Economy Ottobre 2018

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TUTTA DA RIFARE

ECONOMY | ANNO II | N.16 | MENSILE | OTTOBRE | DATA DI USCITA IN EDICOLA: 28 SETTEMBRE 2018

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PRICE L A I C E SP 00

Ottobre 2018 Euro 4,50

FEDERMANAGER / Un’indagine esclusiva ridisegna il ruolo dei dirigenti tra efficacia e responsabilità

Non solo le infrastrutture ma l’intero Paese richiedono un colpo di reni che riaccenda il motore delle costruzioni. Dati, occasioni ed esigenze di imprese, architetti, proprietari

CUCINELLI: IL BUSINESS ETICO RENDE Il «re del cachemire» si regala una kermesse internazionale a Solomeo per presentare la sua filosofia d’impresa per un capitalismo umanistico RISPARMIO / 1

Un’autunno complicato con incertezze mondiali che possono anche rendere

RISPARMIO / 2

I consulenti finanziari preparano i nuovi servizi per clienti più esigenti

INTERVISTA / BUSSETTI «L’alternanza tra scuola e lavoro rimane ma dev’essere riqualificata»

Il ministro dell’Istruzione porterà in tutta Italia il meglio dell’esperienza lombarda, che è stata la prima ad affermarsi.

AUTOMOBILI

È in atto il boom delle flotte aziendali, tra nuovi motori e elettronica per la sicurezza

TURISMO GREEN

Si chiama «Donna Sicilia» la nuova sfida di Tommaso Dragotto, Sicily By Car









EDITORIALE

PER CAMBIARE BISOGNA PRIMA SBUROCRATIZZARE

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el divertentissimo “The Terminal”, il protagonista Tom Hanks rimane bloccato nella zona transiti dell’aeroporto di New York DI SERGIO LUCIANO perchè il Paese immaginario da cui proviene, mentre lui era in volo, ha avuto un colpo di Stato e revocato validità ai passaporti. Cosa capita, negli Stati Uniti, al passeggero senza documenti? Che resta bloccato nel terminal. Cos’è capitato invece agli immigrati tunisini che il Viminale voleva reimpatriare quando il loro aereo, per un’avaria, è rimasto bloccato in pista? Che sono stati autorizzati ad andarsene per i fatti loro, con in tasca un ridicolo foglio di via, buono solo per farli appallottolare e buttar via. Perchè un simile controsenso? Semplice: perchè la burocrazia, le migliaia di leggi inutili, vecchie o sbagliate e la malagiustizia rende inefficiente tutta la macchina dello Stato. È qui che si dovrebbe giocare la vera sfida del “cambiamento” di cui parla il governo, ma non accadrà, perchè riformare lo Stato significa farsi subito molti nemici ed ottenere i risultati che sarebbero invece apprezzati dai cittadini elettori dopo molto tempo, troppo per la frettolosità delle azio-

IL CORSIVO

ni di governo non solo italiane nell’era della Rete. Ma è la burocrazia che soffoca il Paese. Lo frena quanto il debito pubblico. Sono le leggi inapplicabili. È la magistratura autoreferenziale e improduttiva. L’edilizia è bloccata ai livelli della crisi più nera perché nessuno firma più un’autorizzazione. Il codice degli appalti è una pena. La pubblica amministrazione impazzisce tra centinaia di centri elettronici diversi, che non si parlano. Le banche dati abbondano ma non vengono consultate. Il capo dell’agenda digitale, Diego Piacentini, lascia Palazzo Chigi avendo, in parte, messo a punto il sistema per farci pagare più comodamente le tasse, mentre nessuno ha più trovato il sistema per farle rimborsare dallo Stato, insieme agli altri debiti che ha verso i cittadini. Qualche invettiva contro tutto questo si rintraccia, dalle parti del contratto di governo, ma il mal di pancia di mettere le mani nella ruggine della macchina statale non se lo faranno venire né i Cinquestelle, che ci capiscono particolarmente poco, né la Lega, che anzi negli enti locali ha molti cerberi che non intende disturbare limandogli le unghie, neanche quando se le meriterebbero. Un programma di governo affidabile dovrebbe avere al punto 1 la sburocratizzazione, invece nel famoso “Contratto” laparola burocrazia ricorre una sola volta, a pagina 19 delle 57 e quando si parla di “semplificazione”

LEGGI SBAGLIATE, GIUSTIZIA INEFFICACE E UFFICI IMPASTOIATI FRENANO LA RIPRESA QUANTO IL DEBITO ci si riferisce al fisco, che la richiede, ma per sostenere l’obiettivo - o il miraggio - della flattax, che porta voti. Al momento in cui questo numero di Economy viene chiuso impazza la riffa sulle misure della Legge di bilancio che andrà presentata entro metà ottobre. Un appuntamento cruciale per la stabilità del Paese. Ma nessuna norma, per quanto coraggiosa - e ce ne vuole, di coraggio, per cambiare davvero le cose in un contesto europeo vincolante e ormai ostile - non funziona se non accompagnata da una radicale sburocratizzazione. Ma sburocratizzare significa, in ultima analisi, togliere spazio alle lobby e ridare primato alla meritocrazia. Le prime, invece, piacciono e contano. La seconda è una parolaccia.

LA PUBBLICITÀ BUONISTA DI CHI PREDICA BENE E CHISSÀ COME RAZZOLA In questi tempi grami, la pubblicità è sempre benvenuta, sui media. Ma esiste un genere “peloso” di cui si farebbe volentieri a meno. Ne fu pioniere, all’inizio anche brillante, Benetton: usò fotografie di grande impatto emotivo, a tema sociale e soprattutto sessuale – aids, contraccezione eccetera - per associare ai propri pullover l’idea di una mentalità aperta, progressista, solidale. Più di recente, ma prima del ponte, alle incipienti intemerate di Salvini sui migranti, sempre Benetton è tornato a comunicare la sua “correttezza politica,

associando il proprio marchio alla foto di un gommone carico di migranti. Come se i “colors” del claim aziendale siano anche quelli delle tante possibili sfumature della nostra pelle. Dopo la recente strage dei braccianti in Puglia, Eataly – la catena di Oscar Farinetti - ha tenuto a far sapere che vende solo pomodori coltivati in aziende corrette; e intanto il gruppo Moby, da un paio d’anni, reclamizza di essere l‘unico armatore ad assumere solo marittimi italiani, come se quelli extracomunitari fossero cattivi, per dire che diversamente dagli odiati colleghi lui non

speculerebbe sugli sgravi fiscali allo shipping: peccato che intasca 90 milioni l’anno di contributi per la Tirrenia e perde 10 milioni al mese. Intendiamoci: un imprenditore può pagarsi la pubblicità che vuole, purchè lecita. Ma è certo che un po’ di “timor di Dio” e anche di semplice buon gusto in più suggerirebbe di non strumentalizzare i problemi sociali per vendere golfini, o formaggi o biglietti marittimi. Perché poi a ostentare moralità immacolata si rischia il boomerang più devastante. Genova docet. (s.l.)

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SOMMARIO

Ottobre 2018 019

COVER STORY

ITALIA DA RIFARE

022

LA DENUNCIA. L’Ance: «i soldi ci sono ma non si spendono»

024

LE OPPORTUNITÀ. Occorre puntare sulla riqualificazione

026

IL DANNO. 270 cantieri chiusi segnalati, un valore di 21 mld

028

IL COMMENTO. Alis: «Troppa gomma, urge l’intermodalità»

030

IL COMMENTO/2. Gli architetti: «Manca visione del futuro»

032

LA CONFEDILIZIA. «Edilizia, le tasse hanno bloccato tutto»

034

LA CASE HISTORY. Brebemi, un project-financing da record

036

ECONOMY&POLITICA

INTERVISTA CON IL MINISTRO MARCO BUSSETTI

019

039 GESTIRE L’IMPRESA

Istruzione: Alternanza scuola-lavoro? Resta, va migliorata

063

RILANCIARE IL MEZZOGIORNO

066

MADE IN ITALY

067

068 MANAGEMENT Bravi sì ma anche brave persone

Infrastrutture a pezzi e cantieri chiusi. Come se ne esce?

069

Gli incentivi allo studio del Ministro HelloIta, nuova vetrina su Alibaba

PRIVATE EQUITY

071 WORKSHOP WEALTH MANAGEMENT

Si preannuncia un autunno caldo

MERCATI E RISCHI

Crescono gli investimenti al nord

074

IL MONDO DOPO LEHMAN

PAGAMENTI DIGITALI

076

LA SVOLTA DI INTESA

078

IL ROADSHOW DI IG

080

CONSULENTI FINANZIARI 2.0

A raccolta banche e fintech

LOGISTICA E INNOVAZIONE

La rinascita di Treviglio parte da qui

L’economia degli ultimi 20 anni

SanPaolo diventa bancassurance

042

FORMAZIONE

044

SOFTWARE

046

CONVENTION

048

CYBERSECURITY

050

FILIERE PRODUTTIVE

Anche nella crisi, Lombardia al top

In estate vendite in aumento

052

I VALOROSI

124

MOBILITÀ URBANA

061

PER UN FISCO PIÙ EQUO

126

LA RIVOLUZIONE FIAT 500

Hrc nel 2019 lancerà l’Academy

Lezioni di trading dal top dei broker

Nuove sfide per tutta la categoria

Fatture, le soluzioni di Comarch

Ecco il nuovo format di Richmond

123 DOMANDE&OFFERTE SPECIALE FLOTTE

Stati generali convocati a Roma

Il business etico che funziona bene

La ricetta di Confprofessioni

10

063 FINANZIARE L’IMPRESA

AUTO AZIENDALI E BUSINESS

Le strategie green di BMW La più sportiva guarda alle imprese



SOMMARIO

Commenti

014

SARÒ FRANCO di Franco Tatò

095 UOMINI&DENARI di Alfonso Ruffo 096 PORTRAITS di Angelo Ciancarella 098

PRIVATE BANKER di Ugo Bertone

099

MONEY TALKS di Francesco Sperti

100

IL CAPITALE UMANO di Rosario Rasizza

101 DIRITTO&ROVESCIO di Roberto di Tirro

099

102

QUI PARIGI di Giuseppe Corsentino

104

QUEL CHE RESTA DEL MESE a cura del Sussidiario.net

106

CI PIACE/NON CI PIACE Affari, i promossi e i bocciati

085 COMUNICARE L’IMPRESA

117

NAUTICA&TECNOLOGIA

L’idea “Stramba” della vela rovesciata

120

IL NUOVO CHE AVANZA

128

STARTUP-TELLING

Modelli e case histories in breve

DOMANDE & OFFERTE

FOOD&FINANCE I big del lusso “mangiano” italiano

Sgravi e tax credit adesso sono realtà

BONUS PUBBLICITÀ

130

CULTURA A EMISSIONI ZERO

088

STORYTELLING

133

IMPRESA E SOSTENIBILITÀ

Master universitario sul tema a Pavia

Sicily By Car lancia l’Ecotour in Sicilia Natale solidale con Save The Children

090

MARKETING ED EXPERIENCE

LVMH mostra il suo “dietro le quinte”

135

092

WEB E COPYRIGHT

Sui mercati oggi vince la parte emozionale

109

STORY-LEARNING

139

E POI IL PIACERE...

DIGITAL PAYMENT E TURISMO

MUSEI DIGITAL

De Bortoli: «Nessun limite alla libertà»

Con Alipay Duetorrihotels apre alla Cina

112

OIL, GAS E GIOCO DI SQUADRA

113

INGEGNERIA&IT

114

IL PAESE CHE CRESCE...

Cooperare, il mantra di Maire Technimont

HOMO OECONOMICUS ADDIO

Se i templi della cultura cambiano pelle

142

HOTEL PER GOURMAND

Il gruppo IH punta tutto sulla ristorazione

144

GRANDI VINI, GRANDI STORIE

145

PLACE TO BE

Protom con l’innovazione vola in Brasile

Le news dal mondo produttivo

146

12

VITA DA MANAGER

Speri, el Hijo Prodigo che ce l’ha fatta

A Milano debutta la Wine Week

LE RAGIONI DEL GOSSIP I sussurri di Monica Setta

Il mensile dell’economia che cambia Direttore responsabile Sergio Luciano In redazione Francesco Condoluci (caporedattore), Marco Scotti, Riccardo Venturi Hanno collaborato Andrea Barchiesi, Ugo Bertone, Giuseppe Capriuolo, Sofia Catalano, Angelo Ciancarella,Mara Cinquepalmi, Giuseppe Corsentino, Roberto Di Tirro, Paolo Fanti, Chris Foster, Buddy Fox, Dina Galano, Giuliana Gemelli, Marco Gemelli, Alessandro Luongo, Valerio Malvezzi,Marina Marinetti, Alfonsino Mei, Alice Milia, Franco Oppedisano, Vincenzo Petraglia, Rosario Rasizza, Alfonso Ruffo, Giulio Sapelli, Sonia Sbolzani, Monica Setta, Elisa Stefanati, Francesco Sperti, Franco Tatò, Antonio Vitolo, Chiara Volontè Partnership editoriali Aifi; Assocamerestero; Confprofessioni; Federmanager; Università Carlo Cattaneo Liuc; HRCommunity; ilsussidiario.net; Reputation Manager Grafica e impaginazione Raffaela Jada Gobbi Liliana Nori Boyana Trapkova Segreteria di redazione Monia Manzoni Sito web www.economymag.it Comitato scientifico Marco Gay, Anna Gervasoni, Fernando Napolitano, Giulio Sapelli, Antonio Uricchio Presidente e A.D. Giuseppe Caroccia Consiglieri Costantino Baldissara, Sergio Luciano Editore incaricato Domenico Marasco Responsabile commerciale Marco Bartolini Casa editrice Economy s.r.l. Piazza Borromeo 1, 20123 Milano Tel. 02/89767777 Registrazione Tribunale di Milano n. 101 del 14/03/2017

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COVERSTORY

SARÒ FRANCO

IL CROLLO E’ STATO ANCHE DI UNA LOGICA IN

I

una presa di coscienza che l crollo del ponte Morandi esiste un nucleo stabile da a Genova ha portato con cui ripartire al di sopra della sé l’intera classe politica provvisorietà degli incarichi e la classe dirigente del politici. secondo dopoguerra e reso E’ però importante, al di fuori in qualche modo definitivo da ogni retorica, fare alcune il risultato delle elezioni del considerazioni. Quello che 4 marzo sottolineandone abbiamo visto conferma il carattere eversivo. Gli che il consenso per i nuovi immeritati fischi ai pochi governanti è indipendente rappresentanti dei precedenti dalla qualità delle loro governi e gli altrettanto dichiarazioni – in questa immeritati applausi ai occasione hanno dato quello nuovi governanti, caricano che speriamo essere il peggio questi ultimi di una enorme di loro - analogamente a responsabilità: crediamo quanto sta avvenendo negli alle vostre dichiarazioni, Stati Uniti, dove il Presidente prendiamo molto sul serio la Trump conserva il 40% dei promessa di cambiamento e consensi ci aspettiamo che il nuovo E’ IL MOMENTO DI CAMBIARE dopo un LA CULTURA COSTRUTTIVA anno di modo di DEL PAESE. IL QUASI menzogne e governare CONTEMPORANEO FLOP a volte di vere sia non solo DI DAZN CI DICE CHE VANNO sciocchezze: formalmente CAMBIATE MOLTE COSE le analogie diverso, ma sono impressionanti. migliore. La evidente inutilità della La serietà della situazione polemica politica tradizionale impone anche a chi non ha è un addizionale buon mai creduto alle capacità motivo per una opposizione di governo di questa nuova costruttiva: a un certo punto classe dirigente dalle la gente capirà. caratteristiche personali Una seconda riflessione discutibili, un momento riguarda il fatto che con il di pausa e di riflessione ponte Morandi è andata sull’opportunità di di dar in pezzi la reputazione corso a una opposizione dell’ingegneria Italiana e collaborativa, istituzionale, con essa la filosofia delle perché il costo del periodo grandi costruzioni in cemento di trapasso non sia toppo armato. Credo sia venuto gravoso per i cittadini: credo il momento di cambiare la che questo sia il significato cultura costruttiva del paese. degli applausi al Capo dello Il quasi contemporaneo flop Stato e ai Vigili del Fuoco,

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di Dazn ci dice che si devono cambiare molte altre cose. Una terza riflessione nasce dalla meschina figura della società Autostrade che cerca di comprare la benevolenza dei familiari delle vittime traducendo cinicamente il dolore in moneta senza una dichiarazione di solidarietà o di vicinanza. Questo mentre la famiglia azionista di maggioranza festeggiava il Ferragosto a Cortina. Credo che questi comportamenti affossino definitivamente la filosofia delle privatizzazioni

di grandi asset dello Stato con affidamento a un imprenditore privilegiato, con l’aggravante di una concessione con clausole secretate alla faccia del mercato e della trasparenza. Ovviamente si è agito in buona fede credendo di aver trovato la soluzione, mentre invece si ufficializzava il familismo italiano, forse la più pesante palla al piede della nostra economia, quale migliore scelta gestionale. Questo spiega anche il quasi silenzio di Confindustria,


di Franco Tatò

CUI LO SCAMBIO DI INTERESSI PREVALE SUI RISULTATI di una Spa di proprietà dello Stato, cioè di tutti i cittadini? L’alternativa vera era la quotazione totale in Borsa e la nomina indipendente del management. Finché le leggi del mercato regolato non prevarranno sugli interessi della politica, non potremo avere una gestione veramente meritocratica delle imprese: col ponte Morandi è andata in briciole non solo l’industria italiana, ma il modo stesso di fare impresa in un Paese dove lo scambio di interessi prevale sulla obiettività del risultato.

IL CORSIVO

QUESTI RAGAZZI DI RADIO IMMAGINARIA SANNO CURARSI DI NOI

di Giuliana Gemelli

H

o conosciuto Radio Immaginaria attraverso il nostro direttore che mi ha raccontato della partecipazione dei suoi giovanissimi animatori all’evento che

celebrava il primo anno di vita di “Economy”. La Radio esiste da diversi anni - 2010 - creata, in un paese del bolognese, da un adulto, Michele Ferrari, e subito aperta ai più giovani senza preclusioni. Sono loro a gestirla, dalla scelta dei programmi ai finanziamenti - quote associative, donazioni, partnership. Si tratta di giovanissimi - tra gli 11 e i 17 anni sparsi in tutta Italia (15 antenne) e da qualche tempo anche

FORSE DOVREMO ASPETTARE L’ARRIVO DELL’ONDA DELLE NUOVE TECNOLOGIE PER INIZIARE UNA VERA TRASFORMAZIONE CULTURALE

all’estero (2 antenne) con più di 190.000 ascolti. Nessuno di loro aveva esperienze di radio se non come ascoltatori occasionali, ma tutti condividevano passioni: per la vita in tutte le sue variazioni di colore, voglia di conoscere in autonomia, di aiutare se stessi e i propri pari a crescere. La Radio è anche un’associazione di promozione sociale che fa

preoccupata dal pericolo di irresponsabili successive nazionalizzazioni. Il paradosso delle privatizzazioni italiane, sempre e solo parziali perché i governi non hanno mai accettato di rinunciare alla nomina del management e nel caso Autostrade, come anni prima per Telecom, hanno preferito una supervisione familiare alla nomina di un management indipendente valutato solo sui risultati. In fondo quale società è più public company

Le cose da cambiare, dopo la lezione di Genova, sono tante e non sono sicuro che chi invoca il cambiamento abbia una visione matura e condivisibile dell’interesse generale. Forse dovremo aspettare l’arrivo dell’onda delle nuove tecnologie per essere costretti a iniziare una vera trasformazione culturale: ci aspetta un periodo di intensi studi ai quali non siamo preparati, ma che dovremo affrontare se non vorremo soccombere sotto tanti altri ponti pericolanti.

formazione extra-scolastica (Ludovica 18 anni) . Le rubriche - viaggi, interviste, recensioni di film, spesso in un inglese perfetto - impressioni di lettura e di incontri inframmezzati da brani musicali godibilissimi ad ogni età, sono scelte da piccoli comitati di “spekka” - che si riuniscono regolarmente e in tempi rapidi decidono temi, tempi, “voci”. Il nome della radio é davvero azzeccato perché mentre si ascolta “si immagina” - paesaggi visitati insieme a genitori ed amici, talora lontani e poco conosciuti, percorsi di film, trama di libri, volti della politica e dell’attualità, vista con gli occhi e le menti acute ed apertissime dei ragazzi e poi ... la musica !!! Non é forse un caso che i primi passi della Radio siano nati dopo una breve esperienza cinematografica per giovanissimi (Noemi, 16 anni). Un altro pianeta rispetto a quanto ci riportano le cronache e soprattutto i social. E’ li che vorrei vivere! Spero che i pianeti immaginari eppure cosi concreti nella loro proiezione verso il futuro, si espandano a macchia d’olio in tutte le latitudini. Questi sono i nostri ragazzi e sono loro a prendersi cura di noi.

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SHORT STORIES

Giovani

Letti per voi

Il lavoro? Te lo consiglia un algoritmo Alla Teen Parade di Bologna occasioni di incontro e riflessione per sapere “cosa fare da grandi” Dimmi chi sei e – attraverso un algoritmo – ti aiuterò a capire cosa farai da grande. Il futuro lavorativo dei millennials non è ancora in mano a un robot, ma il sistema elaborato dall’università di Bologna è già in grado di affiancare genitori e docenti nel delicato mestiere dell’orientamento. Il “cubo dell’accoglienza”, così l’hanno battezzato gli ideatori, ha fatto il suo debutto al Teen Parade, il festival del lavoro spiegato dagli adolescenti che per il terzo anno si è svolto a Bologna il 5 e 6 settembre. Ed è dentro a questo labirinto tubolare di 25 metri, che i ragazzi dagli 11 ai 17 anni, hanno potuto sostenere il loro primo colloquio

e-mobility

La mobilità sostenibile a San Marino Incentivare la diffusione delle auto meno inquinanti anche con l’introduzione di benefici fiscali E-Way è il nuovo progetto sviluppato da AASS (Azienda Autonoma di Stato per i Servizi Pubblici) per incentivare e promuovere a San Marino l’utilizzo di veicoli a basso impatto ambientale e la progressiva installazione d’infrastrutture dedicate. Su tutto il territorio sono state rese disponibili 22 colonnine di ricarica per auto elettriche, ciascuna con due prese da 11 kW e 22 kW, e 6 postazioni di ricarica per biciclette elettriche. Le stazioni di ricarica,

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I BAMBINI RIDONO TUTTI ALLO STESSO MODO?

Una mamma racconta la vita di tutti i giorni con una bambina diversamente abile di lavoro, accompagnati non dal responsabile del personale di un’azienda, ma da Hermione, l’amica di Harry Potter nella saga di Rowling, dal capitano Jack Sparrow del Pirata nei Caraibi, dalla Principessa Leila di Star Wars, e dal supereroe della Marvel Iron Man, che hanno incalzato gli adolescenti per conoscere le loro attitudini, passioni e idee. Usciti dal cubo, i lavoratori del futuro hanno ricevuto un diploma personalizzato, una sorta di curriculum vitae da appendere nella propria cameretta: sei un pensatore, sei un viaggiatore solitario, sei un avventuriero, sei un risolutore di problemi, sei un trascinatore. Cosa spinge soprattutto gli adolescenti a preferire un tipo di scuola rispetto a un altro? Le possibilità

di lavoro future sono considerate cruciali da quasi uno studente su tre (30,1%), mentre il dialogo con i professori viene reputato importante solo dal 6,9% degli intervistati. Il 14% sogna di fare “un mestiere che ancora non esiste” e altrettanti ambiscono a una professione in campo artistico (cantante/attore); il 9% vorrebbe fare il medico o l’infermiere e una quota identica desidera diventare ingegnere. Tante le testimonianze che sono state portate a Bologna: ad esempio, Salvatore Aranzulla, il divulgatore informatico di 28 anni che ogni giorno “offre una soluzione” ai dilemmi informatici di 650 mila utenti di Internet e col suo sito (e i suoi tutorial) si è piazzato tra i primi trenta più visitati in Italia. (Paolo Tomassone)

realizzate dalla multinazionale ABB, garantiscono il pieno di energia in meno di un’ora, sono compatibili con tutti i veicoli elettrici in commercio e rispettano i più alti standard di sicurezza. Le colonnine, fornite da Sonepar Italia, sono connesse via fibra alla rete internet, permettendo di essere raggiunte e supervisionate dall’AASS in qualunque momento. L’Azienda ha a disposizione la piattaforma Web ZapGrid, sviluppata da GMT e Sonepar Italia, da cui potrà monitorare e gestire tempi ed eventuali costi di ricarica e visionare tutte le ricariche eseguite, oltre a gestire segnali di anomalia e allarmi. Le colonnine, gestite dalla APP ZapGrid - scaricabile gratuitamente per Android e IoS - permette non solo la geolocalizzazione delle colonnine e la visualizzazione della disponibilità delle stesse, ma anche di effettuare la scelta

del tempo di ricarica, avviare la ricarica monitorandone tutti i dati e visualizzare i report delle ricariche. Fino al 31 dicembre 2018 la ricarica sarà libera e si aggiunge agli sgravi fiscali per l’acquisto di veicoli a basso impatto ambientale (elettrici, idrogeno). In particolare, si può usufruire della riduzione dell’imposta sulle importazioni pari al 99% per i veicoli a idrogeno, all’80% per i veicoli puramente elettrici. L’acquisto di stazioni di ricarica presso immobili di abitazione civile, una per casa, prevede invece una riduzione dell’imposta del 30%. I benefici fiscali possono essere sfruttati per tutto l’anno 2018 e saranno accreditati sulla card SMAC intestata al soggetto che effettua l’acquisto.

Angela Agresti è l’autrice de “Tutti i bambini ridono allo stesso modo” (Ponte Sisto), il racconto doloroso ma anche pieno di speranza di una mamma di una bimba disabile e delle loro battaglie quotidiane per una vita senza barriere. In una “normale” famiglia romana una mattina di ottobre piomba una notizia terribile: la figlia più piccola, sei mesi appena, ha un problema. Il “problema”, una malattia rimasta senza nome, porterà Sofia e la sua famiglia ad affrontare ostacoli e difficoltà nella vita quotidiana, imposti da handicap che la limitano nel movimenti e nell’espressione. Il libro, infatti, non solo offre una testimonianza preziosa sul mondo delle malattie rare, ma fornisce anche informazioni utili sugli strumenti per migliorare la qualità di vita delle persone disabili: un esercizio costante che spetta non solo alle famiglie, ma a tutta la comunità. Corredano il testo gli interventi di una psicologa, una psicoterapeuta e dell’insegnante di danza di Sofia.


SHORT STORIES

Commercio

Fiscalità

L’inarrestabile crescita del franchising Anche negli anni più bui i negozi affiliati sono aumentati, innalzando anche il fatturato Non sono molti i comparti in Italia che possono dire di aver superato senza danni gli anni orribili della grande crisi economica e finanziaria. Ma qualcuno c’è, come ad esempio il franchising. In Italia operano 51.671 negozi che vendono merci (e servizi) con questa modalità e nel 2017 hanno fatturato oltre 24,5 miliardi di euro. La formula dell’affiliazione è vantaggiosa per le catene commerciali (grandi e piccole), ma anche per chi apre un punto vendita in franchising perché consente di condividere con le catene commerciali investimenti e profitti. In Italia operano 929 catene commerciali. Per questo, il mondo del franchising si riunirà a Milano da giovedì 25 a sabato 27 ottobre 2018, in Fieramilanocity, organizzato da Campus Fandango Club (player di primo piano nella organizzazione di eventi). “Il franchising rappresenta un settore sempre più importante per il mercato italiano, sia per fatturato che per occupazione, presentando una crescita costante e una componente molto significativa di donne e

Finanza

IL MONDO BANCARIO ALLA RICERCA DELLE RISPOSTE SUL FUTURO DEL SETTORE

Il 4 e il 5 ottobre si terrà il Banking Summit a Stresa organizzato da The Innovatione Group Una due giorni dedicata agli istituti di credito e al loro rapporto con la profonda

giovani imprenditori – sottolinea Italo Bussoli, Presidente di Assofranchising Italiana -. Siamo presenti al Salone Franchising Milano in qualità di unico Franchising Association Partner in rappresentanza del sistema e assieme ai numerosi Soci che espongono in fiera. Inoltre, grazie ai rapporti istituzionali consolidati negli anni, quest’anno per la prima volta sarà presente al Salone anche ConfcommercioImprese per l’Italia, in qualità di rappresentante dell’intero settore retail”. Salone Franchising Milano è una fiera eminentemente B2B, dove chi vuole avvicinarsi al franchising ha l’occasione di confrontare le proposte di circa 200 catene commerciali e di realizzare in loco il primo colloquio di lavoro (un passaggio imprescindibile anche per chi ricerca le catene franchisor su Internet). Ma la fiera ha anche un profilo edutainment grazie a eventi informativi e formativi o eventi spettacolari come il Talent Show per la migliore proposta di nuovi punti vendita, oltre all’offerta di servizi gratuiti di orientamento, formazione e aggiornamento su come fare impresa in franchising. trasformazione digitale che sta ormai riguardando tutti i settori della nostra vita. Il 4 e 5 ottobre, a Stresa, si terrà il Banking Summit organizzato da The Innovation Group e di cui Economy sarà main media partner. Si tratta del più autorevole evento indipendente sull’innovazione del settore dei servizi finanziari in Italia legato alla diffusione delle tecnologie digitali. Parole chiave

Le fatture elettroniche incontrano il tax free Con il sistema Otello 2.0 viene realizzato un sistema per la gestione del Tax Free Dallo scorso 1° settembre è operativo il sistema digitale Otello 2.0. Dove il nome non sta a rappresentare il “moro” raccontato da Shakespeare, ma è l’acronimo di Online Tax refund at Exit: Light Lane Optimization. Si tratta di un progetto messo a punto dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli che comporterà l’obbligo di emissione in modalità digitale delle fatture Tax Free Shopping per le cessioni di beni e prestazioni di servizi superiori a 154,94 euro e destinati a uso personale o familiare, trasportati in bagagli personali fuori dal territorio doganale comunitario (compresi gli acquisti per familiari non viaggiatori).

saranno termini come blockchain e criptovalute, ma anche PSD2 e open banking. Una serie di temi che coinvolgono il mondo delle banche e che sarà affrontata attraverso gli interventi di executives del settore dei servizi finanziari e delle tecnologie digitali, che offriranno testimonianze e riporteranno le best practice di alcune delle principali realtà di queste industrie e si

«L’avvio di Otello 2.0 è un cambiamento storico per il nostro settore che coinvolge decine di migliaia di negozi in Italia, dai grandi brand ai piccoli negozianti» commenta Sara Bernabè, General Manager Italy di Planet, il sistema di gestione dei pagamenti che è stato scelto per far funzionare Otello. «Da quasi un anno, quando nell’ottobre scorso si è aperta la fase di sperimentazione, ognuno di noi lavora incessantemente sul versante tecnologico» aggiunge Stefano Rizzi, Country Manager di Global Blue Italia, uno dei principali player del settore del tax refund. «Grazie alla collaborazione tra pubblico e privato, ci siamo dotati di tutti gli strumenti per dialogare con il sistema digitale Otello, strumenti che mettiamo a disposizione di commercianti e partner affinché possano dare facilmente attuazione alle nuove regole». «Il nuovo sistema digitale conclude Emanuele Pangrazi, Amministratore Delegato di Tax Refund - consentirà ai turisti di non doversi più preoccupare dei moduli cartacei ma solo del proprio passaporto, ai commercianti di aumentare le proprie vendite e alle istituzioni di effettuare in modo efficiente i necessari controlli per ridurre le frodi IVA e i costi connessi alle ispezioni doganali. Siamo certi che l’intero settore turistico beneficerà della transazione al nuovo sistema». confronteranno alla ricerca di “next practice” e strategie per innovare il modo di fare banking.

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COVERSTORY 22 LE VOCI/1. I COSTRUTTORI IL PRESIDENTE ANCE GABRIELE BUIA: «SENZA RILANCIO ANDIAMO IN PIAZZA»

PAESE A PEZZI E CANTIERI CHIUSI, L'ITALIA DEL CEMENTO CHE NON C'È La tragedia di Genova, oltre alla rabbia per il dramma e all'allarme sulla tenuta delle infrastrutture, ha fatto ripartire - finalmente - il dibattito sulla necessità di sbloccare il comparto edile. Ecco i numeri e le voci

24 LE OPPORTUNITÀ DAGLI APPARTAMENTI ALLA SICUREZZA POTREBBE ESSERCI UN VERO BOOM

30 LE VOCI/2. GLI ARCHITETTI ABIS: LO SPUNTO DEL POLITECNICO CAPPOCHIN: RISCRIVERE LE NORME

32 LE VOCI/3. LA CONFEDILIZIA «ATTENTI, IL MATTONE MUORE PER LA TROPPA PRESSIONE FISCALE»

34 LA CASE HISTORY: BREBEMI UN PROJECT FINANCING DA RECORD TUTTO INVESTITO IN SICUREZZA

di Riccardo Venturi

I

l crollo del ponte Morandi ha fatto sopratbobine di metallo, continuano a scavare solchi tutto 43 vittime innocenti la vigilia di Fersull'asfalto e a usurare pesantemente le infraragosto. Ma ha anche messo sotto gli occhi strutture di tutto il Paese. Nel marzo del 2017 di tutti una realtà che in fondo si conosceva, crolla il cavalcavia sull’autostrada A14 tra Anma non si voleva vedere: l'Italia sta cadendo cona Sud - Osimo e Loreto, sul quale si stava a pezzi. Altri tre ponti sono crollati prima lavorando, uccidendo due persone in transito. della catastrofe di GeUn mese dopo a Fossanova in meno di due IL PAESE HA TROPPE INFRASTRUTTURE no, Cuneo, cede all’imOBSOLETE, ABITAZIONI CADENTI, INTERI anni. Nell'ottobre del provviso il ponte della QUARTIERI A RISCHIO SISMICO O IDRICO 2016, il cavalcavia MA DA DECENNI È TUTTO PARALIZZATO tangenziale, finendo sulla statale 36 Milasu un’auto dei carabino - Lecco, tra Cesana Brianza e Annone, cede nieri che riescono a salvarsi. Non uno ma tre mentre viene attraversato da un megatir da segnali d'allarme, con altrettanti morti, che 108 tonnellate, uccidendo un automobilista non sono bastati a evitare il crollo del ponte che passava lì sotto. Eppure questi bestioni da Morandi. Una sciagura che ha evidenziato una oltre cento tonnellate, che fanno risparmiare volta per tutte come le infrastrutture si trovile aziende siderurgiche sul trasporto delle no in condizioni drammatiche.

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COVERSTORY

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Opere pubbliche: non si arresta la crisi

140 130 120

del 64,2%. L'effetto sulle imprese e sull'occupazione è stato devastante: hanno chiuso 120mila aziende, il 40% delle medie e il 30% 100 n.i.2000=100 delle piccole e delle grandi, con una perdita 90 di 620mila posti di lavoro secondo dati delle 80 Casse edili, cui vanno aggiunti quelli dell'indotto, stimabili in oltre 200mila. Secondo la 70 stima del Centro studi Consiglio nazionale in60 gegneri su dati Ance, la spesa per nuove opere 50 stradali e del Genio Civile è passata tra il 2008 e il 2017 da 16,4 miliardi di euro a 10,4 miliar40 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 di. Una conferma arriva da Eurostat, secondo FONTE: ANCE cui l'Italia investe sempre meno soldi pubblici nel settore trasporti: dal 2009 al 2016 le risorSecondo Antonio Occhiuzzi, direttore dell’ITrenta. Non solo un problema di sicurezza se investite sono scese da 35,6 a 26,6 miliardi. stituto di tecnologia delle costruzioni del Cnr, insomma, ma anche di declino della nostra L’Upi, l'Unione provincie italiane, ha stimato decine di migliaia di ponti in Italia hanno sueconomia: il mezzo punto percentuale che ci che la spesa per ognuno dei 152 mila chiloperato la durata di vita per la quale sono stamanca per riportarci ai livelli pre-crisi, e per metri di strade regionali e provinciali in pochi ti progettati e costruiti, e in moltissimi casi i raggiungere o quasi la anni è scesa da 7,3 a LA STASI DELL'EDILIZIA E' COSTATA AL costi prevedibili per la manutenzione straorcrescita media euro2,2 euro, con risultati PAESE DAL 2007 AD OGGI MEZZO dinaria superano quelli della demolizione e pea, è proprio quello sotto gli occhi di tutti. PUNTO DI PRODOTTO LORDO E 800MILA ricostruzione. Il Codacons ha stilato una lista dell'edilizia. Ai ponti POSTI DI LAVORO IN MENO La sicurezza di decine di viadotti, cavalcavia e ponti a riche crollano, agli intoAll'indomani del disastro di Genova, il Goverschio in tutta Italia, chiedendo che non siano naci dei soffitti delle scuole che cadono sulle no ha affermato, per bocca del sottosegretatransitabili dai mezzi pesanti in attesa di veriteste dei nostri figli, alle case che cedono a terrio alla presidenza del Consiglio Giancarlo fiche. È poi partita l'abitudine italica dello scaremoti che in Giappone non farebbero un bafGiorgetti, di essere «determinato a varare rico di responsabilità, ben rappresentata dalla fo, si aggiungono quindi mezzo punto di PIL una grande operazione di messa in sicurezza decisione del sindaco di Benevento Clemente e ottocentomila posti di lavoro in meno. Una infrastrutturale del Paese. Un piano che non Mastella di chiudere un altro ponte progettasituazione lose-lose, nella quale perdiamo riguarderà solo la rete autostradale, i ponti, i to da Riccardo Morandi, il San Nicola: se non tutti. Secondo i dati dell'Ance, Associazione viadotti, gli acquedotti, ma anche le scuole e le era sicuro, perché attendere il crollo del ponte nazionale costruttori edili, nel decennio 2007situazioni di rischio causate dal dissesto idrodi Genova? E il Mit ha dato 10 giorni (!) agli 2017 gli investimenti in costruzioni sono cageologico». Non pare che qualcuno abbia fatto enti locali per comunicare le infrastrutture a lati in modo drammatico: il non residenziale una stima di quanti miliardi occorrerebbero rischio... pubblico è sceso del 51,1%, il non residenziale per mettere davvero in sicurezza il Paese. Ci privato del 36,8%, la nuova edilizia abitativa 110

Il grande blocco

Dietro a tutto questo c'è la paralisi di un settore fondamentale per un Paese degno di questo nome: l'edilizia. Un blocco che riguarda le grandi opere, ma anche l'edilizia scolastica, nonostante tante scuole siano a rischio; gli interventi antisismici, di cui ci si ricorda puntualmente solo a catastrofe avvenuta; e anche il residenziale, fermo ai livelli degli anni

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IL GOVERNO LAVORA IN TANDEM CON IL CNR

A fianco, da sinistra il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, della Lega, e Antonio Occhiuzzi, direttore dell'Istituto di Tecnologia delle costruzioni del Centro nazionale delle ricerche.


INFRASTRUTTURE

proviamo noi: mille miliardi, un po' meno della metà del debito pubblico, di cui 850 miliardi per la messa in sicurezza sismica (stima massima del rapporto finale di Casa Italia, la struttura di missione affidata all'ex rettore del Politecnico di Milano Giovanni Azzone) e il resto per le migliaia di ponti, viadotti... Senza contare le nuove grandi opere da costruire, TAV in testa, Movimento Cinque Stelle permettendo, ovviamente. Ma il vero problema non sono gli stanziamenti, che sono tornati a crescere: ci sono 140 miliardi pronti, di cui 60 dal fondo investimenti e sviluppo infrastrutturale, 27 dal fondo sviluppo e coesione, 15 dai fondi strutturali europei. Il punto, come spiega il presidente di Ance Gabriele Buia nell'intervista a Economy, è che i fondi stanziati non si riescono a spendere. Decine di miliardi di euro sono bloccati nella palude della burocrazia, in attesa di autorizzazioni del Cipe, della Corte dei Conti... Questo è il nodo da sciogliere se si vuole riavviare il motore dell'edilizia. Il Codice appalti ha ulteriormente complicato la situazione. Secondo uno studio del Nucleo di verifica e controllo della Presidenza del Consiglio sui tempi di realizzazione di 56mila opere, la media per lavori medio-grandi è di 15 anni e

I bandi di gara per i lavori pubblici (milioni di euro)

42.000

2016: -16,1% 2017: +33,1%

35.000 28.000 21.000 14.000 7.000 0

2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017

ELABORAZIONE ANCE SU DATI INFOPLUS

in meno e 75 miliardi di euro di mancate ri8 mesi, più della metà dei quali sono “tempi cadute sull’economia. Così anche il 2017, che di attraversamento”: burocrazia, attese. Anavrebbe dovuto essere un anno di ripresa per che Giovanni Ajassa, direttore del servizio il settore, si è chiuso con una flessione, sia pur studi Bnl, sottolinea che secondo uno studio minima. E la stessa della Banca d'Italia la DECINE DI MILIARDI DI EURO cosa sta accadendo durata media dei lavoSONO BLOCCATI NELLA PALUDE nel 2018. Per questo i ri pubblici di importo DELLA BUROCRAZIA, IN ATTESA DEGLI costruttori non si fidapiù elevato è attorno OK DEL CIPE, DELLA CORTE DEI CONTI no più delle promesse ai 15 anni. e avvertono il Governo: se nella legge di biAnce ha segnalato, con l'iniziativa Sbloccalancio non ci saranno norme adeguate per il cantieri, oltre 21 miliardi di euro di opere rilancio del settore, sono pronti a scendere in bloccate per 270 casi segnalati su tutto il terpiazza insieme ai sindacati. ritorio nazionale, con 330mila posti di lavoro

STANZIAMENTI (AD OGGI IMPRODUTTIVI) DEI GOVERNI PER LE INFRASTRUTTURE 60 MILIARDI Fondo investimenti e sviluppo infrastrutturale 27 MILIARDI Fondo Sviluppo e Coesione: Piano per il Sud e Piani operativi nazionali 8 MILIARDI Misure per il rilancio degli enti territoriali 6,6 MILIARDI ANAS - Contratto di programma 8 MILIARDI Terremoto 9,3 MILIARDI Ferrovie dello Stato - Investimenti 15 MILIARDI Fondi strutturali europei e Programmi complementari 3 MILIARDI Articolato Legge Bilancio 2018 Dati riclassificati su fonte ANCE

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COVERSTORY

«Siamo un settore esasperato stremato da norme bloccanti» Intervista con Gabriele Buia, presidente dell'Associazione nazionale costruttori edili: «Le risorse ci sono, ed anzi sono state aumentate negli ultimi tre anni. Il problema è che questi fondi non diventano opere» di Riccardo Venturi HA

MINACCIATO

“AZIONI

ECLATANTI”,

DI “SFILARE FIANCO A FIANCO CON IL SINDACATO PER RECUPERARE LAVORO E OCCUPAZIONE” SE NELLA PROSSIMA LEGGE DI BILANCIO NON CI SARANNO NORME SERIE PER IL RILANCIO. Gabriele Buia, presidente di

Ance, Associazione nazionale costruttori edili, definisce il settore “stremato ed esasperato” da 10 anni di crisi, dalla quale l'edilizia non è mai riuscita a uscire. In questa intervista Buia spiega che non si tratta più di un problema di risorse, ma dell'impossibilità di spenderle. «Nelle ultime tre leggi di bilancio gli stanziamenti per le costruzioni sono aumentati del 70% sull'anno precedente. Il problema è che questi fondi non diventano opere, manca la creazione del valore aggiunto».

Presidente, perché i miliardi stanziati non diventano cantieri? Perché si è sedimentata negli anni una normazione continua, che condensandosi ha rallentato tutti i processi approvativi: prima la parte politico-decisionale con i pareri degli enti coinvolti, poi quella progettuale e in seguito quella del bando. In mezzo ci sono l'autorizzazione del Cipe e quella della Corte dei Conti. Questo arco temporale dura anni. Da dove si comincia per risolvere l'impasse? Qual è il bandolo della matassa? Non c'è un solo bandolo della matassa quando i progetti devono passare da decine di enti, decine di approvazioni, conferenze di servizi tutt'altro che rapide. Il Cipe impiega anni per le autorizzazioni, per ogni progetto che

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via via viene modificato; non decide solo sul progetto iniziale, ma su ogni variazione. Poi c'è l'autorizzazione di tutti gli enti coinvolti. Il problema è che le autorizzazioni amministrative, seppur riferite a un'entità unica, devono andare alla Corte dei Conti, che impiega 60 giorni per ogni singolo istituto o emendamento. Ci fa un esempio di ritardo da burocrazia amministrativa? Il contratto di programma Anas 2016-2020 avrebbe sbloccato 30 miliardi circa, in parte per le manutenzioni e in parte per le nuove infrastrutture. È stato sottoscritto dalla Corte conti il primo dicembre 2017: in questo modo abbiamo perso due anni! Ora partiranno le progettazioni, ma le risorse stanziate per il quadriennio ormai non verranno utilizzate integralmente. In parole povere la problematica è questo eccesso di burocrazia amministrativa inefficiente, che impedisce l'utilizzo delle risorse. Quando una legge di bilancio viene approvata, si ipotizza che i fondi vengano utilizzati. Invece spesso questo non accade. È successo anche con il Def 2017? Proprio così. Nel Documento di programmazione economica finanziaria 2017 era previsto un aumento del 2,8% della spesa in infrastrutture rispetto all'anno precedente, pari a circa un miliardo. A settembre la previsione è stata abbassata, da 2,8 è scesa a 0,4, pari a 150 milioni. Ma alla fine del 2017 c'è stata una riduzione del 5,6%, pari a due miliardi. Insomma la spesa doveva aumentare di un miliardo e invece è calata di due. Le

GABRIELE BUIA PRESIDENTE ANCE

IL NUOVO CODICE DEGLI APPALTI HA FALLITO L'OBIETTIVO PER CUI ERA STATO PENSATO nostre previsioni sugli investimenti totali in costruzioni per quest'anno parlano di una crescita del 2,4%. Ma aspettiamo ancora una volta la correzione di settembre, le elezioni hanno rallentato le procedure... Vedete segnali di svolta? Quando si entra in una crisi che per il nostro mondo è decennale, visto che siamo l'unico settore industriale che non ne è mai uscito, diventa tutto difficile. Qualche dato positivo è arrivato: mi riferisco all'aumento dei bandi nei primi 4 mesi dell'anno. Ma siamo ancora pessimisti, anche se aumentano i bandi i dati sulla nostra occupazione continuano a scendere. Dopo 10 anni di crisi l'unico dato importante, il vero segnale della svolta deve essere necessariamente l'aumento dell'occupazione. Ma attenzione anche a un altro aspetto che ritengo cruciale.


INFRASTRUTTURE

Investimenti in costruzioni * (milioni di euro 2010)

190.000 180.000 170.000 160.000 150.000 140.000 130.000 120.000

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110.000 1995

Prego. Se l'edilizia è in crisi da tanto tempo non è un problema del settore, ma del Paese. Quel che stiamo vedendo e di cui stiamo discutendo in queste settimane, la scarsità della manutenzione, lo stato precario delle infrastrutture e così via, denota non solo un settore, ma un sistema Paese in fortissima difficoltà. Noi costruiamo infrastrutture, ma è altrettanto vero che le infrastrutture non sono solo relegate al mondo delle costruzioni, sono un problema del sistema Paese. Se non rilanceremo con un vero piano Marshall la manutenzione delle infrastrutture esistenti e gli investimenti in nuove infrastrutture per colmare il gap che ci divide dall'Europa, le nostre industrie non riusciranno a essere competitive. Il tema quindi è strettamente collegato a quello della crescita. Parliamo di un settore importante per la crescita del PIL, o per meglio dire del cuore pulsante del PIL generato dal mercato interno. L'export vale circa il 30% del PIL, il mercato interno il 70%. E noi abbiamo una parte rilevante del mercato interno, ma siamo l'unico settore industriale che non risponde a segnali di crescita. Il fatto che l'anno scorso il PIL della Grecia sia cresciuto dell'1,9% e il nostro solo dell'1,5 è ancora una volta sintomatico di un malessere generalizzato del sistema Paese. Dobbiamo mettere in atto rapidamente misure concrete per rilanciare la nostra economia, anche per non avere problemi con il pagamento degli interessi sul debito pubblico. Siete stati molto critici anche sulle novità introdotte dal 2016 nel Codice appalti. Il nuovo Codice appalti ha fallito l'obiettivo per il quale era stato ipotizzato. Dopo 2 anni dall'entrata in vigore della riforma, su 60 provvedimenti attuativi ne sono stati adottati meno della metà. Si era detto che il codice era inderogabile, ma il primo a derogare è proprio lo Stato. È successo per le Universiadi di Napoli e le finali di coppa del mondo e i campionati mondiali di sci alpino di Cortina d’Ampezzo, dove i commissari hanno avuto

*al netto dei costi per trasferimento di proprietà ELABORAZIONE ANCE SU DATI ISTAT

poteri ulteriori. Quando lo Stato è in difficoltà capisce che il codice non è utilizzabile. Abbiamo detto fin dal 2016 che era inadeguato per ridare opportunità di crescita al settore. La nostra posizione all'inizio era considerata strumentale, ma oggi anche l'Anci, l'Associazione dei comuni italiani, ha condiviso un'azione mirata per una modifica sostanziale di questo codice. Non una cosa da poco, visto che i comuni sono i principali enti appaltanti. COME SI FA A PARLARE DI QUALITÀ QUANDO CI SI AFFIDA ALLA SORTE? È EVIDENTE L'ILLOGICITÀ DELL'ISTITUTO DEL SORTEGGIO COSI FORMULATO

Ci fa un esempio concreto del malfunzionamento del Codice appalti? L'istituto del sorteggio: la mia impresa per poter solo partecipare fa domanda, e entra in un'urna. L'amministrazione pubblica sorteggia un numero limitato di concorrenti, e solo loro possono presentare un' offerta. Come si fa a parlare di qualità quando ci si affida alla sorte? È evidente l'illogicità dell'istituto. Ancora, si voleva limitare il subappalto, senza tener presente la struttura imprenditoriale e in contrasto con la normativa europea; inoltre non riusciremo mai a ridurre le stazioni appaltanti a breve

termine, e i tempi di contenzioso sono biblici. Anac dovrebbe fare il controllore, e meno il regolatore. E poi c'è un altro grande problema. Quale? L'introduzione del Codice appalti ha provocato il blocco delle firme dei dirigenti della PA sulle procedure pubbliche, dovuto al fatto che rischiano in proprio. La Corte dei Conti potrebbe chiedere loro di pagare personalmente un danno erariale. Per questo fuggono dalla decisione, non mettono la firma se non c'è la pronuncia di un giudice. È comprensibile, abbiamo una normazione interpretata con difficoltà da avvocati, come possiamo pretendere lo faccia un tecnico? Dobbiamo togliere responsabilità a questi funzionari che si trovano nel panico del dubbio interpretativo. Quali misure devono esserci nella prossima legge di bilancio per evitare la vostra mobilitazione? Quelle che permettono di semplificare le procedure amministrativo burocratiche che stanno bloccando gli imprenditori. Abbiamo bisogno di poche regole semplici e certe che ci mettano in grado di essere operativi. Dobbiamo rigenerare un meccanismo che permetta finalmente a tutte le aziende, grandi, medie e piccole, di ripartire.

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COVERSTORY

Andamento della spesa corrente ed in conto capitale nei comuni italiani - periodo 2008-2017 (n.I. 2008=100) 2017/2008 +10,3

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Un tesoro di opportunità se cambiassero le leggi sbagliate Secondo gli imprenditori edili occorre una norma ad hoc che permetta la demolizione e la ricostruzione. Parte la cessione del credito fiscale per interventi antisismici o energetici

I SETTORI

di Riccardo Venturi

90 80

2017/2008 -51,3%

70 60 50 40 2008

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e migliori opportunità per l'esausto settore edilizio sono quelle che si aprirebbero se si riuscisse finalmente a sbloccare l'impasse, e a tradurre le decine di miliardi stanziati in cantieri sia a livello locale che a livello nazionale. In attesa del miracolo le aziende, specie quelle medie e piccole, farebbero bene a concentrarsi sull'unica nicchia

2013

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che mostra un segno positivo: quella della riqualificazione del patrimonio abitativo, che cresce da diversi anni, e anche nel 2017 è aumentata di uno 0,5% in termini reali. Merito anche della proroga che è stata concessa, fino a dicembre 2017, del potenziamento al 50% della detrazione per le ristrutturazioni edilizie e della detrazione del 65% per gli interventi

GRANDI OPERE

EDILIZIA SCOLASTICA

Un 2017 ancora in flessione e segnato da crisi aziendali

Dal 2015 speso solo un decimo dei fondi stanziati per gli istituti

Il 2017 ha visto l'ennesima flessione, del 3% in quantità, per gli investimenti in opere pubbliche. Come spiega il presidente dell'Ance Gabriele Buia nell'intervista a Economy, l'inefficienza e la lentezza della burocrazia amministrativa hanno strozzato tanti cantieribambini nella culla. A ciò si aggiunge la situazione drammatica di diverse grandi aziende del settore, legata in parte alla crisi del settore e in parte a mala gestione, a volte corruzione. È il caso di Condotte, che

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110 100

ha un miliardo di euro di debiti commerciali (e altrettanti crediti verso la PA!) oltre a 767 milioni di debiti con le banche, ed è finita in amministrazione straordinaria, il cui presidente Duccio Astaldi è agli arresti domiciliari per corruzione. Quella di Condotte è una crisi che mette a rischio, oltre a circa tremila posti di lavoro, l'alta velocità di Firenze da 800 milioni, il lotto Rosolini-Modica della superstrada Siracusa-Gela da 215 milioni, la Città della Salute a Sesto San Giovanni da 900 milioni...

