Edizione Speciale per la flotta Grimaldi Lines
Dietro gli occhiali tutto
Coverstory
food&travel La festa del cous cous La settimana della moda I borghi più belli d’Italia La Costa Azzurra più esclusiva
Gli “shades” sono ormai parte integrante dello stile. C’è chi li ha portati sulle piste di Formula Uno come la bellunese Police, che li ha resi un accessorio da podio. Con il cinque volte campione del mondo Lewis Hamilton
lifestyle Un look totalmente black&white scelto per voi da Bantoa, community online dedicata agli appassionati di moda e shopping
www.policelifestyle.com
l'editoriale dell'OSPITE
Libera,
consapevole e senza catene: ecco
CHI È paolo borrometi è un giornalista e scrittore. nato a modica nel
1983,
è direttore e fondatore
la Sicilia che ho in mente
de la spia e collaboratore dell'agi
di Paolo Borrometi
N
on è difficile immaginare la Sicilia che sogno: è una terra libera da qualsiasi catena di compromesso. Non importa di che tipo sia questo patto nefasto, questo accordo con la parte più deteriore della civiltà della Trinacria. Siamo un popolo composto da cinque milioni di abitanti che per troppo è tempo è stato schiavo di un numero ridicolo di mafiosi: 7.000 persone – tanti sono i condannati in via definitiva – hanno potuto tenere in scacco un’intera regione. E perché? Perché la stragrande maggioranza dei siciliani ha pensato che il problema non la riguardasse da vicino, che l’indifferenza e la solitudine che hanno patito tutti i martiri che piangiamo ogni anno, percuotendoci con violenza il petto, non fosse un vero problema. E invece li abbiamo lasciati soli. Faccio due nomi su tutti, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, solo perché quelli più mediaticamente esposti, ma anche loro vittime innocenti di un isolamento che riguarda tutti i siciliani. Noi non abbiamo bisogno di eroi, ma di cittadini pronti a fare il loro dovere e soprattutto disposti a scegliere da che parte stare. Perché l’importante è la chiarezza: poi si può anche decidere di sedersi dalla parte sbagliata della storia. Ma non sono, non siamo più disposti a tollerare le persone che dicono “non lo sapevo”. Per questo ho scelto di fare il giornalista, perché nel 2019 non è più tollerabile che non si conoscano per intero le vicende che ci riguardano da vicino. Ma per me la Sicilia non è solo mafia e coscienze da destare, è anche il mare, l’odore dei campi appena tagliati, il profumo della frutta e della verdura che abbiamo la fortuna di poter mettere ogni giorno in tavola. Sono spesso, troppo spesso lontano dall’isola: ma quello che mi rimane sempre addosso, che non riesco
a cancellare, è anche il peso della nostra cultura, degli Sciascia, dei Camilleri e dei Pirandello. La Sicilia, la mia Sicilia è una donna che non si smetterebbe di amare mai. Infine, questa regione è anche la terra giusta per far germogliare e sviluppare i sogni. Sembra una frase fatta, sembra una prospettiva irrealizzabile ma è davvero così, a patto che si impari a prendersi cura dei giovani. Per troppo tempo abbiamo detto loro che erano il futuro e li abbiamo allontanati dalle loro responsabilità del presente, dell’oggi che deve essere vissuto. Bisogna continuare a sognare, ma anche trovare il modo di realizzare i propri de-
La Sicilia non è solo mafia, è il mare, il profumo dei campi, la cultura. È una donna che non si smette di amare sideri. Questa terra non può più permettersi di perdere le teste migliori e rimanere ostaggio dei peggiori. Dobbiamo invertire la tendenza, anche perché i più brillanti vanno all’estero e iniziano a primeggiare, lasciandoci colmi di rimpianti. C’è spazio anche per diventare giornalisti, in Sicilia, nonostante articoli pagati tre euro lordi, nonostante la paura di restare con un pugno di mosche in mano. È un mestiere difficile che deve avere un ruolo nel destare le coscienze. Ma detesto la definizione di giornalista anti-mafia. Esiste un solo giornalista: quello che racconta i fatti.
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appuntamenti 7 –20 settembre
Anima Mundi Diciannovesima edizione della rassegna, frutto dell’idea artistica del Maestro Giuseppe Sinopoli, interamente dedicata alla musica sacra. Anima Mundi si è sviluppata grazie al fecondo contributo del Direttore Artistico, il Maestro Sergio Sablich, scomparso nel 2005, fino a diventare un appuntamento consolidato tra i più importanti e prestigiosi del genere a livello nazionale. Dalla sesta edizione 2006 il nuovo direttore artistico di Anima Mundi è stato Sir John Eliot Gardiner, che con le sue scelte ha rafforzato considerevolmente lo straordinario rapporto tra la musica e l’architettura che la ospita. Dallo scorso
anno, infine, la direzione artistica è stata affidata al maestro Daniel Harding. La rassegna, che comprende 7 concerti tenuti nelle incomparabili cornici della Cattedrale e del Camposanto, sarà in programma quest’anno dal 7 al 20 settembre. Sarà proprio Harding a dirigere il concerto inaugurale, con la magnifica Orchestra della Radio svedese accompagnata dal Coro, riconosciuto universalmente fra i migliori del mondo. Sette i concerti in programma, alternati come sempre nella cornice suggestiva e preziosa della Cattedrale e del Camposanto. Protagonisti di questa edizione saranno straordinari interpreti della musica sacra come Monteverdi, Brahms, Vivaldi e Händel. L’ingresso ai concerti della rassegna di
musica sacra Anima Mundi è gratuito con biglietto. La prenotazione dei tagliandi per i concerti in programma può essere effettuata solo online su www.vivaticket.it a partire da martedì 4 settembre alle ore 10:00, fino a esaurimento dei posti disponibili e comunque fino alle 18 del giorno stesso.
Pisa
dal 07 settembre
Autunno in Barbagia Autunno in Barbagia è una vetrina promozionale dell’interno della Sardegna, custode di saperi e sapori di indiscusso valore, volta a promuovere le eccellenze produttive e le tradizioni materiali e immateriali dei popoli che vi abitano. All’interno di questa vetrina diventano sinergiche le occasioni esperienziali: vedere come si produce un formaggio, assaggiarlo e poi poterlo acquistare, piace davvero a tutti. La Camera di Commercio e la sua Azienda Speciale ASPEN da sempre si occupano del coordinamento e della gestione del circuito.
Località varie
20 – 29 settembre
Cous cous fest Il ricco palinsesto del Cous Cous Fest 2019, viaggio del gusto e delle tradizioni, prevede diversi show cooking con alcuni dei volti più noti del panorama culinario italiano, tra cui lo chef siciliano Filippo Lamantia e la food blogger Chiara Maci - che condurrà un laboratorio dedicato agli ospiti più piccoli -, il volto di Gambero Rosso Channel Giorgione Barchiesi e uno dei protagonisti della Prova del Cuoco di Rai 1 Sergio Barzetti. Ma il vero evento clou della kermesse è il Cous Cous Fest World Championship, la più importante gara gastronomica internazionale dedicata a questa pietanza. Il servizio completo sulla manifestazione a pagina 32.
San Vito lo Capo (Tp)
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28 – 30 settembre
Sagra del pistacchio di Bronte Compleanno speciale, il trentesimo, per l’appuntamento dedicato a uno dei prodotti più tipici della Sicilia, appunto il pistacchio. A farla da padrone saranno quindi i piatti dolci e salati. A fianco ad autentici capolavori della tavola come il gelato e l’osannatissima torta, per far aumentare l’acquolina in bocca a chi ci legge possiamo anche annoverare dei primi e dei secondi piatti. Ad esempio, nel caso del pesto, che può essere mangiato con un buon piatto di pasta (meglio se penne). O, ancora la particolare salsiccia, in cui questo frutto viene inserito dando vita a un piatto che, dopo un periodo di “perplessità” è ora uno dei prodotti più richiesti.
Bronte (CT)
7 settembre
Visite guidate alla villa di Puccini Finita di costruire nel 1921, su progetto dell’architetto Vincenzo Pilotti e dell’ingegnere Federigo Severini, la villa presenta un raro esempio di giardino liberty caratterizzato da camminamenti in cotto e fioriere in pietra chiara. I principali elementi vegetali presenti nel giardino, risalenti all’epoca della costruzione della villa, sono una cortina di leccio, una siepe mista di pittosforo e di alloro, pini domestici, di circa 110 anni. Per il 7 settembre sono previsti cinque orari possibili per le visite. Numero massimo di posti per gruppo: 15.
Viareggio
8 settembre
Festa della Madonna del Rimedio Torna, come ogni anno, il tradizionale appuntamento con la Festa della Madonna del Rimedio in varie località della Sardegna, fra cui Oristano, Siapiccia, Giba, Orosei, Tinnura. A Oristano le celebrazione religiose iniziano con la novena e vivono il momento culminante l’8 settembre, quando le messe si succedono per tutta la giornata per far fronte alle richieste delle migliaia di fedeli che
arrivano da tutta l’isola. A Siapiccia i festeggiamenti hanno inizio il 29 agosto con la novena presso il piccolo santuario campestre, mentre il pomeriggio del 7 settembre, giorno della vigilia, si svolge “Sa Cursa de is tres Pandelas”, manifestazione equestre cui partecipano numerosi cavalieri. Subito dopo vengono celebrati i vespri e la messa in onore della Vergine e,
infine, prende il via la processione che accompagna il simulacro della Madonna lungo le vie del paese. Ad Orosei la Madonna del Rimedio è oggetto di profonda venerazione, come testimoniano i numerosissimi ex-voto conservati nel santuario a Lei dedicato. Questo sorgeva un tempo in aperta campagna, mentre oggi è stato raggiunto dall’abitato. È costituito da un grande recinto circolare di 87 cumbessias, al cui interno sorge la Chiesa, considerata un rifacimento tardo ottocentesco di un edificio più piccolo databile alla metà del XVII secolo. La festa si svolge la seconda domenica di settembre ed è preceduta dalla novena.
