Economy Gennaio 2019

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ECONOMY | ANNO III | N.19 | MENSILE | GENNAIO/FEBBRAIO | DATA DI USCITA IN EDICOLA: 28 DICEMBRE 2018

Happy new job!

Gennaio/Febbraio 2019 Euro 3,50

Web, così Facility Live prepara la nuova Internet - Parla Laura Castelli: «Serve uno Stato programmatore»

Il team di Hrc Talent Acquisition (nomi a pagina 10)

VIAGGIO A SORPRESA NEI (TANTI) NUOVI LAVORI DEL 2019 Grande inchiesta di Economy con Hrc sui trend di crescita delle nuove professioni: dal data scientist all’esperto di stampa in 3D. Ecco le skill più richieste dalle grandi aziende In collaborazione con:






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EDITORIALE

MA TAGLIARE LA SPESA PUBBLICA NO, EH?

A

l momento in cui Economy viene chiuso in tipografia le grida dalla savana della legge di Bilancio sono intonate a giubilo. La pace con DI SERGIO LUCIANO l’Europa sembra fatta grazie alla riduzione dal 2,4% al 2,04% del rapporto deficit/pil (anche solo immaginarsi la precisione di un centesimo di punto decimale fa ridere, ma tant’è). Poi il solito Moscovici ha guastato la festa bofonchiando che «così non basta», ma insomma: è abbastanza chiaro che nemmeno a Bruxelles conviene farcela, questa procedura d’infrazione. E quindi... Quindi un corno. Bisogna, sì, dare atto al governo gialloverde di aver fatto il massimo del (poco) possibile per mantenere la montagna di promesse fatte in campagna elettorale. Bisogna anche dargli atto che le istanze sociali che si è ritenuto di accogliere con alcune di queste misure non sono né indegne, contrariamente a quanto blatera ciò che resta di certa opposizione, né velleitarie: più sicurezza “comune”, più sicurezza sociale, meno povertà... Ma accantonati questi due riconoscimenti, cominciano i problemi. Innanzitutto la portata e la struttura tecnica dellle misure. Come ha scritto Mario Baldassarri - economista e presidente della Fondazione Economia Reale,

IL CORSIVO

nonché già sottosegretario all’Economia per vari anni - sul Sole 24 Ore, la crescita tendenziale per il 2019 dovrebbe attestarsi purtroppo attorno allo 0,6%, e quindi l’1,5 agognato dal governo si rivelerà sideralmente lontano. Il rapporto deficit/pil sforerà il tetto programmato e il debito pubblico crescerà. Ma tutto questo senza che si riesca a determinare gli effetti economici voluti: crescita del Pil e aumento dell’occupazione. Volendo fare sul serio, altro che 2,04% di sforamento... Volendo investire - per esempio in infrastrutture, ammesso e non concesso che la verifica dei “costi/benefici” si facesse senza inquinamenti ideologici, cosa improbabile - si tratterebbe di mobilitare ben altre risorse. Qualcosa come 100 miliardi di euro. Dove prenderli? Non certamente dal deficit. E qui è d’obbligo una delle annotazioni più sconcertanti di questa fase: dov’è finita la spending review? Dopo aver azzerato il caso del cosiddetto “Air Force Renzi”, si direbbe che l’empito risparmiatore del governo si sia infranto sull’impossibilità evidente, per loro, di apportare tagli significativi alla spesa pubblica improduttiva. Intagliabile. Pur non volendo toccare gli organici degli statali e la spesa sanitaria, si poteva sperare in risparmi sugli acquisti, mai abbastanza bonificati nonostante l’avvento della discutibile Consip; e sugli sprechi, che sono una miriade. Baldassarri calcola che ottimizzando acquisti e finanziamenti a fondo

LA SPENDING REVIEW SI È ARENATA EPPURE CI SAREBBERO CENTO MILIARDI DISPONIBILI perduto, nel bilancio dello Stato si potrebbero risparmiare 60 miliardi; altri 40 potrebbero arrivare dalla cosiddetta “tax expenditure”, ovvero le 799 agevolazioni fiscali così polverizzate e confuse da costare all’erario senza gratificare i contribuenti. Cento miliardi tondi di risparmi disponibili. Ma nessuno ci prova, come non ci provarono né Renzi né Gentiloni. Da una parte, forse, per non irritare le categorie colpite dai tagli, che però sono poco numerose e quindi non dovrebbero avere peso contrattuale; dall’altra più probabilmente per non saper dovere mettere le mani nel bailamme del bilancio pubblico. Comunque, chiunque abbia un’azienda o almeno sappia come funzionano quelle “normali” sa anche che il 5% delle spese si può sempre tagliare, se si è in crisi. Il 5% di 850 miliardi fa 42,5 miliardi: una pacchia, direbbe Salvini. A saperla ottenere. Ma bisogna essere bravi.

DALLA LOGISTICA UNA SPINTA POTENTE PER L’ECONOMIA. PER QUESTO NASCE HUB

A

llegato a questo numero di Economy e in edizione digitale sul sito www.economymag.it i lettori troveranno un supplemento di 96 pagine a colori: Economy Hub. Un numero unico, per quest’anno, che punta nel 2019 a divenire periodico. Perché? Perché la logistica è stata per troppo tempo la Cenerentola

dello sviluppo italiano. Il gap infrastrutturale si è accumulato nei decenni successivi a quelli del “boom” raggiungendo punte elevatissime, che collocano oggi l’Italia ai livelli massimi, cioè peggiori, per efficienza e poca sostenibilità. E difatti è proprio la logistica intermodale sostenibile che va incentivata. Un settore che

oltretutto annovera numerose eccellenze internazionali, ha brevetti, competenze e specializzazioni. Soltanto ricondurre entro le medie europee l’uso della gomma per le merci sostando i tir sui treni e sulle navi potrebbe far risparmiare miliardi all’anno e milioni di tonnellate di CO2 all’atmosfera. Qualche regola nuova sta facendo capolino,

nella legislazione. Ma non basta, ci vuole una presa di coscienza politica forte, che le imprese, soprattutto quelle associate all’Alis, l’Associazione logistica per l’intermodalità sostenibile, invocano a gran voce. Economy Hub vuole essere un piccolo contributo affinché questa presa di coscienza avvenga.(s.l.)

9


SOMMARIO

Gennaio/Febbraio 2019 019

COVER STORY

HAPPY NEW JOB

Il lavoro c’è, basta sapere dove trovarlo. I trend di crescita delle nuove professioni: dal data scientist al coltivatore di marijuana terapeutica. Il nuovo ruolo della formazione

024

L’INTERVISTA / TIZIANO TREU

Per il presidente del Cnel (ed ex Ministro del Lavoro) sarà la flessibilità a colmare il nostro gap di competenze

026

019 032

DI GIORDANO FATALI (CON GLI OCCHIALI) E IL SUO . UN’IMMAGINE TEAM DI HRC TALENT ACQUISITION. DA SINISTRA E VERSO L’ALTO IN

SENSO ORARIO: VANESSA CECCHETELLI, ROBERTO SANTAMARIA, STEFANIA MERLETTI, GIULIA FRANCO, MATTIA JALI MENCARELLI, FLAVIA BALESTRIERI, MARCO GALLO, FEDERICA DUBBINI, NOEMI D’ARCASIO, MARNIE MORETTI ED EMANUELA CALISI

LE AZIENDE CHE ASSUMONO Le nuove skill richieste dalle aziende? Per Danone la capcità di adattamento alla “jungle gym”, per Lamborghini il lavoro smart e in cloud, per Richemont l’inglese e l’attitudine al bello, mentre Team System è alla riccerca di un “mindset aperto”

RETRIBUZIONI

L’analisi di JobValue HUman Capital Consulting lo conferma: la produttività cresce in parallelo con lo stipendio

035 GESTIRE L’IMPRESA

077 COMUNICARE L’IMPRESA

016 ECONOMY&POLITICA LO SFOGO DI LAURA CASTELLI

Le gaffes? «Costruite ad arte. Accetto e vado avanti». Ma é il vero tema è la programmazione

COWORKING Tra condivisione e flessibilità

038

WELFARE AZIENDALE

L’indice che misura il benessere

039

INTERNAZIONALIZZAZIONE

040

CRESCITA

042

FEDERMANAGER

044

FORMAZIONE

046

ALIS

051

QUOTARSI ALL’AIM

L’esempio virtuoso della Sardegna

054

BANDI EUROPEI

080

INNOVAZIONE

082

DISTRETTI

Meglio farlo “col senno di poi” Le opportunità per i territori

Il manager? Lo “noleggio”

Mai frenare i collaboratori

Intervista al presidente Cuzzilla

Salviamo l’alternanza scuola-lavoro

Parla il presidente Guido Grimaldi

10

051 FINANZIARE L’IMPRESA

MARKETING DEL TERRITORIO

La comunicazione fa la differenza L’industria ( strategica) di Matera


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SOMMARIO

Approfondimenti 057 UOMINI&DENARI di Alfonso Ruffo 058

DIRITTO & ROVESCIO Il jobs act non vale per tutti

059 LIUC Ecco a voi il boss ideale

057 085

060

E-FATTURA Questioni di privacy: il garante dice no

061

FORMAZIONE Fonarcom punta sulle politiche attive

062

PRIVATE BANKER di Ugo Bertone

064

NEUROSCIENZE Alla lotteria vince chi perde

067

CONFPROFESSIONI L’Europa frena i professionista

072

QUI PARIGI di Giuseppe Corsentino

STORY-LEARNING

E-LEARNING

088

TECNOLOGIA

La rivoluzione dell’Università Pegaso

Ecco il futuro firmato Fujifilm

113

DOMANDE & OFFERTE

INVESTIMENTI

Eurizon punta sul renminbi

115

SICUREZZA INFORMATICA

VITA DA MANAGER

Kaspersky apre il Transparency Center

092

PASSAGGI GENERAZIONALI

Un momento critico per le imprese

117

094

EOLIE

EVASIONI

Doppio passaporto, istruzioni per l’uso

095

LUXURY

120

IMPRENDITORIALITÀ

096

QUALITÀ

Mutti premia i suoi agricoltori

123

E POI IL PIACERE...

098

SOLUZIONI

COCKTAILS

L’arte di mixare nei locali di Milano

100

MADE IN ITALY

125

SLOW TOURISM

Una piccola Università per una piccola isola

Lvmh fa scuola ai nuovi artigiani

Un muro di vetro per insonorizzare

Corricelli, l’olio che piace alla Cina

L’innovazione è donna

L’offerta iH Group si amplia ulteriormente

101

ALLEANZE

126

ALTA OROLOGERIA

102

ANNIVERSARI

128

BIEN VIVRE

104

IL PAESE CHE CRESCE...

130

LE RAGIONI DEL GOSSIP

De Nigri e Calvè aprono un nuovo mercato

I “primi” 55 anni di Sicily Dy Car Le news dal mondo produttivo

107

STARTUP-TELLING

FACILITY LIFE

110

IL NUOVO CHE AVANZA

In redazione Marina Marinetti (caporedattore) Marco Scotti, Riccardo Venturi Hanno collaborato Paolo Annoni, Giuseppe Alviggi, Ugo Bertone, Maddalena Bonaccorso, Andrea Cioffi, Giuseppe Corsentino, Laura De Lisa, Lorenzo Dornetti, Giovanni Francavilla, Antonella Negri, Alessandro Luongo, Alfonso Ruffo, Giancarlo Salemi, Monica Setta, Elisa Stefanati, Franco Tatò Partnership editoriali Aifi; Assocamerestero; Confprofessioni; Federmanager; Università Carlo Cattaneo Liuc; HRCommunity; ilsussidiario.net; Reputation Manager Grafica e impaginazione Raffaela Jada Gobbi Liliana Nori Segreteria di redazione Monia Manzoni Sito web www.economymag.it Comitato scientifico Marco Gay, Anna Gervasoni, Fernando Napolitano, Federico Pirro, Giulio Sapelli, Antonio Uricchio Presidente e A.D. Giuseppe Caroccia Consiglieri Costantino Baldissara, Sergio Luciano Editore incaricato Domenico Marasco Responsabile commerciale Marco Bartolini

Ecco come nasce un Rolex Il wynestyle nel Salento

I sussurri di Monica Setta

Casa editrice Economy s.r.l. Piazza Borromeo 1, 20123 Milano Tel. 02/89767777 Registrazione Tribunale di Milano n. 101 del 14/03/2017

Economy è un marchio registrato da

Distribuzione

Pressdi - Via Mondadori, 1 - Segrate 02 7542097

Stampa

Stampa Rotolito. S.p.a 20063 - Cernusco sul Naviglio (MI)

Modelli e case histories in breve

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Direttore responsabile Sergio Luciano

Arnoldo Mondadori Editore Spa. Tutti i diritti riservati. Pubblicato da Economy Srl su licenza di Arnoldo Mondadori Editore Spa

il motore di ricerca “umanista”

Il mensile dell’economia che cambia

123


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COVERSTORY

SARÒ FRANCO

LA NOUVELLE RÉVOLUTION IN GILÈ GIALLO

I

n Francia, per la prima volta da decenni, regna la confusione. Si leggono molte descrizioni di quanto sta accadendo, ma nessuna spiegazione veramente credibile delle cause di quella che, partita come protesta per un aumento del prezzo della benzina, si è trasformata in una vera e propria ribellione che però non riusciamo classificare e a comprendere. In questo la Francia ci sorprende, come ha sempre fatto, ma anche ci preoccupa profondamente, perché quanto sta accadendo presenta aspetti che vanno ben oltre le motivazioni dei vari populismi esplosi in Germania, in Spagna e con più successo in Italia, rendendo quindi credibile, se non probabile un’estensione delle stesse forme di rivendicazione ad altri paesi. Questo perché la rivolta, partita dalle province e lì ritornata dopo aver incendiato le strade di Parigi, va avanti da quattro mesi senza che gli interventi sistematici della polizia siamo riusciti a contenerla e senza che il governo abbia offerto una via di soluzione. Anzi: la debole reazione del governo all’inizio della rivolta con l’annuncio del congelamento e poi della cancellazione dell’aumento del prezzo della benzina ha di fatto innescato una specie di asta rivendicatoria, una gara

14 14

a chi chiede di più. L’ultimo Con un po’ di coraggio annuncio del governo che è si potrebbe definire venuto il tempo di trattare un’esplosione di giacobinismo rende la situazione ancora anarchico, uno sfogo di più confusa: trattare con chi? insofferenza per ogni in Il movimento infatti non ha autorità, qualcosa che covava capi riconoscibili e nessun da molto tempo e di cui membro della classe politica nessuno si era accorto, che presente, passata o futura ha ora trova la sua espressione preso una chiara posizione. nella richiesta delle dimissioni Una trattativa darebbe al di Macron, come se fosse movimento dei un dittatore LA SIMILITUDINE COL ‘68 gilet gialli una sudamericano È FUORVIANTE. PERCHÉ dignità politica diventato MACRON NON È che non hanno intollerabile. CHARLES DE GAULLE neppure In realtà rivendicato, anche se un siamo di fronte a una sondaggio li stima al 12 per sospensione del tradizionale cento. Mi sembra abbastanza forte patriottismo francese, evidente che non siamo di sul quale patriottismo forse fronte ha una rivolta del contava il presidente del Lumpenproletariat, anche se paese che paga le imposte si può essere tratti in inganno più alte del mondo e che dall’origine della ribellione, improvvisamente ha detto simile a una rivolta per la basta. Quindi una richiesta di tassa sul pane o sul sale. minore povertà o di maggior

benessere ha sostituito la libertà, l’eguaglianza e la fraternità, gli ideali che hanno fatto dimenticare il bagno di sangue del 1789. Come in Italia quindi il consenso non si guadagna con la nobiltà degli ideali, ma col reddito di cittadinanza e la pensione anticipata. Anche le manifestazioni studentesche del 68 crearono grandi preoccupazioni per l’evidente difficoltà della polizia a controllare la piazza e per la risonanza mediatica di geniali slogan come l’immaginazione al potere. Espressione però di una forte esigenza di cambio di costumi nel rapporto tra i sessi e di altri interventi liberatori che si sono parzialmente realizzati. Ebbene il 68 finì in 24 ore. Quando il generale De Gaulle annunciò alla


di Franco Tatò

È UN’ASTA AL RIALZO DALL’EPILOGO IMPREVEDIBILE radio: «I carri armati e le truppe del generale Massu hanno circondato Parigi, la ricreazione è finita». Dopo questo, il generale sciolse il parlamento e si andò a nuove elezioni nelle quali ottenne una schiacciante maggioranza. Questo poteva farlo il generale De Gaulle, ma non l’esitante enarca Macron, fin’ora contraddistintosi per enfatici annunci di provvedimenti velleitari, mal ricevuti dai cittadini perché frutto di una concezione della società e del mercato estranei al sentire comune. L’alternativa è ovvia: annunciare l’esigenza divenuta impellente di un

profondo cambiamento la richiesta di dimissioni. nel funzionamento della Dire, come ha fatto Macron società, cambiamento avviato con tono signorile, che con alcuni provvedimenti non saranno tollerati altri rivoluzionari. Ed è quello che disordini è ben diverso dalla Macron ha tentato di fare con mobilitazione dell’esercito un discorso e dalla LA PROTESTA FRANCESE alla nazione dichiarazione CI AIUTA A CAPIRE di toni e dello stato di IL MALESSERE ITALIANO E DI TUTTA L’EUROPA aspirazioni emergenza elevate, eccezionale inquinato dall’annunciato con conseguente divieto di dell’aumento del salario assembramento e coprifuoco. minimo e dall’esenzione Quello che non si potrà fiscale per gli straordinari e evitare sarà un inasprimento i bonus di fine anno. E infatti degli interventi repressivi, non è stato preso sul serio, con grande incertezza sul visto l’annuncio dei gilet jaune successo delle misure che di una quinta stagione di verranno prese. Non siamo rivendicazioni, che a questo in grado di ipotizzare l’esito di punto possono solo essere questa grave perturbazione.

Sicuramente le vicende francesi ci aiuteranno a capire quelle di casa nostra e di tutta l’Europa, sulle quali non mancheranno di esercitare una grande influenza. Macron sa che convocare nuove elezioni presidenziali sarebbe un suicidio. In Italia la situazione è ancora più imprevedibile: gli elettori italiani hanno cacciato con ignominia una classe dirigente e si trovano ora un parlamento e un governo pieni di saltimbanchi. Non sarà facile liberarsene usando gli strumenti della democrazia, ma non dobbiamo cessare di auspicarlo.

IL CORSIVO

IL SOGNO DI DANO VINCERÀ SULLA MALATTIA di Giuliana Gemelli*

D

aniele

riabilitato. In tempo record il suo fisico

rendono difficilissimo allenarsi d’inverno al

Nasole,

da super eroe fa il resto, però la malattia,

freddo. Ma nulla può fermarlo: parte una

Dano per

e soprattutto le cure chemio-terapiche,

raccolta fondi per attrezzare la canoa, in

tutti, classe

lasciano segni e Dano è costretto a lasciare

modo da allenarsi con temperature rigide e

1983, infermiere

la marina militare. Approda in Romagna,

poi soprattutto per realizzare il sogno: tutti

sommergibilista

come addetto al servizio civile, dove ritrova

a Tokio con Dano. Donazioni presso l’istituto

appassionato del mare - è di Taranto - e

la sua antica passione: la canoa. Si allena

oncologico romagnolo “Il sogno di Dano”.

della canoa, infaticabile e sempre pronto

con determinazione presso il Canoa Club di

ad intervenire durante le emergenze, col

Ferrara e cominciano ad arrivare le prime

*Giuliana Gemelli è presidente

sorriso e l’energia di un vero atleta, a 32

medaglie e poi tre titoli italiani paraolimpici.

dell’Associazione GrandeGiù for Love and

anni si trova improvvisamente di fronte ad

La foto di Dano seduto in posizione yoga

Care Onlus, nata nel marzo 2011 per dare

un ostacolo che appare insormontabile:

accanto alla sua canoa, quasi fossero l’uno

una forma concreta ai sogni e agli ideali di

un carcinoma in stadio avanzato e con

il prolungamnto dell’altra, diventa virale

Giulia Gramellini, scomparsa a soli 23 anni.

metastasi ossee.

ed è l’avvio del sogno partecipare ai giochi

Ha la fortuna di trovarsi vicino a cliniche

olimpici di Tokio e vincere. Gli allenamenti si

superspecializzate prima in Liguria e poi

intensificano, ma a tre anni dalla guarigione

a Milano, dove viene operato, curato e

Dano offre ancora di disturbi che gli

Contatti per saperne di più: giuliana.gemelli@unibo.it http://grandegiu.blogspot.it/p/ progetti.html

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GESTIRE L’IMPRESA

LAURA CASTELLI: «QUESTO PAESE È CRESCIUTO GRAZIE A UNO STATO CHE SAPEVA PROGRAMMARE. È ORA DI RISCOPRIRE LA ‘SPINTA GENTILE’»

Intervista con il sottosegretario all’Economia accusata di troppe “gaffe“: «Comprendo la necessità di svilirci, l’accetto e vado avanti. Il lavoro che stiamo facendo è importante, ed è riconosciuto non solo da chi ci vota» di Sergio Luciano «MIA MADRE ERA UNA DIPENDENTE DELLA SIP, MIO PADRE DELL’ITALGAS. SONO CRESCIUTA, A COLLEGNO, respirando giorno per

giorno nell’aria di famiglia cosa significa quando c’è uno Stato che programma la crescita», dice Laura Castelli, sottosegretario all’Economia. Lady Gaffe, come la chiamano i detrattori. «Sono cresciuta sentendo discorsi orgogliosi sulla posa dei gasdotti in tutta Italia, sull’installazione dei tralicci per portare il telefono fin nei comuni più piccoli. Sono esperienze che insegnano», prosegue. «La mia tesi di laurea l’ho scritta sull’Opa Telecom», aggiunge, «chiedendomi come fosse stato possibile che la lasciassero imperniare sul debito». Alla parola “Telecom” scatta il flash-back sullo scempio perpetrato dai tanti politici che oggi ghignano con sufficienza sulle gaffe della Castelli – dai governi degli Anni Novanta che svendettero Telecom a quelli successivi che non hanno protetto della peggiori speculazioni la rete più importante del Paese – e allora viene il dubbio che sia sbagliato sottovalutare questa giovane parlamentare di 32 anni che magari fa delle gaffe, ma è figlia legittima di un modo nuovo di pensare alle politica, di chiedere risposte politiche. Forse un modo carente o sbagliato, ovviamente opinabilissimo, ma certo non peggiore di quelli che ne hanno determinato la nascita. E comunque premiato dal voto del 32% degli italiani. Oltre le gaffe che le rinfacciano e oltre la rissa sulla legge di bilancio, che idea avete voi Cinquestelle dell’economia del Paese? Io penso di aver chiaro in testa cosa va fatto in questo Paese perché riprenda a crescere. Va ritrovata una prospettiva di sviluppo a venti, trent’anni. E penso che il mondo imprenditoriale non è più abituato a pensare che ci può e ci deve essere una visione a vent’anni perché

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per troppo tempo non se n’è parlato più. Rimpiange la programmazione economica, che aveva un ministero tutto suo? Occorre la spinta gentile, per usare un’espressione cara ad alcuni economisti. Uno Stato che decida in quale direzione spingere il ciclo economico, quali direzioni di marcia seguire, andando oltre le vecchie logiche. Ci deve essere uno Stato che indichi una linea morale anche in economia. Qui non si tratta di statalismo o liberismo, sia chiaro. È mancato in assoluto lo Stato. Ricostruirlo, ricostruirne una vocazione, non significa rifare l’Iri, in una botta di romanticismo, no. Però quel sistema ha dato una direzione allo sviluppo del nostro Paese, ha fatto crescere il Pil. Oggi il tema è agganciare la crescita, tenendo presente che si è vissuto troppo a lungo di rendita. Oggi la rendita si è esaurita. Lei pensa a questi scenari, però intanto la attaccano ai fianchi… Penso positivo. Ogni volta che mi attaccano, anzi ci attaccano, emerge comunque una discussione nuova tra le parti. Non ricordo negli ultimi cinque anni una discussione così accesa tra governo e opposizione, io sono contenta se si dibatte sulle emissioni di CO2 o sulle pensioni… Si chiama democrazia. Conten-

I COSIDDETTI PROFESSIONISTI DELLA POLITICA NON SI SONO DIMOSTRATI MIGLIORI DI NOI


&POLITICA ta lei. Ma non le brucia questo sarcasmo? Reagisco positivamente allo stress, e ho messo in contro gli attacchi personali. Sicuramente un mio errore è essere troppo sincera, dare per scontato che un dibattito sia e debba essere sempre franco, non sono una calcolatrice. Ma ho apprezzato molto Lucia Annunciata quando ha detto a Piazza Pulita che, ferme restando le rispettive posizioni molto diverse, i cosiddetti professionisti della politica non si sono dimostrati migliori delle persone come noi, che provengono dalla vita normale... Insisto: non si rimprovera almeno un po’ di ingenuità? Comprendo la necessità che una parte di questa politica avverte di svilirci, utilizzando qualsiasi spunto per costruirci sopra l’idea di una gaffe, la definirei una costruzione ad arte ... Accetto e vado avanti. Anche perché il lavoro che stiamo facendo è importante ed è riconosciuto non solo dal nostro elettorato, ma anche in altri ambienti che, seguendoci perché ci occupiamo delle loro vite, ci apprezzano. Per me conta lavorare ogni giorno per risolvere almeno un problema di qualcuno, quando ci riesco sono contenta. Il resto non conta. Un esempio? Io mi occupo di enti locali, e li conosco bene: dal primo giorno in cui mi sono insediata ho parlato in modo molto franco con loro, e siamo arrivati a questa manovra in cui si consolideranno grandi progressi sulle autonomie, sui piccoli comuni, sulle ex province… Le ex province? Quali progressi? Premetto che, a mio avviso, il Paese non vive una situazione politica e sociale con la maturità che servirebbe per fare una riforma profonda dell’assetto dello Stato. Non c’è ancora la necessaria cultura diffusa, la politica oggi è troppo legata agli interessi locali, di collegio, non c’è la maturità per ridisegnare al meglio comuni, province e regioni. Dall’altra parte ad esempio le province, appese al chiodo per un po’ di anni da una riforma sbagliata, hanno di fatto sviluppato, per spirito di sopravvivenza, l’attività delle centrali appaltanti, che sta funzionando, e la legge di Bilancio codifica questo loro ruolo nelle norme

di semplificazione degli appalti. fermi da vent’anni, la colpa non è di chi è apPerò, a proposito: il vostro governo non c’ha pena arrivato. Il metodo migliore è quello che neanche provato, a tagliare la spesa pubblistiamo seguendo: l’analisi costi-benefici. ca improduttiva… Anche su questo gli industriali non si fidano… Non abbiamo avuto il tempo materiale per fare Secondo me c’è un problema di comunicazioun piano organico di tagli. Come del resto non ne e forse anche generazionale. Per noi le imsiamo riusciti a fare una vera riforma dell’Irpef. prese sono un fattore centrale del sistema, e se Sono troppi anni che i lavoratori dipendenti il nostro Paese non è andato in default è perché non vedono un cambiamento sia pur minimo le imprese hanno tenuto. Ma oggi all’impresa della pressione fiscale sulle loro retribuzione, cosa interessa? Ci sono quelle che vogliono pamentre riallineare le aliquote Irpef inserendo gare il minimo i dipendenti e rischiare il minimagari il coefficiente familiare comporterebbe mo per averne la collaborazione. Altre che insemplificazione e ordine. vece cercano il consenso sociale. Non dico che E i tagli? i contratti a tempo determinato non debbano Nell’apparato pubblico c’è una marea di soldi esistere, ma dico che a un certo punto devono che nessuno riesce a ri-coordinare in modo diventare a tempo indeterminato. organico. Quest’anno abbiamo tagliato 600 Qualche flash: l’Europa? milioni da fondi inutilizzati nei ministeri. EraMi hanno attaccato perché da Vespa dissi che no solo frutto di un certo disordine che c’è nel è quest’Europa che non ci vuol far crescere di bilancio dello Stato. Su questo tema ho il maspiù di quanto hanno calcolato che l’Italia possa simo appoggio del collega Garavaglia: insieme e debba crescere. Ma è proprio così. Per loro, stiamo lavorando per il prossimo anno, al di non possono esistere scostamenti positivi… È fuori della logica del breve termine. chiaro però che il confronto con Bruxelles è Tutto ciò però non vi sta aumentando i conepocale, e non è solo italiano. Se quest’Europa, sensi sui temi della crescita economica e nata per mettere insieme i suoi popoli, si limita dell’occupazione… Perché? a mettere insieme i suoi finanzieri… È chiaro che per incrementare la crescita e i Quante voci su Tria: si dimette, non si diposti di lavoro devi mette, gli chiedono di «IL CONFRONTO CON BRUXELLES far crescere le azien- È EPOCALE. L’EUROPA NATA PER METTERE andarsene… INSIEME I SUOI POPOLI SI LIMITA de e farne nascere di Per una persona come nuove, il che accade A METTERE INSIEME I SUOI FINANZIERI» me, della mia età, lase la produttività del vorare con Tria è una sistema aumenta. La domanda vera è come far grande opportunità. Non è facile sopportare la aumentare la produttività. Ci si è concentrati pressione che ha addosso. Ogni tanto mi piacetroppo a pensare che il lavoro aumenta camrebbe tutelarlo di più. biando contratti, e invece c’è un tema di fondo, Infine: rifarebbe il decreto bonus malus per quello del costo del lavoro. le auto come l’avete fatto? Una tesi cara agli industriali, ma oggi il goverTutto è migliorabile, certo è che sul tema delno ha rapporti tesissimi con la Confindustria… la automobili meno inquinanti il ritardo della In generale c’è diffidenza verso di noi, ci consiFiat è forte e questo certamente in Italia pesa derano un governo per caso. Però proprio per molto nell’orientare l’atteggiamento di molti questo è il governo più solido che può avere il verso il governo. Paese, perché su logiche di interesse oggettivo. E sulle infrastrutture non pensa che gli inN.B.: Al momento in cui andiamo in stampa, teressi siano da chiarire rapidamente? la manovra è stata approvata dalla Camera, Quando ci sono opere che devono durare per ma non dal Senato: altra strada dovrà ancora i prossimi 50 anni, la responsabilità di farle o percorrere, per ottenere – in questa direzione non farle è molta. Ma se alcuni progetti sono si sta oggi lavorando – l’approvazione europea.

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COVERSTORY CON HRC Qui sopra Giordano Fatali (con gli occhiali), fondatore e presidente di Hrc, con una parte di Hrc Talent Acquisition in un brindisi. Da sinistra: Federica Dubbini, Marnie Moretti, Noemi D'Arcavio Marco Gallo. Alle loro spalle, da destra: Mattia Jali Mencarelli, Stefania Merletti e Roberto Santamaria.

24 PARLA TIZIANO TREU «IL RITARDO SULLE COMPETENZE? AGGIRABILE CON LA FLESSIBILITÀ»

26 LE IMPRESE CHE ASSUMONO ECCO LE AZIENDE CHE HANNO DECISO DI PUNTARE SUL 2019 TEAMSYSTEM

32 GLI INCENTIVI VARIABILI COSÌ JOBVALUE DIMOSTRA COME PAGARE DI PIÙ I LAVORATORI...PAGA

TUTTE LE NUOVE PROFESSIONI CHE CAMBIANO IL MERCATO DEL LAVORO Che si tratti di data scientist o di coltivatore di marijuana terapeutica, gli esperti concordano: l'anno che sta per iniziare è ricco di opportunità di lavoro. Ed entro il 2023 quasi un milione di nuovi posti di Marco Scotti

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ablo Picasso sosteneva che «cercare non Communication Technology), ma quelle riserve a niente. Quello che conta è trovachieste non saranno coperte, dando vita a quel re». Aveva ragione. E per capire - e racconparadosso di cui si diceva prima. tare - meglio il 2019 del lavoro che sta per Secondo l’Osservatorio della società di reaprirsi, Economy ha chiesto la collaborazione cruitment online Jobtome, negli ultimi tre di Hrc - la più dinaanni sono cresciuti mica comunità di hr NEL MONDO DEL LAVORO SI CONTINUA a tre cifre i Machine manager italiani - e di AD ANDARE A TENTONI, QUANDO INVECE Learning Engineer e i BISOGNA RIORGANIZZARE RICERCA un gruppo di aziende E FORMAZIONE SECONDO I NUOVI TREND Data Scientist (rispetparticolarmente attive tivamente +203% e sul fronte del lavoro. Il quadro che è emerso è +123%). «Per il 2019 – spiega Gabriele Borga, che il 2019 simporrà una profonda riorganizCeo di Jobtome - ci attendiamo un’ulteriore zazione del mercato del lavoro. crescita di domanda di tecnici nell’ambito dei I dati, prima di tutto: secondo Microsoft, nei big data che potrebbe ampliare ulteriormente prossimi due anni avremo bisogno di 135.000 il gap con l’offerta di personale, che in Italia persone in più nel settore Ict (Information & è più spostato verso l’ambito umanistico. Le

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COVERSTORY

scelte che prenderanno i giovani con il loro percorso di studi potrebbero condizionarne la facilità di inserimento nel mondo lavorativo. Le decisioni politiche, sia in ambito di istruzione che di mercato del lavoro, potrebbero avere un impatto molto forte sull’andamento dell’offerta». Per la società di recruitment online, un’altra professione destinata a crescere è quella di specialisti in marijuana terapeutica. Secondo le elaborazioni di Excelsior, il sistema informativo per l’occupazione e la formazione di Unioncamere, nel quinquennio 2019-2023 il mercato del lavoro italiano avrà bisogno di un numero di occupati compreso tra i 2,5 e i 3,2 milioni di unità. Una previsione che, al netto del fisiologico turnover tra nuovi assunti e pensionati, parla di un saldo positivo compreso tra le 427mila e le 905mila unità. La differenza, sostanziale, tra questi due numeri, dipende dalla crescita del prodotto interno lordo italiano. Il primo dato, infatti, si rifà alle stime – ormai divenute pressoché unanimi – degli organismi internazionali, che vedono la crescita italiana in rallentamento; il secondo,

GABRIELE BORGA, CEO DI JOBTOME

invece, riguarda le previsioni formulate dal governo in sede di approvazione del Def. Una discrasia che può essere letta in un solo modo: in Italia la richiesta di lavoratori non arretrerà in complesso, ma sarà anzi positiva. Il problema, semmai, è capire quali saranno i settori più dinamici e quelli che invece, a cau-

È UN ERRORE SNOBBARE LA CARRIERA DA MC DONALD'S McDonald’s Italia prevede per il 2019 la creazione di circa 2.000 nuovi posti di lavoro, distribuiti in tutta Italia, con una particolare focalizzazione sulle grandi città e su regioni come Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto. «Il profilo ideale è quello di un giovane diplomato senza precedenti esperienze lavorative specifiche, ma con una buona predisposizione al lavoro in gruppo, al servizio al cliente e alle relazioni interpersonali», spiega a Economy Massimiliano Maffioli, Chief People Officer, McDonald’s Italia. «Il nuovo format dei ristoranti McDonald’s

che prevede il servizio al tavolo ha infatti accentuato le dimensione di servizio e di relazione. McDonald’s è da sempre un ottimo punto di ingresso nel mondo del lavoro per moltissimi giovani che cercano un ambiente di lavoro dinamico e flessibile. Non a caso, il 35% dei nostri dipendenti in Italia è studente». Il contratto che viene offerto è l’apprendistato a 36 mesi che in seguito viene stabilizzato. «Quello che spesso non viene considerato pensando al lavoro da McDonald’s», continua Maffioli, «sono le grandi opportunità di crescita e di carriera». L’azienda

compie un investimento ingente in formazione: nel 2018 sono state erogate oltre 900mila ore di formazione in aula e on the job. «Attraverso questi percorsi formativi, i nostri dipendenti vedono aprirsi opportunità di crescita all’interno del ristorante e non è raro incontrare direttori di ristorante anche al di sotto dei 30 anni. Inoltre, i percorsi di carriera portano i giovani più motivati anche a ricoprire ruoli all’interno della nostra sede. Basti pensare che il 40% dei colleghi che lavorano nei nostri uffici viene da un’esperienza di lavoro nei ristorante». conslude il manager.

PER IL 2019 CI ATTENDIAMO UNA CRESCITA DI RICHIESTE NEI BIG DATA sa del combinato disposto tra crisi e sharing economy, segneranno ulteriormente il passo. Leggendo i dati forniti da Excelsior si nota come la differenza tra i due scenari si assottigli notevolmente in alcuni comparti, ovvero quelli collegati alla digital transformation, all’ecosostenibilità e a salute e benessere. I primi due rappresentano il 30% del fabbisogno occupazionale complessivo per i prossimi cinque anni, con le imprese a darsi battaglia per recuperare circa 250mila lavoratori con specifiche competenze matematiche, informatiche e digitali. L’ecosostenibilità, nell’accezione di impiegati nell’economia circolare che solo di

GIORDANO FATALI, PRESIDENTE DI HRC

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HAPPY NEW JOB

recente è stata normata a livello comunitario, professionali abili nel campo della progettaavrà bisogno di oltre 500mila lavoratori, menzione e della ricerca. Mancano, specialmente tre “salute e benessere” oltre 320mila. tra i giovani entro i 29 anni, specialisti in scienSignifica che qualcosa si muove, nonostante ze informatiche, fisiche e chimiche (62% delle le previsioni degli effetti del cosiddetto “Deposizioni richieste è stata di difficile repericreto Dignità” facciano temere per il futuro mento) e progettisti, ingegneri e professioni occupazionale del nostro paese. Silvia Loriga assimilate (58% di difficoltà di reperimento). dell’Istat ha spiegato ad Economy che nell'aUn vulnus significativo che mostra come il nalizzare i dati «si deve tener presente che sistema scolastico e formativo del nostro pasul numero dei dipendenti permanenti incide ese debba essere ripensato profondamente anche la più lunga permanenza sul mercato dalle fondamenta. Dall’entrata in vigore deldel lavoro legata ai le lauree brevi – la TUTTE LE ASSOCIAZIONI CAMERALI requisiti più stringenti cosiddetta “riforma LAMENTANO LA DIFFICOLTÀ per andare in pensioBerlinguer” – il numeNEL REPERIRE FIGURE PROFESSIONALI ne pertanto prima di ro di laureati è effettiABILI IN PROGETTAZIONE E RICERCA parlare di una svolta vamente aumentato, bisogna essere molto cauti». È altrettanto vero ma la moltiplicazione di corsi di laurea senza che, sempre secondo l’Istat, a ottobre la disocreali sbocchi lavorativi (dal mitologico scienze cupazione è cresciuta per il secondo mese della comunicazione a “Valorizzazione e tuteconsecutivo: più 0,2 %. la dell'ambiente e del territorio montano”) ha Il problema dunque, non è tanto numerico, portato a un corto circuito in cui la precarietà ma, semmai, capire che ruolo deve giocare e l’insicurezza sul futuro hanno spinto molti la formazione in questo nuovo mercato del giovani a tramutarsi in “Neet”, ovvero chi non lavoro così discrasico e in profonda riorganizè impiegato, non studia e non cerca neanche zazione. Le associazioni camerali lamentano un lavoro. picchi vicini al 50% nel reperimento di figure Una soluzione potrebbe essere rappresentata dagli Its, gli Istituti Tecnici Superiori, una valida alternativa ai percorsi tradizionali che si propongono agli studenti al termine dell’istruzione superiore: o andare a lavorare, o iscriversi all’università. Gli Its costano meno degli atenei (tra i 500 e i 1.000 euro all’anno), durano 24 mesi, garantiscono un tirocinio formativo e un’occupazione superiore all’80% a 12 mesi dal diploma. In un momento in cui in Italia si cercano come il pane figure tecniche specializzate, potrebbero essere un’ottima soluzione. E invece no: nel 2017, nel nostro paese gli iscritti agli Its erano 8.500, mentre in Germania 880.000. Un rapporto di 100 a uno che dimostra chiaramente come Berlino voglia continuare a consolidare la propria leadership nel manifatturiero, specialmente

CON MAF VOGLIAMO CHE I MILLENNIALS ABBIANO CHIARO LO SCENARIO FUTURO PER POTER SCEGLIERE

+

5 POSIZIONI RICERCATE

+312%

UX SPECIALIST

+203% MACHINE LEARNING ENGINEER

3D

+191%

PRINTING EXPERT

+123%

DATA SCIENTIST

AR +98% DESIGNER dopo la quarta rivoluzione industriale. Una delle categorie che maggiormente è stata coinvolta dai cambiamenti epocali portati dalle nuove tecnologie e dalla quarta rivoluzione industriale è quella dei Millennials che, in qualche modo, si sono trovati a metà del guado. Hanno piena confidenza con la tecnologia e sono la classe dirigente del domani (e in alcuni casi del presente). Ma non hanno alle spalle un sistema formativo che li supporti ap-

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COVERSTORY

pieno e rischiano di non aver a disposizione tutte le skill necessarie per aggredire con successo il nuovo mercato del lavoro. Per questo, HRC ha creato il Maf – Millennials Ambassadors Forum – un punto di incontro tra giovani che stanno emergendo e manager (ma anche politici e opinion leader) affermati. «Con il Maf – spiega Giordano Fatali, presidente di Hrc – vogliamo creare una piattaforma su cui costruire nuovi scenari e dare concretezza alle prospettive future, mettendo insieme Millennials e Ambassadors, ognuno con il proprio bagaglio culturale, la propria esperienza e le proprie aspettative. In questo particolare periodo storico è forte la responsabilità verso i giovani. Vogliamo e dobbiamo far sì che abbiano chiaro lo scenario futuro e possano essere messi nelle condizioni di scegliere. Ciò richiede un lavoro da parte di tutti, istituzioni, politica, imprenditori, aziende, manager media e, ovviamente, i millennials stessi. Ciascuno deve mettersi in gioco per creare i presupposti affinché il futuro sia migliore. Per tutti e

da subito. Vogliamo realizzare le condizioni per stimolare lo sviluppo delle loro competenze rispetto a un contesto che si evolve rapidamente. Credo nel dialogo e nel bene comune, nel confronto, anche tra aziende, mondo produttivo e millennials. Sono sicuro che da questa innovativa unione nascerà qualcosa di unico e straordinario. Per il bene di tutti». L'interesse per i Millennials da parte di Hrc non è casuale: si tratta di una platea di 11,2 milioni di persone. Il 94% è connesso a internet e poco meno di nove su dieci sono pre«CIASCUNO DEVE METTERSI IN GIOCO PER CREARE I PRESUPPOSTI AFFINCHÉ IL FUTURO SIA MIGLIORE PER TUTTI E DA SUBITO ATTRAVERSO IL DIALOGO»

senti su almeno un social network. Di fronte a un pubblico di questo tipo, che ha imparato a convivere con il precariato e che, diversamente dalla generazione che lo ha preceduto, non vedono il posto fisso come un obiettivo ma piuttosto come un retaggio del passato, è

naturale che anche le strategie di recruiting delle aziende devono per forza cambiare. Al tradizionale "employer branding" si sostituisce un approccio per cui i giovani talenti sono i potenziali clienti e, in alcuni casi, futuri consumatori ai quali si vuole vendere l'azienda. Da qui l'esigenza di elaborare strategie multicanale di talent acquisition, moltiplicando i punti di contatto e di attrazione. Così, il sito web aziendale ormai si affianca al social rectruiting, allo storytelling, alla collaborazione con varie università per sviluppare iniziative ad hoc. Le aziende che riescono a diversificare canali e modalità di recruiting hanno un vantaggio competitivo notevole. Tramite le nuove modalità digitali e integrate, infatti, si ottiene un doppio vantaggio: da un lato l'azienda può mettere alla prova sul campo i giovani talenti a cui vuole concedere una chance, dall'altra il candidato sente di poter valorizzare le proprie competenze, percependo al tempo stesso un'immagine dell'azienda innovativa.

AUMENTANO I CONTRATTI INDETERMINATI? ECCO PERCHÉ NON È DEL TUTTO UN BUON SEGNO Davvero l'occupazione stabile ha ricominciato a crescere? Gli ultimi dati Istat disponibili, relativi al mese di ottobre, registrano 37mila dipendenti permanenti in più rispetto a settembre, bilanciati da un calo di quelli a termine per la prima volta da diversi mesi, e degli indipendenti. «Sono contento, vuol dire che qualcosa funziona nel decreto dignità» ha commentato il ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio. Ma sembra troppo presto per poter trarre conclusioni di questo tipo. «Si deve tener presente che sul numero dei dipendenti permanenti incide anche la più lunga permanenza sul mercato del lavoro legata ai requisiti più stringenti

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per andare in pensione» dice Silvia Loriga dell'Istat, «pertanto prima di parlare di una svolta bisogna essere molto cauti. Questo aumento non rappresenta necessariamente, o non solo, nuovi ingressi in questa categoria, cioè nuove assunzioni o trasformazioni a tempo indeterminato, potrebbe dipendere anche da un rallentamento nell'uscita di quelli più anziani. Da questi dati non è ancora possibile analizzarlo, si dovrà attendere qualche mese». Anche i dati dell'Osservatorio sul precariato dell'Inps indicano da qualche mese un aumento delle trasformazioni di contratti da tempo determinato a indeterminato. Ma secondo

gli analisti si tratta di una reazione fisiologica alla forte crescita dei contratti a tempo determinato nel 2017. Il tasso di conversione tra i due tipi di contratti infatti non è più alto nel terzo trimestre rispetto ai due precedenti, mentre a causa del numero più elevato dei tempi determinati aumenta il numero assoluto delle conversioni. Secondo i dati Istat, peraltro, a ottobre la disoccupazione è cresciuta per il secondo mese consecutivo: più 0,2 punti % al 10,6% - a settembre era aumentata di 0,3 punti %. Allargando lo sguardo al trimestre, nel periodo agosto settembre e ottobre l'occupazione è calata

di 40mila unità rispetto a maggio giugno luglio. Sull'anno la variazione rimane positiva, ma con saldi ridimensionati: più 159mila occupati, che però sono la somma dell'aumento dei contratti a termine di 296mila unità e del calo dei tempi indeterminati di 140mila, con gli indipendenti più o meno stabili; e dal punto di vista anagrafico, dell'aumento degli ultracinquantenni (più 330mila) e del calo dei 25-49enni: meno 190mila. Ampliando lo sguardo all'ultimo decennio, gli occupati tra i 50 e i 64 anni sono passati da 47 su 100 a 60. In compenso ce ne sono 10 in meno tra i 15 e i 34 anni, e 3 in meno tra i 35 e i 49.



COVERSTORY

Il ritardo sulle competenze verrà superato dalla flessibilità Per il presidente del Cnel (ed ex Ministro del Lavoro col governo Prodi) Tiziano Treu sull'occupazione occorrono investimenti di medio periodo che sono sempre stati rinviati «per miopia elettoralistica» di Sergio Luciano

«L’ITALIA HA ACCUMULATO UN RITARDO GRAVISSIMO, FORSE UNO DEI PIÙ GRAVI, SULLE COMPETENZE E SULL’INNOVAZIO-

Quindi, presidente, è una defaillance della politica? Sì, ma non solo. Anche il mondo delle imprese è stato poco innovativo. Il ruolo dello Stato è mancato, e i privati ci hanno messo del loro.

NE. Abbiamo investito meno della metà di quanto sarebbe stato necessario. Ed oggi la paghiamo cara sul fronte del lavoro. Però qualcosa va fatto, e si può fare. E almeno centomila posti di lavoro, che attendono E adesso Di Maio… soltanto qualcuno in grado di occuparli, in Pensare di affrontare i temi della flessibilità Italia oggi effettivamente ci sono»: è preoce della sicurezza con incentivi all’occupaziocupato Tiziano Treu, presidente del Cnel, ne, reintroducendo subdolamente l’articolo già ministro del Lavoro col governo Prodi, 18 etc…sono pannicelli caldi. Se il mercato tra i più autorevoli è fragile non bastano «SERVONO INTERVENTI STRUTTURALI esperti del settore o nuocciono. Bisogna E MAGGIORI INVESTIMENTI PUBBLICI nonché promotore di fare politiche buone E PRIVATI NEI SETTORI INNOVATIVI una riforma, il famo- DELL'ECONOMIA E NELLA FORMAZIONE» del lavoro, io sono so “pacchetto Treu”, andato in crisi quanche ha introdotto in Italia la flessibilità posdo ho visto che mie politiche venivano indesibile nei contratti, oggi in parte limitata bolite da un retroterra fragilissimo… dal decreto dignità. È preoccupato, ma non totalmente pessimista. All’indomani della Però la flessibilità l’avete introdotta. E a pubblicazione del rapporto sull’occupaziocosa è servita? ne da parte del Consiglio nazionale per l’eAlla ripresa dell’occupazione che c’è stata, conomia, ne parla con Economy. «Il gap deldovuta, oltre che alla crescita del part-time, le competenze è oggi un macigno sulla via anche a quella, particolarmente intensa, della nostra competitività. E purtroppo non dei lavori a tempo determinato: +35% dal vedo rimedi rapidi. Occorrono investimenti 2014 al secondo trimestre del 2018, pari a di medio periodo. E per miopia elettoralioltre 800.000 occupati; mentre è vero che i stica li abbiamo sempre rinviati. È anche contratti a tempo indeterminato sono creun’autocritica, quella che faccio». sciuti meno, di 460 mila unità, e che invece

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TIZIANO TREU, PRESIDENTE CNEL

i lavoratori autonomi sono calati di 117.000 unità. Ma il volume complessivo del lavoro non è cresciuto rispetto al periodo pre-crisi, perché tra le persone occupate sono oggi molte di più quelle che lavorano a orario ridotto che quelle impiegate a tempo pieno (il calo dell’8%). Vero, ma questa carenza di occupati a tempo pieno e indeterminato incide soprattutto sulle qualificazioni medio-alte. Per questo il ricorso a incentivi diretti a sostenere l’occupazione a tempo pieno e indeterminato è di per sé insufficiente. Servono invece interventi strutturali, a cominciare da maggiori investimenti pubblici e privati soprattutto nei settori innovativi dell’economia e per altro verso nella formazione di qualità dei lavoratori e anche degli imprenditori.