I dati Ance fotografano la situazione: dei 6,2 miliardi di euro stanziati per l’edilizia scolastica dal 2015 al 2018, nel 2017 ne sono stati spesi soltanto 604 milioni, meno di un decimo. Eppure secondo il Codacons il 58% degli edifici non è a norma sotto il profilo della normativa antincendio, e circa il 53% sotto il profilo dell’agibilità. L'associazione dei consumatori chiede che fine abbia fatto il piano “scuole sicure” annunciato dall’ex premier Renzi tre anni

fa, che prevedeva 400 milioni di euro per 2.400 interventi in favore della sicurezza scolastica, e chiede ai presidi di tutta Italia di non riaprire le scuole che rappresentano un potenziale rischio per studenti e personale scolastico. Le scuole sono a carico delle stazioni appaltanti minori, cioè dei comuni. Ma nonostante le deroghe al patto di stabilità abbiano liberato 4 miliardi, i comuni hanno appaltato il 7% in meno. Per l'Ance buona parte della colpa è del Codice appalti.


INFRASTRUTTURE

preso tra il 15% ed il 25%, del valore totale dell’intervento, utilizzando i crediti fiscali come strumento di pagamento. Altra opportunità che il settore e il Paese dovranno saper cavalcare è quella legata al cambiamento della società: «Il nuovo mercato che si sta sviluppando è caratterizzato da nuclei familiari diversi da quelli di una volta – sottolinea il presidente di Ance - ci sono molte famiglie monogenitoriali, il tessuto sociale è cambiato e bisogna dar risposta a queste necessità. Coworking, coliving, cohousing: nuove tematiche che bisogna saper cogliere». IL TESSUTO SOCIALE È CAMBIATO. L'EDILIZIA DEVE SAPER DAR RISPOSTA ALLE NUOVE ESIGENZE, LEGATE ANCHE ALLE FAMIGLIE MONOGENITORIALI

Un campo fertile è poi quello legato alla digitalizzazione e all'innovazione, che dati alla mano migliorano performance e redditività anche delle aziende edilizie. «Il settore manifatturiero tradizionale ha avuto forti incentivi con il piano Industria 4.0 - osserva Buia - spe-

riamo di avere attenzioni anche noi, perché dobbiamo digitalizzare almeno il controllo del processo produttivo. Ci stiamo lavoriamo tanto, ci crediamo, pensiamo possa essere una buona opportunità». Anche perché le imprese che hanno innovato e migliorato l'efficienza energetica hanno bilanci con una redditività del 20% superiore alla media. «Siamo un settore che ha mantenuto troppo le tradizioni e scarsamente innovato, dobbiamo ammetterlo – aggiunge il presidente di Ance - non abbiamo saputo cogliere le opportunità che ci venivano sottoposte, dall'intervento sul risparmio energetico all'ottimizzazione dei processi produttivi. Stiamo cercando di recuperare il tempo perso». In campo di edilizia scolastica le opportunità sono legate a un grande piano di manutenzione delle infrastrutture: tante scuole ne hanno necessità, non hanno collaudi e hanno difficoltà strutturali. Anche perché il 70% delle costruzioni è precedente all'introduzione delle norme antisismiche. Le imprese si augurano che sia arrivato il momento di poter intervenire con i fatti.

INTERVENTI ANTISISMICI

EDILIZIA RESIDENZIALE

Il costo minimo della sicurezza si calcola tocchi i 36,8 miliardi

In dieci anni gli investimenti sono scesi di oltre il 64%

L'Italia è un Paese a elevato rischio sismico che ha un grave deficit strutturale da colmare. Secondo il rapporto finale di Casa Italia, la struttura di missione affidata all'ex rettore del Politecnico di Milano Giovanni Azzone, la messa in sicurezza sismica dell’Italia ha un costo che oscilla da un minimo di 36,8 miliardi a un massimo di oltre 850 miliardi. Il costo minimo di 36,8 miliardi si riferisce agli edifici in muratura portante che si trovano nei 648 comuni a maggior rischio sismico.

Allargando il numero dei Comuni e quello degli edifici, includendo per esempio gli edifici in calcestruzzo armato realizzati prima del 1971, si arriva appunto a 850,7 miliardi. Al cospetto di quel che si dovrebbe fare, si fa ben poco, e di solito lo si fa sull'onda emotiva di una grave terremoto, finché dura. In questo quadro poco esaltante, il sismabonus può avere un ruolo importante. Ma le scelte sono parcellizzate in un'infinita filiera di decisori indecisi.

Le concessioni edilizie sono al livello di prima della Seconda guerra mondiale. 55mila permessi di costruire, meno del 1936, anche se in lieve ripresa dai 48mila del 2015. Gli investimenti in nuove costruzioni sono scesi di oltre il 64% dal 2007 al 2017. Anche per il 2017, la stima Ance per gli investimenti nella nuova edilizia residenziale è negativa e pari a -0,7% in termini reali rispetto al 2016. Le imprese continuano ad avere grosse difficoltà di accesso al credito a medio-lungo

termine. L’importo dei mutui erogati per il finanziamento degli investimenti in edilizia abitativa registra, nei primi nove mesi del 2017, un ulteriore calo dell’8% dopo il crollo del 74% rilevato nel periodo 2007-2016. A crescere sono solo gli investimenti in riqualificazione del patrimonio abitativo, che confermano la dinamica positiva degli anni precedenti, e rappresentano ormai il 38% del valore degli investimenti in costruzioni.

I SETTORI

di riqualificazione energetica. «Dobbiamo lavorare su una lettura diversa del mercato: la crisi lo ha cambiato completamente – dice il presidente di Ance Gabriele Buia - ci sono nuove necessità socio economiche, nuove opportunità di sviluppo, di rigenerazione urbana. Chiederemo una normativa ad hoc che permetta la demolizione e la ricostruzione, che oggi non è possibile, necessaria se vogliamo dar risposta alle necessità emerse». Non sono ancora riusciti a produrre un effetto due altre importanti misure, sismabonus e ecobonus, che sono destinate a interi edifici, o meglio condomini: trattandosi di interventi complessi, hanno bisogno di più tempo per essere avviati. Ance, in collaborazione con Deloitte, ha sviluppato una piattaforma per rendere possibile la cessione del credito fiscale derivante da interventi di messa in sicurezza sismica, appunto il sismabonus, e efficientamento energetico, l'ecobonus. Una sorta di marketplace che permetterà alle famiglie di sostenere un costo ridotto, com-

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COVERSTORY

Sbloccacantieri.it, un sito diventato ufficio-reclami

500 milioni di euro, risulta tuttora bloccata. E come la superstrada toscana, la Toscana Sgc E78 Grosseto - Fano due mari, della lunghezza totale di 280 km, che ancora non è completata dopo 60 anni: viene riconosciuta con un atto di programmazione pubblica nel 1956, ma perché sia classificata "di grande comunicazione" occorre attendere la legge n. 360 del 1968. Nel 1982 la due mari è inserita nella graduatoria del gruppo di strade con priorità di finanziamento. Occorre attendere gli anni Novanta, e poi il primo decennio Duemila, per avere circa 30 chilometri realizzati a doppia carreggiata fra Siena e Grosseto e, in provincia di Arezzo, fra Palazzo del Pero e Le Ville Monterchi. Ad oggi restano ancora da realizzare nel tratto fra Siena e Grosseto due lotti per un totale di 12,8 km, nel tratto fra Siena e confine Umbria – Marche, un lotto nel Comune di Siena di 4 Km e 6 tratte. L'11% delle segnalazioni a Sbloccacantieri.it riguarda infine le opere idrogeologiche. Come il progetto di risanamento strutturale del corso del fiume Sarno, che è stato finanziato con quasi 220 milioni di euro con fondi strutturali europei. Sebbene sia stato dichiarato Grande Progetto nel 2011, risulta ancora bloccato. La strage di vent'anni fa sembra non aver insegnato nulla.

L'iniziativa dell'Ance che permette di segnalare le opere bloccate in pochi mesi ne ha accumulati 270 per un valore di 21 miliardi di euro

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'ancora giovane esperienza di sbloccapolitane, approvato nel 2015, che prevede 4 cantieri.it, sito web lanciato da Ance, interventi per 160,8 milioni di euro, è sol'Associazione nazionale costruttori stanzialmente fermo. Solo per un intervento edili, sul quale è possibile segnalare opere inrisultano recentemente avviate le procedure compiute, ferme o rallentate, la dice lunga suldi appalto. I restanti sono tutti in fase di prolo stato delle grandi opere in Italia. In tre mesi gettazione e hanno accumulato gravi ritardi. A sono stati segnalati 270 casi di opere bloccate fronte di una previsione di spesa a fine 2018 su tutto il territorio di circa 60 milioni di IL 30 PER CENTO DEI CASI SEGNALATI nazionale per oltre 21 euro, ad oggi non sono RIGUARDA OPERE BLOCCATE DI miliardi di euro. Canstati avviati cantieri. MANUTENZIONE E MESSA IN SICUREZZA tieri fermi che seconNumerose anche le DI EDIFICI SCOLASTICI. do Ance si traducono segnalazioni che riin 330mila posti di lavoro in meno e 75 miliarguardano gli interventi per la viabilità: messa di di euro di mancate ricadute sull’economia. in sicurezza, manutenzione e realizzazione di Il 30% dei casi segnalati riguarda opere blocstrade statali, provinciali e comunali, che ragcate di manutenzione e messa in sicurezza giungono il 15% del totale. Come il collegadi edifici scolastici. È il caso dei 21 interventi mento autostradale Campogalliano-Sassuolo, relativi a scuole danneggiate dal sisma del tra la A22 e la SS467 Pedemontana, aggiudiCentro Italia che fanno parte del Programma cata oltre 4 anni fa: l'opera, di valore di circa straordinario scuole, e dovevano essere realizzati in tempo per la riapertura per l’anno LE OPERE FERME SEGNALATE scolastico 2017-2018. Da inizio giugno 2017 90 81 risultano andate deserte 10 procedure, relati78 80 ve a 6 interventi. E anche delle scuole di Loro Piceno e Giano dell’Umbria che hanno visto due procedure andare deserte: solo al terzo bando gli operatori economici hanno partecipato. Attualmente quindi a fronte di 187 operatori economici invitati, solo 30, pari al 16%, hanno partecipato alle procedure negoziate previste, presentando la relativa offerta. Le opere di gestione delle acque seguono quelle scolastiche da vicino, con il 29% delle segnalazioni, soprattutto al Sud. In Sicilia ci sono 28 opere di depurazione delle acque bloccate per via delle nuove norme del Codice appalti che impongono di mettere in gara i progetti esecutivi. Ma anche in Veneto il Piano stralcio contro le alluvioni nelle città metro-

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0 Edilizia scolastica

Gestione acque

Viabilità strade statali, provinciali e comunali

Opere idrogeologiche

Grandi Edifici infrastrutture e altri luoghi di pubblici collegamento

Opere ferroviarie

Altre opere



COVERSTORY COMMENTO/1

GUIDO GRIMALDI, PRESIDENTE ALIS (ASSOCIAZIONE LOGISTICA INTERMODALITÀ SOSTENIBILE)

Troppi carichi in strada serve l’intermodalità L’intermodalità sostenibile è l’unica via di fuga dal sovraccarico eccessivo della rete stradale italiana. Alis insiste sulla “mappatura delle infrastrutture” A cura della redazione

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a sfida dell’intermodalità passa attraverso una seria, competente e lungimirante opera di divulgazione della validità e opportunità del suo utilizzo, in grado di ripercuotersi nei vari campi del vivere sociale, essendo essa vantaggiosa per l’ambiente, garanzia di minore usura delle infrastrutture stradali e di maggiore sicurezza per la circolazione»: era il 14 novembre del 2017 e nessuno dei 3000 tra imprenditori e manager dei trasporti italiani confluiti all’Auditorium di Santa Cecilia a Roma per l’assemblea annuale dell’Alis, l’Associazione

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logistica dell’intermodalità sostenibile, avrebbe mai immaginato, sentendo quelle parole, pronunciate dal loro presidente Guido Grimaldi, che proprio l’usura da sovraccarico sarebbe stata individuata, esattamente nove mesi dopo, tra le cause più incisive

del tragico crollo del ponte Morandi, a Genova. Le strade e i viadotti italiani sono sovraccarichi, soprattutto di traffico commerciale pesante. E la necessità di alleggerire questo sovraccarico, per un insieme insuperabile di buone ragioni – la sicurezza, appunto, ma anche l’inquinamento e la convenienza economica – è tra gli obiettivi di assoluta rilevanza nazionale al centro della strategia attorno alla quale è nata due anni fa l’Alis. Ci sono precise ragioni economiche e normative dietro questo nocivo sovraccarico. In primis, il sottoutilizzo che il traffico merci fa, in Italia, sia del vettore ferroviario che di quello marittimo – le autostrade del mare, altro punto essenziale nella strategia Alis – per cui oggi l’Italia (dati Anas) è in netto ritardo, fanalino di coda d’Europa, con appena il 6% delle merci che transitano su rotaia. E sì che i trasporti su gomma hanno un impatto negativo sull’ambiente e sulla qualità della vita dei cittadini, poiché sono causa di circa un terzo del consumo energetico e delle emissioni totali di CO2 nell’Unione. Ma anche la normativa tende a indurre comportamenti nocivi

al sistema. Dal 2006 vige una norma europea che impone ai camionisti di non guidare per più di 9 ore al giorno: giusto, ma la conseguenza pratica è stata quella di caricare sempre di più i camion per risparmiare sui viaggi e quindi sui relativi costi, mentre i cavalcavia che sono sottoposti a continue oscillazioni sono rimasti sempre quelli degli anni ‘60. E possono farlo, grazie al silenzio-assenso. È vero che per effettuare trasporti oltre le 44 tonnellate occorrono le autorizzazioni di tutti gli enti locali attraversati (Comuni, Provincie e Regioni, oltre all’Anas e alle Autostrade) ma se gli ok non arrivano entro i 60 giorni, vale appunto il silenzioassenso.

DI MOLTI PONTI E VIADOTTI NON SI CONOSCE NEMMENO LO STATO DI CONSERVAZIONE VISTO CHE SONO GESTITI DA 24 SOCIETÀ DIVERSE

Quanto alle infrastrutture – rilevano all’Alis – il problema principale è che dei 3.000 ponti e cavalcavia, di cui 1.555 ponti e viadotti autostradali, non esiste nemmeno una mappatura; cioè non si conosce il loro stato di conservazione perché addirittura non se ne conosce il numero preciso. Non lo conosce l’Anas, non lo conoscono gli enti locali che li “posseggono” e spesso nemmeno le società private e no - che gestiscono le autostrade hanno le informazioni precise che ci si aspetterebbe avessero sulle loro stesse infrastrutture.



COVERSTORY COMMENTO/2

«Dal Politecnico un’idea di riscatto» Mario Abis, coordinatore del Comitato scientifico del Consiglio dell’Ordine degli Architetti: «Se si muove un’università autorevole, la politica deve dire sì» di Piero Caltrin

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l dramma di Genova è stato la sanzione, sanguinosa, dell’incapacità del Paese di pensare e progettare in chiave di futuro, una paralisi che parte da lontanissimo, da Tangentopoli in poi. La mancanza di piani strategici vuol dire che non si è in grado di immaginare il futuro. Oggi viviamo nella società delle reti, viviamo di connessioni immateriali e materiali, e quest’ultime sono vecchie come il Paese…”: Mario Abis è un signore poliedrico, celebre in varie galassie confinanti ma anche no. E’ un sociologo di lungo corso, innovatore nel suo campo e nella comunicazione, visto che fu il primo, negli Anni Ottanta, a portare i sondaggi in tv nel “Mixer” di Giovanni Minoli. Insegna comunicazione allo Iulm. Ed è coordinatore del Comitato scientifico del Consiglio dell’ordine degli architetti.

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Professore, che fare? Molto possono fare i professionisti, a patto di saper crescere in cultura e spirito d’iniziativa, di mettersi in gioco con una nuova progettualità forte abbastanza da superare le pastoie burocratiche. È una parola… Si può fare! Ad esempio, oggi il Politecnico di Milano sta proponendo lo sviluppo di alcuni territori con idee precise e concrete. Io dico: se un’università autorevole sviluppa un concept e attorno ad esso mobilita i privati, come fa la politica a dire no? Le cause sono anche culturali, allora? Per affrontare le tematiche territorio occorrono competenze interdisciplinari, che sono mancate. L’architetto non può più essere pensato come l’artista che fa l’opera, l’opera è solo l’oggetto, ma il tema vero è il sistema, e l’infrastruttura è

IL DRAMMA DI GENOVA SANCISCE L’INCAPACITA’ DEL PAESE DI PENSARE IN CHIAVE DI FUTURO un tipico esempio di progetto di sistema, che richiede la confluenza di competenze interdisciplinari. E’ questa la cultura che è mancata. Ma come, e le archistar? Ecco, guardi: l’archistar è proprio la non-risposta a questo tipo di problemi. Per definizione, lavora su un oggetto, su un’opera, e non sull’aspetto territoriale complessivo. E Renzo Piano, col suo progetto per il Ponte? Se c’è una cosa sbagliata in quella vicenda è che Piano abbia presentato un progetto di ponte. E’ stata una pura forma, diciamo anche una

furbizia ideologica. Va ovviamente toccato tutto il sistema della città, per ripensare tutto: attorno al ponte, si faccia un concorso per un progetto integrale della mobilità a Genova! E la burocrazia? Devastante. La conosco dall’interno. Il tappo che blocca l’evoluzione è questo ganglio burocratico parassitario, c’è una quantità di soldi enormi per le città e le periferie mai spesi. Se un Paese non ha piani strategici per il territorio, stretto tra le lobby e la burocrazia, è evidente che poi tutto si ferma e tutto viene giù.


INFRASTRUTTURE

NON CHE SIA VIETATO DEMOLIRE E RICOSTRUIRE MA SI DEVONO APPLICARE REGOLE DEL ‘44...

«Bisogna partire dalla rigenerazione» Giuseppe Cappochin, presidente del Consiglio nazionale degli architetti: «Le norme sono vecchie e vanno riscritte, lo ripeteremo in tutte le sedi» a cura della redazione

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on abbiamo dedicato il nostro ultimo congresso a temi corporativi ma proprio alla visione del futuro del Paese, nell’interesse del Paese. Il titolo è stato: “Abitare il Paese, città e territorio del futuro prossimo”: Giuseppe Cappochin, presidente del Consiglio nazionale degli architetti, condivide la necessità di riprogettare l’Italia. Anzi, “le” Italie: “Sì, abbiamo fatto un road show di 14 tappe, andando sui territori, svolgendo un’analisi sociale ed economica delle

diverse realtà, e abbiamo conosciuto tante Italie”. E dunque? Dunque occorre ripartire dai territori. Ormai esiste tra le città una competizione internazionale sull’offerta di lavoro e di qualità di vita, per avere investitori. E’ drammatico che in Italia non si capisca. E’ tutto nell’Agenda urbana 2030 dell’Onu, declinata a livello europea con 12 indicatori per lo sviluppo delle città cui si legano finanziamenti comunitari. Insomma, in Europa c’è un’agenda urbana che guarda al 2030, in Italia

siamo ancora all’anno zero. E gli investimenti pubblici? Non si fanno, sono stati tagliati anche quelli per le periferie, che pure avevamo criticato nell’impostazione, ma andrebbero fatti, come in Francia, dove sono stati fissati criteri e obiettivi precisi. Nessuna meraviglia se poi gli investitori internazionali da noi non vengono. Un euro pubblico investito bene ne mette in moto molti di più, privati. Un esempio per tutti, Amburgo: ha investito 2,4 miliardi di euro generando 8,5 miliardi di investimenti privati, di grande qualità. Insomma, in molti altri Paesi si investono fondi strutturali su progetti a lungo termine, con obiettivi di rigenerazione – che creano valore - e tempi chiari. In che senso? Rigenerare costa più che costruire da zero. Ed è indispensabile per bloccare il consumo di suolo. Da

noi si blocca il consumo di suolo, ma non si favorisce la rigenerazione. E così si finisce con il favorire nuovo consumo del suolo. Le norme sono sbagliate? Ne parliamo spesso anche col presidente dell’Ance Buia: non è che sia vietato demolire e ricostruire, ma si usano norme del ’44 e del ’68. Invece ne servono di nuove, che rendano possibile ricostruzione anche spostando i volumi da una parte all’altra. Se vogliamo innovare non possiamo utilizzare sistemi vecchi! Norme da riscrivere, dunque. Abbiamo un delirio normativo che impedisce la cultura della qualità. Dobbiamo adeguarle. Dobbiamo adeguare la cultura del territorio. Col nostro congresso abbiamo lanciato un’azione di sensibilizzazione che inizia addirittura dagli asili.

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COVERSTORY COMMENTO/3

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ipartire da Genova’ è stato il titolo che abbiamo voluto dare, all’inizio di settembre, ad una nostra iniziativa di dibattito e di sensibilizzazione, una conversazione col professor Francesco Forte per capire che la proprietà immobiliare non è una ricchezza statica. E che c’è un valore etico ed economico delle manutenzioni»: Giorgio Spaziani Testa, presidente della Confedilizia – la capillare confederazione italiana dei proprietari di case e della proprietà edilizia in genere, fondata nel 1883 – ha, insieme al suo staff e al presidente del Comitato scientifico Corrado Sforza Fogliani, deciso di porre la sua organizzazione in un atteggiamento di spinta costruttiva alle istituzioni affinchè veramente riescano a far iniziare sulle rovine del ponte Morandi un percorso di rinascita dell’attività edilizia e, con essa, di tutto il settore immobiliare. «Stiamo dimostrando con costante determinazione ai nostri interlocutori al governo, in parlamento e nella stampa che le infrastrutture pubbliche, così come gli immobili privati, hanno bisogno assoluto di mantenzione e cura, e che soprattutto non vanno visti come immobili ma quasi come esseri vitali, elementi della nostra civiltà e del nostro Paese, elementi

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che si muovono, e che muovono l’economia. Sono le considerazioni che facciamo ogni giorno sulla necessità di aiutare, incentivare e progettare l’immobiliare proprio per la sua capacità di far crescere l’economia». A metà settembre, a Piacenza, nel primo convegno dalla nascita del nuovo governo, Spaziani Testa ha dato atto – con prudenza – di un «primo segnale positivo, tutto da confermare perché non bisogna fidarsi dei semplici impegni e delle pure promesse di nessuno. Il primo segnale è una circolare del Viminale contro le occupazioni abusive degli immobili, che forse avrebbe dovuto essere coordinata, secondo noi, con un intervento legislativo tale da rimuovere anche altri problemi in quella materia, per risolvere una

«Attenti, il mattone di troppe tasse muore» La Confedilizia, storica associazione dei proprietari di case, ha preparato per i partiti prima delle elezioni un decalogo di richieste per sostenere il settore di Luigi Orescano

TRECENTO I PONTI A RISCHIO, PAROLA DI SCENARI IMMOBILIARI Sono trecento in Italia i ponti considerati a grave rischio, con criticità di livello 1. Su un totale di 45mila infrastrutture in funzione, circa 11 mila ponti e gallerie necessitano di controllo e manutenzione (272 solo in Lombardia). Sono i dati forniti da Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, aprendo la seconda giornata del 26/o Forum organizzato da Scenari Immobiliari a S. Margherita Ligure. Ancora notizie scoraggianti sul fronte dell’edilizia scolastica, a cui i fondi stanno arrivando, ma sono insufficienti: il 58 per cento delle scuole, che si riaprono proprio in questi giorni, non risponde alle norme antincendio e il 53 per cento necessita

anche di un adeguamento antisismico. La situazione non migliora a proposito degli immobili residenziali, che su un totale di oltre dodici milioni, contano oltre due milioni (16,8 per cento del totale secondo l’Istat) di unità abitative “in mediocre o pessimo stato di conservazione che si stima necessiterebbero di oltre cento miliardi di euro per una riqualificazione totale”. La percentuale di obsolescenza - ha spiegato Breglia - arriva al 21,1 per cento per gli immobili edificati prima del 1981, mentre la quota scende al 4,7 per cento per quelli costruiti tra il 1981 e il 2011. E si precisa che il 74,1% degli edifici residenziali è stato fatto prima del 1981.


INFRASTRUTTURE

UN PICCOLO SEGNALE POSITIVO È ARRIVATO DALLA CIRCOLARE DEL VIMINALE CONTRO L’OCCUPAZIONE ABUSIVA DI CASE vasta e gravissima violazione dei diritti proprietari e della civiltà giuridica nei suoi più elementari valori. Però, anche la circolare è stata un primo passo utile». Una Confedilizia “gialloverde”? «Noi guardiamo al nuovo governo con l’attenzione e l’obiettività che da due secoli la nostra confederazione riserva sempre agli esecutivi», risponde Spaziani Testa: «Altre organizzazioni di categoria fanno scelte diverse, c’è chi in passato ha raccolto firme firme o paventato conseguenze disastrose nel caso di un determinato esito referendario… Noi no, guardiamo ai vari governi con obiettività, laicamente… valutando caso per caso quel che accade». E infatti la Confedilizia non demorde dal suo cavallo di battaglia: l’alleggerimento della pressione fiscale sul mattone: «Riserviamo volutamente a questo tema un’attenzione

quasi ossessiva, e siamo in attesa dell’adempimento di un impegno importante ribadito ancora pochi giorni fa per l’introduzione della cedolare secca sugli affitti non abitativi, una misura su cui si sono pronunciate a favore tutte le forze politiche, nel tempo, e su cui concordano anche commercianti e artigiani». Ma quel che cruccia la Confedilizia è la generale perdita di valore del patrimonio immobiliare italiano: «La Banca centrale

LA BCE HA AMMESSO CHE LA DIMINUZIONE DEI VALORI IMMOBILIARI INDUCE MINORI CONSUMI

europea ha confermato la tesi che noi sosteniamo da tempo, con il supporto di economisti valenti anche se non altrettanto istituzionali: che cioè anche i consumi vengono influenzati negativamente dal fatto che i valori immobiliari sono scesi. La Banca centrale

europea ha ammesso che la diminuzione dei valori immobiliari, inoculando nei proprietari la consapevolezza che la propria ricchezza è diminuita, induce minori consumi. E invece dobbiamo constatare che l’Agenzia delle Entrate ha presentato come un dato positivo la crescita del numero delle compravendite, senza notare invece che questa crescita, a fronte di valori che continuano a decrescere, è in realtà indice della cattiva salute del settore». E così, nel suo “Manifesto per il rilancio del settore

CORRADO SFORZA FOGLIANI

GIORGIO SPAZIANI TESTA

immobiliare”, la Confedilizia – in vista delle ultime elezioni politiche – aveva elencato in dieci punti le iniziative fondamentali per risolvere la crisi. Al primo posto, il “Manifesto” pone la riduzione della pressione fiscale sul comparto immobiliare; al secondo, lo sviluppo e il rilancio dell’investimento immobiliare da destinare alla locazione; al terzo, l’estensione della cedolare secca a tutti i contratti di locazione; al quarto, la garanzia per il locatore di rientrare in possesso dell’immobile in tempi certi; al quinto, la liberalizzazione delle locazioni commerciali; al sesto, la stabilizzazione degli incentivi per le ristrutturazioni a fini antisismici ed energetici e la semplificazione della normativa riguardante i titoli edilizi; al settimo posto, misure di stimolo e di sostegno alla rigenerazione urbana; all’ottavo, incentivi fiscali per le permute immobiliari; al nono, lo sviluppo del turismo attraverso la proprietà immobiliare privata; e al decimo l’istituzione, all’interno del Governo, di una cabina di regia per lo sviluppo immobiliare, la casa e l’edilizia. Tanta roba: ma idee chiare.

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COVERSTORY CASE HISTORY

Con il project financing leader europeo l’A35 decolla La nuova autostrada che offre un’alternativa all’A4 tra Brescia e Milano è nata grazie ad un investimento di oltre 1,7 miliardi per il 71% finanziato dalle banche di Sergio Luciano

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ifare l’Italia partendo dalle infrastrutture? E’ una parola: ammesso di arrivare alla fine della corsa a ostacoli tra le decine di autorizzazioni necessarie, e nonostante sulla carta i finanziamenti non manchino, è poi maledettamente difficile trovarli sul serio. E allora, hanno pensato i promotori della A35 – l’ultima nata tra le autostrade italiane, che ha creato un’alternativa eccellente all’A4 da Milano a Brescia – chi fa da sé fa per tre: ricorriamo al project financing. E facciamo un’autostrada speciale, innanzitutto per i suoi standard di sicurezza. Un modello, no? Adesso, forse, comincia a essere riconosciuta come tale. Ma il fuoco di sbarramento – e perfino di irrisione – che il progetto prima, i cantieri poi e addirittura l’autostrada già aperta alla fine hanno dovuto subire resteranno negli annali del filibustering che le lobby peggiori sanno scatenare in Italia quando vogliono: segnaletica tardiva o sbagliata, stampa fortemente critica e soprattutto niente allacciamenti alla A4. Un vero e proprio boicottaggio. Ci sono volute tutta la tenacia e la grinta del

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FRANCESCO BETTONI, PRESIDENTE BREBEMI

presidente-promotore, Francesco Bettoni, e del suo illustre sostenitore Giovanni Bazoli, per arrivare in fondo. Ma alla fine, tutti gli ostacoli sono stati superati e l’autostrada ha iniziato a funzionare a pieno regime, ricalcolando il piano finanziario in funzione dei costi lievitati per colpa dell’iter e un’avviamento più lento del previsto, anche per via del periodo storico di contrazione economica e dei contestuali contraccolpi negativi sui trasporti. ALL’INIZIO DI SETTEMBRE LA BREBEMI HA PRESENTATO IL PROGETTO PER SPERIMENTARE I TIR ELETTRICI, CON ALIMENTAZIONE AEREA

Già: perché comunque a tutt’oggi la Brebemi è l’autostrada in project financing di maggior valore d’Europa, per un investimento di 1 miliardo e 737 milioni di euro, finanziato per circa il 71% con prestiti bancari e per circa il 29% con mezzi propri messi a disposizione dai soci. E’ importante sottolineare che l’autostrada è stata costruita con tutti gli accorgimenti tecnici più avanzati sul fronte della sicurez-

L’INFRASTRUTTURA È OGGI LA PIU’ AVANZATA D’ITALIA SUL FRONTE DELLA SICUREZZA E DELLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE za. Lungo l’intero asse autostradale sono state installate, laddove previsto dalla normativa, barriere di sicurezza con elevata capacità di assorbimento, cuspidi protette da attenuatori d’urto e varchi amovibili in spartitraffico ogni 2500 metri. La tratta è dotata di pavimentazione con usura drenante fonoassorbente, piazzole di sosta con impianto SOS ogni 2000 metri. L’autostrada è anche ai vertici dell’ecosostenibilità di settore, essendo dotata di un sistema di raccolta e trattamento delle acque di prima pioggia e sversamento accidentale di liquidi. Un’ulteriore prerogativa più unica che rara è quella dei bacini di fitodepurazione come ulteriore trattamento delle acque meteoriche di dilavamento della sede stradale. Contro l’inquinamento acustico sono stati installati oltre 13.000 metri lineari di barriere fonoassorbenti a protezione degli insediamenti sensibili, di cui circa 1200 per la sola Interconnessione. Infine, l’elettronica al servizio della sicurezza: un innovativo centro di controllo ed un sistema di telecamere che assicura un livello di videosorveglianza tra i più elevati del mondo.


il quotidiano approfondito

La rivoluzione approfondita e quotidiana.


BUSSETTI: «TRA SCUOLA E LAVORO L’ALTERNANZA RESTA MA CAMBIA PER RIQUALIFICARE LA FORMAZIONE» «La formazione permanente - spiega il ministro in quest’intervista e l’aggiornamento sono fondamentali. Già dagli anni della scuola i nostri ragazzi devono “imparare a imparare” in maniera continuativa» di Sergio Luciano L’ALTERNANZA

SCUOLA-LAVORO

RESTA

realtà vivace e variegata. E questa esperienza è certamente utile per il mio attuale incarico. È FRONTE DELL’ISTRUZIONE, non va cancellata mia intenzione far sì che la scuola funzioni e sia ma deve cambiare, nel quadro di una correziodi qualità su tutto il territorio nazionale. Anche ne della riforma del 2015, la famigerata “Buona nel suo rapporto con il mondo del lavoro. Ed Scuola” renziana. E la formazione professionaè per questo che sin dal mio insediamento ho lizzante – quella degli Its in particolare – ha già promosso una revisione dell’Alternanza. Deve iniziato ad essere sostenuta con un rifinanziaessere un’opportunità per i nostri giovani, non mento appena firmato per 23 milioni di euro. il mero adempimento di un obbligo. Nell’insieme, il governo Gialloverde - che ha Ma che collaborazione il governo affidato la delega per l’istruzione a un tecnico intende chiedere al mondo delle di riconosciuta comi m p re s e , IL NOSTRO SISTEMA DI ISTRUZIONE petenza come Marco anche per E FORMAZIONE HA DELLE PUNTE Bussetti - non vuole quanto DI ECCELLENZA CHE VANNO disfare tutto quando r i g u a rd a VALORIZZATE E DIFFUSE ha trovato, ma è deil capitolo terminato a migliorare il migliorabile, facendo della formazione permanente e leva anche sulle imprese – destinatarie princidella riqualificazione della forza lapali delle risorse umane che si formano nelle voro già attiva? scuole – senza demonizzarle, anzi chiedendoGuardi, oggi ci troviamo a formarci, vine la collaborazione, come lo stesso Bussetti vere e lavorare in un mondo in continuo spiega in quest’intervista con Economy, ma mutamento. La formazione permanente senza nemmeno far transitare per il cavallo di e l’aggiornamento sono fondamentali. troia delle mille formule possibili per allenare Già dagli anni della scuola i nostri ragazi giovani al lavoro, forme di sfruttamento che zi devono “imparare a imparare” resterebbero oltretutto sterili. in maniera continuativa. E dobbiamo Ministro Bussetti, partiamo da questo: lei viene dall’esperienze in Lombardia, che sul fronte dell’alternanza scuola-lavoro ha preceduto di molto la riforma renziana, appunto la cosiddetta “buona scuola”, che tante polemiche ha suscitato. Pensa di poter travasare parte di questa sua esperienza su scala nazionale? Il nostro sistema di istruzione e formazione ha delle punte di eccellenza che vanno valorizzate e diffuse. Da Dirigente dell’Ambito territoriale di Milano sono entrato in contatto con una AL CENTRO DELL’AZIONE DI GOVERNO SUL

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IL MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE PORTERA’ IN ITALIA L’ESPERIENZA DELLA LOMBARDIA


&POLITICA estendere questa pratica anche a tutti gli ambiti della formazione e dell’istruzione, faccio riferimento al personale scolastico e universitario. Chiaramente per riuscire nel risultato è importante l’alleanza con le imprese, con le realtà lavorative, con i territori. Tra tutti questi mondi ci deve essere un dialogo produttivo e proficuo. Implementerò la possibilità di sviluppare cluster tecnologici innovativi, contesti di apprendimento informali, debate anche in lingua inglese… Accanto alla formazione tecnica tradizionale si stanno affermando gli Its. E’ una formula su cui il governo intende puntare? Certamente. E vogliamo farlo in maniera decisa, perché gli Its hanno dimostrato la loro efficacia nell’assicurare uno sbocco lavorativo ai propri diplomati. Nelle scorse settimane abbiamo siglato un provvedimento che consente di erogare 23 milioni di euro proprio per l’ampliamento dei percorsi formativi degli Its per l’anno 2018/2019. Dobbiamo incentivare queste realtà e promuovere sempre più la collaborazione con le scuole superiori tecniche e professionali, le imprese, i territori, le università e le filiere produttive. Allarghiamo il discorso all’intero contratto di governo che, al punto 27, elenca obiettivi molto ambiziosi sul fronte dell’istruzione. In particolare, una riscrittura radicale della “Buona scuola”. La legge 107 del 2015 ha prodotto danni in alcuni casi irreparabili e ha stressato fortemente il nostro sistema di istruzione. Affronteremo le novità introdotte dalla norma di volta in volta con pragmatismo e responsabilità. Correggendo ciò che non funziona e deve essere migliorato o eliminato. Abbiamo già sospeso la “chiamata diretta” dei docenti, mantenendo un impegno di governo. Era stata concepita e attuata male. E per quanto riguar-

da l’Alternanza Scuola-Lavoro, come le dicevo, stiamo già lavorando a una revisione delle Linee Guida per dare informazioni precise a tutti gli attori coinvolti in termini di obiettivi, tempi, funzionalità. L’Alternanza è un’occasione importante di contatto tra i giovani e le imprese. Non va cancellata. Va resa di qualità. Vanno riviste le finalità, vanno dati gli strumenti alle scuole, vanno controllati i progetti, diminuite le ore, va ridefinito l’impianto. Lo stesso contratto di governo propone numerosi punti di innovazione nell’ordinamento universitario. Da dove inizierà? Penso sia necessario elaborare un piano strategico pluriennale per l’Università e la Ricerca, COME GOVERNO SIAMO IMPEGNATI A DESTINARE MAGGIORI RISORSE AL SISTEMA ACCADEMICO

affinché siano in grado di affrontare e governare le sfide del cambiamento. Come già anticipato, ho da poco firmato un pacchetto di decreti per il sistema della formazione superiore che riguardano la definizione del nuovo modello di costo standard, il riparto del Fondo ordinario di finanziamento delle Università per il 2018, le risorse per l’Alta formazione artistica, musicale e coreutica. Inoltre, lavoreremo per rendere più attrattiva la carriera universitaria, per rinnovare la dotazione tecnologica e strumentale degli Atenei, per rivedere le modalità di reclutamento dei professori e potenziare il ruolo trainante per l’occupazione del nostro sistema di ricerca. In generale, però, le statistiche rivelano che l’Italia patisce ancora un forte gap di for-

mazione universitaria rispetto alle medie europee. Il gap esiste, non possiamo negarlo. Ma dobbiamo riconoscere che c’è stato un concreto miglioramento che va sostenuto. I dati del recente Rapporto dell’Agenzia Nazionale di Valutazione dell’Università e della Ricerca (Anvur) mostrano che c’è stato un incremento degli immatricolati, che si è ridotto il tasso di abbandoni al secondo anno, che è aumentata la percentuale di laureati che concludono gli studi entro i tempi previsti. Siamo di fronte a una vera e propria inversione di tendenza. Come Governo siamo impegnati a destinare maggiori risorse al sistema accademico, con un’attenzione continua ai criteri di assegnazione alle Università. Per esempio, attraverso la firma di un pacchetto di decreti dedicati abbiamo previsto lo stanziamento di più fondi agli atenei che si trovano in contesti svantaggiati o sono difficilmente raggiungibili. E stiamo consolidando le politiche di orientamento, in ingresso e in itinere e di diritto allo studio. Ancora sulla collaborazione con le imprese: va stimolata quella sul fronte universitario? E se sì, come? Da questo punto di vista il nostro sistema offre diversi percorsi, integrati e complementari. Abbiamo parlato degli ITS, ma dobbiamo ricordare anche le lauree professionalizzanti. Importante è la sinergia tra le diverse parti e nell’offerta. Solo così evitiamo di perdere ragazzi che non trovano percorsi in linea con le loro ambizioni o con i loro bisogni. Per favorire la crescita del Paese dobbiamo pensare a corsi formativi di qualità con sbocchi reali nel mondo del lavoro.

LE IPOTESI DI MODIFICHE ALL’ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO

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Verrà dimezzato il totale delle ore di alternanza nei licei Negli istituti tecnici il totale delle ore resterà un po’ più alto L’alternanza non sarà oggetto dell’esame orale alla maturità No a forme di apprendistato occulto nascoste dall’alternanza

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44 TECNOLOGIA COMARCH ACCOMPAGNA LE AZIENDE VERSO LA FATTURAZIONE DIGITALE

46 DIGITAL MARKETING RICHMOND RIPENSA GLI EVENTI E UNISCE INNOVAZIONE E NETWORKING

48 CYBERSECURITY A ROMA GLI STATI GENERALI DELLA SICUREZZA INFORMATICA FANNO IL PUNTO

50 FILIERE PRODUTTIVE DA UNO STUDIO DI LIUC, LA “RESILIENZA” È LA CARATTERISTICA DI QUELLA LOMBARDA

52-59 I VALOROSI LA FILOSOFIA DI CUCINELLI, L’INTUITO DI LOIOLA, IL MARKETING SANITARIO IN SICILIA

di Dina Galano

C’

è una storia che insegna quanto cone manageriale necessario. Ecco in breve cosa tano le risorse umane per il conseguiaccadeva. Il manager: «Non è facile trovare mento dei risultati di business. Erano i primi delle “persone brave”», puntando ad avere il anni Duemila e un noto imprenditore affidava meglio sul mercato. «Forse è proprio questo il la ristrutturazione della branch italiana del tuo errore», la risposta del magnate. «Stai cergruppo a un nuovo amministratore delegato. cando delle persone brave mentre io ho fatto Il neo Ad, con un anno di anticipo rispetto al la mia fortuna scegliendo delle brave persone. business plan, portava a casa con successo Cerca collaboratori che stimi umanamente, una serie di obiettivi: partendo da zero, metonesti e di cui tu ti possa fidare per tutta la vita teva in piedi la rete di indipendentemente DALL’INSEGNAMENTO DI UN NOTO infrastrutture, l’applidalle loro competenze cazione di una nuova IMPRENDITORE ITALIANO SULLA SCELTA tecniche». DEI SUOI COLLABORATORI È PARTITA tecnologia, predispoÈ da questo aneddoto L’INDAGINE DI FEDERMANAGER neva una politica comche Federmanager ha merciale e di marketing assolutamente piopreso spunto per indagare l’universo managenieristica, in tempi record otteneva le licenze riale. Chi sono i manager di oggi, quali le capubbliche indispensabili. Pronto a partire, ratteristiche tecniche e umane indispensabili tutto il processo si blocca alla selezione delle per fare impresa. Proprio la doppia dimensiofigure manageriali che dovevano affiancarlo ne, tecnica e umana, si sviluppa nell’ambito nella nuova sfida. In un meeting delicatissimo, dell’indagine “Bravi Manager Bravi: uno stul’imprenditore chiede spiegazioni sulla lendio sul management efficace e responsabile” tezza nell’inserimento del personale tecnico condotta in partnership con The European

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GESTIRE L’IMPRESA

House Ambrosetti. Il bagaglio di competenze, metodi e strutture che i manager contribuiscono a creare non rende giustizia al ruolo del management se non lo si affianca ad un altro contenuto di ruolo meno riconosciuto e forse meno consapevole: la capacità di portare con sé, sul luogo di lavoro, la propria dimensione umana e il praticare quotidianamente comportamenti e valori della propria sfera personale oltre che di quella professionale. L’obiettivo dell’iniziativa lo spiega il presidente Federmanager, Stefano Cuzzilla: «Abbiamo deciso di ascoltare, analizzare e infine proporre un’immagine fedele del nostro management. È utile a noi per continuare a rappresentare validamente i colleghi che ogni giorno in azienda si trovano a gestire situazioni sempre più complesse. L’auspicio – aggiunge Cuzzilla – è che questo lavoro sia utile anche ai policy makers, al mondo dell’impresa e all’opinione pubblica per comprendere, attraverso i diretti protagonisti, l’evoluzione che sta innovando profondamente i modelli socio-economici». Lo studio attraversa quat-

tro filoni di indagine: le Skills Readiness for Business, ovvero le competenze comportamentali e cognitive, i driver motivazionali, i valori etici e, infine, il posizionamento del management italiano su alcune questioni di attualità. Al Forum Ambrosetti che si è tenuto a Villa d’Este a Cernobbio a inizio settembre è stato anticipato il primo filone di indagine. LO STUDIO È ANCORA IN CORSO E STA ATTRAVERSANDO IN LUNGO E IN LARGO LA PENISOLA CON FOCUS GROUP QUALITATIVI

Ne sono emerse 7 aree di macro-competenze, alle quali i 1.631 manager che hanno partecipato allo studio hanno affidato un punteggio su scala 1 – 10 in termini di importanza e in termini di adozione. Lo studio è ancora in corso e sta attraversando in lungo e in largo la Penisola con focus group qualitativi che stanno coinvolgendo altri 80 manager iscritti a Federmanager, con diverso background e la più variegata provenienza aziendale. Tra i 63 comportamenti mappati, l’eccellenza operati-

va, definita come capacità di snellire i processi e l’organizzazione per dare risposte veloci ai cambiamenti, facendosi carico della complessità e rilasciando semplicità, è per i manager la prima macro-competenza sia per importanza sia per adozione, con un valore assegnato su scala 1-10 rispettivamente di 8.2 e di 7.4 punti. Al secondo posto, con un punteggio di 7.8 in termini di importanza e di 7.3 in termini di adozione, l’imprenditorialità, che si esprime, in particolare, nella decisionalità veloce e tempestiva e che riflette una forte iniziativa personale che sembra confermare lo stile imprenditoriale del manager italiano. Terza classificata, la flessibilità, più apprezzata in termini di importanza (7.7 su 10) ma meno adottata nella prassi (7.1 su 10). Sorprende, invece, trovare nella parte bassa della classifica tutte quelle competenze che sono richiestissime al tempo della digital transformation. Tutti i livelli manageriali sono concordi, infatti, nell’attribuire meno importanza a quei comportamenti che si ascrivono alla gestione della trasformazione digitale, come se gestire questo tipo di

SU COSA SONO COMPETENTI I MANAGER

Le Macro-Competenze COMPORTAMENTALI e il loro significato

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• MESH – ECCELLENZA OPERATIVA Snellire processi e organizzazione, dare risposte veloci ai cambiamenti, farsi carico della complessità e rilasciare semplicità. Ricercare stimoli differenti, introdurre nuove iniziative trasversali. Creare connessioni tra differenti funzioni, persone, idee, generando sistemi «ibridi» e «decentrati».

• VENTURE – IMPRENDITORIALITÀ Equilibrare creatività e esperienza acquisita, garantendo idee, stimoli e opportunità. Convivere con l’ambiguità, agire con lucidità e pazienza, procedendo per tentativi e accettando errori. Guidare il team alternando l’accelerazione verso i risultati con l’attenzione verso il benessere delle persone.

• LEGO – FLESSIBILITÀ Gestire progetti vaghi e mutevoli in ambienti complessi. Snellire i progetti e modellarli sugli scenari evolutivi. Risolvere problemi, analizzando informazioni e esperienze in modo oggettivo. Valutare le alternative e riconoscere il valore della tecnologia. Proporre soluzioni che coniugano empirismo e senso comune.

• SHAKE – ACCELERAZIONE Comunicare con un team multilivello e multi-culturale, utilizzando strumenti tecnologici differenti e diffondendo uno stile «smart». Costruire squadre eterogenee e votate al cambiamento. Guidare team inter-disciplinari e inter-culturali; influenzare le parti superando le barriere e portando all’inclusione.


Presidio 7,8 7,3

imprenditorialità

7,6 7,1

gestione informazioni

comportamento sia rilegato a una operatività spicciola e sottosistemica o all’intervento imprenditoriale superiore della propria aziendale sia essa espressa da un singolo, da una famiglia o da un CdA. Per esempio, ottengono punteggi scarsi l’utilizzo dei social network, gli strumenti di marketing digitale, l’uso di informazioni integrate di open innovation, la definizione di modelli organizzativi totalmente digitali o, ancora, lo smart working in chiave di efficientamento organizzativo. I temi di organizzazione agile del lavoro o le nuove forme di segmentazione del mercato per il presidio commerciale sono i meno considerati dai manager intervistati. Si tratta di comportamenti poco adottati in concreto che sono avvertiti anche come meno importanti. Come nella morale de “La volpe e l’uva” di Esopo, spiega la ricerca “Bravi Manager Bravi”: è infatti sempre difficile attribuire importanza a ciò che non sappiamo fare, così come è fin troppo facile sostenere che ciò che facciamo poco sia poco importante. «Dobbiamo aumentare la consapevolezza sui temi della digital tranformation.

I nostri manager sembrano demandare ai livelli più bassi compiti che invece sono sempre più strategici», commenta Cuzzilla. «Questo ci rende ancora più determinati nel proseguire nelle nostre attività associative che negli ultimi anni sono molto concentrate su formazione, aggiornamento e certificazione delle competenze in ottica 4.0». La parte qualitativa dello studio sul management sta poi rivelando anche gli ostacoli maggiormente avvertiti dai manager allo svolgimento dell’attività professionale. Si va dall’eccesso di burocrazia all’inefficienza degli stakeholders fino ad arrivare

alla lentezza dei processi, sia aziendali sia del sistema Paese. «Grazie all’attività di consulenza e ricerca strategica di Ambrosetti», spiega ancora Cuzzilla, «stiamo individuando i fattori che influenzano la produttività italiana attraverso l’approfondimento sulle modalità con cui i manager contribuiscono a questo risultato. Da qui intendiamo rafforzare la spinta per la modernizzazione del Paese. Sfruttando appunto l’efficacia e il senso di responsabilità del management, ci prefiggiamo di dare un’accelerazione al sistema produttivo e un’iniezione di fiducia all’Italia».

• INFORMATION MANAGEMENT – GESTIONE DELLE INFORMAZIONI Raccogliere e filtrare le informazioni da fonti digitali per restare sempre aggiornati su ciò che accade Valutare i dati e le fonti, sapendo riconoscere le informazioni poco rilevanti o fuorvianti. Mostrare coscienza critica di fronte a qualsiasi contenuto venga proposto, leggendo correttamente i dati e creando connessioni tra gli elementi chiave.

• DIGITAL COMMUNICATION AND COLLABORATION – COMUNICAZIONE DIGITALE Utilizzare gli strumenti di comunicazione digitale, sfruttando le leve disponibili e differenziando le scelte in funzione di messaggio e interlocutore. Favorire la digital collaboration per gestire al meglio il lavoro di tutto il team, rendendo produttivo il contesto operativo. Adottare comportamenti digitali che non mettano a rischio la sicurezza.

• DIGITAL COMPANY MANAGEMENT – GESTIONE DELLA TRASFORMAZIONE DIGITALE Attuare processi di trasformazione digitale per migliorare la customer experience dei clienti. Migliorare i processi operativi interni e/o integrati con l’esterno lungo la catena del valore mediante l’uso di strumenti digitali e moderne tecnologie informatiche. Guidare la trasformazione aziendale e definire nuove opportunità di business.

gestione della trasformazione digitale

6,0

7,0 7,7 7,1

flessibilità eccellenza operativa

7,4

comunicazione digitale

6,6

accelerazione

8,2

7,3

6,7

7,5

1,0

10,0 Importanza

Le Macro-Competenze COGNITIVE e il loro significato

Adozione

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GESTIRE L’IMPRESA

Nasce Hrc Talent Academy, un nuovo percorso formativo «La nostra scuola di giovani talenti», dice Giordano Fatali, fondatore e presidente di Hrc, «punta a diventare il riferimento indiscusso nell’acquisizione di talenti. Con un percorso unico nel suo genere» di Piero Caltrin GIORDANO

FATALI,

ESPERTO

DEL

MONDO DEL LAVORO, OPINION LEADER, PRESIDENTE E FONDATORE DI HRC, LA PIÙ GRANDE COMMUNITY HR, SFORNA NUOVE INIZIATIVE A GETTO CONTINUO. TRA LE ULTIME, FONDATO HRC TALENT ACADEMY,

alternativi al percorso proposto ma a esso eventualmente propedeutici). Una vera e propria fucina di talenti HR: i ragazzi imparano direttamente sul campo, a contatto diretto con gli HR Director e gli HR Manager delle più grandi realtà nazionali e multinazionali del nostro Network. Le lezioni avranno un taglio esperenziale: attraverso il racconto di concrete esperienze aziendali da parte di chi vive tutti i giorni le tematiche trattate.

l’Accademia di eccellenza per le Risorse Umane dove ogni anno vengono selezionati i talenti da lanciare sul mercato italiano. Il punto di forza di HRC Talent Academy è il fatto che la faculty è composta da HR Manager e HR Director del network HRC, il primo e più Chi può iscriversi all’Academy? importante del mondo I partecipanti potranI PARTECIPANTI POTRANNO ESSERE HR che rappresenta un no essere laureandi, LAUREANDI, NEOLAUREATI, PERSONE contesto di riferimento neolaureati, persoCHE GIÀ LAVORANO IN AZIENDA importantissimo ne che già stanno OPPURE GIOVANI FREE-LANCE per i giovani che lavorando in alcune si troveranno coinvolti direttamente aziende oppure giovani freelance: sarà per nell’esperienza del network in maniera loro un’opportunità straordinaria di crescita attiva e proiettata al futuro. a 360°, di formazione, ma soprattutto sarà utile per entrare in contatto diretto con i più Cos’è HRC Talent Academy? importanti Direttori risorse umane delle più La scuola dei giovani talenti HR che vuole diimportanti aziende che ci sono in Italia. HRC ventare il punto di riferimento assoluto nella Talent Academy sarà anche il punto di ritroHR talent acquisition. È un percorso unico nel vo 3.0 di tutto il Network. suo genere, diverso da tutto ciò che oggi offre il mercato, in quanto fortemente improntato Quali sono i tratti principali? all’experience in field e al learning by doing e HRC Talent Academy è un percorso formatinon ottenibile attraverso altre iniziative forvo che si propone come ultimo miglio tra formative e master (da non considerare quindi mazione e mondo del lavoro. La didattica è

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GIORDANO FATALI, PRESIDENTE E FONDATORE DI HRC

L’ACADEMY APRIRÀ I BATTENTI NEL 2019 A GENNAIO E I CORSI DURERANNO 6 MESI SARANNO DISTINTI DA UN’IMPOSTAZIONE PRATICA CHE AIUTERÀ LA VITA IN AZIENDA basata su un approccio pratico, diretto e con docenti provenienti dal mondo aziendale e non esclusivamente accademico. L’Academy aprirà le porte a gennaio 2019, il percorso durerà 6 mesi, con l’obiettivo di facilitare l’inserimento all’interno del mondo aziendale HR con un metodo di impostazione pratica basato su esperienza sul campo diretta.