Località varie
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sommario COVERSTORY
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Tra fascino e protezione: mai più senza occhiali da sole Icona di stile dagli anni '40, oggi sono oggetto di culto tra i vip
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Due generazioni, una vision: i brand della famiglia De Rigo Una coppia al timone e i figli a supporto: una family company
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Vetrina dei prodotti Lozza L'irresistibile leggerezza dello stile applicata a montature sottili
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Vetrina dei prodotti Police Uno sguardo su prodotti iconici come Firefly, Origins e Coupe
24 Vetrina dei prodotti Sting Modelli oversize o coloratissimi con un pizzico di anni '80
FOOD&TRAVEL
28 Antonio Mellino, lo chef "antisnob" che piace ai vip mondiali Due stelle Michelin, un locale appena aperto in Costa Smeralda
32 Mozzarella: questa "bufala" vale oltre un miliardo di euro Una prelibatezza campana e laziale che dà lavoro a 11.000 persone
34 Cous Cous Fest edizione 2019: la Sicilia è... bedda e buona Un piatto povero protagonista della festa che si terrà a San Vito Lo Capo
36 Erice, la montagna incantata che domina la Sicilia occidentale Un viaggio nei miti e nei sapori di un territorio che regala grandi sorprese
39 A due passi dal Naviglio è nata una Cantina Urbana Un esperimento mai visto in Italia che porta la pigiatura in un cortile
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42 Quadrilatero della moda: ecco il quartiere più invidiato A due passi dal Duomo, coesistono botteghe storiche e griffe di lusso
46 I Castelli: fuori da Roma ma dentro il cuore dei turisti Siti archeologici unici e itinerari gastronomici d'eccellenza
50 Borghi d'Italia: quando piccolo fa rima con bello e unico Riflettori puntati sui centri con meno di 5.000 abitanti
58 Toscana, regno del gusto e terra di storia secolare Pane, dolci, vini e carne assumono sapori e colori senza tempo
62 Viaggio alla scoperta della Costa Azzurra dei super-vip Una guida ragionata a tutti i luoghi più irraggiungibili e più in voga
www.ansuini.it
ansuini.official
sommario
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Edizione speciale per Grimaldi Lines
Allegato alla LaFreccia, mensile di bordo di Frecciarossa-Trenitalia
LIFESTYLE
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Outlet experience: i villaggi della moda che non conoscono crisi La ricetta è semplice: un'offerta che va ben al di là di un capo firmato scontato
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Coordinamento Marco Scotti In redazione Marina Marinetti (caporedattore), Marco Muffato, Davide Passoni, Riccardo Venturi Hanno collaborato Antonella Aquaro, Paola Belli, Gianfranco Brambati, Stella Carta, Francesca Frediani, Rosalia Imperato, Riccardo Lagorio, Francesco Megna, Franco Oppedisano, Vincenzo Petraglia, Beatrice Portinari, Luigi Pulci, Monica Setta, Maria Grazia Tornisiello, Chiara Volontè
Ritorno a scuola tra social, tecnologia e genitori onnipresenti A tu per tu con lo psichiatra Paolo Crepet per capire le sfide del nuovo anno Matrimoni, figli e tradimenti: è l'estate caldissima dei vip I bene informati dicono che perfino Barbara D'Urso sia vittima di Cupido
Grafica e impaginazione Raffaela Jada Gobbi, Liliana Nori
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Un look minimal e black&white per un back to work come si deve Gli outfit selezionati da Bantoa con le indicazioni dei prezzi e i marketplace
80 Dopo un'estate bollente, il nostro corpo ha bisogno di acqua Tutti i prodotti più adatti per reidratare la pelle bruciata dal sole e dal sale
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Direttore responsabile Sergio Luciano
Le nuove tendenze e i modelli più esclusivi nella vetrina motori Auto senza prezzo, equipaggiamenti on demand, nuove criptovalute e sostenibilità
88 Il bilancio di Grimaldi è in crescita e guarda con attenzione all'ambiente Tutti i principali indicatori sono in rialzo, mentre si riducono le emissioni di gas
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90 Joyner: l'intrattenimento è diventata una "cosa seria" Un professionista nel dispensare gioia. Così Samarcanda trasforma le risorse
92 Mutui, tutte le istruzioni per comprare la casa giusta Le età per richiedere un prestito e tutte le garanzie che servono
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Enigmistica Le ragioni del gossip
Segreteria di redazione Monia Manzoni Per la pubblicità su questa rivista commerciale@economymag.it Presidente e A.D. Giuseppe Caroccia Consiglieri Costantino Baldissara, Sergio Luciano Editore incaricato Domenico Marasco Casa editrice Economy s.r.l. Piazza Borromeo 1, 20123 Milano Tel. 02/89767777 Registrazione Tribunale di Milano n. 24 del 14/02/2019 Stampa Arti Grafiche Boccia Spa Via Tiberio Claudio Felice 7 84131 Salerno
FUMETTO ILLUSTRAZIONE GRAPHIC DESIGN ANIMAZIONE 3D ARTIST VIDEOGAME WEB DESIGN SCRITTURA SCENEGGIATURA FOTOGRAFIA DISEGNO BASE DISEGNO DAL VERO COMICS KIDS SOUND DESIGN MUSIC COMPOSITION
WWW.SCUOLACOMICS.COM BRESCIA | FIRENZE | GENOVA | MILANO | NAPOLI | PADOVA | PESCARA | REGGIO EMILIA | ROMA | TORINO
story
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COVERSTORY
Tra fascino e protezione mai piĂš senza
occhiali da sole
Se sono diventati un accessorio fashion, lo si deve al Gruppo De Rigo. Grazie al brand Lozza, con gli "Zilo" anni '40, che ancora oggi vanno a ruba, a marchi come Police e Sting, ma anche al licensing delle griffe d'alta moda di Paola Belli
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icono che il primo paio di occhiali da sole sia stato commissionato negli anni Trenta da un luogotenente dell'aviazione americana, tale John Arthur MacCready, amante dei viaggi in pallone aerostatico, dopo aver subito danni alla vista nel corso di una traversata dell'Atlantico. Ma pare che giĂ gli Inuit usassero rudimentali lastre di legno o di avorio di tricheco, munite di una feritoria, per proteggere la vista dai raggi del sole. Nerone, invece, si era dotato di un paio di occhiali con lenti di smeraldo per assistere alle lotte dei gladiatori quando la luce era abbagliante. E nel XII secolo, in Cina, i giudici indossava5 no occhiali con lenti di quarzo grigio per nascondere alla vista
degli imputati le proprie emozioni. Oggi non servono più scuse, per indossare un paio di occhiali da sole: per proteggere la vista, certo, ma anche per avere più carisma ("e sintomatico mistero", come dice la canzone di Battiato). E per attirare gli sguardi. In Italia si deve al gruppo De Rigo, negli anni Ottanta, la rivoluzione del sole. L'azienda fondata da Ennio De Rigo col fratello Walter nel 1978 a Limana, nel bellunese, una piccola realtà artigianale di produzione di occhialeria conto terzi, la Charme Lunettes, in questi 41 anni è diventata grande, grandissima. Oggi il Gruppo De Rigo è tra i leader mondiali nel design, nella produzione e nella distribuzione di occhiali high-end di alta qualità, e tra i più importanti retailer nel campo dell'ottica internazionale. Distribuisce in un’ottantina di nazioni, avvalendosi di 16 filiali commerciali e 100 di-
Lozza, una storia di eccellenza nata nel 1878 La storia racconta che Giovanni Lozza e i fratelli Frescura, nativi del Cadore, abbiano dato vita al marchio Lozza iniziando a costruire i primi modelli di occhiali con i materiali disponibili nella valle e nella vicina Venezia. Era il 1878 e Lozza sarebbe diventata uno tra i più interessanti fenomeni industriali italiani che sin dall’inizio ha saputo distinguersi per creatività, qualità ed eccellenza ma anche per l’attenzione riservata all’ambiente di lavoro e alle persone già nei primi anni ’20. Tra i fattori che hanno decretato il successo della Lozza c’è il primato nell’utilizzo della celluloide, materiale plastico all’avanguardia derivato dalla cellulosa, il design senza tempo dei suoi prodotti, l’utilizzo di macchinari progettati per ridurre al minimo
Nata nel Cadore quarant'anni fa, De Rigo ha acquisito Lozza e oggi distribuisce in un'ottantina di nazioni
gli infortuni degli addetti, l’idea di riutilizzare gli scarti di produzione per la fabbricazione di altri oggetti, come per esempio i bottoni. Un successo esemplare, che nel corso degli anni è stato premiato con riconoscimenti internazionali e onorificenze al merito per il lavoro svolto e l’esempio imprenditoriale diffuso in tutto il mondo. Nel 1983, De Rigo acquisisce Lozza: scegliendo di portare nel proprio portfolio questo brand iconico nel settore
stributori indipendenti. Dà lavoro a circa 3mila persone e veleggia a quota 427 milioni di fatturato (nel 2018, ma l’obiettivo per il 2019 è mettere a segno un +5%), di cui 250 derivanti dal mercato wholesale. È licenziataria di brand come Blumarine, Carolina Herrera, Dunhill, Escada, Fila, Furla, Blumarine, Chopard, 1000 Miglia, Nina Ricci, Tous, Trussardi, Zadig & Voltaire. Tra le nuove licenze spicca Mulberry, storico marchio di pelletteria britannico. E ha tre marchi propri: Lozza, Police e Sting. Gli occhiali indossati dai cacciatori di alieni in Men in Black: International (uscito a fine luglio) sono Police, per capirci. Che è il brand con cui De Rigo per prima ha lanciato l'occhiale
dell’occhialeria, il gruppo eredita una storia eccezionale, tuttora fonte d’ispirazione, e contribuisce all’affermazione di Lozza come simbolo dell’eccellenza Made in Italy nel mondo. Se da una parte Lozza vanta un know-how e una cultura dell’occhiale unica al mondo, dall’altra punta continuamente all’innovazione e a una costante ricerca sul prodotto: un DNA originale e distintivo, che ne ha fatto un marchio dalla superiorità innata. Come racconta Ennio De Rigo, Fondatore e Presidente del Gruppo: «La Lozza ha sempre rappresentato per noi cadorini un grande sogno. Aver acquisito questo marchio è stato sicuramente un importante traguardo professionale, che ha contribuito alla crescita della nostra azienda, ma anche una grande soddisfazione personale. Sentiamo una profonda responsabilità nei confronti di questo marchio e siamo orgogliosi di poterlo guidare ancora oggi verso il futuro».
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COVERSTORY L'occhiale come accessorio fashion è stato lanciato nel 1983 grazie al brand Police, ispirato alla polizia americana, poi seguito dal marchio Sting da sole come accessorio fashion, nel 1983, anno cruciale anche per via dell’acquisizione di Lozza, il marchio dell’occhialeria più antico d’Italia, che lo scorso anno ha compiuto 140 anni. «Nel Cadore Lozza, era un punto di riferimento, era un po’ l’Olivetti della nostra zona», racconta Barbara De Rigo, direttore marketing house brands. L'imprenditoria sociale, insomma: «Una storia affascinante. L’azienda fondata da Giovanni Lozza e dai fratelli Frescura nel 1878 è stata anticipatrice perché era attenta all’ambiente di lavoro e alle persone già dagli anni ’20. Sono stati i primi a usare la celluloide, materiale plastico all’avanguardia derivato dalla cellulosa, a impiegare macchinari progettati per ridurre al minimo gli infortuni degli addetti, a riutilizzare gli scarti di produzione per la fabbricazione di altri oggetti, come per esempio i bottoni. Per non parlare del design senza tempo dei suoi occhiali». E infatti gli Zilo, must degli anni '70, ancora oggi restano uno dei modelli più venduti. «Sono nati negli anni ’40, frutto di uno studio all’avanguardia per quel tempo. Due fogli di acetato incollati intorno a un’anima di metallo: leggeri, robusti e duttili», spiega Barbara De Rigo. Li abbiamo visti nelle foto indossati da Fausto Coppi e da una serie di politici e divi del cinema. Il gruppo De Rigo è stato tra i primi a ricorrere a testimonial celebri. Con Police hanno iniziato con Maldini per aprire poi
al mercato internazionale, con Bruce Willis e George Clooney. E poi David Beckham, Antonio Banderas il brasiliano Neymar. Per il marchio Sting hanno avuto Nek, Schumacher, poi calciatori come Gabriel Battistuta e Cannavaro proprio nel 2006, quando l’Italia vinse i Mondiali di calcio. E con Lozza Alessandro Preziosi, Marco Mengoni e Mika. E ora, persino Lewis Hamilton , annunciato in occasione del Gran Premio del Canada.
Anche gli occhiali hanno un'anima Nella prefazione del volume
De Rigo. Ma, una volta
esce di qui un occhiale che
esserlo, senza le mie donne
IntereSting, pubblicato nel
entrati da quella porta,
non sia perfetto in ogni
e i miei uomini, i novecento
2015 per i primi trent'anni
vedreste decine e decine
dettaglio, curato dall'occhio
dipendenti, operai,
del marchio Sting, Emiliana
di persone, anzi centinaia,
sapiente dell'uomo (beh,
impiegati e dirigenti... Senza
De Rigo, che insieme
che lavorano tanto, senza
più della donna in realtà,
qeusta famiglia allargata,
al marito Ennio è alla
che balzino mai agli onori
e dico il vero) e, insieme,
insomma, non avremmo
guida del gruppo, scrive:
della cronaca. Lavorano
dall'analisi instransigente
mosso neanche un passo.
«Se venite a trovarci a
perché quel nome, De Rigo,
della macchina. Non
È la nostra conquista più
Longarone, sulla facciata
è diventato garanzia di
sarebbe stato possibile
grande, l'unità che dà
del nostro stabilimento
qualità, sinonimo di classe,
tutto questo, e non
valore a tutti gli zeri del
all'ingresso potete leggere:
equivalente di stile. Non
potrebbe continuare a
fatturato».
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Due generazioni, una
"vision"
a prima a fare le valigie è stata Safilo, che dieci anni fa è stata salvata dagli olandesi di Hal Investmens. Poi, l’anno scorso, anche Luxottica è entrata nella galassia internazionale, mettendo su casa a Parigi con i francesi di Essilor. Loro no. Resistono, unici italiani, ormai, nell’occhialeria d’alta gamma. Restano ancorati nel loro Cadore. Quello celebrato lo scorso anno per loro è stato un doppio anniversario: quello del quarantesimo del Gruppo fondato da Ennio De Rigo nel 1978, e quello del marchio di occhiali più antico d’Italia, Lozza, acquisito nel 1983 che nel 2018 ha festeggiato i suoi 140 anni di vita. È una family company pura, quella del gruppo De Rigo. Alla guida c'è ancora il fondatore, Ennio (nella foto), con la moglie Emiliana, affiancato dal figlio Massimo, vice presidente esecutivo, e dalla figlia Barbara (nella foto), direttore marketing house brands. Li abbiamo incontrati nella sede di Longarone, dove ogni giorno vengono prodotti con una cura che rappresenta l'eccellenza italiana occhiali per i brand del gruppo, ovvero Police, Sting e Lozza, e per griffe quali Chopard, Carolina Herrera, Blumarine, Furla, Trussardi.
L
Una coppia al timone, i figli a supportarli: De Rigo è una vera family company. Che, saldamente ancorata al proprio territorio, ha deciso di puntare sulla qualità È un mercato che non conosce crisi, quello dell'occhialeria. Barbara De Rigo: Il consumo occhiali è in continuo aumento, soprattuto in Far East, anche per l'uso smodato dei dispositivi elettronici. Si tende a tenere con una mano lo smoratphone e a guardare con un solo occhio lo schermo, determinando l'imprigrimento dell'altro occhio.