La contestata alternanza scuola-lavoro? Il Cnel, e io personalmente, sosteniamo che per contrastare la disoccupazione, in particolare giovanile, occorra rafforzare una scuola ben orientata, con le competenze di base e professionali dei giovani, e potenziare i servizi di orientamento al lavoro e appunto l’alternanza fra scuola e lavoro, che può ridurre il mismatch tra domanda e of-


HAPPY NEW JOB

SULL'OCCUPAZIONE IL RUOLO DELLO STATO È MANCATO, MA ANCHE I PRIVATI CI HANNO MESSO DEL LORO ferta e orientare al meglio i giovani. Queste sono le cose da fare, mica discutere sull’articolo 18 e sulle causali dei contratti a termine. Sarà, però i contratti a termine oggi, per esempio, precludono ai giovani l’accesso al credito fondiario. Provi lei a ottenere un mutuo se non può esibire una lettera d’assunzione a tempo indeterminato… Intanto riconosco che c’è un vizio d’approccio nel nostro sistema bancario che troppo spesso premia poco l’orientamento al consumo e cerca sempre garanzie reali… Quanto alla polemica generale contro la flessibilità, attenzione: non è che la flessibilità l’ho inventata io! E non è legata alla globalizzazione spinta! È scoppiata nel mondo negli Anni Novanta. È un fenomeno che non fermi con le regole o con le leggi nazionali. E anzi, sa da chi è indotto, in ultima analisi? Da chi? Da tutti noi: noi consumatori. Vede, finché tutti desideravano consumi identici, come la mitica Ford T di Henry Ford, era facile standardizzare la produzione nei suoi ritmi e stabilizzare l’occupazione. Oggi, invece, con la diversificazione estrema dei consumi, la flessibilità produttiva impone la flessibilità dei fattori di produzione.

Allora addio posto fisso? Guardi, la flessibilità occorre, ma può essere gestita e regolata. Però, per capirci; altro è regolarla in un sistema socio-economico con buona efficienza burocratica e buon senso civico, altro è provarci in alcune aree del Sud dove regnano l’economia sommersa, il lavoro nero e il connesso sfruttamento del prossimo. In Lombardia e in Veneto siamo a livelli occupazionali comparabili con quelli bavaresi, e lì la flessibilità ha giovato. E i licenziamenti individuali? Guardi che i licenzamenti individuali “cattivi”, quelli per i quali si va a processo, non sono tanti. Certo, se ci sono da fare ristrutturazioni aziendali, si pone il problema di come gestire gli esuberi, ma ottimizzare questa gestione non può dipendere dal giudice o dal vecchio articolo 18, quanto dall’avere o meno efficienti politiche attive del lavoro.

mai necessario avere qualcuno che ti aiuta a cambiare lavoro… In futuro il problema non sarà cambiare spesso lavoro, ma trovare il nuovo lavoro quand’è il momento di cambiare quello vecchio!

Insomma, critiche alle attuali tendenze, ma anche autocritica da sinistra… Sulla sicurezza sociale in senso lato, sì. Abbiamo trascurato il fenomeno dell’instabilità. Ma oggi le assicuro che siamo fuori strada. In giro per il mondo non si parla di contratti a termine, ma di ben altro: della gestione dell’impatto del digitale in tutti i lavori…

Anche da questo versante, però, ammetterà che si può poi arrivare a discutere di reddito di cittadinanza… Guardi, non lo deve certo dire a me. Ho appena fatto un libro col gruppo dell’Astrid sul reddito minimo in Europa. Ce l’hanno tutti, ma sempre mettendoci insieme servizi per Si rimprovera di non aver fatto abbastanl’impiego e stimoli alla riqualificazione. Noi za? con il Rei, avviato dal «L'IMPATTO DI GLOBALIZZAZIONE E NUOVE Il mio rimpianto non governo Gentiloni, TECNOLOGIE NON È PREDETERMINATO, è certo di aver fatto ci siamo mossi in riMA PUÒ ESSERE INFLUENZATO DALLE la legge sulla somtardo di dieci anni. SCELTE DEGLI ATTORI PUBBLICI» ministrazione o sulla Abbiamo lasciato flessibilità, ma di non aver mai ottenuto i marcire il problema della sicurezza sociale, necessari investimenti nei servizi pubblici e l’abbiamo esasperato. Adesso il disagio è per l’impiego e per le politiche attive. Butacuto e i rimedi più difficili. tiamo i soldi sulla Cassa integrazione e non Ma rimediare si può ancora, e il Cnel farà la investiamo nei centri che possono trovare sua parte di stimolo e indirizzo, come lo innuovi lavori ai licenziati. Ricordo che parlacarica di fare la Costituzione. Siamo convinti vamo di tutto questo con il presidente Prodi, che, che nonostante la radicalità dei cameppure siamo ancora qui con 9000 profesbiamenti introdotti nel mondo del lavoro sionisti nei centri per l’impiego, mentre la e dell’impresa dalla globalizzazione e dalle Germania ne ha 102 mila e perfino la Gran nuove tecnologie, specie digitali, l’impatto Bretagna 50 mila. di questi fattori non è predeterminato, ma L’economia di domani indurrà rapporti di può ancora essere influenzato dalle scelte lavoro magari a tempo indeterminato, ma di istituzioni e degli attori pubblici e privati, poi, nei fatti, più brevi, e sarebbe quanto consapevoli e responsabili. Dipende da noi.

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COVERSTORY

Il personale lo (pre)seleziona l'intelligenza artificiale L'immediatezza del digitale ha incrementato in modo esponenziale la quantità di curriculum in circolazione. Così, la prima scrematura la esegue un software di Arca24. Liberando risorse utili all'azienda GABRIELE MOLTENI, FONDATORE E AMMINISTRATORE DI ARCA24

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otersi concentrare solo sulla parte più artificiale: «Il nostro sistema è in grado di qualitativa della selezione, evitando leggere i cv in modo autonomo» spiega il la parte quantitativa che è cresciuta fondatore di Arca24, «e di andare a cercare insieme al numero delle candidature, molcosa uno sa fare. È basato su un motore di tiplicate dalla rete e dalla disoccupazione. Il ricerca semantico fatto per il mercato del sogno di tutti i recruiter sta diventando relavoro, vede le mansioni svolte dal candialtà grazie all'intelligenza artificiale. dato e le confronta con l'offerta di lavoro. «Quando le offerte di lavoro si pubblicavaIl risultato finale è un pre-screening, un seno sui giornali, le aziende ricevevano una milavorato che permette al selezionatore di o due decine di curriculum vitae» racconta partire da uno stato dell'arte più avanzato, Gabriele Molteni, fondatore e amministrasenza più l'incombenza del lavoro a scarso tore di Arca24 Hr software solutions, «oggi valore aggiunto». le offerte sono online, e i cv sono diventati Vuoi vedere che i robot possono aiutare centinaia o migliaia. Il che crea un problel'uomo a lavorare meglio? «C'è chi vede ma enorme: questa la tecnologia come IL SOFTWARE ELABORATO DA ARCA24 mole di lavoro non un'alternativa al laEFFETTUA LA PRIMA SCREMATURA DEI CV. può essere svolta da voro umano» osserE PRESTO I COLLOQUI DI LAVORO un essere umano, la va Molteni, «ma nel SI POTRANNO FARE TRAMITE CHATBOT tecnologia è digitale, nostro caso l'intellima l'uomo è analogico». genza artificiale tende a riportare il lavoro La soluzione però non può essere quella di dell'uomo al centro, toglie tutto il lavoro a evitare il cimento: «Non è possibile rinunscarso lavoro aggiunto e restituisce la parte ciare ad affrontare quella mole di dati», qualificante». aggiunge Molteni, «perché il valore di ogni Arca24 ha tre linee di business con pesi azienda è dato dalle persone che ci lavoraspecifici decrescenti. «La prima, quella in no, e riuscire a intercettare le competenze cui vendiamo di più e abbiamo più redempche si stanno cercando, che diventano semtion» spiega il fondatore, «è rivolta al monpre più particolari, è un fondamentale vando che chiamiamo staffing: agenzie del lavotaggio competitivo». ro e società di selezione, che hanno un forte Di qui l'importanza del supporto che può concetto del riuscire a fare selezione con venire dai software basati sull'intelligenza una qualità alta nel minor tempo possibile,

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e quindi l'interesse a sfruttare la tecnologia per cogliere un vantaggio. La seconda linea è quella delle aziende tradizionali. Alcuni settori come il retail e la Gdo, dov'è alto il turnover del personale, hanno dalla nostra macchina un vantaggio molto più grande». Ci sono però anche alcune realtà con un basso turnover, ma un nome molto importante, per le quali l'utilizzo dell'intelligenza artificiale nella scrematura delle candidature può essere essenziale. «Qualche mese fa a un'offerta di lavoro di Intesa Sanpaolo hanno risposto decine di migliaia di candidati» sottolinea Molteni. La terza linea è quella dei portali per il lavoro. Arca24 sta lavorando a un utilizzo dell'intelligenza artificiale molto più esteso. «Siamo a buon punto nella realizzazione di una chatbot di selezione» anticipa il fondatore, «che invece di rispondere a domande come fanno le chatbot finanziarie e assicurative, fa domande al candidato, di tipo quantitativo e qualitativo, sulla base dell'età, della formazione e delle esperienze professionali rilevate nel cv. A sistema, il recruiter avrà il 100% dei candidati già intervistati, tutte le competenze che servono, hard e soft skills, già rilevate: gli mancherà solo l'ultimo miglio, esprimere un giudizio, il suo valore aggiunto, qualcosa che la macchina non farà mai».


HAPPY NEW JOB

Addio carriera verticale: ora si lotta nella Jungle Gym Per Sonia Malaspina, direttore risorse umane per il Sud Europa di Danone, occorre sapersi adattare a contesti e ruoli che cambiano continuamente

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SONIA MALASPINA, DIRETTORE HR SUD EUROPA DI DANONE

arpe diem. Si potrebbe riassumere «quest'anno abbiamo organizzato 18 eventi così la visione del lavoro che i milad hoc. Facciamo della diversità e dell'aperlennials italiani hanno trasmesso a tura il nostro dna, non cerchiamo solo lauDanone, e che l'azienda ha fatto propria. reati in economia». La facoltà e la forza del «Questi ragazzi vogliono un ambiente lapunteggio restano importanti, ma ci sono vorativo che li soddisfi qui e ora», racconta anche altri elementi che crescono: «Ogni Sonia Malaspina, direttore Hr Sud Europa di persona è unica e porta valori importanti», Danone: «Hanno un approccio molto espemette in evidenza Malaspina, «l'eccellenza rienziale, non si proiettano fra cinque anni accademica è centrale, ma guardiamo anche e neanche fra tre, cercano un ambiente che ad altro: esperienze di volontariato, di vita, sia stimolante, giocoso, divertente, dove si all'estero, sport, passioni, anche il desiderio faccia squadra perché amano stare in team. di paternità e maternità». Proprio al tema E vogliono che lo sia adesso. Il nostro sforzo della genitorialità Danone dimostra di dare è quello di adeguare molto attenzione: l'ambiente lavorativo «I MILLENNIALS HANNO CONTAMINATO «Il 42% delle proPOSITIVAMENTE TUTTA DANONE: LI per attrarre i migliori mozioni nell'ultimo INCORAGGIAMO AD ARRICCHIRSI FUORI, di questa generazioanno sono andate a E IN AZIENDA SONO PIÙ PRODUTTIVI» ne». mamme rientrate dal Negli ultimi tre anni gli ingressi in Danone, congedo di maternità e questo piace molto Mellin e Nutricia, che contano in totale circa ai millennials, che apprezzano il bilancia600 tra dipendenti e collaboratori, sono stamento tra il lavoro e la vita privata», sottoti circa un centinaio all'anno. «Non possialinea il direttore Hr. Tra le qualità ricercate mo però proiettare questo dato sul 2019», nei giovani ce ne sono due alle quali Malapuntualizza Malaspina, «perché la nostra spina è particolarmente attenta: «La prima selezione avviene a posteriori, al servizio è il coraggio. Se non si rischia non si ottiene dello sviluppo dell'organizzazione azienniente, bisogna saper rompere gli schemi. dale, a seconda del suo dinamismo». Per inLa seconda è l'empatia, in un mondo sempre tercettare i giovani più talentuosi, l'azienda più artificiale e digitale riscontro una granha una strategia precisa: «Siamo esperti nel de necessità di comprendere le esigenze del proporci al mondo dell'università», spiecollega, del capo, della persona che gestisci. ga il direttore Hr Sud Europa di Danone, Queste caratteristiche non si possono tra-

durre in un algoritmo». Il settore alimentare non è più statico com'era un tempo, anzi: «È diventato super dinamico, attraversato com'è da trend importanti che vediamo tutti giorni, come per esempio il biologico, oltre alla trasformazione digitale... In fondo questa è la sfida più bella, vedere come l'organizzazione va incontro a queste sfide e come imbarca persone che sappiano superarle», mette in evidenza Malaspina. Il coraggio è utile anche per approfittare dell'opportunità di lavorare in altri Paesi: «Selezioniamo i candidati che si adatteranno a quel che chiamiamo jungle gym: non c'è più la carriera verticale degli anni Novanta, ma una palestra dinamica che richiede agilità e la capacità di adattarsi rapidamente a contesti e ruoli che cambiano. Nell'ultimo anno abbiamo raddoppiato i movimenti verso l'estero, una nostra caratteristica, visto che siamo presenti in tutto il mondo», spiega Sonia Malaspina. Le esigenze dei millennials hanno positivamente contaminato tutta l'azienda: «Siamo attenti alle loro esigenze, anche le passioni e gli hobby», aggiunge il direttore Hr Sud Europa di Danone, «Li incoraggiamo ad arricchirsi fuori, così tornano in azienda più produttivi. Questo è un approccio che fa bene a tutte le generazioni, un miglioramento che portiamo a tutta l'organizzazione».

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COVERSTORY

Così cambia pelle anche il welfare aziendale Dai buoni pasto dematerializzati ai servizi di personal care: in che modo i benefit di Edenred stanno arricchendo l'engagement dei collaboratori CON 56 NUOVI ADDETTI ASSUNTI NEL 2018 E UN’ULTERIORE SETTANTINA DI INGRESSI IN PROGRAMMA PER L’ANNO VENTURO, EDENRED – COLOSSO FRANCESE DEL WELFARE AZIENDALE, GUIDATO IN ITALIA DALL’AMMINISTRATORE DELEGATO LUCA PALERMO – EROGA SERVIZI A VALORE AGGIUNTO SEMPRE PIÙ RICHIESTI A SESSANTAMILA IMPRESE CLIENTI. Al centro, il buono pasto, che sta

al welfare aziendale come il cemento sta all’edilizia, ma con moltissime derivazioni di ultima generazione e una nuova frontiera, capace di rendere anche più accettabile la flessibilità: la gestione ottimale del tempo.

In che senso, dottor Palermo? Le aziende più evolute stanno scoprendo che gran valore rivesta il tempo agli occhi delle risorse umane, dallo smart-working – che permette di coniugare meglio vita privata e lavorativa – a tutti gli altri servizi che aiutano le persone a recuperare ed ottimizzare il loro tempo libero. Ed anche noi da circa un anno lavoriamo su questo fronte con buoni risultati, cioè con un alto gradimento sia da parte del personale che usufruisce di tutto ciò sia dei manager che lo gestiscono. Quali servizi, ad esempio? Ce ne sono moltissimi. Un esempio classico, il cosiddetto maggiordomo aziendale. Un signore che due volte alla settimana va in posta a ri-

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Luca Palermo, amministratore delegato di Edenred

evoluzione del prodotto base con l’aggiunta di servizi sempre migliori e sempre più graditi. Il che sta allargando la platea dei fruitori. Faccio un esempio: il ricorso ai buonipasto da parte dei lavoratori extracomunitari. Però i margini di sviluppo sono ancora amplissimi, se si considera che in Italia ci sono 18 milioni di lavoratori dipendenti e soltanto tre milioni beneficiano dei buonipasto. Ma la digitalizzazione non dovrebbe permettere di accelerarne la diffusione? Sì, ed è già un cambiamento in atto. La nostra tirare i pacchi o a pagare le raccomandate per ambizione è smaterializzare del tutto il buoi colleghi, o svolge tante altre piccole incomnopasto. Andando oltre la card e diventando benze per conto loro. Una prestazione che non full-app. Caricare sul proprio smartphone i solo aumenta la produttività del collettivo, ma buoni pasto permette di annullare i tempi di soprattutto migliora l’umore, perché consente consegna e di utilizzo del buono. Scaricando di non sacrificare il già scarso tempo libero. la App si riceve un codice a barre e un numero Ma c’è altro… individuale che può essere letto da qualunque Qualcosa di più incisivo? pos, e ne abbiamo 40 mila sul territorio. Tutti i servizi di personal care: in particolare Esperienze-pilota? quelli che aiutano le famiglie a gestire i figli, Be’, la nostra carta di credito Edenred è abilitadai trasporti scolastici all’acquisto agevolato ta a produrre le note spese in automatico! Opdei libri scolastici all’ assistenza nello studio, pure i fondi prefinalizzati, come la dote scuola alle agevolazioni per le rate dell’asilo. Tutti della Regione Lombardia. Abbiamo convenbenefit che vengono zionato un network C'È PERSINO LA CARTA DI CREDITO sempre di più getscolastico per l’erogaABILITATA A PRODURRE LE NOTE tonati dai lavoratori zione della dote scuoSPESE DEI DIPENDENTI IN MODO nel loro montante di le in modalità full-moCOMPLETAMENTE AUTOMATIZZATO welfare aziendale per bile, o sulla carta dei avere più tempo. servizi regionali emessa dalla Regione. Ma E questi strumenti addolciscono anche l’acquando negli anni passati c’era stato il bonus cettazione del tempo determinato? bebè, la Regione Lazio aveva erogato le somNella misura in cui contribuiscono a non allarme alle neomamme attraverso dei vaucher o gare il gap tra occupati e non, contribuiscono su tessera. Anche qui avevamo convenzionato eccome. Devono! Se sei un occupato a termiun network di negozi di puericoltura. È un’alne, e lo sei in un’azienda intelligente, vivi metra delle nostre aree di forza perché sappiamo glio, sicuramente… fare rete… Il virtuosismo del fondo prefinalizDicevamo che lo strumento di base del welzato consiste nella sua missione etica. Sono fare aziendale è il buono pasto. Com’è anstrumenti che permettono di non disperdere dato il settore negli ultimi tempi? la finalizzazione di un servizio… Questo sì, che Per noi bene, ed anche nel suo insieme il è welfare evoluto. Liberare tempo o erogare mercato è cresciuto. Con chiare traiettorie di sostegni ai consumi primari delle famiglie.


HAPPY NEW JOB

Nella fabbrica 4.0 l'operaio è flessibile e specializzato Nelle linee produttive Lamborghini il lavoro ripetitivo lo fanno i robot. E negli uffici la discontinuità diventa un valore aggiunto, così che ogni area aziendale diventa un "development park" per i collaboratori

C'

era una volta la fabbrica supersappiano intervenire». La fatica fisica si fordista di Tempi Moderni, con riduce, le competenze richieste aumentano: l'operaio Charlie Chaplin in ogni lavoratore in Lamborghini fa almeno salopette alle prese con ingranaggi, leve cinque giornate di formazione ogni anno. e catene di montaggio. L'esatto contrario «In genere l'operazione più faticosa e della fabbrica 4.0 della Lamborghini, dove dispendiosa in termini di persone sulla da qualche mese nasce anche il nuovo super catena di montaggio per le automobili Suv Urus che sta superando ogni più rosea è il cosiddetto "marriage" tra la parte previsione. meccanica e il telaio», puntualizza il Chief «Il tempo standard di produzione assegnato Human Capital Officer di Lamborghini, «ma a un operaio in altre realtà automotive è di un mentre in genere ci vogliono undici o dodici minuto o un minuto e mezzo» dice Umberto persone, ora ne bastano due: il resto lo Tossini, Chief Human Capital Officer di fanno i robot collaborativi. Questo non vuol Lamborghini, «ma nel dire che abbiamo nostro caso s’attesta «I ROBOT PERMETTONO DI RECUPERARE meno persone, ma TANTA EFFICIENZA. PER QUESTO I su almeno trenta che i lavoratori si LAVORATORI SI DEDICANO AD ATTIVITÀ minuti. Il nostro è un dedicano ad attività A MAGGIOR VALORE AGGIUNTO» modello di fabbrica a maggior valore molto fluido e modulare, dove le attività non aggiunto. Abbiamo recuperato talmente a valore aggiunto sono ridotte al minimo». tanta efficienza che in questo modo il Forse anche il termine operaio, in tempi vecchio spettro di dover utilizzare poca di Industria 4.0, andrebbe superato. «La mano d'opera, perché troppo costosa, è mansione ripetitiva ormai la svolge il robot», ribaltato: quella che c'è è più qualificata e più sottolinea infatti Umberto Tossini: «i nostri retribuita». più che operai sono operatori specializzati A fine 2010 in Lamborghini lavoravano che devono saper fare più cose, con una 820 persone. Oggi sono oltre 1700, con un flessibilità di mansioni e la certificazione aumento di circa il 110%. Il 2018 è stato digitale di queste competenze. Dove c'è un altro anno record per le assunzioni, bisogno di capire se dalla combinazione mentre per il 2019, saturata la nuova linea di più tecnologie nasce un'anomalia, per di produzione di Urus, è prevista una coda esempio, ci vogliono uomini e donne che di assunzioni di dipendenti cosiddetti

UMBERTO TOSSINI, CHIEF HUMAN CAPITAL OFFICER LAMBORGHINI

“indiretti”, cioè tutti quelli che non sono direttamente coinvolti nella produzione delle automobili: ingegneri, commerciali, designer, amministrativi... «La nostra è stata una crescita impressionante, ma bilanciata» afferma Tossini. «Abbiamo cercato di mantenere un buon equilibrio tra i reparti produttivi e le aree di staff. In altri settori è stata privilegiata la crescita delle seconde, rinunciando alla trasformazione, ma questo crea problemi di equilibrio. Perciò anche per il nuovo Urus abbiamo scelto di fare tutto a Sant’Agata Bolognese dal disegno, allo sviluppo, alla produzione fino al postvendita». La rivoluzione ha investito in pieno anche l'area degli indiretti. «Sono entrati temi come la discontinuità e la flessibilità della prestazione lavorativa» spiega il Chief Human Capital Officer di Lamborghini, «e quindi lo smart working, gli ambienti di lavoro virtuali, l'utilizzo del cloud». Sono cambiate di conseguenza le caratteristiche ricercate nella forza lavoro: «guardiamo moltissimo agli skill comportamentali e al potenziale delle persone soprattutto in ottica trasversale. Vogliamo colleghe e colleghi che sappiano gestire il livello di flessibilità ormai necessario, la possibilità di cambiare anche a breve termine. Così ogni area aziendale diventa un “development park” per coloro che ci lavorano».

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COVERSTORY

Per lavorare nel luxury serve empatia e un'attitudine al bello Allineamento valoriale e una propettiva centrata sulla qualità: sono le particolari skill richieste dal colosso del lusso Richemont. Che ai suoi dipendenti offre la possibilità di lavorare nei suoi diversi brand

U

n eccellente percorso accademico, valgono anche per un marchio iconico come l'attitudine al bello, l'allineamento Montblanc: «Dal punto di vista dell'employer ai valori della holding che riunisce branding», afferma Pamela Mirra, Hr manager numerosi marchi del lusso tra i più celebri. E Fashion & Leather brand di Richemont ancora, un'intelligenza situazionale e quindi «agiamo su binari paralleli, esterno e empatica e comunicativa, oltre a esperienze interno. All'esterno abbiamo partnership significative anche al di fuori dell'ambito con le migliori università, e ci muoviamo sia universitario. Sono i tasselli che compongono con canali tradizionali come job fair, incontri l'identikit di chi può all'università, master aspirare a entrare IL PUNTEGGIO ACCADEMICO NON BASTA. ad hoc in realtà E PIÙ DI UN 110 CON LA LODE SERVONO in Richemont, la come la Bocconi, Sole LE ESPERIENZE, MAGARI ALL'ESTERO, grande casa che 24 Ore, Polimoda; NON NECESSARIAMENTE LAVORATIVE riunisce brand quali sia con il digital Montblanc, Cartier, Van Cleef & Arpels, recruiting, che sta crescendo. All'interno Baume&Mercier... «Il nostro è un mondo rendiamo le nostre risorse employable e variegato che va dalla gioielleria agli orologi le convinciamo a stare con noi, a scegliere al fashion», dice Maurizio Bodano, Hr in maniera consapevole e motivata un director di Richemont, «che in Italia conta ambiente congeniale al loro percorso circa 1100 dipendenti nei diversi settori, professionale. I nostri percorsi interni ci dalle boutique alla finanza, dal marketing permettono di canalizzare le loro energie e al visual merchandising, dal customer di tramutarle in concreto valore aggiunto per service agli specialisti watchmakers, fino ai poli produttivi della pelletteria a Firenze e della gioielleria a Torino e Valenza». Una varietà accomunata dal lusso e da una stessa filosofia delle risorse umane, declinata marca per marca a seconda del settore di riferimento: «Dobbiamo avere le persone che siano le migliori nel loro ruolo», spiega Bodano: «Possiamo permettercelo, avendo un'employee value proposition elevatissima. Attingiamo i migliori candidati dalle università e dai master sia italiani che internazionali. Inoltre spingiamo chi lavora per i nostri marchi a dare il meglio per essere employable. Desideriamo che siano appetibili all'esterno, ma che decidano di stare con PAMELA MIRRA, HR MANAGER FASHION & LEATHER DI RICHEMONT noi perché siamo i migliori». Criteri che

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MAURIZIO BODANO, HR DIRECTOR DI RICHEMONT

il business, non solo con un singolo brand». «Uno dei nostri valori», le fa eco l'Hr director di Richemont, «è che lavoriamo e ci poniamo come holding. Una persona che è all'interno del gruppo ha la possibilità di variare brand, lavorando a Cartier, Montblanc e Van Cleef a seconda delle possibilità». Per avere questo tipo di confidenza e flessibilità il punteggio accademico non basta. «Ancor più di un 110 e lode è importante avere un inglese fluente», mette in evidenza Bodano, «così come aver fatto un'esperienza all'estero, o avere esperienze lavorative o sociali rilevanti». «Guardiamo anche all'allineamento valoriale a un ambiente che non è semplice», aggiunge Mirra: «l'attitudine al bello è sicuramente qualcosa che permette di entrare con facilità in azienda». «Se non capisci perché un cliente dovrebbe investire importi anche considerevoli per acquistare un oggetto di lusso», sottolinea l'Hr director di Richemont, «ti viene difficile lavorare per attrarre il cliente finale». Uno sguardo sulla prospettiva non può che essere centrato sulla qualità: «Il futuro è di tutte le attività dove le persone possono dare un valore aggiunto», conclude Bodano: «Il mondo sta cambiando anche nell'ambito commerciale, ma continueremo a cercare chi sa trasferire valore alle maison e al cliente finale, indipendentemente dal tool utilizzato».


HAPPY NEW JOB

la propensione a vivere ed approfondire logiche che non sono ancora mature nel mercato tecnologico in cui operiamo, ma che cominciano a dare i primi germogli. Figure che devono arricchire la loro formazione in palestre che sono le aziende come la nostra, che investono molte risorse ed energie per sviluppare nuovi servizi e guidare la rivoluzione del mercato. Non devono essere per forza anagraficamente giovani, ma mentalmente devono avere voglia di apprendere, curiosità, propensione verso queste novità». I cambiamenti imposti dalla tecnologia sono più ampi di quanto si potrebbe immaginare, anche per una realtà come TeamSystem ERNESTO MORAGGI, HR GROUP DIRECTOR DI TEAMSYSTEM che vanta più di 250mila clienti su tutto il territorio nazionale, una rete di oltre 800 strutture tra partner e sedi dirette con circa 2mila dipendenti. «Alle volte quello che mi trovo a spiegare a chi non è del mestiere» racconta Moraggi, «è che passare da un linguaggio a un altro in ambito di sviluppo digitale vuol dire passare non dall'italiano Diventare "digital professional evangelist" in TeamSystem, leader a un dialetto, ma dall'italiano ad una lingua in Italia nei software gestionali e nei servizi di formazione? È possibile straniera basata su una logica completasolo con un mindset aperto e grande propensione per le novità mente diversa. E non è che te la cavi con la traduzione simultanea di una parola perché er un'azienda digitale come TeamSybiamenti tecnologici. «Sembra di essere tordevi passare ad una modalità di sviluppo stem, leader in Italia nei software nati ai tempi del passaggio dalle reti a circudel discorso completamente diversa. È quel gestionali e nei servizi di formazione ito a quelle a pacchetto. Siamo in una fase che sta avvenendo, e per farlo è necessario per aziende e professionisti, il futuro è adesrivoluzionaria, le modalità di fruizione di rimettersi in gioco, aprire la propria mente a so. Perché bisogna saperlo immaginare, incontenuti e servizi stanno mutando grazie situazioni del tutto nuove». Ai cambiamenti dividuare le figure professionali più adatte al cloud, ed è decisiva l'interfaccia proposta legati alla tecnologia si aggiunge un nuovo a una realtà che si intravede, ma è in rapida al cliente, che dev'esmodo di lavorare LE MODALITÀ DI FRUIZIONE DI SERVIZI e non molto prevedibile evoluzione. «Specie sere facile e intuitiva, secondo l’approccio E CONTENUTI STANNO MUTANDO nel mondo del cloud, che è la nuova fronma avere alle spalle agile: prima di avere E L'INTERFACCIA PROPOSTA AL CLIENTE tiera del nostro business» dice Ernesto Mosistemi molto robusti competenze che si DEV'ESSERE FACILE E INTUITIVA raggi, Hr Group Director di TeamSystem, «la ed evoluti di gestione stanno delineando in nostra ricerca è orientata verso profili che e custodia dei dati». Nel 2019 TeamSystem tempo reale è necessario avere le caratteriancora non sono definiti. Cerchiamo di capiassumerà almeno 50 figure professionali, stiche necessarie per poterle abbracciare. re quali sono le caratteristiche del ruolo che alcune delle quali saranno “digital profes«Quel che cerchiamo è la capacità di vivere immaginiamo, e che non possiamo ancora sional evangelist”, con il compito di conun cambiamento continuo. Ne parlano in trovare sul mercato, e quindi quali compevertire clienti al nuovo verbo digitale. Visti tanti ma la realtà è diversa da quel che si tenze devono avere i candidati, sia per i proi vorticosi mutamenti, le soft skills hanno dice: il cambiamento perpetuo è una sfida fili senior che per quelli junior». La capacità un ruolo sempre più importante per poter che può sembrare difficile anche sul piano di decidere quali sono le caratteristiche miambire ad avere un ruolo digitale. «Ceremotivo, mentre bisogna saperlo cavalcare gliori per rivestire ruoli ancora da definire è chiamo di intercettare ragazzi con un certo con serenità ed entusiasmo cogliendone a necessaria in tempi di grandi e rapidi cammindset» spiega l' l'Hr Group Director, «con pieno le opportunità».

Per la rivoluzione del cloud c'è bisogno di nuovi profili

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COVERSTORY

Pagare la produttività, unica via per far crescere le retribuzioni Alessandro Fiorelli, a.d. di JobValue Human Capital Consulting, sottolinea che a tutti i livelli, anche tra gli operai, si stanno diffondendo forme di incentivazioni variabili legate agli obiettivi aziendali di Riccardo Venturi

U

n lavoratore italiano guadagna in di JobValue Human Capital Consulting, di media oltre il 25% in meno rispetto cui JobPricing è la specializzazione dedicata a uno tedesco e più del 20% in meno alla consulenza aziendale. La curva piatta di uno francese. È uno dei tanti elementi di delle retribuzioni è coerente con quella interesse che emergono dall’ultimo SALARY della produttività: «Finché non si riesce ad OUTLOOK dell’Osservatorio JobPricing, punto aumentare la produttività le retribuzioni di riferimento per lo studio del mercato del giocoforza sono destinate a rimanere ferme», lavoro e delle dinamiche retributive in Italia. sottolinea. Una dimostrazione indiretta del Nel primo semestre fenomeno si può LE PICCOLE IMPRESE NON VEDONO 2018 le retribuzioni trovare nella differenza LA RETRIBUZIONE COME UN ELEMENTO sono rimaste ferme tra l'andamento della DELLA STRATEGIA AZIENDALE, rispetto al 2017, anzi retribuzione annua MENTRE LO È A TUTTI GLI EFFETTI hanno registrato un lorda (RAL) e la lieve peggioramento. «Si conferma un trend retribuzione globale annua (RGA). Quest'ultima che dura da 4 o 5 anni, una situazione di ha avuto trend migliori rispetto alla prima, stagnazione con un'aggravante: quest'anno perché la parte variabile delle retribuzioni è tornata a crescere l'inflazione, quindi a ha un'importanza crescente. «A tutti i livelli, differenza degli anni scorsi, quando c'era anche tra gli operai, si sono diffuse forme di una dinamica deflattiva, il potere d'acquisto retribuzione variabili, collettive o individuali è calato», commenta Alessandro Fiorelli, ad legate a obiettivi», mette in evidenza Fiorelli.

«Con la produttività, insomma, aumenta anche la retribuzione. Si tratta di un trend importante e culturalmente non banale in un paese come l'Italia, dove siamo più propensi a pensare alla retribuzione solo in termini di diritti (collettivi), piuttosto che di “prezzo” del contributo individuale al raggiungimento degli obbiettivi aziendali. Non è vero, cioè, che le aziende non vogliono pagare i lavoratori: li vogliono

102.068 €

93.616 €

54.686 € 52.417 €

RAL media 2018 per inquadramento, retribuzione mensile lorda e netta (13 mensilità) QUALIFICA

RAL MEDIA

RETRIBUZIONE MENSILE LORDA

RETRIBUZIONE MENSILE NETTA

TREND 2014-2018

Dirigenti

€ 100.866

€ 7.759

€ 4.504

-5,0%

Quadri

€ 54.023

€ 4.156

€ 2.625

1,5%

Impiegati

€ 30.791

€ 2.369

€ 1.680

1,1%

Operai

32

€ 24.871

€ 1.913

€ 1.475

4,9%

DIRIGENTI

QUADRI


HAPPY NEW JOB

Le retribuzioni territoriali

30.622 € 28.569 €

25.961 € DIFFERENZA NORD VS CENTRO

7,2%

DIFFERENZA CENTRO VS SUD E ISOLE

10%

DIFFERENZA NORD VS SUD E ISOLE

18%

Le retribuzioni per genere Uomini Donne

32.287 € 29.461 € 25.686 € 23.217 €

IMPIEGATI

OPERAI

Average Annual Wages 2017 - Paesi zona Euro #

PAESE

1

Lussemburgo

2

Irlanda

3

Paesi Bassi

4

Belgio

5

Austria

6

Finlandia

7

Germania

8

Francia

9

Italia

10

Spagna

pagare (e anche bene) nella misura in cui sono produttivi, in funzione del risultato. Certo, i sindacati non amano questo tipo di approccio, che però è l’unico modo per tornare ad avere crescite salariali davvero significative». Un altro trend che emerge dai dati dell'Osservatorio è il calo del livello retributivo dei dirigenti: «È una tendenza che dura da qualche anno, nata con la crisi», osserva Fiorelli. «I dirigenti con retribuzioni alte usciti dalle aziende o non sono stati sostituiti, oppure hanno preso il loro posto manager più giovani con retribuzioni più basse: una dinamica che continua ancora oggi». La struttura retributiva del mercato italiano è inoltre molto sperequata. «La polarizzazione della ricchezza è un fenomeno non solo italiano ma globale, cresciuto fin dal 2005, prima che scoppiasse la crisi», puntualizza l'a.d.. Un altro aspetto rilevante, quello della forte differenza

AVERAGE ANNUAL WAGES (e)

€ 63.615

€ 47.116

€ 46.755

€ 43.840

€ 42.852

€ 41.492

€ 39.446

€ 37.622

€ 29.214

€ 28.064

retributiva tra le piccole e le grandi aziende, ha un impatto importante sull'Italia, la cui struttura produttiva è costituita in gran parte da Pmi. «Le grandi aziende hanno più risorse e tendono a accalappiarsi le risorse migliori pagandole di più, anche perché la maggior parte di loro ha una dimensione internazionale e una struttura retributiva calata su un contesto globale. In Italia le piccole imprese hanno ancora poca cultura da questo punto di vista, non vedono la retribuzione come un elemento della strategia aziendale, mentre in realtà lo è». Last but not least, il gender gap, che resta «negativamente stabile ormai da un quinquennio, attorno al 10%» aggiunge l'a.d. di JobValue. Né dovrebbe consolare il fatto che la Germania sia ancora più indietro di noi in Europa: le loro retribuzioni sono molto più alte, quindi le donne tedesche guadagnano comunque più di quelle italiane.

Ral media 2018 per dimensione aziendale

MICRO Meno di 10 dipendenti

PICCOLA 11-50 dipendenti

MEDIA 51-250 dipendenti

MEDIO-GRANDE 51-250 dipendenti

GRANDE Oltre 1.000 dipendenti

€ 25.953

€ 29.075

€ 32.618

€ 35.342

€ 39.976

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UNO DEI LOCALI DI SPACES, A MILANO

GESTIRE L’IMPRESA

STARTUP, SHARING, FLESSIBILITÀ. IN UNA PAROLA: COWORKING Non è una moda, ma la soluzione alle nuove esigenze imprenditoriali. Che, superato il modello dell’edificio-azienda, impongono la condivisione di spazi e idee. Con un mercato sempre meno di nicchia

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di Marina Marinetti

WELFARE AZIENDALE UN INDEX PER VALUTARE LE POLITICHE DI BENESSERE PER I PROPRI DIPENDENTI

39 INTERNAZIONALIZZAZIONE APPRODARE AI MERCATI ESTERI CON UN MANAGER “A TEMPO DETERMINATO”

40 CRESCITA MANO LIBERA AI COLLABORATORI E IL GIRO D’AFFARI SI IMPENNA

42 FEDERMANAGER PER STEFANO CUZZILLA UN (SECONDO) MANDATO ALL’INSEGNA DELLA FORMAZIONE

44 FORMAZIONE FEDERMECCANICA DIFENDE L’ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO

46 LOGISTICA IL PRESIDENTE DI ALIS GUIDO GRIMALDI TRACCIA LA ROTTA DELL’EFFICIENZA

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iù che una moda è un trend. Più che un cina, business lounge, sale riunioni, spazi per trend è una necessità, perché in un colpo eventi, ufficio virtuale, Wi-Fi, stampanti, scansolo risolve una serie di problemi (chiamianer e fotocopiatrici, servizio clienti: nel menu mole “questioni”) che affliggono (diciamo non manca nulla. C’è anche la prenotazione “caratterizzano”) il mercato del lavoro condell’ufficio tramite app e, nel caso dei grandi temporaneo: in primis l’esigenza di flessibiità player, il network con accesso ad uffici profesdi ruoli, inquadramenti, attrezzature e anche sionali in tutto il mondo. Gli spazi e i servizi spazi fisici. Se il modello tradizionale dell’edisono sempre più ibridi: si va dalla possibilità ficio-impresa è la malattia, il coworking è la di lavorare in open space utilizzando una scricura. Perché ottimizza vania non dedicata alla L’OTTIMIZZAZIONE DI SPAZI E SERVIZI spazi e servizi: si conquale si accede con un VALE TANTO PER I PROFESSIONISTI dividono reception, semplice contratto di QUANTO PER LE MULTINAZIONALI CHE sale riunioni e per STANZIANO TEAM LOCALI ANCHE A LUNGO membership all’ufficio conferenze, spazi (e dedicato in cui le mulorganizzazione) di eventi, servizi di segreteria tinazionali che per la prima volta si affacciano e ristorazione e, condividendo, si risparmia. E in un mercato stanziano il team locale anche questo vale tanto per i singoli professionisti per lunghi periodi. «Al momento si tratta di quanto per le grandi aziende. E, in quel 10% un mercato di nicchia, ma è un fenomeno che di parti comuni che sono l’area fitness, le lounsi sta sviluppando con un trend molto forte di ge, i giardini e i terrazzi, l’area ristorazione, si mercato», spiega Pierre Marin, Ceo di Jones stimola il networking, ma anche le occasioni Lang LaSalle, firma internazionale dell’advidi business. sory nel real estate, che ha avuto ruolo in alcuReception, amministrazione, aree break e cune operazioni chiave come quella messa a se-

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GESTIRE L’IMPRESA

I NETWORK VINCONO La parte del leone, con 50 centri distribuiti in 11 città italiane, la fa IWG, il gruppo che include Regus, Spaces, Signature, N.18, Openoffice, Basepoint. Regus, fondata nel 1989 a Bruxelles (ma ha sede in Lussemburgo) col suo network di 3.200 business centre in un migliaio di città in 120 Paesi, è stata la prima a metter piede sul suolo italico, nel 1996. Dallo scorso anno, però, IWG è presente a Milano anche con il marchio Spaces, un formato ibrido che unisce spazi di design ai concetti di community e network. Il secondo operatore sul territorio è Talent Garden, la piattaforma pensata per i professionisti del digitale, della tecnologia e della creatività fondata in Italia nel 2011, diffusa con 23 campus anche in altri Paesi europei.
 Sul terzo gradino del podio troviamo Copernico, con dieci strutture localizzate a Milano, Roma e Torino. È un format italiano nato tre anni fa (che oggi comprende anche spazi a Brussels). Gli spazi di Copernico sono studiati per essere fluidi e favorire lo sviluppo di nuove relazioni e opportunità di business. «Copernico è oggi una realtà in costante crescita, il cui scopo è favorire il networking e sviluppare nuove interconnessioni tra i suoi utenti: gli spazi informali come la caffetteria e le aree lounge rappresentano infatti il 10% circa dello spazio totale», spiega l’Head of Sales Michele Barberi: «I nostri building sono più di un serviced office temporaneo e di rappresentanza; sono soprattutto uno spazio in cui le aziende possono incontrare i clienti, organizzare eventi ,riunioni ed usufruire del ristorante in un ambiente innovativo e moderno».

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TRE SPAZI MILANESI: SOPRA LA RECEPTION DI REGUS, IN BASSO LA CLUB HOUSE, NELLA PAGINA ACCANTO LA SEDE DI SPACES

gno da Bnl con Copernico a Roma e gli spazi di trapposizione ai vincoli imposti da uno spazio WeWork di prossima apertura a Milano in via non adeguato alle richieste future» Mazzini, a due passi dal Duomo. Il fenomeno è Format metropolitano in rapida evoluzione: «Prevediamo che entro Secondo il censimento di JLL, in Italia abbiail 2030 il 30% del portafoglio corporate sarà mo circa 640 spazi di lavoro flessibile. Ma composto di flex office. Se prima il coworking sono concentrati perlopiù nelle grandi città, interessava startup e giovani imprenditori con in testa Milano (100 strutture) e Roma per via del prezzo contenuto degli spazi, oggi (50 stutture) e a seguire Torino, Bologna, anche le grandi corporate utilizzano gli spazi Firenze e Napoli. Tanto per dare un’idea, il di coworking per gestire la flessibilitità all’incoworking a Milano rappresenta l’1% del toterno del loro portafoglio. Il concetto di smart tale stock uffici della working è sempre PIERRE MARIN, CEO DI JLL: città ed è formato da più diffuso, suppor«ENTRO IL 2030 ALMENO UN TERZO 105 spazi e 72 operatato ovunque dalla DEL PROTAFOGLIO CORPORATE SARÀ tori attivi, che occupatecnologia. COMPOSTO DI FLEX OFFICE» no 140mila mq. «AnaMa non è che il flex lizzando lo stock di uffici a livello europeo, in office rischia di cannibalizzare il mercato del cui il 5% riguarda i flex office, prevediamo un lavoro?. «Oggi tutte le aziende cercano di raritmo di crescita del 25/30% anno», spiega zionalizzare la loro organizzazione e di solito Pierre Marin. A Londra gli spazi flessibili sono questo porta al rilascio dello spazio. Questi addirittura il 22% del totale e di un mercato spazi, riconvertiti, contribuiscono a riassorbiormai consolidato, a Berlino il 7%, a Monaco il re il mercato del lavoro. È un fenomeno da mo5% e ad Amsterdam il 4%. A Milano gli spazi nitorare con attenzione». «Lo spazio di lavoro flessibili occupano il 3% del totale, mentre a visto come un servizio offre alle aziende una Roma l’1%, a pari merito con Parigi, in controrisposta snella e poco onerosa alle necessità tendenza rispetto al trend delle altre grandi di cambiamento», conferma Mauro Mordini, città europee. Country Manager Regus Italia e Malta: «Per Il mercato italiano è sempre più attrattivo aziende piccole e in espansione un’offerta per i grandi operatori internazionali. Come flessibile è una soluzione intelligente, in con-


la lussemburghese IWG, che col marchio Regus domina il settore in Italia, o l’americana WeWork, che a messo gli occhi su Milano e ha già piazzato online il suo “coming soon” nel capoluogo lombardo. Per non parlare della francese The Bureau e dell’australiana Work Club Global, che stanno per affacciarsi al mercato italiano. «Il fenomeno comunque resterà sempre circoscritto ai grandi centri, almeno per i grandi operatori di settore».

singolo che si crea una piccola struttura di coworking non può offrire questo tipo di servizio.».

Una ghiotta opportunità di business

Per il proprietario di un immobile la riconversione in spazio di coworking può rappresentare una soluzione decisamente appetibile. Certo, c’è da investire un po’ nella ristrutturazione e in attrezzature, ma già pensando, per queste ultime, alla locazione operativa, la voce Le dimensioni che contano di spesa risulterà abbondantemente ripagaNon tutti i coworking sono uguali: in Italia, ta dai canoni. A Milano il canone per l’affitto come in Europa, accanto a un numero ristretmensile di una scrivania non assegnata parte to di grandi operatori nazionali e internazioda un minimo di 80 euro fino a un massimo di nali in fase espansiva (come sono IWG, Talent 360 euro, a Roma si va dai 75 ai 440 euro, ma Garden e Copernico e WeWork, ma anche The in caso di scrivania dedicata bisogna mettere Bureau e Work Club in conto da un miniPER IL PROPRIETARIO DI UN IMMOBILE Global, che si stanno mo di 150 a un masLA RICONVERSIONE IN UNO SPAZIO affacciando al mercato simo di 530 euro al DI COWORKING RAPPRESENTA italiano), è presente mese a Milano (e 500 UNA SOLUZIONE APPETIBILE una grande quantità di a Roma). Per affittare piccoli operatori che occupano spazi inferiori uno spazio ad uso ufficio privato si parte da ai 300 mq da circa 15-20 postazioni. Secon300 euro per una sola postazione per arrivado il team di JLL a Milano il 27% degli spazi re fino a superare i duemila euro a Roma e i destinati al lavoro flessibile ha una superficie 2.600 a Milano euro per più di 6 postazioni. Gli inferiore ai 250 mq e a Roma il fenomeno è operatori di coworking in senso stretto hanno ancora più accentuato: il 42% degli spazi). solitamente prezzi inferiori e attirano società «Però il vero fattore di successo è il network», piccole e liberi professionisti per un canone sottolinea Marin: «Se io per esempio, fossi un medio mensile a postazione di 320 euro a Micliente di Regus che ha ovunque strutture atlano e di 210 euro a Roma, mentre spazi ibritrezzate, saprei di poter contare sul medesimo di e business centre, che si rivolgono anche a business center ovunque mi sposti, mentre il grandi compagnie e offrono più servizi, hanno

Gli operatori del coworking in Italia

NOME

NAZIONALITÀ

N° CITTÀ

N° CENTRI

REGUS

BELGIO

11

50+10*

TALENT GARDEN ITALIA

ITALIA

10+1*

12+3*

COPERNICO

ITALIA

3+7*

10+10*

A&B SERVICES

ITALIA

1

7

SPACES

OLANDA

2

2+4*

WEWORK

USA

COMING SOON

THE BUREAU

FRANCIA

COMING SOON

WORK CLUB GLOBAL

AUSTRALIA

COMING SOON

* IN PROGETTO

richieste mediamente più elevate: rispettivamente 390 e 460 euro a Milano e 480 e 330 euro a Roma. Con la prospettiva di percepire canoni simili, la riconversione degli edifici diventa decisamente appetibile. «La costante diminuzione degli spazi disponibili, specialmente nei centri storici, e la crescita dei canoni registrata in molti mercati ha reso il coworking un settore appetibile per molti operatori e investitori», commenta Elena Zanlorenzi, Head of Research di JLL Italia. «Oggi il coworking è un modello consolidato di ‘ufficio’ che, soprattutto nel caso di locazioni brevi, può rappresentare una soluzione estremamente competitiva. La presenza di spazi di lavoro flessibili all’interno di un immobile può avere un impatto sulla capitalizzazione dell’asset». Bnl l’ha capito subito e ha messo a disposizione del network Copernico alcuni immobili di sua proprietà da riqualificare (e rivalutare) a Roma, Bologna Varese e Cagliari (e prossimamente anche Brescia, Genova, Napoli, Prato, Alessandria e Novara, man mano che libererà spazio), che diventeranno ambienti di lavoro funzionali e confortevoli per il coworking. E per gli smart worker di Bnl. Non per niente la partnership è stata battezzata Smarter Together. «Gli investitori vedono nel business del coworking un’opportuità di bilanciare il rischio delle locazioni tradizionali», conclude Pierre Marin: «Non avere nel proprio portafoglio un immobile abidibito a flex office potrebbee essere un problema».

