Martedì 31 Marzo 2020
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A cura di
MERCATI IN TEMPESTA / Gli operatori bocciano le misure finora disposte dai governi, e in particolare dal nostro. E puntano sui settori health-care e It
L’OTTIMISMO / Volpato
(Banca Mediolanum): «Ecco perchè siamo positivi»a pag. 3
a pag. 2
OLTRE LA CRISI, UNA NUOVA NORMALITÀ
Giorno dopo giorno la fine del tunnel si avvicina: ci lascerà lutti e danni ma anche lezioni preziose DI UGO BERTONE
Un confronto rivelatore: Italia al massimo dei contagi e al minimo degli aiuti
Nel febbraio del 2014 un serio guasto mise fuori uso per diverse settimane alcune linee della metropolitana di Londra. Nell’attesa che la situazione tornasse alla normalità i viaggiatori dovettero escogitare percorsi alternativi utilizzando altre linee. Il risultato? L’Economist riferisce che, secondo uno studio condotto da ricercatori di Oxford e di Cambridge, il 5 per cento dei passeggeri scoprì che il nuovo percorso alternativo presentava diversi vantaggi rispetto al precedente. Insomma, la strada battuta per tanti anni in nome della tradizione (e della pigrizia) non è per forza la migliore. E che lascia la via vecchia per la nuova non per forza sbaglia. Per carità, l’esempio non calza per i pendolari lombardi, ogni giorno condannati a sopportare i ritardi sistematici delle linee che circondano la metropoli senza disporre di un’alternativa. Ma, come suggerisce il giornale britannico,
NUOVI CONTAGI
TOTALE CONTAGI
MORTI TOTALI
INCENTIVI FISCALI
per 1 milione di popolazione
per 1 milione di popolazione
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in % di GDP
EDITORIALE Più informazione professionale per essere utili nell’emergenza DI SERGIO LUCIANO
offre l’occasione per verificare se, accanto a ritardi, costi ed altri effetti drammatici della crisi che il pianeta sta sopportando a causa dell’epidemia e dei suoi effetti collaterali, non ci sia da trarre un qualche insegnamento positivo. Sembra una provocazione ai limiti della blasfemia se si pensa ai 10 mila miliardi di dollari
(se non di più) andati in fumo con il crollo dei listini, l’interruzione delle catene della logistica e i costi delle terapie ancora da valutare a livello globale. Ma anche in questo caso, a ben vedere, non mancano i suggerimenti. La prima lezione della crisi riguarda i viaggi aziendali. Una parte dei tagli alle spese per le trasferte è senz’altro legato all’emergen-
ABBANDONA I TUOI DUBBI. NON I TUOI OBIETTIVI Le incertezze di mercato non dovrebbero farti perdere di vista i tuoi obiettivi finanziari. Janus Henderson offre soluzioni d’investimento per aiutarti a tenere la rotta nell’attuale contesto di incertezza. janushenderson.com/ScopriDiPiu A scopo promozionale. Destinato ai soli investitori professionali. Il valore di un investimento e il reddito che ne deriva potrebbero aumentare o diminuire. Pubblicato in Europa da Janus Henderson Investors. Janus Henderson Investors è il nome con cui vengono forniti i prodotti e i servizi d’investimento da Janus Capital International Limited (n. di reg. 3594615), Henderson Global Investors Limited (n. di reg. 906355), Henderson Investment Funds Limited (n. di reg. 2678531), AlphaGen Capital Limited (n. di reg. 962757), Henderson Equity Partners Limited (n. di reg. 2606646) (ciascuna registrata in Inghilterra e Galles all’indirizzo 201 Bishopsgate, Londra EC2M 3AE e regolamentata dalla Financial Conduct Authority) e da Henderson Management S.A. (n. di reg. B22848, registrata all’indirizzo 2 Rue de Bitbourg, L-1273, Lussemburgo e regolamentata dalla Commission de Surveillance du Secteur Financier). Janus Henderson, Janus, Henderson, Perkins, Intech, Alphagen, VelocityShares, Knowledge. Shared e Knowledge Labs sono marchi commerciali di Janus Henderson Group plc o di una delle sue società controllate. © Janus Henderson Group plc.
za, che ha avuto pesanti ricadute sull’Alta Velocità ferroviaria e sull’Alitalia, costretta a disertare Malpensa. Ma è probabile che anche in Italia molti tagli siano destinati a diventare permanenti on linea con quanto avviene oltre Oceano. Colossi come Amazon o JP Morgan hanno drasticamente ridotto le trasferte, con un forte risparmio per le aziende. Secondo uno studio della Global Business Travel Association. Non è una buona notizia per un settore importante per una fetta consistente del made in Italy. Ma la rapidità di reazione di Giorgio Armani, lesto a trasferire la magia delle sue sfilate in teleconferenza (con una straordinaria risposta del pubblico degli addetti ai lavori) dimostra che è possibile trasformare un’emergenza in... Continua a pagina 2 >
Nessun vivente aveva mai conosciuto un’evenienza simile. Una pandemia che costringe mezzo mondo, ma probabilmente molto presto l’intero pianeta, a sospendere la vita civile ordinaria per arginare il contagio. Ansia e sconcerto ci hanno toccati tutti, anche chi ha avuto la fortuna di non essere direttamente sfiorato dal male. E tutti oggi temono che alla pandemia segua una crisi economica devastante. Sta anche in noi evitarlo. Sta ai politici cui abbiamo affidato il governo, e a ciascuno di noi, nel pensare positivo e non mollare. Anche cercando di informarsi correttamente su quel che ci accade intorno. È in questo spirito che noi di Economy Group abbiamo deciso, sin da quando il lockdown non era ancora iniziato, di offrire ai nostri lettori un contributo in più, per noi straordinario, di analisi della crisi in corso, dall’angolazione che ci è propria: quella dell’economia, nella doppia accezione della vita delle imprese e dell’andamento dei mercati finanziari, due facce di una stessa medaglia. Perchè proprio oggi, domani e dopodomani. Perchè in questi tre giorni la business community nazionale avrebbe dovuto incontrarsi nei saloni della Fiera di Milano per il Salone del Risparmio, che è stato naturalmente e giustissimamente rinviato. Quando verrà fatto, sarà come sempre, e più che mai, il momento del ritorno alla vita nornale atteso da tutto il mercato, (continua a pagina 6)
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Martedì 31 Marzo 2020
I LISTINI SPIANO LA RIPRESA DEI CONSUMI Gli Stati colpiti dal virus mobilitano risorse economiche senza precedenti, ma l’Italia è in affanno
DI GLORIA VALDONIO
Il rinvio dei dividendi bancari, deciso ieri dalla Bce, è stata l’unica notizia rimarchevole – iniziamente molto pesata sul mercato per il ribasso dei titoli del settore – di una giornata chiusa poi senza storia. Ma di questa crisi coronavirus la giornata simbolo è stata quella del 12 marzo, all’indomani della dichiarazione di pandemia resa dall’Oms, quando simultaneamente sono crollate tutte le Borse da Tokio a New York, e quando anche il petrolio, con tutte le materie prime (incluso l’oro), era in caduta libera. Nel giovedì nero Wall Street ha perso il 10%, crollo record dal 1987 nonostante l’iniezione di 1.500 miliardi di dollari da parte della Federal Reserve. Le Borse europee, più disarmate a causa del sorprendente mancato intervento sui tassi di interesse da parte della Bce, sono crollate a una a una come un castello di carta: – 9,81% Londra, -12,21% Francoforte, -12,28% Parigi. Piazza Affari, la peggiore, ha segnato -16,92%, il record negativo della sua storia, mentre lo spread Bund/Btp è volato a 270 punti base. A preoccupare ancora di più la comunità finanziaria è stata la corsa al ribasso dei prezzi del petrolio, che non si è affatto interrotta nei giorni successivi, con il future aprile sul Wti che viaggiava quel giorno verso una perdita del 6% (a 30,85 dollari al barile), mentre il Brent lasciava sul terreno l’8,94% a 32,59 dollari. “Stanno impazzendo tut-
COME GALLEGGIARE SULLA VOLATILITÀ
Nonostante i titoli europei abbiano perso quasi un quarto del loro valore nel primo trimestre 2020, gli investitori non rinunciano alle star del 2019
Le strategie di momentum (ovvero tecniche di trading di brevissimo termine e intraday) e i titoli quality mantengono performance superiori agli indici
I titoli più sicuri sono quelli con i fondamentali sottostanti più forti, perché si trovano in una posizione più solida per difendere i loro guadagni
Grazie a una forte generazione di flussi di cassa, l’healthcare, i beni di consumo voluttuari e l’IT rappresentano ora le opzioni più sicure
UN’IMMAGINE EMBLEMATICA DI QUESTI GIORNI IN PIAZZA DEGLI AFFARI
ti gli operatori…. stanno vendendo tutto!”, è stato il commento di un gestore al quale avevamo chiesto le ragioni di questa caporetto di tutti gli asset indistintamente. Al fenomeno, di per sé già drammatico, si è aggiunta la vertigine della velocità, poiché il sell-off si è concentrato in tre-quattro ore dopo aperture di seduta preoccupate, ma relativamente tranquille. “La velocità iniziale e l’ampiezza del sell-off hanno portato a uno scenario di vendita delle esposizioni trainata da un senso di panico, causando enormi picchi di volatilità nelle varie asset class”, conferma Altaf Kassam, responsabile Investment Strategy & Research per l’area EMEA di State Street
Global Advisors. Ora si tratta di capire quale sarà l’entità del danno, misurazione che va in parallelo con lo sviluppo del contagio, ma soprattutto con le misure di contenimento messe a punto dalle autorità politiche. Poiché è ormai il virus che governa il mondo e le sue strutture, le previsioni sono appese alla cronaca quotidiana. Per l’Ocse ogni mese di contenimento della pandemia, “comporterà una perdita annuale di due punti di Pil”. Secondo Keith Wade, Chief Economist & Strategist di Schroders, la contrazione dell’economia globale quest’anno sarà del 3,1%, per riprendersi con un rimbalzo del 7,2% nel 2021 (stime al 27 marzo). Prometeia
Sono a rischio i titoli del comparti finanziario e delle utility, che saranno entrambi sotto pressione per lungo tempo.
Società con tendenze a una crescita pluriennale e basate sull’innovazione possono resistere alla volatilità e generare solide performance di lungo termine
si occupa dell’Italia, stimando una contrazione dell’economia del 6,5% nel 2020 con un deficit al 6,6% del Pil e un debito al 150%. Il 2021 sarà però l’anno del rimbalzo, anche se graduale, con il Pil in ripresa del 3,3%, per poi segnare un +1,2% nel 2022. Ma tutte le speranza di ripresa si basa proprio sui consumi. È questo il motivo per cui l’aiuto di una risposta strettamente monetaria è solo limitato. Tutti i Paesi stanno predisponendo
stimoli fiscali massicci rivolti a contenere la diffusione del Covid-19, ma anche a trainare la domanda e i consumi. Inutile elencare tutte le manovre (vedi tabella in prima pagina). Basti il Cares Act, che ha messo sul piatto di famiglie, lavoratori e imprese 2.200 miliardi di dollari per non bloccare la produzione, sostenere i consumi e dare un po’ di ossigeno anche ai mercati. Ma l’Italia è oggi agli ultimi posti.
DALLA PRIMA
OLTRE LA CRISI, UNA NUOVA NORMALITÀ di Ugo Bertone Continua da pagina 1 > ...un’opportunità. Magari utilizzando l’expertise di Giglio Group, da anni profeta del web marketing dell’Italian style in Cina. Di qui il successo di piattaforme di videoconferenza come Slack o Zoom, E il trionfo della streaming modello Netflix. Se ne avvantaggia nel suo piccolo la Iervolino Entertainment,
quotata all’Aim.In relazione ai rischi collegati al coronavirus, la società sottolinea che le produzioni, essendo destinate al mercato internazionale e prevalentemente a piattaforme di streaming, non dovrebbero subire impatti significativi. Le eventuali restrizioni delle Autorità potrebbero comportare il differimento delle ri-
prese di opere filmiche. L’emergenza, inoltre, ha probabilmente segnato un robusto e duraturo cambio di rotta nell’organizzazione aziendale: il lavoro a distanza, finora più narrato nei convegni che non praticato nelle grandi strutture, si è imposto negli uffici, a partire da Unicredit che ha coinvolto più di un terzo dei dipendenti
dell’area milanese. Non è difficile prevedere che il fenomeno produrrà effetti anche sul mercato degli uffici, in sintonia con quanto accade in Usa dove si calcola che ogni postazione di lavoro comporti per un ufficio un costo annuo di 5 mila dollari ma che non più del 40-50% delle scrivanie sia utilizzata in maniera efficiente.
Infine, l’indicazione più preziosa: è troppo rischioso affidare la creazione del valore ad un solo fornitore o quasi con il rischio di rimanere senza componenti chiave per la produzione. C’è voluto il coronavirus per mettere in luce la fragilità del sistema. Che si tratti di Fiat Chrysler, costretta a fermare la fabbrica serba per
l’assenza di componenti in arrivo da Wuhan. O di Apple che si è ridotta, nei magazzini, scorte per soli nove giorni di produzione. Una situazione ad alto rischio nel caso di un’emergenza che, di questi tempi, tra guerre commerciali, epidemie, terremoti e chissà che altro, rischia di diventare la nuova normalità.
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«MERCATI COSÌ, OCCASIONE DELLA VITA»
Parla Stefano Volpato, direttore commerciale di Banca Mediolanum: «La ragione ci porta all’ottimismo» DI SERGIO LUCIANO
“I risparmiatori stanno vivendo una situazione unica. Unica perché somma 3 elementi di fortissima preoccupazione. Il primo: la salute. Ormai tante famiglie sono state sfiorate o toccate dal dolore. Il secondo: il timore per il proprio futuro lavorativo. Il terzo: le brutte notizie che arrivano da tutti i mercati finanziari. Eppure sbaglierebbero se si lasciassero travolgere dall’emotività e tralasciassero di difendere al meglio i loro risparmi. E noi siamo qui per aiutarli a farlo”: Stefano Volpato, direttore commerciale di Banca Mediolanum, non smentisce mai la sua filosofia positiva di vita e di lavoro. E in quest’intervista spiega perché, pur nel pieno della crisi peggiore dal ’29 ad oggi, ci sono validi motivi per guardare al futuro con ottimismo.
Ci spiega quali? Le premetto che il nostro ruolo è quello di essere un contrappeso razionale a questa comprensibilissima emotività. Per riuscirci, dobbiamo richiamare tutti alle regole di sempre dei mercati, perché le regole danno sicurezza. Abbiamo il ruolo di medici del risparmio, e nel nostro campo dobbiamo far quello che i medici fanno nella sanità, dare cure e serenità applicando a ciascuno un vero e proprio protocollo. Con una grande agevolazione che rende il nostro compito più facile di quello dei medici. Se dal punto di vista scientifico non si sa quali saranno gli sviluppi della ricerca e quando si troverà il giusto vaccino, dal punto di vista dei mercati sappiamo perfettamente che cosa fare e come affrontare questo tipo di situazioni, perché i virus dei mercati sono sempre atipici ed è normale che si ripresentino periodicamente. Cioè? Si pensi a tutte le crisi anche recenti: da quella del ’73, al Black Monday, alla Guerra del Golfo, alla bolla del web alle Torri Gemelle alle Lehman Brothers… Qual è la differenza tra tutte? Sostanzialmente una sola: la miccia che fa esplodere la crisi. Poi, nella realtà, quel che acca-
de dopo è sempre la stessa cosa. Bisogna applicare il protocollo e agire, sapendo che la prova della storia ci dimostra che si è sempre in grado di sconfiggere qualsiasi tipo di crisi finanziaria. Un protocollo è fatto di regole: quali? Tre regole di fondo: la prima, diversificare i propri investimenti in tutto il mondo; la seconda, rimanere investiti e non fare mai l’errore di uscire ai minimi, poi rientrare, uscire ancora… per quanto sembri infondato, chi resta investito a lungo termine vince sempre; terzo, adottare comportamenti virtuosi quando il mercato arriva in zona supersaldi, com’è oggi. Però l’estrema volatilità rischia di indurre all’errore… Per evitarlo, la cosa più importante da fare è riuscire ad allargare lo sguardo. Se ci chiedessimo tra due anni come sarà il mondo, stiamo pur tranquilli che per allora il mondo sarà ripartito, staremo viaggiando, andando al ristorante con le nostre famiglie. Avremo ripreso a vivere, lavorare, consumare serenamente come prima. C’è solo un problema di orizzonte temporale in cui porsi per analizzare il problema. Se vogliamo avere una corretta visione del futuro dobbiamo dimenticarci di cosa succederà ad aprile, a maggio e a giugno e pensare a come sarà il mondo da qui a due o tre anni. Un mondo tornato alla normalità ed alla crescita. E dunque qual è il comportamento giusti? Non vendere? La terza regola del protocollo insegna ad assumere i comportamenti necessari per trasfor-
STEFANO VOLPATO, DIRETTORE COMMERCIALE DI BANCA MEDIOLANUM
mare un momento difficile in un momento utile e produttivo. Mettiamo da parte la nostra emotività e accorgiamoci che c’è una grandissima opportunità proprio nel fatto che l’emotività altrui sta spingendo i prezzi in zona supersaldi. Se ci rendiamo conto che il sottostante trattato dai mercati sono grandissime e solide aziende, e grandi multinazionali, che superata questa situazione torneranno a generare fatturato e utili in un mondo che progredirà. Ma diversificando, perché non tutte le aziende ce la faranno a superare la crisi. Per questo è importante suggerire al cliente di entrare frazionatamente. Suggerendo al cliente di accumulare i suoi investimenti in un arco di dodici mesi, stiamo probabilmente dando un suggerimento d’acquisto che porterà il cliente a comprare anche a prezzi a un po’ più alti di quelli di oggi, ma non abbiamo la pretesa di portarlo a comprare tutto sui minimi: è chiaro però che, diventando attivo e lucido, il cliente toc-
cherà con mano cosa vuol dire un comportamento virtuoso. E soprattutto imparerà a comprare con i prezzi che scendono. E’ chiaro, però, che questo è uno stato d’animo totalmente diverso da quello delle persone che si mettono lì a guardare tutti i giorni i prezzi dei titoli che hanno in portafoglio… E’ importantissimo che cliente sia attivo e compri, anche con cifre limitate ma deve. Quella di oggi, in un’Italia dove i risparmiatori sono abnormemente attaccati alla liquidità è l’occasione della vita! Quei 1500 miliardi che le famiglie tengono infruttiferi nei conti correnti sono utili solo, in minima parte, per le loro esigenze di brevissimo termine, ma per quelle di lungo termine, si possono cogliere delle occasioni dai mercati, a questi livelli. Questa crisi dà un ulteriore impulso alla digitalizzazione del sistema. Anche a voi? Guardi, nei momenti in cui il cliente è preda dell’emotività, la vicinanza è fondamentale. Sia dal punto di vista della gestione psicologica che pratica. Ma que-
Un intervento di solidarietà straordinario per gli ospedali Dalla prima donazione all’ASST Fatebenefratelli Sacco di Milano del 4 marzo, Banca Mediolanum ha posto in essere ulteriori contributi che hanno oltrepassato la quota di 1,4 milioni di euro, per gli ospedali in prima linea.