Ennio De Rigo: Lo vedi perché io tengo ancora questo cellulare vecchio di trent’anni? Più o meno risale a quando avete iniziato a internazionalizzarvi. Ennio: In effetti abbiamo iniziato presto, in Giappone, venticinque anni fa. Barbara: Oggi tra i nostri brand il più radicato sul territorio italiano è Lozza, mentre Police è il più internazionale. Dove producete? Barbara: Il nostro ufficio stile è qui a Longarone, dove avviene la produzione
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COVERSTORY dell'alto di gamma. Il resto siamo obbligati a farlo realizzare fuori dall'Italia. Ennio: Una volta, nel '78, quando abbiamo iniziato, produrre un occhiale costava 3.500 lire. Meno di quello che costa oggi produrre in Cina. Barbara: Ed erano occhiali realizzati perfettamente. Ma lo sono ancora oggi. Siamo particolarmente attenti alla qualità. Ma non altrettanto ai costi, visto che siete gli unici determinati a rimanere in Italia. Anche Luxottica se n'è andata, di fatto. Barbara: Beh, l'integrazione tra Essilor e Luxottica comporta sinergie che faranno risparmiare al gruppo 600 milioni di euro. Ennio: Le sinergie, dico sempre, sono famose perché mandano a casa la gente. In futuro non so cosa succederà nel mondo: oramai i prezzi non crescono, tendono a calare. Ma se si manda a casa la gente per risparmiare, poi chi compra? Ci vuole lungimiranza. E oggi quanti sono i vosti dipendenti, qui in Italia? Barbara: Qui circa mille, globalmente tremila, incluso il retail. E De Rigo è alla seconda generazione. Ennio: Lei è una bambina (ride). Quando Barbara e Massimo hanno finito studiare ho detto loro "Venite a lavorare con noi". E, stranamente, loro sono venuti. Tanti figli non lo fanno. Certo, perché i genitori sono molto esigenti coi figli, più che con gli altri collaboratori. E i figli hanno sempre qualcosa in più da dover dimostrare ai genitori. Barbara: C'è sempre un rapporto particolare, sia nel bene che
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nel male. Ci sono vantaggi, ma anche svantaggi. Ennio: Lei è bravissima, io ho 78 anni. Mi ha messo in pensione. Si chiama "passaggio delle redini". Barbara: Non è vero, sono ancora lui e la mamma a guidare l'azienda. C'è un gusto , un amore, una passione per questa azienda che per noi è un modello. Ennio: Noi abbiam tenuto duro, siamo andati avanti. Loro sono entrati e hanno fatto bene. E pensare che tutto è cominciato con un'azienda piccolissima. Ennio: In Cadore ogni famiglia faceva occhiali. Io ero costruttore edile, ma mia moglie aveva una piccola azienda nella borgata sopra Pieve. Era un'azienda di artisti, ma sempre in bolletta. Hanno chiesto un aiuto finanziario a me, poi mio cognato è andato a fare altro e l'azienda, 10-15 persone impiegate, è rimasta a noi . Stavamo in un fienile e facevamo solo occhiali di plastica. Poi ci siamo spostati a Limana e abbiamo iniziato a fare anche prodotti di metallo, con in più la scelta vincente di iniziare la vendita diretta all’ottica, per posizionarci. E per primi abbiamo iniziato a fare occhiali da sole: con quelli abbiamo avuto un notevole successo. Oggi facciamo occhiali d'alta gamma e vendiamo 6 milioni di pezzi all’anno: 30mila al giorno. Barbara: È stata vincente l'intuizione, nel 1983, di uscire con gli occhiali da sole, creando un brand, Police, ispirati alla polizia americana, e puntando sulla comunicazione con testimonial celebri. Dopo due anni c’era ancora spazio per una fascia medio bassa. Mio padre mi chiese se avevo un'idea per il nome e io, che ero una fan dei Police, il gruppo musicale, ho detto subito: "Sting!". E Sting è stato.
COVERSTORY
L'intramontabile
stile
eleganza dello
SL 4215M
1 ZILO ULTRALIGHT 5 MODELLO IN METALLO LEGGERO CON GUAINA 3D COLORATA COME I TERMINALI IN ACETATO. IL FRONTALE RICHIAMA LE LINEE DELL’ICONICO ZILO.
2 ZILO ULTRALIGHT 11 OCCHIALE DA VISTA ISPIRATO AL MODELLO ZILO, CON FRONTALE DALLA FORMA AMPIA E SQUADRATA. L’ASTA SOTTILE IN METALLO CON TERMINALE IN ACETATO GARANTISCE UNA CALZATA PERFETTA. 3 MILANO 5 MODELLO DA VISTA DAL DESIGN VINTAGE: LA TRADIZIONALE FORMA PANTHOS, RESA LEGGERA DALLA SOTTILE STRUTTURA IN METALLO, È CARATTERIZZATA DA UN’ASTA TUBOLARE PERSONALIZZATA DALL’ICONICO FREGIO A 5 RIGHE. 4 BARI 15 UNISEX MODELLO IN METALLO CON DOPPIO PONTE E GUAINA IN PLASTICA 3D COLORATA INTORNO AI CERCHI. L’ASTA È RAFFINATA, IN METALLO SOTTILE, E SI DISTINGUE PER L’ICONICO FREGIO A 5 RIGHE.
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PRESS BOOK 3 Collezione Vista 2019 e Flash Sole
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1 COUPE 1 MODELLO DALLA FORMA ROTONDA E LEGGERMENTE OVERSIZE, CHE SI CARATTERIZZA PER L’ELEGANZA E LA LEGGEREZZA DI LINEE E DI PESO, GRAZIE A PROFILI MOLTO SOTTILI E AL MIX DI MATERIALI UTILIZZATI. IL FRONTALE CON DOPPIO PONTE HA UN
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PROFILO AGGIUNTIVO IN MATERIALE PLASTICO ATTORNO ALLE LENTI CHE ENFATIZZA IL SUO LOOK VINTAGE, E VIENE ABBINATO AD ASTE SOBRIE E SLANCIATE.
2 COUPE LIGHT 1 OCCHIALE DA VISTA DALLA FORMA ESTREMAMENTE ATTUALE, A “TELEVISIONE”, CON STRUTTURA IN METALLO E NYLON.
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3 ORIGINS 2 MODELLO TONDO IN ACETATO CON SIMBOLO DELL’AQUILA POLICE SULL’ASTA, TONO SU TONO O A CONTRASTO. 3
4 ORIGINS 7 OCCHIALE SQUADRATO IN ACETATO CON LOGO POLICE A FORMA DI AQUILA SPL 890 ISPIRATO ALLE ORIGINI DEL MARCHIO. SULL ’ASTA
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1 FIREFLY 4 OCCHIALE DA VISTA PANTHOS CON LENTE A GIORNO NELLA PARTE LATERALE DEL FRONTALE E PROFILO IN METALLO CON GLITTER. 2 FIREFLY 5 MODELLO DA VISTA DALLA FORMA CAT-EYE CON LENTE A GIORNO NELLA PARTE LATERALE DEL FRONTALE E PROFILO IN METALLO CON GLITTER. 3 EUPHORIA 1 OCCHIALE DALLO STILE FUTURISTICO ED ESTREMAMENTE DISTINTIVO. LA STRUTTURA COMPLESSA DEL FRONTALE È COMPOSTA DA UN PROFILO IN METALLO SOVRAPPOSTO ALLE LENTI RIPIEGATE AI LATI. IL PROFILO RICORDA LA FORMA DI DUE ALI, SIMBOLO DISTINTIVO DEL BRAND.
4 G-FORCE JR 1 MONTATURA IN METALLO SOTTILE CHE SI DISTINGUE PER LA FORMA OVALE DELLE LENTI DISPONIBILI ANCHE IN VERSIONE COSMETICA. DESIGN DI ISPIRAZIONE VINTAGE PER UNA MONTURA CONTEMPORANEA E DI TENDENZA.
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COVERSTORY VST 301
1 FOLLOWER 1 FOLLOWER, UN MODELLO ISPIRATO AGLI ANNISTRIKE OTTANTA, CON LAA SUAPOSE! MONTATURA IN ACETATO DALLE LINEE EXTRA STRONG PRESENTA UN DESIGN ORIGINALE DALLA FORMA
PRESS BOOK SPRING/SUMMER 2019
VINTAGE SENZA TEMPO E SEMPRE ALLA MODA.
LA PALETTE COLORI SPAZIA DAI PIÙ
CLASSICI NERO E TARTARUGATO AI PIÙ IRRIVERENTI ROSSO, AZZURRO E MADREPERLA.
2 BLOGGER 4 LA FORMA OVERSIZE A FARFALLA È L’ELEMENTO CHE RENDE BLOGGER UN OCCHIALE UNICO NEL SUO GENERE. LA PARTE FRONTALE DELLA MONTATURA IN METALLO È IMPREZIOSITA DA UNA DELICATA DECORAZIONE. ASSIEME ALLA LENTE OVERSIZE SFUMATA REGALA AL VISO UN’ARIA ROMANTICA E SOGNATRICE. LA PALETTE COLORI INCLUDE TONALITÀ PASTELLO, IDEALI PER CHI NON TEME DI FARSI NOTARE. 3 NOTE 1 ISPIRATO AGLII ANNI CINQUANTA QUESTO OCCHIALE DALLA FORMA INCONFONDIBILE A FARFALLA, DISPONIBILE IN DUE VERSIONI: I CLASSICI E SEMPRE ATTUALI NERO E TARTARUGATO, E LE VERSIONI CON STAMPA A MICRO POIS, DISPONIBILI NEI TONI DEL ROSSO, AZZURRO E LILLA. 4 TREND 14 ST!NG RIVISITA UNO DEI SUOI MODELLI PIÙ AMATI, IL CAT-EYE, PROPONENDO UNA VERSIONE CON MONTATURA IN METALLO ULTRA-LIGHT: L’ATTENZIONE È SULLA LENTE, INCORNICIATA DA UN PROFILO SOTTILE E PROPOSTA IN VARIANTI COLORE PASTELLO O IN TONALITÀ PIÙ CLASSICHE COME IL NERO E L’AVANA, CHE RIPRENDONO IL TERMINALE DELLE ASTE.
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5 TREND 13 LA FORMA OTTAGONALE NON PASSA CERTO INOSSERVATA, ANCORA DI PIÙ SE ASSOCIATA AD UN PAIO DI LENTI ROSA O AZZURRO PASTELLO. IL METALLO LEGGERISSIMO – IDEALE PER GARANTIRE IL MASSIMO COMFORT – RENDE LA MONTATURA SUPER FLESSIBILE MA, ALLO STESSO TEMPO, MOLTO RESISTENTE. IL TERMINALE IN ACETATO TRASPARENTE È IN PENDANT CON LE LENTI.
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a pranzo con...
Antonio Mellino, lo chef "anti-snob" venerato dai vip mondiali
L'
ironia e il buon umore di Antonio Mellino si assaporano totalmente nei piatti che è in grado di creare e che gli sono valsi due stelle Michelin, tre forchette, il massimo riconoscimento per il Gambero Rosso, e una sfilza di premi in Italia e all'estero. I colori, i profumi, l'allegria che si respira negli abbinamenti hanno in sé il sapore di quella solarità campana che tanto affascina, anche a tavola. Il suo ristorante Quattro Passi, a Nerano, nella penisola Sorrentina, avvolto dall’assoluta bellezza della Costiera, è uno spettacolo, affacciato su uno dei tratti di mare più impattanti del Belpaese, in grado di dar vita ad esperienze sensoriali dentro e fuori il piatto davvero uniche. Frutto di un percorso che comincia da lontano, quando Tonino fa suoi i segreti della cu-
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di Vincenzo Petraglia
cina mediterranea, per poi innovarla grazie alle esperienze e le partnership in giro per il mondo sue e del figlio Fabrizio, classe 1991, sous chef che sta seguendo le orme paterne nel ristorante di famiglia. Un artista, ma anche un artigiano - come lui stesso ama definirsi - del gusto, che negli anni ha espanso la sua fama nel mondo, tanto che il Times lo ha inserito nel 2003 tra i 50 migliori ristoranti del pianeta e tra i suoi clienti più affezionati spiccano celebrity come Beyoncé, che lo ha voluto più volte come suo cuoco personale. Chef, ma anche imprenditore, con tutta una serie di nuovi progetti di alta ristorazione in giro per il mondo, seguiti direttamente anche dall'altro figlio, il maggiore, Raffaele. Da Londra a Miami, da Dubai a Porto Cervo, dove dallo scorso anno e fino al prossimo segue, in collaborazione con Smeralda Holding - la società italiana il cui azionista unico è Qatar Holding, braccio operativo di QIA, uno dei fondi sovrani più importanti al mondo, con una capacità di investimento di oltre 250 miliardi di dollari - Quattro Passi al Pescatore, l’unico ristorante pieds dans l’eau della Costa Smeralda, ristrutturato per l'occasione dal noto studio di architettura londinese Blacksheep.
