facoltativa e, confermando la stima di un potenziale maggior gettito per circa 2mld, il governo ne ha imposto l’introduzione dal primo gennaio. Al di là però delle catastrofiche previsioni che hanno accompagnato lo start-up dell’adempimento, i dati diffusi nei giorni scorsi dall’Agenzia delle Entrate, muovono verso un certo ottimismo. I dati dell’Ade indicano che in poco più di due mesi dal lancio, il numero di fatture elettroniche inviate da 2,7 milioni di operatori sono state 350 milioni, con una percentuale di scarto del 3,85%. Dopo una partenza prevedibilmente difficoltosa, la situazione si sta, quindi, pro-

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gressivamentenormalizzando. Come ben argomentato da una recente ricerca dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, la digitalizzazione può offrire a imprenditori e giovani professionisti molteplici opportunità. L’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ha proposto, in questa prospettiva, alcuni interventi correttivi in grado di migliorare questo complesso, ma promettente percorso di cambiamento: zero sanzioni per l’intero 2019; semplificazione del meccanismo degli “scarti”; unificazione del termine di avvio I CORRETTIVI PROPOSTI VANNO DALL’AZZERAMENTO DELLE SANZIONI ALL’IPER-AMMORTAMENTO FINO AL CREDITO D’IMPOSTA

della trasmissione dei corrispettivi elettronici all’01.01.2020; eliminazione delle comunicazioni periodiche IVA; eliminazione del cosiddetto“esterometro”; introduzione dell’iper-ammortamento e di un credito d’imposta a copertura degli investimenti (sostenuti nel 2018 da imprese e professionisti) per l’implementazione della FE; riduzione di due anni dei periodi di accertamento;introduzione di agevolazioni nell’utilizzo dei crediti IVA erazionalizzazione del calendario fiscale. Sotto il profilo strategico, secondo i dati sviluppati dalla Fondazione Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, la FE viene percepita dal 60% dei pro-

fessionisti come un’opportunità (nel medio periodo) di miglioramento dell’efficienza gestionale e di ampliamento dei servizi dello studio. Se da un lato, infatti, la FE implica l’intermediazione di una mole di dati (talvolta ridondanti), d’altra consente di accedere in tempo reale ad informazioni che costituiscono una straordinaria fonte di conoscenza embedded. La creazione di valore è legata alla nostra capacità di leggere dati e trarne percorsi di sviluppo imprenditoriali sotto forma di analisi, valutazione, pianificazione e controllo. Secondo il Politecnico di Milano, pur non mancando criticità edifficoltà attuative, il vero potenziale potrà esprimersi solo quando imprese e professionisti faranno un salto culturale oltre “l’adempimento” e investiranno nella digitalizzazione di interi processi operativi. La digitalizzazione, se diventa un pianogovernato e condiviso con tutti gli stakeholder, può determinare un ambiente connesso e integrato tra imprese, professionisti e istituzioni. La digital strategy non riguarda più il nostro futuro, ma il nostro presente, è guidata dai giovani ed è già in fase di “download”.

*Presidente dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili



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GDO, IL BUON COMPROMESSO DELLA DOMENICA Dopo il rinnovo del contratto, sul tavolo della Uiltics, la federazione dei lavoratori del turismo, del commercio e dei servizi, c’è il dossier delle aperture domenicali. Intervista al segretario generale Brunetto Boco di Sergio Luciano

«DOPO LE LENZUOLATE DI BERSANI IL SETTORE AVEVA TROVATO UN SUO ASSETTO NELL’INSIEME SODDISFACENTE sul quale le liberalizzazioni drastiche del governo Monti hanno avuto un effetto disastroso. Ora però siamo caduti nell’eccesso opposto»: non le manda a dire Brunetto Boco, segretario generale della Uiltucs, la federazione dei lavoratori del turismo, del commercio e dei servizi aderente alla Uil. È reduce dalla firma di un buon contratto nazionale di categoria, che ha consentito il recupero di 85 euro in busta paga come rivalutazione del minimo salariale e una erogazione una-tantum di 900 euro, mettendo tutti d’accordo e rilanciando un buon clima di relazioni industriali per il mondo del commercio. Ha anche successivamente pilotato il rin-

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novo del contratto della cooperazione, a sua mani, con ripercussioni molto pesanti, dalle volta senza attriti e con un generale consenliberalizzazioni di Monti. Ci sono stati eccesso. Ma nell’era di cambiamenti che viviamo, si e storture. Si è voluto in troppi casi tenere gli esami, e gli stress, non finiscono mai: e sul aperto sempre, anche nelle festività più raditavolo di Boco, come degli altri capi sindacacate nella sensibilità tradizionale italiana, sia li, c’è ora lo scottante laica che religiosa; ora dossier delle aperture però il punto è che DOPO ANNI DI REGIME LIBERALIZZATO SONO CAMBIATE LE ABITUDINI domenicali, così come dopo 6-7 anni di regiriformate dal decreto AL CONSUMO DEGLI ITALIANI E ANCHE me liberalizzato, sono DELLE IMPRESE DI DISTRIBUZIONE dignità: cioè sostancambiate le abitudini zialmente abolite, tra mille polemiche. di consumo degli italiani. E anche delle impreCome la pensa il sindacato? Che fare per se di distribuzione. appianare lo scontro e non sacrificare né Cioè? i diritti dei lavoratori né le nuove abitudini Cioè le imprese si sono riorganizzate per adatdei consumatori? tarsi ai nuovi calendari liberalizzati che a loro Come dicevo, l’equilibrio creato dalle misure volta hanno determinato nuovi flussi di acquidi Bersani è stato sconvolto dall’oggi al dosto e consumo.


Il segretario generale di Uiltics Brunetto Boco

Quindi ora hanno ragione, le imprese, a lamentare che il ritorno al regime precedente comporterà la perdita di posti di lavoro? Non dico questo, anzi su questo credo che ci siano state e ci siano pesanti forzature. Il quadro delle ripercussioni delle chiusure prescritte dalla riforma Di Maio non è realistico, ho letto molti dati eccessivi. È vero però che ci vorrà tempo per riportare i consumatori alle abitudini di otto anni fa! E nel frattempo i fatturati potrebbero risentire di qualche contraccolpo. E dunque, cosa occorre fare? Visto che ormai gli italiani si erano abituati a trovare sempre i negozi aperti, stabilito che modifiche da apportare alle nuove regole. la mobilità delle opportunità di acquisto per E lei cosa propone? i consumatori va ormai garantita, per cambiaNon mi faccia parlare di proposte visto che re nuovamente regime occorre, o piuttosto non c’è neanche la decisione ufficiale di formadobbiamo direbbe che sarebbe occorsa, molta re il tavolo. Posso dirle come la pensa Brunetgradualità. to Boco, che lavora da 50 anni nel settore. E le Che non c’è stata. E quindi? dico: le tredici festività del calendario devono Quindi è chiaro che per i lavoratori il nuovo restare tutelate, è fuori discussione. Poi però regime comporta la ci vorrebbe un segnaMAGGIORAZIONI SALARIALI E RIPOSI comodità di non dole di compromesso ver lavorare, come COMPENSATIVI DIVENTANO ELEMENTI sulle domeniche, una DA RINEGOZIARE PER CONCILIARE GLI prima, sia di domeriapertura rispetto al INTERESSI DI AZIENDE E LAVORATORI nica che di festa, e nuovo regime. E su stiamo parlando di oltre 1 milione di piccoli queste basi sedersi al tavolo e negoziare per imprenditori con 1,8 milioni di dipendenti… il meglio. compresi i pubblici esercizi. Però è anche vero Per decidere cosa? che queste nuove regole un contraccolpo sui Ma chiaramente tutti gli elementi in cui può consumi lo determinano. Soprattutto per i articolarsi un accordo sindacale. Maggioracentri commerciali, dove si va in auto quando zioni salariali, riposi compensativi, tutti gli si ha tempo e tipicamente il flusso si concentra strumenti utili a conciliare gli interessi delle nella giornate del sabato e della domenica. Per aziende e quelli dei lavoratori. Definire un questo occorre a mio avviso un compromesso nuovo quadro, sperimentarlo per due anni e e una nuova sperimentazione. vedere come funziona. Sarebbe la modalità In che modo? apprezzata da tutti e secondo me le imprese Inizierei dal monitorare il fenomeno in tutte le accetterebbero. Regioni per coglierne le differenze, che sono Criticità? marcate. Raccolti i dati sull’impatto della riRipeto, le vedo soprattutto per i centri comforma, bisognerebbe aprire un confronto tra merciali, che sulle domeniche aperte vivevano le imprese e i sindacati dei lavoratori sulle più di tutte le altre tipologie distributive.

IL PROGRESSO È INARRESTABILE, MA VA REGOLATO TUTELANDO IL RUOLO DEGLI ADDETTI AL COMMERCIO Non pensa che se non si torna alla liberalizzazione imposta da Monti si finisce col fare gli interessi dell’e-commerce, come dicono i detrattori del decreto Di Maio? Sì, l’e-commerce è il fenomeno con cui fare i conti, è in crescita esponenziale. E impone al sistema una riflessione profonda. Anche noi come sindacato stiamo preparando un grande convegno scientifico-politico sul tema. Oltretutto, non c’è solo la comodità della fruizione permanente degli acquisti a privilegiare l’e-commerce, c’è anche e soprattutto una concorrenza fiscale asimmetrica, visto che la maggior parte delle aziende specializzate praticamente non paga tasse o ne paga pochissime e comunque non nel paese in cui opera! Distruggendo posti di lavoro: un’e-commerce, per sviluppare lo stesso fatturato che per esempio la Esselunga crea con 20 mila lavoratori, ne impiega se va bene mille… Mi vien da dire che bisognerebbe detassare chi dà lavoro e tassare chi ne distrugge tanto. Quindi anche lei pensa a una web-tax, come quella appena fatta dalla Francia? Io dico che il progresso tecnologico è inarrestabile, ma va regolato. L’evoluzione dei sistemi distributivi ci impone di riscrivere le regole sul lavoro dei loro addetti. Ma tutelandone il ruolo, non cancellandolo.

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OLTRE LE BISARCHE: LA LOGISTICA È PARTNERSHIP Dalla gestione delle viti in magazzino alle modifiche delle vetture nelle proprie linee produttive: il business storico di Gefco è quello dell’automotive. Ce lo racconta il general manager Fernando Reis Pinto di Franco Oppedisano «NON PRODUCIAMO VEICOLI E NON LI VENDIAMO, MA QUESTE SONO LE UNICHE COSE CHE NON FACCIAMO NEL SETTORE AUTOMOTIVE. PERCHÉ TUTTO IL RESTO SIAMO IN GRADO DI FARLO A LIVELLO MONDIALE».

Fernando Reis Pinto, 56 anni, portoghese, dal 2015 General manager di Gefco e del Gruppo Mercurio, avrà ripetuto questa frase, sorridendo, decine di volte. Lui dirige in Italia uno dei leader mondiali del settore della logistica automotive, il primo in Europa, e la frase fa sempre un certo effetto, specie quando spiega cos’è “tutto il resto”. «Quando si pensa a questo settore vengono in mente le bisarche cariche di automobili nuove che arrivano ai concessionari, ma questo è solo un pezzettino del processo. Gefco naturalmente

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è in grado di gestirlo, ma lavoriamo anche inbound, ovvero riforniamo gli stabilimenti di produzione, a volte gestendo i magazzini per conto delle case automobilistiche, a volte per conto dei fornitori. Spesso assembliamo i pezzi di diversi fornitori in strutture vicine alla fabbrica per far arrivare componenti già “elaborati” alle linee di produzione. E spesso modifichiamo nelle nostre strutture le auto già pronte per essere consegnate». Questo non ce lo saremmo mai neanche immaginato. Anche questa fase fa parte del processo logistico. Ma in cosa consiste? Un processo industriale è sempre lineare. Si

fa sempre più o meno la stessa autovettura. Anche se le esigenze dei vari mercati sono sempre più complesse. In concreto? Siamo in grado di cambiare colore all’auto, modificare specchietti, verniciare tetti, inserire optional non previsti in fabbrica e magari previsti da una campagna di marketing locale. Di certo non cambiamo i motori, ma possiamo fare molto di più di lavare e lucidare le vetture per preparale alla consegna al cliente. Spesso le allestiamo in funzione delle richieste del cliente finale. Se vuole le faccio un esempio. Prego. Qualche anno fa il Gruppo Peugeot-Citroen, Psa, ha venduto una flotta di Berlingo alle Po-


Fernando Reis Pinto, 56 anni, portoghese, dal 2015 è General manager di Gefco e di Gruppo Mercurio

ste francesi. Il classico colore giallo è uscito dalla fabbrica. Il contratto, però, prevedeva una serie di modifiche alla vettura di serie, tra le quali l’installazione un contenitore al posto del sedile accanto al guidatore e una maggiore apertura di otto gradi della porta del passeggero per aiutare l’operatore nelle operazioni di scarico e scarico della corrispondenza. Queste modifiche le ha fatte Gefco nelle sue officine. a cui si aggiungono un centinaio di fornitori Il settore automotive è il vostro business esterni e un centinaio di padroncini. storico. Un mix quasi matematico. Gefco nasce trent’anni fa ed è rimasta di proIl processo logistico è complesso, discontiprietà del gruppo Peugeot-Citroen fino al nuo e variabile. Per fornire un buon servi2012, quando è stata zio come operatore GEFCO È NATA TRENT’ANNI FA decisa la vendita del dobbiamo essere IN PEUGEOT-CITROEN E NEL 2012 IL 75% 75% alle ferrovie rusflessibili, trovando un DELLA PROPRIETÀ È STATO CEDUTO se, Rdz. Ora con Psa equilibrio tra i nostri AL GRUPPO DELLE FERROVIE RUSSE abbiamo firmato un mezzi, quelli dei tracontratto nel 2017 per occuparci di tutta la sportatori fidelizzati e quelli degli altri opecatena logistica per cinque anni. ratori esterni. E Opel, acquisita da Psa? Quanti dipendenti ha Gefco in Italia? Ci occupiamo anche di Opel, ma lo facevano Tra Gefco e Mercurio siamo più di 400, a cui già dal 2011, prima che entrasse nel Gruppo. vanno aggiunti i dipendenti della cooperativa Come ci occupiamo della logistica di molti alche gestisce i magazzini. tri marchi come Bmw, Renault, Nissan, Dacia, Tutti dedicati all’automotive? Fca… Per questo, da No. Già oggi la metà qualche anno, siamo del nostro business è l’operatore numero fuori dal settore auto, uno in Europa nella nell’industria, nel logistica automobilibeauty, nella moda stica. e nella chimica. Ma Ma quante bisarche vogliamo trovare un avete? posizionamento di Dal 2011 abbiamo mercato più ampio, acquisito il 70% del più aperto. Gruppo Mercurio, Nuovi clienti, insomuna storica azienda ma. E come fate? italiana che in Italia si Siamo partiti dal occupa solo di logistilogo. Il nostro è una ca automobilistica. La finestra che si applinostra flotta è di 142 ca a ogni settore. E lo camion di proprietà scorso anno abbiamo

PER FORNIRE UN BUON SERVIZIO DOBBIAMO ESSERE FLESSIBILI cambiato anche il claim del brand: da Global logistics for manufacturers è diventato Partners, unlimited. Bastassero un logo e un claim… È un inizio che delinea bene la nostra strategia. particolarmente azzeccato perché non vogliamo trovare clienti, ma partner per avere una relazione duratura. Vendiamo fiducia. Il nostro cliente si deve fidare di noi, non deve sceglierci per una questione di prezzo, ma deve essere convinto che noi siamo capaci di soddisfare i suoi bisogni. Risolvete i problemi… Esatto, ma non solo li risolviamo, ma cerchiamo di anticiparli cercando non solo di essere reattivi, ma anche proattivi. E funziona? Tanti cercano solo il prezzo, ma Gefco vuole avere un posizionamento di mercato diverso. Per questo sviluppiamo soluzioni innovative con start up come il track&trace perché in fondo tutti i nostri clienti vogliono sapere dov’è la loro merce. O studiamo nuovi servizi come quello di una dogana interna che potrebbe partire dal prossimo anno. Un bel cambiamento. La routine non è compatibile con un processo logistico. Ogni giorno i problemi sono sempre diversi e tutti i giorni ci dobbiamo adattare ai cambiamenti. Basta la fine delle scorte di una piccolissima vite per bloccare la produzione di un’intera fabbrica con centinaia di operai. Noi dobbiamo fare in modo che questo non avvenga mai. E ci riusciamo.

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Col network la mediazione diventa «public advocacy» Concilia Lex oggi è uno dei più importanti organismi a livello nazionale ed è riconosciuto come opinion leader del settore. Ma per arrivare a questi livelli ci sono voluti anni, una strategia di marketing e percorsi di coaching dalla redazione

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n’idea diversa di giustizia. Con questa visione, nel 2010, siamo stati tra i primi a credere nel nascente istituto della mediazione civile e commerciale, che permetteva a migliaia di cittadini di risolvere le proprie controversie giudiziarie senza aspettare i tempi dei tribunali». Racconta così Elisa Di Martino la nascita di Concilia Lex, oggi uno dei più importanti organismi a livello naziona-

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Il brand, la lobby e quell’idea di giustizia Il percorso di Concilia Lex è iniziato nel 2010. E tramite azioni di formazione e networking ha portato il gruppo a conquistare un posizionamento strategico di Antonio Vitolo – CEO Gruppo Stratego

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l contesto dei servizi legali in Italia e, in particolare in alcune regioni, è assai competitivo. La Campania è la regione con il maggior numero di avvocati iscritti all’albo ed è proprio in Campania che nasce Concilia Lex dalla

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ELISA DI MARTINO

le. «La nostra sfida imprenditoriale è partita da Nocera Inferiore, città del salernitano che si caratterizza per la presenza di un gran numero di avvocati che afferiscono al tribunale locale». Cinquanta sedi distribuite sull’intero territorio nazionale, costanti investimenti della proprietà in innovazione e digitalizzazione dei processi e dei servizi, con una strategia di marketing e comunicazione orientata all’utilizzo dei nuo-

vi strumenti digitali: è questa la ricetta che ha portato Concilia Lex ad affermarsi in Italia come caso di successo tra gli organismi di mediazione. «Abbiamo capito fin da subito che ci serviva una strategia di marketing e comunicazione chiara – prosegue la dottoressa Di Martino Siamo partiti perciò dalla realizzazione di un marchio forte e riconoscibile, quasi iconico,

volontà di differenziare il business di uno studio legale. Concilia Lex ha seguito una strategia di marketing e comunicazione ben precisa individuando un brand forte e dedicando risorse alla segreteria nazionale che coordina il lavoro delle altre sedi (oggi 50 sull’intero territorio nazionale) selezionando i mediatori, fornendo materiale e formazione oltre che attività di marketing e comunicazione. Con un uso sapiente dei social media e attraverso l’organizzazione di eventi Concilia Lex ha saputo svolgere un ruolo positivo di lobby. Nel corso del 2018 Concilia Lex si è fatta parte attiva della discussione a livello nazionale sul futuro della mediazione civile e commerciale. Quelle che potevano essere pure e semplici azioni di formazione, marketing e networking sono divenute - per scelte strategiche e di posizionamento ben guidate– un’attività di public advocacy. Nel corso

del 2018 infatti è stato lanciato il primo roadshow nazionale sulla mediazione civile e commerciale che vedrà altre tappe nel secondo trimestre 2019; nell’ottobre dello scorso anno Concilia Lex è stato l’ideatore e il motore della III Giornata Nazionale della Mediazione che si è svolta a Roma alla presenza di magistrati in prima linea sul tema, docenti universitari, avvocati e rappresentatnti della politica. I risultati non si sono fatti attendere: dall’attenzione dei media on line e off line all’iniziativa fino all’impegno della politica ad occuparsi dei temi cari ai mediatori. Infatti già a novembre Concilia Lex raccoglieva i risultati del convegno romano con un appuntamento a Napoli che ha messo magistratura e politica a confronto attraverso un dibattito aperto sul futuro dell’istituto. L’impegno di Concilia Lex si rinnoverà infatti con la quarta giornata nazionale, nell’autunno 2019. Dopo le tappe di


con la bilancia della giustizia a rappresentare la nostra attività. Da lì abbiamo declinato la corporate identity, ancora attuale nonostante siano passati quasi dieci anni. Nel tempo abbiamo colto le grandi opportunità offerte dai canali social come Facebook, Linkedin, YouTube e Instagram per raggiungere il nostro target di riferimento e far conoscere lo strumento della mediazione ed i suoi vantaggi ad un pubblico sempre più ampio». Nuovi strumenti, ma soprattutto valore alle persone: «Abbiamo costituito una segreteria nazionale composta da uno staff di risorse competenti e costantemente aggiornate, in grado di coordinare il lavoro delle sedi, garantendo sempre il massimo supporto ai mediatori e proponendo coaching e training innovativi». Il mestiere del mediatore non è semplice. Oltre alle competenze tecniche, serve empatia per valutare con attenzione ogni singolo caso e modulare il proprio approccio. «Siamo esigenti

Napoli, Firenze e Roma, questa volta toccherà a Salerno, sulla scia della continuità degli appuntamenti ma con un persistente sguardo al futuro. Dal punto di vista del marketing il successo di Conclia Lex si spiega con l’approccio complessivo che non ha lasciato indietro nulla: dalla scelta del logo (moderno e iconico) al sito web (intuitivo, semplice, veloce), alla connessione dei social media utilizzati in maniera coordinata e con un piano editoriale preciso (LinkedIn, Facebook, Instagram). Proprio sui social media è stata posta in essere una strategia di razionalizzazione delle pagine e dei profili ricondotti a comune denominatore ed utilizzati come uno strumento di visibilità ma anche per targettizzare in maniera precisa utenti, follower e lettori accrescendo anche l’interazione con gli stessi. L’organizzazione degli eventi è andata di pari passo con le attività di un ufficio stampa competente e

con i nostri mediatori, perché vogliamo mantenere standard di qualità molto elevati e per questo il lavoro di coordinamento della segreteria nazionale è cruciale». Ma la mediazione non ha sempre avuto vita facile ed ha incontrato, nel suo percorso, numerose resistenze: «Per questo motivo ci siamo fatti promotori di eventi che sono diventati tavoli di discussione per far progredire il lavoro dei mediatori, aumentarne la visibilità e far capire i benefici che porta all’intera società civile. Da semplici eventi sono diventati un’attività di public advocacy, che ci ha permesso di presentare le istanze della comunità dei mediatori ai rappresentanti del Governo». Nel 2018 il Pri-

mo roadshow nazionale sulla mediazione civile e commerciale, con tappe programmate per tutto il 2019, e la Giornata nazionale della Mediazione civile e commerciale, che ad ottobre, a Salerno, giungerà alla quarta edizione dopo il successo dell’appuntamento di Roma. «La stampa ci ha individuati tra gli opinion leader sul tema della mediazione. I risultati ci dicono che stiamo andando nella giusta direzione: il numero di mediazioni avviate nel 2018 è cresciuto del 30% rispetto all’anno precedente. L’obiettivo è ampliare il nostro network con l’apertura di nuove sedi e tenere vivo a livello nazionale il dibattito sulla mediazione civile e commerciale».

dedicato che prima, durante e dopo gli eventi, ha sempre valorizzato i contenuti portando così alla copertura sulle maggiori testate regionali* ma anche su quelle nazionali e di settore. Sempre a cura dell’ufficio stampa le interviste video ai relatori dei diversi eventi che in pillole hanno riassunto i contenuti principali emersi nel dibattito. I video, professionalmente girati e montati, postati sui canali social e sul sito di Conclia Lex costituiscono un fil rouge con coloro che hanno partecipato agli incontri ma anche con coloro che non hanno avuto la possibilità di partecipare. Le video interviste e i contenuti social contribuiscono a consolidare e far crescere il networking di Concilia Lex, attività fondamentale per la

scelta di business fatta e perseguita negli anni. Non ultima, le attività di formazione proposte da Concilia Lex ai suoi mediatori sono studiate con attenzione e vengono proposte con lo scopo di avere un network di mediatori che offrano servizi innovativi e con un livello di qualità con standard molto elevati. Le attività di marketing e comunicazione di Concilia Lex oltre ad avere effetti sul modello di business (crescita del 30% nel numero di mediazioni avviate nel 2018) hanno svolto anche un ruolo di lobby positiva mettendo in luce, nei vari appuntamenti annuali e nella stampa, come anche la giustizia civile può essere più efficace ed efficiente attraverso lo strumento della mediazione.

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GESTIRE L'IMPRESA

QUELLE PROFESSIONI "TRADIZIONALI" ORMAI A RISCHIO Il rapporto "Intelligenza artificiale, innovazione, lavoro" sentenzia: l'Italia pagherà il prezzo più alto per la trasformazione tecnologica. Ma la salvezza c'è: manager capaci che traghettino le imprese verso il futuro di Marco Scotti

C'

è una classifica sul mercato del lavoro in cui l’Italia è al primo posto, ma non c’è poi molto di cui andare fieri: è la classifica che censisce i Paesi che subiranno il maggior calo nel numero di occupati nei prossimi anni a causa di robot e intelligenza artificiale. È il risultato più eclatante del rapporto rapporto “Intelligenza artificiale, innovazione, lavoro”, curato da Federmanager Academy, in collaborazione con MIT technology review, su un campione di 512 dirigenti provenienti da diversi settori industriali. Seguono il nostro paese Regno Unito, Francia e Germania. Chi invece beneficerà più di tutti del salto tecnologico è l’India, seguita da Cina e Stati Uniti. Ai manager iscritti a Federmanager è stato chiesto anche di indicare i settori produttivi che saranno più coinvolti dalla trasformazione tecnologica: nei prossimi 10-12 anni i manager d’azienda prevedono una ridu-

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zione di posti di lavoro nel settore bancario, nell’automotive e nel manifatturiero tradizionale. Aumenteranno, invece, gli occupati nel settore ICT, in quello della consulenza e in quello ambientale. «Abbiamo avviato questa indagine - è la sua seconda edizione - perché siamo convinMENTRE IL 96% DEGLI INTERVISTATI CONOSCE INDUSTRIA 4.0, L'83% NON HA IDEA DI CHE COSA SIA UN "ARCHITETTO DI SISTEMA", IL MAGO DEGLI ALGORITMI

ti che per erogare formazione mirata e di qualità bisogna conoscere in modo approfondito chi abbiamo davanti. I nostri manager – ci spiega Federico Mioni, direttore Federmanager Academy – dimostrano di avere una conoscenza dei fenomeni digitali più completa che in passato, ma ancora forse superficiale. Lo abbiamo visto quando il 95% ha dichiarato di conoscere l’AI, ma solo

il 60% di conoscere esperienze di Machine Learning, che è una delle principali espressioni di AI». Gli altri risultati che emergono: il 65% del campione è favorevole a cobot o a robot che programmano altri robot, ma la maggioranza (53%) non pone lo sviluppo della driverless car e di altre declinazioni della AI fra le priorità per il nostro Paese. Quanto a Industria 4.0, che per la quasi totalità (96%) è una conoscenza necessaria, l’83% non ha contezza della funzione degli “architetti di sistema”, ovvero coloro che devono decidere gli algoritmi da porre alla base della progettazione/implementazione dei processi o dei prodotti. «Abbiamo posto l’accento – prosegue Mioni – sulla e-leadership, perché è un tema su cui la nostra Academy lavora da tempo. Il campione intervistato non ha ancora un giudizio univoco su questo. Anche qui, dobbiamo porci l’obiettivo di una formazione innovati-


A livello di occupazione nel mondo, quali sono i paesi o le aree in cui si avrà un calo dei livelli occupazionali attuali? TOP 10 PAESI/AREE GEOGRAFICHE

va, che utilizza modelli e strumenti digitali che poi sono quelli che il mercato del lavoro richiede». Guardando alla tipologia di lavoro, a essere maggiormente colpiti dall’avvento dell’automazione saranno gli operai non specializzati, i bancari e i commercianti. In particolare, il settore banca e finanza vedrà una riduzione vicina al 14% di lavoratori (entro i prossimi 10-12 anni) a causa di tecnologia e innovazione. Non andrà meglio a metalmeccanica e automotive (-12%) e a manifatturiero (-11%). Mentre è il data scientist la figura professionale del futuro, indicata dal 13% del campione composto da 512 manager industriali. E-commerce manager e analista di sistemi informatici sono gli altri due profili che hanno ottenuto più opzioni (rispettivamente, 12% e 10% del totale). In generale, elettronica e Ict vedranno un incremento dei posti di lavoro del 13%, seguiti con una percentuale dell’11% dai servizi consulenziali. «Oltre all’Ict, i manager indicano la consulenza e l’ambiente come settori di sviluppo. Questo è significativo perché si tratta di ambiti che portano innovazione e che richiedono forti competenze tecniche e trasversali», commenta il presidente Federmanager, Stefano Cuzzilla. «L’industria, il manifatturiero, devono rivedere il proprio ruolo nel rapporto con robot e automazione. La sfida è imprescindibile se vogliamo mantenerci competitivi come Paese. Sta crescendo la consapevolezza dei manager verso gli effetti della trasformazione in atto, ma non è ancora adeguata. Per questo dobbiamo investire in formazione a 360°, in corsi mirati all’adeguamento delle competenze manageriali. Siamo convinti che i manager svolgano un ruolo fondamentale per innovare l’impresa: bisogna partire da loro per poi diffondere le competenze digitali in tutta l’organizzazio-

Italia

Uk

Francia Germania

Usa

ne e innovare i modelli di business». Rimane molto importante il fattore umano e solo il 5% dichiara che le soft skills nella produzione 4.0 non siano fondamentali. Per un terzo del campione la formazione alla leadership però è ancora vista in modo tradizionale, mentre la maggioranza (67%) propende per lo sviluppo di e-leadership, con la connessa capacità di introdurre, utilizzare e sfruttare al meglio l’innovazione e le tecnologie digitali in azienda. «Nel dibattito sull’automazione – conclude Mioni – , la vera domanda che dobbiamo farci è su quali competenze investire. Perché, L'ITALIA È IL PAESE CON LA PREVISIONE DEL MAGGIORE CROLLO DEI LIVELLI OCCUPAZIONALI, SEGUITA DA UK E FRANCIA. DECOLLANO L'INDIA E LA CINA

per fugare il rischio della perdita di posti di lavoro, l’unica ricetta è prepararsi, essere aggiornati, sviluppare hard e soft skills coerenti con la trasformazione in atto». «Il problema che emerge chiaramente da questa indagine – ci spiega il professor Alberto Mattiacci, Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese alla Sapienza di Roma -, seppur svolta su un campione piccolo, è che la conoscenza delle diverse tecnologie è piuttosto superficiale. Significa che molti hanno sentito pronunciare parole come Intelligenza Artificiale o Machine Learning. Riescono anche a capire, a grandi

Spagna

Grecia Giappone Est Europa Brasile

linee, di che cosa si tratta, ma il livello di consapevolezza del reale valore di queste tecnologie è decisamente più basso. Il che è normale, si tratta di temi molto complicati e la cui padronanza compete ai tecnici. Inutile poi pensare che l’Italia sia periferia dell’impero nella diffusione delle nuove tecnologie, è più giusto affermare che siamo fuori dai perimetri dell’impero: Cina, usa, Singapore, Corea, Israele. Sono questi i paesi dove si fa davvero innovazione, noi proviamo a seguire a ruota. Vedremo tra 20 anni come saremo messi.». Sotto la lente d’ingrandimento, più che altro, finisce la struttura delle aziende. Oggi, infatti, si tende ancora a distinguere tra Pmi e grandi aziende, un sistema che però unisce realtà completamente diverse: medie aziende a grande tasso d’innovazione con microimprese artigiane che sono poco più che una partita iva. Un sistema che, secondo Mattiacci, deve essere superato: «Proprio perché il driver tecnologico è primario – conclude il professore della Sapienza – dobbiamo abbandonare la distinzione tra Pmi e grandi imprese e passare a una differenziazione tra chi ha una struttura manageriale e chi no, ovvero tra chi è gestito da persone che hanno studiato come si gestisce un’impresa e chi no. Perché le prime sono la punta dell’iceberg che guidano l’innovazione: e di queste in Italia ce ne sono troppo poche. Ecco perché studiare conviene, sempre!».

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COL «PILOTA» GIUSTO LE PMI ARRIVANO NEL PORTO DEL CREDITO FINANZIARE L’IMPRESA Si cercano sempre più spesso canali alternativi a quello bancario, eppure il sistema creditizio può sostenere efficacemente le piccole e medie imprese nel loro percorso di crescita. Con gli “aiuti” giusti.

62 RSM QUELL’OPPORTUNITÀ PERSA PER IL PATENT BOX

È Gruppo Nsa la più grande azienda italiana di mediazione creditizia. Individua le pmi meritevoli e le guida nella difficile impresa di ottenere un finanziamento. Sfruttando anche il Fondo di garanzia dello Stato di Sergio Luciano

A

vete presente i piloti del porto, che dopo averle selezionate attraverso 18 mila apsalgono a bordo dei transatlantici puntamenti. Un successo senza precedenti in per guidare i colossi del mare fino Italia. «Abbiamo due categorie di clienti: da una all’attracco in banchina? Sono espertissimi parte le banche, dall’altra le imprese, soprattutdelle proprie acque, capaci di evitare secche to quelle medio piccole», spiegano a Economy e incagli. Ecco, Gruppo Nsa (Nuovi servizi in questa intervista congiunta Gaetano Stio e aziendali) – la più grande azienda italiana di Francesco Salemi, rispettivamente presidente e mediazione creditizia – sta ai colossi bancari amministratore delegato dell’azienda che hanno come i piloti dei porti fondato diciotto anni stanno ai transatlan- NEL 2018 GRUPPO NSA HA PRESENTATO fa. «Lavoriamo con 20 QUASI 9 MILA PRATICHE DI tici. Guidano nella banche, da Banca Ifis a FINANZIAMENTO AL FONDO DI GARANZIA navigazione difficile Banco Bpm, da Banco DEL MEDIOCREDITO CENTRALE dell’erogazione dei Desio, a Banca Valsabprestiti garantiti. Quelli che non finiscono mai bina, e portiamo loro pratiche di finanziamento in sofferenza. Portando a buon fine affari ottiche in due casi su tre sono garantite dal Fondo mi, per le banche stesse come per i loro clienti. centrale di garanzia dello Stato. Attenzione: noi Gruppo Nsa – già classificato dal Financial incassiamo le nostre commissioni sugli importi Times tra le 1000 società europee cresciute erogati soltanto dopo che le banche hanno fidi più tra il 2012 e il 2015 e dal Sole 24 Ore, nanziato e le imprese hanno incassato». con Statista, “Leader della crescita 2019” – Una specie di paradiso del credito, felice ha gestito 11 mila pratiche di finanziamento anomalia in un quadro generale piuttosto…

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FINANZIARE L’IMPRESA

infernale. Ma come fate? Cosa c’è sotto? 100 mila euro di prestiti garantiti così, su 80 Niente di strano, nessun ingrediente segreto. mila non rischia nulla e i 20 mila a rischio li Una formula semplice: esperienza sedimenpuò anche cartolarizzare: c’è la fila di compratata in 18 anni, moltissimo lavoro, buone tori. Non a caso, dopo la crisi, mentre il credito tecnologie. Noi abbiamo cominciato diciotto bancario alle imprese diminuiva, il ricorso al anni fa come società di consulenza finalizzata fondo aumentava. L’anno scorso hanno fatad agevolare l’accesso delle imprese clienti a to 19,3 miliardi di finanziamenti garantiti. Il finanziamenti, contributi ministeriali o regiofondo di garanzia è un bell’esempio di come, nali. Poi abbiamo scoperto, e fatto scoprire, i se ben gestita, la Pubblica Amministrazione vantaggi del Fondo centrale di garanzia come possa funzionare. Pensi che in media le nostre riformato dall’allora governatore della Bandomande vengono esitate in sei giorni. ca d’Italia Mario Draghi. Una scelta che non Un lavoro che possono fare solo le banche, tutti hanno capito nella sua portata storica. sia pure aiutate anche da voi. E farlo voi diNell’immediato dopo-crisi, la scelta di prestarettamente? re garanzia statale per È uno dei nostri obietTRA IL PRIMO APPUNTAMENTO l’80% degli importi tivi: abbiamo deposiCON IL CONSULENTE DI NSA finanziati ad aziende tato in Banca d’Italia E L’EROGAZIONE DEL FINANZIAMENTO meritevoli ha sbloccala domanda per una PASSANO IN MEDIA 40 GIORNI to il mercato. Nel 2008 licenza in base alla le operazioni di questo tipo finanziate dal Fonlegge 106, come operatori creditizi… do furono appena 14 mila, nel 2018 ben 130 Ma non temete in questo modo di far conmila, e continuano a crescere. correnza alle banche vostre clienti? Come funziona la garanzia del fondo? No, quello è escluso: le banche possono fare Nel 2009 l’allora governatore della Banca operazioni a tassi molto più bassi di quelli che d’Italia Mario Draghi, sempre da elogiare, ha potremmo praticare noi… varato un provvedimento straordinario che Tornando al Fondo, per voi è stata una vera ha potenziato il fondo che già esisteva e che svolta. Come lavorate? noi già utilizzavamo. Ha disposto cioè che Il nostro lavoro consiste nel semplificare la sulle quote dei crediti erogati con copertuvita sia alle imprese - che però, attenzione: ra del fondo, cioè l’80% del totale, le banche scegliamo noi sul mercato, analizzandone i non avevano obblighi di accantonare capitabilanci, per individuare quelle idonee a percele di vigilanza. Ponderazione zero, per dirla pire finanziamenti - sia alle banche finanziain gergo. Una grande spinta all’erogazione di trici, alle quali portiamo pratiche perfezionate credito sano… In concreto se una banca eroga in tutte le loro parti, e che solleviamo dall’intero iter di escussione delle garanzie, qualora occorra. Il tutto facendoci pagare soltanto a risultato conseguito. Nessuno ci paga niente finchè un’operazione non è condivisa e definita. Dirò di più: lasciamo libero l’imprenditore di revocare o sospendere l’accordo in qualsiasi momento senza alcuna penale, vogliamo che lui capisca che noi gli siamo solo utili. Rischio zero. Ma come li incontrate, i vostri clienti? Più che altro li selezioniamo. Ma per spiegarle meglio, dobbiamo illustrarle la nostra struttura. La base di tutto è una grandissima banca FRANCESCO SALEMI, A.D. DEL GRUPPO NSA dati sui bilanci delle piccole e medie imprese,

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GAETANO STIO, PRESIDENTE DEL GRUPPO NSA

che rappresentano il nostro target. Abbiamo in azienda 33 analisti finanziari, naturalmente tutti laureati in economia, che lavorano sui bilanci e fanno una preselezione di aziende interessanti perché sane. Questi nominativi vengono chiamati al telefono dai 31 operatori del nostro ufficio sviluppo clienti, che fissa gli appuntamenti per i nostri consulenti territoriali, 65 su tutto il territorio nazionale. Per totalizzare i 18 mila appuntamenti dell’anno scorso, siamo partiti da oltre 50 mila nominativi, raggiunti con non meno di 200 mila telefonate. E poi? Quando il consulente, dopo l’appuntamento, ravvisa nel singolo cliente le caratteristiche giuste per avviare la pratica, e naturalmente l’interesse del cliente a farsi finanziare, il nostro back-office gestisce tutta l’istruttoria, raccoglie i documenti e li predispone secondo le pratiche di ciascuna delle banche con cui lavoriamo… Quanto tempo passa, in media, tra il primo appuntamento e l’erogazione del finanziamento? Salvo intoppi, 30-40 giorni. L’importo medio finanziato è di circa 200 mila euro, ma abbiamo concluso anche operazioni da qualche milione di valore. Il nostro know-how, messo a punto in tanti anni, ci ha portato a definire modelli grazie ai quali, prima di incontrare un cliente, sappiamo con un buon margine di certezza se e cosa potremo fare con lui. E con le banche come lavorate? Abbiamo la loro procura a presentare doman-


da al Fondo di garanzia. Questo ottimizza i UN INDICE PER VALUTARE LA SALUTE DELLE AZIENDE tempi per il cliente, perché le due istruttorie vanno avanti in parallelo. dell’Università di Bologna) numero. L’indice, che si Gruppo Nsa ha elaborato Su 18 mila appuntamenti e 11 mila pratiche chiama NsaPMIndex, che basa la sua forza il primo indice globale adotta una metodologia sui numeri di Gruppo sullo stato delle piccole prese in carico, ne avete chiuse 9000. E le innovativa che considera Nsa, che ogni anno e medie imprese italiane, altre 9000? una media ponderata dei analizza 850mila bilanci. un settore cruciale che Un 25% circa alla fine della nostra istruttopiù importanti indicatori Un’elaborazione mensile rappresenta il 50% del Pil ria, contrariamente agli iniziali indizi positidi bilancio e di salute dell’indice, divisa per del nostro Paese e oltre dell’azienda. l’80% dell’occupazione. Un settori, aree geografiche vi, si è rivelata inadatta al finanziamento. Le ed altri parametri, indice annuale, elaborato altre hanno deciso di rinviare l’operazione o sarà pubblicata da in collaborazione con magari di far da sé. Ma non è clientela persa: Economy a partire il Disa (Dipartimernto periodicamente le ricontattiamo e spesso ladal prossimo di Studi Aziendali voriamo con loro successivamente. Però l’azienda che utilizza i vostri servizi loro processi, gli portiamo documentazione deve poi pagare le vostre commissioni… imprenditore dei nostri ci chiede un finanziaarticolata, completa e verificata. Consideri che Quali benefit riceve in cambio? mento, lo fa quasi sempre ponendo termini di abbiamo fatto fare un’analisi a metà 2017 alla Intanto le banche praticano a noi condizioni tempo brevissimi, che noi siamo quasi sempre Price Waterhouse Coopers e abbiamo rilevato migliori di quelle che praticherebbero alla in grado di rispettare. Naturalmente li paga un che le nostre insolvenze sono state dello 0,9% singola impresa. Dove un singolo imprendipo’ di più… su 17.500 operazioni gestite dal 2008 al 2016, tore negozia sulla base di un fabbisogno, poQuindi il costo del credito con voi è più alto? e queste insolvenze sono state tutte coperte niamo, di 300 mila euro, noi con una singola Sicuramente con noi un’impresa spende meno dal Fondo di garanzia. La media delle insolbanca possiamo negoziare per decine e decine sulle operazioni a medio-lungo termine, non venze del sistema in quegli anni era a doppia di milioni di euro. E poi l’impegno operativo sempre sul breve termine. Però riesce ad accecifra, sono stati gli anni del boom degli Npl… e burocratico che assumiamo noi è davvero dere nella maggior parte dei casi alla garanzia E quali progetti avete per crescere ancora? gravoso a sostenersi in casa, per qualunque del Fondo, il che non le sarebbe affatto agevoAttualmente noi pianifichiamo con le banche media impresa. Consideri che le competenze le se non venisse affiancata da noi, soprattutto partner un plafond di operazioni prevedisu come farsi finanziare le hanno in pochi. Un dopo le ultime modifiche normative che hanbili nell’anno e puntiamo a raggiungerlo o a esempio? Pochi sanno che Banca Ifis eroga no introdotto numerosi nuovi adempimenti in migliorarlo. Per crefinanziamenti anche più a carico dei richiedenti. ATTRAVERSO PRESTIPRO L’OFFERTA scere ulteriormente senza richiedere l’aE parliamo ancora di un tema aggiuntivo: ORA SI RIVOLGE ANCHE ALLE PARTITE possiamo aggiungere pertura di conti corPrestipro. Una vostra nuova iniziativa. IVA E ALLE DITTE INDIVIDUALI, CON venditori consulenti renti…Ma ce ne sono È la declinazione b2c, quindi rivolta al merLA GARANZIA DEL FONDO DEL MISE a quelli che abbiamo mille di esempi simili. cato consumer, del nostro mestiere di base, già, ma non vogliamo strafare. La crescita non La sostanza è che oggi il mercato è così comla mediazione finanziaria, rivolta alle ditte deve andare a discapito della qualità del serplesso che servirsi di consulenti professionisti individuali e alle partite Iva e realizzata atvizio, se oggi possiamo vantare con orgoglio non determina un costo, anzi in realtà crea un traverso il canale web, grazie alla partnerla nostra forte reputazione è perché abbiamo vantaggio nei conti aziendali! ship con un gruppo qualificatissimo come sempre tenuto al centro la qualità dell’interaE le banche che vantaggio trovano nella Mutuionline. È un’offerta innovativa di prezione sia con il cliente che con la banca. Convostra intermediazione? È appropriata la stiti a medio-lungo termine, richiedibili tosideri ad esempio che abbiamo già un ufficio metafora del pilota del porto? talmente online e con la garanzia del Fondo legale di 5 persone, perché quando una banca Guardi, metafore a parte, oggi tutte le banche, del Ministero dello Sviluppo Economico per finanziatrice ci segnala un’insolvenza dobbiagiustamente, sono molto attente ai costi di le piccole e medie imprese. Si tratta di finanmo essere fulminei ed efficienti nell’escutere struttura, che sono forti perché i prodotti fiziamenti da 15-20 mila euro che per essere la garanzia. nanziari da gestire sono complessi. Dunque i economicamente sostenibili vanno gestiti toQuindi per crescere dimensionamente doloro limiti attuali sono di natura organizzativa. talmente on-line. Siamo appena partiti e abvete crescere anche nell’efficienza… Noi, invece, rappresentiamo per le banche un biamo già fatto 1000 analisi…stiamo tarando È fondamentale, e possiamo farlo, ma considecosto variabile, quindi siamo convenienti per il funzionamento della macchina ma siamo ri che siamo già a livelli molto alti. Quando un definizione! Siamo un facilitatore anche per i molto ottimisti.