IL PUNTO DI VISTA DELLE AZIENDE I pareri su Hrc Talent Academy da parte di Direttori e Manager delle risorse umane di primarie aziende italiane, direttamente coinvolti nel progetto. ROBERTO ZECCHINO

VICE PRESIDENT HUMAN RESOURCES AND ORGANIZATION SOUTH EUROPE ROBERT BOSCH

CLAUDIO D’ETTOLE

RESPONSABILE PER LA FORMAZIONE PER L’ITALIA, MCDONALD’S

LAURA D’AMICO

HEAD OF LEARNABILITY AND DEVELOPMENT EUROPE, MANPOWERGROUP

ANTONELLA VARBARO

FLEET HOTEL HUMAN RESOURCES DIRECTOR, COSTA CROCIERE

H

RC Talent Academy è una delle ennesime invenzioni di Hrc alle quali come Gruppo Bosch Italia rispondiamo pienamente. È un’attività rivolta ai giovani, il Gruppo Bosch attraverso il progetto Allenarsi per il futuro ormai da anni è impegnato a valorizzare i percorsi di prime esperienze dei ragazzi, quindi alla nuova attività di HRC parteciperemo e daremo

C

iao ragazzi, un consiglio che vi posso dare è quello di partecipare all’Hrc Talent Academy perché è il modo migliore dal mio punto di vista per entrare in contatto con tanti professionisti. Il networking in questo periodo storico è una delle caratteristiche principali per chi vuole iniziare una carriera all’interno del mondo

S

ono contenta di invitarvi a questo percorso di Hrc Talent Academy e attraverso di noi come Manpower Group e insieme ai colleghi del Network HRC vi accompagneremo nel percorso di acquisizione di conoscenza e di competenza all’interno del mondo del lavoro. Manpower Group ha una grande visibilità sull’andamento e sui trend del mercato

anche il nostro contributo contro la disoccupazione giovanile e lo faremo insieme ad Hrc ospitando anche i ragazzi in Bosch. Passione e impegno sono gli ingredienti fondamentali per sviluppare il percorso e siamo sicuri che insieme a Hrc riusciremo a dare soluzioni concrete a quello che è l’orientamento e l’allenamento dei giovani verso le prime esperienze. Andiamo a vincere.

Hr: ti permette da un lato di vedere quello che succede nelle aziende ma ti permette anche di essere visto dai colleghi che lavorano nelle diverse realtà. Quindi, lato mio, un benvenuto nel caso tu avessi già deciso di partecipare a questa prima e dizione o un invito a ragionarci seriamente perché è davvero una bellissima opportunità.

del lavoro, ma vi forniremo un elemento importante: acquisire consapevolezza su una delle competenze distintive per essere di successo nel mondo del lavoro. Imparerete a conoscere la vostra learnability, cioè quella capacità e il desiderio di apprendimento che rappresenterà da qui al futuro uno degli elementi di successo.

L

e aziende sono alla ricerca continua di nuove professionalità che assicurino sempre un livello di competenza alto. L’opportunità che Hrc Talent Academy offre è quella di venire a contatto con le aziende e con i leader del mercato del lavoro, con quei professionisti del mercato del lavoro e del business.

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GESTIRE L’IMPRESA SOFTWARE

Si scrive fatture digitali, si legge risparmio Con gli approcci olistici messi a punto da Comarch per la gestione documentale si può arrivare a un minore costo di gestione di 60 euro per ogni item archiviato di Marco Scotti

F

ornire un bouquet di scelte alle imprese per aiutarle nella digitalizzazione dei processi. È questa la missione di Comarch, azienda polacca fondata nel 1993 e che è arrivata in Italia meno di tre anni fa, riuscendo a ritagliarsi un ruolo preminente anche nel mercato nostrano dell’IT. L’azienda ha già “accompagnato” oltre 120.000 clienti in tutto il mondo provenienti da 45 paesi. «Il tema della fatturazione elettronica – ci spiega Silvio Panetta, Commercial Director della divisione Trade&Services di Comarch – si inserisce in un deficit strutturale di digitalizzazione del nostro paese. Al momento, infatti, l’Italia si trova agli ultimi posti in tutte le classifiche europee, come nel caso del DESI (Digital Economy and Society Index), certificando la difficile condizione in cui versano le nostre imprese che si confrontano con la digital transformation. D’altronde, il nostro tessuto imprenditoriale è fatto di PMI che, fino ad ora, non hanno visto altri motivi per lanciarsi in opere di digitalizzazione se non quello dell’obbligo normativo. Le piccole imprese, infatti, si caratterizzano, com’è ovvio, per un budget più ridotto e per competenze digitali meno diffuse». In realtà, i vantaggi sarebbero notevoli anche dal punto di

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COMARCH E-INVOCING LAB. SOTTO, SILVIO PANETTA

vista meramente economico: secondo l’Osl’esecutivo, appena insediato, ha fatto slittare servatorio del Politecnico, la digitalizzazione l’obbligatorietà per i benzinai dal 1° luglio al delle fatture potrebbe portare a un beneficio 1° gennaio, equiparandola a quella di tutti gli di minori costi per circa 11 euro a documento. altri professionisti. «Non ci risulta nessuna ul«La nostra visione della fatturazione elettroteriore proroga – aggiunge Panetta – e ritengo nica – prosegue Panetta – è quello di un ingrache ciò sia un bene: le aziende hanno avuto olnaggio all’interno di un processo olistico più tre un anno, e un nuovo stop avrebbe portato complesso che riguarda l’intero ciclo di vita a non prendere seriamente l’impegno verso la delle documentazioni aziendali. Anzi, rappredigitalizzazione, creando il rischio di una scarsenta il punto di partenza di un meccanismo sa focalizzazione. virtuoso che può portare fino a 60 euro di riIl legislatore ha fatto in modo che l’Italia disparmi per ogni singoventasse il primo paeSCENDERE LUNGO LE RAPIDE lo documento. L’obietse europeo in cui è obDI UN TORRENTE NON È COME tivo che ci poniamo bligatorio lo scambio NAVIGARE SU UN FIUME DAI MARGINI sul mercato italiano, di fatture tra privati, AMPI E DALLE ACQUE TRANQUILLE dunque, è quello di acmentre negli altri paecompagnare le aziende verso un percorso di si, al massimo, c’è il vincolo verso la Pubblica digitalizzazione elettronica che sia quanto più Amministrazione. possibile efficace, beneficiando oltretutto di Si tratta di un segnale positivo e coraggioso. risparmi maggiori». Calcolare un break even Ma sono convinto che servirà un periodo di point che faccia capire quanto tempo è necestolleranza perché le fatture che passano attrasario per rientrare dell’investimento profuso verso il sistema di interscambio aumenteranper la digitalizzazione dell’azienda diventa no dalle attuali 30 milioni fino a 1,5 miliardi». complesso, ma fonti autorevoli considerano Per accrescere la consapevolezza sul tema, plausibile un tempo Comarch ha organizzato al Fintech District di compreso tra i 6 e i 12 Milano un incontro per il prossimo 4 ottobre mesi per le imprese di «con una finalità educativa – conclude Panetgrandi dimensioni. ta – lasceremo che siano gli esperti a parlare, Il tema della fatturae questo perché crediamo che sia importante zione elettronica, inolcondividere le esperienze tra aziende, fare sitre, è stato al centro stema e non mettersi su un piedistallo dichiadel dibattito politico: rando che “si fa così”».



GESTIRE L’IMPRESA NETWORKING

Claudio Honegger, amministratore unico di Richmond Italia. A sinistra, una cena durante uno dei Forum organizzati dalla società

tematiche sulle quali verranno organizzate le conferenze di scenario e i workshop, non necessariamente legati al settore perché cerchiamo di aprire la mente dei partecipanti. Poi un software dedicato analizza richieste, desiderata e offerte e fissa l’agenda degli appuntamenti tra i partecipanti». Il clima è disteso e concentrato, lontano da scrivanie e interferenze esterne. Una full immersion in un vortice di stimoli e idee per arricchire il proprio metodo di lavoro, sentirsi parte di una comunità, accreditarsi con i decision maker del settore, misurarsi con i competitor. E ovviamente ottenere opportunità commerciali concrete. Il format innovativo dei Forum organizzati da Richmond Italia: Aiutano a “staccare la spina” le location prolocation da sogno, full immersion nei trend prossimi venturi e sessioni poste, come il Grand Hotel di Rimini sorto agli pianificate di una sorta di speed-date tra manager dei vari comparti inizi del secolo scorso e situato nel cuore di un meraviglioso parco affacciato sull’orizzonte di Marina Marinetti blu dell’Adriatico, che il 9 e 10 ottobre ospie opportunità di business si misurano incontri tra invitati (delegate) e società fornita il Richmond Energy Business (10 edizioin termini assoluti con il numero di trici (exhibitor). In media, ogni delegato inconni e 5802 strette di mano), o il Park Hotel ai strette di mano scambiate nel corso di tra 8 espositori e ogni espositore 30 delegate. Cappuccini di Gubbio, un monastero del XVII un meeting. Questa la teoria. La pratica è quelGli incontri sono one-to–one, durano al assimo secolo sapientemente restaurato, sede del Rila di far incontrare domanda e offerta, manamezz’ora e si svolgono in un’area dedicata. chmond Logistics Forum del 25 e 26 ottobre ger e aziende, in modo mirato, inventandosi Senza contare i vari coffee break, il business (12 edizioni e 6668 strette di mano). «Tutti dei format innovativi e cercando di individualunch, il business dinner. ambienti decisamente lontani dai rumors re quelli che saranno i trend prossimi venturi. «Facciamo incontrare domanda e offerta in quotidiani», continua Honegger: «ConsideChe poi è il sistema di Richmond Italia, che un’ottica di business riamo i partecipanti IL RICHMOND LOGISTICS FORUM opera in 12 mercati: ogni anno organizza 14 matching per scoprire più come persone CHE SI TERRÀ A GUBBIO IL 25 E IL 26 eventi in 13 settori diversi, dall’E-commerce nuove opportunità e che come manager. OTTOBRE HA GIÀ AL SUO ATTIVO DIECI alle Human Resources, dalla Digital Communiallargare gli orizzonti EDIZIONI E BEN 6668 STRETTE DI MANO Durante le nostre full cation al Marketing, “rinchiudendo” (se così si del business», spiega immersion parliamo può dire) manager, operatori, amministratori, Claudio Honegger, amministratore unico di anche di gestione del tempo, personal consuldirettori per due giorni in alberghi di lusso e Richmond Italia: «Impieghiamo un anno per ting, tecniche di rilassamento. Sono eventi che mettendoli a confronto con una sorta di speorganizzare ogni evento, con un sistema di definiamo non B2B, ma human to human: le ed-date del business intervallato da momenti rebooking in cui gli operatori vengono invitati aziende sono fatte prima di tutto dalle persoludici. Il format prevede che, in parallelo con a esprimere le loro linee di interesse e i loro ne. È la nostra filosofia». Il dress code per la conferenze e seminari, si svolga l’agenda degli obiettivi e chiedendo loro di votare le diverse cena di gala? Un paio di jeans e un sorriso.

Va’ dove ti porta il business. Meglio ancora se in anticipo

L

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GESTIRE L’IMPRESA SICUREZZA INFORMATICA

A Roma gli stati generali della sicurezza informatica Due giorni organizzati da Cybertech e Leonardo per raccontare un settore in costante crescita ma che mostra ancora alcune debolezze strutturali

di Marco Scotti

L

a sicurezza informatica continua il suo cammino tra luci ed ombre. Da una parte, le grandi aziende, la pubblica amministrazione e i gestori delle infrastrutture strategiche stanno mantenendo elevati standard di protezione contro eventuali intromissioni via internet. Dall’altra, le imprese più piccole – nonostante l’entrata in vigore del GDPR – non hanno ancora compreso la portata del rischio e continuano a trincerarsi dietro frasi come “ma perché dovrebbe riguardare proprio me?”. La verità è che il tema della cybersecurity è ormai una presenza fissa nella vita quotidiana di qualunque cittadino, come se si trattasse di una malattia tradizionale o un’influenza di stagione. Secondo Accenture, le aziende stanno migliorando le loro difese e sono ora in grado di prevenire l’87% degli attacchi mirati rispetto al 70%. Tuttavia, il 13% degli attacchi va ancora a buon fine e le società si trovano ancora a dover fare i conti con una media di

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AMIR RAPAPORT, FONDATORE DI CYBERTECH

30 violazioni di sicurezza effettivamente anfare lo stesso nei prossimi tre. In due o tre date a buon fine ogni anno, con conseguente anni, quindi, si potrebbe arrivare a un livello perdita di asset rilevanti. Sempre a livello di performance elevato, anche se, nel nostro globale, l’89% delle imprese impiega fino a paese, le aziende subiscono una media di 19 30 giorni per accorgersi delle intrusioni, ma attacchi andati a buon fine. lo scorso anno il dato era di 6-7 mesi. Rimane Per cercare di mantenere i riflettori puntati però il problema che anche 30 giorni sono un sulla sicurezza informatica, il 26 e 27 settempo enorme per riuscire a rendersi conto tembre si terrà a Roma il Cybertech Europe, di un data breach. l’unico appuntamento continentale di queRispetto al resto del sto tipo e che è ormai mondo, l’Italia sta LE AZIENDE SONO IN GRADO DI PREVENIRE diventato uno degli vivendo una dinami- L’87% DEGLI ATTACCHI MIRATI. MA OGNI eventi di punta nel IMPRESA SUBISCE UNA MEDIA DI 30 ca simile sotto certi panorama globale sul VIOLAZIONI ANDATE A BUON FINE aspetti, ma molto diftema. «Il tema delferente sotto altri. Per esempio, le infezioni la cyber security non è in cima alle priorità provengono più dall’esterno che dall’interno nelle agende e capita sempre più spesso che dell’azienda, un rapporto ribaltato rispetto a sia trattato in modo marginale nel contesto quanto avviene negli altri paesi più sviluppatecnologico, quando, in realtà, è fondamentati. le in tutti i settori verticali, indistintamente Dal punto di vista degli investimenti, negli che si tratti di hardware o software, e ha - in ultimi tre anni il 20% delle aziende italiane ultima analisi - un impatto sulla vita quotiha almeno raddoppiato gli investimenti in diana», sostiene Amir Rapaport, fondatore e cybersecurity e il 30% sta pianificando di editor in chief di Cybertech. «Abbiamo ideato


SIAMO SOLO AL PRINCIPIO DI UNA DIGITAL REVOLUTION CHE RICHIEDERÀ MOLTE NUOVE FIGURE PROFESSIONALI Cybertech per diffondere consapevolezza su questi temi e dimostrare come tutte le imprese, indipendentemente dalle loro dimensioni o dai target - startup, grandi aziende o enti pubblici - debbano adottare un approccio proattivo se vogliono gestire e affrontare in modo efficace le minacce informatiche, rimanendo al contempo competitive, innovative e di successo». Sulle motivazioni che hanno spinto Cybertech a scegliere proprio Roma come sede del forum, giunto alla terza edizione, Rapaport ci dice che «l’Italia è un paese molto importante, con un’economia molto forte e delle aziende con una forte impronta sulla sicurezza e sulla difesa. Come ad esempio Leonardo. Ma la cybersecuirty è un tema trasversale che riguarda molti diversi tipi di aziende, dal settore assicurativo a quello bancario». Uno dei temi più significativi della sicurezza informatica riguarda il fatto che sempre più dispositivi sono connessi e, con la massiva diffusione dell’IoT, nel 2020 diventeranno 20

miliardi. Un numero enorme che, oltre a reninfatti, gli appuntamenti imperdibili per gli dere le nostre vite più confortevoli, renderà addetti ai lavori erano due: uno negli Stati l’intero sistema più facilmente attaccabile. Uniti e uno in Israele. Il Cybertech Europe ha «A mio giudizio – conclude Rapaport – siamo riposizionato il Vecchio Continente sulle carsolo all’inizio di una vera e propria digital tine geografiche globali. Oltretutto, questo revolution che costringerà le aziende a muoappuntamento si trasforma in un’occasione versi con grande velocità. C’è un’enorme ridi incontro tra aziende. «Il tema del B2B – chiesta di figure professionali, auspico la creaggiunge Menna – è fondamentale perché azione di molti programmi accademici per le PMI rappresentano il cuore nevralgico del aiutare e formare i professionisti di domani». tessuto industriale del nostro paese. Queste Il partner principale di Cybertech nella rearealtà, inoltre, concorrono anche alla realizlizzazione del forum romano sarà Leonardo. zazione della supply chain delle imprese più L’ex Finmeccanica è stata tra i promotori grandi. Per questo per noi sono un target, dell’evento fin dalla sua prima edizione, del fanno parte del perimetro di clientela che 2016, e quest’anno prevede un grandissidirettamente o indirettamente intendiamo mo successo «Ci aspettiamo di riuscire a servire attraverso i nostri servizi di sicurezza superare i 4.000 partecipanti – ci racconta gestita. Alessandro MenDa questo punto di AL CYBERTECH EUROPE SONO ATTESE na, il vicepresidente vista, stiamo facendo OLTRE 4.000 PERSONE. L’APPUNTAMENTO delle soluzioni ICT molto affidamento ROMANO DIVENTA COSÌ IL TERZO PIÙ business di Leonarsu un servizio di inIMPORTANTE A LIVELLO MONDIALE do – L’impegno nella telligence predittiva cybersecurity è da sempre uno dei capisaldi che ci consente di prefigurare possibili nuodella nostra azienda e negli ultimi 15 anni ci vi scenari di attacco e vulnerabilità ancora siamo impegnati in maniera particolare per inesplorate. Proprio per le PMI ci sono anoffrire ai nostri clienti un argine efficace alle cora amplissimi margini di miglioramento, minacce cibernetiche. soprattutto nel manifatturiero vediamo un La superficie di attacco sta crescendo in malivello di consapevolezza sui rischi che si corniera esponenziale all’aumentare della digirono che è ancora molto basso. talizzazione. Questo rappresenta un’enorme vulnerabilità Per questo, il ruolo che vorremmo avere con per la digitalizzazione del tessuto industriale. Leonardo è quello di player di riferimento a D’altro canto, invece, i grandi player indulivello internazionale per il benessere dell’instriali, ma anche la pubblica amministratera comunità operativa». zione, sono particolarmente evoluti sotto L’evento romano dimostra come l’Italia posquesto aspetto e concorrono a creare un sa avere un ruolo centrale nel continente per ecosistema più sicuro per l’intero ambiente quanto riguarda questi temi. Fino al 2016, informatico italiano».

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GESTIRE L’IMPRESA EX CATHEDRA

GO

di Riccardo Venturi

U

n sistema produttivo resiliente, che ha avuto la capacità di resistere e adattarsi ai cambiamenti portati dallo shock della crisi. È quello lombardo, le cui filiere, e in particolare informatica e telecomunicazioni (ICT), chimica e meccanica, sono stati i motori della ripresa in regione, capaci di mantenere elevata e perfino aumentare la propria competitività in anni durissimi. È quanto emerge dal lavoro di ricerca condotto dal Centro sullo Sviluppo dei Territori e dei Settori della LIUC Business School con il supporto di UBI Banca, che analizza la distribuzione sul territorio e le performance delle filiere produttive lombarde. «La propensione all’innovazione dei prodotti e dei processi – dice Andrea Venegoni del Centro sullo Sviluppo dei territori e dei Settori della LIUC Business School, che si è occupato della ricerca - che tramite una crescita degli investimenti si concretizza in un aumento di produttività del lavoro e quindi di capacità di generare valore nella produzione, è il fattore chiave per mantenersi competitivi e saper cogliere le opportunità create dalla globalizzazione dei mercati e dalla quarta rivoluzione industriale». Un atteggiamento vincente che le filiere del sistema produttivo lombardo hanno dimostrato di saper mettere in campo. Dal punto di vista

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2008

IC T

IL E CH IM M M IC A A PL AS TI AU CA TO M FA OT RM IV E AC EU TI M CO ET AL LU RG M IA EC CA N CO IC ST A RU ZI ON TR I AS PO RT I

80,00 70,00 60,00 50,00 40,00 30,00 20,00 10,00

SS

Lo dice una ricerca del Centro Sviluppo Territori e Settori della LIUC che ha studiato distribuzione e performance delle filiere produttive lombarde

Competitività filiere 2016

TE

La Lombardia si piega ma non si spezza. E va avanti

2016

LA DINAMICA DELLE FILIERE PRODUTTIVE IN LOMBARDIA MOSTRA LA CAPACITÀ DI RESISTERE ALLA GRANDE CRISI

territoriale l’analisi conferma una Lombardia nica. Il settore ICT, in particolare, nel periodo a tre velocità: la fascia pedemontana, lungo della crisi ha rafforzato la sua leadership, con l’asse nevralgico Milano – Bergamo – Brescia un aumento della produttività del 10.6% che e fino al mantovano, concentra la maggioranne spiega il gap in competitività mostrato riza delle attività produttive, mentre le aree a spetto agli altri settori.«L’ICT ha stupito anche Nord e Sud della stessa mostrano minor pronoi in sede di analisi – osserva il curatore delpensione allo sviluppo di sistemi industriali la ricerca condotta dal Centro sullo Sviluppo integrati. Fattore determinante è la concendei Territori e dei Settori della LIUC Business trazione di attività produttive, in particolare School - in termini sia di espansione di filiera manifatturiere, e il tasso di infrastrutturazioche di performance e competitività. Questo ne. Le aree più industrializzate e con maggior tipo di attività si concentra a Milano, Monza e dotazione di infrastrutture polarizzano l’attiBrianza». Esperienze importanti nell’ICT lomvità di filiera. «Vicino bardo sia in termini di IL SETTORE ICT, IN PARTICOLARE, NEL al lago di Iseo, nella fatturato che di comPERIODO DELLA CRISI HA RAFFORZATO zona di Grumello a est petitività e di occupaLA SUA LEADERSHIP, CON UN AUMENTO di Bergamo – spiega zione sono quelle del DELLA PRODUTTIVITÀ DEL 10.6% Venegoni - grazie all’esettore di gestione e levata infrastrutturazione, con la vicinanza consulenza nei software: «Il processo di digidell’A4 e della Brebemi, anche negli anni di talizzazione delle aziende richiede servizi che crisi si è avuto lo sviluppo dei settori automofanno parte del macrotema big data: supportive e gommaplastica. Un fatto che evidenzia to, gestione, archiviazione, elaborazione dei l’importanza cruciale delle infrastrutture in dati» sottolinea Venegoni. Per quanto riguartempi di internazionalizzazione». da la farmaceutica, un caso di forte espansioPer quanto riguarda le performance econone è quello del sottosettore dell’agrofarma, miche, maggiore competitività è mostrata da che produce ciò che viene utilizzato per le quelle filiere la cui attività ha un’alta propencoltivazioni vegetali che non fanno uso di prosione all’innovazione e all’esportazione. Ai pridotti chimici, forte in Lombardia soprattutto mi posti del ranking elaborato c’è il comparto nell’alto milanese. Un fenomeno che rimanda ICT, seguito da chimica, farmaceutica e meccaal macrotrend del cibo biologico.



GESTIRE L’IMPRESA I VALOROSI/1

«Non abbiate paura, ragazzi. Il business etico è bello» L’occasione è presentare il totale risanamento della valle con bonifiche, monumenti e ristrutturazioni. E intanto i risultati economici crescono di Sofia Catalano

A

bbiamo inculcato ai giovani l’idea senza ansia” anche senza luce elettrica, senza della paura. Gli abbiamo ripetuto tv, con la sola acqua del pozzo, ma va a letto ossessivamente che lo studio era sereno, in pace con il mondo e quel Creato che l’unica via per il loro futuro. Abbiamo provato da sempre e per sempre rispetterà. Nell’ota governare l’umanità con la sola scienza. Fortica del bello “Che salverà il mondo” monito se abbiamo sbagliato». Stando al suo esempio di Dostjevsky fatto suo. Sono infatti i grandi sicuramente si. scrittori e i filosofi che saranno le vere guide Le affermazioni sono infatti di Brunello Cucispirituali, e la scuola, di Cucinelli negli anni: i nelli, imprenditore illuminato, re del cachemilibri divorati e interiorizzati tanto da valergli re e inventore del Capitalismo Umanistico, che una laurea Honoris Causa in Filosofia ed Etidi scuola, intesa come ca dei rapporti umani istituzione, ne ha fatta LE FERREE REGOLE CHE HANNO RADICI all’Università di PeruSALDE NELL’ANIMA DI BRUNELLO: poca, ma che è riuscito gia . La città più vicina ESSERE CUSTODI DEL BELLO, a diventare un grande al suo paese natio e al CONIUGARE PROFITTO E DONO industriale e realizzasuo paese “adottato”: re un’azienda dai grandi valori e grandi profitil borgo trecentesco di Solomeo, dal 1982 il ti nell’ottica del “giusto”. «Ho imparato da mio suo grande sogno, realizzato. Da allora compadre e dalla mia famiglia, eravamo contadini, pletamente restaurato, ripopolato, riqualifinon chiedevamo nulla di più che il giusto: il cato, dove adesso sorgono anche un Teatro, giusto sole, la giusta pioggia, la giusta nebbia, una Scuola di Arti e Mestieri e, alle pendici, la per il nostro lavoro, per la nostra esistenza». grande azienda. Un passo dopo l’altro il sogno Siamo a Castel Rigone (Perugia) negli anni ’50, è diventato realtà, senza mai e poi mai andare Brunello lavora e vive con il padre, la madre e contro le ferree regole che hanno radici salde i due fratelli, in una casa che definisce “felice nell’anima di Brunello: essere custodi del bel-

«

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IL RE DEL CACHEMIRE RIUNISCE A SOLOMEO TUTTI GLI INFLUENCER PER DIRE AL MONDO CHE LA SUA UTOPIA PRODUCE PROFITTI lo, coniugare profitto e dono, non ledere mai la dignità umana, fare in modo che il lavoro sia rispettoso, che non prevarichi sulla vita, sulla famiglia, sulla vera natura dell’essere umano. In azienda si “monta” alle otto e si smonta alle 17, si mangia in una mensa che è un ristorante, si vive a contatto con la natura tra gli alberi e le rose, non si ricevono telefonate o e mail dopo l’orario di lavoro, si cerca di risolvere i problemi con la dialettica. Utopia? No, solida


realtà ispirata dagli scritti di Rousseau, Goethe, Platone Seneca, Sant’Agostino, Kant, San Benedetto, maestri e mentori, guide ed esempi, e soprattutto l’imperatore Adriano che si sentiva “responsabile della bellezza del mondo”. Una bellezza che Brunello Cucinelli non solo ha rispettato, ma ha fatto rinascere con il Progetto per la Bellezza, perseguito insieme all’amico di sempre, Massimo De Vico Fallani (architetto, esperto e curatore di giardini storici), e presentato nei giorni scorsi, davanti a cinquecento giornalisti provenienti da ogni parte del mondo, a Solomeo, insieme alla sua autobiografia “Il sogno di Solomeo”. Il Borgo si affaccia infatti su una valle che era deturpata da orribili capannoni industriali tipici degli anni ’70, Cucinelli li acquista, li demolisce e negli ultimi quattro anni pianta girasoli, viti,

grano, alberi da frutta, edifica una cantina ed un grande monumento “Tributo alla dignità dell’uomo”. «Ricorderò sempre che, quando siamo andati via dalla campagna per abitare in città, il mio babbo, diventato operaio in fabbrica, tornava a casa stanco, umiliato, con gli occhi lucidi, per un modesto salario… L’IDEA FORTE ERA QUELLA CHE I PAESI SVILUPPATI AVREBBERO DOVUTO SPECIALIZZARSI IN PRODOTTI DI ALTA QUALITÀ

Decisi allora che in futuro, qualunque cosa avessi fatto, avrei lavorato per il rispetto della dignità morale ed economica delle persone». In quegli anni dopo il diploma di geometra, Cucinelli si iscrive alla facoltà di ingegneria, ma invece che le aule dell’università frequenta

UN PALCOSCENICO SULL’INFINITO

Una meravigliosa vallata umbra ha datto da sfondo alla serata di Cucinelli, una kermesse dove di tutto si è parlato - anche nelle domande - fuorchè di moda, collezioni e business. Al centro, il «capitalismo umanistico» che l’imprenditore self-made-man predica e - si direbbe, a conti fatti - mette soprattutto in pratica. E lui, con una serena provocazione in più, detta il suo epitaffio (tra cent’anni): «Era una persona perbene che amava il bello».

il Bar da Gigino e lì riceve le più grandi lezioni di vita: si confronta con anziani, prostitute, operai e studenti sessantottini che lo inducono alla lettura dei Grandi che diventeranno i suoi fedeli compagni ed alleati. Si imbatte nel volume di Theodore Levitt “The Marketing Imagination” che parlava di Economia di Mercato «L’idea forte era quella che i Paesi sviluppati avrebbero dovuto specializzarsi in prodotti di alta qualità se non volevano essere soppiantati dai Paesi emergenti, che stavano imparando a realizzare quelli di qualità media ad un costo minore. Mi colpì la semplice logica di questo concetto, che sarebbe diventato la pietra angolare della mia mentalità imprenditoriale» spiega nel suo libro. Ed infatti così è stato: in Umbria, terra di lanifici, Brunello si accorge che tutti i maglioni di cachemire sono beige, realizza che se fossero di colori diversi piacerebbero di più, soprattutto alle donne e quindi chiede ad Alessio, uno dei più esperti tintori al mondo per quanto riguarda il cachemire poi suo amico, di tingerli. La reazione è sconcertata, ma a Brunello non manca certo l’arte oratoria e persuasiva: i pullover vennero tinti in toni pastello. Un successo. Il resto è storia. Costruita pietra su pietra, filo su filo, con l’aiuto, il sostegno e l’amore di Federica, moglie da 48 anni «Conosciuta a diciassette anni quando prendevamo lo stesso pullman per andare a scuola. Era di Solomeo: mi sono innamorato di lei e del suo Borgo».

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GESTIRE L’IMPRESA

Un’altra immagine di Solomeo, il borgo

Il borgo che è la vita di Cucinelli, dove abita e dove vivono anche le sue figlie Federica e Carolina, con i mariti, tutti impegnati in Azienda, e le nipotine. L’ Azienda, quotata in Borsa, conta adesso 1700 dipendenti e ha chiuso il 2017 con 503, 6milioni di fatturato. C’è tutto quanto possa rendere appagato un imprenditore ed un uomo, ma non Brunello Cucinelli che guarda con ottimismo e speranza al futuro «I giovani devono riappropriarsi delle loro capacità artigianali, delle loro mani, realizzare il loro lavoro con quelle. Devono ritrovare il coraggio di guardare il cielo e le stelle. Comprendere che internet e la tecnologia possono essere

usati in maniera garbata . Il nostro futuro deve guardare alla tradizione, al passato, avere rispetto dei luoghi e delle persone anziane, perché in loro è la conoscenza e la saggezza». Il futuro per Brunello prevede anche la riqualificazione delle periferie, quei luoghi spesso brutti e abbandonati che appunto non rispettano la dignità umana e degradano l’ambiente. «Sono il problema del mondo, ma l’esempio Solomeo potrebbe essere imitato e quei luo-

Fu Harvard, detronizzando Bezos a far capire il valore dell’etica La celebre università stila ogni anno la classifica dei manager più bravi e nel 2015 spostò il capo di Amazon dal 1° all’87° posto perchè non rispettava abbastanza l’ambiente, i diritti sociali e la buona gonvernance

C

’è una novità, sotto il cielo del capitalismo mondiale. Una novità nata episodica e divenuta, ormai, fenomeno. Una specie di anticorpo contro il virus dell’avidità, quello celebrato in Wall Street dal personaggio di gordon Gekko. Questa novità è, semplicemente, la comprensione che un’azienda ben reputata vale di più, anche se forse rende un po’ meno. E quindi investire in reputazione, facendo (e facendo sapere che le si fa) cose utili al territorio, alle persone che lavorano, trattando bene clienti e fornitori, insomma: comportandosi da brave

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persone, è premiante. Come spesso accade, il segnale del cambiamento lo suonò l’università di Harvard nel 2015, quando nel compilare la mitica classifica dei migliori “Ceo” (chief executive officer, insomma amministratori delegati) del mondo, applicò per la primavolta i criteri cosiddetti “Esg” (Environmental, social, governance). In altre parole, oltre a misurare le capacità di un manager nel caso di Bezos anche imprenditore - sono dall’utile dell’azienda, dalla quotazione di Borsa, dalla capcità di risparmiare costi, iniziò a misurarlo anche dalla capacità di rispettare

ghi potrebbero diventare posti amabili….del resto basterebbe che ognuno avesse cura del suo piccolo spazio per rendere il mondo più bello». L’impresa umanistica è ben lungi dall’essere conclusa, ma Brunello ironico, divertente e visionario, al traguardo dei suoi 65 anni si è già confezionato l’epitaffio “Era una persona perbene che ha amato il bello”. Nessuno potrà mai smentire . l’ambiente, i diritti sociali, applicare le regole del governo aziendale che prevengono gli eccessi dell’”uomo solo al comando”. Ebbene, Bezos quell’anno è precipitato dal primo posto che aveva conquistato per il 2014 giù giù fino all’ottantasettesimo, ed è da quel capitombolo che Amazon ha iniziato a essere guardata con occhio meno favorevole dall’opinione pubblica americana, come anche negli ultimi giorni di è capito, dalle voci di scissione antitrust che potrebbe essere imposta al colosso, dalle inchieste interne sull’infedeltà di alcuni quadri eccetera. Insomma, essere onesti “paga”. Anche perchè a Wall Street, da qualche anno, i fondi che investono in aziende “esg compliant”, che cioè rispettano quei criteri, sono aumentati e molto risparmio viene indirizzato ormai soltanto verso quelle categoria di imprese. Se poi ci si metterà davvero anche Jack Ma, l’alter-ego cinese di Bezos, a darsi alla filantropia, il gioco sarà fatto. (s.l.)


Analisi a cura di Reputation Manager, principale istituto italiano nell’analisi e gestione della reputazione online di brand e figure di rilievo pubblico, che ha preso in esame gli account social delle principali banche presenti in Italia, analizzando il servizio di assistenza fornito ai clienti attraverso questi canali.

Divulgazione 6,2% Valori condivisi 2,7%

Mecenatismo 9,3%

Carriera 3,4% Esperienza 5,2%

CULTURA 15,5%

IMPRENDITORIALITÀ 8,6% 17,2%

Risultato

Social responsability 5,3% Sensibilità ambientale 5,3% Filantropia 2,7%

Innovazione 7,2%

MANAGERIALITÀ 24,1% Pensiero

strategico 4,8%

SOCIALITÀ 29,3%

Etica 10,7%

ISTITUZIONALITÀ 14%

Performance 9,7%

Persuasività 2,4% CSR 2,7% Internazionalità Riconoscimenti 8,3% 5,5%

SONO GLI IMPRENDITORI I VERI NUOVI INFLUENCER Con le loro scelte i capi delle grandi aziende fanno tendenza. Cucinelli ha compreso la nuova regola e riesce ad affermarsi con le sue idee di Andrea Barchiesi

P

rima dell’estate, Elon Musk, capo di Tesla, ha lanciato un tweet dove annunciava l’idea di privatizzare l’azienda (grazie ai finanziamenti di un fondo sovrano saudita) togliendola dal mercato azionario. Il titolo è subito salito, per poi tornare rapidamente sui suoi passi in un giro di rialzi e ribassi. Solo poche settimane prima, a luglio, lo stesso Musk aveva fatto crollare il titolo con un tweet in cui dava del “pedofilo” al soccorritore dei ragazzi thailandesi intrappolati in una grotta. Negli stessi giorni Jean Pierre Mustier, ad di Unicredit, ha annunciato che la ban-

ca, per sua decisione, avrebbe sospeso ogni rapporto commerciale con Facebook perchè “non etico”, a seguito della vicenda Cambridge Analytica. Sono due esempi che ci fanno toccare concretamente un fenomeno che rappresenta una vera e propria svolta culturale con impatti diretti sul mondo economico e sulla società: manager e dirigenti non sono più solo coloro che guidano l’azienda ma sono più che mai il suo volto e la sua anima, coloro che con la propria personale etica sono in grado di direzionare la reputazione del brand e anche i suo i risultati. Infatti la personale inclinazione

del capo d’azienda a certi valori, può avere impatti diretti su una porzione di mercato molto più ampia dell’azienda stessa, arrivando a coinvolgere investitori, altre aziende, autorità. Sembra averlo capito benissimo Brunello Cucinelli, fondatore e Ceo dell’omonima azienda, che ha costruito la sua reputazione e conseguentemente quella della Brunello Cucinelli S.P.A su valori individuali apparentemente lontani dal contesto aziendale, riuscendo a farli diventare l’identità del suo brand, che oggi si presenta al mondo come “A Humanistic Company”, in una visione “agostiniana” del business (Sant’Agostino è tra i pensatori più citati da Cucinelli). Abbiamo provato ad analizzare la sua “matrice valoriale” ovvero la mappa dei valori che emerge dai contenuti che lo riguardano presenti sul web. L’identità digitale di Cucinelli presenta un’ottima articolazione di valori, tutti quelli su cui un top manager dovrebbe investire: Socialità (29,3%), Managerialità (24,1%), Imprenditorialità (17,2%), Cultura (15,5%), Istituzionalità (14%). Un connubio praticamente perfetto tra valori morali e competenze tecniche, che fa emergere l’impatto che la sua etica ha sui risultati dell’azienda: il 17,2% dei contenuti è riferito alle sue capacità imprenditoriali e ai risultati ottenuti dal brand grazie alla sua guida. I casi citati ci mostrano che costruire e gestire la reputazione di un manager è molto complesso, perché ogni aspetto della sua identità impatta in modo diretto anche sull’azienda che guida. Nondimeno questi nuovi influencer devono tenere in considerazione che l’immagine digitale non è automaticamente lo specchio di ciò che comunicano fuori dal web, anzi, capita spesso che il web distorca ciò che il manager cerca di comunicare sui canali tradizionali. Per costruire la reputazione online è indispensabile comunicare seguendo i paradigmi del digitale, che hanno regole proprie, diverse da quelle della comunicazione tradizionale.

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GESTIRE L’IMPRESA I VALOROSI/2

Il volo di Sirti, dalla posa dei cavi all’intelligenza artificiale Uno dei gioielli mondiali dell’impiantistica delle reti ritrova slancio con un piano industriale ambizioso e una diversificazione dinamica nei nuovi business. Intervista con l’Amministratore Delegato Roberto Loiola di Angelo Curiosi RICAVI A QUOTA 750 MILIONI NEL 2020, UNA REDDIVITÀ INDUSTRIALE (EBITDA) IN AUMENTO DAL 4,2% DEL 2017 A QUOTA 7,8% TRA TRE ANNI, E BEN 30 MILIONI DI EURO DI INVESTIMENTI IN RICERCA E SVILUPPO:

sono gli obiettivi del piano triennale che Roberto Loiola, amministratore delegato della Sirti – 4400 dipendenti, 30 sedi in Italia, 173 brevetti, controllata al 100% dal gruppo Kkr attraverso Pillarstone Italy – sta sviluppando per il futuro di un’azienda che nacque da un’iniziativa privata nel 1921, transitò poi per trentadue anni (’65-’97) nel gruppo Stet per poi ritornare privata, ma sempre conservando una forte spinta innovativa. Oggi Sirti è considerata una “testa di serie” per le reti di telecomunicazione di nuova generazione, fisse, mobili e broadcast, che progetta, realizza e gestisce. Applica le sue competenze sulla gestione delle reti anche ai trasporti urbani e ferroviari, realizzando impianti di segnalamento, impianti di trazione elettrica, sistemi di diffusione sonora e messa in sicurezza delle gallerie, per esempio per i sistemi tecnologici dell’Alta Velocità. Ha costituito un centro di ricerca a Genova dedicato al segnalamento ferroviario che sviluppa soluzioni tecnologiche che garantiscono la circolazione sicura dei treni. E ancora Sirti opera nel settore dell’energia

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e delle utility, costruendo e gestendo reti di trasporto di Alta, Media e Bassa Tensione, fino alla fornitura di servizi chiavi in mano a clienti del settore. Sirti può realizzare impianti di generazione di energia da fonti rinnovabili, sviluppare impianti di automazione, telecontrollo dei flussi energetici in cabina in una logica di smart grid, progetti di efficientamento energetico e progetti complessi per la mobilità elettrica. E infine, progetti digitali integrati. ABBIAMO ATTIVATO INIZIATIVE TESE AD INTRODURRE L’ANALISI DEL DATO CON LE PIÙ RECENTI TECNICHE DEL BIG DATA ANALITYCS

Ingegner Loiola, partiamo da questo: la vostra forte digitalizzazione. Che significa, nell’ambito delle reti? Dunque, è semplice a dirsi: Sirti progetta, realizza e assicura la manutenzione di sistemi tecnologici complessi, grazie anche all’integrazione delle migliori soluzioni disponibili sul mercato. Quindi lavoriamo realizzando soluzioni complete, chiavi in mano, che integrano tecnologie e processi, della progettazione e realizzazione di soluzioni di networking, a soluzioni software (con sigle magari comprensibili solo per gli addetti ai

ROBERTO LOIOLA, A.D. SIRTI

lavori, quali NFV, SDN e SD-WAN, ndr) con infrastrutture tecnologiche e applicative per Data Center, soluzioni per la sicurezza fisica e infrastrutturale, Cyber Security, Servizi Centralizzati (SPOC, NOC), soluzioni Internet of things per Smart City e Smart Land, sistemi di supervisione e controllo per reti e sistemi BSS. (Business Support System). E i dati? Li raccogliete e gestite voi? Si dice siano il nuovo petrolio… L’obiettivo dell’azienda è diventare in poco tempo una Data Driven Company. Da tempo abbiamo attivato iniziative tese ad introdurre l’analisi del dato con le più recenti tecniche di Intelligenza Artificiale e Big Data Analytics allo scopo di ottimizzare i processi di programmazione dei nostri lavori o di orchestrazione delle attività di campo, o altri processi aziendali. Un esempio di trasformazione digitale è rappresentato da “Augmented Operations”, il progetto sperimentale volto ad introdurre strumenti di collaborative working e realtà aumentata a supporto delle attività di manutenzione di reti di telecomunicazioni e di impianti tecnologici.

E dunque investite molto in innovazione… Certamente, perché Sirti intende continuare ad essere protagonista della trasformazione


L’OBIETTIVO DELL’AZIENDA È DIVENTARE IN POCO TEMPO UNA «DATA DRIVEN COMPANY» infrastrutturale del Paese. Ad oggi siamo impegnati nella realizzazione del progetto Banda Ultra Larga che porterà le infrastrutture di connettività di nuova generazione in più di 7.000 comuni italiani. Possiediamo un knowhow multidisciplinare unico nel panorama italiano che ci rende il player di riferimento per le grandi iniziative di trasformazione, modernizzazione e ottimizzazione delle infrastrutture. Ma che cosa prevede il piano strategico appena approvato? Il Piano strategico prevede un focus sui temi delle Smart City, dell’Internet of things e delle reti mobili di nuova generazione, in sigla 5G, con una rivoluzione infrastrutturale tecnologica e sociale che abiliterà la realizzazione di nuovi modelli di business. Siamo e saremo partner dei principali operatori e di molte altre grandi aziende nella realizzazione delle reti 5G e per la messa a punto di servizi verticali innovativi. Per questi progetti, grazie alle competenze multidisciplinari e alla presenza capillare sul territorio, ancora una volta, puntiamo a una posizione di leadership. Abbiamo appreso gli obiettivi finanziari del del vostro piano strategico. Ma quali ne sono i punti salienti?

Intanto, l’abbiamo presentato a marzo 2018 e già oggi, a distanza di pochi mesi, abbiamo recepito molti segnali di apprezzamento da parte dei nostri clienti i quali riconoscono il valore di Sirti nei servizi a loro dedicati. Quest’ultimo è un aspetto decisivo per uno sviluppo e una crescita sostenibili. Lo scenario di mercato che ci si prospetta evidenzia profondi cambiamenti in tutti i settori nei quali operiamo. IoT, 5G, Alta Velocità, Ultra Broadband, Smart City, sono le principali trasformazioni tecnologiche e infrastrutturali attese per questi anni, e Sirti è posizionata in modo eccellente in ognuna di esse. La creazione di valore incrementale per il cliente è uno dei pilastri della nostra strategia, ma lo è anche la digitalizzazione dei processi produttivi e dei servizi forniti. La nuova strategia segue due direttrici: da un lato lo sviluppo di un business diversificato tramite il rafforzamento delle nostre quattro Business Unit (Telco Infrastructures, Digital Solutions, Transportation, Energy & Utilities), e dall’altro la trasformazione competitiva dell’azienda con l’obiettivo di adeguarla alle nuove sfide del mercato. Riuscite a fare sinergie tra questi quattro settori in apparenza molto diversi? Fare sinergie tra settori significa ottimizzare le reti esistenti dei vari settori e progettare le reti del futuro in un’ottica di condivisione. Sirti sta sviluppando un business sempre più

diversificato ed estende le sue competenze multi-settore e capacità operative a tutti i più importanti ambiti costituiti da grandi reti infrastrutturali: Telco, Trasporti, Energy & Utilities e ICT. Le reti Telco sono ormai un tessuto tecnologico imprescindibile per la naturale evoluzione di tutti gli scenari di vita moderna: nell’industria, nel pubblico e nella vita dei cittadini. Allo stesso tempo le infrastrutture di altri settori costituiscono una potenziale risorsa strategica da sfruttare per consentire un’evoluzione sostenibile delle reti Telco. LA CREAZIONE DI VALORE INCREMENTALE PER IL CLIENTE È UNO DEI PILASTRI DELLA NOSTRA STRATEGIA, CON LA DIGITALIZZAZIONE

Cioè? Ci spieghi meglio! Si utilizzano sempre più spesso le reti infrastrutturali esistenti (reti di energia, trasporti, reti idriche, teleriscaldamento, gas, fogne etc.) per consentire la posa di nuove reti per le telecomunicazioni in fibra ottica, riducendo al minimo la necessità di effettuare nuovi scavi e minimizzando al contempo i costi di realizzazione e di gestione. Veda, Sirti si pone come partner strategico per la gestione di progetti complessi e abilita l’intero Paese a costruire il futuro attraverso la digitalizzazione di infrastrutture, servizi e processi su tutto il territorio nazionale. La nostra esperienza fa di noi un partner in grado di supportare il cliente sia pubblico che privato nella scelta delle migliori soluzioni tecnologiche e architetturali, nella progettazione e realizzazione di infrastrutture, fino alla gestione in logica end2end di intere parti della catena del valore. Quindi dalla progettazione più sofisticata e concettuale fino alla gestione dei cantieri più specifici e anche piccoli.

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GESTIRE L’IMPRESA I VALOROSI/3

GIUSEPPE BELLANCA CON UNA PARTE DELLO STAFF MEDICO DEL CENTRO

Sorpresa: il dentista di fiducia è a Sciacca (e non è low-cost)

IL CENTRO MEDICO BELLANCA HA UNITO ALTRE 20 BRANCHE SPECIALISTICHE DIVERSE OLTRE A QUELLA DENTALE

povere d’Italia con reddito pro capite medio di appena 8 mila euro annui, sarebbe stato se non un autogoal, sicuramente un errore. Nasce così l’idea alternativa, capace di soddisfare la domanda di salute di tanti cittadini del territorio costretti a spostarsi in altre regioni In una delle province più povere d’Italia, un dentista ha scelto di aprire italiane o all’estero per ottenere le cure necesuno studio che ha puntato tutto sulla qualità dei servizi offerti e non sui sarie: il Centro Medico Bellanca. Un format prezzi bassi. Una ricetta che ha reso Sciacca meta del turismo sanitario sanitario che ha affiancato all’originara clinica dentale all’avanguardia, oltre venti branche specialistiche diverse. Queste aree mediche, di Alessandro Luongo individuate sulla base dei bisogni della potenziale utenza, si sono arricchite dei migliori state 2015. L’imprenditore siciliano tendo utilizzare la leva del prezzo basso, in specialisti a livello nazionale ed internazionaGiuseppe Bellanca, con alle spalle una virtù dell’elevata qualità dei servizi che s’inle, così da evitare i cosiddetti “viaggi della spelunga esperienza nel settore dentale, tendeva rendere, in questo contesto sarebbe ranza”, che coinvolgono tante persone in cerca decide di lanciare una clinica di alta specializstata un’impresa lunga e ardua, a maggior radi cure sanitarie di alto livello. zazione a Sciacca, una città di 40 mila abitanti gione in un territorio con un’elevata presenza Oggi, a distanza di poco più di due anni dall’ain provincia di Agrigento. Inizialmente l’aziendi strutture destinate alla cura dei denti. Alta pertura, si è verificato il fenomeno opposto: da viene concepita dall’imprenditore come concorrenza, dunque, la struttura, grazie IL CENTRO EFFETTUA L’INNOVATIVA un centro all’avanguardia per le cure dentali, ma anche un probleall’elevata qualità dei CHIRURGIA IMPLANTARE GUIDATA, CHE una realtà in contrapposizione alle strutture ma di posizionamento servizi offerti, alla sua PERMETTE AL PAZIENTE DI TORNARE A low cost. Una scelta che, però, valutata alla da dirimere. polifunzionalità e alla UNA VITA NORMALE IN POCHE ORE luce di un attento studio di marketing sul terE allora? Allora ne sua posizione in uno ritorio, non avrebbe portato i risultati sperati. conseguiva che avviare un’attività imprendei centri più belli della Sicilia, è diventata un Le motivazioni? Innanzitutto, per la tipologia ditoriale esclusivamente nel settore dentale, riferimento per il turismo sanitario attirando di attività: il dentista è uno dei professionisti con un’offerta di servizi di alta specializzazioin città numerosi pazienti da tutta Italia. che vanta il più alto grado di fidelizzazione ne paragonabile alle cliniche più rinomate di L’evento inaugurale del centro medico, condel cliente. Acquisire nuovi pazienti, non poaltre zone del Paese, in una delle province più cepito come un dibattito sull’assistenza sani-

E

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taria d’avanguardia condotto da Alessandro Cecchi Paone ed intitolato “Prevenzione e promozione della salute: il nuovo concept della struttura sanitaria”, ha rappresentato una leva strategica ulteriore, non solo per la promozione del centro, ma soprattutto per la presentazione del progetto di marketing e del coinvolgimento di una vasta platea di cittadini/potenziali pazienti. Il centro ha così da subito beneficiato dei feedback e delle richieste dei pazienti, effettuando una vera e propria azione sociale sul territorio attraverso l’attivazione ogni mese di campagne di prevenzione e sensibilizzazione gratuite o a prezzo agevolato. Ciò ha prodotto, in appena un anno, l’ingresso nella struttura di circa tremila pazienti, grazie anche ad attiL’EVENTO INAUGURALE DELLA CLINICA HA VISTO UN DIBATTITO MODERATO DA ALESSANDRO CECCHI PAONE SU ASSISTENZA SANITARIA D’AVANGUARDIA

vità informative su social network, quotidiani e tg locali e regionali. Numeri che si sono ripetuti, anzi sono addirittura incrementati, nel secondo anno. I servizi specialistici, come previsto nel piano marketing, hanno trainato la clinica dentale, oggi peraltro tra le più attrezzate in Italia per macchinari e per livello dei professionisti. Il Centro, infatti, è una delle poche realtà a livello nazionale ad effettuare l’innovativa “chirurgia implantare guidata”, un approccio minimamente invasivo che consente al paziente di tornare ad una vita normale con i nuovi denti in poche ore. Un dialogo costante tra le due realtà, odontoiatrica e polispecialistica, e la definizione di un modello aziendale in cui la “vocazione sociale” rappresenta il motore dell’attività, hanno reso il Centro Medico Bellanca di Sciacca un caso di successo nel mondo della sanità privata italiana.

Se il marketing sposa la sanità: un amore incompreso Con Stratego vengono offerte soluzioni ad hoc per incrementare visite nelle strutture sanitarie private di Antonio Vitolo

L’AUTORE ANTONIO VITOLO, CEO DI STRATEGO

avrebbe fatto storcere il naso a molti tra medici e direttori sanitari. Nel mondo sanitario, il marketing è associato ancora alla pubblicità tradizionale: affissioni, locandine e volantini. Il problema non è l’utilizzo di questi mezzi, ma nella visione. Qual è la finalità ultima delle nostre azioni?