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Partiamo dall’inizio: che cosa l’ha spinta a diventare chef? Ho imparato da mia mamma Flora, che adesso non c'è più. Faceva la cuoca a domicilio e organizzava da sola il catering per le famiglie facoltose che passavano l’estate a Sorrento e nei paesi limitrofi. È stata lei che mi ha trasferito la passione per la cucina. Ricordo che preparava grandi pranzi domenicali ed io, osservandola e aiutandola, ho appreso i suoi piccoli segreti, che negli anni ho approfondito e rielaborato. Mio padre era pescatore e da lui ho imparato a distinguere la qualità del pesce, ad apprezzarne la semplicità nel cucinarlo. Poi dopo gli studi e la scuola alberghiera, ho avuto l'opportunità di lavorare ai Caraibi a bordo delle navi da crociera ed è stato lì che ho cominciato a fare le mie prime esperienze internazionali. Un periodo che mi è servito moltissimo e mi ha aiutato a crescere sotto il profilo organizzativo, fondamentale nel nostro mestiere.
A sinistra lo chef antonio mellino. Sotto le linguine alla nerano, piatto storico del ristorante. nell'altra pagina, il "quattro passi al pescatore di porto cervo
«Da noi si deve poter mangiare con 50 euro o 300» chiosa lo chef due stelle Michelin. Ma la divina Beyoncé l'ha voluto più volte come suo cuoco personale. E il nuovo ristorante a Porto Cervo è una vetrina esclusiva Come si mette su e si gestisce un ristorante di successo? Bisogna innanzitutto essere disposti a fare grandi sacrifici. Per creare un'azienda come quella di oggi ci sono voluti quarant'anni. Oggi un grande chef deve essere anche un ottimo leader e un leader, per essere tale, non deve aver paura di osare, rischiare, deve essere sempre umile e pronto a mettersi in gioco. Importantissimi anche la capacità organizza-
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tiva e le persone, la passione che ci mettono, il feeling che si crea nella squadra di lavoro, cose non sempre semplici da trovare. E poi ci vuole anche una buona dose di fortuna, i giusti investimenti e le giuste persone che ti aiutano e ti sostengono. Lei tutte queste cose le ha trovate nella famiglia. I suoi figli stanno seguendo, ognuno a suo modo, la strada che lei ha cominciato... Il sostegno e l'aiuto dei miei figli e di mia moglie Rita sono fondamentali. Senza di loro non avrei realizzato nulla di tutto ciò che ho fatto. Fabrizio, il più piccolo, è chef anche lui e dopo svariate esperienze all'estero ha portato le ultime novità e tendenze, che nel nostro ristorante si sposano con la tradizione della cucina e degli ingredienti mediterranei. Raffaele si occupa invece di implementare i progetti internazionali della nostra famiglia. Entrambi hanno studiato all'estero e insieme stiamo investendo nel futuro nella nostra azienda. Mi descrive il suo ristorante in poche parole? Moderno, senza trascurare né la cucina tradizionale né l'evoluzione che ha portato mio figlio con la tecnica appresa all'estero. E poi certamente la perenne ricerca dell'eccellenza, partendo dalla
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materia prima, dai prodotti di altissima qualità. Quali sono gli ingredienti che non mancano mai nella sua cucina? Da noi non mancheranno mai le verdure e il pesce. La nostra cucina è un connubio di mare e mondo vegetale, una cucina leggera e salutare. Abbiamo investito anche in terreni di proprietà dove abbiamo creato degli orti coltivati secondo natura dai nostri contadini di fiducia, in modo da prendere direttamente dai nostri terreni ciò di cui abbiamo bisogno. Stesso discorso per il pesce, per il quale ci affidiamo ai nostri pescatori di fiducia. Perché la cucina italiana, pur essendo la più amata nel mondo, non riesce a emergere nei grandi concorsi internazionali dedicati all'alta cucina? Penso che la nostra alta cucina non abbia ancora sfondato totalmente nel mondo perché abbiamo portato finora in giro un messaggio troppo obsoleto, invece Francia, Spagna e altri paesi hanno puntato molto di più sulla presentazione del piatto. Le cose, però, per fortuna stanno cambiando negli ultimi anni, per cui abbiamo ancora molto da dire a livello internazionale e di concorsi. Fra gli ultimi progetti che la vedono coinvolta c'è il Quattro Passi al Pescatore a Porto Cervo, certamente una vetrina internazionale non da poco. Che tipo di clientela arriva in Costa Smeralda? È una collaborazione nata su proposta del ceo di Smeralda Holding, Mario Ferraro, originario di Capri. Anche lui, come me, è un grande amante del Sud e dei suoi prodotti. A Porto Cervo, fra gli stranieri, arrivano soprattutto russi, arabi e americani. Chi sono i più capricciosi e quali, invece, i più competenti? Più capricciosi, i russi. Più competenti, direi gli americani. Hanno avuto una crescita enogastronomica pazzesca e a tavola sono più goderecci, un po' com e noi...
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qui sopra il ristorante quattro passi di nerano, nella penisola sorrentina
Arrivano anche molti vip da lei, no? Sì, certo, il target delle barche, quindi anche molti calciatori, attori e attrici, cantanti, politici. Se dovesse cucinare qualcosa a Matteo Salvini, cosa gli preparerebbe? Un grande piatto di pasta. Al Nord si mangia tanta carne, al Sud molta pasta! A Luigi Di Maio? Con lui, essendo mio conterraneo, starei un po' più sul rustico. Farei uno spaghetto con i frutti di mare e una parmigiana della mamma. Al premier Conte? Lo vedo molto sulle sue, un po' sfuggente, come un polpo, scivoloso, che non si fa prendere. Sembra quasi più un francese che un italiano. Starei pertanto attento, gli proporrei un misto di cose, una degustazione con mini portate. L'alta cucina non è diventata un po' troppo snob? Non sarebbe più utile per tutti renderla un po' più democratica e accessibile non soltanto ai soliti noti? Con me su questo versante si sfonda una porta aperta! È proprio ciò che sto cercando di trasmettere ai miei figli: il ristorante è aperto al pubblico, non solo ai milionari, e tutti devono poter gustare del buon cibo. Da noi si deve poter mangiare con 50, 70, 100, 300 euro, ognuno deve poter scegliere in base al proprio portafogli. Il compito di noi ristoratori è offrire alle persone, a tutti, nessuno escluso, del buon cibo e delle emozioni, possibilmente in un bel posto. Questa è la filosofia mia e dei miei figli.
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itinerari
Mozzarella, questa è l'unica
bufala che ci piace di Beatrice Portinari
U
n giro d’affari di 1,2 miliardi che permette a undicimila persone di lavorare: è la Mozzarella di Bufala Campana Dop, un’eccellenza gastronomica del territorio italiano che continua a crescere. Secondo uno studio condotto da Svimez - l’Associazione per lo Sviluppo del Mezzogiorno che analizza il potenziale economico del Meridione - per ogni euro di prodotto fatturato dai soci del Consorzio di Tutela, se ne creano 2,1 nel sistema economico locale. Il fatturato delle imprese della filiera bufalina è stato pari, nel 2017, a 577 milioni di euro. Complessivamente la filiera dà lavoro a 11.200 addetti, pari all’1,5% dell’occupazione totale delle province di Caserta e Salerno, le due aree storicamente vocate alla bufala in Campania. Notevole anche il peso economico del comparto, composto da “appena” 90 aziende, che però incidono per l’1,4% sul Pil totale delle due province. Inoltre il valore aggiunto della filiera, rapportata all’industria manifatturiera delle due province, è pari al 13,4% in termini di numero di imprese. Fanno parte del Consorzio di Tutela 1.267 allevatori, cui fanno capo 1.274 allevamenti, per un totale di circa 270 mila capi bufalini. Considerando i soli capi con la certificazione Dop, oltre 210 mila, pari al 78,4% del totale, sono allevati in Cam-
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Una prelibatezza campana (e laziale) che vale oltre un miliardo di euro di indotto e che dà lavoro a undicimila persone. Un'eccellenza del Meridione da tutelare
fanno parte del consorzio di tutela della mozzarella di bufala
1.267
allevatori che impiegano il latte prodotto da
270mila capi bufalini
pania, in massima parte concentrati nelle province di Caserta, con quasi 139 mila capi, e Salerno, con oltre 67 mila. Nel Lazio sono invece allevati circa 52 mila capi, pari al 19% del totale, quasi tutti dislocati nelle province di Latina (oltre 34 mila capi) e Frosinone (circa 17 mila). Complessivamente, quindi, le quattro province di Caserta, Salerno, Latina e Frosinone rappresentano oltre il 95% dei capi bufalini che fanno parte della filiera. Complessivamente, nel 2017, il risultato prima delle imposte delle imprese prese in esame iscritte al Consorzio di tutela è stato pari a 36,6 milioni di euro, circa 590 mila euro per im-
presa. Inoltre, nel 2017, il fatturato complessivo medio è stato di 9,3 milioni di euro per impresa: un dato superiore a quello del sistema produttivo nazionale, pari a 654 mila euro, e ancor più rispetto al fatturato medio dell’apparato produttivo meridionale, che supera di poco i 390 mila euro. Per il totale delle imprese del Consorzio, il 93,2% del fatturato serve a coprire i costi di produzione. «La Mozzarella di Bufala Campana Dop – ci racconta Domenico Raimondo, presidente del Consorzio di Tutela - ha conosciuto negli ultimi anni una crescita significativa. Abbiamo chiuso il 2018 con quasi 50 milioni chili di prodotto certificato arrivato in tutto il mondo. Continuiamo a migliorare le nostre performance. Questo ci fa sentire orgogliosi e nello stesso tempo pronti alle nuove sfide. Per poterle affrontare al meglio abbiamo chiesto a Svimez uno studio ad hoc. Emerge con chiarezza che la Mozzarella di Bufala Campana Dop è un asset economico del Paese e non è delocalizzabile in nessun altro posto del mondo. Siamo riusciti a trasformare una tradizione ormai millenaria in valore economico, lavorando su tre capisaldi: qualità, trasparenza e sostenibilità. Sono numeri in controtendenza rispetto a un Mezzogiorno che fa fatica a crescere, ma al cui sviluppo la nostra filiera contribuisce in maniera significativa». Dall’analisi di Svimez, poi, emerge anche una forte vocazione all’esportazione da parte dei produttori di mozzarella di bufala. In base ai dati del Consorzio, nel 2018, le vendite in Italia sono state pari al 67,29% e all’estero al 32,75%. In Italia la crescita dei consumi ha riguardato soprattutto il Nord Ovest, con un +3%. All’estero, i mercati di sbocco principali sono: Germania, Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Spagna, Svizzera, con un recente forte incremento nei Paesi Bassi, ai quali si aggiunge un nuovo interesse da parte di mercati emergenti dell’Est. «I numeri dello studio Svimez – aggiunge Pier Maria Saccani, direttore del Consorzio di Tutela - ci raccontano innanzitutto che la filiera della Mozzarella di Bufala Campana Dop è l’emblema del saper fare italiano e ha il suo valore aggiunto e inimitabile proprio in questo know how, apprezzato in tutto il mondo. Dalla tradizione all’innovazione: è racchiuso qui il segreto
del successo ed è quello che gli italiani sanno fare meglio di tutti, ovvero prendere saperi antichi e portarli in una dimensione contemporanea, al passo con la modernità. La Mozzarella di Bufala Campana Dop ha interpretato appieno tutto questo e lo confermano due elementi-chiave del report: la propensione all’export e gli investimenti continui da parte delle aziende. La dinamicità del tessuto imprenditoriale e il forte legame col territorio hanno fatto il resto, trascinando verso l’alto la domanda». A fine 2017, in Italia si contavano 400.792 capi bufalini: quasi i tre quarti di essi sono allevati in Campania, circa il 18% nel Lazio e un ulteriore 2,6% nella Puglia. Campania e Lazio, dunque, insieme coprono circa il 93% dei capi bufalini presenti in Italia. Nel 2017 nel nostro Paese la produzione di latte di bufala ha superato i due milioni di quintali. La quota percentuale della Campania è di poco inferiore all’85%, mentre il Lazio è attestato al 12,2%. In rapporto al totale della produzione di latte di vacca e di bufala, quella di bufala è pari a circa il 48% in Campania e al 6,4% nel Lazio.