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FINANZIARE L’IMPRESA

IL PATENT BOX UN'OCCASIONE (PER ORA) SPRECATA La legge di bilancio 2019 non accoglie la proposta di semplificazione contenuta nel ddl approvato in Commissione Finanze alla Camera

I

l recente Comunicato n. 12 del Ministero dell’Economia e Finanze del 17 gennaio 2019 ha reso pubbliche le statistiche relative alle dichiarazioni per il periodo d'imposta 2016 presentate nel corso degli anni 2017 e 2018. Dal documento emerge che nel 2016 hanno utilizzato l’agevolazione del "paten box", ovvero gli sgravi fiscali sulla brevettazione dei risultati dell'attività di ricerca, 1.148 società (+85% rispetto al 2015), per un ammontare di reddito detassato e plusvalenze esenti pari a 1,4 miliardi di euro (4,3 volte il valore del 2015). L’incremento maggiore, chiarisce la nota,è fatto registrare dai settori “manifatturiero” (circa 4 volte il valore del 2015, passando da 173 milioni di euro a 690 milioni di euro) e “commercio all’ingrosso e al dettaglio” (15 volte il valore del 2015, passando da 18 milioni di euro a 272 milioni di euro), che assorbono anche il 70% della complessiva agevolazione erogata per circa 1,3 miliardi di euro (di cui oltre 295 milioni di euro provenienti dalla quota agevolata relativa a periodi NELLA FOTO L’AUTORE GIUSEPPE CAPRIUOLO, PARTNER DELL’UFFICIO DI ROMA DI RSM ITALY

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NELLA FOTO IL MINISTRO DELLE ECONOMIA E FINANZE, GIOVANNI TRIA

volata dei redditi derivanti dall’utilizzazione, d'imposta compresi tra l'istanza di ruling e la diretta o indiretta, di alcune tipologie di beni data di sottoscrizione dell'accordo. immateriali, quali, brevetti, opere di ingegno Ben altri erano i numeri attesi dagli addetti e privative industriali. ai lavori per i prossimi anni, alla luce dell’eL’agevolazione, introdotta dall’art. 1, commendamento al disegno di legge di Bilancio mi 37 – 43, della Legge 23 dicembre 2014, 2019 approvato in Commissione Finanze n. 190 (Legge di Stabilità 2015) e successidella Camera, il cui principale effetto era vamente modificata dal Decreto-Legge 24 quello di consentire, anche gennaio 2015, n. 3 (Investment Compact) e per i casi di utilizzo diretto dal Decreto-Legge 24 aprile 2017, n. 50, ha dell’intangible agevolato, la assunto la sua attuale configurazione con il fruizione “automatica” del Decreto interministeriale Mise-Mef del 28 beneficio con un adeguato set novembre 2017. documentale di supporto. La In linea con gli impegni assunti dall’Italia semplificazione, non contein sede Ocse (Beps Action 5), il Decreto ha nuta nel testo definitivo della recepito l’esclusione dei marchi d’impresa legge, sarà auspicabilmente dall’ambito oggettivo oggetto di successivi LA CONDIZIONE PER LO SGRAVIO di applicazione del interventi normativi. È SVOLGERE ATTIVITÀ DI RICERCA beneficio con riferiIl Patent Box, infatE SVILUPPO FINALIZZATE ALLA mento alle opzioni ti, che rappresenta PRODUZIONE DI ASSETS IMMATERIALI esercitate a decorrere un’opportunità imdal 2017, pur confermando la validità delle perdibile per le imprese investono in ricerca opzioni esercitate entro il 31 dicembre 2016 e sviluppo, a ben vedere può avere importanper l’intero quinquennio. ti ricadute sul più generale contesto di mercato: attraendo investimenti di lungo termiBeneficiari ne nazionali ed esteri nel mercato italiano, Possono optare per il regime agevolato tutincentivando la collocazione in Italia dei beni ti i soggetti titolari di reddito d’impresa, a immateriali attualmente detenuti all’estero, prescindere dalla forma giuridica, dalle diincentivandone il mantenimento ed evitanmensioni e dal regime contabile adottato. È done la ricollocazione all’estero e, infine, necessario, invece, che tali soggetti svolgano, stimolando l’investimento delle imprese in sia internamente sia mediante contratti di attività di Ricerca e Sviluppo. ricerca commissionata, attività di ricerca e Ma ricordiamo brevemente in cosa consiste sviluppo finalizzate alla produzione di assets l’agevolazione. immateriali. Il Patent Box è un regime di tassazione age-


Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo nel governo Gentiloni

LA MISURA, SE VERRÀ ATTUATA IN PIENO, AVRÀ UN FORTE IMPATTO SISTEMICO L’agevolazione consiste nella parziale detassazione dei redditi derivanti dallo sfruttamento di tali beni immateriali, che a partire dal 2017 non concorrono alla formazione del reddito complessivo per il 50% del relativo ammontare (la riduzione è parti al 40%, per il periodo d’imposta 2016, ed al 30%, per il periodo d’imposta 2015). L’opzione, irrevocabile una volta esercitata, deve essere indicata nella dichiarazione dei redditi relativa al primo periodo d’imposta per il quale si intende fruirne ed è valida per cinque periodi di imposta (ma rinnovabile).

quale si intende accedere al regime agevolato e, nei successivi 120 giorni, deve essere da opportuna documentazione integrativa che contenga una serie di elementi precisi e inderogabili: - l’individuazione analitica dei beni immateriali dal cui utilizzo diretto deriva la produzione della quota di reddito agevolabile; Il Ruling - l’indicazione dettagliata del vincolo di comIn caso di utilizzo diretto del bene immateplementarietà, qualora esistente, tra i beni riale le imprese dovranno obbligatoriamente agevolati utilizzati congiuntamente, come un presentare un’istanza per poter concordare unico bene immateriale, ai fini dell’agevolain via preventiva con zione nell’ambito dell’Agenzia delle Entra- L’ISTANZA DI “RULING” VA PRESENTATA, la realizzazione di un IN FORMA SINTETICA, ENTRO IL 31 te i metodi e i criteri prodotto o processo; DICEMBRE DELL’ESERCIZIO A PARTIRE di calcolo del contri- DAL QUALE SI CHIEDE L'AGEVOLAZIONE la descrizione buto economico dei dell’attività di ricerca beni immateriali alla produzione del reddito e sviluppo svolta e del diretto collegamento complessivo ed i costi correlati. L’Istanza di della stessa con lo sviluppo, il mantenimen“ruling” va presentata, in forma sintetica, ento, nonché l’accrescimento di valore dei beni tro il 31 dicembre dell’esercizio a partire dal agevolati.

E IL 2 APRILE CON LIUC ED ECONOMY LA LOMBARDIA SFOGGIA I SUOI RECORD “La Lombardia si conferma patria dell’innovazione e della ricerca con numeri da record. Sono state quasi 20 mila le domande di brevetti depositate nel 2018 rispetto alle 15 mila del 2013, +30%, pari al 39% del totale nazionale. Questi numeri confermano che stiamo andando nella giusta direzione con le nostre misure per supportare e incentivare un continuo sviluppo del territorio”: con queste parole Fabrizio Sala, vicepresidente di Regione Lombardia e assessore alla Ricerca, Innovazione, Università, Export e Internazionalizzazione delle imprese ha commentato i dati

pubblicati dalla Camera di commercio di Milano. Considerando anche i marchi registrati, si tratta di un totale di oltre 36 mila depositi su 110 mila circa in Italia che fanno della Lombardia la regione in cui si brevetta di più seguita da Lazio con 20 mila e Piemonte con 15 mila. Milano regina della creatività italiana con quasi 32 mila tra brevetti e marchi depositati nel 2018, tra le prime 20 anche le lombarde Brescia con 1.583, Monza Brianza con 806 e Bergamo con 688. Il dinamismo lombardo potrà (e dovrà) essere sostenuto da leggi incentivanti, come quella sul Patent Box ma intanto merita un’analisi scientifica

adeguata alla creatività rivelata dalle aziende. Ed è quel che fa la Liuc, l’Università Carlo Cattaneo di Castellanza, con il suo report annuale sui brevetti in Lombardia che il 2 aprile, alla presenza di Fabrizio Sala (nella foto) e del Rettore Federico Visconti verrà presentato dalla curatrice Raffaela Manzitti in una conferenza stampadibattito organizzata in collaborazione con Economy al Pirellone, con la partecipazione dell’amministratore delegato della Dell Emc Marco Fanizzi. La Regione Lombardia ha varato, con la legge regionale 29/2016 gli Accordi regionali per la Ricerca e l’Innovazione, con l’obiettivo di trasferire i

risultati della ricerca tecnicoscientifica al mercato, attraverso una procedura negoziale altamente innovativa che ha tempi certi e risorse adeguate. Tutti i progetti hanno un impatto concreto e misurabile sul miglioramento della vita dei cittadini e sullo sviluppo del territorio lombardo.

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APPROFONDIMENTI PASQUALE NATUZZI, L’AMORE PER IL LAVORO DIVENTA BENCHMARK Cresciuto nelle ristrettezze del dopoguerra, l’imprenditore pugliese è riuscito a costruire un impero partendo dalla passione giovanile di Alfonso Ruffo

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uesta è la storia di uno di noi, che all’età di quindici anni si è innamorato del suo lavoro e facendone un’arte ha costruito in pochi anni un’azienda che, quotata alla Borsa di New York, è diventata un benchmark per chiunque abbia voluto imitarlo. Senza riuscirci se oggi, dopo 65 anni dall’inizio dell’avventura, è ancora il più bravo di tutti. Classe 1940, Pasquale Natuzzi si muove negli spazi della sua fabbrica in Sant’Eramo in Colle, lembo della Puglia che si affaccia sul materano, con l’emozione di un ragazzino e del ragazzino conserva l’agilità l’entusiasmo mentre illustra gli ultimi modelli della sua collezione di divani fatti sapientemente a mano. Cresciuto nelle ristrettezze del dopoguerra in una famiglia di solidi lavoratori del Sud, Pasquale apprende i segreti del mestiere da un amico. Trova il coraggio di mettersi in proprio e di contagiare altri giovani del posto che credono nel sogno di realizzare qualcosa di grande, che li renderà col tempo ricchi e famosi. Le fortune sono alterne. E molti ostacoli si frappongono tra la piccola compagnia e il successo dell’intrapresa. Che non tarda ad arrivare grazie alla caparbietà degli uomini che sfidano la sorte e decidono di ignorare le ferite di un incendio che paralizza la produzione appena avviata e gettarsi un’avventura più grande di loro. La grande occasione si chiama America. È lì che Natuzzi decide di sfondare riuscendo a convincere il grande magazzino Macy’s– come racconta un volume in lingua inglese a lui dedicato – di acquistare le sue creazioni a un prezzo decisamente più basso di quelli praticati sul posto senza far venir meno bellezza e qualità. Per riuscirci Pasquale si trasforma da tappezziere in ingegnere e cronometra ogni singola operazione per recuperare efficienza (lo fa ancora oggi con strumenti assai più sofisticati) e detta le regole per non sprecare tempo e materiali. Per tagliare e assemblare e consegnare in modo da contenere i costi e vincere la concorrenza.

PASQUALE NATUZZI

Altri servizi nell’interno 66

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LAVORO

IMMOBILIARE

IL SONDAGGIO: TANTA ANSIA POCHE IDEE

I VECCHI CLICHÈ NON FUNZIONANO PIÙ

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WIN THE BANK

FONARCOM

L’EVOLUZIONE DEL COMMERCIALISTA

LA FORMAZIONE CHE FA CRESCERE LE START-UP

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RIFORMA IDRICA

PRIVATE BANKER

LE NOTE DOLENTI DEL CAMBIAMENTO

INGENUITÀ E AVIDITÀ ARRICCHISCONO I TRUFFATORI

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CONFPROFESSIONI

SUSSIDIARIO.NET

ORIENTARE I PROFESSIONISTI

I MIGLIORI COMMENTI DEL MESE DAL PORTALE

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ANDAF

CI PIACE/NON CI PIACE

IL RUOLO CRUCIALE DEL CFO

I PROMOSSI E I BOCCIATI

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NEUROSCIENZE

QUI PARIGI

ORA SI VENDE CON LE EMOZIONI

LA FORMAZIONE ORA SI FA IN AZIENDA

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APPROFONDIMENTI

Lavoro, che ansia. Ma pochi sanno quali sono i più richiesti Indagine esclusiva Makno-Rsm per Economy. L'80% del campione intervistato confessa una conoscenza superficiale del mercato occupazionale e s'informa su canali generici, soprattutto web di Mario Abis

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l lavoro – che lo si debba trovare o camGli uomini, invece, sembrano più fiduciosi biare - è vissuto come un problema che e tranquilli (un po’ fatalisti) sulla possibilità genera uno stato di ansia e paura. E’ quedi trovare lavoro. Il lavoro deve innanzitutto sta la prima evidenza dell’indagine che Madare stabilità e continuità (14,6% sul totale kno-Rsm ha svolto del campione), assiIL LAVORO DEVE DARE STABILITÀ per Economy, in occurata anche da una E CONTINUITÀ CON UNA BUONA casione del convegno buona retribuzione RETRIBUZIONE MA CONTA CHE SIA su “Nuovi lavoratori (13,2%). Deve poi UN'ATTIVITÀ INTERESSANTE E CREATIVA per nuovi lavori - Opessere interessante purtunità, condizioni, ostacoli per la piena e creativo, dando possibilità di carriera e di occupazione al Sud”, che il mensile ha orgacrescita personale. Rilevante anche l’amnizzato il 25 marzo a Bari in collaborazione biente in cui si svolge: tra i desiderata, un con l’Università statale Aldo Moro. Questo atambiente bello e sostenibile, ma ancor di più teggiamento è vissuto in misura decisamendinamico/giovane e collaborativo, è apprezte più sentita dalle donne (lo segnala il 50% zato dal oltre il 13% del campione. Alle cadelle intervistate) che evidentemente trovaratteristiche dell’ambiente, in questa duplice no più difficile l’approccio al mercato del lavalenza, le donne (14,4%) sono più attente e voro e più incerto l’esito delle loro ricerche. sensibili.

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Scarsa per tutti l’attenzione al welfare aziendale che non interessa più del 2% del campione: sembra che i giovani non abbiano ancora piena consapevolezza dei cambiamenti, anche radicali, in atto nel sistema del welfare, cambiamenti destinati ad incidere, ad esempio, sui futuri livelli di assistenza medica, sul sistema pensionistico, sull’accesso alla casa, ecc. Significative le differenze rilevate tra donne e uomini: le prime si mostrano più interessate alla stabilità, alla crescita personale e professionale, alla vicinanza a casa (tipico tema femminile), ma anche alla possibilità di esprimere talento e formazione acquisita. Particolarmente interessante poi il dato che emerge dalla prima risposta data, che indica di fatto il ‘requisito’ più rilevante che va a connotare ‘il lavoro dei sogni’: le donne in primo luogo cercano un lavoro interessante e creativo, caratteristiche che, a differenza di quanto dichiarato dagli uomini, sono addirittura più importanti di sicurezza e stabilità. Per gli uomini la retribuzione è il terzo ‘valore’, mentre per le donne è nella seconda parte della classifica, preceduta da caratteristiche più qualitative come la vicinanza ai propri luoghi, la crescita personale, l’ambiente stimolante, la flessibilità dei tempi… La ricerca di un lavoro è dettata, per oltre un terzo del campione, dal desiderio di autonomia economica (più importante per le donne che, non a caso, hanno anche un maggior desiderio di contribuire al reddito familiare) e di una realizzazione personale, bisogno sentito da un quarto circa degli intervistati: ad una esigenza molto pragmatica si affianca, con una buona percentuale, una aspirazione invece del tutto ideale ed espressione del sé. Di fronte al lavoro, le donne mostrano in genere una maggiore apertura alla possibilità di realizzare una esperienza che, anche se non in linea con le proprie aspettative, può rappresentare comunque un ingresso nel mondo del lavoro. Questo atteggiamento, peraltro può derivare anche dalla maggiore difficoltà che le donne dichiarano di incontrare nell’approccio al lavoro che le potrebbe


spingere ad accettare comunque una occasione lavorativa. Il lavoro dipendente si conferma come la modalità di gran lunga preferita, con una spiccata propensione da parte delle donne: il bisogno di sicurezza e stabilità si traduce nella ricerca di un posto di lavoro subordinato. Gli uomini invece sono orientati anche alla libera professione e al lavoro autonomo, rispecchiando in parte una consolidata tradizione che identifica ‘il professionista’ con una figura maschile. L’idea di un approccio al lavoro che parta da una esperienza ‘dal basso’ che non rispecchia la preparazione acquisita viene respinta da circa il 30% degli intervistati: si preferisce aspettare l’occasione giusta (o per lo meno, più vicina alle proprie aspirazioni). Gli uomini sono più disposti ad accettare un lavoro precario, le donne preferiscono il part time. Gratificazione, indipendenza e autonomia professionale sono le caratteristiche più ricercate, ma, di nuovo, le aspirazioni di donne e uomini non sono in sintonia. Per le donne prevale la possibilità di svolgere il lavoro con un certo livello di indipendenza (15,2% rispetto al 14,4% di media) e di autonomia professionale (esigenza che rispecchia anche il bisogno di una certa flessibilità nel lavoro). Rispetto all’importanza comunque attribuita al lavoro, la conoscenza sul mercato del lavoro e sulle sue evoluzioni sono limitate: oltre l’80% dichiara una conoscenza superficiale che spiega anche una non attenzione ad alcuni aspetti (welfare aziendale, in primis) del lavoro che invece stanno diventando (o dovrebbero diventare) molto importanti. Del resto i canali di informazione utilizzati sono generici: internet e i social sostituiscono, per una cronica mancanza di strutture dedicate nel nostro paese, strumenti e canali dedicati che dovrebbero facilitare l’incontro tra domanda e offerta nel mondo del lavoro. E la scuola, pur collocandosi al secondo posto tra i canali di informazione, non certo in grado di svolgere un ruolo adeguato alle nuove esigenze di informazione/formazione, ruolo nel quale hanno diverse carenze anche le imprese.

Digitale, occupazione, futuro Campus Party «sposa» il Maf Il Millennial Ambassadors Forum avrà luogo nel contesto della grande kermesse a Milano dal 18 al 21 luglio. Carlo Cozza spiega come e perché di Giordano Fatali

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gni anno Campus Party raddoppia. La prossima edizione, a Milano dal 18 al 21 luglio avrà ospiti straordinari, sempre più campuseros (ne aspettiamo 4000 e oltre 15000 visitatori), sempre più attività giornaliere e notturne. Avremo un nuovo palco – Utopia, dove si parlerà della società ideale e degli strumenti che servono per realizzarla. Saliranno sui nostri palchi cyborg, biohacker, attivisti digitali. Ci saranno hackathon anche a sfondo sociale, reverse mentoring, un’area Experience con le ultime novità videoludiche. E poi gli esport, con la nostra squadra Campus Party Sparks. Infine la nostra Job Factory dove le aziende si metteranno in mostra offrendo ai ragazzi straordinarie opportunità di lavoro»: è giustamente entusiasta Carlo Cozza, promotore e ceo di quest’iniziativa che sta affermandosi di anno in anno come un punto di riferimento unico nel panorama della formazione e dell’orientamento verso il futuro, che quest’anno avrà un’altra, importante novità, in partnership con il Millennal Ambassador Forum: “Sì, un’altra delle novità più importanti dell’edizione 2019 sarà il Maf. Gli Ambassadors sono gli amministratori delegati

di importantissime aziende italiane che si mettono al servizio dei giovani, una sorta di mentorship alle nuove generazioni alle quali doneranno non solo esperienza, ma anche una preziosa vision dei principali trend del futuro”. Ma come e dove nasce Campus Party? Campus Party nasce nel 1997 in Spagna, è cresciuto in Sud America e nel 2016 la società che detiene il format è stata acquisita da un’azienda italiana che fa capo a me. Negli ultimi 3 anni abbiamo lanciato il format in 6 nuove nazioni; nel 2019 sono previsti 12 eventi e nei prossimi anni l’evento diventerà davvero globale. Tutto è iniziato come un Lan Party, una connessione Internet veloce e la voglia di stare insieme a sperimentare nuove tecnologie. Chi partecipava a questi primi eventi si portava la tenda da casa che è ancora oggi il nostro segno distintivo.. Qual è l'idea che sta dietro questa grande realtà? L’idea è quella di mettere insieme in un evento la più grande concentrazione di talenti per metro quadro di una nazione per vedere quali idee innovative ne possano scaturire. In Campus Party questi giovani incontrano aziende e istituzioni con le quali

collaborano creando un contesto ideale per l’open innovation. I ragazzi che vengono a Campus Party sono innovatori, appassionati di tecnologia con la voglia di cambiare il mondo. Rappresentano il meglio del paese: spendono una settimana delle loro vacanze lavorando e dormendo in tenda nel capannone di una fiera. Ovviamente c’è anche tanto divertimento, altrimenti non ci chiameremmo “Party”. I campuseros sono oggi 650.000 in tutto il mondo. Cosa promuove? I messaggi che passiamo ai ragazzi sono semplici: il mondo ha bisogno urgentemente di voi, utilizzate la tecnologia per riscrivere il codice sorgente del pianeta; approfondite, fate la seconda domanda, non accontentatevi delle news sintetiche che leggete sui social; non serve andare via dal vostro paese, anche qui ce la potete fare. Quali tematiche che guidano l'evento? Campus Party è un evento multidisciplinare, abbiamo 6 palchi dove si alternano circa 350 speaker. Le tematiche dell’evento seguono i trend del momento e l’innovazione è il comune denominatore. Biohacking, blockchain, growth hacking, Stem sono solo alcune parole chiave.

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APPROFONDIMENTI WIN THE BANK

COMMERCIALISTI, L’USCITA DI EMERGENZA È OBBLIGATA Dal punto di svolta dettato dalla crisi del 2007 alla fatturazione elettronica: quella del dottore commercialista è forse la professione col più alto tasso di evoluzione nel breve periodo. Perché chi si ferma è perduto di Valerio Malvezzi e Mauro Nicola

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ome è stata, ma soprattutto come sarà la professione di dottore commercialista nel prossimo futuro? È infatti innegabile come il contesto storico ed economico di ogni epoca vadano ad influenzare le dinamiche professionali, variandone il core business e anche il ruolo occupato all’interno della società civile. In base a queste, iniziali, riflessioni non andrebbe mai dimenticato come in un decennio in particolare, ossia quello degli anni novanta, si parlasse di cambiamenti professionali con dinamiche non molto dissimili da quelle oggi presenti. Guardando però all’odierno della professione del dottore commercialista, va evidenziato come la crisi economica, paventatasi nel 2007, sia stata, indiscutibilmente, un punto di svolta, prima per le imprese , ma di riflesso, ed in un secondo momento, anche per la professione, la quale deve ancora arrivare ad un vero e proprio compimento. Il tema centrale dell’analisi deve però rimanere non tanto quale sia lo stato dell’arte professionale quanto la direzione in cui si sta muovendo il cambiamento. Ogni professionista ha un proprio background di conoscenze, vive un proprio contesto lavorativo, (e non) e, inevitabilmente, assume un L’AUTORE VALERIO MALVEZZI, PARTNER WIN THE BANK E PROFESSORE A CONTRATTO PRESSO L’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA. MAURO NICOLA È PRESIDENTE ORDINE DOTTORI COMMERCIALISTI ED ESPERTI CONTABILI DI NOVARA

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proprio punto di vista e una propria linea di non fu più così, anche perché le riforme si ricerca di un nuovo punto di equilibrio. susseguirono e, ancora oggi, si susseguono E volendo estremizzare, paradossalmente, il ad un ritmo incessante: basti pensare all’inconcetto appena esposto dovremmo parafratroduzione da qualche settimana a questa sare le istruzioni impartite dagli assistenti di parte della fattura elettronica. volo prima del decollo: ossia l’uscita di emerDa quel momento sino ad oggi il commerciagenza più vicina potrebbe essere alle vostre lista è stato costretto a divenire un fiscalista spalle. senza più tempo per NEGLI ANNI SETTANTA IL DOTTORE Negli anni Settanta il affiancare l’imprendiCOMMERCIALISTA ERA UNA FIGURA dottore commercialitore nelle sue scelte NUOVA CON COMPETENZE TRASVERSALI sta rivestiva la funziostrategiche. PER AFFIANCARE L’IMPRENDITORE ne di esperto aziendaEbbene, più che guarle affiancando l’imprenditore, che muoveva i dare al futuro della professione, è oggi neprimi passi in un sistema economico modercessario ricordare il passato traendone gli no in divenire. Era figura nuova con compeopportuni insegnamenti. tenze trasversali che assisteva l’azienda nella Spesso si sente ripetere, fuori e dentro la sua organizzazione produttiva e soprattutto Categoria, che il Commercialista è figura finanziaria; marginale era la soluzione di prodestinata a scomparire, in realtà la nefasta blematiche tributarie. visione andrebbe mitigata in una più lungiCon l’avvento della riforma fiscale del 1972 mirante affermazione di modificazione del


ruolo ricoperto. Le competenze possedute - esula dalle logiche reali dei mercati, comdallo stesso saranno indispensabili sia alle preso quello della consulenza. aziende che al Paese, e in una economia Al contrario, ciò che vogliamo affermare in sempre più basata sui rapporti finanziari, le questo articolo è che ogni periodo di radisue conoscenze di tali dinamiche dovranno cale cambiamento – come è indubbiamente essere vieppiù approfondite, come fu nei priquello che stiamo vivendo – nasconde in remi anni Settanta. Il cambiamento è in atto altà evidenti opportunità. Anzi, nella stessa e la presa di coscienza del medesimo sono parola “crisi” esistono, sin dal greco antico, sicuramente il primo passo per affrontare la elementi positivi che l’uomo razionale è chiasfida in maniera vincente. mato a cogliere. In effetti, il commercialista, Un dato razionalmente probabile, in termini in quanto autorevole depositario di un sapere di analisi strategica della situazione, è che la aziendale, talora consolidato in ampi periodi professione come oggi viene comunemente di frequentazione e guida aziendale, è il naintesa, sia destinata turale interlocutore a una radicale e ra- LA MENTALITÀ APERTA AL CAMBIAMENTO dell’imprenditore proE ALL’ESPLORAZIONE DELLE NUOVE pida trasformazione. prio nei momenti del OPPORTUNITÀ NON CERCA ALIBI Questo è dovuto a NEL FATTO CHE I CLIENTI SIANO PICCOLI cambiamento stesso. una serie di variabili Prendiamo la preveesterne di cambiamento del mercato, che in nezione della crisi aziendale, per esempio, e chiave di analisi strategica appare inopporla correlata necessità di introdurre nuovi eletuno trascurare. Ci sono le spinte di nuovi menti di controllo. Può essere vista come un competitors, ma ci sono anche cambiamenti problema, ma anche come una opportunità. tecnologici, culturali, normativi, burocratiOppure, si consideri la problematica di acci e, soprattutto, di mercato (basti pensare cesso asimmetrico al capitale bancario, per al cambiamento del mercato bancario itail quale notoriamente negli ultimi anni sono liano). Il commercialista che ritenga di non state favorite, ceteris paribus, le medio granmodificare il proprio studio al verificarsi di di imprese rispetto alle medio piccole. Ma cambiamenti epocali come quelli che stiamo qualcuno si è soffermato ad analizzare se, vivendo, rischia di trovarsi in una situazione accanto alle note problematiche di sottocaproblematica, in termini di posizionamento pitalizzazione, non vi siano anche elementi strategico. Del resto, è stato Carles Darwin a culturali? dire che non è la specie più forte che sopravvive, né quella più intelligente, ma quella più reattiva al cambiamento. Questo vale per tutti i mercati, per tutti i business e per tutti i settori. Vale per il modello T dell’automobile come per la fotocamera Leica, per Mc Donald’s come per la competizione degli home computer, ma anche per le variabili della consulenza riconosciute delle principali società di consulenza mondiale. Coloro che pensano che “ma nel mio settore è differente”, si ancorano a una difesa di una posizione che - pur comprensibile, perché esiste un avversione umana al cambiamento

Solo da questi due esempi – ma se ne potrebbero fare molti altri – è possibile immediatamente verificare che esistono spazi di consulenza molto ampi per il commercialista che voglia introdurre in studio, in futuro, nuovamente il ruolo del consulente aziendale, in aggiunta a quello ricordato in questo articolo. Questo significa, tuttavia, riposizionarsi sia su elementi tecnici, come la pianificazione del futuro, in combinato disposto con la registrazione del passato, sia su elementi di più ampio respiro, come la capacità di svolgere – e non improvvisare – la consulenza strategica aziendale. Questa mentalità, aperta al cambiamento, orientata alla esplorazione delle nuove opportunità, non cerca alibi, per esempio nel fatto che i clienti del proprio studio siano, prevalentemente, piccole imprese. È noto che la stragrande maggioranza delle imprese italiane siano piccole e micro imprese, ed è proprio questo il settore economico che ha maggiore bisogno della consulenza aziendale, quella che le grandi società di consulenza non daranno a quel segmento, semplicemente per una questione di posizionamento, di branding e, soprattutto, di tariffe. Se apprendiamo la lezione darwiniana, è sufficiente evolversi. Per approfondimenti: www.strumenticommercialista.it

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APPROFONDIMENTI

Se la riforma idrica fa acqua da tutte le parti La proposta pentastellata potrebbe costare 15 miliardi di euro di costi immediati e altri 17 di nuovo debito. Senza contare che già oggi il 97% della popolazione è servita da gestori a matrice pubblica di Massimo Pittarello

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a razionalità economica rischia di miliardi annui per garantire un servizio miaffogare nel pantano delle ideologie, nimo, 17 miliardi di nuovo debito e, da non trascinata a fondo da un macigno di sottovalutare, l’addio ad ogni investimento. nuovi debiti legato al collo. La metafora è Sostanzialmente, la proposta grillina intendovuta visto che parliamo di acqua, o mede tornare alla gestione comunale, com’era glio della riforma che la maggioranza gialtrent’anni fa: fine della possibilità di scelta loverde sta discutentra diversi gestori da do alla Camera. Si IL RITORNO ALLA GESTIONE COMUNALE parte degli enti loELIMINEREBBE LA POSSIBILITÀ tratta della proposta cali, fine delle conDI SCELTA TRA DIVERSI OPERATORI di legge della pencessioni che andrebDA PARTE DEGLI ENTI LOCALI tastellata Federica bero quindi a cadere Daga che viene definita per “l’acqua pubbliprima della scadenza, fine del principio di ca”, ma in modo assolutamente fuorviante, copertura dei costi con i ricavi per pagare considerato che oggi il 97% della popotutti con nuove tasse, fine della gestione lazione italiana è già servita da gestori a imprenditoriale e ritorno al totale controlmatrice totalmente o parzialmente pubblilo della politica e dell’amministrazione. cata. Una riforma che potrebbe costare 15 La riforma, fortemente sostenuta dall’ala miliardi di costi immediati una tantum, 6,7 sinistra del movimento, quella che fa capo

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a Roberto Fico, è identica a una già morta nella precedente legislatura, ma è soprattutto uguale ad una approvata nel giugno del 2018 dal Venezuela con cui Maduro ha imposto la totale nazionalizzazione del servizio idrico. In sostanza, secondo la proposta di legge, finirebbero sotto il controllo ministeriale sette autorità di distretto e 400 tra consigli di bacino e sub bacino. Sotto lo slogan “fuori i profitti dall’acqua bene comune”, in pratica si direbbe addio all’attuale gestione di tipo industriale – che pure non è perfetta – per riportare il sistema a rispondere a quei criteri esclusivamente politici che certo non hanno dati i risultati migliori in passato, specie se legati alle amministrazioni locali. E che sicuramente non garantiscono lo stesso standard di trasparenza (come quella dell’acqua) rispetto a società quotate. E questo senza avere alcuna copertura finanziaria dal governo, che non ha previsto nessuno stanziamento nei vari documenti di bilancio approvati finora. La bozza di legge prevede di togliere un miliardo all’anno dal budget, già super ridotto, della Difesa; due miliardi dalla solita chimera della lotta all’evasione fiscale; più altri soldi da nuove tasse su transazioni finanziarie, sostanze chimiche e bottiglie di plastica dell’acqua minerale, che costerebbero un centesimo in più ciascuna (sacchetti di platica, do you remember?). Ma se le coperture sono del tutto incerte, certissimi sono i buchi che si andrebbero a creare. L’attuazione della riforma peserebbe circa 15 miliardi “una tantum” per la chiusura immediata delle concessioni in essere. Se poi si dovesse arrivare alla loro naturale scadenza, il rinvio avrebbe il solo effetto sostanziale di “spalmare” costi analoghi (pari a 13 miliardi) per il rimborso degli investimenti non ammortizzati. Ma non sarebbe finita qui. Dopo i costi straordinari ci sarebbero quelli “ordinari” per la gestione e l’erogazione del servizio: per garantire il minimo vitale ai cittadini, pari a cinquanta litri d’acqua a ciascuno di essi, lo Stato do-


vrebbe allora spendere 1,7 miliardi all’anca ma da un ente indipendente (in questo no. Senza dimenticare che l’acqua si infila caso Arera). Se la riforma dovesse passare, ovunque, in ogni interstizio, corrode e – nel purtroppo, questo trend sarebbe destinato lungo termine – buca anche la roccia. Per ad invertirsi violentemente, anche in concui tubature, condotte, impianti di depurasiderazione che improvvisi inadempimenti zione come ogni altra infrastruttura esicontrattuali andrebbero a minare la restente necessita di investimenti, il cui totale putazione (già peraltro scarsa) del nostro per la sola manutenzione ammonta a circa Paese e sarebbe ancora più difficile con5 miliardi ogni anno. Soldi che se non arvincere a rimanere della partita investitori riveranno più dalle tariffe, ma dalle tasche privati e internazionali o azionisti di grandi dei contribuenti. utility quotate, come o sono per esempio Inoltre, la nostra rete ha disperato bisogno Hera, Iren e Acea e A2A. Senza contare che di investimenti straordinari che vadano be queste società non solo difficilmente conoltre la manutenziofermeranno i miliarne, visto che il 41% LA NOSTRA RETE HA URGENTE BISOGNO di di investimenti che DI INVESTIMENTI STRAORDINARI: dell’acqua trasporhanno già programIL 41% DELL'ACQUA TRASPORTATA tata va perso durante mato nei prossimi VA PERSO DURANTE IL TRAGITTO il tragitto (ma in cercinque anni (cinque ti casi si arriva anche al 60%) e che circa da parte delle quattro ‘big four’, un terzo un quarto di acquedotti e reti fognarie ha dei 15 complessivi), ma non distribuiranpiù di 50 anni. Nel settore idrico, in Italia, no nemmeno più dividendi ai loro azionisti, si investono in media 35 euro ad abitante, sia grandi come comuni e regioni che si rimentre in Europa si arriva a 100. Oggettitroverebbero quindi con meno entrate, sia vamente, facciamo acqua da tutte le parti. piccoli, come i singoli azionisti prevaricati Come un colabrodo. E non c’è dubbio che in un loro diritto. Insomma, perché scomla gestione di tipo industriale negli ultimi mettere soldi in un Paese ad elevata alea di quattro anni abbia spinto e sostenuto gli inaffidabilità contrattuale? investimenti. Questi ultimi, solo per avere Addio investimenti, quindi. Perché la traun’idea, sono aumentati del 321% rispetto sformazione dei gestori in aziende speciali a quanto pianificato nel 2009 da quando oltre a comportare la risoluzione dei finanil settore non è più regolato dalla politiziamenti esistenti e/o l’obbligo di rimbor-

E LE TARIFFE? Quanto costa l'acqua? Le tariffe italiane non sono tra le più elevate al mondo. Lo studio Global Water Intelligence del 2017 registra un costo a Milano di 0,76 euro al metro cubo e a Roma di 1,49; a Parigi di 3,4; a Francoforte di 4,23; a Berlino di 5,3; a Copenaghen di 5,46. I gestori italiani applicano le tariffe decise dall’Autorità di regolazione (Arera) che con la riforma non sarebbe più indipendente. Le categorie deboli sono già protette attraverso un bonus idrico. sare anticipatamente il debito, saranno la pietra al collo di ogni spirito imprenditoriale, la zavorra politica del settore. Per avere un termine di paragone, nei 2.000 Comuni che oggi gestiscono direttamente il settore si investono circa 4 euro pro-capite, mentre dove sono presenti gestioni industriali si arriva a circa 40 euro a cittadino. Dieci volte tanto. Il punto è che “captare” l’acqua, renderla potabile, trasportarla, distribuirla e poi depurarla e scaricarla ha un costo. E servono infrastrutture. Per esempio, non è possibile che il trattamento delle acque reflue sia oggi fermo al 45%, con oltre 10 milioni di cittadini senza servizio di depurazione che scaricano le acque sporche direttamente nei fiumi e nei mari, con danni ambientali e sprechi, a cui sommano quasi 500 milioni di multe europee. Come non è possibile che dei 300 miliardi di metri cubi di pioggia che scendono ogni anno si riesca a captarne solo l’11%. Inoltre, se è giusto garantirne l’accesso gratuito all'acqua a chi ne ha bisogno, va sottolineato che le nostre tariffe restano tra le più basse d’Europa, per cui aumentarle non sarebbe un attentato alla democrazia, ma anzi dare il giusto prezzo ad un bene di assoluto valore. Anzi, potrebbe essere la chiave per finanziare le opere e dimezzare gli sprechi, portandoli ad un fisiologico 20%, in linea con gli standard europei.