Q

Incrementare

visite

nelle

strutture

spesso, non conosce crisi. Normative,

fondamentale: il marketing sanitario deve

tetti di spesa, rincari di farmaci e

puntare

prestazioni, hanno ridisegnato nell’ultimo

e rispondere al bisogno di conoscenza

decennio la sanità in Italia a fronte di una

e di prevenzione dei cittadini. La salute

domanda che non sembra arrestarsi, anzi

è innanzitutto una necessità, e come

aumenta di anno in anno. Basta pensare

tale bisogna inquadrarla nell’ambito del

che nel solo 2017 la spesa sanitaria

nostro piano. Queste considerazioni ci

privata degli italiani ha raggiunto i 40

hanno portato a concepire negli anni un

miliardi di euro; 150 milioni le cure e le

“modello virtuoso” in cui l’eticità della

prestazioni effettuate. Sette sono i milioni

comunicazione è diventata il vero valore

di persone che ogni anno sono costrette

aggiunto

ad indebitarsi per soddisfare il proprio

sociale”, ovvero la capacità di sviluppare

bisogno di salute, con una percentuale

iniziative

maggiore al Sud Italia. La percezione

domanda di salute dei pazienti ma anche

generale è che la sanità sia “ingiusta”,

alle loro capacità economiche, consente

non un diritto come dovrebbe essere. In

all’azienda di accrescere la reputazione

questo quadro, in cui il “pubblico” stenta,

e posizionarsi come realtà sanitaria di

le strutture sanitarie private hanno

riferimento. Un approccio scardinante,

colmato questo vuoto ponendosi come

se consideriamo l’assenza di politiche

riferimento, per quanto concerne la

sociali adeguate da parte delle strutture

salute e il benessere della persona, sui

pubbliche, come ticket sempre più alti e

diversi territori. Di realtà di eccellenza

interminabili liste di attesa. Si arriva così a

l’Italia ne è piena. È una questione di

definire un sistema di marketing sanitario

marketing sanitario. Fino a qualche

di successo, replicabile potenzialmente in

anno fa, utilizzare questa espressione

tutti territori.

uello sanitario è un settore

sanitarie private, e di conseguenze

in continua evoluzione ed un

aumentare

mercato che, come si ascolta

Prima di questo però c’è un passaggio

fatturato?

innanzitutto

dell’attività. non

solo

Sicuramente.

all’informazione

La

“vocazione

rispondenti

59

alla


GESTIRE L’IMPRESA in collaborazione con ANDAF

Business o emozioni? Il giusto mix fa il bravo direttore finanziario L'Andaf, l'Associazione che riunisce i «chef financial officer» italiani, sta approfondendo il tema dell'intelligenza emotiva applicata al settore Paolo Fanti *

(* Vice Presidente – ANDAF Sezione Emilia Romagna)

Q

uale valore e quali preziose informazioni un moderno Cfo, può ottenere conoscendo e utilizzando "dati profondi" emotivi per prendere decisioni migliori? Questa è una delle riflessioni ricorrenti che rileviamo anche in occasione degli incontri nell’ambito del “Progetto per sé” che la nostra Associazione promuove in tutta Italia a favore dei Soci. Abbiamo riportato l’interrogativo a Joshua Freedman, uno dei massimi esperti a livello mondiale sui temi che riguardano l’Intelligenza Emotiva, nell’incontro che ci ha riservato in occasione del suo recente Workout per business coach tenutosi in Italia, a Bologna. Alla domanda “quale sarà lo scenario del prossimo decennio?” Mr Freedman ha ricordato che, in un recente sondaggio condotto in aziende di 95 paesi, tutti gli intervistati hanno evidenziato livelli di stress e frustrazione

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PAOLO FANTI

senza precedenti. La sola com- importanza a ciò che accade alle petenza tecnica quindi non è più persone. Se invece si è focalizsufficiente: a fare la differenza zati a guidare un team, si scopre oggi è solo “la squadra” che, per come l'Intelligenza Emotiva sia operare al meglio, deve lavorare un fattore essenziale per ottein un ambiente emotivamente nere risultati. Il Cfo che esercita sicuro e favorevole alla collabo- una leadership motivante deve razione. aiutare il suo gruppo di lavoro Anche a motivo del nostro ruolo a capire come le performance professiosono inL'INTELLIGENZA EMOTIVA nale tenfluenzate diamo a E' UN FATTORE ESSENZIALE tanto dalle focalizzarci PER OTTENERE RISULTATI dinamiche sui risuleconoE PER FAR EMERGERE LE tati momico-fiCAPACITA' INDIVIDUALI netari ma nanziarie Freedman ci fa cambiare effi- quanto dalla capacità di mettere cacemente prospettiva: “Cash is in connessione le qualità indiviKing… but Emotional intelligen- duali. E ciò che rende possibile ce it’s the Emperor!”. Questo è creare valore è, in ultima analisi, un ottimo consiglio per rafforza- liberare il potenziale delle perre il ruolo del Cfo in un mondo sone. Freedman ci sottopone un che cambia rapidamente. Ov- paragone concreto: pensare alla viamente se ci si limita a “con- fiducia come se fosse una motare le monete”, come si dice in neta. Siamo attenti al "bilancio gergo, o a redigere un bilancio di di fiducia" della nostra Azienesercizio, si tende a dare meno da? Guardiamo alla gestione del Capitale Umano per capire se realmente stiamo perdendo o creando valore. Business or Emotions? Per Freedman la domanda giusta è: in che modo il manager integra i

JOSHUA FREEDMAN

diversi aspetti dell'intelligenza al fine di raggiungere il suo scopo? La conoscenza tecnica è importante ma è ancor più necessaria la capacità di utilizzare tutte le leve di leadership per tener unita e produttiva la squadra. Nessuno sa quando arriverà la prossima crisi, certo è che potrebbe essere proprio l’Intelligenza Emotiva a permettere di andare avanti e superare un’eventuale nuova tempesta. Il consiglio di finale di Joshua Freedman è di rimanere costantemente concentrati su questo investimento strategico: le persone e il loro potenziale. Domandiamoci: "Abbiamo la fiducia, abbiamo la connessione tra le persone, abbiamo la comunicazione?”. In qualsiasi ruolo manageriale ricorda: le persone sono il tuo lavoro! Intelligenza Emotiva significa quindi "essere più intelligenti con le emozioni". In un mondo che deve fare i conti con l’intelligenza artificiale e i big data, arriveremo a capire che le emozioni guidano le persone e le persone guidano la performance! Smarter with Emotions!


in collaborazione con CONFPROFESSIONI GESTIRE L’IMPRESA

Pace con il fisco a costo zero: ecco le misure per contribuenti e imprese Confprofessioni in Commissione Finanze del Senato: «Semplificare si può, anche senza pesare sul bilancio». Superare l'Irap per i professionisti, voluntary disclosure interna e regolarizzazione delle scritture contabili. a cura della redazione

S

ullo sfondo ci sono le grandi riforme di lungo periodo, ma la macchina delle semplificazioni si può mettere in moto subito, partendo da un robusto lavoro di manutenzione del quadro normativo. Con un pizzico di coraggio. Si muovono in questa direzione le proposte presentate da Confprofessioni lo scorso 12 settembre alla Commissione Finanze di Palazzo Madama, che ha avviato un'indagine conoscitiva sul processo di sem-

DOVE SI PUÒ INTERVENIRE A COSTO ZERO • Rivisitazione del sistema delle detrazioni per i carichi di famiglia • Spese sostenute per gli studenti fuori sede • Determinazione di criteri uniformi a livello nazionale sulla tassazione degli immobili • Inquadramento fiscale dei bitcoin • Procedure di accertamento e contenzioso tributario • Allargamento dei confini della mediazione tributaria • Creazione di tavoli di conciliazione allargati in caso di reati tributari.

GAETANO STELLA

plificazione del sistema tributa- alle procedure di accertamento rio e del rapporto tra contribuen- e contenzioso tributario, fino ad ti e fisco. Interventi mirati sugli un allargamento dei confini della oneri deducibili della tassazione mediazione e alla creazione di delle persone fisiche, sulle sem- tavoli di conciliazione allargati in plificazioni in materia di redditi caso di reati tributari. E poi l'agfondiari e sulle diverse tipologie gressione ad autentici macigni, reddituacome nel li, sul si- CONFPROFESSIONI LANCIA LE caso dei stema di SUE PROPOSTE PER UN FISCO reati fiPIÙ FUNZIONALE E "AMICO". tassazioscali dene delle GENERANDO NUOVI INCASSI terminati attività da oggetPER LO STATO DI 15-20 MLD d'impretive causa. «Si tratta di misure a costo se di difficoltà economica; di un zero, che non incidono sul bi- impianto normativo e tributario lancio dello Stato», sottolinea il non allineato al mutato tessuto presidente di Confprofessioni, sociale e alle nuove aggregazioni Gaetano Stella, «anzi, in alcuni familiari; dell'annosa questione casi potrebbero produrre gettito delle ritenute Irpef subite dal per l'erario in una logica di effi- professionista e non versate dal cienza economica e di stabilità cliente. E sempre per restare delle finanze pubbliche». In ef- nell'ambito delle professioni «è fetti, il documento depositato da arrivato il momento di abrogare Confprofessioni in Commissione l'Irap e sostituirlo con una addiFinanze è una miniera di spunti. zionale sull’imposta sul reddito», Si va dalla rivisitazione del siste- afferma Stella. «Al di là delle ma delle detrazioni per i carichi complessità di calcolo, i previsti di famiglia alle spese sostenute decreti delegati che avrebbero per gli studenti fuori sede; dal si- dovuto individuare i professionistema degli oneri deducibili alla sti e le Pmi da escludere o meno determinazione di criteri unifor- dall'assoggettamento dell'Irap mi a livello nazionale sulla tas- non sono stati mai attuati. Si nasazione degli immobili; dall'in- viga in un’incertezza aggravata quadramento fiscale dei bitcoin da centinaia di sentenze della

Corte di Cassazione, mai definitive in materia». Ma il piatto forte per fare pace con il fisco, secondo Confprofessioni, sta in una sorta di voluntary disclosure interna, che consenta ai contribuenti di regolarizzare la propria posizione fiscale in Italia, denunciando all'amministrazione finanziaria eventuali violazioni degli obblighi tributari a fronte di una riduzione delle sanzioni. Non solo, l'ipotesi di una collaborazione volontaria tra contribuenti e fisco si affianca a un problema enorme che coinvolge migliaia di imprese alle prese con poste di bilancio (debiti verso fornitori ancora non chiusi o rimanenze non correttamente valutate) mai rettificate che cominciano a pesare per esempio nelle valutazioni delle banche circa l'affidabilità delle aziende. Secondo Stella «è necessaria una regolarizzazione delle scritture contabili dei bilanci aziendali che potrebbe essere affrancata con il pagamento di un'imposta sostitutiva sul saldo algebrico complessivo delle poste regolarizzate». Due provvedimenti, tecnicamente a portata di mano, che consentirebbero alle casse dello Stato un incasso stimato tra i 15 e i 20 miliardi di euro.

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FINANZIARE L’IMPRESA È un’epoca in cui bisogna giocare a tutto campo: credito bancario, private equity, fintech, contributi pubblici. Come sempre, Economy vi racconta le novità del mercato.

RAPPORTO SUD: IL MEZZOGIORNO HA BISOGNO DI NUOVI INCENTIVI Secondo l’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno la già flebile crescita del Sud nel 2017 rischia di dimezzarsi nei prossimi due anni. Si attendono le misure del Pacchetto Sud: ecco in cosa consistono di Giuseppe Capriuolo

66 INTERNAZIONALIZZAZIONE CON L’ICE E’ NATA LA VETRINA DEL MADE IN ITALY PER I CINESI

67 FINANZA ALTERNATIVA IL PRIVATE EQUITY CRESCE ANCHE NEL TRIMESTRE ESTIVO

68 PAGAMENTI DIGITALI L’ASSOCIAZIONE BANCARIA RADUNA I “RIVOLUZIONARI”

69 IL CASO-TREVIGLIO UNA CITTADINA IN ESPANSIONE GRAZIE ALL’INNOVAZIONE E

Nuovo impulso agli investimenti, pubblici e mento del tasso di sviluppo. privati, stabilizzazione delle decontribuzioLa ripresa dell’ultimo biennio è stata trainani sulle assunzioni a tempo indeterminato, ta, infatti, prevalentemente da investimenti rilancio di misure specifiche per l’imprendiprivati, la cui crescita è stata in grado di bitoria giovanile e femminile. Sono solo alculanciare un livello di investimenti pubblici ne delle ipotesi allo studio del ministro per strutturalmente più basso rispetto ai livelli il Sud, Barbara Lezzi, pre-crisi (4,5 miliardi IL RAPPORTO SVIMEZ PER IL 2018 in vista della prossidi investimenti annui DIPINGE UN QUADRO DI PREOCCUPANTE ma legge di bilancio. in meno rispetto al STAGNAZIONE SUL FUTURO DELLE Le anticipazioni del 2010), in un’area peREGIONI MERIDIONALI Rapporto Svimez per raltro molto reattiva il 2018 hanno reso, ancora una volta, un a tali tipologie di politiche (il grafico nella quadro di preoccupante stagnazione per pagina successiva rappresenta un’ipotesi l’intera area meridionale del nostro Paese, degli effetti sul PIL di una spesa supplemenla cui flebile crescita del 2017, in assenza tare che riporti gli investimenti pubblici ai di politiche pubbliche, rischia di frenare nel livelli del 2008). giro dei prossimi due anni con un dimezzaIl pacchetto di incentivi contenuti nelle re-

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FINANZIARE L’IMPRESA

Effetti sul PIL nell’ipotesi di una spesa aggiuntiva di 4,5 miliardi di euro in investimenti pubblici nel 2019

Centro-Nord 0,1

ITALIA 0,2

Mezzogiorno 0,8 FONTE: ANTICIPAZIONI RAPPORTO SVIMEZ 2018 - ELABORAZIONI SVIMEZ SUL MODELLO NMODS

centi politiche per il Sud e la coesione terriper le assunzioni, già potenziata al Sud con toriale, quali il credito di imposta per gli inun incentivo per il 2018 al 100% per giovani vestimenti ed i contratti di sviluppo, hanno e disoccupati. tracciato un percorso di rilancio che dovrà Nel corso della prima cabina di regia del necessariamente proseguire con una magnuovo esecutivo del Fondo per lo sviluppo e giore integrazione delle misure specifiche la coesione 2014-2020, tenutasi a inizio setper il Mezzogiorno con quelle strutturali di tembre a Palazzo Chigi, il ministro Lezzi ha maggior successo, tra cui il pacchetto Induribadito che la propria mission consisterà stria 4.0. Non solo, è attesa anche la concrenell’ “…utilizzare i fondi europei destinati ta attuazione di strualle Regioni del MezTRA LE MISURE ALLO STUDIO DEL menti di intervento zogiorno, acceleranGOVERNO CONTE IN VISTA DELLA già definiti, come do la spesa attraverso MANOVRA 2019 FIGURA IL PIANO DI l’istituzione di Zone un controllo costante INCENTIVI DETTO “PACCHETTO SUD” economiche speciali e il confronto con le nelle principali aree portuali, con incentivi istituzioni locali”. fiscali e semplificazioni amministrative, il Tra le misure allo studio del Governo Conte, potenziamento del credito d’imposta sugli in vista della presentazione della manovra investimenti in beni strumentali e l’attua2019 a Bruxelles il prossimo 15 ottobre, è zione della “clausola 34%” degli investiinfatti previsto uno specifico piano di incenmenti pubblici da destinare al Sud (oggi al tivi denominato “Pacchetto Sud” il quale, 29%), con la possibilità di estenderla anche tra l’altro, potrebbe includere un ampliaagli investimenti di Ferrovie e Anas, oltre mento della platea di beneficiari degli inalla stabilizzazione della decontribuzione centivi contenuti nel bando «Resto al Sud»,

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agevolazione di successo dedicata al rilancio dell’imprenditoria giovanile. Me vediamola nei dettagli.

Resto al Sud > Il bando “Resto al Sud”, introdotto dall’omonimo Decreto n. 174 del 9 novembre 2017, sostiene la nascita di nuove iniziative imprenditoriali ad opera di giovani under-35, anche professionisti, residenti nelle regioni del Centro-Sud (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia). La misura, con una dotazione complessiva di 1,25 miliardi a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione, agevolerà nuove iniziative nei seguenti settori: • produzione di beni nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura; • fornitura di servizi alle imprese e alle persone; • turismo.


E a Napoli l’aeroporto vola più di Linate

A

ll’aeroporto di Capodichino, Napoli,

BARBARA LEZZI, MINISTRO PER LA COESIONE TERRITORIALE

IL MINISTRO PER IL SUD BARBARA LEZZI HA ALLO STUDIO DIVERSE MISURE A SOSTEGNO DELLA CRESCITA DEL MEZZOGIORNO

c’è stato qualcosa di meglio e

di più del miracolo di San Gennaro. Nel disastroso stillicidio di cattive notizie sul Sud Italia, se n’è distinta finalmente una buona, insomma: lo scalo, il city-airport più centrale d’Italia, incastrato tra la collina di Poggioreale e il centro, ha maturato nell’ultimo periodo confrontabile lo stesso traffico passeggeri di Milano Linate. Un grande successo che va certamente ascritto in parte al boom turistico che il capoluogo campano ha conosciuto negli ultimi mesi, senza peraltro alcun

L’incentivo consiste in una sovvenzione par2016 ed il 31 dicembre 2019 in strutture zialmente rimborsabile di importo massimo produttive ubicate nelle zone assistite delpari ad euro 50 mila per ogni partecipante, le Regioni del Centro-Sud, con un credito di fino ad un massimo di euro 200 mila, di cui imposta compreso tra il 10 ed il 45% del coil 35% concesso a fondo perduto ed il 65% sto di acquisto dei beni, a seconda della dia titolo di prestito a tasso zero da restituire mensione dell’impresa e della collocazione in 8 anni. geografica e temporale dell’investimento. Dal suo avvio ad oggi, stando agli ultimi dati La fruizione del beneficio era finora subordi Invitalia, soggetto gestore della misura dinata all’obbligatoria preventiva acquisiper conto della Presidenza del Consiglio zione della documentazione antimafia dalle dei Ministri, sono state già presentate oltre Prefetture competenti in caso di agevolazio4mila domande, di ni superiori ad Euro IL CREDITO D’IMPOSTA PER GLI cui oltre mille già ap150.000, ed aveva provate, ed altre 12 INVESTIMENTI IN BENI STRUMENTALI AL generato una situaSUD OGGI È FRUIBILE ANCHE PRIMA mila sono in fase di zione di stallo nell’efCHE ARRIVI L’INFORMATIVA ANTIMAFIA definizione. fettiva erogazione degli incentivi.

FOCUS > Novità sul credito di Imposta per gli Investimenti in Beni Strumentali al Mezzogiorno

La legge 27 Febbraio 2017, n.18 di conversione del decreto-legge 29 Dicembre 2016, n. 243 ha definito, nella sua attuale configurazione, la disciplina del credito di imposta per l’acquisto di beni strumentali al Sud introdotto dalla Legge di Stabilità 2016. Come noto, la misura consente di agevolare gli investimenti realizzati tra il 1° gennaio

La novità > -Con la circolare del 3 luglio

2018, il Ministero dell’Interno ha accolto la soluzione proposta dall’Agenzia delle Entrate di consentire la fruizione del credito d’imposta anche prima del rilascio dell’informativa antimafia ma sotto “condizione risolutiva”, con la conseguenza che in caso di esito negativo del procedimento di verifica, il bonus dovrà essere interamente recuperato.

particolare merito da parte della giunta comunale e di quella regionale che pure si contendono mitiche e un po’ invisibili strategie promozionali. Ma in buona parte questo successo si deve anche all’ottima gestione dello scalo, che ha saputo mettere bene a frutto anche i finanziamenti ottenuti dal ministero dei Trasporti. La differenza insomma l’ha fatta Armando Brunini, un manager, che dirige Capodichino da quattro anni, è sveglio, onesto e determinato. Questione di classe dirigente… Ma è come dire “una parola”. Quel che distingue la classe dirigente - non solo meridionale - ma davvero in ossequio al vecchio motto del Gattopardo, “siamo dei” - è una costituzionale refrattarietà alla meritocrazia, per cui chi sbaglia “non ha acciso a niscuno” (non ha ucciso nessuno) e chi brilla “e vabbuo’, tene mazzo” (e va bene, ha avuto fortuna). Per carità, la fortuna ci vuole, lo diceva anche Napoleone. Però c’è un’altra cosa, che si chiama bravura. E quella fa la differenza.

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FINANZIARE L’IMPRESA EXPORT

Con HelloITA ora è facile approdare su Alibaba L’ICE, in collaborazione con il marketplace di Jack Ma, ha realizzato la testa di ponte digitale per i prodotti di 80 imprese italiane verso la Cina

A DESTRA, MARIA D’AMICO, MARKETING MANAGER DELL’OMONINA AZIENDA

sone saranno alla ricerca di prodotti di qualità e di eccellenza italiana. Tra queste c’è Illy, una delle imprese a più alto tasso d’innovazione e brand del caffè più globale, che realizza quadi Marco Scotti si il 70% del proprio fatturato con l’export. «L’e-commerce – dice il presidente Andrea Illy na vetrina per le eccellenze italiane e – è un acceleratore. In USA abbiamo aperto per i prodotti di qualità che consenta circa 20 anni fa, mentre da quattro anni siamo agli oltre 570 milioni di utenti cinesi di sul TMall di Alibaba. Da allora abbiamo regiAlibaba e dei suoi marketplace Tmall e Tmall strato tassi di crescita vertiginosi, circa il 48% Global di poterle acquistare. È questo lo scopo anno su anno. Estendendo il raggio d’analisi, principale di HelloITA, il primo “piano Paese” il lusso nel mondo vale oltre 1.000 miliardi integrato di marketing a supporto delle imall’anno e l’Italia può rappresentare un buon prese italiane realizzato in tandem da Agenzia 10%. Qualsiasi acceleratore, come l’e-comICE e Alibaba. L’e-commerce oggi vale tra i merce, va salutato con entusiasmo». 2.200 e i 2.300 miliarCon la realizzazione ENTRO IL 2020, 500 MILIONI DI di a livello mondiale, di HelloITA, oltre 80 CONSUMATORI CINESI SARANNO ALLA dopo essere cresciuto aziende avranno a diRICERCA DI ECCELLENZE ITALIANE del 23% negli ultimi sposizione una vetriSUGLI SCAFFALI DI ALIBABA due anni, e rappresenna sulla quale mettere ta il 10% del retail complessivo ma con ritmi in evidenza moda, cosmesi, home&design, di crescita tra le tre e le quattro volte superiori lifestyle e agroalimentare. Tra queste c’è la a quanto fatto registrare dai canali tradizioD’Amico, leader nel settore delle conserve alinali. La Cina sta crescendo rapidamente e la mentari con mezzo secolo di storia, un fatturasua classe media è in continua espansione. to di circa 70 milioni di euro e un rapporto tra Grazie alla creatura di Jack Ma, quasi il 40% Italia ed estero che al momento è 80-20%, ma dell’e-commerce mondiale si sviluppa in Cina, che in futuro potrebbe perfino ribaltarsi grauna cifra che diventa di poco inferiore al 70% zie alla presenza del marchio, tramite il prose si sommano anche gli Stati Uniti. Già oggi prio negozio “Tradizione Italiana” all’interno oltre 200 aziende italiane sono presenti su di HelloITA, su Alibaba. «Essere presenti su Alibaba e – entro il 2020 – 500 milioni di perHelloIta – racconta Maria D’Amico, marketing

U

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manager dell’omonima azienda – è un’opportunità che abbiamo deciso di cogliere non appena ne abbiamo avuto la possibilità. Il nostro store, Tradizione Italiana, è nato da poco ma ha già dato riscontri positivi sia per quanto riguarda il mercato online che offline. Far parte di una vetrina “istituzionale”, insieme ad altri brand italiani che puntano sulla visibilità offerta dalle piattaforme Alibaba, è un investimento che, con un occhio al futuro, potrà diventare sempre più fruttuoso. Garantisce la nostra autenticità e appartenenza». Per la D’Amico, quindi, un pubblico potenziale di oltre mezzo miliardo di cinesi è un’opportunità estremamente allettante «Lo store di Tradizione Italiana – spiega ancora la marketing manager – è gestito direttamente dagli uffici commerciali e marketing delle aziende socie, che mettono a disposizione la loro esperienza per arricchire i contenuti web originali studiati per il mercato italiano rapportandoli al gigantesco contesto cinese. Questo crediamo sia il nostro punto di forza rispetto agli altri: l’autonomia, il pieno controllo e la gestione delle campagne che possono offrire ai clienti cinesi la vera esperienza del food italiano, dal produttore al consumatore finale».


FINANZA ALTERNATIVA

Private equity mai in vacanza, anche l'estate è col segno più Il settore è sempre polarizzato nel Nord, ma adesso la Lombardia rappresenta “solamente” il 20% delle operazioni a cura della redazione

È

un anno record per il private equity. Lo dicono i mesi estivi da poco passati, luglio e agosto, che hanno registrato 24 nuovi investimenti contro i 18 dello stesso periodo del 2017. Un dato ancora più significativo se si pensa che nei primi otto mesi di quest’anno erano state portate a termine 100 operazioni e che tradizionalmente, nei mesi estivi, il trend sarebbe dovuto calare per via dell’effetto-stagionalità. Il 2018 invece è in evidente controtendenza, questa è l’analisi dell’Osservatorio PEM® di LIUC-Università Cattaneo che da oltre 15 anni svolge un’attività di monitoraggio permanente sugli investimenti in capitale di rischio realizzati in Italia, al fine di offrire ad operatori, analisti, studiosi e referenti istituzionali, informazioni utili per lo svolgimento delle relative attività. Il bimestre luglio-agosto è stato caratterizzato dunque da un’eccellente vivacità del settore e se si tiene anche conto delle numerose operazioni annunciate e in procinto di chiudersi a breve, si prospetta, un terzo trimestre di sicuro interesse per gli investitori. Anche a luglio e ad agosto, le operazioni di buy out si sono confermate predominanti sul mercato, ma con una percentuale leggermente più contenuta rispetto al trend consueto (60%), mentre

N.

TARGET COMPANY

LEAD INVESTOR/ ADVISOR

INVESTMENT STAGE

GEOGRAPHICAL AREA

SECTOR 1° LEVEL

1

Calligaris

Alpha Private Equiti

Buy Out

Friuli Venezia Giulia

Consumer goods

2

Evergreen Life products

Palladio

Expansion

Friuli Venezia Giulia

Food and beverage

3

Sebach

Alchemy

Buy Out

Toscana

Industrial products

4

Armal

Alchemy

Buy Out

Toscana

Industrial products

5

Educom

Star Capital

Buy Out

Lombardia

Other professional and social services

6

Ceramiche Ricchetti

QuattroR

Turnaround

Emilia Romagna

Consumer goods

PRIVATE EQUITY, I DATI DI AGOSTO 2018. FONTE: MONITOR PEM

le operazioni in capitale per lo sviluppo cano deals con enterprise value di grande confermano la ripresa riscontrata nel corrilievo, come già nei primi sei mesi dell’anso del 2017 e dei primi mesi dell’anno in no. Anche in questo arco temporale del corso (32% dell’intero settore). Si è regi2018, gli investitori internazionali hanno strata anche la presenza di due operazioni continuato a guardare con grande interesdi turnaround (8%). se alle imprese del nostro Paese (64% del Dal punto di vista geografico, il settore ritotale dei deals). sulta come sempre polarizzato nel nord Da ultimo, il monitoraggio di Private Equidel nostro Paese, ma con una maggiore dity Monitor PEM ha rilevato quindi una tenspersione rispetto al dato di trend (la Lomdenza alla crescita per quanto concerne la bardia rappresenta “solamente” il 20% cooperazione tra gli operatori di private delle operazioni mappate). In tal senso, è equity e quelli di private debt: si è registrada rilevare come si riaffacci con decisione ta, infatti, la presenza di alcune operazioni il Piemonte, dopo un svolte in sindacato 2017 di scarsa signi- LE PMI RESTANO IL PRIMO BACINO PER da investitori apparGLI OPERATORI, MA NON MANCANO ficatività e come si tenenti alle due caDEAL CON VALUTAZIONI DI RILIEVO. confermino Emilia tegorie in questione, CRESCONO GLI INVESTITORI ESTERI Romagna e Veneto in primis quelle su quali ambiti di regionali di grande attenNutkao e Qui! Group. In quest’ambito, val zione per il private equity. In ottica settola pena segnalare l’acquisizione di Powerriale, invece, a fianco del consueto dominio crop effettuata da F2i (con un investimento dei comparti dei prodotti industriali e dei in equity di 335 milioni di Euro), nonché beni di consumo, si segnalano i comparti quelle di Corob e Dispensa Emilia, condotdell’alimentare e dei servizi professionali te rispettivamente da Ardian ed Investindel terziario, come anche la presenza di dustrial. alcuni deals conclusi in ambiti settoriali Degni di nota, anche, l’ingresso di FSI in non frequenti, quali ICT, utilities e servizi Lumson e quello di Ardian in Astm. Tra gli di trasporto. interventi di ristrutturazione, invece, inLe piccole e medie imprese rappresentano, teressanti risultano quello di Kkr in Qui! come sempre, il principale bacino di riferiGroup e quello di QuattroR in Ceramiche mento per gli operatori, anche se non manRicchetti.

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FINANZIARE L’IMPRESA FINTECH

ABI raduna i rivoluzionari del Digital payment Banche, circuiti di pagamento, big player del digital, startup fintech, incubatori d’impresa: al Salone dei Pagamenti dal 7 al 9 novembre ci saranno tutti a cura della redazione

P

ayvolution». È il neologismo coniato ad hoc per fare da leit-motiv alla terza edizione del Salone dei Pagamenti di Milano che dal 7 al 9 novembre prossimo chiamerà a raccolta operatori e grande pubblico per dibattere e fare il punto, nell’occasione, sulle idee, i progetti, gli strumenti, le aziende e le persone che quotidianamente oggi producono e propongono innovazione nell’ambito dei sistemi di pagamento. Lo scorso anno sono state 8 mila le presenze che hanno contrassegnato il Salone organizzato, come da tradizione, verrebbe quasi da dire, da ABIServizi negli spazi del MiCo-Milano Congressi e promosso da ABI, Feduf-Fondazione per l’educazione finanziaria e al risparmio, Consorzio CBI e Consorzio ABI Lab. L’edizione 2017 ha visto coinvolti oltre 400 relatori e 116 aziende partner in 92 sessioni di dibattito: numeri che hanno confermato la bontà della formula organizzativa (uno spazio espositivo intorno al quale per tre giorni si susseguono sessioni di approfondimento e workshop tematici), e che rappresentano quindi il punto di partenza per la nuova edizione, che prende il via dopo un ampio lavoro di networking sviluppato dagli organizzatori nel corso di tutto l’anno, in un’esplorazione continua dei nuovi fronti di innovazione. Alla luce dell’esperienza acquisita e dei

«

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GIANFRANCO TORRIERO

risultati conseguiti in passato, i promotori al contributo di thought leader, imprenditopuntano dunque ad un «evento ancora più ri e manager del mondo finanziario internamaturo». Una tre giorni che a novembre vezionale e nazionale, “Fintech goes to Italy” drà come protagonisti le banche e i circuiti sarà l’occasione per discutere le prospettive di pagamento, ma anche (o sarebbe forse di crescita dell’ecosistema Fintech, insieme più corretto dire soprattutto) i big player ai protagonisti di questo processo: l’accesso del digital, la galassia delle startup fintech, ai capitali, l’integrazione e il dialogo con gli gli incubatori e gli acceleratori di impresa, la Incumbent, la tanto auspicata internazioPubblica Amministrazione, il mondo del renalizzazione. Con il Salone dei Pagamenti, tail. Il grande network di soggetti, cioè, che il mondo bancario italiano conferma il prooperano per fare della tecnologia un abiliprio ruolo di leadership in uno degli ambiti tatore di business. Il Salone sarà strutturato più avanzati e significativi dell’innovazione in otto aree tematiche che esplorano a tuttecnologica. «Il Salone ha l’ambizione di non to tondo l’orizzonte essere semplicemenIL SALONE DEI PAGAMENTI della Payvolution, il te un evento di setCOINVOLGERÀ TUTTI COLORO suo impatto sul busitore, ma uno spazio CHE OPERANO PER FARE DELLA ness ma anche sulle per far crescere e difTECNOLOGIA UN ABILITATORE abitudini di vita e di fondere la cultura dei consumo: Il futuro dei pagamenti globali, pagamenti innovativi, coniugando le nuove Shopping senza contante, Mobile e Millentecnologie con l’operatività bancaria. Il tutnials, Bank (R)evolution, Verso una società to, orientato al cliente», spiega Gianfranco digitale, Arriva l’Intelligenza Artificiale, Torriero, vice direttore generale dell’ABI e Blockchain e Criptovalute, Privacy e Sicupresidente di ABIServizi. «Oggi dobbiamo rezza. Cui si aggiunge, ed è una delle novità pensare alla banca come a una piattaforma, più stimolanti dell’edizione 2018, la sessioche offre prodotti e servizi diversi, e che diane permanente intitolata Fintech Goes to loga a 360gradi», chiosa Torriero. «L’interaItaly: una sorta di “incubatore temporaneo”, zione che, anche grazie al Salone, abbiamo realizzato in collaborazione con Fintech Diormai consolidato con i tanti e diversi attori strict, che per tre giorni ospiterà startup finche ruotano intorno al mondo dei pagamentech italiane e internazionali per una serie ti, conferma il ruolo centrale delle banche di pitch sessions e network meetings. Grazie anche nell’ecosistema dell’innovazione».


CREDITO & DISTRETTI

«L’economia di Treviglio farà strada, anzi autostrada» Intervista con il presidente della Bcc Giovanni Grazioli, alla vigilia del convegno dell’11 ottobre: «Il territorio sta crescendo grazie a logistica e innovazione, e noi vogliamo dare informazioni utili alle imprese» A cura della redazione INNOVAZIONE

E

LOGISTICA,

LE

DUE

“PASSWORD” DELLA RIPRESA ECONOMICA CHE STA VIVENDO TREVIGLIO, un distretto

industriale incastonato tra Milano, Bergamo e Brescia, che è ripartito e coltiva grandi ambizioni: «Ci siamo accorti, grazie essenzialmente all’autostrada Brebemi, di avere attrattività e nuovi vantaggi competitivi», spiega Giovanni Grazioli, imprenditore meccanico, già esponente del Comitato dipresidenza di Confindustria Bergamo e presidente della Banca di credito cooperativo (Bcc) di Treviglio. Proprio la Bcc e Confindustria Bergamo, con la collaborazione editoriale di Economy, organizzano per l’11 ottobre prossimo, presso la sede della banca, una mattina di convegno rivolta agli imprenditori – soprattutto quelli mediopiccoli – per parlare di tre temi cruciali per lo sviluppo: la nuova finanza d’impresa, l’internazionalizzazione e la sostenibilità. Presidente, come mai questi tre temi? Sono le direttrici di sviluppo identitario che il nostro territorio sta seguendo, innovando prodotti e tecnologie, e sicuramente con una gran voglia di internazionalizzarsi e guardare al mondo. Sono in realtà regole sostanzialmente valide per tutti. Come dicevo, la novità per noi è stata la logistica, con la nuova autostrada che ci ha dato la possibilità di muoversi molto più rapidamente verso Milano e verso il Veneto. Questo ha

inizialmente attratto la grande distribuzione e la grande logistica, ma ora siamo in una seconda fase che sta attirando l’attenzione dei manifatturieri.

GIOVANNI GRAZIOLI

Ma la vostra politica creditizia è cambiata? No, abbiamo sempre confermato la scelta della vicinanza alle piccole e medie imprese, nel primo semestre le nostre persone hanno gestito il 30% di pratiche in più, e la banca ha buoni parametri economico-finanziari. Quindi stiamo sostenendo la ripresa, attraverso nuovi prodotti e servizi. Al di là dei numeri, oggio fare banca di territorio significa essere in grado di consigliare qualcosa di alternativo a chi ne ha bisogno, capire che a volte operazioni solo bancaria non bastano più. Aiutare insomma i nostri imprenditori clienti a ragionare a 360 gradi.

Ma quanto vi ha aiutato l’autostrada? Veda, arrivare a Treviglio dalla A4 significa uscire a Trezzo sull’Adda e impiegarci tre quarti d’ora. Oppure a Dalmine, ed è ancora peggio. Invece il casello della Brebemi è qui. Ha cambiato anche le nostre abitudini: prima si volava da Orio al Serio, oggi da Linate. Al punto che il collega Scaglia, presidente di Confindustria Bergamo, è giustamente allarmato perché nel piano provinciale FACCIAMO AL MEGLIO IL NOSTRO RUOLO Infine, ci spieghi: DI BANCA DEL TERRITORIO, MA PROPRIO del territorio oggi in come mai avete PER QUESTO RACCOMANDIAMO discussione c’è poca preso la decisione di ANCHE I CANALI COMPLEMENTARI politica industriale varare un’iniziativa ed è il capoluogo, ora, a rischiare l’isoladi informazione economica di servizio mento, se non si facesse la Bergamo-Trevicome questa del nostro convegno? glio. Penso ci siano due aspetti da sottolineare: sentiamo in giro molto bisogno di Lei fa anche il banchiere di territorio: il informazioni utili. Anche da vicepresidente rapporto funziona? di Confindustria Bergamo la percepivo. Sì, ma per quanto appaia strano, nel nostro Fare magari poche iniziative, ma tutte utili. convegno vogliamo parlare anche di finanE questo vuole essere il nostro incontro: za alternativa, perché il mondo cambia. informazione utile a chi fa impresa. E poi Proprio facendo banca come va fatta, cioè fare sistema, anche sul fronte della cultura conoscendo e assistendo da vicino le azienmanageriale e imprenditoriale: per questo de clienti, sappiamo che occorrono anche i mi fa piacere la collaborazione tra banca canali alternativi del nuovo credito, da afe Confindustria. E non solo: tutte le realtà fiancare al canale tradizionale a favore del istituzionali locali sono partner preziosi, in bacino d’utenza imprenditoriale. questo senso.

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WEALTH MANAGEMENT

La traiettoria strapotente di Wall Street (Andamento dell’indice S&P)

2.500

+ 0,80 (0,028%)

2.000

1.500 2014

2015

2016

2017

RIELABORAZIONE GRAFICA DI ECONOMY

RICCHEZZA DA TUTELARE PER IL FUTURO

2.904,98

14 Settembre 2018

WORKSHOP

2.500

L’AUTUNNO BIFRONTE DEI MERCATI IL JOLLY DI MILANO SONO LE CEDOLE Incertezze politiche internazionali e nazionali, mercati emergenti in crisi, “Quantitative easing” europeo verso il termine: i fattori di rischio non mancano. Molto dipenderà dalle elezioni Usa di metà mandato

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di Ugo Bertone

BUDDY FOX NESSUN DORMA FINCHE’ DURA L’ERA DELLA LIQUIDITA’ GRATIS

76 INTESA COSÌ UN COLOSSO SVILUPPA LA BANCA-ASSICURAZIONE

78 TRADING IG UN POMERIGGIO PER PROVARE L’EBBREZZA DEGLI SCAMBI

80 RISPARMIO GESTITO IL SUMMIT DI CONSULENTIA SUI NUOVI SERVIZI PER I CLIENTI

“G

rande è la confusione sotto il cielo, permente scontata, contribuisce ad aumentare la ciò la situazione è ottima”. Le parole del tensione sul fronte del debito italiano, contripresidente Mao si prestano a meraviglia per buendo ad esasperare il confronto tra sosteillustrare lo stato dell’arte dei mercati finannitori e critici dell’Unione Europea, ovvero tra ziari alla vigilia di tempi che s’annunciano tursovranisti e pro-euro che è destinato a durare bolenti, sia sul fronte almeno fino alle eledella politica che per zioni della prossima CONCRETI I RISCHI DI VOLATILITÀ i mercati: le elezioni di Non ci sono ragioni per paventare a breve primavera. metà termine in Usa, uno scenario durevole di assestamento ma Senza dimenticare la che rappresentano un è probabiile un po’ di “ottovolante” emotivo crisi di alcuni mercati referendum sul graemergenti, in difficoltà dimento della politica di Donald Trump; gli a rispettare le scadenze del debito specie che sviluppi della guerra dei dazi, specie nei conle guerre commerciali spingeranno la Cina a fronti della Cina. ridurre gli acquisti di materie prime. Non è Non meno importante, la fine degli acquisti di affatto escluso che uno o più di questi fattori titoli da parte della Banca Centrale Europea possano provocare, come è già successo più alla fine di dicembre. La svolta, pur ampiavolte nel corso del 2018, picchi di volatilità.

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> WORKSHOP WEALTH MANAGEMENT Ma tanta confusione non deve far trascurare il dato più rilevante: l’economia mondiale continua ad andar bene. Gli Stati Uniti, dieci anni dopo la punta più negativa della recessione (indice S&P 500 a 666 punti il 9 marzo 2009 contro i 2.900 abbondanti di metà settembre) si confermano la locomotiva della crescita mondiale, con la prospettiva di accelerare nel 2019 l’avanzata del prodotto interno lordo al 4 per cento; l’Europa, nonostante il rallentamento degli ultimi mesi (solo temporaneo, secondo la banca centrale) e nonostante che l’Italia, da troppi anni fanalino di coda di Eurolandia (comunque largamente sopra l’1 per cento) rallenti la velocità di marcia del convoglio resta sopra il 2 per cento. Buone nuove anche dall’Asia: dopo il lungo letargo il Giappone torna a salire oltre il 3, la metà della Cina che almeno per ora non ha accusato l’impatto del protezionismo Usa. Meglio ancora l’India di Modi, oltre il 7. Il motore dei mercati, insomma, ruggisce a pieno regime, ma non mostra segni di surriscaldamento. I titoli del Tesoro Usa, nonostante l’aumento del deficit federale, e l’aumento graduale dei tassi ufficiali, rendono meno che nel 2010, attorno al 3 per cento contro il 4 dell’epoca, a conferma che l’inflazione resta sotto controllo, nonostante l’ascesa del petrolio in vista (altra incognita di fine anno) dell’embargo alla produzione dell’Iran, i guai della Libia e lo sfacelo del Venezuela. E chi ha voluto scommettere sull’oro, scudo tradizionale contro il lievitare dei pressi, ha subito perdite rovinose: nell’aprile del 2011 un’oncia del metallo giallo valeva 1.900 dollari, un terzo di più dei prezzi attuali. Anche dalle banche centrali arrivano messaggi incoraggianti: la Bce resta accomodante, in omaggio alla dottrina Draghi e lo sarà almeno fino alla metà del prossimo anno. La stretta della Fed, dopo l’arrivo al vertice di Jerome Powell al posto della colomba Yellen, si è rivelata assai più “morbida” di quanto inizialmente temuto. Anche la banca centrale Usa, come la Bce e la Bank of Japan, ha fatto capire di voler restare leggermente dietro la curva dei tassi in modo da continuare a reflazionare il

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sistema lasciando correre la crescita. assorbire la spinta dell’inflazione. Un’indicaIl quadro generale ad inizio autunno, insomzione a medio termine. ma si presenta ancora positivo, in linea con Ma nel breve? Antonio Cesarano di Interi gusti del Toro. Certo, prima o poi la gelata monte Sim la vede così: «Da fine settembre arriverà, come suggerisce la statistica (il ciclo e soprattutto in vista di ottobre, potrebbe espansivo ha compiuto in Usa i dieci anni, un esserci la rivincita delle Borse, una volta diperiodo insolitamente lungo). Ma nel frattemgerito soprattutto il tema dazi e l’enfasi sulla po i mercati possocrisi emergente, che in no sfruttare l’ultima parte potrebbe rienCON TANTI UTILI NON E’ UNA «BOLLA» grande bolla che, com- Molti analisti prevedono un breve periodo trare dopo il piano di menta Alessandro Fu- di “mercato orso“ a metà del prossimo anno aiuti Fmi all’Argentina gnoli, di Kairos, «tanto dopo il quale dovrebbe tornare l’era del «toro» (fine settembre) e le bolla non è, se si consielezioni brasiliane (7 dera l’esplosione di margini e utili, certamente ottobre). Nello stesso periodo del verdetto irripetibile, che ha caratterizzato questi anni elettorale a San Paulo e Rio de Janeiro, Piazza passati». Di qui la previsione che, scontato Affari si troverà invece a fare i conti con la reun breve bear market (mercato “orso”, cioè visione del rating da parte di Moody’s (pagella in ribasso) a metà dell’anno prossimo, il Toro prevista per il 7 ottobre) e di Standard & Poabbia ancora abbastanza fiato per correre graor’s (il giorno 26). Un passaggio assai delicato zie all’aumento della produttività, in grado di ma probabilmente già scontato in anticipo dai mercati. Non è la prima volta in questi anni che gli operatori anticipano le vendite per trovarsi pronti ad approfittare di prezzi in saldo. Meglio le azioni che le obbligazioni, secondo l’opinione degli esperti. Seguono questa linea anche gli analisti di Pictet Asset Management. La casa di investimento ha di recente alzato il peso delle azioni nei suoi portafogli, portandola da sottopeso a neutral. L’aumento della propensione al rischio degli investitori ha invece consigliato la società elvetica a rivedere la strategia sulle obbligazioni, passata da sovrappeso a neutral. L’indicazione vale in particolare per l‘Italia, oggetto in questi mesi di forti vendite su Bot e Btp, ma anche sul debito corporate (solo pochi Big, Eni, Enel Intesa e Snam hanno emesso Bond dopo le elezioni del 4 marzo). Resta solo lo spazio per impostare “tatticamente” operazioni a breve, come Morgan Stanley ha suggerito nel report “come giocarsi il budget italiano”, basato sull’attesa che la manovra italiana, in sintonia con quanto indicato dal ministro preveda un rapporto deficit/Pil intorno al 2,2% e non vicino al 3%. È il momento, suggerivano gli analisti di Morgan Stanley, di uscire (tra l’altro con largo margine di guadagno) dai Bonos spagnoli acquistati nel momento più


Nella pagina accanto dall’alto: Mario Draghi, Jerome Powell e Giuseppe Sersale di Anthilia. Qui a destra, Alessandro Fugnoli di Kairos. In basso Antonio Cesarano di Intermonte Sim

aspro della crisi catalana, e di far rotta sul debito italiano, zavorrati da 175 punto di spread rispetto a Madrid. Ma con prudenza perché la crisi italiana può riservare tante (brutte) sorprese. Ma il quadro non cambia di molto se si guarda oltre il Bel Paese: i tassi reali restano ovunque a zero o sotto zero, a tutto vantaggio delle prospettive di cash flow delle corporations, specie dei colossi tecnologici Usa, vedi i primati stellari di Apple ed Amazon, balzate sopra i mille miliardi di dollari di valore. Assai più prudenti i grandi gestori azionari tiepidi sulle Borse del Vecchio Continente rispetto agli Usa con il risultato che nel 2018 si è creato un gap rilevante (24 punti) tra le valutazioni dell’Eurostoxx 50 e l’indice S&P. Secondo Bank of America Merril Lynch gli investimenti dei fondi nell’azionario europeo sono scesi di 43,1 miliardi con un deflusso costante (saldo negativo in 26 sulle ultime 27 settimane), una tendenza opposta rispetto al 2017 (+36 miliardi). Sulle scelte dei money manager ha senz’altro pesato l’effetto Italia così come l’incertezza sul fronte della Brexit. Non meno forte, a giudicare dall’andamento dell’indice Dax, la preoccupazione per i dazi

DA NON TRASCURARE L’EFFETTO BUY-BACK CHE DAGLI USA PUO’ ARRIVARE IN ITALIA sull’auto minacciati da Trump. Il risultato è un calo rilevante dell’Eurostoxx sull’indice S&P 500 (la forbice di 16 punti cui si deve aggiungere la rivalutazione del dollaro). Si è così creato un grosso gap che non è giustificato, a detta di Giuseppe Sersale di Anthilia, dai fondamentali delle economie. Per questo motivo non è da escludere. Suggerisce lo strategist un recupero negli ultimi mesi dell’anno. Fugnoli invece, azzarda tre spunti: “Il primo è un dollaro più debole (minori timori di inflazione) con un euro più forte. Il secondo è una borsa americana su nuovi massimi fino alle elezioni (ogni volta che prova a scendere la Casa Bianca fa filtrare buone notizie sulle trattative commerciali). Il terzo è che le borse europee dovranno dividere con l’euro gli spazi di rialzo da qui a fine anno”.

I TASSI REALI SONO OVUNQUE SOTTO ZERO A VANTAGGIO DEI CASH FLOW DELLE AZIENDE

Da non trascurare, infine, l’effetto buy back: l’aumento esponenziale degli utili delle società Usa, grazie all’effetto dei tagli alle tasse ed al rimpatrio dei capitali posteggiati all’estero, si tradotto in più investimenti, cedole più generose ma soprattutto nel riacquisto di azioni proprie, la soluzione più gradita ai vertici delle corporations perché premia, assieme ai soci, i manager. I circa mille miliardi di dollari riversati sul mercato sono la polizza anti-Orso di Wall Street che ora può sperare in altri tagli delle imposte proposte dai repubblicani. In Europa, nonostante la pressione in aumento delle case americane, le società non sono ancora in grado di soddisfare le richieste, sempre più esigenti, degli investitori istituzionali Usa. Ma il trend è già in atto: Goldman Sachs ha giustificato il recente buy su Enel con la prospettiva di un possibile riacquisto di azioni proprie. Ma il jolly di Piazza Affari sono le cedole: in primavera la campagna cedole ha registrato dividendi in media del 3,2 per cento con alcune punte di rilievo tra le blue chips. Eni, che ha già distribuito l’acconto dividendo per l’esercizio 2018 (0,42 euro) promette una remunerazione di almeno il 5 per cento (salvo incrementi legati all’aumento del petrolio. Ma in cima alla lista figura senz’altro Intesa San Paolo con un rendimento, dopo i recenti ribassi delle banche, pari all’8,7 per cento. Difficile che i cacciatori di cedole possano trovar di meglio.