I prossimi appuntamenti Sarà un settembre ricco di eventi per la Mozzarella di bufala campana Dop. Si comincia subito con "Bufala Fest", la kermesse interamente dedicata alla bufala sul lungomare di Napoli, dal 31 agosto fino all' 8 settembre. Il Consorzio di Tutela è title sponsor della kermesse e durante l'intera settimana saranno proposti laboratori, cooking show con chef e pizzaioli sempre con al centro l'oro bianco campano. Il 15 e 16 settembre la bufala Dop sbarca invece a Ischia per incontrare l'alta cucina in occasione di "Ischia Safari", la due giorni ideata dagli chef stellati Nino Di Costanzo e Pasquale Palamaro. Per l'occasione sarà possibile veder nascere dal vivo la mozzarella di bufala campana, che poi sarà alla base delle ricette gourmet delle decine di cuochi in arrivo sull' isola verde nello scenario mozzafiato dell'hotel Regina Isabella. Ci si confronterà inoltre sulla cucina sostenibile con l'intervento del presidente del Consorzio di Tutela, Domenico Raimondo. Infine, il Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop sarà official partner insieme al Consorzio di Tutela Ricotta di Bufala Campana Dop dell’edizione 2019 di “Cheese”, l’evento di Slow Food dedicato ai formaggi, in programma dal 20 al 23 settembre 2019 a Bra (Cuneo). Nella patria della filosofia del buono,pulito e giusto la bufala campana sarà al centro di un programma di dibattiti e degustazioni per scoprirne i segreti e valorizzarne la sua versatilità di abbinamento.
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itinerari
San Vito Lo Capo:
è qui la... Cous Cous Fest di Chiara Volontè
Un piatto povero e dalla tradizione millenaria, sbarcato in Sicilia con gli arabi. Oggi i granelli di semola di frumento sono tra i protagonisti più celebrati della tavola isolana
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erra di miti e leggende, poeti e scrittori, crocevia di culture. Sicilia Bedda e, dal 20 al 29 settembre soprattutto… buona! A San Vito Lo Capo sta per andare in scena – o meglio, in tavola – la ventiduesima edizione del Cous Cous Fest, manifestazione che non solo celebra i sapori di questo piatto, soddisfacendo i palati dei più golosi, ma che soprattutto simboleggia l’integrazione tra le differenti civiltà che abitano l’Isola. Si tratta dell’evento enogastronomico più importante e famoso del Mediterraneo: organizzato dal 1997 dal Comune della cittadina - che si affaccia su uno dei tratti di mare più belli della Penisola - e dall’agenzia di comunicazione Feedback, questo festival ogni anno attira nella perla del trapanese 250mila visitatori provenienti da ogni angolo del mondo. Re indiscusso della kermesse è il cous cous, piatto povero ma ricco di storia, diventato negli anni simbolo di pace, che è anche il protagonista del vero fulcro del festival, ovvero la gara gastronomica internazionale alla quale partecipano chef provenienti da ogni Paese. Alimento versatile e dalle infinite interpretazioni, questa pietanza costituita da granelli di semola di frumento
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settembre torna la cous cous fest, giunta alla edizione
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cotti a vapore vanta una tradizione millenaria. Piatto principe del nord Africa, le origini risalgono al VII secolo d.C., ma leggenda vuole che addirittura re Salomone (950 circa a.C.) banchettasse con il cous cous per alleviare le pene d’amore causate dalla regina di Saba. Fu invece a seguito dell’invasione musulmana ai danni della Spagna, con la conseguente commistione di abitudini anche culinarie che ebbe luogo tra cristiani e islamici, che questo alimento divenne tipico della tradizione siciliana – in particolare della zona del trapanese -, sarda e andalusa. Il ricco palinsesto del Cous Cous Fest 2019, viaggio del gusto e delle tradizioni, prevede diversi show cooking con alcuni dei volti più noti del panorama culinario italiano, tra cui lo chef
siciliano Filippo Lamantia e la food blogger Chiara Maci - che condurrà un laboratorio dedicato agli ospiti più piccoli -, il volto di Gambero Rosso Channel Giorgione Barchiesi e uno dei protagonisti della Prova del Cuoco di Rai 1 Sergio Barzetti, senza dimenticare Giancarlo Morelli, una stella Michelin per il ristorante Pomiroeu a Milano. Ma anche tutti coloro che ai fornelli preferiscono la forchetta potranno divertirsi e stuzzicare il proprio palato grazie alle degustazioni allestite presso il Villaggio Gastronomico. Infatti, tra i numerosi stand presenti, i visitatori potranno scegliere tra quaranta differenti ricette di cous cous: da quella tipica di San Vito Lo Capo – a base di pesce – a quelle più eccentriche proposte dagli chef provenienti da ogni dove, da quelle in cui l’ingrediente principale è la carne, a quelle con frutti di mare e latte di cocco. E ovviamente, ci sarà anche une versione gluten free. Trovare la variante preferita sarà un problema di … abbondanza. Ai buongustai l’ardua sentenza! Spazio anche per i più golosi, che avranno la possibilità di sbizzarrirsi tra cannoli, paste alla mandorla e cascatelle, accompagnati dai migliori vini locali. Non rimarrà deluso nemmeno chi vuole fare anche vita da spiaggia perché la notte, nel Comune del trapanese, è giovane, grazie a spettacoli e concerti che animeranno le ore piccole. Mahmood, vincitore dell’edizione 2019 del Festival di Sanremo, Noemi, uno tra i talenti di maggior successo che X Factor abbia “prodotto”, e tanti altri artisti sono pronti per far ballare e cantare tutti i visitatori della manifestazione.
Cous cous alla trapanese Per sei persone: 500 g di cous cous, 1 chilo fra pesci misti, crostacei e frutti di mare, 450 grammi di pomodori maturi, 3 spicchi di aglio, sedano, 2 carote, una cipolla, un ciuffo di prezzemolo, una bustina di zafferano di qualità, un pizzico di paprika, sale e peperoncino. Si inizia pulendo i pesci e privandoli delle lische, togliendo i gusti ai crostacei e le valve ai frutti di mare. Tutti gli scarti, insieme alle teste dei pesci, vanno messi in un tegame coperto con acqua aromatizzata con mezza cipolla, il prezzemolo, una carota e il sedano; condire con sale e pepe. Dopo la cottura, che richiede 45 minuti, il brodo deve essere filtrato. In un altro tegame si farà rosolare l’altra metà della cipolla con una carota, altro sedano, prezzemolo tritato, uno spicchio di aglio intero,
Ma il vero evento clou della kermesse è il Cous Cous Fest World Championship, la più importante gara gastronomica internazionale dedicata a questa pietanza; per la prima volta nella storia del festival, il campionato si svolgerà in piazza Santuario al cospetto di una giuria popolare e di una commissione di esperti presieduta da Enzo e Paolo Vizzari, tra i più amati e temuti critici culinari dell’intero Bel Paese. Due le fasi della sfida, in cui si batteranno a suon di mestoli e pentole dieci Paesi: il Campionato Italiano Bia Cous Cous, condotto da Roberto Giacobbo e Sarah Castellana, volto di Quelli che il Calcio e Rai Sport, che selezionerà lo chef che farà parte della squadra azzurra, e il Campionato del Mondo di Cous Cous che vedrà in campo cuochi provenienti da diverse nazioni per una gara multiculturale, condotta da Federico Quaranta in coppia con la food blogger italo-marocchina Siham Lamoudni. Inviato speciale del Fest sarà lo showman Sasà Salvaggio. L’anno passato, la competizione è stata vinta dalla Tunisia con la ricetta “Mare Nostrum”, a base di gambero rosso, harissa grigliata e hummus al finocchietto, che ben rendeva al palato – e alle menti – l’idea dell’integrazione propugnata dal festival.
lo zafferano, la paprika e il peperoncino. Ora si possono aggiungere i pesci, partendo da quelli che richiedono un maggior tempo di cottura, e i crostacei, bagnando il tutto con metà del brodo, unire la polpa di pomodoro e proseguire la cottura per circa 20 minuti. A questo punto, andranno aggiunti i frutti di mare, aggiustando di sale e continuando a cuocere per altri 10 minuti. È arrivato il momento della cuscussiera: nella parte inferiore andrà posto il brodo filtrato e allungato, in quella superiore il cous cous condito con abbondante olio d’oliva. Si dovranno ora saldare le due parti con un telo bagnato e passato nella farina, dopodiché il composto dovrà cuocere per un’ora e mezza mescolando di tanto in tanto. Al termine il cous cous verrà versato in una zuppiera dovrà essere aggiunta l’altra parte di brodo - mentre il pesce pronto, che sarà stato tenuto in caldo, dovrà essere condito.
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itinerari
La montagna
incantata
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a cabina della funivia sale lenta. Alle tue spalle, il profilo delle Egadi è ormai lontano. E le saline già non si vedono più, confuse come sono nel riverbero del tramonto che ammanta di rosso l’abitato di Trapani: un triangolo perfetto di case agglomerate, con la cuspide affondata nel mare e la base che digrada verso l’altura, perdendosi nel declivio arso dal sole che si staglia a poche decine di metri sotto i tuoi piedi. Eh sì, nella bella stagione, quella del vespro è l’ora migliore per salire su a Erice, O Munti, come dicono da queste parti. La proverbiale afa sicula delle ore diurne è passata. Su in alto, anzi, è già frescura. E prima che scenda la sera, ci sono ore di luce bastanti per godersi “la montagna incantata”. Che sta lì, giusto davanti ai tuoi occhi, appena oltre le mura ciclopiche che la custodiscono da quasi 30 secoli. È tempo di saltar giù dalla funivia e immergersi dunque nell’atmosfera magica, quasi irreale, di questo borgo millenario, incastonato, in
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Nella pagina accanto una tipica stradina nel cuore di Erice. qui L’atmosfera è unica: per portarsene a casa l’eco, prima di partire fate tappa nelle sue tante botteghe dove acquistare tipicità artigianali e squisitezze gastronomiche
mezzo alle nubi, sulla sommità del Monte San Giuliano che domina il mare tanto amato dai Fenici. È qui che posa Erice, la città di Venere, passata alla storia per quel tempio in onore della dea dell’amore voluto dagli Èlimi, suoi fondatori, per praticarvi la prostituzione sacra. Di quel santuario che tanta fama sacrilega diede alla Venus Erycina non v’è più traccia: ma sulle sue rovine, nel punto più alto del borgo, ancora oggi si erge il Castello di Venere di fattura normanna. Lo vedi emergere tra le nebbie che anche d’estate avvolgono la città, dopo aver risalito le stradine selciate di pietra che conducono al suo cuore medievale, tra piccole piazze, case basse, patii fioriti e botteghe di tappeti e ceramiche.
Il viaggio nei miti e nei sapori dell’estrema punta Ovest della Sicilia, è lungo. Da Erice a Trapani, sulla strada verso Marsala, alla scoperta di un’isola del tesoro che riserva sorprese al di là di ogni immaginazione di Francesco Condoluci
praticamente leggenda. Dell’arte pasticciera di questa deliziosa signora si sono occupati infatti trasmissioni televisive e la sua storia è finita persino dentro un libro pubblicato in America, "Bitter Almonds" di Mary Taylor Simeti. «Vengo da una famiglia numerosa – racconta la signora Grammatico – negli anni ’50, appena 11enne, sono entrata in un convento di monache di clausura che per sopravvivere, nel Dopoguerra, produceva e vendeva dolci e biscotti preparati secondo antiche ricette». Dalle monache, Maria ha carpito i segreti della nobile arte pasticciera e, una volta lasciato l’istituto, ha messo a frutto quanto appreso. Oggi, dopo anni di sacrifici, la sua pasticceria è diventata, in tutto il mondo, un cult della tradizione dei dolci tipici ericini, tappa obbligata per i turisti. Dai classici dolci di mandorle ai frutti di marturana (marzapane) fino ai “cuori di pasta reale”, i prodotti della signora Maria, interamente rifiniti a mano, sono vere opere d’arte. E prima di lasciarvi alle spalle la città di Venere, state certi che non potrete resistere a estasiarvi il palato affondando i denti nelle profumatissime e calde “genovesi”, paste ripiene di crema gialla.