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in collaborazione con CONFPROFESSIONI

Una bussola per orientare i professionisti sul mercato Siglata a Roma l'intesa tra Anpal Servizi e Confprofessioni per promuovere gli sportelli del lavoro autonomo presso i Centri per l'impiego. Avvio di start up e opportunità di credito tra i punti qualificanti. Si parte subito dall'Emilia

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a cura di Giovanni Francavilla

npal servizi e Confprofessioni in campo per promuovere gli sportelli del lavoro autonomo nei Centri per l'impiego. Lo scorso 21 febbraio a Roma è stato infatti siglato il protocollo d'intesa che per la prima volta in Italia dà attuazione alla disposizione contenuta nella legge 81/2017 (il cosiddetto Jobs act sul lavoro autonomo) che mira a fornire informazioni ai liberi professionisti per l'avvio di nuove start up e per l'accesso a commesse e appalti pubblici, individuare opportunità di credito e agevolazioni pubbliche a favore dei lavoratori autonomi. L'accordo sottoscritto dall'amministratore unico di Anpal Servizi, Maurizio Del Conte e dal presi-

dente di Confprofessioni, Gaetano Stella, ha una durata triennale e si propone di condividere l'iniziativa con ciascuna Regione per individuare i fabbisogni specifici del territorio; promuovere il coinvolgimento dei diversi attori che possono concorrere alla attivazione e al funzionamento degli sportelli; supportare le Regioni nella stipula di specifiche convenzioni. Lo sportello avrà il compito di orientare i professionisti nel mercato, di aiutarli a trovare opportunità. Inoltre, Anpal e Confprofessioni metteranno a disposizione delle singole Regioni la propria rete territoriale e il proprio patrimonio informativo per il funzionamento degli sportelli e si attiveranno per la rac-

colta e la diffusione di modelli e buone pratiche. «L'intesa sottoscritta con Anpal Servizi è il primo risultato tangibile dell'attenzione rivolta ai lavoratori autonomi e liberi professionisti, ordinistici e associativi, nell'ambito delle politiche attive del lavoro», afferma Stella. «Insieme con Anpal ci attiveremo subito, attraverso le nostre delegazioni territoriali, per offrire in ogni Regione un punto di riferimento qualificato che possa rispondere alla crescente domanda di informazioni sul mercato dei servizi professionali e favorire l'incontro tra domanda e offerta di lavoro autonomo». Si parte subito dall'Emilia Romagna. Lo scorso 6 marzo, in-

SALARIO MINIMO, SOLO PER CONTRATTO No al salario minimo legale. Sì alla contrattazione collettiva, come unica strada percorribile per far decollare il salario minimo. È chiara la posizione di Confprofessioni sulle proposte di legge sul salario minimo legale in discussione in questi giorni a Palazzo Madama. Intervenuta il 12 marzo scorso in audizione presso la Commissione lavoro del Senato, la Confederazione presieduta dal presidente Gaetano Stella ha sottolineato le criticità di un intervento legislativo sui salari calato dall'alto, ribadendo la centralità dei contratti che

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servono, in particolare, a «regolamentare le retribuzioni in maniera differenziata a seconda delle posizioni occupate e nell’ambito di una ampia cornice di istituti e diritti contrattuali». Secondo Confprofessioni bisogna promuovere l'integrale applicazione dei contratti collettivi; semplificare il quadro che regola la contrattazione collettiva, i parametri di misurazione della rappresentatività datoriale e sindacale e i cosiddetti perimetri contrattuali. Su questi temi si sta già lavorando al Cnel, ha ricordato Confprofessioni.

fatti, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, la presidente di Confprofessioni Emilia Romagna, Maria Pungetti e l'Agenzia regionale per il Lavoro hanno firmato un protocollo, che dà seguito all'intesa nazionale, per la sperimentazione di servizi di supporto al lavoro autonomo. Il documento prevede l’apertura di ‘Sportelli per il lavoro autonomo’, in via sperimentale, nei Centri per l’impiego dei capoluoghi di provincia e della Città Metropolitana di Bologna. Gli Sportelli dovranno offrire servizi di supporto al lavoro autonomo, mediante attività di informazione e orientamento alle opportunità libero professionali sul territorio regionale, per persone in cerca di prima o nuova occupazione, con priorità agli utenti che dichiarino di aver svolto esperienze di lavoro autonomo e attività libero professionale. «Siamo molto soddisfatti – dichiara la presidente Pungetti – Gli Sportelli per il lavoro autonomo rappresentano un obiettivo importante della nostra attività sindacale. Frutto di un lavoro svolto da Confprofessioni a livello nazionale, e che da oggi trova in Emilia Romagna una sua prima attuazione anche a livello territoriale».


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Il ruolo cruciale del Cfo nel complicato processo di trasformazione delle Pmi Per rimanere competitive, le aziende devono intraprendere un processo di crescita. Il Chief operating officer assume un ruolo di leadership grazie alla capacità di gestire evoluzioni normative e informazioni strategiche di Carmine Scoglio* (* vicepresidente Andaf)

L'

importanza delle aziende di piccole e medie dimensioni (PMI) è stata riconosciuta dalla Commissione Europea che le ha definite come il “motore dell’economia europea1”. Nel sistema produttivo italiano le PMI rappresentano circa il 99% del totale delle imprese2, per la maggior parte gestite a livello familiare e con una struttura di meno di cinquanta addetti. In Italia si stima che le aziende familiari siano oltre l’85% del totale aziende e che pesino in termini di occupazione per circa il 70%; questo tema sarà peraltro oggetto di approfondimento specifico nell’ambito dei lavori ANDAF. Se da un lato appare evidente la flessibilità delle PMI nel reagire agli stimoli del cambiamento,, dall’altro tali realtà soffrono sia di un divario dimensionale e tecnologico che della scarsità di competenze a livello manageriale, agendo in un contesto attuale sempre più globale, mutevole ed

CARMINE SCOGLIO

al tempo stesso complesso. visione di know how tra le diverse Come presupposto per rima- figure manageriali, che tramite la nere competitivi, la PMI dovrà capacità di analisi ed elaboraziointraprendere necessariamente ne delle informazioni. un percorso di crescita dimen- E ancora, il CFO in quanto resionale e di rafforzamento delle sponsabile della produzione delle competenze e quindi effettuare informazioni rilevanti ai fini deciun forte investimento in risorse sionali e strategici può assumeumane, tecnologiche e finanzia- re all’interno della PMI un ruolo rie. di leadership grazie alle sue La mancanza attuale di figure e competenze specifiche legate al ruoli manageriali impone quin- business generato dall’Azienda, di nuove ma anche LA MANCANZA DI FIGURE sfide culalla capaciE RUOLI MANAGERIALI turali che tà di saper IMPONE UN PROFONDO passano gestire le CAMBIAMENTO attraverso evoluzioni ORGANIZZATIVO un profondo normative cambiae valutarmento organizzativo, l’introdu- ne gli impatti fiscali e finanziari, zione di nuovi meccanismi di go- non riducendo il suo ruolo al solo verno e gestione dell’impresa, la presidio degli adempimenti e definizione di sistemi di controllo della conformità normativa delle e la trasformazione tecnologica attività svolte3 ed essere l’abilitae, in determinati casi, anche at- tore proattivo del processo di tratraverso il cambio generazionale. sformazione organizzativa e tecEd è per questo che come ANDAF nologica. A solo titolo di esempio, riteniamo che anche nell’ambito un’occasione di crescita e camdelle PMI la figura del CFO possa biamento culturale, tecnologico ricoprire un ruolo chiave nel pro- ed organizzativo all’interno delle cesso di definizione e attuazione PMI può essere immediatamendella strategia di crescita e cam- te rappresentato dalla revisione biamento, sia attraverso la condi- dei processi amministrativi ai fini

degli obblighi derivanti dall’introduzione della fattura elettronica in Italia. Le PMI che sfrutteranno questa occasione per ottimizzare, digitalizzare ed efficientare i propri processi amministrativo contabili, godranno di un vantaggio temporale rispetto alle dirette concorrenti europee, che affronteranno il passaggio alla fatturazione solo tra qualche anno. Un ultimo spunto di riflessione: spesso le PMI hanno la necessità di non appesantire il conto economico con costi fissi, uno strumento importante da utilizzare per favorire lo sviluppo e la crescita (e a volte anche il risanamento) è quello del temporary manager, figura ancora non completamente assimilata nella cultura delle nostre aziende ma che, se correttamente individuata, consente il raggiungimento di obiettivi di breve e medio termine senza penalizzare in termini di costi. 1 Commissione Europea. Guida dell’utente alla definizione di PMI 2 Confartigianato 2017 3 C. Scoglio, Verso il CFO 4.0: sfide e opportunità della digitalizzazione del controllo di gestione. 3° Forum Controllo Di Gestione - 28 Settembre 2018. Ipsoa.

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APPROFONDIMENTI

Realtà virtuale e «Crm limbico» per vendere con le emozioni Le nuove tecnologie permettono di personalizzare l'esperienza d'acquisto facendo leva sull'emotività del cliente, anche grazie ai nuovi sistemi di profilazione individuale e al supporto delle neuroscienze di Lorenzo Dornetti *

D

a tempo si parla di quanto le nuove tecnologie permettono campagne pubblicitarie ed azioni commerciali “cucite addosso” ad ogni consumatore. La tecnologia trova ulteriore accelerazione dalle neuroscienze applicate al mondo delle vendite, veri e propri strumenti per realizzare l’“unique selling proposition” specifica per il cervello di ogni cliente. Molti sono i sistemi utilizzati per realizzare una vendita personalizzata sul cervello di ogni consumatore. Come il Crm limbico, in grado di associare alla profilazione dei clienti non solo lo storico degli acquisti e dati anagrafici, ma anche i comportamenti che ne svelano le emozioni dominanti. È possibile associare ogni cliente a specifici “pattern emotivi” in funzione del comportamento non verbale, di quanto comunicato al personale commerciale nelle interazioni precedenti e analizzando i dettagli negli acquisti. È scientificamente assodato il ruolo dell’attivazione delle aree limbiche, le porzioni di cervello dell’emotività, nelle scelte di acquisto. Questa “conoscenza emotiva” del cliente, opportunamente registrata, permette al consumatore che entra in store o al visitatore abituale di un e-commerce di essere accolto in modo specifico. Consente di mostrare una

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serie di prodotti dedicati, valorizzando le caNell’estetica, le donne individuano il colore ratteristiche “emotivamente” più apprezzate. dell’ombretto vedendo direttamente come il Poi c'è il neuromarketing situazionale: la sticolore si adatta alla propria carnagione, senmolazione sensoriale guida il cliente nell’eza l’obbligo di provarlo davvero sulla pelle. sperienza d’acquisto. Un sistema di telecaQuesta stimolazione sensoriale con realtà mere ad infrarossi permette di sapere con aumentata riduce la fatica del comprare. Tutprecisione, momento per momento, chi è in to è molto più piacevole. store in termini di sesso ed età. Questo dato E in futuro? L’associazione tra comportapermette di adattare il contesto di vendita al menti, proposte e caratteristiche del cliente mix di clienti presenti in punto vendita, camè accelerato dall’utilizzo dal “riconoscimento biando in funzione dei clienti presenti sottodell’iride”. Sistemi automatici all’ingresso di fondo musicale, tipologia di profumo, bevanun centro commerciale potranno riconosceda offerta, esposizione. È una rivoluzione, re ogni specifico cliente dal suo iride, deterperché la tecnologia minando una serie unita alle conoscenze DALLA REALTÀ VIRTUALE DEGLI STORE di azioni per creare ONLINE AGLI "SPECCHI MAGICI" del neuromarketing un’esperienza di acNEI NEGOZI FASHION: IL FUTURO È GIÀ determina che il diquisto unica. ARRIVATO E RICORDA ORWELL spositivo commerciale Il rapporto tra Neusi adatta ai clienti e non più i clienti al conterovendita e tecnologia è un campo straordisto commerciale. nario. Vetrine e cartelloni che cambiano in Le persone amano comprare, ma odiano le base all’”Eye tracking". Messaggi pubblicitari fatiche dello shopping. Ben venga, dunque, tarati sul tipo di musica ascoltata nelle ultime la realtà aumentata Sia nell’e-commerce 48 ore. Misurazione del livello di stress per evoluto, sia negli store tradizionali, la “virtual adattare la relazione con il cliente. Fantareality” permette un’esperienza d’acquisto scienza? No, assoluta realtà. Qualcuno vede unica. Nei negozi fashion, attraverso specquesta sinergia tra neurovendita e tecnologia chi tecnologici, il cliente può cambiare colore come l’inizio del mondo di Orwell. Nella soo tipo di abito semplicemente con un tocco cietà dei consumi, il controllo avrebbe inizio che fa “realmente vedere addosso” com’è proprio nel mondo delle vendite. Tecnologia e il diverso outfit, azzerando conoscenza non sono mai il problema, le conla fatica di spogliarsi e riseguenze derivano semmai dall’uso distorto * LORENZO DORNETTI, LAUREATO IN NEUROSCIENZE ALL’UNIVERSITÀ SAN RAFFAELE DI MILANO – DOVE vestirsi. Il cliente sceglie la e dall’eventuale assenza di etica di chi le utiOGGI LAVORA - NEL 2006, HA FONDATO TRE ANNI PIÙ montatura degli occhiali più lizza. Manipolazione totale degli acquisti per TARDI AGF GROUP, L’UNICA ORGANIZZAZIONE IN ITALIA COMPOSTA DA PSICOLOGI SPECIALIZZATI adatta al suo viso fermando un consumatore fintamente libero oppure NEL RECRUITING E NELLA FORMAZIONE DEL PERSONALE COMMERCIALE. HA DEPOSITATO IL una “girandola virtuale di massima felicità di un cliente che vive un’eBREVETTO NEUROVENDITA©. TRA I SUOI CLIENTI: VODAFONE, ALLIANZ, SORGENIA, GEFCO, BARILLA, modelli”, visualizzando sul sperienza d’acquisto finalmente su misura? FEDERAZIONE MODA ITALIA, BLUMARINE, WOOLRICH, volto le diverse tipologie. Ai posteri l’ardua sentenza. SALMOIRAGHI E VIGANÒ.


speculativi, che acquistano a sconto i crediti bancari comprando quindi dei pacchetti immobiliari al fine trarre profitto da una successiva vendita. Se avete pensato «a chi ?» vi state facendo una domanda corretta, anche perché il mercato italiano è abbastanza limitato e chi oggi vende è lo stesso che ieri ha comperato. Oggi il comparto immobiliare è quindi bloccato tra uno scambio di beni tra chi ha comprato a forte sconto e chi invece si è allora indebitato e poi ha dovuto restituirete gli asset acquisiti alle banche che hanno venduto con un forte sconto. Il problema immobiliare forse non è degli immobiliaristi o presunti tali, ma è di una concessione del credito facile. Ma quindi il cambiamento dove è? Dove ci sono i visionari del real estate. Dove il mercato immobiliare è fatto da operatori che sulla base di progetti economici, quindi non solo ingegneristico - architettonici, sviluppano o trasformano dei beni creando un valore aggiunto. Per risollevarsi dalla crisi del mattone bisogna evitare di commettere Prima vengono i numeri e poi la bellezza. gli stessi errori del passato. E guardarsi intorno, per scoprire Come nel Regno Unito, dove il denaro vieche oltre confine c'è chi ha trovato la soluzione: puntando sulla qualità ne corrisposto con le medesime modalità italiane, ma con una sostanziale differenza: di Marco Davide Castejon che gli operatori coinvolti devono garantire la propria conoscenza del settore e devono he il mondo immobiliare abbia bisonella speranza che quel tempo ritorni. Facdimostrare di avere già fatto qualche cosa di gno di un cambiamento non è una nociamo un passo indietro. Per comperare un analogo. O in Svizzera, mercato dei puffi per vità. Nè lo è che oggi il settore risenta immobile ci vogliono i soldi e se non li hai dimensione, ma in cui il settore è regolato di una forte crisi, forse più che altro legata vai dalle banche. Sono il facile capo espiada quanto occorre e quanto realmente seralle varie crisi finanziarie avventure nel cortorio di quasi tutto quello che succede, ma ve. La garanzia deve essere pari alla richieso di questi anni. E soprattutto, non è una in questo caso ci hanno messo del loro, in sta di investimento. Gli alti paesi sono fernotizia (anche se nessuno lo sottolinea) che i quanto hanno finanziato il comparto immati e hanno analizzato quello che di buono valori presenti nei bilanci delle varie società mobiliare senza una hanno e ciò poteva di gestione o dei fondi immobiliari non riprecisa logica di usci- IL SETTORE IMMOBILIARE PUÒ TRARRE essere una valida atVANTAGGIO DALLE RICCHEZZE spettino l’andamento del mercato. La notizia ta, senza ipotizzare trattiva per gli altri. CHE L'ITALIA OFFRE: NATURA, CULTURA, è che, mentre il resto del mondo s’industria fin da subito che se il Ma il settore immoARTE ED ENOGRASTRONOMIA per risolvere la situazione, l’Italia si ostina settore avesse avuto biliare non sono solo a ripercorrere i vecchie cliché di un tempo, dei problemi i maggiori danni gli avrebbero i grattacieli o lo shopping: è anche ciò che avuti loro e che loro non avendo la “cultura l’Italia offre. Ed è qui che il sistema paese di impresa “ non avrebbero saputo che cosa insieme al settore immobiliare deve porre le L'AUTORE, farne dei beni finanziati. Non solo: hanno basi per il suo futuro e per il rilancio di se MARCO DAVIDE CASTEJON, È STATO COMMISSARIO anche utilizzato dei parametri che sono solo stesso. L’Italia è turismo, è natura, è cultura, DI RISANAMENTO NEL 2009 validi per il mercato italiano. Arrivata la crisi, è arte, è cibo, è tutto ciò e tutto ciò forse è le banche si sono trovate a dovere svalutare il caso che cominci a essere e diventare un i loro crediti. E sugli Npl sono arrivati i fondi prodotto immobiliare.

Immobiliaristi per caso, i vecchi cliché non vanno più

C

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APPROFONDIMENTI

L'etica conviene al business purché non sia una moda Il nostro Paese è la patria dell'economia circolare, davanti a Regno Unito, Germania e Francia. Per non perdere il primato, la Liuc Business School propone un corso di formazione itinerante tra le imprese più virtuose di Riccardo Venturi

L'

Italia è la patria dell'impresa etica e sostenibile. Lo dimostra da ultimo, a onta della nostra atavica abitudine di piangerci addosso, il primo rapporto nazionale sull’economia circolare in Italia 2019, realizzato dal Circular Economy Network e da Enea: siamo a 108 punti, seguiti a distanza da Regno Unito con 90, Germania con 88 e Francia con 87. Proprio in tema di business ethics la Liuc Business School promuove un corso di formazione itinerante tra alcune delle aziende che, accanto al valore economico, costruiscono valore sociale e ambientale. Un percorso per imprenditori, manager e professionisti ideato da Massimo Folador, docente di Business Ethics della Liuc Business School, che prende il nome dal suo libro "Storie di ordinaria economia". «Mi occupo da anni, da tempi non sospetti, di business ethics» racconta Folador, «di imprese che si occupano di sostenibilità in modo serio, mettendo assieme persone, ambiente e profitto secondo l'efficace slogan americano "people, planet, profit": l'equilibrio tra queste tre componenti è essenziale per renderle sostenibili». Non tutte le aziende che affermano di lavorare in direzione della sostenibilità e dell'etica lo fanno davvero: «Ci sono quelle che fanno “green washing”: essere etici è trendy e c'è qualcuno che cavalca la moda»

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mette in evidenza il docente di Business Ethics, «ma per mia fortuna svolgo questa MASSIMO FOLADOR, DOCENTE DELLA LIUC BUSINESS SCHOOL attività da anni e incontro o allontano le aziende in base al loro vero atteggiamento verso la vita e il mondo economico». Il tradizione italiana dell'impresa etica ha primato italiano in tema di impresa etica prodotto esempi di eccellenza: «Ferrero in deriva in primo luogo dalla storia: «Quello primis, è impressionante quel che ha fatto del business ethics è un pensiero che si per 40, 50 anni» sottolinea il docente della rifà all'economia civile italiana di Antonio Liuc Business School, «facevano i focus Genovesi» spiega group sui clienti neIL PERCORSO IDEATO DA MASSIMO Folador, «un filone gli anni '60, azioni di FOLADOR, DOCENTE DI BUSINESS che fa capo anche welfare aziendale 30 ETHICS, SI RIVOLGE A IMPRENDITORI, a Verri, Beccaria, anni fa. Sono azienMANAGER E PROFESSIONISTI Cattaneo. La prima de che precedono i cattedra di economia fu istituita in Italia tempi, non aspettano gli obblighi di legge a metà del Settecento con questo tipo di perché ci credono». E ci guadagnano anapproccio. Poi venne Adam Smith e l'eche: «La componente profitto deve andare conomia tradizionale, basata sul profitto, insieme a persone e ambiente. Si pensi a ebbe il sopravvento. Le conseguenze oggi Brunello Cucinelli: è l'azienda di fashion sono evidenti in termini di clima, ambienitaliana che ha l'ebit maggiore» conclude te, diseguaglianza, disoccupazione». La Folador.

UN VIAGGIO AL CENTRO DELL'IMPRESA ETICA Il percorso di formazione della Liuc Business School “Storie di ordinaria economia” prevede 4 tappe in altrettante diverse realtà, nelle quali non solo la qualità del prodotto, del processo e l'innovazione, ma anche l'attenzione alle persone, alle relazioni e all'apertura al contesto territoriale locale divengono le linee guida

per lo sviluppo di nuovi modelli d'impresa, in cui si restituisce al lavoro il suo vero valore sociale. Ecco i 4 appuntamenti: 9 maggio - Storia di creatività che si trasforma nel tempo: Frigoriferi Milanesi Milano 27 giugno - Storie di tradizione e innovazione: Mazzucchelli 1849 e NAU! - Cast. Olona (VA)

24 ottobre - Storia di passione e family business: Tenuta Montemagno (AT) 5 dicembre - Storie di lavoro, dignità e riscatto: Istituto Penale Minorile Beccaria - Milano Per info e iscrizioni: www. liucbs.it/formazionemanageriale/ formazione-a-catalogo/ storie-di-ordinariaeconomia/


DIRITTO&ROVESCIO

La flat tax per i pensionati che ricorda il povero Lazzaro L'imposta sostitutiva al 7% sui redditi prodotti all'estero per attrarre i non residenti al Sud rischia di raccogliere solo le briciole senza agevolare la crescita economica e industriale del Mezzogiorno di Francesco Sperti*

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na nota parabola narrata da Gesù racconta la storia del povero Lazzaro che stava alla porta del ricco, bramoso di sfamarsi di ciò che cadeva dal suo tavolo. Sembra essere questa l’immagine emblematica di ciò che l’Italia è stata capace di fare con la nuova disposizione normativa contenuta nella Legge finanziaria per il 2019, volta ad attrarre nelle zone del sud i pensionati non residenti. L’articolo 1, commi 273 e 274 della Legge 145/2018 ha introdotto il nuovo art. 24ter del Tuir, che offre la possibilità, per le persone fisiche titolari di redditi di pensione di fonte estera, di optare per un’imposizione sostitutiva dell'Irpef, a patto che trasferiscano la residenza fiscale in Italia, in uno dei Comuni appartenenti al territorio delle Regioni Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia, con popolazione non superiore ai 20.000 abitanti; ulteriore condizione è che esse non siano state fiscalmente residenti in Italia per almeno cinque periodi d'imposta precedenti a quello in cui l'opzione diviene efficace. L’opzione è esercitabile dalle persone fisiche provenienti da Paesi con i quali sono in vigore accordi di cooperazione amministrativa. La norma completa il quadro degli scempi legislativi coinciata dall’articolo 24bis del Tuir, di cui abbiamo già parlato, in un prece-

dente articolo, a proposito dei neo-residenti. In questo caso, si parla dell’applicazione di un'imposta sostitutiva pari al 7% annuo, per i primi 5 periodi di imposta, sui redditi di qualunque natura, percepiti da fonte estera o prodotti all'estero. Ulteriore possibilità è quella di escludere da tale regime impositivo i redditi prodotti in uno o più Stati o territori esteri, dandone specifica indicazione in sede di esercizio dell'opzione ovvero con successiva modifica della stessa. Soltanto in tal caso, per i redditi prodotti nei suddetti Stati o territori esteri si applica il regime ordinario e compete il credito d'imposta per i redditi prodotti all'estero. Ora, non v’è chi non veda in questa norma parecchie criticità, a cominciare dalla solita violazione del principio di capacità contributiva. In secondo luogo la norma, pur presentando alcune diversità applicative rispetto al regime dei neo-residenti (ad esempio non menziona allo stesso modo i redditi diversi prodotti da cessione di partecipazioni nel novero di quelli assoggettati ad imposta sostitutiva, oppure non contempla l’esenzione dalle imposte di succcessione o donazione, ecc.), non prevede divieti alla possibilità di optare per l’applicazione dell’una o dell’altra agevolazione in differenti periodi di imposta. Ciò comporterebbe, quindi, di poter ad esempio optare per il regime dei pensionati per il primo anno,

sfruttando la possibilità di tassare con imposta sostitutiva eventuali capital gains, per poi passare al regime dei neo-residenti a partire dal secondo anno, sfruttando tutte le possibilità che l’art. 24bis offre in campo di esenzione da imposte di successione (che sarebbe un tema che comunque tocca i pensionati). Inoltre, la ratio della norma sarebbe non solo quella di attrarre pensionati stranieri nei piccoli centri del sud Italia, ma anche di evitare un fenomeno di trasferimento all’estero degli italiani. In tal caso, dimentica di prevedere l’imposta sostitutiva anche per le pensioni italiane, cosicché i residenti che hanno in mente di partire per altri Paesi alla ricerca di una tassazione meno opprimente continueranno a farlo. Al contrario, molto spesso le pensioni estere sono di modesto importo, col risultato che una tassazione del 7% su importi contenuti serve davvero a poco. Morale della favola: l’Italia anziché attrarre investimenti di giovani (o vecchi) imprenditori, attrarre capitali e risorse spostate all’estero in tempi non sospetti e agevolare la crescita economica ed industriale (soprattutto al sud) in maniera seria, si accontenta delle briciole che cadono dalle ricche tavole degli altri Paesi, che ingrasseranno tassando i frutti degli investimenti ivi effettuati e prodotti.

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APPROFONDIMENTI

fondo, attraverso un Avviso dedicato alla formazione delle start up e delle pmi innovative. Lo strumento sarà operativo a breve. In questo modo, Fonarcom fornirà a tutte le aziende aderenti, in possesso del requisito dell’innovatività, una risposta al fabbisogno formativo utile al consolidamento delle conoscenze e delle competenze gestionali e di presidio dei processi. Per Andrea Cafà, presidente del fondo: «Dato che nelle aziende che si occupano d’innovazione il capitale umano è il motore principale che consolida la crescita, la formazione risulta un valore imprescindibile. Per chi sviluppa innovazione investire costantemente nelle competenze è quasi una scelta obbligata, che necessita di risorse finanziarie che Fonarcom nel tempo può assicurare senza gravare sui bilanci aziendali». L’Avviso predisposto da Fonarcom prevede la possibilità di finanziare piani formativi Per sostenere gli innovatori ad affermare il loro piano di business, aziendali, limitatamente alle start up e alle Fonarcom sta per lanciare un avviso che mette a disposizione una "dote" pmi innovative che siano iscritte all’apposida 300 mila euro che finanzierà piani formativi aziendali to registro speciale del Mise. La dotazione dell’Avviso sarà di 300.000 euro. Le proposte di Paolo Andreoni potranno essere candidate da enti e agenzie formative accreditate per la formazione bbiamo sempre guardato al mondo e di incoraggiare nuova imprenditoria - che continua, ma grande importanza viene data delle start-up e delle pmi innovative segua, e non insegua, faticosamente, le al coinvolgimento attivo di incubatori certicome a un club ristretto di imprenprospettive mondiali sempre più orientate ficati e incubatori universitari. ditori bravi e capaci, con idee innovative da all’integrazione con le nuove tecnologie, allo «È necessario che il sistema della formaziosviluppare nella loro “azienda laboratorio”, sviluppo di nuovi prodotti intelligenti - quali ne continua dialoghi in modo più attivo con con tante aspettative e speranze legate alla azioni concrete si possono attuare per soi soggetti che promuovono quotidianamente fatidica domanda: ce la faranno i nostri eroi stenere crescita e sviluppo? Il piano naziola crescita e il consolidamento dell’ecosistead affermare il loro modello di business, a nale degli incentivi ma start up italiano PER IL PRESIDENTE DI FONARCOM, entrare da protagonisti di successo nel “gio4.0 e l’ultima legge – dice ancora Cafà – ANDREA CAFÀ, «L'OFFERTA FORMATIVA co d’impresa globale” e a creare ricchezza di bilancio prevedono affinché l’offerta forDEV'ESSERE ADEGUATA A QUESTE e lavoro? risorse che sostenmativa sia adeguata, AVANGUARDIE DELL'INNOVAZIONE» In quali settori sono impegnate le start-up gono prevalentemenper contenuti e quaitaliane? Oltre il 70% nei servizi alle imprete gli investimenti delle aziende che hanno lità, a queste avanguardie dell’innovazione, se, in ambito energetico, e poi nella ricerca i requisiti: fondi di venture capital, sgravi ficosì come, più in generale, a tutte le imprese industriale e nello sviluppo sperimentale, scali agli investitori, nuovi assetti alla privache intraprendono tale strada». Per candidama anche nelle attività sociali (ultimo Raptizzazione di Invitalia, l’agenzia governativa re un piano formativo, o partecipare a un piaporto del Mise dedicato alle start-up e pmi dedicata a gestire le misure. no promosso da un ente terzo, occorre che le innovative): un mondo in fermento, con gli Fonarcom, fondo interprofessionale per la imprese abbiano deciso di destinare a Fonarindicatori macroeconomici che registrano formazione continua, propone di sfruttacom le risorse del contributo integrativo (art. una crescita costante. Andando al sodo, vire l’opportunità di realizzare la formazione 25 della legge n. 845/1978 e s.m.i) entro la sto che in Italia c’è bisogno di creare lavoro gratuitamente, utilizzando le risorse del data di presentazione del piano stesso.

La formazione gratuita che fa crescere le start-up

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PRIVATE BANKER

Quel mix tra ingenuità e avidità che fa la fortuna dei truffatori Dal caso dei "diamanti da investimento" alle promesse di rendimenti fino al 120%: di fronte alla scarsa cultura finanziaria dei risparmiatori lo Stato può fare molto, ma non tutto. Anche, paradossalmente, nell'era della Mifid2 di Ugo Bertone

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ei primi due mesi del 2019 la Consob ha adottato 22 provvedimenti inibitori nei confronti di 34 siti Internet e 3 pagine Facebook colpevoli di aver promosso abusivamente prodotti e servizi finanziari in odore di truffa ai danni di risparmiatori/ speculatori attratti dalla promessa di rendimenti elevati (fino al 120 per cento). Buona parte delle proposte provengono da società domiciliate in paradisi fiscali: Saint Vincent e Grenadine, Virgin Island, isole Marshall ed altri atolli del Pacifico accomunati da regimi societari al riparo dalle autorità di mercato. L’epilogo di queste disavventure finanziarie è stato, chiaramente, rovinoso. La Consob, che non ha ovviamente armi efficaci per recuperare il maltolto, ha previsto sulla propria home page un’apposita sezione dal titolo “Occhio alla truffa” con l’elenco, sempre aggiornato, dei moderni pirati appostati nei Caraibi. Può bastare? Sicuramente no, perché, ahimè, non v’è medicina di sorta al mix tra ingenuità ed avidità che da sempre è il miglior alleato dei truffatori. Ma l’arte della stangata è solo la punta dell’iL'AUTORE UGO BERTONE. TORINESE, EX FIRMA DE "IL SOLE-24 ORE" E "LA STAMPA", È CONSIDERATO UNO DEI MIGLIORI GIORNALISTI ECONOMICOFINANZIARI D'ITALIA

ceberg dell’ignoranza che affligge una parte purtroppo non piccola dei risparmiatori italiani, da sempre nelle posizioni di coda nelle classifiche di cultura finanziaria per quella strana sindrome che affligge molti italiani: forti risparmiatori, ma talvolta incapaci di andare al di là di una generica fiducia nei confronti delle persone o delle istituzioni cui hanno affidato i propri soldi. Ma, soprattutto, convinti, a torto, che lo Stato possa sempre rimediare agli errori individuali. Le truffe, insomma, sono l’esempio estremo di un atteggiamento sbagliato per cui nella scelta di un investimento conta più la fiducia nell’intermediario che non il valore del bene che si acquista. Senza dimenticare che, il più delle volte, quel che viene spacciato per il parere della banca (o di altra struttura finanziaria) è semplicemente l’opinione del bancario di turno. O, come abbiamo visto nel caso dei diamanti collocati ai clienti da parte delle reti, di funzionari che spesso potevano lucrare ottimi bonus dalle società di vendita, indipendenti dalla banca che in questo caso si limitava a prestare all’operazione la propria vetrina. Per carità, la responsabilità delle banche, insomma, è rilevante e giustifica sia i risarcimenti che le eventuali aggravanti che verranno decise dalla magistratura (facile prevedere lunghi strascichi giudiziari). Ma questo non assolve la dabbenaggine dei ri-

MARCELLO MANNA

sparmiatori che, senza informarsi in maniera adeguata, privilegiano la fiducia personale finendo, come abbiamo visto fin troppe volte negli ultimi anni, vittime di raggiri o anche di semplici errori di “esperti” allo sportello che esperti non erano. Lo Stato, di fronte alla scarsa cultura finanziaria di una parte dei risparmiatori, può fare molto, ma non tutto. Certo, fa specie constatare che, in presenza di una normativa estremamente puntigliosa sul fronte della Mifid2, sia stato possibile (e ancora lo sia) collocare “diamanti da investimento”, una categoria che esiste solo da noi, per centinaia di milioni presso investitori che non hanno alcuna nozione per distinguere un vetro qualsiasi da un diamante prezioso. A scatola chiusa, per giunta. Eppure, ormai anche per i diamanti come per le Borse esiste un listino, detto Rapaport, che aggiorna i prezzi (consultabili su Internet) di settimana in settimana. Senza dimenticare che, come spiega Marcello Manna della Investment Diamond Company di Anversa, «al risparmiatore medio, seppur ingolosito da guadagni abbondanti e garantiti, sarebbe bastato rivolgersi ad un qualsiasi gioielliere al dettaglio oppure dare uno sguardo su internet per avere subito un quadro più preciso della questione». Anche in questo caso, come per i pirati dei Caraibi, l’ignoranza non può essere una scusa.

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QUEL CHE RESTA DEL MESE in collaborazione con ILSUSSIDIARIO.NET

Il peso geopolitico dell’Italia si chiama Eni Il paradosso di un paese privo di idrocarburi che ha un’eccellenza nell’industria petrolifera DI PAOLO ANNONI

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enerdì si è tenuto l’investor day di Eni a Milano a cui hanno partecipato analisti e investitori oltre a una nutrita schiera di giornalisti. Addentrarsi nei target di produzione è sicuramente interessante, ma la sensazione che vale la pena raccontare non ha nulla a che fare con i numeri. Quello che vale la pena raccontare è quanto appaia singolare e strana questa società sia agli italiani che soprattutto agli stranieri. Il peso geopolitico dell’Italia soprattutto oggi, ma anche 70 anni fa, con un Paese uscito dalla guerra da perdente e distrutto, non giustifica in nessun modo la presenza di una società come Eni che in teoria non dovrebbe esserci. Occuparsi di petrolio e gas significa entrare nel cuore di un’economia e di un’industria di un Paese e quindi anche della sua politica e del suo sviluppo. Senza gas e petrolio, a prezzi concorrenziali, il boom economico italiano non sarebbe esistito; questo vale anche per tanti Paesi in via di sviluppo con cui Eni e l’Italia tramite essa entra in contatto. Pensiamo alla vicenda di Zohr che cambia almeno per i prossimi dieci anni le prospettive dell’Egitto, passato dall’essere in grave difficoltà per mancanza di gas, con ripercussioni pesanti sull’industria, all’indipendenza energetica e magari, domani, persino a hub dell’intera area. Su queste vicende, economiche, si intrecciano scenari politici e geopolitici molto più ampi.

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CLAUDIO DESCALZI

Essere un partner, magari collaborativo e “costruttivo”, ha un valore immenso per Paesi di solito abituati a un ruolo subalterno. Per l’Italia tutto questo è senza prezzo. Non si tratta solo di avere i mezzi per consentire a un’intera industria di avere le stesse possibilità dei concorrenti, con prezzi per l’energia simili, si tratta anche di poter instaurare rapporti commerciali e di collaborazioni di lungo periodo. Pensate a come si devono essere sentiti quelli di Shell quando Eni ha scoperto il giacimento più grande mai scoperto nel Mediterraneo negli ultimi decenni. Non si SENZA GAS E PETROLIO, A PREZZI CONCORRENZIALI, IL BOOM ECONOMICO ITALIANO NON SAREBBE ESISTITO. QUESTO VALE ANCHE PER ALTRI PAESI

devono essere sentiti particolarmente bene perché quella stessa area, dove oggi c’è Zohr, l’avevano esplorata anche loro con gli stessi dati che aveva in mano Eni; solo che Eni li ha saputi leggere molto meglio e poi ha deciso di rischiare un buco di molte decine di milioni di dollari in una fase in cui l’industria se la passava malissimo per via dei prezzi bassi. Solo un’enorme ingenuità ci può indurre a pensare che una scoperta di questo tipo con i suoi impatti geopolitici non rompa equilibri e disegni geopolitici consolidati e non scateni reazioni. Vorremmo dire altre due cose. L’Italia, che

come noto non ha idrocarburi, ha proprio nell’industria petrolifera una delle maggiori eccellenze; c’è un settore molto grande che passa dall’esplorazione alle costruzioni di raffinerie e impianti chimici che ha davvero pochissimi eguali, non arriviamo alle dita di due mani, a livello globale. Un settore che paga stipendi veri a ingegneri chimici, meccanici, a geologi. La stessa Milano, la capitale economica del Paese, ha nel settore petrolifero uno dei motori principali. Non se ne parla perché la moda si vende meglio, eppure è così. È un settore da proteggere e tutelare, magari evitando di farsi scippare l’Adriatico dai vicini croati. Le rinnovabili hanno un ottimo futuro, ma di certo sono molto ma molto lontane da poter rimpiazzare gli idrocarburi. Parliamo poi di rinnovabili. I soldi che occorrono per acquisire tecnologie e competenze si misurano in miliardi di euro soprattutto se si vogliono posizioni di leadership e questi soldi oggi in Italia le hanno solo società come Eni e quelle del suo settore. Solo loro, con i soldi fatti nei settori tradizionali, hanno la capacità di fuoco e le competenze per spendere i tanti soldi che servono in questo settore. È già così e sarebbe il caso che continuasse evitando inutili suicidi di cui gli unici che godono sono i nostri concorrenti. da www.ilsussidiario.net


valleverde.it


TALENT SHOW

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CI PIACE L’ATENEO DI BARI VALE QUANTO LA BOCCONI Dalla commissione di esperti dell’Anvur l’importante riconoscimento all’università pugliese: ora fa parte del gruppo “B”

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e a Milano ci fosse l’Università Aldo Moro sarebbe una piccola Bari». La parafrasi della vecchia battuta dell’orgoglio pugliese si legittima dopo la notizia che l’Anvur, cioè la commissione di esperti del ministero dell’Istruzione che periodicamente verifica e certifica la qualità formativa delle università italiane, nell’ultima revisione ha collocato il piu grande ateneo pubblico del Mezzogiorno, appunto l’Università di Bari, alla pari della celebre Università Bocconi, del Politecnico di Torino e dell’Università di Torino, con il giudizio pienamente soddisfacente, corrispondente alla lettera B nel rapporto di valutazione ai fini dell’accreditamento periodico della sede e dei corsi di studio. Davanti a questo gruppo “B” soltanto l’università di Trento. Una soddisfazione per il Rettore Antonio Uricchio – tra l’altro, autorevole componente del comitato scientifico di Economy – che tra pochi mesi concluderà il suo mandato, per andare auspicabilmente a ricoprire incarichi anche più prestigiosi. La Commissione Anvur ha effettuato una visita approfondita dell’università barese, esaminando tutti i documenti di carattere strategico, finanziario, programmatorio e incontrando studenti, docenti e personale amministrativo, ha, infatti, espresso un giudizio ampiamente positivo che ha interessato l’intero ateneo come anche i 12 Corsi di studio e 3 Dipartimenti direttamente coinvolti. Il Rettore Uricchio ha sottolineato che «questo importante risultato è frutto dell’impegno corale di tutte le componenti accademiche e che conferma un trend forte di sviluppo e di crescita, ma anche una forte coesione».

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Un riconoscimento meritato e conquistato “in salita” per il Rettore Antonio Uricchio e la sua squadra

I colossi americani contrastano Trump solo per vendere meglio i loro prodotti

uò un petroliere segare il ramo sul quale è seduto? È verosimile che chi vive estraendo e raffinando idrocarburi sostenga in buona fede la causa delle energie rinnovabili? È una domandina semplice-semplice che autorevolmente il Financial Times ha rilanciato qualche giorno fa per la firma di Gillian Tett, con riferimento particolare a Bp ed Exxon (nella foto, il ceo Tony Hayward) ma che si può validamente riferire a tutti i gruppi petroliferi - compreso il nostro Eni - che da una parte professano il massimo impegno verde e dall’altro investono miliardi nella ricerca di nuovi giacimenti. In America ha fatto scalpore che i gruppi petrolieri contrastino l’idea di Trump di bloccare la norma che imporrebbe nuovi limiti di emissioni ai motori marini. Ebbene, non lo fanno per ecologismo, ma solo perché in America riescono a produrre carburanti marini con dentro meno zolfo di quanto ce ne sia nei carburanti iraniani e russi, per cui quella norma colpirebbe i loro concorrenti. Nessuna conversione ecologica, ma solo opportunismo commerciale. E d’altronde, per tornare in casa nostra, l’80% degli investimenti previsti nel piano industriale dell’Eni 20182021 si concentra sul settore upstream per l’estrazione e produzione di idrocarburi. Altro che rinnovabili. Ma va benissimo, ci mancherebbe: è il loro mestiere. Come sarebbe mestiere dei politici fissare e imporre limiti alle emissioni e costringere tutti a rispettarli. L’unica nota stridente è questa pretesa dei petrolieri di essere ambientalisti, come di chi produce tabacco di preoccuparsi della salute del prossimo, di chi produce armi di auspicare la pace nel mondo. Il business è business, ma risparmiateci i paradossi.