• Un’ulteriore donazione, pari a 200.000 euro, è stata destinata alla Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. • Sostegno per l’ASST Fatebenefratelli Sacco di Milano a cui sono stati devoluti 961mila euro, di cui 240 mila euro direttamente gli altri tramite la raccolta fondi. • La raccolta fondi prosegue beneficio dell’Ospedale Sacco (Unità Operative di Malattie Infettive e Terapia Intensiva) Per donare: IBAN IT97O0306234210000001901901 intestato a Banca Mediolanum causale: Emergenza Coronavirus • A favore della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia, la Banca stanzia 200.000 euro per l’acquisto diretto di macchinari per la ventilazione artificiale.
“Se si sconfigge l’emotività si può trasformare ogni crisi in una grande opportunità. Non è banale ottimismo, è la storia che ci dimostra quanto l’uomo sia capace di superare ogni pur grave traversia” sta vicinanza la si può esprimere solo se si è tecnologicamente attrezzati. Nel nostro caso, sin dalle prime fasi dell’emergenza abbiamo agito con l’obiettivo di tutelare la salute di collaboratori e clienti, ecco perché abbiamo fatto ricorso allo smart working e all’isolamento domiciliare. Abbiamo potenziato inoltre gli aggiornamenti quotidiani di approfondimento per dialogare in tempo reale con tutti loro. Anche sul piano dell’assistenza ai clienti, visto che tutti hanno il portafoglio digitale . Come conciliare l’ottimismo con la prudenza che pure occorre in fasi del genere? E’ possibile e necessario conciliare prudenza e ottimismo. Aver chiari i nostri limiti di esseri umani. Questa situazione ci ricorda la profonda fragilità della condizione umana e ci insegna a tradurre la prudenza in disciplina, nella capacità di rispettare con senso civico quel che ci viene chiesto di fare ma anche di darci le corrette aspettative sui nostri investimenti. Siamo nel bel mezzo di una crisi che non si risolverà in tre giorni, ma dobbiamo anche avere la capacità di alzare lo sguardo e coltivare l’ottimismo della ragione. La storia ci ha insegnato che pur tra guerre, carestie, attentati, l’essere umano è in grado sotto pressione di tirar fuori delle risorse straordinarie e determinare ogni volta un futuro migliore del presente per sé e per gli altri. E sarà così anche questa volta. Non è l’ottimismo di Stefano Volpato, ma quello della ragione che nasce dal saper trarre insegnamenti dalla storia.
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Vendere allo scoperto non è peccato Lo short selling non crea problemi al mercato e alla governance anzi può essere utile a entrambi
DI FRANCO SARO
In un periodo di grande incertezza e volatilità dei mercati, la vendita allo scoperto (o short selling) torna sotto il mirino delle autorità di vigilanza. Lo scorso 12 marzo la Consob ha preso una decisione straordinaria, vietando per il giorno successivo (poi esteso a 3 mesi) la vendita allo scoperto di 85 titoli di blue chip italiane. In modo analogo si è mossa l’autorità della Borsa spagnola. Questo per contrastare intenti speculativi da parte di grandi hedge fund nei confronti delle aziende italiane che il giorno precedente avevano portato al risultato peggiore di sempre, con una caduta del 17% della Borsa italiana. Tutto questo fa diventare di grande attualità le riflessioni sulla vendita allo scoperto, se cioè, anche al di fuori di situazioni straordinarie e drammatiche come le attuali, questa pratica abbia effetti dannosi sul funzionamento e sulla stabilità del mercato, se l’attuale quadro normativo per i doveri dei venditori allo scoperto sia sufficiente, se, infine, esistono i presupposti per imporre maggiori restrizioni. Per queste considerazioni ci basiamo sull’acuta pubblicazione “The duties of a short seller” (2016) di Kostantinos Sergakis, professore di Diritto dei mercati di capitali e corporate governance, Università di Glasgow. Lo “shortista” opera al ribasso, scommettendo che il valore delle azioni trattate si abbasserà, in una logica rovesciata rispetto agli obiettivi di un “normale” azionista. Si può quindi ipotizzare un disallineamento degli obiettivi dei venditori allo scoperto rispetto a quelli degli altri
azionisti dell’azienda e rischi per il mercato e la corporate governance.
Rischi per il mercato Numerosi studi empirici hanno dimostrato che non esiste una correlazione diretta tra vendite allo scoperto e rischi di stabilità di mercato e anzi ne sono stati anche evidenziati aspetti positivi come il fatto che possa contribuire a definire il prezzo corretto di un’azione o aumentare la liquidità del mercato, consentendo anche ad altri operatori di beneficiare di costi di transazione contenuti, o ridurre la volatilità, facilitando l’incontro di domanda e offerta anche per i titoli poco liquidi. In conclusione la capacità dei venditori allo scoperto di valutare correttamente il valore di una quotazione aiuta anche gli altri operatori e in definitiva riduce l’incertezza del mercato in generale.
LA CONSOB HA DECISO DI BLOCCARE PER TRE MESI LE VENDITE ALLO SCOPERTO
Rischi per la governance Il problema riguarda le società che hanno tra i loro azionisti fondi che applicano il “disaccoppiamento negativo” cioè hanno posizione “lunghe” e “corte” (legate alla vendita allo scoperto) per coprire il rischio dell’investimento. Questo perché si ritiene che queste strategie possano indebolire la democrazia dell’azionariato e favorire decisioni controverse. In realtà studi empirici hanno dimostrato che non ci sono differenze tra “long” e “short traders” in termini di manipolazione delle decisioni e delle votazioni e anzi, grazie alle loro sofisticate competenze nell’analisi del mercato,
“La capacità degli shortisti di valutare correttamente nel tempo il valore di una quotazione al di là delle mode di un momento aiuta anche gli altri operatori finanziari e riduce l’incertezza del mercato in generale”
PAOLO SAVONA, PRESIDENTE DELLA CONSOB
questi azionisti non ortodossi possono indirizzare l’azienda a considerare un approccio strategico più innovativo.
Il regolamento Ue Nel 2012 è stato emanato Regolamento UE n. 236/2012 che impone a chi possiede una Pnc (posizione netta corta, cioè l’ammontare dei titoli o strumenti finanziari derivati venduti allo scoperto, le cui rispettive posizioni non sono chiuse da una copertura) pari ad almeno 0,2% di una società quotata di notificare all’ente regolatore nazionale ogni incremento dello 0,1%. Se la posizione arriva allo 0,5% del capitale sociale, c’è l’obbligo di informativa al mercato per assicurare la trasparenza. Si è discusso sulla opportunità di queste soglie, In realtà in questi anni si è visto che sono congrue perché la comunicazione delle Pnc aperte migliora la liquidità del mercato, dà una visione globale agli altri attori e quindi in definitiva favorisce le transazioni. Sergakis al termine della sua ampia analisi conclude che l’approccio più efficace al tema della regolazione e dell’informativa per la vendita allo scoperto sia di mantenere la cornice normativa attuale con le relative soglie per l’obbligo di informativa, questo perché l’imposizione di ulteriori doveri al venditore allo scoperto sarebbe vista come una gravosa imposizione che non eliminerebbe il rischio di manipolazioni e speculazioni.
LA BIOGRAFIA
IL PROFESSORE CHE RIABILITA LA SCOMMESSA AL RIBASSO
Konstantinos Sergakis ha conseguito un master in diritto commerciale internazionale all’Università di Atene, un master in diritto commerciale internazionale all’University College di Londra e un dottorato di ricerca all’Università di Parigi 1 Panthéon-Sorbonne. È entrato all’Università di Glasgow come senior lecturer in Law nel 2015 ed è stato promosso a professore di Diritto dei mercati dei capitali e corporate governance nel 2019. Dal 2017 è responsabile della School International Lead. Sergakis ha precedentemente insegnato nelle Università di Parigi Ouest Nanterre la Defence (2006-2010), di Bedfordshire (2011-2013) e di Bristol (20132015). Ha svolto attività di visiting professor all’Università di Aarhus, all’Università di Alcalá, al Global College of Law della UCLouvain, all’Università del Liechtenstein e al Sciences-Po di Lyon. In Italia ha insegnato come visiting professor all’Università di Macerata e a quella di Trento. Nel 2017 è stato eletto membro del Consiglio direttivo dell’Associazione internazionale di Diritto dell’Economia.
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Martedì 31 Marzo 2020
SI PROFILA L’ERA DEI BOND SECOLARI L’effetto-pandemia: gli investitori sono pronti per le emissioni governative a lunga scadenza
DI GLORIA VALDONIO
Lo shock combinato del Covid-19 e del calo-petrolio ha determinato ampie vendite non solo sull’azionario ma anche sui titoli del reddito fisso, provocate da ribilanciamenti di portafoglio mettendo in grande difficoltà l’equilibrio dei conti di broker e dealer. Il reddito fisso, quindi, non si è rivelato in questa crisi così decorrelato dai titoli azionari come avevano sperato gli investitori in cerca di un porto sicuro. E, stranamente, un’area che ha fornito una certa protezione è stata quella dei Mercati Emergenti, epicentro dell’epidemia, che ha registrato flessioni più contenute rispetto ad altre regioni, incluse l’Europa e gli Usa. C’è però, secondo gli strategist, una piccola fiammella in fondo al tunnel: nel momento in cui le Banche centrali hanno tagliato i tassi e ampliato il quantitative easing, la liquidità ha cominciato a fluire specialmente sul mercato dei Treasury e dei titoli rappresentativi di mutui, indirizzando gli operatori sull’acquisto di bond capaci di offrire potenziale di forte free cash flow sostenuto da asset altrettanto forti. Ed è su questi ultimi che convergono le speranze degli investitori. “Una volta che si inizierà a uscire dal tunnel della crisi, il che richiederà diverse settimane, allora si apriranno opportunità sul segmento del credito a breve di elevata qualità, che dovrebbe beneficiare proprio delle migliorate condizioni di liquidità”, afferma Mike Swell, co-head, Global Portfolio Management del Global Fixed Income di Goldman Sachs Asset Management (GSAM). Debito secolare. L’opinione prevalente è che l’entità di alcuni dei piani per la ripresa economica annunciati a poi attuati da molti governi per combattere gli effetti del coronavirus ridurranno la durata della (molto probabile) recessione globale. Rimangono però ancora molti interrogativi, in particolare sulla modalità di riduzione del deficit dei Paesi colpiti più dalla malattia. Come spiega John Plassard, Invest-
IL GRAFICO DELLO SPREAD DI IERI, CHE HA RISENTITO DELLE DICHIARAZIONI DELLA VON DER LEYEN
ment Specialist del Gruppo Mirabaud, una soluzione sarebbe quella di emettere obbligazioni sovrane con scadenze molto lunghe: 50 e anche 100 anni, che consentirebbero ulteriori prestiti senza esercitare una pressione al rialzo sui rendimenti di altri titoli popolari, emessi a 30, 10 o 5 anni. “ In un contesto di tassi di interesse molto bassi, legato ai rischi di rallentamento della
crescita globale e alla vigilia di una recessione, gli investitori sono alla ricerca di migliori tassi di rendimento, ovvero di scadenze più lunghe, che pagano di più per compensare il rischio che comportano”, spiega Plassard. Che aggiunge: “Questa è anche una buona operazione per il governo che li emette, che assicura per il prestito un tasso basso per un periodo eccezionalmente
“Se sei una società che fa affidamento sul flusso di cassa dai ricavi e quelli si fermano, entri in una fase di shock aggravata dalla stretta delle condizioni del credito”
lungo, ottenendo così dei risparmi per quanto riguarda il servizio del debito”. Con rating Aa1/AA +, gli Stati Uniti offrono un profilo più attraente per i gestori rispetto ad altri Paesi. E, in un mondo di tassi negativi sempre più comuni, ricevere un importo positivo ogni anno sembra giustificare l’assunzione di un rischio su scadenze così lunghe. “Il potenziale collocamento di obbligazioni sovrane USA a 50 o 100 anni ha sempre più senso sia per investitori in cerca di rendimenti ridotti ma sicuri, sia per ridurre il debito, difficile da prevedere nel tempo, del Paese”, spiega Plassard. Corporate bond. Quanto ai corporate bond è vitale la sele-
“Coronavirus e calo-petrolio hanno determinato ampie vendite sull’azionario e sui titoli del reddito fisso. Il dopo crisi offre opportunità sul segmento del credito a breve” zione. Pochi giorni fa l’agenzia di rating Moody’s ha detto che se i blocchi alla libera circolazione delle persone sperimentati a macchia di leopardo un po’ in tutto il mondo saranno brevi e rapidi, il tasso di default globale potrebbe raggiungere il 6,5% quest’anno. Ma nel caso di recessione più grave, estesa fino alla seconda metà dell’anno, le inadempienze potrebbero superare i livelli osservati nella crisi finanziaria del 2008 e salire al 18,3%. “Se sei una società che fa affidamento sul flusso di cassa dai ricavi e quelli si fermano, entri in una fase di grave shock aggravato dall’inasprimento delle condizioni del credito”, ha detto Atsi Sheth, Chief Credit Officer per le Americhe.
DALLA PRIMA
Più informazione professionale per essere utili nell’emergenza (segue dalla prima pagina) perchè chi fa business ha bisogno di incontrare fisicamente i suoi interlocutori, e la sede del Salone è la migliore possibile, da sempre. Come disse, tranquillizzandolo, Bill Gates a Michele Perini che nel 2000, neopresidente della Fiera di Milano, gli chiese cosa ne pensasse della temuta marginalizzazione delle fiere fisiche a causa di internet: “People need to meeet people”, la gente ha bisogno di incontrare
altra gente”. E anche noi, tutti noi, abbiamo un gran bisogno di ricominciare a incontrarci, a guardarci in faccia senza schermi, parlarci, sorriderci e anche litigare. Prima sarà, meglio sarà, ma dipende anche dalla nostra capacità di “tenuta” in questa fase. Intanto, disinformazione e veline tendenziose fioccano attorno a noi. Da governi stranieri, probabilmente; da portavoce di fazioni che pretendono di accaparrarsi i futuri dividendi di questa crisi; dagli
estremisti urlatori di tutte le frange che sanno solo dire sempre no. Qualche “no” il governo Conte lo merita, perchè potrebbe far di più, soprattutto per preparare la ripresa, ma al premier (nella foto) va riconosciuto l’impegno, l’energia personale a
supplire anche ad alcune evidenti deficienze della squadra, il coraggio di aver battuto i pugni sul tavolo europeo. Ma per capirne di più e informarsi meglio per meglio decidere - del nostro destino economico e civile - bisogna, ripeto, affidarsi a un’informazione
umilmente seria. Che dichiari le fonti, e le metta a confronto. Che rispetti chi sa, e lo citi.Un’nformazione così, è utile. Noi proviamo a farla anche sulla crisi in corso, ogni giorno con la newsletter di Investire Today e in questi tre giorni con l’edizione straordinaria che state leggendo, e che - alla fine del lockdown stamperemo aggiornata e distribuiremo come una festa di liberazione, nelle strade della nostra indomabile Milano. Buona e sollecita ropresa a tutti noi.
Martedì 31 Marzo 2020
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«PRIORITÀ, PRESERVARE IL CAPITALE»
Intervista con Lorenzo Bassani, vicedirettore generale di CheBanca!: «In prima linea con i clienti» DI MARCO MUFFATO
E’ già proiettato al dopo, alla ripartenza, quando sarà il momento di mettersi alle spalle le ansie dell’epidemia e di riprendere il filo dei progetti avviati. Ci riferiamo a Lorenzo Bassani, vice direttore generale, direttore commerciale e marketing di CheBanca!, l’istituto multicanale del gruppo Mediobanca. Che spiega a Investire Today le mosse attuali e prospettiche della propria banca.
