LIKE | ANNO I | N.8 | MENSILE | NOVEMBRE | DATA DI USCITA IN EDICOLA: 5 NOVEMBRE 2019
A SOLO 1 EURO!
Una community a cui dare credito food&travel A pranzo con chef Perbellini Mostre e itinerari imperdibili Mete da sogno per Capodanno Mercatini di Natale in Italia ed Europa
Coverstory Il peer-to-peer lending (o prestito tra privati) è un fenomeno in rapida espansione. Prestiamoci, la prima piattaforma nel nostro Paese per volumi, ci spiega perché
lifestyle Sesso e prevenzione: perché dobbiamo tornare a parlarne Gli outlook di Bantoa I trucchi per il makeup perfetto
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LUGLIO 2019
l'editoriale
Coraggio
consumare si può...
e anche il credito è «nuovo»
di Sergio Luciano
E
ra il 1961 e la televisione di Stato trasmetteva un programma del sabato sera intitolato “Controcanale” e condotto da Corrado, celebre presentatore scomparso qualche anno fa. Il quale, molto spiritoso e celebre anche per “andare a braccio”, nel monologo iniziale di una puntata pre-natalizia, parlando dei consumi e degli acquisti, pronunciò una battuta leggera e certo non cattiva: “L’Italia è una Repubblica fondata sulle cambiali”. Apriti cielo. La Rai sospese la trasmissione per un paio di settimane: quella battuta, evidentemente, ledeva il decoro dell’immagine collettiva delle istituzioni e, forse, della Costituzione. Sembra passato un millennio da allora. Le cambiali si usano sempre meno. I prestiti, quelli che i consumatori prendono per comprare beni cosiddetti "semidurevoli" come automobili o elettrodomestici, aumentano. Ma non abbastanza per sostenere i consumi. Perché? Perchè negli Anni Sessanta, fare cambiali era considerato imbarazzante eppure tanti le facevano, perché era un modo per scommettere sul futuro. Oggi prendere denaro a prestito non è certo più considerato disonorevole, eppure lo si fa ma assai meno di quanto si potrebbe, e tantissime famiglie italiane preferiscono, al contrario, non spendere, perché hanno paura del futuro. La paura del futuro è quel che frena l’espansione dell’economia. E non era mai stata così forte come oggi, nella vecchia Europa. La gente che potrebbe spendere perché ha i soldi, preferisce tesaurizzare; chi non ha soldi e può fare a meno di chiederne, non ne chiede. È un grave problema, è come se l’Italia fosse in depressio-
ne psicologica, senza ragione. Viene in mente quella vecchia battuta di Maurizio Crozza: “Nel 2036 un asteroide potrebbe cadere sulla Terra distruggendo tutte le forme di vita. Come risponde la scienza? Non fate dei mutui troppo lunghi!”. La coverstory di questo numero di Economy Like l’abbiamo anche per questo dedicata alle nuove forme di prestito, che stanno sempre più affiancando quelle tradizionali. Forme di prestito che vivono nella Rete e che anziché trasferire, provvisoriamente, denaro da banche o finanziarie a cittadini privati, mettono in circuito cittadini prestatori e cittadini debitori. Le spieghiamo con l’aiuto di
Una forma di pessimismo irrazionale ha messo di cattivo umore le famiglie. E questo nuoce agli interessi di tutti noi due case-histories molto interessanti per il mercato italiano, quelle di Prestiamoci e di Cofidis. Per lanciare un messaggio a chi ci legge. È vero che ci sono tante incognite, nella nostra epoca: dal clima alla robotizzazione, alle guerre... Ma ci sono anche tante bellissime prospettive: welfare, tempo libero, longevità. Il pessimismo che blocca i nostri consumi non è razionale. Chi pensa di difendere il proprio futuro deprimendo il proprio presente si comporta come quel signore che ruppe l’orologio per risparmiare tempo.
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appuntamenti fino all’8 dicembre
Frantoi aperti Frantoi Aperti in Umbria è un’iniziativa unica nel suo genere dedicata alla valorizzazione dell’Olio extravergine di oliva DOP Umbria e del turismo in campagna nel periodo della frangitura, organizzato della Strada dell’Olio extravergine di oliva DOP Umbria. L’evento, giunto alla XXII edizione, quest’anno si terrà dal 26 ottobre al 24 novembre 2019. Intenditori del buon vivere e del buon mangiare per 5 fine settimana si ritrovano per visitare l’Umbria, i frantoi nel pieno dell’attività, i piccoli borghi medievali dell’Umbria spesso fuori delle consuete rotte turistiche, le piazze,
i palazzi, i teatri, gli uliveti, le aziende agricole, gli agriturismi e le trattorie. In migliaia aspettano novembre per venire per la prima volta, o tornare, in Umbria a fare scorta di Olio Extravergine di Oliva, indiscusso protagonista dell’evento, e fermarsi per un fine settimana nei luoghi minori ancora da scoprire. Molte sono le attività in programma: visite guidate alla scoperta dei borghi, piccoli concerti, giochi per i più piccoli, laboratori di cucina, partecipazione alla raccolta delle olive e poi ancora fattorie didattiche, trekking tra gli ulivi, passeggiate a cavallo, caccia al tartufo, mostre diffuse in luoghi ameni, servizio navetta gratuito che collega le piazze ai frantoi, la tradizionale Benfinita e la Festa della Frasca. Frantoi Aperti è anche sinonimo di
apertura di luoghi speciali: durante l’intera manifestazione si propongono percorsi tematici legati agli ulivi millenari, ai castelli medievali, alle chiesette romaniche e alle abbazie. La conclusione della manifestazione sarà l’8 dicembre nella piazza di Avigliano Umbro.
Località varie - Umbria
21 – 24 novembre
Ciocco show Dal 21 al 24 Novembre 2019, in piazza XX Settembre a Bologna, la fiera del cioccolato più importante di sempre tornerà a deliziare i vostri palati! Tanti eventi, curiosità, espositori saranno presenti a questa XV edizione! E tutti voi potrete renderla ancora più speciale! Quest’anno, infatti, in un’area di 18 mq, saranno raccontate le origini del cacao.Camminando su un pavimento di terra e foglie o di erba sintetica, i visitatori vedranno da vicino le vere piante del cacao, alte circa due metri.
Bologna
9 – 17 novembre
Tuttomele Manifestazione dedicata alle mele, al turismo gastronomico ed ai prodotti del territorio. Tuttomele festeggia quest’anno la sua 40° edizione e richiama centinaia di migliaia di visitatori. Oltre a tantissime varietà di mele esposte, antiche ed attualmente in commercio provenienti da tutto il mondo, tutti i ristoranti del paese propongono menu a base di mele e per le vie del paese sono presenti bancarelle di frutta, gastronomia e artigianato, oltre a circa 200 stand commerciali nel padiglione fieristico di “Cavour Mercato”. Durante la manifestazione vengono organizzati spettacoli, concorsi, mostre di pittura, mostre fotografiche e concerti.
Cavour (To)
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16 – 24 novembre
Festa del torrone Come ogni anno ritorna puntuale l’appuntamento più atteso da tutti i golosi e gli amanti delle tradizioni. Molti saranno gi appuntamenti speciali che esalteranno l’anima golosa di Cremona, con oltre 250 iniziative tra spettacoli, degustazioni e appuntamenti culturali. Tante le novità in fatto di animazione ma non mancheranno gli appuntamenti tradizionali, come le Costruzioni Giganti di Torrone, la Rievocazione del matrimonio tra Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti e il Torrone d’Oro, che da sempre accompagna la festa.
Cremona
fino al 9 novembre
Fiera del tartufo di Acqualagna La sua secolare tradizione di ricerca, produzione e vendita del tartufo fa sì che il suo mercato sia il luogo di incontro privilegiato per la promozione e la commercializzazione sia a livello nazionale sia internazionale. Acqualagna è sede di raccolta dei 2/3 dell’intera produzione nazionale del prezioso tubero, con circa 600 quintali di tartufo di tutti i tipi. L’intera cittadina di Acqualagna mette i propri spazi a disposizione dell’evento. La piazza principale ospita gli stand dei commercianti di tartufo fresco, anima storica della festa.
Acqualagna (PU)
18 – 24 novembre
Settimana del baratto Come tradizione consolidata ormai da 11 anni, torna la Settimana del Baratto: i bed and breakfast presenti su settimanadelbaratto.it apriranno le loro porte ai viaggiatori in cambio di beni o servizi. Ogni B&B che aderisce alla Settimana del Baratto è presente su settimanadelbaratto.it con foto, descrizioni, posizione sulla mappa, recensioni e caratteristiche. Inoltre, è presente sulla scheda delle strutture una lista dei desideri, costituita dai beni e/o i servizi che il B&B accetterà dal
18 al 24 novembre 2019 in cambio della propria ospitalità. I B&B partecipanti possono anche non avere una lista specifica, ma essere aperti a proposte di baratto di qualsiasi genere. I viaggiatori che vogliono proporsi per soggiornare in cambio del baratto possono contattare i B&B attraverso il tasto presente su ogni scheda “Contatta e Baratta”. Si riempie il
modulo, si clicca “Invia” e si attende la risposta del B&B, che arriverà via email. Il B&B contattato accetterà o rifiuterà il baratto proposto, oppure aprirà le trattative per una conclusione dell’accordo. Se la proposta di baratto andrà a buon fine, il viaggiatore potrà fare le valigie per la terza settimana di novembre, ricordandosi di portare con sé l’occorrente per onorare il baratto concordato. Parole d’ordine? Fantasia, flessibilità, divertimento. Siate pronti a offrire l’amata collezione di Dylan Dog o la vostra expertise in campo di marketing, lezioni di tango argentino o una cena etnica, foto professionali o lezioni di inglese. E chi più ne ha…
Località varie
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sommario
COVERSTORY
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Tutti i segreti del P2P lending Il prestito tra privati è il nuovo fenomeno creditizio grazie ai tempi brevi. Ma come funziona?
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Il leader/ Prestiamoci La piattaforma di prestiti tra privati è al primo posto in Italia e tra le prime dieci in Europa. Ecco come
FOOD&TRAVEL
20 La cucina senza barriere
36 Capodanno a Barcellona!
24 Quattro mostre imperdibili
38 I più bei mercatini di Natale
30 Sei viaggi da sogno
42 Torrone: la ricetta perfetta
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NOVEMBRE 2019
di Giancarlo Perbellini A colloquio con lo chef due stelle Michelin che racconta la sua filosofia E quattro itinerari perfetti Firenze, Asti, Napoli e Roma protagoniste del 2020
per celebrare il nuovo anno Laccadive, Turks& Caicos, Tanzania, Patagonia, Cortina, Rovaniemi
La città perfetta per le feste Un'offerta scenografica che unisce tradizione e modernità in Italia e in Europa Il protagonista è ancora una volta il Trentino. Ma non solo... del dolce simbolo del Natale Zucchero, miele e frutta secca: una tradizione millenaria
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sommario
LIFESTYLE
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In redazione Marina Marinetti (caporedattore), Marco Muffato, Davide Passoni, Riccardo Venturi
Sesso e prevenzione: perché l'Aids non è un nemico sconfitto L'idea che l'Hiv sia ormai archiviato rimane un falso mito. Molto pericoloso
Hanno collaborato Gianfranco Brambati, Germana Cabrelle, Guido Cavalcanti, Luigi Ciccarelli, Luigi Da Lima, Francesca Frediani, Aldo Manuzio, Franco Oppedisano, Vincenzo Petraglia, Davide Schiavon, Monica Setta, Chiara Volontè
57 Morellato: la giusta combinazione
di stile a prezzo contenuto Così il brand ha saputo collocarsi sul mercato, puntando sull'innovazione
59 Vetrina regali: qualche idea in vista
del Natale che si sta avvicinando Ridursi all'ultimo momento può essere rischioso e costoso. Meglio prevenire
60 Lavori faticosi e stressanti:
attenti alla sindrome da burnout Si presenta all'improvviso e colpisce chi lavora troppo. Ecco i campanelli d'allarme
62 Il cibo pugliese conquista le star
Michelle Pfeiffer e Angelina Jolie Alla prima di Maleficent caffè e focacce E arriva il nuovo hotel di Rocco Forte
68 Un mistero chiamato McLaren
Il nuovo bolide è pronto al lancio Da Woking non trapela nessuna notizia. Una cosa è certa: sarà un'auto esclusiva
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NOVEMBRE 2019
Allegato alla LaFreccia, mensile di bordo di Frecciarossa-Trenitalia
Coordinamento Marco Scotti
le mille anime della grappa Un'eccellenza italiana che ancora fatica a conquistare l'estero, soprattutto gli Usa
per Grimaldi Lines
Direttore responsabile Sergio Luciano
46 Morbida, secca e femminile:
Edizione speciale
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DATECI CREDITO
72 Il nuovo pos di Cofidis: così
la rata non è più un rebus Una soluzione innovativa per i pagamenti tramite bancomat
74 Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sui finanziamenti Gli italiani sono a caccia di liquidità. Tutti i dati e i trend del settore
78 Enigmistica 82 Le ragioni del gossip
Grafica e impaginazione Raffaela Jada Gobbi, Liliana Nori Segreteria di redazione Monia Manzoni Per la pubblicità su questa rivista commerciale@economymag.it Presidente e A.D. Giuseppe Caroccia Consiglieri Costantino Baldissara, Sergio Luciano Editore incaricato Domenico Marasco Casa editrice Economy s.r.l. Piazza Borromeo 1, 20123 Milano Tel. 02/89767777 Registrazione Tribunale di Milano n. 24 del 14/02/2019 Stampa Arti Grafiche Boccia Spa Via Tiberio Claudio Felice 7 84131 Salerno
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COVERSTORY
peer-to-peer lending
Il prestito
tra privati
che ha conquistato l'Italia S
i fa presto a dire finanziamento. Ma poi la trafila rischia di far cascare le braccia. Tempi lunghi per ottenere una risposta, tassi alti, poca chiarezza sulle commissioni, burocrazia eccessiva. E poi ancora: i sì o i no che vengono ricevuti senza comprenderne appieno le motivazioni, con una sensazione di ingiustizia difficile da mandare giù. E che dire di quegli investitori che vorrebbero impiegare parte dei propri risparmi ma che si trovano nella sgradevole situazione di dover far fronte a mercati turbolenti e rendimenti negativi? Ora però un’alternativa c’è, e risponde al nome inglese di peer-to-peer lending o, se preferite, prestito tra privati. Di che cosa si tratta? Di una serie di piattaforme che consentono un doppio ingresso: a chi cerca un finanziamento di entità non eccessiva (mediamente fino a 30.000 euro) e a chi è alla ricerca di un investimento sicuro. Come funziona? Il richiedente inserisce i propri dati all’interno della piattaforma che li elabora restituendo una risposta, positiva o negativa, e una valutazione del rischio di credito. Minore sarà il valore di questo parametro, minore sarà il tasso di interesse applicato, che comunque rimane in un range decisamente competitivo rispetto a quello applicato da banche e finanziarie. Una volta approvato, il prestito viene “spacchettato” in tante porzioni che
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di Marco Scotti
Il P2P lending è il nuovo fenomeno creditizio che garantisce tempi brevi per la concessione dei prestiti e alti rendimenti per i prestatori, minimizzando i rischi e aggirando il credit crunch. Il caso di Prestiamoci, l'azienda guidata da Daniele Loro, leader del settore
vengono acquistate dagli investitori che possono decidere il taglio del proprio esborso suddividendolo su tanti finanziamenti differenti. In questo modo si abbassa il rischio – che diviene condiviso – a fronte di rendimenti che rimangono sempre sopra le medie. Il peer-to-peer lending ha saputo ritagliarsi rapidamente un ruolo preminente nel nuovo mercato del credito, fiaccato da una crisi continua che, iniziata nel 2008, non sembra di fatto mai essere svanita nonostante qualche fisiologica ripresa. Il credit crunch, ovvero la contrazione del credito erogato dalle banche, è proseguito a un ritmo del 2% annuo dal 2008 al 2018. Per questo, proprio negli anni di maggiore vigore della recessione, si è sviluppato progressivamente il peer-to-peer lending, con una crescita del mercato costante e significativa. Negli ultimi anni il mercato europeo dei prestiti P2P ha mostrato una crescita solida. Oltre al Regno Unito, che è leader, anche Francia, Germania, Paesi Bassi, Finlandia, Spagna e Italia stanno assistendo alla crescita di questo comparto. Si tratta di cifre ancora modeste, ma tra il 2015 e il 2016 il prestito per i consumatori è cresciuto del 90%, quello per il business del 65%. I millennial, ossia la generazione nata a cavallo del 2000, le piccole e medie imprese, la costante innovazione portata avanti dalle fintech ed anche l’arrivo di fondi dalle istituzioni stanno
sostenendo questo mercato. Da noi, in Italia, si è registrata la crescita del segmento P2P complessivo. Il volume totale di 10 piattaforme erogato nel 2018 è stato pari a 763 milioni – un aumento del 125% rispetto ai 340 milioni nel 2017. Le piattaforme devono avere un’autorizzazione da parte di Bankitalia che disciplina il settore. Prestiamoci La più importante piattaforma di peer-to-peer lending in Italia è Prestiamoci S.p.A., una società finanziaria autorizzata da Bankitalia che conta oggi oltre 3.200 clienti e ha erogato oltre 21 milioni di euro. Le origini della società risalgono al 2009, anno in cui ad Ivrea nasce, per volontà di Mariano Carozzi, Paolo Galvani e Giovanni Tarditi, Agata S.p.A., una finanziaria proprietaria del marchio Prestiamoci.it. Sono gli anni in cui il peer-to-peer lending, partito nel 2005 in Inghilterra, inizia ad affermarsi anche nel nostro Paese. Nel 2010 nasce la piattaforma web di Prestiamoci.it, che in un solo anno crea una buona community ricevendo 246 domande per circa 2 milioni e mezzo di euro e finanziando 46 progetti per un totale di 238.989 euro. Ma è nel 2013 che Prestiamoci “diventa grande”, quando viene rifondata con nuovi azionisti. Digital Magics, il più importante incubatore italiano di startup innovative, rileva le quote dal fondatore Mariano Carozzi insieme ad altri business angel (soggetti privati che investono in aziende in cambio di quote della società medesima o di remunerazione del capitale investito) italiani e internazionali che mettono nel progetto, complessivamente, 550.000 euro. Arriva anche un nuovo management, guidato da Daniele Loro, che ha alle spalle una lunga carriera come angel. Tra le iniziative più recenti avviate dalla società, nell’ottobre 2018 c’è il lancio di un’operazione di cartolarizzazione (che arriverà a cinque tranche in un anno) di
prestiti personali di cui una porzione relativa al portafoglio che aveva in carico, una porzione di prestiti erogati negli ultimi sei mesi ed un’ultima parte di prestiti che erogherà nel prossimo futuro. In dettaglio, l’operazione comprenderà crediti fino a 25 milioni in 18 mesi. Interessanti le principali finalità della richiesta di prestiti tramite la piattaforma che vede in forte crescita le richieste “green” per l’installazione di impianti fotovoltaici. Perché è l’utente medio di questo tipo di servizio a essere diverso dal solito: più evoluto, più informato, più attento alle nuove esigenze ambientali e di sostenibilità. Sarà per il pubblico di riferimento, sarà per la versatilità della piattaforma, sarà per i rendimenti garantiti, fatto sta che Prestiamoci ha ottenuto dal 2017, dall’Istituto Tedesco Qualità e Finanza, il sigillo che lo certifica come migliore offerta in Italia per i prestiti del Social Lending, conseguendo il livello Top: si tratta del riconoscimento “Top Condizioni” nel Social Lending, con valutazione “Ottima” per tre
Chi richiede un prestito dalle piattaforme di peer-to-peer lending è un utente più evoluto che impiega i fondi per spese "green" come installazione di pannelli fotovoltaici anni di seguito. Infine, da qualche mese, si è aggiunto un nuovo prodotto, Presticasa, che prevede l’erogazione di una somma fino a 18.000 euro a chi ha appena acquistato casa e ha bisogno di liquidità extra per lavori di ristrutturazione o per l’acquisto di mobilio. I tassi vanno dal 3,9 al 6,57% e si potrà scegliere di restituire il prestito in 48, 54, 60, 66 o 72 mesi con un piano di rimborso a rate fisse e costanti. Ottenuta la liquidità necessaria ed effettuate le spese, si potrà accedere anche alle agevolazioni previste dal Bonus Ristrutturazione 2019, prorogato fino a fine anno, secondo le modalità previste nella Legge di Bilancio.
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COVERSTORY
peer-to-peer lending
Così gli utenti ci... prestano ascolto
Prestiamoci è la piattaforma di p2p lending leader in Italia e tra le prime dieci in Europa. Dopo un'operazione di cartolarizzazione da 25 milioni, ora guarda al futuro con ulteriore fiducia, dopo l'ingresso di partner istituzionali e investitori professionali
«G
arantiamo agli investitori una remunerazione significativa, tra il 4 e l’8%. Il che, in un’epoca turbolenta in cui i rendimenti sono perfino negativi, è decisamente un gran bel risultato. Inoltre, chi riceve il prestito gode di tassi d’interesse più bassi di quelli applicati da banche e finanziarie». Daniele Loro, amministratore delegato di Prestiamoci, spiega perché il peer-to-peer lending ha affascinato sempre più persone nel nostro Paese. Un pubblico che sceglie di usufruire dei servizi erogati dalla piattaforma per spese “intelligenti” come pannelli solari o complementi d’arredo per la casa. E prestatori alfabetizzati dal punto di vista finanziario. Loro, quali sono forza e peculiarità di Prestiamoci? La nostra è una piattaforma di peer-to-peer lending online che consente di richiedere un prestito e di ottenere risposta in tempi molto rapidi, oltretutto con dei tassi molto competitivi. Per quanto riguarda invece chi investe, sono persone evolute che sono interessate ai nostri prodotti per avere un ritorno a tassi particolarmente vantaggiosi. Si tratta quindi di un sistema di sharing di denaro che in Italia ha raggiunto la cifra di circa 25 milioni di erogato, con 3.500 clienti attivi. Siamo la prima
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l'amministratore delegato di prestiamoci daniele loro
piattaforma nel nostro Paese e figuriamo tra le prime dieci in Europa. Che cosa vi rende speciali? Le particolarità di Prestiamoci sono riassumibili lungo tre assi principali. Il primo è che investiamo insieme ai nostri clienti. Significa che per ogni prestito che eroghiamo mettiamo anche noi una parte di denaro, partecipando al rischio come fanno gli investitori. In questo modo, i nostri interessi sono comuni a chi decide di darci fiducia e di conferire del denaro alla nostra piattaforma. La seconda particolarità di Prestiamoci è che, proprio perché partecipiamo ai prestiti, possiamo favorire l’ingresso di investitori professionali e istituzionali, rendendo ancora più solido l’intero sistema. Infine, abbiamo messo a punto un sistema di customer care che è estremamente attento a seguire passo pas-
La quasi totalità delle somme erogate riguarda spese per la famiglia, soprattutto per l'installazione di impianti fotovoltaici o per l'acquisto di complementi per la casa so sia i clienti che hanno scelto di richiedere un prestito tramite Prestiamoci, sia chi ha deciso di investire in questa soluzione. È possibile fare un identikit di chi richiede un prestito? Per prima cosa è bene ricordare che la quasi totalità dell’erogato riguarda spese per la famiglia, suddivise in due macrosettori. In primo luogo, per chi possiede una casa autonoma, ci sono gli interventi di installazione dell’impianto fotovoltaico. E questo ci piace perché c’è una certa assonanza tra quello che facciamo e tutto quello che è sostenibile e green. Dall’altra parte, invece, troviamo richieste più finalizzate alla ristrutturazione di casa o alle spese per l’arredamento. Per questo avete lanciato Presticasa, dedicato a chi ha bisogno di una cifra extra dopo il rogito Sì, è una nuova idea che permette di richiedere fino a 18.000 euro con piani di rientro fino a 72 mesi, con un tasso di interesse decisamente competitivo. Basta presentare la richiesta insieme ai documenti che attestano l'acquisto e si ottiene il via
libera in poche ore. Perché tra notaio, piccoli lavori di ristrutturazione e necessità di acquisto di complementi d'arredo, un aiuto ulteriore può sempre essere prezioso... Torniamo ai vostri utenti: chi si rivolge a voi, invece, per fare un investimento? Sono persone molto attente a tutto quello che succede sul mercato e hanno trovato in noi un prodotto dalla remunerazione adeguata. Garantiamo interessi tra il 4 e l’8% il che, in un momento storico di mercati turbolenti e di rendimenti a volte anche negativi su fondi, investimenti e conti correnti, è decisamente un plus notevole per i nostri clienti. Avete anche avviato delle operazioni di cartolarizzazione. Ci vuole spiegare meglio di che cosa si tratta e che benefici avete tratto da queste attività? Si tratta di un unicum sul mercato italiano per piattaforme come la nostra e di questo siamo estremamente orgogliosi, anche perché abbiamo coinvolto investitori professionali e istituzionali. Abbiamo iniziato le cartolarizzazioni nel 2018 e siamo arrivati alla quinta tranche di cessione del portafoglio. Ha avuto un buon successo, e il nuovo prodotto Presticasa ci permetterà di dare ulteriore vigore a un'operazione - quella di cartolarizzazione - che, fino ad ora, ha raccolto circa 25 milioni di euro. Abbiamo già impiegato tre quarti delle risorse messe a disposizione e siamo in linea con quanto previsto, avendo ancora a disposizione alcuni mesi per completare le fasi del processo. Siamo davvero contenti di quello che abbiamo fatto, anche perché la presenza degli investitori istituzionali da un lato ci responsabilizza, dall’altro ci dà però grande serenità: è la conferma che abbiamo svolto un lavoro di qualità dal punto di vista della solidità finanziaria.