NON CI PIACE L’ECOLOGISMO PELOSO DEI PETROLIERI AMERICANI Anche il Finanzial Times ironizza sulla sollecitudine ambientalista dei gruppi (tutti) che vivono di idrocarburi



QUI PARIGI, APPUNTI DALLA DÉFENSE

La miglior scuola di Francia? È l’azienda Via dalle scuole pubbliche, ora la formazione professionale si fa in azienda. Grazie alla Loi Avenir voluta da Macron. Un vero affare per la Francia, ma anche un’opportunità per i giovani disoccupati di Giuseppe Corsentino

ACCOR HOTEL È IL PRIMO GRUPPO ALBERGHIERO AL MONDO, CON 4.800 ALBERGHI DI OGNI TIPOLOGIA (dai lussuosi Sofitel agli economici Ibis lungo le autostrade e a ridosso degli aeroporti, ai Novotel per la clientela business), 700mila camere, 280mila dipendenti, 3,6 miliardi di euro di fatturato nel 2018 e una fortissima spinta all’internazionalizzazione che ha spinto il suo amministratore delegato, Sébastién Bazin, a reclutare come consulente speciale - pensate - l’ex presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy. Sodexo è il colosso della ristorazione collettiva e dei servizi alle imprese fondato negli anni ’60 dalla famiglia Bellon di Marsiglia, diventata una multinazionale quotata alla Borsa di Parigi, presente in tutto il mondo (anche in Italia dove ha 8mila clienti e serve 380mila pasti al giorno), quasi mezzo milione tra dipendenti e collaboratori e un giro d’affari superiore a 20miliardi di euro. Korian, invece, è un gigante francese della sanità privata, specializzato nell’assistenza agli anziani (il suo pay-off è: “Leader europeo nell’invecchiamento di qualità”) con 78mila posti-letto, 300mila pazienti, 600 case di riposo e 85 cliniche e un bilancio in continua crescita: 3,3 miliardi di euro di fatturato e 123milioni di utili netti. E infine Adecco, la multinazionale svizzera della selezione del personale e del lavoro interinale, 5mila filiali e 100mila aziende-clienti in tutto il mondo (anche in Italia) e un giro d’affari che ormai supera i 20 miliardi. Perché ne parliamo? Perché i tre colossi fran-

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cesi (coadiuvati da quello svizzero che ha competenza nel mercato del lavoro) hanno trovato il modo - grazie a una legge approvata a settembre nell’ambito della grande riforma gius-lavoristica voluta da Macron - di formarsi direttamente il personale di cui avevano (e hanno) bisogno senza passare attraverso i Cfa, Centre de formation d’apprentis, le scuole professionali che dipendono dal ministero dell’educazione nazionale e che organizzano corsi da 400 a 675 ore l’anno. Ora, per la prima volta, Accor, Sodexo e Korian, che non riuscivano a colmare i buchi di personale che si creavano nei loro servizi di cucina (“Lavoravamo con più di cento Cfa in tutta la Francia ma non si riusciva mai a trovare le figure professionali adatte”, spiega il direttore del personale del gruppo Korian, Rémi Boyer), saranno in grado di provvedervi da soli, grazie - come dicevamo - a quella legge che semplifica in modo radicale il sistema della formazione professionale dando grandi margini operativi e grandi poteri proprio alle imprese. Le quali - ecco la grande novità che dovrebbe ispirare il legislatore italiano - possono ora farsi il loro Cfa, il loro centro di formazione professionale, allevare cuochi e personale di cucina, oppure operai specializzati, elettricisti, falegnami, manutentori, insomma tutte quelle figure che, come si sa, le aziende (e non solo in Francia) non riescono più a trovare e a inserire nelle loro organizzazioni (pensate che qui l’Adecco s’è vista rifiutare più di centomila contratti interinali per accertata incompetenza dei candidati).

Segno che la formazione “somministrata” dai Cfa pubblici non è adeguata, per mille ragioni, ai bisogni delle aziende. Lo riconosce il direttore generale di Accor, Sven Boinet, uno che ha studiato management a Stanford, Usa: “Non troviamo le persone, i giovani adaptés à la réalité des metiers”. Soluzione? Avvicinare la formazione professionale alle imprese. Di più: lasciarle libere di organizzarsi come hanno fatto Accor, Sodexo e Korian che, avendo bisogno di cuochi e personale di cucina nei loro alberghi, nelle mense, nelle cliniche e non trovandoli, hanno deciso di farsi un Cfa, diciamo consortile, con l’autorizzazione ministeriale. “È la dimostrazione che la nuova legge funziona” ha fatto sapere soddisfatta la ministra del lavoro Muriel Penicaud. E infatti altre aziende come il gruppo Schneider e Safran (hi-tech), il Groupe Nicollin (gestione rifiuti), Arc international (vetro e design) hanno già chiesto l’autorizzazione a farsi il loro Cfa, a seguire l’esempio delle prime tre. Morale: per i giovani francesi non poteva esserci di meglio di questa legge che si chiama, significativamente, Loi Avenir, che nel primo articolo promette di essere “une loi pour la liberté de choisir son avenir professionnelle”. Una legge per scegliersi un mestiere e un futuro, non un sussidio.


Quanto costa avere collaboratori infelici e demotivati?

Dis-Engagement -1,3% del costo del lavoro

Engagement +5,4% del costo del lavoro

VANTAGGIO TOTALE +6,7% del costo del lavoro Il vantaggio totale di avere persone che stanno bene e che sono motivate a far bene vale 67.765 € per ogni milione di costo del lavoro. In un’azienda di 100 persone significa un vantaggio di 440.000 €.

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SHORT STORIES

Letture

Il mare a Milano non è più utopia (ahinoi) Il nuovo romanzo di Andrea Bertagni edito da Tralerighe Mentre sfilano centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo per ricordare ai politici e alle istituzioni che il climate change non è più una possibilità, ma una realtà con cui dobbiamo convivere, si moltiplicano le occasioni di dibattito sul tema. Un esempio è “La grande alluvione”, il nuovo libro di Andrea Bertagni edito da Tralerighe. Si tratta di un romanzo dal carattere iperbolico è ambientato nel 2037 a Milano in uno scenario post-inondazione. Il

Piacenza

Il nuovo credito si affianca a quello vecchio Banche di territorio aperte agli strumenti finanziari innovativi come private debt e private equity Metti una banca di territorio, tradizionalissima ma gestita a puntino, e un banchiere di lungo corso, e di età stagionata, ma visionario e aperto al nuovo come Corrado Sforza Fogliani (nella foto): ed eccoci a Piacenza, nel meraviglioso Palazzo Galli – sede della Banca di Piacenza che Sforza Fogliani presiede da molti anni – per il convegno promosso da Economy in partnership con l’istituto sul “Credito alle Pmi. Nuovi strumenti per un nuovo sviluppo”. “Forme di nuovo credito – ha detto Sforza Fogliani - sono benvenute in qualsiasi forma, ed ecco perché siamo qui

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protagonista è Cece, giovane pubblicitario che in un giorno lavorativo come tanti si trova di fronte alla devastazione che ha colpito Milano. Inizia così una storia di morte e di rinascita in un susseguirsi di vicende che si sviluppa fino al 2050: tutta la città è cambiata, c’è in corso una sfida etnica per il controllo e l’integrazione. La città trova un nuovo nome, “Mila’ha`n”. Di fronte a equilibri ambientali, sociali e politici sconvolti, diventa cruciale la ricerca di una strategia di sopravvivenza e di un nuovo modus vivendi, nel tentativo di ricostruire una società più giusta e tollerante. Uno scenario apocalittico ma neanche troppo visto che al momento si ipotizzano diversi scenari per il 2100, collegati all’aumento della temperatura media del pianeta. Con le politiche correnti l’aumento si stima in 3.1-3.7°C. Per rimanere

sotto i 2°C di aumento occorre azzerare le emissioni entro il 2100, mentre per rimanere sotto 1,5°C è necessario assorbire CO2 dall’atmosfera. La conferenza stampa di presentazione del libro si è svolta presso la Nexus Academy all’interno di ICS Milano, la prima scuola dell’innovazione dedicata ai bambini e ragazzi da 0 a 18 anni, dove alcuni alunni hanno portato progetti e idee sul futuro del pianeta.

a parlarne, ma tengo a dire che non credo sia alle viste una restrizione del credito tantomeno dovuta alle banche; c’è dove mancano le banche territoriali, quelle che sanno erogare il credito senza costi aggiuntivi e con meno sofferenze delle altre perché conoscono il territorio. Le banche servono a trasformare i depositi in credito, se non lo fanno è perché mancano le condizioni. Dobbiamo crearle”. Positiva la sintesi tratta da Anna Gervasoni, direttore generale dell’Aifi, Associazione Italiana del Private Equity e Venture Capital: “E’ bello incontrare le imprese, quelle vere, in un territorio ricco di tradizioni per constatare come il private debt funzioni in piena complementarietà con il credito tradizionale. L’anno scorso i fondi di private debt in Italia hanno investito 1 miliardo di euro finanziando 150 imprese. Solo in Emilia sono state fatte circa 20 operazioni, vuol dire che c’è stato un movimento molto interessante, operazioni da 5-10 milioni, tutte finalizzate allo sviluppo di imprese che

vogliono crescere, e questi nuovi strumenti le aiutano”. Ha fatto eco Stefano Romiti, banchiere d’affari di lungo corso che tre anni e mezzo fa ha lanciato una sua iniziativa, il fondo di private debt Antares: “Abbiamo raccolto 130 milioni di cui 95 investiti in due anni e mezzo in 14 Pmi, finanziando piani di sviluppo. Siamo uno strumento complementare al credito bancario, ci occupiamo di finanza industriale di medio termine, sta funzionando tutto molto bene, stiamo diventando un’asset class”. E di nuove forme di credito si occupa in tutta Europa il gruppo francese October, presente anche in Italia: “Il nostro è un modello ibrido – ha spiegato Daniele Zini - che coniuga i vantaggi del private debt, cioè il finanziamento delle Pmi attraverso l’intervento di investitori istituzionali, con il peer-to-peer lending, cioè la democratizzazione del finanziamento delle Pmi con la diversificazione degli investimenti dei privati, alle stesse condizioni degli

Onlus

GRANDE GIÙ

Percorsi a cavallo per l’oncoematologia L’Associazione GrandeGiù for Love and Care sostiene progetti e percorsi per i giovani adulti in oncoematologia. Stiamo avviando un percorso di interventi assistiti col cavallo dedicato a loro e accompagnato da convegni e seminari volti a generare consapevolezza e partecipazione. Se volete sostenerci col vostro 5 per 1000, il Codice Fiscale dell’Associazione è 92075710407. GRAZIE amiche ed amici di ECONOMY

istituzionali. October ha raccolto finora oltre 360 milioni, erogandone 250, e ne ha già restituiti 100 ai suoi investitori. E alle viste, in Italia, abbiamo un fondo che consentirà alle Pmi di finanziarsi a condizioni migliorative”. Ultima – ma non ultima – relatrice, Federica Ambrosi di Co.Mark: “Nel caso nostro, ci occupiamo di servizi di temporary export-specialist, siamo manager in affitto, affianchiamo gli imprenditori nella ricerca di nuovi clienti all’estero, per crescere nel mondo”, una delle attività di sviluppo che il private debt finanzia più di molte altre.


SHORT STORIES

BiovelocITA

Due startup per curare le malattie Raccolti 7 milioni per finanziare nuovi progetti di ricerca Si chiama BiovelocITA ed è il primo acceleratore italiano dedicato alle aziende del cosiddetto “Red biotech”, ovvero biotecnologie mediche, farmaceutiche e veterinarie. Nelle scorse settimane, BiovelocITA ha annunciato partnership con interlocutori prestigiosi, dall’Università di Milano Bicocca all’Istituto Superiore di Sanità, con l’obiettivo di finanziare la ricerca nel campo dell’oncologia, delle malattie infettive croniche e dell’amiloidosi. BiovelocITA è stata fondata da Silvano Spinelli, Gabriella Camboni e Sofinnova Partners, società di Venture Capital leader a livello internazionale nel settore delle life sciences. La società ha raccolto 14,6 milioni di Euro dai fondatori, dal fondo Atlante Seed (gestito da Indaco Sgr)

Crescita personale

NH HOTEL, DUE PREMI ITALIAN MISSION AWARDS Al Gruppo il riconoscimento “Catena alberghiera dell’anno” NH Hotel Group si è aggiudicata due importanti riconoscimenti durante gli Italian Mission Awards 2019, confermando il suo ruolo di spicco tra le eccellenze del settore business travel. Il Gruppo, infatti, è stato premiato come “Catena Alberghiera dell’anno” e l’hotel NHow Milano si è aggiudicato il premio come “Migliori spazi per meeting ed eventi nel Nord Italia”. Giunto ormai alla sua sesta edizione, Italian Mission

e da un gruppo di investitori privati italiani coordinati da Banor Sim e da Banca Profilo. A metà del suo percorso, BiovelocITA investirà nel nuovo portafoglio progetti circa 7 milioni di Euro. “Già con il primo portafoglio progetti, completato nel 2016, abbiamo originato due start-up innovative. La prima, Enthera, fondata da Paolo Fiorina in collaborazione con l’Ospedale San Raffaele, dedicata alla cura del diabete e alle malattie gastroenteriche, ha già raccolto 4 milioni di Euro da investitori italiani e internazionali. La seconda prenderà l’avvio nei prossimi mesi, sarà creata con Fabrizio d’Adda di Fagagna e IFOM, e sarà dedicata alla cura di malattie legate alla senescenza. Oggi, con il nuovo portafoglio, allarghiamo il nostro orizzonte di collaborazioni con centri di eccellenza un po’ in tutta Italia. Capitali e competenze strategico/gestionali mirate, questo è quanto mettiamo a disposizione per trasformare una scoperta di laboratorio potenzialmente vincente in un progetto concreto e operativo, con valenza industriale.” afferma Gabriella Camboni, AD di BiovelocITA.

Awards è il più importante riconoscimento a livello nazionale ed internazionale nell’ambito dei viaggi d’affari organizzato dalla casa editrice Newsteca, punto di riferimento per tutti gli attori che operano in questo settore. Dopo un’attenta selezione iniziata lo scorso ottobre, la giuria degli Italian Mission Awards – composta da professionisti del settore e da esperti giornalisti – si è riunita per assegnare tutti i riconoscimenti e premiare chi si è maggiormente distinto nel corso degli ultimi 12 mesi. NH Hotel Group si è aggiudicata il primo premio per la categoria Catena Alberghiera dell’Anno grazie agli importanti successi

Management

Illimity e Workday alleati nell’Hr Illimity e Workday annunciano l’accordo per la gestione delle HR Workday, società leader delle applicazioni aziendali per la gestione finanziaria e delle risorse umane, e Illimity, la banca dal modello fortemente innovativo creata da Corrado Passera, annunciano una partnership per la gestione della funzione HR della Banca secondo un approccio totalmente digitale con Workday Human Capital Management. L’accordo è coerente con il modello di business di Illimity. L’operatività bancaria ruota intorno ad una piattaforma IT innovativa e modulare, in una logica di open banking che consente la continua adozione di soluzioni, anche fintech di terzi, di ultima generazione, con analisi dati basati su intelligenza artificiale e machine learning. Tali strumenti sono finalizzati

ottenuti nel 2018. Risultati che hanno dato un ulteriore impulso alla crescita del Gruppo, che ha ampliato il suo portfolio e confermato l’altissima qualità della sua offerta. Con ben 12 nuove strutture inaugurate nel corso dell’ultimo anno e 15 nuove aperture in tutto il mondo previste per il 2019, NH Hotel Group continua ad affermarsi come una compagnia alberghiera altamente competitiva e innovativa. Con più di 1.000 meeting ed eventi organizzati nell’ultimo anno, è il nhow Milano ad essersi aggiudicato il riconoscimento come Migliori spazi per meeting ed eventi nel Nord Italia. L’eclettico e unconventional

all’efficienza e rapidità dei processi decisionali, e a garantire ai clienti della banca un’esperienza utente semplice e coinvolgente. Con lo stesso approccio innovativo Illimity, attraverso la partnership con Workday vuole impostare la relazione con i propri dipendenti, adottando un sistema intuitivo in grado di semplificare tutti i processi, per facilitare e fidelizzare le proprie risorse ed essere attrattivo verso i talenti sul mercato. Con Workday, Illimity sarà in grado di fornire un’esperienza utente coerente e intuitiva anche su mobile che consenta ai dipendenti la piena flessibilità di accesso alle informazioni e svolgere attività quando e dove necessario; dotare il management di strumenti disponibili real time insight per valorizzare il capitale umano allineando competenze, esperienze e ruoli; aumentare la capacità di attrarre e trattenere i nuovi illimiter con servizi di onboarding più veloci ed efficienti; creare un sistema unico ed integrato per tutti i processi che compongono l’HR experience (Acquisition, Management, Performance, Reward e Development).

hotel di NH Hotel Group è stato, infatti, premiato non solo per la sua posizione strategica ma anche per la sua offerta MICE. nhow Milano dispone di ben 12 sale meeting ideali sia per ospitare ogni tipo di occasione: da cocktail party a sfilate di moda, da convegni a business meeting. La sala più capiente può accogliere fino a 600 persone ma, all’interno della struttura, tanti altri spazi davvero unconventional si prestano per l’organizzazione di qualsiasi tipo di evento: il T35 – disposto su due piani e dotato di un palco; il Tunnel all’ingresso con la sua “onda” tecnologica di 200mq; l’esclusiva Penthouse Suite e il nuovissimo NHow Loft.

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Crema


COMUNICARE L’IMPRESA Si fa presto a dire marketing. Ma non è semplice comunicare un brand, un’idea, una filosofia, in un contesto in rapido cambiamento come quello attuale. Così, ai percorsi di formazione specifica si affiancano l’esperienza, la creatività, l’intuizione. Solo così si riesce a traghettare il potenziale cliente (ma anche quello acquisito) nel futuro prossimo venturo. E dunque oggi, per rassicurare e incoraggiare gli automobilisti ad avvalersi delle nuove tecnologie dell’auto elettrica la comunicazione si concentra sempre di più sul tema.

PER GLI UOMINI DEL MARKETING IL MANTRA DELL’ AUTO ELETTRICA Per rispettare i limiti alle emissioni imposti dalla Ue, entro la fine del 2021 un’auto su cinque dovrà essere elettrica: una sfida per i brand. Ecco come la stanno affrontando Audi, Mercedes-Benz, Bmw e Hyundai di Franco Oppedisano

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on sarà come vendere frigorifeLa mobilità elettrica è il futuro. Su questo ri agli esquimesi, ma l’impresa è non ci sono dubbi. comunque ardua assai. Entro la Ma tutti i costruttori di automobili avrebfine del 2021- mancano meno di tre anni – bero preferito un passaggio di consegne tra un’auto su cinque tra quelle vendute in Euil propulsori termici e quelli elettrici più ropa dovrà essere elettrica. Si tratta di far lento e ragionato. I saloni internazionali cambiare al cliente dell’auto sarebbero abitudini consolidate SI TRATTA DI FAR CAMBIARE AL CLIENTE pieni di concept car ABITUDINI CONSOLIDATE DA DECENNI da decenni, approcci elettriche e i concesE FAR SUPERARE PAURE CHE, PER ORA, alla mobilità persosionari esporrebbero SONO PIÙ CHE LEGITTIME nale storici e paure, qualche modello per per ora, più che legittime. Per non parlare i clienti pionieri, sempre a caccia di novità dei prezzi delle batterie e delle auto a zero e di modi per distinguersi, anche a costo di emissioni, che, nonostante incentivi vari, situazioni magari scomode o costose. restano lo scoglio su cui si può infrangere, La tecnologia elettrica avrebbe avuto tempo almeno per ora, anche il portafoglio dell’edi affinarsi, di convincere piano piano cliencologista più incallito. ti con la forza delle proprie caratteristiche

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COMUNICARE L’IMPRESA

e di affermarsi. Invece entro il 2021 quasi il 20% delle auto vendute in Europa, circa 2,9 milioni su 15 (lo scorso anno sono state meno di 200 mila), dovranno per forza essere elettriche. Perché “per forza”? Perché l’Unione europea ha posto dei limiti alle medie di emissioni delle flotte immatricolate da ciascun costruttore impossibili da rispettare... a meno di introdurre, appunto, una consistente quota di auto elettriche. Che sono a emissioA DESTRA, MASSIMO FARAÒ DI AUDI ITALIA. SOPRA, LA E-TRON DEL MARCHIO ni zero per definizione. Facendo una media Con Massimo Faraò Audi Italia delle medie, fra tre anni in Italia dovranno in 72 mila cenpunta su iniziative “tattiche” essere vendute circa 400 mila auto elettritraline pubbli«L’avvento delle auto elettriche è un cambiache. Altro che le 4.948 piazzate nel 2018. che in Europa e mento paragonabile solo al passaggio dalle Così le case automobilistiche europee, accompagniamo l’acquisto con la fornitura carrozze con i cavalli ai veicoli a motore a nessuna esclusa, si trovano ad affrontare gratuita per due anni dell’energia elettrica scoppio», spiega Massimo Faraò, direttore un’impresa titanica che, se fallirà, metterà necessaria per viaggiare. Poi stiamo formarketing di Audi Italia. «Sarà una valanga in pericolo la solidità finanziaria dei giganti mando il personale della rete di vendita che parte lentamente e diventa inarrestadell’industria per le multe miliardarie che che deve spiegare ai clienti come sfruttare bile. In Italia siamo ancora all’inizio, ma ci verrebbero comminate dalla Ue. Da una al meglio la tecnologia per coglierne tutte sono Paesi non lontani, come l’Olanda o la parte daranno una mano le vetture ibride le potenzialità. Sono iniziative che potrei Svezia, dove la rivoluzione (e mai come in plug in che hanno valori di emissioni lardefinire “tattiche”, perché l’esempio e la tequesto caso la definizione è azzeccata) sta gamente inferiore a quelli richiesti dalla stimonianza di chi guida l’Audi e-tron sarangià progredendo molto velocemente. Il noUe e abbasseranno la media. Poi i divieti di no la migliore promozione per la mobilità stro approccio sul circolazione, gli inelettrica. L’assenza totale di vibrazioni e di MASSIMO FARAÒ (AUDI ITALIA): prodotto è chiaro: centivi e i permessi rumore, la progressione dell’accelerazione, «IL PASSAGGIO ALL’AUTO ELETTRICA SARÀ speciali da parte del- UNA VALANGA CHE PARTE LENTAMENTE, realizzare e presenla disponibilità di potenza sono caratteritare non una vettura le amministrazioni stiche che, inserite in uno spazio mobile, MA POI DIVENTA INARRESTABILE» elettrica, ma un’ A udi saranno naturalmenun manufatto tecnologico realizzato con che ha un motore elettrico e gli stessi conte benvenuti. Così come lo sviluppo della gli standard qualitativi di un’Audi, diventa tenuti in termini di prestazione, comfort e rete di ricarica pubblica. Ma non bastano un’esperienza da dove è difficile tornare intecnologia caratteristici del nostro marchio. per convincere i clienti che la loro prossima dietro. L’altro volano sarà quello delle flotLe campagne non saranno certamente di auto potrebbe essere totalmente elettrica. te aziendali. Molte imprese, anche in Italia, prodotto, ma riguarderanno il brand, perOccorre aguzzare l’ingegno, trovare idee, stanno inserendo dei veicoli elettrici nelle ché la sfida delle auto elettriche sarà una lanciare progetti innovativi. Potremmo deproprie policy per l’acquisto di auto e quemaratona, non una corsa di velocità. Noi dofinirlo “marketing estremo”. sto le farà apprezzare». vremo accompagnare il cambiamento supMa quali sono le idee su cui puntano le case Il giusto mix che Mirco Scarchilli portando i clienti nel processo di acquisto e automobilistiche? Lo abbiamo chiesto diretstudia per Mercedes-Benz Italia facilitandone l’utilizzo. Per questo abbiamo tamente ai protagonisti: managing director «Il lancio del marchio EQ, il nuovo brand stretto una partnership con EnelX (il più e responsabili marketing delle case costrut100% di prodotti e servizi dedicati alla grande fornitore di energia in Italia): abbiatrici. E le risposte, viste le circostanze, non mobilità 100% elettrica, richiede un apmo realizzato una card per ricaricare l’auto sono mai banali.

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proccio completamente nuovo all’interno di un contesto in profonda evoluzione come quello della comunicazione di brand, dove è sempre più difficile ragionare in un’ottica di media mix consolidati», spiega Mirco Scarchilli, responsabile Marketing communication experience di Mercedes-Benza Italia. «Esistono, infatti, profonde differenziazioni sulla base del target e del messaggio. In questo contesto, negli ultimi anni, abbiamo dato sempre più importanza all’ecosistema digitale, con particolare attenzione ai social media. Televisione e carta stampata continuano ad avere un peso specifico importante, soprattutto in determinate aree del Paese, al tempo stesso il digital ha la capacità di integrare l’intero flusso di comunicazione del brand, sviluppando engagement e relazione con il target, oltre ad offrire una misurazione più diretta. La vera sfida è la coesistenza di questi due mondi in maniera integrata e sinergica. Il Marchio EQ rappresenta anche una opportunità per esplorare territori nuovi. Per conquistare i mil-

LA MERCEDES EQC. SOPRA, MIRCO SCARCHILLI DI MERCEDES.BENZ ITALIA

lennials, un target molto difficile da avvicimondo degli e-sport, il più importante fenonare e fidelizzare, poco interessato all’automeno di massa a livello globale: pensare ad mobile, nella sua accezione più tradizionale. una scelta del genere, soltanto pochi anni fa, Per questo abbiamo fatto scelte importanti sarebbe stato azzardato mentre oggi è percome l’uscita dal Dtm fettamente coerente e dalla sponsorizza- MIRCO SCARCHILLI (MERCEDES-BENZ ITALIA): con il cambiamento «L’ESPERIENZA IN CONCESSIONARIA DEVE zione della nazionale sociale e culturale di DIVENTARE SEMPRE PIÙ IMMERSIVA di calcio tedesca per E COINVOLGENTE: VERO ENTARTEINMENT» cui vogliamo essere dedicare risorse ad protagonisti. L’innoattività ed ambiti inediti. Primo tra tutti la vazione tecnologica di cui si fa ambasciatoFormula E, con il brand EQ, dove coesistore il marchio EQ rappresenta un importante no tecnologia, sport e intrattenimento, in driver per attrarre e generare passione in un contesto metropolitano. Dal reale al virnuovi potenziali clienti. Per questo, la notuale, da alcuni anni siamo entrati anche nel stra rete sul territorio deve essere capace di trasmettere questi valori, sfruttando questa opportunità per sviluppare nuovi format che rendano l’esperienza in concessionaria sempre più immersiva e coinvolgente: un momento di vero entertainment che ponga il cliente al centro».

Federico Izzo di Bmw Italia investe sui valori del brand

LA BMW I3. IN ALTO, FEDERICO IZZO (BMW ITALIA)

«La notorietà del marchio non è certo un problema: ormai tutti sanno che nella gamma Bmw ci sono anche veicoli elettrici», sottolinea il direttore marketing di Bmw Italia, Federico Izzo. «Non è un problema di accettazione, perché le analisi delle ricerche in rete ci dicono che le persone stanno cercando mobilità elettrica, la considerano. La pri-

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COMUNICARE L’IMPRESA

LA HYUNDAI KONA EV10. IN ALTO, IL MANAGING DIRECTOR DI HYUNDAI MOTOR COMPANY ITALY, ANDREA CRESPI

ma barriera è il prezzo, ma i valori residui lità e creeremo dei momenti di contatto con - ovvero il costo dell’usato, ndr - delle auto i clienti, organizzando in tutta Italia, insieelettriche saliranno, mentre i costi di produme ai nostri concessionari, dei road show in zione diminuiranno e il combinato disposto cui spiegheremo la tecnologia ibrida plug in di questi due fattori ci permetterà di fare e quella elettrica. Le piattaforme locali sono delle proposte finanziarie interessanti, maimportanti, ma possono essere realizzate gari abbassando il tasso di interesse, che ausolo dove ci sono strutture di ricarica attimenteranno l’accessibilità dei prodotti eletve. Sappiamo anche quali sono i valori del trici. La vera barriera all’acquisto, l’unica nostro target: la famiglia, la sostenibilità, il che rimane, è alla fine la disponibilità della cibo, le vacanze “impegnate”, la tecnologia, ricarica. Noi abbiamo ChargeNow, il servizio l’innovazione, la formazione. Quindi andredi mobilità offerto da Bmw, che comprende mo a sponsorizzare i teatri, le maratone, i circa l’86% delle stacorsi di yoga, lo sci FEDERICO IZZO (BMW ITALIA): zioni di ricarica della di fondo. E magari «L’UNICA BARRIERA ALL’ACQUISTO rete pubblica euroa giugno partecpeÈ LA DISPONIBILITÀ DELLA RICARICA. pea a cui si accede remo alla Hero, la PER QUESTO ABBIAMO CHARGE NOW» con un’unica tessera. mountain bike race La localizzazione delle colonnine, attraverpiù difficile al mondo, dove presenteremo so le app o il navigatore della vettura, e l’ule nostre vetture elettriche ed elettrificate», tilizzo di queste stazioni pubbliche è facile conclude Federico Izzo. e immediato, ma bisogna ancora lavorare Per Andrea Crespi di Hyundai sulla diffusione delle strutture di ricarica. è cruciale il test drive Dal punto di vista del marketing, penso sia «Per convincere i cliente ad acquistare sempre, sempre, fondamentale lavorare sul un’auto elettrica basta farla vedere e farla concetto di notorietà della marca associata guidare», spiega Andrea Crespi, managing anche alla elettrificazione, perché il nostro director di Hyundai Motor Company Italy. cliente sceglie la mobilità elettrica per una «Questo è l’elemento chiave per superare le questione di principio: ci crede e ti accetta. resistenze al cambiamento che finora ha inPer questo saremo presenti nelle manifestacontrato sul nostro mercato. Adesso è il mozioni di quei mondi (come l’arredamento, mento giusto perché mai come ora abbiamo ad esempio) che si muovono sulla sostenibi-

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riscontrato un interesse così alto per questo tipo di motorizzazione. Noi abbiamo portato la Kona - l’ultimo modello a zero emissioni di Hyundai, ndr - in giro per l’Italia. Da dicembre dello scorso anno abbiamo toccato 15 città in dieci regioni, organizzato oltre 300 test drive, registrato le sensazioni dei clienti prima e dopo la prova. Chi ha provato l’auto è rimasto soprattutto sorpreso, gradevolmente sorpreso. Nessuno pensava che fosse così divertente da guidare, che avesse quella coppia e quella agilità. Tutti hanno constatato di persona che l’auto ha gli stessi sistemi di sicurezza attiva e passiva, dalla frenata autonoma per evitare collisioni, all’individuazione di veicoli all’interno di angoli ciechi che noi in Hyundai chiamiamo SmartSense, e che è presente anche sulle altre nostre vetture. Poi c’è anche la sensazione positiva di guidare senza emettere inquinanti nell’aria che fa sentire meglio le persone. La provi, ti diverti e, spesso comici a pensare che potrebbe essere la tua prossima auto. Quindi far conoscere la vettura è il nostro obiettivo e i nostri dealer sono sempre pronti a farlo: le auto sono nei saloni, i concessionari hanno provveduto a installare stazioni di ricarica e ci sono stati, e continuano a esserci, trainer di formazione specifici per i venditori e gli operatori dell’assistenza. I volumi sono ancora troppo bassi per spingere il prodotto con campane pubblicitarie in televisione, ma il mese prossimo partirà una campagna di mega affissioni e di interventi sul digitale che ci pare un canale perfetto per il prodotto. Il prezzo (37.500 euro per la versione da 39 kWh) è un elemento importante e per renderlo accessibile a tutti abbiamo deciso di utilizzare per le auto elettriche le stesse formule di finanziamento usate per le auto termiche».




STORY-LEARNING, CHE COSA INSEGNANO QUESTE STORIE

Anche se il business è tradizionale e più che collaudato, non è detto che si debbano ripercorrere sempre le solite formule trite e ritrite. Perché basta un'idea per innovare. E le idee sono il volano della crescita. Ce lo dimostrano le storie che raccontiamo in queste pagine.A cominciare da quella di uno stabilmento balneare più creativo di un villaggio turistico.

IL PARADOSSO DI POSEIDONIA BEACH SABBIA, PASSIONE E MILLENNI Nel cuore del Cilento Giovanni Rizzo tredici anni fa si è inventato un beach club che è più di un villaggio turistico, dove wi-fi ed acquapark vanno a braccetto con la cultura. E sono ecosostenibili di Angelo Curiosi

C'

è l’area spinning e c’è la vasca idroparadossale. Dal nome, preso dall’unica pianmassaggio, c’è il sushi mediterraneo ta sottomarina (la Posidonia) che è in grado e la cucina tradizionale con gli ingredi generare un fiore e dal fiore generare un dienti a chilometro zero, uno degli Aquapark frutto. La struttura che ha tutto questo ben di galleggianti più grandi d’Europa e la Silent dio, mette a disposizione degli ospiti dei suoi Disco con 500 cuffie, 110 ombrelloni con SPIAGGIA, MARE E INTELLIGENZA il baby club e le guide 250 lettini e 50 sedie a NEI SERVIZI: LO STABILIMENTO archeologiche e natusdraio non è un villagA DUE PASSI DAGLI SCAVI DI ELEA ralmente il wi-fi ovungio turistico a 5 stelle, È UN MODELLO DI INNOVAZIONE que. Be’, un bel posto, non è un albergo de ma che ha di strano? luxe ma uno stabilimento balneare. Più che di strano ha tanto di paradossale, il PoMa paradossale perché? Perché siamo a due seidonia Sun and Moon Beach Club di Ascea passi dagli scavi di Elea, nel cuore del Cilento, Marina, creatura amatissima di un imprendove appunto tredici anni fa Rizzo decise di ditore unico nel suo genere, Gianni Rizzo – ispirarsi a Zenone - il mitico inventore del pacommercialista umanista. Meravigliosamente radosso di Achille pie’ veloce che non riuscì a

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battere alla corsa la tartaruga - per avverare il suo personale paradosso: fare turismo di classe senza nemmeno un posto letto, senza un albergo e senza climatizzazione, solo spiaggia, mare e intelligenza nei servizi: "E farlo nel posto più bello del mondo, per me: e infatti io credo che Achille perse la gara perchè si fermò a guardare il panorama", scherza (ma non troppo) Rizzo. Benvenuti tra il cielo e il mare, tra i millenni e il digitale, in un posto che è una gemma di quell’”Italia che non ti aspetti”; perché quando ti dicono che a Rimini gli stabilimenti balneari sono aziende con barba e baffi ci credi, ma se ti dicono che il più bello d’Italia, il più ecologico e il più innovativo sta a Sud di Salerno, saresti portato a non crederci. E invece… “Posso dirle intraprendere questo progetto”, racconta Rizzo, che sì, siamo unici”, ammette Rizzo. “Perché in che all’epoca aveva trent’anni, “ho deciso che tempi non sospetti abbiamo scelto l’ecoturidovesse avere un posizionamento unico. E feci smo, il turismo sostenibile, in tutto e per tutto. la scelta dell’ecoturismo. E scelsi anche un’etiE non abbiamo mai tradito quest’impostazione, ca del fare impresa: verso il territorio, verso le anche quando l’abbiamo arricchita di servizi”. persone, verso i clienti. Non basta far quadrare Per esempio grazie ad un impianto fotovoltaicosti e ricavi, ci vuol altro”. co che rende lo stabiDa questa impostaC'È L'ORTO IN SPIAGGIA, L'ACQUA limento balneare auto zione è nato uno staPIOVANA VIENE RIUTILIZZATA E LE sufficiente al 70%; un CANNUCCE DELL'APERITIVO SONO FATTE bilimento di legno e impianto di recupero di vetro. Impatto amCON GLI ZITI: TUTTO È ECOLOGICO delle acque piovane bientale praticamente utilizzate per innaffiare; il potenziamento della a zero: “Dalla strada si riesce a vedere il mare, raccolta differenziata; l’utilizzo di monouso in come se il nostro beach non ci fosse”, sottolinea mater-bi; la collaborazione con Goletta Verde e Rizzo. Pali di legno di castagno conficcati fino a Legambiente Turismo per il monitoraggio am3 metri al di sotto del livello della spiaggia, tutte bientale e la sensibilizzazione per la tutela degli le altre parti cruciali a loro volta in legno, l’uniecosistemi marini. “Quando mi sono deciso a ca porta chiusa è quella del blocco centrale con

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NON BASTA FAR QUADRARE I CONTI: DEV'ESSERCI UN'ETICA ANCHE NEL FARE IMPRESA la cucina, e la struttura per riutilizzare l’acqua piovana per irrigare. “Irrigare cosa? Ma l’orto in spiaggia, naturalmente! L’orto della nostra dieta mediterranea, perché a mio avviso si fa cultura anche attraverso l’enogastronomia, con i nostri prodotti naturali e con qualche trovata in più, che sia ecologica ma anche divertente: per esempio non utilizziamo plastica in nessun modo, perfino le cannucce dell’aperitivo sono fatte con gli ziti!”. Con gli ziti? “Ma sì, pasta lunga cava, perfetta per aspirare un drink! Perfettamente riciclabile”. Ma tutto questo non sarebbe così particolare se non si trovasse dov’è. In un teatro di bellezza che ha tremila anni di storia coltissima. Qui, a Marina di Ascea, sembra che ancora si respiri la stessa area della scuola eleatica, fondata da Parmenide – il maestro di Zenone – per educare i suoi allievi. “Che ci credano o no, noi quest’eredità ce la sentiamo addosso”, racconta Rizzo: “Per esempio quando abbiamo scavato le fondamenta dello stabilimento, con l’escavatore abbiamo scoperto una grande pietra arenaria che sembrava una poltrona naturale. Che abbiamo posizionato sotto un albero, da secoli presente sulla duna, e ribattezzato ‘Il Pensatoio di Parmenide’. Ne è nato un progetto di turismo culturale sviluppato in tandem con la Fondazione Alario, che abbiamo chiamato ‘Parmenide che spasso, a spasso con Parmenide’. Ci sono due teche con dietro domande e risposte, numerate. Faccia-


mo trovare ai turisti che arrivano al Pensatoio taccuino, fogli e penna e anche qui una teca dove chiunque può fare il suo versamento alla banca delle idee. E abbiamo raccolto nel corso degli anni tantissime cose belle, quelle piccole cose che qualificano. Mi lasci essere orgoglioso: nessun altro operatore turistico balneare sa valorizzare così quello che abbiamo”. E non basta: che si fa, al Poseidonia Beach Club, oltre che stare in spiaggia e fare il bagno in uno dei tratti più belli del Tirreno, a due passi dall’antichità più affascinante, il che già di per sé basterebbe? Per esempio c’è il Gruppo Azione Velina (Gav) che ha sottoscritto una convenzione col Poseidonia e, nell’ambito dei pomeriggi educativi, i suoi archeologi vengono in spiaggia e fanno laboratori culturali per i bagnanti. “Nonostante il nostro core-business sia e rimanga quello di affittare gli ombrelloni”, sottolinea Rizzo, “ho cercato insomma di attribuire tutto il grande valore che merita ad un’offerta che in realtà è ben più di un ombrellone, ma un modo di valorizzare tutto quanto c’è attorno…”. A quando un villaggio turistico vero e proprio? “Ma guardi che siamo già un villaggio turistico”, osserva Rizzo, “un villaggio diffuso che offre tutti i servizi del miglior villaggio con il plus di dormire e mangiare quando ciascuno vuole. L’obiettivo che mi sono prefisso sin dal primo giorno è quello di far diventare la spiaggia, che per natura è un luogo inospitale e di confine, il luogo dove “tutti” trovano ciò che desiderano”. Già: mangiare. Parliamone: “Alcune delle nostre ricette risalgono ad Apicio (il mitico chef della Magna Grecia, ndr). Per esempio il nostro ristorante sushi non ha niente a che vedere con quelli metropolitani. Utilizziamo alici, orate, tonno, polpo, prodotti autoctoni. Il sashimi di ricciola? Fatto con ricciola tirrenica. Il Cilento roll? E’ come un uramaki, ma il formaggio è cacioricotta spalmabile, arricchito con alici fritte in tempura, avvolte nell’alga nori”. Il tutto, da giugno a settembre: “Anche perché nella vita faccio anche altro”; confessa Rizzo, che – laureato in economia a Salerno, dopo 5 anni di contabilità da Armani e questa invenzione imprenditoriale di Ascea non trascura una forte vena da consulente d’impresa, in giro per l’Italia.