Come si difende il cliente wealth in questo momento? E quello affluent? Le scelte difensive non sono univoche per tipologia di clientela, ma variano in base alla propensione al rischio e agli obiettivi di investimento di ciascun cliente. In generale la priorità è per tutti, soprattutto in momenti di forte volatilità, preservare il capitale. Per questo è bene intensificare il dialogo così come il monitoraggio continuo di portafogli con l’obiettivo di fare riflessioni personalizzate più approfondite sia sulle diverse asset allocation sia sull’attribuzione del rischio per ciascun prodotto sottoscritto. Avvalersi del supporto di un professionista in questa fase è inoltre importante per controllare l’emotività. Azioni impulsive, come la decisione di liquidare i propri investi-
LORENZO BASSANI, VICEDIRETTORE GENERALE DI CHEBANCA!
“Rimanere disinvestiti a lungo, esclude dalla possibilità di beneficiare di eventuali recuperi dei valori, che nel passato si sono sempre verificati” menti in momenti di forte stress, implicano quasi sempre la realizzazione di elevate perdite. Allo stesso tempo, rimanere disinvestiti a lungo, esclude dalla possibilità di beneficiare di eventuali recuperi, che nel passato si sono sempre verificati.
Come sta cambiando il ruolo delle vostre filiali in questa emergenza? Ci sono aggiornamenti nel vostro piano di sviluppo? Sin dall’insorgere dell’emergenza abbiamo ponderato le migliori soluzioni in termini sia di impatti sulla salute
di dipendenti e clienti sia di qualità del servizio offerto. Tali valutazioni collegate all’inasprirsi della situazione generale ci hanno portato a decidere di limitare l’accesso alle nostre filiali solo su appuntamento per le operazioni urgenti e strettamente necessarie che non possono essere eseguite al telefono o online. Anche nella gestione degli investimenti i nostri consulenti stanno facendo un grande lavoro per dialogare continuamente con i nostri clienti, anche a distanza, supportandoli e identificando le migliori azioni a tutela del
loro patrimonio. In generale, questa fase transitoria non metterà comunque in discussione il nostro piano di crescita. Essendo partiti come una realtà multicanale con un numero limitato di filiali sul territorio non verremo impattati dall’ulteriore processo di razionalizzazione che con molta probabilità caratterizzerà il sistema bancario post crisi. Avremo ancora spazi per crescere, con aperture mirate sulle piazze nelle quali identificheremo le migliori opportunità. Il momento è favorevole alle banche che hanno virato per tempo con decisione sul digitale, visto che l’epidemia minimizza le possibilità della relazione personale e diretta con il cliente anche quando le filiali sono aperte al pubblico. CheBanca! rientra tra gli operatori che hanno saputo investire sul digitale e in che modo? Resilienza e flessibilità sono requisiti chiave in tempo di crisi. CheBanca! è nata nel maggio 2008 alla vigilia della crisi finanziaria globale originata dal fallimento di Lehman Brothers, sviluppando fin da principio un modello di servizio e consulenza basato sulle opportunità digitali offerte dalla tecnologia e sulla competenza e la solidità derivanti dall’appartenenza al gruppo Mediobanca. Oggi possiamo contare su un modello multicanale tecnologicamente
avanzato che ci permette anche nell’attuale situazione di emergenza di continuare a supportare clienti totalmente da remoto attraverso piattaforme evolute sia per l’operatività di base che per le operazioni più complesse. Come anche sottolineato da alcune principali agenzie di rating nei report di questi giorni, avere una rete distributiva snella e una piattaforma di consulenza digitale avanzata sono le chiavi per garantire un modello di business sostenibile nel tempo, anche rispetto all’emergenza che stiamo attraversando. Quali iniziative di marketing e nuovi servizi avete varato in questo frangente per la clientela? In questa fase garantiamo canali continui di comunicazione verso i nostri clienti a supporto della gestione sia del portafoglio investimenti sia dei finanziamenti. Sapendo che in questo momento i nostri clienti sono alla ricerca in primis di sicurezza abbiamo inoltre deciso di lanciare una nuova offerta promozionale sul conto deposito, che sarà attiva per tutto il mese di aprile e che offrirà un tasso annuo dell’1% sulla nuova liquidità vincolata a sei mesi. Una soluzione temporanea di allocazione risparmi in attesa di cogliere le nuove opportunità che si apriranno sui mercati una volta passata la tempesta.
Una ricerca di Mediobanca Securities: «Meno flussi di sottoscrizioni per il 40%, ma il mercato resisterà»
«RISPARMIO GESTITO, SALDO POSITIVO» FRANCO SARO
Borse sull’ottovolante e investitori spaventati. Riscatti monstre dai fondi e alta volatilità dei prezzi. Economia in recessione e annunci di interventi governativi multimiliardari. In questo scenario, nessuno sa cosa accadrà domani alle reti del risparmio gestito, ma cercare di capirlo è già una nota di merito. Ci ha provato Mediobanca Securities che guardando alle crisi passate, ha calcolato che i flussi di sottoscrizioni dovrebbero restare positivi, ma inferiori del 40% rispetto alla media. «I clienti sono diventati sempre più
avversi al rischio e la principale soluzione attualmente spinta dalle reti è quella dei piani di accumulo. Pertanto, riteniamo che un rallentamento dei flussi sia più che probabile in questa fase», spiega una nota di Mediobanca, i cui analisti hanno provato a calcolare anche come andrà la raccolta dei quattro player della consulenza finanziaria quotati a Piazza Affari, Fineco, Azimut, Banca Generali e Banca Mediolanum, mettendola in relazione con quanto è accaduto alle singole reti nelle ultime cinque crisi di mercato (2002, 2008, 2011, 2015 e 2018). Secondo l’investment bank, solo Azimut e Ban-
ca Generali hanno registrato dei deflussi netti e in un solo anno (118 e 143 milioni di euro nel 2008). In tutti gli altri casi i dati mostrano afflussi positivi, anche in momenti di grandi correzioni. «Storicamente il rapporto tra raccolta netta nel risparmio gestito e masse si è attestato al 9,6% e al 9,8% per la raccolta netta totale. Durante le cinque correzioni di mercato considerate, tali livelli si attestano, rispettivamente, al 5,6% e all’8,5%. Quindi in anni come quello attuale il calo dei flussi potrebbe attestarsi al -40% per i prodotti gestiti e al -10% sul totale», spiega Mediobanca.
Martedì 31 Marzo 2020
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«RIPARTIRE DIPENDE DAGLI STATI»
Dante Roscini, docente di economia internazionale ad Harvard: «Neanche con le guerre si fermò tutto» DI GIOVANNI PELLERITO
«Questa volta è diverso, per citare il celebre libro di Rogoff e Reinhart, noti economisti di Harvard che peraltro adottarono tale titolo per esorcizzarne l’uso», dice Dante Roscini, professore di economia internazionale alla Harvard Business School ed ex capo di Morgan Stanley. «La pandemia ha investito l’economia mondiale come uno tsunami. Un’onda d’urto che si ha appena avuto il tempo di scorgere prima del suo impatto violento ed imprevisto. Si sta verificando un doppio, fortissimo shock negativo sia di domanda aggregata che di capacità produttiva, che ha coinvolto quasi simultaneamente tutti i Paesi e tutti i settori economici. Non ci sono precedenti. Anche durante le guerre mondiali non tutti i luoghi sono stati investiti dalle attività belliche; e le precedenti crisi pandemiche sono sempre state arginate sia in termini geografici che di industrie colpite, lasciando danni profondi ma pur sempre localizzati». Si aspettava tanto panico sui mercati? Questa volta si ha l’impressione di guardare dentro a un vertiginoso buco nero da cui è necessario uscire il più velocemente possibile perché più a lungo perdurerà la situazione di stallo più profondi saranno i danni all’economia globale. I mercati finanziari -
che sull’onda della più lunga espansione economica dal dopoguerra, avevano nello scorso decennio dimenticato il concetto di rischio grazie anche a tassi forzatamente bassi e guadagni garantiti - si sono bruscamente ritrovati di fronte a una enorme incertezza e sono entrati nel panico Ma quanto ci “costerà” il Coronavirus? I possibili contraccolpi sul sistema economico globale dipenderanno in gran parte dalle misure che le autorità fiscali e monetarie adotteranno al fine di salvaguardare il sistema produttivo, bancario e finanziario. Serve un dispiego di mezzi massiccio e immediato che preveda ingenti iniezioni di liquidità, assistenza ai redditi, garanzie sui crediti, abbattimento delle tariffe, abbandono temporaneo di rigidità fiscali e allentamento delle regole sul
DANTE ROSCINI
capitale bancario. Si tratta di un momento di eccezionale difficoltà che richiede la messa in campo di tutte le armi disponibili al fine di sostenere l’economia e i mercati. La crisi di un decennio fa ha insegnato molto e alcune misure sono già state prese rapidamente, ma non basta. C’è addirittura chi teorizza che gli Stati, per sopperire alla mancata domanda, debbano intervenire con una sorta di quantitative easing fiscale. Vi è più che mai un grande bisogno di cooperazione, coordinamento e solidarietà internazionale, mentre invece la crisi pandemica ci sta facendo chiudere le frontiere e ingaggiare in un chaqun pour soi che sembra sempre più un si salvi chi
“Io credo che a fine anno saremo usciti dal tunnel e il mondo avrà recuperato in gran parte la sua normalità. Ho grande fiducia nella scienza e penso che sia solo una questione di tempo prima che si riesca a mettere a punto il vaccino”
UN’IMMAGINE DA WUHAN DOPPO LA RIAPERTURA DELLE ATTIVITÀ
può. È in questi momenti che la leadership politica è fondamentale ma questa purtroppo sembra al momento merce alquanto rara ovunque. Dove saremo a fine anno, a suo avviso? Fare previsioni con l’attuale grado di incertezza è azzardato ma io credo che a fine anno saremo usciti dal tunnel e il mondo avrà recuperato in gran parte la sua normalità. Ho grande fiducia nella scienza e penso che sia solo una questione di tempo prima che si riesca a mettere a punto una terapia efficace e un vaccino che ci protegga da una recrudescenza dell’infezione. Credo anche che i dati che abbiamo in questo momento sul virus siano ancora fortemente incompleti e che sia necessario colmare tali lacune prima di poter approntare misure di politica sanitaria ed economica più mirate ed efficaci. Per ora ci vuole il coraggio di adottare misure straordinarie ad ampio spettro per evitare
che il danno economico di questa fase lasci ferite insanabili nei tessuti produttivi e sociali così come nelle istituzioni internazionali. Che ruolo avrà in questa fase storica il mondo universitario? Tutte le università sono impegnate a cercare la soluzione a questa crisi, che sia sul fronte biomedico o quello economico e mi auguro che uno dei risvolti positivi di questa fase storica sia di riportare al giusto posto l’importanza della competenza scientifica minata dalla retorica populista. Nella ricerca, il mondo universitario è storicamente quello in cui la cooperazione internazionale – pur nel rispetto della concorrenza – è più intensa e fluida di molti altri settori. Credo che nel regredire della globalizzazione innescato da questa crisi, il mondo accademico continuerà a collaborare senza frontiere anche se forse con qualche maggiore difficoltà.
Per William Goetzmann di Yale «le notizie sullo sviluppo di una cura ridurranno l’incertezza sul lungo termine»
«LA SCIENZA DIRÀ STOP ALLA CRISI» DALLA REDAZIONE
William Goetzmann di Yale SOM, esperto di storia finanziaria ha messo in uo scritto del 28 marzo i ribassi dei mercati e volatilità in prospettiva storica.
Pensa che il grande sell-off nei mercati finanziari sia guidato da aspettative razionali, o c’è qualche altra forza all’opera? Non è chiaro se il mercato attuale si
stia comportando in modo irrazionale, dato che si tratta di un evento globale quasi senza precedenti. Quale potrebbe essere il riferimento storico? L’epidemia di influenza del 1918 è quello naturale. Milioni di persone sono morte. Il mondo è entrato in una recessione globale nel 1920. È difficile, però, distinguere gli effetti della I° guerra mondiale dagli effetti della pandemia. La mia ricerca con Dasol Kim sugli incidenti guarda a
tutti i grandi cali in un periodo di 12 mesi nei mercati azionari mondiali. Ci sono stati 8.549 crash annuali della scala che abbiamo visto e, una volta che il calo diventa più grande, la probabilità di un rimbalzo nell’anno successivo aumenta drasticamente. Cosa sappiamo del comportamento degli investitori dopo un crash? Esperienze di vita come la Grande Depressione o un’alta inflazione hanno apportato cambiamenti permanenti nelle scelte delle persone. Negli
ultimi tempi, gli investimenti delle famiglie nel mercato azionario sono diminuiti; ora sono inferiori rispetto alla metà degli anni 2000. Ciò può essere dovuto alle continue preoccupazioni per un crollo del mercato. Anche se sembra che manchi almeno un anno alla realizzazione di un vaccino, penso che le notizie sullo sviluppo di una cura ridurranno l’incertezza sul lunghissimo termine mettendo un limite ai prezzi dei beni e alle aspettative.
10 Martedì 31 Marzo 2020
Maurizio Bufi (Anasf): «Noi consulenti abbiamo gli anticorpi contro la volatilità» DI MARCO MUFFATO
Maurizio Bufi lo scorso giovedì 26 marzo è stato ospite della trasmissione in streaming “Sos Investire” sul profilo Facebook di Investiremag.it. Riportiamo una ampia sintesi testuale dell’intervista al presidente di Anasf.
Bufi da numero uno dei consulenti finanziari italiani quest’altalena della Borsa, che sembra impazzita, crea un’angoscia particolare ai te e ai tuoi colleghi? No, i consulenti finanziari hanno sviluppato nel corso di questi decenni un po’ di anticorpi, se vogliamo rimanere in gergo sanitario e applicarlo alla finanza, nel gestire al meglio le emozioni rispetto a situazioni anche estreme come quelle che abbiamo vissuto e stiamo vivendo. Cerchiamo di vivere questi momenti nel modo più equilibrato e razionale possibile prendendo in esame le informazioni e le notizie rilevanti che il mercato ci mette via via a disposizione. Negli ultimi 35 anni abbiamo vissuto situazioni analoghe dalle quali ne siamo sempre usciti brillantemente e da questo punto di vista sono fiducioso. La professione di consulente finanziario può essere svolta in maniera eccellente attraverso lo smartworking anche perché il settore ha investito molto sull’aspetto paperless e sulla possibilità di concludere contratti grazie alle nuove tecnologie digitali… È proprio così, noi abbiamo fatto della relazione fisica, della presenza all’incontro, dello scambio vis a vis con il cliente, uno degli elementi di successo della nostra professione. Non di meno, nel corso di questi ultimi anni, abbiamo sviluppato l’uso e l’utilizzo di strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione. Quindi il lavorare in smartworking da casa ci trova
MAURIZIO BUFI, PRESIDENTE DELL’ANASF
preparati. Stiamo utilizzando in maniera massiccia le videochat perché la comunicazione a distanza con il cliente oltre che verbale sia anche visiva. Nel decreto Cura Italia è prevista una erogazione 600 euro per le categorie dei lavoratori autonomi – e per il solo mese di marzo - tra i quali potrebbero rientrare i consulenti finanziari. Bufi può chiarirci la questione: i consulenti finanziari ne hanno diritto? L’articolo 28 del decreto prevede tutta una serie di soggetti beneficiari dei 600 euro una tantum, per ora per il mese di marzo, dove non sembrerebbero rientrare gli agenti di commercio e i consulenti finanziari in quanto provvisti di propria cassa di previdenza. Detto questo i ci stiamo adoperando invece per far ricomprendere nell’articolo 28 tra i lavoratori autonomi con partita Iva, anche i consulenti finanziari… Però Enasarco, l’ente di previdenza integrativo degli agenti di commercio, tra cui rientrano i consulenti finanziari, ha stanziato negli ultimi giorni una cifra di 8,4 milioni di euro che con una successiva erogazione arriverà alla cifra 10,4 milioni di euro. Ora si tratta di vedere se una indennità esclude l’altra o sono cumulabili… Puntiamo a essere tra i beneficiari possibili di entrambe le opportunità. Per quanto riguarda Enasar-
“Ci stiamo adoperando per far rientrare la categoria tra quelle assistite dal decreto Cura Italia. Il rinvio delle elezioni Enasarco non è giustificato in alcun modo e reagiremo per vie legali”
co, confermo che le cifre stanziate dalla fondazione sono quelle e siamo in attesa di conoscere quali saranno le modalità. Aggiungo che c’è anche una terza via, collegata all’articolo 44 del decreto Cura Italia (relativo all’uso del Fondo per il reddito di ultima istanza, n.d.r.) , in cui potremmo essere ricompresi volto a garantire il riconoscimento di una indennità (sempre di 600 euro a testa, ma a determinate condizioni previste dal decreto interministeriale Lavoro – Economia che è in corso di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, n.d.r.). A proposito di Enasarco sono state rinviate le elezioni. Qual è il vostro stato d’animo, visto che fate parte della coalizione FarePresto! favorita per la vittoria finale… Il rinvio non è giustificato, viste anche le caratteristiche del voto che è elettronico e quindi non richiede la necessità di recarsi fisicamente presso l’urna elettorale. Inoltre non è stata indicata una data alla proroga decisa dall’attuale Cda. Non possiamo accettare questa situazione e stiamo valutando le iniziative da prendere anche da un punto di vista legale (è di ieri la notizia che 5 consiglieri del Cda Enasarco, facenti riferimento alla lista FarePresto! hanno impugnato la delibera, n.d.r). Con riferimento agli adempimenti Ocf e alla relazione con Consob e Ivass ci sono novità? Per quanto riguarda Ocf è ufficiale lo spostamento del versamento del contributo per la tenuta e la vigilanza dell’Albo dal 15 aprile al 15 maggio. Per Consob e Ivass stiamo ragionando con le autority per agevolare tutte le modalità online e a distanza nella formazione e anche di spostare un po’ più avanti alcuni adempimenti di aggiornamento professionale. Sono confidente sul fatto che potremo ottenere queste agevolazioni.