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GESTIRE L'IMPRESA

Ora il welfare aziendale si valuta con un indice Si chiama Life@Work Index lo strumento messo a punto da Eudaimon per valutare quanto le politiche delle imprese per il benessere dei propri collaboratori colgano nel segno e siano realmente efficaci dalla redazione

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l ritorno di un investimento, gli effetti di una fa e con quali risultati rispetto a un benchpolicy, la performance di un team: si misura mark)», spiega Zaccardi. «L’azienda è coinvolta tutto. Non solo per attribuirgli un valore, ma fin da subito, attraverso la condivisione di dati anche per confrontarlo e analizzare variabili sul proprio piano di welfare: coperture, utilizzi, critiche, individuare aree di miglioramento e economics, obiettivi, corporate branding e inpunti di forza. In altre parole: per accogliere la novazione sociale. Ma anche attraverso l’analisi sfida del miglioramento continuo. Il che vale della popolazione aziendale dal punto di vista più che mai nel caso del welfare. Lo sa bene Eusocio-demografico, per ricavarne potenziali daimon, la società con la più completa proposta fabbisogni sociali, e interviste approfondite ai in Italia per il welfare aziendale, partner di Conreferenti del welfare e alle figure manageriali findustria e di numerose Unioni Industriali nelper comprendere la cultura dell’azienda e i drila realizzazione di progetti di welfare aziendale, ver di sviluppo del piano di welfare». Dall’altro interaziendale e territoriale. L’hanno scelta più lato, ci sono le persone: «Forniscono attraverso di 500 società in Italia, dalla PMI alla grande la survey ulteriori informazioni-chiave riferite impresa. Eudaimon ha sviluppato il Life@ in particolare ai carichi di cura familiari, altriWork Index, «uno menti non rilevabili in strumento elaborato IL BENEFICIO TANGIBILE MISURA SOMME, tutta la loro complesSERVIZI E PRESTAZIONI EROGATI. QUELLO affinchè le aziende si sità, ma anche, in ottica INTANGIBILE, INVECE, RESTITUISCE IL guardino dentro e otti- VALORE ATTRIBUITO ALLA PRESTAZIONE di welfare aziendale, il mizzino i rispettivi piavalore attribuito ai sinni di welfare, anche attraverso il confronto col goli servizi, la conoscenza degli stessi, la sodmercato», spiega Edoardo Zaccardi, Consulting disfazione da parte degli effettivi utilizzatori e, Eudaimon: «È anzitutto una sfida, quella di acinfine, l’engagement, ovvero gli effetti prodotti cettare di sottoporre le proprie performance a dalle iniziative di welfare verso il lavoro e verso misurazione, ma al tempo stesso un’opportunil’organizzazione». Il valore aggiunto dell’Index tà, per guardare anche al di fuori e migliorarsi. sta nella possibilità di misurare la “performanDel resto, la cultura della condivisione da una ce del welfare aziendale” confrontandola con parte, la coscienza del welfare come laboratoun benchmark frutto di un’importante accurio di sperimentazione, perfettibile e aperto ad mulazione di informazioni, ma anche nella caassorbire nuovi stimoli dall’altra parte, stanno pacità di cogliere le sfumature più critiche dei contaminando gli addetti ai lavori del welfare». piani di welfare. Qualche esempio? «Il beneficio Ma come funziona il Life@Work Index? «Fa “i tangibile, ad esempio, misura il quantum del raggi” al piano di welfare aziendale, restituenwelfare aziendale: somme, servizi e prestazioni done i risultati sia in termini assoluti (cosa fa erogati e quantificati in importi monetari. Varie l’azienda e con quali risultati) sia relativi (cosa sono le possibili letture: in forma aggregata o

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EDOARDO ZACCARDI, CONSULTING EUDAIMON

CONFRONTARSI CON UN BENCHMARK È UN'OPPORTUNITÀ MA ANCHE UNA SFIDA disaggregata (come importo medio disponibile per ciascun lavoratore o categoria di lavoratori), come impatto sul costo del lavoro sostenuto dall'azienda o come incremento della retribuzione media mensile o annuale dei lavoratori. Insomma, gli spunti di analisi sono molti e ciascuno fornisce uno spaccato differente», continua Zaccardi. Poi c’è il beneficio intangibile: «Misura quanto arriva al cuore dei lavoratori. Un piano generoso, ricco dal punto di vista del tangibile, non è detto che faccia rilevare un pari impatto intangibile, e viceversa. Il valore attribuito dai lavoratori a un certo servizio, la soddisfazione nella sua fruizione e le modalità con cui esso viene offerto impattano – e tanto – su come il welfare viene percepito dai lavoratori».


tati e sfrutta banche dati e strumenti informatici di proprietà intellettuale: «Il nostro slogan non è “fare marketing per poi vendere “, come insegnano tutti i libri, ma “fare marketing mentre si vende”, che è un concetto molto diverso», spiega Lentsch: «Un conto è mettersi al desk prima di affrontare un’azione di marketing, un altro ipotizzare l’azione attraverso i nostri strumenti, studiare i mercati ideali e poi acquisire direttamente dai buyer gli elementi per migliorare la strategia. In sostanza: fare marketing durante l'azione commerciale e quindi raccoglierne direttamente i frutti (vendite), senza perdere tempo nella teoria. Per le Pmi è oro». Ma come funziona esattamente il metodo Co. Mark? «Il primo passo è l’assessment, con cui Approdare ai mercati esteri per incrementare i propri volumi: per farlo fotografiamo la situazione dell’azienda rispetoccorrono soluzioni strutturate e figure professionali specifiche. to ai mercati esteri», chiarisce Lentsch. «Poi Come il Temporary Export Manager ideato vent'anni fa da Co.Mark sviluppiamo una strategia di primo livello per l’export, analizzando i desiderata del cliente, i nternazionalizzare significa puntare ai merCo.Mark è una figura che entra in azienda con suoi competitors, stabilendo quali sono i mercati con maggiore potenziale utilizzando i grande concretezza: «Il nostro servizio viene cati obiettivo principali con il più alto potencanali di distribuzione più adatti. L'obiettivo svolto presso il cliente un giorno la settimana, ziale di successo e quali canali di distribuzione non è il mero posizionamento di una bandieper poi seguire da remoto tutta al coda di lavodobbiamo approcciare. Lo facciamo tramite un rina su un mercato, ma la capacità di coprire ro. Rendiamo tangibile software proprietario, IN VENT'ANNI SONO OLTRE DUEMILA ciascun mercato di interesse in termini di geoil servizio, acceleriamo l’International Sales LE AZIENDE CHE SI SONO RIVOLTE grafia, di canale e di prodotto. Meglio chiedere il processo di know Plan. Il terzo step è il A CO.MARK. CON RISULTATI MISURABILI a chi lo fa di professione, ha consolidate best how sul prodotto e lavoro commerciale IN UN INCREMENTO DEL FATTURATO practices e soluzioni strutturate (ed efficaci) viviamo l’ambiente vero e proprio: il clienper avviare o rafforzare la copertura commeraziendale diventandone parte integrante. Ma te mette a disposizione una postazione nei ciale dei mercati internazionali: il Temporary soprattutto facciamo formazione on the job propri uffici e da lì il nostro Temporary Export Export Manager. «È un modello ideato da Co. sul personale dell’azienda con gli strumenti e il Specialist inizia a rapportarsi con i potenziali Mark», spiega Massimo Lentsch, 53 anni, lauremetodo Co.Mark». È orientato sempre ai risulclienti nei mercati individuati. Mentre propone ato in Sociologia Economica, fondatore e ammil’azienda e avvia le trattative, raccoglie le infornistratore delegato di una realtà che ha aiutato mazioni utili a “correggere il tiro” strada facenpiù di duemila aziende a internazionalizzarsi, do». I risultati si misurano con un software di con risultati misurabili in un incremento del Co.Mark che segue la Customer relationship fatturato. management supportando la fase commerciaOggi sono 750 le aziende su tutto il territorio le. Il Tes dialoga con la piattaforma per fornire nazionale che si avvalgono dell’expertise deiogni semestre un report sull'attività effettiva di gli oltre 100 Temporary Export Specialist di marketing e ottimizzare progressivamente la Co.Mark: «Esperti di marketing con un forte strategia. orientamento alle vendite, la capacità di gestiQuanto costa il servizio di Temporary Export re i rapporti col cliente in modo ottimale e di Management offerto da Co.Mark? «Indicatiinstaurare contatti con i buyers nelle diverse vamente un terzo di quanto costa un export aree del mondo attraverso il tradizionale telemanager medio. E la fee prevede una variabile fono, ma anche nuovi strumenti come Linkesull’extra venduto: con il cliente c’è un compleMASSIMO LENTSCH, CEO E FOUNDER DI CO.MARK dIn e Skype». Il Temporary Export Manager di to allineamento di interessi».

Con un manager "a tempo" ti internazionalizzo l'impresa

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GESTIRE L'IMPRESA

sma) e, infine, tanta voglia di tornare a casa. «C’era la possibilità di rilevare la concessionaria e il progetto era stimolante», dice. Così nel 2011 è entrato in società con la proprietà e, due anni dopo, passata la fase fisiologica di assestamento, ha rilevato tutta l’azienda. Che ormai è un’estensione della sua famiglia, della quale fanno parte «un cane, un gatto e una splendida moglie». E, aggiungiamo noi, una fiammante Maserati Levante nera.

Il segreto del successo

L’X-factor che ha decretato il boom? «Sicuramente un pizzico di fortuna, che nella vita non guasta mai», si schernisce. Ma poi aggiunge: «Sicuramente il segreto del successo deriva dal fatto di puntare su persone giuste e sul dare loro la giusta autonomia e il giusto riconoscimento, sia in termini di soddisfazione che in termini economici». Sembra banale, ma non lo è affatto. Perché il Il caso di Nuova Auto Alpina, una delle Europe’s fastest Growing paradigma dipendente soddisfatto=azienda Companies del Financial Times. Che è passata da 25 a 120 milioni produttiva va declinato con diverse sfaccetdi euro di fatturato togliendo i limiti a provvigioni e libertà d’azione tature. Prima di tutto quella economica, che poi è la ragione principale per la quale si ladi Marina Marinetti vora. «Ognuno dei miei dipendenti è imprenditore di se stesso. Sono dipendenti, ma tutta mes. L’ha pubblicata, nell’aprile dello scorso otivare, incentivare e soprattutto la parte della forza vendita ha una capacità anno, nell’elenco delle mille aziende euronon imbrigliare. Perché la produtdi guadagno che tende all’infinito grazie a pee con il più rapido tasso di crescita, dopo tività di un’azienda è direttamente provvigioni e incentivi non hanno limiti», averla scovata in un’indagine di Statista”, proporzionale al grado di soddisfazione dei spiega Richetti. «Il sistema provvisionale il più grande portale online di statistica al propri collaboratori. Passare da 25 milioni tante volte viene utilizzato dalle aziende mondo, è stata inserita nell’Europe’s Fastest di fatturato a più di 120 in soli sette anni non per far guadagnare di più le persone, ma Growing Companies. «Eravamo 556ma posi(peraltro in un momento di contrazione del per vendere di più. Così, se il venditore che zione su mille», specimercato), e senza quintuplicare il numero io penso possa venL’A.D. ROBERTO RICHETTI: «NON HO fica Roberto Richetti, di propri dipendenti, ma semplicemente dere 10 si mette a MAI RINEGOZIAZIATO I TERMINI amministratore deleraddoppiandoli (da 19 a 40, per essere prevendere 11, 12, 20 o PROVVISIONALI: SE ANDIAMO MEGLIO, gato, o meglio, “titocisi), vuol dire che esiste un fattore di molti30, solitamente si riTUTTI GUADAGNIAMO DI PIÙ» lare”, come si dice da plicazione dei volumi che fa la differenza. O vede il sistema delle queste parti. meglio, può farla: bisogna anche essere abili provvigioni per riportarlo a uno stipendio Classe 1970, una carriera praticamente da nel trovare la chiave che fa girare il business. ragionevole. Ecco, secondo me questa è una globetrotter tra Torino (dove dopo la laurea Come insegna la storia di Nuova Auto Alpiformula sbagliata, perché appiattisce il sistein ingegneria è entrato nel vivaio del manana, una concessionaria del Gruppo Fca (che ma e porta il venditore a vendere il minimo gement tra produzione, acquisti e commersignifica Fiat, Lancia, Abarth, Alfa Romeo e indispensabile. Io invece non ho mai fatto ciale) e il Camerun (dirigeva uno stabilimenJeep), con sedi a Charvensod (Frazione Pont un’operazione di rinegoziazione dei termito di una società italiana), poi l’esperienza Suaz, 39) e Ivrea (corso Vercelli 121) che ha ni: se andiamo meglio, tutti guadagniamo di nel private equity e infine la Spagna (per Coattirato l’attenzione persino del Financial Tipiù. Ma non dico niente di nuovo».

Il jolly per una crescita veloce? Mai frenare i collaboratori

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Roberto Richetti, amministratore delegato di Nuova Auto Alpina. Nella pagina a lato, il gruppo dei collaboratori della concessionaria

Lavorare felici e contenti Che differenza c’è tra vendere auto o vendere qualsiasi altro prodotto? Nessuna. Sempre di vendita si tratta. Ci vogliono una buona dose di empatia e di capacità persuasiva, spirito d’iniziativa, motivazione. «L’auto è un oggetto, magari un po’ complicato, ma pur sempre un oggetto. E ogni giorno Vietato imbrigliare dobbiamo trovare un modo di vendere nuoPoi c’è l’autonomia. Nessuna briglia all’inivo, nuovi canali, nuovi sbocchi. Se lo faccio io ziativa del singolo: «Dò la massima autonoposso avere risonanza, ma serve a poco. Se mia anche nella decisione prezzo di vendita invece riesco a portare tutte le persone che della vettura. Noi lavoriamo con una logica lavorano con me a farlo, si cresce in maniera di indicazione del prezzo di vendita, che poi esponenziale. E io ho 40 persone veramente però varia in funzione del tipo di cliente». Ma brave». Questione anche di clima che si renon è solo questione spira in azienda. «LaL’85% DEL FATTURATO ARRIVA di prezzo. La libertà è vorare con me non è facile», spiega Richet- DA QUELLI CHE IN TEORIA DOVREBBERO massima anche nella ESSERE I COMPETITOR. E CHE INVECE scelta dei canali: «Noi ti, «Ma ho sempre DIVENTANO PARTNER STRATEGICI siamo in Val d’Aosta e pensato che quando in Piemonte, ma se un venditore trova uno uno arriva la mattina al lavoro, deve avere sbocco con un rivenditore del centro Italia una motivazione per fare bene, partecipare e riesce a piazzare cento macchine al mese a un progetto , avere un’idea per poi tornare deve poterlo fare e averne anche un ritora soddisfatto. Aiuta lui, ma aiuta tantissimo no economico, altrimenti manca lo stimolo l’azienda». a crescere ulteriormente», spiega Richetti. E il team-building? «Vien da sé: non organizNessun limite, perché l’85% del fatturato ziamo nessun evento mirato, ma ogni volta della Nuova Auto Alpina non arriva dai clienche c’è il lancio di un’autovettura o l’inauti “privati”, ma dagli altri rivenditori. Che dogurazione di un marchio facciamo festa. Ci vrebbero essere concorrenti, ma non lo sono viene naturale».

BISOGNA AVERE UNA MOTIVAZIONE E TANTA AUTONOMIA PER LAVORARE BENE affatto: «Non li consideriamo competitor, ma nostri partner, anche se magari hanno al concessionaria a 500 metri dalla nostra – spiega il manager – Facciamo i margini sui volumi, perché il gruppo Fca la macchina nuova la vende alle medesime condizioni per tutti i concessionari, ma noi sfruttiamo il canale di acquisto delle auto già targate, quindi le aziendali con circa un anno di vita e le chilometri zero». E i privati? «Contano per il 15% del nostro fatturato. E i margini derivano dai servizi accessori: finanziamenti, assicurazioni e garanzie estese oltre il biennio. Abbiamo una penetrazione di finanziato di circa 60%». E l’annosa polemica sugli obiettivi imposti dalle case automobilistiche ai concessionari? Sono ambiziosi, certo. Ma diciamoci la verità: nessuno è obbligato a raggiungerli. E il loro ragionamento è corretto: ogni anno alzano l’asticella per l’assegnazione di maggiori premi e sconti. Ma se non ce la fai non succede nulla».

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GESTIRE L'IMPRESA

assumono un innovation manager. Questa proposta sempre aver raccolto un largo consenso: ci vuole dire meglio di che cosa stiamo parlando? Abbiamo proposto di introdurre voucher con una tassazione agevolata per quelle imprese che inseriscono in organico innovation manager, ovvero dirigenti capaci di modificare la filosofia aziendale. È quello di cui abbiamo bisogno per far ripartire le imprese. Per quanto concerne l’aspetto occupazionale, invece, l’obiettivo è puntare sulle competenze manageriali e far comprendere la centralità delle figure di alto profilo, che consentano un autentico rilancio delle imprese e, di conseguenza, dell’intero sistema paese. E la terza sfida di cui ci parlava per il suo secondo mandato qual è? Stefano Cuzzilla, confermato presidente di Federmanager per i prossimi tre Per i manager sta cambiando il ruolo, bisoanni, lancia dalle pagine di Economy il suo manifesto con un'idea precisa: gna cambiare il concetto stesso di leadership, è necessario aumentare il peso della rappresentanza, anche in Europa non più capo che ordina, ma un "primus inter pares", capace di un dialogo costante e costruttivo con gli altri dipendenti. Il mercadi Marco Scotti to non cerca più gestori di stabilimento, ma futuro. Ovvio che ora l’obiettivo sia crescere «NONOSTANTE LA CRISI ECONOMICA DEGLI manager in grado di accompagnare l'aziende ULTIMI ANNI E LA FLESSIONE DEL NUMERO ancora di più. lungo il cammino della trasformazione digitaDI NOMINE E ASSUNZIONI DIRIGENZIALI, Come pensate di riuscirci? le. Il dirigente del futuro è in grado di gestire FEDERMANAGER NON SOLO HA BLOCCATO Abbiamo deciso di perseguire tre strade diffela complessità anche nelle risorse umane. In LA FUORIUSCITA DI COLLEGHI, MA L’ANNO renti: rafforzare la rappresentanza, essere più definitiva, se ci concentriamo sul tema del laSCORSO HA REGISTRATO UN SEGNO "+" ALLA presenti nelle imprese e cambiare la filosofia voro dobbiamo anche convincerci che il maVOCE ISCRITTI». Stefano Cuzzilla, romano, di management. nager rappresenta la prima figura che spinge classe 1965, è riuscito a ottenere la rielezione Si spieghi meglio l’innovazione, se vo«VOGLIAMO MIGLIORARE IL DIALOGO come presidente di Federmanager, un incarico Prima di tutto vogliagliamo che le impreCON LE IMPRESE. PER QUESTO ABBIAMO che manterrà per i prossimi tre anni. mo intensificare la PROPOSTO SOLUZIONI COME I VOUCHER se, soprattutto Pmi, si nostra presenza sui innovino, dobbiamo PER CHI ASSUME MANAGER» Presidente, innanzitutto complimenti… territori, vogliamo che affidarci a figure che Grazie, ma ora ci aspetta un triennio pieno di la nostra rappresentanza sia più efficace e lo sappiano fare. Ma bisogna lavorare prima sfide, che affronterò insieme a Eros Andronico capillare. Si apre una nuova stagione che ci di tutto sui manager e sulla loro formazione. come vicepresidente e Marina Cima, che ricostringe a misurarci con la bilateralità. Non Quale pensa che sia oggi il ruolo dei manamarrà in carica come tesoriere. solo: vogliamo modificare il dialogo con le ger e quali strumenti avete nel vostro "arHa citato le sfide: quali sono? imprese, un percorso che abbiamo già avsenale" per svolgere al meglio la vostra Lo scorso anno abbiamo ritrovato il segno viato negli anni scorsi e che ha portato alla funzione? positivo. Un dato che ci fa ben sperare per il proposta di un voucher per le aziende che Il management è il ponte tra la diffusione ca-

«LA MIA MISSIONE? PIÙ PRESENTI SUL TERRITORIO E IN AZIENDA»

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Stefano Cuzzilla, 53 anni, al timone di Federmanager dal 2015

pillare dell’innovazione e gli effetti positivi che questa può generare in molte direzioni, a partire dall’occupazione che meno sarà minacciata dall’avvento dell’automazione quanto più noi avremo gli strumenti per governarla. Sposando l’idea di un diritto individuale alla formazione, da inserire anche nei nuovi modelli di relazioni industriali, noi stiamo agendo in concreto con un forte focus sullo sviluppo delle competenze manageriali. Come affrontate la quarta rivoluzione industriale? I nostri enti Fondirigenti, Fondo Dirigenti PMI, Fondazione IDI e Federmanager Acanate che debba essere svolta questa parte demy stanno intensificando l’offerta formatifondamentale del suo mandato? va in ottica 4.0 proprio perché siamo convinti Saremo più forti al centro, saremo radicati che il manager abbia sui territori e presenti «IL WELFARE CONTRATTUALE HA per primo la responin azienda. Perché più ENORMI POTENZIALITÀ. IL NOSTRO sabilità di gestire la saremo vicini ai maOBIETTIVO È ALLARGARE LE TUTELE trasformazione diginager e più potremo E LA PERSONALIZZAZIONE» tale, innestando eleperseguire l'obiettivo menti di innovazione all’interno dell’organizdello sviluppo associativo. Il nostro scopo rizazione aziendale e tra i collaboratori. mane sempre lo stesso: vogliamo aumentare Torniamo al tema della rappresentanza: la presenza di manager in azienda. dal punto di vista pratico come vi immagiQuali prevede che saranno i prossimi

I MANAGER A LEZIONE DA LAMBORGHINI I manager chiedono di poter imparare in modo nuovo, non attraverso i soliti corsi e workshop, ma tramite l'esperienza sul campo e la condivisione del sapere. Per questo Federmanager, con la sua Academy, ha promosso uno short master ricco di opportunità di crescita che, in soli due anni, ha formato ben 300 manager industriali sulle tematiche più innovative. I 300 manager, le cui

competenze sono state certificate nell’ambito del programma “Be Manager” promosso dalla Federazione dei dirigenti industriali, si sono dati appuntamento il 13 dicembre scorso in Lamborghini, una delle eccellenze italiane ormai nota per aver adottato una produzione tutta 4.0. Nello stabilimento di Sant’Agata Bolognese si è quindi svolta una giornata dedicata alla formazione e al confronto sui temi

dell’automazione, della fabbrica 4.0 e mercato globale. Protagonisti della convention sono stati proprio i manager che, dopo aver concluso con successo il percorso di certificazione, hanno avviato una nuova esperienza lavorativa, cambiando azienda, settore o ricollocandosi dopo un periodo di inattività. Tutte le informazioni utili su: www. federmanageracademy.it

SERVE ARMONIZZARE IL SISTEMA DI REGOLE EUROPEE. PER QUESTO SAREMO PIÙ PRESENTI A BRUXELLES passaggi della sua presidenza per quanto concerne i contratti? Ritengo che sia giunto il momento del rinnovo del contratto nazionale di categoria. Dovrà essere un nuovo CCNL che sappia guardare ben oltre l'orizzonte temporale del "mio" triennio, dovrà saper anticipare i fabbisogni del mercato del lavoro dei prossimi anni. Obiettivo ambizioso. E sul welfare? Appare sempre più evidente che solo con la complementarietà si possa avere un sistema sostenibile per il pubblico e di reale aiuto per il privato cittadino: la sua ricetta. Il welfare contrattuale ha enormi potenzialità. Uno dei nostri obiettivi sarà sicuramente l'allargamento delle tutele e la personalizzazione delle soluzioni a disposizione dei manager. In conclusione, una domanda politica: l'esecutivo in carica appare forte di un consenso mai visto prima, che mette in discussione anche i rapporti con l'Europa. Voi come vi ponete a riguardo? Noi non abbiamo dubbi: dobbiamo porci l'obiettivo di sostenere quei provvedimenti a livello europeo che favoriscano la crescita e semplifichino le normative. L'urgenza è arrivare a un'armonizzazione delle regole commerciali, fiscali e perfino d'impresa. Per raggiungere questi obiettivi rafforzeremo la nostra presenza a Bruxelles.

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GESTIRE L’IMPRESA

Nessuno tocchi l’alternanza scuola-lavoro Federmeccanica lancia una petizione per la salvaguardia dei programmi che introducono i ragazzi nelle aziende di Riccardo Venturi

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FEDERICO VISENTIN, VICEPRESIDENTE DI FEDERMECCANICA

l Governo si disinteressa della formaziocontinuare a garantire alle scuole direttane, un tema centrale per il paese, per il mente interessate strumenti e dotazioni filavoro, per l’impresa. È la denuncia di nanziarie semmai superiori, e non inferiori, Federmeccanica, che ha lanciato una petia quelle attualmente previste. Tutto il conzione a favore dell’alternanza scuola lavoro trario di quanto deciso dal governo, che ha e della formazione di qualità, che al moabbassato il numero di ore da 400 a 180 nemento in cui questo numero di Economy va gli istituti professionali, a 150 negli istituti in stampa ha superato abbondantemente tecnici, e dalle precedenti 200 a 90 nei licei. le 20mila adesioni. Un’iniziativa che ha già A cambiare è stato anche il nome: non più sortito effetti positivi per quanto riguarda alternanza scuola lavoro, bensì “percorsi la sua seconda richiesta: la salvaguardia per le competenze trasversali e per l’oriendella formazione del tamento”. «Il cambio FEDERICO VISENTIN: «NON SI VUOLE personale funzionale del nome è segno di AMMETTERE IL VALORE DI DUE MONDI a Industry 4.0 (tecun atteggiamento CHE SONO STATI PER TROPPO TEMPO nologie, macchinari, culturale» afferma LONTANI COME SCUOLA E LAVORO» organizzazione, moFederico Visentin, delli di business...), prorogato per un anno vice presidente di Federmeccanica con il 4 dicembre grazie a un emendamento a delega all’Education, «non si vuole ammetfirma di Mirella Liuzzi del M5S (sorpresa), tere il valore di avvicinare due mondi che con qualche modifica a beneficio delle Pmi sono stati per troppo tempo lontani come - fino a 300mila euro di spesa annuale il la scuola e il lavoro, non si vuole riconoscecredito d’imposta è del 50% per le piccole re che l’industria possa essere un motore di imprese e del 40% per le medie, mentre per formazione importante». Sono stati tagliati le grandi si scende al 30% con il tetto dei anche i fondi – di una ventina di milioni, 200mila euro. Resta la prima richiesta della grosso modo da 100 a 80 - e i risparmi serpetizione: mantenere, in particolare negli viranno a rifinanziare l’elemento perequaistituti tecnici e professionali, 400 ore di tivo dello stipendio di docenti e ATA. «Come alternanza scuola-lavoro, o strumenti equiFedermeccanica avevamo proposto l’obblivalenti, nel triennio per tutti gli studenti e gatorietà dell’alternanza scuola lavoro solo

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NON È MANOVALANZA A BASSO COSTO MA UNA MODALITÀ DI APPRENDIMENTO CHE FORMA COMPETENZE TRASVERSALI per gli istituti tecnici» sottolinea Visentin, «e il governo (Renzi, nell’ambito della riforma detta della Buona scuola, ndr) ha voluto estenderla anche ai licei. La resistenza viene prevalentemente da quei licei che non hanno saputo apprezzarne il valore». Ciò non toglie che gran parte dei programmi sia stata un successo. «Con il nostro progetto pilota Traineeship abbiamo dimostrato che si può fare un’alternanza che produce buoni risultati» sottolinea il vice presidente di Federmeccanica, «in più di 50 scuole nel Paese quasi 5000 studenti hanno fatto esperienze molto qualificanti, grazie a una stretta collaborazione scuola-impresa, in circa 946 aziende, impiegando tutte le 400 ore previste nel triennio. Non mi risultano segnalazioni a Miur o a giornali di esperienze negative». Federmeccanica contesta la scelta del governo di ridimensionare drasticamente un’esperienza così positiva: «Si può dire che ora questi ragazzi hanno una conoscenza dell’ambiente di lavoro e posseggono competenze che prima non avevano» evidenzia Visentin, «sicuramente questo li aiuterà a trovare una buona occupazione quando termineranno gli studi. Non si deve ora fare passi indietro e soprattutto negli


istituti tecnici e professionali non si devono ridurre le ore di alternanza e perdere le risorse per le Scuole. Si deve invece potenziare l’alternanza di qualità e andare avanti». Il vice presidente di Federmeccanica con delega all’Education tiene a sottolineare che l’alternanza «non è lavoro a basso costo per un’azienda, ma una modalità di fare scuola che, nei tecnici e professionali, valorizza la pratica e forma competenze, anche trasversali, oggi indispensabili per il lavoro. Per i ragazzi dei licei può avere una valenza orientativa per future scelte di studio o di impiego». Ma il timore è che con i tagli effettuati l’alternanza «perda le sue potenzialità e rischi di diventare poco più di una gita in azienda». Che Federmeccanica creda in modo particolare nel valore della formazione lo dimostra il fatto che nel contratto nazionale dei metalmeccanici in vigore dal 2017 le aziende sono tenute a coinvolgere i lavoratori a tempo indeterminato ad effettuare, nel triennio, un percorso di formazione di almeno 24 ore. Se tali percorsi aziendali non verranno organizzati, il lavoratore ha

il diritto di ricercare e partecipare a corsi di formazione all’esterno dell’impresa, ricevendo un contributo di spese a carico delle aziende fino a 300 euro nel triennio. La formazione viene dunque riconosciuta come un diritto individuale, che il lavoratore può anche far valere all’esterno dell’impresa. «È il primo contratto nazionale categoria che prevede il diritto soggettivo alla formazione. Qualcuno l’ha visto come un tentativo di non monetizzare il salario, ma il nostro messaggio era spingere le imprese a fare formazione, perché siamo convinti che poi si accorgeranno dei valori che porteranno a casa». Secondo un’indagine di Federmeccanica, il 48% delle imprese metalmeccaniche non trova i tecnici di cui ha bisogno. «Nella mia azienda faccio fatica a selezionare esperti di automazione e project manager» testimonia il vice presidente della Federazione. «Conoscenza, sapere e competenza sono le infrastrutture immateriali fondamentali per un Paese 4.0» si legge nella petizione di Federmeccanica: «Per questo non possiamo permetterci di annacquare il legame scuola-lavoro» chiosa Visentin.

CUOA BUSINESS SCHOOL 109 aziende del territorio che rinnovano ogni anno la membership a una business school. Succede al Cuoa, Centro universitario di organizzazione aziendale situato nel cuore del nordest Italia, con sede nella settecentesca villa Valmarana Morosini ad Altavilla Vicentina, tra le più importanti business school italiane, quella di più lunga tradizione. «È il segno potente di una forte esigenza» dice il presidente Federico Visentin, «quella delle Pmi del territorio di crescere. Nel nordest c’è un campanilismo spinto, eppure al Cuoa gli imprenditori hanno la voglia, il piacere di confrontarsi e di discutere; e a volte tra le aziende nascono interscambi». Una realtà come la business school del vicentino è adatta ad affrontare un compito non semplice: «Dobbiamo elevare la cultura media dei manager e delle imprese» afferma Visentin, «è finito il tempo degli imprenditori del dopoguerra, oggi si deve riuscire a determinare un salto di qualità. Per questo è importante colmare la distanza tra il mondo accademico e quello imprenditoriale».

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GESTIRE L'IMPRESA

Guido Grimaldi: «La logistica è crescita. Ora diamole spazio» Intervista con il presidente di Alis, Associazione intermodale per la logistica sostenibile: «Se i trasporti e la logistica saranno competitivi, il Paese di conseguenza lo sarà. E noi stiamo tracciando la rotta» di Sergio Luciano

occupazionali per i nostri giovani. Il nostro impegno è al massimo, da parte di tutta la COME POSSIBILITÀ ED OPPORTUNITÀ DI FAR struttura e di tutti i nostri associati, per il CRESCERE IL PAESE ATTRAVERSO UNA SANA raggiungimento dell’eccellenza, per il conED EFFICIENTE LOGISTICA», dice Guido Gritinuo miglioramento, per la crescita ma somaldi e gli oltre tremila congressisti che prattutto per la voglia di rilancio del nostro gremiscono l’auditorium del Parco della Mumeraviglioso Paese. sica, confluiti da tutta Italia per la seconda Crescita anche occupazionale? assemblea annuale dell’Associazione logistiPotrei risponderle soprattutto occupazioca per l’intermodalità sostenibile. «Sì, oggi il nale, ma sarebbe un torto rispetto a tutti gli trasporto e la logistica sono diventati cenaltri fronti su cui siamo impegnati. Mi ha fattrali nelle strategie della produzione e del to indubbiamente piacere avere anche molti commercio globale. Noi di Alis stiamo tracstudenti alla nostra assemblea perché abbiaciando la rotta, trasmettendo il potenziale mo detto loro di non smettere mai di credere di un settore che deve mirare sempre più a in un futuro lavorativo di successo nel nostro processi di pianificaPaese. Alis è al loro SIAMO L’ITALIA IN MOVIMENTO, zione e controllo dei fianco concretamenE DUNQUE ABBIAMO LAVORATO flussi di merci, come te, con fatti misurabili E LAVOREREMO CON PASSIONE, sistema strategico di e non annunci vuoti. ANZI CON STAKANOVISMO sviluppo sociale ed Per questo Alis ha inoccupazionale. Se i trasporti e la logistica satrodotto nel panorama digitale un’APP che ranno competitivi, il Paese di conseguenza sta rivoluzionando il modo di fare associaziolo sarà». nismo: una piattaforma per interconnettere gli operatori e gli stakeholders che possono Presidente Grimaldi, l’Alis ha potuto solo beneficiare di una vasta gamma di servizi asda pochi mesi interfacciarsi con un governo sociativi. Abbiamo instaurato un’importante nella pienezza delle funzioni. Il 2019 sarà partnership con l’Università Pegaso per la cruciale. Con lo affronterete? creazione del progetto Università Telematica Siamo l’Italia in movimento, e dunque abAlis, collaborando alla costituzione di corsi biamo lavorato e lavoreremo con passione di laurea e master di specializzazione con al fine di rilanciare il nostro Paese attrauno specifico focus su trasporti e logistica, al verso un trasporto sempre più sostenibile, fine di consentire a tutti i giovani, gli adulti, efficiente e tecnologicamente avanzato ma i lavoratori che operano nel settore di poter soprattutto creando valore aggiunto per studiare dovunque, semplicemente visionanle nostre aziende e pertanto opportunità do lezioni e sostenendo esami direttamente «IN AMERICA DICONO ‘LOGISTICS IS POWER’,

LA LOGISTICA È POTERE, POTERE INTESO

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dall’APP che è dotata inoltre, di una sezione “cerca lavoro” dove è possibile inserire gratuitamente il proprio CV e dalla quale le aziende associate possono attingere direttamente per la selezione di nuove risorse umane qualificate. Una grande opportunità in quanto a costo zero si incontreranno le due facce del mondo del lavoro: da un lato le aziende alla ricerca di figure professionali e dall’altro i giovani alla ricerca del proprio futuro. Grazie alle sinergie con Centri di Ricerca, Università ed Istituti Tecnici Superiori stiamo dando seguito a percorsi di alternanza scuola-lavoro affinché il mercato sia pronto a ricevere manager e figure professionali altamente qualificate in ambito di trasporti e logistica creando in poco più di un anno 1.500 posti di lavoro in più. E veniamo allora ai tanti fronti che avete aperto. Cominciamo dal piano istituzionale. La presenza in assemblea di numerose istituzioni e del Governo italiano, ma soprattutto del Vice Premier Salvini, che lavora con impegno per aumentare il livello di sicurezza, per contrastare la povertà ed il lavoro precario e per scoraggiare l’immigrazione clandestina, è stata per noi, un incoraggiamento a proseguire verso la direzione di una rappresentanza strutturata e qualificata, volta a mettere a sistema le eccellenze di questo Paese a beneficio dei nostri impren-


di due anni dalla costituzione, l’Associazione All’ultima assemblea un elemento centrale Logistica dell’Intermodalità Sostenibile è orsia stato l’annuncio della Tranched Cover di mai un cluster che conta più di 1.350 aziende Alis. Ci spiega meglio in che consiste? associate, oltre 150.000 unità di forza lavoAbbiamo sottoscritto un accordo con Medio ro, un parco veicolare di oltre 105.000 mezzi Credito Centrale e Monte dei Paschi di Siena con più di 140.300 collegamenti marittimi per offrire alle PMI operanti nella logistica annuali, più di 120 linee di Autostrade del integrata del Mezzogiorno la possibilità di Mare e oltre 200 sedi. usufruire di questo strumento finanziario, Anche attraverso ConfAlis, la confederaper offrire le migliori condizioni di accesso zione che avete promosso. al credito e maggiore velocità di finanziaCerto, la Confederazione delle Associazioni mento. Libere per un’Italia Sostenibile, è un Sistema Ma è una leva di straordinaria importanza. che oggi rappresenta 16 associazioni di cateChe consistenza avrà? goria, 180.000 impreLa prima “Tranched LA PRIMA “TRANCHED COVER ALIS” se e 3 milioni e mezzo cover Alis” avrà un AVRÀ UN UNA DOTAZIONE INIZIALE di addetti. ConfAlis si DI EURO 100 MILIONI, MA NOI PUNTIAMO una dotazione iniadopera per portare ziale 100 milioni di A UN TOTALE DI MEZZO MILIARDO all’attenzione delle euro, messi a dispoditori e lavoratori. La nostra mission è rimaistituzioni le necessità e le aspirazioni di sizione dalle banche Medio Credito Centrale sta invariata ma col tempo ha preso vigore imprese operanti in diversi settori, sostee Monte dei Paschi di Siena, con l’opzione di e forza. L’occupazione nel settore, l’internanendole in un percorso confederativo comupredisporne ulteriori. Puntiamo a un totale zionalizzazione delle aziende di trasporto, ne, fatto di innovazione, crescita e sviluppo. di 500 milioni. Uno dei punti vincenti dello la continuità territoriale con le grandi isole, Pochi mesi dopo essere stata invitata alla strumento sta nel fatto che le imprese assolo sviluppo del Mezzogiorno e la riduzione conferenza mondiale Our Ocean, ConfAlis è ciate potranno “sfruttare” un rating consolidi emissioni di CO2 rappresentano i nostri stata chiamata dalla Commissione Europea dato come “logistica intermodale”. Il sistema obiettivi. Abbiamo messo a sistema, con ad intervenire alla Transport Research Arebancario ha infatti riposto fiducia nel sistemetodo e caparbietà, tutti gli operatori del na nella sessione dedicata all’impatto della ma Alis e lo individua come settore primario comparto logistico: società di autotrasporto, digitalizzazione sul mondo del trasporto, nello sviluppo del Paese. compagnie armatoriali, aziende ferroviarie, discutendo di temi quali blockchain ed big Torniamo alle relazioni istituzionali. terminAlisti, spedizionieri, porti, interporti, data, per supportare le imprese nelle deciAbbiamo trovato nel Vicepresidente del Università, ITS e centri di ricerca: a poco più sioni strategiche. Consiglio Matteo Salvini un interlocutore sensibile verso i temi legati alla sicurezza dei nostri imprenditori, con particolari focus sulla sicurezza dei porti, sulla sicurezza infrastrutturale, sulla sostenibilità ambientale, sulla lotta agli sprechi. Sono rimasto profondamente colpito dalla sua tenacia e intraprendenza. Ma è stato positivo e proficuo anche un altro incontro-chiave a livello governativo, quello con il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli. Gli abbiamo consegnato e illustrato un documento di anAlisi delle principali questioni afferenti al mondo del trasporto via mare, via ferro e via strada. Condividiamo che l’intermodalità può, a pieno titolo, candidarsi ad offrire una alternativa valida e concreta alla GUIDO GRIMALDI COL VICEPREMIER MATTEO SALVINI. IN ALTO IL PRESIDENTE DI ALIS IN UN MOMENTO DEL DISCORSO IN ASSEMBLEA soluzione del problema della sicurezza delle

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GESTIRE L'IMPRESA

strade e della sostenibilità. I nostri associati sono stati in grado di sottrarre 1.500.000 camion all’anno dalle autostrade sfruttando l’intermodalità su direttrici superiori ai 600 Km e linee di cabotaggio, il che equivale a ridurre di 1.200.000 tonnellate l’emissione di CO2 in Italia. Di conseguenza saranno minori i costi sanitari per ridotta incidentalità e per patologie da inquinamento ambientale. E già ora, grazie all’utilizzo dell’intermodalità, si è ottenuto un risparmio complessivo per le imprese con sede in Italia di oltre 500 milioni di euro all’anno dei costo del trasporto. E in Europa? IL MINISTRO DANILO TONINELLI CON LA COMMISSARIA UE VIOLETA BULC, DUE TRA GLI INCONTRI ISTITUZIONALI DI ALIS A settembre Alis ha incontrato la Commissaria Europea ai Trasporti Violeta Bulc, illustrandole un documento strategico, ricco timi italiani e comunitari a bordo delle proabbiamo ribadito al Ministro Toninelli e alla di proposte per il miglioramento del nostro prie navi, ha deciso di garantire alle proprie Commissaria Bulc – che tali iniziative debsettore, soffermandosi su tematiche tecnavi passeggeri operanti tra porti dell’Ue la bano poter avere una continuità nel tempo, niche che hanno un impatto notevole sulla piena applicazione dell’ ”Athens Protocol”, essere rese strutturali ed essere sostenute vita di noi imprenditori: concorrenza sleale, impiegando così personale esclusivamente con impegno concreto affinché gli incentivi investimenti in infrastrutture, norme sul europeo ed avviando la sostituzione, sulle al traffico intermodale ed ai relativi investitrasporto combinato, limiti massimi di pesi sue navi miste merci/passeggeri, di quel 2% menti possano essere inseriti nell’ambito dei e dimensioni per i veicoli pesanti, cabotaggio di equipaggio Extra UE consentito dalle leggi fondi strutturali e si possa dare maggiore ed esercizio della professione, tempi di guiinternazionali della navigazione; il tutto con dignità al settore da, riposo e distacco dei conducenti. il fine ultimo di raggiungere entro fine anno Un bilancio di questi 2 anni di attività? Al centro restano le Autostrade del mare. l’obiettivo di equipaggi al 100% comunitari Abbiamo fondato la nostra azione sulla difeL’Italia è un paese con 7.600 Km di coste e su navi pax e merci operanti tra porti eurosa delle ragioni delle imprese e dei lavoratori 645 Comuni costieri marittimi. Dati elopei. che ne fanno parte. E posso affermare con quenti. E infatti, negli ultimi anni, abbiamo Nel 2018 sono stati utili gli incentivi Marecertezza che Alis è l’Italia di quegli imprenassistito ad una conBonus e FerroBonus: ditori, piccoli e grandi, da Nord a Sud, che inAUSPICHIAMO CHE I MINISTERI vergenza economica proseguiranno? cidono con successo sull’economia nazionale COMPETENTI NON SOLO RINNOVINO sfavorevole e ad un Alis ritiene che i fied europea, che stimolano i mercati internaMAREBONUS E FERROBONUS MA NE calo dei trasporti su nanziamenti comuzionali, il Made in Italy, che sanno competere AUMENTINO ANCHE LA PORTATA scala europea, ma le nitari dedicati alle e vincere nonostante gli ostacoli e le criticità Autostrade del Mare in controtendenza sono iniziative intermodali debbano essere incredi ogni giorno. Sono fortemente convinto che cresciute in maniera considerevole. Nei Paementati e, ad essi, vadano associate le inizial’Italia abbia bisogno di Alis così come Alis ha si Europei viaggiano, via Short Sea Shipping, tive nazionali che negli ultimi anni hanno bisogno di un costante e costruttivo dialogo oltre 600 milioni di tonnellate di merci e stimolato lo sviluppo del trasporto combinacon le istituzioni al fine di individuare insiel’Italia è leader trasportando 218 milioni di to. Gli incentivi del MareBonus e FerroBonus me strategie e strumenti per la risoluzione tonnellate di merce, ossia il 36% del totale. mirano a premiare i fruitori del trasporto indi molte criticità del settore, rispondendo in Ora: l’intermodalità consente una notevole termodale, soprattutto gli autotrasportatori modo puntuale o addirittura anticipando i riduzione dei costi di trasporto fino anche al che, virtuosamente, spostano traffico dalla bisogni degli associati. Grazie ad un lavoro 40% in funzione della distanza. strada verso ferrovia e mare. Auspichiamo sinergico tra porti, interporti, compagnie Ma come impatta sull’occupazione? che i Ministeri competenti si adoperino afferroviarie, compagnie di autotrasporto, Riducendo gli altri costi, non può che impatfinché il settore possa contare ancora non compagnie armatoriali, terminAlisti, spetare positivamente. Non a caso un nostro solo su queste forme di sostegno ad attividizionieri ed operatori logistici, sono state importante associato, che opera su scala glotà di impresa virtuose, ma di aumentarne create nuove linee, nuove direttrici, nuovi bale, al fine di aumentare l’impiego di maritl’ordine di grandezza. Siamo convinti – e lo scambi commerciali, nuovi posti di lavoro.

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QUOTARSI ALL’AIM ITALIA: MEGLIO FARLO COL SENNO DI POI FINANZIARE L’IMPRESA La crescita viaggia in direzioni diverse: c’è quella interna, in temini organizzativi, e quella esterna, magari internazionale. E poi c’è il territori, che cresce insieme con l’impresa. Per crescere, però, servono le risorse: quelle economiche, innanzitutto, ma anche le idee. Dove trovarle? Sul mercato, ma anche dalle istituzioni. Ecco come.

54 RSM L’EUROPA FINANZIA AGLI ENTI I PROGETTI “SOSTENIBILI”

Visibilità, standing, credibilità: le ragioni per approdare sul mercato regolamentato a volte sono più importanti della mera ricerca di capitale. Ecco (tra luci e ombre) com’è andata a chi lo ha fatto di Marina Marinetti

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e la vostra impresa occupa ogni anno Dalla teoria alla pratica «Quest’anno chiuderemo con ricavi prossimi ai mediamente tra le 10 e le 250 persone, 60 milioni di euro con circa 400 addetti, ma nel fattura più di 15 milioni di euro, ha un ranmarzo 2015, quando ci siamo quotati, eravamo ge di marginalità superiore al 10% e non è la metà di quello che siamo oggi e non avevamo ancora quotata al segmento di Borsa Italiaaziende overseas», conferma Pierluigi Bocchina AIM Italia, è molto, molto probabile che ni, amministratore delegato e presidente di prima o poi qualcuno vi proponga di farlo. Clabo spa, leader internazionale delle vetrine Vi diranno che la quotazione vi darà visibirefrigeranti con i brand Orion, FB e Artic. Tra lità, vi prometteranno capitale per la vostra i suoi clienti figurano Nestlè, Häagen‐Dazs, crescita, vi ventileranno prospettive di interPuro gusto, Venchi, nazionalizzazione, vi ANNA LAMBIASE (IR TOP CONSULTING) : Eataly, campus Apple assicureranno che ci «QUOTARSI PER CRESCERE È IL MIO e i parchi Walt Disney. guadagnerete in creCLAIM». E IN AIM, INFATTI, I RICAVI Il quartier generale è dibilità e standing, vi SONO IN AUMENTO DEL 14% a Jesi, in provincia di giureranno che manAncona, ma il gruppo è presente con filiali e terrete il controllo dell’azienda. «Troviamo consociate negli Usa, in Cina e in Brasile. «La gli imprenditori (ce li segnalano i commerquotazione per noi è stata complessa, anche cialisti, li incontriamo ai convegni, o attraverda un punto di vista organizzativo. Ci abbiamo so la Camera commercio) e li portiamo per impiegato circa un anno dal kickoff meeting mano in AIM Italia», dice Anna Lambiase, fino al giorno della quotazione». Per Bocchini il amministratore delegato di IR Top Consulrisultato della quotazione non sono tanto i 7,4 ting, leader nell’advisory e servizi di Ipo per milioni di euro racconti in Ipo, quanto la metale Pmi. «Quotarsi per crescere è il mio claim». morfosi che l’azienda ha dovuto affrontare. Che Verichiamolo col senno di poi.

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FINANZIARE L’IMPRESA

NOVE MESI DI GESTAZIONE PER QUOTARSI Tutto comincia con uno studio di fattibilità: «È la prevalutazione con l’analisi dal punto vista finanziario, strategico e di posizionamento», spiega Anna Lambiase, ceo di IR Top Consulting: «Dura circa un mese». Dopodiché IR Top da consulente diventa advisor finanziario: «Prepariamo una nomad presentation

e coinvolgiamo l’advisor legale, il nomad, la società di revisione, l’advisor fiscale, chi si occupa della comunicazione. Questa fase dura sei mesi. Poi parte il road show, per circa un mese: l’emittente, accompagnato dall’advisor e dal nomad, incontra i potenziali investitori». Che possono essere istituzionali,

le è servita per fare il salto dimensionale. «Prima della quotazione l’azienda non era managerializzata come oggi, la struttura non era così evoluta. Poi le risorse messe a disposizione dalla quotazione e la continua relazione con gli investitori hanno fatto da sprone all’azienda per comunicare meglio e organizzare in maniera più efficace i rapporti con tutti gli stakeholder. Siamo approdati in borsa prevedendo espressamente questo, perché il nostro prodotto necessita di una strategia local to local: va prodotto dove va venduto. Grazie alla quotazione abbiamo acquistato nel 2017 la Quingdao Easy Best Refrigeration Equipment in Cina e poi la Howard McCray di Philadeplhia quest’anno».

I NUMERI DI AIM ITALIA

AIM Italia è il mercato di Borsa Italiana che ha registrato negli ultimi anni il maggior numero di collocamenti. Solo per il 2018 conta 25 nuove Ipo, di cui 7 Spac, in linea con le quotazioni del 2017. Oggi conta 114 società con un giro d’affari pari a 5,0 miliardi di euro, una capitalizzazione di 7,4 miliardi di euro e una raccolta di capitali in Ipo pari a 3,6 miliardi di euro, che arrivano a 4,1 includendo anche le operazioni sul secondario. Nel I semestre 2018, nel quale le 114 società quotate su AIM Italia, che appartengono prevalentemente ai settori energetico, tecnologia e industria e occupano oltre 20mila addetti, hanno segnato una crescita media dei ricavi del 14%.

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strategici, family offices, private bankers e chi più ne ha più ne metta: «La normativa richiede per l’Ipo almeno cinque investitori istituzionali che coprano il 10% dell’offerta, anche su piazze estere». Poi si presenta la domanda di ammissione e la società si quota. «Come andrà a finire lo deciderà il mercato».