DALLA VELA ALLA PESCATURISMO ALLA SILENT DISCO Con simili premesse, la programmazione estiva 2019 del Poseidonia Beach Club si presenta ricca di eventi ricreativi, sportivi e musicali “secondo il mood Sun and Moon Beach Club”, spiegano i collaboratori di Giovanni Rizzo, prima fra tutte Donatella Cannizzo, responsabile della comunicazione, “un mood che sarà interrotto nel pomeriggio per il suggestivo saluto al tramonto. Stiamo allestendo una grande novità: il Poseibay, l’Acquapark galleggiante più grande del Cilento ma anche di tutta Europa che soddisferà la voglia di divertimento di tutta la famiglia! Insomma: il Poseidonia è molto più che un semplice fazzolletto di spiaggia”. La giornata può trascorre in compagnia dell’affiatato gruppo di animatori che, con la zumba, l’aerobica, lo stretching, risvegliano e nutrono i muscoli dei turisti più dinamici facendogli scoprire come è bello prendersi cura di se stessi. Per chi ama gli sport acquatici largo a canoa, windsurf o alla pescaturismo. Senza trascurare ovviamente il beachvolley: la spiaggia è ampia abbastanza per

praticare questo sport. E poi le freccette, le bocce, i balli di gruppo… i castelli di sabbia. Già, i castelli di sabbia: un momento cruciale di qualunque gruppo di bambini in spiaggia (e dei rispettivi papà). Non è un caso quindi che al Poseidonia Beach Club sia stata attrezzata una grande area per i bambini. Il programma del Baby Club Poseidonia, infine, ha come obiettivo quello di favorire un armonico ed equilibrato incontro tra bambini di età diverse, stimolare la creatività e la fantasia attraverso il gioco libero ed organizzato, senza tralasciare l’acquisizione delle regole comportamentali. E a questo proposito, c’è la Silent Disco: una formula che sta conquistando il mondo in modo travolgente, sempre più presenti in festival e nightclub. La Silent disco è un’alternativa ad impatto acustico zero che offre un modo completamente nuovo di divertirsi. A ogni partecipante viene consegnato un paio di cuffie con la possibilità di scegliere fra 2 DJ premendo solo un pulsante. Per divertirsi senza far arrabbiare

nessuno. Il programma di attività, settimanale, è fitto. Si inizia dal martedì, con il “Cartoon on the beach”: “Proiettiamo su un mega schermo 3 metri per 2 i cartoni animati del momento e sotto la guida delle nostre animatrici, i bimbi possono cenare e divertirsi, genitori liberi”. Il mercoledì, “Arte e d’intorni”, artigiani e artisti espongono al Beach le loro creazioni, accompagnate da piatti di Apicio. Il giovedì, serata “Al sapor di cinema”, su un megaschermo. Il venerdì, di scena lo chef per la serata “degustibus”, con musica chill out e ambient. Sabato Silent disco, domenica musica live, con numerose Tribute Band Nazionali. Anche questa è filosofia eleatica. Anche questo sta bene all’ombra dell’Acropoli di Elea, Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, con la Torre angioina, il teatro, le terrazze sacre, la Cappella Palatina e la chiesetta di Santa Maria di Portosalvo. Imperdibile, infine, e di inestimabile valore architettonico, la "Porta Rosa", il più antico esempio di arco a tutto sesto in Italia.

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C’è più gusto (e meno lavoro) a investire nel tartufo A fronte di poche migliaia di euro di interventi sul campo, la resa di un appezzamento di 25 ettari varia dai 100 ai 200mila euro. Con tempi di ritorno decisamente contenuti: appena un anno di Marco Gemelli

A

ben vedere, è un paradosso che suona variabili da un capo all’altro d’Italia, è piuttosto quasi come un duplice omaggio alla facile che da un anno all’altro le quotazioni dl filosofia naturalistica: in un mondo tartufo subiscano oscillazioni importanti. In che fa della pianificazione e della standardizeffetti, bastano un paio di settimane di piogzazione dei processi uno dei fattori cruciali del gia o di sole per far sì che il prezzo al chilo del successo di un’impresa, il business del tartufo tartufo schizzino alle stelle o – al contrario – lo rimane – almeno in Italia – uno dei pochi campi rendano decisamente accessibile. Ogni zona in cui l’intervento dell’uomo, per quanto imvocata del nostro Paese ha il suo borsino onliportante, alla fine deve cedere il passo alla vone, siti specializzati che riportano le quotazioni lontà di Madre Natura, (al cercatore, non al perché dà il meglio di OGNI ZONA VOCATA NEL NOSTRO PAESE consumatore) taranHA IL SUO BORSINO ONLINE CON LE sé quando non viene QUOTAZIONI AGGIORNATE. MA I PREZZI dosi spesso su una coltivato. Quel “gioiel- OSCILLANO A SECONDA DELLA CARATURA pezzatura standard di lino” bianco o nero che 20 grammi. E dire che nasce sotto terra, che in base alle annate può negli anni del dopoguerra, in alcune regioni i arrivare a valere ben oltre i 4.000 euro al chilo tartufi di dimensione inferiore a una palla da ha un mercato tutto suo, con quotazioni che dal tennis venivano dati in pasto ai maiali. Era inve1890 sono specificate in appositi borsini. ce il 1890, quando la Giunta di Acqualagna (PU) - che si autodefinisce la “capitale del tartufo”, La “Borsa” del Tartufo facendo storcere il naso ad Alba o San Miniato Al netto di pezzature ”importanti” che portano - deliberò l’acquisto di una bilancia per la pesa il prezzo verso l’alto, il punto di partenza per pubblica dei tartufi dandola poi in consegna a stabilire il costo del tartufo è il classico equiliun pubblico pesatore. Oggi Acqualagna ha mesbrio tra domanda e offerta. Trattandosi di un so in rete la borsa del tartufo, e il suo esempio è prodotto le cui rese sono soggette a moltissime stato seguito da tutte le città vocate: esistono il

FUNGO O TUBERO? QUESTO È IL DILEMMA Sembra un tubero, eppure è un fungo. Il tartufo, il cui nome scientifico è tubermicheli, è genere di fungo dell’ordine dei pezizales della famiglia delle tubarecce. Pulito, il tartufo bianco si presenta alla vista di colore giallino con

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tonalità tendenti al verde, con superficie liscia e dimensioni da un’arachide a un pompelmo. L’interno è invece marrone sbiadito con sfumature rossastre e sottili venature più chiare. Va consumato rigorosamente fresco, e i “grandi classici” lo

vedono accompagnare pasta fresca come i tagliolini, l’uovo fritto, tartare di carne o patate: bastano pochi grammi per impreziosire una portata. Da degustare rigorosamente crudo, in linea di principio va lamellato con l’apposito tagliatartufi.

borsino dell’Atam (Associazione Trifulau Astigiani e Monferrini), quello di Alba, di Asti e così via. Quest’anno, il tartufo bianco di Alba è stato quotato 2500 euro/kg mentre il nero pregiato di Acqualagna viaggia intorno ai 500 euro/kg. L’Istat dal canto suo, a fine dicembre, indicava per il bianco dl Piemonte prezzi da 1000 a 1500 euro/kg per pezzature medio piccole (da 10 a 40 grammi) e da 1500 a 2000 euro/kg per pezzature da 50 a 100 grammi.

Una polizza sull’ambiente

Il tartufo può essere a pieno titolo considerato una sorta di “polizza assicurativa” per boschi e foreste. È solo grazie a investimenti mirati di manutenzione e salvaguardia dell’habitat dove crescono i tartufi, infatti, che è possibile aumentare le probabilità di avere un buon ritorno economico dalla ricerca dei tartufi. In altre parole, il tartufo è motore di un’economia più complessa. Nel nostro Paese - primo produttore ed esportatore al mondo del tartufo bianco pregiato per quanto riguarda la qualità e quantità e dove è possibile raccogliere tutte le specie di tartufo impiegate in gastronomia - circa il 95% dei tartufi proviene da tartufaie


naturali mentre la coltivazione è relegata a un ruolo marginale. «Nel caso del tartufo bianco – spiega Cristiano Savini, quarta generazione di una famiglia di tartufai toscani – questa percentuale sale al 100%: non esiste un metro quadro di terra dove sia coltivato il Tuber magnatum pico». Il pregiato fungo ipogeo, che appartiene all’ordine delle tuberacee ma non è un tubero, trova nei boschi italiani una serie di fattori che del corso dei fiumi possono avere ripercussioni lo rendono tra i più apprezzati nel mondo, e al fatali sulle zone tartufigene. A fronte di poche tempo stesso rifugge ogni tentativo di coltivamigliaia di euro di interventi su una superfizione. In diverse zone vocate – a partire da quelcie di 25 ettari, ad esempio, l’incremento della le storiche del Piemonte (Alba, Cuneo, Asti), resa può oscillare tra i 100 e i 200mila euro. I della Toscana (San Miniato, San Giovanni d’Astempi di ritorno, per questo genere di investiso, le Crete senesi) o delle Marche (Acqualagna mento, iniziano già dopo un anno. Certo, non e Monti Sibillini) – gli imprenditori che hanno è tutto così semplice: una tartufaia di 25 ettari provato a “forzare” la coltivazione non solo non dev’essere recintata, come misura sia contro hanno ottenuto risultati significativi, ma hanno gli ungulati che i tartufai non autorizzati, e ciò visto peggiorare le condizioni di partenza delle può costare fino a 100mila euro. Ecco perché in tartufaie naturali. «La strada è un’altra – conferalcune regioni dove altrimenti il bosco sarebbe ma Savini, che nel 2007 trovò un tartufo da un solo una spesa, esistono forti incentivi a invechilo e mezzo, un record mondiale – e passa per stire in questo settore. un’opera di sensibilizIN ALCUNE REGIONI SONO PREVISTI A livello nazionale, poi, zazione sulla cultura FORTI INCENTIVI PER INVESTIRE è stata recentemente del prodotto. Senza chi NEL SETTORE. E LA TASSAZIONE introdotta una tassainveste nella cultura DEI PROFITTI È AGEVOLATA AL 5% zione al 5%. del prodotto anche i boschi ne risentirebbero: il tartufo bianco è diUn affare… di Stato ventato stimolo alla salvaguardia, alla cura e al Mentre in Francia esiste ancora una rete di ripristino dell’intero ecosistema specie in caso moltissimi piccoli tartufai (con mercati giornadi frane, acquazzoni o gelate. Dove cresce il tarlieri nelle città più vocate), in Italia il business tufo l’ambiente è sano: pensiamo alle Crete Seè nelle mani di gruppi imprenditoriali più o nesi, dove la qualità è aumentata proprio grameno grandi che “spostano” i tartufai anche a zie alla maggiore attenzione. I proprietari dei 50 km dalle zone abituali, alla ricerca di aree terreni e le aziende di tartufi hanno maturato meno conosciute. In fondo, se nel nostro Paese la consapevolezza di avere in mano un tesoro: il Piemonte ha fatto da capofila, seguito da Marprima le grandi famiglie italiane guardavano che e Toscana, negli ultimi anni si sono affermacon interesse alle aree vitate e sacrificavano le te zone come la Lombardia sud-orientale, l’Ezone tartufigene alla produzione vinicola, ora milia Romagna, l’Umbria e il Veneto. Il tartufo la tendenza si è invertita». è spuntato anche in Molise (Larino e Spinete), I conti del tartufo Abruzzo (Aletela e Quadri), Basilicata, nell’inA conti fatti, per ogni euro speso in manutenterno del Lazio e a ridosso dell’Appennino, così zione ordinaria – pulizia delle erbe infestanti, come in Irpinia, nel Salernitano e in Calabria. Al degli argini dei fiumi e degli scannafossi, rimopunto che oggi dal bianco al nero pregiato, dal zione degli alberi caduti e così via – il ritorno bianchetto allo scorzone fino all’uncinato, preseconomico può aumentare del 50%, mentre soché ogni regione d’Italia è in grado di mettere opere come tagli indiscriminati o spostamento in tavola tartufo locale.

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L’automotive valley che muove il Sud Italia Tra Abruzzo, Campania, Basilicata e Puglia si concentrano i grandi player dell’indotto del settore automobilistico. Che per fatturato e numero di impiegati rendono i distretti veri e propri punti di forza di Federico Pirro

B

envenuti nell’automotive valley che strumentazioni, anche se i big player, della zona industriale Bari-Moper componenti dei prodotti ad alta tecnodugno, una delle 4 maggiori aree logia, almeno sinora non hanno reperito del settore nel Sud, concentrate ad Atessa nel territorio tutto il necessario, anche per (CH), Pomigliano d’Arco (NA), S.Nicola di taluni limiti delle aziende dell’hinterland, Melfi (PZ) e nel capoluogo regionale puglienon ancora in grado inoltre di soddisfare se della meccatronica, che esporta molti se. Nelle prime tre, le fabbriche trainanti commesse di grandi volumi. Comunque prodotti, come rileva ogni 3 mesi il Monitor sono in Abruzzo la nella supply chain sui distretti del Gruppo Intesa San Paolo. NEL BARESE SONO IN ESERCIZIO SEI Sevel, joint-venture spiccano per addetti Tuttavia la crisi del 2008-2014 e il rallenIMPIANTI PER UN TOTALE DI 5.530 fra Fiat e Peugeot per e fatturato le società tamento dallo scorso autunno del mercato ADDETTI. E LE CASE MADRI CONTINUANO i veicoli commerciali A INVESTIRE IN INNOVAZIONE E SVILUPPO Brovedani, Masmec, dell’auto hanno interessato alcune delle imleggeri, in Campania Diamec Technology, prese più grandi, stimolandone però anche e in Basilicata quelle della Fca con la PanUnitrat, Cmt, Bellino, Supre, Gruppo Gigotti, capacità di adattamento competitivo. da nel Napoletano e Jeep Renegade e 500X Alasmeccanica, Mbl Solutions con circa 700 Alla Getrag SpA - Gruppo Getrag Corporanel Potentino, mentre nella zona di Bari persone. Tale specializzazione si avviò alla te, ora dei Canadesi della Magna, permane non si assemblano autoveicoli, ma producofine del 1970 con l’arrivo della Fiat Sob che sostenuta la costruzione di nuovi sistemi no componentistica industrie estere come arricchì il manifatturiero barese con la comdi cambio con esportazioni crescenti. Nel Td-Bosch, Magneti Marelli (ora della nippoponentistica per auto, tuttora punto di forza 2017 il fatturato ha raggiunto i 403 milioni nica Calsonic Kansei), Getrag- Magna, Gradell’area e parte anche del Distretto pugliedi euro. Dal 2009 si sono completati, grazie ziano Trasmissioni, Skf e Bridgestone. Nei quattro poli inoltre operano per le subforSTABILIMENTI ADDETTI PRODUZIONI niture molte Pmi e qualche grande azienda. Td-Bosch Bari 1.863+273 (CVIT) pompe common rail Nel Barese sono in esercizio sei impianti per un totale ad oggi di 5.530 occupati nelMagneti Marelli - CK 1.000 iniettori e motori elettr. Bari le società del riquadro. In alcuni siti le case madri hanno avviato negli ultimi anni inveGetrag Magna 840 t.ind.+ 165 int. sistemi di cambio Bari stimenti per innovazioni di beni e processi Graziano Trasmissioni 420 organi di trasmissione Bari produttivi. È attivo inoltre un cluster di Pmi subforniSkf 301 cuscinetti a sfera Bari trici locali con qualche operatore del Nord Bridgestone 668 pneumatici Bari che realizzano pezzi, lavorazioni e specifi-

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a tre contratti di programma con la Regione, investimenti anche in R&D: il primo, di oltre 48,8 milioni di euro (di cui 13,1 di parte pubblica), per aumentare la capacità produttiva dei cambi Dct 250 a doppia frizione e dei relativi componenti di nuova generazione che, integrati con attuatori elettrici o idraulici ed una centralina elettronica di supervisione e comando - riducono i consumi due o tre volte più delle attuali tecnologie, con minori emissioni inquinanti. Il primo progetto in R&D puntò a realizzare un dispositivo per l’abbattimento della rumorosità della trasmissione. Con il secondo contratto la Getrag ha impiegato 49,5 milioni di euro (di cui 12,4 pubblici) per incrementare la capacità produttiva dei cambi Dct 250, con una nuova linea di trattamenti termici avente un potenziale massimo di 420mila trasmissioni complete per anno, e quella del reparto ruote dentate ed alberi di trasmissione in acciaio fino a 570mila sets all’anno. Il progetto ha mirato a costruire le ruote dentate del cambio da semilavorati ottenuti con la tecnologia della sinterizzazione, o con quella della forgiatu-

ra, che, a parità di prestazioni del prodotto ci) per nuovi sistemi common rail, mentre finito, consentono riduzioni di costi e peso. con il secondo di 26,8 milioni di euro (di cui Ad aprile 2015 la Getrag ha avviato un ter7,3 di parte pubblica) ha costruito un plesso zo investimento di 98,5 milioni (con 17,7 per altre macchine e il trasferimento dei didi parte pubblica) ormai concluso per una partimenti di progettazione, testing e assinuova trasmissione a doppia frizione ad alta stenza alla produzione, mentre nell’attuale tecnologia 7Dct 300 per veicoli con alimenlocazione resta lo staff di ricerca su motori tazione convenzionale ed ibrida. e veicoli. La Td del Gruppo Bosch - nel cui sito furono Investiti 33 milioni anche alla Magneti Mamessi a punto e in produzione le pompe per relli, incentivati dalla Regione con 9,8 milioi sistemi common rail - con l’annesso Centro ni, in nuovi prodotti per auto ibride: costruiStudi Componenti per Veicoli S.p.A., ha prote così nella fabbrica parti di motori elettrici mosso negli anni investimenti anche in R&S, e realizzate altre catene di montaggio per cofinanziati dalla Regione. Lo stabilimento iniettori benzina. Nel sito si producono anproduce pompe ad alta pressione CP1, e, che l’innovativa frizione ‘e-clutch’ – che, miinsieme al sito della stessa Bosch di Feuergliorando il sistema “stop and start”, riduce bach in Germania, la CP1H. Ma la fabbrica i consumi ed è adattabile a piccole e medie di Bari - che ha vinto nel 2014 l’Exellence cilindrate - e un nuovo iniettore benzina Award, prima fra le grandi imprese italiaIHP3+ ad alta pressione. Se non la crescita ne a riceverlo dalla almeno una sostanIL DISTRETTO TECNOLOGICO DELLA Fondazione Europea ziale tenuta si regiMECCATRONICA PUNTA A FORMARE per la gestione delstrano alla Graziano PROFESSIONALITÀ PER IL SETTORE la qualità - sviluppa Trasmissioni e alla CON PERCORSI SCUOLA-LAVORO e produce anche la SKF. Negli pneumatipompa a ingranaggi, prima realizzata in ci la nipponica Bridgestone, interessata dal Austria nell’impianto Bosch di Hallein. Le 2013 da una ristrutturazione concordata recenti campagne internazionali di Governi con Sindacati e Istituzioni per contenere i ed organi di stampa contro i motori diesel, costi e riposizionarsi su gomme general use, ritenuti più inquinanti di altri propulsori, ha varato investimenti per 41,3 milioni, di hanno causato però forti rallentamenti nelcui 12,4 incentivati da Invitalia; la fabbrica, le produzioni, tali da costringere azienda dopo la riduzione del personale, si era attee Sindacati a definire un accordo che, per stata a 582 addetti, risaliti a fine 2017 a 668 scongiurare il licenziamento di 800 esuberi unità, mentre il fatturato è stato di 94 milio‘strutturali’, ha adottato un mix di misure ni. È attivo nell’area il Distretto tecnologico contratti di solidarietà, cigs, dimissioni indella meccatronica, con Università ed altri centivate, etc.- per mitigare una situazione centri di ricerca, Magneti Marelli, Td-Bosch tuttora difficile, cui però la multinazionale e Getrag. Queste ultime due poi con la Marisponderà con l’avvio di nuovi prodotti. Il smec, Enti pubblici, Ateneo e Politecnico di fatturato 2017 è stato di 280 milioni. Bari e Confindustria locale, hanno creato la Il Cvitopera nella ricerca e sviluppo speriFondazione per l’Istituto tecnico superiore mentale ed ha completato 2 progetti, cofi“Cuccovillo” per formare a numero chiuso nanziati dalla Regione: il primo nel 2013, con percorsi scuola-lavoro professionalità impiegando 11,3 milioni (di cui 2,8 pubbliper il settore.

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I ROTTAMI? UNA RISORSA PER L’ITALIA CHE ECCELLE È dell’alessandrina Vezzani il più grande impianto del mondo di trattamento e trasformazione dei rottami metallici. Tra pochi mesi sarà installata in Australia una struttura che sarà una pietra miliare nel settore di riferimento dalla redazione

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l 2019 sarà un anno molto impormo una crescita ulteriore con un incremento di tante per noi: realizzeremo la più oltre il 25% del fatturato. I livelli di eccellenza grande pressa-cesoia mai prodotta raggiunti dai nostri impianti soprattutto in tera livello mondiale. Questo progetto diventerà mini di produttività fino a qualche anno fa imuna pietra miliare nella storia di questo settopensabili sono il risultato del nostro impegno re». Andrea Bonifacio, presidente del consiglio volto al continuo miglioramento, allo sviluppo di amministrazione di Vezzani S.p.A., parla con di nuove tecnologie tra cui anche l’utilizzo semorgoglio del nuovo impianto per il trattamenpre maggiore dell’elettronica avanzata». to e la trasformazione dei rottami, del valore Cinquant’anni di innovazione di circa 5 milioni di euro con una capacità L’azienda Vezzani produttiva di 150 t/h. FONDATA NEL 1962, VEZZANI SPA OGGI S.p.A. è stata fonda«L’impianto, compleGESTISCE QUATTRO SITI DI PRODUZIONE ta nel 1962 e oggi tamente prodotto nei NELLA ZONA DI ALESSANDRIA E REALIZZA gestisce quattro siti di nostri stabilimenti MACCHINARI E SOLUZIONI COMPLETE produzione nella zona italiani di Ovada (AL), di Alessandria. È una società che progetta e verrà installato quest’estate in Australia. Tale produce in house impianti per il trattamento traguardo, in linea con la crescita esponenziale e la trasformazione dei rottami, lavorando con registrata negli ultimi anni in termini di fattuun’organizzazione verticale che ingloba tutto rato - 18,8 milioni nel 2017, +24% rispetto al il processo: dalla progettazione iniziale al pro2016) di ebitda (4,7 milioni nel 2017, +19% dotto finito, senza ricorrere a outsourcing o rispetto al 2016) e di risultato netto (3,6 midelocalizzazione. Vezzani progetta e realizza lioni nel 2017, più 54% rispetto al 2016), ndr soluzioni complete, così come singoli prodotti. - conferma la nostra azienda leader mondiale Per questo, benché il core business siano imassoluto del settore in termini di numero di impianti ad alta capacità e produttività e cesoie, pianti realizzati. Per i prossimi anni, ci aspettia-

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la gamma include anche altre opzioni: diversi tipi di presse, sistemi di pesatura del quantitativo di materiale trattato, sistemi di pulizia, trasportatori e gru. Per tutte le soluzioni Vezzani offre al committente la possibilità di avere un prodotto personalizzato in base alle sue esigenze produttive. Cuore pulsante di Vezzani, certificata Iso 9001, è il reparto ricerca e sviluppo, impegnato su due fronti: migliorare i prodotti esistenti e sviluppare nuove soluzioni. Con questi ingredienti, sono più di mille le macchine Vezzani attualmente in funzione in oltre cinquanta paesi in tutti i continenti, alcune in uso da più di quarant’anni – per tutte queste macchine, l’azienda fornisce assistenza in remoto ventiquattro ore su ventiquattro e sette giorni su sette.

Mercato globale e specializzazione

Con un fatturato sviluppato per il 90% all’estero, gli interessi commerciali di Vezzani si distribuiscono su oltre cinquanta paesi. «Una copertura così estesa del mercato – spiega il consigliere di amministrazione Gabriele Merlo – è un fattore determinante nella corretta gestione delle oscillazioni della domanda, trattandosi di un mercato ciclico. In questo momento, i nostri mercati più importanti sono i paesi del Nord e Centro America, l’Europa e il Sud Est Asiatico. Infatti, è per clienti di questi paesi che stiamo producendo gli impianti più avanzati dal punto di vista tecnologico. Oltre a una presenza globale, bisogna anche ricordare che l’azienda si è fortemente specializzata nella produzione di impianti ad alta produttività unici al mondo. A questo proposito, nel 2016 è stato installato in Italia l’impianto con maggiore produttività mai costruito al mondo. Tale record verrà battuto nel 2019, con la consegna ad un cliente australiano di un impianto con maggiori prestazioni. Al di là di questo record,


negli ultimi anni abbiamo aumentato in modo esponenziale il numero di unità con capacità di taglio superiore alle 1600 tonnellate, diventando leader assoluti di mercato per numero di unità vendute e operative in questa fascia».

Supporto e soluzioni chiavi in mano

Producendo impianti di grandi dimensioni, normalmente Vezzani provvede alla fornitura completa e chiavi in mano, tuttavia circa il 20% del fatturato dell’azienda piemontese deriva da attività di vendita ricambi e revisioni di impianti esistenti. «La vita utile di un nostro impianto – spiega Merlo - varia dai 25 ai 35/40 anni. Dunque, diventa necessario sostituire periodicamente le parti soggette a usura e revisionare i componenti più critici, in modo da garantire il lavoro efficiente dell’impianto nel tempo. Per questo, oltre a commercializzare in tutto il mondo, siamo strutturati per dare un supporto attivo al cliente su tutto il globo, organizzando visite periodiche di controllo dello stato dell’impianto, nell’ottica dell’organizzazione della manutenzione preventiva. Inoltre, siamo anche supportati da soluzioni tecnologiche di ultima generazione, che ci consentono di avere tutti gli impianti collegati in remoto e di poterli tenere sotto controllo, fornendo anche supporto a distanza in caso di necessità».

Ricerca e sviluppo

Alla base dell’avanzamento tecnologico di Vezzani, si colloca una politica di lungo corso di investimenti in ricerca e sviluppo, che ha permesso all’azienda piemontese di guadagnare punti e competitività rispetto ai propri competitor, anche stranieri. «Investiamo costantemente risorse in ricerca e sviluppo e nel continuo miglioramento dei prodotti, - afferma l’amministratore delegato Mario Pastorino studiando soluzioni innovative che forniscano sempre maggiori benefici al committente. Questo significa consentire ai clienti di ottenere un prodotto finito di sempre maggiore qualità, nel modo più efficiente e con il minor costo possibile. Il nostro reparto di ricerca e sviluppo si focalizza su ogni singolo aspetto dell’impianto: meccanica, idraulica, automazione, sviluppo

e impiego di nuovi software, che permettano di monitorare e facilitare l’operatore nell’uso quotidiano e nelle manutenzioni. In questo momento, in particolare, siamo molto focalizzati sull’automazione e lo sviluppo di soluzioni software di monitoraggio da fornire insieme all’impianto».

Personale specializzato e produzione 4.0

Altro focus importante è sul personale e sulle tecnologie produttive utilizzate da Vezzani nella manifattura dei propri prodotti. È stata una nostra scelta – dice Pastorino - quella di produrre la totalità degli impianti nei nostri stabilimenti, tutti situati in Italia. Per impianti di tali dimensioni e caratteristiche, è lo stesso cliente ad esigere una qualità e affidabilità che possiamo garantire solo seguendo direttamente ogni singola fase della produzione, dalla progettazione, alla realizzazione delle strutture meccaniche, delle centrali idrauliche, dell’automazione e del software. Per realizzare questo abbiamo bisogno di personaL’AZIENDA PROSEGUE IL SUO PERCORSO DI CRESCITA INCENTRATO SULLO SVILUPPO DI SOLUZIONI ALTAMENTE SPECIALIZZATE PER MIGLIORARE L’EFFICIENZA NEI COSTI

le altamente specializzato, soggetto a continua formazione e a impianti produttivi tecnologicamente avanzati». È in quest’ottica che l’azienda, complice l’aumento significativo del carico di lavoro, ha deciso di investire sia nell’ampliamento dei siti produttivi, che in un nuovo impianto da inserire nella catena di produzione. «Si tratta di una nuova fresa-alesatrice che, posizionata di fronte ad una già esistente, permetterà di dimezzare le ore di stazionamento delle grandi strutture di carpenteria nell’area di lavorazione meccanica, consentendoci di ridurre notevolmente il tempo di produzione di ciascun impianto, con conseguenti benefici sui tempi di consegna e aumento della produttività. L’impianto, tra l’altro, rientra tra i beni certificabili “Industria 4.0” ed essendo dotata di un alto livello di automazione, consentirà di effettuare lavorazioni di fresatura e alesatura anche senza presidio dell’operatore».

Performance reddituali «L’azienda ha una struttura organizzativa e di costi estremamente flessibile – spiega il presidente del consiglio di amministrazione Andrea Bonifacio - che, insieme ad una focalizzazione su produzioni di alta gamma e forte specializzazione, ha permesso all’azienda di crescere, incrementando la propria quota di mercato, anche in contesti macroeconomici avversi, e di ottenere sempre solide performance reddituali». Pur essendo una realtà che ha una struttura finanziaria molto solida, in quanto non indebitata, è fondamentale il supporto di istituti bancari, sia per le più ordinarie operazioni di gestione del capitale circolante, trade finance ed emissione di performance bond che per l’implementazione dei piani strategici di sviluppo, come l’investimento in ampliamento e acquisto di impianti produttivi. «Un ruolo chiave lo ha ricoperto il Banco BPM, che ha recentemente supportato l’azienda nel suo progetto di ampliamento: dopo avere analizzato in dettaglio la situazione economico finanziaria dell’azienda e del gruppo a cui appartiene, ha deliberato a condizioni altamente competitive un finanziamento dedicato all’investimento dell’alesatrice e a copertura delle spese collaterali per opere civili, adeguamento delle strutture murarie e apparecchiature elettriche ausiliarie. Questo ci consente di poter avere una coerenza tra le fonti di finanziamento e gli impieghi, senza utilizzare risorse di capitale circolante, destinate alla gestione operativa».

Prospettive future

«L’azienda – continua Bonifacio - prosegue il suo percorso di crescita incentrato su un punto cardine: sviluppare soluzioni altamente specializzate e con alto contenuto tecnologico che permettano al cliente di poter trattare i rottami metallici al minor costo a tonnellata. Ciò consente ai nostri clienti di migliorare l’efficienza nei costi di trasformazione del rottame e fornisce un notevole vantaggio competitivo. Considerato che il portafoglio ordini ad oggi copre sostanzialmente tutta la capacità produttiva del 2019, siamo fiduciosi che la strategia intrapresa stia dando i suoi frutti».

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Il business corre veloce sul tapis roulant del fitness Daniel Pagnoni ha abbandonato la giacca da top manager per portare in Italia il brand Anytime Fitness. Che con le sue palestre in franchising garantisce un ritorno sull’investimento di almeno il 30% di Giancarlo Salemi

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lisse non va più al tempio, oggi ancio ci rivelano infatti che questo settore cresce drebbe in palestra, proprio per vesempre più, coinvolgendo circa 18 milioni di nerare il nostro corpo, il nostro Dio». italiani per un giro d’affari annuo stimato in Parola di William Kentridge, uno dei più grandi 10 miliardi di euro. Solo nei primi 4 mesi dello registi teatrali al mondo. E c’è chi ci crede al tal scorso anno gli italiani hanno speso in attività punto che un bel giorno ha deciso di mollare fitness e wellness 258 milioni, considerando tutto – una vita comunque con uno stipendio a solamente i pagamenti con carta di credito, sei zeri – e diventare imprenditore di se stesso. con un aumento dell’8,1% sull’anno preceEcco qui, il moderno Virgilio che ci conduce tra dente. La fascia di utenti fitness più ampia è bilancieri e tapis rouquella dei 18-25 anni LA CATENA ANYTIME FITNESS VANTA lant, si chiama Daniel che raggiunge il 32%, 4.300 CENTRI NEL MONDO. LA FORMULA Pagnoni, ha 57 anni e PREVEDE POSIZIONAMENTO IN FASCIA seguita da quella tra i un curriculum da top 26 e i 35 anni (27%), MEDIA E APERTURA 24 ORE SU 24 executive in multinada quella 36-45 anni zionali di rilievo: Procter & Gamble, Reckitt (21%) e quella 56-65 anni (6%). Gli italiani Benckiser, S.C. Johnson e poi Findus/Iglo che, anche saltuariamente, hanno praticato atGroup dove è stato Amministratore Delegato tività fisico-sportive sono stati quasi 20 milioni per finire a essere il Ceo, tra barche e yacht di e 15 sono stati quelli che si sono dedicati con lusso, della Canados Luxury Boats. Poi, un bel giorno di tre anni fa, si è improvvisamente «stufato» – dice ad Economy – e ha pensato di mettersi in proprio, per avere qualcosa «di veramente mio». E così è diventato il pioniere in Italia di Anytime Fitness, la catena di palestre in franchising (ce ne sono 4300 nel mondo) che ha basato il suo successo su un’idea di business semplice ma rivoluzionaria: quella di essere sempre open, 24 ore su 24, sette giorni su sette. Si imbarca in questa nuova avventura insieme a due soci australiani, Domenic Mercuri e Rino Centrella, entrambi di origine italiana. «Non è che sono impazzito», ci tiene a precisare, «anche perché business è business». Ha studiato bene il caso Italia, dove esiste una vera e propria industria del welDANIEL PAGNONI lness. Gli ultimi dati delle Camere di Commer-

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assiduità a questa tipologia di attività. Il problema, però, nel mondo delle palestre, è che ce ne sono tante, più di 6.500, molte delle quali disorganizzate e con pochi mezzi economici. «Se pensiamo che la Virgin ha in tutta Italia solo 35 palestre – continua - noi con i nostri 15 centri siamo già al quarto posto e puntiamo a diventare i primi nell’arco di un triennio». Il modello prevede la gestione di quella che viene definita “palestra di quartiere” in virtù delle sue dimensioni e della sua tipologia di offerta che consentono di competere efficace-


mente con i family club multiservizio, che propongono l’abbonamento mensile a 100 euro, e i club low cost che propongono solo attrezzi e l’abbonamento mensile a 19,90 euro. Anytime Fitness si posiziona in un una fascia mediana di prezzo. Il posizionamento geografico prevede l’apertura del club in un territorio urbano popolato da circa 25mila residenti in un’isocrona di 10 minuti di percorrenza. L’80% dei clienti di un fitness club risiede e lavora nell’isocrona consistente in una distanza percorribile in 10 minuti.

«BUSINESS IS BUSINESS» E ORA FINALMENTE NE HO UNO CHE È MIO COMPLETAMENTE

«Siamo i McDonald’s delle palestre – dice – il chiesti, sia per garantirne un sicuro successo modello è standard uguale per tutti: area isoeconomico attraverso un sofisticato software tonica, cardio e pesi. Niente spa o piscine che di geomarketing in grado di scendere fin nel fanno solo lievitare i costi. Anche il personale minimo dettaglio socioeconomico della zona in è selezionato su misura, in media 6 persone cui dovrebbe aprire la palestra. Uno dei requisiper ogni centro. Questo insieme all’affitto del ti fondamentali degli spazi che diventeranno un locale rappresenta il grosso delle spese». Già, club Anytime Fitness – prosegue - è una metrama quanti soldi servono per aprire un centro tura compresa tra i 400 e gli 800 metri quadri, Anytime Fitness? «L’investimento varia da anche se la metratura ideale è di circa 600 me250mila a 350mila euro – continua Pagnotri, oltre a un ingresso direttamente sulla strada ni - questa cifra comprende i 39mila euro di per garantire la visibilità del brand». E i profitti fee d’ingresso, i 10mila euro di primo depoda dove arrivano? «Principalmente con gli absito per il leasing sulle attrezzature e i lavori bonamenti. Costa all’utente in media 50 euro di ristrutturazione e adeguamento dei locali. al mese, ancora poco con il merchandising. Il La forbice dell’investimento è dovuta proprio modello di business è strutturato per garantire alla tipologia dei lavori che si rendono necesun margine operativo lordo adeguato al comsari per adeguare il locale agli standard azienparto industriale di riferimento, pari a circa il dali. La royalties sono relativamente basse se 25%. Il ritorno sull’investimento è pari al 30% confrontate ad altri marchi nel settore frane garantisce il rientro del capitale investito in chising». un tempo medio di due anni». L’iscrizione alla Insomma per una palestra tipo ci vogliono palestra – in qualunque palestra - dà diritto almeno 300mila euro ad entrare gratuitaLE ROYALTIES SONO INFERIORI iniziali, di certo immente in ognuno degli prenditori non ci si ALLA MEDIA DI SETTORE. E IL RIENTRO altri centri Anytime DEL CAPITALE INVESTITO AVVIENE improvvisa. «In media Fitness nel mondo, ad IN MEDIA DOPO DUE ANNI DI ATTIVITÀ solo un 20% di coloro esempio quando si è in che ci contattano - racconta - poi investe veraviaggio per turismo o lavoro. Basta una chiave mente perché è chiaro che lo scalino d’accesso magnetica individuale e la sicurezza è garantita è alto anche se il break even può essere ragda videosorveglianza H24. «Chi fa palestra di giunto in poco tempo: entro due anni se la cosa notte indossa una catenina che ha al suo infunziona si è già in utile». Pagnoni crede molto terno un chip così se si dovesse sentire male nel progetto e vorrebbe spronare altri investi– prosegue Pagnoni – c’è un sistema di alert tori a operare la stessa scelta che per lui si è automatico. Non solo. Si possono fare lezioni rivelata di successo. Di certo, in questo caso, virtuali personalizzate o con personal trainer, quello che conta è il brand ed Anytime Fitness, c’è un ampio uso di tecnologie innovative, sponata nel 2002 in Minnesota, negli Stati Uniti, è gliatoi in grado di offrire il massimo livello di una catena che ha palestre operative in più di privacy e, soprattutto, un’atmosfera molto fa32 paesi e più di 4 milioni di iscritti. «Ma atmiliare». Pagnoni, che ha vissuto e lavorato in tenzione – ci tiene a sottolineare Pagnoni - nul8 Paesi diversi in Europa, Stai Uniti, Sud Amela è dato all’improvvisazione». «Il potenziale rica e Medio Oriente, parla fluentemente oltre affiliato di Anytime Fitness è un imprenditore, l’italiano l’inglese e lo spagnolo. Si è buttato a un investitore o un businessman che intende capofitto in questa nuova realtà e ha deciso di diversificare il suo portafoglio. Il primo passo mettere in soffitta la laurea in Ingegneria induconsiste nel proporre una location già indivistriale maturata nel secolo scorso alla Louisiaduata, oppure nell’affidarsi al nostro supporto na University. «Preferisco dopo una settimana per la ricerca. Ogni immobile viene studiato, di lavoro – conclude – passare la domenica con ispezionato e analizzato dalla casa madre sia mio figlio, qualche ora in palestra e stare bene. per verificarne l’adeguatezza agli standard riCon il corpo e con la mente».

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LA VALCAMONICA VA A BRUXELLES. VIA SKYPE Declino industriale e spopolamento incombono sull’area. Così, per superare l’isolamento, uno sportello aiuterà gli imprenditori ad accedere alle opportunità e ai finanziamenti europei. Grazie a un collegamento dedicato di Giuseppe Spatola

n comprensorio per vecchi, con semtocca i nervi scoperti storici del comprensorio. pre più disoccupati e un reddito pro Ci sono stati infatti timidi segnali di ripresa, socapite al di sotto della media regioprattutto in alcuni segmenti dell’occupazione. nale. E i fantasmi del declino industriale e dello La domanda di manodopera si sta concentranspopolamento che dopo pochi segnali positivi do in alcuni comparti. Sono i carpentieri ed i tornano a incombere sulla Valcamonica, incamontatori di carpenteria metallica le principali stonata nelle prealpi Retiche bresciane. È un figure professionali maggiormente richiesti dal quadro a tinte preoccupanti quello affrescato mercato del lavoro, seguiti da camerieri, baridall’Osservatorio del mercato e dell’impresa. sti, commessi, cuochi ed elettricisti. Così, per Sotto la lente le conclusioni della ricerca che uscire dall’isolamento della montagna, internet vede l’ultimo anno caratterizzato dall’acuirsi è diventato un ponte verso Bruxelles e il cuore di molte criticità: il dell’Europa. Per quetasso di spopolamen- IL TASSO DI SPOPOLAMENTO E L’ETÀ MEDIA sta ragione il consiglio DEI RESIDENTI NEL COMPRENSORIO SONO to e l’età media della europeo a Civiade CaIN AUMENTO. E SOLO UNA PERSONA SU popolazione del communo ha aperto uno TRE HA UN’OCCUPAZIONE STABILE prensorio sono in ausportello interattivo, mento. Su poco più di 101 mila abitanti sono in veloce e semplice per portare sul territorio le diminuzione i residenti under 64 e in aumento opportunità ed i finanziamenti europei. «Una gli ultrassessantacinquenni. Nell’ultimo quinmaniera per avvicinare imprenditori e aziende quennio si sono persi 3 mila posti di lavoro. a Bruxelles», spiega l’europarlamentare Angelo Solo una persona su tre ha un lavoro e gli ocCiocca a proposito dello sportello In - Europa, cupati sono 31 mila. Il reddito pro capite annuo uno strumento che nasce, in collaborazione è di 12.700 euro, contro la media provinciale con l’associazione Oltre di Laura Franzoni (a di 14.200 euro e regionale di 15.800 euro. La sinistra nella foto), per creare un filo diretto tra Valcamonica sembra tuttavia avere gli anticorfinanziamenti comunitari, cittadini e imprese pi per reagire e affrontare una crisi diffusa che del territorio. «Questo strumento - dice Cioc-

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ca - si pone l’obiettivo di valorizzare i nostri territori e le nostre eccellenze attraverso un canale interattivo in contatto diretto con Bruxelles. Basta compilare una semplice scheda di descrizione dei progetti che vorreste finanziare e un esperto da Bruxelles vi contatterà tramite Skype per consigliarvi sulle possibili strade da percorrere». Quindi si scrive “Oltre”, si pensa “vicino” e nella realtà sarà accanto a chi ha sogni da trasformare in progetti economici concreti. E non è un caso se il “lab”economico-commerciale ha sede nel cuore delle forge di Cividate Camuno e se al centro dello studio una finestra permette di gettare l’occhio su una distesa di acciaio lavorato, simbolo della produttività camuna nel mondo. «L’idea - spiega Laura Franzoni, già direttrice di Assocamuna e dell’incubatore di Cividate - è di andare Oltre i soliti confini. L’associazione unisce in un network di solidarietà e convenienza le persone e le aziende più aperte, creative e dinamiche. Un’officina di idee e di progetti, un ambiente innovativo, un nuovo modo di fare rete pensato per liberi professionisti, tecnici e piccoli imprenditori, da liberi professionisti tecnici e imprenditori». Come dire che Oltre.lab non sarà alternativa all’esistente, ma grande alleato di tutte le realtà industriali e non solo della provincie di Brescia. Il seme lo ha piantato un webmaster professionista, Francesco Bonomelli (a destra nella foto), condividendolo con altre 11 persone che sono diventate poi fondatori dell’Associazione. «Oltre nasce con un obiettivo inedito per il territorio - commenta il presidente Bonomelli - vale a dire aiutare le persone a comprendere le prospettive future e supportare le aziende e i singoli nella realizzazione di progetti e di prodotti innovativi, creando un ecosistema tecnologico, intellettuale, creativo, che generi iniziative imprenditoriali e moderne opportunità di crescita personale e professionale».