L’analisi di Moneyfarm: «La profonda recessione del secondo trimestre sarà ampiamente recuperata da luglio in poi»
«NEL SECONDO SEMESTRE RECUPEREMO» DALLA REDAZIONE
«Il secondo trimestre sarà caratterizzato da una profonda recessione che sarà ampiamente recuperata nella seconda metà dell’anno, quando l’attività economica riprenderà». Questa è l’analisi di Roberto Rossignoli, portfolio manager di Moneyfarm, e questa vision è condivisa dalla Casa di consulenza finanziaria indipendente. Rossignoli prende atto che la recessione è ormai impossibile da evitare dopo il dato IHS Markit Eurozone Composite Pmi che a marzo
è crollato di oltre 20 punti scendendo a quota 31.4, con il più grande calo mensile da quando vengono effettuate le rilevazioni, registra la buona performance azionaria della scorsa settimana e boccia sia le politiche di aumento della liquidità sia le linee di credito garantite alle aziende « Gran parte dell’intera economia globale è congelata per decreto a causa di un’emergenza sanitaria» spiega «e questo vuol dire che, finché questa crisi durerà, aumentare la liquidità nell’economia non servirà a invertire la tendenza. Se le persone sono
confinate a casa e non possono spendere, anche trasferire soldi nei loro conti correnti non servirà, nel breve termine, a fare aumentare i consumi. Così come a un’azienda impossibilitata a operare, non servirà offrire linee di credito senza costi e garantite per rilanciare investimenti e assunzioni». Secondo Rossignoli c’è una parte dell’economia che subisce questa situazione in modo più grave come i trasporti o il settore turistico, che probabilmente resterà in crisi per un periodo più lungo degli altri settori, mentre ci sono altri
comparti, come quelli dell’economia digitale e SaaS, che possono continuare a operare senza problemi e si avvantaggiano di un contesto dove miliardi di persone sono chiuse a casa o devono lavorare da remoto. « ll mercato, che nel momento della grande incertezza non riusciva ad operare questo tipo di discriminazioni, adesso sembra muoversi verso una rivalutazione dei prezzi più granulare» conclude «e questa è una buona notizia, che indica un graduale ritorno a una situazione di funzionamento più normale».
ANNO DI INGRESSO
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Martedì 31 Marzo 2020
2018 2017 2016 2015 2014 2013 2012 2011 2010 2009 2008 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 1989 1988 1987 1986 1985 1984 1983 1982 1981 1980 1979 1978 1977 1976 1975 1974 1973 1972 1971 1970 1969 1968 1967 1966 1965 1964 1963 1962 1961 1960 1959 1958 1957 1956 1955 1954 1953 1952 1951 1950 1949 1948 1947 1946 1945 1944 1943 1942 1941 1940 1939 1938 1937 1936 1935 1934 1933 1932 1931 1930 1929 1928 1927 1926 1925
28,4 8,6 13,2 11,9 9,3 8,7 11,2 11,8 9,8 10,1 11,8 6,1 6,4 7,3 7,5 8,0 9,3 7,5 6,1 5,0 5,9 6,7 7,1 7,4 7,9 7,8 8,4 7,9 8,2 7,3 7,6 8,1 8,3 9,2 10,0 9,9 10,2 10,3 9,9 10,3 10,4 10,6 10,3 10,4 10,9 10,0 9,4 9,7 9,9 9,6 9,4 9,4 9,7 9,3 9,3 9,3 9,4 9,1 9,3 9,2 9,4 9,8 9,5 9,5 9,7 10,2 10,1 10,2 10,4 10,6 10,5 10,3 10,2 9,8 9,8 9,5 9,6 9,5 9,6 9,5 9,4 9,4 9,0 9,1 9,3 9,2 9,7 9,6 8,9 8,5 8,3 8,5 8,7 8,9
-8,2 6,3 6,9 5,0 5,1 8,6 9,7 7,7 8,2 10,3 4,3 4,7 5,9 6,2 6,7 8,3 6,4 5,0 3,9 4,9 5,8 6,2 6,6 7,1 7,1 7,7 7,2 7,6 6,6 7,0 7,5 7,8 8,7 9,5 9,4 9,8 9,8 9,5 9,9 10,0 10,2 10,0 10,1 10,6 9,6 9,0 9,3 9,5 9,3 9,0 9,1 9,3 8,9 8,9 9,0 9,1 8,8 9,0 8,9 9,1 9,5 9,2 9,2 9,4 9,9 9,9 9,9 10,1 10,3 10,3 10,0 9,9 9,5 9,6 9,3 9,4 9,3 9,4 9,3 9,2 9,1 8,8 8,9 9,1 9,0 9,5 9,4 8,7 8,3 8,1 8,3 8,5 8,7
23,1 15,3 9,9 8,8 12,3 12,9 10,2 10,5 12,5 5,6 6,0 7,1 7,4 7,9 9,5 7,4 5,8 4,7 5,7 6,5 7,0 7,3 7,9 7,8 8,3 7,8 8,2 7,2 7,5 8,0 8,3 9,3 10,1 10,0 10,3 10,4 10,0 10,4 10,5 10,7 10,4 10,5 11,0 10,1 9,5 9,7 9,9 9,7 9,4 9,5 9,7 9,3 9,3 9,3 9,4 9,1 9,3 9,2 9,4 9,8 9,5 9,5 9,7 10,3 10,2 10,3 10,4 10,6 10,6 10,3 10,2 9,8 9,8 9,5 9,6 9,5 9,6 9,6 9,4 9,4 9,0 9,1 9,3 9,2 9,7 9,7 8,9 8,5 8,3 8,5 8,7 8,9
Finanza e sostenibilità
LA VERA
STORIA DEL
Performance annualizzate nel periodo id
8,1 3,8 4,4 9,7 11,0 8,2 8,8 11,3 3,9 4,4 5,8 6,1 6,8 8,5 6,4 4,8 3,7 4,8 5,7 6,2 6,6 7,2 7,1 7,8 7,2 7,7 6,7 7,0 7,6 7,9 8,8 9,7 9,6 10,0 10,0 9,6 10,1 10,2 10,4 10,1 10,2 10,8 9,8 9,2 9,5 9,7 9,4 9,1 9,2 9,4 9,0 9,0 9,1 9,2 8,9 9,1 9,0 9,2 9,6 9,3 9,3 9,5 10,1 10,0 10,1 10,2 10,5 10,4 10,1 10,0 9,6 9,6 9,3 9,5 9,4 9,5 9,4 9,3 9,2 8,8 9,0 9,1 9,0 9,6 9,5 8,8 8,3 8,1 8,4 8,6 8,7
-0,3 2,6 10,2 11,8 8,2 8,9 11,8 3,3 4,0 5,6 6,0 6,7 8,6 6,3 4,6 3,4 4,6 5,6 6,1 6,5 7,2 7,1 7,7 7,2 7,6 6,6 7,0 7,5 7,8 8,9 9,8 9,7 10,0 10,1 9,7 10,1 10,2 10,4 10,2 10,3 10,8 9,8 9,2 9,5 9,7 9,4 9,1 9,2 9,5 9,0 9,1 9,1 9,2 8,9 9,1 9,0 9,2 9,6 9,3 9,3 9,5 10,1 10,0 10,1 10,3 10,5 10,4 10,2 10,1 9,6 9,7 9,4 9,5 9,4 9,5 9,4 9,3 9,2 8,8 9,0 9,1 9,0 9,6 9,5 8,8 8,3 8,1 8,4 8,6 8,7
5,5 15,9 16,1 10,4 10,8 13,9 3,9 4,6 6,2 6,6 7,4 9,3 6,8 4,9 3,6 4,9 6,0 6,5 6,9 7,6 7,5 8,1 7,5 8,0 6,9 7,3 7,8 8,1 9,2 10,1 10,0 10,4 10,4 10,0 10,5 10,5 10,7 10,5 10,6 11,1 10,1 9,4 9,7 9,9 9,7 9,4 9,5 9,7 9,2 9,3 9,3 9,4 9,1 9,3 9,2 9,4 9,8 9,5 9,5 9,7 10,3 10,2 10,3 10,4 10,7 10,6 10,3 10,2 9,8 9,8 9,5 9,6 9,5 9,6 9,6 9,4 9,4 9,0 9,1 9,3 9,2 9,7 9,6 8,9 8,4 8,2 8,5 8,7 8,8
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23,1 8,3 11,8 3,9 6,4 9,2 10,2 13,8 16,7 15,5 16,2 15,8 14,2 15,1 14,9 15,1 14,3 14,3 15,3 12,9 11,4 11,9 12,3 11,6 11,0 11,1 11,4 10,6 10,6 10,6 10,7 10,2 10,5 10,3 10,6 11,2 10,7 10,6 10,9 11,8 11,6 11,7 11,9 12,2 12,1 11,7 11,5 10,8 10,8 10,4 10,5 10,4 10,5 10,4 10,2 10,1 9,5 9,7 9,9 9,8 10,5 10,4 9,4 8,8 8,5 8,8 9,1 9,3
-4,6 6,5 -1,8 2,6 6,6 8,2 12,6 15,9 14,7 15,5 15,1 13,5 14,5 14,4 14,6 13,8 13,8 14,9 12,4 10,9 11,4 11,8 11,2 10,5 10,6 11,0 10,2 10,1 10,2 10,3 9,8 10,1 9,9 10,3 10,9 10,4 10,3 10,6 11,5 11,3 11,4 11,7 12,0 11,8 11,4 11,2 10,6 10,6 10,1 10,3 10,1 10,3 10,2 9,9 9,8 9,3 9,5 9,7 9,6 10,3 10,2 9,1 8,6 8,3 8,6 8,9 9,1
19,0 -0,3 5,2 9,6 11,0 15,7 19,1 17,4 18,0 17,3 15,3 16,3 16,0 16,1 15,1 15,1 16,2 13,4 11,8 12,3 12,6 11,9 11,2 11,3 11,7 10,8 10,7 10,7 10,9 10,3 10,6 10,4 10,8 11,4 10,8 10,7 11,1 12,0 11,8 11,9 12,1 12,4 12,2 11,8 11,6 10,9 10,9 10,5 10,6 10,4 10,6 10,5 10,2 10,1 9,6 9,7 10,0 9,8 10,6 10,5 9,4 8,8 8,5 8,8 9,1 9,3
-16,5 -1,1 6,6 9,1 15,1 19,2 17,2 17,9 17,1 14,9 16,0 15,7 15,9 14,9 14,9 16,0 13,1 11,4 12,0 12,3 11,6 10,9 11,0 11,4 10,5 10,4 10,5 10,6 10,0 10,3 10,1 10,5 11,2 10,6 10,5 10,9 11,8 11,6 11,7 11,9 12,3 12,1 11,6 11,4 10,8 10,8 10,3 10,5 10,3 10,4 10,3 10,1 10,0 9,4 9,6 9,8 9,7 10,5 10,3 9,2 8,6 8,3 8,7 8,9 9,1
17,2 20,5 19,2 24,7 28,0 24,0 23,9 22,2 19,1 19,9 19,2 19,1 17,7 17,5 18,6 15,3 13,3 13,8 14,1 13,2 12,4 12,4 12,8 11,7 11,7 11,7 11,8 11,1 11,4 11,1 11,5 12,2 11,6 11,4 11,8 12,7 12,5 12,6 12,8 13,1 12,9 12,4 12,2 11,5 11,5 11,0 11,1 10,9 11,1 10,9 10,7 10,6 10,0 10,1 10,3 10,2 11,0 10,9 9,7 9,1 8,8 9,2 9,4 9,6
23,9 20,3 27,3 30,8 25,4 25,0 22,9 19,3 20,2 19,4 19,3 17,8 17,5 18,7 15,2 13,0 13,6 13,9 13,0 12,1 12,2 12,6 11,5 11,4 11,4 11,6 10,9 11,2 10,9 11,3 12,0 11,4 11,2 11,6 12,6 12,3 12,4 12,7 13,0 12,8 12,3 12,1 11,4 11,3 10,8 11,0 10,8 10,9 10,8 10,5 10,4 9,8 10,0 10,2 10,1 10,9 10,8 9,6 9,0 8,7 9,0 9,3 9,5
16,8 29,1 33,2 25,7 25,2 22,8 18,7 19,8 19,0 18,9 17,2 17,0 18,3 14,5 12,3 13,0 13,4 12,5 11,5 11,7 12,1 11,0 10,9 10,9 11,1 10,4 10,8 10,5 10,9 11,6 11,0 10,9 11,3 12,2 12,0 12,1 12,4 12,7 12,5 12,0 11,8 11,1 11,1 10,5 10,7 10,5 10,7 10,5 10,3 10,2 9,6 9,7 10,0 9,8 10,7 10,5 9,4 8,7 8,4 8,8 9,1 9,3
42,8 42,3 28,9 27,4 24,0 19,0 20,2 19,2 19,1 17,3 17,0 18,4 14,4 12,0 12,8 13,2 12,2 11,3 11,4 11,9 10,7 10,7 10,7 10,9 10,1 10,5 10,3 10,7 11,5 10,8 10,7 11,1 12,1 11,9 12,0 12,3 12,6 12,4 11,9 11,7 10,9 10,9 10,4 10,6 10,4 10,6 10,4 10,1 10,0 9,4 9,6 9,9 9,7 10,6 10,4 9,2 8,6 8,3 8,7 8,9 9,1
41,8 22,4 22,7 19,7 14,7 16,8 16,2 16,4 14,7 14,7 16,4 12,3 10,0 10,9 11,4 10,5 9,6 9,9 10,4 9,3 9,3 9,4 9,7 9,0 9,4 9,2 9,7 10,5 9,9 9,7 10,2 11,3 11,1 11,2 11,5 11,9 11,7 11,2 11,0 10,2 10,3 9,7 9,9 9,7 9,9 9,8 9,5 9,5 8,8 9,0 9,3 9,2 10,0 9,9 8,7 8,1 7,8 8,2 8,4 8,7
5,8 14,2 13,2 8,8 12,4 12,4 13,2 11,8 12,1 14,1 9,9 7,7 8,8 9,5 8,7 7,9 8,2 8,9 7,8 7,9 8,1 8,4 7,7 8,2 8,0 8,6 9,5 8,9 8,8 9,3 10,4 10,2 10,4 10,7 11,1 11,0 10,5 10,3 9,5 9,6 9,0 9,3 9,1 9,3 9,2 8,9 8,9 8,2 8,5 8,7 8,6 9,5 9,4 8,2 7,5 7,2 7,6 7,9 8,2
23,3 17,1 9,9 14,1 13,8 14,5 12,6 12,9 15,1 10,4 7,8 9,1 9,8 8,9 8,0 8,4 9,1 7,9 8,0 8,2 8,5 7,8 8,3 8,1 8,7 9,6 9,0 8,9 9,4 10,6 10,4 10,5 10,9 11,3 11,1 10,6 10,4 9,6 9,7 9,1 9,4 9,2 9,4 9,2 9,0 8,9 8,3 8,5 8,8 8,7 9,6 9,4 8,2 7,6 7,3 7,7 8,0 8,2
11,3 3,7 11,2 11,5 12,8 11,0 11,5 14,1 9,0 6,4 7,9 8,8 7,9 7,0 7,5 8,3 7,1 7,3 7,5 7,8 7,1 7,7 7,5 8,1 9,1 8,5 8,4 8,9 10,1 10,0 10,1 10,5 10,9 10,8 10,3 10,1 9,3 9,3 8,8 9,0 8,8 9,1 8,9 8,7 8,6 8,0 8,2 8,5 8,4 9,3 9,2 8,0 7,3 7,0 7,4 7,7 8,0
2019 2018 2017 2016 2015 2014 2013 2012 2011 2010 2009 2008 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 1989 1988 1987 1986 1985 1984 1983 1982
-3,3 11,1 11,6 13,2 10,9 11,5 14,5 8,7 5,9 7,5 8,6 7,6 6,7 7,2 8,1 6,9 7,0 7,3 7,7 6,9 7,5 7,4 8,0 9,0 8,4 8,3 8,9 10,1 9,9 10,1 10,5 10,9 10,8 10,2 10,0 9,2 9,3 8,7 9,0 8,8 9,0 8,9 8,6 8,6 7,9 8,2 8,4 8,3 9,3 9,1 7,9 7,2 6,9 7,3 7,6 7,9
27,6 19,9 19,4 14,8 14,7 17,8 10,6 7,1 8,8 9,8 8,7 7,6 8,1 9,0 7,6 7,7 7,9 8,3 7,5 8,1 7,9 8,6 9,6 8,9 8,8 9,3 10,6 10,4 10,6 11,0 11,4 11,2 10,7 10,4 9,6 9,7 9,1 9,3 9,1 9,3 9,2 8,9 8,9 8,2 8,4 8,7 8,6 9,6 9,4 8,1 7,4 7,1 7,6 7,9 8,1
12,7 15,4 10,8 11,7 15,9 8,0 4,4 6,6 8,0 7,0 5,9 6,6 7,6 6,3 6,5 6,8 7,3 6,5 7,2 7,0 7,7 8,8 8,1 8,1 8,7 10,0 9,8 10,0 10,4 10,9 10,7 10,2 10,0 9,1 9,2 8,6 8,9 8,7 8,9 8,8 8,5 8,4 7,8 8,0 8,3 8,2 9,2 9,1 7,8 7,1 6,7 7,2 7,5 7,8
18,2 9,8 2,0 11,4 8,2 14,7 16,8 16,3 24,2 7,0 4,4 5,2 3,1 0,3 -0,1 5,8 3,9 4,2 7,4 6,0 6,6 6,3 4,9 5,4 5,3 3,9 4,2 6,0 4,9 5,2 7,2 6,3 6,7 5,8 4,8 5,1 6,1 5,2 5,5 6,4 5,6 5,9 6,9 6,2 6,5 6,1 5,4 5,6 6,9 6,3 6,5 6,7 6,1 6,3 7,5 6,9 7,2 8,6 8,2 8,5 7,9 7,4 7,7 7,9 7,4 7,7 8,5 8,1 8,4 9,9 9,6 9,9 9,7 9,4 9,7 9,9 9,6 9,9 10,4 10,1 10,4 10,9 10,6 10,9 10,7 10,4 10,7 10,1 9,8 10,1 9,9 9,6 9,9 9,0 8,7 9,0 9,1 8,8 9,0 8,5 8,2 8,4 8,8 8,5 8,7 8,6 8,3 8,5 8,8 8,6 8,8 8,7 8,4 8,6 8,4 8,2 8,3 8,3 8,1 8,3 7,7 7,4 7,6 7,9 7,7 7,8 8,2 8,0 8,2 8,1 7,9 8,0 9,1 8,9 9,1 9,0 8,8 9,0 7,7 7,5 7,6 6,9 6,7 6,8 6,6 6,4 6,5 7,1 6,9 7,0 7,4 7,2 7,3 7,7 7,5 7,6
34,5 0,8 -4,6 1,8 5,1 3,9 2,7 4,1 5,9 4,1 4,7 5,2 5,9 5,0 6,0 5,8 6,8 8,2 7,4 7,3 8,1 9,7 9,5 9,8 10,2 10,8 10,6 10,0 9,7 8,8 8,9 8,2 8,5 8,3 8,6 8,5 8,2 8,1 7,4 7,7 8,0 7,9 9,0 8,8 7,4 6,7 6,3 6,8 7,2 7,5
Un istogramma davvero ansiolitico
L’
-14 2 8 5 3 5 7 5 5 6 6 5 6 6 7 9 8 8 8 10 10 10 1 11 11 10 10 9 9 8 9 8 9 8 8 8 7 8 8 8 9 9 7 6 6 7 7 7
1981 1980 1979 1978 1977 1976 1975 1974 19
ANNO DI USCITA
istogramma che riproduciamo in queste pagine sembra complesso ma è di facilissima lettura. E’ una buon idea venuta al team di Banca Mediolanum qualche mese fa, per documentare a vista d’occhio come nel corso dei decenni le Borse mondiali, considerate nel loro insieme (così come lo esprime l’indice Msci World Total Return denominato in dollati) hanno sempre reagito benissimo alle crisi, anche le più
-24,5 -19,6 -7,3 -1,2 -1,3 -1,8 0,3 2,7 1,2 2,1 2,9 3,8 3,0 4,2 4,2 5,3 6,8 6,0 6,1 6,9 8,7 8,5 8,8 9,3 9,9 9,8 9,1 8,9 8,0 8,1 7,4 7,8 7,6 7,9 7,8 7,5 7,5 6,7 7,0 7,4 7,3 8,4 8,3 6,9 6,1 5,8 6,3 6,7 7,0
gravi. E che nell’arco di 94 anni, dal 1926 in poi, la crescita del valore è stata costante. Come ben spiega la legenda in alto a destra, in ogni rettangolino colorato è riportato un numero che esprime l’andamento del valore dell’indice. Gli anni in cui questo valore è sceso sono quelli in giallo, arancio o rosso scuro. Gli anni in azzurro o blu sono stati anni di crescita. E i colori dominanti di questo grafico sono appunto l’azzurro e il blu!