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Perbellini: «Benvenuti
nella mia cucina senza barriere» di Vincenzo Petraglia
I
riconoscimenti ricevuti, sia in Italia che all'estero, non si contano più per quanti sono. Giancarlo Perbellini, chef pluristellato, è tra i portabandiera dell'alta cucina italiana nel mondo, presidente, fra l'altro, tra il 2010 e il 2016 del Bocuse d’Or, il campionato mondiale per cuochi. Suo tempio prediletto è Casa Perbellini, il concept restaurant inaugurato a Verona nel 2014 che a solo un anno dall’apertura conquistò le 2 stelle Michelin abbattendo ogni tipo di barriera fisica, vetri o muri che fossero, fra cucina e cliente. Un luogo super friendly, una sorta di casa più che un ristorante nel senso più classico del termine, che consente, mentre si mangia, di assistere allo “spettacolo” della preparazione del
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piatto da parte dello chef e della sua brigata. Ma i ristoranti che Perbellini - impegnato anche in diversi progetti per ragazzi per l'educazione alimentare e contro lo spreco - ha messo su sono ben otto, ognuno con un posizionamento suo proprio e tutti di successo, a dimostrazione di come sia uno degli chef imprenditori fra i più capaci in circolazione. Non è un caso che nel 2017 abbia ricevuto il primo premio nella categoria “Diversificazione” in occasione della prima edizione dei Foodcommunity Awards, gli oscar dell’enogastronomia pensati per far emergere le eccellenze imprenditoriali nel mondo della ristorazione e del food & beverage. Fra gli ultimi nati, nel 2018, ci sono Locanda Perbellini-Bistrot Milano, capace di rendere più democratica, tramite prezzi più accessibili, l'alta cucina, e La Pergola-Giancarlo Perbellini, in Bahrain, diventato già uno dei top restaurant in Medio Oriente, mentre lo chef veneto già si appresta ad aprire per l'inizio della prossima estate una nuova Locanda, sul mare, in Sicilia. Casa Perbellini ha segnato per te un momento di svolta. Spiegaci meglio il significato di questa tua creatura. La cucina è un luogo di incontro, di vite e di storie, di sogni.
a pranzo con...
Per me, dunque, è importante che nel mio ristorante i miei ospiti stiano bene. Capita spesso che i clienti entrino in ristoranti troppo laccati quasi col timore di non essere all'altezza, a disagio. Nel mio ristorante non volevo accadesse questo, è importante per me che una persona sia a proprio agio in un luogo meno rigido rispetto al classico locale gourmet. Per questo, per esempio, apparecchiare la tavola nel momento in cui il cliente arriva e prende posto, aiuta a rilassarsi, a distendere l'atmosfera, a far sentire a casa. Come pure far vedere che dietro a un piatto c'è un'organizzazione, ci sono persone che compongono qualcosa appositamente per te, costruito per te. Per questo la decisione di non mettere ostacoli fra il cliente e il luogo dove materialmente viene preparato il piatto.
qualcosa, in modo embrionale, si sta muovendo per renderla un po' più democratica. Tu, per esempio, ti sei inventato Locanda Perbellini... Sì, un format che mi sta dando grandi soddisfazioni. Un bistrot con cucina gourmet a prezzo contenuto. Nasce con questa logica e la risposta è ottima.
Il menù viene ripensato ogni 60 giorni per garantire la stagionalità delle preparazioni. Ma ci sono dei marchi di fabbrica che rimangono sempre, come il Wafer
Se dovessi definire la tua cucina come la definiresti? Classico-moderna, l'ho sempre definita così. Il nostro fine è ricordare il gusto vero delle cose, l'astrattismo è un qualcosa che non mi appartiene. Nei miei piatti ci sono delle cose wow, ma sono sempre piccole cose. Ciò da cui parto è il gusto, poi vado a ritroso. Per me non è fondamentale la presentazione ma il risultato finale, senza esagerazioni. E poi è una cucina in movimento. Ogni sessanta giorni ripensiamo il nostro menù con ingredienti di stagione. È una cucina che cerca di dare in ogni piatto almeno una scintilla, fondamentale per un ristorante gourmet. Ci deve essere sempre non per forza un "wow!" come dicevo, ma un qualcosa che ti fa comunque pensare. La cucina è evoluzione, anche di noi stessi, e ho scelto Marco (Stagi, ndr), il mio sous chef, proprio perché ha una visione della cucina diametralmente opposta alla mia, arriva dove io non posso vedere per formazione ed esperienza, e questa forte contrapposizione, che mi è di grosso stimolo, genera cose molto interessanti.
food&travel
nell'altra pagina giancarlo perbellini e il suo caviale affumicato e zabaione ghiacchiato. sotto, la cucina a vista del ristorante
I piatti che più ti rappresentano. Il mio marchio di fabbrica è il Wafer (al sesamo con tartare di branzino, caprino all'erba cipollina e sensazione di liquirizia, ndr), un piatto molto complesso con cinque gusti che entrano ed escono creando un equilibrio a mio avviso molto interessante. E poi anche il Caviale affumicato e zabaione ghiacciato. Per l'autunno cosa ti sei inventanto per il tuo menù? Risotto mantecato allo scalogno, bottarga affumicata ed emulsione di sottobosco, con, fra gli altri ingredienti, funghi, tartufo, mosto di vino, e il bollito di vitello all'inverso, in brodo di castagne. Secondo te tutto questo successo in televisione di programmi di cucina e dintorni
L'alta cucina è diventata sempre più snob, accessibile solo a pochi eletti, anche se
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food&travel
a pranzo con...
fa bene o male alla cucina di livello? Ha sicuramente i suoi lati positivi, ma credo che la televisione abbia anche creato mostri, perchè tanti a 25 anni si riciclano e si danno alla cucina. Ha sdoganato chef che si ritengono quasi degli scienziati e spesso fa passare in secondo piano la tecnica, che è fondamentale in questo mestiere, come il sacrificio, l'esperienza, la voglia continua di sperimentare e innovare. Che qualità deve avere un buon cuoco? Deve avere il palato. Ci vogliono le basi. Le scuole albeghiere bisogna chiuderle tutte e ripensarle, perchè non danno più le basi. Deve essere poi curioso. Ci vuole tanta tanta curiosità per fare bene questo mestiere. Anche il lato organizzativo e imprenditoriale è importante, no? Fondamentale direi. Fino a dieci anni fa ero un cuoco, vedevo un rombo che si muoveva e non mi importava quanto costava. Negli anni, con l'esperienza, ho imparato a confrontarmi con il food cost, un qualcosa da cui non si può prescindere se si vuole avere un ristorante di successo. Fondamentale in questo percorso è stata l'esperienza fatta a Hong Kong (dal 2014 al timone del ristorante “La Locanda” per il gruppo indiano Dining Concept, ndr). Alla firma del contratto mi hanno dato subito due dati: fatturato e food cost, per cui ho dovuto cominciare a studiare come fare a non sforare e devo dire che sono stati cinque anni davvero molto formativi. Un ristorante, se approcciato nel giusto modo, necessita di una gestione manageriale molto attenta, severa per certi versi. La stessa organizzazione all'interno della cucina è fondamentale, nei tempi e nella gestione delle risorse, delle persone con cui si lavora. E come in tutte le altre cose il lato umano rimane fondamentale. Perchè la cucina italiana, pur essendo la più amata nel mondo, non riesce a emergere come alta cucina? Intendo, ad esempio, che nei concorsi internazionali è difficile che si affermino degli italiani. Un nome su tutti è il Bocuse d’Or... Perché non c'è un sistema Italia forte. La cucina italiana si è sdoganata negli ultimi anni, Expo in questo ha dato una grossa mano, ma ciò che ancora manca è il supporto della filiera da parte delle istituzioni. Non viene protetta e tutelata abbastanza dagli altri prodotti che arrivano in Italia dall'estero e, peggio ancora, dalla contraffazione. In Francia, per esempio, sono molto più bravi, e rigidi, nella difesa della filiera interna dei prodotti di qualità. Anche a livello di turismo gastronomico secondo te si potrebbe fare di più, visto il patrimonio sconfinato di cui disponiamo? La gastronomia e il turismo dovrebbero rappresentare la pri-
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il bollito di vitello in brodo di castagne, uno dei piatti autunnali dello chef
ma industria del nostro Paese ma non ne sono state ancora colte fino in fondo le potenzialità in termini di rilancio dell’economia e dell’indotto. L’Italia investe poco per innalzarne la qualità, se si scommettesse seriamente su gastronomia e turismo non ce ne sarebbe per nessuno. A parte i nostri storici competitor, diversi altri player investono molto più di noi. Pensiamo soltanto all'Ungheria, che dà incentivi a fondo perduto agli chef stellati che decidono di aprire ristoranti lì da loro, mentre noi che avremmo tutto non riusciamo a sviluppare un modello virtuoso di turismo di alta qualità. Cosa pensi delle sperimentazioni in corso o del cibo creato con stampanti 3D? Io sono più per l'artigianalità, mentre lì andiamo verso la standardizzazione. Va bene l'innovazione, non la demonizzo, ma preferisco sapere e sentire le differenze tra un pesce di mare e uno allevato. Un cuoco è un artigiano per me, deve avere memoria e conoscenza. Porto ad esempio mio papà: ha fatto il pasticciere e fa il lievito a occhi chiusi, mio zio, che invece ha fatto chimica alimentare, non riesce a fare un lievito pari a quello di mio padre.
di Germana Cabrelle
Il genio discreto delle avanguardie Firenze celebra Natalia Goncharova Palazzo Strozzi dedica una mostra allo sconfinato talento della pittrice sovietica, messa a confronto con giganti del passato come Matisse, Gauguin, Boccioni e Picasso
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opo lo straordinario successo di Marina Abramović, a Palazzo Strozzi di Firenze è in corso, fino al 12 gennaio 2020, la retrospettiva dedicata ad un’altra artista donna: Natalia Goncharova (Governatorato di Tula 1881-Parigi 1962) pittrice, costumista, illustratrice, scenografa e decoratrice - ma anche attrice e ballerina - dell'avanguardia russa, vera pioniera e rappresentante del Novecento. Il suo nome è leggendario in ambito teatrale (fu la prima donna a
FIRENZE
food&travel
mostrarsi nei luoghi più eleganti di Mosca con il volto decorato) e alcuni suoi dipinti hanno raggiunto quotazioni talmente alte alle aste da rendere necessaria una conoscenza più diffusa anche al grande pubblico. La ricca, poliedrica e colorata produzione di Natalia Goncharova è messa a confronto a Palazzo Strozzi con capolavori di celebri artisti come Paul Gauguin, Henri Matisse, Pablo Picasso e Umberto Boccioni. La mostra “Natalia Goncharova - Una donna e le avanguardie tra Gauguin, Matisse e Picasso” a cura di Ludovica Sebregondi, è articolata in 130 opere prese in prestito da importanti collezioni e istituti internazionali ed è concepita come una specie di viaggio: tra la campagna russa dove l’artista è cresciuta, la città di Mosca dove si è formata e Parigi dove ha infine scelto di vivere. Tra i quadri più significativi esposti, spiccano lavori giovanili quali l’Autoritratto con gigli gialli (1907-1908) divenuto manifesto della mostra, la tela “Contadini che raccolgono le mele” (1911) già proprietà di Ivan Morozov, uno dei maggiori collezionisti del primo Novecento, il polittico della Mietitura (1911) e i suoi dipinti di nudi che la portarono ad essere colpita dalla censura e conseguentemente a processo per oscenità. La mostra su Natalia Goncharova può essere l’occasione per girare Firenze, passeggiare per le vie del centro storico, in Piazza della Signoria e ammirare i capolavori dell’arte e dell’architettura rinascimentale a cielo aperto diventati icone nel mondo. Orari: Tutti i giorni dalle ore 10 alle 20; il giovedì dalle 10 alle 23 Biglietto: intero 13 euro Mini itinerario nel cuore di Firenze Firenze, città artistica per eccellenza, è la patria di personaggi illustri come Dante Alighieri, Niccolò Machiavelli, Giovanni Boccaccio e Galileo Galilei ed è resa ancor più preziosa dalle opere di Michelangelo Buonarroti, Donatello, Brunelleschi, Giotto e Botticelli.
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Ad Asti Monet racconta la sua... impressione
nell'altra pagina
"Autoritratto con gigli gialli". qui sotto il david di michelangelo e
"barche a etretat" (1883)
chiese. Nella Basilica di Santa Croce sono conservate quelle che nei Sepolcri di Foscolo vengono chiamate “le urne dei forti” ossia le tombe dei grandi artisti. Seguono poi, per bellezza, la chiesa di San Lorenzo, la Cappella Brancacci, la chiesa di Dante e Beatrice, il cui nome corretto è Santa Maria dei Cerchi, il Battistero di San Giovanni e Santa Maria Novella. Va da sé che iI Ponte Vecchio è uno dei simboli indiscussi di Firenze, luogo obbligatorio per una foto ricordo. Infine, un altro posto molto amato dai fiorentini è il Giardino di Boboli, fra i più importanti esempi di giardino all’italiana. Per fermarsi a mangiare in centro, La Ménagère è un ristorante bistrot dal concept innovativo in quanto dentro c’è pure una fioreria. Uno spazio accogliente dove il design e il comfort si uniscono alla gola.
Una mostra dedicata al maestro impressionista e altri artisti che operarono in Normandia fino al 1940. Una produzione ampia e variegata che celebra il mare
ASTI
Tutto si concentra in centro storico – Piazza Duomo - e camminando si può godere della vista maestosa del Duomo decorato in marmo rosso, verde e bianco (quarta chiesa d’Europa per grandezza dopo San Pietro a Roma, Saint Paul a Londra e il Duomo di Milano), della cattedrale con cupola di tegole (alta più di 80 metri) progettata dal Brunelleschi e del campanile di Giotto. Quest’ultimo, si divide in cinque piani, che ospitano sculture e statue. All’ultimo c’è una bellissima terrazza dalla cui sommità si ammira lo spettacolare panorama di Firenze. Il Battistero, di datazione romana, è dedicato a San Giovanni Battista, patrono della città. Ha struttura ottagonale, decorato in marmo sia fuori che dentro, pavimento compreso. Possiede innumerevoli mosaici e porte ornate d’oro. Proseguendo si arriva in Piazza della Signoria - ricca di statue e monumenti tra cui la Fontana di Nettuno dell’Ammannati e la copia del David di Michelangelo - fiancheggiata da Palazzo Vecchio (con la torre alta 94 metri) e dalla Galleria degli Uffizi dove si trovano "La nascita di Venere" di Sandro Botticelli e "L’Annunciazione" di Leonardo da Vinci. La città sull’Arno, oltre che da stupendi palazzi, è circondata da
A
sti, città dell’omonimo spumante dolce Docg, fino al 16 febbraio 2020 ospita a Palazzo Mazzetti, sotto la curatela del prof. Alain Tapié e su input del critico d’arte Vittorio Sgarbi, la mostra Monet e gli Impressionisti in Normandia, con 75 quadri prodotti tra il 1822 e il 1940 da decine di artisti tra cui Monet, Corot, Courbet, Boudin, Renoir, Bonnard, Gericault e Daubigny che raccontano la corrente artistica e i legami con la regione francese. Il progetto espositivo si concentra sul patrimonio della Collezione Peindre en Normandie, una delle più rappresentative del periodo impressionista, accanto a opere provenienti dal Musée Alphonse-Georges-Poulain di Vernon, dal Musée Marmottan Monet di Parigi e dalla Fondazione Bemberg di Tolosa. L’excursus storico-visivo intende presentare il rapporto di fascinazione esistente tra gli artisti dell’epoca e la regione francese adagiata sulla vallata della Senna, caratterizzata da vento,
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food&travel mare e nebbia. La mostra, infatti, pone in risalto soprattutto la tecnica di pittura all’aria aperta, punto di partenza per la storia del movimento impressionista, sviluppatosi nella seconda metà dell’Ottocento. In sequenza si ammirano dipinti con panorami marini: barche e vele, coste e scogliere, spiagge e falesie, promontori e litorali, moli e tramonti, contesti naturalistici nei quali gli artisti vi hanno inserito pescatori, marinai, lavandaie, villeggianti. Ci sono poi quadri che hanno per soggetto l’entroterra della Normandia, ricca di praterie e campi coltivati, frutteti e monumenti, architetture medievali, boschi e vegetazione e anche questa produzione artistica ha contribuito a creare l’identità di una provincia viva e pittoresca per definizione. Una mostra, quindi, non solamente intesa come raccolta di quadri a tema, quanto piuttosto un momento di riflessione su diversi concetti: la luce, il colore, la tecnica, il ricordo, la meteorologia. Al vernissage, lo stesso Vittorio Sgarbi ha precisato: «Non si tratta di una esposizione antologica sul movimento artistico, né un percorso incentrato su Monet, quanto piuttosto una mostra di forte intensità che si concentra su un momento dell’Impressionismo legato ad un luogo preciso: la Normandia. Un luogo profondo, freddo, tempestoso, di cui i pittori cercano l’essenza, la dimensione spirituale, la natura interiore». Un luogo divenuto vero e proprio laboratorio di idee e di appuntamenti per gli artisti parigini del tempo. Con “Monet e gli Impressionisti in Normandia”, la città di Asti si avvia a conquistare un ruolo di rilievo nel circuito delle grandi mostre internazionali, intenzionata a superare i 47 mila visitatori della mostra dedicata a Chagall del 2018. Un ulteriore tassello si aggiunge dunque al grande puzzle dell’offerta turistica e culturale di Asti. «In questa mostra – ha osservato ancora Sgarbi - i protagonisti non sono gli impressionisti, ma i luoghi che diventano contenuti, una geografia dell'anima. Fare arrivare qui tutte le opere che la Normandia ha ispirato, mi è sembrata l'occasione per fare venire il mare ad Asti». La mostra, curata da Alain Tapié, ripercorre le tappe salienti della corrente artistica. Tra i capolavori presenti, Falesie a Dieppe (1834) di Delacroix, La spiaggia a Trouville (1865) di Courbet, Camille sulla spiaggia (1870) e Barche sulla spiaggia di Étretat (1883) di Monet, Tramonto, veduta di Guernesey (1893) di Renoir. Tutte opere che raccontano i confronti e le collaborazioni tra i più grandi autori dell’epoca che, immersi in una natura fonte di ispirazione, hanno unanimemente riconosciuto alla Normandia l’immagine emblematica della felicità del dipingere. Va da sé che, già di suo, Palazzo Mazzetti di Asti è meraviglioso da vedere: una residenza storica elegantissima, meritevole di visita a prescindere dalle mostre che ospita. Scale balaustrate,
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In alto la Torre Comentina sotto la Cattedrale. nell'altra pagina una serigrafia di marilyn monroe
soffitti a bauletto affrescati, ambienti raffinati. Il palazzo presenta anche un’esposizione archeologica permanente nelle cantine, mentre il piano nobile è caratterizzato dagli ambienti storici e il secondo dedicato alla pinacoteca. Orari: da martedì a domenica dalle ore 10 alle 19 Biglietto: intero 13 euro Mini itinerario nel cuore di Asti Partendo da Piazza Statuto, dove si può prendere un caffè in uno dei bar con tavolini all’aperto, passeggiando si può ammirare la Torre dei Guttari, che affaccia proprio sulla piazza. Da lì, sempre camminando, si arriva a Piazza San Secondo, che annovera i più bei palazzi di Asti. Qui si ammirano anche la Collegiata di sant’Anastasio, patrono della città, e il Palazzo del Podestà, sede municipale. Percorrendo Corso Alfieri, che è la via principale di Asti, si consiglia una sosta in piazza Roma, con il monumento all’Unità d’Italia e agli Eroi del Risorgimento, dove si trovano anche Palazzo Medici del Vascello e l’adiacente Torre Comentina, alta 38 metri e mezzo. Sempre proseguendo lungo Corso Vittorio Alfieri, si incontra Palazzo Mazzetti, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, Museo Civico e polo espositivo di Arte contemporanea. Poco più avanti si trova Palazzo Ottolenghi, che conserva i cimeli delle famiglie astigiane protagoniste del Risorgimento. Infine, la terza tappa su Corso Vittorio Alfieri è dedicata alla visita della Cripta e del Museo di Sant’Anastasio, con testimonianze e resti della Asti romanica e medievale. Il mini itinerario suggerito nel cuore di Asti termina in Piazza Cattedrale dove si consiglia una visita alla chiesa dedicata a Santa Maria Assunta, eccellente esempio di architettura gotica piemontese, con tre cappelle riccamente decorate. Infine, per soddisfare il palato con pietanze piemontesi caserecce, si consiglia il ristorante Campanarò con annessa enoteca.
Napule è "mille culure" e culture con Andy Warhol e Joan Mirò Due mostre riportano il capoluogo campano sugli atlanti dell'arte. Sbarcano opere iconiche come le serigrafie di Marilyn e i dipinti fanciulleschi dell'autore spagnolo
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apoli ospita altre due imperdibili mostre: una su Andy Warhol e l’altra su Joan Miró. La prima, dal titolo “La vera essenza di Warhol”, comprende oltre 200 opere del maestro della Pop Art ed è allestita negli spazi della Basilica della Pietrasanta, in via dei Tribunali, fino al 23 febbraio 2020. Una grande occasione per ammirare da vicino i capolavori di uno dei più influenti artisti del XX secolo che nel secondo dopoguerra ha rivoluzionato il concetto di opera d’arte, stravolgendo radicalmente ogni definizione estetica precedente. Immortali icone (diventati poi poster), polaroid e acetati, disegni del mondo della musica e dei brand: in sette sezioni sono radunati i ritratti serigrafati di Marilyn - derivati da un fotogramma di Gene Korman - oltre alle celebri serigrafie di Mao del 1972, del merchandising di Campbell’s Soup e del famosissimo Flowers del 1964. Presenti in mostra anche grandi personaggi e
NAPOLI
città&mostre
figure storiche che il tratto geniale di Warhol hanno trasformato in leggende contemporanee: i volti di Man Ray, Keith Haring, Edvard Munch, Lenin, Giorgio Armani e un rarissimo ritratto della Monna Lisa, inchiostro su pergamena, del 1978. Arricchisce l’esposizione una selezione di disegni derivanti dalla fase prepop di Andy Warhol, poco o per nulla conosciuta dal grande pubblico: raffigurazioni di anelli, orecchini e gemme frutto del suo primo lavoro di illustratore. Ampio spazio è dedicato al rapporto del genio americano con la musica: insieme ad alcune delle più memorabili cover progettate e realizzate come per The Velvet Underground & Nico, sono esposti i ritratti di Mick Jagger, Miguel Bosè, Billy Squier. Infine, nel percorso espositivo trovano spazio anche i lavori che rivelano il rapporto di Warhol con l’Italia, oltre a un focus espressamente dedicato alla città di Napoli con Vesuvius del 1985 e il Ritratto di Beuys, realizzato nel 1980 in occasione della mostra tenutasi alla Galleria Amelio. Orari: tutti i giorni dalle ore 10 alle 20 Biglietto: Intero con audioguida 15,00 euro Sempre nella città partenopea e ugualmente fino al 23 febbraio 2020, al PAN Palazzo delle Arti Napoli, in via dei Mille, sarà visitabile anche la mostra dedicata al mondo fantastico, onirico e febbrilmente creativo di Joan Mirò, con l’esposizione dal titolo “Joan Miró. Il linguaggio dei segni”. La mostra, promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, con il supporto del Ministero della Cultura Portoghese, è a cura di Robert Lubar Messeri. Il percorso espositivo riunisce 80 opere tra quadri, disegni, sculture, collage e arazzi, attraverso i quali Miró esplora il linguaggio dei segni, il rapporto tra le immagini e il loro significato, concependo la superficie pittorica come uno spazio destinato a segni e iscrizioni invece che come finestra sul mondo. Per cinque secoli, infatti, nella tradizione pittorica occidentale, la costante era sempre stata il rapporto misurato e geometrico tra la figura e lo sfondo, tra massa e spazio. Miró mina la logica stessa di quel codice visivo:
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food&travel il segno, per il maestro catalano, diventa il sostituto di qualcosa che non è più fisicamente presente e quell’input modifica il corso dell’arte moderna perché segno e gesto hanno precedenza sul significato. Mirò, inoltre, è stato anche uno dei grandi artisti del collage e delle tele bruciate, decorate con pigmenti e vernice. L’esaustiva esposizione offre al pubblico l’opportunità di ripercorrere, tappa per tappa, il cammino artistico del pittore spagnolo, esplorando i momenti nodali e progressivi del suo iter, evidenziandone mutamenti ed elementi di continuità. “Un quadro - diceva Miró - non si finisce mai, non si comincia nemmeno. Un quadro è come il vento: qualcosa che cammina sempre senza posa". Orari: tutti i giorni dalle ore 9.30 alle 19.30 Biglietto: intero 12 euro
L'amour fou di Frida Kahlo e Diego Rivera
È
definita “mostra sensoriale” quella che riguarda la vita e gli amori di Frida Kahlo, visitabile fino al 29 marzo 2020 a Spazio Eventi Tirso di Roma. Il titolo significativo dato all’esposizione - Caos dentro – ripercorre, attraverso lettere e scatti del fotografo colombiano Leo Matiz (rese vivide, prospettiche e coinvolgenti con la tecnologia dei pannelli retroilluminati) le tappe fondamentali
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nel centro storico, si può fare una passeggiata lungo il Decumano Maggiore e il Decumano inferiore, con capatina a San Gregorio Armeno: la via dei presepi, dove è Natale tutto l'anno, con un'esposizione permanente di statuine tradizionali e riproduzioni di personaggi contemporanei. Da vedere c’è anche il Rione Sanità, il Palazzo Sanfelice e il Cimitero delle fontanelle. Oppure si può optare per una visita alla Napoli sotterranea, che come il ripieno di una sfogliatella si dimostra sorpendente. Bello e imperdibile anche il Bosco e il Museo di Capodimonte, mentre per una pizza napoletana preparata come si deve, un buon indirizzo è Imperatore.