Il tempio e i suoi mercanti «Quando uno si avvicina al mondo dell’AIM sembra di entrare in una sorta di tempio. E conoscendolo, si vede pure l’aspetto mercantile del tempio», dice Fabio Massimo Bombacci, amministratore delegato Elettra Investimenti, la holding dell’energia elettrica e termica, quotata all’AIM dall’aprile 2015. Ha chiuso il 2017 con un fatturato cresciuto del 48% a quota 47,03 milioni, un ebitda di 11,8 e un utile netto di 4,45. «Sull’AIM ormai tengo conferenze», ironizza. «Per noi è stato un processo partito da lontano. Abbiamo avuto un’esperienza di private equity da cui siamo usciti per il rotto della cuffia, ma è stata una sorta di

FABIO MASSIMO BOMBACCI, CEO DI ELETTRA INVESTIMENTI

addestramento nel gestire i rapporti con soci terzi istituzionali, che richiedevano regole di governance, piani di budget e strumenti di gestione. Avevamo solidità finanziaria, i bilanci certificati dai revisori e un’organizzazione aziendale già strutturata: stavamo valutando vari strumenti per supportare la crescita e la quotazione come costo, allora, era preferibile ai minibond». Già, il costo: «L’operazione, tra consulenti, provvigioni, costi notarili, assemblee, modifiche statutarie eccetera ci è comunque costata tra i 500 e i 600mila euro. Siamo partiti con un’ipotesi quotazione, che “qualcuno” ci aveva fatta vedere, tra gli 8 e i 10 milioni di euro, ma poi ci siamo quotati a 6. E alla fine abbiamo raccolto poco meno di 5 milioni di euro. È la solita vecchia storia, che ai nuovi quotandi viene raccontata solo parzialmente. L’idea era di mettere in vendita fino al 30% del capitale sociale, ma poi per mitigare l’impatto abbiamo collocato solo il 20% con una valorizzazione di chiusura dell’Ipo meno attraente di quella che ci era stata raccontata». E poi c’è la questione dello scarso flottante: «A un evento mi è presentato un soggetto che voleva investire su di noi 250-300 mila euro. Gli ho detto che non avevo la più pallida idea di come potesse farlo: una cifra del genere avrebbe alterato il corso del titolo in manie-

PIERLUIGI BOCCHINI, A.D. DI CLABO


UNA MANO AL PORTAFOGLI, L’ALTRA AL BILANCIO

ANNA LAMBIASE, CEO DI IRTOP CONSULTING

ra significativa. Insomma, non è tutto petali e fiori. Ma le spine sono abbastanza note a tutti gli operatori. Però questo è solo un pezzo del ragionamento», sottolinea Bombacci. Il resto? «Rispetto a quando ci siamo quotati, nel 2015, tempo due anni e la società è raddoppiata in termini di volume e di fatturato e ha triplicato la redditività. La quotazione sicuramente è stata uno strumento importante, perché ci ha dato visibilità, una vetrina che ha agevolato una serie di operazioni con innegabili vantaggi indiretti: ci ha posizionati sul mercato, ci ha regalato una facilità di interloquire con aziende più grandi che ci riconoscono quasi

FAUSTO MANZANA, A.D. DI GPI

Certo, facendo due conti il gioco non è economico. Se, tra studio di fattibilità, advisory finanziaria, due diligence, documento di ammissione, giudizio sul bilancio aziendale e comfort letter della società di revisione, comunicazione, investor relations, due diligence legale e fiscale e fee di listing, per raccogliere 7,2 milioni di euro (la raccolta media su AIM Italia) o 5,3 (quella mediana) devo spenderne almeno 600mila (ma per IR Top Consulting potrei arrivare tranquillamente al milione), potrebbe essere meglio ricorrere al vecchio, caro (ma fino a un certo punto) canale

bancario (mantenendo peraltro il 100% del controllo societario). O emettere un minibond al 5,3% (la cedola media secondo il Politecnico di Milano). Bisogna però tener conto che gli interessi vanno pagati annualmente. E soprattutto del credito d’imposta, l’italian way degli aiuti di Stato, arrivato a giugno con la Legge di Bilancio: i costi di consulenza sostenuti dalle PMI per l’ammissione alla quotazione ora sono deducibili al 50% (fino a 500mila euro). Dietro la norma c’è lo zampino di IR Top Consulting, Partner Equity Markets

di Borsa Italiana: «Per Consob noi abbiamo ormai un ruolo paraistituzionale», conferma la ceo Anna Lambiase: «Il costo di quotazione diventa comparabile al costo del denaro, come una linea di finanziamento». Ma pagata in un’unica soluzione e in anticipo. In ogni caso, se ci state facendo un pensierino, affrettatevi: l’offerta è limitata! Scadrà il 31 dicembre 2020, o anche prima, se verranno “consumati” tutti gli 80 milioni stanziati all’uopo. Il che significherebbe portare all’AIM qualcosa come altre 180 imprese. Un’impresa già di per sé.

larmente lunghi, a un certo punto è diventata alla pari, il mondo finanziario ci vede con ocuna questione estremamente importante», chi diversi, al di là solidità patrimoniale che ci spiega il presidente e amministratore delegaha caratterizzati da sempre. La quotazione ti to Fausto Manzana. «Nel 2016 ci siamo trovati dà un’affidabilità superiore. Se poi senza quoa dover scegliere se interrompere il nostro tazione non avremmo fatti certe acquisizioni, percorso di crescita come quella di Tholos, per fare cassa o trovala quinta esco - energy IL VERO VALORE DELLA QUOTAZIONE service company, ndr È LA LIBERTÀ NELLE SCELTE D’IMPRESA re un’alternativa. Da lì E LA VISIBILITÀ CHE LA PRESENZA è nato l’incontro con la - italiana, è difficile da NEL MERCATO REGOLAMENTATO OFFRE Spac e questo mix tra dire. Certo, mi vien da business e finanza che ha un carattere essenpensare che se non fossimo stati quotati non ziale, soprattutto nel nostro settore». Con la saremmo stati visibili dagli advisor che ce le quotazione Gpi s’è portata in cassa più di 50 hanno proposte». milioni di euro, che hanno dato il “la” a una Il valore della libertà crescita per linee esterne non indifferente: Per Gpi, il colosso trentino dell’informatica so«Quest’anno chiuderemo sopra i 200 milioni cio-sanitaria (3.900 dipendenti e 93,3 milioni di fatturato con la possibilità di rilanciare ultedi euro di ricavi nel primo semestre 2018), la riormente». E non solo: «A essere onesto pasquotazione su AIM Italia, avvenuta a fine disare da avere rapporti con la banca in modo cembre 2016 tramite la fusione con la Spac pressoché esclusivo a disporre di questi canali Capital For Progress 1, è stata una questione alternativi, con tutti che ti chiedono perché di sopravvivenza. «Trovare un’alternativa al non ti finanzi con un bel chirografario che cocanale bancario per noi, che lavoriamo solo sta pochissimo, ti dà stabilità e significa libertà con il pubblico, con tempi di incasso particonelle scelte: è questo è il vero valore».

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FINANZIARE L’IMPRESA

ALLA RICERCA DI SOLUZIONI INNOVATIVE PER LE AREE URBANE L'Europa invita gli enti locali a presentare progetti di transizione digitale, sostenibilità, sicurezza e lotta alla povertà. Anche coinvolgendo agenzie e ONG. C'è tempo fino al 31 gennaio

L’

Europa annuncia il quarto invito alla presentazione di progetti innovativi volti a identificare, implementare e sostenere soluzioni che rispondano alle crescenti sfide delle aree urbane. Entro il prossimo 31 gennaio le Autorità urbane di unità amministrative locali dell'Unione Europea (città o sobborghi) con almeno 50.000 abitanti, oppure,associazioni/gruppi di Autorità urbane di unità amministrative locali che coprono una popolazione totale di almeno 50.000 abitanti, sono invitate a presentare progetti in uno solo dei seguenti ambiti (topic): - Transizione Digitale - Uso sostenibile del suolo e soluzioni basate sulla natura - Povertà urbana - Sicurezza urbana. È il momento giusto per mettere in piedi solide partnership con il giusto mix di competen-

ze complementari, coinvolgendo attivamente soggetti quali agenzie, ONG o altre autorità pubbliche. Gli enti locali, in associazione con gruppi transfrontalieri o di diverse regioni e/o Stati membri, possono includere in partenariato anche università e aziende, fucine ideali per la promozione di soluzioni inedite, concrete e durevoli nel tempo. Ciascun progetto potrà avere una durata massima di 3 anni, fruendo di un cofinanziamento pari all’80% dei costi ammissibili. Non è previsto un budget minimo, tuttavia, ciascun progetto potrà ricevere un contributo massimo di 5 milioni di euro.

TRANSIZIONE DIGITALE

Il mercato unico digitale potrebbe contribuire, con circa 315 milioni di utenti e un potenziale di crescita di 415 miliardi di euro all'anno alla nostra economia e creare centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro. Sviluppare NELLA FOTO L’AUTRICE LAURA DE LISA, SENIOR MANAGER – HEAD OF QUALITY CONTROL

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l’economia dei dati europea a livello urbano significa proporre: • soluzioni per l’architettura di città intelligenti, inclusa la progettazione di modelli di business, di infrastrutture, distretti sostenibili e edilizia; • soluzioni di e-governement incentrate sul cittadino nei diversi settori di interesse pubblico quali la sanità, la scuola, la mobilità urbana, i servizi sociali, ecc.; • creazione di valore attraverso l’accesso libero e imparziale a dati di ogni tipo: dati open/ pubblici/privati di settore/personali (ad es. raccolti da sensori, uso di dati privati di settore per scopi di interesse pubblico, uso dei diritti alla portabilità dei dati in conformità con il GDPR, ecc.); • l’adozione di tecnologie digitali emergenti, che modernizzino l’infrastruttura e i servizi della città, come soluzioni di illuminazione stradale intelligenti, reti di comunicazione 5G innovative, ecc.

SOSTENIBILITÀ

Circa il 75% della popolazione europea vive attualmente in aree urbane, con un aumento previsto di tale cifra all’80% entro il 2020 (AEA, 2010c). Ogni anno, inoltre, circa 1.000 km² di terreni agricoli o naturali scompaiono nell’UE, perché vengono convertiti in aree artificiali. Lavorare con la natura, piuttosto che contro di essa, può aprire la strada a un’economia più efficiente nell’uso delle risorse, più


competitiva e più verde. Può inoltre aiutare a POVERTÀ URBANA della legge per contrastare il terrorismo, la Tra gli obiettivi chiave della strategia Eurocreare nuova occupazione e crescita economicriminalità organizzata e la cybercriminalità. pa 2020 la riduzione del numero di persone ca, attraverso la fabbricazione e la fornitura di A livello locale, in cooperazione con i soggetti a rischio povertà o esclusione sociale di 20 nuovi prodotti e servizi che accrescano il capiinteressati e le comunità appropriate, le automilioni rispetto al 2010 riveste sempre più tale naturale, invece di intaccarlo. In termini di rità urbane sono invitate a proporre progetti: carattere d’urgenza. Infatti, l’aumento della pianificazione, la Commissione Europea invita • volti al miglioramento della progettazione disuguaglianza che ne deriva, aggravata dalle a presentare proposte volte a: degli spazi, promuovendo – ad esempio – una forti pressioni migratorie degli ultimi anni, • migliorare la qualità della vita, la salute e il migliore progettazione della protezione degli limiterebbe fortemente lo sviluppo economibenessere (ad es. riduzione dell’inquinamenspazi pubblici e il miglioramento della resico delle città. Inoltre, la segregazione spaziale to acustico, sequestro del carbonio, opporlienza di edifici e infrastrutture; può rappresentare un ulteriore ostacolo per tunità ricreative, acqua pulita, bassi livelli di • che mirino a standardizzare i requisiti tecla crescita sostenibile delle città. La Commisinquinamento ecc.) delle economie locali, il nici e le best practices per migliorare la sicusione Europea incentiva pertanto tutte quelle tessuto sociale e l’ambiente in senso lato; rezza urbana; idee e soluzioni concrete volte a: • ridurre l’inquinamento del suolo, migliora• di compartecipazione e sviluppo delle ca• ridurre i fenomeni di segregazione sociare l’infiltrazione idrica e contrastare gli effetti pacità delle comunità locali, tra cui il migliole, nell'istruzione e dell’impermeabilizzaramento della consapevolezza del rischio e la NON È PREVISTO UN BUDGET MINIMO spaziale, la povertà zione del suolo; costruzione della resilienza comunitaria; E CIASCUNO PROGETTO POTRÀ energetica, la povertà • rinaturalizzare le • che abbiano l’obiettivo di migliorare la preRICEVERE UN CONTRIBUTO MASSIMO infantile, il basso stato città attraverso la parazione multi-settoriale in risposta alle DI CINQUE MILIONI DI EURO di salute e la mancanconservazione, il riminacce alla sicurezza nei luoghi pubblici, tra za di accesso alle cure sanitarie; pristino, la rigenerazione e l’espansione della cui maggior coordinamento fra le squadre di • ottimizzare la gestione dei senzatetto e a biodiversità e degli ecosistemi e attraverso la pronto intervento e altre autorità e l’assistenpromuovere la rigenerazione di aree urbane, connessione ecologica tra aree urbane e periza alle vittime di reato. quartieri degradati e l’integrazione dei Rom; urbane; • Cybersicurezza e raccolta di informazioni su • promuovere l’accesso generalizzato ai servi• creare occupazione e migliorare la coesione reati non segnalati. zi sociali, sanitari, d’istruzione e altri. e l’innovazione sociale, diversificando le ecoDi grande impatto ai fini della valutazione SICUREZZA URBANA nomie locali e creando imprese e modelli di dei progetti, oltre alla sostenibilità nel temL’Agenda europea sulla sicurezza mira a rafgovernance innovativi e sostenibili; po delle idee proposte, è anche il potenziale forzare gli strumenti a disposizione delle au• migliorare la pianificazione urbana e terridi trasferibilità delle soluzioni innovative da torità nazionali incaricate dell’applicazione toriale/regionale a monte, ad esempio, prosperimentare. ponendo il risanamento, il ripristino ma anche la prevenzione della formazione di aree dismesse (far emergere il potenziale delle UIA CALL 4: Urban Innovative Actions Initiative – 4TH CALL for digital aree dismesse al fine di fornire servizi utili ed transition, sustainable use of land and nature-based solutions, urban poverty elaborare una visione per una riconversione and urban security complessiva, economica e sociale); • riutilizzo flessibile di terreni liberi e sottou80-100 MILIONI di Euro le risorse complessive stanziate dalla Commissione tilizzati, rigenerazione e potenziamento della Europea multifunzionalità delle aree già costruite e ri31 GENNAIO 2019 H. 14.00 la Scadenza del bando. I progetti approvati conversione di vecchie infrastrutture; dovranno concludersi entro 3 anni • rinaturalizzazione degli spazi urbani per BENEFICIARI: Grandi città, città o sobborghi con almeno contribuire alla mitigazione del cambiamento climatico (ad es. attraverso la creazione di 50.000 abitanti, unità amministrative locali (solo UE) “pozzi di assorbimento di carbonio”) e all’a80% entità agevolazione a fondo perduto, con un massimo di erogazione di 5 dattamento (ad es. mitigazione dei rischi di milioni di Euro per progetto inondazione, effetto isola di calore); MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE: invio progetto e proposta di partenariato • contrastare l’espansione urbana in essere e in via telematica promuovere fattorie urbane sostenibili.

LA"CHIAMATA" EUROPEA IN SINTESI

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APPROFONDIMENTI ALLA GUIDA DI ANFIA UN CAVALIERE SEMPRE IN CORSA Ritratto di Guido Scudieri, il businessman campano neo-eletto alla presidenza dell’associazione degli operatori automotive di Alfonso Ruffo

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on fai in tempo a scrivere 64 che gli stabilimenti diventano 65, a dire che è presente in 23 Paesi che questi salgono a 24, a calcolare 15.000 che i dipendenti arrivano a 16.000. Insomma, quella di Paolo Scudieri, classe 1960, eletto il 4 dicembre scorso alla guida dell’Anfia, e cioè della potente associazione confindustriale che riunisce tutti gli operatori della filiera dell’auto, è un’esistenza in corsa. E non solo perché è stato più volte campione italiano di automobilismo nella classe Gentlemen, ma perché in pochi anni ha bruciato tutte le tappe arrivando oggi con la sua Adler Hp Pelzer, fondata nel 1956 dal padre Achille e specializzata in sistemi per il conforto acustico e termico delle automobili, a fatturare oltre 1,5 miliardi sviluppando nei sette siti di ricerca sparsi nel mondo le qualità dei polimeri. Laureato in Ingegneria industriale all’Università di Basiliea, Scudieri passa alla guida di quella che era una piccola e già solida società di famiglia nel 1992. Il suo impegno gli vale numerosi riconoscimenti: Giorgio Napolitano lo nomina Cavaliere del Lavoro, la Niaf gli conferisce un premio internazionale alla presenza di Barak Obama, il governo inglese lo riconosce come eccellenza. Riceve il Premio Leonardo (del quale diventa poi consigliere), Ernst&Young lo indica come imprenditore dell’anno, entra nei Cda di Fincantieri e Banco di Napoli, è presidente del master dell’auto promosso dalla Federico II di Napoli e del centro studi Srm, è membro del comitato territoriale di Unicredit e di quello del Tesoro di San Gennaro, è nell’Advisory Board di Confindustria. Nel 2014 fonda anche Eccellenze Campane, un format concepito per valorizzare le specialità gastronomiche della regione e che oggi vanta presenze a Napoli, Milano, Roma e Londra. Il tutto con una fidata e affiatata squadra in cui figura l’inseparabile avvocato d’affari Piero Gaeta con cui ha condiviso e condivide gran parte dei successi imprenditoriali. L’intensa attività non gli impedisce di dedicare tempo e attenzione agli affetti familiari. Ha quattro figli – Achille, Luca, Milena e Maria Sole – e oggi vive a Napoli con la compagna Rosa in una bella casa con una terrazza affacciata sul Golfo, dove ama ricevere gli amici: i nuovi conosciuti sul lavoro e quelli dei tempi della gioventù.

PAOLO SCUDIERI, PRESIDENTE ANFIA

Altri servizi nell’interno 58

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LICENZIAMENTI

NEUROSCIENZE

PER I NUOVI ASSUNTI IL JOBS ACT NON VALE

ALLA LOTTERIA VINCE SOLO LA POVERTÀ

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LEADERSHIP

DIGITAL

UNA RICERCA LIUC RACCONTA IL CAPO IDEALE

LA TECNOLOGIA FA BENE ALLA COMPETITIVITÀ

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PRIVACY

SUSSIDIARIO.NET

LA FATTURA ELETTRONICA BOCCIATA DAL GARANTE

I MIGLIORI COMMENTI DEL MESE DAL PORTALE

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FORMAZIONE

CI PIACE/NON CI PIACE

FORNARCOM PUNTA TUTTO SULLE POLITICHE ATTIVE

I PROMOSSI E I BOCCIATI

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PRIVATE BANKER

QUI PARIGI

IN BORSA LA JUVENTUS FA IL PIENO CON RONALDO

ATTENTI, IL NEMICO VI ASCOLTA... SUI SOCIAL

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DIRITTO&ROVESCIO

complesso - ha decretato l’illegittimità del criterio di calcolo “automatico” dell'indennità in caso di licenziamento illegittimo, basato sulla sola anzianità aziendale del lavoratore. Tale criterio rigido e prestabilito non consentirebbe di realizzare il giusto equilibrio tra libertà di organizzazione dell’impresa e tutela del lavoratore ingiustamente licenziato, non esercitando peraltro un effetto realmente dissuasivo nei confronti dell’imprenditore che decida di porre fine al rapporto di lavoro al di fuori dei binari di legge. Oggi, dunque, spetta al giudice modulare l’indennità risarcitoria anche sulla base di parametri ulteriori alla seniority aziendale, parametri che la Corte ha individuato nel numero dei dipendenti occupati, nelle dimensioni dell’attività economica e nel comportamento e nelle condizioni delle parti. Assolta, invece, dalla Corte, la diversità di trattamento tra vecchi (ovvero soggetti alla disciplina di cui all’art. 18 dello Statuto Con una sentenza la corte Costituzionale corregge il Jobs Act, stabilendo dei Lavoratori come riformata dalla Legge un'indennità risarcitoria anche sulla base di parametri ulteriori Fornero) e nuovi assunti (cd. tutele crescenti). alla seniority aziendale. Per le imprese si apre un nuovo scenario L’effetto della pronuncia non si è fatto attendere: ancor prima della pubblicazione di Antonella Negri * delle motivazioni della sentenza della Corte Costituzionale, il Tribunale di Bari ha deciso he la materia dei licenziamenti sia i casi di reintegrazione (limitati al licenziale sorti del licenziamento illegittimo di un stata negli ultimi anni nell’occhio del mento discriminatorio, orale e al disciplinare lavoratore con un anno e mezzo di anzianiciclone delle riforme non è un sequando intimato a fronte di un fatto poi rivetà. Il giudice ha accordato al lavoratore non greto. Del 2012 è la breccia nel muro della latosi inesistente), prevedendo un'indennità già le mensilità minime previste dalla legge tradizionale tutela della restituzione del pocommisurata a un numero fisso di mensilità (quattro, trattandosi di un licenziamento insto di lavoro al dipendente illegittimamente moltiplicate per il numero di anni di servizio timato prima dell’innalzamento della soglia licenziato (nell’ambito di imprese con più di del dipendente. Così il legislatore ha introprevisto dal cd. Decreto Dignità), bensì - va15 dipendenti): la cd. Legge Fornero ha introdotto un criterio di calcolo “automatico” del lutando la situazione complessiva sulla base dotto una tutela solo economica, stabilita dal rischio per l’imprendei parametri della LA TENDENZA VERSO LA COSIDDETTA giudice tra un minimo di 12 ed un massimo ditore in caso di licenLegge Fornero sopra "FLESSIBILITÀ IN USCITA" VIENE di 24 mensilità (da 6 a 12 in caso di vizio forziamento illegittimo, ricordati - una indenSTEMPERATA RIMETTENDO A CRITERI male del provvedimento). La tendenza verso rischio contenuto tra nità risarcitoria pari a EQUITATIVI IL COSTO DEL LICENZIAMENTO l’incremento della cd. flessibilità in uscita è le 4 e le 24mensilità dodici mensilità. stata consacrata con il Jobs Act, applicabile (tra 2 e 6 per le piccole imprese). Nel luglio di Nel nuovo scenario, dunque, l’ampliamento ai lavoratori assunquest’anno il Decreto Dignità Di Maio ha, poi, della forchetta della indennità e la rimesti dal 7 marzo 2015. innalzato e ampliato la forbice portandola a sione a criteri equitativi di determinazione Quest’ultimo provun range tra sei e trentasei mensilità. Nel setall’interno della stessa dell’esatto ammontavedimento ha consitembre scorso (con sentenza del 26 settemre - frutto della sentenza della Corte Costituderevolmente ridotto bre 2018 la cui motivazione è stata pubblicata zionale - riportano nell’alveo della incertezza l’8 novembre), infine, la Corte Costituzionale anche il costo di un licenziamento illegittimo * L'AUTRICE, ANTONELLA NEGRI, - pur salvando l'impianto normativo nel suo nei confronti di nuovi assunti. PARTNER DI BONELLIEREDE

Sui licenziamenti illegittimi la Corte ripristina l'incertezza

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APPROFONDIMENTI

La maggioranza dei dipendenti non parla bene del suo capo Una ricerca della LIUC Business School mette in luce quali caratteristiche debba avere il N.1 ideale. Ma l'80% degli intervistati non raccomanderebbe mai ai colleghi il proprio superiore di Riccardo Venturi

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utonomia, ascolto, confronto. È quel che i lavoratori italiani chiedono ai loro capi per poterli raccomandare a colleghi e amici. Ma i capi non rispondono alle aspettative, visto che ben l'80% degli intervistati non li consiglierebbe: è quanto emerge dalla ricerca “Good Boss vs Bad boss”, frutto di un’indagine realizzata dalla LIUC Business School, con la collaborazione di IESEG - School of Management, CFMT - Centro di Formazione del Management del Terziario e AIADS - Associazione Italiana di Analisi Dinamica dei Sistemi. «La nostra ricerca ha messo in evidenza l'importanza dell'ascolto» spiega Vittorio D’Amato, Direttore del Centro sul Cambiamento, la Leadership e il People Management della LIUC Business School, «non solamente quello di tipo tecnico, con il capo e il collaboratore che si confrontano sugli obiettivi, ma anche quello dei bisogni degli stessi collaboratori, un ascolto più personale, più umano. Molte ricerche internazionali hanno concluso che si tratta di un elemento capace di fare la differenza». L'obiettivo principale della ricerca è misurare il Net Management Promoter Score (basato su studi dell’Università di Harvard, poi elaborati da Julian Birkinshaw della London Business

School) dei capi italiani e identificare quali comportamenti dei capi permettono ai collaboratori di lavorare al meglio. «Emerge un trend che è tipico dei cosiddetti millennials, più orientati rispetto alle generazioni precedenti a una gestione autonoma del lavoro, in cui a contare sono i risultati e non le modalità operative. La loro richiesta è chiara: capo, una volta che ci siamo capiti lasciami fare il mio mestiere». Un'esigenza legata a nuove modalità lavorative come smartworking, alla flessibilità nei tempi e nei luoghi di lavoro, conciliazione tra vita privata e professione: «Senza perdere in produttività, ma al contrario agevolando il raggiungimento di nuovi successi, anche grazie all’aiuto della

tecnologia» aggiunge D'Amato. Le esigenze nei confronti dei capi, però, sembrano essere molto poco soddisfatte, non solo in Italia, ma a livello globale: secondo una ricerca Gallup, nel 2017 l’87% dei collaboratori si dichiarava disengaged. «Un livello altissimo, confermato anche da altri studi» sottolinea D'Amato, «che dimostra come siamo nell'era in cui vanno reinventati il management e la leadership. Su questo c'è una sintonia completa, si stanno muovendo in questa direzione London Business School, Insead, Ieseg». Cosa dovrà fare dunque il nuovo capo? «Mettersi al servizio del collaboratore» risponde il professore della LIUC Business School, «facilitargli il lavoro organizzando il contesto, ma anche aiutarlo a chiarirsi le idee, a capire dove andrà in futuro. Ci vuole una trasformazione del capo da controllore, com'era e come forse è ancora adesso, a mentor, a coach, a ispiratore, a persona che aiuti il collaboratore a capire dove sarà in futuro». È un cambio di paradigma, che si riassume in un motto che si afferma a livello internazionale: da “customer first” a “employer first”. «Se non tratto bene il collaboratore non sarà engaged, e il cliente non avrà buoni servizi» rimarca D'Amato, «quindi quel che faccio con il cliente dovrei farlo con il collaboratore, che è anche la miglior voce per consigliare l'azienda come un luogo dove si lavora bene. Se al cliente voglio fare vivere un'esperienza unica, dovrei fare lo stesso con il collaboratore: ma sappiamo che non è sempre così... È un cambiamento epocale, che impegnerà le imprese nei prossimi 15-20 anni».

COSA CHIEDONO I COLLABORATORI AI LORO CAPI? LIBERTÀ nel modo in cui raggiungere i risultati ASCOLTO e attenzione verso bisogni ed opinioni CONFRONTO continuo CORAGGIO di prendere decisioni difficili OBIETTIVI chiari 59


APPROFONDIMENTI

La privacy colpisce ancora: pericolosa la fattura elettronica Il Garante Antonello Soro ha esercitato per la prima volta il potere correttivo di avvertimento, con una serie di rilievi sulla mole di dati non obbligatori a fini fiscali che vengono archiviati dall’Agenzia delle Entrate

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di Marina Marinetti

ello studio di un commercialista: «Per gennaio 2019», commenta l’avvocato Marco motivi di privacy non possiamo chiaMartorana (nella foto), che a Lucca ha fonmare i clienti per nome. Entri il signodato uno studio legale specializzato in Diritto re che deve scaricare le spese per il motel della Privacy, professionista DPO (Data Procon la segretaria». La privacy colpisce ancora tection Officer – Responsabile della protezioe questa volta lo fa sulle fatture elettroniche. ne dei dati personali) certificato, che a Lucca Che il Garante ha messo nel mirino per le ha fondato uno studio specializzato (tra l’alnumerose criticità sul fronte del trattamentro) proprio in Diritto della privacy. Un tema to dei dati personali. Il “provvedimento” che particolarmente delicato per le aziende, che Antonello Soro ha inviato all’Agenzia delle con la General Data Protection Regulation Entrate formula una serie di rilievi che spa(Gdpr) entrata in vigore a maggio rischiano ziano dall’archiviazione di dati non obbligatori multe fino a 20 milioni di euro o per il 4% a fini fiscali (la fattura contiene informazioni del fatturato mondiale annuo di una società, in dettaglio sui beni e servizi acquistati, come a seconda di quanto risulti più gravoso per le abitudini e le tipologie di consumo o, adl’azienda sanzionata. Per questo il team di dirittura, la descrizione delle prestazioni saMartorana fornisce consulenza e assistenza nitarie o legali) all’elegale personalizzata LA PIATTAFORMA CHE DEVE GESTIRE norme mole di dati per aziende e liberi L’INTERO SISTEMA NON PRESENTEREBBE personali trasmessi professionisti in tema LE CARATTERISTICHE NECESSARIE tramite PEC attraver- PER LA PIENA COMPLIANCE CON LA GDPR di protezione dei dati so lo SDI senza l’adopersonali, sia in fase zione di meccanismi di cifratura della fattura di formazione del personale che di redazioelettronica, con la memorizzazione dei done e aggiornamento della documentazione cumenti sui server di posta elettronica. È la prevista dalla legge e dalla nuova normatiprima volta che Garante per la Privacy eserva europea, perché le bucce di banana sono cita il nuovo potere correttivo di avvertimento, dietro l’angolo: dalla videosorveglianza alla attribuito dal Regolamento europeo, con il geolocalizzazione delle flotte aziendali, dalla provvedimento n. 481 del 15 novembre 2018. sicurezza del sistema inforatico all’uso pro«Il fine pubblico perseguito con l’introduziomiscuo di telefonini e laptop. E ora anche la ne dell’obbligo di fatturazione elettronica, se grana delle fatture elettroniche. Non solo per pure legittimo, non deve porsi a scapito dei le aziende, per questa volta, ma per lo stesso principi di protezione dei dati personali, così Fisco che ha deciso di estendere l’obbligo ad come è stato sottolineato dal Garante della aziene e privati: «Il controllo da parte dell’APrivacy in un recente provvedimento con il genzia delle Entrate potrebbe riguardare anquale ha segnalato le forti criticità riscontrate che informazioni sui beni e servizi acquistati, nel sistema predisposto per la gestione degli come le abitudini e le tipologie di consumo, adempimenti che obbligatori a partire dal 1 legate alla fornitura di servizi energetici e di

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telecomunicazioni (es. regolarità nei pagamenti, appartenenza a particolari categorie di utenti), o addirittura la descrizione delle prestazioni sanitarie o legali. Informazioni che potrebbero essere da sole sufficienti anche a effettuare una vera e propria profilazione dei consumatori finali», spiega l’avvocato Martorana. «La piena operatività del Regolamento Europeo e del D.lgs. 101/2018 di attuazione impone che, a fronte di un trattamento che comporta forti rischi per i diritti e le libertà delle persone fisiche, il Titolare debba attivarsi per l’adozione delle misure tecniche e organizzative necessarie a prevenire ogni danno, ivi compreso l’adozione di strumenti appositamente progettati per minimizzare il più possibile il trattamento, privilegiando così la protezione dei dati personali», aggiunge. «Questo passaggio, a parere del Garante, è mancato e l’attuale piattaforma che dovrà gestire l’intero sistema della fatturazione elettronica non presenterebe le caratteristiche necessarie per restringere il trattamento a quello strettamente necessario. Il Governo nel frattempo ha dichiarato che non ci sarà alcuna proroga circa l’entrata in vigore della fatturazione elettronica prevista a partire dal 1 gennaio 2019, ma che non siano da escludere dei correttivi che potrebbero essere inseriti nel decreto fiscale al momento della conversione in legge».


APPROFONDIMENTI

Pmi vincenti solo grazie alla formazione continua E si fa strada la proposta Fonarcom di un reddito di cittadinanza che rientri tra le politiche attive del lavoro affinchè non sia considerato un sussidio fine a se stesso di Giancarlo Salemi

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el nuovo scenario competitivo le imprese sono chiamate a intraprendere percorsi di profondo cambiamento per restare su un mercato in continua evoluzione. Per Andrea Cafà, presidente di Fonarcom, il fondo interprofessionale per la formazione continua scelto nel nostro Paese da oltre 170mila aziende e più di un milione di lavoratori, la soluzione è una formazione professionale in aggiornamento continuo. Lo ha spiegato durante un recente workshop sull’evoluzione del lavoro tra flessibilità e precariato organizzato a Roma da Wolters Kluwer. «Quando parliamo di "cultura della formazione" – ha detto Cafà - bisogna anzitutto fare una distinzione tra grande impresa e pmi. La prima opera autonomamente e in maniera piuttosto efficiente, mentre le pmi e le micro-imprese hanno bisogno di maggiore supporto. La reale scommessa è traslare il primo modello sulle pmi. È il ruolo principale delle parti sociali: la bilateralità, infatti, deve fare da ponte nel dialogo tra imprese e lavoratori, tra mondo dell’istruzione

INCONTRO FONARCOM AL 5° FORUM TUTTOLAVORO CON TREU, VIGORINI, DURACCIO, DEL CHICCA, STERN, DAMIANO, GIUDICE E BALLISTRERI

e formazione e mondo del lavoro». A domandarcelo è l’Unione europea, a partire dal ruolo centrale giocato dalla contrattazione collettiva e dalle parti sociali per far crescere le politiche attive per il lavoro. «Solo in questo modo sarà possibile rispondere alle nuove esigenze del mercato del lavoro – ha aggiunto Cafà - Questo garantirebbe il necessario passo in avanti verso la realizzazione di un sistema di politiche attive finalizzato a sostenere e a migliorare PER IL PRESIDENTE ANDREA CAFÀ «QUANDO SI PARLA DI FORMAZIONE LA SCOMMESSA È TRASLARE IL MODELLO DALLA GRANDE IMPRESA SULLE PMI»

l'occupabilità e l’inclusione delle persone. Lo stesso reddito di cittadinanza, che così com’è concepito potrebbe risultare un sussidio fine a se stesso, potrebbe tramutarsi in politica attiva prevedendo che chi ne ha diritto svolga in azienda un periodo formativo finalizzato al proprio reinserimento. In questo modo, le imprese socialmente responsabili contribuirebbero a erogare quota parte del reddito di cittadinanza ai soggetti che accettino un’esperienza formativa, andando così a raddoppiare il budget a disposizione del governo. Accanto ai centri per l’Impiego, un

rinnovato ruolo dovrebbe essere assegnato alle agenzie per il lavoro e ai fondi interprofessionali». Cosa propone in concreto Fonarcom per la diffusione della cultura della formazione? «Pensiamo di ripartire dalle esperienze positive già collaudate nei nostri Ccnl. Mi riferisco, in particolare, all’esperienza delle nostre parti sociali, Cifa e Confsal, che con il loro Ccnl intersettoriale hanno portato la formazione in azienda attraverso strumenti come lo “scatto di competenza”, il “regime del reimpiego”, il “primo ingresso” e i congedi formativi. Per una reale efficacia di questi strumenti vanno garantiti adeguati percorsi di formazione, a supporto di un costante aggiornamento delle competenze e a garanzia di elevati standard di produttività e di competitività aziendali. Crediamo fortemente nell’apprendistato, specialmente nell’apprendistato di primo livello, come strumento efficace per allineare domanda e offerta di lavoro, scuola e impresa, in un’ottica di aggiornamento continuo di conoscenze e competenze». «Come fondi abbiamo dato un contributo determinante alla diffusione della cultura della formazione, ma c’è ancora tanto da fare», ha concluso il presidente di Fonarcom.

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PRIVATE BANKER

Grazie a Ronaldo la Juve segna una goleada in Borsa Il costo del fuoriclasse portoghese impatterà sui bilanci trascinandoli in rosso per tre anni. Ma porterà la società a triplicare i ricavi entro il 2022, a quota 624 milioni di euro. E il valore del titolo si è già impennato di Ugo Bertone

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ltro che Trumponomics. La formula più fortunata per sbancare le Borse nel 2018 l’ha scovata Andrea Agnelli. È stato lui, presidente della Juventus, a puntare tutto (o quasi) sulla Ronaldomics, ovvero l’acquisto del calciatore più famoso del pianeta, una mossa che in un primo momento aveva suscitato più di un’inquietudine tra gli analisti, anche per le ricadute negative sull’immagine del pianeta Exor, sempre sotto i riflettori in Italia. Al contrario, la mossa si è rivelata vincente anche sul piano finanziario, oltre che su quello sportivo. Tra le poche sorprese positive di un anno grigio per buona parte del listino spicca infatti la performance stellare del club bianconero, che negli ultimi sei mesi, ovvero dalla conferma dell’arrivo a Torino della stella portoghese, ha messo a segno un rialzo del 96% (al 10 dicembre) per una capitalizzazione di 1.108 milioni di euro contro i 660 milioni circa di fine giugno. Grazie a questi numeri, il titolo potrà fare il 27 dicembre un ingresso trionfale nel gotha di Piazza Affari, l’indice Ftse Mib, una promozione garantita anche dal rispetto deL'AUTORE UGO BERTONE. TORINESE, EX FIRMA DE "IL SOLE-24 ORE" E "LA STAMPA", È CONSIDERATO UNO DEI MIGLIORI GIORNALISTI ECONOMICOFINANZIARI D'ITALIA

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ANDREA AGNELLI

gli altri requisiti dei Big: il livello degli scambi Agnelli l’ha fatto. E, almeno per ora, la sorte quotidiani (punta massima a 60 milioni, spesgli è stata favorevole. Ma al netto di possibili so oltre il controvalore quotidiano di 20 milioni “cigni neri”, la sorpresa è relativa. Un anno fa di euro) e l’ammontare del flottante. Accanto l’acquisto di Neymar, la stella brasiliana del al 66,73% controllato da Exor ed all’11,3% del Barcelona, ha comportato un esborso comfondo Lindsell Train, figurano infatti investitori plessivo superiore ai 600 molioni di euro per istituzionali, a partire da Merrill Lynch (forte lo sceicco del Qatar, cui fa capo il controllo del dell’1,15%). Ma la pattuglia promette di esseParis Saint Germain. Ancor più clamoroso lo re ben più numerosa, vista la presenza in assforzo di Abu Dhabi che ha messo assieme, semblea di più istituzioni, come il fondo penattorno al Manchester City, un pool di squasione di Royal Bank of Scotland o del Fedex dre in Giappone, Usa e Australia (marchio Employees Pension Trust. comune Football City) oggi valutato attorno E le prospettive future sono promettenti. ai 3 miliardi di dollari. L’Arabia Saudita intento Come spiega Banca Imi che ha fissato un tarunirsi al trend, anche se l’eco dell’assassinio get price di 1,40 euro del giornalista Jamaal UNA VOLTA TANTO SEMBRA AVER (contro 0,59 di fine Kashoggi ha senz’alPORTATO BENE L'INFRAZIONE ALLA maggio) il fuoriclasse tro gettato un’ombra REGOLA PIÙ FERREE DEL MERCATO: MAI portoghese, nei suoi METTERE LE UOVA IN UN SOLO PANIERE cupa sulla finale della quattro anni di consuperCoppa italiana tratto, compreso il prezzo d’acquisto, impattra Juvebtus e Milano che si terrà a gennaio terà sui bilanci per 365 milioni trascinandoli in a Gedda. Ma, si sa, certe emozioni passano, rosso per 3 anni. Ma porterà la società a tripliil richiamo del business resta. lI calcio è orcare i ricavi entro il 2022, a quota 624 milioni mai una delle manifestazioni più efficaci del (dai 557 attuali) grazie alla vendita di maglietsoft power che emana dal mondo dell’enterte e ai maggiori introiti dalle sponsorizzazioni. tainment come ha capito ol patron del Napoli, Secondo le stime del rapporto, il pareggio di Aurelio De Laurentis, ormai passato dai cinebilancio arriverà nel 2022. panettoni ai dribbling di Insigne. Ma ad approInsomma, una volta tanto sembra aver porfittarne, Juve a parte, saranno soprattutto i tato bene l’infrazione ad una delle regole cinesi di Suning (Inter) e i soci di Elliott: già si più ferree del mercato: mai mettere tutte le parla di un partner mediorientale per il Milan, uova in un solo paniere. Il figlio di Umberto il visto dei Mondiali del 2022 in Qatar.



APPROFONDIMENTI

Il denaro facile non inibisce, così chi vince al bingo, sperpera Altro che fortuna: bastano 24 mesi per dilapidare un montepremi. Colpa di certi meccanismi mentali che scattano quando il denaro arriva senza troppi sforzi di Lorenzo Dornetti *

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l 24 ottobre si è realizzata la più significativa vincita alla lotteria di tutta la storia Usa: 1 miliardo e 600 milioni di dollari. Una cifra impressionante. Ma il dato che lascia senza parole è un altro: l’87% dei “fortunati vincitori della lotteria”, ritorna povero entro 24 mesi. I baciati della dea fortuna diventano più poveri di prima in meno di 2 anni. Perché le persone perdono completamente il controllo quando acquisiscono grandi somme inattese? Una risposta scientificamente fondata arriva dalle neuroscienze. Il premio Nobel per l’economia Thaler, ha studiato il concetto di mental accounting. Le ricerche dimostrano che la propensione al rischio cambia completamente in funzione della fonte da cui proviene il denaro: nel cervello il denaro ottenuto senza fatica viene inserito nella categoria “ad alto rischio”, mentre se deriva dal lavoro o da investimenti complessi viene registrato nella sezione “basso rischio”. Chi vince alla lotteria si trova a gestire un valore enorme conseguito senza

sforzo, pertanto la percezione del rischio salnegatività legato al denaro. In un istante, chi ta completamente. Un approccio aggressivo ha tra le mani il biglietto fortunato, si ritrova e spesso poco diversificato determina ingenti dall’altra parte. Queste persone diventano e rapide perdite. oggettivamente ricche, tuttavia il loro cervello Un’altra dinamica che si estremizza in queste rimane intriso dell’associazione tra denaro e situazioni è l’ottimismo irrealistico. Il primo amoralità. Una convinzione è una densa rete ad averlo dimostrato è un altro premio Noneurale nelle cortecce prefrontali che guida bel, Kahnemann. Esil comportamento in sendo stati fortunati C'È ANCHE UNFATTORE "SENSO DI COLPA", modo inconsapevole. CHE ASSOCIA L'IMPROVVISA RICCHEZZA in passato, i vincitori Per lenire il senso di ALL'AMORALITÀ: PER QUESTO SI TENDE pensano che in futuro colpa di essere diA DISFARSI IN FRETTA DELLA VINCITA continueranno ad esventati ricchi fanno serlo. Ritengono di essere benedetti, quasi gesti esagerati e plateali per dimostrare a sé magici. Questa visione di sé determina spestessi di essere “diversamente ricchi”. Questi se correnti pazzesche, senza alcune pianifieccessi li rendono accondiscendenti prede di cazione per il futuro, nell’illusione che tutto parenti, amici, conoscenti, che di fatto traandrà sempre bene. Il terzo fattore riguarda il sformano il vincitore in un bancomat infinito. senso di colpa. Le ricerche di neuropsicologia La maggioranza di chi vince la lotteria, è un sociale dimostrano che persone cresciute in ricco a tempo determinato. Le distorsioni un ambiente finanziariamente difficile svilupcerebrali legate alla sottovalutazione del ripano una dinamica conflittuale con il possesschio, l’ottimismo irrealistico ed il senso di so di denaro. Durante l’adolescenza desidecolpa sono una mina nel cervello del fortunarano la ricchezza. Con il passare degli anni, to pronta ad esplodere. Chi vince alla lotteria in una sorta di meccanismo estremizza molte dinamiche tipiche di tutti gli consolatorio legato alla siesseri umani in ambito finanziario. Le neuro* LORENZO DORNETTI, LAUREATO IN NEUROSCIENZE ALL’UNIVERSITÀ SAN RAFFAELE DI MILANO – DOVE tuazione di povertà relativa, scienze forniscono una spiegazione chiara di OGGI LAVORA - NEL 2006, HA FONDATO TRE ANNI PIÙ consolidano l’idea che chi un fenomeno, che al di là del gossip, era inTARDI AGF GROUP, L’UNICA ORGANIZZAZIONE IN ITALIA COMPOSTA DA PSICOLOGI SPECIALIZZATI ha denaro sia una persona spiegabile. La fortuna è cieca. Le distorsioni NEL RECRUITING E NELLA FORMAZIONE DEL PERSONALE COMMERCIALE. HA DEPOSITATO IL priva di senso morale e socerebrali legate al denaro invece, ci vedono BREVETTO NEUROVENDITA©. TRA I SUOI CLIENTI: VODAFONE, ALLIANZ, SORGENIA, GEFCO, BARILLA, cialmente riprovevole. Quebenissimo. E se i veri fortunati, alla fine, fosFEDERAZIONE MODA ITALIA, BLUMARINE, WOOLRICH, sto giudizio crea un alone di sero i non vincitori? SALMOIRAGHI E VIGANÒ.

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Scoprilo con il Programma Welfare Edenred, nato dall’esperienza di chi è leader di mercato con Ticket Restaurant® Edenred. Una forma di retribuzione in beni e servizi che risponde ai reali bisogni dei collaboratori, con buoni acquisto per lo shopping e per la spesa, buoni benzina, fino ad arrivare a un pacchetto più ampio di benefit legati all’istruzione, alla salute, alla previdenza, allo sport e a molto altro. E grazie ai vantaggi fiscali introdotti dalla normativa, l’azienda risparmia e il dipendente ci guadagna.


in collaborazione con ANDAF

Digital transformation, digital mindset e competitività aziendale I nuovi paradigmi tecnologici e la dimensione "social" stanno trasformando profondamente il tessuto organizzativo, culturale e umano delle imprese. Ecco i risultati della ricerca condotta da Digital Dictionary di Andrea Cioffi * (* CEO di Digital Dictionary)

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n Italia, qual è l’atteggiamento delle imprese verso la digital transformation? Quali sono le sfide organizzative e quali le digital capabilities necessarie per un cambiamento sostenibile? Partendo da questa macro domanda di ricerca, abbiamo voluto riassumere le principali evidenze empiriche della ricerca "Digital Transformation, Digital Mindset e competitività aziendale" condotta da Digital Dictionary, con il patrocinio dell’International Advertising Association (IAA), l’Associazione Nazionale dei Direttori Amministrativi e finanziari (Andaf) e Enjoy Your Learning (EYL), con lo scopo di studiare la digital transformation e le sue implicazioni sul tessuto organizzativo, culturale e umano delle imprese. #1. La digital transformation per un nuovo umanesimo A prescindere dallo stretto signi-

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L'AUTORE, ANDREA CIOFFI, CEO DI DIGITAL DICTIONARY

ficato del termine, digital tran- nageriali, spostando l’attenzione sformation è senza alcun dubbio e gli investimenti delle imprese una delle più rilevanti chiavi di verso una rinnovata visione del lettura del panorama economi- capitale umano. La trasformaco attuale: la trasformazione, zione digitale, infatti, è prima di spesso dirompente e pervasiva, tutto espressione di un’evoluziodei contesti organizzativi abilita- ne sociale e culturale, guidata da ta dalle nuove tecnologie digitali. profondi meccanismi di condiviNell’ultimo decennio lo sviluppo sione, in cui il digitale amplifica dei Social le capacità NELL'ULTIMO DECENNIO network, individuali del Mobile, LO SVILUPPO DEI NETWORK, e dà vita a del Cloud DEL MOBILE E DEL CLOUD nuove fore degli me di umaHA FATTO EVOLVERE Analytics, GLI STRUMENTI DI LAVORO n e s i m o . insieme a Diventa esrobotica, intelligenza artificiale senziale, dunque, per le imprese e Internet-of-Everything, ha av- e le organizzazioni, aggregare viato un’evoluzione tecnica degli tale potenziale e investire sulle strumenti di lavoro, modifican- digital capabilities come garanzia do profondamente il rapporto di competitività a lungo termine. tra uomo e macchina. La digital transformation ha favorito tutta- #2. I tre settori più impattati dalvia anche un’evoluzione strate- la Digital Transformation gica di dimensioni critiche della Alla ricerca sul tema oggetto di vita di impresa come l’organiz- analisi hanno partecipato 119 zazione, la cultura e gli stili ma- imprese operanti sul territorio Italiano. La maggior parte delle imprese rispondenti è di medio - grande dimensione. Una possibile spiegazione di questa risposta è che la sensibilità verso il fenomeno della trasformazione

digitale di impresa sia maggiormente diffusa presso imprese di questa dimensione. La maggior parte delle imprese rispondenti afferisce al settore dei servizi e, più nello specifico, al settore dell’informatica, dei servizi per il marketing e l’advertising e i servizi finanziari. #3. Le figure professionali più coinvolte nella Digital Transformation Alla ricerca hanno risposto figure professionali molto diverse fra loro. La maggior parte dei rispondenti ricopre ruoli manageriali strategici, probabilmente anche a seguito della dimensione medio-grande delle imprese che hanno partecipato alla ricerca. In una logica di catena del valore, la maggior parte dei rispondenti svolge attività di supporto, mentre i rispondenti che svolgono attività primarie fanno riferimento all’area marketing, vendite e customer service. Seppur in misura inferiore hanno partecipato alla ricerca rispondenti che in impresa si occupano specificatamente della tema della trasformazione digitale.


in collaborazione con CONFPROFESSIONI

L’Europa a due velocità che frena i professionisti Nei 28 Paesi dell’Ue cresce il numero di professionisti, ma la mobilità transfrontaliera resta al palo. Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni: «La libera professione è un indicatore di ricchezza, ma la burocrazia frena la voglia di internazionalizzazione» a cura di Giovanni Francavilla

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Europa delle professioni cresce a ritmo sostenuto, ma la mobilità transfrontaliera non decolla. Tra il 2009 e il 2017 il numero di liberi professionisti è passato dai 4 milioni 800 mila del 2009 agli oltre 5 milioni 600 mila del 2017, aumentando di oltre 100 mila unità ogni anno. Eppure, sono ancora pochi, pochissimi quelli disposti a esercitare la propria attività in un altro Stato, tanto che bisogna allargare l’arco temporale a vent’anni per avere un dato statisticamente significativo. Così, tra il 1997 e il 2017 sono state poco più di 660 mila le richieste di approvazione per l’esercizio professionale in un altro Paese Ue. Sono le due facce del mercato dei servizi professionali in Europa fotografate dal “Rapporto 2018 sulle libere professioni in Italia”, curato dall'Osservatorio delle libere professioni di Confprofessioni. Da una parte si rafforza il ruolo trainante dei professionisti nell’economia e nel lavoro ovunque in Europa, al punto che «la consolidata presenza delle libere professioni nel mercato del lavoro costituisce un indicatore della ricchezza economica dei Paesi europei», afferma il presidente di Confprofessioni, Gaetano

GAETANO STELLA

Stella. «Salvo alcune eccezioni, comunitari si attesta al 16,3%, per esiste infatti una stretta relazio- una variazione media annua pari ne tra Pil pro capite e incidenza al + 2,2%. La tendenza positiva dei liberi professionisti: nei Paesi tocca un po’ tutti i Paesi dell’Uniopiù ricchi si riscontra un maggior ne europea (tranne Grecia e Norruolo e contributo delle libere pro- vegia), ma è l’Italia a trainarne lo fessioni». sviluppo. Nel nostro Paese, infatti, Dall’altra parte, però, emergono i si conta il maggior numero di libelimiti e i ritardi di una visione co- ri professionisti. Unica nazione a munitaria della libera professio- superare il milione di professionine. «Siamo ancora lontani dalla sti (a partire dal 2012), l’Italia conrealizzazione di un effettivo mer- centra ben il 19% dei liberi procato eufessionisti r o p e o STANNO EMERGENDO I LIMITI censiti nei E I RITARDI DI UNA VISIONE delle pro28 Paesi fessioni», COMUNITARIA CHE TROVA d e l l’ U conferma nione. Il ANCOEA TROPPI OSTACOLI Stella. «Il primato processo di armonizzazione av- italiano in Europa è confermato viato dall'Unione europea con la anche dal rapporto tra numero Direttiva sul riconoscimento delle di liberi professionisti e popolaqualifiche professionali incontra zione che ci colloca al secondo ancora oggi parecchi ostacoli a posto, superata solo dai Paesi livello dei Paesi membri e, in al- Bassi. Se infatti a livello europeo cuni casi, delle stesse categorie si contano mediamente 11 liberi professionali che troppo spesso professionisti ogni 1.000 abitanti, si trovano di fronte al muro della nei Paesi Bassi il rapporto sale burocrazia». rispettivamente a 19 liberi professionisti per mille abitanti e in Primato italiano in Europa Italia a 17 liberi professionisti per Torniamo ai numeri. Nonostante mille abitanti. Nella classifica stiun leggero rallentamento nell’ul- lata dall'Osservatorio delle libere timo anno (+0,4%), negli ultimi professioni seguono il Belgio, il otto anni il ritmo di crescita dei Regno Unito, la Svizzera e la Gerliberi professionisti nei 28 Paesi mania e Grecia.