Martedì 31 Marzo 2020
Finanza e sostenibilità
5
L MERCATO AZIONARIO GLOBALE
dentificato dalle coordinate degli assi MSCI World Total Return in USD
4,5 2,8 8,1 5,5 3,5 5,2 7,4 5,0 5,5 6,1 6,9 5,7 6,8 6,6 7,6 9,1 8,2 8,1 8,9 0,7 0,4 0,6 11,1 1,7 1,4 0,7 0,4 9,4 9,4 8,7 9,1 8,8 9,1 8,9 8,6 8,5 7,7 8,0 8,4 8,2 9,4 9,2 7,7 6,9 6,6 7,1 7,5 7,8
Performance compresa fra -0,1% e 0,1% Performance compresa fra -5% e -0,1% Performance compresa fra -10% e -5% Performance minore di -10% Performance compresa fra 0,1% e 10% Performance maggiore di 10%
23,5 21,5 19,6 13,1 8,3 -2,0 8,6 4,1 -2,9 -3,9 9,7 6,4 2,4 4,7 13,9 11,5 9,3 6,8 9,9 17,5 8,1 5,8 3,2 4,5 7,5 8,3 6,3 4,3 5,6 8,1 8,7 6,9 5,2 6,5 8,7 9,3 7,8 6,5 7,7 9,8 7,8 6,3 5,0 5,9 7,3 8,8 7,6 6,5 7,4 8,9 8,4 7,2 6,2 7,0 8,3 9,4 8,4 7,5 8,4 9,7 10,9 10,1 9,4 10,4 11,8 9,8 8,9 8,2 9,0 10,2 8,1 8,8 9,9 9,6 8,8 10,4 9,6 9,1 9,8 10,9 12,2 11,6 11,1 12,0 13,1 11,8 11,2 10,8 11,6 12,6 12,0 11,4 11,0 11,8 12,8 12,4 11,9 11,6 12,3 13,3 13,0 12,5 12,2 12,9 13,9 12,6 12,2 11,9 12,6 13,5 11,8 11,4 11,0 11,7 12,5 11,5 11,0 10,7 11,3 12,0 10,4 9,9 9,5 10,0 10,7 10,4 9,9 9,6 10,1 10,7 8,8 9,2 9,8 9,6 9,1 9,9 9,5 9,2 9,6 10,1 9,6 9,2 8,9 9,3 9,8 9,9 9,5 9,2 9,6 10,1 9,7 9,3 9,0 9,4 9,9 9,4 9,0 8,7 9,0 9,5 9,3 8,9 8,6 8,9 9,4 8,4 8,0 7,7 8,0 8,4 8,7 8,3 8,0 8,3 8,7 9,1 8,7 8,4 8,7 9,1 8,9 8,5 8,2 8,5 8,9 10,1 9,7 9,5 9,8 10,2 9,9 9,6 9,3 9,6 10,0 8,3 8,0 7,7 8,0 8,3 7,5 7,1 6,9 7,1 7,4 7,1 6,8 6,5 6,7 7,0 7,6 7,3 7,0 7,3 7,6 8,0 7,7 7,4 7,7 7,9 8,3 8,0 7,7 8,0 8,3
973 1972
21,3 4,4 6,2 7,4 9,0 6,3 8,2 7,6 9,3 11,6 9,8 9,6 10,7 13,1 12,5 12,7 13,3 13,9 13,4 12,4 11,9 10,5 10,6 9,6 10,0 9,6 10,0 9,7 9,3 9,2 8,2 8,6 9,0 8,8 10,1 9,9 8,2 7,2 6,8 7,4 7,8 8,1
-10,1 -0,6 3,2 6,1 3,5 6,2 5,8 7,9 10,5 8,7 8,5 9,8 12,5 11,9 12,2 12,8 13,5 13,0 11,9 11,5 10,1 10,1 9,1 9,6 9,2 9,6 9,3 8,9 8,8 7,8 8,2 8,6 8,4 9,8 9,6 7,8 6,9 6,4 7,1 7,5 7,8
9,8 10,5 12,1 7,2 9,8 8,7 10,7 13,4 11,1 10,6 11,8 14,6 13,8 13,9 14,5 15,1 14,6 13,3 12,8 11,2 11,2 10,1 10,5 10,1 10,4 10,2 9,7 9,6 8,5 8,9 9,3 9,1 10,5 10,2 8,4 7,4 6,9 7,6 8,0 8,3
11,2 13,3 6,4 9,8 8,5 10,8 13,9 11,2 10,7 12,0 15,0 14,1 14,3 14,8 15,5 14,9 13,5 12,9 11,2 11,2 10,1 10,5 10,1 10,5 10,2 9,7 9,5 8,5 8,8 9,3 9,0 10,5 10,3 8,3 7,3 6,9 7,5 7,9 8,3
15,4 4,0 9,3 7,8 10,8 14,4 11,2 10,6 12,1 15,4 14,4 14,5 15,1 15,8 15,1 13,7 13,0 11,2 11,2 10,0 10,5 10,1 10,4 10,1 9,6 9,5 8,4 8,7 9,2 9,0 10,5 10,2 8,2 7,2 6,7 7,4 7,8 8,2
-6,2 6,4 5,4 9,6 14,2 10,6 10,0 11,7 15,4 14,3 14,4 15,1 15,9 15,1 13,6 12,9 11,0 11,0 9,8 10,3 9,8 10,2 9,9 9,4 9,2 8,1 8,5 9,0 8,7 10,3 10,1 8,0 6,9 6,5 7,2 7,6 8,0
1971 1970 1969 1968 1967 1966 1965 1964 1963 1962
20,8 11,8 15,5 20,0 14,3 12,9 14,5 18,5 16,9 16,7 17,3 17,9 16,9 15,1 14,3 12,2 12,1 10,7 11,2 10,7 11,0 10,7 10,1 9,9 8,7 9,1 9,6 9,3 10,9 10,6 8,5 7,4 6,9 7,6 8,1 8,4
3,5 12,9 19,7 12,7 11,4 13,5 18,1 16,4 16,3 16,9 17,7 16,6 14,7 13,8 11,6 11,6 10,2 10,7 10,2 10,6 10,2 9,7 9,5 8,2 8,7 9,2 8,9 10,6 10,3 8,1 7,0 6,5 7,2 7,7 8,1
23,3 28,8 15,9 13,5 15,7 20,8 18,4 18,0 18,5 19,2 17,9 15,7 14,7 12,2 12,2 10,6 11,1 10,6 11,0 10,6 10,0 9,8 8,5 8,9 9,4 9,1 10,9 10,6 8,3 7,1 6,6 7,3 7,8 8,3
34,5 12,4 -6,0 10,4 0,1 6,6 13,8 7,7 15,3 24,7 20,3 17,0 25,8 36,7 49,8 17,5 14,4 20,2 25,1 25,3 4,8 17,3 14,7 19,3 22,7 22,1 10,2 17,9 15,7 19,8 22,7 22,2 14,1 18,7 16,9 20,6 23,1 22,8 16,9 17,3 15,6 18,6 20,4 19,7 14,5 15,0 13,2 15,6 16,8 15,7 10,8 14,0 12,3 14,3 15,2 14,1 9,7 11,4 9,7 11,3 11,7 10,4 6,2 11,4 9,8 11,2 11,7 10,4 6,8 9,8 8,2 9,4 9,7 8,4 4,9 10,4 9,0 10,1 10,4 9,3 6,2 9,8 8,5 9,5 9,7 8,6 5,8 10,3 9,0 10,1 10,3 9,3 6,7 10,0 8,7 9,7 9,9 8,9 6,5 9,4 8,2 9,0 9,2 8,3 5,9 9,2 8,0 8,8 9,0 8,1 5,9 7,8 6,7 7,4 7,4 6,5 4,4 8,3 7,2 7,9 8,0 7,2 5,2 8,9 7,9 8,5 8,6 7,9 6,1 8,6 7,6 8,3 8,4 7,6 5,9 10,4 9,5 10,2 10,4 9,8 8,2 10,1 9,3 9,9 10,1 9,5 7,9 7,8 6,9 7,5 7,5 6,8 5,3 6,6 5,7 6,2 6,1 5,5 3,9 6,1 5,2 5,6 5,6 4,9 3,4 6,9 6,0 6,5 6,5 5,9 4,5 7,4 6,6 7,1 7,1 6,5 5,2 7,8 7,1 7,5 7,6 7,0 5,7
15,8 19,1 21,2 17,0 12,1 10,5 6,4 7,0 4,9 6,3 5,9 6,9 6,6 6,0 6,0 4,4 5,2 6,1 5,9 8,3 8,1 5,3 3,9 3,4 4,4 5,2 5,8
22,4 24,0 25,5 17,4 15,0 5,4 11,2 7,6 -0,3 -5,7 9,5 6,5 0,8 -1,4 3,2 5,0 1,8 -3,4 -6,2 -6,4 -15,1 5,8 3,3 -0,7 -2,1 -0,9 -2,9 11,0 3,7 1,2 -2,3 -3,8 -3,3 -5,4 -0,2 -10,2 3,7 19,9 5,3 3,4 0,6 -0,2 0,9 0,4 6,1 4,9 3,1 0,6 0,0 1,0 0,5 4,9 2,9 10,1 1,2 6,1 4,6 2,5 2,1 3,3 3,3 7,5 6,6 12,9 9,6 18,7 5,9 4,5 2,6 2,3 3,4 3,4 6,8 6,0 10,5 7,5 10,9 3,5 5,3 4,0 2,2 1,9 2,8 2,8 5,6 4,7 8,0 5,2 6,6 1,0 3,1 5,6 4,9 7,6 5,3 6,4 2,5 2,5 2,3 3,1 5,3 4,1 1,8 3,7 1,2 1,2 -2,7 0,9 2,8 3,7 2,4 0,9 0,5 1,1 1,8 2,5 2,4 4,4 3,6 5,5 3,6 4,0 1,3 4,6 3,5 2,1 5,6 4,6 3,3 3,2 3,9 4,0 5,9 5,4 7,3 5,8 6,5 4,6 5,4 4,5 3,3 3,2 3,8 3,9 5,6 5,2 6,8 5,5 6,0 4,3 7,4 9,4 9,3 11,2 10,4 11,5 10,6 8,0 7,2 6,2 6,3 7,1 6,1 6,9 7,1 8,9 8,8 10,5 9,7 10,6 9,7 7,7 7,0 6,1 4,8 4,0 3,0 2,8 3,4 3,4 4,8 4,3 5,5 4,4 4,7 3,4 1,6 2,8 2,3 3,2 2,0 2,1 0,7 1,3 1,7 3,4 2,6 1,5 2,1 1,6 2,5 1,3 1,3 0,0 1,1 1,1 0,9 1,2 2,9 2,1 4,0 3,3 2,4 2,2 2,6 2,6 3,7 3,3 4,2 3,2 3,3 2,2 3,3 3,2 3,6 3,6 4,7 4,4 5,3 4,5 4,7 3,7 4,1 4,8 5,4 4,8 4,0 3,9 4,4 4,5 5,6 5,3 6,2 5,5 5,7 4,9
-1,4 2,0 5,6 -4,7 -6,3 -16,9 0,8 1,5 -0,5 19,2 4,8 6,5 6,7 21,0 22,8 4,4 5,7 5,7 14,5 12,2 2,6 11,6 14,0 15,7 25,7 28,0 30,7 66,4 10,5 12,3 13,5 20,8 21,2 20,7 30,9 3,0 1,3 -20,9 -39,3 3,4 4,0 3,8 7,7 5,6 1,6 0,5 0,7 0,1 2,8 0,2 -3,7 -5,2 -21,5 -31,4 -0,3 -0,2 -0,8 1,4 -0,9 -4,4 -5,7 -18,2 -24,3 2,1 2,5 2,2 4,5 2,8 0,3 -0,1 -9,8 -12,8 3,1 3,2 -4,7 -6,2 4,1 6,4 5,1 3,8 4,2 5,0 5,5 5,5 7,8 6,8 5,1 5,4 -1,2 -1,9
-22,6 -15,5 -1,6 4,6 8,0
-7,7 11,0 33,4 15,6 29,3 25,3 17,3 27,1 24,1 22,8
1961 1960 1959 1958 1957 1956 1955 1954 1953 1952 1951 1950 1949 1948 1947 1946 1945 1944 1943 1942 1941 1940 1939 1938 1937 1936 1935 1934 1933 1932 1931 1930 1929 1928 1927 1926
Fonte: Elaborazioni Banca Mediolanum su fonte dati Thomson Reuters e Global Financial Data.
Perfino chi avesse potuto investire equilibratamente su tutte le Borse mondiali nel ‘39, l’anno di inizio della Seconda Guerra Mondiale, e avesse disinvestito nel ‘46, cioè nel primo anno di pace, avrebbe guadagnato: un magro 0,9%, ma avrebbe guadagnato! Ecco perchè quest’istogramma ha il merito, in una fase storica come questa che siamo atraversando, di essere un vero e prooprio ansiolitico: perchè
dimostra che le crisi passano, anche le peggiori. E che le Borse riflettono sempre, costantemente nel tempo, quel fenomeno naturale, rallentato talvolta ma interrotto mai, che è la crescita dell’economia mondiale, la crescita del benessere umano, sospinta dalla demografia, dalla tecnologia e dalla medicina: sì, proprio la scienza che oggi viene messa a dura prova dal virus è comunque quella che ha permesso all’età media dellì’uomo di in-
nalzarsi in tutti i continenti a livelli di durata (e di qualità) mai raggiunti prima. Ma quacuno potrebbe replicare: è una magra consolazione! Intanto le Borse vacillano e i valori non si riprendono. Quando inizieranno a recuperare? Alt: questo è un grafico, non una palla di cristallo da indovini. Ma non potendo leggere il futuro, possiamo e dobbiamo almeno leggere la storia. Che è maestra di vita. E ci insegna a sperare.