WORKSHOP WEALTH MANAGEMENT > 73


> WORKSHOP WEALTH MANAGEMENT

Nessun dorma finchè dura la liquidità gratis in Borsa Il crack della Lehman e il Quantitative Easing americano, poi giapponese e infine europeo hanno cambiato i paradigmi di Buddy Fox

L’

estate è arrivata ed è passata/l’innocente non può mai durare/svegliamo quando settembre è finito”, cantavano inconsapevolmente i Green Day, ché settembre per i mercati è un mese veramente difficile. Settembre è troppo brutto e crudele, preferisco non investire, svegliatemi quando sarà finito. I numeri e la storia non confortano, i rendimenti spesso sono negativi, se non addirittura catastrofici. Il caso più eclatante è quello del 1931 quando l’indice Dow Jones perse quasi il 30%. Ma non è il più famoso, perché nei pensieri degli italiani rimane quello del 1992, l’attacco alla Lira (e alla Sterlina); e come dimenticare quello del 1998, un caleidoscopio di notizie negative, dalla crisi russa, al rischio Ltcm fino al possibile impeachment di Clinton. Ma è quanto accade nel settembre del 2001 a sconvolgere l’emotività collettiva oltre a cancellare molti portafogli seppelliti dalle macerie delle Due Torri. Sembrava di aver visto tutto, fino a al 2008, quando accade l’inevitabile: Lehman Brothers, DIETRO LO PSUEDONIMO BUDDY FOX (IN ITALIANO SUONEREBBE PIÙ O MENO COME “IL VOLPINO) SI NASCONDE L’AUTORE DEL BLOG “PANINO E LISTINO”

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DOPO LE TORRI GEMELLE SEMBRAVA DI AVER VISTO TUTTO, FINCHE’ ARRIVO’ IL FALLIMENTO DELLA LEHMAN

la più piccola tra le do” scriveva Murakami grandi banche d’affain IQ84, e se quella non ri, ma sicuramente la era la fine del mondo più aggressiva, storica era qualcosa che si e vincente, definita avvicinava molto, quo“too big to fail”, sfugge tazioni in tempesta al dal controllo e fallisce. largo dei bastioni di “Non è ciò che non sai Wall Street. che ti crea problemi, Persino i ribassisti ma è ciò che sei certo che tanto avevano di sapere che lo fa” il sarcasmo di Mark Twain atteso quel crollo, si spaventarono, i rialzisti centra il problema, erano tutti convinti che le furono spazzati via dal mercato. La “bolla dei banche come Lehman fossero immuni a qualmutui” era scoppiata, tutto quanto profumava siasi pestilenza, che fossero loro a creare le di immobiliare, improvvisamente puzzava di epidemie e poi a curarle, quel giorno si scoprì sterco malefico, le quotazioni erano impazzite, che era tutto un’illusione. Lehman fallì e in un gli spread erano larghi come voragini, l’unico weekend si passò dal “troppo grande per fallimercato liquido era rimasto quello azionario re” al fallimento di tutte. Lo paventò lo stesso dove per fare cassa si vendeva di tutto. Persino Greenspan che dieci un titolo solido come anni prima aveva sal- IL CRAC DELLA LEHMAN FU UNO CHOC Volkswagen, solo per vato Ltcm: “Questo è che fece impazzire i mercati e le autorità fare un esempio, preciun evento che si verifi- e che innescò una reazione a catena negativa pitò da 93 a 25 in poca una sola volta in un senza precedenti nella storia. che settimane. Sono le secolo, ora falliranno assurdità di mercato, altre banche”. Il mercato impazzì, travolto dalla 7 anni dopo, a mente fredda il titolo lieviterà volatilità, un Settembre nero, le quotazioni si a 260. Quello che molti ancora non riescono a sgretolavano, da marmo diventavano polvespiegarsi è perché proprio Lehman? re, perdite nell’ordine del 50% in pochi giorni Mistero e opinioni, la verità non si saprà mai. Si seguiti da rimbalzi paurosi anche del 20% in temevano fallimenti a catena, invece furono saluna sola seduta. “Tutti, nel profondo del cuore, vate quasi tutte, dal colosso AIG, a Washington stanno aspettando l’arrivo della fine del monMutual, a Wachovia, persino la super intossica-


ta Merrill Lynch trovò un salvatore all’ultimo minuto, e anche le pluripeccatrici Fannie Mae e Freddie Mac, che avevano creato e stimolato il sistema dell’impacchettamento dei mutui, furono assolte e perdonate. Tutti, ma non Lehman. Furono ore drammatiche al congresso, dove agì il segretario Paulson visto che Bush era ormai un’anatra zoppa. La speaker Pelosi aveva tutti i riflettori puntati, era Lei l’ago della bilancia per le decisioni sui mega finanziamenti per il salvataggio del sistema, e quasi tronfia di quel giudizio universale disse pubblicamente “the party is over”. Cari banchieri “dominatori dell’universo”, la festa è finita, la politica ha ripreso in mano le leve del comando. Povera illusa, non sapeva che proprio in quel momento, un’orchestra dopo aver ballato sul Titanic, stava per essere sostituita da un nuovo complesso musicale, sta entrando in scena “Hotel California”. Ed è proprio il 18 Marzo del 2009, quando le falle erano state tamponate, che la Fed diede inizio al più grande esperimento monetario della storia, quello che in gergo tecnico verrà chiamato Quantitative Easing, e in volgare una montagna di denaro, “gratis”! Perché se fino a qualche giorno prima, causa crisi e riduzione della leva, gli oceani della finanza erano stati prosciugati - e come ama dire Buffett “puoi scoprire chi sta nuotando nudo solo quando la marea si ritira”, scoprendo che il più vestito indossava il perizoma - con il QE la Fed aprì un gigantesco rubinetto facendo scorrere la liquidità infinita. Per emulazione segui-

HOTEL CALIFORNIA UNA HIT METAFORICA L’uomo è un animale simbolico. “L’uomo non vive in un universo puramente fisico bensì in un universo simbolico. Lingua, mito, arte e religione sono i vari fili che compongono il tessuto simbolico. Ogni progresso umano nel pensiero e nell’esperienza rafforza questo tessuto. La definizione dell’uomo come “animale razionale” non ha perduto nulla del suo valore ma è una parte per l’intero. Perché fianco a fianco con il linguaggio concettuale c’è un linguaggio del sentimento, con il linguaggio logico o c’è il linguaggio dell’immaginazione poetica.” Questa, speriamo non troppo lunga citazione, la dobbiamo a Ernest Cassier, grande figura della filosofia novecentesca. In quanto “animale simbolico”, ne discende che l’uomo (cioè tutti noi) vive immerso in un universo di segni che ininterrottamente elabora, producendo insieme ad essi rono la Boj (in realtà faceva qualcosa di simile dagli anni ’90), la Boe e in ultima la BCE, con la famosa frase da “sfida all’Ok corral”, l’arcinoto “Whatever it takes” con cui Draghi spianò la strada verso la vetta, un sentiero a senso unico da cui non si torna indietro, per ora. E’ la sindrome da “Hotel California”, la liquidità gratis che ha rivitalizzato i mercati, tassi ancora vicini allo zero, nonostante un’economia che torna a crescere stabilmente. Che sia questa la linfa che tiene in vita tutto, lo si capì dalle reazioni negative avute dal mercato quando Bernanke nel Maggio del 2013 ventilò l’inizio del “tapering”, stacco la musica: fu una pioggia di vendite. Ray Dalio dall’alto del suo scranno lanciò uno strale “se i tassi saliranno troppo in fretta si rischierà una ricaduta stile 1937”. Da quel momento l’economia ha continuato a cre-

IL COMPLESSO USA DEGLI EAGLS

una quantità pressoché infinita di significati e di interpretazioni. Un esempio classico è “Hotel California”, la famosa canzone degli Eagles. Il testo racconta di un sontuoso hotel nel quale “You can check out any time you like but you can never leave”, allegoria della vulnerabilità del sogno americano, chiara metafora della schiavitù da stupefacenti come dichiararono gli stessi Eagles.. Tuttavia, poiché segni e simboli cambiano significato, “Puoi lasciare libera la stanza quando vuoi ma non te ne andrai mai” sembra essere diventata la perfetta colonna sonora del nostro tempo finanziario. Una stagione (irrepetibile?) in cui pare sia impossibile uscire da un vortice monetario senza limiti e senza fine. scere e tutte le mini crisi, da quella sugli Spread, ai Pigs, alla Grecia, la Corea del Nord, la Brexit, l’Isis, l’elezione di Trump, sino alla Turchia, sono state tutte la scusa per rinviare o rallentare la crescita dei tassi. Hotel California deve continuare a suonare, il 2008 è un’esperienza da non ripetere. “Così come mio padre è appena passato/venti anni sono volati in fretta/svegliami quando settembre sarà finito”, dal fallimento Lehman di anni ne sono passati 10, e Wall Street da quella crisi ha vissuto una rinascita che l’ha portata a realizzare il secondo rialzo più lungo della storia. “The Master of Univers” i dominatori dell’universo sono ancora qui, la festa continua. Finchè la musica continua a suonare, se si vuole guadagnare, vietato dormire. Anche in Settembre.

WORKSHOP WEALTH MANAGEMENT > 75


> WORKSHOP WEALTH MANAGEMENT

Intesa Sanpaolo si fa “bank assurance” L’obiettivo: essere la prima assicurazione retail nel ramo danni (non auto) entro il 2021. Ecco come di Marina Marinetti

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NICOLA MARIA FIORAVANTI, RESPONSABILE DELLA DIVISIONE INSURANCE DEL GRUPPO INTESA SANPAOLO

er Intesa Sanpaolo il futuro è assicucomunicazione, per il rebranding delle filiali. strategica del Gruppo di focalizzarsi sempre rato. Letteralmente. Ha intenzione di I risultati non si stanno facendo attendere: più su Wealth Management & Protection, diventare la prima compagnia retail «La Divisione Insurance ha chiuso il primo ha caratterizzato l’eccellente performance nel ramo danni in Italia, per i prodotti disemestre 2018 con una buona performance registrata nel semestre dalla Divisione nel versi dal comparto commerciale ed un ramo danni, con un incremento significativeicoli e una delle risultato economico vo in particolare per i prodotti non motor: UNA STRATEGIA SU PIÙ FRONTI prime quattro con- Nel Piano industriale c’è da un parte il retail di rilievo, nonostante crescono, infatti, di oltre il 100% i prodotti tando anche l’Rc auto con polizze danni, salute e vita, dall’altra un contesto sfidanSalute e Infortuni e del 40% i prodotti Casa entro il 2021. Da 0,4 ci sono le piccole e medie imprese e prodotti te, contribuendo per e Famiglia». La strategia prevede lo sviluppo a 2,5 miliardi di euro specifici per la clientela ad alto reddito il 12% al risultato di una piattaforma digitale open market per di premi lordi in soli corrente lordo del attrarre nuova clientela, l’offerta di prodotti 36 mesi, si legge nel Piano Industriale per Gruppo Intesa Sanpaolo», spiega Nicola Maper le imprese (consulenza sui rischi azienquanto riguarda la Divisione Insurance. ria Fioravanti, Responsabile della Divisiodali, partnership con i broker), la creazione D’altra parte il Gruppo conta su una capane Insurance del Gruppo Intesa Sanpaolo. di un portafoglio digitale assicurativo, il lancità distributiva di 5.659 filiali (di cui 4.531 «Aumentare la diffusione dei prodotti assicio di prodotti “Salute e Benessere” e di proin Italia) con una forza lavoro che supera le curativi di protezione, in linea con la scelta dotti per clientela ad alto reddito. 94mila unità. Quanto all’efficacia commerciale, ci penseranno i 220 specialisti della PIÙ TI PROTEGGI, MENO SPENDI tutela assicurativa, a supporto della Divisione Banca dei Territori, a portare progressiIl prodotto di punta del di scontistica (i premi i danni causati da momento? Si chiama si riducono con il collaboratori domestici vamente le polizze per filiale da 0,3 a circa “XME PROTEZIONE” numero delle protezioni e animali, al furto 3 al giorno, grazie anche a un programma ed è un ombrello che acquistate). d’identità sul web. Per di formazione che interesserà complessivacopre i rami Famiglia, Le coperture vanno quanto riguarda la mente 30mila persone (praticamente un diSalute e Beni. Una dalla protezione dei beni salute, la polizza offre pendente su tre). Senza contare un apposito polizza completamente ai danni a terzi, dalla protezione infortuni, modulare che il cliente tutela in caso di scippo interventi e malattie sistema incentivante. Non più bancari, quinpuò modificare secondo o rapina, a quella legale, gravi, ma anche checkdi, ma assicuratori? Non proprio: il modello le proprie esigenze, dalla responsabilità up, approfondimenti che il Gruppo ha introdotto è quello ibrido inserendo, o togliendo, sull’abitazione (la diagnostici e persino della “Bancassurance”, neologismo su cui nel diverse garanzie e lavatrice che allaga l’indennizzo in caso servizi e per il quale è l’appartamento di perdita dell’anno triennio si investiranno 300 milioni di euro, previsto un meccanismo sottostante), inclusi scolastico. fra investimenti in tecnologia, formazione e

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Pictet-SmartCity è un Comparto della SICAV lussemburghese di Pictet. Il prospetto aggiornato, il KIID (Key Investor Information Document), il regolamento e le ultime relazioni annuali e semestrali del fondo sono disponibili gratuitamente sul nostro sito assetmanagement.pictet o presso la sede della società di gestione del fondo, Pictet Asset Management (Europe) S.A., 15, avenue J. F. Kennedy, L-1855 Lussemburgo. Prima di prendere una decisione di investimento, è opportuno leggere tali documenti e accertarsi che l’investimento scelto sia in linea con la propria conoscenza ed esperienza finanziaria, con gli obiettivi di investimento e la situazione finanziaria; in caso contrario si consiglia di avvalersi della consulenza di un esperto. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, incluso quello di perdite di capitale. Il prospetto riporta nel dettaglio tutti i fattori di rischio.

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> WORKSHOP WEALTH MANAGEMENT

Un pomeriggio per provare l’ebbrezza del trading Al via il roadshow autunnale di IG, il broker n.1 al mondo*, con cinque appuntamenti (gratuiti) dedicati a neofiti e non di Marina Marinetti

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A DESTRA, FABIO DE CILLIS, RESPONSABILE DEL MERCATO ITALIANO PER IG

rovare l’ebbrezza del trading online portanti strategie di trading basate sull’analisi le strategie e aver non costa nulla. E bastano quattro ore tecnica. I partecipanti potranno portare con sé scelto le migliori, di full immersion per iniziare a destregil proprio laptop e fare trading insieme ai proha deciso di metterle a disposizione. Per IG il giarsi in maniera efficace tra grafici, mercati, fessionisti, mettendo in pratica direttamente tema della formazione è prioritario. Online e strategie e piattaforme. Senza rischiare un le strategie proposte». La partecipazione è sul territorio: «È fondamentale far capire a chi centesimo. L’occasione la offre il Forex&CFD completamente gratuita e chi non è cliente IG si avvicina al nostro mondo come funzionano Tour, il roadshow del numero uno dei broker può aprire un conto di prova gratuito prima questi strumenti finanziari e come utilizzarli online: la storica IG dell’evento. «Ci aspetal meglio per evitare situazioni spiacevoli», (classe 1974) che, non tiamo di risultare utili sottolinea De Cillis. Così, oltre al roadshow di DALLA TEORIA ALLA PRATICA paga dei suoi 185mila sia a chi comincia e novembre, chi desidera approcciare il monQuattro ore per imparare a destreggiarsi clienti attivi in 16 pa- sui mercati confrontandosi con gli esperti. non ha idea di come do del trading può farlo anche dal proprio esi (da dieci anni in E per i “compiti a casa” un kit già pronto approcciare il mondo pc, dal portale IG academy (www.ig.com/ Italia) che eseguono del trading, sia a chi è it/scuola-di-trading/ig-academy), che offre qualcosa come 7,3 milioni di operazioni al già esperto e cerca un confronto con i profespercorsi passo passo, dalle nozioni principali mese, due volte l’anno, in primavera e in ausionisti. In ogni caso si uscirà da questo pomealle strategie di trading. «E poi ci sono i wetunno, porta in tournée i migliori trader a far riggio con strumenti pratici e strategie immebinar settimanali con tagli dal come funziona scuola “sul campo”. Cinque pomeriggi (dalle diatamente attuabili: diamo ai partecipanti un la piattaforma a temi più operativi, insieme 15 alle 19) in altrettante città (questo giro trading kit con indicatori già programmati per con analisti finanziari che in tempo reale comtoccherà Roma, Milano, Bologna, Torino e Vel’occasione dai relatori che segnalano quando mentano le reazioni del mercato». nezia), seguendo due trader d’eccezione: Bruci sono occasioni di trading». Insomma, c’è *broker N.1 al mondo per i CFD nei ricavi (Forex escluso). no Moltrasio, il fondatore dell’omonimo sito qualcuno che dopo aver letto pesanti tomi di Fonte: Published financial statements, Febbraio 2018 BrunoMoltrasio.eu e di Universitrading.com, e analisi tecnica, aver sperimentato sul campo Arduino Schenato, l’autodidatta inventore del metodo Price Action Naked e della Follow The LE TAPPE DEL TOUR Winner Strategy. «Noi lo chiamiamo “trading 5 NOVEMBRE 7 NOVEMBRE 9 NOVEMBRE on the road”», dice Fabio de Cillis, 36 anni, reROMA BOLOGNA VENEZIA sponsabile del mercato italiano per IG: «Ogni Ergife Palace Hotel NH Bologna De La Gare Hotel Mercure Venezia Via Aurelia, 619 Piazza XX Settembre, 2 Marghera tappa sarà incentrata su sessioni di trading Via Malamocco, 14 dal vivo su forex, indici, materie prime. Ver6 NOVEMBRE 8 NOVEMBRE ranno selezionati gli strumenti finanziari dal MILANO TORINO pubblico e gli esperti mostreranno le operaHotel dei Cavalieri NH Torino Centro Iscrizione gratuita su: Piazza Giuseppe Missori, 1 C.so Vittorio Emanuele II www.ig.com zioni in real time e approfondiranno le più im-

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> WORKSHOP WEALTH MANAGEMENT L’ANASF CON MCKINSEY PER ANDARE OLTRE LA MIFID 2 Quali sono stati i trend del mercato del risparmio gestito dall’inizio di quest’anno e come è evoluta la percezione dei consulenti finanziari? Tra le reti la Mifid 2 ha

cominciato a far sentire i suoi effetti? I consulenti finanziari riuniti nell’Anasf proveranno, insieme con McKinsey, a rispondere a questi ed

altri interrogativi sul futuro della categoria nell’imminente appuntamento di «Consulentia» a Napoli, dal 9 al 10 ottobre,di cui Economy è media partner.

«Risparmio, consulenti e clienti devono vincere insieme» Le sfide del rinnovamento del mercato del risparmio sono al centro del dibattito della categoria e della formazione cui si dedica costantemente. Con molte opportunità che spiega il presidente dell’Anasf Francesco Bufi di Sergio Luciano «ALLA FINE DEGLI ANNI DUEMILA SI RITENEVA CHE UN PORTAFOGLIO DI 10 MILIONI DI EURO POTESSE ESSERE SUFFICIENTE PER GARANTIRE UN’ADEGUATA REMUNERAZIONE AD UN CONSULENTE FINANZIARIO. Oggi si

parla del doppio. Quindi bisogna accrescere le masse finanziarie medie in gestione: ciò che è accaduto negli ultimi anni»: Maurizio Bufi, presidente dell’Anasf, si avvicina all’edizione autunnale di Consulentia 2018, il 9 e 10 ottobre a Napoli, con la consapevolezza di un rappresentante di categoria che sente di avere le carte in regola. Però, presidente, sarà un’edizione importante, un primo bilancio sugli effetti della Mifid 2... Sulla Mifid cercheremo di dare risposte precise, non tanto a Napoli, seppure presenteremo l’aggiornamento dell’indagine commissionata a Mckinsey, quanto all’edizione romana dell’anno prossimo. È vero, la nuova normativa è entrata in vigore con decorrenza 1° gennaio 2018, abbiamo alle spalle nove mesi di implementazione, del resto già a Roma 2018 ne parlammo, e ne avevano già parlato l’anno prima. Ma il 2018 è pur sempre un anno di transizione. Tutti gli intermediari

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stanno assestandosi, in attesa che gli obblighi rafforzati sulla protezione dell’investitore, sulla trasparenza e sull’emersione analitica dei costi della prestazione del collocamento e della consulenza facciano il loro corso. Da gennaio 2019 arriveranno i nuovi estratti

Hi-tech e qualità nelle relazioni, ecco il domani L’opinione del consigliere cui l’Associazione dei consulenti finanziari ha affidato la rappresentanza nel consiglio dell’ente previdenziale Enasarco, una responsabilità sul futuro.

di Alfonsino Mei

conto, la vera sfida sulla trasparenza dei costi. E nel frattempo sarà entrata in vigore anche la normativa gemella sul campo assicurativo, la IDD.

Ma la Mifid 2 ha già avuto degli effetti sul mercato? Non ne abbiamo ancora contezza, ma immaginiamo che avrà quelli che tutti noi diamo per scontati. Io sospendo il giudizio. Bisognerà valutare l’effetto combinato della nuova cornice normativa, con gli ultimi regolamenti, gli obblighi accentuati di

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obbiamo esserne ben consapevoli: nel settore del risparmio gestito i guadagni delle case prodotto e di quelle mandanti e delle reti di consulenza finanziaria, saranno abbattuti nei prossimi anni, a causa della riduzione dei costi per i clienti. Non solo la Mifid 2 ma anche il roboadvisory renderanno palesi gli oneri dell’industria e sarà necessario tagliarli. Noi consulenti ex promotori siamo nati come venditori, con le case mandanti che ci davano un prodotto da distribuire. L’architettura aperta ha portato poi un miglioramento dell’offerta finale ma anche una certa confusione di ruoli, con i consulenti finanziari (cf, in sigla) che hanno cominciato a fare i gestori. Per far sentire sereno il professionista nella relazione


trasparenza e concorrenza... sono tutte voci che incidono sui margini. E i costi emergeranno attraverso le nuove rendicontazioni. Ciascuna voce avrà la sua giustificazione. Ma è corretto: se io sono un potenziale cliente e intendo conferire al mio consulente, che opera per conto dell’intermediario, 100 mila euro di investimenti, devo sapere quale costo complessivo sostengo. Poniamo che sia l’1%. Cosa remunera, questo costo? L’1% va a remunerare il soggetto abilitato che sta facendo collocamento e consulenza e quindi il consulente. Ma anche la costruzione e la gestione del prodotto, che risponde alle regole della product governance. Tutto ciò va ben spiegato, più lo si spiega e più si favorisce la trasparenza e il dialogo e si motiva la prestazione professionale consulenziale. Ma non temete che i clienti si chiedano: “Cosa ricevo a fronte di simili costi”? La nostra non è una prestazione con obbligo di risultato, ma di mezzi (prestazione diligente, competente, professionale) e funzionale alle esigenze del cliente, perché i risultati dipendono da tantissimi fattori. L’esempio dell’estate scorsa è appropriato: se lei prende in esame tutte le asset-class, con il cliente abbiamo segmentato in tre modelli il tipo di consulenza possibile: la consulenza di prodotto (formula base, che sceglie i prodotti più adatti), di portafoglio (con contratto di consulenza) e globale (legata alla complessità del portafoglio, dall’immobiliare alla previdenza, con parcella, on top o da stornare). Due sono le evoluzioni oggi in campo. Da un lato chi valorizza puramente le piattaforme internet puntando sui millennial e chi investe tutto sulla relazione tra consulente e cliente. Le prime offrono redditività bassissima mentre la seconda da sola non basta. Prevarrà chi abbinerà le tecnologie, come le piattaforme banking e le filiali evolute, al servizio di qualità legato alla consulenza.

dall’azionario internazionale al nazionale, dall’obbligazionario al governativo al monetario, non ne troverà nessuna che abbia avuto un andamento sostanzialmente positivo. Ha performato l’azionario Usa, quello sì: ma è chiaro che una consulenza non può basarsi solo su un asset class. Ciò non toglie che un consiglio più è personalizzato e più ha valore. E poi va ben chiarito che nel caso dell’1%, quel costo non va tutto al consulente

sia riconosciuto e remunerato in modo corrispondente; d’altra parte è altrettanto realistico che si devono mantenere adeguati margini di profitto per i produttori e gli intermediari, ma salvaguardando naturalmente l’interesse del cliente. Poi occorre considerare l’alto contributo agli utili degli azionisti di riferimento delle reti.

E dunque? Da una parte vogliamo garantirci che il nostro lavoro, sempre più impegnativo,

Altro tema critico: la formazione. Come valutate il problema, oggi? I nuovi obblighi sono già in atto, la formazione della nostra categoria non inizia certo da oggi, lo dico come operatore da 35 anni e come presidente dell’Anasf. Gli intermediari più avveduti hanno da tempo organizzato le attività formative al meglio, con tutta la necessaria attenzione. Si capiva che l’approccio al mercato non poteva rimanere di stampo meramente finanziario, anche se è quella la nostra denominazione. Quindi se la formazione di base ha un’impronta commerciale, basata cioè sui prodotti, per quanto attiene alla funzione di collocamento che svolgiamo, l’associazione offre ai suoi iscritti tanta altra formazione cui dedica tantissime risorse e che si focalizza su temi di scenario, attualità normativa, relazionali.

La professione del consulente finanziario è dunque all’alba di una grandissima valorizzazione del proprio ruolo. Meno autonomo (o meglio meno gestore) nelle scelte di prodotto ma più attento alla relazione con i propri clienti. Sarà questo, in soldoni, il nostro profilo del prossimo futuro, all’indomani dei cambiamenti che le nuove normative impongono all’industria dell’asset management. Il nuovo scenario aperto dalla Mifid II, in realtà, s’innesta in un processo già cominciato da parecchi anni, con l’arrivo della ben nota architettura aperta. Le reti dei consulenti finanziari introdussero per prime un’ampia selezione di prodotti di terzi che garantiva per la prima volta in Italia un’offerta ad architettura

ALFONSINO MEI, CONSIGLIERE ANASF

PIÙ VALORE NEI CONSIGLI PERSONALIZZATI Sarà importante spiegare ai clienti che i costi del servizio sono in larga misura ripartiti tra i vari altri soggetti della catena

ma viene ripartito tra i vari soggetti che concorrono alla catena del valore. Buona parte di esso remunera non tanto il produttore, cioè il mondo dell’asset management, quanto piuttosto l’intermediario distributore, che poi ne riconosce a sua volta una parte variabile al consulente. Ed è in questo ambito che avvertiamo le pressioni maggiori.

WORKSHOP WEALTH MANAGEMENT > 81 81


> WORKSHOP WEALTH MANAGEMENT

Qualche cifra? Formiamo mediamente 4-5000 iscritti su 12 mila. Quindi l’attenzione la poniamo eccome, sul tema: e in una logica interdisciplinare. Oggi fare il consulente finanziario non significa saper collocare o vendere due fondi d’investimento. Significa conoscere perfettamente regole, indirizzi di natura legislativa, profilatura, adeguatezza… e ancora, allargando il discorso, significa occuparsi di previdenza, di passaggio generazionale, di gestione patrimoniale, di tutto ciò che è wealth management. Bastano trenta ore? Si può discutere se 30 ore sono tante o poche. Ma io dico: cerchiamo di essere equilibrati, la formazione c’è da sempre e ci vuole, ed anzi noi ci battiamo affinchè l’obbligo di

formazione, oggi in carico ai consulenti per il pattuglia numerosa, Anasf farà ulteriore tramite degli intermediari, venga riconosciuto proselitismo? anche ad altri soggetti, come le associazioni di Oggi abbiamo il 50% di rappresentanza. Se categoria e rappresentanza, quali noi siamo. lei mi chiede: volete crescere? Ovviamente Se il regolatore ci riconosce questa possibilità le rispondo di sì, un ulteriore sviluppo è tra siamo pronti a farcene carico. Peraltro, se i nostri obiettivi. Ciò non di meno devo dirle noi facciamo 30 ore, per legge, tramite i che questo 50% è un peso specifico notevole, nostri intermediari, perché farne altrettante non superabile facilmente. È un fenomeno nell’ambito assicurativo? osservato nel corso di decenni. Per i criteri L’Ivass, in questo di rappresentanza senso, attraverso il suo in vigore secondo SIAMO AL 50% DELLA RAPPRESENTANZA recente regolamento, Peniamo di avere un peso specifico notevole la Consob, la ha fatto un’importante non superabile facilmente. Comunque c’è percentuale minima apertura verso questa tra i nostri obiettivi quello di crescere ancora per riconoscere nostra posizione un’associazione è il riconoscendo che se i consulenti fanno una 10%. Quindi sì, ci poniamo anche l’obiettivo formazione che ha anche un contenuto di consolidare e sviluppare l’adesione, però è assicurativo, non devono raddoppiare le ore. fisiologico che rimanga nella professione una Sarebbe una duplicazione, di quelle da evitare, fetta anche ampia di non-adesione. Poi c’è il come la doppia iscrizione di noi consulenti: mondo degli autonomi, che non possiamo essendo già iscritti all’Ocf, perché dovremmo rappresentare per legge. Infatti, per qualsiasi essere iscritti anche al Rui? associazione, ai fini della presenza all’interno dell’Albo, la rappresentatività dev’essere Per quanto riguarda la platea degli iscritti: esclusiva per ciascuna categoria che ne fa i consulenti finanziari autonomi sono una parte.

aperta. Da quel momento nulla è stato più come prima. Il numero di case con cui i consulenti finanziari volevano lavorare si è quadruplicato (dalle 3 SGR nel 2005 alle 13 del 2017), con un ovvio incremento di prodotti. Ma si sa, “il consulente non ha le competenze di un gestore”, per questo è arrivata la stagione dell’architettura guidata: il mercato lo richiedeva ed era giusto consentire ai consulenti di concentrarsi sulla relazione con il cliente. Nascono le soluzioni a “pacchetto” o “wrapped” concepite dalla mandante con sottostanti prodotti di case terze. Si è passati dal singolo piatto al menù degustazione già impostato e gli chef adesso sono i fund selector. Spetta a loro un ruolo determinante nella selezione e nella scelta mentre i consulenti dovranno sempre più muoversi tra i vari menù precostruiti cercando di trovare le

soluzioni migliori per i clienti. Dunque da un lato i fund selector e i cf top (grandi portafogli(. Gli altri si adegueranno alle selezioni fatte da altri. D’altronde, stanno cambiando anche le Sgr. Andiamo incontro ad una selezione del numero delle case d’investimento: da una parte ci saranno una decina di player generalisti (con masse in aumento ma margini ridotti) dall’altra ci sarà spazio anche per delle società di gestione più piccole con prodotti unici e performanti. Accanto alle generaliste e alle superattive c’è poi il trionfo dei passivi, caratterizzati da bassi costi. Per giustificare il “premium price” sarà fondamentale che le gestioni attive battano quelle passive in termini di performance. E si assisterà verosimilmente ad una crescita ulteriore dei mandati di sub-advisory e delle gestioni in delega.

Tutto questo per dire che proponiamo una formazione che ha avuto sempre e ha tuttora anche un focus su temi che non sono di natura commerciale, ma che attengono all’evoluzione professionale.

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Un fronte di crescenti opportunità per i consulenti finanziari potrà però aprirsi nel welfare pensionistico, messo fortemente in crisi dall’invecchiamento della popolazione e dalla mancanza di fondi e di modelli dei diversi Welfare State moderni. Secondo me il consulente finanziario è la figura più idonea ad assistere i risparmiatori nel delicato compito di pianificare il proprio futuro. La previdenza complementare, che in Italia, trova grandi ostacoli a decollare, dovrebbe essere una priorità di tutti i cittadini e far parte della pianificazione finanziaria di ciascuno. Tuttavia la popolazione italiana non è abituata a indirizzare parte delle proprie risorse finanziarie verso questo comparto ed proprio per questo motivo che allora la figura del Cf diventa determinante nella sua opera di sensibilizzazione ai temi del risparmio e del welfare.


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COMUNICARE L’IMPRESA Anche se il mondo della comunicazione sembra essere stato rivoluzionato dal predominio della Rete, la pubblicità resta un modo sicuro - il più sicuro! - per attrarre l’attenzione del pubblico sulla propria attività, professionale o imprenditoriale che sia: e il bonus introdotto dal governo intende finalmente favorirla.

88 WIN THE BANK UN MASTER UNIVERSITARIO PER RACCONTARE L’AZIENDA

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LVMH IL COLOSSO METTE IN MOSTRA I SUOI MITICI «DIETRO LE QUINTE»

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DE BORTOLI «LA DEMOCRAZIA HA BISOGNO DI INFORMAZIONE PROFESSIONALE»

AZIENDE ALL’ULTIMO MESE (PER ORA) PER AVERE IL BONUS PUBBLICITA’ Fino al 22 ottobre gli inserzionisti (imprese e professionisti) potranno fare richiesta per gli sgravi previsti dalla misura: in concreto, il 75% degli investimenti incrementali sarà restituito sotto forma di “tax credit” di Marco Scotti

È

operativo il “Bonus pubblicità”, l’ageprese e liberi professionisti che decideranvolazione fiscale per gli investimenti in no di investire in campagne pubblicitarie. Il inserzioni su stampa, radio, tv e online. La tax credit sarà applicato sulla parte increnorma, contenuta nella Manovra bis varata mentale (almeno dell’1%) rispetto all’anno a maggio dello scorso anno, è stata converprecedente e vedrà un bonus pari al 75% tita in decreto attuativo prima dell’estate e del valore incrementale degli investimenti prevede uno stanziamento di 62,5 milioni effettuati, che aumenterà fino al 90% nel complessivi, di cui 50 per gli investimencaso di microimprese, Pmi e startup innoti sulla stampa (20 vative. Il tetto dello SONO STATI STANZIATI NELL’INSIEME per quelli effettuati sgravio sarà del 5% 62,5 MILIONI DI CUI 50 DESTINATI AGLI nel secondo semerispetto al totale degli INVESTIMENTI SULLA STAMPA E stre del 2017, 30 per investimenti previsti IN PARTICOLARE 30 PER QUEST’ANNO quelli programmati per stampa e online, per il 2018) e 12,5 milioni per le inserzioni mentre del 2% per radio e televisioni. sulle emittenti radio-televisive. Dal 22 setL’introduzione del credito d’imposta potembre scorso e fino al prossimo 22 ottobre trebbe essere un ulteriore carburante per sarà quindi possibile fare richiesta per beun settore, quello della pubblicità, che sta neficiare degli sgravi previsti dalla misura. vivendo un momento positivo: il 2018 sarà il Al credito d’imposta potranno accedere imquarto anno consecutivo con il segno positi-

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COMUNICARE L’IMPRESA

vo, e chiuderà con l’1,5% di incremento degli investimenti in comunicazione. «Il 2018 – ha dichiarato Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente di UPA – è un anno caratterizzato da incertezza politica, minaccia di guerre commerciali globali con ritorno a misure protezionistiche e ristagno dei consumi: tre fenomeni che, accompagnati da una crescita debole del Pil, non favoriranno una migliore performance». Crescono gli investimenti sul web, che oggi rappresenta circa il 30% del mercato, anche se i numeri precisi non si conoscono dal momento che i colossi del settore non forniscono report accurati e disaggregati. In realtà, se si guarda esclusivamente alla pubblicità sul mezzo stampa, si registra un calo del 7,2% (secondo dati FCP – Feriguarda gli spazi (-3,7%). Infine, per quanderazione Concessionarie Pubblicità) per to comprende le singole tipologie di pubquanto riguarda il periodo gennaio-luglio blicità, a fronte di un generale calo dei fat2018 raffrontato con lo stesso arco temturati, non tutte hanno contratto anche gli porale dello scorso anno. In particolare, i spazi. La pubblicità commerciale nazionale, quotidiani nel loro complesso registrano un ad esempio, ha visto ridurre il fatturato del andamento negativo a fatturato del 6,2% e 3,9%, a fronte di un incremento degli spazi positivo a spazio di +0,2%. Tradotto, vuol del 7,4%. La tipologia commerciale locale, dire che il valore medio di uno spazio pubinvece, ha ridotto sia il fatturato (-4,6%), sia blicitario è sceso in maniera significativa lo spazio (-0,5%). In fortissima contrazione rispetto allo scorso anno e che i quotidiani, la pubblicità legale, con un -21% di fatturato sempre più in crisi di vendita, hanno dovuto e -11,2% di spazio. La tipologia “classified” “abbassare le pretese” per riuscire a coprire (ovvero piccole inserzioni pubblicitarie in le spese. Secondo la classifica Ads del mese apposite rubriche dei quotidiani dedicate di luglio, infatti, i principali 15 quotidiani alla compravendita di prodotti o servizi) italiani hanno regiha una dinamica inIL SOTTOSEGRETARIO VITO CRIMI strato in quattordici versa rispetto agli HA BIASIMATO IL COSTUME DELLE casi un calo delle altri settori, con un AZIENDE A CONTROLLO PUBBLICO vendite (con la sola calo più pronunciato DI INVESTIRE SUI MEDIA eccezione di QN Il degli spazi (-16,4%) Giorno) e con flessioni che vanno dal -2,2% che dei fatturati (-5,6%). Unico settore in del Corriere della Sera al -15,5% del Corriecontrotendenza è quello della pubblicità fire dello Sport. In un anno sono state vendunanziaria, che registra un +1,1% nei ricavi e te 120.000 copie in meno, pari all’8,5%. +5,1% negli spazi. Per quanto riguarda i periodici, si segnala A fronte di un settore, quello dell’editoria, un calo sia del fatturato (-8,9%), sia degli che sembra conoscere un’emorragia sia dal spazi (2,3%). In particolare, i settimanali punto di vista dei lettori che degli investiregistrano un andamento negativo a fattumenti pubblicitari, rimane l’incognita delle rato del 7,9% e positivo a spazio dello 0,5%. intenzioni dell’esecutivo. Sia il vicepremier I mensili segnano un calo sia per quanto Luigi Di Maio, sia il sottosegretario alla Preconcerne la raccolta (-7,3%) sia per quanto sidenza del Consiglio con delega all’editoria,

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Vito Crimi, hanno già annunciato che sono pronti a modificare l’attuale meccanismo di ausilio all’editoria. Posto che parlare di finanziamento pubblico ai giornali è improprio, visto che il supporto diretto è stato eliminato dal Governo Monti nel 2012, Crimi ha recentemente annunciato provvedimenti significativi, soprattutto per quanto riguarda le imprese a partecipazione pubblica: «La stampa - ha dichiarato recentemente il sottosegretario su Facebook - deve slegarsi dai soldi pubblici e dalla politica che li elargisce. Troppo spesso le aziende di Stato sono state trasformate in bancomat, sia per premiare, distribuendo finanziamenti sotto forma di inserzioni pubblicitarie a beneficio di questa o quella testata sia per punire il giornale non allineato cancellando le inserzioni. È necessario incrementare la trasparenza negli assetti societari, recuperare la figura dell’editore puro, rivedere la distribuzione delle inserzioni pubblicitarie (in particolare delle aziende di Stato), superare definitivamente la dipendenza dei giornali dal finanziamento pubblico». Per questo, un provvedimento come il tax credit potrebbe consentire di avvicinare molte imprese “slegate” dai meccanismi politici a un settore, quello dell’editoria, che può e deve trovare nuove risorse.



COMUNICARE L’IMPRESA WIN THE BANK

IMPRENDITORI, IMPARATE A RACCONTARE LA VOSTRA AZIENDA L’Università di Pavia lancia un Master Universitario per insegnare le tecniche dello «storytelling» necessarie sui mercati e con i clienti di Valerio Malvezzi

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hiunque pensa di saper raccontare la propria impresa o quella del proprio cliente. Che ci vuole? E invece, questo approccio è quello che fa ritenere che esistano materie nelle quali sia possibile improvvisare. Così, semplicemente, non è. Come si possono coniugare le più avanzate tecniche di comunicazione di mercato con la velocità del mondo finanziario? La narrazione è il paradigma necessario per la comunicazione moderna, ma è anche la frontiera inesplorata per la negoziazione finanziaria. Per formarsi ad utilizzare nella propria vita professionale in modo consapevole le tecniche di comunicazione narrativa, è necessario non adottare un approccio destrutturato, ma studiare specifiche materie. Imparare a narrare sé stessi, la propria azienda o quella L’AUTORE VALERIO MALVEZZI, PROFESSORE A CONTRATTO IN COMUNICAZIONE FINANZIARIA PRESSO UNIVERSITÀ DI PAVIA E COFONDATORE WIN THE BANK

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UN MOMENTO DI UN MASTER UNIVERSITARIO

dei propri clienti, all’interno del mondo della discende da un Master Universitario presso finanza, è funzionale all’ottenimento di valol’Università (M.U.S.T.), un Corso di frontiera, re, non ultimo quello di capitale, finanziato a sperimentale, che affronta la materia in modo qualsiasi titolo, sia di debito, sia di rischio. multidisciplinare, con apporto di docenti inPer troppo tempo, soprattutto nel mondo terni all’Ateneo e testimonianze di relatori della PMI e della libera professione, il mondo esterni, di notorietà nazionale, in varie discidella finanza è stato confinato a una logica di pline. Il Corso, che inizierà nella seconda metà reportistica quantitativa. Proprio perché non di ottobre, si terrà nell’arco di un ciclo di 10 sono state in grado di raccontarsi, molte picincontri (un sabato al mese), al fine di concole e medie imprese e molti professionisti sentire al pubblico target – prevalentemente hanno perso occasioni importanti di sviluppo. commercialisti, consulenti, manager e imIl mondo finanziario prenditori – di partesta repentinamente IL CORSO È STATO SUDDIVISO IN DIVERSE cipare al di fuori degli AREE TEMATICHE FOCALIZZATE cambiando e sapersi impegni di lavoro. SUI DIVERSI PUBBLICI CON I QUALI raccontare sarà una F.A.S.T. (Finance AdUN’IMPRESA DEVE SAPER DIALOGARE condizione necessaria vertising & Storyteldi accesso. In questo senso, i piccoli e medi ling Techniques) nasce per fornire ai protaimprenditori italiani e i professionisti devono gonisti di questa parte essenziale della vita imparare tecniche di comunicazione finanziaeconomica del nostro Paese tutte le comperia, solitamente riservate solo ai grandi gruptenze necessarie per affrontare questa sfida. pi industriali. Questo approccio, oggi, è anSi tratta di un Corso di Alta Formazione risercora un tema di frontiera, nella convinzione, vato a tutti coloro che operando nel mondo illusoria, che i cambiamenti del mondo della professionale o aziendale vogliono risolvere finanza riguardino solo le grandi imprese, e problemi di comunicazione finanziaria tra il non tutte le altre. Al contrario, il cambiamento mondo dell’impresa e il mondo della finanepocale che si sta verificando riguarderà tutti za. Il Corso è sviluppato sotto la supervisiogli operatori economici. ne scientifica del collegio docenti del Master Sulla base di queste considerazioni nasce a universitario Must (www.U-MUST.it) e con la Pavia, come Corso avanzato di formazione che collaborazione organizzativa di Episteme s.r.l.


OGNI AZIENDE AGISCE IN UN CONTESTO TERRITORIALE CHE IMPONE, PRIMA O POI, DI AVERE RELAZIONI ISTITUZIONALI DI BUON LIVELLO Per fornire ad una platea selezionata di figure senior una specializzazione nel racconto finanziario d’impresa, sono state previste diverse aree tematiche, che verranno affrontate durante il ciclo di incontri. La prima è certamente la pianificazione strategica. Questa area tematica riguarda l’uso di metodi di pianificazione strategica nella gestione della comunicazione finanziaria d’impresa. La negoziazione finanziaria assegna grande rilevanza alla spiegazione della strategia complessiva aziendale, nell’ambito della quale si colloca la singola operazione oggetto di discussione. Una seconda area di indagine è quella del rapporto con il mondo istituzionale, poiché ogni impresa, anche la più piccola, si colloca in tale contesto. In questa area vengono esplorate le dinamiche di comunicazione tra il mondo dell’impresa privata e quello delle imprese pubbliche e delle istituzioni. Il mondo finanziario futuro sarà sempre più caratterizzato da una fitta trama di relazioni tra pubblico e privato, che richiedono specifiche tecniche e strumenti di comunicazione. Una terza area di approfondimento è il mondo del marketing e del posizionamento; è di tutta evidenza che l’operatore finanziario voglia conoscere il mercato nel quale il sogget-

to richiedente si colloca, e la sua modalità di con maggiore efficacia. collocamento. In questa area il mondo della Altro importantissimo tassello è quello delcomunicazione narrativa viene coniugato con la negoziazione con il mondo finanziario, sia quello delle strategie di posizionamento di esso inteso come portatore di capitale di rimercato, in termini di reputation e di brand schio, sia – soprattutto nel contesto italiano management. Raccontare un’azienda significa – inteso come portatore di capitale di debito. posizionarla non solo sul mercato ma nell’imIl contesto italiano è caratterizzato infatti da maginario collettivo. family business, dimensione di impresa relatiNon basta avere competenze di contenuto, vamente contenuta e dipendenza sostanziale poiché oggi diventano importante, anche per dal circuito del capitale indiretto. Conoscerne effetto delle nuove tecnologie – non ultime le sue evoluzioni, in chiave prospettica, è un il mondo social – le competenze di comunielemento imprescindibile della negoziazione cazione. In questa area si affrontano tutte le finanziaria. tecniche narrative in una chiave strettamente Infine, se un imprenditore o un professionimetodologica. Narrare è un’arte, ma è anche sta intende comunicare al mercato finanziauna scienza, che può essere appresa studianrio una storia aziendale, anche a fini di fund done i canoni costituraising, è essenziale NARRARE È UN’ARTE, MA È ANCHE tivi e i modelli applisaper usare i media. Il UNA SCIENZA, CHE PUÒ ESSERE cativi. rapporto con i media APPRESA STUDIANDONE I CANONI Poiché il mondo sta che si occupano di fiCOSTITUTIVI E I MODELLI APPLICATIVI cambiando a velocinanza è elemento pretà sistematicamente crescente, imprenditori miante in due direzioni. La prima è la decodie professionisti devono conoscere anche le fica delle informazioni in materia finanziaria. nuove frontiere della digital innovation. In La seconda è la capacità di portare la propria quest’area la discussione si focalizzerà sul azienda o quella del proprio cliente su canali rapporto necessario tra innovazione e stratemediatici a vario livello. gie di posizionamento d’azienda. Innovazione Come si impara a raccontare un’impresa? – è una parola chiave, cruciale per qualunque chiede il titolo di questo articolo. La mia rispoimprenditore, ma comunicare la propria casta è: studiando e applicando le tecniche, sulla pacità innovativa è tutt’altro che semplice; base di una metodologia rigorosa e basata su occorre avere strumenti di consapevolezza e criteri scientifici applicati al campo professiodi rappresentazione. nale e aziendale. Come ogni materia d’impreUn altro limite, tipico del mondo della Pmi sa, dagli acquisti alla produzione, dal fisco alle italiana, è quello di non saper rappresentare vendite, non si improvvisa la comunicazione adeguatamente il contesto internazionale, finanziaria d’impresa, perché quella capacità cioè lo scenario complessivo di riferimento, di comunicare al mercato è spesso legata a nel quale qualsiasi impresa, anche la più picuna conseguenza: la capacità di posizionare cola, opera. Il mondo della finanza sta caml’azienda in termini di messaggio e quindi cobiando in maniera sempre più repentina. Una municare valore, non ultimo quello finanziastoria di successo deve tenere sempre conto rio. Se io fossi un investitore, vorrei conoscere del contesto operativo in cui si colloca. Conomolto bene l’azienda nella quale investire il scere il mondo entro cui viviamo ci aiuta a racmio denaro o quello da me gestito per conto contare la nostra impresa o quella del cliente terzi.

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COMUNICARE L’IMPRESA

Lvmh mette in mostra il suo “dietro le quinte” Nella quarta edizione de Les Journées Particuluères manifatture e maison aprono le porte al grande pubblico di Marina Marinetti

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ai voglia a parlare di materie prime, di know-how, di processi: il valore di un prodotto è direttamente proporzionale al pregio del suo brand. Che a sua volta dipende, con un rapporto di conseguenza pressoché diretta, dalla strategia di comunicazione adottata dall’azienda. Capita, però, che a certi livelli (di notorietà) si inciampi nel rischio di associare la validità del prodotto unicamente al prestigio del marchio. Perdendo completamente di vista la strada, tutta in salita, percorsa per arrivare a essere un’azienda d’eccellenza. Ogni tanto, quindi, è il caso di di rinsaldare il legame tra brand e qualità con campagne mirate. È il caso di Lvmh, il colosso del lusso, che nel 2011, a Grande Reces-

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EMILIO PUCCI, VILLA GRANAIOLO

sione in stadio avanzato, ha creato un format che sposa il marketing con la brama di experience, allargando la platea di potenziali clienti e consolidando gli aficionados: Les Journées Particulières.

Allargare la platea L’idea è venuta ad Antoine Arnault, il figlio di Bernard, patron del gruppo, e consiste nell’aprire le porte delle maison al pubblico, che può così visitare gratuitamente le manifatture del gruppo in Italia e nel mondo. Di fatto si invita il cliente, quello attuale e quello potenziale, a saggiare con mano l’impegno e la passione per l’eccellenza artigianale, per «Far scoprire, dall’interno, la diversità del nostro patrimonio, la

ricchezza delle nostre competenze e la forza delle nostre innovazioni», spiega Arnault. «Le Journées Particulières sono un evento unico: permettono infatti ai nostri talenti di incontrare il pubblico, mettendo in evidenza l’amore per il proprio mestiere e la passione creativa che li anima», aggiunge Bernard Arnault, presidente e ceo del gruppo: «Queste giornate sono un invito a scoprire luoghi eccezionali e competenze d’eccellenza, gelosamente custoBERNARD ARNAULT: «UN INVITO A SCOPRIRE LUOGHI ECCEZIONALI E COMPETENZE D’ECCELLENZA, GELOSAMENTE CUSTODITI»

diti. Ogni giorno, in LVMH, i talenti delle nostre Maison fanno la differenza, incarnando i valori di eccellenza, lo spirito imprenditoriale, la creatività e l’innovazione che sono alla base del successo del Gruppo». Perché il lusso sarà anche un sogno, ma se ci si limita a sognarlo, il settore non va avanti. Così per la prima volta, in un weekend di metà ottobre di sette anni fa, le Maison del gruppo Lvmh avevano aperto le porte al pubblico in una ventina dei


A sinistra, una delle manifatture solitamente chiuse al pubblico, che invece sono visitabili nel corso de Les Journèes Particulieres. A destra, il cosiddetto “Colosseo quadrato”, sede di Fendi a Roma

siti più rappresentativi del loro patrimonio: presenti. A luoghi iconici come le tenute della atelier, tenute, dimore di famiglia e boutique Champagne, i saloni delle grandi Maison
paristoriche in Europa. In Italia l’appuntamento gine (Christian Dior, Guerlain, Chaumet, ecc.) o era con Emilio Pucci, Bulgari, Fendi e Louis le sedi storiche di grandi nomi della moda itaVuitton. L’iniziativa aveva attratto varie decine liana (Fendi, Pucci, ecc) si affiancano itinerari di migliaia di visitatori in soli due giorni. Poi le negli Stati Uniti, dalla Napa Valley (Colgin Celporte delle manifatture erano state richiuse: lars) alla sede di Benefit Cosmetics a San Franle tecniche produttive cisco, con una puntata DALLE TENUTE DELLA CHAMPAGNE sono un segreto innella tenuta vinicola ALLA MANIFATTURA RIMOWA dustriale che va preargentina di Terrazas DI COLONIA, PASSANDO DAL COLOSSEO servato insieme con de los Andes, una tapQUADRATO DI FENDI A ROMA quell’allure di mistero pa in Germania, nella e riservatezza che da sempre circonda il monmanifattura Rimowa di Colonia, e un tuffo nel do del lusso. Erano state riaperte nel 2013, nel cuore dei vigneti australiani (Cape Mentelle) e fine settimana di metà giugno, e ancora nel neozelandesi (Cloudy Bay). Il principio delle 2016, con 145mila visitatori nelle tre giornaJournées Particulières non è cambiato: offrire te del 20, 21 e 22 maggio. Nessun appuntaal pubblico la possibilità di scoprire, dall’intermento fisso, né regolare, no, l’identità più autentiperché la strategia di coca delle Maison, spesso municazione del gruppo eredi di una tradizione implica l’evitare come al secolare, icone del patripeste qualsiasi cosa posmonio di Lvmh. sa essere data per sconQuesta quarta edizione tata. Appuntamenti fissi mette l’accento sul valoinclusi. re delle esperienze, delle interazioni e degli inconDimensione globale tri: ogni luogo propone Quest’anno la quarta ediun percorso di visita unizione, che assume per la co e originale, immagiprima volta una dimennato dalla Maison ospite. sione globale. Dal 12 al 14 Un incontro diretto con ottobre sono 56 le Maison i talenti e gli artigiani che aprono le porte di 76 di ogni Maison: maestri luoghi (36 dei quali solo calzaturieri o orologiai, a Parigi) con 3000 tra stilisti, gioiellieri, mastri artigiani e collaboratori di cantina, malletier...

Simboli di questa interattività sono i numerosi workshop in cui imparare tecniche o gesti da abili artigiani, oppure le esclusive master class condotte da esperti e designer del gruppo Lvmh o da grandi nomi del mondo dell’arte.

Accredito esclusivo

In Italia porte aperte al pubblico (quello accreditatosi al sito www.lvmh.it/lesjourneesparticulieres), a Roma la boutique di Acqua di Parma in via Gesù e il negozio storico di via Dei Condotti 10 firmato dall’architetto statunitense Peter Marino, al pianterreno di Palazzo Maruscelli Lepri, eretto a metà del XVII secolo, e Palazzo Boffil, e il Palazzo della Civiltà Italiana (il “Colosseo Quadrato”), coi suoi 260 archi su 8 livelli, sede di Fendi.
 A Milano Cova, una delle più antiche e prestigiose pasticcerie italiane, a Firenze il palazzo del XV secolo che accoglie gli archivi storici Pucci, in Emilia la Manifattura di Ferrara che concentra tutte le fasi necessarie alla creazione
di calzature e accessori in cuoio, affidati alle mani esperte e agli occhi attenti degli artigiani della Maison Berluti.
 Poi la filatura cardata e il laboratorio di Loro Piana nella filatura Roccapietra, tra le valli e i fiumi delle Prealpi piemontesi, e ancora la Manufacture de Souliers di Louis Vuitton, tra Padova e Venezia, a Fiesso D’Artico, sulle rive del Brenta.

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COMUNICARE L’IMPRESA L'OPINIONE

«La difesa del copyright non riduce la libertà del web» Intervista con Ferruccio De Bortoli: «La democrazia ha bisogno di informazioni di qualità, non di una giungla di manipolazioni dei fatti perpetrate con impunità assoluta» di Sergio Luciano «LA DEMOCRAZIA DEVE VIVERE DI INFORMAZIONE DI QUALITÀ, NON DI UNA GIUNGLA DI MANIPOLAZIONI DEI FATTI PERPETRATE NELLA PIÙ ASSOLUTA LIBERTÀ E IMPUNITÀ.