Una retrospettiva sull'artista messicana e il rapporto tormentato con il marito. Una storia intima e personale di una donna geniale e tribolata
ROMA
Mini itinerario nel cuore di Napoli Piazza del Plebiscito è una delle più ampie e monumentali piazze di Napoli, caratterizzata dal bellissimo portico a emiciclo e dalla Chiesa di San Francesco di Paola, costruita su modello del Pantheon di Roma. Qui si trovano anche Palazzo Reale (verso il mare) il Teatro San Carlo e la Galleria Umberto I, tipico esempio di architettura umbertina in ferro e vetro - simile alla Galleria Vittorio Emanuele a Milano - alta 57 metri e mezzo, impostata su un ottagono di 36 metri. Si consiglia, poi, un giro al Centro Storico di Napoli, per visitare la Chiesa di Santa Chiara, la Chiesa del Gesù Nuovo, il Complesso di San Domenico Maggiore e, soprattutto, il famosissimo Cristo velato custodito nel museo della meravigliosa Cappella Sansevero. Sempre qui,
dell’artista messicana. La risultante è un racconto per parole (autentiche), immagini (originali) e suggestioni (rivisitate in chiave multimediale) che fa immergere il visitatore ancor più dentro la comprensione della controversa relazione di Frida con il marito, l’artista Diego Rivera. Quanto affiora è la storia intima e personale della donna, ico-
città&mostre na dell’arte contemporanea, che si dipana seguendo vari percorsi tematici, fino ad accedere a focus dedicati alle singole opere. Un’introduzione biografica consente al pubblico di avvicinarsi agli appassionanti dettagli della vita dell’artista: dai suoi affetti più cari, alla straordinaria e contagiosa passione per l’arte e la politica. La collezione presenta opere d’arte proposte nell’innovativo formato Modlight, oltre a centinaia di fotografie personali, ritratti d’autore, pagine estrapolate dal diario personale, lettere, vestiti e gioielli ispirati all’artista più acclamata di tutti i tempi, per una full immersion totale nella personalità di Frida Kahlo. Non mancano, in parallelo e in una specie di quadro sinottico, gli angoli interni più rappresentativi della sua storica abitazione di Città del Messico, quasi una riproduzione fedele di Casa Azul di Coyoacàn, ora adibita a museo, dove Frida visse sin dall’infanzia, dapprima con la famiglia d’origine e in seguito col coniuge. La mostra svela, in sintesi, spazi di quotidianità come il quartiere di residenza, l’abitazione e il giardino: dettagli che concorrono a delineare ancor meglio i tratti del personaggio. Insomma, una mostra a tutto tondo, che mette pienamente in contatto con il complesso universo dell’artista. Le molte fotografie esposte, infatti, consentono, meglio di qualsiasi altra testimonianza, di scandagliare proprio quel caos intimo che ha costellato l’esistenza della pittrice messicana, a partire dall’intricata trama di relazioni amicali, sodalizi intellettuali, legami sentimentali e collaborazioni artistiche che hanno gravitato intorno alla sua figura leggendaria. Orari: dal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle 20. Sabato e domenica dalle 9.30 alle 21 Biglietto: intero 12 euro Mini itinerario nel cuore di Roma Fuori dalle sedi espositive, Roma caput mundi esibisce la sua prorompente arche-
in basso il pantheon, a destra un dipinto di frida kahlo, nell'altra pagina
"visioni" (1935) di joan mirò
ologia millenaria: dal Colosseo ai Fori Imperiali, sprizza storia da ogni pietra e sanpietrino, per questo si consiglia di raggiungere le terrazze panoramiche e ammirarne dall’alto tutta l’imponente magnificenza. E fermarla in immagine con un obiettivo grandangolare. Le più celebri terrazze sono senza dubbio la terrazza del Pincio che si affaccia su piazza del Popolo e quella del Gianicolo, ma non è da trascurare nemmeno quella all’interno del Giardino degli Aranci sull’Aventino. Altre meraviglie si possono ammirare semplicemente passeggiando per Roma: la Fontana dei Quattro Fiumi di Gian Lorenzo Bernini a Piazza Navona, la scalinata di Trinità dei Monti in Piazza di Spagna, la Fontana di Trevi e il Pantheon per quanti vogliono optare per il giro classico, con estensione naturalmente a Città del Vaticano alla Basilica di San Pietro. Per i più curiosi e dai gusti originali, invece, si consiglia il quartiere Coppedé, decisamente fuori dagli itinerari consueti del centro, ma sicuramente meritevole di visita per l’architettura bizzarra delle tante palazzine dal gusto fiabesco. Per quanti amano rimanere a mangiare nel cuore di Roma, Armando al Pantheon, in Salita De’ Crescenzi, è un buon indirizzo:. Si tratta di una verace trattoria romana che propone piatti della tradizione: amatriciana, gricia, carbonara, cacio e pepe, tutte a costo accessibile.
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itinerari
Mete fantastiche...
e dove trovarle di Chiara Volontè
Dalle Laccadive alla Tanzania, dalla Patagonia fino all'italianissima Cortina d'Ampezzo, passando per Rovaniemi e Turks and Caicos: sei viaggi da fare (almeno) una volta nella vita, alla scoperta di spiagge incontaminate e piste da sci per gli sportivi più esigenti
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egali? Fatti. Casa? Addobbata. Ma a Capodanno dove vai? La domanda tormentone degli ultimi mesi dell’anno suona quasi come una minaccia. California dreamin’? No, grazie! Ora sono altre le mete da sogno, sicuramente meno romanzate del “wild wild west”, ma altrettanto affascinanti e a volte meno – per proseguire con gli inglesismi – mainstream. Ecco le nostre sei scelte. Laccadive e Andamane Viste da un aereo sembrano tanti puntini immersi nel blu del mare. Sono dieci, cento, mille. Anzi, no, sono centomila isole, perché è proprio questo che significa Laccadive, l’arcipelago sparso nell’Oceano Indiano a circa 200 chilometri al largo del Kerala, stato che occupa la costa sud occidentale dell’India. Le Lakshadweep – è questo il nome in lingua originale - sono costituite da dodici atolli corallini e da numerosi isolotti minori, per una superficie totale di soli 32 chilometri quadrati. Una vegetazione davvero incontaminata e a tratti perfino inospitale per l’uomo, dal momento che undici di queste perle sono disabitate. Un vero paradiso, dunque, per tutti coloro che vogliono godersi la natura, il relax, le lunghe passeggiate in spiaggia. Qui tutto scorre lentamente, e il caos e la frenesia tipici dei luoghi presi d’assalto dal turismo di massa lasciano il posto al silenzio. E
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in queste pagine il mare delle laccadive e il perito moreno in patagonia. alle pagg.
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animali del parco ngorongoro e il villaggio di babbo natale a rovaniemi. alle pagg.
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la spiaggia di grace bay a turks and caicos e cortina d'ampezzo
anche le poche sistemazioni rispettano questo mood completamente in armonia con l’ambiente circostante: sono caratteristiche, dotate di ogni comfort ma piuttosto spartane. Alle Laccadive, il miglior modo per trascorrere le giornate è facendo immersioni alla scoperta delle pareti coralline a due bracciate dalle spiagge: fare snorkeling qui è davvero un’esperienza sensazionale, perché la barriera è ben mantenuta e i turisti pochi. Un’ottima alternativa è fare un giro in barca per riuscire a vedere anche gli altri atolli. L’arcipelago è un vero e proprio parco naturale, e per accedervi è necessario essere in possesso non solo del visto per l’India, ma anche di un permesso governativo. In questo modo gli ingressi sono contingentati, e le bellezze faunistiche e floristiche preservate nei migliori dei modi. Ma non solo Lakshadweep, dato che nella parte meridionale del Golfo del Bengala, a oltre 1.000 chilometri dalle coste indiane e birmane, si trovano le Andamane.
terra tanto aspra che non sembra compatibile con la vita. Che sia argentina o cilena, la Patagonia è luogo di grandi contrasti e infinite avventure, con un'estensione di oltre 900.000 chilometri quadrati per soli 2,21 abitanti per km2. La regione deve il suo nome ai Patagoni, termine usato da Ferdinando Magellano per indicare i nativi di quelle terre (oggi identificati dalle tribù dei Tehuelche e degli Aonikenk), che l’esploratore scambiò per giganti. Un viaggio così estremo è indicato soprattutto a chi non si lascia spaventare dalle levatacce e dai lunghi spostamenti, agli amanti della natura e della fotografia… ma forse lo è un po’ meno per chi in vacanza vuole rilassarsi, alzarsi tardi e avere a disposizione ogni comodità. Le attività che si possono fare in Patagonia? Ce n’è per tutti i gusti: trekking, navigazione, osservazione degli animali, visite culturali, qui tutto è possibile! Il modo migliore per raggiungere dall’Italia questa località è prendendo un volo per Buenos Aires, dove sarà anche possibile trascorrere un paio di giorni per assaggiare dell’ottima carne, prendere lezioni di tango e scoprire le particolarità della capitale dell’Argentina. Da qui, con un volo interno, ci si sposta a Ushuaia, sul 55° parallelo, ribattezzata dagli abitanti del posto “la città della fine del mondo” (anche se il Delle 550 isole - ricoperte da foreste pluviali, piante e animali esotici - che formano l’arcipelago, solamente ventotto risultano abitate. La posizione remota di questi atolli ha cristallizzato la cultura delle popolazioni autoctone, che per conservare al meglio le proprie tradizioni hanno deciso di permettere agli stranieri in visita di accedere solamente ad aree specifiche, escludendone altre dove sono presenti riserve tribali. Una delle isole che sicuramente merita di essere visitata è Baratang, famosa per le sue grotte calcaree presso le quali è possibile ammirare grandi stalattiti e stalagmiti formatesi in migliaia di anni, che si possono raggiungere su piccole barche lungo un canale ricoperto di mangrovie. Sicuramente impegnative da raggiungere, la fatica del viaggio sarà ripagata dall’unicità delle bellezze naturali delle Laccadive e delle Andamane. Patagonia Arrivare alla fine del mondo, in una
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lago in mezzo ai fiordi, che non hanno nulla da invidiare ai cugini norvegesi. Un viaggio sicuramente inconsueto e impegnativo… ma del resto come ci si può mai immaginare la fine del mondo?
primato spetta a Puerto Williams, località cilena che si trova cinque chilometri più a sud). Ushuaia è il capoluogo della Terra del Fuoco, e il suo paesaggio mozzafiato riunisce ampi ghiacciai, l’Oceano Atlantico e boschi di conifere. Da qui è d’obbligo prendere un’imbarcazione per solcare le acque del canale di Beagle da dove, se si è particolarmente fortunati, si potranno avvistare le balene, mentre non mancherà la compagnia di leoni marini, cormorani e pinguini. Un’altra escursione che da qui non si può fare a meno di compiere è a Lapataia Bay, dove si avrà la possibilità di fare trekking sia sul Cerro Guanaco, da dove si potrà ammirare il panorama della baia, sia sul sentiero Senda Castorera, location delle ultime scene del film “The Revenant”, che è valso l’Oscar come migliore attore a Leonardo Di Caprio. Attraversando la Terra del Fuoco dirigendosi verso ovest sarà possibile arrivare alle acque dello Stretto di Magellano – unico punto d’incontro tra l’Oceano Atlantico e il Pacifico fino al 1920, anno dell’inaugurazione del Canale di Panama - e raggiungere la capitale dell’Antartide cilena, Punta Arenas. E poi si riprende a salire, per raggiungere Puerto Natales, base di partenza per visitare il Parco nazionale Torres del Paine, creato nel 1959 e dichiarato dall'Unesco riserva della biosfera nel 1978. Tra i punti panoramici imperdibili, il Mirador Nordenskjold, il lago Pohoè e la laguna Grey, frastagliata da iceberg. Ed ecco che la capitale nazionale dei ghiacciai, El Calafate, si staglia all’orizzonte. Questa città situata sulle rive meridionali del Lago Argentina è la porta d’accesso per visitare il Perito Moreno - fronte glaciale di circa 300 chilometri quadrati in continua espansione - all'interno del Parco Nazionale Los Glaciares, Patrimonio Mondiale dell'Umanità dall'Unesco. Imperdibile anche l’escursione nautica sul
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Tanzania e Zanzibar Terra rossa, orizzonti infiniti e… hakuna matata! Ovvero senza pensieri, ed è proprio questa la filosofia di un soggiorno in Tanzania, alla scoperta degli immensi spazi dei parchi naturali guidati dai ranger locali, maestri di allegria e professionalità. Questo stato dell’Africa orientale a sud dell’equatore, lambito dalle acque cristalline dell’Oceano Indiano, fu prima colonia dell'Impero tedesco a partire dal 1885, poi occupato dal Regno Unito durante la Prima guerra mondiale e integrato nell'Impero britannico. Il Paese ottenne finalmente l'indipendenza nel 1961 come Reame del Commonwealth, trasformandosi in repubblica l'anno successivo. Questa nazione è un incredibile concentrato di bellezze naturali, basti pensare che ospita sedici parchi nazionali, e più del 30% del territorio è tutelato all’interno di un’area protetta. Tappa imprescindibile è il cratere Ngorongoro, che con i suoi venti chilometri di diametro e un’enorme concentrazione di animali catapulta ognuno di noi nella sceneggiatura del Re Leone: elefanti, zebre, gnu, leopardi immersi nel loro habitat naturale. Brividi e, sì, il “mal d’Africa” esiste davvero! E cosa dire del Kilimangiaro – e dei tre coni vulcanici Kibo, Mawenzi e Shira - che con i suoi 5.895 metri s.l.m. è il monte più alto del continente africano, la montagna singola più elevata del mondo, uno dei vulcani più alti del pianeta nonché una delle Sette cime del globo? Tutto da scoprire anche il Parco nazionale del Serengeti, che con una superficie di 14.763 chilometri quadrati è una delle più importanti aree naturali protette dell’intera Africa orientale. Ol-
Il 30% del territorio della Tanzania è tutelato all'interno di un'area protetta. E per gli appassionati di storia, è in questi luoghi che ha vissuto il primo ominide tre all’incredibile varietà di specie animali che popolano la regione, è particolarmente interessante ricordare che è proprio nella pianura del Serengeti che si trova il sito di Olduvai, dove sono stati trovati i resti dell'Australopithecus Boisei, un ominide risalente a circa 1,5 milioni di anni fa. E dopo un meraviglioso safari, cosa c’è di meglio che passare qualche giorno rilassante a Zanzibar, perla immersa nell’Oceano Indiano, che si affaccia sulle coste della Tanzania continentale? A causa dell'influenza congiunta delle culture arabe, persiane e bantu, e della frenetica attività commerciale che ha legato questa zona al Medio Oriente e persino all'India e alla Cina, l'arcipelago è uno dei luoghi più rappresentativi della cultura swahili. Sull’“isola delle spezie” l’azzurro del cielo e del mare si confondono, e la sabbia è così bianca e fine da sembrare borotalco. Tra gite in barca alla scoperta degli altri atolli che compongono l’arcipelago – primi fra tutti Pemba e Mafia, i cui fondali sono un vero scrigno del tesoro per tutti i fan dello snorkeling –, escursioni alla scoperta delle piantagioni di frutta e spezie di cui è ricco l’entroterra, e lunghe passeggiate al calar del sole, sono tante le attività da poter svolgere in questa località. Senza dimenticare che Zanzibar è anche un luogo particolarmente interessante a li-
vello storico: il centro della capitale Stone Town è infatti ricco di testimonianze architettoniche della cultura swahili, ed è perciò stato dichiarato patrimonio dell'umanità Unesco. E gli amanti della musica non vorranno perdersi una visita alla casa nativa di Freddie Mercury, ora adibita a museo con diversi cimeli appartenuti al leader dei Queen. Una grande varietà di strutture - da resort di lusso a hotel spartani – e un volo diretto dall’Italia, fanno della Tanzania una meta davvero adatta non solo ai più intrepidi viaggiatori, ma anche a coloro che vogliono essere coccolati. Rovaniemi A Natale, si sa, torniamo tutti un po’ bambini. E cosa c’è di meglio che viverla davvero la favola di Santa Claus? Allora via sulla prima slitta – pardon, aereo – che si dirige a Rovaniemi, residenza ufficiale di Babbo Natale. Il capoluogo della Lapponia, regione della Finlandia che si trova solamente sette chilometri a sud della linea del circolo polare artico, attira ogni anno migliaia di visitatori grazie al fenomeno delle aurore boreali. Ma il motivo principale per cui questa meta è famosa in tutto il mondo è il Santa Claus Village, ovvero il parco tematico considerato residenza ufficiale di Babbo Natale: qui è infatti possibile incontrarlo e visitare l'ufficio postale dove ogni anno arrivano le lettere dai bambini di tutto il mondo. E non lontano da qui si trova il Santa Park, che rappresenta la caverna di Babbo Natale, con tanto di laboratorio degli elfi. Un luogo magico per i più piccoli, ma che saprà catturare con la sua atmosfera anche gli ospiti più cresciuti. Senza dimenticare che in città ci sono diversi spazi culturali da poter visitare, mentre nelle zone poco distanti dal centro il museo forestale della Lapponia all’aperto e quello di storia locale richiamano tutti coloro che vogliono os-
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servare le “opere” nel loro ambiente naturale. In più, gli appassionati di architettura non si lasceranno sfuggire il centro della cultura e dell’amministrazione, la biblioteca cittadina e il Lappia Hall, tutti progettati dal celebre architetto finlandese Alvar Aalto. Poco distante da Rovaniemi si trova il Ranua Wildlife Park, tappa imperdibile per gli amanti degli animali, ricca di orsi polari, lupi, orsi bruni, ghiottoni e linci. Mentre a un’ora e mezza di strada a sud della cittadina c’è la miniera di ametista Lampivaara, all’interno del villaggio di Luosto. I più spericolati potranno sbizzarrirsi tra safari in motoslitta e gite con slitte trainate da husky o renne. Mentre
Non soltanto Babbo Natale ed elfi: a Rovaniemi i turisti vanno anche per l'aurora boreale e per le miniere di ametista nel villaggio di Luosto per una notte romantica da non perdere l’Artic Snow Hotel, un piccolo complesso alberghiero completamente fatto di ghiaccio: addormentarsi tra le pareti azzurre e risvegliarsi con l’aurora boreale è un’esperienza da fare almeno una volta nella vita! Turks and Caicos Un’oasi incontaminata composta da quaranta isole coralline situate a sud delle Bahamas, raggiungibile con un volo di un’ora e mezza da Miami. Un luogo talmente esclusivo da battere l’isola che non c’è di Peter Pan. Un paradiso chiamato Turks and Caicos, una delle mete di lusso prediletta da americani a canadesi. E ad aumentare l’allure dell’arcipelago, leggenda vuole che Cristoforo Colombo mise piede proprio qui quando approdò nel “nuovo mondo”, e suc-
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cessivamente questi atolli diventarono rifugio di pirati e contrabbandieri. Ma al di là del fascino della storia che fu, è l’indubbia bellezza delle spiagge bianchissime, unita a un mare cristallino, ad attrarre i turisti, che qui non solo hanno la possibilità di esplorare la terza barriera corallina più estesa del mondo, ma possono anche visitare tante riserve naturali e numerosi parchi nazionali. E tra una sessione di snorkeling e una passeggiata su alcune delle spiagge più belle del mondo – Grace Bay, sull’isola di Providenciales, nel 2016 si è aggiudicata proprio questo titolo al Tripadvisor Traveler's Choice Awards -, i più avventurosi potranno provare il kiteboard, il kayak e persino il parasailing, uno sport simile al parapendio nato circa trent’anni fa, in cui il passeggero si fa sollevare in aria da un paracadute trainato da un motoscafo. Una scarica di adrenalina decisamente non adatta a tutti! Così come vivamente sconsigliata ai cuori più deboli è la visita a Iguana Island, isolotto dove è molto facile incontrare le Cyclura Carinata, una specie endemica di iguana. S’innamoreranno di Long Bay Beach gli animi più romantici: questa distesa di sabbia che si estende per oltre quattro chilometri sulla costa sud est di Providenciales, grazie al mare sempre calmo, è l’ideale per delle pas-
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patiti dello snorkeling o dello sci, appassionati di mare o del ghiaccio: c'è solo l'imbarazzo della scelta
seggiate a cavallo, o per delle uscite a due in catamarano alla luce dorata del tramonto. D’obbligo anche una visita a Mudjin Harbour Beach, che rappresenta uno fra i paesaggi più selvaggi – la vegetazione è molto fitta - e iconici delle Caicos, mentre passeggiando per la capitale Cockburn Town, sull’isola di Grand Turk, la vista si perde tra i colori pastello delle case coloniali e gli asini che camminano a zonzo per le strade coperte da una patina di sabbia. Un capodanno a Turks and Caicos farebbe sentire chiunque un vero vip, ma il viaggio è consigliato soprattutto agli amanti della vita da spiaggia.
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le cime dolomitiche. Questa località è un vero paradiso per gli amanti dello sci, che qui possono trovare alcune tra le piste più impegnative e panoramiche di tutte le Dolomiti, con ben centoventi chilometri di tracciati per trentasei impianti di risalita. Ma la “Regina” saprà conquistare anche i più golosi, grazie a una cucina saporita e ricca di tradizione. I primi piatti più famosi sono certamente i chenedi (variante ampezzana dei canederli tirolesi), palle di pan grattato ripiene di speck, spinaci, lardo o formaggio e serviti in brodo caldo o con burro fuso, i casunziei, ravioli a mezzaluna ripieni di rapa rossa o patata, conditi con burro fuso e semi di papavero, e i pestariei, pezzetti di pasta di farina bianca e acqua cotti in latte bollente salato. Dalla tradizione veneta, Cortina ha ereditato la polenta e il rise e bise (conosciuto anche come riso e piselli), affiancati da minestra di fave (detta anche faariesa) o di orzo; da quella asburgica, invece, la Gulasch süppe, specialità originaria dell'Ungheria, consistente in una zuppa di carne speziata. Tra i secondi piatti, sicuramente tipici sono l'arrosto ai funghi, il gröstl (tortino di carne e patate d'origine austriaca), gli spezzatini di cacciagione (di capriolo o di camoscio), serviti con la tradizionale marmellata di mirtilli rossi, e tanti insaccati. La torta di mele, le fartaies e il tortino di ricotta sono i dessert caratteristici, così come i krapfen (alla crema o alla confettura d'albicocca), i nighele (piccoli bomboloni privi di ripieno) e la torta sacher, tipici dolci austriaci; infine, sicuramente degna di nota è la locale produzione di miele. E dopo un bel pranzo tipico, una passeggiata tra le vetrine sfavillanti del centro riporta indietro le lancette del tempo agli inizi degli anni ‘80, e come avrebbe detto qualcuno… libidine!
Cortina d’Ampezzo Talmente bella da aggiudicarsi il titolo di Regina delle Dolomiti: Cortina d’Ampezzo, comune in provincia di Belluno, è la località turistica di montagna per antonomasia, osannata da sciatori e amanti della vita sociale di tutto il mondo. Dopo la seconda guerra mondiale e la ripresa economica, questa meta iniziò ad attrarre star del cinema e magnati della finanza, ma i riflettori su Cortina si accesero definitivamente – per non spegnersi mai più - con i giochi olimpici invernali del 1956 (a cui seguiranno quelli del 2026) che fecero conoscere al mondo intero la Perla tra
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Capodanno in...