Sapori ericini Se l’occhio non può non rimanere estasiato dall’antico Duomo, dai suggestivi Giardini del Balio o dalle decine di piccole chiese disseminate per tutto il centro urbano, il naso invece segue altri percorsi, quelli suggeriti dagli effluvi dolciastri che si spargono copiosi dagli usci di queste botteghe. Passando da Piazzetta San Domenico, è l’olfatto che ti spinge dritto dentro la pasticceria di Maria Grammatico, un nome che è
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Crema
Vino... di città
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Cantina Urbana
a due passi dal
Naviglio
C'è una casa vinicola nel cuore di Milano che acquista uve e procede alla vinificazione. Un'avventura iniziata da meno di un anno che ha già conquistato il pubblico
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food&travel
ilano, cuore pulsante dell’economia italiana, capitale gastronomica del nostro Paese, fucina di nuove tendenze e ora anche Cantina… Urbana. Un progetto che non si era ancora visto in Italia: la realizzazione del vino avviene a vista, il nettare di Bacco viene servito, oltre che in bottiglia, anche alla mescita, come se fosse una bevanda gassata o una birra. E tutto questo in città, con la pigiatura che viene effettuata nel cortile dello stabile, non in campagna o in altre zone storicamente più attrezzate. Una produzione avviata da meno di un anno che ha già portato 8.000 bottiglie, con una capacità complessiva che può raggiungere le 20.000 in 12 mesi. «Per me il vino è artigianalità, è convivialità e socialità, e ho scelto di produrlo in un contesto metropolitano: Cantina Urbana
di Chiara Volontè
vuole essere una semplificazione, vuole allontanare le persone dalla complessità del settore per farlo vivere in modo più scanzonato, e soprattutto vuole essere un ambiente dove si vive non solo la degustazione ma anche proprio come si fa il nettare di Bacco». È con queste parole che Michele Rimpici, fondatore di Cantina Urbana ci racconta il suo progetto – unico in Italia nel suo genere - nato dopo aver visto a Brooklyn una urban winery. «A New York mi si è accesa una lampadina – ci spiega Rimpici - Ho iniziato tre anni fa a seguire questo fenomeno che portava le cantine in città e che si sviluppava dagli Usa all’Australia, due dei principali mercati di riferimento. Ora con Londra, Parigi e Amsterdam questo format sta prendendo piede anche in Europa, e Milano è la città giusta. Il capoluogo lombardo è
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food&travel
Vino... di città
un po’ il nostro test, siamo soddisfatti e l’interesse nei confronti di questa idea innovativa è alto, per cui in futuro vedremo. A ottobre festeggeremo il nostro primo compleanno, sono molto contento perché la città ci ha accolti con entusiasmo. Non nego sia difficile, è il primo progetto di questo tipo e anche gli investimenti sono ingenti. Ma a distanza di un anno sono davvero contento perché l’interesse nei nostri confronti è alto e in crescendo». Ed è soprattutto il gentil sesso ad apprezzare la urban winery di Rimpici, perché «il vino avvicina il mondo femminile, così come la dimensione di artigianalità. Ho notato che le donne amano sentirsi in un ambiente meno rigido e più conviviale, apprezzano le sperimentazioni al di là delle etichette e dei nomi. Ma il nostro target è anche formato da persone tra i 30 e i 40 anni e tra i 50 e 60, meno appassionate di vino e più attente all’aspetto culturale e sociale di questa bevanda». Un settore complesso e rigido, quello dell’enologia, che Cantina Urbana vuole rendere più semplice e riportare alla sua genesi. «Tre sono gli elementi necessari per fare il vino – prosegue Rimpici - L’uva che comanda, l’uomo che ci mette il suo talento e lo spazio fisico dove hai la possibilità di trasformare il frutto in bevanda, perché non si tratta di una magia ma di un processo chimico. E alla fine la mia urban winery ha tutto quello che serve». Da Cantina Urbana si respira genuinità e artigianalità, si è invogliati a sperimentare e ci si sente liberi di esprimere la propria opinione, al di là di ogni moda e etichetta. «Nella selezione dell’uva, noi cerchiamo di provare ad andare incontro a delle stilistiche più che basare la nostra preferenza sulle denominazioni: valutiamo prodotti diversi, abbiamo il privilegio di non essere autoctoni di una zona e possiamo permetterci di scegliere. Non raccontiamo la storia del vigneto e della tenuta, perché abbiamo una concezione di vino slegata dalla denominazione. Ma, a volte, è difficile far capire che si fa il vino in città». E in effetti, è bizzarro pensare a una cantina nel bel mezzo della giungla di cemento milanese, perché è un contesto lontanissimo dall’immagine bucolica del vigneto immerso nella natura. «Ma nel capoluogo lombardo non è difficile produrre – afferma con
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entusiasmo Rimpici - Il nostro è uno stabilimento enologico registrato nel comune di Milano, abbiamo una pigia-diraspatrice in cortile, un piccolo macchinario che toglie i raspi e pigia l’uva e che poi si connette con la pompa alle cisterne centrali - dove arriva il mosto – in cui vengono fatte le vinificazioni. Terminato questo primo processo, si svina e vengono fatti gli affinamenti, principalmente in anfora di terra cotta, qualcosa in barrique e in acciaio e delle quantità le teniamo direttamente sfuse. Il passaggio più difficile è la fermentazione, che viene fatta in aperture controllate, abbiamo un codice dell’antifrode che è quello che ci consente di essere produttore imbottigliatore e ci permette di gestire tutta la filiera dei controlli». Ispezioni scrupolose, ogni passaggio deve essere tracciato e ogni valore contenuto nel vino giustamente dichiarato. Con un occhio di riguardo verso i solfiti, trattati da intenditori e sedicenti tali alla stregua di un demone da cui fuggire. «Sfatiamo questo luogo comune – conclude Rimpici – È solo l’abuso dei solfiti a essere dannoso, ma ci sono dei valori imposti dalla legge che vanno rispettati. Queste sostanze chimiche sono anzi necessarie per la conservazione del vino perché evitano che si ossidi, e inoltre sono già contenute all’interno dell’uva. I vini a solfiti zero li puoi ottenere solo se ti concentri su una scala produttiva molto bassa e di consumo veloce, con una materia prima eccellente; più il nettare di Bacco deve essere conservato in bottiglia, più necessita di agenti chimici. Noi siamo nel regime dei prodotti freschi perché un vino sfuso di qualità come abbiamo noi necessita di molti meno solfiti di una bottiglia tradizionale, siamo a 35-40 milligrammi al litro (a 80 il prodotto è ancora definito biologico), mentre con l’imbottigliamento arriviamo a 80, che comunque è ben al di sotto della soglia stabilita dalla legge, che si attesta a 150 milligrammi di solforosa per litro». Appuntamento alla prossima vendemmia… all’ombra della Madonnina!!
Milano: i quattro cantoni
della moda
È il “quadrilatero” più famoso nell’universo fashion quello che si articola nel centro del capoluogo lombardo, a due passi dal Duomo. Tra lusso sfrenato e piccoli negozi artigianali, andiamo alla scoperta di questo quartiere unico al mondo
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di Stella Carta
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ia Monte Napoleone, il salotto di Milano, ritrovo delle signore, dell’élite della città. La Via Monte Napoleone, riverenze e baciamano, il vermut, l’americano, appuntamento nel bar…». Cantava così, negli anni ‘50, Peter Van Wood, proprio quando la strada che collega Piazza San Babila a Via Manzoni raggiungeva l’apice della sua notorietà, presa d’assalto da boutique, gioiellieri e pelliccerie. E proprio Via Monte Napoleone, la quinta più costosa al mondo secondo l’indice Main Streets Across The World, con un prezzo medio di affitto annuo al metro quadro di 13.500 euro, è ancora oggi il cuore pulsante di un quartiere che, delimitato da Via Manzoni,
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itinerari
Corso Venezia e Via della Spiga, prende il nome di Quadrilatero della moda e dove, nessun grande brand rinuncia ad avere almeno una vetrina. Store eclettici Ad accogliere i visitatori all’imbocco della via che affaccia su Piazza San Babila, il grande negozio di Louis Vuitton e di fronte quello dei Fratelli Rossetti, marchio storico delle calzature Made in Italy; per l’intimo di alta gamma obbligatorio visitare la boutique La Perla che prevede anche un “espace privé” dedicato ai Vip Client. Al numero 22 di Monte Napoleone troviamo un negozio storico, le Vetrerie di Empoli, un trionfo di calici e bicchieri da collezione provenienti da ogni parte del mondo. Proseguendo verso Via Manzoni ecco aprirsi alla vista il grande Spazio Armani, un edificio su 6 piani di 6000 mq, ex cinema Capitol e caffè Alemagna, che comprende oltre agli store di moda e arredamento, un negozio di fiori, una fornitissima libreria, l’Emporio Armani Caffè, il famoso ristorante Nobu e L’Armani Privè, locale notturno frequentato dal jet set internazionale. Dopo una tappa da Pellini al numero 20, per ammirare i bijoux realizzati a mano con pietre dure e semipreziose, vere e proprie opere d’arte da indossare, d’obbligo un salto al D Magazine Outlet, lo store con le grandi firme super scontate per fare shopping senza mandare in rosso il conto in banca. Una strada “fina“ Via della Spiga è il terzo lato del Quadrilatero. Elegante e raffinata è chiusa al traffico, e quindi invita a dedicarsi allo shopping con tranquillità. Qui grandi nomi della moda e brand emergenti si alternano a piccoli negozi storici come Sermoneta Gloves, celebre marchio di guanti della più alta tradi-
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Via Monte Napoleone, la quinta più costosa al mondo secondo l’indice Main Streets Across The World, è cuore pulsante del quartiere delimitato da Via Manzoni, Corso Venezia e Via della Spiga
Dove lo spuntino è chic Passeggiando per Monte Napoleone, d’obbligo (almeno per chi può permettersela!) la sosta per un caffè o per il famoso aperitivo “Covino” alla Pasticceria Cova, fondata nel 1817, una delle più antiche di Milano, rinomata per il suo panettone. Al numero 9 invece la nuovissima location della pasticceria Marchesi, fondata nel 1824 e con già una sede storica in Via Santa Maria alla Porta. Un trionfo di praline e cioccolatini: da provare la pasticceria mignon. Al numero 15 di Corso Venezia, accanto alla boutique uomo di Dolce & Gabbana, si trovano invece il Bar Martini e Il Martini Bistrot, nati dalla collaborazione tra i due celebri marchi, un luogo unico dove bere un aperitivo o assaporare una cena ispirata alla tradizione siciliana, in un’atmosfera raffinata e glamour.
zione Made in Italy. Un salto da Tiffany & Co. per sentirsi un po’ Audrey Hepburn ci sta sempre bene, la tappa successiva però è quella nel cortile interno che ospita il monomarca della Maison Martin Margiela, storica griffe parigina per fashion addict. Imperdibile la boutique al numero 36 di Alan Journo, abiti e accessori unici e originali firmati da giovani designer provenienti da tutto il mondo. Imperdibile quindi, all’angolo con Corso Venezia, la boutique di Dolce & Gabbana con le sue vetrine sempre interessanti: meraviglia per gli occhi quelle di Natale con tavole imbandite di dolci tipici siciliani. Ma il Quadrilatero è un quartiere vivo e ricco di contrasti, dove il lusso esibito va a braccetto con la piccola bottega artigianale, dove lo storico antiquario snob e un po’ fané convive con le luci abbaglianti del grande flagship store. Già nel 1963 la grande Franca Valeri nel documentario di Carlo Mazzarella, Gli amici di Milano, descriveva questi contrasti: “Una strada fine anzi fina come diciamo noi a Milano… il suo Caffè con rivendita, le sue calze per signora, come
In apertura l'insegna all'ingresso di Via Monte Napoleone, che stilizza il tracciato del Quadrilatero. nella pagina successiva Louis Vuitton, Jimmy Choo, Chanel... nessuna griffe internazionale rinuncia alla sua vetrina affacciata sulle vie del
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Tesori nascosti All’interno delle quattro vie che racchiudono il Quadrilatero si sviluppa un dedalo di strade altrettanto interessanti dove è possibile incontrare, tra una boutique e l’atra, tesori artistici inaspettati, in tipico stile milanese. In Via Bagutta per esempio si trova la celebre Osteria Bagutta, frequentata dall’intellighenzia milanese fin dagli anni ’30 e sede dell’omonimo premio letterario; poco più avanti abbiamo l’Olfattorio Bar à Parfums, uno spazio dedicato ai profumi di nicchia oltre che alla cosmesi e al make up di lusso, per un’esperienza “sensuale” unica nel suo genere. In Via San’Andrea, al numero 6, tra la boutique di Cesare Paciotti e quella di Chanel si trova il Palazzo Morando che ospita uno dei più interessanti musei civici di Milano, dedicato alla moda e al costume. In Via Gesù invece si trova la casa museo Bagatti Valsecchi, sede di un’importante collezioni d’arte rinascimentale; all’interno del museo anche Il Salumaio di Montenapoleone, il ristorante di una delle salumeriegastronomie più blasonate di Milano che dal 1957 serve generazioni di clienti del quartiere.
in una via popolare, negozietti piccoli, lo so io che sono milanese che lì ci sono le scope delle grandi famiglie, in un portone le collane delle grandi sarte, a un primo piano come niente, si nascondono le cure estetiche di mezza Milano bene, ma di fuori si vede poco”. Oggi, a distanza di sessant’anni il Quadrilatero della moda riesce a far convivere l’opulenza delle grandi boutique con la proverbiale sobrietà milanese, ed è proprio questo il segreto di un quartiere unico al mondo.