Destinazione Gran Bretagna Incrociando i Paesi di provenienza e le mete preferite, la mappa dei flussi “migratori” nell’Europa delle professioni indica la Germania tra i Paesi più attivi a sostenere la domanda di mobilità internazionale, con circa 80 mila richieste. Segue la Polonia, con poco più di 65 mila e quindi la Spagna (quasi 56mila). Le richieste di trasferimento dei professionisti italiani sono state circa 39 mila (poco più di 32 mila quelle approvate): numeri che collocano il nostro Paese al 5° posto nella classifica della mobilità transnazionale delle libere professioni, sotto la media europea, e che conferma la bassa propensione dei professionisti italiani a spostarsi in Europa. Sull’altro fronte, il Paese di destinazione più gettonato è il Regno Unito: 1/4 dei flussi in uscita è diretto oltremanica. Seguono, in termini di attrattività per i professionisti europei, Norvegia e Svizzera, che raccolgono rispettivamente il 14% e il 10% dei flussi in uscita. L’Italia rappresenta una destinazione minore, ponendosi al 9° posto, con una quota inferiore al 4%, mentre invece i professionisti italiani che decidono di stabilirsi in un altro Paese puntano sul Regno Unito e sulla Svizzera.

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QUEL CHE RESTA DEL MESE in collaborazione con ILSUSSIDIARIO.NET

Il «giallo» francese ha evidenziato le due facce di Bruxelles La protesta dei gilet gialli segna un punto a sfavore dell’austerity. Peccato che nella Ue ci siano due pesi e due misure. E quindi in Italia continuerà la macelleria sociale DI PAOLO ANNONI

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on sappiamo come finirà la protesta francese e come verrà domata e soprattutto come verrà scongiurato il pericolo che degeneri e divenga incontrollabile con metodi “tradizionali”. Sappiamo però che la moratoria sul rincaro delle accise viene considerata dai gilet gialli “non sufficiente”. Perché si vuole una rivalutazione dei salari e delle pensioni, incluse quelle di invalidità. Delle due l’una: o il Governo francese riscrive subito e in modo sostanziale il 2,8% promesso alla Commissione Ue, al “lordo” del rallentamento globale del 2019, oppure la protesta rischia di andare avanti e bisogna ricorrere alle “maniere forti”. Nel primo caso si tratta di misure “assistenzialiste” di pura spesa corrente con benefici per l’oggi, ma sarebbe meglio per l’altro ieri. Una richiesta di disobbedienza alla Commissione che smonta l’immagine francese. La notizia della resa di Macron sulle accise sui maggiori siti di informazione italiani viene relegata tra le ultime posizioni… non sia mai che qualcuno si chieda cosa farà la Commissione europea ai francesi e quando i mercati inizieranno a soffiare sullo spread francese… su questo fronte c’è tutto il Paese che contache ignora quello che succede dall’altra parte delle Alpi e continua a invocare la riduzione del deficit sotto il 2%… Dove sono le invocazioni di Oettinger per incitare i mercati a dare una lezione al Governo francese? Così che im-

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LA PROTESTA DEI GILET GIALLI A PARIGI

pari a rispettare le regole… Dove sono i mercati che puniscono “razionalmente” la spesa assistenziale? Non ci saranno perché nessun investitore sano di mente si mette contro la Bce, che nel caso francese non si farà vedere ad austerity e cessione di sovranità ottenuta come in Italia nel 2012… E la Commissione europea cosa farà? A sei mesi dalle elezioni non si prenderà di certo la responsabilità di lasciare per strada la protesta regalando il consenso ai populisti francesi. Quindi la Francia per l’ennesima volta sforerà il tetto del 3% per recuperare le mini austerity degli ultimi anni che hanno lasciato la società

LA “RAZIONALITÀ DEI MERCATI” NON HA NULLA A CHE VEDERE CON UN SISTEMA, L’EURO, SENZA DEMOCRAZIA IN CUI È FACILE INIETTARE SPECULAZIONI

nello stato che abbiamo visto in questi giorni. E in questo modo salverà la sua economia, la sua pace sociale e in ultima analisi, nel breve, anche i conti pubblici. Questo mentre in Italia tutta la stampa continua a battere sul deficit del 2% al posto che del 2,4% e a dirci che se non lo facciamo meriteremo l’inevitabile punizione del mercato; e questo in uno scenario globale che fa paura e in cui senza politiche espansive subito c’è la recessione, l’esplosione del rapporto debito/Pil e la rivolta sociale. Che in Italia fa meno paura, un po’ perché abbiamo una classe dirigente che alla sovranità

sostanziale tutto sommato non tiene e preferisce tenere in vita una “narrazione europea” per convenienza o amor proprio, un po’ perché da noi si riesce ad abolire il contratto a tempo indeterminato e a fare macelleria sociale perché “ce lo chiede l’Europa” senza nemmeno un giorno di sciopero, un po’ perché nessuno osa dire come funziona veramente l’Europa, unico caso al mondo di Governo non nominato dal Parlamento, oppure può ammettere che forse l’idea di fare deficit non è completamente peregrina così come quella di “disobbedire” al Fiscal compact. Quindi tra qualche settimana la Francia si rimangerà il primo deficit sotto al 3% degli ultimi dieci anni e nessuno ne sentirà più parlare, alla faccia della “razionalità dei mercati” che ovviamente non ha nulla a che vedere con un sistema, l’euro, senza democrazia e a trazione franco-tedesca, in cui è facilissimo generare e iniettare speculazioni nella periferia. In tutto questo ci toccherà sentire per altri sei mesi le spiegazioni sul “successo” dei populisti che fanno “leva sulla paura”, quando per capire bisogna solo osservare la distanza ormai abissale tra quello che ci raccontano e la realtà e l’assurdità o la malafede di volere far applicare certe regole in certi Paesi in questa fase. Fino alla prossima puntata, in cui forse anche i docilissimi italiani scenderanno per strada. Sperando che ad attenderli ci siano ancora poliziotti e carabinieri…


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TALENT SHOW

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CI PIACE TANTI SALUTI AD AISCAT E ALLE VECCHIE LOBBY Dopo la scissione dall’Ucina, Beniamino Gavio prepara l’ingresso di Sias in Confindustria. E la politica di Governo citata da Palenzona non c’entra

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on finezza intonata al girovita, Fabrizio Palenzona – monumentale pluripresidente dell’Associazione delle concessionarie autostradali Aiscat – ha voluto ricollegare la scelta del gruppo Gavio di lasciare l’associazione, annunciata ai primi di dicembre, alla «tendenza del Governo verso un modello di concessione in house» che «rende meno interessante il futuro del settore per i grandi investitori privati». In realtà la lettera con cui la Sias – il gruppo autostradale controllato dall’imprenditore di Alessandria Beniamino Gavio – ha annunciato la propria uscita non c’entra con i Gialloverdi. La società ricorda di aver intrapreso «nuove politiche industriali che hanno puntato sulla diversificazione geografica e sulla promozione e sviluppo di progetti greenfield, sfruttando le competenze interne». Oggi «Sias non è solo gestore di concessioni autostradali, ma player globale protagonista dell’intero ciclo di vita di una infrastruttura, con particolare attenzione al tema della sicurezza: dalla promozione al finanziamento, dalla progettazione alla costruzione, dalla gestione alla manutenzione della stessa». Più chiari di così. E il trasloco di Sias è annunciato: dall’Aiscat a Confindustria, il che vale doppio, essendo stato Gavio tra i promotori della scissione di un gruppo di società cantieristiche nautiche dall’Ucina, associazione confindustriale, e quindi non essendo tacciabile di alcuna soggezione verso la confederazione. Il fatto è che i vecchi lobbisti hanno fatto il loro tempo, insieme alle millanterie di potere che hanno già funzionato troppo a lungo. E gli imprenditori di nuova generazione internazionali e dinamici come Beniamino Gavio cambiano sanamente aria.

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Il “trasloco” vale doppio perché controbilancia il divorzio da Confindustria nel settore nautico Il presidente di Fondazione San Paolo sposa il modello della società a proprietà diffusa. Come se fosse naturale e scontato

siste qualcuno, sull’orbe terracqueo, che disponga del cifrario con cui decifrare il messaggio cifrato che Francesco Profumo, già presidente del Cnr e poi ministro dell’Istruzione nel non memorabile governo Monti ed oggi presidente della Fondazione San Paolo di Torino ha mandato urbi et orbi sull’azionariato di Banca Intesa? In un’intervista esclusiva al Sole 24 Ore, Profumo ai primi di dicembre ha detto due cose: una ovvia, che cioè Intesa deve aprire all’internazionalizzazione (nelle scuole di giornalismo insegnano che quando un’affermazione ha un contrario assurdo, è ovvia, e sarebbe assurdo che Intesa non volesse internazionalizzare, come peraltro già fa); e l’altra inattesa, che cioè la banca guidata con mano ferma e risultati eccellenti da Carlo Messina deve viaggiare verso un riassetto del controllo sul modello della public company. Il che detto dal presidente del suo primo azionista suona strano. Apoditticamente, come se fosse pacifico. E perchè mai? O forse anche sì, ma sarà mai questa una materia da trattare con questo approccio leggerino, come se riguardasse un tema-bazzecola? Nel merito, che una banca sistemica delle proporzioni di Intesa non possa avere un padrone unico e totipotente, è pacifico. Ma che due grandi fondazioni, come Torino e Cariplo, con qualche socio privato di supporto, possano continuare a controllare una sufficiente quota di Intesa da proteggerla contro take-over ostili, farebbe piacere saperlo. Perché disfarsi di una simile tranquillizzante certezza? Già Pioneer è stata venduta agli stranieri, con in pancia 200 miliardi di euro di risparmio italiano. Vogliamo proseguire?

NON CI PIACE INTESA E IL PROFUMO DI «PUBLIC» Il messaggio lanciato da Francesco Profumo in un’intervista sulle pagine del Sole 24 Ore è sibillino. O forse troppo esplicito



QUI PARIGI, APPUNTI DALLA DÉFENSE

Ora in Francia il Fisco fruga nei social network Altro che postare fotografie in barca o a bordo di una supercar: anche i “segni esteriori di ricchezza” sui social verranno monitorati e confrontati col reddito dichiarato per il “data mining“ dell’amministrazione tributaria di Giuseppe Corsentino

LORO, I GAFA (GOOGLE, APPLE, FACEBOOK, AMAZON), I COLOSSI AMERICANI DELLA RETE, LE TASSE NON LE PAGANO O NE PAGANO POCHISSIME, QUALCHE DECIMALE DI PUNTO SU FATTURATI ULTRAMILIARDARI, NEI SOLITI PARADISI FISCALI, DALLE ISOLE CAYMAN AL GENEROSO STATO DEL DELAWARE.

Eppure, per una strepitosa ironia del destino, questi evasori globali rischiano di diventare, almeno qui in Francia, i migliori e i più efficienti alleati dell’amministrazione fiscale nell’eterna battaglia contro le frodi che, come si sa, possono prendere le forme più impensate e fantasiose. Infatti, grazie ad una legge appena approvata (il 24 ottobre scorso, prima della Finanziaria 2019 che voleva aumentare le accise su benzina e gasolio, scatenando l’insurrezione dei Gilet Jaunes, che hanno ottenuto il congelamento degli aumenti della Carbon Tax), il Fisco francese ora può utilizzare tutte le informazioni che gli incauti contribuenti “postano” di buon grado sui loro social, sulla pagina Facebook o sull’account di Instagram, per avviare accertamenti e indagini dagli esiti imprevisti (e, di solito, poco graditi dai diretti interessati). Basta una foto al volante di un’auto di grossa cilindrata o, sorridenti, con un mojito in mano su una bianca spiaggia caraibica (roba da far morire d’invidia amici e colleghi) per mettere sull’avviso lo speciale Service d’enquête judiciare creato con la stessa legge del 24 ottobre all’interno del ministero delle Finanze e far partire i controlli. Altro che i “like”, faccini e pollici all’insù dei propri follower.

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I “segni esteriori di ricchezza”, come si legge in uno dei primi articoli della legge, verranno prima catalogati dagli esperti informatici di questa nuova polizia postal-tributaria appena costituita a Bercy (sede del ministero) e poi confrontati con “les revenus officiellement déclarés”, con le dichiarazioni dei redditi del felice (fino a quel momento) contribuente in vacanza alle Antille o in un villone, con palmeto e piscina, sulla Costa Azzurra. Il ministro del Bilancio, Gérard Darmanin, ex sarkozista passato nelle file macroniane, quello che si lamenta (pubblicamente, sui giornali) perché nei ristoranti parigini non riesce a cenare con meno di cento euro, vini esclusi (per dire il tipo), ha annunciato la novità, con un sorrisetto sornione, sulla rete tv M6: «Faremo degli esperimenti a partire da gennaio 2019 che ci consentiranno di affinare il modello investigativo perché non è possibile che il 25% degli accertamenti fiscali non porti a nessun risultato». Poi ha strizzato gli occhietti da provinciale furbo (lo chiamano Gérard Darmalin, Gerardo l’Astuto): «I contribuenti onesti non hanno nulla da temere, perché se la villa al mare è di un amico e la supercar l’avete solo affittata per qualche ora per le foto su Instagram, non si aprirà nessun dossier giudiziario». Vero, ma si aprirà ancora di più il fossato tra cittadini e amministrazione in un Paese in cui la pressione fiscale generale (imposte + tasse + contributi sociali) è arrivata al 48% del pil (per la precisione il 48,4 come ha certificato a inizio

dicembre l’Eurostat), un livello ben superiore al Belgio (47,3%), alla Danimarca (46,5%) per non dire della Germania (al 40,5%) e della stessa Italia, ferma al 42,4%. Certo, controllare via social i super-ricchi accontenterà i mai sopiti spiriti giacobini (da ultimo i Gilet Jaunes come s’è visto) di una Francia che già nella Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo dell’89 e, più di recente, nella Costituzione della Quinta Repubblica del 1958, ha stabilito i principi della “quotité, l’assiette, le recouvrement et la durée”, in una parola l’égalité dei cittadini davanti al Fisco, ma questa novità di andare a sbirciare la vita privata dei contribuenti su Facebook e Instagram innescherà contenziosi giudiziari senza fine. E allora si capisce la prudenza del ministro Darmanin: «Nous allons pouvoir mettre les réseaux sociaux dans une grande base de données», l’esperimento ci consentirà di affinare il database dell’amministrazione fiscale, quello che gli esperti informatici chiamano il data mining, il giacimento delle informazioni. Che, almeno qui in Francia, è già ampiamente sfruttato, come dimostrano i dati della pressione fiscale: più di mille miliardi di euro l’anno di prélèvement obligatoire. Quanto si potrà mai recuperare spiando sui social? In ogni caso, i contribuenti francesi impareranno presto a utilizzare la Rete in modo fiscalmente neutro.



SHORT STORIES

E-commerce

Amazon punta sulla startup italiana Predixit L’azienda di Bezos ha scelto di impiegare i moduli di intelligenza artificiale per le PMI Amazon ha annunciato il lancio di Web Services Innovate Now. Si tratta di un nuovo portale destinato alla vendita di servizi per le piccole e medie imprese che si avvale della collaborazione di Predixit - unica startup in un gruppo di sole sette aziende Made in Italy - in qualità di AWS (Amazon Web Services) Marketplace Seller. La soluzione di Predixit è una sofisticata soluzione A.I. in autoapprendimento, una sorta di “sesto senso” digitale che si applica con rapidità ai siti di e-commerce, mettendo a disposizione diverse soluzioni di marketing automation, promozioni customizzate, suggerimenti individuali,

valutazioni personali dei comportamenti online, analisi predittive dei possibili desideri di acquisto del singolo cliente con l’obiettivo di includere nella piattaforma anche soluzioni di dynamic price e chatbot. Tutto a costi competitivi e senza la necessità di competenze tecnologiche per l’utilizzo e con un ulteriore step da sviluppare: Predixit mira a supportare il drive to store, integrando i dati archiviati online con la dimensione offline, ossia ambisce a passare dallo store virtuale al negozio fisico, e viceversa, per una esperienza di shopping fidelizzata e completa. Dieci algoritmi brevettati, con soluzione user-friendly nata a Milano che sfrutta un sistema di A.I. che (ri)conosce l’utente, ne intercetta le preferenze ma non lo “insegue” al di fuori dello store visitato, una esperienza di shopping online personalizzata ma non intrusiva. «In sei mesi abbiamo aumentato il capitale per 500 mila euro – spiega Luca Ruju, CEO & Founder di Predixit – portando il valore dell’azienda a 2 milioni di euro, prima con una campagna

Startup

HousingAnywhere, la startup fondata da uno studente della RSM Erasmus University di Rotterdam nel 2009, è la piattaforma web leader a livello internazionale per l’affitto di alloggi studenteschi. È iniziata come una piattaforma che permetteva di “scambiare” l’alloggio con altri studenti in mobilità e oggi è una piattaforma globale in cui offerta e richiesta di alloggio si incontrano. Oggi HousingAnywhere ha una squadra di oltre 70 persone, studenti internazionali e

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APERTURA A MOSCA PER ELENA MIRÒ

Il brand del gruppo Miroglio inaugura una nuova boutique nella capitale russa

di crowdfunding che ha attratto 107 investitori, chiudendo in anticipo sulla deadline con un overfunding del 350 per cento rispetto all’obiettivo e con una raccolta di 300 mila euro. Successivamente con un ulteriore aumento di capitale di 200 mila euro, il completamento della campagna di fundraising metterà Predixit in condizione di attuare il piano industriale 20192021, obiettivo di fatturato: 3,5 milioni di euro con circa 1.000 clienti B2B tra e-commerce ed agenzie, un IRR (tasso interno di rendimento) del 28% per un terminal value di 7,5 milioni».

Legal

La piattaforma che trova casa agli studenti HousingAnywhere ha oltre 500.000 alloggi ed è leader a livello internazionale

Fashion

Dazi e Iva per i diritti immateriali giovani professionisti di oltre 20 nazionalità, tutti accomunati dall’esperienza di aver studiato all’estero. L’intero team è convinto che la ricerca di un appartamento per studenti in un altro paese debba essere sicura, senza complicazioni e il primo passo verso una nuova avventura. Pertanto, l’obiettivo di HousingAnywhere è aiutare gli studenti a trovare una stanza adeguata alle loro esigenze in modo semplice e sicuro. La società ha ora deciso di concentrare le proprie forze sul mercato italiano perché Pisa è la città preferita per gli studenti Erasmus, seguita da Milano, Torino e Firenze.

Lo scorso 10 dicembre “Novità in dogana”, organizzato insieme allo studio Sara Armella&Associati I diritti di utilizzo commerciale di un marchio sono sempre rilevanti per la determinazione dei dazi e dell’IVA all’importazione? In quale modo occorre procedere dopo la nota sentenza della Corte di Cassazione 6 aprile 2018 n. 8473? Questi alcuni dei temi che sono stati approfonditi nel workshop Si approfondiranno questi temi nel workshop “Novità in dogana: diritti immateriali, royalties, rapporti infragruppo”, organizzato in collaborazione con lo Studio SARA ARMELLA

Elena Mirò inaugura a Mosca una nuova boutique nella centralissima Neglinnaya Gallery, centro commerciale di primaria importanza situato a pochi minuti dal Teatro Bolshoi e dalla Piazza Rossa. L’opening è il primo risultato del recente accordo di cooperazione siglato dal brand con il distributore Jamilco per il rafforzamento della propria politica di espansione nel Paese. Il nuovo negozio, con le sue 4 vetrine, si estende su una superficie totale di 170 metri quadrati e sarà la prima boutique russa ispirata al nuovo store concept del brand, caratterizzato da un design elegante e ricercato, realizzato utilizzando materiali premium e cromatismi caldi e luminosi che favoriscono la sensazione di comfort ed inclusività.

& ASSOCIATI, con particolare attenzione alle ipotesi, ormai sempre più frequenti, in cui le royalties siano dovute a un soggetto terzo rispetto al fornitore delle merci. Sara Armella è l’unico professionista italiano di “Greenlane”, associazione internazionale di studi professionali indipendenti, specializzati in diritto doganale e fiscalità indiretta.


SHORT STORIES

Letti per voi

Accontentarsi? Un crimine! Parola di Nadali Nel suo tredicesimo libro, “Chi non si accontenta gode”, Giorgio Nadali contro la mediocrità Ben Herbster diceva: “Il più grande spreco nel mondo è la differenza tra ciò che siamo e ciò che potremmo diventare” e Martin Luther King: “Il potere è la capacità di raggiungere degli scopi. Il potere è la capacità di effettuare dei cambiamenti”. In questo tredicesimo libro Giorgio Nadali raccoglie pensieri di performance coaching e articoli che ha scritto per importanti Testate giornalistiche nazionali, con molti spunti di riflessione per migliorare se stessi. Il tema è la crescita personale con esempi di chi, partendo da zero, ha raggiunto risultati umani, professionali ed economici altissimi. Come hanno fatto? Non si sono accontentati. Il progresso nasce sempre dal non accontentarsi. Non significa avidità o ingratitudine, ma desiderio di sfidare se stessi per realizzare i propri sogni. E’ possibile! Molti ci sono riusciti perché non si sono accontentati di quello che erano e di ciò che avevano. Con la loro scelta coraggiosa hanno fatto un grande servizio a loro stessi e alla società. Anche tu puoi! Basta volerlo veramente.

Investimenti

CASSA DEPOSITI E PRESTITI HA UNA NUOVA STRAGIA

Presentato il piano triennale con focus sull’export e il supporto concreto alle Pmi Uno sviluppo sostenibile privilegiando gli investimenti con un impatto positivo sul territorio. È questa la filosofia aziendale che ispira il nuovo

“Lo spreco della vita si trova nell’amore che non si è saputo dare, nel potere che non si è saputo utilizzare, nell’egoistica prudenza che ci ha impedito di rischiare e che, evitandoci un dispiacere, ci ha fatto mancare la felicità”. (Oscar Wilde). Accontentarsi è facile. Non richiede sforzi. La cultura minimalista e una visione religiosa distorta ci hanno insegnato a volare basso e che l’ambizione è qualcosa di diabolico, carica di superbia e arroganza. Lo zoccolo duro della nostra società è convinto che che per vivere felici, o meglio – per sopravvivere – è essenziale accontentarsi di quello che si ha e di ciò che si è. Perché aspirare ad altro? La zona di comfort è diventata così comoda che uscirne vorrebbe dire esporsi alle intemperie di un mondo competitivo. E allora ben venga una tranquilla e comoda mediocrità infarcita di convinzioni limitanti che la sostengono ogni giorno. “Non posso”, “non so”, “non conosco”, “ormai”, “sono fatto così”, “chi ha successo e soldi è disonesto”, “i soldi sono lo sterco del diavolo”, “non toccare i soldi che sono sporchi”, “non ho studiato”, “ho una famiglia da mantenere”, “sono contento così”, “ho tutto quello che voglio”… Essere mediocri è un “crimine”, se hai le capacità per essere (e avere) di più per il bene di tutti. La maggioranza ha queste capacità, ma non ne è affatto convinta. Eppure il vero peccato sta nel nascondere e non fare fruttare il proprio talento. piano triennale di Cassa Depositi e Prestiti guidata dal tandem Fabrizio Palermo, a.d., e Massimo Tononi, presidente. La società controllata dal Ministero del Tesoro con la partecipazione dalle fondazioni bancarie promette di non sprecare denaro in investimenti fuori dal proprio core business (ad esempio non punterà su Alitalia) semmai intende concentrarsi sulla gestione delle risorse interamente private costituite

Medicina

“Regions 4 Per Med”, Italia capofila Un progetto europeo per la medicina personalizzata coordinato dal nostro paese Si concentrerà su big data, sistemi integrati in sanità, innovazione, policy maker, aspetti socio-economici e industria della salute, il lavoro di “Regions4PerMed: Interregional coordination for a fast and deep uptake of personalised health”. Si tratta di un progetto europeo incentrato

Banche

Crédit Agricole entra a far parte di CBI Globe Il gruppo adotterà una soluzione per acilitare l’interconnessione tra banche e terze parti Il Gruppo Crédit Agricole Italia aderisce a CBI GLOBE, la soluzione del Consorzio CBI, il think tank di innovazione precompetitiva per l’industria finanziaria nel mercato dei pagamenti promosso dall’Abi, che consentirà a tutte le banche aderenti, anche a livello dai 254 miliardi di euro di buoni e libretti postali e dagli 87 miliardi di risorse raccolte sul mercato finanziario. Per questo per il prossimo triennio mette in campo una dote di 203 miliardi di euro di cui 111 di risorse proprie destinata al sostegno delle aziende e alla loro crescita nei mercati internazionali. Il piano si articola in quattro aree: imprese, a cui sono destinati 83 miliardi di euro; infrastrutture, pubblica

sul ruolo cruciale delle regioni per l’implementazione dei programmi di medicina di precisione e che vede l’Italia protagonista con due realtà d’eccellenza nell’ambito delle scienze delle vita, la Fondazione Toscana Life Sciences come coordinatore del progetto (Regione Toscana) e la Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica (Regione Lombardia). Dall’Europa, assegnati 1,7 milioni di euro per un percorso quadriennale che ha l’obiettivo di coinvolgere fino a 180 diverse regioni e oltre 1.000 stakeholder. Una sfida, quella della medicina personalizzata, colta ormai da molti Paesi che cerca di rispondere ad alcune criticità in termini di sostenibilità, privacy ed etica. internazionale, una maggiore facilità in materia di colloquio telematico per lo scambio di informazioni e pagamenti con terze parti, in linea con la PSD2, garantendo una migliore protezione dei consumatori. La piattaforma CBI GLOBE - Global Open Banking Ecosystem, alla quale ha già aderito il Gruppo Intesa Sanpaolo, amplierà il livello di integrazione ed efficienza nel mercato dei pagamenti, in conformità alla PSD2. La soluzione collaborativa permetterà al settore bancario un risparmio complessivo fino a 185 milioni di euro, pari a circa il 40% rispetto all’investimento complessivo altrimenti a carico del settore per l’adeguamento tecnico dei sistemi. amministrazione e territorio per un plafond di 25 miliardi; la cooperazione con 3 miliardi e, infine, le grandi partecipazioni strategiche in cui Cdp prevede la riorganizzazione del portafoglio, valorizzando l’export con il ruolo delle controllate Sace e Simest che, se fino ad oggi si sono mosse a beneficio di grandi aziende mobilitando 17,7 miliardi di euro, ora punteranno a valorizzare il ruolo delle Pmi. (Giancarlo Salemi)

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STA ARRIVANDO

PRESTA3 per info: prestatori@prestiamoci.it

Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Salvo approvazione di PRESTIAMOCI. Per le informazioni precontrattuali e per conoscere le condizioni economiche dell’offerta sono disponibili sul sito www.prestiamoci.it il documento Informazioni Europee di Base sul Credito ai consumatori (Modulo IEBCC-SECCI) e copia dei testi contrattuali (Contratto Richiedente, Condizioni di Prestito, Foglio Informativo Richiedente, Regolamento del Marketplace). Le condizioni economiche dell’offerta, nello specifico in termini di tassi applicati (TAN e TAEG) e importo delle rate mensili, potranno subire variazioni, anche significative, in funzione dalla valutazione, da parte di Prestiamoci, dei requisiti e del merito creditizio del Richiedente/Consumatore. PRESTIAMOCI S.p.A. - Sede legale: Foro Buonaparte, 12 - 20121 Milano (MI) – Capitale sociale: Euro 2.937.235,71 i.v. - Codice Fiscale e Partita IVA: n. 09800370018 – Registro delle Imprese di Milano REA: n. MI-2048775 - Intermediario iscritto all’Albo degli Intermediari Finanziari ex art. 106 TUB (c.d. “Albo Unico”) con n. iscr. 208 (cod. 33608) e sottoposto al controllo ed alla vigilanza di Banca d’Italia – Società appartenente al Gruppo Finanziario Prestiamoci iscritto all’Albo dei Gruppi Finanziari (cod. 33608).


LE PRESENZE TURISTICHE NEL NORD SARDEGNA

Il flusso dall’estero continua a crescere. E gli italiani, dopo la “crisi” del 2013, riscoprono l’isola 900.000 850.000 800.000 750.000 700.000 650.000 600.000 550.000 500.000 450.000 400.000 2008

2009

COMUNICARE L’IMPRESA Si chiama “marketing territoriale” e deve diventare l’elemento chiave della comunicazione per distretti, enti locali, associazioni imprenditoriali. È fondamentale, perché aiuta chi è fuori (ma anche chi è dentro) a prendere coscienza delle reali dimensioni del complesso fenomeno economico di cui fa parte. Abbandonando per sempre lo stereotipo di chi vuole che sia solo il Nord la locomotiva del Paese. Due esempi sopra tutti: il Nord della Sardegna e la Basilicata.

80 INNOVAZIONE LA COMUNICAZIONE FA LA DIFFERENZA

82 MATERA OLTRE AI SASSI, UN COMPARTO INDUSTRIALE CHE TRAINA IL SUD

2010

2011

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NORD SARDEGNA, DOVE INNOVAZIONE RIESCE A FAR RIMA CON TRADIZIONE L’Osservatorio economico della Camera di Commercio di Sassari traccia le prospettive economiche dell’isola. Che ha imparato a “fare squadra” per cogliere le opportunità di crescita gestendole al meglio di Sergio Luciano

C

onoscersi meglio per apprezzarsi di più, cogliere, se solo se ne vorrà prendere coscienper credere in se stessi e rilanciare le proza e gestirle al meglio. Conoscersi per cresceprie ambizioni: c’è un senso umanistico ed inre, dunque: un metodo, non solo uno slogan. sieme educativo nella bell’esperienza che di «Olbia, in fenicio, significava città felice», rianno in anno la Camera di Commercio di Sascorda nel corso del convegno Andrea Granelli, sari rinnova pubblicando un approfonditissistudioso dell’innovazione e consulente della mo – tra i migliori in Camera, specialista OPERATORI DI IMPRESA E ISTITUZIONI Italia – Osservatorio tra l’altro di mareconomico che è sta- LOCALI SI SONO ALLEATI PER FARE FRONTE keting territoriale, COMUNE SUL MARKETING TERRITORIALE, to presentato ai pri«ed è un’emozione VALORIZZANDO L’UNICITÀ DELLA REGIONE mi di dicembre con considerare che la un convegno. Obiettivo: non tanto fare sfogradice semantica del nome di questa città sia gio di dati, ma prospettare, riclassificare ed riemersa dopo millenni nel nome moderno, interpretare questi dati sull’economia e sulla con questa straordinaria positività». società del Nord Sardegna, facendo capire ai Massimo Putzu, presidente dell’Azienda di suoi operatori d’impresa e alle sue istituzioni servizi pubblici di Olbia che, oltretutto, ha locali quali straordinarie opportunità di crereso possibile la valorizzazione turistica delscita ci siano, in qualche caso ancora tutte da la straordinaria necropoli di San Simplicio, in

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COMUNICARE L’IMPRESA

pieno centro, sintetizza con efficacia tre dei tanti dati: «Nel corso del 2017 il numero delle imprese attive è aumentato dell’1,13%, l’occupazione è aumentata del 3,7% e la disoccupazione è calata dal 19 al 16,9%. Anche per questo oggi, accanto ai dati, consegneremo un premio, che abbiamo assegnato a Silvio Pippobello, amministratore delegato della Geasar, la società mista pubblico-privati che gestisce assai bene l’Aeroporto della Costa Smeralda: La nostra sfida» conclude Potzu, «è che quando si aprono le porte di cristallo dello scalo, ci ritrovi al di là in un contesto all’altezza dell’eccellenza in cui si arriva». Gavino Sini, presidente – di lungo corso - della Camera di Commercio di Sassari, introduce il dibattito con una bella metafora: «Immaginiamo di guardare i nostri dati come dall’alto di un drone, per esaminarli dalla foce, i risultati finali, fino alla sorgente, l’economia del territorio. Dobbiamo trarne risposte costruttive per lo sviluppo. I modelli di crescita locali sono più costosi, ma sono quelli giusti. Sarebbe facile McDonaldizzare la Sardegna, ma la si stravolgerebbe. Panificare col lievito

GAVINO SINI, PRESIDENTE CAMERA DI COMMERCIO DI SASSARI

madre è più lento e difficile, ma valorizza la nostra storia e conferma la nostra unicità. Invece, se noi sardi riusciremo a privilegiare la sintesi rispetto ai conflitti, traendo il meglio dalla nostra comune appartenenza, potremo ridare un senso alla nostra competitività. Noi imprenditori andiamo avanti contro tutto e tutti, compreso uno Stato che continua a caricarci di pesi. Lo facciamo perché abbiamo un sogno, il sogno della crescita. Dobbiamo far sì che venga chiusa la fabbrica dei bastoni fra le ruote che ci intralcia. E possiamo riuscirci

LO SCRIGNO DEL NORD SARDEGNA 56.022 +1,13% Imprese 2017 +2,65% Imprese agricole +1,26% Imprese dei servizi + 0,86% Imprese turistiche 25% Imprese registrate come società di capitali +2,5% Consumi di energia 37% Energia rinnovabile +1,6% Rifiuti 1,5 ML Arrivi turistici +5,6% Incremento turistico 78

sfatando un tabù: quello che in Sardegna non siamo capaci di fare squadra. Siamo capacissimi: solo che non vogliamo farlo. E invece dobbiamo! O riusciamo a ricostruire una comunità come sistema trainante o ci condanniamo a vivere in non-luoghi…». Ma per fortuna, per quanto ci sia ancora tanto da fare, altro che non-luoghi. C’è fermento, a Olbia. Fermento positivo, voglia di fare, di non dover emigrare. E Giuseppe Ruggiu, presidente degli industriali di Sassari, sottolinea tre temi che incarnano la proiezione al nuovo: «Il capitale umano, l’internazionalizzazione e il turismo. Stiamo crescendo su tutti e tre i fronti». L’intervento di Andrea Granelli, coautore e conduttore dell’evento di presentazione dell’Osservatorio, pesca il jolly: il nesso che c’è fra tradizione e innovazione. «L’innovazione di per sé è neutra, c’è molto da fare, di innovativo, col recuperare la tradizione. Occorre costruire percorsi di innovazione che siano al passo della tradizione. In fondo, etimologicamente tradizione significa consegnare qualcosa a qualcun altro. La tradizione è traduzione… Ci serve quindi un’innovazione che permetta di potenziare quest’innovazione, non annichilirla. La Sardegna, proprio per la sua tradizione talvolta ingombrante, può essere un ottimo laboratorio per attualizzare il passato e sviluppare un’innovazione che tenga insieme il nuovo con gli anziani, il futuro con la storia…». Granelli si sofferma anche sul ruolo della nuova rivoluzione industriale in atto, quella digitale: «Il vero problema è quello della disuguaglianza. Sta aumentando a dismisura. La tecnologia l’aggrava anziché ridurla, a volte. Il digitale è stato considerato come uno strumento di coesione, ma a volte è stato il contrario. Oggi la gente non sogna più perché vive di tatticismi indotti anche da un certo modello d’innovazione. La gente non sogna:


LE IMPRESE

la nostra, ha dimostrato che, pur disponendo della metà dei fondi d’un tempo a causa della riforma, ha saputo agire incisivamente e velocemente anche meglio di prima, sostenendo le Pmi pur senza trascurare le aziende grandi». Monica Cugia, una dei funzionari coinvolti nell’Osservatorio, ha ricordato che la tradizione econometrica della Camera è di vecchia data, addirittura il primo documento reperito negli archivi che si occupasse di dati risale al 1876: «Una delle vere rivoluzioni portate in Italia dalle Camere è stata quella di introdurha incubi. Occorre una nuova innovazione. E re l’informatica nell’anagrafe delle imprese, il in questo senso l’e-commerce può aiutare». che ha consentito la nascita del registro im«L’e-commerce per il futuro sostituirà l’atto di prese». fare shopping fisico per i casi in cui ci si debba Una presentazione a volo d’angelo sulla granprocurare prodotti puri, nudi e crudi. Invece de messe di dati confezionata nell’Osservatoandare per negozi a fare shopping, cioè cerrio Economico – con l’ausilio di una grafica cando prodotti-esperienza, è tutta un’altra molto chiara, semplice e accattivante – è arricosa», conclude il futurologo. vata da Francesco Piredda e Gianmario Serra, E con Pietro Esposito, segretario generale consulenti per lo sviluppo locale: «La voglia della Camera di Comdi fare impresa», ha GAVINO SINI (CAMERA DI COMMERCIO mercio di Sassari, sottolineato Piredda, DI SASSARI): «SFATIAMO UN TABÙ: si torna nel merito «risalta nella crescita QUELLO CHE IN SARDEGNA NON SIAMO dell’iniziativa camedel numero di nuove CAPACI DI FARE SQUADRA» rale: «Dinamica delle aziende, 3400, con un imprese, interscambio commerciale, sviluppo saldo positivo di 640. Sono nate anche perché demografico, energia, ambiente, lavoro, occuè stato possibile per loro costituirsi nella nuopazione, mercato immobiliare, innovazione: va formula delle srl semplificate, che abbattosono tutti temi che riguardano non solo la no i costi e incentivano l’intrapresa». vita di ciascuno di noi, ma soprattutto le im«Il nostro Osservatorio economico è anche prese che, grazie alla loro attività quotidiana, sociale», ha aggiunto Serra, «e cerca di acalimentano un sistema di informazioni utile compagnare le persone in quel percorso di per comprendere le dinamiche socio econoriconversione e aggiornamento delle commiche del periodo storico in cui viviamo. E petenze che tutti i centri di previsione indinoi, Camera di Commercio di Sassari–Nord viduano, a cominciare dal World Economic Sardegna, per assicurare agli operatori ecoForum, secondo cui entro il 2022 il 54% dei nomici un quadro conoscitivo chiaro e corretlavoratori dipendenti dovrà aggiornarsi. Le to, ogni anno predisponiamo questo studio, imprese di trasformazione digitale aumenteorgogliosi di dare un contributo d’informaranno il numero dei loro occupati. E in questo zione economica importante alle imprese. senso il nostro territorio è molto dinamico, Perché la nostra Camera, e molte altre come come i dati dimostrano».

DELL’ICT

803 ATTIVE

IMPRESE

FABBRICAZIONE PC

E COMPONENTI

35

33HARDWARE ASSISTENZA E RIPARAZIONE100 PORTALI WEB 436EANALISI DATI COMMERCIO ALL’INGROSSO

120

CONSULENZA E PRODUZIONE SOFTWARE

SERVIZI CONNESSI 42ALLE TECNOLOGIE ALTRE ATTIVITÀ DI 37 TELECOMUNICAZIONI

312

SOC. CAPITALI

STRANIERE 19

202

FEMMINILI

62 GIOVANILI 79


COMUNICARE L’IMPRESA

Il marketing dell’innovazione fa la differenza sul mercato Le aziende che hanno recepito il cambiamento in atto prevedono un maggior investimento in ricerca e sviluppo. I casi della Cle e della Cti, vincitrice del Premio Best Practices di Giuseppe Alviggi

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a settore chiave per l’organizzazione e l’audi ospitare oltre 1200 partecipanti provenienti mento del business secondo la logica tradida tutta Italia, tra aziende consolidate e startup, zionale delle 4p (product, promotion, place e creando un dialogo costante tra tutti gli attori price), a vero e proprio asset capace di creare dell’ecosistema (partecipanti, banche, investivalore, marcare la differenza sul mercato attratori, incubatori e acceleratori, etc..). verso i nuovi mezzi di comunicazione, influenLe imprese, finalmente inserite in un contesto zando politiche pubbliche e sistemi economici. economico aperto, hanno recepito questi camÈ il nuovo ruolo del piano marketing, per probiamenti, prevedendo nel piano marketing un muovere l’innovazione sul mercato di riferimaggiore investimento in ricerca e sviluppo, e mento e aumentare la propria reputazione. avviando percorsi di brevettazione delle proNel triennio 2014-2016 il 48,7% delle aziende prie innovazioni. Una visione che ha trovato italiane di industria e servizi di mercato con terreno fertile sui media nazionali e locali, non almeno 10 addetti ha svolto attività innovative. soltanto di settore. Abbiamo assistito alla naGli incentivi del Piano Industria 4.0 hanno sicuscita di un nuovo filone mediatico improntato ramente giovato al raggiungimento di questo alle “good news” delle aziende innovative, in risultato. Ma ci sono passato oggetto quasi NEL TRIENNIO 2014-2016 IL 48,7% anche altri fattori. esclusivamente di reDELLE AZIENDE ITALIANE DI INDUSTRIA Negli ultimi anni, gradazionali pubblicitari E SERVIZI DI MERCATO CON ALMENO zie al fenomeno delle o brevi nelle pagine di DIECI ADDETTI HA INNOVATO startup e allo sviluppo Economia, e contrapdi canali di finanza alternativa, tra le Pmi itaposto alla logica tradizionale del giornalismo liane si è diffusa una cultura dell’innovazione alla “bad news is a good news”. Una nuova era e del digitale, con un’attenzione al web markecaratterizzata dal paradigma dello storytelling, ting e alle nuove tecnologie. Le manifestazioni e quindi del racconto, in cui si è affermato il conazionali sorte con l’obiettivo di valorizzare e siddetto “brand journalism”. In questo quadro, i premiare le aziende innovative, di prodotto o “professionisti dell’innovazione”, ovvero i ceo e di processo, si sono moltiplicate. Tra queste, manager delle imprese, sono diventati influenil Premio Best Practices per l’innovazione orcer e front runner dei loro campi di apparteganizzato da Confindustria Salerno e guidato nenza e le aziende innovative, vere e proprie in questi anni da Edoardo Gisolfi, partner del “agenzie media di settore” e fonti autorevoli Gruppo Stratego, ha avuto il merito in 12 anni per le testate giornalistiche.

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E i social network? L’innovazione opportunamente raccontata con un linguaggio semplice e non da tecnologi incide positivamente sul coinvolgimento di utenti e potenziali stakeholder. Tutto contribuisce all’aumento della “reputazione”, parola chiave del piano di comunicazione per l’azienda innovativa. Dal Sud Italia arrivano due storie di successo: la campana Cti Foodtech srl. e la pugliese Cle srl. Due Pmi che, nel corso degli anni, hanno saputo differenziarsi sui rispettivi mercati di riferimento per la capacità di innovare e, nel contempo, di comunicare. Ecco le loro storie.

Da Salerno alla conquista del mondo

Da Salerno alla leadership mondiale nella produzione di macchine per la lavorazione della frutta. È la storia della Cti FoodTech, appena premiata alla XII edizione del Premio Best Practices per l’Innovazione di Confundusria Salerno, secondo produttore di denocciolatrici al mondo per numero di unità installate e una presenza commerciale estesa su tutti i mercati internazionali (le sue macchine lavorano circa sette miliardi di frutti). Grazie a continui investimenti in ricerca e sviluppo, ha ottenuto 100 brevetti in 20 Paesi del Mondo, un record per una piccola e media impresa del Mezzogiorno. Un risultato frutto della visione dell’ingegnere Biagio Crescenzo che ha individuato nell’innovazione e internazionalizzazione gli asset di crescita e svi-


luppo dell’azienda in un mercato volatile e soggetto ai mutamenti geopolitici. L’imprenditore salernitano, supportato da un piano marketing all’avanguardia per il settore di riferimento, ha intuito l’importanza dell’innovazione e della comunicazione nella sua professione di ingegnere prima e imprenditore poi. La Cti Foodtech ha introdotto sul mercato tecnologie come l’orientamento continuo, il riconoscimento ottico e la manipolazione automatica, realizzate in partnership con i più grandi player mondiali dell’automazione industriale, e produce le sue macchine in uno stabilimento 4.0. Elementi che, non comunicati adeguatamente, non avrebbero prodotto i risultati sperati, ovvero la conquista di quote di mercato in scala mondiale, BIAGIO CRESCENZO (CTI FOODTECH): «LADDOVE INTUIAMO UN BISOGNO, INTERVENIAMO CON UN’INNOVAZIONE E LA COMUNICHIAMO AL MERCATO»

dalla Spagna alla Cina, dalla Grecia al Sud Africa, partendo dall’Italia. Il conseguimento del brevetto, così come il lancio di una nuova macchina, la fiera internazionale, sono diventati per la Cti Foodtech i contenuti da diffondere attraverso i mezzi di comunicazione tradizionali – quotidiani, tv, radio, portali web italiani e stranieri – e i social network. L’attenzione all’immagine, dal logo, ai materiali di comunicazione (brochure, video di presentazione, etc.), ha contribuito al

GIUSEPPE ALVIGGI, PARTNER DEL GRUPPO STRATEGO

successo della partecipazione dell’azienda al Cancon 2018, il congresso internazionale rivolto alle imprese del settore della trasformazione della frutta, che quest’anno si è tenuto a Murcia, in Spagna. «Come si spiega il mio successo? Partiamo sempre da un’analisi delle esigenze del mercato. Laddove intuiamo un bisogno, interveniamo con un’innovazione e la comunichiamo», la ricetta vincente dell’imprenditore, anzi inventore salernitano.

La digital transformation parte dal Sud

A Bari c’è una Pmi tra le più innovative d’Italia, che investe in ricerca e sviluppo fino al 25% del

MARIAROSA SCHERILLO, FONDATRICE DI CLE SRL

suo fatturato annuo. Si chiama Cle srl e realizza soluzioni informatiche per pubbliche amministrazioni, Asl, Distretti Socio Sanitari e imprese di tutta Italia. È particolarmente attiva in ambito “Industria 4.0”, accompagnando enti e aziende, anche con una formazione specialistica, nel percorso di digital transformation. Amministratore Unico è la dottoressa Mariarosaria Scherillo che, come nel caso dell’ingegnere Crescenzo di Cti, partendo dalle proprie competenze e professionalità, ha messo in piedi un’azienda diventata un riferimento in Puglia e a livello nazionale, con 50 addetti, tra cui molti giovani talenti del territorio, e una rete virtuosa che coinvolge istituti di ricerca, università e associazioni. Uno dei suoi prodotti informatici di punta è Resettami, piattaforma rivoluzionaria per la gestione dell’assistenza domiciliare integrata, in grado di ottimizzare costi e tempi di presa in carico dei pazienti, e garantire elevati livelli di appropriatezza delle cure. Attualmente in uso presso diverse Asl della Regione Puglia e un bacino di due milioni di pazienti assistibili, rappresenta un’innovazione del settore capace di migliore l’offerta domiciliare integrata sul territorio. «Un modello di successo, promosso sui diversi territori attraverso una strategia di comunicazione locale e nazionale, esportabile in altre regioni con vantaggi per l’ente e per il paziente. Le prossime sfide sono l’e-procurement e il nuovo sistema informativo dei servizi sociali della Regione Campania».

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COMUNICARE L’IMPRESA

A Matera oltre ai sassi c’è l’industria a 360 gradi Da Natuzzi a Dow, passando per il contoterzismo delle Pmi locali: gli agglomerati del Consorzio Asi della Val Basento è un punto di forza strategico per il Sud Italia di Federico Pirro

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a quando è stata designata Capitale Il settore del mobile imbottito nell’ultimo europea della cultura per il 2019, quindicennio è stato interessato, nella zona Matera è agli onori della cronaca e al confine fra Puglia e Basilicata, resa faattende centinaia di migliaia di turisti afmosa dalla presenza della Natuzzi, da una fascinati dalla Città dei Sassi, proclamati ristrutturazione con perdita di unità locali dall’Unesco patrimonio dell’Umanità. Ma se e occupati, ma resistono marchi affermati, il turismo assolve un ruolo fondamentale alimentando anche il contoterzismo di Pmi per capoluogo ed hinterland, non ne rapprelocali. Fra le imprese con un proprio brand senta una componente economica esclusiva. si segnalano Tre Pi, Egoitaliano, Alfatex e Al contrario: la provincia vanta non solo Maxim, mentre il Consorzio produzione e un’agricoltura fiorente nell’area metapontiservizi opera per conto terzi; di rilievo anna fra le più fertili del Mezzogiorno con colche la Lady Cucine nota anche fuori regione. ture ortofrutticole intensive (in gran parte In Val Basento - ove fra il 1960 e il 1980 esportate e gestite furono sfruttati giaL’ULTIMA RILEVAZIONE HA REGISTRATO da Organizzazioni di cimenti metaniferi 147 AZIENDE, CON 5.253 ADDETTI. LE 50 produttori aderenti resiste una specializPIÙ IMPORTANTO OGNI GIORNO ARRIVANO in molti casi a grandi zazione chimica con A MOVIMENTARE FINO A 290 TIR Associazioni naziogli impianti di Dow nali), ma anche, se non soprattutto, un appa(prodotti poliuretanici), Equipolymers (rerato industriale con agroalimentare, meccasine per pet), Coopbox (sistemi per il packanica, chimica, farmaceutica, legno-mobilio, ging), Fapak (film per imballaggi alimentacomparto cementiero e dei materiali da cori), La.es (laminati estrusi termoplastici), struzione, impiantistica ed Ict. Le imprese Main (materiali assorbenti innovativi), Nosono insediate in agglomerati del Consorzio vatex (reti per rotopresse) e della Gnosis bio Asi della Val Basento, e annoverano anche Research (farmaceutica). qualche multinazionale. L’ultima rilevazioPresente anche la meccanica con BBC Group ne ha registrato 147 aziende, in prevalenza e Alex, (estrusi in alluminio), Comer (commanifatturiere, con 5.253 addetti, e di queponenti per macchine agricole), Co.Par.M ste 50 sono le maggiori per fatturato, flussi (costruzioni particolari meccaniche), Sidedi import-export e movimentazioni di Tir, rurgica (lavorazione di materiali ferrosi) e stimati in circa 290 al giorno. Ferrosud (riparazione di vetture ferroviarie).

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L’industria cementiera e dei materiali da costruzione, oltre alla Italcementi, annovera BRAAS (tegole per tetti in laterizio), Cogestra (conglomerati bituminosi), Smecap (prefabbricati ) e Ila del Gruppo Scianatico (travetti per solai). L’agroalimentare - accanto al famoso Amaro Lucano prodotto nell’area di Pisticci - vede in esercizio le aziende Pastai di Matera, Molino Tandoi, Latte Rugiada, e il biscottificio della Di Leo. Rinomate le fornerie produttrici di un ‘pane’ di semola di grado duro, noto come quello Dop della vicina Altamura; presenti anche Datacontact (call center) e Zeta System (logistica). Servizi offre alle aziende del territorio la Tecnoparco Val Basento, (generazione di energia elettrica, laboratori di analisi chimiche, impianto di produzione di azoto, servizi di ingegneria, di manutenzione e di sicurezza). Completano il quadro il Centro di geodesia spaziale per telerilevamenti, facente capo all’Agenzia spaziale Italiana, con 100 addetti molto qualificati, e il Centro spaziale gestito da e-Geos, collegata a Telespazio per la raccolta di dati satellitari multimissione. Insomma Matera con il suo hinterland è un punto di forza del Sud per il suo sistema produttivo multisettoriale e non solo per i celeberrimi Sassi.