Barça di Luigi Ciccarelli
La città catalana si è ritagliata il ruolo di meta da sogno per festeggiare l'arrivo del nuovo anno. Merito di un'offerta scenografica che ha saputo unire tradizione e modernità. Ecco come trascorrere la Nochevieja
C
“
osa fai a Capodanno?”. Puntuale come ogni buona tradizione che si rispetti, anche quest'anno con l'avvicinarsi del mese di dicembre, e ancor più delle festività natalizie, sarà questa la domanda che più di tutte ci sentiremo ripetere dalle persone che incontreremo. Un tormentone che tutti noi, volenti o nolenti, ogni volta subiamo e allo stesso tempo contribuiamo ad alimentare. Un tema, questo, che il più delle volte rappresenta un semplice argomento di discussione, ma che può nascondere imprevedibili risvolti esistenziali, ai danni di chi si fa trovare impreparato dinanzi alle mille incognite che l'organizzazione del proprio Capodanno comporta. In famiglia o fuori città? Eppure, il problema di come passeremo la notte più emozionante dell'anno può avere soltanto due soluzioni: trascorrerla attorniati dai propri cari, secondo un copione dettato dalle tradizioni del posto in cui si vive e che si tramanda da generazioni; oppure festeggiarla in maniera differente, concedendosi un viaggio di fine anno che ci permetta di scoprire e vivere le usanze di un'altra città o, meglio ancora, di un'altra nazione. Sono sempre più numerosi, ad esempio, gli italiani che ogni anno decidono di trascorrere il Capodanno all'estero, avendo in questo caso soltanto l'imbarazzo della scelta. Tra le mete più gettonate ci sono sempre New York, con la celeberrima mez-
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zanotte in Times Square, o Parigi, con lo sfavillante luccichio degli Champs Élysées. Negli ultimi anni, a scalare posizioni nella ideale classifica delle città capaci di offrire ai visitatori le proposte più allettanti per il Capodanno è stata senza dubbio Barcellona. A partire dal 2013, infatti, in tema di celebrazioni per il passaggio dal vecchio al nuovo anno, il capoluogo catalano ha abilmente seguito la scia delle altre grandi città europee e mondiali. In pochi anni, quindi, Barcellona è riuscita a mettere in piedi – per i suoi abitanti e per i tantissimi turisti che anche a fine dicembre la scelgono come meta delle loro vacanze – un'offerta per il "Fin de año" grazie a cui si è potuta ritagliare il ruolo di meta emergente e di gran tendenza anche per la stagione turistica invernale. Cenone in famiglia, poi tutti in piazza per le campanadas. I barcellonesi, tradizionalmente, sono soliti salutare la Nochevieja, ovvero l'ultimo giorno dell'anno, con un cenone in
famiglia, terminato il quale si riversano per le strade della città per attendere lo scoccare della mezzanotte. I festeggiamenti si concentrano nelle tre piazze principali della città, Plaça de Catalunya, Plaça de Toros Monumental e – soprattutto a partire dagli ultimi anni – Plaça d'Espanya. In quest'ultima lo spettacolo che viene offerto ai visitatori è davvero unico. Si comincia alle 21.30 con lo stupefacente spettacolo d'acqua della Font Màgica de Montjuïc, con proiezioni di giochi di luci, musica e naturalmente i fuochi d'artificio allo scoccare della mezzanotte. Il passaggio dal vecchio al nuovo anno è caratterizzato in Spagna dalle tradizionali campanadas o las doce uvas. Gli ultimi secondi che precedono la mezzanotte, infatti, sono scanditi da dodici rintocchi di campane (tanti quanti sono i mesi dell'anno) e a ogni rintocco bisogna mangiare un chicco d'uva. La tradizione vuole che per chi riesce a mangiare tutti i dodici chicchi nel tempo scandito dall'orologio, quello appena cominciato sarà un anno prospero e fortunato. Capodanno a Barcellona con Grimaldi Lines Per chi dall'Italia volesse trascorrere il Capodanno a Barcellona, unendo alla visita della città catalana anche il divertimento della traversata in mare, anche per quest'anno una delle offerte più accattivanti è quella di Grimaldi Lines. La compagnia di navigazione napoletana conferma il suo tradizionale evento a bordo per il Capodanno a Barcellona, con un pacchetto di sette giorni, dal 28 dicembre al 3 gennaio. Come ogni anno, per i passeggeri i festeggiamenti cominceranno non appena saranno saliti a bordo della nave Cruise Roma (con partenza da Civitavecchia la sera del 28 dicembre presso il Terminal
sono tanti i luoghi in cui salutare l'arrivo del nuovo anno. tra questi spiccano la placa de catalunya, placa de toros monumental e la placa d'espanya
Autostrade del Mare e da Porto Torres il giorno successivo) e continueranno nella metropoli spagnola, per dare il benvenuto al 2020. Per l'ammiraglia di Casa Grimaldi sarà il primo evento di Capodanno ospitato dopo l'allungamento subito dall'imbarcazione nei primi mesi del 2019, che ha portato all'aumento delle cabine passeggeri e alla creazione – tra l'altro – di una nuova area ristorante “Family burger”. Il ricco programma di animazione sarà, come sempre, a cura di Samarcanda e avrà anche quest'anno un filo conduttore. Il divertimento a bordo sarà davvero per tutti i gusti: ogni giorno, oltre alle attività dedicate al tema prescelto, non mancheranno tornei per gli appassionati di carte; sessioni di fitness per chi vuole mantenersi in forma; giochi a quiz per chi ama mettere alla prova le sue conoscenze; corsi di ballo latinoamericano e naturalmente le notti di festa presso la discoteca di bordo. Anche chi viaggia con la famiglia al seguito potrà prendere parte all’intrattenimento in tutta tranquillità, dopo aver affidato i più piccoli agli animatori del servizio miniclub, che tutti i giorni proporranno percorsi di gioco, cacce al tesoro, spettacoli di magia e sessioni di baby-dance. I festeggiamenti raggiungeranno l’apice nel cuore di Barcellona. La sera del 29 dicembre l’ammiraglia Grimaldi Lines raggiungerà infatti il porto catalano, dove si fermerà per quattro notti. Anche il veglione di fine anno sarà indimenticabile: la notte di San Silvestro si aprirà con la cena a buffet e proseguirà con il brindisi di mezzanotte e la Grande Festa presso il Salone Smaila’s. Per chiudere i festeggiamenti, la discoteca di bordo sarà aperta fino all’alba, con un ricco programma di musica dance. Le quote di partecipazione (con sistemazione in cabina quadrupla interna) partono da 354 euro a persona per la partenza da Civitavecchia e 307 euro da Porto Torres.
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Shopping d'atmosfera in
Trentino
Dal 15 novembre al 6 gennaio, la provincia di Trento si anima dei tradizionali mercatini natalizi. Un’autentica festa dei sensi con musica, luci e prelibatezze che accompagnano il periodo dell’Avvento da Arco a Vipiteno. Il tutto nel raggio di una ventina di chilometri
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di Germana Cabrelle
alla metà di novembre il Trentino accende le luci di Natale. In anticipo, perché storicamente il calendario dell’Avvento parte con il 1° dicembre, ma da quest’anno il profumo di biscotti appena sfornati e di vin brulè comincia a diffondersi già dal 15 novembre lungo il corridoio dell’autostrada del Brennero e della Valsugana. Per cinquanta giorni tondi.
Babbo Natale e alambicchi accesi I mercatini del Trentino hanno una storia millenaria, che arriva dall’Europa del Nord: talmente antica da affondare le proprie origini nel Medioevo, quando però gli oggetti esposti per la vendita erano costosi e ad appannaggio delle famiglie più benestanti. Oggi la filosofia dei mercatini è cambiata, o meglio si è evoluta, ma l’atmosfera magica è rimasta intatta. Partiamo da Trento dove, tra una visita al castello del Buonconsiglio e una tappa tra le vie dello shopping, val la pena fermarsi in Piazza Fiera e in Piazza Cesare Battisti, dove una novantina di casette esporranno il meglio delle eccellenze enogastronomiche e artigianali locali. Tra lo scintillio delle luci e i cantori in costume che intonano melodie alpine, molte le iniziative pensate per i più piccoli; dalla piazza dedicata ai bambini parte per esempio un trenino che li porta fino alla Casa di Babbo Natale, dove ognuno potrà consegnare la propria letterina dei desideri. I mercatini di Trento vantano 26 anni di storia e a ogni edizione gli espositori si rinnovano con un'interessante crescita anche del numero dei visitatori. La proposta natalizia del capoluogo trentino è stata costruita attorno al centro storico, tra le vestigia della città romana e il nuovo MuSe, l'avveniristico Museo della Scienza firmato Renzo Piano. Nello stesso periodo, Rovereto
In queste pagine, immagini d'archivio dei mercatini che animano il centro di
Trento durante
il periodo dell'Avvento. Qui, un momento della Notte degli Alambicchi Accesi di Santa Massenza
ha scelto come filo conduttore della sua offerta - che partirà il 22 novembre - la "Luce", declinata come simbolo di fratellanza, solidarietà, umanità e attenzione verso i popoli più lontani e con storie più travagliate. Spostiamoci quindi nella Valle dei Laghi, dove prendono vita alcuni interessanti appuntamenti come la Notte degli Alambicchi Accesi che si celebra dal 6 all’8 dicembre a Santa Massenza, un paesino di 120 abitanti e 7 distillerie. La manifestazione celebra i riti con cui da secoli si prepara la grappa: tre notti dedicate all’arte della distillazione, con i maestri distillatori che narrano storie e leggende del pittoresco paesino. Un appuntamento che unisce arte e un pizzico di magia, necessaria per capire appieno come avvenga la separazione della materia leggera da quella pesante. Tornando ai mercatini, spostiamoci ad Arco, a due passi dal Garda, dove a farla da padrone saranno i prodotti dell'artigianato locale, che possono diventare il perfetto regalo di Natale un po' per tutte le tasche. Si va, infatti, dai centrotavola alle lanterne d'arredamento, dagli angeli in vetro soffiato fino alle tipiche ciabatte tirolesi in lana. Ultima tappa: Valsugana. Anche qui, nel Parco secolare degli Asburgo di Levico Terme, i bambini potranno accarezzare i piccoli animali della fattoria e incontrare Babbo Natale, mentre a Pergine le vie del centro storico si animeranno con i prodotti della tradizione, abeti addobbati, piazze illuminate.
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Compere Natale di
I principali appuntamenti lungo lo Stivale e nel resto d'Europa dove fare acquisti a cielo aperto e trovare un po’ di tutto per regali originali in vista delle feste Bard 7 dicembre Si chiama "Nöel au Bourg", ormai giunta alla sua quindicesima edizione, la manifestazione che veste in stile natalizio il pittoresco medievale Borgo con mercatini.
Veneto Verona, piazza dei Signori 15 novembre - 26 dicembre Per il 12° anno consecutivo spazio alle casette di Natale.
Piemonte
Torino, piazza Borgo Dora
Emilia-Romagna
Sordevolo (Bi)
29 novembre - 6 gennaio
Grazzano Visconi (Pc)
10 novembre - 15 dicembre
Oggettistica varia e prodotti
16 novembre - 6 gennaio
Per il Mercatino degli Angeli banchetti
dell’artigianato locale. Articoli natalizi
La quinta edizione dei mercatini di
e casette espongono oggetti di
per addobbare la casa o per regalo da
Natale propone l'incontro tra artisti
artigianato, dolci leccornie e molte idee
produttori di tutta Italia e da altre parti
e artigiani, dove a trionfare sono
regalo. Punto ristoro con vin brulè,
d’Europa e del mondo.
soprattutto originali manufatti e autentici pezzi unici.
caldarroste e cioccolata calda.
Valle d’Aosta Govone (Cn)
Aosta, Teatro Romano
16 novembre - 22 dicembre
23 novembre - 6 gennaio
Nella cornice delle Langhe, patrimonio
Oggetti in gran parte artigianali e
dell'umanità Unesco, si svolge la
prodotti eno-gastronomici locali per
tredicesima edizione de "Il magico
idee regalo originali.
paese del Natale". Lungo il corso principale 100 casette di legno saranno
Courmayeur
animate da artigiani pronti a offrire
7 dicembre
specialità gastronomiche e manufatti.
A cavallo tra Sant'Ambrogio e la festa
Tutti gli appuntamenti si svolgono il
per l'Immacolata Concezione, arriva
sabato e la domenica fino a Natale.
l'accensione del tradizionale abete di Natale.
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Una selezione dei migliori mercatini. In attesa delle ultime date mancanti Austria Vienna Dal 15 novembre al 6 gennaio Sono passati più di 700 anni da quando l'imperatore Albrecht I autorizzò il primo mercato di Natale dedicato al Bambin Gesù, nel 1296: il Wiener Christkindlmark. Una tradizione che si ripete ogni anno con oltre 150
Lazio
Campania
bancarelle che espongono regali,
Roma, Piazza Navona
Napoli, via San Gregorio Armeno
dolciumi, addobbi e bevande calde.
2 dicembre - 6 gennaio
15 novembre - 6 gennaio
E questo mercato non è il solo che si
Statuine e immagini della Befana e
Statuine uniche per animare il presepe.
può visitare nella capitale austriaca. Ce
le sue immancabili calze riempite di
Con classici figuranti, ma anche
ne sono, infatti, almeno altri tre.
dolciumi (carbone compreso).
personaggi politici e caricature. Decine
E poi artigianato, giocattoli,
i negozi e le bancarelle in cui gli
decorazioni natalizie, personaggi
artigiani espongono le loro creazioni.
del presepe, caldarroste, zucchero filato.
Puglia Terlizzi (Ba)
Frascati (Rm)
Date da definire
3 dicembre - 6 gennaio
Casette di legno animano un vero e
Circa 40 casette in legno addobbate
proprio villaggio dell’artigianato locale.
e illuminate sono lo scenario di numerose iniziative quali il presepe
Sardegna
vivente.
Cagliari, Corso Vittorio Emanuele Date da definire
Francia
Toscana
85 gazebo: 35 con prodotti alimentari,
Strasburgo
Arezzo, piazza Grande
altrettanti con prodotti non alimentari,
22 novembre - 30 dicembre
16 novembre - 26 dicembre
10 di artigianato e 5 dedicati alle opere
Anche Strasburgo può contare una
Tipico villaggio natalizio con chalet
dell’ingegno.
tradizione plurisecolare. Il Mercatino di Natale, infatti, festeggerà quest'anno
di legno e tante decorazioni e illuminazioni.
Sicilia
il compleanno numero 448. Non solo:
Gli oltre 50 espositori presentano
Trecastagni, piazza Marconi
da 29 anni Strasburgo è indicata come
oggetti per il presepe e decorazioni
Date da definire
capitale del Natale, perché in città
natalizie, idee regalo, prodotti tipici di
C’è di tutto per il Natale in questo
sono centinaia gli eventi che celebrano
varie parti d’Italia.
mercatino dove la tradizione religiosa
la Festa. Oltre quindi alle tradizionali
Ci sono anche tipicità tedesche come il
siciliana si fonde con l’atmosfera di
bancarelle, spazio anche all'albero di
panpepato.
festa dei Paesi scandinavi.
Natale, tra i più grandi d'Europa.
Umbria
Siracusa, quartiere fieristico
Gubbio, piazza 40 Martiri
“Fiera del Sud”
23 novembre - 6 gennaio
Date da definire Oltre 300 espositori
Presepi, addobbi, strenne. Ma
provenienti da tutta Italia. Molte le
soprattutto l'accensione del più
idee regalo: giocattoli, oggetti per
grande albero di Natale del mondo, il 7
la casa, creazioni artigianali, capi
dicembre.
d’abbigliamento.
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DeliziedidiNatale Delizie Natale
Un viaggio lungo di Aldo Manuzio
un
torrone
F
riabile o morbido? A stecca o in porzioni prêt-à-manger? Ciascuno di noi ha un debole nei confronti di un differente torrone; l’unica certezza è che non esiste festa invernale, da nord a sud della Penisola, che non annoveri questa golosa mescolanza di albume montato a neve, miele e frutta secca come termine del banchetto. E poco importa se la nascita del torrone che noi oggi conosciamo se la vedono contesa a suon di date e dotte citazioni gli antichi romani, che lo avrebbero consumato ancor prima dell’avvento di Cristo, e gli Arabi del periodo d’oro del califfato di Cordoba. Ciò che conta è che gli ingredienti base sono da sempre disponibili in tutto il bacino del Mediterraneo e il torrone può a buon diritto venire considerato uno dei pochi cibi realmente consumati su entrambe le sponde del Mare Nostrum: un autentico mangiare meridiano. Albume d'uovo, miele e zucchero sono la base imprescindibile su cui possono poggiare diversi tipi di frutta secca, a seconda delle preferenze. Si va dalle mandorle e dalle
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molti popoli si contendono il merito della creazione del torrone.
nocciole fino ai pistacchi, passando per le noci e perfino le arachidi. A guarnire il tutto spesso vengono impiegate due sottili lamine di ostia. Un po' di storia Il viaggio all’origine del torrone ha un inizio incerto. Perché è vero, questa specialità gastronomica ha una forma ben precisa, ingredienti di base comuni e un’iconicità unica. E di questo dolce abbiamo notizie certe di cui parleremo tra poco. Ma se invece si intende esclusivamente l’unione di una parte morbida e zuccherina e di una più croccante, allora il discorso cambia radicalmente: perché dietro al nome di “halva” si celano migliaia di prodotti simili che vanno dalla Spagna fino all’India, passando per il Medio Oriente. Non solo: si tratta (o tratterebbe) del dolce più antico del mondo, con una tradizione millenaria, che ha
Sembra strano prenderlo a simbolo della gastronomia mediterranea, ma le cose stanno proprio così. Il friabile (o morbido, a seconda dei gusti) dolce natalizio, è da sempre amato ben oltre le sponde del Belpaese
essere “ghiottoneria” o boccone prelibato, ma in molti dialetti italiani sono rimasti vocaboli simili, come copeta, coppetta o copata, che identificano specialità gastronomiche simili al torrone, a base di mandorle. Proseguendo lungo la linea del tempo, in realtà, non ci sono poi molte altre tracce, in epoca medievale, del protagonista delle tavole natalizie. In compenso, la prima testimonianza scritta è databile al 1221, in Catalogna, durante la dominazione dei mori. Ancora oggi, sia la regione di Barcellona che la zona di Valencia sono due tra le più importanti per la produzione del dolce. Per quanto riguarda l’Italia, le fonti storiche datano al 25 ottobre del 1441 la prima volta in cui il torrone è stato servito a tavola. Si trattava del banchetto per le nozze tra Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti, avvenute a Cremona che da allora è divenuta per tutti la patria del torrone. La città lombarda da allora ha sempre associato questo dolce alle occasioni più festose. Un'altra peculiarità: vuole la tradizione che la tipica forma allungata che viene data al torrone sia anch'essa un lascito cremonese: sarebbe infatti ispirata al Torrazzo, l'iconico monumento - alto oltre 110 metri, dimensione che ne fa il secondo campanile storico più alto del nostro Paese - situato a fianco al Duomo e che è unanimemente riconosciuto come il simbolo della città lombarda. Oltre a Cremona, si hanno notizie della diffusione del dolce in Sardegna, a partire dal 1614; in Calabria, in Abruzzo, nel Lazio, nelle Marche e in Piemonte. accompagnato decine di popoli diversi, alcuni dei quali ormai dimenticati. Se invece vogliamo soffermarci esclusivamente sul torrone come siamo abituati a vederlo, allora la diatriba tra chi abbia avuto l’idea di unire questi ingredienti creando un piatto mitologico rimane aperta. Volendo essere partigiani, ci piace pensare che già al tempo dei Sanniti, nell’attuale Benevento, i popoli dell’epoca (siamo intorno al IV-III secolo a.C.) amassero gustare questa delizia del palato. Anche perché il nome torrone deriva dal latino “torrere”, che significa abbrustolire. Alcuni attribuiscono la descrizione di questo dolce allo storico Tito Livio e all’epigrammista Marziale. La teoria però non troverebbe riscontro negli scritti dei due autori. Volendo però scavare ancora più a fondo, c’è una parola latina, “cuppedia” che si ritrova in una miriade di scritti, da Cicerone fino ad Aulo Gellio e Plauto. La traduzione potrebbe
Una delle possibili ricette Cercare di risalire all’originale composizione del torrone diviene un esercizio particolarmente complesso che si perde tra i mille rivoli di una storia secolare. Quello che però possiamo fare è provare a raccontarvi una delle tante ricette, convinti che sia, almeno per noi, quella più gustosa e più fedele all'idealtipo originario. Come ingredienti si parte da 450 grammi di frutta secca mista a scelta, 150 grammi di acqua, 240 di zucchero e 160 di miele. Infine, due albumi e un baccello di vaniglia. Dopo aver fatto tostare in forno la frutta secca prescelta, bisogna scaldare acqua e zucchero fino a trasformarli in sciroppo a 141°. Il miele e la vaniglia invece devono arrivare a 121°. Montare a neve fermissima i due albumi e quindi incorporare miele e zucchero. Infine, versare il tutto in una teglia da plumcake e lasciare in frigo per almeno 12 ore.
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lifestyle
Lo... spirito giusto
Morbida, secca e femminile: le mille anime della grappa di Davide Passoni
quello americano: il fatto di essere ritenuta difficilmente mixabile. In realtà, impiegata nel modo giusto, anch’essa ha un suo posto importante nel mondo della mixologia. Guardando dunque il bicchiere mezzo pieno (è proprio il caso di dirlo…), ciò significa che quei mercati presentano ampi margini di crescita, se aggrediti con le strategie e con i prodotti giusti.