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CARO CLIENTE, INCONTRIAMOCI SULLA PIATTAFORMA Nuovi modelli di interazione per ottimizzare la customer experience e ottimizzare il business: sono sempre di più le aziende che aprono all’online, seguendo l’evoluzione dei consumi. I casi (simili e diversi) di Wind Tre e di Tecnocasa di Sabrina Parisi

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igital First: sono sufficienti due sole o potrebbero giocare nel proprio modello di parole per sintetizzare l’enorme business. Il resto, poi, è rappresentato dai sfida che l’intelligenza artificiale mercati, dai diversi contesti e soprattutto ha lanciato al mondo del business. Perché dalle persone, perché la capacità delle macin un’economia sempre più esplicitamente chine è quella di incrementare le potenzialità orientata ai dati, la pervasività del digitale del capitale umano e intellettuale. È innegaimpone alle aziende di cambiare le vecchie bile, però, che vi sia una stretta relazione tra regole, progettare nuovi modelli di business il grado di maturità digitale delle aziende e le per interpretare i cambiamenti e per sosteperformance di reddito da queste espresse nere le trasformazioni sociali, culturali e amrispetto ai propri competitor meno aggiornabientali in atto. ti. In questo contesto le società utilizzano le Eccola, la Digital Trannuove tecnologie per sformation: l’innova- L’INNOVAZIONE COINVOLGE LE STRATEGIE velocizzare e ottimizAZIENDALI, LA PROGETTAZIONE DEL zione che coinvolge zare i processi interni, PRODOTTO-SERVIZIO, L’ORGANIZZAZIONE le strategie aziendali, creando maggiore poINTERNA E DEL MARKETING la progettazione del sitività e produttività prodotto-servizio, l’organizzazione interna e tra manager e dipendenti che operano in un del marketing, l’interazione col mondo esterambiente rinnovato e in costante tensione no. Si tratta di un cambiamento da tempo verso il miglioramento continuo, personale e annunciato che porta le aziende, tutte, dalle aziendale. Si coltivano le competenze digitali più piccole alle più importanti, a interrogarsi e, quando possibile, si investe in recruiting a fondo sulle proprie strutture e sui processi. per trovare nuovi talenti già digital addicted. E non esiste una strada unica da perseguire: Ma la trasformazione digitale, in fondo, è dati, computer, reti, software, algoritmi: è imun processo che le aziende già conoscono, portante essere a conoscenza delle caratteriincominciato con l’avvento dell’informatica stiche e del ruolo che questi elementi giocano applicata alla dematerializzazione dei dati e

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all’elaborazione delle informazioni. Cosa c’è di nuovo allora? Proprio la possibilità, che in sé porta anche la necessità, di pensare a differenti modelli di interazione, la ridefinizione delle skill di base e dei ruoli, in grado di ripensare i meccanismi di funzionamento di una azienda. Un approccio sinergico tra l’applicazione delle tecnologie innovative e quelle tradizionali, per essere competitivi e sviluppare in modo più efficace il proprio business. In questo rinnovato scenario, protagonista di ogni programma aziendale diviene, ancor più che prima, il cliente, dall’inizio della progettazione di un servizio fino alla sua proposizione, commercializzazione e diffusione, ponendo l’ottimizzazione della Customer Experience come punto cardine della propria Digital Transformation. Le modalità di raccolta e l’analisi di dati, sempre più di dettaglio e in numero crescente, sono aspetti fondamentali per la conoscenza dei propri consumatori e punto di partenza per migliorare l’esperienza con il proprio prodotto ed il brand, un mutamento necessario nato come effetto dei consumi sociali in continua evoluzione. In Italia Wind Tre S.p.A. è tra le principali aziende che hanno accolto la sfida del Digital First con un servizio Customer Centric & On Demand che consente ai clienti di scegliere in autonomia il prodotto, il processo di acquisto, le modalità di pagamento e la consegna secondo le proprie esigenze. Il prodotto più richiesto? Si conferma la sim voce e dati, che viene recapitata comodamente a domicilio nella stessa giornata della sottoscrizione, finalizzata all’attivazione online in pochi minuti, attraverso una procedura di video identificazione molto semplice e che garantisce la massima sicurezza. «Il nostro eCommerce, pensato mobile first,


unisce i benefici dello shopping online e di quello offline. Coinvolgendo web, social network, negozi e app, offre un’esperienza davvero multicanale», dichiara Lorenzo Tazzioli, Head of Digital Innovation Factory di Wind Tre S.p.A. «Con la possibilità di scelta tra la consegna in poche ore a casa o il ritiro in negozio, la massima flessibilità di pagamento, un processo innovativo di video identificazione e un supporto costante, anche attraverso l’intelligenza artificiale, Wind Tre riesce a soddisfare le esigenze della customer base. Tutto questo aiuta a interpretare costantemente le aspettative dei nuovi clienti, in un contesto di mercato estremamente competitivo e in continua evoluzione». IL PROTAGONISTA DI OGNI PROGRAMMA DI TRASFORMAZIONE DIGITALE È IL CLIENTE, PUNTO CARDINE DI OGNI AZIONE DELL’AZIENDA

Un altro attore attivo della Digital Transformation intesa come processo e riformulazione dei propri servizi e dell’approccio al cliente è il gruppo immobiliare Tecnocasa. «Pensiamo che l’integrazione tra mondo fisico e online sia oggi indispensabile per assicurare Customer Experience soddisfacenti», sostiene Alessandro Caglieris, Consigliere delegato di Tecnomedia srl. «Dare all’utente la libertà di scegliere cosa guardare e di chiedere maggiori informazioni nel momento in cui sta consultando il web ed è realmente interessato, lo fa sentire protagonista del proprio percorso di avvicinamento al brand. E i risultati si vedono: infatti solo dopo nove mesi dallo startup del nuovo canale chat le agenzie italiane del Gruppo Tecnocasa hanno raggiunto le oltre 100mila interazioni svolte in chat». Attraverso un servizio chat customer oriented, le oltre 2.000 agenzie italiane Tecnocasa e Tecnorete si trasformano quindi in realtà virtuali, permettendo agli utenti di osservare gli immobili preferiti, porre domande agli agenti immobiliari e chiedere maggiori informazioni anche in tempo reale agli operatori presenti in chat, proprio come se fossero fisicamente nell’agenzia.

PER SAPERNE DI PIÙ Wind Tre, guidata da Jeffrey Hedberg, è ai vertici del mercato mobile in Italia e tra i principali operatori alternativi nel fisso. L’azienda è nata dalla fusione delle due società operative H3G S.p.A e Wind Telecomunicazioni S.p.A. a seguito della joint-venture paritetica creata dai rispettivi azionisti CK Hutchison e VEON. Dal 7 settembre 2018, CK Hutchison è azionista unico di Wind Tre. Il Gruppo Tecnocasa nasce nel 1986 come rete di agenzie di intermediazione immobiliare in franchising alle quali si affiancano

La tecnologia di video identificazione e firma del contratto online impiegata da Wind Tre S.p.A. e la video live chat adottata dal Gruppo Tecnocasa hanno un elemento in comune: sono entrambi prodotti realizzati dalla società romana TocToc Srl, che da anni si dedica allo sviluppo di servizi di web engage in cloud tesi allo sviluppo dell’interazione efficace. «Alla base di ogni attività proficua di business», afferma Fulvio Bruno, Sales Director TocToc Srl, «vi è sempre una relazione umana positiva, sia essa tra azienda e clienti sia essa tra dirigenza, dipendenti, collaboratori, fornitori e partner. L’attenzione che prestiamo all’evoluzione dei sistemi di comunicazione e delle tecnologie ci permette di accompagnare i nostri clienti lungo la loro personale Digital Trasformation, supportandoli con strumenti innovativi e soluzioni tailor-made. Rivoluzionare i propri sistemi di contatto con la platea di interesse significa avere consapevolezza dei mutamenti del mercato e quindi alta reattività nell’avviare rivisitazioni dei propri assetti aziendali per rimanere competitivi». successivamente quelle di mediazione creditizia. Attraverso la creazione di marchi di rete e rami d’azienda complementari fra loro, il Gruppo cresce nel tempo sia dal punto di vista numerico, sia da quello organizzativo. La politica della creazione del valore unita alla focalizzazione sulla competitività del business hanno consentito al Gruppo di diventare nel tempo il maggior gruppo immobiliare a livello nazionale ed europeo, con oltre 14 mila collaboratori in tutto il mondo. TocToc (www.toctoc. me), è una società ICT composta da

professionisti con anni di esperienza alle spalle focalizzata nella creazione di sistemi di Web Engage, Identification & Sale e ideatrice della video live chat omonima. Vanta una presenza già consistente nel panorama italiano per la sua giovane età: Veratour Spa, Comedata, Insem Spa, Smilenet, Immobiliare. it, Everis, Assist Spa, Ford, Mercedes Benz, sono solo alcuni tra i clienti che usano con successo la tecnologia TocToc per i processi digitali di ingaggio, video identificazione e firme elettroniche per la vendita e/o contrattualistica online.

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IL PAESE CHE CRESCE

STORY-LEARNING

MAIL BOXES ETC SI ESPANDE IN TUTTA ITALIA

SPEDIZIONI, FAX, FOTOCOPIE E LOGISTICA: IL BUSINESS DI MBE

Ben 25 nuovi contratti di affiliazione e 18 centri servizi in un anno Ben 25 nuovi contratti di affiliazione firmati e 18 centri servizi Mbe aperti in un anno: sono i numeri che sintetizzano i risultati raggiunti da Mail Boxes Etc. (Mbe) in Italia nel 2018. Grazie a questi traguardi, Mbe migliora la copertura e la capillarità dei suoi servizi sul territorio nazionale. “Siamo molto orgogliosi di questi risultati che ci permettono di rendere disponibili le soluzioni Mbe su nuove aree, espandendo la nostra rete di negozi in franchising. Si tratta di numeri che confermano la buona ed efficace gestione del nostro programma di affiliazione,

che prosegue speditamente anche nel 2019. Per facilitare gli aspiranti nuovi imprenditori organizziamo ogni mercoledì dei webinar gratuiti per far conoscere e approfondire l’opportunità imprenditoriale Mbe”, ha detto Fabrizio Mantovani, Business Development & Support Director di Mbe. Oltre ai nuovi Imprenditori che hanno deciso di aprire un Centro Mbe nuovo, i risultati includono gli affiliati che hanno aperto un secondo, terzo, talvolta anche quarto punto vendita Mbe. Oggi il network Mbe in Italia conta complessivamente oltre 530 centri.

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PHYD, PIATTAFORMA PER SCEGLIERE GLI STUDI L’ultimo lancio di The Adecco Group pensato per i più giovani

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È stata presentata nelle scorse settimane Phyd, piattaforma digitale realizzata da The Adecco Group in collaborazione con Microsoft, in grado di aiutare studenti e professionisti a orientarsi nel proprio percorso formativo, professionale e personale, sviluppando nuove competenze e aggiornando quelle già acquisite. Phyd è un’idea sviluppata per colmare lo skill mismatch tra le professionalità richieste dal mercato del lavoro e le competenze dei candidati. Le prime professionalità mappate da Phyd riguarderanno quelle legate alle discipline Stem, dove è più ampio questo

mismatch in Italia, ma presto saranno aggiunti nuovi profili occupazionali che richiedono competenze più umanistiche. La piattaforma, basata sul Cloud Computing e sulle tecnologie di Intelligenza Artificiale di Microsoft, è stata sviluppata in linea con l’obiettivo primario di Ambizione Italia, progetto di ecosistema avviato da Microsoft con partner di rilievo come The Adecco Group, che fa leva sulle opportunità offerte dall’Intelligenza Artificiale e sulla formazione avanzata per accelerare la trasformazione digitale in Italia.Potrà aiutare a chiudere il gap tra fabbisogno e saperi che affligge l’Italia.

SOMEC, LA DIVISIONE NAVALE CRESCE IN CINA

A SINISTRA, LA SEDE DI SOMEC

Una filiale a Shangai per la società di engineering quotata all’Aim Una nuova filiale a Shanghai per aggredire il mercato cinese. È l’annuncio che ha fatto Somec, società società specializzata nell’ingegnerizzazione, design e realizzazione di grandi progetti chiavi in mano nell’ambito navale e civile, nelle scorse settimane. Il focus dell’azienda è la produzione di involucri vetrati, progetti architettonici speciali, allestimento di aree pubbliche e catering per grandi cucine. Somec, inoltre, è quotata su Aim Italia. Somec

Shanghai Co., Ltd, è stata costituita con lo scopo di ampliare l’attività navale in Cina sfruttando il potenziale di crescita nelle nuove costruzioni di navi da crociera nei porti cinesi e offrendo, con la stessa struttura, servizi in loco con personale tecnico per attività di refitting e manutenzione per le navi che già operano nelle rotte asiatiche. L’industria crocieristica in Cina si prepara ad una forte crescita futura.

NELLA FOTO BARBARA COMINELLI, DIRETTORE MARKETING & OPERATIONS DI MICROSOFT ITALIA

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IMMAGINARE IL FUTURO Riuscite a immaginare un materiale duecento volte più resistente dell'acciaio e al tempo stesso leggerissimo, flessibile, completamente trasparente? Che allo stesso tempo conduce sia l'elettricità che il calore? Riuscite a pensare alle innumerevoli applicazioni che questo materiale potrebbe avere nell'industria così come nella nostra vita quotidiana? La rivoluzione è appena iniziata. E si chiama "grafene"

IL GRAFENE MADE IN ITALY LA NUOVA PIETRA FILOSOFALE BeDimensional, spinoff dell'Iit di Genova, è l'unica azienda al mondo in grado di industrializzare questo materiale prodigioso che ci cambierà la vita. Grazie (anche) ai gruppi Pellan e Camponovo di Marina Marinetti egnatevi questo nome: BeDimenle, Vittorio Pellegrini e Francesco Bonaccorso, sional. Perché quando si quoterà in che dopo aver brevettato il loro metodo per la Borsa - e prima o poi lo farà, potete produzione del grafene, nel 2016 hanno descommetterci - sarà un buon cavallo su cui ciso di fare il salto della barricata diventando puntare. Il motivo è racchiuso in una sola pa(anche) imprenditori e fondando uno spin-off rola: grafene. Un materiale che non solo è un dell’IIT: la start-up innovativa BeDimensioeccezionale conduttore elettrico e termico, nal, appunto. Perché questo nome? «È molto ma che allo stesso tempo è duecento volte più semplice», risponde il professor Pellegrini: resistente dell’acciaio, «Il grafene è un foglio IL GRAFENE È UN FOGLIO DI ATOMI è trasparente, è flesdi atomi di carbonio, DI CARBONIO DUECENTO VOLTE sibile ed estensibile, disposti a geometria PIÙ RESISTENTE DELL'ACCIAIO, è così impenetrabile esagonale, come la IMPENETRABILE E TRASPARENTE che neppure un atorete di una porta di un mo di elio riesce ad attraversarlo. E BeDimencampo da calcio, ma spesso quanto un solo sional è l’unica al mondo in grado di produrlo atomo di carbonio. Non esiste nulla di più su scala industriale. sottile in natura: ecco perché questo cristallo viene definito “bidimensionale”». Il nome Alla scoperta del grafene vi ricorda qualcosa? Per forza: «Miliardi e Tutto è cominciato a Genova, nei Graphene miliardi di fogli di grafene, posti uno sopra Labs dell’Istituto italiano di tecnologia, grazie l’altro, costituiscono la grafite, nota da più a due importanti ricercatori di fama mondiadi 500 anni, che utilizziamo nelle matite, ma

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anche come conduttore elettrico e termico. Ma è solo da un secolo che si è capito che se isolato, un singolo foglio di grafene presenta proprietà migliori e addizionali, come la resistenza meccanica, duecento volte superiore a quella dell’acciaio, la trasparenza, perché la radiazione luminosa viene assorbita solo per il 2,3%, l’impenetrabilità, dato che nulla, neppure il più piccolo atomo riesce ad attraversarlo». I primi esperimenti per isolare il grafene iniziarono negli anni ‘40, ma senza alcun esito. È solo nel 2004 che due ricercatori, Andrej Gejm e Konstantin Novosëlov, riuscirono a isolarlo (e infatti nel 2010 si aggiudicarono il Nobel per la fisica). Come? riamo su un altro materiale usando lo scotch Con un pezzo di scotch e una matita. Potete come un “trasferello”, otterremo grandi cose. farlo a casa anche voi: prendete un pezzo di «Il grafene dev’essere usato all’interno o in scotch, sgretolate sulla parte appiccicosa un simbiosi con altri materiali, tipicamente i pezzetto della mina di una matita, piegate lo polimeri, per donare loro proprietà che non scotch incollandolo su se stesso, riapritelo, rihanno», spiega Vittorio Pellegrini: «Si può chiudetelo, riapritelo, richiudetelo, riapritelo, realizzare una plastica che conduce calore o richiudetelo e andate elettricità, o rinforzarLA POLVERE DI GRAFENE DONA AGLI avanti così per qualla meccanicamente, ALTRI MATERIALI PROPRIETÀ INEDITE: che minuto. «Alla fine COME LA VERNICE TERMOCONDUTTIVA magari per ottenere si sarà formata una plastiche più leggere CHE SOSTITUIRÀ I TERMOSIFONI specie di strisciata nei caschi da moto o nera. Se la osserverete con un microscopio, componentistica più leggera per aerei o elianche uno di quelli del Piccolo Chimico con cotteri. Può essere addizionato alla vernice, un ingrandimento di qualche centinaia di donandole proprietà conduttive. Il grafene volte, individuerete frammenti che alla luce apre il campo ai tessuti smart o intelligenti, riflessa del microscopio risulteranno appena come una giacca che si rinfresca o si riscalda visibili: quello è il grafene». da sola grazie. Ma possiamo immaginare cose E ora che abbiamo il grafene, cosa ce ne facancora più esotiche: posso verniciare la pareciamo? Da solo, poco o nulla. Ma se lo trasfete di una casa con una vernice al grafene, che può essere utilizzata per veicolare il calore anziché installare termosifoni o tubature sotto il pavimento, veicolando il calore dove voglio con un solo strato superficiale, dato che più è sottile lo strato di vernice utilizzata, migliori sono le proprietà conduttive del grafene. Il grafene dona anche maggiore efficienza alle batterie agli ioni di litio di nuova generazione: prove di laboratorio stanno dimostrando che l’impiego del grafene ne aumenta la durata fino quasi a raddoppiarla. Il grafene è anche un ottimo dissipatore, che può evitare il surriscaldamento di batterie e computer. VITTORIO PELLEGRINI Può avere così tante applicazioni che non le

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abbiamo neppure individuate tutte». Quello che si può dire, invece, è che l’unicità di BeDimensional sta nel fatto che è l’unica al mondo ad essere in grado di produrre il grafene su scala industriale. Leggerete qua e là che in Cina lo fanno già, ma non è vero: «Non riescono a produrre foglietti di spessore atomico, ma dello spessore che in media è di almeno 20 nanometri, che equivalgono a 60 strati di grafene: un numero sufficiente per dire che assomiglia più alla grafite ultrasottile che al grafene». Per essere definito grafene, gli strati non devono essere più di otto. «Più andiamo al monostrato, più le caratteristiche del grafene si esaltano». E BeDimensional è l’unica al mondo che ha in costruzione un impianto industriale che è capace di produrre grafene composto da appena due o tre fogli: «Oggi produciamo due chili al giorno, ma all’inizio del prossimo anno attiveremo la nostra prima linea industriale e arriveremo a 3,5 tonnellate l’anno. Nessun altro al mondo ha questa capacità di produzione con questa qualità di materiale». Ma lo scotch non c’entra nulla: «Si utilizza un processo usato fin dagli anni ‘70 per scomporre in polvere materiali per uso alimentare o farmaceutico. Per fare l’esfoliazione si usa un liquido al cui interno viene messa la grafite, poi viene fatto passare attraverso circuiti ad alta pressione e il processo genera forze che riescono a esfoliare la grafite in modo molto controllato. Sono le turbolenze che generano le forze di taglio, come quando in aereo sentiamo quei colpi che lo


spostano lateralmente. Se l’aereo fosse fatto di grafite si taglierebbe a strati». Meno male che invece è di principalmente fatto di metallo.

di incubazione di BeDimensional all’interno dell’IIT. È così che Massimo Camponovo ha fatto tris: oltre a essere Ceo di Liguria Press, che distribuisce stampa quotidiana e perioDa startup a Spa dica nella “grande Genova” (da Cogoleto a Certo: non state leggendo Scientific American Camogli) e amministratore del Gruppo Cam(nel caso vi sia sorto un dubbio), ma Ecoponovo, attiva nell’immobiliare con progetti nomy. Avete quindi sicuramente intuito che di sviluppo principalmente in Liguria e in quello del grafene nel futuro prossimo (nel Sardegna, si è ritrovato anche amministratosenso di molto vicino) diventerà un business re delegato di BeDimensional. «Quattro anni decisamente interessante. Al momento in fa mio padre vide in televisione il professor cui andiamo in stampa, i clienti di BedimenPellegrini che spiegava le possibilità e le prosional sono già più di prietà del grafene», IN MOLTI BUSSANO ALLE PORTE una ventina, spaziano spiega Massimo CamDELLA STARTUP PER COINVESTIRE. da aziende di nicchia ponovo: «Si incuriosì MA FINO ALLA QUOTAZIONE a multinazionali, itae così lo invitammo L'AZIONARIATO RESTERÀ BLINDATO liane e internazionali, qui da noi». Campoma molti altri stanno bussando alle porte novo e IIT sono “vicini di casa”, nella valle di della startup genovese. E, per ovvi motivi, si quel Polcevera balzato tristemente agli onori tratta di contatti commerciali protetti da non delle cronache per il cedimento del ponte Modisclosure agreements. Perché ogni contatto randi il 14 agosto scorso. «Ci innamorammo significa lo sviluppo di un prodotto completaancor di più dell’idea. Il nostro è stato un afmente rivoluzionario per il mercato. fiancamento di quasi due anni degli scienziati C’è chi ha fiutato l’affare per primo e, ad aprie della parte di technology transfer. Quando le dello scorso anno, ci ha messo un chip. O abbiamo ritenuto che i tempi fossero mameglio, oltre un milione di chip, coi quali ha turi per spinoffare da incubatore a startup, acquistato il 51% delle quote della società non abbiamo avuto più esitazioni e abbiamo sancendo ufficialmente il termine del periodo traghettato BeDimensional sul mercato. Il

MASSIMO CAMPONOVO

nostro vuole essere un modello virtuoso: da una parte l’IIT ha licenziato a BeDimensional il brevetto di produzione del grafene, che rappresenta lo stato dall’arte a livello mondiale, dall’altra BeDimensional si impegna, con le royalties, a ritornare all’IIT gli sforzi che sono stati compiuti per arrivare fin qui». E se il business plan ufficiale prevedeva di raggiungere il break-even al terzo anno, con circa 30 addetti e tre milioni di euro di ricavi, i conti sono già tutti da rifare: «Pensiamo di arrivare a 40 collaboratori entro fine anno, non esiste un’azienda sul territorio che abbia avuto una crescita di questo tipo, con inquadramenti a tempo indeterminato. Siamo convinti di riuscire a mantenere questa curva di crescita nel tempo. Ed entro due o al massimo tre anni tutti rientreremo dei nostri investimenti». Quindi almeno 20 milioni di euro. A questo punto il lettore attento si starà chiedendo da dove arrivano quei 18 milioni e passa di euro che, considerati quelli apportati dal Gruppo Camponovo («Il nostro è un contributo più manageriale, che finanziario», conferma l’amministratore delegato di BeDimensional) mancano all’appello. È presto detto: dal Gruppo Pellan, società pavese attivanel settore agricolo, nella produzione di macchine di precisione, nell’immobiliare e nel tessile con la produzione di pelli sintetiche, che a novembre scorso è entrata nell’azionariato societario con circa 18 milioni di euro, uno dei più rilevanti deal del 2018 nel mondo delle start up per dimensione d’investimento,

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STARTUP-TELLING

CARLOTTA PIGNATTI COSTAMAGNA

traghettando BeDimensional nel mondo delle Spa. Nonostante i fondatori avessero escluso l’ingresso di nuovi soci: «Le logiche commerciali ci hanno fatto capire che probabilmente lo sviluppo verticale di richieste di mercato potenziali avrebbe richiesto un investimento decisamente più importante. E il nuovo socio è particolarmente giusto, perché è molto aperto dal punto di vista della vision industriale», conclude Camponovo.

Che la produzione abbia inizio

Anche per il nuovo socio, l’incontro col grafene è stato del tutto casuale: «Per Fiscatech, la nostra azienda che produce finta pelle, eravamo alla ricerca di un prodotto innovativo, particolarmente resistente, su richiesta di un segmento di clienti», racconta Carlotta Pignatti Costamagna, che oggi siede alla presidenza di BeDimensional. «Così siamo entra-

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ti in contatto con la startup e siamo rimasti oltre la fase di ricerca e sviluppo sono più che letteralmente folgorati. Non ci abbiamo messoddisfacenti. Il nostro obiettivo, da qui a tre so molto a maturare la decisione di entrare anni, è di arrivare alla quotazione, rientrare e in questo progetto, in cui crediamo particoaddirittura superare quanto abbiamo impielarmente. Le premesse sono ottime: siamo gato nell’investimento. Siamo molto fiduciosicuri che l’azienda avrà un florido futuro. E si». Gruppo Pellan, Gruppo Camponovo e soci poi, c’è la soddisfazione di essere arrivati per fondatori (gli scienziati che hanno dato via al primi: sapere che sono italiani i primi ad aveprogetto) detengono ognuno il 32%, mentre il re brevettato l’esfoliazione della grafite è una restante 4% è in mano e piccoli azionisti. Siagrande soddisfazione». Certo è che proprio mo certi che, a questo punto, vi stiate ponengrazie all’ingresso del do la nostra identica Gruppo Pellan BeDi- GLI SCIENZIATI FONDATORI DETENGONO domanda: «Ma allora IL 32% DELLE QUOTE, COSÌ COME mensional ha ricevuc’è ancora spazio per PELLAN E CAMPONOVO. SOLO IL 4% to la spinta definitiva entrare?» «Ci sono reÈ IN MANO A PICCOLI AZIONISTI verso l’industrializzaaltà che premono per zione del processo di produzione. Nel corso entrare nell’azionariato, ma la struttura sodel 2020, la produzione passerà a circa 3,5 cietaria è bloccata. Abbiamo creato un equilitonnellate di materiali bidimensionali, ambrio societario molto solido, non ci sentiamo pliabile a 10 tonnellate con ottimizzazione di alterarlo», risponde la presidente di BeDidi processo. Questo ampliamento produttimensional. Peccato. Ma non siamo gli unici a vo è stato reso possibile dall’acquisizione di essercelo chiesto: «Con chi si interfaccia con un capannone di oltre 4000 mq ubicato in noi e ha capacità investimento la domandina Valpolcevera (a 500 metri dall’IIT), dove nase capire se sia possibile entrare in società ci scerà il nuovo quartiere generale, composto scappa sempre». dagli uffici dirigenziali, dalla linea di produzione e da un laboratorio di ricerca e sviluppo all’avanguardia. Certo, 18 milioni di euro non sono bruscolini. «Non siamo incoscienti, ovviamente abbiamo guardato prima la parte finanziaria», commenta Carlotta Pignatti Costamagna: «Nel portafoglio clienti ci sono player internazionali, multinazionali, aziende molto rilevanti. Il progetto è molto promettente già allo stato attuale e le prospettive


mondiale nelle capsule, costa invece tra gli 80 e i 100 dollari. La soluzione di WayCap è compatibile proprio con il brand della multinazionale svizzera ed è nata quasi per caso: tre amici che si ritrovavano ogni sera per suonare jazz e che bevevano un caffè via l’altro. Il continuo impiego di cialde li ha convinti che c’era qualcosa che non andava e da lì – si era nel 2015 – è partita l’idea. Il primo passo è stato l’acquisto di una stampante 3D per dare vita alla capsula riciclabile all’infinito. Dopo sei mesi tutti e tre si decisero a lasciare i loro rispettivi lavori: WayCap meritava tutte le loro energie. Tra il 2016 e il 2017, poi, sono state lanciate quattro campagne di crowdfunding “reward-based” (ovvero quelle iniziative in cui, in cambio di un’offerta, il finanziatore riceve ricompense, in forma di beni o servizi, offerti da chi lancia una campagna). È stato così possibile distribuire oltre 20.000 capsule a 7.000 famiglie in 83 paesi. Ad oggi, circa 15.000 nuclei familiari nel mondo utilizzano WayCap. Se si Grazie alle campagne di crowdfunding reward-base, Way Cap ipotizzano due caffè al giorno per due memha distribuito 20mila kit a 7mila famiglie. E ora punta ad affiancare bri della famiglia, si tratta di un risparmio di all'e-commerce anche torrefazioni, casalinghi e negozi bio 60.000 capsule al giorno, ovvero 22 milioni all’anno. Il che significa 200 tonnellate di ridi Marco Scotti fiuti inquinanti in meno che sarebbero finiti in discarica. gni anno nel mondo vengono vendufino a 500 anni per essere smaltite. Il nostro Oggi l’azienda che offre capsule interamente te oltre 14 miliardi di capsule per il paese, che è oltretutto tra i più indietro in biodegradabili ha scelto diversi modi per vencaffè. Se le si impilassero una sopra Europa per la raccolta differenziata, produce dere i propri prodotti: tramite il sito e-coml’altra, si creerebbe una montagna artificiale ogni anno più di 10.000 tonnellate di capsule merce di loro proprietà e tramite una rete di alta più di 420.000 km. Per intenderci, oltre che vengono buttate nell’indifferenziato. rivenditori quali negozi di prodotti biologici, 35.000 km in più della distanza che separa la Per questo l’idea dell’italiana WayCap è tanno-waste, casalinghi e torrefazioni. Anche in Terra dalla Luna. Si tratta di un trend in creto semplice quanto geniale: una capsula che questo caso è stata fatta una scelta “di camscita, mediamente, del 20% all’anno e che si può essere riutilizzata po”, non impiegando SE IMPILATE UNA SULL'ALTRA, I 14 sviluppa per il 60% in Europa e, per il 10% e ricaricata con caffè i marketplace più coMILIARDI DI CAPSULE VENDUTE OGNI del totale, in Italia. Di fronte a questa fiumana macinato per evitanosciuti come canali ANNO SUPEREREBBERO LA DISTANZA di capsule, il problema più evidente è lo smalre il problema dello TRA LA TERRA E LA LUNA. SUPERANDOLA di vendita o di contimento: si tratta di un gigante da 120.000 smaltimento. Non segna. La capsula di tonnellate di prodotti inquinanti che, se non solo: grazie a WayCap è possibile risparmiar WayCap include due brevetti internazionali raccolti correttamente, possono mettere a in maniera molto significativa. Basti pensare che consentono di ottenere un’estrazione sirepentaglio l’ambiente. E non serve ribadire che il kit composto da due capsule ricaricabili mile a quella che avviene al bar con le maccome la Terra non possa permettersi ulterioe gli strumenti necessari per inserirvi all’inchine professionali. Il futuro è un libro tutto ri agenti patogeni, dopo la plastica che la sta terno il caffè costa 62,90 euro, mentre il caffè da scrivere: all’inizio di quest’anno è stata soffocando. Le capsule, infatti, sono composte stesso, già macinato, costa tra i 7 e gli 8 euro lanciata una nuova tipologia di capsule, Dolce da plastica e alluminio e possono richiedere per 250 grammi. Un kg di Nespresso, leader Gusto, e altre seguiranno.

La capsula del caffè diventa (davvero) riciclabile

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LO ZIO D'AMERICA CHE IMPORTA GLI SNACK Dall'idea di uno studente è nato il sito di e-commerce www.americanuncle.it, che in soli due anni ha sfondato il tetto dei 100mila euro di fatturato mensile. Importando e vendendo merendine d'oltreoceano di Marco Scotti

LO STAFF DI WWW.AMERICANUNCLE.IT. IN ALTO, IL FOUNDER ALESSANDRO ODIERNA

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hi non ha mai sognato il proverbiale le euro. Utili ad acquistare abbastanza prodotti “zio d’America”? Sicuramente lo ha da rivendere in poco più di 10 giorni. Ovviasognato Alessandro Odierna, salermente neanche un euro di quelle vendite è arnitano, classe 1995, che, ventenne, ha deciso rivato da un cliente acquisito online. Era scondi puntare sul più americano dei prodotti: gli tato: non mi conosceva nessuno e una pagina snack. «Studiavo Giurisprudenza ma ero inFacebook non poteva rappresentare nulla di tenzionato ad effettuare qualche test per proimportante. Tra un esame in Giurisprudenza e vare a capire se c'era la possibilità di struttura qualche mini-rifornimento ho continuato così qualcosa di interessante online. Mi ero iniziato per diversi mesi, fino a quando non sono ara documentare leggendo libri e blog, non averivate le prime recensioni e di conseguenza le vo budget importanti prime vendite online. DALLA PAGINA FACEBOOK AL SITO da investire, né tanto Normale conseguenza DI E-COMMERCE IL PASSO È STATO meno delle basi di codi una fiducia che stava FACILE. LA SFIDA, ORA, È SUPERARE noscenza solide. Poi in nascendo. Con perseIL MILIONE DI FATTURATO Spagna ho scoperto gli veranza ho continuato snack americani, venduti in uno dei tanti mara investire tempo e risorse in quell'idea: finalket che invadono le città. Mi convinsi che il promente iniziando a produrre qualche risultato dotto potesse avere seguito anche in Italia». tangibile. La ricetta era semplice: tanto tempo Nel 2015, quindi, Alessandro crea la pagina dedicato e tutto il fatturato reinvestito». Facebook “American Uncle”. «In ambito nazioL’offerta iniziale era di circa 30 prodotti tra le nale non c'erano realtà consolidate e questo mi barrette di cioccolato più vendute in America, ha dato la possibilità di iniziare il mio progetto. e i ritmi di vendita del 2015 erano pari a poche La prima importazione di prodotti sono riuscispedizioni settimanali. Qualche mese dopo, to ad effettuarla grazie a qualche risparmio e nel 2016, nasce www.americanuncle.it, il sito un piccolo prestito dai miei primi investitori: la di e-commerce che già un anno dopo fattura mia famiglia. Nulla di importante, soltanto miloltre 10.000 euro al mese. Nel 2017, poi, nasce

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la Uncle Food Srl di cui sono soci Michele Riccio e Pasquale Bracale, fondatori di Ribrain, e Alessandro Gargiulo di Cookie Srl. Da un esperimento di marketing, American Uncle inizia così a diventare un vero e proprio lavoro: c’è l’esigenza quindi di iniziare ad aggiungere nuove figure professionali. Si opta per giovani del sud, under 25, tutti assunti regolarmente. A dicembre del 2017 si sfonda la soglia dei 100.000 euro di fatturato mensile. «Sarà stato Natale? Sicuramente, ma è stato soprattutto il frutto di una strategia studiata e condivisa. La crescita a gennaio non si è fermata, ed è stato utile aggiungere un ulteriore risorsa allo staff». Il portale, che per logo ha il cilindro dello zio Sam con l’aggiunta di baffi, è suddiviso in modo da soddisfare tutte le voglie: dolce, salato, bibite e gluten free. Ma l’occhio del “nipote” goloso non può non cadere nell’area American Box, dove è possibile scegliere tra scorte di 20, 30, 50 o oltre 100 prodotti. A completare il sito la zona delle promozioni. Il tutto scritto con torno informale, da farti sentire a casa. Ad oggi sono passati per l'ecommerce più di 500 prodotti, in continua rotazione. «Abbiamo una media di 2500 spedizioni al mese, ma abbiamo superato anche i 3mila. Con il supporto dei nostri fornitori dai quali, consolidato il rapporto, è stato possibile ottenere linee di credito e vantaggi». E poi uno sguardo al prossimo futuro. «Per il 2019 contiamo di superare il milione di euro di fatturato. Un altro obiettivo è consolidare la nostra posizione nel mercato e investire nell'ottica dell'apertura a spedizioni internazionali e di punti vendita offline. Ma questo soltanto dopo aver migliorato la nostra attuale offerta».


IL NUOVO CHE AVANZA STARTUP-TELLING

GLI AFFITTI BREVI CONTINUANO A CRESCERE

IL MERCATO DEGLI AFFITTI BREVI CONTINUA A CRESCERE

Da Venezia a Matera: ecco perché il business non si è fermato Altro che saturo, il mercato degli affitti brevi è più vivo che mai. “Certo, il mercato è cambiato, questo sì. – racconta Francesco Zorgno, socio fondatore di CleanBnB - Oggi mettere a reddito la seconda casa è una scelta vincente a patto di farlo con professionalità e conoscenza dei meccanismi del settore”. Gli ospiti che si rivolgono al mercato degli appartamenti privati, piuttosto che a quello degli alberghi, hanno le idee precise. Vogliono un servizio di qualità. Preferiscono sì alloggiare in una

casa, ma non rinunciano alla pulizia, alla cortesia e a tutte le accortezze che solo una gestione professionale sa offrire. “Sono tempi duri per gli improvvisati, perché è facile bruciarsi. Gli ospiti lasciano recensioni e scelgono in base ai commenti di chi li ha preceduti. E questo crea una selezione naturale che premia i professionisti e coloro che sono attenti al cliente e, di conseguenza, agli interessi del proprietario. Non è un caso se CleanBnB continua a crescere in maniera costante e continua”.

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TRAIPLER ENTRA NELLA “FAMIGLIA” DI GELLIFY

IL TEAM DI TRIPLER

L’azienda si occupa di realizzare digital story-telling e video tailor made

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Traipler, la prima piattaforma tecnologica di produzione e distribuzione di contenuti video originali di qualità professionale a costo accessibile grazie a un network di 600 videomaker, entra nel portafoglio di Gellify, la piattaforma di innovazione B2B che seleziona, investe e fa crescere startup innovative del settore digitale e le connette con le aziende tradizionali in ottica open innovation. Traipler.com, nata a Putignano in Puglia da un nucleo di manager e professionisti d’azienda (Gianluca Ignazzi, Christian Muolo, Aldo Ricci), ha colmato sin da subito un gap enorme nel mercato

dei contenuti video digitali permettendo a tutte le imprese - grandi, piccole e micro - di realizzare produzioni video originali e di alta qualità, a prezzi competitivi e in tempi rapidi. Traipler.com fornisce soluzioni video per ogni categoria merceologica, sempre in perfetta sinergia con la strategia di marca del cliente e modulabili per ogni esigenza di social e web advertising. Traipler.com è oggi la prima piattaforma digitale capace di produrre massivamente contenuti video continuativi, originali, ad hoc per il cliente e a costi accessibili.

ROCKAGENT CAMBIA IL MONDO DEGLI INTERMEDIARI La startup lancia in Italia un hub digitale per agenti immobiliari RockAgent, la startup che ha l’obiettivo di guidare i professionisti dell’immobiliare nella digital transformation, annuncia l’inizio del suo piano di espansione per creare in Italia il più grande hub digitale di agenti. L’azienda ha lanciato un piano di reclutamento di 500 agenti nei prossimi 5 anni, puntando sul modello di business di “agenzia ibrida”, già affermato nei contesti più maturi di Regno Unito, Francia e Germania. Attraverso una piattaforma e un’applicazione mobile concepite

per semplificare l’esperienza d’uso, l’inserimento e la gestione dei dati, RockAgent permette ai propri agenti, dotati di regolare abilitazione, di ottimizzare il proprio lavoro e i tempi delle trattative. I professionisti potranno così seguire i loro clienti in modo veloce e trasparente, dalla valutazione dell’immobile fino al rogito, gestendo tutto il processo in modo smart, da mobile e all’interno di spazi in coworking, eliminando vincoli e costi dei negozi su strada.