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STORY-LEARNING, CHE COSA INSEGNANO QUESTE STORIE

Il successo di un'idea imprenditoriale è tutta una questione di vision. Come quella di Danilo Iervolino, che ha fondato un'università telematica per "democratizzare" il sapere, come quella di Francesco Mutti, che ha puntato tutto sugli incentivi agli agricoltori. E poi il futuro secondo Fujifilm, che impiega l'intelligenza artificiale come preziosa alleata dell'uomo e non come sua sostituta. Ecco le storie che raccontano la forza della vision

«COSÌ IN DODICI ANNI HO CAMBIATO IL MODO DI FARE UNIVERSITA'» Intervista con Danilo Iervolino, fondatore e presidente dell'Università telamatica Pegaso. Cittadinanza attiva e interculturalità, ma anche imprenditorialità e democrazia dei saperi. I successi e la vision. di Sergio Luciano sare che dodici anni fa, quando lui ha fondato l’Università telematica Pegaso, questi oltre DE NELLA STRUTTURA DEL NOSTRO MODELsettantamila studenti non avrebbero mai imLO SOCIALE», dice Danilo Iervolino, e ti viene maginato di potersi prendere una laurea, vada pensare che dietro questo giovane imprenlida a tutti gli effetti e in tutto competitiva con ditore – ha appena compiuto quarant’anni – quelle rilasciate dalle università tradizionali, c’è un esercito di oltre studiando al computer LA FILOSOFA HANNAH ARENDT settantamila studenti lezioni telematiche. Le DICEVA SEMPRE CHE IDEE E PROGETTI universitari, e allora ti nuove pratiche pedaPOSSONO FAR VIVERELE FUTURE viene anche di prestagogiche hanno fissato GENERAZIONI IN MODO MIGLIORE re molta attenzione a per la formazione una quello che dice. «Cito spesso una frase di Hannuova mission e una nuova vision: non solo nah Arendt: "L’università è il rifugio della veriquella di far crescere lavoratori competenti, tà, in cui giovani e professori si contaminano ma soprattutto di rendere i giovani maturi per per trovare idee e progetti che possono far viaffrontare le sfide della globalizzazione attravere le future generazioni in un modo miglioverso un percorso di cittadinanza attiva e di re», prosegue Iervolino, e ti sorprendi a peninterculturalità». «STIAMO VIVENDO UNA RIVOLUZIONE EDU-

CATIVA CHE HA LASCIATO TRACCE PROFON-

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Danilo Iervolino, presidente dell'Università telematica Pegaso

Presidente, però restiamo saldamente agganciati ai numeri: oltre 70 mila iscritti che fanno esami in 72 sedi e interagiscono con 600 poli di orientamento. Come avete fatto a crescere così tanto, in dodici anni? Credendoci. Ma non basta! Siete riuscire a superare di slancio il proverbiale fuoco di sbarramento scatenato dal sistema universitario tradizionale, tra i più burocratici e corazzati che esistano... Mi piace dire che, sì: per attuare questa vera e propria rivoluzione universitaria serve coraggio, bisogna destrutturare un modello orLa nuova università dev’essere inclusiva, ganizzativo gerarchico e piramidale, spesso di deve svolgere il ruolo, che tradizionalmente derivazione militare, e trasformarlo in un luodovrebbe essere compito dello Stato, di recugo della spontaneità dei linguaggi peer-to-peperare le difficoltà e i disagi dei giovani come er e della democrazia dei saperi. E proprio su dei meno giovani. Inoltre, oggi l’università questo che si fonda l’innovazione della formanon può essere solo vista come una scelta utizione on-line, attraverso nuove caratteristiche litaristica, da parte degli studenti, in termini dialogiche e testuali, adatte peraltro non solo di ritorno degli investimenti a breve. Forse è ai giovani ma anche agli over thirty, con una questo che penalizza l’Italia nelle classifiche divisione 50/50. Ocse, collocandola all’ultimo posto per numeIn che rapporto quantitativo? Quanti giovaro di laureati rispetto agli abitanti. Per queni e quanti meno giovani? sto io dico che l’Università è a un bivio, deve Direi due metà più o scegliere se diventare NELL'AREA OCSE L'ITALIA È ALL'ULTIMO meno equivalenti. parte della soluzione POSTO PER NUMERO DI LAUREATI Quindi ci sono molo rimanere parte del RISPETTO AGLI ABITANTI. COLPA tissimi lavoratori problema nazionale. DI UN MODELLO TROPPO "ESCLUSIVO" che si laureano per E lei cosa consiglia, progredire? alle altre università, s’intende? E per aggiornarsi. Sì: grazie al fatto che con È necessario che le università si aprano alla l’università telematica la lezione in aula, di società e spieghino ai propri studenti che idea formula tradizionale e quindi passiva, in cui hanno di se stesse, chiedendo loro un convinil discente si trova in una condizione di poca to sostegno alla loro missione. L’obiettivo coautonomia e di orari vincolati, e non viene stimune è vivere un’università che riscoprendo molato alla propria responsabiltà viene supele sue radici: non è più utile solo alla formarata da una forma di formazione coinvolgente, zione e alla conservazione della cultura, ma disintermediata e diretta. diventa volano dello sviluppo economico, con I vostri docenti sono nomi di primo piano, l’ambizione di produrre assetti nuovi nel meche a loro volta reinventano la propria didio e lungo termine. fattica, registrando lezioni con slide, grafici Ma quanto è importante che le università e filmati. Tutto nuovo... aiutino i giovani a entrare presto nel mon-

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ABBIAMO DESTRUTTURATO IL MODELLO UNIVERSITARIO GERARCHICO E PIRAMIDALE do del lavoro? Mah, le università continuano ad attivare percorsi del surplacement, le assunzioni di sostituzione, che sono importantissimi, per carità, non lo nego, perché i giovani devono saper intraprendere percorsi virtuosi per accedere velocemente al mondo del lavoro. Però le università più innovative devono anche accompagnare i giovani all’autoimprenditorialità, formarli affinchè, volendo, riescano a mettersi in proprio creando nuove aziende. Il suo gruppo è molto orientato in questa direzione, si direbbe... Noi abbiamo caratterizzato la nostra università con un robusto investimento in Digital Magics, cioè siamo soci del più grande incubatore digitale italiano: lo abbiamo caratterizzato anche con un luogo fisico, aprendo un coworking a Napoli, il Lab 46, dove incentiviamo l’autoimprenditorialità non solo con percorsi di formazione, ma anche con nostri microinvestimenti diretti in start-up per accelerare al massimo il germogliare delle idee di questi giovani. E poi abbiamo fondato la prima Accademia per gli startupper, sempre in tandem con Digital Magics. Insomma, credete e sostenere la formula delle start-up? Sì certo, le start-up in Italia sono circa 8500, i dati ufficiali che le descrivono sono anche


PEGASO VOLA ALTO Percentuale iscrizioni per fascia d’età/sesso

ETA’ 18-25 >33%

di cui il 40% femmine e il 60% maschi *

ETA’ 26- 35 >33%: di cui il 39% femmine e il 61% maschi ETA’ + 35>33%: di cui il 35% femmine e il 65% maschi * Per questa fascia è stata fatta una targettizzazione occupato/disoccupato: 65% occupati; 30% inoccupati; 5% disoccupati.

interessanti, ma dobbiamo ancora ben assimilare il modello anglosassone, c’è tanto da fare per inculcare ai giovani fondatori di start up la necessaria competenza per affrontare le sfide globali che vengono portate dalla rivoluzione digitale. Dunque, innovazione anche come sbocco post-universitario? Guardi, all’ultimo World economic forum si è discusso tantissimo dell’innovazione, soprattutto vista in termini di singolarità. La nostra università sta facendo uno sforzo enorme per comprendere i futuri trend tecnologici che si trasformeranno in singolarità innovative, per anticipare tutte le trasformazioni disruptive che creano nuovi modelli di servizi e prodotti. Questa è una finestra sul nuovo mondo che abbiamo noi per primi in Italia e non solo, e vorremmo portare avanti attraverso sinergie con i giovani del mondo imprenditoriale che hanno il sogno di rendere il futuro un posto migliore per tutti. Il futuro, e anche il mondo: adesso Pegaso punta all’estero. Dove, in particolare? È un percorso appena iniziato, ma lo seguiremo con la massima determinazione. Siamo già

Percentuale delle iscrizioni per corso di laurea ECONOMIA AZIENDALE > 25,38% SCIENZE MOTORIE> 19,45% SCIENZE DELLA FORMAZIONE> 15,05% GIURISPRUDENZA> 15,02% INGEGNERIA CIVILE> 8,71% SCIENZE ECONOMICHE> 4,89% SCIENZE PEDAGOGICHE> 3,68% INGEGNERIA DELLA SICUREZZA> 3% MANAGEMENT DELLO SPORT> 2,62% SCIENZE TURISTICHE> 2,19% attivi in Bulgaria e a Malta, abbiamo appena aperto in Serbia e per il 2019 prepariamo lo sbarco in Ungheria, Russia e Brasile. Stiamo ragionando su come entrare presto anche in Cina, Marocco e Tunisia. E i soldi per riuscirci? Tutti nostri, tutto viene autofinanziato, da sempre. Non prendamo soldi pubblici, abbiamo serenamente rinunciato anche ai finanziamenti statali percepiti da tutte le altre università. Siamo gli unici ad averlo fatto. Pegaso è nata il 20 aprile del 2006, siete nel tredicesimo anno. Di gran lunga la pri-

ma università telematica ad avver avviato la propria attività, dopo il varo della legge che la istituiva. Ma come ha fatto? In verità, da ragazzo io non avevo intenzione di fare questo mestiere. Volevo lavorare nella consulenza, o fare il manager di grandi multinazionali. Non pensavo a fare l’imprenditore della formazione. E allora com'è andata? I casi della vita: la mia tesi di laurea in Economia, presso l’Università Parthenope di Napoli, verteva sul franchising nei servizi. Venne notata a Salerno, dove l’Università mi convocò, affidandomi lo sviluppo di una primissima rete on-line. Ebbi così modo di studiare e di fare un’importantissima e formativa esperienza... E quando di lì a poco si aprì, per i privati, l’opportunità legale di fondare le università telematiche, mi trovai ad aver maturato nel frattempo tutte le competenze necessarie per mettere a posto le tessere di un mosaico nuovissimo per tutti. Così, quando finalmente avviai questa attività, più d’uno che all’Università di Salerno era stato mio capo, si licenziò per venire a lavorare insieme con me. Fu a quel punto che raccolsi le prime conferme del fatto di essere nel giusto. Nel cuore dell’innovazione. Un’avventura bellissima, con un cuore che ha iniziato a battere tra Napoli e Salerno.

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Dalla fotografia alla medicina il futuro è intelligente Il digital imaging che legge (quasi) nel pensiero, la diagnostica predittiva per immagini, l’individuazione dei farmaci nella ricerca: ecco la rivoluzione firmata Fujifilm. Ce la racconta Hiroaki Shimosaka di Marina Marinetti «NEVER STOP IMPROVING THE FUTURE». DAI MATERIALI INNOVATIVI PER GLI SCHERMI A CRISTALLI LIQUIDI AI CD AD ALTA DENSITÀ,

dai dispositivi ottici alla diagnostica digitale, dalla stampa offset alle apparecchiature di photofinishing, dagli inchiostri alle testine per stampanti, dai sistemi di archiviazione su microfilm ai materiali fotoresistenti per semiconduttori. E poi, certo, anche la fotografia. Dall’alto dei suoi 84 anni, Fujifilm sa cosa vuol dire essere all’avanguardia: continua a sviluppare prodotti di punta e innovativi per un ampio spettro di settori industriali. Affidandosi, anche, all’intelligenza artificiale. «Negli ultimi anni l’artificial intelligence (AI) e l’information and communication technology (ICT) stanno avendo un enorme impatto sul business e

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sulla vita quotidiana delle persone. Fujifilm è stata tra i primi ad applicare queste nuove tecnologie ai suoi prodotti e servizi», esordisce Hiroaki Shimosaka, Presidente Fujifilm Italia e VP Medical Systems Europe. «E ora continua a perfezionarsi e a espandersi per guidare l’innovazione», dice. LA RICERCA SUI MATERIALI INNOVATIVI PORTA A PRODOTTI DI PUNTA PER UN AMPIO SPETTRO DI SETTORI INDUSTRIALI, OLTRE ALLA FOTOGRAFIA

Per l’utente cosa significa? Prendiamo come esempio il settore della fotografia: Fujifilm si è impegnata nello sviluppo di tecnologie di elaborazione delle immagini che mirano a riprodurre accuratamente

HIROAKI SHIMOSAKA, PRESIDENTE FUJIFILM ITALIA

le stesse immagini viste e percepite dall’uomo e a riflettere con precisione le intenzioni delle persone. Una sorta di lettura del pensiero... Tecnologica, però: Image Intelligence è la tecnologia AI di Fujifilm sviluppata nel 2003 che incorpora alla percezione visiva dell’uomo la conoscenza e l’esperienza nella fotografia accumulata nel corso di anni e anni di sviluppo di tecnologie di analisi e valutazione delle immagini per pellicole e sistemi di imaging digitale. È stata installata per la prima volta sul Digital Imaging Controller del mini-lab digitale che si utilizza per regolare il colore del servizio di stampa fotografica. Dal 2010, poi, Fujifilm applica l’Image Intelligence anche al Photo Imaging, per l’analisi che chiamiamo Image Organizer.


A destra il Micro Needle Array per la somministrazione dei farmaci per via cutanea. Nella pagina accanto, Acuity ULTRA, soluzione industriale di stampa UV superwide ad altissima qualità

FUJIFILM È STATA TRA I PRIMI AD APPLICARE L’AI AI SUOI PRODOTTI CON UN FORTE IMPATTO DI BUSINESS Ovvero? Il nostro servizio Year Album utilizza l’Image Organizer per selezionare automaticamente le migliori immagini dal grande stock di immagini digitali di un utente e generare un singolo libro fotografico. La funzione Smart Select valuta automaticamente le immagini, selezionando quelle che hanno la più alta probabilità di venir valutate bene dalle persone. La funzione Smart Layout, poi, impagina automaticamente le immagini in un layout vivace, decidendo quante immagini devono essere visualizzate su ogni pagina e aumentando le dimensioni di visualizzazione delle immagini valutate come migliori dall’analisi dell’AI. La funzione Smart Casting, infine, ordina le immagini secondo un carattere chiave determinato dall’utente. Una bella comodità. E non è finita: quest’anno Fujifilm ha sviluppato Personalized Select, che seleziona automaticamente le immagini adatte alle preferenze di ogni persona in base alla tendenza personale di ripresa. Di più: la tecnologia Personalized Layout produce fotolibri con un formato e un’impaginazione elaborata in base alle preferenze di ogni persona. Com’è possibile? Sfrutta le informazioni degli ordini passati: più l’utente ordina fotolibri, più precisa è la

preferenza personale che può essere riflessa dall’AI. Fujifilm utilizza l’AI e l’Image Intelligence anche nei sistemi medici. In un ambiente sanitario sempre più complesso, con set di dati sempre più ampi e una crescente domanda di cure di alta qualità, l’AI ha il potenziale per cambiare la pratica medica, contribuendo a una diagnosi medica ancora più efficiente e a trattamenti medici di alta qualità. Questa la teoria. La pratica? I prodotti di imaging medico di Fujifilm incorporano il software Image Intelligence, analizzano le immagini catturate e producono una stima della struttura tridimensionale del corpo umano, identificando automaticamente specifiche aree sospette che devono essere diagnosticate. Le immagini a raggi X rielaborate dall’intelligenza artificale sono un supporto fenomenale alla diagnostica medica avanzata. Con un rebranding: Fujifilm fornirà le proprie soluzioni di supporto diagnostico dell’immagine medica, dei flussi

instax SQUARE SQ20

instax SQUARE SQ20 evolve il concetto di fotocamera ibrida, aggiungendo alle caratteristiche di INSTAX anche la possibilità di girare dei video e di stamparne poi i frame che preferiamo, oltre ad altre caratteristiche che la rendono un prodotto veramente innovativo. instax SQUARE SQ20 è disponibile in due varianti colore che incontrano perfettamente i gusti sia delle donne che degli uomini. (€ 199,90 il prezzo al pubblico consigliato).

di lavoro in ambienti clinici, e i servizi di manutenzione dei dispositivi medici con il marchio AI ReiLI. Poi ci sono le partnership. Quali? Per esempio quella con LPixel, una delle startup giapponesi leader nel campo sanitario, con cui abbiamo lavorato allo sviluppo di una tecnologia di supporto alla diagnostica medica basata sull’IA che funziona con il sistema di archiviazione delle immagini e di comunicazione (PACS) di Fujifilm. Stiamo anche lavorando allo sviluppo di una tecnologia di AI in grado di migliorare le diagnosi endoscopiche, compresa la tecnologia per la marcatura, in tempo reale, delle possibili posizioni delle lesioni durante un esame endoscopico gastrointestinale. E per quanto riguarda la ricerca farmaceutica? Abbiamo sviluppato la prima tecnologia di AI e di simulazione (AI-AAM) al mondo in grado di ricercare e progettare automaticamente nuovi farmaci candidati a partire dalla formula strutturale di un noto composto biologicamente attivo. Questa tecnologia AI si basa sulla vasta conoscenza sviluppata da Fujifilm nelle simulazioni molecolari per lo sviluppo dei materiali funzionali. Si tratta di una tecnica versatile per la scoperta del farmaco e richiede solo la formulazione strutturale di un composto attivo conosciuto per mirare ad una proteina di interesse. Così, AI-AAM è in grado di ricercare e progettare efficacemente i composti candidati. In un’epoca dominata dai linguaggi digitali, Fujifilm ha saputo rinnovare la fotografia analogica istantanea: instax - con la “i” minuscola, n.d.r. - è il leader mondiale nella sua categoria di prodotti. Nel novembre 1998, Fujifilm ha lanciato instax mini 10, il primo sistema di fotografia

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IL MAMMOGRAFO DIGITALE AMULET INNOVALITY FUJIFILM

istantanea in formato “carta di credito”. Dal lancio sono state vendute più di 30 milioni di instax. Nel 2002 se ne vendevano 1 milione di unità all’anno, all’epoca soprattutto in Giappone. Poi, man mano che i telefoni cellulari con fotocamera divennero popolari, le vendite rallentarono: nel 2004 e nel 2005 ne furono vendute solo 100mila all’anno. Una defaillance solo momentanea. instax cominciò a riguadagnare popolarità prima in Corea del Sud nel 2007, per poi diffondersi in altri paesi e regioni del mondo. In risposta a questo trend di vendita, Fujifilm ha creato un nuovo team di marketing instax e ha condotto una ricerca di mercato. Secondo la ricerca, le donne tra i venti e i ternt’anni amano instax per “la sua innovativa capacità di scattare e stampare istantaneamente una foto” e la definiscono “kawaii”, l’equivalente giapponese di “nice” perché “la stampa è unica e personale”. Dai feedback delle ricerche

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di marketing, Fujifilm ha introdotto instax stax, continua a ispirare le persone a godere Mini8 nel 2012, “the most kawaii camera in della fotografia in modi nuovi e creativi, the world”. Nel 2013 abbiamo lanciato instax instax alla conquista del mondo, potremmo Mini90, dal design più classico, estendenazzardare. do il target di riferimento a un pubblico più Nell’anno fiscale 2017, conclusosi nel marzo ampio. Da allora, Fujifilm ha continuato ad 2018, Fujifilm ha venduto 7,7 milioni di uniespandere la linea Instax, lanciando la instax tà in tutto il mondo. Per l’anno fiscale 2018, Mini70, raffinata ed elegante, e instax SHAprevediamo di vendere 10 milioni di unità. RE, una stampante compatibile con gli smarMa abbiamo una posizione di mercato solitphone che consente agli utenti di stampare da in tutti i settori di business. Nel medicale istantaneamente le foto scattate su smarsiamo leader nei PACS e nella mammografia tphone. instax offre digitale. Nel nostro INSTAX HA RIVOLUZIONATO IL MONDO l’opportunità di creaampio portafoglio DELLA FOTOGRAFIA ISTANTANEA re una storia personadi imaging clinico ANALOGICA IMPONENDOSI COME LEADER le, unica e divertente. abbiamo i sistemi a DI MERCATO IN TUTTO IL MONDO Unisce tutti i target raggi X digitali, i nuovi grazie alla fotografia stampata. scanner CT, l’endoscopio. Nel Photo Imaging L’azienda continua ad investire nello svicopriamo la maggior parte del mercato della luppo della gamma instax. fotografia istantanea con instax e la stampa Il 20 ottobre di quest’anno Fujifilm ha lanciadi immagini con carte a colori. Nelle arti grato instax SQUARE SQ6 Taylor Swift Edition e fiche la nostra lastra presensibilizzata è aminstax SQUARE Film Taylor Swift Edition, le piamente utilizzata e le nostre soluzioni di ultime novità della linea instax. I due prostampa a getto d’inchiostro di grande formadotti consentono agli utenti di scattare e dito sono ampiamente diffuse nelle applicaziovertirsi con la stampa fotografica sul posto ni industriali, con stampa su carte da parati, e sono molto apprezzati in tutto il mondo. Il frigoriferi, vetri, pelle o pietra, con risultati punto interessante di instax è la sua capacità incredibili. Fujifilm fornisce a società di stamdi scattare e stampare istantaneamente una pa, giornali e case editrici di tutto il mondo foto con un aspetto “caldo”. È un prodotto che diversi supporti e attrezzature di stampa, tra si abbina perfettamente allo stile di vita della cui pellicole per la produzione di lastre, magenerazione nativa digitale, che vuole scatteriali per prove di stampa e lastre pre-sentare foto uniche e personali ed è sempre alla sibilizzate (PS) e CTP (Computer-to-plate) ricerca di nuovi metodi di espressione persoper la lavorazione delle lastre, di cui Fujifilm nale. In tutto il mondo Fujifilm, attraverso indetiene la prima quota di mercato.

FUJIFILM X-T3

Fotografia e video senza confini grazie ai sistemi digitali sviluppati da Fujifilm. La X-T3, ultima nata, segna infatti un importante momento di sviluppo per la Serie X, un’evoluzione di quarta generazione dell’apparecchio grazie al nuovo sensore X CMOS 4 retroilluminato

da 26MP e il processore di elaborazione delle immagini X-Processor 4. Inoltre, Fujifilm X-T3

è la prima fotocamera mirrorless APS-C al mondo in grado di registrare in 4K/60P a 10 bit per soddisfare le esigenze dei filmmaker professionisti. (€1.520 per il solo corpo macchina ed € 1.930 in kit con obiettivo XF-1855mm F2.8 il prezzo al pubblico consigliato)



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Il passaggio generazionale è cruciale per l’impresa Le strategie per gestire al meglio il cambio al vertice nelle family companies. Perché il 49% delle aziende alla seconda generazione letteralmente scompare di Alessandro Bacchi

Q

uanto costa passare il testimone alla staffetta sbagliata (o non passarlo affatto)? Più o meno 25 miliardi di euro. A prendersi la briga di studiare il danno economico e sociale causato dai fallimentari passaggi generazionali delle imprese italiane è il Centro di Ricerca sulle Imprese di Famiglia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (Cerif), l’associazione senza fini di lucro che riunisce le imprese di famiglia italiane. La sua missione, “Sustaining Family Business Growth Vitality”, consiste proprio nell’osservare, studiare ed analizzare in modo rigoroso le imprese di famiglia fornendo strumenti e soluzioni a supporto delle loro attività. «Il mondo imprenditoriale italiano è costituito per l’82% da aziende a conduzione familiare, di cui il 97% hanno meno di 20 dipendenti, e ogni anno sono oltre sessanta mila gli imprenditori coinvolti nel passaggio generazionale», spiega Claudio Devecchi, amministratore unico e direttore scientifico Cerif. Seconso cui il 49% delle imprese familiari (quindi parliamo di più di 3,5 milioni su un totale di 4,3 milioni) alla seconda generazione letteralmente scompare: 16.513 passaggi generazionali che non vanno a buon fine. E il danno economico e sociale, per il sistema Italia, sarebbe quantificabile, appunto, in oltre 25 miliardi di euro. Eppure il 46%

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FOTO DI GRUPPO PER GLI IMPRENDITORI PREMIATI DA CERIF

delle imprese familiari ha già la generazione una media dipendenti per azienda pari a 200 successiva presente in azienda, ma il ricamlavoratori. In pratica, il campione caratteribio non viene pianificato nei dettagli: tre stico della pmi italiana. I modelli di passagimprenditori su quattro considerano il pasgio generazionale adottato dai “campioni” saggio generazionale un evento difficile da (in tutti i sensi) esaminati dal Cerif sono gestire e si dichiarano impreparato e solo il due: quello “semplice”, che ricorre nel 60% 22% delle aziende ha definito accordi per la dei casi, e quello “dinamico”, che interessa successione, ma spesso è una pianificazione il restante 40% delle aziende esaminate. La insufficiente. Così, differenza tra i due appena il 17% delle SECONDO UNO STUDIO CERIF IL DANNO modelli? «Nel passagPER IL SISTEMA ITALIA DEI MANCATI pmi, secondo il Cerif, gio semplice il fondaPASSAGGI DEL TESTIMONE ARRIVA supera la terza genetore/titolare passa il AI 25 MILIARDI DI EURO razione. Ma qual è la testimone all’erede ricetta per il passaggio generazionale felice? senza la presenza della discontinuità o della traumaticità», chiarisce De Vecchi: «Decide Tutta questione di fiducia semplicemente di lasciare il campo di gioChiariamo subito una cosa: di casi di succesco all’erede e si ritira in buon ordine. Ciò so di passaggio generazionale col “tira e molaccade in quanto il processo di transizione la” (quando cioè vi è un continuo e indeciso generazionale è stato pianificato per tempo lascia e riprendi tra fondatore e successore) e realizzato con efficacia. Il passaggio genee “traumatici” (per la morte improvvisa del razionale dinamico è stimolato da elementi fondatore) non ce ne sono. Segno che le idee di discontinuità interni ed esterni messi in devono essere chiare fin dall’inizio. E che il atto dal potenziale erede. Tipici elementi passaggio va pianfiicato per tempo. Cerif ha di discontinuità di solito sono: una start up analizzato i migliori passaggi generazionali, per l’erede, la crescita aziendale per acquiquelli che hanno generato un esito positivo sizioni, la managerializzazione in azienda, non solo a livello aziendale (la mera sopravlo spin-off guidato dall’erede, l’internaziovivenza già lo sarebbe), ma anche finanzianalizzazione, l’ingresso di un private equirio: si tratta di 20 eccellenze con un fatturato ty, l’innovazione. Il passaggio si conclude medio aziendale pari a 93 milioni di euro e quando il fondatore/titolare vede che i ri-


L’ESEMPIO RICEVUTO E LE “BATTAGLIE SUL CAMPO” DETERMINANO INDELEBILMENTE IL DNA DEGLI EREDI sultati di questi elementi sono positivi e dà fiducia all’eredeconsegnandogli le chiavi dell’azienda di famiglia».

Largo ai giovani

Secondo Credit Suisse, le aziende familiari quotate hanno ritorni superiori alla media. Forse perché non c’è quello scollamento tra management e proprietà che a volte fa naugrafare anche ol più solido dei business. O forse è questione di “freschezza mentale” Perché le eccellenze esaminate dal Cerif

I CASI DA CUI IMPARARE Giunto ormai alla sua ottava edizione, il premio “Di padre in figlio - Il gusto di fare impresa” promosso da Cerif ha premiato la vitivinicola siciliana Donnafugata Spa, ormai alla quinta geenrazione, perché «La successione è avvenuta in modo graduale, caratterizzata da importanti elementi di innovazione. Si segnalano in particolare l’integrazione verticale dell’attività, la modernizzazione della

CLAUDIO DE VECCHI, DIRETTORE SCIENTIFICO DI CERIF

vedono la presenza al vertice dell’azienda nel 65% dei casi esaminati di un giovane imprenditore, accompagnata da una performance economico-finanziaria forte, robusta e consistente. Si tratta di imprenditori che hanno fatto crescere il fatturato, spesso raddoppiandolo in sei-sette anni, senza aiuti esterni, ma unicamente ricorrendo all’autofinanziamento. Mica facile. Eppure, gli eredi, parallelamente a questa crescita, sono riusciti a mantenere i principali indicatori e ratio economico-finanziari molto positivi.

struttura organizzativa e una forte politica di comunicazione e di immagine, estremamente originale e fuori dall’ordinario. L’approccio fresco e innovativo degli eredi ha permesso all’azienda di superare anche la crisi economica e finanziaria del 2008. Un ulteriore elemento di eccellenza rispetto alla generalità delle imprese familiari italiane è stato la presenza di un Presidente del cda

esterno alla famiglia”. Gli altri premi? Sono andati a Cavanna Spa (Innovazione), Mantero Spa (Internazionalizzazione), Idea Spa (Giovane Imprenditore), Molino Rossetto (Storia e tradizione), Diemme Industria Caffè Torrefatti S.p.A. (Piccole imprese), Fratelli Polli Spa (Apertura del capitale), M.E. Marittima Emiliana Spa (Donne al comando), Globalpesca Spa (Fratelli al comando).

La storia familiare, l’innovazione, la giovane età dell’imprenditore, la performance economico- finanziaria: sono questi i fattori della buona riuscita di un passaggio generazionale. Tre quarti delle eccellenze esaminate dal Cerif hanno la business history familiare come elemento qualificante. «La storia della famiglia e dell’azienda di famiglia condizionano il passaggio generazionale”, precisa Devecchi: «Ciò accade perché lo stile della casa, le “tante battaglie condotte sul campo”, gli esempi ricevuti, la vita vissuta dal fondatore e dagli eredi in tutte le sue dimensioni (affettive, valoriali, materiali, psicologiche), i condizionamenti sociopolitici ed economici ricevuti, tutto ciò contribuisce a determinare in modo indelebile il dna degli eredi». L’altro fattore di successo presente nel 70% dei casi di eccellenza è l’innovazione: «La famiglia che governa l’impresa deve ricorrentemente interrogarsi su cosa ha fatto, cosa sta facendo e cosa intende fare nel futuro prossimo per alimentare il vantaggio competitivo», continua Devecchi. «Occorre quindi innovare ovunque: dentro la supply chain, nell’IT, trasformandola da routine contabile a leva di business, nei prodotti e nei processi, nei servizi resi al cliente, nelle politiche di sviluppo del personale, nelle architetture organizzative e nella politica finanziaria».

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Le isole Eolie ripartono dall’università telematica Frenare l’abbandono scolastico causato dalle difficoltà economiche dei giovani e rilanciare l’economia dell’arcipelago: il progetto di UniEolie sta dando i primi frutti di Maddalena Bonaccorso

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LA SEDE DI UNIEOLIE A LIPARI. A DESTRA, MATTEO SALIN

oniugare l’efficienza veneta con la crepresa: si parla di spendere almeno 10milaatività siciliana, per dare vita a una reeuro all’anno, e molti ragazzi rinunciano agli altà innovativa e cercare di cambiare, studi proprio per le difficoltà economiche». cominciando dal piccolo, il destino di un terMa le Eolie, questo Salin lo sa bene, hanno biritorio. Matteo Salin è un imprenditore veneto sogno di giovani formati, e di una futura classe che da sempre si occupa di informatica, e che imprenditoriale con buone basi e visione del alla fine degli anni ’90 si innamorò di Lipari, futuro: in poche parole, hanno bisogno che nell’arcipelago delle Eolie: «Presi casa in quei ragazzi vadano avanti negli studi e non si sta bellissima isola» spiega Salin, «e così co“fermino” a causa delle difficoltà economiche: minciò la mia vita da “pendolare” tra Vicenza, «Nel 2017 ho deciso di fondare un ateneo tedove avevo la mia azienda, e Lipari. Ma non lematico, che si ho chiamato “Università delle riuscivo a stare fermo nemmeno quando ero Eolie”, iniziando la collaborazione con quella alle Eolie, e diedi vita quasi subito a Eolnet, grande realtà già consolidata che è UniPegasocietà di servizi tuso (vedi intervista in INGEGNERIA, MASTER, MA ANCHE ristici e di sviluppo di questo stesso numero). CORSI DI LINGUE E DI INFORMATICA: sistemi web». In più, ho aperto un L’OFFERTA DELL’ATENEO È MIRATA Già dopo qualche ufficio “fisico” proprio ALLE ESIGENZE DEL TERRITORIO anno, con la sua ormai a Lipari, per permetteconsolidata compagnia di amici eoliani, Salin re ai ragazzi e a chiunque voglia iscriversi ai capì che era giunto il momento di fare di più, nostri corsi di avere anche un interlocutore in e di dare una mano alla popolazione isolana carne e ossa, che possa assisterli e aiutarli nel alle prese con il costo quasi insostenibile delloro percorso». Un piccolo ufficio, per una picle spese universitarie dei figli: «Parlando con cola isola. Ma il viaggio di UniEolie è appena l’ex sindaco di Lipari Michele Giacomantonio iniziato: per il primo anno di corsi i riscontri e con il presidente di Federalberghi Christian sono stati buoni, non solo come iscrizioni, Del Bono ci venne l’idea di dare vita a un cenma anche come contatti con le realtà lavoratro di formazione universitario a distanza, per tive eoliane: «La formazione che offriamo», facilitare gli studenti», racconta Salin. «Per le spiega ancora Salin, «è anche e soprattutto famiglie eoliane, infatti, far studiare i figli in Simirata alle esigenze del territorio, allo scopo cilia o in altre regioni d’Italia è davvero un’imdi costruire percorsi adatti allo sviluppo del-

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le isole e dei servizi da offrire a turisti e residenti». Le tariffe sono altamente competitive, grazie a una convenzione che permette ai residenti eoliani di risparmiare sui costi di iscrizione. Inoltre è possibile frequentare anche master post-laurea, ormai quasi indispensabili nella ricerca di un lavoro qualificato: «Una delle facoltà più richieste è quella di ingegneria, oltre ai corsi per diventare insegnante di sostegno, a quelli di inglese e ai percorsi per ottenere le patenti europee di informatica. Sono tutte materie in grado di formare professionalità che qui alle Eolie sono ricercatissime. Naturalmente il nostro scopo è anche quello di prevenire la drammatica fuga di cervelli che sta depauperando l’intero Sud, isole in testa». Ma c’è anche un’altra idea che promette bene: Salin e la sua UniEolie, infatti, stanno cercando di far sviluppare anche il settore della progettualità europea, grazie alla sinergia con l’European Association for Local Democracy. Inutile dire che se il progetto di formare professionalità in grado di esprimere progetti europei andasse realmente in porto potrebbe costituire per l’arcipelago eoliano una vera e propria chiave di volta verso uno sviluppo finalmente all’altezza del suo potenziale turistico ed economico.


A scuola di lusso nel vivaio di Lvmh L’alternanza scuola-lavoro per formare artigiani specializzati: è questa la mission dell’Istituto dei mestieri d’eccellenza Alessandro Bacchi

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i sono mestieri che non si imparano a scuola. E figure professionali che sul mercato scarseggiano. Così le aziende, grandi marchi inclusi, rischiano di impoverirsi, sotto tutti punti di vista. La soluzione? Far da sé, aprendo e alimentando un vero e proprio vivaio. Come ha fatto il gruppo Lvmh, che per sua natura necessita di mano d’opera altamente specializzata e di artigiani ad alto tasso di creatività. A luglio 2014 ha avviato l’Istituto dei Mestieri d’Eccellenza (Ime), un programma di formazione professionale basato sul sistema dell’ alternanza scuola-lavoro, concepito per formare giovani nei settori chiave per il gruppo: gioielleria, vino, moda, pelletteria, orologeria e arti culinarie. L’Ime concilia l’insegnamento in una scuola riconosciuta, con un’esperienza professionale negli atelier o nelle boutique delle Maison del gruppo Lvmh, in vari settori come la couture, la vendita o la viticoltura. Due anni dopo, l’Ime ha aperto anche in Szvizzera. Poi, nel 2017, il programma nel 2017 è approdato in Italia: a Valenza, con il corso tecnico specializzato nelle lavorazioni orafe al banco, un vero e proprio percorso di addestramento in collaborazione con For.Al (consorzio per la formazione professioanle nell’alessandrino), e a Firenze con il “Leather pro” per formare addetti alle operazioni di realizzazioni dei

UN PARTICOLARE DELLA LAVORAZIONE ORAFA DA BULGARI. A DESTRA, CHANTAL GAEMPERLE

prototipi di pelletteria, in collaborazione con Polimoda (la prima scuola di moda in Italia). Dodici partecipanti per corso, per un totale di 48 braccia a disposizione delle maison Lvmh. Il tutto interamente finanziato dalle regioni Toscana e Piemonte. Altro che apprendistato. «L’Istituto dei Mestieri d’Eccellenza sottolinea il ruolo chiave dei maestri professionisti e dei tutor nella trasmissione del loro savoir-faire e della loro esperienza», spiega Chantal Gaemperle, Direttore risorse umane e sinergie del gruppo: «I nostri mestieri si inseriscono nei percorsi professionali di lunDEI 500 GIOVANI FORMATI, QUASI IL 90% HA TROVATO LAVORO. TRE QUARTI DI LORO SONO STATI ASSUNTI DALLE MAISON DEL GRUPPO

go periodo: tutti i collaboratori del gruppo si impegnano alla conservazione e alla valorizzazione di questo patrominio, e sono orgogliosi di contribuirvi attraverso questa originale iniziativa». Nel 2018 l’IME ha raggiunto quota 500 apprentis (300 studenti degli anni precdenti e 200 nuovi apprendisti) in collaborazione con le scuole specializzate nelle proprie discipline in Francia, Svizzera e Italia. Un piccolo esercito di artigiani altamente qualificati che, come si può immaginare, non ha faticato a trovare lavoro: quasi il 90% di

loro si è collocato nel settore. Di questi, due terzi oggi lavorano nelle maison del gruppo Lvmh, da Bulgari a Louis Vuitton, da Christian Dior a Givenchy, passando per l’alta orologeria di Hublot, Zenith, TagHeur. La diffusione dell’Istituto dei Mestieri d’Eccellenza LVMH a livello europeo si rafforza grazie a numerose nuovi percorsi di formazione e a una rete di collaborazioni sempre più in espansione», continua Chantal Gaemperle. Sono 15 le scuole che colaborano col progetto in Francia, Svizzera e Italia (e tra queste due università, la Sorbonne Nouvelle e la Ca’ Foscari) e 32 le maison partner nei settori chiave del business Lvmh. Al suo quinto anno, il 2019, il programma si arricchisce di un corso di pasticceria, cucina e catering in collaborazione con il Centre Européen des professions culinaires di Parigi e di ben tre nuovi corsi in Italia: calzature femminili al Politecnico calzaturiero a Capriccio di Vigonza (Veneto), calzature maschili in collaborazione con l’Académie du savoir-faire Berluti di Ferrara e un vero e proprio Master in Luxury, customer advisor retail sales program all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Che abbiamo scritto in inglese non a caso: sarà l’unica lingua che si utilizzerà al corso di specializzazione.

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Se premia qualità e origine il pomodoro si fa oro rosso Francesco Mutti, fresco di nomina alla presidenza di Centromarca, spiega la sua politica di incentivi agli agricoltori. Un modello che mantiene il marchio tra i top seller del mercato mondiale di Alessandro Luongo

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a qualià paga. Letteralmente. Quella del pomodoro, per esempio. O meglio, del Pomodorino d’Oro, il premio lanciato nel 2000 per stimolare gli agricoltori a raggiungere l’eccellenza di qualità nella produzione di pomodoro. Francesco Mutti, amministratore delegato dell’omonimo gruppo, primo trasformatore italiano in termini di capacità produttiva dell’ “oro rosso”, a novembre ha elargito riconoscimenti monetari per 130mila euro ai primi 40 agricoltori che si sono distinti per gli alti standard del pomodoro conferito (almeno 500 tonnellate a testa la quota minima). «Da anni investiamo milioni di euro nella materia prima e su una categoria che è spesso banalizzata», eviden-

FRANCESCO MUTTI CON IN MANO IL “POMODORINO D’ORO”

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zia il patron di Mutti, fresco di nomina alla in più rispetto all’indice di prezzo pattuito. La presidenza di Centromarca, l’Associazione ricerca della qualità si traduce in una politica italiana dell’industria di marca. Cinquant’andi premium price con un +16% rispetto alla ni, laurea in Finanza & Management all’Unimedia del mercato del nord dell’Italia (+9% versità di Cardiff, Cavaliere del Lavoro, Mutti rispetto alla media di mercato per effetto è dal 1994 alla guida della selezione e +7% OGNI CARICO CHE ARRIVA NEI TRE dell’azienda di famitra premi, incentivi STABILIMENTI È SOTTOPOSTO glia (278 milioni di e servizi). Ma per le A NUMEROSI CONTROLLI RIGOROSI euro di fatturato nel produzioni tipiche E LAVORATO IN POCHE ORE 2017), realtà di punta del Sud Italia, l’indice dell’industria agroalimentare italiana, predi prezzo può arrivare fino a +30% rispetto sente in 96 paesi del mondo e leader nazioal prezzo base di acquisto. nale nel comparto del rosso. Grazie alla poli«Ogni carico di pomodori che riceviamo nei tica d’incentivi e premi per le buone pratiche nostri tre stabilimenti è sottoposto a numein campo, Mutti nella campagna 2018 ha corrosi controlli rigorosi», aggiunge l’ammirisposto ai suoi mille conferitori circa il 6% nistratore delegato: «Tutto è trasformato in poche ore in polpa, passato e pelati, dal momento della consegna che avviene in genere ogni anno dal 20 luglio alla seconda metà di settembre, in base alle variazioni climatiche». Parliamo dell’80 per cento del pomodoro rosso (Mutti lavora solo quello maturo): la rimanente parte, destinata ai sughi pronti, viene lavorata in un secondo momento, durante l’inverno. I numeri sono impressionanti: 2.845 milioni di quintali di pomodoro trasformati nello stabilimento principale di Montechiarugol, in provincia di Parma; oltre 2 milioni di quintali nel nuovo sito produttivo (acquisito a fine 2017) di

ABBIAMO INVESTITO MOLTO IN TERMINI TECNOLOGICI E CULTURALI AL SUD


altro podere rispetto a quello iniziale e arridistribuzione selettiva e qualitativa la sua pevando fino a possedere 13 stabilimenti alla netrazione nei mercati dell’Australia, Russia fine dell’Ottocento. Allora era indispensabile, e Stati Uniti, dove nel 2017 è stata fondata la infatti, avere sul territorio più impianti di laMutti Usa Inc. E questo grazie all’ingresso nel vorazione, vista la difficoltà di trasporto della capitale dell’azienda, con una partecipazione materia prima se non con i cavalli o i buoi. del 24,5%, di Verlinvest, fondo belga, società Nel 1951 arrivò il concentrato di pomodoro di private equity sponsorizzata dalle famiglie in tubetto di alluminio, un formato davvero Les Spoelberch e Méviuon, tra gli azionisti innovativo rispetto alla latta. Introduzione principali del colosso della birra AB-InBev. che proietta l’azienda ai vertici dell’industria «Hanno investito una quota di mercato con conserviera, superando la diffidenza iniziale una prospettiva a lungo termine che ci perper un formato fino allora riservato solo a metterà di crescere all’estero», commenta paste, creme e dentifricio: una rivoluzione l’ad. Da noi Mutti predomina il mercato di firmata Ugo Mutti che conquistò il favore dei alta gamma nella lavorazione del pomodoro consumatori, grazie alla straordinaria pratida un decennio, «ma il nostro Paese risente cità e facilità di conservazione. Nel 1971 la di una certa flessione per la riduzione dei polpa di pomodoro in finissimi pezzi, ottenuconsumi e mutazione degli stili di alimentata attraverso un prozione. Cresce invece Collecchio; infine, quasi 500mila quintali in cesso di lavorazione a OGGI IL GRUPPO È PRESENTE IN 83 PAESI la domanda in GerE HA UN FATTURATO DI 278 MILIONI quello di Fiordagosto-Oliveto Citra (Salerno), freddo. mania, ad esempio, DI EURO. L’EXPORT CRESCE DEL 20% dedicato alle specialità tipiche del Sud, come Oggi il gruppo Mutti ma non nei paesi dove L’ANNO, SPECIE NEL NORD EUROPA il pomodoro lungo e il ciliegino. E ancora: la è presente in oltre 83 è più radicata la dieta materia prima è italiana e proveniente da paesi al mondo, con un fatturato netto totale mediterranea». aree certificate con coltivazioni open air. Non nel 2017 di 278 milioni di euro (190,9 in ItaNon mancano, infine, le novità dell’ultima in serra dunque: una differenza ambientale lia, e 87,2 all’estero) e con una previsione di ora. Come la completa conversione alla racdi rilievo, tale da spiegare la grande cremosiraggiungere i 330 milioni di euro a fine 2018 colta meccanizzata del prodotto raggiunta tà e densità della passata Mutti. anche grazie a un consolidamento dovuto a con la campagna 2018, attiva su tutte le tiUna storia ultracentenaria, quella del marun’acquisizione. L’export cresce addirittura pologie di pomodoro in ogni area di produchio, iniziata nel 1899 con il bisnonno Mardel 20%, e pesa per il 33% circa soprattutto zione. Questo con l’obiettivo di evitare qualcellino Mutti, la cui famiglia si trasferì dalla in Francia e nei paesi del Nord. Non solo Eusiasi forma di lavoro manuale non qualificato collina alla pianura di Parma, acquistando un ropa tuttavia: Mutti sta affermando con una (vedi l’annosa questione del caporalato che affligge il settore nel Sud Italia) e sostenere l’adozione delle migliori pratiche agricole. La cernita del pomodoro, anche di quello più difficile da raccogliere con questa innotonnellate di prodotto nel 2018 vazione, il ciliegino, è effettuata con selettori quintali di pomodoro trasformati a riconoscimento ottico. Un’innovazione che a Montechiarugolo (PR) non penalizza l’occupazione, ma la qualifica: un aumento del personale stagionale si regidi quintali trasformati nel nuovo sito produttivo stra difatti nei tre stabilimenti. Pomodoro 43044 «Per la verità – precisa Francesco Mutti – quintali a Fiordagosto-Oliveto Citra (SA) nell’Italia settentrionale la raccolta del pomodoro rosso è meccanizzata da trent’anni, le famiglie di agricoltori e conferitori con rapporti mancava solo il Sud, dove abbiamo investito consolidati e di lungo periodo molto in termini tecnologici e culturali. Perdipendenti più stagionali ché la tecnologia non basta se poi i terreni non sono predisposti dall’agricoltore per la milioni di fatturato previsti nel 2018 raccolta meccanizzata».

NUMERI

539.185 2.845.000 2.000.000 500.000 400 1.340 330

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Troppi decibel fanno male persino al business La soluzione per creare oasi di lavoro senza metter mano agli impianti sono gli “acquari” autoportanti. Che sono stati selezionati per il Compasso d’Oro di Marina Marinetti

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rovateci voi a fare una telefonata in un openspace. Se vi va bene, persino lo stagista dalla sua postazione accanto all’ingresso (e a ridosso del bagno) riuscirà a sapere tutto, ma proprio tutto, dei fatti vostri. Se vi va male, invece, l’interlocutore all’altro capo della linea non riuscirà a percepire null’altro che il fastidiosissimo brusio di fondo, dato che per non farvi sentire dallo stagista di cui sopra probabilmente starete sussurrando che manco in un confessionale. Ecco perché la crisi è completamente estranea a chi realizza pareti divisorie, come si chiamavano quarant’anni fa, perché ora si definiscono “sistemi modulari di architettura per interni”. Il sistema MEC 102 con le pareti opache in pannelli lignei che ha fatto la fortuna di Universal Selecta nei primi anni ’70, per esempio, è ancora in produzione. L’azienda oggi fattura una decina di milioni di euro ogni anno (e non solo in Italia). «Ma nel frattempo i nostri sistemi si sono evoluti», precisa Marco Predari, architetto dell’office design prima partner, poi socio del fondatore (e attuale amministratore delegato) Eugenio Pasta e dallo scorso anno presidente dell’azienda milanese (di Milano-Milano, bisognerebbe dire, giacché ha davvero sede in città). «Una parete deve dividere uno spazio, isolare acusticamente e fornire elementi mobili con una funzionalità specifica, e questo è difficile»,

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IL SISTEMA CHAKRA DI UNIVERSAL SELECTA

spiega Predari. «La qualità intrinseca dei sistemi modulari di isolamento acustico sta nel fatto che si può fare confusione in un ambiente silenzioso come una biblioteca, o viceversa isolarsi in un ambiente rumoroso come un aeroporto». Il tutto grazie a un abbattimento acustico intorno ai 42 decibel ottenuto grazie all’impego di cristalli stratificati a sandwich con film fonoassorbenti interni. Il fiore all’occhiello dell’azienda è il Chakra: «Un sistema di isole autoportanti che non necessita di fissaggio né a pavimento né a soffitto». E se l’effetto acquario non piace, basta scegliere vetri opachi oppure applicare pellicole o pannelli ancorati alla struttura, o ancora inserire nella cavità del doppio vetro una veneziana per creare intimità all’occorrenza. «Alla torre delle Generali ne ab-

MARCO PREDARI

biamo piazzati un centinaio di questi “arnesi”». Che hanno cinque brevetti e che hanno valso a Universal Selecta la selezione per l’ADI Design Index (categoria “design per il lavoro”), ovvero il Compasso d’Oro. «Una bella soddisfazione», commenta Predari. Il sistema è stato scelto, tra gli altri, da Enel, Generali per Torre Hadid, Nespresso, Zambon Farmaceutica, Ibis Hotel, Edison. E persino dal Museo della Scienza e Tecnologia di Milano. Siamo una delle poche aziende ad aver affrontato il processo di certificazione CE sul sistema parete nel suo insieme». Ma quanto costa un’oasi di privacy? «Un modulo da 3 metri per 4 viene montato da quattro uomini dall’apertura della scatola all’attivazione dell’interruttore della luce in una mattinata, con cablaggi completi e costa fra i 15 e i 20mila euro». Il plus? La possibilità di cambiare idea. L’Hotel Ibis di via Finocchiaro Aprile, a ridosso dei Bastioni di Porta Venezia a Milano, ha impiegato Chakra nella propria reception come spazio di lavoro isolato, per poi convertirlo in temporary shop. Nespresso, invece, l’ha impiegato come temporary corner al Centro Sarca. «Il sistema Chakra ci ha consentito di uscire dal mondo dell’ufficio per aggredire settori diversi altrimenti non raggiungibili. Adesso stiamo persino valutando la produzione di cellule bagno autoportanti per alberghi di lusso».