Nonostante sia un'eccellenza italiana, questo distillato non è ancora riuscito a conquistare l'estero - e gli Usa in particolare - per un motivo banale: non è indicato per creare cocktail. Ma il mercato è solido e i dati in crescita
È
il distillato per eccellenza della tradizione italiana, magari meno nobile di altri parenti europei, ma con un fascino e una storia unici. Parliamo della grappa, capace di sedurre intellettuali del calibro di José Saramago, per il quale “il conforto che dà la grappa è infinitamente superiore a quello che può offrire una birra”, o di Cesare Pavese, con la sua poesia “Grappa a settembre”. Un’origine umile ma non plebea, la quale ha dato anche vita a un pregiudizio che ne ha limitato per parecchio tempo il successo e la diffusione in mercati ricchi per i superalcolici, come per esempio
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Eccellenza italiana, settore solido Ecco perché il settore nazionale delle distillerie, nonostante un 2018 fiacco, può pescare dal mazzo dell’eccellenza italiana le carte vincenti da giocare sul tavolo dell’export, non solo verso Paesi tradizionalmente più amici della grappa come quelli di lingua tedesca. Lo testimonia un’analisi dei fatturati 2018 delle prime dieci distillerie specializzate, realizzato da Pambianco, che mostra un andamento piatto del settore, causato principalmente dalla scarsità di materia prima nell’annata 2017. Dai dati risulta infatti che il 2018 non è stato un anno particolarmente brillante per le prime dieci distillerie d’Italia specializzate nella produzione di grappa. Un’opacità che, però, non ha impedito al settore di confermare la propria solidità, mettendo a segno un lieve incremento di ricavi. Parallelamente, viene evidenziata una marginalità importante, dovuta soprattutto ai risultati raggiunti dai primi quattro player del settore, che hanno chiuso lo scorso anno tutti a doppia cifra nel rapporto tra Ebitda (il margine operativo lordo) e giro d’affari. Qual è dunque il
motivo della crescita contenuta che hanno fatto registrare le più importanti distillerie italiane lo scorso anno? Banalmente, come si diceva, lo scarso raccolto della vendemmia 2017, dal quale è nata la produzione della grappa 2018. Una resa magra, dovuta alle gelate primaverili e alla siccità estiva, con una conseguente riduzione delle quantità di materia prima a disposizione. Qualche numero Il mercato della grappa, l’acquavite simbolo del made in Italy nel mondo dei distillati, è costituito da circa 130 distillatori che vendono una quantità di prodotto complessivamente equivalente a circa 27 milioni di bottiglie annue (70 cl. 40% vol.): un peso di assoluta nicchia nei volumi dei grandi distillati internazionali. Il settore genera un fatturato di 300 milioni, impiega direttamente 1000 persone e 20mila nell’indotto. Circa l’80% del consumo di grappa si concentra prevalentemente nel mercato nazionale, in cui esiste la maggiore fidelizzazione rispetto a questo distillato. Circa il 20% rimanente dei consumi avviene sui mercati esteri, con una netta prevalenza degli stati europei nei quali il peso dei Paesi di lingua tedesca è preponderante. In Italia, poco più della metà di chi consuma grappa lo fa in casa, rispetto ai consumi fuori casa. Nuove grappe e nuove tendenze In ogni caso, grazie al suo radicamento nella cultura enogastronomica italiana, la grappa è un prodotto che non conosce grandi crisi, anzi, semmai va incontro a mutamenti di gusto e soprattutto di consumo che ne confermano la grande vitalità sul
grappa bianca morbida, ma la tendenza degli ultimi anni ha portato a un sempre maggior apprezzamento per le grappe invecchiate, il cui retrogusto persistente è uno dei motivi del loro successo. Acquavite vecchia fa buon gusto La conferma viene dalle parole del presidente dell’Istituto Nazionale Grappa, Elvio Bonollo: «Il settore vede un trend, consolidato particolarmente nell’ultimo decennio, di sviluppo delle grappe invecchiate. È una quota che assume sempre maggior peso e che consente di conquistare un pubblico più ampio di estimatori. In particolare, il mercato delle grappe invecchiate di più alto livello, le grappe barricate, ha acquisito un peso e un apprezzamento assai elevati sia a livello nazionale sia internazionale. Ricordo che l’invecchiamento della grappa è particolarmente rigoroso in quanto sottoposto al controllo dell’Agenzia delle Dogane, che sigilla le cantine di invecchiamento, le quali sono accessibili ai produttori solo in subordine alla presenza dei funzionari doganali in loco». Se, di norma, le grappe invecchiate sono quelle di maggior pregio, va da sé che, con il loro consumo, cresce la ricerca di qualità. «Il consumo della grappa si sposta sempre più nella direzione della qualità più che della quantità - dice ancora Bonollo -: il valore edonistico del distillato è l’elemento determinante nel conquistare e fidelizzare il consumatore che con attenzione si vuole godere quest’opera d’arte tutta italiana». Grappa, femminile singolare Cresce il numero dei giovani consumatori di grappa, che la so-
Il mondo della grappa fattura 300 milioni, dà lavoro direttamente a 1.000 persone, che diventano 20mila con l'indotto mercato italiano. La conferma viene da un'indagine compiuta dall’istituto Talos-Am per conto dell’Istituto di Tutela Grappa del Trentino, dalla quale emerge questo spostamento nella modalità di consumo del classico grappino. Se un tempo la bottiglia si apriva soprattutto alla fine dei pasti come digestivo (nonostante la scienza dimostri che, al contrario, i superalcolici rallentano la digestione) o “ammazzacaffè”, negli anni la grappa ha cominciato ad accompagnare momenti di relax o conversazioni dopo cena, anche in locali di tendenza e non necessariamente nei mesi freddi dell’anno. Quasi un italiano su tre, secondo l’analisi, consuma grappa in maniera regolare, mentre tre su quattro hanno una conoscenza seppur sommaria dell’acquavite e del suo mondo. Resiste, nei gusti, la preferenza per la tradizionale
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Lo... spirito giusto
stituiscono a superalcolici maggiormente di tendenza, e cresce anche il numero delle donne che la apprezzano. «Fino a pochi anni fa, parlare di approccio femminile alla grappa sarebbe stato azzardato - dice Valeria Luparia, consigliere dell’Associazione Donne della Grappa e direttore di produzione della Distilleria Magnoberta di Casale Monferrato -. Oggi, invece, non è per nulla strano pensare a una donna che beve grappa e, credo di poterlo affermare con una certa sicurezza essendo io stessa direttore di produzione di una distilleria che ha appena compiuto 100 anni, a una donna che produce grappa». L’Associazione Donne della Grappa - che riunisce oltre 300 socie dalla Sicilia al Trentino e persino dal Giappone - esiste da 2001 e si pone come obiettivi lo sviluppo del mercato, la promozione dell’immagine della grappa e di un suo consumo consapevole, l’apprendimento dell’arte dell’assaggio e l’incoraggiamento della crescita e dello sviluppo dell’imprenditorialità femminile nel settore. «In passato - continua Luparia -, il mondo dei distillati era molto maschile: le grappe erano secche, poco aromatiche, austere. Qualcosa a un certo punto è cambiato, quando sempre più donne sono arrivate ai vertici delle più importanti distillerie italiane. E proprio dalle donne è nata l’attenzione al pubblico femminile, che ha le sue peculiarità e i suoi interessi». Peculiarità che hanno aperto nuove dimensioni al distillato: «Penso per esempio al “naso” delle donne: mediamente, infatti, l’olfatto femminile è più sensibile e più educato a riconoscere i profumi rispetto a quello maschile. Non a caso, infatti, le donne solitamente preferiscono grappe invecchiate e quindi aromatiche. È infatti grazie all’affinamento in botte che il distillato acquista rotondità, morbidezza e aromaticità. Con questo, non è corretto pensare che la grappa morbida sia “per” le donne e quella secca “per” gli uomini. Le generalizzazioni lasciano il tempo che trovano, e i distillati sono così variegati da non poter essere facilmente incasellati».
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nella pagina precedente: elvio bonollo, presidente dell'istituto nazionale grappa. qui sopra valeria luparia, consigliere dell'associazione
Informati e consapevoli «Oggi il consumatore di grappa è informato: conosce i vitigni di partenza, sa che la distillazione estrae gli aromi dalle vinacce e li sublima, riconosce un distillato giovane da uno invecchiato - conclude Luparia -. Non cerca più il puro e semplice digestivo, ma apprezza i prodotti da meditazione, da accompagnare magari con un buon sigaro, un formaggio stagionato, della frutta secca. Per questo motivo hanno successo i distillati monovitigno, che con la loro identità sono in grado di raccontare un territorio. Il pubblico giovane, invece, inizia ad apprezzare la versatilità della grappa e scoprire che non è “da vecchi” ma si presta benissimo alla preparazione di cocktail». Alla conquista dell’estero Insomma: il prodotto c’è, ora il punto è farlo conoscere al meglio anche fuori casa: «Le sfide per il settore della grappa nei prossimi anni si concentreranno nello sviluppo dei mercati internazionali in cui c’è molto da costruire - sostiene in conclusione Elvio Bonollo -. La sfida più grossa, a mio avviso, si giocherà nella capacità di spiegare il carattere così distintivo e inimitabile della nostra acquavite di bandiera: un mix unico di autenticità, tradizione, innovazione e creatività tutta italiana. Ogni grappa e il suo profilo sensoriale inimitabile sono frutto del lavoro di generazioni di maestri distillatori che con tanto impegno, ingegno e passione hanno creato e continuano a creare dei veri capolavori sensoriali».
La qualità dei vini?
dal... notaio
Cantine del Notaio produce i suoi vini nel cuore della Basilicata. 14 referenze sono a base di Aglianico del Vulture, autentica eccellenza del territorio lucano cantine del notaio svolge la sua attività in basilicata, produce
16 vini diversi in cinque comuni del vulture (maschito, ripacandida, ginestra, rionero in vulture e barile)
Garantita di Guido Cavalcanti
C
antine del Notaio, è un'etichetta vitivinicola che ha stabilito il suo quartier generale nel cuore verde della Basilicata. L'azienda ha dedicato il suo impegno e la sua ricerca ad esplorare tutte le potenzialità enologiche dell’Aglianico che, nel Vulture, trova la sua migliore espressione per una felice combinazione di temperature (con forti escursioni termiche estive), piovosità (assente nei periodi più caldi) e suolo per la presenza del tufo vulcanico che “allatta le viti”). L’azienda dispone di circa 40 ettari suddivisi in aree particolarmente vocate (cosiddette prime zone) di 5 comuni del Vulture (Maschito, Ripacandida, Ginestra, Rionero in Vulture e Barile). Straordinarie le condizioni di affinamento dei vini in antiche grotte di tufo del 1600, appartenute ai Padri Francescani che si sviluppano su circa 1.500 mq di spazi sotterranei, garantendo un’umidità molto elevata, costante tutto l’anno. L’azienda, dallo studio scientifico sul vitigno e da un recupero di antiche tradizioni (interpretate in chiave più moderna), produce 16 vini diversi di cui 14 a base di Aglianico del Vulture e gli altri con vitigni quali Moscato, Malvasia, Chardonnay, Fiano e Sauvignon. La differenziazione dei vini è basata su di una diversa epoca di raccolta (da fine agosto a fine novembre) che, in funzione del diverso grado di maturazione fenolica, consente una interpretazione enologica specifica per esaltare le caratteristiche del frutto. I nomi dei vini richiamano tutti l’attività Notarile: L’Atto, Il Repertorio, La Firma, Il Sigillo e Il Lascito sono i rossi; La Scrittura è il rosato, mentre Il Rogito è il rosSato; Il Preliminare, La Raccolta e La Parcella sono i bianchi; Il Passaggio è lo spumante metodo charmat, mentre La Stipula Bianca Brut e La Stipula Rosé sono gli spumanti millesimati metodo classico; Il Protesto è il vino frizzante rosso; La Postilla è lo spumante dolce di Moscato e L’Autentica è il vino passito di Moscato e Malvasia.
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prevenzione
Quella paura (insensata) del
preservativo
Q
ualcuno ricorderà una mitologica pubblicità di fine anni '90 in cui un professore, entrando in classe, trovava per terra un preservativo. La domanda, divenuta iconica, era «di chi è questo?», cui faceva seguito una risposta corale di tutti i ragazzi (e le ragazze) dell'aula: «È mio». L'intento era quello di sensibilizzare su un tema importan-
di Marco Scotti
te come le malattie sessualmente trasmissibili facendo passare il messaggio che era un tema che riguardava tutti, maschi e femmine. A distanza di quasi 30 anni da quello spot, la situazione non è molto cambiata. Secondo l'ultimo studio organico disponibile, quello realizzato dall'Oms nel 2016, le vendite di condom sono scese del 13% in dieci anni. Non solo: l'Italia è il Paese con
Hiv, un nemico ferito ma non sconfitto «È vero, l'Hiv non è più una condanna a
– ha "soltanto" smesso di essere una
Aids e positività all'Hiv non
morte come è stato fino al 1996. Ma è
sentenza di morte nel 95% dei casi. I
sono la stessa cosa. Ci vuole
da più di 20 anni che nel nostro Paese
progressi della medicina hanno per-
spiegare le differenze?
non si fa una comunicazione adeguata
messo di avere nuove terapie sempre
L'Hiv è un retrovirus e contrarlo signifi-
sul tema e i dati dell'Istituto Superiore di
più efficaci, che riducono in gran parte
ca ricevere nell'organismo un virus che
Sanità non mentono: i casi non calano».
dei pazienti la carica virale rendendo-
colpisce alcune cellule del nostro siste-
Massimo Oldrini, presidente della Lila,
li non infettivi. Ma questo non signifi-
ma immunitario, che progressivamente
la Lega Italiana per la Lotta all'Aids, non
ca affatto che l'Hiv sia stato sconfitto.
si indebolisce. È un processo lento, ed
riesce a nascondere la sua amarezza.
Tant'è che le nuove diagnosi non cala-
è per questo che spesso ci vuole del
Da troppo tempo l'Italia ha fatto come
no abbastanza (3.443 nuove infezioni
tempo prima di accorgersi dell'infezio-
gli struzzi e ha deciso di nascondere il
nel 2017) e il problema riguarda tanto
ne. Questo virus, se non curato, può
problema Hiv come se fosse ormai de-
gli eterosessuali che gli omosessua-
progredire e minare completamente il
bellato. Ma non è affatto così. La verità
li. Nell'84,3% dei casi, le infezioni sono
nostro organismo, che non è più in gra-
è che l'Italia ha dato per sconfitta una
dovute a rapporti sessuali non protetti.
do di affrontare alcune malattie che in
malattia che in realtà – fortunatamente
Oldrini, facciamo chiarezza:
una persona sana sono più facilmente
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prevenzione
lifestyle
È ancora adesso visto come un tabù e i dati di acquisto sono in netto calo negli ultimi dieci anni. Eppure il condom è lo strumento più affidabile contro le malattie sessualmente trasmissibili. Noi vi spieghiamo a quali test si sottopone la più bassa spesa pro capite annuale, a 0,43 euro, contro gli 1,07 del Regno Unito e i 78 centesimi della Francia. Inoltre, secondo una ricerca commissionata dal Corriere della Sera, solo il 14% degli italiani usa abitualmente i preservativi, e uno su cinque li impiega saltuariamente. Ancora: il 42% delle donne sotto i 25 anni ha avuto la sua prima esperienza sessuale senza alcun tipo di protezione, un dato aumentato del 5% in soli quattro anni. Complice anche una sensazione di vergogna e di tabù, le vendite di preservativi in farmacia sono scese del 16% tra il 2007 e il 2014 (fonte Nielsen). La comunità LGBT sembra essere quella più disposta a impiegare i preservativi, mentre le coppie eterosessuali rimangono ancorate a pregiudizi al contrario per cui le malattie sessualmente trasmissibili sono solo “roba da gay”. C'è, infine, una certa responsabilità delle istituzioni, che da anni hanno smesso di fare campagne informative efficaci. Il risultato è che sempre meno giovani vogliono utilizzare i preservativi: perché? Perché imbarazza indossare il profilattico durante il rapporto? Perché si ha paura di non sentire il contatto con l'altrui corpo? Per un'ebbrezza insensata e una vocazione al rischio? Forse per tutti questi motivi messi insieme. Eppure i condom
le vendite in farmacia di preservativi sono crollate del
16% in
sette anni. e il futuro non sembra particolarmente
gestibili. Questo percorso culmina con
salute pubblica, sia per quanto concer-
la diagnosi di Aids, ovvero la totale com-
ne la percezione che le persone con Hiv
promissione del sistema immunitario.
hanno di loro stessi. Oggi, finalmente,
Si muore ancora per l'Hiv?
chi contrae l'Hiv ma ha una carica virale
Le prospettive di vita, grazie alle nuove
nulla può non sentirsi più un pericolo per
terapie antiretrovirali, sono decisamen-
sé e per la società, può avere una vita
te diverse e si può avere un'esistenza
sessuale normale con il proprio partner
paragonabile a quella delle persone che
o anche rapporti occasionali. Anche se
non hanno Hiv. È importante però sape-
ovviamente il consiglio è quello di indos-
re di aver contratto il virus quanto prima
sare sempre e comunque il condom,
ed entrare in terapia. Perché chi si cura
come strumento precauzionale perché
tempestivamente – e lo dicono tutte le
esistono altre infezioni sessuali.
nuove evidenze mediche, può raggiun-
La medicina ha fatto passi da
gere una carica virale pari a 0, ovvero
gigante da quando è avvenuta
non avere più virus circolanti nel sangue
la prima diagnosi nel 1981!
e non essere più infettivi. È la scoperta
Oggi siamo arrivati ad avere farmaci
più straordinaria degli ultimi dieci anni e
cosiddetti “Prep”, ovvero che possono
ha un incredibile impatto sia in termini di
essere assunti come profilassi pre-e-
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prevenzione
rimangono uno strumento sicuro e, se conservati in maniera appropriata, garantiscono nel 97% dei casi. Senza contare che gli ultimi prodotti offrono materiali diversi dal lattice e una sensibilità decisamente superiore a quella di un tempo. Insomma, non ci sono più scuse per non indossarli. Come vengono effettuati i test «I preservativi sono controllati scrupolosamente – ci spiegano da LifeStyles, azienda che produce alcuni tra i più importanti brand di condom -. In primo luogo effettuiamo un test elettronico su tutti i prodotti per individuare eventuali fori microscopici invisibili all'occhio umano. Poi vengono svolti dei test su campioni statisticamente significativi di ogni lotto. In questo caso svolgiamo un esame delle dimensioni, per garantire che il peso, lo spessore, la larghezza e la lunghezza siano effettivamente quelli che vengono dichiarati sulla scheda tecnica. Quindi bisogna verificare la resistenza, che deve essere superiore al 1000% e per questo il preservativo viene riempito d'aria fino a che non scoppia per verificarne la tenuta. È bene sapere che i condom si allungano fino a sette volte la loro dimen-
sione, possono contenere 40 litri d'aria e reggere 10 kg di patate. Infine ci sono i test fisici, per verificare la capacità di reggere l'invecchiamento. Per fare ciò si impiegano speciali forni preposti che simulano il passare degli anni per controllare che tutte le caratteristiche rimangano invariate nel tempo». Tra le cose da sapere c'è che la vita media di un preservativo è di cinque anni, che si abbassa a tre nel caso di alcuni tipi, quelli ritardanti in particolare, che impiegano un lubrificante a base di anestetico che riduce la “shelf life” dei condom. Fondamentale sapere, inoltre, che non vanno mai tenuti nel portafoglio, perché
sposizione nel caso di persone sane. In
i primi risultati significativi. I primi casi
dappertutto con l'esito in 15 minuti.
questo caso il rischio di contrarre l'Hiv
sono stati segnalati nel 1981, fino al 1996
Molti anni fa c'era la campagna
si abbassa del 96%. Naturalmente bi-
l'Hiv non era curabile e il tasso di mor-
con la banda rosa che “avvolge-
sogna continuare a fare campagne a
talità era di poco inferiore al 100%. Con
va” chi aveva l'Hiv e che è rimasta
favore dell'utilizzo del preservativo, ma
la comparsa di farmaci innovativi e con
scolpita nell'immaginario colletti-
visto che non tutti possono usarlo (per
la scoperta che questi devono essere
vo...
problemi allergici o erettili) anche l'in-
usati insieme perché colpiscono fasi di-
Quella campagna rimane la più impor-
troduzione di un farmaco “prep” può
verse del virus, tutti i soggetti interessati
tante in Italia, con un budget di 20 miliar-
essere prezioso. In Italia la diffusione
– media, politici e associazioni – hanno
di di lire dell'epoca. Purtroppo veicolava
è appena iniziata, vedremo i dati negli
eliminato dalla lista delle priorità l'Hiv.
un messaggio molto negativo sulle per-
anni a venire.
Dal 1996 al 2010 non sono state fatte
sone con Hiv che venivano viste come
Dopo tutto quello che abbiamo
campagne, di alcun tipo. In Italia non ci
un pericolo indiscriminato. Oggi le cam-
detto, rimane una domanda:
sono investimenti sul contrasto a que-
pagne non si fanno più perché non si vo-
come mai sembra che il feno-
sta malattia, servirebbero campagne
gliono veicolare investimenti importanti.
meno sia sconfitto?
di promozione non soltanto per quan-
Noi siamo nel comitato tecnico sanita-
Probabilmente perché c'è stata gran-
to concerne la malattia, ma anche per
rio del Ministero, ma i budget che oggi
de euforia quando abbiamo raggiunto
la prevenzione. Oggi il test si può fare
vengono destinati a questi temi sono
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la continua frizione con altri oggetti riduce il calo di protezione. Infine, mai esporre i preservativi alla luce solare diretta. Il tabù Inutile nasconderlo: in Italia parlare di prevenzione, e di preservativi in particolare, è ancora complicato. Rimane in primo luogo un tema di vergogna, nonostante si vada avanti con gli anni, con tanti elementi di inibizione. «In un focus group di farmacisti – aggiungono da LifeStyles – ci hanno raccontato che l'acquirente di condom si riconosce per il tempo passato a guardarsi le punte dei piedi. A parte gli scherzi, non è semplice fare comunicazione, per questo cerchiamo di coinvolgere persone che abbiano autorevolezza o che siano riconosciute come influencer. Sui media mainstream non si può fare pubblicità prima delle 22.30 o 23, il che rappresenta un bel freno. L'ideale per noi è non far passare il condom esclusivamente come una protezione dalle malattie sessualmente trasmissibili o dalle gravidanze indesiderate, ma per parlare ai ragazzi di piacere. Per questo abbiamo avviato una campagna di sensibilizzazione con il segmento giovani della Croce Rossa perché ci aiutino a comunicare con gli adolescenti. E per quanto concerne il piacere ci stiamo specializzando su prodotti senza lattice e che aumentino la sensibilità». C'è anche da sottolineare come il preservativo venga visto solo come un contraccettivo di pertinenza maschile: una ragazza che lo porti con sé in borsa viene automaticamente bollata come “facile”. E tendenzialmente, se il maschio decide di non indossarlo, è difficile che la femmina faccia resistenza. Anche se,
secondo l'ospedale San Paolo di Milano, le gravidanze indesiderate sono aumentate del 30% negli ultimi anni. Il femidom Per chi ha voglia di sperimentare nuove soluzioni, da qualche anno sta iniziando ad affermarsi, seppur con molta lentezza e soltanto in mercati di nicchia, il preservativo femminile, altrimenti detto femidom. Si tratta di uno strumento che necessita ancora di un po' di studio per poter incrementare la propria diffusione. Funziona esattamente come un condom normale, solo che è "al contrario". Si srotola fuori dalla vagina ed è poi il pene a riportarlo all'interno dell'organo femminile. Al momento la sua diffusione è ancora marginale, anche perché ha un costo decisamente superiore a quello dei condom tradizionali.
risibili. A inizio anno ci è stato detto che
quelli più colpiti dal fenomeno con parti-
La verità è che c'è ancora molta ipocri-
avremmo avuto a disposizione 80mila
colare riguardo alla fascia tra i 20 e i 29
sia nel nostro Paese ed è difficile par-
euro. Poi noi comprendiamo le difficoltà
anni, anche se si nota un aumento nella
larne apertamente. Non ci sono Magic
in cui si trova il Paese, ma certo questo
fascia intorno ai 70 anni. E non si tratta
Johnson all'orizzonte, eppure chissà
dà la dimensione della scarsa conside-
di una infezione che riguarda solo i gay,
quanti parlamentari, calciatori o can-
razione del fenomeno. Anche perché
perché sono molti anche gli eteroses-
tanti hanno avuto e stanno avendo a
serve necessariamente una ripetizione
suali che la contraggono. Da segnalare,
che fare con l'Hiv. Ma in Italia si fatica
continua di certi messaggi, non soltanto
inoltre, che permane lo “stigma” socia-
a dichiarare apertamente la propria
in occasione del 1° dicembre (giornata
le, per cui una persona con Hiv viene
condizione. Ed è la cartina al tornaso-
mondiale contro l'Aids, ndr) e dei giorni
vista ancora adesso come un diverso o
le di quanto la nostra società sia poco
precedenti.
un soggetto pericoloso.
preparata e informata. La conoscenza
Quali sono i nuovi aspetti socia-
Forse perché sono mancate
dell'Hiv è rimasta quella degli anni '80,
li del fenomeno? Esistono grup-
figure di spicco che abbiano
quando era una condanna a morte cer-
pi che si ammalano più di altri?
usato la loro malattia e il pro-
ta. Servirebbero personaggi "da prima
Secondo i dati dell'Istituto Superiore di
prio corpo per combattere il vi-
pagina" che facciano leva sulla loro no-
Sanità l'Hiv è un problema trasversale,
rus, come nel caso del cestista
torietà per cambiare la percezione del
ma i giovani sono proporzionalmente
Magic Johnson...
problema.
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lifestyle
Prevenzione
Affrontare il tumore
con la danza CHE COS'È D4O è un percorso dedicato ai pazienti oncologici che permette di migliorare l’umore, la condizione psico-fisica e ritrovare entusiasmo e gioia di vivere attraverso il ballo. A CHI È RIVOLTO A tutti i pazienti (uomini e donne) che hanno affrontato oppure stanno affrontando una patologia oncologica. COME FUNZIONA Da settembre a dicembre 2019 sono coinvolte in fase di test 13 città italiane. Dal 2020 il progetto sarà diffuso su tutto il territorio nazionale. I percorsi di test sono ospitati in 13 scuole di ballo, abbinate ad un uguale numero di centri oncologici. Ciascun percorso ha durata trimestrale e prevede due incontri settimanali di un’ora per un totale di 24 lezioni. Le città coinvolte nel progetto pilota sono: Cagliari, Palermo, Lecce, Napoli, Torino, Milano, Verona, Messina, Pisa, Roma, Cosenza, Catanzaro, Forlì. COME È NATO D4O è nato dalla sinergia tra Carolyn Smith e l’Associazione IncontraDonna Onlus. Carolyn Smith è l’icona italiana della battaglia al tumore: attraverso il suo esempio ha dato coraggio e speranza a migliaia di persone che si trovano all'interno di un percorso oncologico. Dalla convinzione che il ballo sia un valido supporto alla cura e una “carezza dell’anima” particolarmente efficace in un momento esistenziale così complesso come quello della malattia oncologica è nata la collaborazione con la prof.ssa Adriana Bonifacino, che da anni studia i benefici di questa disciplina nel percorso oncologico e di riabilitazione. I BENEFICI DEL BALLO NEL PERCORSO ONCOLOGICO • ritrovare benessere psicologico e autostima • imparare ad accettare ed amare la propria nuova identità durante e dopo il percorso di cure • trovare solidarietà e incoraggiamento all'interno di un gruppo di “pari” che sta vivendo la stessa esperienza
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Un percorso terapeutico per pazienti oncologici che, grazie al ballo, riescono a riprendere consapevolezza del proprio corpo e a ridurre i dolori articolari • ritrovare la fiducia in se stessi e nella vita e la capacità di mettersi in gioco • migliorare la coordinazione • ripristinare il tono muscolare • attenuare i dolori articolari • aumentare la flessibilità • fare nuove amicizie e creare nuove sinergie GLI IDEATORI DEL PERCORSO D4O Carolyn Smith, coach e giudice internazionale di ballo, presidente di giuria di Ballando con le Stelle. Adriana Bonifacino, docente di Oncologia Medica all'Università La Sapienza di Roma, responsabile Senologia all'Ospedale Sant'Andrea di Roma, presidente associazione IncontraDonna Onlus. Paolo Marchetti, Professore Ordinario di Oncologia D.M.C.M. all’Università La Sapienza di Roma, Presidente della Fondazione per la Medicina Personalizzata, il primo ente al mondo impegnato nella realizzazione di una Carta d’Identità terapeutica per i pazienti oncologici.
fmp
PER INFORMAZIONI contattaci@dance4oncology.it
www.dance4oncology.it
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Fondazione per la Medicina Personalizzata
Il rischio
obesità
un problema da tenere a mente e... nel cuore
L
e malattie cardiovascolari sono tuttora la prima causa di morte in Europa, il 45% della mortalità generale: 3,9 milioni di decessi all'anno in Europa e le sole malattie cardiovascolari provocano il 40% dei morti nel sesso maschile (1,8 milioni) e il 49% nel sesso femminile (2,1 milioni). Giusto per fare un paragone, il cancro, seconda causa di morte, determina il 24% dei decessi nei maschi ed il 20% nelle femmine. Patologie “prevenibili” perché si conoscono molto bene i fattori di rischio che in gran parte (escludendo età e sesso) dipendono dalla personale motivazione a modificarli. Basta pensare al sovrappeso, troppo spesso sottovalutato e con numeri in continua crescita che fanno dell’obesità (e del correlato diabete tipo 2) una vera epidemia mondiale, nota ormai come “diabesità”. Prendendo in considerazione esclusivamente il nostro Paese si rileva che solo 1/3 (34%) degli uomini e poco meno di 1/4 (22%) delle donne ha una circonferenza addominale normale, mentre circa 1/3 degli uomini (33%) e 1/5 delle donne (21%) ha una circonferenza addominale correlata con un rischio cardiovascolare elevato (sopra 88 cm nelle donne e sopra 102 cm negli uomini).
di Apoteca Natura è un utile strumento in quanto si propone di sostenere e affiancare, con corrette informazioni e controlli di parametri biologici, le persone intercettando situazioni a rischio per la salute del cuore ed erogando consigli personalizzati. «Ai risultati di grande valore per la tutela della salute cardiovascolare, registrati finora nelle campagne di Apoteca Natura – afferma il dott. Giuseppe Ventriglia, della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie, SIMG – si è aggiunta negli ultimi anni la possibilità per i clienti delle Farmacie di essere seguiti individualmente. Grazie infatti all’adozione di evoluti strumenti informatici circa 5600 persone sono state seguite nel loro percorso di autocontrollo cardiovascolare, portando già dopo il primo anno risultati misurabili in termini di riduzione del fumo, aumento dell’attività fisica e maggior consumo di frutta e verdura. I test compilati, i consigli erogati, i valori di pressione registrati, le variazioni del peso corporeo, i risultati dei test effettuati in autodiagnosi, entrano a far parte di una “scheda” che aiuta i singoli soggetti a tenere sotto controllo il proprio rischio ed il personale percorso di prevenzione e miglioramento dello stato di salute cardiovascolare».