IL FOUNDER DI ROCKAGENT DANIEL DEBASH

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DOMANDE &OFFERTE

IN MANO E AL POLSO, I LIFESTYLE COMPANION DELLA STELLA Dalle stilografiche all'alta orologeria, passando per profumi e pelletteria: ecco come Montblanc sta conquistando fette di mercato complementari. Grazie anche ad acquisizioni strategiche come la manifattura Minerva

125 FILO LA SOSTENIBILITÀ DIVENTA LA TRAMA DEL TESSILE

126 HOME STAGING BUDGET SCARSO? ORA CI SONO I MOBILI DI CARTONE IN 3D

127 COSMOFARMA IL RUOLO CRUCIALE DEI CAMICI BIANCHI

128 RISORSE UMANE ORA A FERIE E MALATTIE CI PENSA L'APP

129 SCHEDE CARBURANTE LA GESTIONE DIVENTA SMART CON LE SOLUZIONI DI EDENRED

di Davide Passoni tratti e ai valori di marca costruiti in una storia centenaria, valori tolti i quali rischierebbe CHE MAI LA SCELTA DI MONTBLANC, la grifun’omologazione alla media che la porterebbe fe del gruppo Richemont che dagli strumenti a tradire la propria storia, i propri prodotti, i di scrittura è riuscita, soprattutto degli ultipropri clienti. mi anni, ad estendere le proprie proposte di Fondata ad Amburgo agli inizi del Novecenprodotti-icona – into, con il passare del LA GRIFFE DEL GRUPPO RICHEMONT nanzitutto quindi le tempo Montblanc ha NEGLI ANNI HA ARTICOLATO LE LINEE stilografiche con il articolato le linee di DI PRODOTTO BEN OLTRE cristallo di neve sulla prodotto allargandole GLI STRUMENTI DA SCRITTURA punta del cappuccio oltre gli strumenti da – alla pelletteria di lusso e poi all’alta orologescrittura, per arrivare alla pelletteria di alta ria. Una scelta che ha assorbito investimenti gamma, ai profumi, agli accessori e, in anni e arricchito il volto dell’azienda, divenuta capiù recenti, all’Orologeria. Una case history pace di innovazione nel i nuovi gusti e le teninteressante nel mondo del lusso, della quale denze evolutive della clientela. Per sostenere ha parlato a Economy Paride Toma, 48 anni, e vincere una sfida del genere, i manager di Managing Director di Montblanc Italia da Montblanc devono avere una visione aperta dicembre 2018. Dalle sue parole risulta eviper stare sul mercato senza però derogare ai dente come la vocazione dell’azienda tedesca, IL LIFESTYLE COME CIFRA DEL PROPRIO CREARE E DEL PROPRIO PRODURRE: È PIÙ

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DOMANDE&OFFERTE

parte del gruppo Richemont, sia quella di armonizzare la natura dei suoi prodotti e la loro percezione da parte del cliente. Dalla mano, con le stilografiche, al polso, con gli orologi, lo stile non cambia. Un tempo, i regali per la prima comunione erano la penna stilografica e l’orologio. Due estremi all’interno dei quali si dispiega il range di Montblanc. Che plus dà al marchio un simile assortimento? Montblanc è la Maison dei “Lifestyle Companion”, quegli accessori di qualità che ogni uomo sceglie di indossare e portare con sé per un’intera giornata. Accessori che non vengono scelti solo per ragioni stilistiche, ma anche per la loro funzionalità. Quando è nata Montblanc, 112 anni, fa produceva solo strumenti da scrittura. In seguito ha sviluppato la pelletteria e successivamente i gioielli. In ultimo sono arrivati gli orologi come naturale È fondamentale guardare al passato, sopratcompletamento del lifestyle dei nostri clienti, tutto quando si hanno delle radici così proche cercano prodotti belli e funzionali, identifonde; attingere dal passato per potersi conficabili in un emblema che è un’icona di stile solidare nel presente e affermarsi nel futuro. riconosciuta in tutto il mondo e a cui spesso si Abbiamo a disposizione archivi ricchissimi associano ricordi di momenti importanti. da cui trarre ispirazione, sulla base dei quali Per sviluppare un asset delicato come abbiamo recentemente suddiviso e razional’orologeria, non si può improvvisare. Voi lizzato le nostre collezioni, identificandole in avete scelto di acquisire una manifattura due principali segmenti per un totale di quatstorica come Minerva: che valore aggiunto tro linee, tutte ispirate a segnatempo originali porta al vostro business? Minerva: il mondo sportivo contemporaneo Facendo parte di un gruppo come Richemont, con Timewalker, sportivo vintage con 1858, che racchiude eccelclassico contemporaLA PRODUZIONE DI OROLOGI D'ALTA lenze indiscusse in neo con Star Legacy GAMMA È COMPLETAMENTE IN-HOUSE, questo campo, siamo e classico vintage con REALIZZATA DALLA MANIFATTURA consapevoli di avere Heritage. MINERVA ACQUISITA DA MONTBLANC a che fare con compeChe tipo di appassiotitor fortissimi. Ma proprio grazie al supporto nato sceglie gli orologi Montblanc? del gruppo abbiamo potuto acquistare una Siamo una delle poche Maison orologiere che delle manifatture più prestigiose di sempre. possono vantare una produzione totalmente Centosessantuno anni di eccellenza che Monin-house (per i prodotti di alta gamma) e il tblanc ha ereditato e sui quali ha costruito le controllo su tutta la fase produttiva, comprecollezioni più recenti; design e innovazione so il test delle 500 ore realizzato dopo l’assono di Montblanc; ispirazione e know-how semblaggio (per 500 ore, gli orologi vengono arrivano da Minerva, legittimando ulteriorsottoposti a una serie di test e controlli, dalla mente la nostra presenza in questo business. normale usura quotidiana, all’esposizione Al Salon International de la Haute Horloall’acqua, alle più svariate condizioni climatigerie di Ginevra dello scorso gennaio avete che, ndr). I nostri clienti sono esigenti e attenti puntato forte sulla tradizione: perché? e riconoscono in Montblanc quell’estetica e

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Paride Toma, managing director di Montblanc Italia

quella funzionalità garantita dal nostro emblema. All’ultimo Salone di Ginevra abbiamo presentato collezioni più razionalizzate, identificabili con codici di design molto caratteristici ispirati alla tradizione di Minerva, riuscendo ad accontentare i diversi stili e mantenendo sempre un rapporto qualità/prezzo ottimale. Siete uno dei pochi big dell’orologeria entrati nel segmento degli orologi connessi con Summit. Perché questo dualismo fra artigianalità manifatturiera e nuove tecnologie? Da sempre Montblanc si è contraddistinta per il suo spirito pioneristico. Con il brevetto della prima stilografica senza fuoriuscita d’inchiostro abbiamo, per così dire, inventato il primo “device portatile”. L’innovazione unita alla maestria artigianale è parte del dna della nostra Maison in tutte le categorie di prodotto, ma Summit non è stato il primo step nel mondo digitale; prima del nostro smartwatch, che da ottobre 2018 è sul mercato come Summit2, la seconda generazione del nostro orologio connesso, abbiamo lanciato con grande successo “Augmented Paper”, la realtà aumentata di Montblanc che unisce il piacere della scrittura manuale al mondo digitale. Montblanc è un’azienda tedesca ma con un forte legame con l’Italia, in particolare con il distretto pellettiero fiorentino. Insomma, vi avvalete delle nostre eccellenze nazionali… Montblanc unisce il fine artigianato europeo a un design contemporaneo, dando vita a pezzi che uniscono tradizione classica e design raffinato. Tutte le categorie di prodotto sono realizzate nei rispettivi poli d’eccellenza. I nostri strumenti da scrittura nella nostra sede ad Amburgo, dall’iconica Meisterstück, alle collezioni in edizioni limitatissime realizzate nel nostro “Artisan Atelier” grazie al supporto di artigiani e incastonatori esperti. I segnatempo nel distretto del Giura, in Svizzera e la pelletteria nel laboratorio fiorentino della Maison per la lavorazione delle pelli.


LA SOSTENIBILITÀ CORRE SUL FILO (E SULLA FIBRA) A Filo, il Salone internazionale dei filati e delle fibre diventa protagonista una nuova visione dei processi produttivi, lungo tutta la filiera. Un impegno, ambientale e sociale, che d’ora in poi sarà il tema conduttore di Filo. Corcione: «E la ricerca di processi di produzione sostenibili rientra nella responsabilità sociale» dalla redazione

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a sostenibilità è un filo, un filo che del prossimo settembre sarà allestita l’Area si dipana in tutte le fasi del ciclo Sostenibilità di Filo, uno spazio dedicato ai produttivo, un filo conduttore di un prodotti ottenuti da processi produttivi sosteprocesso virtuoso che diventa modello di sonibili. «Nell’Area Sostenibilità di Filo le nostre stenibilità per tutta la filiera, un filo che Filo (e aziende espositrici presenteranno gli articoli perdonateci il bisticcio di parole), il salone inottenuti da processi produttivi sostenibili, ternazionale dei filati e delle fibre, non a caso con l’esplicitazione, volontaria e autocertifiha scelto come tema conduttore per la sua cata, delle varie fasi produttive realizzate in 51ma edizione, che il 27 e 28 febbraio, al Pamodo sostenibile, sia in ambito ambientale lazzo delle Stelline di Milano, ha visto ben 102 sia sociale», continua Paolo Monfermoso: «Si espositori presenti. tratta di una iniziativa «La sostenibilità è un DALL’USO RESPONSABILE DELLA CHIMICA ambiziosa, che voALLA RIDUZIONE DEI CONSUMI DI ACQUA tema a cui il nostro gliamo realizzare con ED ENERGIA, ARRIVANDO ALLA TRACCIABILITÀ Salone è attento da DALLA MATERIA PRIMA AL PRODOTTO FINITO gli stessi principi di anni, ma in quest’ocqualità, concretezza, e casione abbiamo voluto rendere concreto il professionalità che contraddistinguono Filo nostro coinvolgimento in una sfida che ritefin dal suo esordio. Naturalmente, per le imniamo cruciale per il tessile-abbigliamento», prese a monte della filiera produttiva, la sostespiega il responsabile della manifestazione, nibilità non può che essere una sostenibilità di Paolo Monfermoso. processo e non può che dipanarsi lungo tutti i Alle aziende espositrici, d’ora in poi, verrà passaggi della produzione». sottoposta una scheda che permetterà di eviIl Progetto Sostenibilità di Filo è disegnato per denziare la loro adesione a pratiche sostenimettere in evidenza le interconnessioni di una bili nelle diverse fasi del processo di produfiliera tessile verticalizzata: «Il progetto sostezione. Sulla base delle risposte delle aziende nibilità di Filo risponde appieno alla duplice espositrici, a partire dalla 52a edizione di Filo accezione di sostenibilità a cui la manifattura

orienta i propri comportamenti», commenta Pier Francesco Corcione, amministratore delegato di Assoservizi Biella – Filo. «Da una parte, infatti, la ricerca di processi di produzione sostenibili rientra nella responsabilità sociale di imprese sempre più attente a tematiche ambientali, etiche e sociali. Dall’altra, permette alle aziende di organizzare in modo più razionale la propria produzione, con consistenti riduzioni di costi». L’iniziativa di Filo è un progetto che si articola su due livelli: «Da una parte è una sostenibilità di processo, che include un uso responsabile della chimica, una riduzione del consumo di acqua e di energia», continua l’amministratore delegato di Assoservizi Biella - Filo: «dall’altra però è una sostenibilità nelle relazioni sociali, nel rapporto con i fornitori, con i dipendenti e con il territorio. Le aziende devono infatti impegnarsi a costruire un modello di sostenibilità sociale, nel quale si occupano e si preoccupano dell’ambiente che hanno intorno e delle persone che lì vivono». Da Zegna, Baruffa, Lane Borgosesia a Lanecardate, da Marchi e Fildi a Italfil, da Tintoria Mancini a Xinao, passando per Tintoria Finissaggio 2000, Filatura Luisa , Iride, Utt, Davifil e Pozzi Eelecta (presente a Filo fin dalla prima edizione), la filiera ha aderito con entusiasmo: i protagonisti della due giorni milanese non si tirano idietro, quando si tratta di certificare il proprio impegno sul fronte della sostenibilità. Perché, come ha sottolineato all’inagugurazione della manifestazione Carlo Piacenza, presidente dell’Unione Industriale Biellese, ha sottolineato come «Sostenibilità sia in primo luogo tracciabilità. Noi imprenditori manifatturieri abbiamo una responsabilità: garantire la tracciabilità dalla materia prima al prodotto finito».

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DOMANDE&OFFERTE STORY-LEARNING MODELLI

«Coi mobili di cartone la casa si vende meglio» L’idea di Fabiano Gollo, founder di Re.Da, unisce stampa digitale ad alta definizione e leggerezza del cartone per una soluzione (riutilizzabile) dedicata agli home stager. E ora cerca investitori col crowdfunding di Marina Marinetti

L’

idea di startup a volte nasce per gemmazione. Succede, quando una mente giovane inizia a guardare il business dell’azienda di famiglia con un occhio diverso. Come è successo a Fabiano Gollo, 29 anni, da due generazioni immerso nel “cartone” dello scatolificio di famiglia, Ica Imballaggi, nata nel 1984, oggi con 20 dipendenti ed un fatturato di 5 milioni di euro. Quando gli è arrivata in azienda una home stager chiedendo un foglio di cartone per simulare gli ingombri degli arredi negli ambienti vuoti ha avuto l’illuminazione: «Ho pensato alla leggerezza ed alla versatilità del cartone, alla definizione che abbiamo raggiunto con la stampa digitale, a quanto deve essere difficile e costoso, per un home stager, arredare dal principio un immobile vuoto e sgomberarlo pochi mesi dopo». L’idea? Sfruttare la stampa digitale ad alta

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definizione combinata con la leggerezza e versatilità del cartone per abbattere i costi, azzerare i tempi e snellire la logistica legata all’ arredare casa temporaneamente. Utilizzando mobili finti, di cartone, ma realistici.

FABIANO GOLLO, FOUNDER DI RE.DA

Et voilà, la startup innovativa è servita. Gollo l’ha chiamata Re.Da, che non è un acronimo, ma suona un po’ come abbreviazione di “arredo realistico”. «Abbiamo lavorato con home stagers, agenti immobiliari, investitori e costruttori per perfezionare il nostro prodotto», spiega. I primi sforzi si sono concentrati sulle cucine, da sempre la componente più onerosa e complessa da gestire, ma sono in cantiere anche bagni, camere, living e complementi d’arredo. «Allo stato attuale riusciamo a garantire un forte effetto realistico ed in alta risoluzione, diamo la possibilità di inserire una cucina che non si distingue da una cucina vera, con texture simili al legno o tinte piatte, effetti lucidi laccati, cemento, acciaio con costi fino all’80% inferiori rispetto all’arredamento tradizionale». Attenzione: per Gollo quel risparmio dell’80% è parametrato ai prezzi di Mondo Convenienza. TD’altra parte, spendere 400 euro (il prezzo medio di una cucina da tre metri in cartone) è più che sufficiente, per un homestaging. Ed è un “investimento” che si ripaga, perché è riutilizzabile: «I nostri moduli sono leggeri, si montano e smontano in pochi minuti tramite semplici incastri e si trasportano facilmente anche in una comune berlina», sottolinea il fondatore di Re.Da. Da novembre, Re.Da è a caccia di fondi sulla piattaforma crowd Starteed.com. «Vorremmo raccogliere 15-20mila euro, per finanziare il sito multilingua e il configuratore, che è la parte più complicata da sviluppare», spiega Gollo. «Devo dire che questa StartUp è una delle naturali evoluzioni dell’azienda di famiglia, un modo per portare nei tempi nuovi una attività tradizionale, seppur ancora del tutto valida, come lo scatolificio», conclude: «Abbiamo già riscosso molti consensi tra chi lavora nel settore immobiliare, anche se le applicazioni potrebbero essere anche ulteriori, ad esempio come scenografie per fotografi e per video o anche per temporary shop. Le potenzialità sono straordinarie ed infatti c’è molto interesse dai potenziali investitori».


La medicina più efficace è la parola del farmacista Il claim della Cosmofarma Exhibition di Bologna, dal 12 al 14 aprile, sarà “La relazione al centro”. Con un workshop dedicato, perché oltre al farmaco il cliente ha sempre bisogno anche di un consiglio di Riccardo Venturi

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i sono farmaci, quelli da banco, che Il che significa che ogni giorno quasi cinque si possono comprare online. Ma c’è milioni di italiani vanno in farmacia. «Ognuno qualcosa che sul web non potrai mai di loro arriva con il proprio bagaglio di paure, trovare: il farmacista, vero valore aggiunto curiosità, incertezze, desiderio di sapere» osdella farmacia. Cosmofarma Exhibition di serva Valente, «a volte con la semplice volontà Bologna, che ogni anno riunisce aziende e di prendere un prodotto e di andar via, ma in operatori del mondo della farmacia per contante altre occasioni arriva e chiede, ha bisodividere progetti e innovazioni, dal 12 al 14 gno di una parola». E qui interviene il ruolo aprile rende omaggio del farmacista, consial ruolo del farmacista IL DIRETTORE DI COSMOFARMA ROBERTO gliere di cui il cliente VALENTE: «IL FARMACISTA DEVE SAPER e all’importanza crudeve potersi fidare: «A ASCOLTARE E RACCONTARE. UN ATTORE ciale del suo rapporto volte non basta dire: CI INSEGNERÀ A FARLO AL MEGLIO» con il cliente - pazienla pastiglia va presa te: di qui il nuovo claim “Le relazioni al cenlontano dai pasti» sottolinea il direttore di tro”. «È inevitabile che il farmacista abbia la Cosmofarma, «ma si deve cercare di capire propria attività digital» dice il direttore di Coperché ha quello sfogo sulla pelle, guardarlo smofarma Roberto Valente, «che abbia un sito in faccia, se ha un colorito un po’ verdognolo web, un profilo Facebook, che dialoghi con i informarlo sulla possibilità di fare degli esaclienti via Whatsapp. Fino a quando il digitami di approfondimento sulla situazione del le è inteso come un’estensione della persona fegato. Questo non significa che il farmacista del farmacista va benissimo, il punto è non possa sostituirsi al medico, però può davvero delegare al digitasvolgere un ruolo le e alle tecnologie importante». Il farquello che è il suo macista è un punto vero valore aggiundi riferimento per to». Anche i numeri tanti: «Per esempio dimostrano l’imchi ha una malattia portanza del ruocronica ed è uscilo del farmacista: to dall’ospedale» una media di 250 mette in evidenza persone al giorno Valente, «sa che tutentrano in ognuna ti i giorni lo trova lì delle 19mila farmain farmacia, e può cie in tutto il Paese. chiedere un con-

ROBERTO VALENTE

siglio. Il farmacista per essere all’altezza del compito deve saper ascoltare e raccontare, due temi che tratteremo a Cosmofarma». La manifestazione di Bologna quest’anno punta su metodi innovativi per accompagnare i farmacisti in un percorso di crescita professionale. «Insegneremo l’ascolto con il coinvolgimento di un attore» annuncia il direttore di Cosmofarma, «perché di fatto l’attore deve sviluppare una sensibilità all’ascolto. Indossa una sorta di maschera, si lascia alle spalle tutte le proprie problematiche ed è totalmente dedicato a chi gli sta di fronte. Se ha il pubblico vicino, a modo suo deve saper ascoltare la reazione del pubblico, capire se lo segue oppure no». Anche per approfondire il tema del racconto Cosmofarma ha organizzato una proposta intrigante: «Abbiamo coinvolto la scuola Holden, che dal punto di vista dello storytelling ha molto da insegnare» rimarca Valente, «ci spiegheranno quale può essere la modalità migliore per costruire un racconto, ciò che serve al farmacista per coinvolgere il cliente. Deve sapergli spiegare cosa c’è dietro un prodotto: per esempio un’azienda che fa ricerca, è attenta agli ingredienti, alle materie prime, a produrre in modo sostenibile con un packaging riciclabile». Tutti elementi che aggiungono valore al prodotto: «In questo modo il farmacista potrà dire al cliente: ecco perché è meglio questo prodotto da 15 euro rispetto a quest’altro da 10. Non fosse andato in farmacia non glielo avrebbe detto nessuno» conclude Valente.

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DOMANDE&OFFERTE

Ferie e malattia, adesso a gestirle ci pensa l’app Incubata nell’I3P del Politecnico di Torino, Fluida ha sviluppato una piattaforma che traccia tutte le informazioni relative alla vita lavorativa dei propri collaboratori. Con un’interfaccia user friendly di Marco Scotti

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omunicare i giorni di malattia. Chieessi di piccole o grandi aziende: è il caso di dere al proprio titolare le ferie. ComFluida, un’azienda fondata da Andrea Burocco pilare il registro delle presenze. Sono e Hernán Solima, imprenditori digitali (e “setutte azioni quotidiane che si portano dietro riali) uniti da un percorso decennale comune un carico crescente di confusione e di posnel mondo It e digital. La soluzione di Fluida sibilità di errore. Le vacanze, ad esempio: se si basa su una piattaforma cloud che consente chieste troppo in anticipo rischiano di essere di tenere traccia di tutte le informazioni reladimenticate, se troppo tive alla vita lavorativa sotto data di venire L’ANALISI DEI DATI SULLA FORZA LAVORO di un dipendente. Si negate. E poi a chi non SVOLTA DALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE tratta di un’interfaccia PERMETTE DI RIDURRE VELOCEMENTE è mai capitato di sen- GLI ADEMPIMENTI BUROCRATICI INTERNI user friendly che anatirsi dire “scusa, me lizza i dati sulla forza n’ero dimenticato”? E quanti si scordano punlavoro con algoritmi di intelligenza artificiale, tualmente di compilare il foglio delle presenze permettendo di ridurre velocemente gli ademo di strisciare il badge in entrata o in uscita? pimenti burocratici interni, che rappresentano Con il risultato che, a fine mese, l’ufficio del a volte un ostacolo per aumentare la compepersonale e quello che gestisce le retribuzioni titività. devono chiedere conto ai lavoratori di giorni di «Le risorse umane – ci racconta Solima – sono assenza, malattia, trasferte e via dicendo. Con rimaste indietro mentre tutte le tecnologie il rischio, anche in questo caso, di sentirsi dire hanno fatto passi avanti da gigante. Non è “me n’ero dimenticato”. raro vedere enormi fogli excel per gestire le Ecco perché la tecnologia può venire in socinformazioni più importanti sul lavoro, come corso di tutti i team di risorse umane, siano presenze e malattie. La nostra idea invece è di

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cambiare la prospettiva dei software gestionali, che in genere sono molto orientati verso la parte amministrativa e per niente verso l’utente/lavoratore. Con Fluida, invece, è il lavoratore stesso ad avere tutto sotto controllo, dalle presenze alle malattie, passando per le trasferte e le giornate di smart working. Inoltre, l’intelligenza artificiale permette di analizzare comportamenti e abitudini aiutando il lavoratore a non scordarsi di registrare le proprie attività. In questo modo si ottiene un deciso miglioramento nella gestione della quotidianità». Incubata nell’I3P del Politecnico di Torino, Fluida ha chiuso a febbraio di quest’anno un “pre-seed” round da 400.000 euro: l’investimento è stato sottoscritto da un pool di business angel, imprenditori e manager. Con l’investimento ottenuto, la startup proseguirà nello sviluppo tecnologico della piattaforma, introducendo la certificazione dei dati su blockchain e l’interazione con assistente vocale. Inoltre, Fluida verrà distribuita, oltre che in Italia, anche in Spagna e in America Latina. «Questa iniezione di capitale – chiosa Burocco – permetterà a Fluida di accelerare lo sviluppo della propria soluzione cloud. Il nostro obiettivo non è soltanto migliorare la gestione di team sempre più liquidi e distribuiti, ma anche offrire ad ogni azienda l’accesso ad un prezioso patrimonio di dati per migliorare la qualità del lavoro». Il mercato mondiale dei software di Human Capital Management è oggi uno dei più floridi e raggiungerà l’anno prossimo un valore prossimo ai 18 miliardi di dollari. Circa il 10% degli investimenti di settore saranno destinati alla sostituzione o aggiornamento dei sistemi esistenti. In particolare, il mercato delle applicazioni per il Workforce Management (ovvero per la gestione di tutti gli aspetti relativi alla forza lavoro) toccherà un valore di tre miliardi di dollari entro il 2021.


Con la carta carburante giusta rimborso e Iva non sfuggono Tutti i vantaggi delle soluzioni di Fleet & Mobility di Edenred, che permettono la deducibilità del carburante grazie alla fatturazione elettronica. Così si abbattono i costi aziendali e si semplifica la vita dalla redazione

ALDO PAOLO IACONO, DIRETTORE FLEET & MOBILITY EDENRED

I

l tramonto delle schede carburandai collaboratori nel periodo di fatturazione te (che da gennaio dell’anno scorstabilito. «Il nostro sistema genera automaso non sono più utilizzabili per il tismi molto apprezzati dagli stakeholder» recupero dell’Iva) e l’avvento della fatturasottolinea Iacono, «perché facilita il lavoro zione elettronica hanno gettato nel panico del Cfo che, normalmente, deve gestire le professionisti e Pmi, alle prese con distririconciliazioni finanziarie. butori che adottano procedure diverse. Ma ExpendiaSmart permette, ad esempio, di la nostalgia del timbro può essere superaricostruire l’alberatura contabile e la gestiota adottando una carta carburante, tanto ne delle risorse, in modo da avere un unico da giungere presto alla conclusione che in strumento per gestire le spese in uscita che fondo non tutte le innovazioni vengono per dialoga con l’Erp (enterprise resource plannuocere. «Le nostre carte piacciono alle picning). Un processo di automatizzazione che cole come alle grandi aziende» dice Aldo permette un notevole risparmio di tempi, di Paolo Iacono, direttore Fleet & Mobility di strumenti tecnologici, di costi». Edenred si Edenred: «i piccoli è mossa in anticipo apprezzano soprat- L’AZIENDA RICEVE UN RIEPILOGO DI TUTTE rispetto all’introduLE TRANSAZIONI EFFETTUATE tutto la comodità zione dell’obbligo di DALLE CARTE CARBURANTE UTILIZZATE dello strumento di fatturazione elettroDAI COLLABORATORI NEL PERIODO pagamento, dalla rinica di quest’anno, carica in tempo reale alla app che ti forniapprofittando delle circolari che fin dal sce prezzi, distanza e tempo di percorrenza 2014 hanno introdotto la possibilità di reper i distributori. I grandi la semplificazione cuperare l’Iva sulle spese di carburante della gestione delle note spesa, fatturazione attraverso strumenti tracciati su piattaforelettronica inclusa, e volendo anche delle me che riassumessero in via informatica le spese di trasferta con hotel e ristoranti, e il aliquote delle transazioni. Questo ha porrelativo abbattimento dei costi». tato nello stesso anno alla nascita di Eri La carta carburante Uta Edenred, per fare (Edenred Italia) Fin, il primo Imel (Istituto un esempio, permette di rifornirsi in oltre di moneta elettronica) italiano che opera a 6.500 stazioni di servizio in tutta Italia, e titolo esclusivo nel mercato B2B, premessa permette il recupero dell’IVA e la deducibilidell’emissione delle carte Edenred Expentà dei costi carburante grazie alla fatturaziodiaSmart: quella blu, per la gestione di tutte ne elettronica. L’azienda riceve una fattura le spese di trasferta, e quella gialla Drive, che riepiloga le transazioni relative a tutte la carta carburante, cui si sono successivale carte carburante Uta Edenred utilizzate mente aggiunte la carta UTA Edenred, carta

LE PARTITE IVA APPREZZANO LA COMODITÀ, LE GRANDI AZIENDE LA SEMPLIFICAZIONE multibrand, ideale per la gestione del parco auto. Oggi sono 40mila le carte Edenred attive tra Expendia e Uta. Con Expendia Smart si risolve anche il problema della fatturazione elettronica delle altre spese di trasferta: «Prima al ristorante si richiedeva fattura per la partita iva dell’azienda, oggi si comunica il codice destinatario dell’azienda o si mostra direttamente un QR Code. A questo punto il ristoratore invia i dati al sistema di interscambio (SdI) che manderà alla PEC dell’azienda la fattura in formato XML. Per ogni transazione di un dipendente, che sia carburante, un hotel o un pasto, ho una stringa xml. La nostra piattaforma ne trae una distinta riassuntiva tracciata e già certificabile». (r.v.)

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VITA DA MANAGER Gli eccessi non sono mai positivi. Quelli nell’uso di tablet, pc e smartphone (ecco perché sono già nati i primi centri per dintossicarsi dal digitale), ma anche quelli dell’umore. Come gli scatti d’ira sul lavoro. Eppure, anche la strigliata ai propri collaboratori e dipendenti, lungi dall’essere un fenomeno di rottura del rapporto, si può rivelare anzi molto utile. A patto, appunto, di non eccedere. E di indirizzarla a finalità costruttive, prendendo sempre le mosse da un problema reale e da mancanze effettive, senza mai lasciarsi davvero dominare dalla rabbia ma incanalandola a fini gestionali nel rispetto delle persone.

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DARE UNA STRIGLIATA FA BENE ALLA LEADERSHIP (E ALLA TASCA) Il rimprovero aiuta a prendere coscienza dei propri errori. Ecco perché non si può prescindere dall’imparare le regole del gioco, tra educazione e buonsenso. Per guadagnare anche in autorevolezza di Vincenzo Petraglia

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a Steve Jobs a Bill Gates nel mondo autentici agnellini succubi delle proprie pardell’imprenditoria, da Josè Moutner?). E se diversi studi hanno riabilitato, se rinho e Fabio Capello a Sir Alex fatta secondo tutta una serie di sacri crismi, Ferguson in quello dello sport, da Arturo Tol’efficacia della ramanzina più o meno violenscanini fino a Stanley Kubrick nella musica e ta (secondo gli studiosi alzare la voce, quando nel cinema. La lista è lunga, degli uomini piuttrasmette forza e passione per il lavoro che tosto turbolenti che hanno costruito imperi e si sta facendo tutti insieme, può contribuire fatto la storia nei loro rispettivi campi a suon a motivare le persone), come per tutte le cose di lampi di genio cerc’è modo e modo per afLE LAVATE DI CAPO POSSONO tamente, ma anche di frontarla, facendolo con ESSERE DECISIVE PER CRESCERE. sfuriate e poca comstile oppure senza. LA DISCRIMINANTE È LA CULTURA prensione e tolleranMa quando una sgriAZIENDALE E I VALORI IN CUI SI CREDE za nei confronti dei data può tornare verapropri collaboratori. D’altronde, alzi la mano mente utile alla nostra leadership e al nostro chi non ha mai fatto o ricevuto un cosiddetto business? E quando si può trasformare, inve“cicchetto” nella propria vita, in azienda ma ce, in una bomba a orologeria per l’azienda o anche in famiglia, magari subìto dalla propria il nostro team di lavoro in una sorta di effetto moglie, compagna o fidanzata per qualche boomerang che ha come unico effetto creare dimenticanza o marachella di cui ci si è resi conflitto e astio fra le persone? protagonisti (anzi, quanti, manager compresi, Elementi che rendono questo tema quanto magari spietati sul lavoro, in casa diventano mai spinoso e delicato, estremamente im-

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VITA DA MANAGER

A destra, il manager Ezio Pasqualon (Tecnimont). Nella pagina accanto, in basso, lo psicologo e life coach Luca Stanchieri

portante nelle dinamiche aziendali, in quanto troppo spesso (specie se inetti e poco autorevoli) ci si trova di fronte a capi che non riescono a controllare i loro scatti d’ira e sfogano le proprie frustrazioni, talvolta anche senza motivo e per il solo gusto dell’esercizio del potere, sui sottoposti. È importante, dunque, imparare a maneggiare con cura lo strumento del rimprovero, potenzialmente costruttivo, in quanto se fatto nel giusto modo può diventare un utile sprone per tutti a far meglio, o, al contrario, molto distruttivo. Vediamo come.

Le persone non sono punging-ball

Per prima cosa bisogna chiarire che le strapazzate lavorative dovrebbero essere un correttivo: la loro funzione non è, infatti, quella di dare libero sfogo alla rabbia del capo, quanto restituire al collaboratore la dimensione del suo errore. Funzione che raggiunge il massimo del suo scopo se il rimbrotto si mantiene entro una certa soglia di decibel. Più il volume del rimprovero si alza, minore è la sua efficacia. Matematico. Il cicchetto, è dimostrato, funziona meglio se chi lo fa mantiene pacatezza e ragionevolezza. Chi urla passa facilmente dalla parte del torto d’altronde, perché l’obiettivo non dovrebbe essere quello di umiliare il collaboratore, ma fargli comprendere dove ha sbagliato e correggere, per quanto possibile, l’errore. L’azione correttiva viene, infatti, in pratica annullata dalla frustrazione e dal senso di umiliazione che troppa rabbia o veemenza di un richiamo generano in chi ha commesso un qualche errore. Il problema è che, però, molti capi usano i rimproveri come pura affermazione della propria autorità sugli altri. E questo non va bene. Di base ci deve essere sempre il rispetto dell’altro, senza mai offenderlo a livello personale o umiliarlo davanti agli altri. «Le cosidette “pettinate” – spiega Luca Stan-

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INCASSARE E MEDITARE: È IMPORTANTE RIMANERE LUCIDI PER APRIRSI AL CONFRONTO proporzione ottimale: 5 a 1. Una valutazione chieri, psicologo e life coach e autore del libro negativa deve essere fondata, preceduta o ac101 modi per liberarti dagli stronzi e trovare compagnata da cinque valutazioni positive, soddisfazione nel lavoro – non vanno mai fatte tutte reali e sincere. Quando questa proporquando sono frutto di nervosismo. Le persone zione salta ci possono essere due ipotesi: la non sono dei pungiball dove sfogare le frustrapersona è inadeguazione dei capi autoriPIÙ IL VOLUME DEL RIMPROVERO ta rispetto al ruolo, tari e inetti. Un capo SI ALZA, MINORE È LA SUA EFFICACIA dunque il rimbrotto è autoritario è un capo PERCHÉ CHI URLA TROPPO PASSA inutile e dannoso; opnevrotico, che sfoga le FACILMENTE DALLA PARTE DEL TORTO pure, ed è la situaziosue frustrazioni e inne più comune, si pensa che il miglioramento competenze sui collaboratori. Nelle relazioni avvenga solo tramite la riparazione dei difetti umane i toni e le modalità con cui si parla sono e degli errori, quindi solo tramite rabbuffate. più importanti dei contenuti perché esprimoUna leadership positiva parte dalla valutano emozioni di rispetto o di disprezzo. Chi è zione delle potenzialità e delle compentenze, molto nervoso è meglio che faccia una corsetdelle performance e dei risultati di eccellenza: ta prima di parlare. Altrimenti farà danni agli ciò può fornire le leve perché un rimprovero altri e a se stesso». sortisca l’effetto necessario di un cambiamenPrima regola, dunque per la ramanzina perto, anche perché un buon capo offre sempre la fetta: non alzare la voce e non esagerare mai strada per uscire da qualsiasi problematica». nei toni, anche perché aggressività chiama agSempre bene, dunque, non esagare con le gressività. E un clima basato su terrore, odio, lavate di testa. Un’overdose di rimproveri, è rabbia e desiderio di vendetta repressi non dimostrato, può portare a un drastico pegfanno certo bene all’ambiente lavorativo. gioramento della performance, con un effetto La lealtà prima di tutto quindi opposto rispetto a quello cui dovrebbe Dagli errori, come dalle cose fatte bene, si può ambire: aiutare a migliorarsi, spronare a fare sempre imparare. «I rimproveri, intesi come meglio. restituzioni leali e sincere di valutazioni ne«In ogni richiamo – sottolina Stanchieri – sono gative su performance o comportamenti, sono indispensabili la franchezza, la lealtà, la tranecessari», spiega Stanchieri. «Ma quando sparenza, anche quando sono dure. Meglio un possiamo dire che sono troppi? Esiste una capo burbero ma sincero che uno sorridente


DIECI REGOLE DA SEGUIRE 1. Curare sempre la relazione in

termini di fiducia, lealtà e chiarezza dei compiti 2. Condividere in modo chiaro gli obiettivi e la visione aziendale 3. Essere sempre gentili ma non falsi o artefatti 4. Ancorare sempre il rimprovero alla performance 5. Offrire dopo il rimprovero, una soluzione per migliorare 6. Mai fare un commento sgradevole su un risultato negativo, se non si sa nulla di come si è prodotto quel risultato 7. Mai fare una lavata di capo su caratteristiche personali. Bisogna rimanere sempre sul piano dei fatti senza mai umiliare le persone 8. Il rimprovero deve essere un’eccezione. Combinare sempre a una paternale cinque valutazioni positive e reali 9. Come prevenzione, monitorare insieme il raggiungimento di obiettivi a intervalli stabiliti 10. Dare prima l’esempio sul campo di come si mettono in pratica i valori aziendali

ma da cui puoi avere sorprese inaspettate. Il rimprovero non è giusto o sbagliato in sé, dipende dal contesto e dalla relazione, che a loro volta dipendono dalla cultura aziendale. Se assumiamo che la cultura sia fondata su valori di efficienza, sviluppo del talento e orientamento al cliente, e la leadership è positiva e affermativa, quindi tende a far crescere le persone, le lavate di capo possono essere decisive per crescere e apprendere dagli errori. La discriminante è la cultura aziendale e i valori veri, vissuti, in cui si crede».

Cosa fare quando si riceve un rimprovero

La prima cosa da fare di fronte alle lavate di testa, fisiologiche in ogni relazione capo-collaboratore, è prenderla con calma ed evitare l’escalation di toni o il ping-pong di accuse. Se il rimprovero avviene in modo pacato l’atteggiamento giusto è valutare le proprie colpe, spiegare eventualmente le proprie ragioni, scusarsi se necessario e offrirsi di rimediare al danno. Occorre essere in grado di trattenere gli impulsi ed evitare di rispondere a tono: il che non vuol dire, naturalmente, rinunciare a portare le proprie ragioni, ma adottare il

comportamento più giusto a seconda delle circostanze. L’importante è rimanere calmi e ascoltare ciò che viene detto per poi rispondere solo dopo aver analizzato la situazione. Ciò che assolutamente non va fatto è prenderla sul personale, sentirsi umiliati o incapaci. Un vero leader è in grado di dare feedback positivi e negativi, anche duri se necessario, e ciò è determinante per far crescere le persone ma anche per verificare chi vuole effettivamente crescere. Una persona che prende un appunto come una critica personale, non vuole migliorare. Meglio metterla in condizioni di non nuocere. D’altronde un errore può sempre capitare, ciò che importa è quello che si fa dopo.

E se è il capo a essere rimproverato?

I rimbrotti normalmente vanno dall’alto verso il basso. Ma cosa accade e come comportarsi se la prospettiva si ribalta e la lavata di testa arriva al capo da un proprio sottoposto? «Un capo – sottolinea Stanchieri – vive spesso momenti di solitudine, soprattutto quando deve prendere decisioni o fare valutazioni e quando deve dirigere. Avere un feedback anche negativo da parte di un collaboratore, se la relazione è buona e gli obiettivi sono condivisi, è una cosa preziosa. Spesso i capi non hanno infatti la più pallida idea di cosa pensano i loro collaboratori, solo il dialogo franco permette di comprendere le idee in campo, confrontarle e fare crescere». È pur vero che non è sempre facile accettare di essere corretti da chi sta sotto di noi. Eppure un capo saggio deve mettere in conto che ciò possa succedere. «Bisogna innanzitutto avere l’umiltà di ascoltare le critiche dei propri collaboratori perché di solito sono uno spunto di riflessione interessante», spiega Ezio Pasqualon, manager dell’italiana Tecnimont spa. «È importante rimanere lucidi per ascoltare e aprirsi a un vero confronto senza reagire in modo aggressivo o mettendosi sulla difen-

siva. Se necessario, sia che il richiamo venga dall’alto che dal basso, incassare e meditare e poi eventualmente tornare sull’argomento con calma. Reazioni troppo a caldo finiscono in genere male». Tutto dipende da che tipo di relazione si è intessuta nel tempo con il proprio team. Essere capi è facile, essere leader un po’ meno. Un manager è un leader solo se è riconosciuto e l’autorevolezza la dà la storia, l’esempio sul campo e le modalità con cui appunto si relaziona. «Un capo intelligente – spiega Maria Angela Chiorazzi, psicologa del lavoro – è in grado innanzitutto di prevenire gli scontri monitorando periodicamente obiettivi e umori all’interno del proprio team, e, in caso di qualche sua mancanza, sa accettare la critica, garantendo, all’interno di una scala di responsabilità differenti, il rispetto di toni e di ruoli».