14 Martedì 31 Marzo 2020
LE CRISI
SUPERATE RICERCATORI ALLE PRESE CON L’ASIATICA NEL 1956
LE LOTTE IN PIAZZA DEL MAGGIO 1968
RISPARMIATORI, ISTRUZIONI ANTI-PANICO I ricordi e i consigli di chi ha vissuto i momenti difficili del settore degli ultimi cinquant’anni Dalle difficoltà della Investor Overseas Service degli Anni Settanta al fallimento della Lehman Brothers di dodici anni fa, passando dalla crisi petrolifera, dal crollo delle Borse del 2001 e dalla tragedia delle Torri Gemelle di New York del 2011. L’esperienza di Francesco Priore, tra i decani della professione di consulete finanziario oltre che primo presidente dell’Anasf, la loro associazione. Un professionista ancora attivo che racconta con saggezza e umanità le traversie superate dai mercati, i danni subìti ma anche le riscosse compiute. Nell’insieme, per quanto possa sembrare banale, l’unica formula per restare calmi e reagire bene è proprio ispirarsi a quel che è accaduto nel passato.
DI FRANCESCO PRIORE
Nella primavera del 1970 iniziavo a sentirmi finalmente un consulente finanziario, ma come un fulmine a ciel sereno scoppia la crisi di Ios (Investors Overseas Services), struttura H. Felderbaum, la prima società a collocare fondi comuni in tutto il mondo che ha costituito e poi controllato Fideuram Il mio approccio con il mestiere era iniziato un anno prima. Alla ricerca di un’alternativa interessante, non potendo svolgere la mia attività di ricercatore presso il Comitato Nazionale dell’Energia Nucleare. ero approdato all’insegnamento, ma non mi motivava. Così accettai di incontrare un manager dell’Ios. Vengo reclutato, a settembre frequento tre giorni di “training class”, la formazione sufficiente per lo stile: “prendi la borsa e vai”. Il mio primo contratto Affidato ad un supervisore di Modena, inizio con la carta topografica di Bologna e l’elenco telefonico. Non bolognese, colleghi ricercatori e insegnanti… Mia figlia nasce mentre ero alla prima ri-
unione di vendita a Bologna. Semino, come si diceva all’epoca, per parecchio tempo e all’antivigilia di Natale faccio la mia prima chiusura. A febbraio ’70 ricevo il mio primo assegno, pari a cinque stipendi netti da insegnante, ma non c’è neanche il tempo per tirare un sospiro di sollievo che scoppia subito la crisi Ios, la tentazione di abbandonare l’insegnamento è rinviata. I manager “oscillano” Una prima crisi in questa professione è sconvolgente, non c’è storia, non c’è un punto di riferimento, la struttura manageriale oscilla: un giorno definisce “traditore” chi sta avendo contatti con altre reti, il giorno dopo, invece, illustra i vantaggi delle altre reti. All’epoca e non solo, devi contare soprattutto su te stesso, se
BANDIERE ALLE FINESTRE E FLASHMOB SUI BALCONI DURANTE LA QUARANTENA IN ITALIA
hai fatto una scelta consapevole, se l’idea ti sembra giusta ma soprattutto se hai operato in maniera professionalmente corretta, anche se comporta sacrifici, puoi andare avanti. Gli errori dei consulenti Passa un anno in cui la stampa bombarda l’Ios e le conseguenze della crisi, gli stessi giornali che un anno prima pubblicavano delle splendide e famose pagine pubblicitarie della società. La stampa era il vero problema dei consulenti, che al mattino prima di andare dai clienti, leggevano i giornali
“ Nella crisi non c’è alcun punto di riferimento, la struttura manageriale un giorno definisce “traditore” chi sta avendo contatti con altri, il giorno dopo illustra i vantaggi delle altre reti
e si avvilivano (un errore), mentre i clienti potenziali leggevano poco e di sicuro non le pagine di economia. È un anno più che difficile, ma io continuavo a seminare e soprattutto ad assistere i clienti, non c’era nemmeno il management fee.
La crisi petrolifera L’Imi compra Fideuram e Fonditalia, le cose vanno meglio, io ho abbandonato l’insegnamento e lavoro a tempo pieno. Le cose migliorano sino al ’73, si fa per dire perché i “caduti sul campo” sono oltre 1.000, dei 1.500 consulenti che erano in organico nel 1969, ci eravamo ridotti a soli 250. Giusto un po’ di fiato e scoppia la crisi petrolifera borse in calo, non solo, alla fine della primavera ’74 il Governo blocca gli acquisti in valuta, crisi nella crisi. Fonditalia deve essere acquistato in dollari, diventa una merce ambita, ma non si possono
convertire le lire in dollari. Nei primissimi giorni di agosto del ’74, sono a Roma in Fideuram, mentre parlo con l’amministratore delegato Giorgio Forti arriva l’annuncio dello sblocco dei cambi, da quel giorno più o meno meritatamente mi faccio la fama di quello che porta fortuna alle aziende con cui lavora.
Rendimenti a due cifre La lunga marcia che era iniziata nel ’71, trova una strada più agevole dopo il 1974, la strada è lastricata dall’inflazione a due cifre, gli italiani scoprono la finanza purtroppo con un imprinting che non hanno ancora dimenticato, un rendimento a due cifre però di due punti inferiori al tasso d’inflazione, ci rimettevano ma erano contenti! La consulenza inizia ad essere professione, perché i consulenti dispongono di tutti gli strumenti dai fondi, alle
Martedì 31 Marzo 2020
IL DRAMMATICO EVENTO DELL’11 SETTEMBRE 2001
NEL 2008 IL CROLLO DELLE BORSE
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CODA AL DISTRIBUTORE DURANTE LA CRISI PETROLIFERA
“ Se hai lavorato professionalmente devi andare dai tuoi clienti e spiegargli ciò che sta succedendo, altrimenti penserai che le perdite dipendano solo da te e non anche dal mercato
IL CROLLO DELLE AZIONI IN BORSA NEL 2001
gestioni, assicurazioni, obbligazioni e mutui. La lunga marcia si conclude con l’approvazione della legge sui Fondi italiani.
Dodici miliardi in assegni Le sottoscrizioni raggiungono cifre inimmaginabili. Ma anche qui una piccola crisi: il collocamento di Fonditalia viene contingentato ergo desiderato, ma non tutte le sottoscrizioni possono essere eseguite. Ricordo un ritorno da Roma, eravamo due manager, con un cartone di conferimenti in Fonditalia e assegni intrasferibili corrispondenti a 12 miliardi di lire, da restituire ai clienti. Una sorta di Seppuku (il tradizionale suicidio giapponese) per un consulente perché si trattava di 240 milioni di lire di commissioni maturate e perdute. Il potere dei consulenti Nel1986 ci furono i problemi della Borsa Usa e la bolla dei
“ Se sbagli nei momenti di crisi la penitenza è pesante: perdita della fiducia del cliente che, come la reputazione, una volta persa non si recupera più fondi comuni italiani, mentre nel 1987 la situazione si aggravò e ne fecero le spese sia i clienti che i consulenti tacciati di essere l’origine dei crolli. Ci veniva attribuito il potere di far crollare la borsa italiana e non solo quello, oggi fa può sorridere, all’epoca non ci divertivamo affatto. In quel periodo mi ritrovai a guidare tutta l’Area dell’Emilia, 350 Consulenti, ero stato promosso
Area Manager sul campo. In Fideuram c’era stata una diaspora di circa 7/800 consulenti, soprattutto al centro sud, dal gruppo di Bologna di cui ero responsabile ne uscì uno solo su 104. L’onere dell’intera Emilia era nettamente inferiore all’onere di rimettere in linea i colleghi disorientati, ci riuscimmo, con l’aiuto degli ottimi manager diretti che trovai, ma soprattutto con la quotidiana ricerca e trasmissione alla rete di notizie da illustrare andando a trovare i clienti. In breve, ribaltammo la situazione, diventando uno dei gruppi più motivati. Lo sforzo intellettuale, economico e commerciale fu elevato: seminari, riunioni, convention e “gelati party”. L’energia e la sicurezza Le piccole crisi degli anni ’90 mi trovarono in un’altra veste perché ero responsabile marketing e comunicazione di Area Banca, la prima Sim in Italia a trasformarsi in un istituto di credito. Proprio questo cambiamento risultò decisivo in questa fase ed ebbe un duplice effetto. Il primo fu fornire ai promotori una energia che veniva percepita dai clienti come sicurezza, tanto che in un anno raddoppiammo i clienti e gli asset dei vecchi clienti. Il secondo effetto del cambio e della continua innovazione di Area Banca mi consentì di costruirle una meritata immagine che è durata anni, anche dopo la mia uscita.
Le torri gemelle L’altra crisi, grande, fu quella del 2000/2001. Ero direttore marketing e comunicazione della Rete di Banca Fineco che aveva 2.200 promotori. Le conseguenze della crisi del 2000 erano appena in elaborazione, quando il 9 settembre del 2001 furono abbattute le Torri Gemelle di Wall Street. Le crisi, a volte, non vengono da sole, e proprio in quel periodo, appunto, scoppiò la crisi della Bipop, controllante di Banca Fineco e gestore delle gestioni patrimoniali. Affrontare il giro d’Italia incontrando tutti i clienti compresi quelli delle gestioni, a cui, nel frattempo, avevo comunicato che avevano perso il 30% e, subito dopo, un altro 10%, fu senz’altro più faticoso di un giro d’Italia in bici. Una task force per la crisi Il 2002 si presentò in un’atmosfera plumbea, i vertici che non avevano esperienza non riuscivano a governare la rete. Il direttore generale di Banca Fineco mi affidò il compito di “sostenere” la rete. Organizzai una task force formata da cinque manager e per questi colleghi preparavamo notizie e documentazioni. Inoltre avevamo organizzato una serie di riunioni programmate su tutto territorio dalla Sicilia in su. In tutto erano 45 riunioni alla settimana. Tutti i promotori di Banca Fineco vennero coinvolti e motivati ad andare ad assistere i pro-
pri clienti. E potevano farlo facilmente perché avevano fatti documentati da comunicare. La cura durò sino a luglio, la rete nel 2002 risultò la seconda rete per raccolta in Italia. Anche questa volta, ricordai che se hai lavorato professionalmente devi andare dai tuoi clienti e spiegargli ciò che sta succedendo, se non hai lavorato professionalmente peccherai di presunzione pensando che le perdite del cliente dipendano solo da te e non anche dal mercato, la penitenza è pesante: perdita della fiducia del cliente che come la reputazione una volta persa non si recupera.
Subprime e Lehman La penultima crisi mi trovò sul lato degli operatori dei finanziamenti. E posso dire che l’effetto combinato dei subprime e Lehman Brothers fu letale. Le esperienze positive e soprattutto quelle negative sono le fondamenta solide su cui poggia la professionalità del consulente. A me consentono di offrire consulenza professionale, nei settori del marketing e della comunicazione a imprese del settore: servizi d’investimento e di finanziamento, debitamente distinti e senza conflitti d’interesse. Un unico mantra, per superare le crisi: tratta i tuoi clienti come vorresti essere trattato tu. È quello che, da Priore, predico in aula alla Bologna Business School.
16 Martedì 31 Marzo 2020
PAROLA D’ORDINE, RESTARE CALMI
Ogni giorno i commenti dei big in diretta Facebook sulla pagina di Investiremag alle 18,30 con Sos Investire DALLA REDAZIONE «Sos Investire»: così abbiamo chiamato il format social lanciato lunedì 23 marzo sulla pagina Facebook del nostro sito, www.investiremag.it. Un “sos” per tutti coloro che - professionisti della finanza o semplici risparmiaori - hanno visto il loro mondo crollare non solo sotto un cigno nero dalla forza senza precedenti ma soprattutto davanti al pensiero di un futuro incerto. Che in molti hanno accostato ad una vera e propria guerra. Eppure qual è il pensiero e l’esortazione più ricorrente in chi davvero sa di finanza e di mercati? Quello di mantenere a tutti i costi la calma, resistendo all’emotività e senza fare scelte inconsulte di cui pentirsi. La storia ci insegna che l’umanità ha vissuto crisi anche più gravi e spaventose: basti pensare alla Seconda Guerra Mondiale, che solo in Italia fece 400 mila morti, e 54 milioni nel mondo. Avete letto bene: 54 milioni. Eppure, il mondo così devastato è riuscito a riprendersi e a progredire straordinariamente, da allora in poi. E questo è appunto un invito a considerare la lezione della storia. In questa pagina la sintesi testuale delle interviste live a tre big del mercato, nostri ospiti, sui comportamenti da tenere in questa fase.
«DOBBIAMO USARE LA LOGICA E VALUTARE BENE I PREZZI»
«UNA MASCHERINA PSICOLOGICA «È NECESSARIO DIMOSTRARE PER FILTRARE L’EMOTIVITÀ» CHE IL PANICO FA SBAGLIARE»
Giovanni De Mare, country head di Vontobel: «Oggi alcune quotazioni sono convenienti, ma restano ancora molte incognite»
In questi giorni sono arrivati dati confortanti sia sul numero di contagiati sia dalle Banche Centrali. cosa ne pensa? Il supporto delle banche centrali e degli Stati può aiutare a ricostruire un minimo clima di fiducia. Ma credo che si indispensabile per se stessi e per noi che gestiamo in questo momento il rapporto con gli investitori rappresentare correttamente tutti i dati che arrivano e cercare di interpretarli correttamente. Dobbiamo fare un pò l’effetto mascherina. Cioè? Fare da filtro per rappresentare in sintesi questi dati e riportarli a chi chiede a noi supporti e un approccio molto più professionale di quanto ci si aspetterebbe da una semplice macchina digitale... In questa fase si sente solo consulente finanziario o anche un po’ psicologo? Le competenze tecniche sono fondamentali, ma credo che adesso siano importanti le competenze sottili quelle che cercano di affiancare l’investitore mediando rispetto a questa ipertrofia informativa
Ci aiuta a capire cosa possiamo aspettarci nei prossimi mesi e che cosa distingue questa crisi dalle precedenti? Nessuno ha la sfera di cristallo, ma il passato può aiutarci a capire. Quando ci sono discese così rapide delle quotazioni ci sono tre tipologie di bear market. La prima è quella strutturale che è dovuta a squilibri e a bolle finanziarie. Per fare degli esempi è stata di questo tipo la crisi del subprime del 2008 o quella della tecnologia del 2000. Poi ci sono i bear market ciclici legati a una recessione come la crisi del 1990. Mentre l’ultima bear market event driver cioè guidato da un evento come può essere una guerra, uno shock petrolifero, una crisi dei mercati emergenti. Molti lo chiamano cigno nero. Come l’epidemia di Coronavirus…? Esatto. L’ultima crisi di questo genere l’abbiamo vista forse nel 1986-87, più o meno quando mi diplomavo, ma c’è di più. Cioè? Bisogna capire quanto questa crisi guidata da un evento avrà effetto sull’economia reale non solo di un Paese ma di tutto il pianeta.. Difficile? Per tutti, e il mercato azionario sta reagendo in maniera emotiva per la mancanza di informazioni e di certezze. Tra quest’ultime ci sono però gli interventi delle Banche Centrali e gli aiuti economici annunciati dai Governi... È vero, ma l’impatto che potrebbe avere un rallentamento della crisi economica nei vari Paesi deve essere adeguatamente controllato dagli stimoli fiscali che dobbiamo mettere in piedi. Quali sono le cose di buon senso da ricordare? Bisogna essere lucidi. Oggi i prezzi sono molto convenienti, ma viste le incognite non si può essere confidenti nel programmare degli investimenti per ridurre il prezzo medio di carico. Quello che bisognerebbe fare è staccare quella parte del nostro cervello che funziona sulla reazione emotiva e riportarci sulla parte logica.
Luigi Conte, vicepresidente vicario dell’Anasf: «Dobbiamo filtrare e spiegare i dati dei mercati per dare un supporto vero»
per mitigare le tensioni e razionalizzare il più possibile gli eventi. Lei ha un ruolo importante nell’associazione di categoria. Come si stanno sentendo i suoi colleghi in questo periodo di trincea? Non siamo macchine, siamo esseri umani, uomini e donne che cercano di affrontare al meglio una situazione complessa. A livello di associazione abbiamo mantenuto attivi tutti i presidi e stiamo sostenendo con informative costanti anche tutti i colleghi sulle nuove norme e quello che è opportuno fare in certi momenti al netto delle competenze di ognuno. Come andranno le cose e quando ne usciremo? Credo che, come per tutte le crisi, una strada si troverà e anche abbastanza rapidamente. Il vero problema è quanto impatterà, sull’economia e di conseguenza sulla finanza, questo fenomeno e quando potremmo dire che ne siamo davvero fuori.
Marco De Roma, presidente di Efpa Italia: «Dobbiamo superare la logica del breve termine» Che ne pensa delle mosse delle istituzioni europee in questi giorni di crisi? Le scelte più recenti della Bce, escludendo lo scivolone della Lagarde, senz’altro hanno contribuito a mantenere sotto controllo lo spread, mentre per quanto riguarda i mercati azionari...be’ qui si scontano le attese della riduzione degli utili e quindi inevitabilmente c’è un crollo dei prezzi e la conseguente la volatilità. Ma alcune blue chip a questi prezzi sono regalate! Sì, ma il vero dubbio è quali siano le attese di prezzo corrette. Ma se usciamo dalla logica del breve termine e rimaniamo ancorati alla logica del lungo termine, superiamo le visioni in qualche modo distorte dall’emotività, e accentuate dal fatto che non si sa dove quando finirà la crisi e quali strascichi lascerà, perchè se finisce tra un mese è un conto ma se finisce tra tre mesi è un altro. Come fate in giornate così particolari a fronteggiare le domande ansiose di tutti quelli che vi chiamano per chiedervi pareri e previsioni ? L’unica cosa che possiamo fare è utilizzarare le nostre conoscenze per dimostrare che lasciandosi prendere dal panico, dall’emotività si commettono gravi errori e in questo caso i paragoni con il passato possono aiutare a comprendere il presente. Infatti, l’Italia si è ripresa anche dalla Seconda Guerra mondiale! E comunque per me il paragone che qualcuno fa con una guerra è sicuramente improprio, mi auguro proprio che non si veda mai una cosa del genere. Infine: voi consulenti certificati Efpa fate anche studi di psicologia comportamentale utili in fasi come questa? Sì, per fortuna questa materia è già inserita da anni nei sillabus, il programma europeo che assimila il certificato italiano quello inglese, spagnolo,tedesco austriaco francese e di tutti gli altri Paesi.