L’importanza dello stile di vita Il grosso problema è che nonostante le evidenze scientifiche numerose e ormai bel consolidate (lo studio Framingham Heart Study iniziato nel 1948) che hanno dimostrato l’efficacia dell’adozione di stili di vita sani nella riduzione del rischio di malattie cardiovascolari (corretta alimentazione, attività fisica regolare, abolizione del fumo) risulta sempre molto difficile per le persone cambiare uno stile di vita non salutare. Anche in questo senso la campagna “Ci sta a cuore il tuo cuore”
Farmacie Apoteca Natura Apoteca Natura è un Network internazionale di Farmacie capaci di ascoltare e guidare le persone nel proprio percorso di Salute Consapevole, grazie alla specializzazione sulle principali esigenze di cura e prevenzione, alla costante ricerca di una piena integrazione nella filiera sanitaria e all’accurata selezione dell’offerta con un particolare focus sui prodotti naturali. Al centro di questo percorso la Persona, il rispetto del suo organismo e dell’ambiente in cui vive.
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lifestyle
Lotta alla povertà
La povertà? Sconfiggiamola
con l'educazione L'
"
istruzione e la formazione sono le armi più potenti che si possono utilizzare per cambiare il mondo”. Con queste semplici parole Nelson Mandela ha posto l’accento su una delle sfide più complesse e impegnative che il genere umano si sia mai trovato a dover affrontare. L’educazione è l’arma più potente che possa esistere per sconfiggere l’ignoranza, la povertà e il destino avverso di chi non ha avuto la fortuna di nascere nella parte “giusta” del mondo. Educazione e formazione sono i due cardini su cui i salesiani hanno plasmato la loro presenza, non solo in Italia ma anche nelle missioni che li vedono protagonisti in tutto il mondo. Dalle materne fino all’università, le scuole salesiane accompagnano il cammino di crescita di ogni bambino con un affiancamento costante, che mette al primo posto l’attenzione alla persona, al suo benessere spirituale e materiale. In questo percorso evolutivo un ruolo importante è giocato anche dagli oratori, luoghi di incontro in cui si diventa grandi attraverso la condivisione, il rispetto reciproco, e l’accoglienza. In una missione salesiana le porte devono essere aperte a tutti, nessuno deve rimanere indietro. I missionari e le missionarie offrono pari opportunità ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze, agli uomini e alle donne di ogni provenienza sociale, etnica e religiosa. Oggi come in passato il tema del diritto a una vita degna resta uno dei pilastri su cui i missionari salesiani hanno dato vita ai loro centri di formazione professionale. Perché è attraverso il lavoro che uomini e donne si affrancano dalla miseria, acquistano un ruolo sociale, creano le basi per vivere una vita autonoma e significativa. Dagli stage di breve durata, più legati alla produzione artigianale o all’ambito informatico, fino ai corsi più approfonditi sono più di 177.000 i ragazzi e le ragazze che imparano un mestiere nei campi più vari: informatica, grafica, comunicazione, ambito alberghiero-ristorativo, settore della formazione agricola, specializzazione tecnica per falegnami, muratori, saldatori, elettricisti. Con l’occhio attento a formare adulti che possano trovare lavoro per mantenersi e con il cuore impegnato a far crescere ragazzi e ragazze che un giorno formeranno una famiglia, diventeranno genitori e saranno a loro volta attenti
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a fornire le stesse opportunità di vita ai loro figli. Missioni Don Bosco sostiene i progetti legati all’istruzione e alla formazione professionale facendo leva su un meccanismo davvero fondamentale: la preparazione culturale e tecnica dei giovani, in tutti i Paesi in cui opera. La formazione scolastica deve essere data a tutti, particolarmente a chi si trova più svantaggiato per ragioni economiche, geografiche, sanitarie. E poi, con le scuole professionali, si aiuta a definire le capacità di ciascuno in funzione delle opportunità di lavoro: i mestieri che servono nei villaggi e nelle città per migliorare la qualità della vita, per creare occupazione, per gettare le basi di un durevole sviluppo. Anche Fiona May, testimonial di Missioni Don Bosco, nel recente viaggio in Etiopia e nel racconto delle varie esperienze missionarie, ha constatato che l’istruzione e la formazione al lavoro generano sviluppo, creano opportunità reali per il futuro. Per aggiornamenti sui progetti di Missioni Don Bosco: www.missionidonbosco.org
chic:
Gioielli
lifestyle
Non cheap, ma il valore del gioiello al giusto prezzo di Davide Passoni
«I
l made in Italy non nasce per creare il prodotto più cheap: per questo ci sono altri rispettabilissimi Paesi. La nostra vocazione non è quella di fare il prodotto più economico, ma di fare il prodotto più bello». Una frase che Massimo Carraro, presidente e amministratore delegato di Morellato Group, ci ha dispensato al termine della nostra intervista, ma che incarna così bene la mission del gruppo da guadagnarsi il privilegio di farne da apertura. Del resto, sul bello e sulla qualità Morellato Group ha costruito la propria immagine e un business che, nel 2018, ha portato a un fatturato di 178,2 milioni di euro, +8% sul 2017, con un Ebitda pari a 28,6 milioni. Numeri dietro ai quali c’è una storia che vale la pena di essere raccontata. Dal cinturino all'orologio, dall'orologio al gioiello, da laboratorio artigiano a gruppo di rilevanza mondiale: come si costruisce una case history di successo come la vostra? Morellato ha una caratteristica che è da sempre nel proprio dna: l’innovazione. Nasce nel 1930 da un’idea innovativa di Giulio Morellato, che aveva una orologeria a Venezia in cui riparava i segnatempo. Arrivato un po’ avanti negli anni, la vista gli si indebolì, smise di fare l’orologiaio e decise di intraprendere una nuova strada: creare cinturini per gli orologi che prima riparava. La sua famiglia conosce-
Puntare sulla portabilità quotidiana, ma anche sulla qualità: ecco come il brand Morellato è riuscito a posizionarsi sul mercato grazie a una strategia che ha sempre guardato all'innovazione. va infatti bene la realtà produttiva pellettiera della riviera del Brenta, da cui arrivava la materia prima. Nacque perciò dal territorio, ma già con l’idea di innovare, perché all’epoca il signor Morellato fu il primo in Europa a fabbricare i cinturini in pelle: l’orologio da polso non era infatti ancora un oggetto così diffuso, perché prevaleva l’orologio da tasca. Il cinturino fu quindi il primo elemento di innovazione della sua impresa. Dopo la morte di Giulio Morellato, in azienda subentrarono tre soci,
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Gioielli
tra i quali suo figlio e mio padre, mentre il mio turno arrivò nel 1988. Un esordio segnato da un aneddoto curioso. All’epoca ebbi l’occasione di parlare con il patron di Luxottica, Leonardo Del Vecchio, ad MASSIMO CARRARO, PRESIDENTE E AD DI MORELLATO Agordo; mi dedicò due ore nelle quali gli esposi le mie idee imprenditoriali, frutto del mio entusiasmo giovanile. Me le smontò tutte in pochi minuti, insegnandomi che da sole non bastano: va bene la passione, ma va sostanziata da numeri e analisi per far sì che le idee siano sostenibili. E concluse suggerendomi una cosa tanto banale che nemmeno l’avevo pensata: per mettere in pratica tutte le idee che avevo, l’azienda me la dovevo comprare. Ci ragionai e grazie all’aiuto di un banchiere che finanziò un leverage sul 100% del capitale, nel 1990 e la acquisii insieme a mio fratello. E ha messo in pratica le sue tante idee? Da lì è cominciato un percorso prima di espansione internazionale, poi di innovazione di prodotto grazie a quella che era la nostra idea più forte e che si è dimostrata vincente: il “gioiello da vivere”. Qualcosa che potesse essere indossato tutti i giorni, in ogni situazione, e che non fosse limitato alle occasioni speciali o eleganti. Nel 2006 abbiamo poi espanso ulteriormente la nostra presenza nel mondo dell’orologeria acquisendo la storica azienda italiana Sector con gli altri marchi del suo gruppo, tra cui Philip Watch. Un’acquisizione che si basava anche sulla condivisione di valori, visto che la stessa Sector nasceva con un forte concetto innovativo: l’idea del limite da superare, l’uso dei primi brand ambassador, per esempio. Altra innovazione, meno visibile ma altrettanto importante, è l’idea di integrazione che sta alla base del Gruppo: nel 2008, con l’acquisizione della catena di negozi Blusepirit, passati dai 40 di allora agli attuali 180, è nata l’idea di un format multimarca simile a quello dell’occhialeria. Torna la lezione di Del Vecchio? Più in piccolo, ma sì. Infine, oltre all’innovazione di prodotto e di processo, anche quella organizzativa, con l’implementazione della vendita omnichannel grazie all’acquisi-
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zione, lo scorso anno, del retailer online Chronos, diventato in Italia anche retailer offline. Quali sono l'approccio del gruppo al concetto di made in Italy e la sua interpretazione nell'orologeria e nella gioielleria? Tutti i nostri marchi sono quelli della grande tradizione italiana. Anche quando parliamo dell’orologio Swiss Made di Philip Watch, stile e design sono fatti a Milano e l’head quarter è sempre rimasto in provincia di Padova dove ancora si realizzano tutti i cinturini degli orologi di alta gamma. Viviamo però la tradizione italiana in senso dinamico e ne siamo interpreti per portarla sui mercati internazionali. Nello stile, nel design e nel gioiello l’Italia ha una grande tradizione, per cui abbiamo tutte le opportunità di farla valere anche all’estero. Globalizzazione o glocalizzazione: quali i mercati più promettenti per il Gruppo? Presidiamo fortemente il mercato domestico, che rimane per Morellato quello più importante. Abbiamo una forte presenza in Europa, dove la Francia è ora per noi il secondo mercato e sta crescendo ancora grazie anche all’acquisizione di Mister Watch, azienda francese di distribuzione di orologi che abbiamo fatto nostra a gennaio 2019. Lo dico con una punta di soddisfazione, perché portare lo stile e il prodotto italiano in un Paese dove c’è cultura del bello e in cui non mancano aziende che fanno del lusso e dello stile il loro core business, è una bella sfida. Portiamo cultura d’impresa, cultura di prodotto e i nostri valori di tradizione estetica e di qualità che hanno uno standing ai massimi livelli. La nostra non è dunque una strategia di globalizzazione ma di affermazione dei valori del made in Italy nei mercati individuati da noi come riferimenti: Europa, appunto, Medio Oriente e, negli ultimi dieci anni, anche l’Asia. Per scelta strategica siamo meno presenti nel continente americano, perché vogliamo crescere sui mercati chiave nei quali vediamo che i nostri prodotti funzionano bene, evitando di disperderci su contesti meno remunerativi. Ha ancora senso dover scegliere tra prezzo e qualità? Qualità e stile devono andare di pari passo. Ma se devo scegliere, scelgo la qualità. Il prezzo non è la nostra ossessione, ma siamo sempre stati attenti a posizionare ciascuno dei nostri marchi nel proprio corretto segmento. Ci guida il value for price: non la ricerca del prodotto cheap, ma di un prodotto che esprime i valori del made in Italy, dello stile, della qualità, del design al miglior prezzo di mercato, che non è il più basso.
idee regalo
Il
lifestyle
dono giusto per ogni occasione Manca poco più di un mese a Natale. Qui vi proponiamo qualche idea originale, adatta a tutte le tasche, per presentarsi pronti verso la notte più bella dell'anno
MACCHINA FOTOGRAFICA ISTANTANEA Volete stupire con un regalo dal sapore un po' vintage? La Instax Mini 90 fa per voi, grazie alla possibilità di stampare in tempo reale gli scatti
COLLANA DOUDOU LECAROSE Un orsetto che diventa simbolo della cultura contemporanea più pop. Un tenero portafortuna che ci ricorda il lato più tenero e dolce della vita
TRAVELCARD BY GATTINONI Un regalo apprezzato dagli amanti dei viaggi. Basta recarsi in un'agenzia del gruppo, scegliere l'importo da caricare sulla carta e il gioco è fatto. Consigliato per chi ha amici e parenti "esploratori"
BLACK ORCHID E VELVET ORCHID BY TOM FORD Black Orchid è una fragranza sofisticata composta da orchidea nera e spezie insolite. Velvet Orchid è una fragranza più tipicamente femminile con una nota floreale e orientale
BRACCIALE NOMINATION Una combinazione di acciaio e oro che può essere interamente personalizzato per dare vita a un gioiello unico ed esclusivo, perfetto per un regalo speciale.
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stress da lavoro
Attenti a non scoppiare
per la sindrome da
burnout
È lo step successivo al cosiddetto workhaolism e si presenta all’improvviso. Ecco quali sono i campanelli d’allarme e come far fronte a un disagio che colpisce chi in azienda ha un ruolo di responsabilità
C
arichi di lavoro sempre più pesanti, performance richieste sempre maggiori, maggiori difficoltà a staccare veramente la spina (complice la tecnologia che ci rende sempre connessi)? Sono l’anticamera della cosiddetta sindrome del burnout (dall’inglese “bruciato, scoppiato, esaurito”). Una condizione che si presenta inizialmente come uno stato di logorio psicofisico con stanchezza cronica e poi determina importanti cali di concentrazione, demotivazione, esaurimento delle energie interiori, disinteresse e inefficenza nell’attività lavorativa e nella gestione delle relazioni, lavorative e non, depressione. Un’epidemia che si sta diffondendo a macchia d’olio e che riguarda sempre più manager, sui quali grava in genere un forte carico di responsabilità e stress appunto. Secondo una ricerca dell’inglese Willis Towers Watson, il 42% dei professionisti dichiara di aver sofferto di un forte stress o di problemi di salute mentale, e ben uno su tre incolpa il lavoro di avere un impatto negativo sul proprio equilibrio psicofisico. Il 41% di essi sembrerebbe però non farne parola con nessuno in ufficio per il
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a destra,
Maria Angela Chiorazzi
timore di vedere compromesse le proprie possibilità di carriera. Il 38%, invece, non ne parlerebbe perché ritiene che colleghi e superiori non capirebbero il loro disagio. Non stupisce, dunque, che l’Organizzazione mondiale della sanità abbia da poco riconosciuto ufficialmente il burnout come una vera e propria sindrome conseguenza di stress cronico da lavoro, spesso dovuta alla continua lotta per ritagliare dalle ore di lavoro i propri spazi. I sintomi I fattori scatenanti possono essere diversi. Il sovraccarico di lavoro, che può essere non solo un carico di lavoro eccessivo, ma anche una tipologia di lavoro inadatta alla persona o un carico emotivo troppo pesante giocano un ruolo importante. «Anche se poi», spiega Maria Angela Chiorazzi, psicologa e counselor, «dipende da persona a persona, da come cioè l’individuo è in grado di far fronte allo stress cui è sottoposto. C’è chi tende alla frustrazione e chi invece risponde allo stress in modo più positivo e innovativo. Il più delle volte, comunque, dipende dalla difficoltà di filtrare adeguatamente le proprie emozioni negative, figlia di una condizione psicofisica precaria, che restituisce una visione distorta della realtà». Anche una remunerazione non adeguata al tipo di impegno e lavoro che si fa, o la mancanza di un adeguato sistema di ricompensa e di riconoscimento, o il non sentirci attivi, coinvolti e partecipi fino in fondo (la non partecipazione produce demotivazione), possono giocare un ruolo importante, che a cascata provocano
un crollo del senso di appartenenza al contesto lavorativo e la sensazione di non avere il giusto controllo sul proprio lavoro. «I sintomi dello stress da lavoro», continua la psicologa, «sono molteplici: scarsa voglia di alzarsi la mattina, scarsa concentrazione, stanchezza cronica, eccesso di cinismo al lavoro, scarsa energia e insufficiente produttività, mancanza di soddisfazione una volta raggiungenti gli obiettivi prefissati, svogliatezza, nausea, cambiamento nelle abitudini alimentari o del sonno, insonnia, abuso di tranquillanti e di farmaci, assenteismo dal posto di lavoro, forte senso di angoscia e di ansia, con possibilità di sfociare in attacchi di panico, cattivo umore, crisi di pianto e isteria. Anche sul piano fisico si possono registrare disturbi gastrointestinali, coliti, cistiti, disordini alimentari, disturbi dermatologici, mal di testa, frequenti raffreddori e influenze, mal di schiena o altri dolori fisici. Sintomi che possono dar vita a vere e proprie malattie croniche». In genere chi è colpito da burnout manifesta una sensazione di fallimento, non ha più voglia di recarsi ogni giorno sul posto di lavoro, prova rabbia e risentimento o, al contrario, indifferenza e scoraggiamento, si sente stanco ed esaurito, prova negatività e senso di colpa, è incapace di concentrarsi e perde in positività per se stesso, i colleghi, le persone con cui si interfaccia quotidianamente. Ha spesso un atteggiamento distaccato e apatico nei confronti degli altri, non di rado ritenuti responsabili dei propri mali. Le persone più a rischio Fra i più vulnerabili a questo crollo psicofisico, coloro che investono nel lavoro in modo sproporzionato, i cosiddetti workaholic. Anche chi ha una vita privata insoddisfacente o è troppo idealista e perfezionista rischia più di altri. Come pure giocano un ruolo importante il bisogno di voler tenere tutto sotto controllo, l’impulsività, l’eccessiva introversione o estroversione, la pulsione ossessiva al raggiungimento di uno scopo o la tendenza a porsi obiettivi irrealistici, l’iperattività, l’eccessivo zelo nel fare le cose. «Spesso a pesare nello stress, non è tanto il carico di lavoro in sè», spiega Chiorazzi, «ma il non
equo rapporto tra lo sforzo richiesto e la compensazione ricevuta non solo in termini economici ma anche come soddisfazione e riconoscimento sociale. Un’altra causa scatenante lo stress è talvolta il work-family conflict, ossia una forma di conflitto interruolo, nel quale le pressioni provenienti dal dominio lavorativo o dalla famiglia sono mutualmente incompatibili». Le vie d’uscita Cosa fare, dunque, se si soffre di burnout? Fondamentale riflettere sui propri reali obiettivi. È indispensabile individuare una gerarchia delle priorità ristabilendo un nuovo equilibrio fra doveri professionali ed esigenze della propria vita al di fuori del lavoro, in considerazione dei propri limiti e bisogni personali e di salute e benessere psicofisico. Se un lavoratore soffre di burnout, il datore di lavoro o il suo diretto responsabile è bene che si preoccupi di verificare cosa non va nell’organizzazione lavorativa e, se ci sono degli stressor modificabili, provare a cambiarli. Ne vale della salute e dell’efficienza delle persone, ma anche dell’azienda. Quando il problema è all’interno dell’individuo, bisogna capire da dove proviene il disagio, quali sono le sue radici, legate anche alla storia individuale e al modo di affrontare le emozioni. Per cui potrebbe risultare sufficiente, se lo stressor per esempio è l’eccessiva mole di lavoro, ridurre l’orario di lavoro o prendersi una vacanza, oppure rendesi necessario il supporto di uno psicoterapeuta che possa aiutarlo a comprendere come è arrivato a quel punto e a modificare il suo atteggiamento. Svariati sono i percorsi che si possono seguire. Fra questi anche l’ipnosi. «Uno strumento», spiega Chiorazzi, «utilizzato all’interno di un percorso di psicoterapia che può avere i benefici delle psicoterapie con il vantaggio di una durata relativamente breve. Lo stress determina delle complesse reazioni somatiche che possono portare ad una modificazione del substrato biologico (cioè dei cambiamenti come quelli a livello ormonale) dell’organismo, modificazione che risulta essere una potenziale causa di malattie. Il corto circuito tra questo meccanismo mente-corpo può essere “interrotto” attraverso la modifica dei sistemi di apprendimento più inconsci, che sono di più facile accesso quando si è in uno stato di trance ipnotica. La psicoterapia ipnotica è un processo di apprendimento per il paziente, una rieducazione in sintonia con il proprio profilo psicologico-esperienziale ed è volta a rinforzare le risorse e le capacità di adattamento e risposta allo stress proprie di ciascun individuo». La prevenzione, però, è la strategia più auspicabile, evitando che così un disagio o un problema possano ingigantirsi nel tempo: porsi obiettivi realistici, variare la routine, ritagliarsi delle pause (prendersi un break ogni tanto rende più lucidi e rigenera le energie), separare lavoro e vita privata, fare sport, che libera la mente e scarica lo stress, apprendere e praticare qualche tecnica di rilassamento.
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calda società
Jolie
Le focacce baresi per la e il caffè italiano per la Pfeiffer di Monica Setta
È
arrivata a Roma per l'anteprima europea di Maleficent e ha stupito tutti per la sua estrema semplicità. Angelina Jolie, incantevole in jeans e camicia candida, ha salutato la folla gelatinosa dei fans che la aspettavano composti davanti all'Auditorium della conciliazione dove lunedì scorso è andata in scena la kermesse by Tim vision. Ma prima di offrirsi ai fotografi e al bagno di ammiratori, la Jolie ha mangiato qualcosa nel privé. Nel menù italianissimo che era stato preparato anche per Michelle Pfeiffer c'erano a sorpresa anche le focacce baresi, a dimostrazione che il brand Puglia sta davvero spopolando nel jet set internazionale. Per Michelle, pelle levigata e occhi color carta da zucchero, c'era invece un italianissimo caffè napoletano preparato volutamente con una moka. Chissà se la diva lo ha davvero assaggiato visto che molti l'hanno osservata mentre assaggiava un po' di tutto senza mangiare una pietanza completa. D'altronde come si fa per restare in linea se non così? E aspettando la nuova edizione 2019 della Festa del cinema di Roma parata di stelle alla prima di Aladin al Brancaccio con Stefania Orlando e Rossella Brescia più tanti altri volti noti (vedi alla voce Lorella Cuccarini o Milena Miconi) . Per saperne di più seguiteci e tuffatevi nelle soft news di questo mese.