Quindi ben venga la stretta dell’Europarlamento sulla tutela del diritto d’autore in Rete. A me colpisce che i Cinquestelle e la Lega – ritenendo evidentemente loro amica la Rete, intesa in senso generale – possano confidare in un disordine di informazione di cui non si capisce mai chi è l’autore, non c’è alcun controllo della qualità e si confonde la confusione con la libertà, creando un frastuono in cui prevalgono gli haters finendo con lo scacciare le persone normali, che non hanno cattive intenzioni, da questa piazza virtuale che è il web»: Ferruccio De Bortoli, presidente di Vidas e della Longanesi, per vent’anni direttore di grandi quotidiani come Il Corriere della Sera e Il Sole 24 Ore, è molto positivo sul passo avanti compiuto dai parlamentari europei. Al di là delle polemiche, qual è il senso poFERRUCCIO DE BORTOLI, PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE VIDAS ED EDITORIALISTA DEL CORRIERE DELLA SERA

IN ALTO ANTONIO TAJANI (DESTRA), PRESIDENTE DELL'EUROPARLAMENTO CON MARK ZUCKERBERG DI FACEBOOK

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litico di questo voto? Direi che su tutto il versante della regolazione della Rete, della difesa del diritto d’autore e anche di una minima risposta al tema di fondo di questi anni - che poi è “quanto la tecnologia possa cambiare o ridurre gli spazi della democrazia rappresentativa” - bisogna dire che il Parlamento europeo e l’Unione europea sono stati ad oggi le sole istituzioni democratiche in grado di dare una risposta, che per esempio dagli Usa non è arrivata. L’unica spinta regolatoria in chiave antitrust rispetto allo strapotere dei moloch di Internet e alle conseguenze di quanto è accaduto negli ultimi anni sui social è giunta dall’Europa questo è sicuramente un segnale positivo. Ma i detrattori chiedono quale sia il reale grado di rappresentatività dell’assemblea di Strasburgo. Be’, gli europarlamentari sono stati tutti democraticamente eletti. E del resto, se così non fosse, non si spiegherebbe perché le forze sovraniste e nazionaliste mettano tanta enfasi sul voto del prossimo maggio. La vicenda del copyright è significativa anche perchè dimostra che soltanto l’Europa ha avuto la forza di contrapporsi ai cosiddetti Gafa (Google, Amazon, Facebook, Apple, ndr). Non condivide le critiche di chi afferma che

il nuovo regolamento imbavaglierebbe la libera espressione delle opinioni sul web? Ma nient’affatto! Con l’ultima revisione degli articoli 11 e 13 è inequivocabile che chiunque può prendere un articolo in rete e commentarlo, senza freni di copyright. Non viene ridotta la libertà di riprendere e discutere ciò che altri hanno pubblicato, ma si pone l’obbligo alle piattaforme di pagare qualcosa quando riproducono contenuti testuali prodotti da altri autori. Avviene già da anni nella musica, con Youtube, con Spotify, con iTunes, casi positivi che hanno consentito all’industria musicale di superare la crisi. E non si capisce perché le opere dell’ingegno, se sono musica o fiction, debbano essere riconosciute e remunerate come prodotti d’autore, ma non i testi. Se continuasse così, l’impoverimento dell’offerta sarebbe gravissimo e inesorabile. Nessun attentato alla creatività? Ma figuriamoci: anzi, segnalo volentieri quel piccolo-grande paradosso secondo cui i grandi del web, che strepitano gridando al bavaglio della libera Rete, sono quelli che poi sui loro brevetti esprimono una determinazione difensiva più che aggressiva: feroce. Si sentono padroni del mondo? Certamente mi hanno colpito molto i metodi di pressione adottati dalle loro lobby per interferire sul Parlamento europeo. Avevamo criticato tutti i metodi pervasivi di pressione indebita utilizzati dalle lobby delle multinazionali classiche, ma i giganti del web si sono rivelati peggiori delle multinazionali degli Anni Settanta. E dunque? Dunque, non c’è ragione di temere per la libertà della Rete, senza queste regole ci sarebbe al contrario il prevalere dei più forti, dei più subdoli, dei più spregiudicati sull’espressione autentica dell’opinione di tutti. Dopo il caso Manafort, dobbiamo riflettere sulla difesa necessaria della democrazia rappresentativa. Le democrazie liberali si vedono oggi insidiare da una morsa: da un lato le tecnologi digitali e i social e dall’altra i sovranismi e i nazionalismi che individuano in esse un sistema di governo troppo complesso e farraginoso…



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UOMINI&DENARI

IL “MISTER APPLE” ITALIANO HA CASA E BOTTEGA A NAPOLI

GIANCARLO FIMIANI, FOUNDER & CEO PRESSO R-STORE SPA

I COMMENTI

Si chiama Giancarlo Fimiani il fondatore di R-Store, primo Apple Premium Reseller italiano, protagonista di una crescita verticale negli ultimi 10 anni

96 PORTRAITS I 90 ANNI DI GRANDE STEVENS (DI A. CIANCARELLI)

98 PRIVATE BANKER WALL STREET NON TI RICONOSCO (DI U. BERTONE)

99 MONEY TALKS PERCHÈ CR7 È ANDATO ALLA JUVE (DI F. SPERTI)

100 IL CAPITALE UMANO LAVORO? ASCOLTATE GLI ESPERTI (DI R. RASIZZA)

101 DIRITTO&ROVESCIO CERTIFICHIAMO LE ASSOCIAZIONI (DI R. DI TIRRO)

102 QUI PARIGI APPUNTI DALLA DÉFENSE (DI G. CORSENTINO)

di Alfonso Ruffo

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a 70mila euro a oltre 68 milioni di fatturato in dieci anni. E, di pari passo, da 5 a 141 dipendenti dislocati nei sedici punti di vendita e assistenza aperti nel tempo in Campania, Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna e Basilicata. È il piccolo-grande miracolo compiuto dall’imprenditore napoletano Giancarlo Fimiani che ha fatto del negozio aperto con lungimiranza nel 2007 nel cuore della sua città, il primo Apple Premium Reseller nazionale: cioè R-Store. Appassionato di informatica fin da ragazzo, quando negli uffici si usava ancora la macchina da scrivere, Fimiani fondò in gioventù con alcuni amici un modulo commerciale che al tempo sembrò rivoluzionario. Uno spazio fronte strada dove poter usare i primi congegni inventati a Cupertino: i mitici MacIntosh, per scrivere e correggere tesi, relazioni, documenti e quindi stampare, archiviare, rilegare secondo le necessità. Un accenno di futuro che suscitò molta curiosità e si trasformò presto in una catena in franchising con affiliati in tutL’AUTORE ALFONSO RUFFO

ta Italia. Quell’esperienza giovanile fu fondamentale per costruire il successo futuro. Oggi Fimiani - che a dispetto dei suoi quasi 60 anni conserva l’aspetto di un ragazzone allegro e allampanato: quasi l’incarnazione dell’immagine evergreen del marchio che rappresenta - può festeggiare a ragion veduta. A parte la scommessa commerciale vinta («ma come… i computer… partendo da Napoli?»), R-Store ha allargato lo spettro dei suoi interessi anche nell’educational avviando una serie di programmi di cultura digitale con le scuole. Poi è stata la volta degli accordi con le università e principalmente con la Federico II per via della forte specializzazione, conosciuta e apprezzata, nel campo delle reti e dell’ingegneria dell’ateneo vesuviano. Tanto che quando la casa madre, Apple, un paio d’anni fa, decise di fondare in Europa un’Academy che portasse il suo nome per formare sviluppatori doc, la decisione dell’investimento cadde proprio sul fertile capoluogo campano. E come partner ideale di quella che è diventata la principale agenzia formativa del Paese nel vasto campo delle applicazioni immateriali, non poteva che essere scelto l’uomo cui è vietato dimenticare nelle sue preghiere Steve Jobs.

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PORTRAITS

L’economia è Grande, se è Stevens fa novanta Un convegno giuridico per festeggiare il 90° genetliaco dell'«avvocato dell'Avvocato». Un giurista finissimo che ha saputo conciliare finalità d'impresa e legalità di Angelo Ciancarella

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l diritto frena l’economia. Al contrario: il rispetto delle regole favorisce una crescita ordinata. Un contrasto insuperabile. Ogni tanto nasce qualcuno capace di applicare il diritto con sensibilità economica e di praticare l’economia con perizia giuridica; e perfino con un occhio attento alla deontologia professionale e rigore costituzionale sulla tutela dei diritti. La nascita infrequente avvenne 90 anni fa a Napoli, con l’arrivo di Franzo in casa Grande. Padre siciliano e madre di origine inglese, dalla quale avrebbe ereditato il secondo cognome, Stevens, come il colonnello Harold, voce italiana di Radio Londra e fratello della madre. Una famiglia che subì non poche angherie dal fascismo e l’educazione affettuosa ma severa ricevuta, favorirono la sua accoglienza a Torino fra i migliori intellettuali, giuristi e azionisti, da Bobbio a Galante Garrone. Le imprese chiedevano risposte ai loro problemi: giuridicamente e contrattualmente ineccepibili ma tempestive, capaci di evitare i contenziosi infiniti nelle aule giudiziarie. In poche righe Franzo esprimeva pareri e suggeriva soluzioni. Tutto ormai noto, rievocato nell’Aula Magna del Palazzo di giustizia di Torino il 13 settembre, giorno anniversario. Ma è tempo di cogliere una linea di fondo

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FRANZO GRANDE STEVENS

nella professione dell’avvocato versato all’eMerill Lynch (non comunicato al mercato), conomia. Consiste nel perseguire la stabilità per il riacquisto di azioni Fiat nella quantità degli assetti azionari, soprattutto di famiglia, necessaria a compensare la diluizione del attraverso gli strumenti di volta in volta poscapitale dopo l’aumento riservato alle bansibili, in Italia o all’estero. Si dirà che in tal che creditrici, non rimborsate alla scadenza modo ha tutelato il capitalismo famigliare, del famoso prestito convertendo. più che la competizione fra imprese. In tal modo la famiglia mantiene il controllo Ma la debolezza imprenditoriale italiana si del gruppo. è annidata nel capitalismo di relazione, una Infine nel 2014, con la fusione tra Fiat e Chrycaricatura del capitalismo familiare che è sler, Fca stabilisce la sede legale in Olanda invece sopravvissuto alla crisi globale ed è per avvalersi del voto maggiorato concesso anzi in crescita, non solo in Italia, almeno agli azionisti stabili, anche delle Spa quonella fascia delle medie imprese. tate. Dal 2012 lo strumento era auspicato Tre passaggi ben dal Piano d’azione DECENNI DI CONSULENZA E UN SOLO rappresentano la della Commissione GRANDE OBIETTIVO: PERSEGUIRE LA missione svolta con europea per la moSTABILITÀ DEGLI ASSETTI AZIONARI, successo da Grande SOPRATTUTTO DI FAMIGLIA (VEDI FIAT) dernizzazione del diStevens. ritto delle società e il Sono tutti riconducibili alla Fiat perché sono rafforzamento del governo societario, la cui i più noti, ma sono stati adattati a molti altri immediata lettura non era sfuggita a Franzo gruppi (a cominciare da Ferrero) e copiati Grande Stevens che lo propose a Marchionovunque. Nel 1987 trasforma in “accomanne (e nel giugno 2012 lo rivelò nell’intervista dita per azioni” la cassaforte di famiglia all’attuale direttore di Economy, apparsa su Agnelli, una Srl che non avrebbe potuto Panorama). mantenere la concordia e centralizzare il Decisioni complesse, che non si improvvicomando in una compagine partecipata da sano: infatti l’introduzione in Italia del voto decine di soci-parenti, desiderosi di dividenmaggiorato, voluta dal premier Matteo Rendi o smaniosi di realizzare plusvalenze. zi nel giugno 2014 (“decreto competitività” Nel 2005 sopporta le conseguenze giudizia91/2014), non riuscì a fermare l’esodo, che rie dell’equity swap contratto da Exor con avvenne qualche mese dopo, in ottobre.


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PRIVATE BANKER

Midcap addio, per Wall Street contano solo le "Big Tech" Alla Borsa Usa, metà degli scambi è concentrata ormai su colossi come Apple e Amazon. Nemmeno l'intervento dall'alto della Sec è riuscito a invertire la rotta di Ugo Bertone

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on passa giorno senza che in qualche angolo del pianeta non nasca un nuovo mercato, regolato o meno. Per non parlare delle famigerate "dark pool", al riparo da ogni forma di controllo. Ma, per paradosso, più nascono nuovi mercati - spesso dedicati a criptovalute o agli scambi su derivati più o meno sofisticati - più rischiano di ridursi gli scambi sulle vecchie azioni. Anche a Wall Street, come in Piazza Affari, le piccole e medie imprese fanno fatica ad imporsi all’attenzione degli investitori con il risultato che della metà degli scambi si sta concentrando su un numero limitato di colossi, Amazon ed Apple in testa. Una situazione potenzialmente rischiosa per gli investitori, la salute del mercato e per il ruolo del mercato azionario. Perché questo fenomeno? Tra le cause principali - così hanno pensato alla Sec, equivalente alla nostra Consob - c’è il disinteresse delle grandi case di investimento e degli intermediari, che non hanno alcun interesse ad occuparsi di società che comunque richiedono molto impegno senza un’adeguata contropartita. È molto più profittevole speL'AUTORE UGO BERTONE. TORINESE, EX FIRMA DE "IL SOLE-24 ORE" E "LA STAMPA", È CONSIDERATO UNO DEI MIGLIORI GIORNALISTI ECONOMICOFINANZIARI D'ITALIA

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LA SEDE DELLA SEC A NEW YORK

NON C'È PIÙ SPAZIO AL DI FUORI DELLE ATTIVITÀ SUI LEADER. E IN BANCA SI PUNTA SUL ROBOADVISING

cializzarsi in Apple od Alphabet piuttosto che d’allarme in arrivo dal mercato finanziario inseguire titoli che rendono poco o nulla. Per più importante. Uno studio di Patrick Artus, contrastare il fenomeno, la Sec ha avviato, responsabile della ricerca di Exane, segnala dunque, due anni il progetto "Tick Size Pilot l’effetto perverso del buy-back, sempre più Program" che ha coinvolto 1.400 small cap diffusi Oltreoceano per smaltire la pioggia con una capitalizzazione di 300 milioni di doldi quattrini provocata dalla riforma fiscale e lari ciascuna. In sostanza, la Consob ameridal rimpatrio dei tesori accumulati dalle corcana ha alzato d’autorità il livello delle comporations al di fuori degli Usa. Investimenti e missioni praticate sugli scambi. Dove prima dividendi hanno assorbito solo una parte deli titoli si potevano muovere di un solo centela cassa. Anche perché il riacquisto di azioni simo (da 5 dollari a proprie non riguarda CON QUESTO ANDAZZO, NEL 2038 GLI 5,01, per esempio) si solo gli azionisti ma INVESTITORI PRIVATI SI SARANNO è passati a 5,05, nel COMPLETAMENTE ESTINTI. RIMARRANNO anche i manager. E presupposto che più così, dai 400 miliardi SOLO ISTITUZIONALI E PRIVATE EQUITY oscillazioni avrebbero del 2016 Exane premosso più denaro e creato maggior interesvede che si salirà ad oltre mille miliardi di se tra gli operatori, spingendoli ad allargare dollari entro la fine dell’anno. Il risultato è l’area degli studi societari a titoli fino a quel che il flottante delle azioni dell’indice S&P momento ingiustamente snobbati. Un modo scenderà a fine 2018 del 4,5% con una forte per riattivare un flusso di assunzioni nel accelerazione del fenomeno: a fine dicemmondo delle banche, investite dalla "rivolubre, secondo l’economista, le azioni quotate zione fintech". Il progetto si è chiuso all’inizio sulla prima Borsa Usa si saranno più che didell’estate. Con quali risultati? Con le nuove mezzate rispetto all’inizio dell’anno Duemila regole, il costo per la compravendita delle (2,5 volte di meno per l’esattezza). Di questo azioni è salito del 34,5%, ma questo non è passo tra vent’anni, nel 2038, gli investitori bastato a spezzare l’indifferenza dei broker. privati saranno completamente estinti. In In particolare, è venuto meno l’obiettivo di faBorsa, a Wall Street e non solo, ci saranno vorire il reclutamento di colletti bianchi nelle solo istituzionali e fondi di private equity. banche, ormai votate ai robot: a Wall Street Insomma, dopo l’estinzione del parco buoi, (per ora) non c’è spazio al di fuori dell’attività ora tocca alla piazza finanziaria così come è su Apple o altri leader. Non è l’unico segnale cresciuta nel XX° secolo. La rimpiangeremo.


MONEY TALKS

È Res Non-Dom che ha convinto CR7 a trasferirsi alla Juventus E non è un partner d'attacco, ma la nuova tassazione introdotta dalla legge di Bilancio 2017 che consente agli stranieri di pagare solo 100 mila euro di imposte se spostano la residenza fiscale in Italia di Francesco Sperti

L

a vera ragione per cui Cristiano Ronal25.000 euro annuali. Infine, è prevista la todo è arrivato a giocare in Italia non ha tale esenzione dalle imposte sul valore degli nulla a che fare con necessità tecniimmobili all’estero (Ivie) e sul valore delle co-tattiche, sogni di una vita o velleità di vitattività finanziarie all’estero (Ivafe); vengono torie esaltanti: è meramente fiscale. Checpoi cancellati gli obblighi sul monitoraggio ché ne dica il diretto interessato (per il quale fiscale e (per non farsi mancare nulla) si giocare alla Juve «è il sogno di una vita») o prevede l’esenzione dalle imposte di suci tifosi, pagare solo 100.000 euro all'anno di cessione e donazione dei beni situati all’eimposte a fronte di decine di milioni guadastero (ovvero altri vincoli di destinazione: ad gnati in tutto il mondo sembra una ragione esempio il trust); in questo caso, dunque, ci più che attraente per convincerlo a lasciare potrebbe anche scappare l’esigenza di metil Real Madrid e andare ad alloggiare nelle tere in atto un bel passaggio generazionadolci colline torinesi. Una ragione che si le senza pagare un euro. E dire che la ratio chiama Resident non-domiciled Tax (RES della norma era quella di attrarre individui NON DOM) ed è la ad alto potenziale nuova tassazione – in- LA NORMA DOVREBBE ATTRARRE I RICCHI economico al fine di PER FARLI INVESTIRE QUI. MA IL VERO trodotta dalla Legge di agevolarne la dispoAFFARE L'HA FATTO RONALDO CHE POTRÀ Bilancio 2017 – escoginibilità ad investire DENUNCIARE ANCHE I REDDITI ESTERI tata per attrarre i non rilevanti capitali e riresidenti in Italia (disciplina similare ma ansorse finanziarie nel nostro Paese. Ma è mai cora più favorevole rispetto ad altre normaverosimile che il nostro eroe investa in Italia tive straniere). Si tratta semplicemente di (pagando qui le imposte ordinarie rivenienspostare la residenza fiscale in Italia, effetti dai relativi redditi) quando può investire tuare una opzione – ex art. 24-bis del TUIR all’estero e pagare solo un’imposta sostitu– in Dichiarazione, dopo aver presentato uno tiva? Peraltro, dalla lettura combinata degli specifico Interpello all’Agenzia delle Entrate, articoli 24 e 24-bis del Tuir e della Circolare ed il gioco è fatto. Il neo-residente pagherà 17/E/2017 dell’Agenzia delle Entrate, risulta una imposta sostitutiva di soli 100.000 euro che addirittura un soggetto che abbia opall’anno, fino ad un periodo massimo di 15 tato per il nuovo regime riesca anche a far anni; tale regime può essere esteso anche emergere che una quota del reddito di laai familiari (coniuge, figli, genitori, ecc..) per voro autonomo o dipendente sia prestato al i quali, però, l’importo è ridotto addirittura a di fuori del territorio italiano, con il risultato

di farlo rientrare, appunto, nella tassazione sostitutiva. Quindi se per esempio Ronaldo percepirà all’estero compensi per manifestazioni sportive o eventi, potrà far rientrare nella tassazione forfettaria anche questa parte del suo ingaggio riconducibile ad attività prestata fuori dai confini italiani. Il tutto, ovviamente, con buona pace del vecchio Principio di capacità contributiva. Che, in teoria, dovrebbe poter subire deroghe solo di fronte a interessi particolarmente meritevoli di tutela: pensiamo ai regimi agevolativi per “riportare a casa” i cosiddetti “cervelli in fuga”. Pare proprio che la “Ronaldo Tax” sia lontana da quei valori costituzionali che significano uguaglianza e capacità contributiva e riesca nell’impresa di raggiungere il contrario del proprio fine. Non è questa la strada maestra che l’Italia dovrebbe perseguire. Ospitare in Italia soggetti non residenti che mantengono i propri investimenti produttivi di reddito all'estero non serve al nostro Paese, perché semplicemente non comporta un aumento della ricchezza (se non per qualche sabato di shopping nelle vie della moda) e non alimenta le casse erariali. In Italia tutti siamo diventati tutti pazzi per Ronaldo, ma il vero affare lo ha fatto lui.

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IL CAPITALE UMANO

Urge difendere il lavoro, giusto. Ma coi consigli degli specialisti Il recente "Decreto Dignità" è stato un'occasione sprecata per innovare davvero, valorizzando gli enti, come le agenzie per il lavoro, che stanno dando di più al Paese di Rosario Rasizza

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ossibilisti sì, polemici no. E dunque, parlando del decreto dignità, partiamo appunto dai fatti. Moody's, l’agenzia di rating più autorevole del sistema, ha rinviato il giudizio sull’Italia in attesa di "avere una maggiore visibilità sulla direzione delle politiche del Paese”. Su quel decreto, l’Agenzia ha rilevato che "riduce la flessibilità ed è improbabile che porti a un aumento concreto dei contratti a tempo indeterminato in Italia". Una mozione di sfiducia, e non espressa dal primo opinionista di passaggio. Del resto, penso che l’incertezza sia il vero nemico. Gli imprenditori sono preoccupati e preferiscono adottare logiche prudenziali. Temono un proliferare di conflittualità che farà solo lavorare di più gli studi legali. Non capiamo davvero perché si sia affrontato in questo modo un tema delicato. Sarebbe bastato convocare le parti e ascoltare i pareri di chi opera sul mercato. Noi non siamo contrari a rivedere le norme e siamo sempre disponibili al miglioramento continuo. In realtà, l’esperienza e la conoscenza profonda del mercato del lavoro che abbiano noi, agenzie per il lavoro, sono mistificate e poco riconosciute. Eppure, è anche grazie a noi che centinaia di migliaia di persone vengono avviate al lavoro. Oltre il 30% di chi passa da un’Agenzia per il Lavoro viene assunto a tempo inde-

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ROSARIO RASIZZA, AMMINISTRATORE DELEGATO OPENJOB METIS E PRESIDENTE ASSOSOM

terminato. Noi non viviamo sulla precarietà. Tutto questo non ci colloca forse come sogL’alternativa qual è? Il lavoro nero? Le aziengetto attivo nel mercato del lavoro che va de non possono sempre garantire il tempo ben oltre quell’idea pregiudizievole di noi che indeterminato perché si muovono su un ci ritrae come dispensatori di precarietà? mercato complesso e non sempre preveCi sono poi le innovazioni operative, che trodibile. Inoltre, oggi un punto fondamentale vano spesso nelle Agenzie una fonte di efdella nostra attività è la formazione mirata ficace creatività. Ad esempio, sul dramma all’inserimento lavorativo stabile. C’è infatdel caporalato, Openjobmetis ha appena ti una stretta correlazione tra le attività di lanciato sul mercato una App, Agriforjob, di Forma.Temp - un Fondo per la formazione cui siamo orgogliosi perché riesce oggettiprofessionale finanziato con un contributo, vamente a tutelare lavoratori e datori lavoro a carico delle Agenzie per il Lavoro, pari al nel sopperire a esigenze impreviste, dettate 4% delle retribuziomagari dal meteo, LA NOSTRA APP AGRIFORJOB ni lorde corrisposte gestendo assunzioni È UN ESEMPIO DI INNOVAZIONE ai lavoratori somin chiaro, con la traAPPLICATA ALLA TUTELA ministrati - con la sparenza e l’efficienDELLA DIGNITÀ DEL LAVORO domanda espressa za dell’informatica. dal mercato: il che qualifica l’istituto della In generale, la formula della somminisomministrazione come efficace strumento strazione esclude qualsiasi forma spuria e di politica attiva: abbiamo 243.337 persoillecita di rapporto di lavoro. E non a caso, ne formate ogni anno, 37.574 corsi attivati, Agri4job ha già suscitato molti riscontri, 200 milioni di risorse spese, più 69 milioni già dall’ultima vendemmia. Ha ragione in politiche passive. Il 60% dei lavoratori in il ministro Di Maio nel richiamare tutti al somministrazione hanno partecipato a un rispetto della legge contro il caporalato, corso di formazione e Forma.Temp garantie appunto la formula della somministrasce un lavoro ad almeno il 35% dei corsisti. zione nel settore agricolo - che Agriforjob La formazione è del resto uno degli elefluidifica - permette alle imprese di rimenti centrali così come lo sono le prespettare la legge senza perdere efficienza. stazioni welfare, garantite tramite l’Ente È solo un esempio di innovazione apBilaterale Ebitemp, che sostiene, tutela e plicata alla tutela della dignità del laagevola i lavoratori in somministrazione. voro. Ma è un esempio eloquente.


DIRITTO&ROVESCIO

Le associazioni rifioriscono se certificano la loro qualità

LA CERTIFICAZIONE ISO 9001:2015 STA CONQUISTANDO LE PROFESSIONI NON ORDINISTICHE

Naturalmente le procedure per conseguire il risultato sono complesse ma la consulenza come quella di Ask Advisory può aiutare di Roberto Di Tirro

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ROBERTO DI TIRRO

on oltre 150 mila certificazioni valide per migliorare l’autocontrollo e fornire magdelle 451 mila di tutto il resto d’Eugiori garanzie e competenze. ropa, l’Italia è in cima alla classifica Quando un’Associazione certifica il monitoeuropea per il tasso di adesione alla Certiraggio delle proprie attività e dei processi dai ficazione ISO 9001:2015, una norma interquali esse nascono e focalizza l’attenzione nazionale di qualità recepita dall’Uni (Ente sulla crescita e sulla qualità dei propri asnazionale di normazione), di carattere volonsociati, il mercato percepisce un forte valore tario, applicabile a qualsiasi organizzazione aggiunto e si sente tutelato da un circolo virpubblica o privata, grande o piccola, con lo tuoso che, partendo dai servizi e monitoraggi scopo di indicare come deve essere realizdella Associazione, garantisce che l’Associato zato un sistema di gestione per la “Qualità”. sia di riferimento ed affidabilità riconosciuta. All’insegna di un principio di fondo: la ricerca L’esigenza c’è, al punto da aver indotto il ledi un miglioramento continuo. gislatore all’approvazione, nel gennaio 2013, Eppure, nonostante della legge 4 - “DiUN'ASSOCIAZIONE CHE SI CERTIFICA questo primato, la sposizioni in materia IRRADIA CREDIBILITÀ SU TUTTI norma non è ancora di professioni non orI SUOI ISCRITTI E RAVVIVA ben conosciuta dalle ganizzate” - allo scoLA PROPRIA LEGITTIMITÀ aziende, ancor meno po anche di definire dagli utenti finali e assai poco dalle associai principi e criteri generali che disciplinano zioni di categoria e di professionisti. l’esercizio autoregolamentato dell’attività E invece la certificazione volontaria è un’opprofessionale (ad eccezione di tutte le proportunità potenzialmente rivoluzionaria per fessioni il cui esercizio presuppone l'iscriziochiunque si occupi di rappresentanza, perne a un ordine o un collegio professionale). ché aggiunge una funzione nuova e qualiMa per le associazioni che vogliamo accoficante ad organizzazioni che spesso, nella starsi alla certificazione si pone il problema rivoluzione permanente delle relazioni ecodelle procedure, non banali. Nel progettare nomico-industriali, hanno almeno in parte un Sistema di Gestione per la Qualità ci guivisto scemare il ruolo storico - sindacale e/o da, certo, la normativa stessa, che fornisce professionale - che le aveva fatte nascere. tutte le regole da rispettare. Ma la normativa Ma qualcosa sta cambiando e numerose asdeve essere interpretata con la necessaria sociazioni stanno accostandosi alla pratica esperienza e capacità di ottimizzazione e della Certificazione Uni En Iso 9001, proprio sintesi. Le organizzazioni più piccole tendo-

no solitamente ad approcciare in proprio il percorso de- scritto o a rivolgersi a consulenti improvvisati. In realtà tale approccio può comportare ingenti sprechi di risorse, in quanto un percorso di certificazione gestito superficialmente quasi sempre dà come risultato la bocciatura della domanda o quantomeno l’inutilità degli strumenti di controllo proposti. Del resto, il mercato ancora relativamente piccolo di queste attività circoscrive a pochi specialisti le competenze necessarie a guidarne l’implementazione. Un gruppo di questi specialisti è, ad esempio, quello riunito in Ask Advisory, una realtà di consulenza che ha gemmato anche Academy ASK, un centro di formazione permanente sui temi dell'information technology, del trasporto e logistica, di cui è inoltre socio l'avvocato Andrea Arnaldi, fondatore e titolare dello Studio Lexant, tra i più attivi sul fronte della certificazione. Ask Advisor ha la peculiarità di porsi nel ruolo di intermediario fra l’azienda e l’Ente di Certificazione, garantendo una comunicazione chiara ed efficiente tra le diverse controparti, dando un aiuto concreto ed evitando che l’ottenimento della certificazione si trasformi in un inutile esercizio di burocrazia. Nel corso del 2018 associazioni come Acmi (credit manager), Aiti (tesorieri) e Andaf (direttori finanziari) hanno conseguito la certificazione Iso 9001:2015 con il supporto di Ask.

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QUI PARIGI, APPUNTI DALLA DÉFENSE

Stop ai sans travail da 6 mila euro al mese Il governo Macron, su input del Medef - la Confindustria francese - ha deciso di rivoluzionare la vecchia indennità di disoccupazione che, per via di lauti assegni ai manager licenziati, ha finito per generare un debito enorme di Giuseppe Corsentino

PER FAVORE, SPIEGATELO AL MINISTRO DEL LAVORO LUIGI DI MAIO CHE “REDDITI DI CITTADINANZA” O “REDDITI DI INCLUSIONE”, PER DIRLA NELLA NEOLINGUA DELLA POLI-

tica ai tempi di Facebook e della propaganda continua - ma più semplicemente indennità di disoccupazione troppo generose (e troppo lunghe nel tempo) - sono il modo sicuro per congelare il mercato del lavoro e far crescere all’infinito l’esercito dei senza lavoro. Nella Francia dell’odiato (dai nazional-populisti nostrani) Emmanuel Macron lo hanno capito, tant’è che il governo e la ministra del Lavoro Muriel Penicaud (che prima di arrivare a Matignon era la direttrice HR del gruppo Danone, tanto per dire la differenza) hanno deciso di riformare profondamente, cioè cambiare da cima a fondo il sistema di “assurance chômage” (assicurazione disoccupazione) che risale ai “gloriosi” anni ‘50 e che, in questo lungo periodo, ha generato un debito contributivo enorme e paradossi come indennità di disoccupazione (allocation chomage) di 5-6mila euro mensili a favore di manager e dirigenti licenziati e senza lavoro che corrono a iscriversi al Pole Emploi, l’ufficio del lavoro francese, e poi, magari, si spostano a Londra per farsi la loro società personale via prestanome per non correre il minimo rischio. Questo sistema, generoso (a tutti i livelli, non solo per le fasce alte, anzi) e quindi costosissimo, ha potuto funzionare (e funziona tuttora) con tutti i governi e tutti i presidenti, socialisti o repubblicani, per la semplice ragione che la Francia s’è potuta permettere una gestione del debito pubblico meno inquieta

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rispetto a quella italiana. Ora che il debito ha superato anche qui i 2mila miliardi di euro e sfiora il 100% del Pil, è diventato inevitabile individuare (per sigillarle) le fonti degli sprechi. Il sistema di protezione sociale per disoccupati e senza lavoro, è una di queste se si pensa che la “sorgente” di tutti i flussi finanziari, la Contribution sociale généralisée, inventata nel 1991 dal governo del socialista Rocard (ovviamente col nobile obiettivo di tenere tutto sotto controllo) raccoglie oltre un migliaio di euro all’anno alimentandosi come una vera imposta e andando a prelevare il 9,2% dai redditi (di lavoro e d’impresa), il 9,9% dalle rendite immobiliari, l’8,6% dal gettito dei giochi. Dunque è questa Csg (le cui aliquote sono salite dell’1,7% nel 2017 senza risparmiare neanche le pensioni) il meccanismo da aggredire e smontare. Operazione non semplice perché essa rappresenta quel modello di welfare “à la française”, statalista, centralizzato e cogestito dalle parti sociali, cioè imprese e sindacati, che è l’anima della République, socialista e corporativa. Ma stavolta a dare il via al cantiere (di demolizione) è il nuovo presidente del Medef, la Confindustria francese, Geoffroy Roux de Bézieux, rampollo di una famiglia di antica nobiltà di toga (Ancien Régime, insomma), diventato imprenditore (con la prima catena di negozi di telefonini) dopo un passaggio alla direzione marketing di L’Oréal. Il neopresidente (eletto a luglio) ha fatto sapere alla Penicaud che “il faut changer les regles d’indemnisation du chômage pour inciter à la reprise d’emploi”, che bisogna rifare tutto il sistema se si vuole cancellare “lo scan-

dalo” (ha detto proprio così) di un Paese con un tasso di disoccupazione strutturale dell’8%, tra i più alti dell’Ocse mentre un imprenditore, quando cerca un saldatore o un operaio specializzato non lo trova. Roux de Bèzieux ha fatto una proposta precisa, immaginando un sistema come un missile a tre stadi. Il primo prevede una “indemnisation universelle forfaitaire”, interamente finanziata dallo Stato, con un ammontare fisso senza alcuna relazione con l’ultimo stipendio. Con il secondo stadio si rientra nell’area dell’assurance-chômage con una indennità legata al montante dei contributi versati dal lavoratore e dal datore di lavoro durante il periodo di occupazione. Particolare non secondario: quest’indennità non sarà gestita dalla Csg, cioè dallo Stato attraverso gli uffici del lavoro ma dalle parti sociali e con una “regle d’or” (punto non negoziabile, ha spiegato de Bezieux a Economy): il pareggio dei conti. E, infine, un terzo stadio, una sorta di “régime supplémentaire” interamente pagato dagli interessati e quindi riservato a manager e dirigenti d’azienda (gli stessi che oggi incassano indennità di 5-6mila euro a carico del Pole Emploi, come s’è visto). Passerà questa riforma che perfino il quotidiano economico Les Echos ha definito rivoluzionaria? Le otto organizzazioni sindacali e il Medef s’incontreranno a breve al Ministero del lavoro. Vedremo.



QUEL CHE RESTA DEL MESE in collaborazione con ILSUSSIDIARIO.NET

Più vigilanza e meno chiarezza l’occasione persa del crac Lehman La reazione dele autorità di controllo ha moltiplicato la burocrazia del sistema ma non ha saputo prevenire gli altri dissesti finanziari in tutto il mondo DI CHRIS FOSTER

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ehman Brothers è fallita 10 anni fa, lo si legge dovunque in questi giorni. In quegli anni lavoravo per una delle grandi banche globali. Faccio però fatica a riconoscere i momenti, i dettagli e le spiegazioni che leggo da anni su quella vicenda. Mi sembra di aver vissuto un’esperienza molto diversa da quella che la stampa e molti esperti raccontano. Nell’opacità dei ricordi di quei mesi, difficilissimi per me, cerco di raccogliere qualche spunto per due considerazioni, una tecnica e una politica. Comincio dalla prima. Il fallimento di Lehman non è stato un “black swan”, cioè un evento estremo, statisticamente parlando, e quindi del tutto imprevedibile. Il fallimento di Lehman è stato in sé, limitatamente al bilancio della banca - attenzione: Lehmann non era una banca ma un “broker dealer”, quindi soggetto alla regulation più leggera della Sec e non della Fed! Dettaglio chiave, ma molti giornalisti economici di oggi non si perdono in dettagli -, del tutto tollerabile in termini di perdite nette per il sistema e in parte immaginabile. Abbiamo forse visto di peggio, in termini di distruzione di valore, come il crollo del settore dotcom, i fallimenti di Worldcom ed Enron pochi anni prima di Lehman, il default russo in contemporanea con il disastro del Ltcm nel ‘99, il default e di molti paesi asiatici tra ‘97 e ‘98, l’insolvenza di decine di US

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UNA DELLE FOTO STORICHE CHE SEGNARONO DIECI ANNI FA LA GIORNATA DEL FALLIMENTO UFFICIALE DI LEHMAN BROTHERS

savings banks nei primi anni 90. Con Lehman, i soldi persi erano relativamente pochi. Chi ha perso tanto, allora? Le controparti di credito, ovvio. Chi erano? Molte, e fortunatamente molto diversificate: migliaia di risparmiatori, ignari ma sicuramente un po’ avidi e un po’ incompetenti in materia di rischi finanziari; decine di banche spesso europee. Quindi, primo punto, Lehman non è stata “la crisi”, ma un acceleratore della crisi. Allo stesso tempo Wall Street deve ringraziare Lehman come il salvatore del sistema, perché solo dopo LehL’AVIDITÀ DI WALL STREET SI MONETIZZA IN MODO NATURALE ATTRAVERSO L’INCOMPETENZA E L’AVIDITÀ DELLE SUE CONTROPARTI

man, la Fed (sotto la guida di Tim Geithner) e il governo (con Hank Paulson al Tesoro) hanno preso la decisione di agire in modo radicale. Ripeto il mio punto chiave: non era un evento inatteso. Goldman, Jp Morgan, Morgan Stanley tra i molti, avevano tagliato le linee di credito a Lehman da molti mesi. Tutti a Wall Street sapevano che se una banca doveva saltare, quella era proprio Lehman, mentre per Merrill Lynch una soluzione si poteva trovare e Bear Sterns era stata “consegnata” a JP Morgan pochi mesi prima. Aggiungo a questo un dettaglio utile per comprendere le dinamiche

di quei giorni. Un mio contatto ai vertici di una delle grandi banche d’affari mi disse poche settimane prima del fallimento: “everybody out there hates Dick Fuld, nobody will help him”. Aveva ragione. Fuld, Ceo di Lehman aveva pochi amici e in periodi di crisi è meglio essere amati che odiati. Credo molto al peso del “fattore Fuld” in questa vicenda. Nel frattempo, grandi investitori e intermediari europei continuavano avidamente a comprare dai geniali bankers di Wall Street la spazzatura dei loro bilanci bancari, inclusi prodotti Lehman e tutta la “carta subprime” che non veniva piazzata in Usa. Vengo adesso alla considerazione politica. La colpa della mega crisi 2008-09 è stata di quei criminali-cowboys strapagati della finanza americana che hanno messo in ginocchio il mondo per la loro smodata avidità senza scrupoli? Mah, forse sì, ma a me pare un’analisi insufficiente in un contesto in cui esistono dei regulators che ignoravano o sottovalutavano l’opacità, fino alla falsificazione, dei bilanci di grandi intermediari finanziari. L’avidità di Wall Street si monetizza in modo naturale attraverso l’incompetenza e l’avidità delle sue controparti (che sono state in quegli anni soprattutto europee, e questo, se permette, è un dato molto interessante). Sotto la spensierata regulation dei vari enti preposti, Sec e Fed in Usa, Fsa a Londra, Ba-


fin e Bundesbank in Germania, eccetera si è costruito con facilità il più colossale castello di carte della storia. Perché quasi tutti a Wall Street sapevano da mesi che il business model e il bilancio di Lehman erano ormai destinati a fallire, tranne la Sec, la Fed e la Fsa? Lo hanno scoperto solo il weekend del 10 settembre 2008? È più meritevole di biasimo un trader senza scrupoli che prende grandi rischi e specula contro il mercato immobiliare, oppure le decine di migliaia di super-dipendenti pubblici sparsi su tre continenti stipendiati per vigilare sui bilanci degli intermediari finanziari? . Ma c’è una seconda nota politica che si potrebbe fare. La gran parte della classe politica globale in quegli anni viveva sull’onda di una crescita drogata da debito, borsa esplosiva e mercato immobiliare residenziale in crescita senza sosta. Il sogno di ogni governo. Nessun politico aveva interesse a rallentare od ostacolare la corsa dei mercati verso il probabile COME HA POTUTO VERIFICARSI IL FALLIMENTO DI BANCA ETRURIA O ARRIVARE A UN PASSO DALLA CRISI IL COLOSSO DEUTSCHE BANK?

crash. Meglio lasciarli andare, sperando che la bolla scoppiasse dopo qualche anno in mano al prossimo governo invece di gestire i rischi del sistema bancario e della leva finanziaria eccessiva. E oggi? Le migliaia di dipendenti delle autorità di controllo si sono moltiplicate ulteriormente per “controllare meglio”, si suppone; si sono aumentati gli stipendi e le loro prerogative, grazie alla politica che ora vuole rivalersi sui banchieri. Così hanno anche danneggiato molte funzioni chiave del sistema finanziario soprattutto in Europa, hanno accettato e incoraggiato la crescente influenza politica nazionale e/o europea su di loro, ma non sanno ancora spiegarci né come può fallire una qualsiasi banca popolare dell’Etruria, né come si legge il bilancio della Deutsche Bank, che è forse ancora più grave. Speriamo di non dover affrontare ancora lo stesso argomento tra qualche anno, ma in salsa tedesca e non americana.

COSÌ GLI USA STANNO AFFOSSANDO L’ITALIA DI GIULIO SAPELLI

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ove sono gli Usa? È un interrogativo che inizia a proporsi e a riproporsi mano a mano che si dipana la lotta di potenza e di egemonia nel Mediterraneo. Mare o meglio lago atlantico ormai contendibile all’egemonia nordamericana che aveva sostituito l’egemonia britannica nel 1956, quando gli Usa con una mossa del cavallo avevano appoggiato Nasser e la sua nazionalizzazione del canale di Suez schierandosi contro i paracadutisti sul Sinai lanciati da Regno Unito, Francia e Israele, strappando ai russi il controllo dell’Egitto e poi via via abbattendo i partiti baathisti in Siria e in Iraq, e infine Gheddafi in Libia dopo l’11 settembre. I contendenti degli Usa non sono solo i russi, ma anche i francesi che hanno saldato l’influenza economica (il franco francese africano da dopo Bretton Woods sino a oggi) a quella militare (dal genocidio dei tutsi da parte degli hutu pro francesi all’esercito schierato nel sub Sahara) sconvolgendo antichi equilibri di potenza post-coloniali in guisa di contenimento della crescente influenza cinese, da Gibuti, a Suez e e a Tripoli. I cinesi si protendono nel Mediterraneo, dove sono propensi a negoziare con la Russia e con l’Egitto per aver meglio a disposizione la via verso l’Alto Adriatico passando per Suez e continuare così sino all’Artico indebitando Stati e impiegando il lavoro forzato in infrastrutture mai finite e pericolose. L’Italia è il vaso di coccio tra i vasi di ferro. La stella di Mattei brillò quando gli Usa si allearono con Nasser e scacciarono gli inglesi dal Mediterraneo proteggendo di fatto gli italiani in Libia e in Algeria: provocarono l’odio e la vendetta francese di cui l’eroico e mai compreso Enrico Mattei

fu la vittima sacrificale. Ora la storia si ripete: Russia e Cina si riavvicinano temporaneamente con le manovre militari e gli Usa non esprimono di contro una chiara strategia di contenimento. L’unica via utile alla sicurezza mondiale sarebbe un’alleanza nordamericana con la Russia contro la nascente egemonia cinese. Ma questo è assai difficile: la Cina crolla egemonicamente in Asia perché disvela un volto imperialista, ma trionfa ancora in Europa grazie ai quisling innumerevoli di cui dispone nell’eurocrazia e in molte nazioni europee, Francia e Italia in testa. Gli Usa sono troppo divisi nel loro establishment per poter condurre una politica di potenza che comprenda l’importanza strategica del Mediterraneo. La prima nazione a patirne profondamente è l’Italia, stretta appunto tra la sua borghesia vendidora che vive sull’erosione della sovranità e del potenziale di ciò che dovrebbe essere la Patria e invece per costoro è un suk con clienti stranieri, da un lato, e l’assenza strategica degli Usa dall’altro: solo l’Italia può garantire gli Usa per un nuovo equilibrio di potenza in Africa del nord e nell’Africa sub-sahariana. È necessaria una discussione pubblica su questo tema: rischiamo la decadenza dell’Italia.

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TALENT SHOW

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CI PIACE ALITALIA TORNA ALLO STATO? SE GUIDA BENE PERCHÈ NO? È sempre questione di uomini. Dal 1997 ad oggi i risultati migliori li hanno conseguiti Gubitosi, Laghi e Paleari

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apete qual è stato l’ultimo anno in cui il bilancio dell’Alitalia si è chiuso in utile netto? Era il 1997. E sapete chi deteneva, in quell’anno, la proprietà della compagnia? Lo Stato! E dunque, come diceva il presidente cinese Mao Zedong, “non importa se il gatto sia bianco o nero, l’importante è che prenda i topi!”. Parafrasando: non importa se un’azienda sia pubblica o privata, l’importante è che funzioni e faccia utili. Quindi, compiangendo le vesti che i puristi del liberismo in economia si stanno stracciando paventando l’annunciata nazionalizzazione dell’Alitalia, vien da dire: ben venga, se la gestione proseguirà sui binari in cui l’ha condotta finora il triumvirato di commissari – Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari – che non solo si sono rivelati bravi manager ma hanno dovuto fare il miracolo di rinegoziare contratti e impegni senza poter fornire ai loro interlocutori alcuna garanzia di durata sia del proprio mandato che dell’assetto dell’azienda. Immaginatevi com’è difficile chiudere un contratto annuale con una qualsiasi controparte se manca l’essenziale possibilità di promettere che, andando bene le cose, il rapporto proseguirà anche oltre l’anno! E come facevano i commissari a prendere impegni a lungo termine? Non li prendevano, e basta. Dunque, ancora una volta: è questione di uomini. Con l’eccezione dei due promotori Roberto Colaninno e Salvatore Mancuso – entrambi molto bravi, e purtroppo presto discordi – la cordata privata che rilevò l’azienda nel 2007 non ha fatto bene. Assai meglio hanno fatto i commissari del post-fallimento. Ora, largo allo Stato: purchè scelga “piloti” in gamba.

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Non importa che l’azienda sia pubblica o privata, basta che funzioni e faccia utili. Impariamo dalla gestione commissariale Non si può avversare in pubblico una legge quando a proporla è l’avversario, e poi avvalersene in privato: lo aveva fatto anche Prodi

essun moralismo: c’è una legge dello Stato italiano, pensata da Renzi e varata da Gentiloni, che permette ai residenti all’estero, stranieri o italiani che siano di nascita non conta, di trasferire la residenza in Italia ottenendo in cambio, dal fisco, una...flat-tax! Già, proprio così: l’esecrato strumento caro ai leghisti è stato introdotto per la prima volta in Italia nell’ordinamento fiscale, sia pure su scala ridotta, dal PD! E a giovarsene, con grande notorietà è stato Cristiano Ronaldo, che ha fregato il fisco di mezzo mondo, perché – salvandosi con questo magrissimo (per lui) ed unico versamento dei 100 mila euro – denuncerà in Italia, dove ormai risiede, anche i redditi maturati all’estero, che diventeranno per lui praticamente esentasse. Ma CR7 ci piace: se non altro, è un campione. Di cosa sia campone invece Davide Serra non è chiarissimo, dal momento che è un bravo finanziere ma non risulta medagliato. Sa gestire bene gli hedge fund: bella forza, avendoci il debito pelo sullo stomaco. Ha fatto però anche lui come Ronaldo e, bando ai moralismi, va bene così. Spiace però ricordare di quando – renziano della prima ora – massacrava i timpani agli italiani, trattandoci sostanzialmente come trogloditi civici – e soprattutto, appunto, fiscali – furbastri evasori, avversi al sacrosanto regime di austerity che lui predicava e che il suo beniamino di Rignano imponeva a tutti. C’è una poco onorevole tradizione di razzolamenti pessimi dopo tanto nobile parlare. Anche Prodi si avvalse della legge sulle successioni da lui tanto esecrata quando la voleva fare Berlusconi. Insomma, cari signori: un po’ di memoria qualcuno ce l’ha.

NON CI PIACE SE A ELUDERE IL FISCO SONO GLI APOSTOLI DELL’AUSTERITY Tra i primi a beneficiare della flat-tax voluta dal PD per i residenti all’estero, oltre a CR7, c’è il renziano Davide Serra


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DUETORRIHOTELS AI TURISTI CINESI: «VENITE, DA NOI PAGATE EASY» STORY-LEARNING, CHE COSA INSEGNANO QUESTE STORIE

Il mondo - e quello dell'economia e dei consumi, in particolare parla sempre più cinese, si sa. E così mentre in Italia molti operatori del settore turismo e dintorni stentano ad adeguarsi alle esigenze più basiche del mercato globale, nel nostro Paese c'è anche chi, invece, con intelligenza e tempismo sa cogliere le grandi opportunità offerte dalla digital transformation: è il caso del gruppo Due Torri che nell'anno del turismo Europa-Cina ha pensato bene di prendere i turisti del Paese del Dragone per... la tasca!

Te la dò la Cina! Il gruppo alberghiero sarà il primo, in Italia a offrire Alipay, la piattaforma lanciata nel 2004 da Alibaba che, con 300 milioni di utenti, controlla quasi metà del mercato cinese dei pagamenti online di Chiara Volontè

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aumento esponenziale della classe media oltre 30 milioni di euro e più di 250 dipendencinese, oggi arrivata a circa 350 milioni di ti – una vera eccellenza dell’hotellerie Made in persone, si traduce in nuove opportunità anItaly – sarà dunque il primo, in Italia, a offrire che per il turismo italiano. I numeri sono eloil servizio di pagamento Alipay, gestito da Ant quenti: durante il summit UE-Cina avvenuto a Financial Services Group, che costituisce un tiVenezia lo scorso gennaio Dai Bin, il presidente tolo preferenziale nelle scelte di consumo dei di China Tourist Academy (l’ente governativo cinesi quando viaggiano all’estero. La piattache promuove il tuforma è stata lanciata SECONDO LE ANALISI, LA PRESENZA rismo verso l’estero) nel 2004 da Alibaba, DI ALIPAY RAPPRESENTA UN TITOLO ha dichiarato che per uno dei maggiori porPREFERENZIALE NELLE SCELTE l’anno 2017 sono stati tali di e-commerce al DI CONSUMO DEI CINESI ALL'ESTERO quasi 1,5 milioni i visimondo, e ora controlla tatori cinesi in Italia, che si posiziona come terquasi metà del mercato dei pagamenti online za meta europea per numero di presenze. Dal in Cina, con 300 milioni di utenti. Un numero vertice è emerso anche che il turista cinese ha impressionante, avvalorato anche da un soncapacità di spesa, ama lo shopping ma sopratdaggio di China IntelliConsulting Corporation, tutto è guidato, nelle sue scelte, dalla presensecondo cui il 77,4% dei consumatori cinesi za del sistema di pagamento preferito, Alipay. sceglierebbe Alipay per i propri acquisti onliIndicazioni talmente importanti da catturare ne, mentre l’88,3% considera più affidabili e l’attenzione del Gruppo Duetorrihotels, che ha sicuri i siti di prenotazione che si servono di subito pensato come incentivare le prenotazioquesto sistema. Sono queste le cifre che hanno ni dei viaggiatori cinesi indirizzandole verso le convinto Duetorrihotels ad aprirsi al metodo proprie strutture. Il gruppo italiano di hotel Alipay, agevolando così in fase di prenotazione, leisure e business con un fatturato globale di i turisti cinesi. I pos degli alberghi appartenen-

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STORY-LEARNING

ti alla società sono stati abilitati ad accettare Alipay, favorendo i flussi di turismo dalla Cina. «Sì, siamo l’unico gruppo di hotel in Italia a offrire ai nostri ospiti la possibilità di effettuare i pagamenti dei loro soggiorni tramite Alipay – afferma Franco Vanetti, General Manager Duetorrihotels Spa – rientra nel nostro obiettivo di migliorare i servizi di tecnologia avanzata per creare un’esperienza migliore per i visitatori, eliminando le barriere linguistiche, culturali e di valuta per i turisti cinesi e per il nostro stesso gruppo».

GLI ASSET DI DUETORRIHOTELS: QUI IL BRISTOL PALACE (GENOVA)

L'HOTEL ALGA A MILANO

L'HOTEL DUE TORRI DI VERONA

IL BERNINI A FIRENZE

CON L'OPERAZIONE ALIPAY, IL GRUPPO HA ABBATTUTO I LIMITI DI PAGAMENTO DELL’HOTELLERIE ITALIANA, CONSOLIDANDO LA SUA REPUTATION

Un’attenzione, quella per il mercato del Paese del Dragone, che si inserisce anche all’interno di un percorso che l’azienda ha avviato già da diversi anni. Il gruppo Duetorrihotels nel 2016 ha ricevuto infatti per le sue 6 strutture – quattro luxury hotel (due dei quali membri di The Leading Hotels of the World e di Locali Storici d’Italia) e due business hotel a Milano

– la “China Outbound Tourism Quality Service Certification”, una certificazione di qualità per l’accoglienza del turista voluta dall’ente governativo China National Tourism Administration (CNTA) nel 2013. Questo riconoscimento attesta che gli alberghi del gruppo soddisfano

INCOMING, DALLA CINA CON FURORE Circa il 23% delle entrate turistiche. È la quota che rappresentano oggi i turisti con gli occhi a mandorla nelle destinazioni di tutto il mondo. Un numero che consacra la Repubblica Popolare Cinese in vetta alle classifiche globali per numero di viaggiatori. Secondo quanto venuto fuori nel summit UE-Cina di inizio anno, il 2017 ha registrato 129 milioni di turisti cinesi, e nei prossimi cinque anni si stima che raggiungeranno i 700 milioni. Per quanto riguarda l’Unione Europea, nel

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2017 sono stati quattro milioni i visitatori arrivati dalla Grande Muraglia, ma se a questi si sommano i cinesi già residenti in Europa che viaggiano nell’area o quelli che lavorano in un paese extra UE che non sia la Cina e vogliono visitare uno degli stati dell’Unione, il flusso annuo ha raggiunto i 12 milioni (e si calcola arriveranno a 20,8 all’anno nei prossimi cinque). Nel 2016 la popolazione cinese ha speso 261 miliardi di dollari per il turismo internazionale, con un aumento del 12% rispetto all’anno

precedente. Il presidente di China Tourist Academy ha puntualizzato che i viaggiatori cinesi sono sì attratti dall’arte, dallo shopping e dalla cucina, ma prediligono paesi, hotel e negozi in cui si possano utilizzare sistemi di pagamento tramite i circuiti Alipay, UnionPay, o WeChat. Secondo i dati di Alipay relativi all’estate 2018, invece, l’Italia ha registrato una crescita media di spesa da parte dei consumatori cinesi dell’87% rispetto al 2017, mentre il numero totale delle transazioni da parte degli utenti cinesi è cresciuto del 188%.

criteri e requisiti riconosciuti dagli acquirenti dimostrando che si può offrire un’esperienza di viaggio sicura e confortevole, proponendo soluzioni e prodotti diversificati, personalizzati e di alta qualità che corrispondano alle aspettative e alle esigenze del pubblico cinese. La partnership con Alipay giunge proprio nel 2018, anno in cui Ue e Repubblica Popolare Cinese si sono impegnate nella promozione congiunta del turismo sostenibile, favorendo le opportunità di investimento, facilitando i collegamenti aerei e il rilascio del visto turistico. E che l’adozione di Alipay sia una scelta lungimirante, che anche le altre catene alberghiere e gli store dovrebbero accogliere, si può evincere dalle parole di Pietro Calenda, responsabile per il mercato italiano della piattaforma di pagamento: «Viaggiare all’estero è uno dei maggiori desideri della popolazione cinese. In particolare, in Italia la maggioranza dei turisti cinesi dichiara che lo shopping con Alipay è un’occasione irripetibile per comprare avvantaggiandosi di un ottimo tasso di cambio e per arricchire la propria esperienza di viaggio. Per i merchant e i brand è un’opportunità per accogliere facilmente i cinesi, dando loro l’opportunità di trovare negozi e prodotti preferiti e di pagare come a casa via mobile, avviando una relazione anche dopo il ritorno in Cina».