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Studiato per investire sulla crescita strutturale cinese, JPMorgan Funds – China A-Share Opportunities Fund è gestito da un team esperto che lavora per individuare le migliori idee senza vincoli di benchmark e concretizzarle scegliendo aziende di qualità con elevato potenziale di crescita nel lungo termine. Per sapere di più www.jpmam.it
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18 Martedì 31 Marzo 2020
PRENDIAMO LE MISURE ALLA SOSTENIBILITÀ Conser studia da anni l’aderenza effettiva delle società ai parametri più di moda del momento
MATTEO BOSCO*
Cercando un punto fermo per ripartire nella discontinuità che ci impone questa crisi, mi allaccio al tema della confusione dei dati non finanziari Esg e il bisogno di fare chiarezza in proposito. Lo scorso agosto il Mit Sloan School of Management ha pubblicato una ricerca dimostrando scientificamente quanto già altri studi e ricerche sostenevano da tempo. Ovvero che i dati dei primi 5 fornitori di dati Esg mostrano un’importante de-correlazione. I ricercatori mostrano che quest’ultima è principalmente dovuta alla divergenza di misurazione delle valutazioni delle categorie E, S, e G da parte delle varie agenzie di rating. Ma rivelano anche un effetto di polarizzazione d’opinione che chiamano rater effect, cioè la valutazione delle agenzie di rating nelle singole categorie sembra essere influenzata dalla loro visione di un’azienda analizzata nel suo complesso.
Queste complessità vengono spesso menzionate tra le possibili concause di una bassa utilizzabilità dei dati. Tanto che l’Associazione Bancaria Europea ha pubblicato in gennaio 2020 il risultato di una consultazione sull’adozione delle misure in tema di sostenibilità. In sostanza le banche sono coscienti del
rischio Esg e climatico, ma l’integrazione di questi rischi nella loro strategia, governance e risk management è ancora all’inizio e vengono evidenziati differenti approcci e stadi di sviluppo. In Europa, per meglio affrontare queste divergenze, industria e autorità stanno cercando di strutturare le regole anche tra-
UNO SCHEMA DELL’ANALISI ESG DI CONSER: IN VERDE I TITOLI «BUONI»
Titoli buoni cercansi nel pianeta dei listini
Le linee guida del risk management puntano sempre alla diversificazione dei mercati e ai settori meno impattati dalla crisi epidemica
L
a diffusione dell’epidemia da Coronavirus è il fattore principale della forte volatilità sui mercati azionari. Il rallentamento sul lato dell’offerta confinato alla provincia di Hubei è diventato rallentamento globale della domanda. La difficoltà di stimare l’impatto sugli utili delle aziende sta mettendo i mercati sotto ulteriore pressione. Un secondo fattore spiega l’ondata di volatilità: il mancato accordo tra Arabia Saudita e Russia sulla riduzione della produzione di petrolio. Nella situazione attuale, i settori più colpiti sono il petrolifero, il finanziario e quello dei viaggi. Investendo per il lungo termine, nella selezione delle aziende il gestore si concentra sulla loro valutazione, che deve essere ragionevole o a sconto. Ecco perché iniziamo a valutare le opportunità che si creano sui titoli che sono tornati alle valutazioni del periodo della Grande Crisi Finanziaria del 2008. Consigliamo di mantenere sempre portafogli ben diversificati a livello geografico e settoriale. Quando l’epidemia
era confinata alla Cina abbiamo ridotto il peso delle aziende tecnologiche americane più collegate alla catena di approvvigionamento cinese. Più di recente, è stato limitato il peso del settore consumi discrezionali. Le azioni giapponesi sono prossime a valutazioni molto basse ma i conti delle aziende sono più solidi che nel 2008. Con molta selettività, stiamo effettuando acquisti su titoli industriali e ciclici. Sul fronte obbligazionario, raccomandiamo un posizionamento bilanciato tra le scadenze, con una preferenza per i Paesi europei più solidi, specie sulla parte superiore ai dieci anni di vita residua. Sui Paesi periferici, nel corso dei primi mesi del 2020 abbiamo privilegiato l’Italia per ricerca di rendimento e per il normalizzarsi della situazione politica ed economica. La debolezza delle ultime settimane è diventate un’opportunità per incrementare l’esposizione ai governativi italiani. Contributo a cura di Paolo Capelli, Risk Manager di Etica Sgr
mite la definizione della tassonomia, chiarendo cosa è ritenuto sostenibile. Per quanto riguarda invece l’effetto rater dovuto alle società di rating, la concorrenza sta portando al consolidamento del settore. Rischiamo quindi da un lato di agevolare il lavoro degli operatori chiarendo le definizioni ma dall’altro d’impoverire l’informazione complessiva con l’eccessiva concentrazione delle fonti. In merito il capo dell’European Securities and Markets Authority auspica un miglioramento e la regolamentazione delle fonti di dati Esg. Tutto ciò prima che scoppiasse la pandemia. Possiamo immaginare allora che in futuro approfondiremo tutti di più il tema della sostenibilità con qualche verifica addizionale sull’operato. Per esempio all’interno degli obblighi del dovere fiduciario del gestore sarebbe auspicabile includere i criteri di sostenibilità come discusso in ambito Mifid.
È fondamentale che non ci si concentri però su una singola fonte di informazione o voce. I bravi gestori da tempo si sono adoperati per includere nel loro processo gestionale non soltanto uno o due indici di riferimento ma tutta una serie di ricerche e verifiche che permettono loro di valutare la sostenibilità delle società da vari punti di vista. Il mondo delle informazioni finanziarie è molto evoluto e regolamentato mentre quello delle informazioni non finanziarie è all’inizio, ancora molto confuso e in forte evoluzione. Ci vogliono esperienza e pratica per capire quali informazioni portano un valore aggiunto e quali invece semplicemente sono ridondanti o addirittura fuorvianti. Conser dal 2007 investe in questo senso e aiuta gli investitori a districarsi in questo ambito fornendo un Consesus dal quale estrarre la percezione di mercato sui portafogli degli investitori. * partner di Conser
Martedì 31 Marzo 2020
«Virus=clima A sottovalutare i nuovi rischi si paga caro» Il professor Gianfrate (Nizza): «Occorre più qualità nella valutazione del rispetto dei principi Esg da parte delle società» DI DAVIDE PASSONI
«Vedo molta similarità tra il modo in cui i governi stanno affrontando l’emergenza Coronavirus e quello con cui affrontano i temi legati al cam-
biamento climatico. Ci sono ritardi e problemi di coordinamento tra i vari Paesi: il virus, come le emissioni di Co2, non ha passaporto, solo un’azione coordinata dei governi può risolvere il problema».
Parte dall’attualità l’analisi di Gianfranco Gianfrate, professore di Finanza alla Edhec Business School di Nizza, uno dei massimi esperti sui temi legati a climate risks e cambiamenti climatici e ai principi della Esg, Environmental, social and cor-
porate governance. «Quando si parla di Esg - prosegue Gianfrate - il focus è sulla E, sul clima, ma una delle grandi voci che rientrano nella S riguarda la health & safety delle aziende sul posto di lavoro. In questo senso il Covid-19 è già inserito in Esg. Negli ultimi giorni sono stati fatti studi sulla performance di imprese ad alto Esg rispetto a quelle con rating peggiori, dai quali emerge che i portafogli che contengono le prime stanno performando meglio. È presto per trarre conclusioni sul trend, ma è ragionevole pensare che le aziende migliori da un punto di vista Esg recupereranno più velocemente quando la tempesta sarà passata». Il professore invita quindi a
GIANFRANCO GIANFRATE
non abbassare la guardia sulla qualità di questi investimenti: «Non sono un fan del modo in cui il responsible investing è messo in pratica nel mondo; la maggior parte dei fondi e delle aziende dichiara di avere integrato la sostenibilità nei propri processi operativi, gestionali, nelle scelte di investimento, ma in realtà sono pochi gli investitori professionali che lo fanno in modo scientifico e serio. Usato così, l’Esg è uno strumento di marketing per distrarre l’attenzione degli investitori da aspetti come, per esempio, la performance degli investimenti. Il fatto che una parte sempre maggiore di persone ponga attenzione ai temi della sostenibilità fa sì che le si
possa vendere un prodotto Esg facendo passare in secondo piano la qualità della gestione. Senza contare il fatto che gran parte di questi fondi ha criteri di selezione blandi; molti di essi dichiarano di essere sostenibili, ma per loro ciò significa semplicemente non investire in aziende dei settori alcolici o tabacco. Magari, poi, hanno in portafoglio aziende inquinanti o con supply chain che si appoggiano a filiere poco etiche». Quale può essere il ruolo del professionista del settore nel consigliare al meglio sulle potenzialità della finanza sostenibile? «Ci dovrebbe essere un sistema di due diligence approfondita, ma in questo vedo due grossi problemi. Uno è la mancanza di professionalità di molti operatori. Spesso chi si occupa di portafogli Esg non ha un curriculum di qualità e non è in grado di capire alcune metriche. Il secondo problema è dato da un circolo vizioso che ha portato a creare nuove società dedite al rating di sostenibilità Esg. Uno studio dell’Università di Cambridge ne ha contate circa 200 al mondo; se si pensa che le agenzie classiche che si occupano di debito sono le “tre sorelle” Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch e poche altre locali, averne 200 per l’Esg significa non avere uniformità negli standard da
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adottare». Il rischio giungla, in questo caso, è dietro l’angolo: «Si riesce sempre a trovare una società», precisa infatti Gianfrate, «che certifichi come sostenibile una certa azienda. L’esempio classico è Tesla. Per alcune società è una delle peggiori company dell’automotive perché i suoi impianti produttivi sono meno efficienti rispetto a quelli di Ford o Gm, ma se si considera l’intera catena del valore di Tesla fino alle emissioni delle auto, la prospettiva si capovolge del tutto. A seconda di ciò che il portfolio manager vuole fare, ha sempre un modo per giustificare l’inclusione o meno nel portafoglio di una determinata azienda». «Non a caso», conclude Gianfrate, «negli ultimi mesi è cresciuta l’attenzione delle grandi agenzie di rating su questo fronte. S&P ha comprato Trucost, il maggior provider di analisi sulle emissioni di Co2 per le aziende e sta testando modelli per integrare i dati sulle emissioni nel proprio processo di rating. Moody’s ha invece comprato una società inglese leader nella quantificazione dei rischi climatici fisici degli impianti produttivi. C’è una forte pressione da un punto di vista regolamentare e, nel mercato del credito, la sostenibilità potrebbe essere integrata in maniera scientifica prima di altri asset, non per scelta ma per spinte esterne».
Gli investitori istituzionali - rivela uno studio Franklin Templeton - chiedono standard Esg comuni
«VOGLIAMO POTERCI FIDARE DI PIÙ» LUIGI ORESCANO
Gli investitori istituzionali sono alla ricerca di una maggiore divulgazione e una più decisa standardizzazione dei dati ambientali, sociali e di governance (Esg), poiché l’inserimento di questi dati è in cima alla loro lista di priorità. A rivelarlo è uno studio a livello globale sponsorizzato da Franklin Templeton realizzato attraverso 237 interviste a professionisti senior di società di investimento istituzionali e wholesale che operano su 21 mercati in Nord America, Europa e Apac, e gestiscono un totale di 20 trilioni di dollari in asset. «Lo studio sottolinea il riconoscimento che divulgazioni di dati solidi, misurabili e comparabili e standard comuni» ha commentato Julie Moret, head of Esg, Franklin Templeton
«sono fondamentali per supportare la più profonda applicazione dell’Esg. Ciò è stato evidenziato in particolare in Europa da responsabili politici e autorità di regolamentazione con lˈEu Action Plan per la Finanza Sostenibile. Ciò rappresenta un’opportunità per un impegno e una collaborazione più ampi tra i gestori di asset, i detentori di asset e le società al fine di promuovere divulgazioni Esg migliorate e pertinenti. In modo incoraggiante, la ricerca evidenzia l’estensione dei principi Esg a strategie alternative come il private equity e le infrastrutture, che riteniamo uno sviluppo positivo dato il potenziale per opportunità di crescita non ancora esplorate a fondo». Due quinti (39%) degli investitori istituzionali globali intervistati han-
JULIE MORET, HEAD OF ESG, FRANKLIN T.
no identificato la mancanza di frameworks politici accettabili come la principale sfida per l’introduzione dell’Esg, mentre oltre un terzo (36%) ha citato la mancanza di dati di qualità a supporto delle decisioni. Gli investitori istituzionali ritengono che gli standard di divulgazione
debbano migliorare, attraverso una migliore pratica e una maggiore applicazione delle normative. I detentori di asset, in particolare in Europa e Nord America, hanno espresso il desiderio di prendere in considerazione anche le questioni sociali. Diversità e diritti umani sono i principali fattori sociali, considerati dal 57% degli investitori sofisticati. Le questioni sociali complessive sono, tuttavia, considerate meno spesso delle questioni ambientali o di governance. Meno del 14% degli investitori nordamericani prende in considerazione i fattori sociali a esclusione della diversità di genere considerata dal 28%. Questa disconnessione implica che mancano ancora metriche affidabili o prodotti fattibili che affrontino adeguatamente questi problemi.
20 Martedì 31 Marzo 2020
CLIMA, HI-TECH, WELFARE: SI CAMBIA L’analisi di S Schroders sull’impatto che la crisi epidemica avrà su consumi, tendenze e business
DI ANDREW HOWARD *
Oggi è difficile iniziare qualsiasi tipo di analisi senza fare riferimento alla minaccia del coronavirus. L’impatto a livello umano, economico e finanziario si sta rivelando notevole. A meno di due mesi dal primo caso, l’Ocse ha abbassato di un quinto le stime per la crescita globale nel 2020, e ciò si è riflesso nella rapidità e nella portata dei recenti cali azionari. La risposta dei mercati al virus è in contrasto con crisi simili avvenute in passato. Per esempio quando imperversava l’influenza spagnola nel 1918-19 è noto che i principali indici azionari sono saliti. Il mondo di oggi è molto diverso da quello del 1918, ma anche da quello di dieci anni fa, quando la diffusione dell’influenza suina ha coinciso con un aumento del 40% dell’indice Dow Jones Industrial Average. Oggi più che mai le aziende dipendono dalla società in generale: le catene di approvvigionamento sono più complesse
e connesse, le tensioni sociali e ambientali sono più acute e c’è un’accelerazione nella regolamentazione per gestire i crescenti squilibri tra profittabilità del business e bisogni della comunità. Le imprese non operano nel vuoto Questo contesto in evoluzione mette in evidenza l’importanza della sostenibilità negli investimenti. Da tempo sosteniamo che le aziende non operano nel vuoto. Il loro successo riflette la capacità di adattarsi alle sfide e ai trend della società di cui fanno parte. I problemi
ANDREW HOWARD
ambientali e sociali rappresentano quindi sempre più un rischio finanziario, e ciò porta le imprese a ricalibrare strategie e piani di crescita sul lungo termine. Da investitori, la capacità di esaminare le aziende e di distinguere tra vincitori e sconfitti migliora man mano che la rendicontazione della sostenibilità d’impresa diventa “mainstream”. I punti di rottura sono sempre più vicini Guardando oltre l’attuale crisi, diverse sfide ambientali e sociali toccheranno il picco nel corso dei prossimi dieci anni: • Il cambiamento climatico rimodellerà l’ambiente fisico e l’economia globale. Il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico ha avvertito che abbiamo solo dieci anni per dimezzare le emissioni di gas serra. Se non riusciremo ad allontanarci dai combustibili fossili, il mondo vedrà un’escalation di danni fisici: innalzamento del livello del mare, scarsità di terra agricola e
meteo più variabile. Negli anni ’60 le emissioni erano la metà rispetto a oggi. Il necessario ritorno a livelli simili entro il 2030 – quando la popolazione mondiale sarà circa raddoppiata e l’output economico sarà 10 volte maggiore – richiederà una riallocazione di capitale su ampia scala e creerà disruption in tutti i settori. • Gli sviluppi tecnologici rimodelleranno il ruolo dei lavoratori. PwC stima che l’intelligenza artificiale potrebbe mettere a rischio il 30% dei posti di lavoro entro gli anni ’30 di questo secolo, richiedendo nuove competenze e rendendo inutili ruoli attuali. Cambiamenti paragonabili a quelli di secoli di rivoluzione industriale saranno ora concentrati in meno di una generazione. • I disordini sociali mettono a rischio la stabilità politica e i sistemi economici. Questi hanno già raggiunto in tutto il mondo livelli mai visti. Le pressioni accumulate negli ultimi dieci anni stanno ora portando al punto di rottura nelle econo-
mie sviluppate ed emergenti. I policymaker possono rispondere cercando di ribilanciare attivamente il contesto economico che ha portato a guadagni non uniformi, oppure ne subiranno le conseguenze. Ognuno di questi trend avrà un impatto importante su economie e settori. Insieme, rappresentano un mix in grado di dare nuova forma ai mercati azionari e ridefinire l’industria degli investimenti. Gli investimenti sostenibili stanno diventando sempre più un requisito indispensabile, e non una scelta.