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michelle pfeiffer e angelina jolie, protagoniste di maleficent
Da Lorella a Rossella tutti da Aladin Aladin è il musical del momento e ha richiamato volti noti dello show biz. In prima fila ecco la sopra citata Lorella Cuccarini con la figlia, Marco Travaglio, Milena Miconi con il marito Mauro Graiani e le sue figliole, Stefania Orlando ed il marito Simone Gianlorenzi, Carolina Rey e Roberto Cipullo, Graziano Scarabicchi, Antonella Elia, Roberta Beta, Angela Melillo con Cesare
Un menù a forti tinte tricolori per le due star dell'ultimo film di casa Disney. Nel frattempo, sempre nella capitale, si inaugura il nuovo hotel di Rocco Forte alla presenza della sindaca. E Nunzia De Girolamo ha avviato una nuova carriera... San Mauro, Simona Branchetti, Alda d'Eusanio, Rossella Brescia. Ad accogliere i vip come sempre la splendida Silvia Signorelli ancor più bella con un taglio cortissimo e una mise easy chic. Tre ore di spettacolo si sono concluse con una standing ovation di 7 minuti. Menzione speciale al comico Sergio Friscia in effettivo stato di grazia. Virginia Raggi al de la ville Milletrecento ospiti poche sere fa hanno affollato il lussuoso Hotel de la vil-
a sinistra lorella cuccarini, sopra la sindaca di roma virginia raggi e sotto nunzia de girolamo
le appena ristrutturato nella versione di Rocco Forte per una delle feste rock piu belle della Roma social mondana. Atmosfera da mille e una notte tra musica champagne e una kermesse a più livelli per brindare all'inaugurazione di quello che si appresta a diventare l'albergo piu quotato tra i 5 stelle luxury della capitale. Aperitivo oper air, cena standing fra quinoa, pesce crudo e simpatica pizza alla mortadella per tanti ospiti accorsi a festeggiare Rocco e Aliai Forte. Ecco la sindaca Virginia Raggi con Sandra Carraro, Yvonne Sciò, la principessa Maria Pia Ruspoli e la figlia Giacinta, le giornaliste Cesara Buonamici e Simona Branchetti del tg5, l'autore della Vita in diretta Paolo Palmarocchi con la sceneggiatrice dei principali successi di fiction made in Italy Monica Rametta, Roberto e Anna d'Agostino, gli imprenditori Ettore Fortuna e Vincenzo Crimi. Crimi che è considerato uno degli uomini più ricchi di Roma era particolarmente elegante. Per tutti, dopo il dinner, drink nel privé Cielo al piano numero 6 con tappa al super attico per l'ultimo calice di champagne sotto le stelle di Roma by night. PROSIT. I pranzetti da Vito Dove si possono incontrare i vip a pranzo e a cena? A Roma esiste un solo locale dove il vip watching funziona. Stiamo parlando di Euclide il regno del ricco e bravo imprenditore pugliese Vito Tricarico dove le celebs si danno appuntamento anche per un aperitivo o un caffè. Da Barbara d'Urso a Francesco e Ilary Totti passando per Gianni Morandi, Andrea Carnevale, Stefania Orlando, Angela Melillo, Adriana Volpe o Nathalie Caldonazzo, a qualsiasi ora è un via vai di volti celebri fra il piano terra e il primo piano nobile del ristorante bar. Pochi giorni fa a pranzo ecco la splendida Nunzia de Girolamo. E qui ci scappa anche la notizia. Nunzia da gennaio condurrà Linea bianca su Rai 1.
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vetrina outfit
Se la moda si fa... utility L
a moda utility è uno dei trend più amati per la stagione invernale 2020! Ispirata alle uniformi da lavoro e alle classiche divise da cantiere con tanto di tasche e tasconi applicate dappertutto, è in prima linea tra le tendenze del nuovo fashion street style. Il segreto per indossare la moda utility dell'inverno 2020 sta nell'associarla sempre a pezzi ultra classici come camicie immacolate, bustier ultra femminili e cappotti cammello. Ecco un assaggio di outfit in stile Utility. Per la gallery completa e l’acquisto dei prodotti visita il sito www.bantoa.com
UTILITY MOOD Outfit in stile utility composto da playsuit, abbinata ad una cintura con applicazioni, stivaletti con tacco, giacca con tasche e borsa a tracolla. Completano il look gli orecchini a cerchio Outfit by: francy Giacca: Aspesi €163,00 su www.yoox.it Playsuit: Topshop €52,00 su www.yoox.it Cintura: Timberland €42,41 su www.spartoo.it Stivaletti: Cavallini €219,00 su www.yoox.it Borsa a mano: 8 BY YOOX €79,00 su www.yoox.it Orecchini: HELP REFUGEES €27,99
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in collaborazione con
LA TUTA DA MECCANICA Tuta rosata stile Utility, giubbotto in jeans con grandi tasche, stivaletti effetto serpente, secchiello e occhiali da sole in tinta. Outfit by: Pamela
LO STILE DIVENTA UTILITY L’utility jacket comoda e trendy con tasche ovunque per donne esigenti. Perfetta da abbinare a contrasto con il pizzo del vestito in jersey e i combat boots, il tutto finito dalla tracolla animalier. Outfit by: marigi
Tuta : Topshop €80,00 su www.yoox.it Giubbotto: Kaporal €62,30 su spartoo.it Stivaletto: Gianni Marra €162,00 su www.yoox.it Borsa secchiello: Lancaster €80,00 su bexit.it Occhiali da sole: Just Cavalli €30,39 su amazon.it
STILE UTILITY Pantalone cargo con tasche abbinato a contrasto con camicia bianca ricamata. Il rosso a contrasto sugli stivaletti, sulla borsa e sugli orecchini rendono il look davvero trendy! Outfit by: lamiavitadafashionvictim Pantalone: 8 BY YOOX €99,00 su www.yoox.it Camicia: Oodji Ultra €21,10 su www.amazon.it Borsa a tracolla: Furla €206,50 su www.b-exit.it Stivaletti: Pittarello €50,00 su www.pittarello.com Orecchini: Joelle Bijoux €29,40 su www.spartoo.it
Jacked: Relish €109,00 su www.yoox.it Stivali: Gioseppo €125,00 su www.yoox.it Borsa tracolla: Laura Di Maggio €61,00 su www.yoox.it Vestito: Semicouture €92,00 su www.yoox.it Borsa a mano taglia media: O BAG €59,00 su www.yoox.it Orecchini: Dsquared2 €55,00 su www.yoox.it
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beauty di Francesca Frediani
Occhi seducenti? Yes we can! Con le
tecniche per ciglia e sopracciglia I
Alessia Morelli: nasce a Roma nel 1989. Dopo il diploma di estetista, si specializza in dermopigmentazione e diventa specialista in
Microblading e Laminazione Ciglia. Dal 2019 è Master nella tecnica della laminazione delle ciglia con Sistema Kerafill presso l’Accademia Helen Eyes Concept di Roma. Tra le passioni? Il volo! Nel gruppo di amici è infatti soprannominata “l’estetista volante” grazie alle sue capacità tecniche e l’acquisizione del brevetto di pilota VDS con
tecniche di
abilitazione al pilotaggio di aereo
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nostri occhi parlano, seducono, incantano. Uno sguardo intenso è l'arma di conquista più efficace. Ecco perché merita una cornice che lo valorizzi. Ciglia folte e vellutate, sopracciglia ben disegnate regalano personalità e carattere a tutto il viso. Lo sapevano anche le donne, e gli uomini, raffigurati negli antichi affreschi. Nel corso dei secoli sono cambiate le mode e di conseguenza la forma e lo spessore delle sopracciglia. Quello che si cerca oggi è naturalezza. Sì all’effetto ordinato e curato, perfettamente in armonia con la forma e i contorni del viso. Ma quali sono le nuove tecniche che permettono di raggiungere questo obiettivo? Ne abbiamo parlato con Alessia Morelli che, dopo il diploma di estetista e anni di lavoro e approfondimenti sulla pelle, ha voluto specializzarsi in dermopigmentazione delle sopracciglia attraverso le tecniche di Microblading e Laminazione Ciglia. Cos’è la tecnica di Microblading? Parliamo di infoltimento di sopracciglia e avviene mediante una leggera incisione della pelle (attraverso uno strumento che può avere lame diverse a seconda della forma e curvatura che si vuole dare alle sopracciglia), nella quale viene poi inserito un pigmento colorato. I colori del pigmento verranno scelti in base al colore naturale delle sopracciglia e del risultato che si vuole raggiungere. Mentre se sentiamo parlare di Powder Brows di cosa si tratta? A differenza del microblanding, che viene sempre eseguito manualmente, il Powder Brows sfrutta la sfumatura o l’ombreggiatura. Si crea un vero e proprio effetto tridimensionale (ovvero più intenso verso la coda e meno intenso verso l’inizio del sopracciglio). Il Powder Brows è “picchiettato” mentre il Microblading avviene per incisione, si può effettuare anche con uno speciale dermografo utilizzato per il tatuaggio del trucco semipermanente. Nulla vieta però di mischiare le due tecniche
Microblanding, laminazione, tatuaggio permanente. Ecco quali sono le differenze e cosa è meglio per i tuoi occhi?
E se vuoi ottenere un effetto simile all’utilizzo delle tecniche del microblading e delle ciglia laminate, anche solo per un giorno, ecco alcuni cosmetici che fanno al caso tuo: 1) APOT.CARE PARIS: Si chiamano Optilash, Optibrow e Opticare e sono tre prodotti specifici per le ciglia. Il primo è un siero notte intensificatore ciglia e sopracciglia che agisce in soli 28 giorni (+ 66%). Optibrow è un siero rinforzante che modella e ridefinisce ciglia e sopracciglia rade, sfoltite o irregolari (sempre in 28 giorni). Opticare è un balsamo complementare ai due sieri. I due sieri vengono venduti a €39,00, mentre il balsamo a €29,00 (prezzi consigliati). www.aquacosmetics.com/ apotcare/
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per creare un effetto combinato. Quanto dura la prima seduta? E dopo quanto tempo si può effettuare il ritocco finale? Considerando che c’è una prima fase di studio delle sopracciglia che è fondamentale per valutare insieme alla cliente il risultato che si vuole raggiungere, il trattamento può durare anche 2 ore e 30 circa. Per il ritocco suggerisco di attendere dai 40 ai 60 giorni al massimo per permettere alla pelle di cicatrizzarsi dopo il primo trattamento. Quanto tempo dura il trattamento e quanto costa? La durata può variare dai 10 ai 12 mesi indicativi. Per il costo dipende ovviamente da tanti fattori, anche dal centro dove lo si effettua. Una media indicativa potrebbe essere dai 400 ai 600 euro, compreso il ritocco. Chi può effettuare questi trattamenti? È importante affidarsi solo a persone che possiedono un abilitazione regionale e sono dermopigmentisti (non tatuatori o semplici estetisti). Raccontaci cos’è la laminazione delle ciglia della quale sei anche Master. Va a sostituire l’uso delle ciglia finte (o extension ciliare) senza però l’utilizzo di posticci, ma riprendendo la loro lunghezza naturale. In pratica vengono inseriti dei mini bigodini in silicone tra le ciglia (un po’ come avviene quando si effettua una permanente) che le separano e permettono di guadagnare così
2) DEBORAH MILANO Colore pieno a tenuta estrema 24ORE Brown Marker dona l’effetto microblanding. La punta a tre estremità consente di pettinare le sopracciglia per un look da naturale a intenso. Disponibile in 4 tonalità. €11,50. 24ORE Brown Mascara colorato per pettinare, riempire e fissare le sopracciglia. La sua texture in gel consente di modulare l’effetto finale; lo scovolino di precisione lavora per modellare e infoltire anche le sopracciglia più difficili. Disponibile in 2 tonalità a €11,50. www.deborahmilano.com 3) ANASTASIA BEVERLY HILLS DIPBROW® Gel per sopracciglia, ad alta densità di pigmenti, è realizzato con una formula waterproof a lunga durata per creare sopracciglia più folte e definite. Riempie le sopracciglia e offre una copertura completa e un colore pieno. La speciale formulazione permette di aderire ai peli per creare un effetto infoltente e, dopo essersi asciugata, dona un impeccabile look opaco. Disponibile in 11 diverse tonalità è venduto a € 26,50 www. sephora.it
millimetri preziosi. Io utilizzo un sistema, per questo ho conseguito il titolo di Master, che si chiama Kerafill a base di cellule staminali, cheratina e acido ialuronico che, penetrando fino al cuore interno della ciglia, ricaricano con blocchi cheratinici tutti gli spazi, volumizzando e ispessendo in modo del tutto naturale ogni singolo ciglio. È un trattamento consigliato per rinforzare, risanare e nutrire la ciglia naturale. Eventuali controindicazioni? Con questa tecnica direi proprio di no. È sconsigliato solo a chi è fortemente allergico al nickel ma, in questo caso, si intendono solo le persone che non possono nemmeno truccarsi. Naturalmente, quando si deve trattare la palpebra bisogna fare molta attenzione. La zona degli occhi, infatti, è ricca di centrature nervose che, in caso di irritazione o di semplice lacrimazione, rischiano di far migrare il pigmento all’interno del condotto lacrimale, rischiando così di provocare delle macchie scure e altri danni permanenti. Quanto dura il trattamento di laminazione delle ciglia? All’incirca 1 ora e 30 minuti (tutto compreso) e il costo varia dai 60/70 eurofino ai 90 €euro circa, poi potrebbe variare di città in città. Consiglio di ripetere il trattamento ogni 5/7 settimane proprio perché, lavorando a bassi volumi, oltre a non danneggiare le ciglia, non dura tantissimo tempo.
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lifestyle
motori
a cura di Franco Oppedisano
Bella, cara e misteriosissima In una parola:
McLaren
viene detta spigolo”. Lo dicevamo che c’è del mistero intorno a quest’auto. Anche se concepita più per una guida su strada che per correre in pista, questo nuovo modello verrà costruito, secondo stile della fabbrica inglese, in fibra di carbonio, il che renderà la vettura la più leggera mai prodotta da McLaren Automotive e verrà equipaggiata da una variante del propulsore V8 bi-turbo attualmente impiegato sulla McLaren Senna per garantire prestazioni da brivido. Il prezzo, come del resto il nome della nuova supercar, non è stato ancora rivelato, ma si poMassimo riserbo dal quartier generale di Woking. Per sizionerà nell’ampia forbice che va dalle ora si sa soltanto che avrà porte "diedrali basse". Sì, ma 750 mila sterline della McLaren Senna ai 2,1 milioni di sterline della Speedtail, che significa? L'unica certezza è che sarà una fuoriserie mentre il debutto è previsto il prossimo anno. «Lavoriamo alacremente» ha detto prodotta in pochissimi esemplari, come da tradizione Mike Flewitt, ceo di McLaren Automotive in attesa di raccogliere manifestazioni na sola foto, un comunicato stringato e una serata di interesse sulla nuova roadster da parte di potenziali compradi presentazione esclusiva e riservata ai soli clienti tori «per offrire ai nostri clienti un’esperienza di guida sempre della marca che partecipano al concorso d’eleganpiù coinvolgente e che li porti ad apprezzare i limiti sia su pista za di Pebble Beach in California. C’è un pizzico che su strada. I nostri due attuali modelli della gamma Ultidi mistero intorno a quella che sarà il prossimo nastro rosa mate Series, la Senna e la Speedtail, offrono dell’esperienze a Woking, nel centro di produzione di McLaren del Surrey. di guida ben distinte ed uniche. Questo nuovo modello che si Si sa che sarà una una roadster decapottabile a due posti che aggiunge all’Ultimate Series, sarà una roadster decapottabile, andrà ad aggiungersi alla gamma Ultimate Series, della quale che spingerà il piacere della guida su strada a dei nuovi livelli». fanno già parte i modelli P1, Senna e Speedtail. Si sa, anche, La roadster ancora senza nome fa parte della offensiva di proche verrà prodotta in soli 399 esemplari e avrà, si legge nella dotto che prevede 18 nuovi modelli Mclaren entro il 2024 e nota della casa automobilistica «le proporzioni classiche di una il raggiungimento di quota 6 mila vetture realizzate all’anno roadster, le linee sinuose ed eleganti e le porte diedrali basse». nello stabilimento di Woking, a cinquanta chilometri da LonNon andate a cercare su un vocabolario, come immaginavate dra. Lo scorso anno Mclaren ha realizzato 4.806 vetture e “driedrali” deriva da diedro, ma la cosa non ci aiuta. Il diedro, per raggiungere il nuovo obiettivo il costruttore britannico ha infatti, secondo il vocabolario, è “la porzione di spazio comannunciato investimenti pari a 1,2 miliardi di sterline entro il presa tra due semipiani aventi per origine la stessa retta, che 2025 dedicati a ricerca e sviluppo.
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Bosch e Daimler insieme per il parcheggio autonomo
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n piccolo passo per l’umanità, un grande passo avanti per i fautori della guida autonoma. Bosch
e Daimler, infatti, hanno ottenuto l'approvazione delle autorità competenti del Baden-Württemberg per un sistema di parcheggio autonomo senza la presenza a bordo del guidatore nel garage del Museo MercedesBenz di Stoccarda. Bosch fornisce l’infrastruttura, Daimler la tecnologia in auto e i veicoli per la prima volta al mondo parcheggiano da soli. Grazie all’Automated valet parking (in inglese, of course), i guidatori possono lasciare il veicolo all’ingresso del parcheggio e impartire all’auto, attraverso lo smartphone, il comando. Il veicolo si sposta quindi
torna autonomamente nel punto in cui era stato lasciato.
autonomamente nello spazio assegnato e parcheggia
Forse un risparmio di qualche minuto per gli automobilisti,
senza assistenza. Quando il conducente rientra in garage
Sicuramente un posto di lavoro in meno negli hotel di
può ritirare l’auto sempre tramite la app. Il veicolo, infatti,
lusso, nei locali di moda e naturalmente nei garage.
Seat pronta a usare i droni
Il nuovo test per i caschi
S
V
e
l’idea
dovesse
presidente per produzio-
olvo Cars ha stretto
il
ne e logistica SEAT, ha
cielo diventerebbe sicu-
sottolineato che «il volo
con Poc, marchio sve-
ramente più affollato. Lo
dei droni è il primo passo
dese del ramo sport e
stabilimento Seat di Mar-
verso la trasformazione
sicurezza, per realizzare i
torell ha infatti avviato un
della catena di fornitura
primi crash test al mondo
esperimento pilota (mai
nel
automobili-
che verificano la resisten-
fu più azzeccato il termi-
stico. La consegna con i
za dei caschi da biciclet-
prendere
piede,
settore
collaborazione
ri-
ta in caso di impatto con
un banco di prova, da cui
ricevere
voluzio-
automobili per incremen-
vengono lanciate, a velo-
compo-
nerà
la
tare la tutela dei ciclisti.
cità e angolazioni diverse,
nenti
da
logisti-
Le procedure di test at-
verso varie parti del cofa-
assem-
ca, poi-
tualmente in vigore per i
no di un’auto ferma per
blare nel-
ché
nel
caschi da bici sono piut-
realizzare svariate misu-
le proprie
caso
di
tosto rudimentali: i caschi
razioni.
auto
tra-
SEAT, ad
vengono fatti cadere da
I risultati della ricerca aiu-
mite
la
esem-
varie altezze su una su-
teranno Poc a progettare
pio,
ri-
perficie piana o inclinata,
caschi più sicuri e protet-
via drone dal centro logi-
durrà i tempi di consegna
senza però tenere conto
tivi in caso di scontro con
stico di Sesé ad Abrera.
dell'80%.
questa
degli impatti contro i vei-
auto e allo stesso tempo
Poco più di sei chilometri
innovazione stiamo raf-
coli. Nel corso dei crash
forniranno a Volvo infor-
di distanza che spesso
forzando l'Industria 4.0 e
test effettuati da Volvo,
mazioni preziose su que-
sono difficili da percorrere
diventeremo più efficienti,
i caschi da bici vengono
sto genere di incidenti,
per il traffico.
agili e competitivi, oltre
invece collocati su teste
utili per il progresso delle
che molto più sostenibili».
di manichini montate su
sue tecnologie.
ne)
droni
una
per
consegna
Christian
Vollmer,
vice-
Con
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consigli per gli acquisti
La rata? Con i nuovi pos oggi non...
è più un rebus
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i siete mai trovati nella sgradevole situazione di dover rinunciare a un oggetto che sognavate da tempo perché rappresenta una spesa troppo onerosa da sostenere? Vi è mai capitato di trovare il meccanismo delle rate decisamente poco conveniente, con interessi che si sommano e qualche costo di gestione nascosto che “spunta” all’improvviso, un po’ inatteso? La soluzione a tutto questo c’è e si chiama PagoDIL, una soluzione ideata da Cofidis - leader d’innovazione nel credito al consumo e nelle soluzioni per i pagamenti – che permette ai clienti - presso i partner convenzionati - di poter scegliere un pagamento dilazionato sicuro, veloce, senza interessi e altro costo aggiuntivo tramite una carta banco-
Cofidis ha lanciato una soluzione innovativa per i pagamenti: si fanno tramite bancomat o Postamat, ma vengono rimborsati a rate dal conto corrente
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di Luigi Da Lima
mat o Postamat su un pos di nuova concezione. Lo “SmartPos” di Cofidis, infatti, presenta una tecnologia innovativa che consente di migliorare la user experience sia per l’esercizio commerciale che per il cliente finale. E i risultati premiano l’azienda, che ha lanciato per prima questo servizio nel 2012 e che vede dati in costante crescita. Nel 2018 è stata registrata una crescita di PagoDIL pari al 56% rispetto al 2017 e i primi dati del 2019 evidenziano un ulteriore incremento del 40% rispetto all’anno precedente. Gli esercizi commerciali Per quanto riguarda i punti vendita convenzionati, l’adozione di questo strumento permette di velocizzare il processo di decisione e quindi di acquisto di un cliente trasformando un’intenzione in acquisto. Quindi permette ai dealer/partner di vendere di più, alzare lo scontrino medio con attività mirate di upselling e cross-selling. Magnifico, no? L’idea, infatti, di poter effettuare un acquisto tramite bancomat a rate e senza interessi invoglia i clienti finali a completare un acquisto che, in condizioni normali, sarebbe rimasto soltanto un bel sogno. Oggi sono più di 10.000 i punti vendita convenzionati e spaziano su tutti i settori del retail, da quelli più classici come l’elettronica, arredamento e complementi, odontoiatria e audioprotesi a quelli dove PagoDIL può fare la differenza come le attrezzature sportive, abbigliamento, accessori per bambini e gioielleria. La forza
del prodotto ideato da Cofidis è proprio questa: essere trasversale perché è studiato per i clienti e non per i settori come di solito ragiona il mondo del credito. I vantaggi per l’utente finale Il cliente vive una customer experience unica e coerente con quanto ha vissuto nel punto vendita anche al momento del pagamento. Può completare il suo acquisto pagando il prodotto/servizio in comode rate senza alcun tipo di costo aggiuntivo e con esito immediato, senza dover attendere l’approvazione del finanziamento. Una rivoluzione, se si pensa a come funziona il mondo del credito tradizionale. Ulteriore plus: non serve neanche mostrare la busta paga, l’approvazione avviene immediatamente da parte di Cofidis. I nuovi pos Ma come si presentano questi SmartPos di nuova concezione? Disponibili da un paio di mesi, questi strumenti hanno permesso di migliorare l’esperienza dell’utente, che ora ha a disposizione una tecnologia, fondata sul sistema operativo Android, che permette di rendere tutto più fluido e intuitivo. «Siamo certi – ci spiega il direttore generale di Cofidis Alessandro Borzacca – che i nostri partner apprezzeranno il nuovo SmartPos poiché oltre ad aumentare vendite e scontrino medio, permetterà loro di offrire ai clienti un’esperienza d’acquisto unica. Il nostro passato e il nostro presente sono caratterizzati dall’innovazione ma non possiamo mai dimenticare che la forza di Cofidis risiede nell’importanza dei partner e clienti come persone che animano la realtà del settore in cui operiamo e che costituiscono il nostro futuro». Chi è Cofidis Cofidis Italia, leader d’innovazione nel credito al consumo e nelle soluzioni per i pagamenti è un punto di riferimento
Gli esercizi commerciali convenzionati sono oltre 10mila, trasversali ai settori più disparati del retail. Con SmartPos i punti vendita aumentano lo scontrino medio per lo sviluppo degli esercizi commerciali e per la realizzazione dei propri clienti, si contraddistingue per un modello di business snello e innovativo e per prodotti unici per il mercato italiano. L’azienda è nata in Francia nel 1982 ed è arrivata nel nostro Paese nel 1996. La società, con sede a Milano e con 900 milioni di euro di volumi gestiti nel 2018, è riconosciuta come un player finanziario leader nella vendita a distanza e attraverso partnership con la distribuzione commerciale, banche e istituzioni finanziarie. Oggi con più di 10.000 partner retail ed i loro 35.000 punti vendita, con la collaborazione di oltre 500 filiali bancarie, oltre 1 milione di operazioni gestite nel 2018, la presenza di Cofidis è sempre più capillare e permette di offrire soluzioni sempre nuove alla clientela. Oltre all’ultimo nato PagoDIL, infatti, l’azienda ha diversi prodotti: un prestito personale che non prevede spese di apertura pratica, incasso rate e comunicazioni periodiche. Può essere concesso già entro 48 ore dal ricevimento della documentazione completa e il rimborso è previsto fino a 72 mesi. Un’altra soluzione è il credito ricaricabil, ovvero una sorta di “riserva” di denaro che, quando serve, può essere ottenuta sul proprio conto corrente con una semplice telefonata. La somma ricevuta viene rimborsata mese dopo mese, con una rata che andrà anche a ricaricare la riserva di denaro disponibile. Infine, la possibilità di poter contare sui servizi assicurativi, sia sul prestito che sugli infortuni, sviluppato in collaborazione con alcuni tra i più importanti player del comparto. Cofidis e lo sport Cofidis è da sempre vicino al mondo dello sport e delle competizioni. Il ciclismo, in primis, perché rappresenta i valori aziendali: è uno sport in cui è cruciale la determinazione. Nel 1996 nasce la squadra Cofidis, unico caso nel mondo del ciclismo dove proprietario e sponsor coincidono. Dal 2010 ha licenza per gareggiare nella seconda divisione del ciclismo mondiale. Nella storia del team i ciclisti Cofidis si sono aggiudicati numerose vittorie di tappa al Tour de France e alla Vuelta a España, oltre a diverse classiche come la Gand-Wevelgem 1997 con Philippe Gaumont e la Liegi-Bastogne-Liegi 1999 con Frank Vandenbroucke.