STORY-LEARNING OIL&GAS

«Non si diventa grandi se non si fa squadra coi fornitori» È il mantra di Maire Tecnimont, leader globale nell’impiantistica industriale e nel downstream petrolifero: per il gruppo «cooperazione fattore abilitante» di Vincenzo Petraglia

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e realtà aziendali vincenti non possono prescindere da un’efficace e sinergica supply chain. Non è un caso che un colosso come il gruppo Maire Tecnimont, fra i maggiori player globali di impiantistica industriale, punti da sempre sulla perfetta integrazione di tutti i partner della sua filiera, come dimostra anche l’organizzazione, per il secondo anno consecutivo, dell’evento “Seenergy” a Milano. Un momento per affrontare insieme a tutti i partner in modo sempre più efficace le sfide del mercato energetico globale che ha chiamato a raccolta ben 70 amministratori delegati di società partner, che rappresentano complessivamente quasi 900 miliardi di euro di fatturato e una forza lavoro di 4 milioni di persone nel mondo. «Il procurement – ha detto Fabrizio Di Amato, chairman and founder del gruppo – è una delle leve su cui puntiamo di più e la cooperazione fra noi e i nostri partner è la chiave per innovare ed essere competitivi sul mercato internazionale». Una strategia che paga, visto e considerato che Maire Tecnimont è presente in ben 40 Paesi con un organico di circa 5.500 dipendenti e 3.000 collaboratori, in

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IN BASSO PIERROBERTO FOLGIERO E FABRIZIO DI AMATO, CEO E FOUNDER DI MAIRE TECNIMONT

grado di produrre l’anno scorso ricavi per non c’è più nulla, per cui solo collaborando 3,5 miliardi di euro (+45% rispetto al 2016) diversamente con i fornitori si può tirare e un utile netto di 126,6 milioni (+48%), con fuori quella riserva di valore formidabile che un portafoglio ordini di 7,2 miliardi di euro. questo settore ancora possiede. Poi si tratQuotata in borsa da dieci anni, ha fatto delle terà di dividerla fra noi e i clienti». “Seenerbest practices il suo punto di forza, esporgy” serve appunto «per ascoltare le idee dei tando ovunque tecnologia e business orgapartner e renderli compartecipi nelle sfide nization e diventando leader nel mercato incomuni», ha precisato Folgiero. All’evento, ternazionale in engineering&construction, durante il quale sono stati assegnati anche technology&liceni “Seenergy 2018 Best sing, energy business IL CEO FOLGIERO: «PER ANNI L’OIL&GAS Performing Partners” È STATO COMODO, MA OGGI CHE DI development&ventuai fornitori-chiave e COMODO NON C’È PIÙ NULLA, SE NON SI res, con competenze più performanti, ha COLLABORA NON SI È COMPETITIVI» specifiche nell’impartecipato come piantistica, soprattutto nel settore idrocarospite anche Andrea Guerra, presidente buri (oil&gas, petrolchimico e fertilizzanti), esecutivo di Eataly, il quale ha sottolineato oltre che nella power generation e nelle inche «la diversità oggi è un fattore prezioso, frastrutture. «Il downstream è un business per cui bisogna essere capaci non di creare molto vivo, oltre che sui mercati storici quali ma di abbattere i muri e di superare i confini Medio Oriente e Russia, anche in Usa e Sudtra le società per poter crescere e dar vita Est asiatico, ma bisogna far costare meno gli a un nuovo modello di business». Una sorta impianti, fare efficienza ed efficacia, e l’unidi osmosi dunque fra i vari player, che traca leva per poterlo fare è collaborare con i valica il classico modo di interfacciarsi con partner – spiega i fornitori, dove ognuno pensa al proprio Pierroberto Foltornaconto di breve periodo. «Condividere giero, ceo di Maire costi e ricavi con tutti i partner della filiera – Tecnimont – per chiosa Folgiero – oggi è quantomai strategidecenni l’oil&gas co, perché se anche solo un partner cerca di è stato abituato a avere margini più alti a scapito degli altri, a stare comodo, ma rimetterci sono tutti, innanzitutto in termini oggi di comodo di competitività».


ENGINEERING STORY-LEARNING

Innovando si vola alto. Da Napoli fino in Brasile È la parabola vincente di Protom, l’azienda specializzata in ingegneria dei trasporti e IT che grazie alla vocazione tecnologica è sbarcata anche a San Paolo di Alessandro Luongo

I

nternazionalizzazione, ricerca e innovazione. Sono questi i driver della crescita verticale di Protom, azienda italiana specializzata in Advanced Engineering e Information Technology, che tra il 2011 e il 2017 ha investito più del 15% del fatturato in progetti di ricerca. Protom, che ha quartier generale a Napoli e una sede anche a Milano, proprio grazie a quegli investimenti, oggi lavora con big player dei comparti metalmeccanico, aeronautico, ferroviario e automotive, come Leonardo, Piaggio Aerospace, Airbus, FCA, Hitachi Rail Italy e Rolls Royce. Di recente, con il supporto di finanziario di Simest (la società della Cassa Depositi e Prestiti, controllata al 76% da SACE, che sostiene le imprese italiane sui mercati esteri) l’azienda ha anche acquisito la brasiliana Ambra Solutions e aperto, grazie a questa operazione una sede commerciale a San Paolo. «Il Brasile – spiega il presidente Fabio De Felice – è un Paese con un potenziale altissimo, in forte ripresa dopo anni di crisi e instabilità. E il distretto tecnologico di São José è un’eccellenza a livello globale nell’ambito dell’IT e dell’aerospazio, con molte realtà innovative, prima fra tutte

IL ROTORCRAFT, PROTOTIPO DI ELICOTTERO DI ULTIMA GENERAZIONE, DI CUI PROTOM È CORE-PARTNER. SOTTO: FABIO DE FELICE

Embraer, che ha qui il suo più grande sito produttivo». Insomma, per Protom, quello nel Paese del Pan di Zucchero è un posizionamento strategico, perché così il suo team potrà entrare in contatto con i clienti storici di Ambra come Mercedes, Avibrasm Safran e UTC-Goodrich, oltre alla stessa Embraer. Il business del gruppo guidato da De Felice, come detto, si articola su due verticali tecniche: l’IT orientata alla realizzazione di progetti, prodotti e servizi ad alto valore aggiunto nell’ambito della digital transformation e l’Advanced engineering concentrata sui trasporti. Questa seconda divisione, forte delle competenze provenienti dall’acquisizione di un ramo di azienda di Piaggio Aerospace, si è aggiudicata diversi progetti nell’ambito di Clean Sky 2, il programma UE “Horizon 2020” che punta a produrre velivoli smart, sempre meno inquinanti ed efficienti dal punto di vista energetico. Tra questi, Costar (Compact innOvativeSmarT Actuators for next generation Rotorcraft), per il quale Protom è core-partner, già salito alla ribalta nel giugno 2017, quando il primo prototipo del Compound Rotorcraft, elicottero di ultima generazione del colosso Airbus, realizza-

to in partnership con Triumph Actuation Systems Uk, era stato presentato a Parigi. Da allora, i successi del gruppo italiano nei progetti Clean Sky 2 si sono moltiplicati, continuando ad esempio con Spain, un programma che offre nuove soluzioni d’isolamento termo-acustico per i velivoli della General Aviation europea. Il consorzio guidato da Protom e operante per il progetto Itemb, inoltre, ha utilizzato i materiali compositi per disegnare un nuovo standard per la baia carrello, raggiungendo risultati ben oltre le attese, per performances e impatto ambientale. L’obiettivo presente e futuro del gruppo – 180 dipendenti e 20 mln di fatturato nel 2017 – è quello di essere per i propri clienti «un change manager, in grado di fornire prodotti e servizi tali da supportarli nella progettazione e realizzazione di cambiamenti strategici – chiosa De Felice – l’acquisizione di Ambra è per noi il punto d’ingresso nel mercato del Sud America. Ma stiamo lavorando per aprire anche in Cina e Medio Oriente». Per quanto attiene all’Italia, invece, Protom da poco è entrato in Elite, il programma di Borsa Italiana per le imprese ad alto potenziale, nato in collaborazione con Confindustria nell’obiettivo di supportare il percorso di crescita legato all’innovazione e internazionalizzazione.

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STORY-LEARNING IL PAESE CHE CRESCE

COLLABORAZIONE TRA BOSCH E CERES POWER

UNO STABILIMENTO BOSCH PER LA REALIZZAZIONE DELLE NUOVE CELLE

La multinazionale vuole sviluppare nuove celle a combustibile Il gigante tedesco Bosch ha da tempo avviato una nuova fase di sperimentazione sulle celle a combustibile per nuovi sistemi di alimentazione elettrica. Per questo ha stretto una partnership con Ceres Power, società inglese – con sede a Horsham – specializzata in questa tecnologia. L’obiettivo è sviluppare la fase successiva della tecnologia per celle a combustibile ad ossidi solidi (SOFC). Inoltre, Bosch ha in programma di acquisire una quota di partecipazione azionaria del 4% in Ceres Power. Le due aziende hanno siglato

un contratto di collaborazione e di licenza per l’ulteriore sviluppo della tecnologia e la messa in produzione di piccoli volumi presso Bosch. Ceres Power svolge un ruolo primario nello sviluppo della tecnologia SOFC di prossima generazione. La strategia prevede la commercializzazione della tecnologia mediante una produzione di massa con lo scopo di impiegare i sistemi SOFC in città, industrie e data center, ma anche come fonte di alimentazione elettrica di punti di ricarica per veicoli elettrici.

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L’AGENZIA CHE TRATTA SOLO IMMOBILI DI PREGIO

UNO DEI SOCI DI VESTA IMMOBILI

Vesta Immobili punta forte sulle zone di Milano di alto profilo

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«Siamo targettizzati su Milano città e, in particolare, sulle zone di alto profilo, con immobili dai 400mila euro in su». È questa, per Bruno Zappia, la mission di Vesta Immobili, agenzia fondata nel 2010 insieme ad altri tre soci e che ha deciso fin da subito di collocarsi in un segmento di mercato particolarmente interessante, non soggetto ai consueti “alti e bassi” che invece riguardano le abitazioni con prezzi meno alti. «Quando abbiamo aperto – spiega ancora Zappia – non avevamo molte risorse economiche e abbiamo cercato di rivolgerci a un target eterogeneo. In realtà già nel primo trimestre ci eravamo

riposizionati e abbiamo notato che il target più elevato era quello più dinamico e che garantiva i risultati migliori». La differenza tra un’agenzia immobiliare tradizionale e una che si rivolge a un pubblico più abbiente la fanno i dettagli: foto curate, linguaggio adeguato, capacità di relazione anche con persone di un ceto sociale elevato. «Milano – continua Zappia – funziona molto a settori: i clienti che abitano in una certa zona tendono a rimanerci. Gli unici che sono disposti a muoversi sono quelli che cercano soluzioni particolari, come gli attici, di cui non c’è grande disponibilità».

L’AZIENDA DI TLC CHE GUARDA A STARTUP E PA

DAVIDE POSSI, SOCIO FONDATORE DI PIRAMIS

Piramis è la più grande realtà di distribuzione nel mondo delle telecomunicazioni «Piramis nasce nel 2002 e in 16 anni diventa la più grande realtà di distribuzione nel mondo delle telecomunicazioni in Italia. Oggi il gruppo formato da 8 società presenti in 18 regioni, 38 sedi, 40 Piramis Store, coinvolge oltre 1000 collaboratori di cui 350 consulenti, 350 dipendenti, 300 collaboratori esterni; conta più di 42.000 clienti business con oltre 500.000 utilizzatori dei propri servizi. Ogni mese oltre 1000 nuove aziende e più di 15.000 nuovi utilizzatori, tra business e consumer, scelgono

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i servizi Piramis». Racconta così l’azienda di cui è socio fondatore Davide Possi. Una realtà che ha saputo affermarsi rapidamente condividendo la mission e la vision di Vodafone, diventa negli anni un Excellent Partner Platinum. La stessa partnership ha reso possibile negli anni lo sviluppo di nuove opportunità di business, Piramis diventa quindi partner anche nel mondo consumer e nel mondo Pubbliche Amministrazioni e gestisce tutta la parte di Vodafone Global Enterprise.

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STARTUP-TELLING: IMMAGINARE IL FUTURO Innovare significa ribaltare concezioni e idee che sembravano radicate da secoli. È il caso di Stramba, la startup che ha rivoluzionato il concetto di armo velico e che promette di rendere la nautica un po’ più ecosostenibile. Sailogy, invece, si pone come più importante player nel settore della nautica da diporto in affitto.

ANCHE CON UN’IDEA “STRAMBA” SI PUÒ NAVIGARE COL VENTO IN POPPA Una vela completamente rovesciata capace di generare una portanza superiore a qualsiasi armo fin qui progettato. È la startup Stramba, che ha già ottenuto un round di finanziamento da oltre un milione di euro di Marco Scotti

A

lbert Einstein diceva che «la logica vi pornautico, italiano, con un significato che cosenterà da A a B, l’immaginazione vi porterà te di capire che si tratta di qualcosa di diverso dappertutto». Deve aver ragionato in questo dal solito. Operativamente, il primo brevetto è modo Daniele Mingucci - romagnolo, laurea in di inizio 2011, frutto di qualche mese di lavoro lettere e fondatore di un’agenzia di comunicae di ricerca. Per dare corpo all’intuizione serzione - quando si è domandato se la tradizioviva qualcosa di più e il 5 agosto 2014 è nata nale forma delle vele la società, con un picIL PROGETTO DELLA VELA di una barca dovesse colo capitale sociale il RIVOLUZIONARIA VIENE essere immutabile cui 50% era il confeBREVETTATO NEL 2011, MENTRE NEL nel tempo o se, invece, rimento del brevetto 2014 VIENE CREATA LA STARTUP si potesse provare a stesso». rovesciarla. Da un’idea che poteva essere bolSi tratta di un albero a “U” rovesciata, senza il lata come “folle” o “stramba” è nata proprio boma (cioè la vela principale) in mezzo, che Stramba, una startup innovativa che ha visto consenete di svolgere un lavoro simile a quella luce il 5 agosto del 2014 e che ha ricevuto lo effettuato dall’ala di un’aereo. Inoltre, viene da Mingucci il brevetto - registrato nel 2011 garantita maggiore velocità e manovrabilità della vela di nuova concezione. «Si tratta - racalla barca. La promessa è di un incremento conta il fondatore della startup - di un termine delle prestazioni e una maggiore efficienza,

117


STARTUP-TELLING

in modo da ridurre l’impatto ambientale della nautica, che oggi alcuni considerano come responsabile di una percentuale tra il 2,5 e il 4% delle emissioni totali mondiali. Stramba nasce per ottenere dal vento e dal mare il massimo nel totale rispetto dell’ambiente. Si può dire che il primo focus è sulla performance, ma in realtà anche la qualità della vita di bordo è al centro del progetto. Soprattutto, però, l’ottimizzazione di una performance “regalata” dal vento offre l’opportunità di consumare meno carburante e di inquinare molto meno. Figlio di un ingegnere, Mingucci fino allo scorso anno non aveva neanche la patente nautica, ma aveva già portato a termine qualcosa di rivoluzionario: rovesciare l’armo velico. Alla

base di tutto c’è la portanza: la particolare piedi (circa 15 metri) in tempo per l’estate del configurazione di questo dispositivo, infatti, 2019 e per il salone nautico di Rimini. consente di realizzare dei veri e propri proIl mercato potenziale delle imbarcazioni da fili alari asimmetrici, semplici da manovrare, diporto è particolarmente allettante: soltanto issare e ammainare. Una volta terminato in Italia si stima che sia intorno ai 2,3 miliardi il processo creativo, restava da capire come di euro, con una crescita rispetto all’anno presviluppare all’atto cedente a doppia cifra. pratico l’idea. Per que- OGGI LA NAUTICA CONTRIBUISCE A UNA Stramba, dal canto sto, si è deciso di non QUOTA TRA IL 2,5 E IL 4% DELLE EMISSIONI suo, sta ottimizzanGLOBALI. STRAMBA OFFRE SOLUZIONI intervenire su barche PROPRIO PER MINIMIZZARE L’IMPATTO do il nuovo armo per già esistenti, ma di remetterlo a disposizioalizzare un armo che potesse essere applicato ne di tutti i cantieri nautici. Il segmento di rifea qualunque tipo di imbarcazione. L’obiettivo, rimento è quello del lusso, che sta registrando piuttosto ambizioso - ma dopo aver rovesciato i picchi di crescita più significativi e che sta una vela, “sky is the limit” direbbero gli angloregistrando, da solo, quasi il 49% del totale sassoni - è quello di varare una barca da 46 degli ordini. La fase due del progetto, poi, è invece dedicata alla progettazione di soluzioni dedicate ai grandi mercantili. Per quanto concerne gli sviluppi industriali, è ormai evidente che l’energia eolica stia diventando una strada quasi obbligata incentivata facesse da market making – ci spiega – e che lavorasse con velocità e trasparenza. Nel mercato del noleggio delle barche, quando siamo arrivati noi, mancava la possibilità di fare una prenotazione online e di ricevere la conferma istantaneamente. Noi

invece

possiamo

offrire

questo

servizio tramite un software proprietario

La app per l’affitto delle barche che piace anche agli “angeli” L’azienda fondata da un ex manager Ferrari ha appena concluso un round di finanziamento da 10 milioni ottenuti da 27 soci diversi. La ricetta del successo è la promessa che non ci sarà nessuna sorpresa

che consente di avere una connessione immediata tra l’utente e la società. Non siamo l’Airbnb delle barche, lavoriamo solo con aziende di charter professioniste. Inoltre, abbiamo eliminato le astuzie tipiche del mercato, come ad esempio la tassa di soggiorno, le lenzuola a parte e via dicendo. In realtà non abbiamo inventato nulla, abbiamo fatto una cosa normale ma che funziona moltissimo perché i clienti non hanno voglia di perdere tempo».

U

n mercato a livello mondiale da 50

Manlio Accardo e che ha appena concluso

Sailogy, quindi, nasce nel 2012 e oggi può

miliardi di dollari e la possibilità di

un round di finanziamento da 10 milioni

contare sulla partecipazione di 60 tra

diventarne uno dei leader globali

di dollari raccogliendo denaro da 27 soci

persone fisiche e giuridiche. Tra queste, c’è

con una quota tra il 5 e il 10%. È questo

differenti. Accardo è un ex manager Ferrari

solo un fondo pubblico-privato: TI Venture

l’obiettivo

di

con la passione per le barche che nel 2012

del Canton Ticino, che ha tra i suoi obiettivi

Sailogy, una startup nata dall’intuito di

ha deciso di fondare un’azienda «che

quello di stimolare l’economia ticinese

118

estremamente

ambizioso


anche da normative che saranno in vigore soprattutto nei mari del Nord. Il futuro, probabilmente, sarà caratterizzato da sistemi di propulsione ibrida in cui i motori e le vele lavoreranno insieme. Stramba è in prima linea per cercare di cavalcare una trasformazione dell’intero settore navale che promette di modificare dalle fondamenta la nautica. Per raggiungere risultati migliori, l’azienda di Mingucci ha stretto diverse partnership prestigiose. La prima è con il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Bologna (che ha un team che ha collaborato con Luna Rossa durante la Coppa America del 2013). Inoltre, Stramba ha iniziato a collaborare con i Cantieri Zuanelli di Padenghe sul Garda, che consentiranno di realizzare barche di oltre 20 metri con diverse soluzioni di materiali e allestimento. Ancora: la partnership con lo studio di designer Q-Id - che vanta collaborazioni con Ferrari, Ducati,

Kawasaki, Yamaha e MV Agusta - , ha portato alla realizzazione di interni ed esterni di pregio. Ovviamente un progetto così ambizioso ha bisogno di adeguati finanziamenti. Il primo round, lanciato nei mesi scorsi, ha ottenuto

circa 1,2 milioni di euro provenienti non tanto da fondi di venture capitale, ma da investitori privati che hanno creduto nel progetto, cercando, più che un’opportunità di massimizzare in tempi rapidi, un’idea innovativa su cui puntare. «Oltre alle ovvie preoccupazioni legate al finanziamento - spiega Daniele Mingucci - il focus principale è quello della ricerca e sviluppo. Abbiamo risposto in sequenza a tutte le

domande e ai dubbi che ci venivano sottoposti studiando soluzioni e affinando il progetto, lavorando sempre con l’obiettivo di trasformare queste “incertezze” in punti di forza, gli stessi su cui intendiamo costruire il nostro vantaggio commerciale. Sì, perché questi anni di lavoro ci hanno insegnato che non ci si deve esercitare a capire “se” funzionerà: occorre mettersi in gioco e farlo funzionare. Paradossalmente, siamo partiti dall’idea di una persona senza competenze specifiche e il progetto è cresciuto proprio sulla capacità di costruire un dialogo e un piano operativo in cui le competenze dei singoli e la visione finale hanno saputo interagire coinvolgendo professionisti di livello e imprenditori in una avventura condivisa e molto ambiziosa. Proprio questo approccio ci ha consentito di dialogare efficacemente anche con i finanziatori: è un progetto che prima di tutto appassiona tutti quelli che sono coinvolti. E non è poco...».

attraverso

LE PARTNERSHIP GIÀ STRETTE SONO CON I CANTIERI ZUANELLI, LA FACOLTÀ DI INGEGNERIA DELL’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA E LO STUDIO DI DESIGN Q-ID

società

della galassia H-Farm, che si occupa di

il CEO di Sailogy – abbiamo lanciato un

virtuose. TI ha poco più del 7% del capitale

fare una sorta di Airbnb delle barche. È

servizio di white label con Beneteau,

di Sailogy. «Ci siamo sempre trovati molto

complementare a noi, ma sfrutta una serie

primo cantiere navale al mondo che è

bene con gli “angel” – continua Accardo

di funzioni che abbiamo in comune, come il

anche quotato in borsa. Questo colosso

– anche se è molto faticoso. Ma ha due

SEO e la gestione della clientela. Non è un

ha lanciato un progetto – “band of boats” –

enormi vantaggi: semplifica la governance

caso che questa società stia crescendo a

che è un vero e proprio punto di riferimento

e permette di ampliare sempre più la platea

ritmi vertiginosi, del 100% anno su anno».

per la nautica. Uno dei servizi offerti, quello

di potenziali soci».

Un’altra differenza tra Sailogy e Anthlos

di locazione, è gestito direttamente da

Il 23 giugno scorso, Sailogy ha completato

è che la prima fa pagare solo a chi vende,

noi e dal nostro software. Per il momento

l’acquisizione

Yachting,

applicando una fee, mentre con la seconda

non abbiamo altri accordi all’orizzonte,

società leader in Germania per noleggi

è anche il cliente che si accolla parte delle

ma sappiamo dove vogliamo arrivare.

di imbarcazioni che offre consulenza e

spese. Ma un mercato da 50 miliardi

Andiamo dritti per la nostra strada perché

assistenza ai turisti tedeschi. Si tratta di

di dollari complessivi non può essere

vogliamo diventare leader di mercato a

una società storica, nata nei primi anni ’90

aggredito esclusivamente da una startup,

livello globale, visto che già lo siamo in Italia

che, dopo una serie di passaggi di mano, è

servono partnership con i “giganti” del

e Germania. C’è la clamorosa opportunità

stata acquistata dalla società di Accardo

settore. «A marzo di quest’anno – conclude

di creare un soggetto che possa arrivare a

l’investimento

di

Master

in

grazie a un round di finanziamento da 10

detenere tra il 5 e il 10% del totale. Stiamo

milioni di dollari. E il futuro sembra essere

parlando di cifre che oscillano tra i 2,5 e i

particolarmente positivo. «Uno degli aspetti

5 miliardi». Sailogy oggi ha sede nel Canton

che ci fanno più gola – spiega ancora

Ticino, ma ha una società di servizi a Milano

Accardo – è quello del mercato P2P,

e una sede in Germania, oltre ad avere uno

nonostante sia particolarmente complesso,

staff francofono interamente dedicato

perché sta andando molto forte in Francia

al servizio “band of boats”. L’organico, al momento, è di 40 persone. Ma è destinato

e Usa. Per questo motivo abbiamo acquisito Anthlos.com, un’azienda nata all’interno

IL FONDATORE DI SAILOGY MANLIO ACCARDO CON UNO DEI SOCI

a crescere ancora.

119


STARTUP-TELLING IL NUOVO CHE AVANZA

CROWDFUNDING, ULULE LANCIA IL PITCH PITCH

IL PROSSIMO 26 SETTEMBRE APPUNTAMENTO A ROMA CON IL PITCH PITCH DI ULULE

Il nuovo appuntamento dedicato ai progetti innovativi arriva dal 26 settembre Mettere in mostra le belle idee, creare sinergie, fare network e sostenere la nuova generazione di startupper, maker e creativi: questo lo scopo dei Pitch Pitch di Ulule, il nuovo appuntamento mensile che sbarca anche in Italia per sostenere il lancio di nuovi progetti che si affidano alla forza del crowdfunding per crescere. Agli eventi di Montreal, Parigi, Toronto e Barcellona si aggiungono ora quelli di Roma, che si svolgeranno presso il Talent Garden Poste Italiane. I primi appuntamenti in programma nella Capitale

sono quelli del 26 settembre 2018 (ore 19.00), rivolto a tutti i progettisti maker, designer, artisti e imprenditori, del 25 ottobre 2018 (ore 19.00), dedicato invece esclusivamente ai progettisti audiovisivi (lungometraggio, cortometraggio, video, webserie, documentario) e del 16 novembre (ore 19.00), il Pitch Pitch dal titolo “Made in Italy” pensato in particolare per i progetti artigianali. Con il Pitch Pitch creativi, maker e startup potranno creare la propria campagna di crowdfunding sulla piattaforma Ulule.

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ACCORDO TRA SIXTHCONTINENT E SOISY Sarà possibile utilizzare il pagamento a rate delle “shopping card”

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Sixthcontinent.com, il social commerce che aumenta la capacità di acquisto delle persone, e Soisy, la piattaforma di social lending, hanno stretto un accordo di collaborazione. Gli utenti di SixthContinent potranno finanziare gli acquisti di shopping card dei loro marchi preferiti attraverso il pagamento rateale di Soisy. Si tratta di una nuova modalità di pagamento che si aggiungerà al ventaglio di scelte già a loro disposizione: gli utenti, in questo modo, trarranno vantaggio dalla possibilità di pagare i loro acquisti a rate e a tassi più convenienti rispetto a quelli offerti da finanziarie tradizionali.

Dall’altra parte, gli investitori di Soisy vedranno aumentare le opportunità d’investimento entrando in contatto diretto con un’ampia comunità di utenti particolarmente sensibili alla possibilità di ottenere condizioni d’acquisto vantaggiose. Ma la community di Soisy si compone anche di numerosi acquirenti che, grazie a questo sodalizio, potranno aderire a SixthContinent e conoscere le offerte disponibili sul portale. Il funzionamento è molto semplice: gli utenti di SixthContinent potranno scegliere normalmente le card desiderate tra oltre tremila brand, ma al momento del check-out potranno selezionare il pagamento a rate.

IL MATRIMONIO? ECCO COME DIVENTA SMART

ECCO LE QUATTRO SOLUZIONI PER RENDERE PIÙ TECNOLOGICO IL GIORNO PIÙ BELLO

Quattro soluzioni per rendere più tecnologico il vostro grande giorno Si è appena diradata l’eco mediatica del matrimonio dei “Ferragnez”, ma il periodo è ancora quello caldo per il fatidico sì. Ecco quindi quattro soluzioni tecnologiche per rendere il matrimonio al passo con i tempi. La prima riguarda l’abito dello sposo su misura e made in Italy, grazie a Lanieri – il primo e-commerce dedicato all’abbigliamento maschile. Perché non solo le future mogli hanno diritto a scegliere con cura l’outfit con cui presentarsi all’altare. E per rendere indelebili

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i ricordi del matrimonio ci si può affidare ai droni di WeddingDrone, il servizio creato da Immodrome, startup incubata presso il Politecnico di Torino. Per il viaggio, poi, meglio scegliere qualcosa di nuovo e diverso dal solito, come una vacanza in barca a vela tramite Sailogy. Infine, potrà forse mancare l’imprescindibile karaoke? Con Karaoke One, infine, si avrà accesso a una vastissima piattaforma internazionale con moltissimi brani e che porta sullo smartphone l’intrattenimento video-musicale.

PIETRO CESATI, CEO DI SOISY

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DOMANDE &OFFERTE

SPECIALE FLOTTE Perchè le vendite di auto alle aziende stanno andando così bene? Perchè, probabilmente, l'uso professionale degli automezzi induce chi deve decidere su questo livello di investimenti ad agire subito, constatando come molti fattori concorrano a rendere convenienti in questa fase gli acquisti e a non rimandarli

128 LA FINANZA HA FAME E COSÌ IL FOOD DIVENTA LA NUOVA FRONTIERA DEGLI INVESTIMENTI

130 TURISMO ZERO EMISSION COME VISITARE LA SICILIA IN E-CAR E SENZA PENSIERI PER LA RICARICA

133 IMPRESE&SOSTENIBILITÀ CARA IMPRESA, SCEGLI UN NATALE SOLIDALE, CON SAVE THE CHILDREN

VOLA IL BUSINESS DELL'AUTO. SOPRATTUTTO SE AZIENDALE

L'andamento delle vendite estive ha premiato l'offerta destinata alle cosiddette "flotte". Il rinnovo è in parte trainato dalla necessità di adeguarsi alle nuove normative ecologiche e ai nuovi gusti degli automobilisti di Franco Oppedisano e immatricolazioni di auto aziendali 5,8%, crescono le immatricolazioni per delle vanno bene, anzi vanno addirittura meauto aziendali per ogni tipo di alimentazione, glio del mercato dell’auto in generale. In Italia soprattutto elettriche, ibride e gpl, che reginel mese di agosto, normalmente sempre un strano tassi di incremento supero al 50%. po’ sottotono, le vendite di veicoli intestati a Questi sono i numeri, ma la realtà è molto più società (incluso noleggio e leasing) sono crecomplicata. Il panorama che hanno di fronte le sciute del 15% e rapcase automobilistiche, ORMAI LE IMMATRICOLAZIONI presentano il 44,7% le aziende clienti, le DESTINATE AI PARCHI AUTOMEZZI del mercato, con una imprese e i professioDELLE SOCIETÀ RAPPRESENTANO crescita della quota nisti è fatto di nuove IL 44,7% DEL MERCATO TOTALE di quasi due punti normative, campagne rispetto allo stesso mese dello scorso anno. di stampa, decisioni delle amministrazioni loNei primi otto mesi dell’anno, poi, le autovetcali, cambiamento delle abitudini e, soprattutture vendute alle aziende sono cresciute del to, del sentiment dei consumatori che deriva 4,8% e con una quota di mercato del 47,4%. da tutti questi fattori. Tutti gli esperti del setUn risultato che ha largamente compensato tore o quasi sono convinti che andremo verso il calo delle immatricolazioni dei privati. Ad una mobilità, anche aziendale, che sarà elettrieccezione di quelle a benzina, che calano del ca e questo finisce per avere un suo peso, ma-

L

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DOMANDE&OFFERTE

SPECIALE FLOTTE gari per ora non ancora decisivo, nelle scelte di acquisto dei potenziali clienti. Ma, nonostante i passi aventi fatti negli ultimi anni, la “mobilità a zero emissioni” che ha cominciato da qualche anno a fare capolino nei concessionari non è in grado di soddisfare tutte le esigenze degli utilizzatori, specie di quelli che hanno bisogno dell’auto per lavoro. E nessuno sa immaginare con un certo grado di sicurezza quando avverrà. Lo dimostrano le previsioni sul mercato italiano per i prossimi anni. Le hanno fatte, o meglio hanno tentato di farle sia l’Unrae, l’associazione che riunisce le case

automobilistiche straniere presenti in Italia, sia l’Aniasa di Confindustria che raggruppa le aziende del noleggio. Le stime che emergono sono la migliore fotografia dell’incertezza che LE AUTO ELETTRICHE ED IBRIDE INSIEME, SECONDO ANIASA, ARRIVERANNO AL 12% DEL MERCATO TRA SETTE ANNI E AL 17% TRA DODICI

vive il settore. Per l’Unrae nel 2025 la quota di mercato delle auto con un motore termico (nel 2017 al 88%) sarà del 61% e cinque anni dopo sarà quasi dimezzata scendendo al 35%.

Per Aniasa, invece, la quota del mercato italiano delle motorizzazioni tradizionali rimarrà nel 2025 all’80% (46% diesel e 34% benzina) e nel 2030 scenderà di soli tre punti arrivando al 77%. Ancora più evidente è scostamento per quanto riguarda le auto elettriche ed ibride che insieme per Aniasa arriveranno al 12% tra sette anni e al 17% tra dodici, mentre per Unrae arriveranno al 27% nel 2025 e avranno esattamente la metà del mercato nel 2030. Nessuno in questo momento può vendere certezze e, in questo scenario, si naviga a vista. Le flotte aziendali restano, comunque, la lo-

Mobilità urbana e vetture green, work in progress in casa Bmw La casa tedesca ha lanciato un road-show in tutto il mondo per "ascoltare" sul tema l'opinione di cittadini e stakeholder di Franco Oppedisano

P

CARL FRIEDRICH ECKHARDT, CAPO DEL CENTRO MOBILITÀ URBANA DELLA BMW

potrebbe dire di tutto e anche il contrario

designer e architetti. L’obiettivo è ascoltare,

di tutto. Ma dietro la mobilità individuale

discutere e capire, senza preconcetti o una

c’è un’industria che non può permettersi

tesi predefinita, alla ricerca di soluzioni,

di sognare. Deve effettuare le scelte

possibili e condivise. E comprendere quale

giuste, fare gli investimenti necessari e

ruolo può avere Bmw in questo periodo di

sperare di azzeccarci. Per questo Bmw

transizione. Al road show sono associati

dobbiamo

sta facendo il giro del mondo per chiedere,

la firma di un memorandum di intenti, il

andare, per dove dobbiamo

appunto, dove deve andare. L’iniziativa,

via di un progetto pilota per testare sul

andare»? Chiedeva Totò a un

chiamata City in Progress, sinora è stata

campo le nuove forme di mobilità urbana

vigile urbano milanese in un celebre film.

a Los Angeles, Shenzen, Melbourne e a

e, dulcis in fundo, un'indagine campione

La medesima domanda se la sta ponendo

Rotterdam. In ogni tappa di questo road-

tra i cittadini, sulle loro esigenze di

anche una grande casa automobilistica

show che proseguirà ancora il prossimo

mobilità e le loro preferenze. I dati sono in

come Bmw. C’è molta confusione sotto il

anno, l’azienda automobilistica ha riunito

fase di elaborazione e i risultati saranno

sole. Nessuno sa dire con certezza come le

quelli che definisce gli stakeholder, ovvero

presentati a Berlino tra un mese, ma

persone si muoveranno tra dieci o quindici

coloro che per vari motivi si dedicano alla

Milena Pighi, responsabile dei programmi

anni. Motori elettrici, auto autonome

mobilità

amministratori

di Corporate Social Responsability del

condivise, veicoli connessi che precedono i

locali alle associazioni, dalle università alle

gruppo, ha voluto anticiparli, in parte, a

nostri bisogni. Se si lavorasse di fantasia si

aziende che si occupano di mobility service,

Economy. «Se, da una parte, gli addetti

er

«

124

andare

dove

urbana,

dagli


Fabrizio Piastra, direttore vendite flotte di Renault Italia

comotiva dei numeri in crescita delle auto a batterie. Le statistiche elaborate da Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) dicono che le aziende hanno acquistato oltre l’85% dei 3088 i veicoli a zero emissioni immatricolati in Italia nei primi otto mesi del 2018, con un incremento del 145%. Ma sono ancora numeri piccolissimi. «Pur parlando di volumi contenuti in un mercato dell’elettrico che stenta a crescere in modo decisivo» conferma Fabrizio Piastra, Direttore vendite flotte di Renault Italia «la sempre crescente attenzione alle alimentazioni alterai lavori chiedono una velocizzazione del passaggio alle vetture elettriche» spiega la manager «la maggior parte delle persone comuni intervistate chiedono all’azienda di continuare a produrre auto premium con motore termico. Anche i problemi, visti da differenti punti di vista, sono diversi: gli stakeholder vedono soprattutto i problemi di inquinamento legati alle emissioni delle auto, mentre ai cittadini danno fastido le difficoltà di parcheggio e il traffico». «La condivisione dell’auto, i propulsori elettrici, guida

l’interconnessione, autonoma

fino

rappresentano

alla un

cambiamento epocale di abitudini» sembra replicare Carl Friedrich Eckhardt, capo del Center of Competence Urban Mobility di Bmw, «Per questo hanno bisogno di tempo e di esperienze dirette. A Berlino abbiamo chiesto agli abitanti di un intero quartiere di fare a meno delle proprie auto, ricoverandole in alcuni garage, e abbiamo fornito loro un parco di vetture da condividere. A Rotterdam, invece, stiamo cercando di capire con un progetto pilota come possiamo incoraggiare i possessori di auto ibride plug-in a utilizzare l’auto solo con il motore elettrico. E il prossimo anno speriamo che City in Progress possa fare tappa a Milano».

DA NON TRASCURARE L'EVOLUZIONE CHE INVESTE IL NOLEGGIO A LUNGO TERMINE so periodo dello scorso anno. «Nel 2018» native sta progressivamente sensibilizzando il racconta Christian Catini Corporate&fleet mondo delle aziende ad un utilizzo dei veicoli sales manager di Mercedes-Benz Italia «non elettrici per lo svolgimento delle attività quosi sono ancora registrate differenze signifitidiane. In tale contesto, negli ultimi 3 anni abcative rispetto al passato e le alimentazioni biamo assistito ad un importante incremento diesel rappresentano oltre il 90% delle nostre delle vendite della nostra gamma 100% eletvendite. Nonostante ciò, abbiamo rilevato una trica Renault Z.E. di circa il 60% (rispetto al richiesta sempre crescente di motorizzazione 2016) nel mondo delle piccole e medie imprealternative e alcune grandi aziende stanno se. Da non tralasciare l’altrettanto importante modificando le proprie car list introducendo evoluzione che si è potuta notare nel mondo versioni ibride. Probabilmente nel corso del del noleggio a lungo termine, dove l’incre2019 avremo le prime evidenze di questo mento è stato sensibilmente maggiore, grazie cambiamento di tendenza nelle flotte, anche ad una formula “tutto incluso” che permette al favorita da un’offercliente di apprezzare CHRISTIAN CATINI (MERCEDES): ta di prodotto ibrido appieno tutti le qua«ABBIAMO RILEVATO UNA RICHIESTA sempre maggiore e lità di un veicolo eletSEMPRE CRESCENTE DI MOTORZZAZIONI allineata alle esigenze trico». Il rovescio della ALTERNATIVE ED IBRIDE di business». medaglia delle motoInsieme al noleggio a lungo termine, che lo rizzazioni elettriche sono quelle a gasolio che, scorso anno poteva vantare una flotta di quadallo scoppio dello scandalo del dieselgate in si 800 mila veicoli e quest’anno è cresciuto poi, sembrano essere diventate la radice di ancora, proprio le auto ibride, soprattutto tutti i mali. Tanto che si moltiplica il numero a benzina, ma anche a gasolio, oltre alle più delle grandi città, anche italiane, che ha in protradizionali motorizzazioni a metano e gpl, gramma di vietarne la circolazione. potrebbero potrebbero essere un fattore deUna misura draconiana che sta provocando cisivo per lo sviluppo del mercato delle auto un calo delle vendite in tutta Europa, tranaziendali. È certo che i numeri attuali (quasi ne che in Italia. Più efficienti ed economiche, 20 mila auto ibride vendute in 8 mesi) e tassi sono state scelte in due casi su tre dai fleet di incremento delle vendite alle società (+55% manager italiani che nei primi otto mesi del rispetto al 2017) iniziano a farle diventare un 2018 ne hanno acquistate oltre 426 mila, con fenomeno da tenere in considerazione. una crescita di quasi il 5% rispetto allo stes-

SPECIALE FLOTTE 125


DOMANDE&OFFERTE

SPECIALE FLOTTE

La 500 più sportiva di tutte strizza l'occhio alle imprese

necessari per la gestione». Tre allestimenti (Urban, Cross e City Cross) la 500x avrà due nuovi motori a benzina, FireFly Turbo 1.0 da 3 cilindri e 120 cavalli e il FireFly Turbo 1.3 da 4 cilindri e 150 cavalli che consentono un risparmio del 20% sul carburante e È ad oggi l’unica auto ad avere in prima istallazione un programma una riduzione percentuale identità del rudi gestione del parco auto sviluppato da Mopar, il Fleet Connect. more rispetto ai motori diesel. L’auto si inteAlessandro Grosso: «E il nostro crossover ha molte altre esclusività» gra perfettamente con lo smartphone grazie di Franco Oppedisano a uno schermo touch screen da 7 pollici e al collegamento con Apple Car ed Android. Ed ma di gestione del parco auto sviluppato da re anni fa era una pillola blu di Viagra è dotata di serie il Lane Assist, lo Speed AdMopar, il Fleet Connect, che sarà disponibile finita nel serbatoio che la faceva divisor e il Traffic Sign Recognition Finora il dal prossimo mese. «Siamo riusciti a renderventare più grande, più potente, “ready for crossover di Fiat è entrata nel parco auto di la ancora più bella, e non era facile» racconaction”, pronta all’azione. Quest’anno Fca ha oltre trecento grandi imprese in Europa, e il ta Alessandro Grosso, Responsabile Emea voluto tirare in ballo il film “Ritorno al fusuccesso del modello può continuare, anche fleet & business sales turo” e uno dei suoi protagonisti, Doc Chriin Italia, perché l’arriLA APP SVILUPPATA DA MOPAR «ma oltre allo stile stopher Lloyd, per portare una coppia degli vo della nuova 500X È CAPACE DI FORNIRE INFORMAZIONI questo crossover ha Anni Cinquanta ai giorni nostri e illustrare coincide con una verSULLA MANUTENZIONE DEL VEICOLO altri tre punti di forla tecnologia della vettura. Lo spot è sempre sione aggiornata delE UN REPORT PERSONALIZZABILE za: la connettività, la molto divertente e lancia la l’ultima versiola campagna promosicurezza e le motorizzazioni. Poi grazie alla ne della Fiat 500X. Con nuove luci a led che zionale “Bonus Impresa” chiamata “Choose Uconnect live con gli esclusivi servizi Mopar fanno il proprio debutto su un’auto Fiat, payour Best” che assicura sconti per le piccole connect fleet, è capace di fornire informaraurti maggiorati e dumper firmati, la più imprese e professionisti, ma anche con il zioni sulla manutenzione del veicolo e anche sportiva della gamma 500 sarà importante lancio di “Buy By the Mile”, un’offerta che un report personalizzabile sull’attività del anche per le flotte perché sarà l’unica auto consente al cliente di pagare una rata menparco auto dal quale emergono tutti i dati ad avere in prima istallazione un programsile proporzionata ai chilometri percorsi.

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DOMANDE&OFFERTE

Anche alla finanza piace mangiare italiano I colossi globali e dell’investimento (del fashion system) sono sempre più “golosi” di etichette storiche del food&wine made in Italy. Ed è una gara ad accaparrarsele prima che i prezzi salgano alle stelle di Sonia Sbolzani

I

l primo a solleticare l’interesse della fiprese alimentari – per lo più di piccole-medie nanza e del lusso verso i marchi della gadimensioni, eccetto pochi casi come Barilla e stronomia italiana, facendone intuire le Ferrero – si assicurano i capitali per crescere, eccezionali potenzialità, forse è stato Oscar managerializzarsi e proiettarsi su scala interFarinetti con l’esperienza vincente della catenazionale, aprendo eventuali filiali all’estero na Eataly che ha trainato l’immagine del made (è il caso di richiamare Cova, che già nel 2009 in Italy gourmet nel mondo. In effetti da qualaveva inaugurato una “boutique del dolce” che anno a questa parte, i colossi della moda ad Hong Kong, seguita poi da altri negozi). Ai e dell’investimento sono quanto mai “golosi” motivi per cui i giganti del lusso si orientano di etichette storiche decisamente in questo SE I GIGANTI DEL LUSSO PUNTANO della tradizione del senso va aggiunto il SU DI LORO PER DIVERSIFICARE, LE PMI Bel Paese e sembrano timore di un ridimenDEL FOOD&WINE ITALIANO CERCANO fare a gara per accasionamento del loro UNA COMFORT ZONE FINANZIARIA parrarsele prima che valore di mercato, per i prezzi salgano alle stelle. Chi non ricorda il cui tutti sono alla ricerca di nicchie diverse – “duello” che Prada e Lvmh ingaggiarono qualmetaforiche “comfort zone” finanziarie – poche anno fa a Milano per acquisire la blasonatenzialmente proficue nel lungo termine (è ta pasticceria Cova? Questa, alla fine, è passata noto che nel breve periodo la filiera agro-aliin mani francesi, mentre Prada “si è rifatta la mentare in genere non garantisce ritorni molbocca” con Marchesi. Da Dolce&Gabbana ad to alti). E così anche i fondi di investimento, Armani, da Cavalli a Trussardi, dal patron di pur ragionando in prospettiva speculativa, Diesel Renzo Rosso a Marzotto, sono sempre hanno cominciato a condividere tale approcpiù numerose le maison che puntano sulla cio, rendendo compatibili con i loro “appetiti ristorazione/hotellerie e sul cibo tricolore di bestiali” rendimenti che una volta sarebbero alta qualità in ottica di diversificazione e di sembrati solo “antipasti”. brand extension, con l’obiettivo di offrire uno Un tuffo nel caffè “stile di vita” a 360 gradi. Dal canto loro, affiL’ultimo nome clamoroso del fashion system a dandosi ad acquirenti di questo calibro, le im-

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inzuppare la brioche nel cappuccino, per così dire, viene dal mondo della biancheria intima: si tratta del marchio napoletano Yamamay di proprietà della holding Pianoforte che è titolare anche dei brand Carpisa (borse, valigeria) e Jaked (costumi da bagno). Ebbene, presto nelle città vedremo i primi YamaCaffè, il cui prototipo dovrebbe sorgere a Milano in zona Cordusio all’interno di un nuovo concept store Yamamay da 1000 metri quadrati, dove oltre che fare shopping sarà possibile fruire di caffetteria e ristorante. Il progetto, che sarà sviluppato internamente all’azienda senza ricorrere a partner specializzati, intende diventare anche il trampolino di lancio della griffe nel settore dell’home decor accessibile. Ad ogni modo il vincolo tra fashion e food è sempre più stretto, come dimostrano altri investimenti recenti nella ristorazione da parte di aziende del settore moda. In pentola è finito anche Renzo Rosso, patron di Diesel, che ha aperto il Bistrot Glorious Cafè sempre a Milano, nella centrale Piazza San Babila (in collaborazione con Autogrill). Di fatto il capoluogo lombardo si conferma apripista e leader anche in questo ambito, essendo già da qualche tempo teatro delle “prove ai fornelli” di nomi importanti quali Trussardi (ristorante


Trussardi alla Scala), Dolce & Gabbana (quel Nessuna sorpresa quindi se il banchiere AlesGold successivamente chiuso e riaperto dallo sandro Profumo si è risolto ad acquistare chef Filippo La Mantìa), Armani (Nobu, Aril 45% della azienda vitivinicola piacentina mani Cafè). Certamente anche Expo 2015 con Mossi. E anche Renzo Rosso ha pensato bene il tema “Nutrire il pianeta” ha giocato la sua di “scendere in cantina”, focalizzandosi sul parte nel mettere il turbo a questo trend “govino biodinamico e facendo il suo ingresso loso”, mostrando gli atout di un’Italia ricca di nella catena di negozi BioNatura in ottica di biodiversità. Ad accocrescita ed espansioACQUISENDO HOTEL E RISTORANTI, I munare tali maison, in ne oltreconfine. Un BRAND PUNTANO A OFFRIRE QUELLA definitiva, è la volontà esempio, quello del LUXURY EXPERIENCE A 360° PER LA di trasformarsi in life- QUALE ALL'ANNO SI SPENDONO 522 MLD vino, che ha spinto style brand per consupure alcune storiche matori che amano circondarsi di cose belle e cooperative italiane ad approcciare vari segbuone, ovvero vivere esperienze sublimi a tutmenti del settore alimentare, applicando lo to tondo: dall’indossare capi firmati all’arrestesso modello di business alle filiere del latte dare casa con oggetti di design, dall’alloggiare e del formaggio, in virtù di ampie partnership in hotel cinque stelle al cenare in locali di luscon imprenditori. Non stupisce neppure che so, dal rilassarsi in una spa favolosa al trattarsi Oscar Farinetti e Coop Alleanza, il maggior con cosmetici sofisticati. Il Boston Consulting gruppo cooperativo europeo della grande Group (BCG) ha appunto stimato che i consudistribuzione, abbiano deciso di realizzare matori globali di questo “lusso esperienziale” insieme il primo parco tematico al mondo spendono 522 miliardi di euro all’anno.

Nunc bibendum est

Oltre che “affamati”, i colossi della moda e della finanza sono sempre più “assetati”, tant’è che società di assicurazioni come Generali, Allianz, UnipolSai controllano già prestigiose aziende vitivinicole italiane, accelerandone lo sviluppo competitivo e reddituale (Generali con Genagricola amministra una decina di tenute fra Toscana, Veneto, Monferrato, Friuli; la tedesca Allianz gestisce Agricola San Felice in Toscana, UnipolSai le Tenute del Cerro tra Toscana e Umbria). L’effetto del loro impegno non si limita agli aspetti finanziari, ma si concreta nell’adozione di metodi colturali avanzati e di nuove pratiche sperimentali di prodotto e di processo; nella messa in pratica di criteri di responsabilità sociale d’impresa così come di sostenibilità ambientale; nel rilancio dell’immagine e della reputazione che passa anche attraverso la ridefinizione dell’identità di marca.

TRA 2012 E ILFONDI 2015 HANNO

24 INVESTITO

IN AZIENDE ALIMENTARI

ITALIANE OPERATORI

STRANIERI

20

CHE HANNO ACQUISITO

AZIENDE ITALIANE

dedicato all’alimentare di qualità, quel FICO (Fabbrica Italiana Contadina) inaugurato a Bologna poco meno di un anno fa che ospita ristoranti, orti, attività artigianali di salumi e formaggi, laboratori di olio, vino, pasta, su una superficie di oltre 11 ettari. Il parco, una sorta di “Disneyland del cibo”, progettato con la società che gestisce il mercato ortofrutticolo bolognese (Caab), è costato più di 100 milioni di euro.

Crescete e moltiplicatevi

Crescita ed internazionalizzazione sono le determinanti-chiave del matrimonio d’interesse tra moda-finanza-cibo. Ma possono ravvisarsi anche altri moventi e quindi obiettivi di queste manovre: la quotazione in Borsa (Eataly), l’espansione (ad esempio le carni Inalca del Gruppo Cremonini, “cotte e mangiate” dall’italo-qatariota IQ Made in Italy Investments Company), il conseguimento della leadership (Doreca SpA in cui è entrato il fondo d’investimento NEM SGR), l’ingresso in mercati premium (Pasta Garofalo “addentata” dalla spagnola Ebro Food), il raggiungimento di sinergie operative (Pernigotti con la turca Toksoz Holding), più potere a livello distributivo (i dolci Rachelli con la svizzera Emmi AG). Per crescere con la finanza servono comunque capacità e competenze, ma soprattutto bisogna essere consapevoli che si deve “volare alto”: puntare all’eccellenza, preservare la cultura del buon cibo italiano, il suo legame col territorio, il suo know-how, la sua qualità superba (fatta anche di rispetto per le materie prime, ricerca della stagionalità e manualità delle lavorazioni), la sua sostenibilità, e veicolarle con le opportune azioni di marketing (analogico e digitale), compreso un affascinante storytelling. In questo modo le aziende potranno posizionare i loro prodotti nelle fasce più alte di mercato, vincendo la sfida competitiva e conseguendo margini più elevati. Il che attirerà ancora più risorse.