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L’olio di qualità che sa portare in Cina i sapori dell’Umbria Coricelli continua a incrementare la sua quota di mercato in Italia e all’estero. E lancia una nuova linea di prodotti per palati raffinati

di Oreste Ferrari

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na raccolta che si annuncia particolarmente avara anche nel 2018 con conseguente aumento dei prezzi al litro: l’olio di oliva italiano, uno dei capisaldi del Made in Italy, sta vivendo un momento piuttosto complicato. Se prima la partita per la “supremazia” nella produzione di olio era circoscritta a Spagna e Italia (che mantengono le prime due posizioni a livello mondiale), il Maghreb sta iniziando a rappresentare un competitor sempre più credibile: la Tunisia, ad esempio, è passata in cinque anni da 70.000 a 220.000 tonnellate di olio, mentre l’Italia, per il 2018, prevede una produzione in calo del 38% a 265.000 tonnellate. Alcune regioni italiane, come ad esempio la Puglia – che rimane leader nel nostro paese con 87.000 tonnellate prodotte – ha registrato un calo del 58%, complice anche l’infezione della Xylella che tanti guai ha portato tra Tavoliere e Salento. Una delle soluzioni per uscire dall’impasse è esportare il prodotto, dove continua ad essere particolarmente apprezzato. È il caso della Coricelli, l’azienda olearia umbra (lo stabilimento principale è a Spoleto) che ha progressivamente incrementato la propria quota di export e oggi vanta poco meno del 60% di revenues provenienti da altri paesi. In particolare Stati Uniti, Brasile e Sudafrica. La Cina, poi, è uno dei mercati su cui l’azienda sta puntando maggiormente, con un incremento della quota di mer-

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LO STABILIMENTO CORICELLI IN UMBRIA. A DESTRA CHIARA CORICELLI, AD DELL’AZIENDA

cato dal 5 al 6% nel 2018, dopo una presenza che dura ormai da tre lustri. Il 2017 si è chiuso con un fatturato global di 110 milioni di euro e il primo semestre del 2018 ha fotografato conti in salute e una notevole possibilità di crescere ancora. Nei primi sei mesi di quest’anno, infatti, si è registrato un +20% a volume e +18% a valore anno su anno, con un fatturato di circa 63 milioni. «IL MERCATO DELL’OLIO È PERCEPITO COME STATICO, MENTRE NOI SIAMO CONVINTI CHE SI POSSA E SI DEBBA FARE INNOVAZIONE ANCHE QUI»

La strategia? Un rilancio del mercato nostrano, con una crescita in termini di volume del 70% e una quota di mercato – in aumento – del 5%, grazie a un ampliamento della rete di vendita e all’ampiamento dei canali tradizionali della Gdo. In Italia Coricelli si assesta su una quota di mercato del 4,9 % secondo le ultime rilevazioni AC Nielsen (Gen-Giu 2018), in crescita del +1,9 rispetto allo stesso periodo del 2017 e in controtendenza rispetto al resto del mercato che, secondo rilevazioni AC Nielsen, è in calo nel periodo del 2,8%. Ma non di solo olio di oliva può vivere Coricelli: grande successo, infatti, sta riscuotendo la linea Ethnos, olii speciali dedicati ai palati più esigenti che ricercano prodotti con elevate

proprietà nutrizionali. Nel primo semestre di quest’anno, infatti, le vendite di queste diverse tipologie che vanno dal cocco all’argan, dalla noce alla canapa. Oli certificati biologici e di sola spremitura che sono stati scelti dalle maggiori catene distributive italiane come Coop e Conad. «Il mercato dell’olio è percepito come statico dichiara Chiara Coricelli, Amministratore Delegato del gruppo e prima donna a ricoprire questo incarico –, noi siamo convinti invece che si possa e si debba fare innovazione anche in questo mondo e la nostra scelta di introdurre gli oli Ethnos ci sta premiando». Se Coricelli avanza a piccoli passi in Italia, all’estero è uno dei brand più conosciuti e distribuiti presente in 110 paesi nel mondo con una quota di export del 60%. I principali mercati sono rappresentati da Stati Uniti, Canada, Giappone, Polonia e Cina dove l’azienda è presente da 15 anni, ma anche Belgio, Brasile, Germania, Corea del Sud e Romania. Proprio per la continua attenzione rivolta all’estero, e con l’obiettivo di diffondere in tutto il mondo la cultura dell’olio e della dieta mediterranea, nel 2013 l’azienda ha introdotto per i mercati esteri la linea di pasta, aceti, sughi e pelati a marchio Coricelli.


Barbara Cavicchia, Marketing food and beverage director di Unilever, e Luca De Nigris, amministratore delegato del Gruppo De Nigris

Se la family company si allea con la multinazionale Il colosso Unilever stringe una partnership con i maestri acetieri di De Nigris per il lancio di un nuovo condimento. Così i “piccoli” possono aggredire la grande distribuzione. E i grandi puntare sull’eccellenza di Alessandro Bacchi

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volte gli affari vanno così bene che è difficile trovare un modo per farli andare ancora meglio. Ma c’è sempre un modo. Per esempio, stringendo un’allenza strategica con un partner che può portarci a vette altrimenti irraggiungibili, sfruttando l’onda della tendenza salutista e degli abbinamenti culinari inediti. Un esempio? La santa alleanza tra Unilever e De Nigris. La prima, un colosso da 52,7 miliardi di fatturato che impiega 169 persone in tutto il mondo e ogni giorno entra nelle case di 2,5 miliardi di consumatori in 190 paesi. La seconda, una family company alla quarta generazione che fattura 78,5 milioni di euro (dato 2017), con una quota del 24% della produzione di aceto balsamico di Modena IGP in Italia e una capacità produttiva di 30 milioni di litri l’anno nei quattro impianti dislocati tra Campania ed Emilia Romagna. La seconda produce, la prima distribuisce. E porterà la secon-

da in pole position sugli scaffali della grande distribuzione, grazie a una nuova categoria di prodotti rigorosamente made in Italy, ovvero i condimenti con ingredienti naturali a base di aceto e superfood come curcuma e zenzero, che per ora esiste solo nei laboratori dove è stata sviluppata e sarà sugli scaffali non prima della “stagione delle insalate” (anche se condirà anche carne e pesce), ovvero la primavera, in concomitanza con una massiccia campagna pubblicitaria e di sampling nei punti vendita. «La partnership con De Nigris è davvero l’esempio migliore di innovazione nell’ambito degli obiettivi fissati dall’Unilever Sustainable Living Plan, tra cui quello di migliorare il benessere delle persone entro il 2020», spiega Barbara Cavicchia, Marketing Food & Beverage Director di Unilever: «Le abitudini alimentari degli italiani si stanno spostando verso una direzione healthy come dimostra anche l’aumen-

to nel consumo di verdure che, unite a frutta e proteine, diventano un vero pasto. Il mercato dei condimenti, però, è rimasto ancora tradizionale, non riuscendo a soddisfare i nuovi bisogni dei consumatori. Calvé, da sempre sinonimo di qualità, tradizione e innovazione, è il marchio di salse più amato dagli Italiani e ha le credenziali giuste per entrare e innovare nella categoria dei condimenti a base aceto. Abbiamo scelto un’azienda come De Nigris per dare una svolta al mercato dei condimenti e portare sullo scaffale degli aceti una fresca ondata di innovazione». De Nigris, che vanta una tradizione oltra centenaria (classe 1889 e scusate se è poco) non è nuova agli exploit originali, con le sue boutique monomarca che offrono aceti d’autore, perle d’aceto, riduzioni e altre chicche per palati esigenti. «Siamo molto orgogliosi della partnership con Calvé perché riconosce di fatto il nostro ruolo di category specialist nel mondo aceti e condimenti», dice Luca de Nigris, amministratore delegato del gruppo, «Ruolo che si deve non solo alla leadership che ci vede primi produttori di aceto balsamico di Modena I.g.p ed export leader con il 27% di quota in oltre 70 Paesi, ma soprattutto alla capacità di innovazione nel mondo condimenti a base aceto attraverso prodotti in grado di dare valore a uno scaffale molto tradizionale. Basti ricordare il grande successo di MelaMadre, l’aceto da bere, messo a punto dall’Accademia De Nigris e oggi considerato alla stregua di un vero e proprio sorso di benessere». Un’operazione win-win, dove l’uno ha necessariamente bisogno dell’altro. A prescindere dalle “dimensioni”. Così, il packaging presenterà entrambi i brand sulla confezione. Ma il posizionamento sarà assolutamente “democratico”: il prezzo consigliato al pubblico sarà di 3,99 euro per il vasetto (rigorosamente in vetro, però) da 250 grammi.

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Per il 55mo Sicily By Car si regala la Borsa Forte e fiero della sua storia imprenditoriale di successo, il fondatore Tommaso Dragotto si prepara allo sbarco a Piazza Affari nel segmento Star del mercato Mta di Sergio Luciano

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antasticare sul futuro” è la mia frase magica»: Tommaso Dragotto, fondatore e presidente di Sicily By Car, ha festeggiato nei giorni scorsi al Teatro Massimo di Palermo i 55 anni della sua creatura, fondata e mantenuta in Sicilia attraverso una galoppata di sviluppo che la porta ad avere oggi 500 dipendenti, 20mila auto e 55 sedi in tutta Italia oltre che in Albania e, presto, in altri Paesi stranieri, continuando nell’Est Europa. Ma sul futuro non c’è solo fantasticheria, anzi: c’è anche programmazione concreta, come l’accordo appena raggiunto – è stata la notizia della serata – con Banca Intesa ed Ernst Young per portare l’azienda alla quotazione in Borsa nel 2020. Oltre 1200 persone - in prima fila il governa-

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TOMMASO DRAGOTTO IN UN MOMENTO DEI FESTEGGIAMENTI

tore della Regione siciliana Nello Musumeci e il sindaco Leoluca Orlando – ospiti da tutta Italia ad applaudire il sorridente imprenditore e lo straordinario spettacolo dei Kataklò Athletic Dance Theatre offerto da Sicily By Car, ma anche a riflettere su un fenomeno meridionale, È STATO RAGGIUNTO L’ACCORDO CON ERNST & YOUNG E BANCA INTESA SANPAOLO PER PORTARE L’AZIENDA ALLA QUOTAZIONE NEL 2020

uno dei tanti – perché sono tanti – ma particolarmente meritorio perché non ha mai rinunciato ad affermare se stesso, a farsi conoscere, rivendicando la propria qualità e utilizzando con determinazione la risorsa della pubblicità.

Anzi, Tommaso Dragotto è stato antesignano rispetto a molti colleghi imprenditori nell’uso della propria immagine personale come testimonianza di impegno e serietà dell’imprenditore verso i suoi clienti. Così una festa di compleanno – peraltro sontuosa e calda, da evocare le immagini di Luchino Visconti per il suo “Gattopardo” - è diventata qualcosa di più, una sorta di convention programmatica allegramente concentrata. Dragotto ha chiamato con sé la moglie, Marcella Cannariato per condividere con il pubblico i nuovi traguardi: l’espansione internazionale, ma anche le strategie mirate sulla mobilità ecologica con vetture 100% elettriche ad alta autonomia di percorrenza e, novità assoluta, la


quotazione nel segmento Star del mercato Mta di Borsa Italiana nel 2020. A intrecciarsi con tutto questo, una costante e riaffermata passione sociale per la sua terra, la Sicilia: «Mi rivolgo a tutte le istituzioni qui presenti perché il miglior modo di festeggiare questi 55 anni della Sicily by Car è quello di guardare al futuro e intendo il futuro dei nostri giovani ed il futuro della nostra terra», ha detto dal palcoscenico Dragotto, aggiungendo: «Dobbiamo avere la certezza che quest’isola diventi la patria della professionalità e del business affinché i giovani possano finalmente Già, la Sicilia, e Palermo, «la città che io adoro. restare in Sicilia». Non avrei potuto festeggiare in nessun altro «Molti di voi penseranno che io viva questa posto se non a Palermo, dove sono nato e dove ricorrenza come un traguardo: io dico invece ho deciso di restare, malgrado moltissimi inviti che i 55 anni della Sicily by Car rappresentano a trasferirmi al Nord», ha detto il fondatore e lo strumento per guardare avanti», ha detto presidente di Sicily By Car Tommaso DragotDragotto, «per fantasticare su un futuro semto ai suoi ospiti: «La pre più eccitante, e per tutti sogni da realizza- A INTRECCIARSI CON I FESTEGGIAMENTI Sicilia è la mia terra e E LE PROSPETTIVE DI ULTERIORE re». E quotare l’azien- CRESCITA, LA RIAFFERMATA PASSIONE anche la mia patria, ho avuto la fortuna di nada in Borsa signicherà SOCIALE PER LA TERRA DI SICILIA scere in uno dei luoghi per Dragotto realizzapiù belli del mondo e sono orgoglioso di essere re «il sogno forse più grande della mia vita, la siciliano». Sicily by Car, sarà forse l’unica azienda siciliana E infine, Dragotto non ha potuto esimersi dal quotata in borsa e sarà, come compagnia totallanciare un forte appello per il turismo sull’imente siciliana, l’ambasciatrice della Sicilia nel sola: «Non so quanti di voi abbiamo letto la mondo intero».

LA CULTURA REGALERÀ ALLA SICILIA QUEL FUTURO CHE VIENE DALLA SUA STORIA mia lettera aperta esposta nel foyer del Teatro Massimo, ma una cosa abbiamo che mai potrà andare persa, la cultura. Signori, la cultura salverà il mondo e ci regalerà quel futuro che viene da così tanto lontano. Io dico, cittadini del mondo venite in Sicilia! Datemi sette giorni della vostre vacanze e io, Sicilia, vi darò tremila anni della mia storia». Tra gli ospiti della serata anche alcuni invitati speciali che il Presidente Dragotto ha voluto coinvolgere personalmente: le ragazze della comunità ‘Piccole donne’, associazione che si occupa di vittime della violenza, gli studenti del Conservatorio ex Bellini di Palermo, nonché una delegazione di studenti stranieri dell’Università cittadina.

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STORY-LEARNING IL PAESE CHE CRESCE

C’È FIBRA ITALIANA SUL FONDO DEI MARI

FEDERICO PROTTO, CEO DI RETELIT, QUOTATA IN BORSA NEL SEGMENTO STAR

Eternit ha posato un cavo sottomarino per la Cina con altri 18 operatori È il primo cavo sottomarino mondiale ad alta capacità tra il Mediterranneo e Hong Kong. Il cavo, lungo circa 25mila chilometri, garantisce il collegamento di tutti i principali Paesi dell’Asia, Africa e dell’Europa connettendo ogni punto ai principali gateway di telecomunicazioni da Marsiglia a Singapore, a Hong Kong, offrendo un percorso diversificato rispetto ai congestionati sistemi sottomarini tradizionali. È stato realizzato da AAE-1, consorzio che riunisce i 19 operatori di telecomunicazioni

a livello mondiale. L’Italia è rappresentata da Retelit, uno dei principali operatori italiani di servizi dati e infrastrutture nel mercato delle telecomunicazioni, dal 2000 quotato alla Borsa di Milano, nel segmento STAR dal 26 settembre 2016. A soli 18 mesi dall’attivazione del cavo e con un anno di anticipo rispetto alle previsioni, il consorzio implementerà la tecnologia sottomarina a 200 Gbps, consentendo di rispondere alla domanda di traffico internet sulla rotta Eurasia, cresciuta oltre le aspettative.

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LE VETRINE STORICHE SBARCANO SU EBAY Con Confcommercio Milano per la digitalizzazione delle imprese

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Tradizione e innovazione, rivoluzione digitale e imprese storiche: possono questi mondi, apparentemente distanti, trovare un modo non solo per convivere ma per avere successo insieme? Ne sono convinti eBay, uno dei principali Marketplace al mondo e Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza con il Club Imprese Storiche, che hanno deciso di dar vita a un progetto volto a favorire la digitalizzazione delle eccellenze sul territorio con oltre 25 anni di attività. L’iniziativa, presentata nei primi giorni di dicembre a Palazzo Bovara, Circolo del Commercio di Milano con la partecipazione di Alessandro Mattinzoli, assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia

e un videomessaggio di Cristina Tajani, assessore al Commercio del Comune di Milano - vuole essere il primo passo di un percorso volto a coinvolgere un numero sempre maggiore di imprese storiche per supportarle nella loro apertura al mercato digitale. Durante la presentazione dell’iniziativa, eBay e il Club imprese Storiche di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza hanno consegnato agli esercizi storici che aderiscono all’iniziativa un kit che comprende la mappa con le storie dei negozi aderenti, una vetrofania personalizzata con l’indirizzo del negozio online su eBay e il QR code corrispondente.

NOBIS LANCIA LA POLIZZA CHE DURA UN GIORNO

MARIA DE NOBILI, DIRETTORE BUSINESS UNIT AUTOMOTIVE DI NOBIS COMPAGNIA DI ASSICURAZIONI

Si tratta della prima RC Auto che presenta una tariffa giornaliera Nobis Compagnia di Assicurazioni, lancia Nobis 1 Day, la prima polizza RCA a tariffa giornaliera. Nobis 1 Day, infatti, è il primo prodotto assicurativo a premio fisso disponibile sul mercato che garantisce una copertura giornaliera in termini di Responsabilità Civile per tutte le autovetture già immatricolate, ma sprovviste di Carta di Circolazione e della classica polizza RCA. La copertura è giornaliera, fino a un massimo di 30 giorni assicurabili, a tariffa fissa. Target del prodotto sono le concessionarie con mandato

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ufficiale, iscritte a Italia Bilanci e a Federauto, che hanno l’esigenza di coperture temporanee. La modalità di acquisto è semplice: ogni concessionaria delle reti ufficiali avrà a disposizione un codice utente e una password con i quali potrà accedere a un sito dedicato. Inserendo la targa dell’auto e il numero di giorni della copertura, otterrà la proposta di polizza che potrà essere acquistata immediatamente attraverso il pagamento con carta di credito, mediante la piattaforma di pagamento di Banca Sella.

BARBARA BEILINI, STRATEGIST SELLING DI EBAY

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IMMAGINARE IL FUTURO Piccolo è bello, anzi innovativo: lo dimostrano realtà come Lovanio, ma anche Pavia. Dove ha sede Facility Live, la startup fondata da Giampiero Lotito e Mariuccia Tenoni, che sta letteralmente rivoluzionando il modo di fare sistema. Grazie al web e a una visione "umanocentrica" della tecnologia. Perché l'aternativa alla Silicon Valley è a portata di mano

LA GRANDE SFIDA DI FACILITY LIVE CREARE UN WEB A MISURA D'UOMO Facility Live, nel Tecnopolo di Pavia, è spesso definita l'anti-Google. Perché rifonda concettualmente i motori di ricerca. Ma non solo: trasforma il digitale in un mondo comprensibile. E tra tre mesi si vedrà di Sergio Luciano

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isionari, e concreti. Idealisti, e businestamente pagina rispetto al monopolio di Goosman (e businesswoman). Scriviamo “e” gle. Ma potrà diventare soprattutto una nuova anziché “ma”, perché non c’è contraddizione, dimensione di vita digitale e sociale per tutti nel caso di Giampiero Lotito e Mariuccia Tenoi. E c’è scritto “tutti noi” perché riguarda venoni, tra il progettare il futuro in una chiave ramente tutti noi. Dentro le aziende, e anche idealista ed umanistica e insieme fare busifuori. «Dobbiamo costruire una tecnologia che ness concreti. Hanno costruito in otto anni, a collochi l’uomo al centro del mondo e non facdue passi da Milano, nel Tecnopolo di Pavia, cia degli uomini soltanto dei clienti, degli ognel quartier generagetti, dei numeri», ha COSTRUIRE UNA TECNOLOGIA le della loro Facility detto Giampiero LotiCHE COLLOCHI L'UOMO AL CENTRO Live, una rivoluzione to il 2 ottobre scorso, DEL MONDO: È QUESTO CHE MUOVE tecnologica e culturale parlando all’Onu, nella I FONDATORI DELLA STARTUP che sta cambiando in Sala degli ambasciatomeglio il modo di lavorare su Internet (e non ri, in occasione della giornata commemorativa solo) dei loro già tanti clienti. del Mahatma Gandhi, primo italiano non-poliI giornali li hanno definiti spesso gli “anti-Gotico dopo vent’anni a pronunciare un discorso ogle”, ma sono un’altra cosa. Non sono Davinel palazzo di Vetro. «Sono certo che nessuno de contro Golia, semmai Ulisse che beffa Podi voi vuol vivere in una società algoritmica, lifemo e lo lascia a brancolare nel suo antro. dove le macchine decideranno per voi cos’è Facility Live è, certamente, un nuovo modo di giusto per la vostra vita, cos’è giusto per voi. pensare i motori di ricerca, che volta compleIl nostro impegno dev’essere quello di creare

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STARTUP-TELLING

macchine e tecnologie che siano al servizio dell’uomo, e non un mondo di uomini guidati dalle macchine». Ebbene, Facility Live è innanzitutto al servizio dell’uomo. Che inizierà a “vivere” sul mercato nella primavera prossima, con un motore di ricerca verticale, dedicato a Matera 2019, ed un market place rivoluzionario, in collaborazione con gli industriali di Pavia. Ma come funzionerà, il nuovo motore? «Se io oggi voglio cercare in rete un hotel a 4 stelle per la mia vacanza», spiega Lotito con un esempio, «che abbia un campo da tennis, con la cucina italiana e altre caratteristiche, devo fare tante ricerche e metterle in fila. Con il GIAMPIERO LOTITO, COFONDATORE DI FACILITY LIVE nostro motore di ricerca è possibile, sarà possibile per tutti, fare un’unica ricerca ottenendo tutte le informazioni correlate: viaggio da ditori di software globali, secondo Gartner. E comprare, visite ai musei, visite attraenti nei se siete arrivati fin qui a leggere, continuate: dintorni. E tutto questo cercheremo di metperché questo è un genere di sogni concreto, terlo a disposizione di tutti e per tutti i settori, che riguarderà sicuramente anche ciascuno di non certo solo le vacanze». Con un modello di noi, come persona o come professionista. business opposto a quello che prevale oggi. Lo percepisci visitando la sede. Pannelli alle Non più bombardamento pubblicitario e trafpareti per raccontare la storia dell’impresa, e fico dei dati degli utenti, ma limitatissime “fee” quella dei due fondatori: solo soci, e amicissisulle transazioni commerciali che derivano mi, ma non compagni nella vita. Tele colorate dalle ricerche, in una logica win-win, dove l’uovunque, perché ogni nuovo assunto ne ricetente paga sì qualcosa, ma meno di quanto pave in dono, insieme al kit di benvenuto, una ghi indirettamente oggi per la pubblicità, e gli bianca, da riempire come preferisce. Un’eesercenti finali – commercianti, albergatori, nergia positiva che ti presagire una pagina imprese – incassano nuova di futuro. «Sa, FACILITY LIVE È LA PRIMA COMPAGNIA di più. qui a Pavia il futuro è NON BRITANNICA AD ESSERE STATA Oggi Facility Live ha di casa», dice Lotito, AMMESSA AL PROGETTO ELITE brevetti in 42 Paesi che peraltro è arrivato DELLA BORSA DI LONDRA diversi, e lavora – ola studiare qui facentre che al grandissimo progetto del motore di do per hobby il chitarrista dalla Lucania, e vi ricerca – fornendo soluzioni digitali a clienti ha trovato la mantovana Mariuccia: «A Pavia come Vodafone o il G7 italiano del 2017. ImAlessandro Volta ha inventato la pila, Lazzaro piega un centinaio di persone, è stata finanziaSpallanzani ha posto le basi per rivoluzionare ta con circa 40 milioni di euro da investitori la biologia, Gerolamo Cardano ha inventato privati, si calcola che ne valga oggi 240, è conil giunto cardanico e Vittorio Erspamer, con siderata la decima start-up europea per imMaffo Vialli, scoprirono la seratonina...» portanza e dimensioni finanziarie a fianco di Va bene, c’è tanta storia. Ma parlando del futucolossi come Blablacar o Deliveroo ed è la priro anteriore? «Secondo noi la tecnologia non ma compagnia non-britannica ad essere stata basta come vettore senza una strategia alle ammessa al progetto Elite della Borsa di Lonspalle, senza un pensiero che sappia e declini dra. Ma non fa "lavoretti", piuttosto costruisce il fatto che l’industria digitale è qualcosa a sé, sogni: è nella lista dei quattro principali venorizzontale a tutto il resto. La digitalizzazione

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LA TECNOLOGIA COME VETTORE NON BASTA SENZA STRATEGIA ALLE SPALLE buttata sul tavolo così…non è una novità. Altro è fare impattare davvero, e a fin di bene, la tecnologia digitale sul business, per farlo in un modo diverso». FL – come i "Flivers” Lotito e Tenoni, utilizzando un acronimo, chiamano la loro azienda – ha firmato un’intesa con l’Unione industriale di Varese per creare una piattaforma territoriale distrettuale per il tessile. «Esattamente in questa logica: dare tecnologia alle imprese affinchè ne traggano vantaggio», spiega Lotito: «Ebbene, industria 4.0 vuol dire soprattutto interconnessione, quindi come prima cosa abbiamo interconnesso le aziende, tutte insieme, minimizzando così gli investimenti che per ciascuna da sola sarebbero stati proibitivi. Poi, se sei capace, sfrutti questa connessione per farle parlare col mondo. Se un colosso, per esempio la Bayer, posta le sue commesse, colossali, i piccoli ma qualificatissimi manifattori del tessile riescono, tutti insieme, a prenderle grazie al fatto di essere interconnessi. Bisogna ormai saper cooperare tra concorrenti. Certo, se il mio diretto concorrente è a 500 metri da me, posso capire che lo vedo come un nemico. Ma se il concorrente vero è a 5000 chilometri, quello a 500 metri diventa un mio alleato». Quindi: connessione tra le aziende, informazioni avanzate per tutti, connessione tra esse e i buyer e poi rete virale tra sistemi e distretti. Con questa logica collaborativa, dall’anno


venturo nasceranno le prime dieci piattaforme basate sul nuovo motore di ricerca, a cominciare appunto da Varese e Matera. «Che poi Facility Live è nata per mettere finalmente a sistema le informazioni turistiche, storiche e di servizio sulla Basilicata», spiega Lotito, «dopo che venne a trovarci un gruppo di imprenditori lucani del turismo che volevano autotassarsi e costruire una piattaforma territoriale B2c». Una realtà multi-locale, saldamente incardinata con l’Europa, tanto che la Commissione europea ha scelto FL per varare un progetto organico e a rete di sostegno alle start-up del Mediterraneo. E dentro l’azienda, che clima. «Be’, sì: abbiamo un welfare aziendale un po’ speciale», spiega Mariuccia Tenoni, che se ne occupa. «Tutto nasce da quello che è un po’ un mio pallino, arrivare cioè a un contratto nazionale di lavoro per il digitale, che oggi non esiste ed è una mancanza seria per il settore. Precorrendolo, ho smantellato la maggior parte delle regole delle aziende convenzionali. L’orario di presenza è flessibile. La percezione e l’uso dello spazio e del tempo, nell’era di Internet, è cambiata. Questo fa sì che un’azienda non possa più fare una politica di orari straordinari: non ne avrebbe più il controllo, e peraltro i ragazzi sono generosi del loro tempo. Noi comunque, qui in FL, rispettiamo la regola delle tre ore: tutti i nostri hanno 3 ore al giorno utilizzabili fuori azienda (commissione, posta, asilo) senza giustificazioni, ma con un semplice avviso

MARIUCCIA TENONI, COFONDATRICE DI FALICITY LIVE

PUNTARE SUI GIOVANI, ANZI SUI GIOVANISSIMI: UN'INIZIATIVA FORMATIVA DI CODING RIVOLTA AI PIÙ PICCOLI

ai colleghi, che non vengono tolte da monte Cambridge, Losanna, Pavia sono Small Valley. ore dei permessi contrattuali maturati. E le A Lovanio su 100 mila abitanti ci sono cui 57 usano con molta spontanea discrezione. Abmila studenti, e un policlinico che fattura 1 mibiamo una cultura aziendale molto forte, una liardi, con 22 mila persone impiegate nel dispecie di dna che si propaga in modo virtuoso, stretto sanitario, e un enorme cubo, l'iMec, che imperniato sulla condivisione della conoscenè il più importante centro mondiale di progetza. Siamo tutti generosi del rispettivo sapere, tazione per la nanoelettronica. Dove nascono nessuno ne è geloso monopolista. E tutti fori microchip per Amd, Samsung, Fujitsu… Nel mano i colleghi: in FL c’è una FL University in 2016 Lovanio è stata la prima università eucui se mi accorgo che tu hai competenze che ropea per innovazione. Lì stanno inventando io non ho, ti chiedo di farmi una sessione su tutto». Ma secondo Lotito e Tenoni la condiquell’argomento. Oppure sono io che te la prozione è che l’Europa si riscatti dal complesso pongo, se penso di poterti insegnare qualcosa. d’inferiorità verso gli Usa e permetta a questi Ah, e un’ultima cosa: ambienti di diventare DIVENTARE INTERNAZIONALI non riesco a usare il competitivi. «L’Europa DRIBBLANDO IL VECCHIO MODELLO termine dipendente, è nelle condizioni di ELEFANTIACO DELLA SILICON VALLEY lo trovo brutto. Un sfornare i suoi primi È POSSIBILE: LO DIMOSTRA LOVANIO giorno ho riunito tutti giganti. Cambiando e gli ho detto: io vivo nel mio ruolo perché ci posizione sugli aiuti di Stato. Un conto è il siete voi, quindi dipendo io da voi. Cercatevi protezionismo, un conto è finanziare l’Alitaun nome! Ed è nato così FLiver che significa lia, un altro è adottare una nuova tecnologia. Facility-Live-Believer». Cisco, se non fosse stata scelta dal governo Tra le cose in cui i Flivers credono ci sono le Usa per fare il backbone ottico del Paese, non Small Valley, provocazione intellettuale per sarebbe diventata Cisco. E se il Pdf non fosse contrapporsi alla mitica, superobesa (di postata scelto come protocollo preferenziale per tere e successo) Silicon Valley. «È un trend di scambiare documenti dal governo Usa, Adobe ultima generazione nell’international mananon sarebbe diventata Adobe». E qualcosa si gement», spiega Giampiero Lotito: «Per dimuove: finalmente il Parlamento europeo ha ventare internazionali dribblando il vecchio acceso un faro sul fenomeno, pubblicando uno modello elefantiaco; facendo fund-raising, studio che ovviamente racconta anche il caso internazionalizzandosi in modo tutto nuovo. Pavia. A qualcosa, forse, si arriverà.

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STARTUP-TELLING IL NUOVO CHE AVANZA

NOLEGGIARE UNA CENTRALE ELETTRICA? SI PUÒ!

GIORGIA MILLENA, COMMUNITY MANAGER DI GREEN GENIUS

Green Genius promette di ridurre le tariffe dell’energia del 50% Green Genius, azienda specializzata nella fornitura di energia solare come servizio a privati cittadini e aziende, annuncia il proprio ingresso nel mercato italiano, come parte dello sviluppo internazionale del gruppo. Il modello leasing dei pannelli solari sviluppato dall’azienda offre ai consumatori la possibilità di affittare una centrale solare direttamente dal web. Gli italiani che sceglieranno Green Genius si prenderanno cura dell’ambiente e, grazie a una tariffa elettrica dimezzata, ridurranno del 20%

le spese annuali per l’elettricità. Attualmente il costo medio per gli italiani, che comprano l’energia elettrica dall’operatore statale di reti elettriche, è di 0,21 euro per 1 kWh, tasse incluse, mentre il costo medio dell’energia elettrica per le imprese raggiunge 0,14 euro per 1 kWh, tasse incluse. Si tratta di una delle tariffe più alte presenti in tutta l’Unione Europea. Attraverso l’installazione gratuita di pannelli solari, Green Genius, che è membro dell’Associazione Italia Solare), ridurrà fino a 0,11 euro per 1 kWh il costo dell’elettricità per gli utenti.

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L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE APPLICATA ALLE CONVERSAZIONI Hej! è un sistema che consente alle aziende di elaborare un modo nuovo di comunicare con i clienti. Oggi collabora con brand d’elite

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Creare processi e sistemi di intelligenza artificiale per aiutare le aziende a innovare il modo di comunicare con i propri clienti. È questo l’obiettivo di Hej!, agenzia focalizzata sull’intelligenza artificiale applicata alla conversazione. Un’idea e un progetto nati da una forte amicizia e da una visione comune, quella degli imprenditori Paolo De Santis e di Stefano Argiolas, che oggi collaborano con brand del calibro di Lexus, Jaguar, Land Rover, Expert, Mondo Convenienza, Calzedonia, MSC Crociere, Unilever. Hej! aiuta le aziende a innovare il loro modo di comunicare, attraverso l’unione di intelligenza

artificiale e conversazione, per permettere loro di avvicinarsi sempre di più agli utenti. Ad esempio, grazie al supporto di un team di esperti in digital media, tecnologie innovative, storytelling e sceneggiatura abbiamo creato delle vere e proprie esperienze conversazionali che possono aiutare le aziende a comunicare le proprie storie, campagne e valori ai propri utenti. Tra questi sistemi troviamo anche Yeah! Voice, tool che l’azienda ha da poco rilasciato. Grazie a Yeah! Voice, infatti, i brand potranno “costruire una presenza” all’interno dei dispositivi a comando vocale più noti.

IL CONTENT MARKETING “SU MISURA” FUNZIONA

I FONDATORI MAURO BENNICI ED ESTER LIQUORI

GhostWriter è la prima piattaforma italiana a realizzarlo tramite AI Aiutare le aziende a diminuire i costi e identificare i contenuti più adatti per il proprio pubblico: con questo scopo nasce GhostWriter, la prima piattaforma italiana di content marketing strategy basata su Intelligenza Artificiale (AI) addestrata e pronta all’uso anche per chi di codici e algoritmi non se ne intende. Creata e sviluppata da Ester Liquori e Mauro Bennici, imprenditori italiani e founder della startup You Are My Guide, GhostWriter vanta una tecnologia basata su tutte le tecniche più innovative

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con un sistema brevettato: la suite di servizi utilizza un motore semantico proprietario, nativo Italiano e Inglese, sistemi cloud e soprattutto algoritmi proprietari di machine learning, deep learning, Natural Language Processing (NLP), analisi di clustering ed elaborazione di Big Data da varie fonti. Un lavoro frutto di oltre 4 anni di ricerca e di collaborazioni con aziende in prima linea nel campo della ricerca sull’AI (INTEL e NVIDIA) che ha già conquistato clienti come Moleskine e Dynameet.

PAOLO DE SANTIS E STEFANO ARGIOLAS, FONDATORI DI HEJ!

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Crema


Conoscere, rischiare, guadagnare

A DICEMBRE IN EDICOLA


DOMANDE &OFFERTE Si fa presto a dire investire: ma dove? E su cosa? Da Eurizon arriva una prima risposta: bisogna puntare sulla Cina, che garantisce rendimenti elevati e bassa volatilità. Una sorta di Germania dei paesi in via di sviluppo. Ma se a rubarvi il sonno è invece la sicurezza informatica della vostra azienda e la reputazione? In questo caso conviene seguire i consigli dei migliori, i russi di Kaspersky

115 CYBERSECURITY KASPERSKY LAB APRE A ZURIGO IL SUO TRANSPARENCY CENTER

UN BOND IN RENMINBI: ALTI RENDIMENTI E BASSA VOLATILITÀ

Sbaglia chi pensa che la Cina sia un luogo per investimenti rischiosi con cadute verticali: negli ultimi 15 anni il rendimento medio è stato del 9%, mentre il massimo calo dell'11%, meglio di quanto fatto dai bond americani di Marco Scotti

titoli di stato cinesi hanno una dinamiStephen Li Jen, amministratore delegato di Euca molto particolare: un rendimento rizon SLJ Capital, non ha dubbi: l’investimento assimilabile a quello dei paesi emergenti, ma in bond in renminbi è uno una buona soluziouna volatilità che si avvicina a quella dei “granne di diversificazione e consente all’Occidente di”. La Cina, in estrema sintesi, assomiglia alla di confrontarsi con la Cina, proprio ora che la Germania dei mercati in via di sviluppo. Negli guerra commerciale con gli Stati Uniti rischia ultimi quindici anni di creare una spaccatuil Dragone ha avuto «LA CINA ASSOMIGLIA ALLA GERMANIA ra ancora più forte tra un ritorno medio del DEI MERCATI IN VIA DI SVILUPPO. NEGLI il Dragone e l’Europa. ULTIMI 15 ANNI IL RENDIMENTO MEDIO 9% e negli ultimi diePer Jen il mercato cineÈ STATO DEL 9%, CON BASSA VOLATILITÀ» ci anni solo due paesi se rappresenta una inhanno offerto rendimenti migliori: l’Indonesia teressante opportunità di investimento per gli e il Brasile. Ma il problema con questi due paeinvestitori europei, che possono così puntare si è che se si guarda il massimo calo registrato alla diversificazione del portafoglio esponennei due lustri, abbiamo Indonesia a -40%, Bradosi progressivamente anche sul mercato asiasile -25%, Cina -11%. Una dinamica che è stata tico, investendo in un paese che offre elevati inferiore persino a quanto fatto registrare dai rendimenti e una volatilità decisamente contetitoli di stato americani e che rende Pechino un nuta. Anche perché i rendimenti prossimi allo luogo molto interessante in cui investire». zero (e in alcuni casi perfino negativi) dei bond

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DOMANDE&OFFERTE

A destra Stephen Li Jen, amministratore delegato di Eurizon SLJ Capital. Nell'altra pagina, la sede milanese di Eurizon

tedeschi, non possono essere particolarmente al 3,5% per l’anno prossimo, ma con Roma interessanti per gli investitori, soprattutto in Bruxelles sembra non voler trattare, dopo aver un momento di stagnazione ma non di crisi concesso già negli scorsi anni una eccessiva economica o finanziaria sistemica. flessibilità. Perché il vero problema del nostro Le dinamiche di crescita del mercato obbligapaese è il combinato disposto tra l’elevato inzionario cinese, invece, mostrano da un lato debitamento e la crescita pressoché nulla. Se una redditività superiore a quella tedesca, l’Unione Europea è servita per abbassare i rendall’altro una minore rischiosità rispetto ai tidimenti dei titoli di stato italiani rendendo più toli di stato dei paesi in via di sviluppo. Il team leggero il finanziamento del debito, dall’altro guidato da Stephen Li Jen – composto da perha drasticamente frenato l’incremento del Pil. sonale che parla mandarino e che quindi può Una dinamica analoga a quella occorsa in Mesapprocciarsi con maggiore facilità a un mercasico dopo l’ingresso nel Nafta, il North Ameto complesso come quello cinese – ha quindi rican Free Trade Agreement, un sistema di messo a punto un sistema di acquisti increlibero scambio tra i paesi dell’America settenmentali di bond in renminbi con altri prodotti trionale e centrale che può essere equiparato a più “tradizionali”. In questo modo si ottengono Schengen. «Da quando il Messico – spiega anmigliori rendimenti a fronte di una rischiosicora l’amministratore delegato di Eurizon SLJ tà che rimane sostenibile ma che permette di Capital - si è unito al Nafta nel 1992, la crescita massimizzare la resa dell’investimento. aggregata è stata pari a zero! E la responsabi«Per un lungo periodo – prosegue Jen – , l’ecolità è da ricercare nella crescita della Cina, che nomia globale è stato un pianeta che orbitava ha progressivamente eroso quote di mercato intorno al sole, ovvero gli Stati Uniti. Washinnel manifatturiero proprio al Messico». Un algton era l’unico paese al mondo in grado di tro dossier caldo è quello della Brexit, e anche influenzare i mercati e la finanza globale. Oggi, in questo caso per Jen la responsabilità va da invece, ci stiamo rendendo conto che questo ricercarsi nella scarsa crescita delle democrasistema solare si compone di due soli, Cina e zie occidentali. «Quando, nel 1973, il Regno Usa, attorno a cui orbitano i diversi pianeti, con Unito divenne membro della Comunità Eurodiverse influenze. Non pea, il Vecchio ContiQUANDO IL REGNO UNITO DIVENNE tutti i paesi sono tocnente produceva un MEMBRO DELLA COMUNITÀ EUROPEA cati allo stesso modo terzo della ricchezza NEL 1973 IL CONTINENTE PRODUCEVA dai due “colossi”, ma UN TERZO DEL PIL MONDIALE, OGGI IL 16% complessiva globale. alcuni vivono una siMa ora questo numetuazione duale, come nel caso dell’Australia. ro si è dimezzato: l’Europa vale il 16% del Pil Per quanto riguarda il mondo occidentale, mondiale. Un trend analogo si è registrato angli Stati Uniti stanno spingendo alle estreme che con gli Stati Uniti, perché i mercati emerconseguenze il sistema dei due soli, “costringenti corrono molto più veloci delle economie gendo” l’Europa, il Canada e anche il Messico mature. Non è sorprendente che il Regno Unia scegliere da che parte stare». L’Italia, in queto abbia deciso di uscire dall’Unione, si può disto momento, più che capire da che parte stare scutere sui tempi, ma non sulla sostanza». Ma deve riuscire a convincere l’Europa che la macasi come quelli della Gran Bretagna rischiano novra messa in piedi dall’esecutivo è realmendi minare alle fondamenta l’Europa stessa, che te espansiva anche se sfora il tetto del deficit. potrebbe vacillare, schiacciata tra Cina e Stati La Francia ha annunciato misure che potrebUniti e progressivamente indebolita. «L’Uniobero aumentare il rapporto tra debito e pil fino ne Europea – prosegue Jen - ha un ecosistema

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abbastanza solido, ma l’importante è capire i ruoli: la manodopera a basso costo in qualche modo deve continuare a essere presente e la si può trovare in Repubblica Ceca o in Polonia. Credere che tutti i paesi debbano essere come la Germania sarebbe utopico. E anche l’eurobond non sarebbe una buona soluzione: l’Europa ha due filosofie, quella tedesca e quella francese: la prima ragiona “ex-ante”, la seconda “ex-post”». Ed è forse in questa chiave che va letto il silenzio tedesco sulle vicende tra Bruxelles e l’Italia in merito alla Manovra. Berlino potrebbe preferire tenersi in disparte, contando sul fatto che un’Italia eccessivamente indebitata e instabile sia la migliore risposta a chiunque provi a richiedere un’unione fiscale. Infine, una battuta sul ruolo della Cina per quanto concerne le nuove tecnologie e lo sviluppo di prodotti ad alto valore aggiunto. «Pechino – conclude Jen - sta giocando un ruolo importante nello scardinare monopoli. Alcune aziende statunitensi nel settore tecnologico, dei social media ma anche in altri settori hanno letteralmente schiacciato il mercato. La risposta cinese può funzionare solo se in qualche modo crea un duopolio efficace anche al di fuori dai suoi confini. Io leggo in questo modo il tentativo di specializzarsi nelle nuove tecnologie, abbandonando il concetto di manodopera a basso costo».


DOMANDE&OFFERTE

in collaborazione con Kaspersky

Kaspersky Lab apre a Zurigo il suo Transparency Center La ricostruzione della fiducia è oggi fondamentale per la sicurezza informatica. L’azienda, leader nel settore da anni, punta sulla trasparenza e sulle azioni concrete della sua Global Transparency Initiative di Morten Lehn

L’

industria della cybersecurity sta affrontando una serie di sfide importanti: le minacce informatiche stanno aumentando e le varie nazioni cercano di proteggersi in modo autonomo, dando vita ad una tendenza che può condurre alla frammentazione e anche alla rottura delle collaborazioni internazionali. Questo fenomeno rischia di lasciare ogni paese solo nel fronteggiare pericoli che, per loro stessa natura, si articolano a livello digitale, senza alcuna limitazione di carattere geografico. Per affrontare in modo adeguato il problema, è necessario considerare altre strade e mettere in primo piano valori essenziali come la trasparenza e la fiducia. In quanto azienda tecnologica impegnata da oltre 21 anni nella lotta contro tutti i tipi di minacce informatiche, con oltre 400 milioni di utenti in tutto il mondo e 270.000 clienti aziendali, Kaspersky Lab ha deciso di mettersi in prima linea con

la sua Global Transparency Initiative, un progetto fatto di misure concrete per arrivare alla convalida e alla verifica dell’affidabilità di prodotti e processi interni, che sta già prendendo forma. Lo scorso 13 novembre, infatti, è stato inaugurato il primo Transparency Center in Svizzera,

MORTEN LEHN, GENERAL MANAGER ITALY DI KASPERSKY LAB

a Zurigo, un luogo nel quale i partner autorizzati potranno avere accesso alle revisioni del codice dell’azienda, agli aggiornamenti software e alle regole di rilevamento delle minacce. Grazie al coinvolgimento di una delle quattro più grandi società di servizi professionali al mondo per un audit sulle pratiche di engineering, per quanto riguarda la creazione e la distribuzione dei database con le regole di rilevamento delle minacce, Kaspersky Lab potrà fornire a governi e a partner che le richiederanno informazioni sui propri prodotti e sulla loro sicurezza. All’interno della struttura d’eccellenza di Zurigo hanno già iniziato ad essere archiviati ed elaborati i dati relativi alle cyberminacce che gli utenti europei hanno scelto proattivamente di condividere con Kaspersky Lab - file malevoli, sospetti o sconosciuti, e metadati relativi, inviati dalle varie soluzione dell’azienda al Kaspersky Security Network per l’analisi automatizzata dei malware. Il trasferimento REVISIONE INDIPENDENTE DEL CODICE SORGENTE. TRE TRANSPARENCY CENTER ENTRO IL 2020. AUMENTO DELLE RICOMPENSE “BUG BOUNTY”

di altri tipi di dati, come quelli relativi a diversi tipi di minacce anonimizzate e alle statistiche di utilizzo, è già stato pianificato. Seguirà poi il trasferimento dei processi di elaborazione dei dati di utenti di altre regioni e, in una fase ancora successiva, lo spostamento delle procedure di assemblaggio del software. Tra gli obiettivi futuri, anche l’apertura di altri due Transparency Center, previsti entro il 2020 in Nord America e in Asia, e la creazione di una nuova organizzazione, senza scopo di lucro, che possa fungere da garante per la trasparenza e la fiducia, non solo per l’azienda, ma anche per altri partner e realtà che aderiranno. Grazie a queste azioni, Kaspersky Lab si impegna, insieme ad altri colleghi del settore della cybersecurity, in un percorso all’insegna della collaborazione e dell’apertura, unica via per fronteggiare in modo adeguato e proattivo tutte le minacce informatiche, indipendentemente dalla loro origine e dal loro scopo.

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VITA DA MANAGER Dura la vita, per un executive. Così dura che a volte vien voglia di fuggire via. O, comunque, di avere a portata di mano un’uscita di emergenza. Per esempio una seconda cittadinanza. Nelle prossime pagine vi spieghiamo come ottenerla e quanto costa. Quello che non sappiamo è se siano più le donne o gli uomini a rincorrere il doppio passaporto. Ma un’idea l’abbiamo: perché essere un manager donna è davvero un’impresa.

Due cittadinanze sono meglio di una

Mai pensato a un “piano B”? È a portata di mano, dai paesi extra Ue ai Caraibi: nel mercato dei doppi passaporti c’è solo l’imbarazzo della scelta. E non occorre neppure essere dei nababbi di Marina Marinetti i scrive “doppia cittadinanza”, si legge e presto il Montenegro: tutti (e altri ancora “uscita d’emergenza”. Perché averla è sparsi qua e là per il globo terracqueo) offroun po’ come tenere il piede in due scarpe: si no un passaporto extra agli investitori ad alto fa sempre in tempo a scegliere quella più covalore aggiunto grazie alla “Cittadinanza per moda. Non è sconveniente (anzi) e neppure investimento”, ovvero i programmi governativietato: è dal 16 agosto 1992 (data di entrata vi che, in sostanza, permettono l’acquisizione in vigore della legge n. 91/92) che l’acquisto di della cittadinanza in cambio di un contributo una cittadinanza straniera non determina più economico a un fondo pubblico o tramite un la perdita automatica investimento immoBASTA UNA DONAZIONE A UN FONDO della cittadinanza itabiliare ad hoc. Perché GOVERNATIVO OPPURE UN INVESTIMENTO liana... Salvo complicafarlo? «C’è chi vuole IMMOBILIARE O IN UN PROGETTO zioni, ovvero accordi soprattutto proteggeSELEZIONATO DAL GOVERNO LOCALE internazionali che non re la propria libertà consentono il doppio passaporto. E poi una citpersonale, perché vivono in condizioni di finta tadinanza è come un diamante: è per sempre democrazia o dove la corruzione è endemica», (salvo eccezioni). Mentre un visto può sempre spiega Micha-Rose Emmett, amministratore venir revocato. delegato di CS Global Partners, uno studio di consulenza legale londinese (con filiali a DuL’imbarazzo della scelta bai, Hong Kong, Zurigo, Lagos e altre località St Kitts e Nevis, Dominica, Grenada, Saint Lustrategiche) specializzato in soluzioni per la cia, Antigua e Barbuda, Malta, Cipro, Bulgaria cittadinanza e la residenza. «Altri ancora -

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VITA DA MANAGER

continua - desiderano espandere i loro orizzonti lavorativi, ottenendo accesso a nuovi mercati. Molte famiglie cercano una seconda cittadinanza per migliorare le prospettive dei figli». L’offerta segue sempre la domanda. E nella maggior parte dei casi non c’è neppure bisogno di spostare la residenza (né, a volte, di aver mai messo piede nel Paese del quale si acquisirà la cittadinanza).