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(Non così) pochi, benedetti e subito
I finanziamenti conquistano l'Italia di Davide Schiavon
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l motorino elettrico (con tante grazie dal pianeta che soffoca) e il computer nuovo, la vacanza studio o quel regalo che i figli sognano da tanto. Ma anche ristrutturare casa, installare i pannelli solari, rifare l'impianto idraulico. Quale che sia la motivazione che spinge gli italiani a richiedere un prestito, c'è solo l'imbarazzo della scelta sui soggetti a cui rivolgersi. Sarà per questo che i finanziamenti a imprese e famiglie crescono a ritmi impressionanti, come stabilito nel recente rapporto realizzato da tre associazioni di categoria (Assifact, Assilea e Assofin), che analizza i dati relativi al 2018. Secondo l'analisi lo stock del credito specializzato (ovvero finanziamenti erogati anche da soggetti che non siano bancari) ha raggiunto i 497 miliardi di euro. Rispetto al 2017 la crescita è del 6,1%, maggiore di quella rilevata nel precedente
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Imprese e famiglie, per far fronte a spese e necessità varie sono sempre alla ricerca di nuovi fondi. Una marea di quasi 500 miliardi di impieghi che per un quinto è rivolto ai consumi. Ecco tutti i trend e i dati del settore rapporto. Una produzione di credito enorme, che rappresenta il 26,1% degli impieghi totali di banche e intermediari finanziari e il 9% del totale delle spese sostenute dalle famiglie italiane. Di questi 497 miliardi, infatti, il 72% è destinato alle famiglie e alle loro esigenze creditizie, mentre il 22,4% è appannaggio delle imprese. I circa 500 miliardi sono stati erogati al 68% da intermediari finanziari e banche specializzate, che dunque vengono di gran lunga preferite alle banche generaliste per questo tipo di operazioni. Nel mare magnum del credito specializzato, particolare importanza riveste il credito al consumo, ovvero tutte le attività destinate a persone fisiche o famiglie, che sostengano investimenti o spese correnti. Non sono inclusi i mutui, che rientrano dunque nel più vasto insieme del credito specializzato. Lo stock relativo al credito al consumo, infatti, ammonta – secondo un'analisi
di Confesercenti basata su dati di Banca d'Italia – a 96 miliardi di euro nel 2018. Dunque si tratta di un comparto cinque volte più contenuto rispetto al più generico credito specializzato. Eppure è questo mercato a far registrare una crescita ancora più marcata. Oltre 7 miliardi di euro in più rispetto al 2018, un segno positivo che si attesta all'8,8%. Aumentano soprattutto i mini finanziamenti, che gli italiani utilizzano per acquisti o per garantirsi un anno di palestra, un abbonamento al centro estetico. E i numeri, nelle statistiche dell'osservatorio Assofin, sono in ulteriore rialzo nel 2019. Paragonando i primi 6 mesi del 2018 ai primi sei mesi dell'anno in corso, crescono in misura considerevole sia il numero di operazioni che i flussi finanziati. A chi rivolgersi A livello giuridico, banche e finanziarie hanno le medesime autorizzazioni e gli stessi titoli per la cessione di credito a consumo. Il contratto che si stipula è, per il cliente, uguale nella forma. Cambiano alcuni parametri che, solitamente, possono far propendere nella scelta dell'istituto. Ad esempio, come è noto le finanziarie hanno spesso tempi più brevi per l'erogazione del prestito (quelli che vediamo reclamizzati sui volantini lasciati sulle automobili) oppure alcune offrono garanzia di erogazione anche a dispetto di una reputazione creditizia del richiedente non proprio cristallina (insolventi e protestati). Questo rischio maggiore si traduce chiaramente, per il cliente, in tassi più alti. È bene – lo affermano diversi operatori di categoria – dichiarare sempre la finalità del prestito. In questo modo, infatti, la banca o l'intermediatore finanziario potranno richiedere preventivi o giustificativi di spesa che faranno da garanzia, altrimenti la valutazione della pratica dipenderà dalla sola reputazione creditizia del cliente. Generalmente i tassi fissati dalle banche
I tassi fissati dalle banche generalmente sono più rigidi, mentre con le finanziarie è possibile concordarli in base alla somma richiesta e ai tempi di rimborso sono più rigidi, mentre quelli delle finanziarie possono variare a seconda del cliente e della somma richiesta. Vanno considerati poi i costi accessori, che talvolta per le finanziarie passano in secondo piano, mentre difficilmente per gli istituti bancari rappresentano una voce a cui è possibile rinunciare. In definitiva è bene valutare più offerte, sia da parte di banche che di intermediatori. La scelta dipende dalle esigenze di cliente, che può ricorrere però a validi strumenti di comparazione online per orientarsi nel mercato. Il mercato del credito al consumo ha subìto accelerazioni diverse di regione in regione. Al Nord Ovest e al Nord Est, ad esempio, la crescita si aggira intorno al 10%, un po' più lenta al centro, sostenuta ma con moderazione al Sud e sulle isole (7,3%). L'analisi regionale conferma la Lombardia al primo posto in classifica, con uno stock di 1,4 miliardi in un anno, il 20% dell'incremento nazionale. Seguono Lazio e Veneto che insieme assommano il medesimo stock della Lombardia. Le variazioni positive più basse si registrano in Valle d'Aosta, Molise e nelle province autonome di Trento e Bolzano.
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Mappa del credito Nel rapporto Mister Credit – realizzato partendo dai dati di informazioni creditizie Crif, Centrale Rischi d'Intermediazione Finanziaria – si evince l'indebitamento medio della popolazione italiana attraverso una fotografia della popolazione con crediti attivi. Ebbene, in Italia il 40% circa dei cittadini ha rate in corso. La rata media è di 344 euro mensili e l'indebitamento medio ammonta a 33mila euro. Non si tratta esclusivamente di credito al consumo ma lo studio include anche i mutui e i prestiti finalizzati. Per la precisione la popolazione italiana si indebita nella misura del 45,5% per prestiti finalizzati (l'acquisto di un'automobile, di una moto, di un abbonamento), nel 32,8% dei casi per prestiti personali e per il restante 21,7% i debiti sono frutto di un mutuo attivato per l'acquisto di una casa. I mille campanili È facilmente ipotizzabile quanto le differenze regionali, già marcate in troppi aspetti sociali, si evidenzino ancor di più paragonando le capacità finanziarie tra province settentrionali e meridionali. Sorprende il caso del Trentino Alto Adige, ad esempio: è questa l'unica regione capace di avere una piccola percentuale di popolazione indebitata (20%, la più bassa d'Italia) e al tempo stesso avere le rate mediamente più alte (430 euro pro capite) e l'indebitamento medio più alto (43.289 euro). Diametralmente opposte le situazioni della Sardegna e della Calabria. La prima regione ha la rata media pro capite più bassa d'Italia (285 euro), la seconda l'indebitamento medio più basso (21.848 euro), la metà del Trentino. Il primato per la percentuale di popolazione indebitata spetta alla Toscana, dove il 44,2% dei residenti maggiorenni ha rate da pagare a fine mese. Il Trentino torna nelle interessanti classifiche provinciali: la provincia di Bolzano ha infatti la popolazione italiana con la per-
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Se in Trentino c'è la rata media più alta d'Italia (508 euro) in Sardegna quasi metà della popolazione ha acceso un finanziamento. Il debito più basso? A Reggio Calabria centuale di indebitamento più bassa (18,5%) e al tempo stesso la rata media pro capite più alta d'Italia (508 euro). Quasi il doppio della rata media pro capite della popolazione della nuova provincia del Sud Sardegna (269 euro). Nell'isola sarda c'è anche la percentuale più alta di popolazione indebitata, quasi un residente maggiorenne su due nella provincia di Cagliari (49,1%). Lo stock di indebitamento medio per singola città, infine, vede come poli opposti Milano (52.216 euro) e Reggio Calabria (19.262 euro). Usi e consumi Ma come sono utilizzate queste cifre prese in prestito? Nel caso specifico del credito al consumo, bisogna rifarsi alle analisi generaliste di Abi e a più recenti studi di settore condotti da Facile.it. Secondo gli studi Abi il credito al consumo serve a soddisfare desideri di beni durevoli ma non strettamente necessari. Solitamente gli italiani non chiedono importi troppo alti: il 28% dei prestiti personali viene utilizzato per l'acquisto di auto e moto, il 26% per l'acquisto di elettrodomestici, il 14% per la ristrutturazione di immobili. Riferendoci ai dati Abi viene evidenziata una bassa percentuale di richieste di prestito per l'acquisto di computer (3%), e si segnala inoltre un 6% di domande per consolidamento
di debiti pregressi e un altro 6% per spese mediche. I prestiti accompagnano gli italiani nella buona e nella cattiva sorte. Da una recente analisi di Facile.it emerge che, solo nei primi 5 mesi del 2019, sono stati erogati 72 milioni di euro destinati a coprire spese legate alle vacanze. Lo studio è stato condotto tenendo conto delle oltre novantamila richieste di finanziamento pervenute ai due portali Facile.it e Prestiti.it. Si tratta di richieste che hanno come importo medio la somma di 5.290 euro. L'analisi conclude che si ricorre al prestito non più esclusivamente per la cosiddetta "vacanza della vita", magari in un luogo lontano e sognato a lungo, ma anche per viaggi a corto raggio. Se le richieste si abbassano (diminuisce infatti il numero di persone che chiedono più di diecimila euro per un viaggio), si allungano i piani di ammortamento, anche per cifre più esigue. E quando si tratta di viaggi si abbassa anche l'età media del richiedente tipo di un prestito, da 43 a 39 anni. Sono dati confermati anche dallo studio di SpeedVacanze, tour operator online. In questo caso i dati, aggiornati ad agosto, rivelano una complessiva richiesta di oltre 100 milioni di euro di finanziamenti che gli italiani hanno utilizzato per un viaggio. Una prassi che coinvolge sempre più persone, considerato che il trend è in aumento del 18% se si paragonano i dati a quelli del 2018. Una tendenza che può, per alcune fasce di reddito, diventare preoccupante se, di anno in anno, si ripete il finanziamento, ritrovandosi infine a pagare due o più rate al mese per vacanze di estati ormai lontane. Purtroppo non è sempre estate e talvolta i soldi servono anche a finanziare eventi spiacevoli. Sono, ad esempio, moltissimi – oltre 3 milioni - gli italiani che ricorrono al prestito per pagare cerimonie funebri. Lo rende noto uno studio di Facile.it in collaborazione con Norstat. Nell'analisi si evidenzia che il costo medio per la cerimonia è stato di poco superiore ai tremila euro, anche se le differenze sono cospicue tra le diverse regioni. La richiesta di un prestito per affrontare le spese del funerale è usanza soprattutto delle regioni meridionali (qui il 10% circa degli intervistati ha ottenuto un finanziamento per le spese funebri). Sorprende un dato su tutti: che a richiedere il finanziamento siano soprattutto giovani tra i 18 e i 24 anni, evidentemente investiti da un lutto improvviso di un parente, a cui non sono in grado di garan-
tire un funerale con le proprie forze economiche. Crescono anche le richieste di finanziamento finalizzate all'arredamento o alla ristrutturazione della propria abitazione. In particolare, citando ancora una volta Facile.it, un prestito personale su tre tra quelli richiesti nei primi mesi del 2019 serve per sostenere le spese di un arredamento o di una ristrutturazione. L'importo medio richiesto è di circa novemila euro per l'arredamento (da restituire in genere in 63 rate) o di diciottomila per la ristrutturazione (in questo caso il piano medio di rientro è composto da 79 rate). Anche in questo caso emergono le differenze territoriali. Le richieste di finanziamento per la ristrutturazione provengono soprattutto dal Sud Italia, da Calabria, Campania e Sicilia in particolare. Gli importi medi più alti richiesti sono invece stati registrati in Piemonte, Sardegna e Lombardia. Scenari Il settore del credito al consumo tenderà ancora a crescere, almeno stando a quanto riportato in un'analisi della società tedesca Roland Berger. In tutta Europa si stima una crescita del 5% entro il 2021. Parallelamente, si consoliderà la digitalizzazione del comparto: si stima che nei prossimi anni i contratti cartacei verranno progressivamente sostituiti da quelli online. Si ipotizza, inoltre, il ridimensionamento di alcuni tradizionali mercati di riferimento per chi ottiene il finanziamento. Ad esempio, per i millennials l'acquisto di un'automobile non sembrerebbe più uno dei desideri da soddisfare. I giovanissimi, infatti, preferiscono già oggi il noleggio a lungo termine. Ecco un bene durevole in meno a cui pensare. E chissà che questo nuovo concetto di proprietà "allargata" non possa diventare un nuovo paradigma creditizio. Ai posteri l'ardua sentenza...
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Enigmistica Orizzontali 1. Un famoso cattivo sconfitto da 007 8. Si usa contro il mal di testa 16. Quarantanove romani 17. Lo è il caffè senza zucchero 18. Il verbo più corto 19. Bagna la costa orientale della Gran Bretagna 21. Rivolgere contro 23. Il fiore spinoso per antonomasia 24. Sono “Nere” in una hit di Tiziano Ferro 25. Le immagini sacre degli ortodossi 26. Il topo francese 27. Un insalata dal sapore aspro e pepato 30. Adeguata all’impiego 31. Il cuore del rugbista 32. Una delle correnti di scambio internazionale 36. Asti sulle targhe
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38. La Negri poetessa 40. La mamma della bisnonna 41. A Roma c’è quella di Quinto 43. Il sentire leopardiano 45. Il celebre botanico svedese 47. Prendere, portare fuori 50. La ferrovia regionale parigina 51. Consacrarsi, dedicarsi con tutto il cuore 53. La capacità di chi usa la fantasia per dare vita a cose nuove 56. Il XXXII° quartiere di Roma 57. Ne è vittima chi è nervoso e irritabile d’umore 59. Un tipo di pera… che può guidare una comunità monastica 61. È l’ultima di sette sorelle 62. Il Marco Ulpio imperatore romano 64. La fine di Abu Graib 65. Abbigliamento tipico dei neonati
Il gusto di giocare
67. A volte può essere balzana 69. Le consonanti del team 70. Lo è un luogo distante da raggiungere 73. Il Renato con i sorcini 75. Un teatro tradizionale giapponese 76. Un altro nome dell’orsetto lavatore 77. Il vento che soffia a Trieste 78. Il Riccardo che cantava con i Pooh
Verticali 1. È ricordato come “L’eroe dei due mondi” 2. Un delitto che può essere premeditato 3. Nel trapezio c’è quello maggiore e quello minore 4. Oggetto volante radiocomandato 5. Il locale destinato ad accogliere gli ospiti occasionali 6. Voltarsi indietro 7. Messa in piedi, in posizione verticale
8. Il modello delle pile formato stilo 9. Il Ruotolo giornalista (iniz.) 10. Il leader argentino dei descamisados 11. I feticci tribali 12. Agli sconfitti si chiede quella incondizionata 13. La raganella arborea 14. Così è detto il figlio di nessuno 15. In epoca romana si chiamava Augusta Praetoria 16. Un mostro mitologico sconfitto da Ercole 19. Il mese delle idi fatali a Cesare 20. Si trova al vertice di una università 22. Uomini che danno prova di grande valore 28. Una Confederazione sindacale italiana 29. Per i romani è un tipo rozzo, arrogante e volgare 33. Un tipo di futuro 34. Taccagni e spilorci 35. Si dice di uno naturalmente predisposto verso qualcosa 37. Quelli “umanitari” sono un aiuto per i più deboli 39. Le usano gli esperti per indicare la qualità dei vini 41. In quella centrale dello stadio ci sono i posti migliori 42. Vengono perseguiti dalla legge 44. A teatro c’era quello “ex machina” 46. Il sodio in chimica 48. Rieti sulle targhe 49. Un film di James Cameron con grandiosi effetti speciali 52. Andata 53. Si usava per rendere lucidi i paraurti 54. Gracile, tenue 55. Una giocata del lotto 58. Molti sono stati dichiarati inutili 60. Il nome dell’indimenticato Jannacci 63. Un genere musicale molto di moda 66. Una marca di elettrodomestici 67. Contrapposto a out 68. Quello di petto esalta i cantanti lirici 71. Nota Bene 72. In fondo al manicotto 74. In mezzo all’orlo
Il Serpentone Inserire di seguito le risposte alle definizioni seguendo l’andamento dello schema. Alla fine, nelle caselle a fondo grigio, potrete leggere una battuta umoristica di ElleKappa.
1. Una famosa opera lirica di Puccini 2. Sono “Felici” quelli di una piece teatrale di Beckett 3 . Guida, incastro o anche…. cintura della tuta ginnica 4. Per professione riproducono dipinti e sculture 5. Come dire tutti, uno per uno, nessuno escluso
Rebus Frase 8,6,11
6. Due cose, due oggetti o… due scarpe 7. Lo sono gli impegni che non si possono rimandare 8. Il Fabrizio protagonista del gossip nazionale 9. Il cocktail inventato dal Giuseppe Cipriani 10. Il Gerry conduttore televisivo 11. Il colle prospicente la riva destra del Tevere 12. La parte anteriore di una nave o di una barca 13. La virtù di chi rifugge ogni forma d’orgoglio o di superbia 14. Posso essere anche a secco 15. La dea indiana dalle molte braccia 16. Proposizione matematica che si accetta per vera senza dimostrazione 17. Quello di Rodi era famoso per le sue dimensioni 18. Vino aromatico del Trentino 19. L’indimenticabile Abertone del cinema italiano 20. Un osservatore indiscreto… o una luce d’allarme 21. Quelli “di parole” fecero vincere Sanremo ai Jalisse
Rebus Frase 6,7,8
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enigmistica Sotto la neve
a cura di Gianfranco “Brambo” Brambati
Ci sono 17 piccole differenze tra l’immagine a sinistra e quella a destra. Riuscirete a individuarle tutte?
Ciak si gira Per ognuno dei film indicati inserire nello schema il nome del regista. Al termine, nelle caselle a fondo grigio, otterrete il titolo di un celebre film di Ridley Scott. 1. Schindler’s List 2. La Nave va 3. Blow-Up 4. Apollo 13 5. Io e Annie 6. Taxi Driver 7. Gravity 8. Il grande Lebowsky 9. Pulp Fiction 10. Gran Torino 11.\Miss Peregrine
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La parte in comune
A 1. Lo è una questione che merita attenzione 2. Dispositivi per deformare e piegare le lamiere 3. Le colonne basse e robuste per ormeggiare le navi 4. Le emana il parlamento e le applica la magistratura 5. Un classico fuoco d’artificio 6. Per gli sprinter sono importanti quelli di reazione 7. L’espressione vocale della musica 8. Il Lionel noto campione argentino
B
Trovare le 16 parole (di cinque lettere) e sistematele nelle colonne A e B. Inserite poi nella colonna colonna centrale una lettera che aggiunta alla fine della parola A e all’inizio della parola B le trasformi in altre due di senso compiuto. Queste lettere, prese nell’ordine, formeranno il titolo di un romanzo di A. Moravia.
Una mezza parola
1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.
Serve per suonare il sax e il clarinetto Si allevano quelli da seta Un bulbo con gli spicchi in cucina Una liturgia propria della chiesa cristiana Segue l’esame scritto La casa motociclistica di Mandello Lario A quelli che “volano” credono solo gli sciocchi 8. La musa della musica
Anagramma A quale film avrebbe voluto partecipare come protagonista questo nobiluomo?
Questa prestigiosa ditta ha regalato un libro a tutti i suoi clienti. Quale?
Inserire tra le parole di ogni riga una o più lettere che, sia lette di seguito alla prima che davanti alla seconda, formino un’altrap arola di senso compiuto. Le lettere inserite, formeranno alla fine il titolo di un romanzo di Arthur Conan Doyle della serie che ha come protagonista Sherlock Holmes.
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LE RAGIONI DEL GOSSIP
a cura di Monica Setta
La California d’Italia è più “in” della Costa Azzurra E diventa meta di incursioni anche fuori stagione Per i vip dello spettacolo il buen retiro è nel Salento. E se, come i coniugi Beckham, c’è chi si accontenta di una vacanza, sono in molti a metter su casa (o trulli). Come Raoul Bova con Rocio Munoz, ma anche Bianca Guaccero
L’
acquedotto pugliese festeggia i primi cento anni e
mondo. Talentuoso e geniale, Niko incrocia i sapori della sua
per l’occasione chiama a raccolta i bei nomi dello
terra alle sperimentazioni piu ardite colte nei suoi numerosi
show biz ad una serie di eventi ideati dal dinamico
viaggi intorno al mondo con la moglie Maria Rosito ex mannequin
Vito Palumbo, capo della comunicazione dell’ente
di alta moda e i figli Mario e Isabel. La sua ultima trovata è il dolce
diretto dal geniale Simone Dicagno Abbrescia. Il 18 ottobre
con lo schizzo d’autore che viene “creato” direttamente sulla
prima di uno spettacolo teatrale che porta in scena una piece
tavola da lui e dalla sua brigata di pasticceri. Lo hanno provato
dello stesso Palumbo con la splendida Anna Galiena mentre il 4
in tanti. Da Matteo Salvini con la fidanzata Francesca Verdini a
dicembre scende in campo il
Francesco Totti e Ilary Blasi
fuoriclasse Philippe Daverio
passando per Sofia Milos.
che chiude la prima parte di
Nella struttura a 4 stelle di
una kermesse che si snoda
Marinagri gestita la scorsa
per tutto il 2020. Al centro
estate da Sinisgalli proprio
della riflessione che diventa
in Basilicata ha trascorso
poi pretesto per una serie
le sue vacanze top secret
di eventi social mondani,
anche Pamela Prati che si è
il ruolo dell’acquedotto in
innamorata del mare lucano.
una regione come la Puglia,
E sono molti i vip che cercano
che è stata già ribattezzata
casa in Puglia o in Lucania.
dal mitico Franco Tatò la
Bianca Guaccero, bellissima
California d’Italia. Ruolo
conduttrice di “Detto, fatto”
centrale, strategico per
su Rai 2 sta per comprare un
uno sviluppo sempre più
trullo in valle d’Itria a pochi
mirato cioè su target. E che
passi dalla masseria - appena
la Puglia sia uno dei brand
ristrutturata - di Raoul Bova e
più quotati del momento
della compagna Rocio Munoz.
insieme alla Basilicata, lo
Si sono innamorati dell’alto
dimostrano le iniziative
Salento David e Victoria
che si moltiplicano anche in questo autunno ossia
IN SENSO ORARIO: ALBANO CARRISI, ILARY BLASI, RAOUL BOVA E VICTORIA BECKHAM
Beckham che quando sono in zona non perdono un
dopo un’estate di grandi numeri e presenze vip. Tania Missoni e
assaggio di mare nella lussuosa spiaggia di Capitolo dominata
Albano si sono visti proprio nei primi giorni di ottobre a Cellino
dalla Peschiera di Andrea Sabato recentemente premiato per
San Marco per discutere di nuovi progetti mentre la regina della
la miglior prima colazione con l’altra struttura da lui gestita Il
moda mondiale con natali baresi si era ritagliata una vacanza
Melograno di Monopoli. Il dato fondamentale è che queste terre
al mare di Torrecanne. Tania sta sviluppando la sua magnifica
sono riuscite ad invertire la tendenza. Non ci si va solo d’estate
Tenuta del Lauro nell’agro di Locorotondo dove arrivano Gianni
ma soprattutto fuori stagione. Ci sono da visitare vere e proprie
Morandi, Ornella Vanoni, Biagio Antonacci oltre alle amiche di
meraviglie e le strutture alberghiere sono sempre più attraenti.
sempre come Loredana Divella o Loredana Lecciso. A Matera,
Molti vip scelgono addirittura i piccoli hotel ricavati nella roccia
invece, spopola Niko Sinisgalli lo chef stellato nato a Scanzano
più economici ed ecologici. È la svolta green bellezze, come
Jonico che è diventato ambasciatore della cucina lucana nel
possiamo dar loro torto?
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presticasa Il pezzo che mancava al tasso che cercavi
Tan dal 3,90 %
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