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DOMANDE&OFFERTE

Fate il pieno di energia ammirando capolavori

È la nuova sfida di Sicily by Car, l’autonoleggio siciliano che mette a disposizione le colonnine di ricarica per chi fa turismo sull’isola a bordo delle e-car

di Maddalena Bonaccorso artire da una difficoltà per creare sviluppo: sopperire alle mancanze e all’ignavia della classe dirigente con una proficua collaborazione –anche economica – tra soggetti privati. Prende il via da Palermo “Donna Sicilia”, ecotour regionale in macchine elettriche che coniugando storia, fascino nobiliare e mobilità sostenibile, innesca anche un’economia virtuosa di turismo lontano dai soliti e spesso anacronistici schemi. L’idea è di Tommaso Dragotto, vulcanico fondatore e presidente di “Sicily by Car” – società leader a livello nazionale nel settore dell’autonoleggio – ed è geniale nella sua semplicità: se i comuni dell’isola non danno la possibilità ai turisti di ricaricare le vetture ecologiche perché non si dotano di colonnine, il tour indica ai viaggiatori green una serie di affascinanti dimore nobiliari dove è possibile pernottare e dove trovare anche i punti di ricarica alle quali attaccare l’auto durante la notte; per poi ripartire il giorno dopo con un pieno di energia. La mobilità sostenibile diventa quindi chiave di volta per lo sviluppo

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L’AGRITURISMO CASENA MONGERRATI A COLLESANO (PA) È UNA DELLE TAPPE DI “DONNA SICILIA”

economico e turistico di una regione come la lonnine: il turista quindi noleggia le auto eletSicilia, troppo spesso carente sia di fondi che di triche nelle agenzie di Dragotto e poi prenota iniziative nuove e moderne. la stanza e la ricarica (gratuita) presso una del«La mia idea nasce appunto, come spesso sucle dimore segnalate sul sito di Sicily by Car e cede, da una negatività», spiega il presidente sulla eco-guida “Donna Sicilia”, appositamente Dragotto, che ha da poco compiuto 80 anni pubblicata in italiano e inglese e da poco pree che ha fondato “Sicily by Car” nel 1963, «di sentata al pubblico. In questo modo il turista fronte alla crescente richiesta, da parte dei non solo risparmia, ma viaggia a impatto zero: turisti, di mezzi ecologici da noleggiare per «È proprio questo il valore aggiunto del nostro visitare la Sicilia, la politica e le istituzioni si progetto – continua Dragotto – consentire ai sono mostrate sorde e non lungimiranti: tanturisti con una spiccata sensibilità ambientale, to è vero che nonostante i miei innumerevoli che sono sempre più numerosi ed esigenti, di tentativi di avviare un progetto globale su tutto organizzare il proprio giro della Sicilia in totail territorio siciliano, a le sostenibilità, senza IL PATRON DRAGOTTO: «HO INVESTITO tutt’oggi non è stato patemi per l’assenza 250 MILA EURO PER INSTALLARE possibile iniziare con di punti di ricarica e LE COLONNINE PRESSO 22 SITI i comuni una seria poin più visitando luoDI INTERESSE IN TUTTA LA SICILIA» litica di installazione ghi ricchi di storia e di di colonnine elettriche, che permetterebbero fascino, spesso fuori dai soliti itinerari. E per a chi noleggia una macchina “green” di poter offrire ancora più garanzie, visitiamo noi di girare liberamente la Sicilia fermandosi poi a persona preventivamente tutte le dimore che ricaricare l’auto durante le soste. Mi sono quininseriamo nel circuito, assicurando così un aldi detto che dovevo fare da solo». tissimo livello qualitativo». E così è stato: Dragotto e la sua squadra di Un tour quindi che, nelle intenzioni di Dragotcollaboratori si sono “trasformati” quasi in to, attirerà proprio quelle fasce medio-alte di tour operator e grazie anche all’Associazione turisti che spesso latitano in Sicilia proprio per Dimore Storiche Italiane hanno individuato assenza di servizi e di itinerari pensati anche in 22 tra ville, castelli, masserie e bagli, in tutte le virtù delle nuove esigenze e dei nuovi desideri provincie siciliane, che hanno deciso di aderire delle persone: «Trovo incredibile che una real progetto e che si sono rese disponibili all’ingione come l’Emilia Romagna abbia 57 milioni stallazione (curata da Sicily by Car) delle codi presenze turistiche all’anno e la Sicilia, con


CON L’ECO-TOUR ATTIRIAMO CLIENTI GREEN CHE ANCHE NEL TURISMO FANNO SCELTE SOSTENIBILI il suo carico di storia, raggiunga a malapena i 15 – s’infiamma il patron di Sicily by Car – il danno economico che produce la totale assenza di lungimiranza dei nostri politici è enorme! Nel mio piccolo, ho cercato di dare una mano per attirare segmenti nuovi di viaggiatori, con un’attenzione particolare a una clientela green che vuole viaggiare con uno stile particolare». L’investimento, per Siciliy by Car, è al momento di circa 250mila euro per l’installazione delle colonnine (modernissime, con potenza di 50 kw e un tempo di ricarica completa di solo un’ora per vettura) ai quali Dragotto aggiungerà l’acquisto di ancora altre macchine elettriche a lunga percorrenza, soprattutto Renault Zoe: «I veicoli con un pieno di energia possono tranquillamente coprire circa 300 km a pieno carico –prosegue il presidente – questo vuol dire che si può davvero girare tutto il giorno e ricaricare solo la sera». Una piccola rivoluzione green, che sta già riscuotendo l’interesse di numerosi buyer e che verrà presentata in tutte le maggiori fiere mondiali del turismo: Dragotto, del resto, è già pronto a esportare l’idea nelle altre regioni d’Italia: «Abbiamo un parco macchine con 2.000 autovetture e siamo pronti ad implementarlo ulteriormente con le nuove elettriche: vorremmo che per una volta fosse la Sicilia a fare da apripista italiano ed europeo per un progetto di sostenibilità e di turismo intelligente».

“Donna Sicilia”: viaggiare per l’isola senza inquinare

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e 22 dimore storiche individuate dalla squadra di Tommaso Dragotto per costituire l’asse portante del progetto di mobilità sostenibile “Donna Sicilia” si trovano in tutte le provincie siciliane, e consentono quindi ai turisti “green” di effettuare un giro completo dell’Isola trovando sempre le colonnine di ricarica per i veicoli elettrici. Partendo da Palermo, con ad esempio Palazzo Alliata di Pietratagliata, dove nel 1600 c’era una delle più prestigiose biblioteche private d’italia, per poi arrivare a Marsala, al baglio Oneto Resort & Wines, che un tempo era residenza feudale fortificata. E poi ancora Agrigento con l’hotel “Villa Athena”, residenza principesca con vista sulla valle dei Templi, fino alla storica “Commenda di San Calogero” in Tommaso Dragotto, Fondatore e Presidente di Sicily by Car

DA SIRACUSA A PALERMO A BORDO DELLE E-CAR

provincia di Siracusa e ai lodge naturali del “Donna Carmela” di Giarre, immersi nel giardino creato dalla famiglia di vivaisti Faro. Non manca certo la scelta per chi vuole attraversare la Sicilia senza inquinare: e al punto di partenza di queste prime 22 dimore censite, fotografate e raccontate da Dragotto se ne aggiungeranno presto molte altre, che già hanno iniziato l’iter per essere inserite nell’eco-tour. La guida “Donna Sicilia”, presentata recentemente al pubblico, viene regalata a chi noleggia un’auto elettrica e distribuita a broker e tour operator: sarà anche disponibile presso tutte le fiere del turismo nazionali e internazionali. È inoltre scaricabile in formato pdf su www.sicilybycar.it

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A Natale sotto l’albero ci metto la Responsabilità sociale d’impresa Rinnovare la tradizione dei regali comunicando agli stakeholder valori positivi: il caso di Save the Children e dei regali solidali di Marina Marinetti uelli che “il panettone sì, ma senza l’uvetta”, quelli che “nel cesto c’è più paglia che cibo”, quelli che “la Stella di Natale è velenosa per il cane/gatto/bambino”. Al 25 dicembre manca meno di quel che pensiate e arrovellarsi su cosa donare ai propri collaboratori, dipendenti e clienti è un po’ lo sport di stagione. Così sono sempre di più le aziende che optano per destinare il budget natalizio a iniziative di solidarietà. Una scelta che ripaga l’impresa su un doppio fronte: quello dell’immagine e il rendiconto della Corporate Social Responsability. Un gesto che, peraltro, non costa nulla, perché le donazioni a Ong e Onlus sono deducibili, a scelta, o per un tetto massimo del 10% fino a 30mila euro o al 2% del reddito d’impresa dichiarato, oppure del 10% del reddito complessivo dichiarato: un motivo in più per pensare a un gesto di solidarietà. «A Natale un’azienda si vede dal regalo» è l’efficace slogan che campeggia sulla copertina del catalogo natalizio di Save

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CREDIT: RIK GOVERDE /SAVE THE CHILDREN

DOMANDE&OFFERTE

SAVE THE CHILDREN DAL 1919 LOTTA PER LA SALVARE LA VITA DEI BAMBINI E GARANTIRE LORO UN FUTURO

the Children (www.savethechildren.it/ agli stakeholder e aiutare, nel caso di Save nataleaziende), che dal 1919 lotta per the Children, tanti bambini in Italia e nel salvare la vita dei bambini e garantire loro mondo, associando il proprio nome ad un futuro, a ogni costo. un’organizzazione trasparente e stimata Save the Children interviene pure in Italia ovunque. per contrastare la povertà e la dispersione Si tratta della scelta, per citare un esempio scolastica, ma anche per proteggere i fra i tanti, che ha effettuato FremantleMedia minori a rischio sfruttamento. Nel 2017 Italia, la casa di produzione che sta dietro a ha raggiunto 5,3 milioni di beneficiari, Italia’s Got Talent, X Factor, Un posto al sole, attraverso la lotta alla povertà educativa e Giardini da incubo e tanti altri programmi il sostegno alle neo mamme in Italia e con di successo in Italia e nel mondo. «Abbiamo progetti che promuovono salute, nutrizione, scelto Save the Children perché è una realtà educazione e protezione a milioni di che lavora su progetti che condividiamo bambini nel mondo e che anche LA DONAZIONE A ONG E ONLUS SERIE che vivono in singolarmente molti E STIMATE INVECE DEL PANETTONE: situazioni di disagio. di noi sostengono UNA SCELTA CHE ANCHE CLIENTI La scelta offerta dal nel privato», E COLLABORATORI APPREZZANO catalogo natalizio spiega Angelica dell’organizzazione è decisamente ampia: Ostuni, manager Operations & Business si va dai biglietti augurali, in varie fogge e development: «Il valore aggiunto di una dimensioni, ai veri e propri regali, come donazione rispetto ad un regalo aziendale tazze, palline di Natale, zainetti, cesti è quello di restituire umanità e cuore alimentari e tanto altro ancora. a uno scambio, come quello dei doni a La donazione si cela discreta, non esibita, collaboratori e clienti, che a volte può essere dietro a un messaggio augurale tangibile meccanico e poco sentito. Inoltre, un regalo nelle mani del cliente e del collaboratore o solidale fa passare un messaggio concreto dipendente. Che a sua volta riceve un invito di attenzione ai più deboli, di sensibilità e alla solidarietà. Scegliere una donazione al coesione che in un mondo così disattento posto di un panettone racconta qualcosa trova sempre meno spazio». La reazione in più dell’azienda stessa e dei suoi valori: dei clienti e dei collaboratori? «Abbiamo con un solo gesto sceglie di rinnovare la constatato che tutti apprezzano molto tradizione dei regali natalizi, comunicare questo genere di scelta».

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VITA DA MANAGER La componente irrazionale - e dunque “umana”, emozionale, contrapposta a quella strumentalrazionale - a seguito della teorizzazione dell’economia comportamentale, è diventata uno dei driver più studiati e analizzati dai grandi esperti di marketing e strategie commerciali. Il consumatore moderno è diverso da quello del passato, è più esigente e più diffidente. Caro manager, e se per conquistarlo, ci volesse un approccio meno utilitaristico al business?

ADDIO HOMO OECONOMICUS, SUI MERCATI VINCE L’EMOZIONE

A confermarlo è Enrico Trevisan, esperto di economia comportamentale e autore del libro “Economicamente irrazionali”: «Fiducia e semplicità oggi sono due concetti decisivi, banche e finanza devono tenerne conto» di Elisa Stefanati n un’era di incertezza, liquidità sociale cing), in cui riveste il ruolo di Head of Banking e cambiamento continuo, nessuna imper l’Europa Meridionale, Centro-Orientale e presa e nessun professionista può più perper l’America Latina, nonché autore del volumettersi il lusso di dormire sugli allori affime ”Economicamente irrazionale” (Edizioni dandosi unicamente ai metodi dell’economia - Il Sole 24 Ore). gestionale tradizionale: deve accogliere nella Cosa significa, di preciso, economia compropria vita lavorativa le mille variabili dell’eportamentale? conomia “comportaOGGI I FATTORI UMANI INFLUENZANO È la disciplina che ha mentale”. Secondo la SISTEMATICAMENTE LE DECISIONI riportato modelli e tequale, i fattori umani INDIVIDUALI, CAGIONANDO IMPORTANTI orie dei mercati ad un influenzano sistemaEFFETTI ANCHE SUL MERCATO mondo più reale. Geticamente le decisionerosità, equità, cooperazione sono variabili ni individuali e determinano i loro effetti sul che hanno portato al declino dell’Homo Oemercato. Parola di Enrico Trevisan, uno dei conomicus. Le persone dell’economia commassimi esperti di economia comportamenportamentale sono più reali, commettono tale applicata alla strategia commerciale, parerrori. Occorre riportare i modelli economici tner della divisione Banking di Simon-Kucher a presupposti antropologici. Il calcio d’inizio & Partners, Strategy & Marketing Consultants è certamente sul campo delle emozioni ma (leader mondiale nella consulenza sul pri-

I

135


VITA DA MANAGER

E la presenza sul web? Imprescindibile. E le dimensioni aziendali? Se si è troppo sottodimensionati non si hanno sufficienti risorse umane, ed anche economiche per interloquire con il mondo globale. Nell’attuale contesto ita- ENRICO TREVISAN liano, pesano infrastrutture deficitarie, cuneo fiscale, sistema politico che non sta generando fiducia, un quadro che rende estremamente difficile fare previsioni e governare i mercati. La sua azienda fornisce consulenza su straA volte occorre apprendere dall’estero le buotegie commerciali, ne prassi che funzioNON SI PUÒ SUPERARE L’ATTUALE marketing, pricing e nano. In Italia le eccelvendite seguendo un CRISI ECONOMICA USANDO PARADIGMI lenze sono molteplici ECONOMICI PASSATI. IL FUTURO approccio che punta e meritano diritto di RICHIEDE EQUITÀ, ETICA, RESPONSABILITÀ a supportare lo svicittadinanza. Ma per luppo dei clienti lavorando sull’incremento avere successo fuori è necessaria una convindei ricavi e degli utili, anziché sul taglio dei zione totale, quasi arrogante, nel valorizzare i costi. Bello, ma come si applica? propri prodotti come eccellente. I tedeschi, in Dagli anni ‘50 agli ‘80 del secolo scorso, l’equesto, sono maestri. conomia è cresciuta col vento in poppa. Poi il vento ha iniziato a cambiare. E la nostra soAltri limiti da superare? cietà, fondata a Bonn nel 1985, ha subito ricoLe aziende a gestione familiare dovrebbero nosciuto questo trend. Alla fine degli Ottanta ristrutturarsi, lasciando a casa i “cugini” e poè iniziata infatti una nuova era che ha portato nendo figure preparate nelle posizioni apicali. alla fase attuale: se i mercati non crescono più, Quel che è certo è che non si possono trovare occorre diventare più intelligenti nella gestiosoluzioni all’attuale crisi utilizzando paradigne dei competitor e dei clienti. mi economici del passato, ma occorre guardare al futuro cercando equilibri economoci più In che modo? equi, etici e responsabili. Altro fronte incerto e Oggi è indispensabile tracciare e riconoscere ampiamente sentito è quello relativo ai mermeglio il proprio spazio competitivo, seguire cati finanziari. assiduamente i clienti, ristrutturare meglio il prodotto in base alla domanda, non ci si può permettere di perdere il benché minimo rivolo di mercato e produttività. La dimensione d’impresa resta un problema, particolarmente acuto in Italia, dove c’è un’elevata frammentazione del tessuto imprenditoriale. Per questa ragione, occorre ancor di più investire in innovazione ed adeguamento tecnologico. dobbiamo ricordare che il nostro cervello ha scorciatoie del tutto originali nell’organizzare ed archiviare le informazioni. ll concetto di “disponibilità” (availability in inglese) è un esempio: ci risulta più facile ricordare gli stimoli prominenti, indipendente da quanto siano frequenti. Si tratta di “bias (tendenze, NdA) cognitivi umani” che consentono di semplificare le nostre scelte, orientare i nostri comportamenti ed indirizzare i nostri bisogni.

MURALES A GRANADA, DALÌ

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L’economia comportamentale cosa ci dice in proposito? Tra gli economisti che l’hanno teorizzata ci sono tre premi Nobel, tra cui Robert Shiller, oggi considerato tra i principali esperti di finanza borsistica al mondo, il genio che predisse la bolla speculativa di Wall Street.

E dunque, come si possono evitare errori? Partendo dall’identikit dei risparmiatori tracciato da Consob, occorre fare una premessa: il mondo della finanza indirizza bisogni e non desideri, mentre noi sappiamo che sono i desideri a creare il terreno verso l’acquisto. I bisogni, poi, sono filtrati dal tempo, quando si vedranno i frutti, e dal rischio, le potenziali perdite. Ma ci sono due driver fondamentali: fiducia e semplicità. E qui sta il vero paradosso in cui oggi ci troviamo ad operare.

Cioè? La Mifid2 (la direttiva Ue che pone più tutele al risparmio e maggiore trasparenza a banche, Sgr e Sim, NdA) ha messo in moto un processo che ha confermato una volta di più il grave problema della complessità di una materia sulla quale la maggior parte della popolazione non è preparata. La conoscenza dei prodotti finanziari, da parte dei consumatori è insufficiente. E il rischio vero è apporre una firma su un documento di 20 pagine di cui non si è appreso il contenuto. Questo tema solleva ancora una volta la necessità di fare formazione, educazione e cultura finanziaria. Per affrontare seriamente il tema della fiducia e del potenziale conflitto di interesse consumatore/banca sarebbe necessaria una revisione totale, che colmi l’asimetria informativa ed un appello al senso di responsabilità collettivo, per permettere ad ogni persona in base al profilo, al reddito, e al grado di istruzione di ciascuno, di prendere decisioni consapevoli.


CHI SIAMO

HÔTELLERIE

Papalini Spa con sede legale a Fano (PU), dopo oltre 30 anni di attività svolta nel settore Cleaning e servizi integrati, può vantare una presenza capillare su tutto il territorio nazionale. Nel corso degli anni ha ampliato la capacità di soddisfare nei propri settori di attività qualsiasi esigenza del Cliente, disponendo di un ampio staff tecnico specializzato ed all’avanguardia. La professionalità dell’azienda Papalini Spa deriva dall’esperienza maturata rispondendo alle esigenze di clienti pubblici e privati dei più vari settori produttivi, passando da ditta individuale a Società, conta circa 2500 dipendenti e oltre 1000 clienti, adottando però sempre la stessa filosofia:

GDO

“Partire dalle esigenze del Cliente”

SANITĀ

CIVILE

Tel. +39 0721 860322 Fax +39 0721 860377 papalinispa

INDUSTRIE

Per ogni problema, in svariati settori merceologici, i tecnici di Papalini Spa analizzano le diverse problematiche, valutando le tecnologie esistenti, giungendo ad esaminare senza preconcetti tutte le possibilità pratiche e le eventuali controindicazioni.

info@papalinispa.com www.papalinispa.com Papalini spa

Via A. Avogadro, 21 61032 Fano (PU), Italia Papalini spa


WEB

La forte presenza sul web è un aspetto vincente del network di Panorama, con il sito del magazine ma anche con Panoramauto.it, Icondesign.it e Iconmagazine.it. Un mondo online dove le news, ma anche la moda, lo stile, il design e i motori attirano ogni giorno una grande audience.

POLO DEL LUSSO

Due testate upmarket che raccontano il lifestyle contemporaneo: moda, stile, design e le loro contaminazioni. Icon e Icon Design rappresentano l’universo più ampio di Panorama, la sua capacità di intercettare la contemporaneità e di rappresentare target diversi.

EVENTI

Panorama d’Italia è un viaggio alla scoperta delle eccellenze del made in Italy. Un format di successo che conferma per l’edizione 2018 nuove sfide e nuove città da scoprire con l’obiettivo di raccontare il meglio dell’Italia attraverso le storie di personaggi dell’attualità, dell’imprenditoria, del cinema, della letteratura, della musica, dell’enogastronomia e dell’innovazione. Dopo aver toccato 45 città, raggiunto 20.000.000 di persone con 550.000 partecipanti agli eventi e 373.000 utenti social raccogliendo tra il pubblico di tutta Italia e dal mondo consensi e riconoscimenti con il 2018 il tour di Panorama d’Italia giunge alla sua quinta edizione.

Panorama è molto più di un leader storico nell’informazione italiana. È un network multicanale che vive nel quotidiano l’evoluzione della nostra società. E che sa, attraverso le sue molteplici emanazioni, ispirare e coinvolgere una vasta audience composta da target anche diversi tra loro. Ma che hanno in comune il dinamismo e la visione di un’Italia che vuole ritornare protagonista.


NON È PECCATO: I PIACERI CHE FANNO BENE “…e poi il piacere”, abbiamo titolato questa sezione: perché trattarsi bene, volersi bene, concedersi pause piacevoli dopo il lavoro o anche durante i break dell’orario lavorativo, non soltanto “non è peccato” ma è necessario per riprendere ancor meglio con il “dovere”. Certo, i piaceri non fanno la felicità: però di sicuro aiutano.

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HOTEL PER GOURMAND SEMPRE PIÙ ALBERGHI PUNTANO SULLA RISTORAZIONE DI QUALITÀ

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GRANDI VINI, GRANDI STORIE EL HIJO PRODIGO CHE CE L’HA FATTA SI CHIAMA SPERI E FA BORDEAUX A MENDOZA

145 -146 PLACE TO BE LE RAGIONI DEL GOSSIP

AGLI ITALIANI PIACE DIGITALE, LA NUOVA VITA DEL MUSEO 2.0

Da freddi e austeri templi culturali a luoghi “da vivere” a 360 gradi, nei quali non si va più solo per ammirare capolavori. E la spesa delle famiglie italiane per cultura e ricreazione cresce, toccando i 68,4 mld di euro di Mara Cinquepalmi l Museo Castelvecchio nel Palazzo del Store, ideato e realizzato da CoopCulture in Buonconsiglio a Trento il bookshop, collaborazione con la direzione del Museo. ora in fase di restyling insieme all’allestimenUn nuovo spazio pensato per rendere più to, diventerà nel 2019 il nuovo punto inforpiacevole l’esperienza della visita al museo, mazioni del museo, attraverso filmati, una insomma un luogo dove incontrarsi, confronricostruzione in 3d, postazioni multimediali tarsi, leggere, lavorare. Questi sono soltanto dedicate alla rete dei alcuni esempi di come IL 55% DEI CIRCA 500 MUSEI ITALIANI castelli provinciali. Lo i musei e i luoghi di Studio di Architettura CONSENTE L’ACCESSO ALLA COLLEZIONE cultura in generale VIRTUALE, IL 75% È SU TRIPADVISOR, Zermani e associati di siano sempre più penE GLI ACCOUNT INSTAGRAM CRESCONO Parma, che si è aggiusati per una fruizione dicato la progettazionuova e più libera da ne della nuova uscita del Museo delle Cappelle parte del pubblico. Luoghi da vivere e non più Medicee di Firenze, ha pensato di collocare il solo dove ammirare capolavori della nostra bookshop nel punto privilegiato del percorso cultura. Luoghi che gli italiani hanno ripreso a di uscita. Al Museo Salinas di Palermo è stafrequentare. Secondo il rapporto Federculture to inaugurato da poco il Cafè Culture Concept del 2017, la spesa delle famiglie italiane per

A

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E POI IL PIACERE...

su tutti i principali canali social, in particolare su Instagram dove la copertura è passata dal 15% al 23%. Una virata verso il digitale che chiede anche nuove competenze professionali, ma i tempi forse non sono ancora maturi per questo.

I NUMERI DI UN SUCCESSO 50.103.996 i visitatori dei musei statali italiani nel 2017 193.631.308 euro l’incasso nel 2017 7.036.104 i visitatori del Colosseo, primo luogo statale per visitatori 3.549.201 i visitatori delle domeniche gratuite al Museo 23.047.225 i visitatori che hanno scelto i luoghi della cultura nel Lazio

Numeri record per Brera e Caserta

Fonte: Mibact-Ufficio Statistica, 2018

cultura e ricreazione raggiunge i 68,4 miliardi di euro, recuperando buona parte di quanto perso nel 2012/2013. Negli ultimi tre anni, infatti, c’è stato un notevole incremento del pubblico dei musei statali. Dopo un brusco calo tra il 2011 e il 2012, il numero dei visitatori dei siti culturali che fanno capo al Ministero dei Beni Culturali nel 2014 è tornato a salire oltre la soglia dei 40 milioni e nel 2016 gli ingressi

Caserta e quel modello turistico “a rete” che giova a tutto il territorio

hanno raggiunto i 45,5 milioni. Agli italiani, però, piacciono i musei che offrono servizi digitali. Secondo l’ultima ricerca dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali sulla presenza online di circa 500 musei italiani, il 55% consente l’accesso alla collezione virtuale, il 75% è presente su Tripadvisor (+20% rispetto a fine 2016) ed è in aumento il numero di account ufficiali dei musei

Pensare il museo per il visitatore porta i suoi frutti. Lo sanno bene alla Pinacoteca di Brera e alla Reggia di Caserta. Il museo milanese nel 2017 ha accolto oltre 370.000 visitatori, registrando una crescita dell’8,7% rispetto all’anno precedente, con una media di mille al giorno. In termini economici, inoltre, la gestione 2017 della galleria meneghina si è chiusa con un avanzo di 2,9 milioni, mentre nel 2016 era stato di 1,2 milioni. Il Palazzo Reale disegnato dal Vanvitelli, invece, ha registrato un incremento del 22,80% passando da 683.070 visitatori nel 2016 a 838.654 nel

Il rapporto indica il ruolo trainante della creatività nello sviluppo economico, che la cultura è il principale fattore produttivo, ma indica anche che i beni culturali come tali danno un contributo irrilevante alla ricchezza del paese e questo è singolare in un paese che di industria culturale e del turismo potrebbe essere formidabile. Fino ad oggi il mondo ministeriale come quello universitario hanno considerato i

Da direttore della Reggia, Mauro Felicori, ha dimostrato che la cultura può “fare sistema” con le realtà produttive locali innescando la crescita per tutti

beni culturali un costo ancorchè nobile, ma sempre un costo e che non potesse essere invece una fonte di ricchezza. Se per tenere

Caserta. Sono cresciuti i visitatori, ma lei

aperto un museo servono dieci milioni, è

ha lavorato, non sempre facilmente, in

bene che lo Stato li metta. Con la riforma

sinergia con il territorio. Qual è la ricetta

Franceschini si è cominciato invece a

del “modello Caserta”?

pensare che i musei sono beni che possono

Il turismo è anche in grado di mutare la

rapporto

produrre ricchezza e lavoro. Se i beni sono

natura delle città e per questo si pongono

Symbola dicono che la cultura

un costo, per promuovere la cultura deve

anche questioni di sostenibilità. Pensiamo

è uno dei motori trainanti della

crescere spesa pubblica, ma sappiamo che

a Venezia, Firenze o Roma. Siccome

nostra economia: il 6,1% della ricchezza

questo non accadrà, quindi bisogna vedere

siamo sicuri che nei prossimi anni il

prodotta in Italia, nel 2017, pari a oltre

il bene come un oggetto da valorizzare.

turismo crescerà, perché sta crescendo

G

li

ultimi

dati

del

92 miliardi di euro. Oltre ad avere un

a livello mondiale, bisogna essere attivi

effetto moltiplicatore. Qual è il ruolo delle

Cultura

ad

nella crescita, il turismo va distribuito

istituzioni?

esempio la sua direzione della Reggia di

in maniera che sia sostenibile, quindi va

140

e

territorio.

Prendiamo


2017. Reggia che, sotto la direzione Felicori, sempre questa politica è vista di buon occhio. ha allargato lo sguardo facendo sistema anche Basti pensare al “Manifesto per la Tutela” dei con le realtà imprenditoriali locali perché il beni culturali, firmato da ex soprintendenti, prodotto-museo diventi attrattore culturale e cattedratici, archeologi, giornalisti, che conagisca da volano per il turismo di tutto il tertestò la situazione di caos e di paralisi creata ritorio. Ne è una dimostrazione la firma del dalla riforma Franceschini giudicando inappatto territoriale con i 15 Comuni dell’Agro propriata la mostra sul Napoli Calcio con maAtellano mediante il quale la Reggia si è impegliette, ricordi e gadget di Maradona al grande gnata a promuovere Museo Archeologico APRIRE I LUOGHI DELLA CULTURA la conoscenza dei Nazionale di Napoli o COINVOLGENDO IL TERRITORIO È comuni casertani e a l’idea di organizzare UN MODO PER RISPONDERE ALLA CRISI cooperare in un’ottica gare di canottaggio MA C’È CHI CONTESTA QUESTA POLITICA di sistema. Oppure le nella vasca della Regaperture straordinarie serali, fino allo scorso gia di Caserta. Proprio quel disordine conte15 settembre, degli Appartamenti Storici e stato alla riforma che porta la firma dell’ex occasione per concerti, rievocazioni storiche, ministro democratico oggi viene premiato dai incursioni teatrali e iniziative di promozione visitatori. Infatti, tra i musei con gli incrementi culturale in collaborazione con enti e associapiù marcati nel 2017 figurano diversi istituti zioni del luogo. Aprire i luoghi al territorio, resi autonomi dalla riforma: con 27 milioni di proporre nuove attività sono modi di fare visitatori, questi luoghi della cultura hanno accultura per rispondere alla crisi, anche se non colto più della metà dei visitatori complessivi.

PROVATI PER VOI PINACOTECA DI BRERA Aperta nel 1809, la Galleria nazionale ospita alcuni dei più importanti capolavori della storia dell’arte come la Pietà di Giovanni Bellini, il Bacio di Francesco Hayez e il Cristo Morto di Andrea Mantegna. Via Brera, 28 Milano tel. 02.722631 pinacotecabrera.org

REGGIA DI CASERTA Voluta da Carlo di Borbone nel 1750, la Reggia si estende su una superficie di circa 47.000 metri quadrati per un’altezza di 5 piani pari a 36 metri lineari. Viale Douhet, 2/a - Caserta Tel. centralino 0823.1491211 Tel. biglietteria: 0823.448084 reggiadicaserta.beniculturali.it

non c’è solo la Reggia, ma un paesaggio

creare anche lavoro.

formidabile,

diffusi,

Ho gestito la Certosa di Bologna come un

prelibatezze alimentari. L’avere affidato le

museo e questo museo come un’impresa.

Cavallerizze al Consorzio della mozzarella

Ho fatto il marketing, la comunicazione,

di bufala campana simboleggia bene la

quello che i vecchi direttori dei musei

volontà di promuovere insieme arte, cibo

non facevano. Certo, facevano restauri,

e vino. Sono stati sottoscritti protocolli

ricerche, cose importantissime, ma che

con diversi comuni non solo del casertano,

non bastano. Alla Certosa sapevo di

come ad esempio quelli dell’Agro aversano,

“avere un prodotto buono, ma che non

del Massico, della Telesina.

era comunicato, e io l’ho fatto. Quanto

Lei ha lavorato per il Comune di Bologna

alla

portando avanti un prestigioso progetto

marchingegno, quello della riconcessione

spalmato su tutto il territorio nazionale,

su un bene culturale non facilmente

delle tombe storiche, che ha portato soldi,

sia per una questione di sostenibilità sia

fruibile. Che cosa si può avere per rendere

anziché piangere con il Sindaco. Esiste

per far conoscere beni poco noti. Riuscire

maggiormente fruibili i nostri beni e come

anche il marketing interno: la politica si

a far vedere i territori vuol dire saper

l’industria culturale e creativa possono

motiva di più facendo vedere quanto è

beni

culturali

gestione,

mi

sono

inventato

un

comunicare la storia dei luoghi, delle

interessante il lavoro che fai, rendendolo

persone. A Caserta abbiamo tanti visitatori

attraente,

della Reggia, che sono raddoppiati in

lacrime sindaci e assessori. Al decisore

due anni, ma abbiamo bisogno che una

che decide dove allocare soldi devi fargli

quota crescente si fermi almeno una

venire la voglia di mettere i soldi sul bene

notte nel territorio, per l’azienda museo

di cui ti occupi. Anche qui ho ripetuto il

va comunque bene, ma il territorio riceve

modello: abbiamo dato prestigio alla Reggia

che

inondare

di

dandone un’immagine divertente e ora tutti

poco dai visitatori mordi e fuggi. Per questo occorre spiegare ai visitatori che

piuttosto

MAURO FELICORI, GIÀ DIRETTORE DELLA REGGIA DI CASERTA

la vogliono.

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E POI IL PIACERE...

Col manager “gourmand” i buoni affari si fanno a tavola C’è più gusto a viaggiare per lavoro se l’hospitality punta a offrire l’eccellenza gastronomica: il gruppo iH Hotels, ad esempio, si è affidato allo chef Raffaele Lenti di Alice Milia

L’

Italia è il Paese dell’arte, del sole e del buon cibo, pilastri non solo di uno stile di vita invidiato in tutto il mondo ma anche di un settore, quello dell’accoglienza, che ha fatto di questi aspetti, e soprattutto dell’offerta enogastronomica, i suoi principali cavalli di battaglia. Se da sempre la cucina ricopre un ruolo de-

terminante nell’offerta delle strutture alberghiere quando si parla di turismo leisure, oggi anche l’universo business ha recepito la centralità di questo tema e l’importanza di proporre ai propri ospiti piatti, prodotti e un servizio di alta qualità dalla colazione alla cena. È proprio questa consapevolezza ad aver spinto il gruppo iH Hotels a puntare su un’offerta

gastronomica d’eccellenza, che unisca tradizione italiana e nuove tendenze con una grande attenzione alla qualità della materia prima. Oggi infatti le 29 strutture di iH Hotels dislocate su tutto il territorio nazionale offrono non solo la possibilità di soggiornare in location ricche di cultura – da Roma ad Agrigento, da Padova a Firenze, solo per citare alcune

Lo chef: «Il cliente business ha più esperienza degli altri tipi di ospiti, perciò pretende il meglio anche in albergo»

LO CHEF RAFFAELE LENTI

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Napoletano, classe 1977, Raffaele Lenti è cuoco di lunga esperienza, noto al pubblico per la sua partecipazione alle trasmissioni di Rai Tre “Cose dell’altro Geo” e “Geo & Geo” al fianco di Sveva Sagramola. Dopo 20 anni di carriera nel settore food&hospitality, di recente ha anche pubblicato il suo primo libro “Uno chef a casa vostra. Ricette d’autore per tutte le occasioni”. Il suo stile è basato su una ricerca accurata in ambito di materie prime e tradizioni e contaminata da un grande amore per la cucina contemporanea che lo porta a rivisitare i piatti classici della tavola italiana. È “ricordo” infatti la parola chiave della sua cucina, la stessa che lo chef propone ai clienti dell’Hortus di Pomezia, consapevole di trovarsi di fronte a una clientela

molto diversa da quella del passato. «Oggi il cliente - spiega - punta alla qualità della proposta piuttosto che alla quantità, e per ottenerla è disposto anche a spendere un po’ di più», spiega, «adesso c’è tanta informazione, la gente vuol capire e sapere cosa mangia. La ristorazione nell’ultimo decennio è cambiata quasi radicalmente, i clienti sono sempre più esigenti e attenti al dettaglio. Il food è presente pressoché ovunque tra riviste e trasmissioni tv e ormai praticamente tutti riescono a distinguere un prodotto fresco da uno congelato, una materia prima coltivata da una selvatica; proprio per questo, a prescindere dal prezzo, il cliente si aspetta qualità. Oggi in cucina vincono finalmente la professionalità e la competenza, tanto


A PUNTARE SULLA CUCINA NON È SOLO IL TURISTA LEISURE, PURE I BUSINESSMEN SCELGONO I SAPORI delle località che ospitano gli hotel del gruppo – ma anche la possibilità di assaggiare sapori locali che si ritrovano ogni giorno nei menù iH. Il buon vino e il buon cibo rappresentano infatti una tra le principali motivazioni della scelta di una destinazione turistica, e allo stesso modo sono una voce importante dal punto di vista economico, sia per chi il viagpiù quando si tratta di un viaggiatore business che, sperimentando piatti di tutto il mondo, ha accumulato una notevole esperienza, e dunque giustamente pretende una proposta gastronomica adeguata anche all’interno di una struttura alberghiera». Durante la sua carriera, quali sono stati i cambiamenti più evidenti che ha notato invece nella classica richiesta gastronomica di banqueting? Le differenze con il passato vertono principalmente in due direzioni. Da una parte c’è un modello alimentare completamente diverso da quello della tradizione. Il cliente oggi ama spizzicare sapori e consistenze diverse, limitando carboidrati e fritti ma dando ampio spazio ai dessert e al buon vino. Dall’altra c’è un fattore nuovo, che però è diventato negli ultimi anni sempre più centrale, cioè quello del tempo. Nei primi anni da chef

gio lo deve intraprendere sia per la struttura che deve organizzare la cucina del suo ristorante interno così come pure un evento business che spesso non può prescindere da una qualche formula di proposta gastronomica. È proprio a tavola, infatti, che lavoro e piacere si uniscono, e il manager cede il passo al gourmet curioso di scoprire i sapori della terra che lo ospita, o desideroso di sciogliere le tensioni con un buon calice di vino. Del resto è ancora a tavola che spesso si creano

i legami più stretti, che si definiscono affinità e obiettivi comuni, nel privato come sul lavoro. Per valorizzare questo aspetto dunque il gruppo alberghiero presente nelle principali città italiane si è affidato a professionisti del settore e ha stretto un’importante collaborazione con lo chef Raffaele Lenti che ha portato, assieme a un team di talentuosi collaboratori, la sua esperienza al servizio dei clienti dell’Hortus, il ristorante dell’iH Hotels Selene a Pomezia del quale è Executive Chef.

ricordo che le prenotazioni arrivavano con largo anticipo ed avevamo tutto il tempo per poterci organizzare e pianificare bene la gestione del personale. Oggi invece le richieste arrivano sempre più last minute, quindi bisogna essere rapidi per poter pianificare il lavoro e soddisfare il cliente. Il tempo è un fattore critico anche quando si parla di eventi business organizzati per le aziende che le strutture iH Hotels costruiscono a misura di cliente e per una durata che può andare dalle 24 alle 36 ore, durante le quali tutti, cucina compresa, devono dare il massimo.

più impegnativo. Per quanto si possano pianificare le cose, tra allergie, intolleranze, scelte etiche e abitudini si rischia che quasi il 10% dei commensali mangi in modo diverso; il che si traduce in un impegno ulteriore di risorse e in prezzi inevitabilmente lievitati. Ovviamente è in situazioni critiche come questa che entra in gioco la bravura del team iH: solo un eccellente rapporto tra il Food&Beverage Manager e l’ufficio commerciale consente di prevedere ed ottimizzare costi e risorse in modo da garantire sempre un’organizzazione di sala e una cucina puntuale ed eccellente. Inoltre, proprio per far sentire il cliente a proprio agio e sottolineare la nostra assoluta disponibilità ad ascoltare le sue richieste, su tutti i buffet del mattino degli hotel del Gruppo iH sono presenti prodotti specifici pensati per soddisfare le esigenze delle persone soggette a intolleranze alimentari.

A rendere complesso il lavoro di cucina negli ultimi anni, sono anche le sempre più frequenti e diversificate richieste legate a particolari esigenze alimentari. Come risponde la ristorazione alberghiera a queste nuove esigenze? Effettivamente per noi il lavoro è sempre

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E POI IL PIACERE...

Fa il vino tinto in Argentina “el hijo prodigo” che ce l’ha fatta

Storia di un’innamoramento fulmineo, per la viticoltura di Mendoza, e di una scommessa vinta: quella di fare dei grandi Bordeaux anche tra le pampas di Marco Gemelli

H

I FRATELLI ALESSANDRO E MARCO SPERI E IN PRIMO PIANO IL PAPÀ BENEDETTO. SOTTO UNA BOTTIGLIA DI MALBEC EL HIJO PRODIGO

a saputo ricercare l’opportunità della piovose, sole lucente e, a far da sfondo, la vita là dove tutti vedevano solo la cricordigliera andina con le sue vette più alte si: quando nel 2001 l’Argentina dichiarò deche a Mendoza sfiorano i 7 mila metri.
Speri fault, il 51enne Alessandro Speri intravide decide di andare a vivere in Argentina, conla possibilità di coniugare il background fatro il parere negativo della famiglia: il padre miliare della viticoltura con la passione per Benedetto è contrario, si aspetta che Alesil Sudamerica. Nacque così “El Hijo Prodigo”, sandro si inserisca nell’azienda di famiglia, il “figliol prodigo” come il fratello Marco, «QUELLA DEL FIGLIOL PRODIGO È UNA della parabola evane manifesta dubbi sulPARABOLA CHE PARLA DI EREDITÀ, gelica che diventa il la qualità del risultato DI RISCHIO, DI SFIDA. NEI NOSTRI nome dell’azienda tecnico (poi fugati già VINI C’È TUTTO QUESTO» di Mendoza, nel cuodalla seconda venre della zona vinicola del Paese. Fu l’agronodemmia). Ma alla fine il proposito si realizmo toscano Claudio Palchetti a trasmetterza e Alessandro ai primi di ottobre è già in gli negli anni ‘90 la curiosità per i vini a sud volo per Buenos Aires.Il default del 2001 dell’Equatore, a partire proprio dai Malbec apre la strada dal punto di vista economico argentini, ai tempi non ancora così popolari. per la fattibilità del progetto: tutto vale un «L’idea di fare un nuovo grande Bordeaux quarto di quello che valeva prima. «Non ero con uve Malbec in purezza – spiega ancora affatto impaurito dal rischio di “dilapidare” Speri, quinta generazione di una famiglia l’eredità enologica paterna quanto quella di produttori di Amarone in Valpolicella – è economica che mi permetteva di finanziare vista come un’eresia per i puritani del vino. il progetto – racconta – e poi in Argentina Rompere gli schemi è una grande sfida, sonon manca mai un vitello grasso, visto che prattutto in Sudamerica». Palchetti lo metsi produce la migliore carne al mondo nelle te in contatto con Attilio Pagli, enologo già sterminate pampas nella strada che da Baiconosciuto agli addetti e oggi diventato una res conduce a Mendoza. Quindi cosa servirà vera e propria star del vino.
L’impatto della mai a un buon vitello grasso ammazzato per prima visita a Mendoza, nell’agosto 2002, è festeggiare, se non un ottimo vino tinto?». straordinario. Vigneti di pié franco a 1000 Alessandro sceglie La Consulta, paesino a m sul livello del mare, basse precipitazioni 120 km da Mendoza, terroir oggi universal-

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mente riconosciuto per produrre i migliori Malbec al mondo. All’inizio, il suo stile stenta ad imporsi e suscita molte perplessità sul mercato, ma non per Pablo Ribero, titolare della miglior griglieria di carne argentina a Buenos Aires, “Parrilla don Julio”, che decide di proporre il vino del Hijo Prodigo in accompagnamento ai pezzi di asado più pregiati che seleziona, inclusa la entrana, il taglio più caro della capitale. Nonostante le dimensioni ridotte della produzione (ad oggi si imbottigliano 30.000 pezzi) el Hijo Prodigo, con il Prodigo Malbec single vineyard La Consulta 2007, ha vinto nel 2010 il premio come miglior vino rosso al prestigioso concorso vinicolo di Hong Kong che vedeva 1.400 vini in gara da tutto il mondo. «Vivere in Argentina significa doversi adattare senza snaturarsi - conclude Speri - questo Paese ha grandi opportunità per chi le sa cogliere. I gruppi vinicoli bordolesi hanno investito perché hanno capito che qui si può fare un grande Bordeaux a basso costo. Nel mercato globalizzato, è questa la chiave vincente».


a cura di Chiara Volontè PLACE TO BE

A Milano quest’autunno aleggerà un clima di...vino Dal 7 al 14 ottobre, andrà in scena la prima edizione della Milano Wine Week: una settimana di eventi, dibattiti e degustazioni che vedrà coinvolta tutta la città «Il vino è cultura, convivialità, rispetto per il prodotto e per sé stessi: è questo il messaggio che desideriamo trasmettere durante la Milano Wine Week. Il nostro obiettivo è costruire un progetto che guardi avanti e che nel giro di qualche anno possa diventare una realtà importante non solamente a livello italiano, emulando così le grandi settimane milanesi della moda, del food e del design. Questa manifestazione non deve essere solo un’occasione per promuovere il vino italiano, ma deve essere un’opportunità di interazione tra produttori e consumatori». È con queste parole che Federico Gordini, fondatore e presidente della Milano Wine Week, presenta la prima “settimana del vino milanese” che si svolgerà dal 7 al 14 ottobre con una presenza capillare nel circuito urbano meneghino. Il progetto di Gordini, già ideatore di Milano Food Week, Bottiglie Aperte e Vivite, sarà realizzato in partnership con Epam-FIPE, l’organizzazione di rappresentanza delle imprese di pubblico esercizio delle città di Milano e della provincia, e si avvarrà della collaborazione di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza. Grazie all’ampio coinvolgimento dei wine bar, che saranno messi in rete con la realizzazione di alcuni “Wine Districts”, su tutta Milano, per una settimana, aleggerà uno spirito di…vino”. Uno dei ruoli chiave nello svolgimento della manifestazione sarà infatti quello dei locali di somministrazione e dei retail milanesi gravitanti nell’orbita del vino, che rappresentano la vera

offerta vinicola della città. Ma il fitto palinsesto di appuntamenti dedicati ad aziende vinicole, cantine ed estimatori del nettare di Bacco non coinvolgerà però solamente gli enotecari. «Sono orgoglioso che EPAM-FIPE e la Confcommercio di Milano, Lodi, Monza e Brianza, siano i primi promotori dell’iniziativa. Uno dei nostri obiettivi infatti è far sì che i luoghi di somministrazione diventino i luoghi di cultura del vino spiega Gordini - ma abbiamo creato un circuito che non riguarda unicamente enoteche e locali ma anche librerie, gallerie d’arte e punti vendita e mescita che decideranno di organizzare eventi tematici legati al mondo del vino». Dunque tanti appuntamenti pensati per coinvolgere il pubblico, che potrà confrontarsi con i produttori vinicoli attraverso eventi “tasting”, masterclass, cene a tema e presentazioni. Ma molti saranno i momenti dedicati agli operatori del settore. Tra questi spiccano Bottiglie Aperte, manifestazione giunta alla sua settima edizione, che si rivolge al mondo del trade e a cui aderiranno 200

espositori, e il Wine Business Forum, che si svolgerà a Palazzo Bovara. «Questo appuntamento – afferma il fondatore della Wine Week – ospiterà manager e produttori appartenenti al mondo dell’enologia. Si tratteranno cinque temi principali: comunicazione, innovazione, internazionalizzazione, evoluzione dei sistemi di vendita, credito e finanza. Ci saranno cinque tavoli, ognuno con venti interlocutori specifici che saranno guidati professionalmente da relatori di prima grandezza. Ogni tavolo produrrà dei documenti rispetto a questi cinque argomenti, che verranno consegnati al ministro Centinaio, che avrà il compito di chiudere questa giornata». La Milano Wine Week è pronta dunque al suo debutto, con l’obiettivo di far crescere il settore enologico e di farlo interagire con i consumatori: «Dobbiamo dare la possibilità a chi ci verrà a trovare di conoscere le eccellenze di questo mondo - conclude Gordini - comunicando in modo meno tecnico e meno aulico».

GLI APPUNTAMENTI PRINCIPALI 7 - 8 OTTOBRE “Bottiglie Aperte” Superstudio Più

9 OTTOBRE “Wine Business Forum” Palazzo Bovara

10 OTTOBRE Spirito DiVino Day presentazione a Palazzo Bovara

11 OTTOBRE Franciacorta Festival Palazzo Bovara

12 OTTOBRE Evento “Fermento” di Fisar Palazzo Bovara

13 OTTOBRE “I migliori 100 vini e vignaioli d’Italia” di Luciano Ferraro e Luca Gardini Palazzo Bovara

14 OTTOBRE Presentazione della guida di “Doctor Wine” con Daniele Cernilli Hotel Principe di Savoia

Nella foto da sinistra: i giornalisti Andrea Grignaffini e Daniele Cernilli, l’assessore regionale Fabio Rolfi, la manager Silvana Ballotta, il patron di MWW Federico Gordini e Luciano Ferraro del Corriere della Sera

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LE RAGIONI DEL GOSSIP a cura di Monica Setta

IL SALENTO SI TINGE DI ROSA... E DI ROSÉ I VIP ACCORRONO NELLE MASSERIE RINNOVATE L’imprenditoria femminile in Puglia ha raggiunto traguardi straordinari: il consorzio Puglia in rosé ha saputo soppiantare il tradizionale prosecco. E le dimore storiche registrano il tutto esautiro fino a Capodanno e oltre ADDIO BOLLICINE DEL

genere” che le imprese in

stata il buen retiro di Riccardo

mega panfilo nelle isole greche

MITICO NORD-EST, DA

rosa del centro sud sono state

Scamarcio ed altre celeb.

dove ha portato gli amici dopo

OGGI IL JET SET BRINDA

tutte rigorosamente vincenti.

Meno bene hanno fatto i

il vernissage. Poco riscontro,

con i famosi rosati di Puglia.

Se la Costa Smeralda dove la

maschietti, fatta eccezione

al contrario, ha avuto il resort

Il merito è di Lucia Nettis,

Marriott guidata da Franco

per il multimiliardario di

Sole in me, a due passi dalla

una manager dal polso di

Mulas non ha fatto vere e

Gallipoli Nino de Donno, che

Darsena di Costa merlata,

ferro che, nella sua veste di

proprie faville, anzi, la Puglia

ha inaugurato nel cuore del

che era partito lo scorso anno

direttore del consorzio Puglia

delle masserie extra chic è

Salento il Relais corte Palmieri

con i botti: doveva arrivare

in rosé - che totalizza quasi

Tom Hanks ma Giuseppe

la metà della produzione

Primicerio, direttore a metà

mondiale di questo nettare

del residence sul mare di

molto femminile e sexy - ha

Ostuni e della Masseria Traetta

portato i suoi vini alla Festa

dei notai Cioffi-D’Agosto, non

del cinema di Venezia dove

è riuscito a fare “bingo”. Per

mercoledi 5 settembre si è

fortuna, ecco ancora le donne:

festeggiata l’anteprima del film

i proprietari di Traetta hanno

diretto da Pippo Mezzapesa “Il

avuto in team la wedding

bene mio” a cui erano presenti

planner Serena Lobbene che

il talentuosissimo attore

si è occupata personalmente

tarantino Michele Riondino

di una serie di matrimoni

ed il barese Sergio Rubini,

da Paperon de paperoni e

veterano della kermesse in

della festa di una giornalista,

Laguna e divi del calibro di

provvedendo a procurare

Vanessa Redgrave oltre alle

meravigliose corbeilles

italiane Cristiana Capotondi

formate da 10mila rose rosse

e Carolina Crescentini, le

e candelabri. La giornalista

più eleganti nel look secondo Vanity Fair. Ma non basta: la

IN SENSO ORARIO: CRISTIANA CAPOTONDI, FLAVIO BRIATORE, CAMERON DIAZ E LUCIA NETTIS

avrebbe voluto come addobbo floreale lo stesso usato da

Nettis prepara anche - nella

andata letteralmente alla

stappando oltre 200 bottiglie

Flavio Briatore al Twiga

logica ed onirica connection

grande. Ilaria Greco, figlia

di champagne. Dalla capitale

di Montecarlo, ma Serena

fra Usa e Puglia- un maxi

del costruttore Salvatore,

è atterrato Matteo Casaroli,

Lobbene) ha fatto di testa sua

evento in terra salentina con

ha portato ai fasti storici la

lo chef star di Cameron

ed ha fatto centro fra ospiti vip

istituzioni museali e partner

lussuosa Masseria Caselli a

Diaz e Vincent Cassell che

del calibro di Marco Montrone

commerciali. A proposito delle

Specchiolla (sold out fino al

ha preparato un insolito ed

plenipotenziario di Telenorba

donne e della season 2018

31 dicembre) mentre Ilaria

apprezzatissimo menù giappo-

e Radionorba. L’estate italica

appena conclusa, dobbiamo

Tatò, ricchissimo medico

leccese con tocchi fusion

in rosa lascia spazio adesso

notare con una certa punta

barese, fa volare la sontuosa

mentre il patron De Donno

ad un autunno denso di

di autocompiacimento “di

Masseria Montalbano che è

veleggiava a bordo del suo

promesse.

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