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L'incanto fuori
Capitale
di Rosalia Imperato
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Rotta verso i Castelli Romani per visitare siti archeologici unici, deliziando gli occhi e la gola con un ampio ventaglio di eccellenze dedicate al palato
La zona dei Castelli Romani raggruppa 16 comuni nei pressi dei Colli Albani e occupa una superficie totale di 434 chilometri quadrati
S
in dall’epoca romana le piccole cittadine a sud-est di Roma erano apprezzate per il paesaggio e la qualità della vita. Diffusi reperti archeologici testimoniano l’esistenza sui colli romani di numerose ville erette come luoghi di riposo da importanti personalità come Lucullo, Cicerone e gli imperatori Flavi. Queste località assunsero la denominazione di Castelli in età feudale, quando, a causa delle lotte fra le famiglie nobili romane, numerosi castelli e fortificazioni sorsero nell’area appena fuori le mura di Roma. Molte piccole fortezze sono andate distrutte nel corso degli anni, ma quel che resta, le cosiddette Ville Tuscolane (Villa Aldobrandini, Villa Torlonia, Villa Grazioli, Villa Falconieri, Villa Tuscola-
Nella foto San Nilo,
l’Abbazia
nel comune
Grottaferrata (Rm)
di
na,Villa Mondragone), rappresentano un patrimonio artistico inestimabile. Fra tutte domina Villa Aldobrandini sita nel centro di Frascati. Originariamente chiamata Villa Belvedere, fu voluta da Clemente VIII Aldobrandini per il nipote Pietro e fu realizzata da Giacomo della Porta con il successivo intervento di Carlo Maderno e di Giovanni Fontana. Meraviglioso il parco animato da fontane e giochi d’acqua. Di straordinaria bellezza il Teatro d’Acqua: costituito da un splendido ninfeo ad esedra con statue entro nicchie, fra cui predomina la figura di Atlante, è irrorato da una cascata che dall’alto scorre fra due colonne dette simbolicamente d’Ercole, oltre le quali ci sono solo boschi. Questa eccezionale ambientazione fa spesso da cornice a concerti e spettacoli estivi durante gli eventi culturali, come nel caso del mitologico Festival delle Ville Tuscolane. Spostandoci da Frascati nel vicino comune di Grottaferrata è possibile visitare una delle più suggestive abbazie italiane: l’Abbazia di S. Nilo, fondata per celebrare il santo di Rossano, figura di spicco del monachesimo bizantino. Si tratta di un rito che preserva l’originaria tradizione liturgica italo-greca, in una versione più antica di quella che caratterizza il rito bizantino attuale in Oriente e per questo motivo ancor più particolare. Le origini di questa forma rituale risalgono al periodo di dominazione bizantina in Italia, quando si diffusero numerose comunità greche di tipo cenobitico, ma di queste realtà monastiche, per lo più disper-
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La porchetta di Ariccia
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se ed esaurite nel tempo, rimane oggi solamente l’Abbazia di S. Nilo, che da più di mille anni prosegue il suo cammino mantenendo vive le sue peculiarità. Nel Palazzo del Papa Scendendo verso il Lago di Albano è possibile raggiungere Castel Gandolfo, uno dei borghi più belli d’Italia, famoso per la residenza estiva del Papa: il Palazzo Pontificio. All’inizio del XVII secolo, dopo aver acquistato il territorio come bene inalienabile e grazie all’intervento di grandi artisti, la Santa Sede realizzò il palazzo e la chiesa e ridefinì la piazza principale su cui essi si mostrano. La costruzione del palazzo iniziò nel 1624 ad opera di Carlo Maderno, sotto il pontificato di Urbano VIII Barberini. Fu poi completato e ampliato per volere di Alessandro VII
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Sopra, Villa Aldobrandini sotto Castel Gandolfo
a preparazione della porchetta costituisce l’eredità di una cultura millenaria. L’origine e la tradizione di questa succulenta vivanda risalirebbero a circa 3000 anni fa tra i Prisci Latini, primi abitanti della zona. I sacerdoti di questo popolo preparavano la porchetta per celebrare l’anniversario della nascita della Lega Latina e la offrivano in sacrificio al dio Marte. La porchetta viene preparata con carne di suino, la quale dopo essere stata disossata e opportunamente condita con spezie e altri aromi, viene poi legata: la fase della legatura costituisce un elemento fondamentale nella preparazione della porchetta, è una lavorazione prettamente manuale, praticata con ago e spago, eseguita in modo da conferire alla pietanza la conformazione caratteristica del suino e realizzata in modo da garantire una perfetta cottura della carne e il mantenimento della compattezza della vivanda durante la cottura. La carne, infilata nello spiedo, viene poi cotta in speciali forni a legna. Malgrado si possa pensare il contrario, la porchetta non è un alimento grasso poiché nella fase di cottura proprio i grassi vengono sciolti dal calore e raccolti in speciali vaschette. Dopo circa 4 o 5 ore di cottura nei forni bollenti la porchetta è pronta per essere gustata nei locali. Al taglio si presenta compatta ed omogenea, con la parte grassa ben separata da quella magra; la crosta esterna ha consistenza croccante, colore dorato e gusto sapido; è servita fredda con del pane casereccio di Genzano in abbinamento con un buon vino locale.
Chigi nella seconda metà del ‘600. Nello stesso periodo, nella piazza della Libertà, il Bernini realizzò la fontana e la chiesa intitolata a S. Tommaso da Villanova; quest’ultima, a pianta a croce greca coronata da un’alta e luminosa cupola centrale, è arricchita all’interno da splendidi stucchi e dalla pala d’altare con la Crocifissione dipinta da Pietro da Cortona. Il Palazzo Pontificio comprende oggi un ampio parco e la Specola Vaticana, ovvero il rinomato osservatorio astronomico fondato dal Pontefice Gregorio XIII. I sapori della terra I Colli Romani deliziano tutti i sensi, non ultimo quello del gusto, con una cucina che porta nel piatto sapori e profumi genuini di una terra molto generosa. Gli aspetti geologici, naturalistici e climatici dei Castelli Romani hanno sempre molto favorito le colture di ortaggi e frutta. Già nel 1400 carretti carichi di prodotti della terra portavano a Roma ogni giorno provviste destinate a più della metà della popolazione urbana. La fama e la qualità degli ortaggi e della frutta dei Colli Romani sono rimaste inalterate nei secoli. Girovagando nella campagna ci si imbatte in verdi e immense piantagioni di carciofi, cavoli, piselli o in profumate ed estese colture di pesche e fragole. Sull’intero territorio dei Castelli Romani è possibile reperire il famosissimo cavolo broccolo romanesco (altrimenti noto come cavolo broccolo cimoso). La sua coltivazione è presente sui colli romani da tempo remoto. Giuseppe Gioacchino Belli nel sonetto “Er Testamento Der Pasqualino” del 1834 definisce l’ortolano “tozzetto”, in riferimento al torso di broccolo romanesco da lui coltivato e venduto. Questa varietà si differenzia dalle altre per l’emissione di germogli e infiorescenze secondarie. Presumibilmente proprio questa peculiarità ha determinato il nome della specie: broccolo da “brocco”, sinonimo in disuso di germoglio.
Tutte le Doc dei Castelli
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e condizioni pedoclimatiche dei Castelli Romani, in particolare i terreni di origine vulcanica, rendono il territorio molto adatto alla viticoltura. L’attuale assortimento di vigneti è il frutto del lunghissimo e tenace lavoro di una commissione del ‘900, che dopo la distruzione dei preesistenti vigneti, causata da un’infestazione di fillossera, riordinò tutti i vitigni locali, dando vita a ben otto aree Doc. Il vino Doc Frascati, famoso in tutto il mondo e vanto di papi e poeti, è un vino esclusivamente bianco prodotto nei territori comunali di Frascati, Grottaferrata e Monteporzio Catone, territori dell’agro tuscolano. Pure bianco, dal colore paglierino più o meno intenso e dal gusto armonico e vellutato, è il vino Doc Colli Lanuvini, prodotto nei comuni di Genzano e Lanuvio. Prodotto nei territori di Ariccia, Albano Laziale e in parte Pomezia, Ardea, Castel Gandolfo, Lanuvio, il vino Doc Colli Albani ha otte-
nuto la denominazione di origine controllata nel 1970. Il più energico dei vini dei Castelli è senza dubbio il vino Doc Marino. Ha una tradizione antichissima che viene ricordata ogni anno, la prima domenica di ottobre, nella Sagra dell’Uva, nel corso della quale dalla famosa fontana dei Mori, sgorga il vino. Nell’ultima diramazione dei Colli del Tuscolo si estendono i vigneti che producono la Doc Montecompatri-Colonna; mentre sulla propaggine meridionale dei Castelli, nei territori di Velletri, Lariano e Cisterna è prodotto il vino Doc Velletri, con un bianco più conosciuto e un rosso capace di riservare piacevoli sorprese. Un po’ più periferici, i comuni di Zagarolo e San Cesareo ospitano i vigneti da cui si produce il vino Doc Zagarolo, che ultimamente sta crescendo in gradimento. Sintesi della potenzialità di questo territorio sono infine i vini della Doc Castelli Romani, di recente istituzione.
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borghi d'Italia
Borghi Italia d'
Riflettori puntati sui centri con meno di 5000 abitanti, scrigni di tipicità, mestieri e usanze d’altri tempi, dove la tradizione gioca ancora un ruolo fondamentale così come l’ospitalità e lo spirito di comunità. Amati dagli italiani, ma apprezzati ancora di più dai viaggiatori stranieri che proprio in quei contesti familiari e accoglienti possono toccare con mano il senso profondo dell’Italian way of life, sono oggi al centro dell’interesse mediatico internazionale. Dal “paese delle cataste di legno” a quelli decorati dai murales o dalle ceramiche, vi raccontiamo l’Italia più autentica con un grande itinerario tra le piccole realtà nascoste dello Stivale
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di Riccardo Lagorio
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er iniziativa del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, il 2017 è stato definito l’Anno dei Borghi in Italia, con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio artistico, naturale e umano di questi luoghi, che sono una componente determinante dell’offerta turistica del Belpaese. Negli ultimi anni sono stati in particolare gli stranieri a dimostrare apprezzamento nel confronto dei piccoli centri: in 6 anni c’è stato un balzo in avanti dal 41,8% al 49,6% della componente turistica non italiana. Tuttavia ciò che differenzia il turismo nei borghi è la stagionalità: gli italiani ci vanno nei mesi da luglio a settembre mentre gli stranieri si distribuiscono meglio durante l’anno. A questo
riguardo una recente analisi della società GfK ha rilevato che i viaggiatori più soddisfatti e motivati a tornare in Italia sono quelli che hanno visitato proprio le destinazioni meno frequentate facendo una reale esperienza di “vita italiana”. Non rimane quindi che preparare le valigie e seguire i nostri suggerimenti, per una vacanza del tutto speciale alla scoperta di luoghi ancora spesso inesplorati. Insolite tradizioni e antichi mestieri Alla scoperta di luoghi insoliti, ci si può imbattere in un’isola norvegese nel bel mezzo delle valli trentine. Così anche in Italia le cataste di legna si fanno... arte. Non letteraria, come nel caso del best seller di Lars Mytting Norwegian Wood, ma scultorea. Dove? A Mezzano di Primiero, “il paese delle cataste artistiche di legna”. Lungo i vicoli, sui ballatoi, nelle piazze e nei cortili, la tradizionale scorta di ceppi per l’inverno si fa bella grazie a Cataste e Canzei (i canzei sono le cataste in dialetto locale), singolare iniziativa che ogni anno richiama artisti affermati e allievi delle scuole d’arte perché realizzino grandi installazioni, un tronchetto sopra l’altro. Ecco allora la fisarmonica in tensione che pare una stella, la clessidra chiusa tra sole e luna a segnare il trascorrere del tempo e la grande parete che ricorda l’alluvione che colpì il paese nel 1966. E ancora, gli uomini intenti a tagliare l’albero e la catasta instabile che cede a un coreografico crollo. In tutto 30 cataste artistiche già sparse per il borgo che ne fanno un museo en plein air. Oltre a Cataste e Canzei, Mezzano ha realizzato altri cinque
itinerari intitolati Segni sparsi del rurale, dedicati rispettivamente all’acqua, agli orti, alle architetture, ai dipinti murali e alle antiche iscrizioni. Un gioiellino che non è sfuggito all’attenzione dei media internazionali, tanto che persino la prestigiosa Music Academy International di New York ha scelto Mezzano come luogo ideale per i propri corsi estivi, che richiamano fra luglio e agosto decine di musicisti da tutto il mondo. In quel periodo,
In 90 milioni hanno detto sì Secondo i dati CSTF, in Italia sono oltre 5.500 i Comuni al di sotto dei 5mila abitanti che possono aspirare a entrare nella categoria dei borghi, distribuiti in maniera variabile lungo lo Stivale: praticamente tutta la Val d’Aosta ma solo il 33% dei Comuni pugliesi. Elaborando i dati ISTAT, lo stesso CSTF ha rilevato che il 64% dei borghi non rientra in una tipologia definita turistica, ma che dal 2010 al 2015 i posti letto in queste località è cresciuta del 2,3%. Oggi possono contare su 51mila esercizi ricettivi, che valgono 1,4 milioni di posti letto, cifre che si aggirano intorno al 30% del totale dell’offerta nazionale. A prevalere è comunque il settore extralberghiero, come b&b e alberghi diffusi. Nel 2016 gli arrivi nei borghi d’Italia sono stati 21,3 milioni per circa 90milioni di presenze (pari al 18,6% e 22,3% del totale); metà sono connazionali e metà provengono dall’estero.