La tendenza si sta invertendo Negli ultimi decenni l’industria degli investimenti si è focalizzata sull’analisi dei dati finanziari, concentrandosi di più su quanto un’azienda fattura e meno su come lo fa o su quanto sostenibili siano i suoi profitti. La tendenza si sta ora invertendo. Gli asset manager devono rimettere a fuoco le loro “lenti” ora più che mai. * Head of Sustainable Research ESG, Schroders
I criteri della classificazione ESG adottati da Fida possono anche sovrapporsi alle altre categorie classificatrici
SI FA PRESTO A DIRE «FONDO ETICO» DI LUCA LODI*
Il mondo dei fondi caratterizzati da politiche di investimento rispettose di principi etici ha ormai una storia piuttosto lunga anche se solo ultimamente hanno raggiunto una popolarità che li può a ragione far considerare un trend di mercato. Fida segue da sempre l’evoluzione di questo settore da quando venivano definiti semplicemente fondi etici, poi Sri e infine recentemente Esg. Pur non entrando troppo nel merito in questa sede occorre tenere presente almeno due aspetti nella definizione e individuazione degli strumenti con caratteri di “eticità”. Se da un lato i prodotti che caratterizzano la propria politica di investimento e il proprio posizionamento per la selezione di portafoglio esclusivamente orientata da obiettivi di tipo etico si possono considerare
etici per eccellenza, dall’altro qualunque politica può essere integrata con principi diversi dal mero risultato economico. Questa scelta è progressivamente sempre più diffusa e procede di pari passo con l’intensità della pressione da parte di istituzioni e stakeholder in generale. Un ragionamento non eludibile riguarda poi il contenuto dell’eticità, il quale un po’ superficialmente è considerato univoco, ma che a ben vedere riguarda qualunque scelta di investimento che abbia obiettivi non immediatamente utilitaristici. Da questo punto di vista il mercato non ha colto questa opportunità e si presenta piuttosto omogeneo con qualche eccezione importante come i fondi di stile islamico. Pare peraltro che questo approccio, con tutte le contraddizioni e gli interessanti spunti di riflessione che potrebbe portarsi dietro, non sia
per ora destinato ad evolversi. Fida ha seguito l’evoluzione del mercato affrontando il tema in maniera duplice, con la classificazione e con la realizzazione di categorie specifiche. In origine le categorie specifiche, tutte azionarie, raggruppavano strumenti con politiche di investimento quasi esclusivamente orientate a obiettivi di tipo etico. Con l’evoluzione del mercato la caratteristica Esg è diventata sempre più una specificazione di politiche di investimento tradizionali e le categorie si sono moltiplicate. I prodotti definiti “Socialmente responsabili” rispondono alla concezione più comunemente accettata di Esg, attenti pertanto ad ambiente, equità sociale e governance ma, come detto, soprattutto gli investimenti di tipo islamico, poi anche quelli orientati ad “ecologia ed ambiente” o alle “energie alternative” possono essere considerati della stes-
sa natura se si affronta l’argomento da un punto di vista più generale. Come accennato la vocazione etica sta diventando progressivamente una caratteristica aggiuntiva che si sovrappone alle altre senza necessariamente dare origine a segmenti specifici di mercato che giustificano la creazione di categorie. E’ proprio per questo motivo che nel sistema Fidarating la classificazione si
affianca alle categorie con definizioni ad hoc nell’ambito dei settori e dei sotto-settori. *Head R&D di Fida
SETTORI/ SOTTO-SETTORI ECOLOGIA E AMBIENTE STILE ISLAMICO ENERGIE ALTERNATIVE ESG
CATEGORIE FIDA
AZIONARI SETTORIALI - ENERGIE ALTERNATIVE AZIONARI TEMATICI - ECOLOGIA E AMBIENTE AZIONARI TEMATICI - INVESTIMENTI DI STILE ISLAMICO AZIONARI TEMATICI - SOCIALMENTE RESPONSABILI (AREA EURO) AZIONARI TEMATICI - SOCIALMENTE RESPONSABILI (ASIA PACIFIAZIONARI TEMATICI - SOCIALMENTE RESPONSABILI (EUROPA) AZIONARI TEMATICI - SOCIALMENTE RESPONSABILI (GLOBALE) AZIONARI TEMATICI - SOC. RESPONSABILI (MERCATI EMERGENTI) OBBLIGAZIONARI TEMATICI - EURO CORPORATE SOC.RESPONSABILI
22 Martedì 31 Marzo 2020
MANO PUBBLICA PER LA FINANZA ETICA
Indirizzare le risorse a sostegno delle imprese sociali e anche di altre organizzazioni del terzo settore
Abbà e Zandonai: «È necessario rinforzare i meccanismi di mutualità all’interno delle reti più evolute dell’impresa sociale»
DI FRANCESCO ABBÀ E FLAVIANO ZANDONAI
In questa fase storica le possibilità per un mercato finanziario “etico” sono legate, in primo luogo, alla sussistenza delle condizioni minime di mercato. Ovvero di una domanda e un’offerta che oggi, e soprattutto nel futuro prossimo, rischiano non tanto di non incontrarsi in una qualche arena di scambio, ma di non essere proprio in grado di esprimersi. Una prima declinazione dell’eticità dovrebbe quindi consistere nel creare le condizioni minime affinché investitori e imprenditori possano operare grazie a strumenti di mitigazione del rischio che non potranno che essere pubblici. Una volta garantite le condizioni minime per poter operare, il carattere etico potrebbe essere ulteriormente declinato, e in modo più mirato, come finanza sociale ovvero un segmento del mercato finanziario che risponde alle esigenze di imprese sociali e anche di altre organizzazioni di terzo settore non necessariamente di natura imprenditoriale come associazioni, fondazioni, ecc. Il perché di questa focalizzazione è piuttosto semplice: questo segmento verrà probabilmente stravolto dalla crisi in atto. Un passaggio che segnerà in modo netto un prima e un dopo. Il prima infatti era una nicchia che per quanto ridotta in termini
Investire Today
è un supplemento al numero di aprile 2020 di Investire Editore Economy Group Srl Piazza Borromeo 1 20123 – Milano Direttore responsabile Sergio Luciano
FONTE: BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ DELLA CGM
dimensionali si manifestava comunque dinamica e affidabile, anche se forse non così “assetata” di risorse finanziarie. Organizzazioni impegnate soprattutto nell’erogazione di servizi sociali in outsourcing della Pubblica Amministrazione, ma anche con capacità di sviluppare filiere “proprietarie” all’interno di mercati privati come per esempio agricoltura e turismo sociale, welfare aziendale, social housing, produzione culturale. Organizzazioni volontaristiche e imprese sociali dotate di una buona capacità progettuale e con l’esigenza di accedere a risorse finanziarie tagliate su misura, soprattutto per quanto riguarda la capacità di valutazione dei progetti da sottoporre a finanziamento e di combinazione delle risorse finanziarie con altre di natura filantropica e donativa oltre che apportate dalle stesse organizzazioni attraverso ricapitalizzazione e cofinanziamento. Elementi di peculiarità operativa quindi – e non solo di missione – che nel corso del tempo hanno portato alla nascita di un ricco e variegato ecosistema finanziario dedicato e dominato in gran parte da soggetti bancari (e quindi dalla finanza di debito), ma che di recente si stava arricchendo anche di un’offerta di capitale di
rischio grazie a fondi di equity di impact investing costituiti anche grazie a risorse europee. Il tutto condito con un sistema di servizi non finanziari – formazione, consulenza, ricerca & sviluppo, ecc. – volti a realizzare strategie di capacity building affinché il settore potesse compiere un salto di qualità soprattutto per quanto riguarda l’innovazione tecnologica e la scalabilità dei propri modelli di servizio. Se questo, a grandi linee, era il prima, come sarà il dopo? La risposta non è semplice e necessariamente viene anche dal “durante” ovvero dal modo in cui le imprese so-
sociali, assistenziali, educativi sono oggi chiusi o fortemente compromessi dal contagio senza che, per ora, vi sia stata l’attenzione necessaria da parte delle istituzioni governative rispetto alla tenuta di questi presidi, per esempio dotando gli operatori degli indispensabili e introvabili dispositivi di protezione individuale. Il risultato non è uno stato fortemente critico che, come ricordava recentemente l’economista Stefano Zamagni, investe certamente le organizzazioni del settore, ma più in generale la tenuta dei sistemi di protezione sociale nel loro complesso, sia nella fase attuale che,
punti seguenti tentano di indentificare tali sfide intorno alle quali andrebbe costruita un’agenda strategica e operativa da parte di tutti gli attori in campo, in particolare quelli che operano sul fronte dell’offerta finanziaria e i corpi intermedi del settore. In primo luogo è necessario costruire strumenti finanziari ad hoc per la ricostruzione di un settore che probabilmente “lascerà sul campo” molte organizzazioni. Rispetto al design di questi strumenti il fattore tempo gioca un ruolo fondamentale, sia per la loro implementazione sia per la durata dei finanziamenti, per esempio riconfigurando
FRANCESCO ABBA’, PRESIDENTE CGM FINANCE E, A DESTRA, FLAVIANO ZANDONAI, INNOVATION MANAGER GRUPPO COOPERATIVO CGM
ciali e gli altri enti di terzo settore stanno operando e, al tempo stesso, sono colpiti dalla crisi in atto. Da questo punto di vista il problema principale è che la pur comprensibile “sanitarizzazione” della pandemia sta lasciando molto scoperti altri ambiti di welfare nei quali operano molte di queste organizzazioni: servizi
probabilmente, in quella futura. Da questi apprendimenti, seppur parziali, emergono quindi alcune sfide cruciali che riguarderanno anche il mercato della finanza sociale a livello di tenuta ma anche, più in generale, di significato e di ruolo all’interno di un quadro socioeconomico profondamente mutato. I
completamente strumenti di finanza pubblica intermediata da soggetti di finanza sociale come Italia Economia Sociale, una misura a favore di imprese sociali gestita da Invitalia ma che fino ad oggi è riuscita solo in piccola parte a impiegare gli oltre 200 milioni di euro a disposizione. In secondo luogo è neces-
sario rinforzare i meccanismi di mutualità all’interno delle reti più evolute dell’impresa sociale e del terzo settore, sia a livello locale che nazionale. In questo ambito infatti “fare rete” rappresenta un asset rilevante non solo per esigenze di rappresentanza ma anche per alimentare lo sviluppo. In questo senso però è necessario semplificare i meccanismi di adesione e le modalità di scambio delle risorse come dimostra l’esperienza del gruppo cooperativo Cgm e del suo braccio finanziario Cgm Finance che negli ultimi 25 anni ha coinvolto oltre 400 imprese sociali italiane sia come apportatrici di risorse che come destinatarie di finanza per progetti d’investimento e non semplicemente per la gestione ordinaria. In terzo luogo è necessario un upgrade, anche in termini di apporto di risorse, per azioni di capacity building chiamate a potenziare le capacità di queste organizzazioni in contesti che, a differenza del passato recente, saranno più discontinui e turbolenti. Si tratterà quindi di gestire complesse e dolorose chiusure e ristrutturazioni, ripensando profondamente anche i modelli organizzativi e di governance delle imprese sociali in particolare, rendendoli più coesi. Infine si può identificare anche una sfida per le risorse di equity ovvero sostenere, oltre a startup sociali di nuova generazione, anche i processi di ristrutturazione aziendale e rilancio dell’imprenditoria sociale “tradizionale” puntando sulle sue risorse umane e tecnologiche interne e magari favorendo processi di reale convergenza e fertilizzazione con la nuova imprenditoria sociale “nativa” nel nuovo scenario.
Martedì 31 Marzo 2020
«Prepariamoci per quando questa crisi sarà passata» Intervista con Manuela Maccia neo-direttrice investimenti di Bnl-BnpParibas a Milano DI SERGIO LUCIANO
Che mondo vede dopo il coronavirus Manuela Maccia, direttrice investimenti di Bnl-BnpParibas, appena arrivata a Milano dopo quattro anni di “expatriation” a Parigi (dove ricopriva lo stesso incarico) dalle grandi vetrate del palazzo Diamantone nel financial district di Porta Nuova? “Non dalle vetrate del Diamantone” risponde “ma dalle finestre della mia casa dove sono confinata da settimane, computer e telefonino. Smart working come dicono gli americani, tele-travail come dicono i francesi sempre gelosi custodi della loro lingua. E non è detto che queste nuove forme di lavoro non diventino il nuovo modo di organizzare la produzione dopo l’epidemia. Sarà certamente uno dei lasciti del virus e non è detto che maggiore flessibilità, maggiore e più intelligente utilizzo delle nuove tecnologie unito a un modello organizzativo delle banche (e non solo) meno gerarchico e meno verticale non produrranno più efficienza e quindi più produttività con vantaggi innegabili per tutto il sistema economico. Ma questi sono ragionamenti da sociologi. Credo che i lettori professionali di Investire Today abbiano altre domande”. Ecco la prima. Il Coronavirus devasterà il mondo della finanza fino a cancellare tutte le strategie dell’asset allocation così come le abbiamo conosciute?
L’esempio cinese ci dice che si tratta di una crisi molto severa, con una forte perdita di attività, ma di natura transitoria (qualche trimestre). Assistiamo, in effetti, ad un doppio shock sull’economia, uno shock di domanda (crollo dei consumi) e uno di offerta (crollo della produzione). Per tale motivo l’impatto sul PIL del primo semestre, e sulla crescita complessiva di tutto il 2020, sarà molto severo. Vedo che si fanno molti paragoni con la crisi del 2008, ma rispetto ad allora l’economia americana e quella della zona euro sono più resistenti, le aziende hanno una maggiore redditività, le banche sono meglio capitalizzate e il tasso di indebitamento delle famiglie è più basso. Ma perché insiste su questi dati macroeconomici? Perché è da qui che bisogna partire per immaginare una strategia finanziaria nella fase post-virus. Gli economisti di BnpParibas hanno appena pubblicato ( 20 marzo) la revisione delle previsioni economiche
“L’esempio cinese è interessante. La contrazione maggiore di attività si è verificata nel primo trimestre, ma poi è ripartita”
MANUELA MACCIA
che si riassume in alcuni dati: per il 2020, la zona euro dovrebbe conoscere una contrazione dell’attività del 4,3%, gli Stati Uniti dello 0,7%. L’economia mondiale crescerebbe solo dello 0,5% su base annua. In sintesi, una riduzione del pil compresa tra il 4 e il 5% nel 2020. Questi dati ovviamente si basano su un periodo di lockdown comparabile a quello cinese ( 6 settimane). Ma questo conferma lo scenario nerissimo che conoscevamo. Keep calm and carry on, come dicono gli inglesi. Dopo un anno, sarà già tutto cambiato. Per il 2021 l’attesa è per un rimbalzo molto forte, dello stesso ordine di grandezza della contrazione registrata durante la recessione. Il momento preciso della ripresa dipende da ogni singolo paese e dall’evolversi della pandemia. E sarà la Cina a dare il via, naturalmente. L’esempio cinese è interessante. La contrazione maggiore di attività si è verificata nel primo trimestre, ma a partire dal mese di marzo, con la fine parziale del cosiddetto “lock-down”, l’attività economica ha già iniziato a riprendere. I dati high frequency mostrano che la Cina ha ripreso a marzo circa il 70% dell’attività rispetto a gennaio. E la banca centrale cinese ha comunicato la sua previsione di un ritorno “rapido” alla crescita potenziale. Ma la Vecchia Europa e neanche gli Stati Uniti hanno la stessa vitalità cinese.
“Tutte le banche centrali stanno agendo in modo massiccio per limitare le pressioni sulla liquidità”
Sì e no. Guardiamo quel che è accaduto in poche settimane. Di fronte al crollo dell’attività economica in Europa e negli Stati Uniti sono state annunciate misure di rilancio monetario e fiscale mai viste prima. La Fed è già intervenuta in modo massiccio mediante iniezioni di liquidità e accordi di swap con banche centrali estere. La Fed mira a ridurre lo stress nel mercato monetario interno dove la liquidità non è così abbondante come in circostanze normali. La domanda di dollaro è straordinariamente forte, anche a livello internazionale. Poi ha annunciato un QE illimitato con una varietà di misure senza precedenti per assicurare l’accesso al credito e al finanziamento delle piccole e medie imprese. Nel contempo l’amministrazione Trump ha annunciato un pacchetto di stimolo massiccio del consumatore americano (oltre 2 trilioni di dollari).
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Altre buone notizie provengono dalla Germania, dove è in discussione in Parlamento un massiccio piano di stimolo di bilancio di 350 miliardi di euro (pari al 10% del pil). Per la prima volta i rigidissimi tedeschi mettono da parte l’ideologia ordo-liberista con le vecchie regole di pareggio di bilancio. Infine, tutte le banche centrali stanno agendo in modo massiccio per limitare le pressioni sulla liquidità. E’ questa la ricetta giusta che autorizza ad essere ottimisti già per il 2021? Sì, perché la liquidità può rappresentare un problema per i mercati, ma anche per le imprese e i privati. Certo, oltre alla liquidità ci saranno anche problemi di solvibilità. Il rischio di credito è inevitabile nelle recessioni. Ora tutti i governi e le banche centrali sono perfettamente al corrente di questo grave rischio e lo stanno gestendo con grande tempestività.