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VITA DA MANAGER

DISCONNETTIAMOCI, E RICARICHIAMO LE (NOSTRE) BATTERIE Sembra un controsenso, ma non lo è: il Digital Detox è il nuovo trend dei viaggi organizzati. Così i tour operator si stanno attrezzando per offrire vacanze sempre più all’insegna del no-tech di Chiara Volonté

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taccarsi dall’iperconnessione e dalla sovraesposizione mediatica? È possibile. Anzi, è di tendenza, con la vacanza no-tech: sono sempre più le strutture pronte ad accogliere turisti desiderosi di mollare cellulare, pc e tablet per almeno un weekend, accompagnandoli attraverso un percorso di disintossicazione digitale. Chi ha studiato a fondo il fenomeno delle “vacanze disconnesse” ha colto al volo la necessità di creare un nuovo prodotto, individuare il target a cui rivolgersi e proporsi come primo tour operator in Italia a organizzare itinerari digital detox: «Durante un seminario sull’evoluzione digitale delle aziende ho incontrato Alessio Carciofi, autore del libro “Digital Detox”, che spiega come gestire l’equilibrio vita-lavoro - ci racconta Enrico Ducrot, Ad di Viaggi Dell’Elefante, che dal 1974 si occupa di vacanze di lusso - Il suo intervento mirato al giusto utilizzo della tecnologia ha aperto un dialogo riguardo l’idea di applicare tali metodologie al viaggio. E, dopo alcuni mesi di studio, in collaborazione con Carciofi abbiamo concepito una programmazione molto interessante». Un’esperienza diversa, che ha saputo cogliere le ultime esigenze del ENRICO DUCROT

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turismo, caratterizzata da «momenti educativi sione offerti dalle metodologie digital detox si e di riflessione, che possono essere dei worsposano molto bene con l’esperienza dell’antikshop formali o anche delle cene particolari ca medicina ayurvedica, il cui scopo principale - prosegue Ducrot - Ma non abbiamo uno scheè quello di riequilibrare le forze energetiche». ma, poiché ogni tour viene cucito su misura a Per qualcuno, poi, l’offline è uno stile di viaggio seconda delle necessità del cliente». da sempre: «Ai nostri ospiti suggeriamo attiE questi percorsi di “disintossicazione digitavità molto semplici e a contatto con la natura le” suscitano in modo - spiega Piero Giaculli, I PERCORSI DI DISINTOSSICAZIONE particolare l’interesproprietario e gestoDIGITALE SUSCITANO L’INTERESSE se dalle aziende, che re del Poecylia, resort DELLE AZIENDE PER RICALIBRARE «sentono il bisogno di L’ATTENZIONE DEL MIDDLE MANAGEMENT sull’Isola di San Pietro, ricalibrare l’attenzione in Sardegna - come del middle management, dedicando il giusto escursioni trekking e naturalistiche, yoga, metempo ai device senza esserne sopraffatti - conditazione sensitiva e degustazioni enogastrotinua l’Ad di Viaggi dell’Elefante - Le richieste nomiche con prodotti tipici del territorio». Ma sono state alcune decine, ma per il futuro ci non si tratta di cavalcare l’onda della moda, aspettiamo un netto aumento. Abbiamo infatti come tiene a precisare: «Sicuramente siamo constatato che ormai in quasi tutte le richieste una struttura digital detox, ma la nostra non è di incentive che riceviamo ci sono domande stata una scelta precisa e dettata dalle esigenze mirate al digital detox». E del mercato. Si tratta del nostro naturale modo per quanto riguarda le mete di essere, di vivere, è una componente della prescelte, «Islanda e Umbria nostra storia». Infatti, il cliente-tipo del Poesono state le destinazioni cylia non è necessariamente dipendente dagli maggiormente richieste smartphone, bensì «è un individuo che domina -conclude Ducrot - ma il Kela tecnologia e la utilizza con consapevolezza rala, nell’India del Sud, è siconclude Giaculli - e che desidera stare con se curamente il luogo dove un stesso». Che si tratti della vacanza-to-be (Forviaggio del genere può avere mentera, stai in guardia!), o di un modo per più successo. Infatti, i mostaccare la spina è l’esperienza migliore per menti di formazione e riflesricaricare le batterie....della mente



27° CONGRESSO

TESORERIA: NUOVE TENDENZE e GESTIONE DEI RISCHI

12 APRILE 2019 - VERONA Palazzo della Gran Guardia Piazza Bra,1 Assemblea Soci AITI

Convegno Pomeridiano

09.00 Accoglimento / Registrazione Soci

14.15 Registrazione dei partecipanti

10.30 Assemblea Straordinaria Soci 1° Convocazione

14.30 Saluti iniziali Fabrizio Masinelli - Presidente AITI

10.45 Assemblea Straordinaria Soci 2° Convocazione

14.40 Anticipazioni sulla PwC Global Treasury Survey Riccardo Bua Odetti - Risk Consulting Partner PwC

Saluti iniziali e apertura dei lavori assembleari Rosario Maccarrone - Resp. Del. Nord Est 11.00 Relazione del Presidente sulle attività svolte nell’esercizio 2018 e attività per l’anno in corso Fabrizio Masinelli - Presidente AITI 11.20 Relazione del Tesoriere Rendiconto finanziario 2018 e budget 2019 Andrea Curti - Tesoriere AITI 11.45 Relazione del Segretario Attività svolte dalla segreteria Luciano Volpato - Segretario AITI

12.00 Dibattito e riflessioni con i Soci 12.15 Free time

13.15 Lunch e Networking presso la Gran Guardia

15.10 Survey FinTech – Gruppo di lavoro EACT Nevio Boscariol - Consigliere AITI 15.25 Risk Analysis and Mitigation Modelli quantitativi e soluzioni innovative Andrea Anselmetti - Managing Director, MAVEN Global LLP 15.50 Il dilemma delle coperture FX a lungo termine Long versus Short Giovanna Simonetti - Head of CIB & CB FX Sales, UniCredit 16.15 Scenari di mercato e strategie di gestione del rischio FX. Il supporto al budget operativo della Tesoreria nelle PMI Andrea Alessandro Povero - Head of Clients Relationship Managers, Western Union International Bank 16.40 Salvaguardia crisi d’impresa Procedura d’Allerta: Nuovi Obblighi e Nuove Opportunità di crescita Maurizio Castelli - Senior partner Strategya Srl, partner Albasoft 17.05 Conclusioni e dibattito 17.30 Resilienza in un calice di vino Costantino Caso - Business e Life Coach Professionista

In collaborazione con:

Media Partner:

Si ringrazia:

Incontro gratuito previa registrazione al link: https://congresso-aiti.eventbrite.it


PIACERI Il conto alla rovescia è cominciato: tra poco arriverà la Pasqua e con essa un’occasione in più per un goloso strappo alla dieta. Se poi a sedurci sono cioccolatini creativi e unici nel loro genere, le attenuanti generiche sono assicurate. E magari, perché no, per le feste pasquali ci sta un weekend in una location strepitosa grazie agli affitti brevi, che ci aprono le porte delle case delle archistar.

139 UNA NOTTE DA VIP AL BOSCO VERTICALE (E NON SOLO) GRAZIE AGLI AFFITTI BREVI

142 MOTORI ALLA SCOPERTA DELLA NUOVA BMW X4

146 LE RAGIONI DEL GOSSIP

QUELLA BONTÀ DEL CIOCCOLATO CHE FA BENE (ANCHE) AL CUORE Sul lungomare di Reggio Calabria, la boutique di Cristina Quattrone offre al palato il più goloso dei prodotti da pasticceria, declinato in mille varianti. E tutto l’utile viene devoluto alle popolazioni del Madagascar di Marco Scotti

C’

è un’insegnante di inglese di Reggio la pace anche nei rapporti più turbolenti. Un Calabria, Cristina Quattrone, che, film, appunto. una volta andata in pensione, decide «Tutta la mia vita – ci spiega la Quattrone – di dedicarsi anima e corpo al più goloso dei ho fatto l’insegnante di inglese. Poi, una volprodotti da pasticceria: il cioccolato. Una stota andata in pensione, ho iniziato ad andare ria vera che ricorda una favola raccontata da a trovare mia figlia a Milano, dal momento Juliette Binoche e Johnny Depp nel 2000. Nel che studiava lì. Mi piaceva molto quella città, film “Chocolat” di Lasse Hallström (e chi non in cui tutto sembrava più grande, più nuovo, l’avesse visto deve nepiù affascinante. E mi DALL’INCONTRO CON DUE MAESTRI cessariamente rimepiaceva soprattutto PASTICCERI È NATA LA PASSIONE diare) in un piccolo perdermi tra i diversi DELL’EX INSEGNANTE DI INGLESE e idilliaco paesino un negozi che affollano il PER L’ARTE DEI CIOCCOLATAI giorno, annunciate centro cittadino. Uno da un vento impetuoso, giungono due donne di questi mi aveva colpito per i dolci partiche conquistano gli abitanti – o almeno, quasi colari che venivano prodotti. È stato amore tutti, ma meglio non svelare troppo – con le a prima vista. Lo gestivano due anziani, che loro creazioni di pasticceria. Una in particovedevo lavorare con degli attrezzi di cui non lare, interpretata da Juliette Binoche, riesce a conoscevo l’esistenza. L’uomo manovrava piegare il cioccolato al suo volere, plasmanuna macchina da cui scendeva il cioccolato dolo in mille forme diverse e dandogli i sapori per riempire lo stampino, mentre la signora più diversi. Un cioccolato capace di portare continuava a lavorare senza posa. Sono entra-

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E POI IL PIACERE...

ta, incuriosita, e ho chiesto informazioni. Ho anche acquistato uno stampino e due forchettine». Poteva essere un incontro come tanti: è diventato il più importante della seconda vita di Cristina Quattrone. La quale, tornata a Reggio Calabria, ha continuato a rimuginare su quanto visto nel negozietto: «Potrei farne una professione – si chiedeva – o meglio lasciarne il ricordo in un cantuccio, dolce, della mia mente?». Rapidamente la decisione pende per la prima ipotesi. «Mi è stato suggerito – ci racconta – di interpellare un ragazzo che, mi dicevano, era disponibile a darmi qualche suggerimento. Ero una vera neofita e avevo bisogno di tutte le indicazioni di base, dovevo partire dall’abc. La persona che mi è stata indicata si è dimostrata molto disponibile. Anche perché, e me ne sono accorta a mano a mano che proseguivo nella mia avventura, il rapporto con il cioccolato è molto particolare: cattura l’interesse già dal profumo, prima ancora di metterlo in bocca e assaggiarlo. E poi è sempre disponibile: può essere modellato in mille forme differenti, gli si possono affidare i tanti sapori che la natura può offrire. Insomma: lavorare il cioccolato è un gioco bellissimo in cui si fonde la parte ludica con la fantasia». Finita qui? Nemmeno per sogno. La signora Quattrone, caparbia, decide di continuare

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quasi una costante in questo mio lunghissimo apprendistato: la profonda gratificazione che mi dava la lavorazione di questo ingrediente così particolare. Non solo: provenendo da una terra ricca di profumi e di ingredienti speciali, ho capito che il cioccolato poteva diventare l’involucro perfetto per custodirli. E non solo i sapori della mia terra, ma anche quelli di luoghi lontani. Oggi lavoriamo con materie prime di altissima qualità provenienti in massima parte dal territorio calabrese: agrumi, come mandarini, bergamotto, arance, limoni, castagne, noci, mele cotogne, fragoline di bosco, peperoncino e perfino la zagara. Inoltre: pistacchi di Bronte DOP, mandorle di Avola, nocciole “gentili delle Langhe”, rum austriaco 80°, il tutto ricoperto di cioccolato fondente 72%, cioccolato al latte 38%, ciocnella sua avventura con il cioccolato, scoprencolato bianco 31%». Oggi il negozio di Cristidone ogni giorno delle particolarità differenna Quattrone, il Color Cioccolato, è diventato ti. «Mi sono informata – ci spiega – e ho conun punto di ritrovo immancabile per tutti tinuato a studiare. Ho coloro che si trovino impiegato anni per ri- I CIOCCOLATINI DI “COLOR CIOCCOLATO” a passeggiare sul lunHANNO I NOMI DELLE DIVINITÀ uscire a dominare algomare di Reggio CaDELL’OLIMPO: DEMETRA ALLO SCIROPPO cune tecniche di base labria. Anche perché D’ARANCE, APOLLO ALLE MANDORLE per poter lavorare i cioccolatini, ognuno con il cioccolato. Però ogni volta, nonostante lavorato a mano, hanno un’ulteriore particodovessi ricominciare da zero per apprendere larità: hanno i nomi delle divinità dell’Olimpo nuove tecniche, mi rendevo conto che c’era greco. Così si può assaggiare un Demetra fatto con cioccolato al latte e sciroppo d’arance. Oppure un Apollo fondente, con mandorla intera immersa in una crema al cioccolato. Probabile che la “Stairway to heaven” di cui parlavano i Led Zeppelin sia lastricata di questi cioccolatini. Un’ultima nota, ancora più apprezzabile, è che i cioccolati realizzati da Cristina Quattrone hanno uno scopo nobile: i proventi dell’attività, infatti, vengono destinati alla realizzazione di progetti a supporto dei bambini in Madagascar. «Non ho mai voluto arricchirmi con questa attività – conclude – ma ho pensato che fosse giusto sfruttarla per fare del bene a persone meno fortunate. Per questo devolviamo alle popolazioni del Madagascar tutto quello che guadagniamo, ovviamente dopo aver coperto le spese di gestione del negozio e aver pagato gli stipendi alle persone che lavorano con noi».


UNA NOTTE DA VIP COSTA MENO DI QUEL CHE SI CREDE Soggiornare al Bosco Verticale di Milano piuttosto che nell’ex centrale termica di Cannaregio a Venezia: un’esperienza a portata di mano grazie alla formula degli affitti brevi. Ecco il “listino” di Halldis di Marina Marinetti

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olete togliervi lo sfizio di “provare” interamente affrescato con pitture del 700 e che ha comparato il costo del soggiorno in l’avveniristico Bosco Verticale a Mipavimento originale in cotto del 500, “costa” alcune proprietà che gestisce, con il valore di lano, oppure vi incuriosisce l’ex cen77 euro a persona. Nella vicina via dei Serragli vendita di immobili simili per ubicazione e trale termica di Cannaregio a Venezia, o ancocinque locali di 160 mq si possono acquistare tipologia, riscontrato sui principali portali imra vorreste vivere l’emozione di soggiornare per 1 milione e 500.000 euro (oltre 9.300 al mobiliari. «L’affitto a breve termine è una sorin un palazzetto dai soffitti affrescati nel cuore mq). Sempre 77 euro a notte è il costo a persota di prêt-à-porter del mondo immobiliare», antico di Firenze o Bologna? Se l’acquisto è al na se si opta per la dimora di via Del Basilico spiega Antonio Rainò, responsabile Comunidi là del vostro portafogli, perché non scegliea Roma, a due passi da cazione e Marketing re la strada della locazione? Magari breve. piazza Barberini, dove LE CASE DI PREGIO VENGONO VENDUTE Halldis: «Anche online A CIFRE CHE SUPERANO I DIECIMILA EURO Con 73 euro a notte a persona, per esempio, un quadrivani di 137 e con la carta di crediAL METRO QUADRATO. MA AFFITTARLE si può affittare un appartamento per un wemq in un palazzo di COSTA COME UNA CENA AL RISTORANTE to, si può “comprare” ekend nel Bosco Verticale, il gioiello simbolo via Crispi è in vendita il diritto a usare una del Progetto Porta Nuova di Milano, dove un a 1 milione e 350mila euro (oltre 9.800 al mq). casa, magari di pregio, per pochi giorni. Il sogbilocale di 72 mq viene venduto a 1,1 milioNei nuovi appartamenti di palazzo Mazzoni, giorno in un appartamento iconico è ormai ni di euro (oltre 15.000 al mq). Spostandoci ricavati nella locale ex centrale termica degli uno sfizio che tutti possono togliersi, al pari di a Bologna, si può dimorare nel quattrocenteanni 30 nel quartiere Cannaregio a Venezia, un aperitivo nel bistrot di un cuoco stellato o sco palazzo Banchi che si affaccia sulla piazza con vista panoramica su tutta la città fino a di un accessorio di un brand della moda». Maggiore, al costo di 56 euro a notte a persona. piazza San Marco, si pagano 50 euro a notte a E se la casa “da sogno” già l’avete? Beati voi. Nello stesso palazzo un trilocale costerebbe persona. Nello stesso stabile tre locali per 95 Perché potete metterla a reddito: «Oggi sono fino a 1 milione di mq sono acquistabili 500mila gli italiani che mettono a reddito le euro (più di 12.000 a 630mila euro (oltre loro proprietà con la formula degli affitti breal mq). Invece, una 6.600 al mq). vi arrivando a guadagnare fino al 10% in più notte a Maggio Ad allestire il menù rispetto all’affitto tradizionale e si stima che Palace, appartadelle location da fanel nostro paese un milione di immobili pomento che sorge vola a portata di tatrebbero essere così locati», spiega Alberto in zona Oltrarno a sca è Halldis, società Melgrati, CEO Halldis. «Il fenomeno degli affitFirenze, progettaitaliana che gestisce ti brevi, da tre giorni e 18 mes, è in grande creto dall’architetto più di 2.000 proscita per il concorso della crisi immobiliare, rinascimentale prietà in 25 località l’aumento delle imposte sulla casa, e l’aumenBaccio d’Agnolo, ALBERTO MALGRATI (A SINISTRA) E ANTONIO RAINÒ italiane ed europee, to la domanda, sia turistica che business».

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E POI IL PIACERE...

IL FUTURO PER ROLLS-ROYCE? SERVIZI DI MOBILITÀ, MA DI LUSSO Peter Schwarzenbauer sta guidando la transizione dell’azienda da produttrice di automobili a fornitore di mobilità. Puntando sull’offerta di servizi (anche inimmaginabili per ora) nel momento esatto in cui il cliente ne avrà la necessità di Franco Oppedisano Daimler i servizi che riguardano i parcheggi, i servizi di ricarica, la mobilità on demand come MyTaxi e ReachNow funzionano.

E lo sharing? Ci sono città in cui produce dei margini e città dove non si riesce a farli. Milano è una delle città dove funziona. Dipende… Da cosa? Da quanto le persone accettano questa forma di mobilità. Ma una cosa è certa: lo sharing, la condivisione, diventerà sempre più significativa anche dal punto di vista economico perché usare un’auto sarà più importante che possederla.

PETER SCHWARZENBAUER È UN HABITUÉ DEI BOARD: È DA TRENT’ANNI NEL SETTORE AUTOMOTIVE PREMIUM, DA DIECI NEI CONSIGLI DI AMMINISTRAZIONE DI CASE TEDESCHE, DA CINQUE IN BMW AG. Ha la responsabilità globale dei marchi Mini e Rolls Royce, delle motociclette Motorrad, dell’aftersales e, soprattutto, dei servizi innovativi. Sta a lui seguire il passaggio fondamentale dell’azienda da produttrice di automobili a fornitore di mobilità. E lui è la persona giusta per capire se il momento difficile che stanno affrontando le case automobilistiche, alle prese con investimenti ingenti per l’elettrificazione e la guida autonoma, è destinato a finire. E se, soprattutto, i titoli del settore, lontani dai massimi di qualche anno fa, possono tornare a crescere. Dall’alto della sua esperienza, davanti a una

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E gli altri servizi a bordo delle auto? Il vero impatto ci sarà se riusciamo a combinare servizi inimmaginabili ora in modo da offrire ciò di cui il nostro cliente ha bisogno nell’esatto momento in cui ne ha la necessità.

domanda sull’argomento non si scompone. L’aggira. E risponde (serio): «Non posso dirle se investirei o ho investito in un titolo Gli spin off vanno di moda nel settore. Li automotive, fosse anche quello dell’azienda ha fatti Fca e in parte Daimler. Ci sta penper cui lavoro. Ma posso dire, senza paura di sando anche Bmw? sbagliare, che investirei sulla mobilità, perNon posso giudicare ciò che hanno fatto ché gli esseri umani altri perché non ho DIVERSAMENTE DAGLI ALTRI BRAND, vorranno sempre abbastanza elemenBMW NON SEGUIRÀ LA VIA DEGLI SPIN OFF muoversi». Diplomati. Ma posso dire che PER FINANZIARE GLI INVESTIMENTI tico. il Gruppo Bmw non SU ELETTRICO E GUIDA AUTONOMA vede nessuna necesAllora pensa che i servizi di mobilità su sità di seguire questa strada. cui sta lavorando potranno cominciare a essere economicamente interessanti e Sarebbe un modo per finanziare gli invecreare margini significativi? stimenti che state facendo sull’elettrifiPenso che già oggi siano economicamente cazione e alla guida autonoma… interessanti. Dipende molto da cosa intenPer questo bastano gli accordi di collaborade per “servizi di mobilità”. Guardando alla zione che abbiamo con altre case automojoint venture che abbiamo appena creato con bilistiche per condividere le spese di ricer-


Peter Schwarzenbauer è da cinque anni in Bmw AgG, con la responsabilità dei marchi Mini, Rolls Royce e delle motociclette Motorrad

ca e sviluppo. La cooperazione con altri ha senso, gli spin off dei brand di Bmw non ne avrà mai.

All’orizzonte spuntano nuovi concorrenti, specie sulle auto elettriche premium. Vi preoccupano? Realizzare e vendere un prodotto complesso come un’auto non è così facile come qualcuno pensa. Le nuove motorizzazioni elettriche forse rendono più facile entrare nel settore, ma solo un pochino più facile.

L’ultimo è Dyson, un produttore di aspirapolvere… L’ho letto sui giornali. So che ha una base operativa a Singapore, ma niente di più.

E Tesla? Penso che vada presa molto sul serio perché non era facile entrare in un settore difficile come quello dell’automotive. Hanno fatto un grande lavoro.

migliaia di persone nei servizi di mobilità nei prossimi anni. Il problema è come gestire questa fase di transizione senza perdere le persone.

Encomiabile obiettivo. La nostra responsabilità non riguarda solo quanto denaro riesce a guadagnare l’azienda, ma che fine fanno i nostri dipendenti. Penso che alla fine del processo per Bmw lavoreranno più persone di ora, ma adesso bisogna essere capaci di affrontare il cambiamento, di organizzarlo, di gestirlo.

PERSINO DYSON ORA PRODURRÀ, OLTRE AGLI ASPIRAPOLVERI, LE AUTO ELETTRICHE. MA È TESLA IL MARCHIO DA GUARDARE CON ATTENZIONE

Cosa pensa quando vede che in Borsa capitalizza più di Bmw? Ho rinunciato a cercare di capire le capitalizzazione di Borsa molti anni fa.

Il numero uno di Volkswagen dice che i provvedimenti della Ue sulle emissioni faranno perdere circa 100 mila posti di lavoro in dieci anni nel suo Gruppo. Cosa succederà in Bmw? Stiamo attraversando una fase di trasformazione. La guida autonoma e l’elettrificazione hanno bisogno di nuove e diverse professionalità. Probabilmente ci saranno meno ingegneri in azienda, ma assumeremo

La perdita dei posti di lavoro è, però, uno degli argomenti che i produttori di auto usano per cercare di tenere meno draconiane le limitazioni alle emissioni. Ed è anche molto convincente. Non so cosa dirle perché penso che questo periodo di transizione sarà molto difficile, ma se gestito bene creerà più posti di lavoro nell’industria della mobilità di quanti ce ne siano oggi. A questo punto non posso esimermi dal farle la domanda che tutti le fanno da anni: Brexit? La ringrazio per la splendida opportunità di parlare di un argomento che non ho mai

QUESTI NUOVI SERVIZI SONO ECONOMICAMENTE INTERESSANTI: ORA IL CAR SHARING PRODUCE MARGINI trattato prima d’ora - ride, ndr - A parte gli scherzi, posso dire che ci stiamo preparando da molti mesi e vorremmo che questa fase di incertezza finisse al più presto in modo da poter prendere delle decisioni… E magari anche smettere di rispondere a domande come questa. A proposito, a questo punto dovrebbe chiedermi: cinque anni nel board di Audi e cinque in quello di Bmw, qual è la differenza tra le due aziende? Se proprio insiste… Due splendide imprese.

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E POI IL PIACERE MOTORI

BMW X4, LA SINTESI ELEVATA A POTENZA Grande, scattante, comodo. E anche piuttosto esclusivo. Il nuovo poliedrico Sport activity vehicle è perfetto su percorsi urbani e divertente per il drifting. Con contenuti tecnologici d’avanguardia di Franco Oppedisano

P

iuttosto bella, ma questo è solo un Ma (si sa) è una Bmw e il costo di acquisto parere personale. Poi è piuttosto è quello di un’auto che offre, oltre lo status, grande, piuttosto scattante, piutdavvero tutto ciò che un automobilista può tosto comoda. È piuttosto appariscente, desiderare. E forse anche qualcosina in più. tecnologica, originaGuidarla è semplicisIL COSTO DI ACQUISTO, DA 56MILA le. Insomma la nuova simo, sfruttarla comEURO, OFFRE, OLTRE ALLO STATUS, X4 è “piuttosto” tutto. TUTTO CIÒ CHE UN AUTOMOBILISTA PUÒ pletamente quasi Trovarle un difetto è DESIDERARE. E ANCHE QUALCOSA IN PIÙ impossibile. Noi l’abdifficile, se si esclude biamo provata su una il fatto di essere anche piuttosto costosa (a pista di drifting e ci siamo divertiti a farla partire da 56mila euro), tanto da trovarsi scodare per compiere delle curve. ma si pofuori dalla portata di molti. Quindi è anche trebbe fare anche sulla neve o sulla sabbia. piuttosto esclusiva. Se si ha di fianco un driver professionista

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o si è davvero dei manici nella guida. Non è detto che ce ne sia bisogno, ma volendo potete farlo, ve lo assicuriamo. E il fatto di poter affrontare senza scomporsi una situazione estrema la rende piacevole da guidare nelle situazioni normali, quelle che tutti affrontiamo ognigiorno. Se chi la compra ha voglia di conoscerla a fondo, troverà che tutta la tecnologia che oggi è possibile trovare su un’auto, c’è. Magari come optional, giusto per portare un po’ più in alto il prezzo finale. Qualche piccolo esempio? L’assistenza alla guida comprende il mantenimento della


FIAT CONCEPT 120, L’ELETTRICA DIVENTA MODULARE Persino John Elkann e Mike Manley al Salone dell’auto di Ginevra sono rimasti a bocca aperta. Perché la Fiat Concept Centoventi (come i 120 anni di Fiat) è un concentrato di proposte rivoluzionarie, scelte innovative e ingegno. Olivier Francois, capo del marchio, l’ha definita «la risposta democratica alla mobilità elettrica», noi più modestamente pensiamo che puntare tutto sulla personalizzazione per abbassare il prezzo dell’auto elettrica sia semplicemente una

grande idea. Tutto parte da un pack modulare di batterie che permette di estendere il range di autonomia da 100 a 500 km semplicemente acquistando o noleggiando unità di batterie aggiuntive. Non avete un garage dove ricaricare? Potete togliete la batteria posta sotto uno dei sedili, ricaricarla a casa e il giorno dopo avrete ancora cento chilometri di strada da fare. Poi Fiat Concept Centoventi è una “tela bianca” prodotta in una sola livrea che può essere

“dipinta” dal cliente scegliendo tra 4 tettucci, 4 paraurti, 4 copriruota e 4 pellicole esterne. Sarà il cliente a configurare anche gli interni, i sedili, gli accessori per utilizzare lo spazio in funzione delle proprie necessità. Tutto acquistabile (o stampabile in proprio in3D), sostituibile e rivendibile, magari su Ebay, in qualsiasi momento. Una delle tante chicche? Il portellone posteriore con uno schermo sul quale verranno inviati messaggi pubblicitari quando l’auto è ferma.

sistema vocale che può eseguire istruzione corsia con la protezione anticollisione alteliberamente formulate (non solo scelte tra rale, il sistema di avviso per traffico e incroquelle in memoria) e l’ultima generazione di ci, e il controllo active cruise con la funzione head up display che proietta sul parabrezstop and go. Tradotto: l’auto vi segnala se za i velocità segnali stradali e indicazioni di attraversate le linee di carreggiata senza navigazione. Dulcis mettere la freccia e IL REMOTE VIEW 3D PUÒ MOSTRARE in fundo, la nuova X4 se rischiate di andare AL CONDUCENTE UN’IMMAGINE LIVE ha una funzione chiaa sbattere, vi segnaTRIDIMENSIONALE DI AUTO E IMMEDIATE mata (tanto per renla gli stop che, forse, VICINANZE SULLO SMARTPHONE dere facile le cose), il non avete visto e va Remote View 3D che offre al conducente la anche da sola, specie se siete in coda. Poi possibilità di ricevere un’immagine live triparcheggia (sempre da sola) e se proprio dimensionale del proprio veicolo e delle sue volete farlo voi vi mette a disposizione una immediate vicinanze sullo smartphone. Alla serie quasi infinita di telecamere da tutti i faccia della privacy che, per fortuna, le auto punti di vista. C’è un pannello di controllo (ancora) non hanno. che arriva fino a 10,5 pollici touchscren, un

IN ATTESA DELLA GUIDA AUTONOMA VOLVO PENSA GIÀ AGLI INTERNI Provate a pensare se ci fossero dei binari invisibili che dalla vostra casa vi portassero dovunque e a qualsiasi ora. Con voi comodamente seduti a sorseggiare un caffè, a leggere o anche a sonnecchiare placidi. Uno scenario idilliaco che verrebbe guastato solo dall’ipotesi che in questi minuti liberi dobbiate lavorare, chattare con un seccatore, mettervi in videochiamata con Honk Kong per risolvere un problema. L’automobile, con l’avvento della guida autonoma, diventerà un “ambiente abitativo” e i costruttori ci stanno già lavorando. Volvo, ad esempio, ha presentato la concept car a guida elettrica 360c che propone 4 modalità di utilizzo per i veicoli con guida autonoma (zona dedicata al riposo, ufficio mobile, salotto e spazio di intrattenimento) ciascuna delle quali costituisce un’opzione di viaggio che potrebbe fare concorrenza alle compagnie aeree, ferroviarie e di pullman. «La 360c esplora le possibilità che si aprono nel momento in cui si elimina il conducente in carne e ossa, sfruttando la maggiore libertà che ciò implica in termini di design costruttivo e di utilizzo del tempo di trasferimento, offrendo uno scorcio di come la tecnologia di guida autonoma potrà cambiare il mondo per come lo conosciamo. Le possibilità sono infinite», ha spiegato Mårten Levenstam, Senior Vice President responsabile della Corporate Strategy di Volvo Cars.

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E POI IL PIACERE MOTORI

in collaborazione con Autoappassionati.it

FERRARI F8 TRIBUTO: 720 CV PER L’EREDE DELLA 488 GTB Presentata in anteprima mondiale al Salone di Ginevra 2019, la Ferrari F8 Tributo è la nuova supercar di Maranello, erede della 488 GTB e capace di erogare 720 CV di potenza, grazie al pluripremiato motore sovralimentato a 8 cilindri, eletto per 3 anni consecutivi “Best Engine of the Year”. Al debutto anche la “Ferrari Dynamic Enhancer” (FDE+), modalità di guida che permette di avvicinare sempre un più ampio numero di

driver al proprio limite e spingerli a superarlo in sicurezza. Rivista completamente l’aerodinamica, grazie all’evoluzione della tecnologia e all’esperienza maturata con la 488 Pista e le vetture da competizione impegnate

nei campionati di tutto il mondo. Presente anche tecnologia derivata dalla F1, come l’S-Duct, soluzione che permette di estrarre aria dal fondo e tenere il muso attaccato a terra. Nuovi i fari LED anteriori orizzontali, come anche il lunotto posteriore modellato in Lexan che rivisita in chiave moderna l’elemento di design caratterizzante della mitica F40. Torna, infine, il classico doppio fanale incastonato nell’alloggiamento nello stesso colore della carrozzeria.

NUOVA PEUGEOT 208: LA “SEGMENTO B” FRANCESE SI CANDIDA TRA LE REGINE

Nata ispirandosi all’ammiraglia 508, con il suo “artiglio” all’anteriore composto da una luce a LED opalescente e al triplice artiglio sul lato B, derivato dalla gamma SUV di Peugeot, la nuova Peugeot 208 è stata protagonista al Salone di Ginevra 2019. Con un nuovo telaio modulare leggero, la segmento B francese propone motori tradizionali benzina e Diesel, da 75 CV fino a 130 CV, ma si fa trovare pronta anche per l’alimentazione elettrica, dove promette ben 340 km di autonomia e 30 minuti per ricaricare l’80% della batteria dalla colonnina fast charge.

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Motori più puliti ed efficienti, ma anche tanti nuovi contenuti tecnologici. Tra gli ADAS si contano frenata automatica d’emergenza ancor più evoluta, cruise control adattivo con Stop&Go, mantenimento di corsia, monitoraggio conducente, riconoscimento limiti, segnaletica e molto altro. Dentro, il famoso i-Cockpit si evolve raggiungendo una nuova dimensione, grazie a una strumentazione futuristica e uno schermo touchscreen che sarà disponibile in tre dimensioni: 5, 7 o 10 pollici in base al livello di allestimento (Like, Active, Allure, GT Line e GT).

NUOVA RENAULT CLIO: LA QUINTA GENERAZIONE AL DEBUTTO La nuova Renault Clio, che ha fatto il suo debutto a Ginevra, è giunta alla sua quinta incarnazione. Capace di vendere 15 milioni di unità dal 1990 a oggi, il nuovo modello porta al debutto la piattaforma CMF-B che, grazie alla sua nuova architettura elettrica ed elettronica, le consente di integrare i più recenti sviluppi tecnologici per soddisfare le nuove esigenze del mercato, in altri termini l’elettrificazione. Esteticamente la nuova Renault Clio non rinuncia al family feeling della Casa, introduce novità a livello dei gruppi ottici e una leggera diminuzione delle dimensioni. Dettagli come l’antenna shark, i fari LED, il profilo cromato intorno ai finestrini laterali contribuiscono ad ammodernare lo stile esterno e a migliorare la qualità percepita. Gli interni propongono lo “Smart Cockpit” con schermi tra i più ampi del segmento, da 7 a 10” per il quadro strumenti e 9,3 pollici per l’infotainment. La nuova Clio dispone di una gamma completa di motorizzazioni benzina – tutte inedite nella gamma – GPL e Diesel, con potenze comprese tra 65 a 130 CV, mentre nel 2020 arriverà l’ibrido E-Tech sviluppato in alleanza con Nissan e Mitsubishi.


ALTRO CHE E-COMMERCE: IL CICLO CORRE OFFLINE I negozi di bicilette non possono competere con la Rete sul prezzo. Ma la Rete non può competere sul servizio. Così a BiciAcademy di Confindustria Ancma ci si confronta su tecniche di vendita, gestione del negozio e comunicazione di Riccardo Venturi

l’esperienza che differenzia il negozio fisico da quello online, con cui sul prezzo non può competere. Questo è vero a maggior ragione per i negozi di biciclette, che vanno provate e messe a punto. «Ci sono circa 6mila persone in Italia che sanno mettere le mani su una bici» dice Piero Nigrelli, direttore settore Ciclo di Confindustria Ancma (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori), «non parlo di cambiare una camera d’aria, ma per esempio di regolare il cambio, che se non funziona bene rompe la catena provocando incidenti, o di calibrare i freni per assicurare una frenata efficace. Azioni che garantiscono una condizione di sicurezza». Questa è la base di quel che può offrire un negozio di biciclette, ma oggi non basta. «La bici va provata, un momento esperienziale fondamentale, un test a confronto con persone tecniche competenti» mette in evidenza Nigrelli, «questo vale soprattutto per la bici elettrica, che ha una complessità in più, un motore a batteria che rende molto più piacevole pedalare, e che va compreso e imparato. Aumenta dunque la complessità del prodotto così come la soddisfazione uso; ma anche la spesa è più importante, il costo non è quello di una bici normale, e la presenza di un

È

oggetto test può favorire le vendite». Il negozio di biciclette che sta bene sul mercato a onta della concorrenza dell’e-commerce, e anzi utilizzando anche l’online in una logica di multicanalità, sta evolvendo da una mera logica di prodotto a una di servizio. Per questo alla terza edizione di BiciAcademy, l’evento formativo organizzato da Confindustria Ancma a Rimini lo scorso 13 e 14 gennaio, gli oltre 600 negozianti del settore ciclo provenienti da tutto il paese hanno appreso nozioni e competenze di tipo manageriale, divise in tre filoni: tecniche di vendita, gestione del negozio, comunicazione. «A BiciAcademy stiamo facendo qualcosa di innovativo, mai fatto da nessuno in questo

settore e non solo» spiega il direttore del settore Ciclo di Confindustria Ancma, «per esempio abbiamo dato ai negozianti lo strumento della regola di Pareto 80/20, portando il caso di un negozio che ha fatto un’analisi delle vendite dal 2016 al 2018, da cui è emerso che il 20% dei clienti garantisce al negozio dal 65% all’83% del fatturato. In base a questo è possibile fondare la strategia del negozio, individuando il target e i migliori strumenti operativi». I target principali sono tre: atleti cicloamatori, cicloturisti, utilizzatori della bici per spostamenti in ambito urbano. «Nel caso dei clienti atleti il servizio diventa preponderante: individuazione della corretta postura sulla bicicletta, messa a punto della bici, tecniche di allenamento, accompagnamento a gare, massaggi, rulli di riscaldamento» sottolinea Nigrelli. In base al target cambia anche il modo di declinare la possibile introduzione di elementi collaterali affini alla bici, per esempio il food. Se i clienti sono atleti, l’ideale può essere un bar ristoro club per una serata di condivisione. Se si tratta di un punto di passaggio per gente che va a lavorare, meglio puntare su colazioni e pranzo. Se si trova in un ambito cicloturistico, l’ideale potrebbe essere un bici grill. «Servizi ed esperienza, tutto guidato dall’unicità del negozio; si gioca la sfida se si valorizza l’unicità».

VALORE DELLA VENDITA AL DETTAGLIO CICLI IN ITALIA

1,35 MILIARDI DI EURO Fatturato su tutti i canali di vendita 2.800 punti vendita, che occupano oltre 7.000 addetti + 2,3 MILIONI di unità: produzione italiana biciclette 1,7 MILIONI di unità: mercato cicli tradizionali ed E-bike 1,2 MILIARDI DI EURO fatturato industriale settore cicli OLTRE 12MILA addetti comparto (diretti e indiretti) 145


LE RAGIONI DEL GOSSIP a cura di Monica Setta

DITELO CON UN FIORE... MA VA BENISSIMO ANCHE UN BRILLANTE O UNA BUGATTI «Il profumo svanisce, il cadeu resta», dice Luca Iannarone, il numero uno di Interflora. Così i vip puntano al concreto, omaggiando le loro conquiste con peluche, vini e gioielli. Magari associati a un mazzo di rose rosse TORNANO DI MODA LE ROSE,

da associazione a business

sua giovane moglie Tina Kunakey

si è scoperto presto che quei

MA ANCHE I FASCI ENORMI

company con un volume di

o i bouquet di girasoli che un

fiori non arrivavano da lui. Elisa

DI GIGLI ARRIVATI IN AEREO

affari pari a 20 milioni di euro,

potentissimo imprenditore

infatti si è fatta immortalare

DA CASABLANCA PER COLPIRE

consegnando 260.000 ordini ogni

italiano prenota da 6 mesi un

dai paparazzi con ben due

AL CUORE CELEB ABITUATE AD

anno a domicilio. Fra le numerose

giorno si e uno no per la sua

ammiratori : lo chef Gianfranco

OGNI GENERE DI CAPRICCIO,

intuizioni di Iannarone vi è la

giovanissima amante showgirl

Vissani ed il giovane play boy

dai brillanti agli aerei privati

proposta di poter consegnare

di un famoso reality. Luca

miliardario Alessandro Di Paolo.

passando per i vestiti griffati

non solo fiori e piante, ma anche

Iannarone ha la bocca cucita

Nuovo compagno in vista dunque

e le Bugatti regalate (come è

per la ex Lady Salvini? A quanto

successo a Maria Francesca

sostengono i bene informati

Protani, la giovane donna più

si tratterebbe di una boutade.

bella di Roma, ex del ricchissimo

Vissani era uscito con la Isoardi

Vincenzo Crimi) durante un

per parlare di cucina e Di Paolo

week end a Marbella. La notizia

è una vecchia conoscenza

è che il traffico floreale on line

della conduttrice essendo stato

è in netta ascesa, pari al 70 per

l’agente tv non solo suo ma anche

cento del movimento globale che

di Caterina Balivo Veronica Maya

ammonta a 260mila ordini annui

ed Eleonora Daniele. Tornando ai

a domicilio. Non a caso uno dei

fiori, da segnalare una curiosa

manager più cool del 2019 è

circostanza. Nei giorni scorsi

Luca Iannarone amministratore

sono stati recapitati gigli e rose

delegato e direttore generale di

allo stesso vicepremier Salvini

Interflora. Classe 1963, manager

da parte di una misteriosa

con lunga esperienza in Iri

ammiratrice che lo ringraziava

(Finsider), Johnson&Johnson,

per quanto sta facendo per.

Cesare Fiorucci, Gruppo Buffetti

l’Italia. A Fanny Cadeo sono

e Gruppo Abete, Iannarone è al vertice del gruppo dal 2003.

IN SENSO ORARIO LUCA IANNARONE, ELISA ISOARDI, FANNY CADEO E CATERINA BALIVO

arrivate invece 2mila rose rosse mentre Gwyneth Paltrow a cena

Dal suo ingresso all’interno di

regali che rimangano nel tempo,

come tutti i top manager che si

nel lussuosissimo Casa Coppelle

Interflora, nata negli Stati Uniti

quali oggetti preziosi e selezioni

rispettino ma nel backstage del

sono giunte orchidee in scatole di

nel 1908 e oggi leader assoluto

di champagne pregiati perché,

belmondo i retroscena a base

velluto con biglietti in pergamena

nella consegna di fiori e piante

afferma il manager, «la bellezza

floreali sono molteplici e tutti

recanti poesie di Pablo Neruda.

a domicilio con una presenza

del fiore svanisce, il cadeau

godibilissimi. A Elisa Isoardi

Nella atmosfera del ristorante

di oltre 52.000 punti vendita in

resta». Ovviamente lui sa tutto

sono arrivate rose rosse con

più sontuoso della capitale il

più di 150 paesi del mondo, i

quello che nello showbiz mondiale

un peluche il giorno di San

segno distintivo è una corbeilles

numeri di Interflora parlano da

è già diventato leggenda. Esempi?

Valentino mentre lei conduceva

formata da una bolla di cristallo

soli: Iannarone dirige un’azienda

Le peonie ripiene di diamanti fatte

La prova del cuoco. Tutti avevano

con una rosa Baccarat. Ditelo

che in pochi anni ha trasformato

recapitare da Vincent Cassell alla

pensato a Matteo Salvini però

con i fiori ma che siano “in”.

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