37% del PIL (il dato è del 2015). Da fine marzo compresi: solo nell’ultimo anno, il paese ha firla cittadinanza di St Kitts si ottiene versando mato trattati di viaggio con paesi come Russia, un contributo non rimborsabile di 150.000 Moldavia, Nepal, India (ma solo per passaporti dollari alla SGF, un fondo che sostiene la crescidiplomatici), Indonesia, Ruanda e Taiwan. ta economica del Paese, più altri 25mila per il Passaporti per tutte le tasche coniuge e 10mila per ogni parente aggiuntivo. Nei Caraibi, il business dei passaporti è autoSe però l’idea di “donare” i vostri soldi non vi sufficiente. «Vi sono due metodi principali per convince, potete optare per l’acquisto di beni ottenere una cittadinanza tramite investimenimmobili (approvati dal governo) per almeto», spiega Micha-Rose no 200mila dollari In principio fu St Kitts Emmett: «una dona(171mila euro, a MilaIL BUSINESS DELLE CITTADINANZE PER INVESTIMENTO SI STA ALLARGANDO La “cittadinanza per investimento” è un’invenzione a un fondo del no o a Roma ci si comA VISTA D’OCCHIO. E INCLUDE zione dalla Federazione di Saint Christopher governo o un investipra giusto un bilocale ANCHE PAESI DELL’UNIONE EUROPEA (St Kitts) e Nevis, una nazione con due isole gemento immobiliare, in zona semiperiferimelle nel Mar dei Caraibi. Il primo St Kitts and a cui si deve aggiungere una tariffa per il goca), con l’impegno di non rivenderli per i primi Nevis Citizenship by Investment Programme verno. Per entrambe le opzioni, si deve pagare sette anni. Se avete fretta di rivendere, raddoprisale al 1984: i candidati erano tenuti a fornianche una tariffa di due diligence, circa 7.500 piando la cifra potrete liberarvi degli immobili re un contributo economico al paese in cambio dollari per il candidato principale, per l’agendopo soli cinque anni. I documenti di St Kitts della piena cittadinanza. Oggi, tra contributi, zia specializzata che controlla il background e Nevis, grazie ad accordi bilaterali, aprono investimenti e tariffe varie, il settore pesa per il del candidato e della sua famiglia, nonché l’osenza visto le porte di 141 Nazioni, Stati Ue rigine della sua comptetitività economica». A fare le pulci al candidato sono anche agenzie come il Joint Regional Communications Centre e l’Interpol. «Solo i candidati che passano L’Henley Passport Index è una classifica di tutti i questo scrutinio possono poi ottenere la cittadinanza». Alcuni Paesi, poi, chiedono un extra passaporti del mondo in base al numero di paesi in cui i per gli oneri governativi. «L’opzione donazione loro titolari possono viaggiare senza visto. La classifica si è la meno costosa», sottolinea il ceo di CS Globasa sui dati dell’International Air Transport Association bal Partners. (IATA). Ecco la classifica dei passaporti più “potenti”. È un po’ come quando dovete fare un regalo e la commessa del negozio vi chiede quanto Quello italiano è al terzo posto. volete spendere. In ogni caso la più economica Passaporto (paesi visitabili senza visto) delle cittadinanze costa più o meno come una Giappone, Singapore bella auto: non una supercar, ma una dignitosa Germania berlina. Avete un budget intorno agli 86mila Finlandia, Italia, Francia, Svezia, Spagna, Corea del Sud euro? Allora potete permettervi la cittadinanza di Saint Lucia: 100mila dollari per un single (190mila per una famiglia di quattro persone), Norvegia, Regno Unito, Austria, Lussemburgo, Olanda, da donare al Saint Lucia National Economic Portogallo, Stati Uniti Fund, a meno che non vi avanzino 300mila Belgio, Svizzera, Irlanda, Danimarca, Canada dollari da investiti in un progetto di sviluppo immobiliare o 3,5 milioni di dollari in un proAustralia, Grecia getto imprenditoriale approvato. Ma se siete Nuova Zelanda, Repubblica Ceca, Malta disposti a pagare 100mila dollari, forse è meIslanda glio puntare sulla Dominica, che dà accesso a Ungheria, Slovenia, Malesia più di 110 paesi senza necessità di visto. E per le famiglie di quattro persone c’è un forfait di Slovacchia, Lettonia, Lituania 200mila dollari. Prezzi allineati (100mila dol-

LA TOP TEN DEI PASSAPORTI

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lari, più atri 25mila di tariffa governativa), ma solo fino al 31 ottobre 2019 («dovrebbero poi salire a 200mila dollari», sottolinea Micha-Rose Emmett) anche per Antigua e Barbud, mentre con 150mila dollari (meno di 129mila euro) potete aggiudicarvi la cittadinanza di Grenada (con la solita donazione al Grenada National Transformation Fund).

Non solo Caraibi

Se barriere coralline, caverne sottomarine e relitti sono la vostra passione, ci sono le 80 isole di Vanuatu, in Oceania, che vi accoglieranno a braccia aperte allo stesso costo di un monolocale alle Cinque Terre: 130mila dollari (più altri 25mila per la gestione della pratica) e almeno 250mila dollari di patrimonio dimostrabile, senza necessità di spostarlo nella nazione. E se per caso ambite invece alla cittadinanza della Cambogia, affrettatevi: a giugno è stato approvato un disegno di legge per modificare le condizioni di accesso. Per ora lo stato asiatico si “accontenta” di un miliardo di riel (circa 208mila euro), oppure di un investimento (purché approvato dal Cambodian Development Council o dal Royal Government) di 1,25 miliardi di riel (250mila euro). Ma si deve anche superare un esame di storia locale e di lingua Khmer. Il membro più recente del club è il Montenegro, che a ottobre ha lanciato il suo primo programma, limitato a duemila candidati che sborseranno 250mila euro in un progetto di sviluppo approvato dal governo nella parte settentrionale del Paese, oppure 450mila euro in un progetto approvato dal governo nella parte meridionale del Montenegro, l’area sviluppata. È prevista poi una tassa di 100mila euro per domanda. A gennaio 2017 anche la Turchia ha varato il proprio programma di cittadinanza economica. Prevede cinque opzioni: acquistare un immobile da un milione di dollari, depositarne 3 una banca turca, investirne 3 in titoli di Stato, investire due milioni di dollari in capitale fisso oppure creare cento posti di lavoro. Anche se, francamente, fatichiamo a immaginare un motivo per il quale dovreste volere (anche) la cittadinanza turca.

MICHA-ROSE EMMETT, CEO DI CS GLOBAL PARTNERS

C’È CHI VUOLE PROTEGGERSI E CHI VUOLE ESPANDERE I PROPRI ORIZZONTI DI LAVORO

FAI-DA-TE? AHI. AHI AHI... Attenzione: non è così semplice come sembra. Non basta pagare per ottenere una seconda cittadinanza. C’è un processo di due diligence molto serrato perché quello che vogliono i vari governi non sono solo i soldi, ma portarsi a casa un certo target: quello degli imprenditori, degli uomini d’affari, dei professionisti. Che devono garantire, oltre ai requisiti patrimoniali, anche un adeguato standard “morale”. Per questo ci si affida a studi legali specializzati in questo genere di business. Come la già citata CS Global Partners, appunto, che ha addirittura mandati governativi per promuovere e sviluppare la cittadinanza attraverso programmi di investimento di St. Kitts e Nevis, Dominica e Saint Lucia. «Inoltre, siamo molto esperti nei programmi di cittadinanza e residenza

offerti in Europa e in Asia», si presentano sul loro sito internet. E per chiarire che le barriere all’ingresso non sono certo quelle linguistiche, sottolineano: «Parliamo correntemente più di undici lingue, incluse le lingue romanze - francese, italiano, portoghese e spagnolo e tedesco, russo, cinese mandarino, cantonese, hindi, punjabi e afrikaans». Ma c’è chi ne parla di più: addirittura 13, nel caso dello studio Chetcuti Cauchi di Malta (con uffici anche a Cipro, Londra e Zurigo), che dagli anni ’90 offre servizi legali, fiscali, fiduciari e contabili a imprese e clienti privati in tutto il mondo. Poi ci sono quelli di Henley & Partners, una società di consulenza con sede in Jersey e con oltre 25 uffici nel mondo, che ha avuto l’incarico di progettare, implementare e promuovere il recente programma

di cittadinanza per investimento della Moldavia, dopo un’esperienza più che ventennale nella collaborazione con governi nordamericani, caraibici, europei e asiatici nel campo della predisposizione, impostazione, attuazione e promozione di alcuni dei più riusciti programmi di residenza e cittadinanza mondiali, che hanno generato oltre 7 miliardi di dollari USA in investimenti diretti esteri. O, ancora, Apex Capital Partners, una boutique d’investimento con sedi in Canada, Russia, Grecia, Emirati Arabi Uniti, Dominica, oltre alle immancabili St. Kitts e Nevis, dove dal 2013 sta sviluppando “Ocean Grove”, un insediamento di 47 ville affacciate sulla baia di Christophe Harbour destinate proprio ai nuovi (futuri) cittadini per investimento. C’è solo l’imbarazzo della scelta.

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VITA DA MANAGER

Se l’innovazione è donna perfino gli stereotipi giovano

Idee vincenti e modelli di successo devono fare i conti con pregiudizi culturali e un welfare tutt’altro che “al passo”. Ma il quadro fotografato dalla piattaforma GammaDonna è decisamente incoraggiante di Elisa Stefanati tempo di sfide per l’imprenditoria, alle prese con l’industria 4.0 e quadri normativi che cambiano incessantemente, tra privacy e trasparenza, tra fatturazione elettronica e nuovi servizi. Eppure c’è un’imprenditoria che, paradossalmente, fa “meno fatica” ad adattarsi. È quella femminile, che si distingue per modelli di business innovativi. Quelli che hanno valso a sei imprenditrici la candidatura al Premio GammaDonna 2018, il riconoscimento che, dal 2004, porta alla ribalta le realtà più rappresentative della vitalità imprenditoriale del Paese, davanti a una platea di grandi nomi dello sviluppo economico e imprenditoriale italiano ed europeo. L’evento, organizzato in collaborazione con la Commissione Europea e sotto l’Alto Patronato del Parlamento Europeo, quest’anno aveva nel titolo scommessa e

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chiave di lettura: “FuturAzioni. È tempo di sfide”, portando in scena proprio le donne come protagoniste della trasformazione. Ma come innovano le donne? «Con soluzioni innovative a problemi quotidiani», evidenzia Valentina Parenti, Cofondatrice dell’Associazione GammaDonna: «La tecnologia non è un problema per le donne, lo dicono le casistiche LA TECNOLOGIA NON È UN PROBLEMA, EPPURE IL SISTEMA SCORAGGIA LE RAGAZZE A SCEGLIERE INDIRIZZI DI STUDIO TECNICO-SCIENTIFICI

mondiali. Il gap che si riscontra, va piuttosto ricercato nel numero esiguo di donne che operano nel settore e nelle motivazioni che stanno alla base della scarsa propensione a scegliere indirizzi tecnico-scientifici. Vi è concordanza sul fatto che si tratti di un problema essen-

zialmente culturale, alimentato da stereotipi e che ha origini radicate nella società e nelle stesse famiglie che finiscono per scoraggiare le bambine nelle loro scelte in questa direzione. L’innovazione per le donne si orienta verso il sociale, per soluzioni che possano migliorare la qualità della vita e dare una risposta concreta agli effettivi bisogni delle persone. Cosa che potrebbe contribuire a colmare quel divario che lo Stato non riesce a soddisfare. Con un doppio vantaggio: l’imprenditrice si trova ad operare in settori in crescita, e al tempo stesso diventa fruitrice di prodotti e servizi di sua produzione».

Il problema nel “fare impresa”

Sono ancora troppe le difficoltà che le conne si trovano ad affrontare nell’imprenditoria e nel mondo del lavoro in generale. «In primis sono dovute a motivi di carattere culturale». continua Valentina Parenti: «Sono stereotipi che si traducono in conseguenze reali, ad esempio una maggiore difficoltà nell’accesso al credito e una scarsa presenza femminile nell’industria manifatturiera e nei settori high-tech, in cui la spinta alla crescita è maggiore. E poi c’è il solito problema: un welfare molto carente che non consente alla donna di giocare la partita ad armi pari». La carenza di servizi alla persona è una delle cause del calo del tasso di natali-


tà e dell’abbandono del mondo del lavoro da parte delle donne: una su quattro lascia dopo il primo figlio. Nelle nazioni più avanzate il problema della conciliazione dei tempi coinvolge l’intera famiglia, non solo la donna. «Dimostrare, dati alla mano, che le donne sanno fare impresa tanto quanto gli uomini era il nostro obiettivo quando è nata GammaDonna», spiega il Presidente dell’’associazione, Mario Parenti: «una sfida stravinta, che ci consente di guardare con ottimismo a un futuro dove donne e giovani possano avere sempre più un ruolo di primo piano nelle scelte economiche e politiche del Paese, apportando un contributo significativo».

I numeri parlano chiaro

Oggi a raccogliere la sfida è un esercito di oltre 1 milione e 331mila attività produttive a conduzione femminile, che rappresenta il 21,86% del totale delle imprese in Italia (Fonte Unioncamere). A fine 2017 erano quasi 10mila in più le imprese femminili iscritte al Registro Camere di commercio rispetto al 2016, quasi 30mila in più rispetto al 2014. Le società di capitali condotte da donne sono aumentate di quasi il 17% nel 2017 rispetto a 3 anni prima. E il 29% delle attività di under35 è guidata da una donna. Complessivamente, sono 154mila le giovani donne a capo di una impresa in Italia, 1 ogni 12 aziende femminili.

VALENTINA PARENTI, COFONDATRICE DI GAMMADONNA

Un premio per le migliori Su sfide e opportunità dell’impresa del futuro si incentra il dibattito focalizzato sul concetto di impresa “coesiva”, ovvero legata alla comunità di appartenenza e al territorio in cui opera, ma aperta al mondo, che investe nelle competenze e nel benessere economico e sociale, migliorando la propria performance economica. Nel biennio 2017/2018, le imprese coesive oltre a sviluppare valore umano, si sono anche caratterizzate per un aumento del fatturato del +53% rispetto al 36% di quelle non coesive (Fondazione Symbola e Unioncamere). I modelli? Quelli delle imprenditrici in lizza per

GIOVANI, MA NON TROPPO. E MOLTO ISTRUITE Ben 61 candidature da tutta Italia (41 dal Nord e 16 dal Centro e Sud) e anche 4 dall’estero (UK, Francia, Giordania), quest’anno, per il Premio GammaDonna. L’età media è di 39 anni, con un livello di istruzione medio-alto e un ampio spettro di settori produttivi. Si tratta di imprese giovani (il 70% ha meno di 10 anni), ma anche aziende nate prima del 2000. Il

fatturato del 24% delle imprese è superiore a 1,5 milioni di euro, quello medio del restante 76% è sotto i 200mila euro. Per l’80% dei casi si tratta di società di capitali che si finanziano principalmente con mezzi propri, ma anche - in minima parte - facendo ricorso a business angel, venture capital e crowdfunding. La digitalizzazione è tra queste imprese

ampiamente diffusa. Quasi tutte hanno sviluppato nuovi prodotti, ma solo il 30% ha depositato brevetti e marchi. Le sfide da affrontare sono affermarsi sul mercato nazionale, l’internazionalizzazione e il rafforzamento del brand. E la squadra è il principale fattore di successo aziendale (90%), seguito dalla capacità dell’imprenditrice (77%).

LE IMPRENDITRICI SI TROVANO A OPERARE IN SETTORI IN CRESCITA il premio GammaDonna 2018. Ovvero Marianna Benetti (Veil Energy), con il progetto per la produzione di energia buona dai fumi di scarto e dai rifiuti termici delle centrali a biogas; Silvia Bolzoni (Zeta Service), con la sua società di servizi di amministrazione personale e l’approccio incentrato sul benessere delle persone; Valentina Garonzi (Diamante) con rivoluzionari strumenti di diagnosi che impiegano le piante per la produzione ecosostenibile di nano-particelle da virus vegetali modificati; Chiara Rota (My Cooking Box) e il kit per preparare un piatto gourmet con ingredienti Made in Italy; Roberta Ventura (Sep Jordan) con l’impresa sociale di capi moda nata in un campo profughi in Giordania. Ma, sopra a tutte, Silvia Wang, con il progetto ProntoPro. È lei la vincitrice del Premio GammaDonna 2018: il suo portale online raccoglie oltre 300mila professionisti e fa incontrare richieste dei clienti e offerte, coprendo 500 categorie di servizi e gestendo 3 milioni di visite mensili. Consegnati anche i due Award: il Qvc Next Award per il prodotto più innovativo a Chiara Rota, fondatrice di My Cooking Box, come eccellenza creativa Made in Italy, e il premio Giuliana Bertin Communication Award 2018, riconoscimento in ricordo della fondatrice di Valentina Communication, conferito invece a Mariangela Pepe, Ceo di Graffiti for Smart City

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NON È PECCATO: I PIACERI CHE FANNO BENE Trattarsi bene, concedersi pause piacevoli dopo il lavoro o anche durante i break dell’orario lavorativo, non soltanto “non è peccato” ma è necessario per riprendere ancor meglio con il “dovere”. Certo, i piaceri non fanno la felicità: però di sicuro aiutano.

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128 DE CASTRIS ALLA SCOPERTA DEL MIGLIORE WYNESTYLE NEL SALENTO

L’ARTE DI MIXARE NELLA MILANO DA BERE

Dal mitologico Negroni sbagliato del Bar Basso al Provence Collins del Pandenus: il “bere bene” è il nuovo must nel food&beverage. Ma i costi per avviare il business sono elevati e per i profitti (dal 12 al 15%) serve tempo di Marco Scotti tanchi di bere drink annacquati e con e beveroni a prezzi di saldo che portano in liquori scadenti? Stufi di selezionare dote sicuri mal di testa il giorno dopo. Oggi sempre le solite due bevande? Ora c’è un’ali cocktail hanno nomi evocativi come “Sarternativa e, neanche a dirlo, parte da Milano. toria” o “Provence Collins”. E il mitologico Si chiama “Mixology” ed è una vera e propria “Negroni sbagliato” creato al meneghino Bar arte nel mondo delle bevande alcoliche e non. Basso? Messo da parte per lasciare spazio a L’assunto è semplice: creazioni più elaborase gli italiani ormai GLI ITALIANI (E SOPRATTUTTO I MILANESI) te. E costose. SONO DISPOSTI A SPENDERE QUALCHE da tempo – complici Uno dei templi di queEURO IN PIÙ PER COCKTAIL ELABORATI le molteplici trasmissta nuova idea di serFATTI CON MATERIE PRIME ECCELLENTI sioni televisive – hanvire da bere è il Panno capito che il mangiar bene è necessario denus di Milano, che ha appena inaugurato anche a costo di sacrificare qualche euro in 26 vetrine affacciate sui grattacieli del capopiù, perché non provare analoga esperienza luogo lombardo, nella cornice di Porta Nuoanche quando si tratta di andare a bere con va. Una nuova apertura avvenuta nei mesi i colleghi o gli amici? Dimentichiamo quindi scorsi che completa un percorso iniziato da gin&tonic con alcolici di dubbia provenienza Via Tadino (zona Buenos Aires), cui hanno

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E POI IL PIACERE...

fatto seguito altri tre locali: uno in Piazza Riclientela una panetteria di alto livello e che sorgimento, uno in Largo La Foppa e uno in oggi invece è sempre più poliedrica. «Nella via Melzi D’Eril. Dal 2015, poi, il Pandenus si nuova Milano – chiosa Lecardane -, ci prepaè lanciato anche nel business dell’hotellerie, riamo a conquistare un pubblico eterogeneo con un b&b di lusso sopra al locale di Largo La e internazionale, con gli occhi sempre attenti Foppa. Segue poi Via Mercato, a due passi dal alla sostenibilità ambientale. Presto esportequartiere Brera e, infine, Piazza Gae Aulenti. remo il format anche all’estero, in ossequio Un mix azzeccato che ha consentito di trovaal ostro claim “Cosmopolitan taste, Italian re la giusta combinazione tra un’offerta più style”». elaborata e materie prime d’eccellenza Un Avviare un’attività che offra al pubblico luogo in cui il bere si mescola al cibo di clascocktail di pregio è a tutti gli effetti un’iniziase, con la collaborazione dello chef più steltiva imprenditoriale e, come tale, non può eslato d’Italia, Enrico Bartolini, che ha curato il sere presa sottogamba, visti i prezzi di avviabistrot di Via Mercato e che sarà consulente mento. Il rischio “bagno di sangue” che ha già anche per la location di Porta Nuova. I locatoccato decine di migliaia di ristoranti aperti li si fanno quindi più da appassionati conricercati, più attenti a IL NOME PANDENUS DERIVA DAL DETTO vinti di poter sosteneMILANESE “PAN E NUS MANGIA DE SPUS” fornire agli ospiti del re le ingenti spese di OGGI I LOCALI SONO CINQUE, CON LA locale (nel caso del COLLABORAZIONE DELLO CHEF BARTOLINI avviamento, si riproPandenus, fino a 170 pone anche quando si se si considera anche il dehors che affaccia guarda ai drink. «Per poter avviare un’attivisu Piazza Gae Aulenti. Un cocktail costa 12 tà dove l’oggetto aziendale è la preparazione euro, una bottiglia di vino può arrivare anche e vendita di cocktail dagli ingredienti ricera oltre 200 (nel caso del prestigioso Sassicacati, curati nei minimi dettagli – ci racconia). Un’offerta in linea con le nuove esigenze ta Alessandro Melis, consulente e resident della clientela alla ricerca di un’esperienza mixologist di Pandenus Gae Aulenti - , all’inpiù completa, in cui la location gioca un ruoterno una cornice adeguata, si necessita dai lo fondamentale e gli ambienti non possono 350.000 ai 700.000 euro per un arredamenpiù essere quelli di un bar “tradizionale”, ma to specifico, più eventuali costi di ingresso e devono esprimere quel senso di esclusività locazione dello spazio, che variano da zona che gli avventori ricercano. Pandenus nasce a zona ma che non sono inferiori ai 100.000 dall’idea di Filippo Lecardane, imprenditore euro. Fondamentale è la scelta della location milanese classe 1975, che inventa il nome per garantire introiti all’altezza dell’investia partire da un antico detto milanese: “Pan mento. Pandenus Gae Aulenti, per esempio, e nus, mangia de spus”, ovvero pane e noci, si trova in una posizione invidiabile: nel cuocibo da sposi. Un’idea nata per offrire alla re di Porta Nuova offre la miglior vista sulla

TUTTI I NUMERI 350-700.000 EURO Costo avviamento attività mixology 100.000 EURO Costo locazione 10-12.000 EURO Costo attrezzatura 50.000 EURO Costo di un manager all’anno 12-15% DEL FATTURATO Marginalità dopo tre anni 124

biblioteca degli alberi appena inaugurata e i suoi tavoli all’esterno godono dell’esposizione giusta per ammirare il tramonto». I costi di avviamento e di locazione, però, non sono gli unici che chi decide di lanciarsi in questa avventura deve sostenere. Ad esempio, bisogna pensare agli strumenti necessari per la buona riuscita del cocktail, oltre a un personale qualificato. «I costi da sostenere per gli attrezzi del mestiere – continua Melis - si aggirano intorno ai 10/12.000 euro, per una scelta di buona e duratura qualità. Per quanto riguarda il personale, bisogna capire quali figure inserire: per un buon manager intorno ai 50.000 annui, per un buon Mixologist intorno ai 40/42.000 euro l’anno, per un cameriere intorno 35.000 euro l’anno». Costi elevati che potrebbero costringere a “tirare la cinghia” se l’idea è quella di lanciarsi nel business del mixology. «Nei primi tre anni di attività – conclude Melis - è difficile poter pensare ad una rendita. Negli anni successivi invece si può arrivare ad avere una marginalità di utile al netto che si aggira intorno al 12/15% del fatturato».


E POI IL PIACERE...

in collaborazione con iH Group

struttura, composta da varie location: un borgo che comprende 188 camere, 11 sale meeting,3 piscine, 2 ristoranti e vari campi sportivi. Inoltre, per gli amanti del mare e della cultura da apprezzare interamente anche in pochi giorni, il Gruppo propone l’iH Hotels Agrigento Kaos Resort in Sicilia e l’iH Hotels Le Zagare Resort a Villasimius in Sardegna, location ideali per unire divertimento e storia. «L’Italia è da sempre una destinazione prediletta per il turismo – ha detto Mauro Troisi, General Manager di iH Group – chi viene nel nostro Paese conosce già la nostra storia e la nostra bellezza, ma torna per apprezzarne meglio l’eccellenza. Grazie alle nuove aperture previste per il 2019 il Gruppo iH amplia l’offerta nelle città d’arte con 3 nuovi hotels, uno in Toscana e due in Emilia Romagna, per offrire al cliente la possibilità di visitare le varie regioni e poter soggiornare con la garanzia del brand iH». Non a caso gli hotel apriranno in due città ricche di potenziale turistico: l’iH Hotels FirenLa Collezione iH abbraccia tutto il territorio, dal Monte Bianco alla ze Select, situato in un Palazzo antico fiorentiSicilia a due passi dalla Valle dei Templii. E nel 2019 un nuovo hotel no del XIX secolo a porta Prato, una delle porte nel centro storico di Firenze e due strutture a 4 stelle a Bologna del centro storico della culla del Rinascimento. Ed ancora, due strutture 4 stelle a Bologna, che fa l’iH Hotels Courmayeur Mont Blanc Reil turismo lento uno dei trend del 2019: città metropolitana in piena crescita turistica: sort proponendo il tour dei rifugi in mountain sempre più persone partiranno in viagl’iH Hotels Bologna Amadeus, circondato da bike: un modo diverso di vivere la natura di gio cercando qualcosa in più di una semplice un giardino privato, e l’iH Hotels Bologna MeCourmayeur e scoprire la Val Vény, la Val Fervacanza. I nuovi traveller punteranno su espeeting, situati a poca distanza sia dal centro che ret e naturalmente il maestoso Monte Bianco. rienze straordinarie piuttosto che su beni madall’Aeroporto, perfetti per chi viaggia sia per Un altro esempio di attività da proporre al teriali, perciò gli hotel di lusso rappresentano lavoro che per turismo e in pochi giorni vuole cliente possono essere i tour ecocompatibili, per loro un perfetto investimento. L’iH Hotels concedersi, specialmente in primavera, un’emolto popolari ultimamente. Si tratta di espeGrande Albergo delle Nazioni di Bari rientra sperienza fuoriporta. «Con queste nuove derienze educative conesattamente in questo contesto, unico cinque stinazioni, la CollezioMETTERSI IN RELAZIONE CON IL divise per la scoperta stelle lusso della collezione di iH Hotels, è il ne iH abbraccia tutto il TERRITORIO È LA NUOVA DIMENSIONE e l’apprezzamento del luogo perfetto per vivere un’esperienza comterritorio Italiano dal DI VIAGGIO E IH GROUP OFFRE RESORT territorio. Molto get- E HOTEL ADATTI AD ATTIVITÀ MULTI-DAY Monte Bianco in Valle pleta ed esclusiva grazie alla possibilità di tonata per questo tipo ammirare un meraviglioso paesaggio fin dal D’Aosta alla Sicilia a di attività è la Regione Toscana, grazie alle sue mattino dalla sala colazioni panoramica e, condue passi dalla Valle dei Templi – ha concluso bellezze paesaggistiche, dove l’iH Collection testualmente gustare il buon cibo tradizionale, il Manager Troisi - Tra gli obiettivi futuri del propone il fiore all’occhiello delle sue struttumuoversi facilmente per esplorare la Puglia e Gruppo iH ci sono anche hotel e resort a Venere ovvero l’iH Hotels Pian Dei Mucini Resort a godere dell’arte caratteristica ed originale delzia, Torino, Napoli, Lago di Como e Lago di GarMassa Marittima, immerso tra le verdi colline la città di Bari e del suo centro storico. Il nuovo da. Al fine di rendere fruibile ed accessibile il della Maremma Toscana. Qui il cliente può modo di viaggiare per il turismo leisure sarà Bel Paese e la nostra cultura agli ospiti, il Grupassaporare il relax e godersi la natura sia all’econsapevole e green, non più mordi e fuggi. po iH Hotels ha stretto relazioni con istituzioni sterno grazie a percorsi cicloturistici o walking Proporre agli ospiti esperienze che li renda locali e nazionali, musei, associazioni culturali tours nei boschi che all’interno dell’immensa parte integrante del luogo è ad esempio quello ed associazioni di categoria».

2019: l'anno dello slow tourism e delle nuove aperture per iH Group È

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E POI IL PIACERE...

Dalla miniera al cesello, ecco come nasce un Rolex

Dall'oro all'acciaio, tutti i materiali sono realizzati "in casa" tra fonderie interne e laboratori con strumenti all'avanguardia. Sviluppati sempre dal marchio

di Alessandro Bacchi rano i favolosi anni ’60 quando Walt Disney, all’apice del successo, commissionò a Rolex una linea fuori mercato. Il modello? Un Oyster Date con referenza 6694, con datario a ore tre e lente Cyclope, cassa in acciaio da 36 mm. Con Topolino stampato sul quadrante. Ma se a un’asta o in un negozio incappate in un “Rolex Mickey Mouse” con le braccia che segnano l’ora è sicuramente un fake. E comunque, fateci caso: se osservate bene le foto di Walt Disney, non lo vedrete mai senza un Rolex al polso. Cos’aveva di tanto speciale il Datejust di Walt Disney, oltre a essere, nel 1945, il primo cronometro da polso automatico impermeabile al mondo a indicare la data all’interno di una finestrella posta sul quadrante? L’oro, per esempio.

E

Metalli preziosi "home made"

Sapevate che Rolex ha una sua fonderia interna, in cui realizza leghe d’oro della massima qualità e dotate di proprietà uniche? Al suo stato puro di 24 ct., infatti, l’oro è troppo malleabile. Nasce così l’oro 18 carati di Rolex, una lega nobile composta per 750‰ (millesimi) di oro puro. In funzione della proporzione d’argento, rame e altri elementi aggiunti, si ottengono diverse varietà di oro 18 ct.: oro giallo, oro rosa oppure oro bianco. Solo i metalli più puri, meticolosamente controllati internamente con mezzi all’avanguardia - vengono legati tramite

126

fusione in un crogiolo a oltre 1.000 °C, secondo formule tenute segrete, per produrre leghe di oro giallo, bianco o Everose 18, la lega esclusiva (e brevettata da Rolex nel 2005) di oro rosa 18 ct. che deve il suo colore unico – una sfumatura rosa caratteristica – alla sua composizione. Ogni lega liquida è versata in un setaccio in grafite e dà origine a gocce che si trasformano istantaneamente, per via del raffreddamento in un contenitore d’acqua, in piccole sfere d’oro chiamate “granelli”, che dopo una seconda L'OYSTERSTEEL È UNA SUPERLEGA ADATTA ALL'IMPIEGO NELL'INDUSTRIA AEROSPAZIALE. ROLEX L'HA CREATO ED È STATO IL PRIMO BRAND A AUTILIZZARLO

fusione, vengono trasformati in barre poi messe in forma durante la fase di apprêtage (la finitura). L’oro è deformato, compresso, trafilato mediante laminatura o trafilatura, sottoposto a nuove fasi di cottura, fino a ottenere lastre, tubi, profilati o fili per la produzione di carrure, fondelli, lunette ed elementi dei bracciali. Una fase essenziale, questa, che conferisce al metallo le proprietà e le caratteristiche meccaniche, dimensionali ed estetiche ottimali per le fasi successive della produzione. E se l’oro vi sembra poco, c’è sempre il Platino estratto in Sudafrica e in Russia, eccezionalmente resistente alla corrosione. Paradossalmente, però, è anche duttile, elastico e altamen-

te malleabile, ragion per cui la lavorazione e la lucidatura risultano essere operazioni molto delicate: le operatrici e gli operatori Rolex addetti alla finitura dei bracciali e delle carrure sanno bene quanta esperienza occorra per dedicarsi alla lucidatura del platino. Rolex impiega il platino 950, una lega a 950‰ (millesimi) di platino generalmente addizionato con del rutenio, soprattutto per il Day-Date, l’orologio più prestigioso della collezione Oyster.

L’Oystersteel

Funzionare perfettamente conservando tutta la sua bellezza anche negli ambienti più ostili. È per questo che Rolex produce “in casa” anche l’acciaio Oystersteel, che appartiene alla famiglia degli acciai 904L, superleghe che trovano la loro principale applicazione nei settori ad alto contenuto tecnologico, nell’industria aerospaziale e in quella chimica. Rolex è stato il primo produttore di orologi Dalla fusione dei metalli al meticoloso controllo leghe grazie a strumenti sofisticati, fino alla minuziosa incastonatura delle pietre preziose: ogni orologio Rolex è il risultato di un processo svolto completamente nei laboratori interni


a utilizzarlo, nel 1985. Il processo di fabbricazione richiede il massimo rigore. Dopo una prima colata, la lega è nuovamente fusa sotto vuoto per renderla pura ed eliminare qualsiasi inclusione che potrebbe compromettere la sua resistenza alla corrosione. Rolex controlla all’interno la qualità di ogni colata attraverso un microscopio elettronico a scansione che individua anche il minimo difetto di struttura o di superficie. Che si tratti del taglio delle lastre, della loro messa in forma mediante stampaggio o della lavorazione dei componenti, le caratteristiche fisiche e la grande resistenza dell’acciaio Oystersteel hanno richiesto lo sviluppo di attrezzature e strumenti specifici e di particolari metodi di lavorazione. I trattamenti termici agevolano la modellatura della materia. Per la fase di stampaggio sono stati sviluppati strumenti estremamente duri, alcuni in carburo di tungsteno e rivestiti di uno strato antiusura.

Gemmologi di precisione

Internamente all’azienda esiste anche un vero e proprio dipartimento di gemmologia e incastonatura. Le pietre sono sottoposte ai severi protocolli di controllo, attraverso numerosi apparecchi di analisi, alcuni dei quali appositamente sviluppati per le necessità della manifattura. I diamanti, per esempio, sono sempre testati ai raggi X per confermarne l’autenticità

e la purezza, ovvero la presenza o l’assenza di inclusioni. Rolex sceglie unicamente diamanti classificati IF – Internally Flawless –, il gradino più alto delle principali scale di purezza utilizzate in gemmologia, i più incolori, compresi nelle classi più alte, da D a G, sulla scala del Gemological Institute of America. Una volta selezionate le pietre migliori, vengono sottoposte al taglio. Un’operazione cruciale: è la simmetria delle faccette e la loro geometria che determina il modo in cui la luce penetra nelle gemme e ne fuoriesce dopo essersi riflessa sulla faccetta inferiore della pietra. Il taglio viene poi controllato dai gemmologi, dopodiché le pietre sono messe a disposizione degli incastonatori. I loro gesti rivaleggiano con quelli degli orologiai in quanto a

precisione: con pazienza, che si tratti di pavè, castone ribattuto (il serti clos), binario o baguette, gli incastonatori fissano le gemme una a una fino a ottenere l’armonia ideale di colori e riflessi e il posizionamento ottimale; gli scarti tollerati non devono superare i 2 centesimi di millimetro, ossia circa un quarto dello spessore di un capello. A questo punto, con un gesto preciso, i frammenti di metallo lasciati attorno alle pietre per immobilizzarle vengono respinti. Tutto il talento degli incastonatori risiede nella loro capacità di scegliere lo strumento migliore, di trovare l’angolo corretto e di esercitare il movimento pressorio applicando la giusta forza, gesti che in alcuni quadranti con pavé di diamanti vengono ripetuti fino a tremila volte.

PASSIONE (ANCHE) PER I NOMI PARTICOLARI Sapete perché Rolex si chiama così? Perché nel 1908 Hans Wilsdorf, il fondatore (nel 1905) della Wilsdorf & Davis, specializzata nella commercializzazione in tutto l’Impero britannico di orologi da polso i cui componenti erano appositamente prodotti da partner svizzeri selezionati (tra

cui la Maison Aegler a Bienne che diventerà poi la Manufacture des Montres Rolex S.A.) voleva un brand tutto suo che fosse corto, orecchiabile, facilmente pronunciabile in tutte le lingue e, soprattutto, semplice da inserire sul quadrante dei suoi orologi. Ma c’è un altro nome depositato da Rolex

(nel 1933): Rolesor. È uno dei segni distintivi degli orologi del marchio che hanno lunetta, corona di carica e maglie centrali del bracciale in oro (giallo o Everose 18 ct.), mentre la carrure e le maglie laterali sono in acciaio Oystersteel. Negli orologi in versione Rolesor bianco, solo la lunetta è in oro 18 ct.

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E POI IL PIACERE...

in collaborazione con Antica Azienda Vitivinicola Leone De Castris

Le stanze del vino: il Winestyle del Salento

Camere dedicate alle migliori bottiglie della cantina Leone de Castris, la più antica di Puglia, un museo enologico e visite guidate ai vigneti. È l’offerta del Wine Hotel Villa Donna Lisa

A cura della redazione intitolato alla memoria di Donna Lisetta fare un’immersione totale di storia e tradiziode Castris, che nel 1925 andò in sposa a ne grazie all’interessante percorso all’interno Piero Leone Plantera, l’unico Winestyle Hotel del Museo del Vino “Piero e Salvatore Leone del Salento. Nato negli anni ’80 dalla volontà de Castris”. del figlio di Lisetta e Piero, Salvatore, di dare Una sosta a wine bar e cantina offrono infine continuità alla storia dell’Azienda Vitivinicola la ghiotta possibilità di degustare i vini dell’ALeone de Castris (fondata oltre tre secoli fa da zienda in totale relax. L’apoteosi è però la cena Oronzo dei Conti di presso il ristorante L’HOTEL ACCOMPAGNA I SUOI OSPITI Lemos a Salice Saleninterno che propone IN UN VIAGGIO NELLA STORIA tino), l’hotel accomtipici piatti salentini E NEI PROFUMI DEL VINO LUNGO pagna i suoi ospiti in accompagnati dai miTUTTO L’ARCO DELL’ANNO un viaggio nella stogliori vini della cantina, ria e nei profumi del vino, lungo tutto l’anno. come il Five Roses, primo Rosato imbottigliato Il Wine Hotel è situato sulla Via Vigna del Sole, in Italia nel 1943. L’hotel si trova a 30 minuti al centro del territorio Doc Salice Salentino. Il dall’aeroporto di Brindisi, dalla stazione FS tema enologico si sviluppa come un filo rosso, di Lecce e dal mare Ionio e offre ai suoi ospiti a partire già dall’entrata, nelle forme e nell’atun’area wellness e una piscina esterna nonché mosfera della quale è possibile riconoscere un servizio navetta per Lecce e per le marine l’antica cantina. Per il design degli interni sono e la possibilità di organizzare visite guidate stati utilizzati materiali preziosi che richiamaalle vigne, agli uliveti e alla cantina Leone de no la cultura del vino, come legno di quercia, Castris. larice, acciaio e pietra. Le 24 camere evocano ognuna, nei colori e nel disegno dei tessuti, VILLA DONNA LISA l’abbinamento con uno dei prestigiosi vini Leone de Castris, ricreando un ideale percorso di Via Filippa Marangio, 23 percezioni e sensazioni che collega gli interni Salice Salentino (Le) info@villadonnalisa.it con il contesto nel quale l’hotel è inserito. È Tel: 0832.733946 quindi possibile fermarsi a sfogliare un libro www.villadonnalisa.it che racconti la storia e le caratteristiche della www.leonedecastris.com migliore enologia pugliese nella sala letture o

È

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in collaborazione con Antica Azienda Vitivinicola Leone De Castris

Un calice di Salice per ricordare il paese

Il Rosso Salice di Leone de Castris compie 64 anni. E oggi più che mai racconta la tradizione dell’azienda vitivinicola salentina fondata più di tre secoli fa dal Duca Oronzo Arcangelo dei Conti di Lemos

PROFILI ORGANOLETTICI

A cura della redazione sattamente nel 1954, nasce il Rosso Salice dell’azienda Leone de Castris. Don Piero, nonno dell’attuale proprietario, Piernicola Leone de Castris, decide di chiamare il vino Salice, proprio come il paese nel quale era nato: Salice Salentino, luogo in cui l’azienda ha ancora oggi la sua sede. Nel 1971, anche e soprattutto grazie al lavoro di Salvatore Leone de Castris, figlio di Piero, nasce la DOC Salice Salentino di cui il “rosso salice“ dell’azienda Leone de Castris, era stato il precursore. Dal 2004 il vino si chiama “50° vendemmia“ per ricordare le 50 vendemmie di questo vino. L’evoluzione del salice salentino DOC continua in azienda e nel 1995 nasce il Donna Lisa Rosso, dedicato alla moglie di Don Piero e nonna di Piernicola. Donna Lisetta era una donna volitiva e piena d’interessi culturali; insieme al marito amava la musica (suonava il pianoforte e Piero il violino), la letteratura (lei stessa scrisse un paio di romanzi), parlava più lingue straniere, aveva un’intensa vita sociale e, nel contempo, si occupava personalmente dell’educazione dei suoi cinque figli che amava teneramente. Consigliando al marito di as-

E

sumere le donne per la vendemmia nel 1943, in tempo di guerra, introdusse anche la figura femminile nel mondo del vino. Ancora oggi molte donne, essendosi tramandate il lavoro da madre in figlia, vendemmiano per la cantina. Il prodotto a lei dedicato è l’evoluzione del Salice Salentino e ha ricevuto nel tempo molti premi e riconoscimenti. Oggi è ancora considerato il cru dell’azienda. La strada verso la perfezione continua con il Per lui Salice Salentino Riserva DOC, l’ultimo “salice salentino“ di pregio nato in Azienda e dedicato a Salvatore Leone de Castris. Questo vino, risultato di una vendemmia tardiva con breve appassimento sulla pianta, è l’espressione del massimo livello qualitativo del nobile vitigno autoctono ‘negroamaro’. Piernicola, figlio di Salvatore, lo ha voluto dedicare alla figura del padre, insieme ad altri tre varietali di pregio della stessa linea (Per lui Primitivo, Per lui Ottavianello e Per lui Susumaniello). La dedica di questa importante linea al padre Salvatore è il giusto epilogo che riassume una vita intensa votata alla crescita dell’Azienda di famiglia e allo stesso tempo al rilancio della economia salentina.

50° VENDEMMIA SALICE SALENTINO RISERVA DOC Vino rosso intenso con riflessi granati, ricavato dai vitigni Negroamaro e Malvasia Nera. Al naso si alternano sensazioni fruttate di mora e amarena, note di basilico e spezie dolci dovute all’affinamento in botte. In bocca è morbido ed equilibrato con un tannino deciso ma mai invadente. Finale lungo e persistente. Ottimo con arrosti e formaggi stagionati.

DONNA LISA SALICE SALENTINO RISERVA DOC: Salice Salentino affinato in barrique dal colore rosso intenso con un’unghia granata. Al naso si sprigionano profumi di confettura di mirtilli e ribes nero, note speziate di vaniglia, liquirizia e sfumature tostate. In bocca è pieno e vellutato, ricco di eleganti tannini. Si consiglia di abbinarlo ad arrosti, cacciagione e formaggi stagionati.

PER LUI SALICE SALENTINO RISERVA DOC: Alla vista si presenta rosso rubino intenso a trama fitta. All’olfatto è un insieme di sensazioni che vanno dalla frutta rossa matura alla confettura, passando per i sentori di macchia mediterranea tipici del Negroamaro. In bocca è portentoso, suadente ed estremamente equilibrato.

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LE RAGIONI DEL GOSSIP a cura di Monica Setta

MOOD SPARTANO... MA NON TROPPO PER LE FESTE SI RESTA A CASA (A SAINKT MORITZ) In ossequio al rigore giallo-verde, nessun viaggio esotico: riaprono le ville a Cortina, Madonna di Campiglio e in Puglia. Che è talmente “tres chic” da fare il pieno di celebrity, da Helen Mirren a Gennifer Lopez TANIA MISSONI È A SAINKT

sotterranea ed idromassaggio

arrivare Jennifer Lopez che

Jacorossi si divide fra party e

MORITZ GIÀ DAL LONG WEEK

ai cristalli blu. Posto che vai, vip

avrebbe opzionato una visita

cocktail senza troppi eccessi,

END DELL’IMMACOLATA,

che trovi: mai come quest’anno

al museo di Ostuni mentre a

proprio come fanno Diego

LUNGHI CAPELLI SCIOLTI

il Natale dei Paperoni del listino

Gallipoli hanno prenotato Gerard

Della Valle e famiglia. Naviga

SULLE SPALLE E TÈ CON GLI

sarà doverosamente made in

Depardieu ed Hellen Mirren.

in acque internazionali il re dei

AMICI COME GIANNI BIRARDI,

Italy. E dunque, fatta eccezione

Complice il governo del

divani baresi Pasquale Natuzzi;

L’ARCHITETTO BARESE DEI

per le gettonate montagne

cambiamento giallo verde, che

volano a Montecarlo i ricchissimi

GIARDINI, CHE L’HA RAGGIUNTA

svizzere, tutti in giro fra Cortina,

punta ad un mood spartano

Umberto e Marinella di Capua,

CON UN VOLO PRIVATO DALLA

che potrebbero essere raggiunti

PUGLIA. A pochi passi dal mitico

nella loro villa in Costa Azzurra

Palace si fa vedere anche Afef

(con piscina a forma di cuore) da

Jnifen, neo ex-signora Tronchetti

Adriano Teso e Laura Morino.

Provera che dopo Capodanno

Resta a Salerno il numero uno di

sarà certamente in Tunisia dalla

Confindustria Vincenzo Boccia,

sua famiglia. A Cortina, invece,

cosi come consumerà il Natale

gli habitué hanno riaperto ville

in famiglia anche la numero uno

e appartamenti dai primi giorni

di Ania Bianca Maria Farina.

di dicembre. Sandro Riello

In montagna fra il Trentino e la

stapperà il 31 la maxi bottiglia

Valle d’Aosta la bella manager

di champagne che ogni anno,

Mina Maisto, responsabile degli

da trenta lustri a questa parte,

affari istituzionali delle Generali,

mette in freezer il giorno di San

mentre tornano a Bari il direttore

Silvestro dell’anno precedente.

generale di Bankitalia Salvatore

Insieme al re dei condizionatori

Rossi e il magistrato romanziere

ci sarà la moglie Fernanda

Francesco Caringella (a fine

Piscicelli, l’erede Giordano, la

gennaio esce il nuovo romanzo.

nuora Francesca Cerulli e il nipotino, oltre alle altre due

IN SENSO ORARIO: AFEF JNIFEN, MARIO MORETTI POLEGATO, PAOLA FERRARI E DIEGO DELLA VALLE

per Mondadori e il 30 aprile sarà nelle sale il film tratto dal suo

figlie Frances e Perla. Dopo il

Madonna di Campiglio, le

e comunque minimal chic, il

libro “Non sono un.assassino”

23, ossia prima del pranzo di

Terme di Saturnia o la Puglia

Natale del gotha sarà all’insegna

con Riccardo Scamarcio, Claudia

Natale, sbarcheranno nella

tres chic. A Lecce si gode la

di una sola parola d’ordine:

Gerini e Alessio Boni). Infine,

perla ampezzana il fondatore di

sua meravigliosa casa-galleria

non esagerare. Paola Ferrari

Briatore. Il mitico Flavio sarà a

Geox Mario Moretti Polegato

d’arte contemporanea Paride

de Benedetti addobba la sua

Malindi con il figlio Nathan e forse

con la moglie Licia e il figlio, che

de Masi, uno degli imprenditori

stupenda casa romana, ma

anche con la ex.moglie Elisabetta

prenderanno possesso della

più visionari del mezzogiorno,

non indulge in lucine o cotillons,

Gregoraci. Con loro, si dice, pure

sontuosa magione del centro

che farà Capodanno con la bella

fedele ad uno stile arioso ma non

Lucio Presta e Paola Perego.

storico, quasi mille metri quadrati

moglie Elvira e la splendida figlia

iper lussuoso (il suo), mentre

Vero? Chissà, lo scopriremo solo

su piu livelli con sauna, piscina

Chiara. In valle d’Itria potrebbe

l’ereditiera romana Daniela

vivendo. Intanto auguri a tutti.

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LE RAGIONI DEL GOSSIP a cura di Monica Setta

MOOD SPARTANO... MA NON TROPPO PER LE FESTE SI RESTA A CASA (A SANKT MORITZ) In ossequio al rigore giallo-verde, nessun viaggio esotico: riaprono le ville a Cortina, Madonna di Campiglio e in Puglia. Che è talmente “tres chic” da fare il pieno di celebrity, da Helen Mirren a Gennifer Lopez TANIA MISSONI È A SANKT

sotterranea ed idromassaggio

arrivare Jennifer Lopez che

Jacorossi si divide fra party e

MORITZ GIÀ DAL LONG WEEK

ai cristalli blu. Posto che vai, vip

avrebbe opzionato una visita

cocktail senza troppi eccessi,

END DELL’IMMACOLATA,

che trovi: mai come quest’anno

al museo di Ostuni mentre a

proprio come fanno Diego

LUNGHI CAPELLI SCIOLTI

il Natale dei Paperoni del listino

Gallipoli hanno prenotato Gerard

Della Valle e famiglia. Naviga

SULLE SPALLE E TÈ CON GLI

sarà doverosamente made in

Depardieu ed Hellen Mirren.

in acque internazionali il re dei

AMICI COME GIANNI BIRARDI,

Italy. E dunque, fatta eccezione

Complice il governo del

divani baresi Pasquale Natuzzi;

L’ARCHITETTO BARESE DEI

per le gettonate montagne

cambiamento giallo verde, che

volano a Montecarlo i ricchissimi

GIARDINI, CHE L’HA RAGGIUNTA

svizzere, tutti in giro fra Cortina,

punta ad un mood spartano

Umberto e Marinella di Capua,

CON UN VOLO PRIVATO DALLA

che potrebbero essere raggiunti

PUGLIA. A pochi passi dal mitico

nella loro villa in Costa Azzurra

Palace si fa vedere anche Afef

(con piscina a forma di cuore) da

Jnifen, neo ex-signora Tronchetti

Adriano Teso e Laura Morino.

Provera che dopo Capodanno

Resta a Salerno il numero uno di

sarà certamente in Tunisia dalla

Confindustria Vincenzo Boccia,

sua famiglia. A Cortina, invece,

cosi come consumerà il Natale

gli habitué hanno riaperto ville

in famiglia anche la numero uno

e appartamenti dai primi giorni

di Ania Bianca Maria Farina.

di dicembre. Sandro Riello

In montagna fra il Trentino e la

stapperà il 31 la maxi bottiglia

Valle d’Aosta la bella manager

di champagne che ogni anno,

Mina Maisto, responsabile degli

da trenta lustri a questa parte,

affari istituzionali delle Generali,

mette in freezer il giorno di San

mentre tornano a Bari il direttore

Silvestro dell’anno precedente.

generale di Bankitalia Salvatore

Insieme al re dei condizionatori

Rossi e il magistrato romanziere

ci sarà la moglie Fernanda

Francesco Caringella (a fine

Piscicelli, l’erede Giordano, la

gennaio esce il nuovo romanzo.

nuora Francesca Cerulli e il nipotino, oltre alle altre due

IN SENSO ORARIO: AFEF JNIFEN, MARIO MORETTI POLEGATO, PAOLA FERRARI E DIEGO DELLA VALLE

per Mondadori e il 30 aprile sarà nelle sale il film tratto dal suo

figlie Frances e Perla. Dopo il

Madonna di Campiglio, le

e comunque minimal chic, il

libro “Non sono un.assassino”

23, ossia prima del pranzo di

Terme di Saturnia o la Puglia

Natale del gotha sarà all’insegna

con Riccardo Scamarcio, Claudia

Natale, sbarcheranno nella

tres chic. A Lecce si gode la

di una sola parola d’ordine:

Gerini e Alessio Boni). Infine,

perla ampezzana il fondatore di

sua meravigliosa casa-galleria

non esagerare. Paola Ferrari

Briatore. Il mitico Flavio sarà a

Geox Mario Moretti Polegato

d’arte contemporanea Paride

de Benedetti addobba la sua

Malindi con il figlio Nathan e forse

con la moglie Licia e il figlio, che

de Masi, uno degli imprenditori

stupenda casa romana, ma

anche con la ex.moglie Elisabetta

prenderanno possesso della

più visionari del mezzogiorno,

non indulge in lucine o cotillons,

Gregoraci. Con loro, si dice, pure

sontuosa magione del centro

che farà Capodanno con la bella

fedele ad uno stile arioso ma non

Lucio Presta e Paola Perego.

storico, quasi mille metri quadrati

moglie Elvira e la splendida figlia

iper lussuoso (il suo), mentre

Vero? Chissà, lo scopriremo solo

su piu livelli con sauna, piscina

Chiara. In valle d’Itria potrebbe

l’ereditiera romana Daniela

vivendo. Intanto auguri a tutti.

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