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borghi d'Italia
Mezzano diventa una sorta di palcoscenico spontaneo, con decine di spettacoli. A proposito di itinerari naturali, è nata qualche anno fa in Valle Trompia la Via dell’Acqua, in una zona dove storicamente questo elemento è stato fondamentale per la lavorazione del ferro, mestiere tanto importante da rendere l’area una delle più ricche d’Italia. Oggi la memoria del lavoro viene difesa e valorizzata da percorsi di conoscenza del passato e di lettura del presente che permettono di provare zaino in spalla l’esperienza del trekking minerario nella Miniera Sant’Aloisio di Collio, seguendo il corso del fiume Mella ed esplorando magari le gallerie sotterranee a bordo di un trenino che conduce nelle viscere della terra a Pezzaze. L’abbondanza di acqua nelle falde sotterranee viene resa esplicita per mezzo del villaggio di Irma. Presso la Fonte San Carlo si risale il torrente tra abeti rossi e flora tipica degli ambienti umidi e si percorre un sentiero recuperato, un tempo utilizzato per la caccia, la raccolta di erbe spontanee e la produzione di carbone. I pannelli informativi e le installazioni didattiche a cura della Comunità Montana permettono di seguire la facile via sino a una radura che ospita la stazione interattiva e proseguire fino a un imponente salto d’acqua,
In apertura immagini tratte dalle pareti dei “borghi dipinti”. Dall'alto, un esempio di catasta artistica
Mezzano; Pantalica. In basso a sinistra, di
le grotte di
il sito archeologico di
Palazzolo Acreide
la cascata della Caldèra. Alla comprensione del metodo di fusione dei metalli e dell’utilizzo del fuoco è dedicato il Museo Il Forno di Tavernole sul Mella, un monumentale forno fusorio del XV secolo, dove si fa tappa prima di arrivare al Museo delle armi e della Tradizione Armiera di Gardone Valtrompia, dove i preziosi reperti testimoniano l’altissimo livello raggiunto dalla tradizione armiera valtrumplina e bresciana. Musei a cielo aperto Lontane nello spazio e per abitudini di vita, Albisola Marina e Carfizzi rappresentano due esempi di come l’arte possa essere utilizzata da attrattore turistico per un intero territorio. È il caso del Comune ligure, in provincia di Savona. Appena superato il torrente Sansobbia è impossibile non notare il caratteristico edificio d’arte futurista progettato dall’architetto Nicolaj Diulgheroff per ospitare la fabbrica, la residenza e il punto vendita delle
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L'associazione "I Borghi più belli d'Italia"
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ono da poco diventati 302, un piccolo esercito di
dono l'ammissione?
paesi fascinosi e troppo spesso dimenticati: sono i
I criteri che abbiamo sono 72, divisi in quattro sezioni. La
Borghi più belli d'Italia, riuniti in un'associazione che è nata
prima riguarda il patrimonio storico e artistico del borgo, i
nel 2002 all'interno della consulta del turismo dell'Anci,
livelli di cura e manutenzione degli edifici e delle facciate;
l'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani. L'intento è
un altro gruppo riguarda la qualità dei servizi per i resi-
quello di valorizzare e promuovere un patrimonio storico,
denti, come scuole, biblioteche, attività ludico-ricreative e
culturale e artistico che non ha eguali. I 302 membri di
uffici postali; la terza classe di parametri riguarda l'offerta
questo esclusivo circuito sono ambasciatori del Made in
per i turisti, come ufficio informazioni, segnaletica e per-
Italy nel mondo e sono tra i più importanti volani del tu-
sonale che parla la lingua. Infine, valutiamo l'inserimento
rismo nostrano. L'esigenza di costituire un'associazione
del borgo nell'ambiente, la tutela del paesaggio, il consu-
a tutela dei borghi italiani si è fatta sempre più cogente
mo di suolo.
perché sono centinaia i piccoli comuni che rischiano lo spopolamento ed il conseguente degrado a causa di una
Quali sono le regioni più rappresentate e quante domande avete "in lista d'attesa"?
situazione di marginalità rispetto agli interessi economici
Al momento Umbria e Marche guidano la classifica con
che gravitano intorno al movimento turistico e commer-
27 borghi ciascuna, mentre abbiamo attualmente 80 ri-
ciale. Un Club, quindi che non è stato creato per effettua-
chieste di adesione ancora in attesa di decisione.
re una mera operazione di promozione turistica integrata,
Che benefici porta al turismo il vostro "club"?
si prefigge di garantire – attraverso la tutela, il recupero
Vista la fretta con cui tutti i sindaci si apprestano a pagare
e la valorizzazione – il mantenimento di un patrimonio di
la quota annuale, direi enormi. A parte gli scherzi, abbia-
monumenti e di memorie che altrimenti andrebbe irrime-
mo un trend medio di crescita, nei Borghi più belli d'Italia,
diabilmente perduto. Ma, com'è ovvio, non basta essere
tra il 7 e l'8% e così anche il numero dei posti letto. Basti
un piccolo comune per poter essere annoverato nell'As-
pensare che siamo arrivati a circa 14 milioni di pernotta-
sociazione de I borghi più belli d'Italia e, di conseguenza,
menti registrati, a fronte di una popolazione residente nei
per poter beneficiare dell'appartenenza a una rete che
302 borghi di poco più di un milione di abitanti. All'interno
sta funzionando sempre meglio: bisogna garantire dei re-
della nostra rete ci sono oltre 17.000 attività registrate, ini-
quisiti specifici di qualità per poter essere annoverati in
ziamo a essere ben più che una nicchia. C'è da registrare
questa associazione che sta portando lustro al turismo
una crescita molto forte soprattutto nei borghi poco co-
nostrano. Tanto che il 2017 è stato l'anno dei borghi.
nosciuti che magari neanche sapevano che cosa fosse il
«Nell'Anno dei Borghi siamo stati invitati a rappresentare
turismo, mentre ora vedono arrivare persone e riescono
l'Italia all'estero. Abbiamo anche un consorzio di produt-
anche a trattenere qualche giovane abitante che sceglie
tori, una rivista mensile, una società di servizi: non sia-
di rimanere perché trova lavoro.
mo più solo un'associazione, siamo diventati una holding
Quali iniziative avete lanciato per il 2019?
della bellezza». Fiorello Primi, presidente de I Borghi più
Abbiamo introdotto una nuova certificazione, "Borgo li-
belli d'Italia, ci spiega come funziona una realtà che sta
bero dalla plastica": abbiamo consegnato un decalogo
contribuendo in modo significativo al rilancio del turismo
di azioni da rispettare e chi, tra i nostri iscritti, svolgerà
italiano, nonostante i soliti ostacoli legislativi.
almeno sette di queste iniziative per diminuire la dipen-
Come funziona l'Associazione dei Borghi più belli d'Italia?
denza dalla plastica riceverà un ulteriore bollino di qualità.
Ad oggi siamo in 302 a far parte di questa realtà ormai
ovvero spazi di due metri quadrati, sollevati da terra, che
maggiorenne. Nel corso di questi anni abbiamo ricevuto
consentono di coltivare erbe aromatiche. Un'attività idea-
circa 750 richieste e stiamo procedendo al ritmo di una
le per anziani e per persone diversamente abili.
dozzina di nuovi ingressi ogni dodici mesi, dopo un primo
Ogni quanto rinnovate gli organi direttivi?
periodo in cui invece le ammissioni sono state più ampie.
Ogni cinque anni, il prossimo rinnovo sarà nel 2020
Per entrare nel novero dei Borghi più belli d'Italia abbiamo
nell'assemblea che si terrà a Spello. Inoltre l'associazione
messo a punto un sistema di valutazione e certificazione
fa parte della federazione internazionale "Les Plus Beaux
che recentemente ha ottenuto il "bollino" ISO 9001.
Villages de la Terre" insieme alle associazioni analoghe
Che parametri devono rispettare i comuni che chie-
alla nostra di altri dieci paesi.
Poi abbiamo deciso di introdurre i cosiddetti orti pensili,
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borghi d'Italia
Dove l'arte è di casa di Maria Grazia Tornisiello
Nel borgo medievale di Dozza, fra Bologna e Imola, dal 9 al 15 settembre, si svolge la Biennale del Muro Dipinto con centinaia di artisti che dipingono a stretto contatto con il pubblico ceramiche Mazzotti. Nel suo piccolo giardino viene condensata l’arte che ha fatto la fortuna di Albisola Marina: una collezione di ceramiche che nel corso degli anni si sono concentrate una accanto all’altra. Ma l’arte ceramica ha intriso anche il centro storico: dal Lungomare degli Artisti decorato con i venti mosaici pavimentali disegnati da altrettanti artisti – da Aligi Sassu a Wilfredo Lam a Lucio Fontana –, ci si inerpica sino a quella che fu per decenni la casa di Asger Jorn, l’artista danese a cui si deve buona parte della notorietà di Albissola Marina nei Paesi scandinavi. Sotto, nei caruggi, le botteghe e i laboratori dei ceramisti si fanno spazio tra le osterie. Il rumore dei passi al riparo dal sole rimbalza contro le mueè, le pareti di mattoni sporgenti che permettevano di creare panetti pronti per essere modellati con l’argilla fresca scagliata con forza contro il muro. Basta lasciarsi condurre dai lucidi ciottoli bianchi e neri del sagrato di Nostra Signora della Concordia (i rissêu) per raggiungere la collezione comunale di Via dell’Oratorio, un am-
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U
n affascinante viaggio alla scoperta di alcuni tra gli oltre 200 “borghi dipinti” della penisola. Grazie alla maestria di pittori più o meno conosciuti, percorrendo i dedali di viuzze che caratterizzano questi piccoli centri abitati possiamo soffermarci ad ammirare immensi quadri che ci narrano usi e costumi locali, episodi storici o religiosi e fatti di cronaca che hanno segnato profondamente la vita del nostro paese. È il caso di Orgosolo in Barbagia, dove non c’è casa che non abbia un murale. Realizzati tra gli Anni ’60 e ’70 raffigurano scene di lotta politica e di protesta sociale, vi si celebrano la Resistenza e la liberazione dal nazifascismo. Per gli appassionati di ritratti di famiglia e di vita nei campi è d’obbligo, invece, una sosta ad Arcumeggia sul Lago Maggiore. Qui, nel 1956, grazie alla manifestazione Pittori in vacanza, nasce la prima esperienza di galleria all’aperto dell’affresco in Italia. Anche il piccolo centro di Bagnasco, nella Val Tanaro, in Piemonte, è un susseguirsi di case colorate con paesaggi montani ma soprattutto raffigurazioni che rievocano il tradizionale Bal do sabre (ballo delle spade) un’antica danza folcloristica. A 90 km, nell’entroterra ligure, troviamo Valloria di Prelà dove, in mancanza di spazio per dipingere sui muri, si è pensato bene di “sfogare” la propria creatività sulle porte delle abitazioni. Dirigendosi nuovamente verso Sud, a poca distanza dal confine marchigiano, incontriamo il borgo fortificato di Saludecio (Rn), che con i suoi 50 murales rende omaggio alle invenzioni dell’800. Ahimè, il nostro breve tour volge al termine, non senza però aver fatto tappa a Satriano di Lucania, patria del pittore seicentesco Giovanni De Gregorio, detto il Pietrafesa; la cittadina, con i suoi oltre 150 dipinti, è considerata la capitale dei murales del Mezzogiorno.
pio contenitore di opere del Novecento. Un’italica Montmartre che negli anni Cinquanta e Sessanta era il punto di riferimento per le avanguardie artistiche e oggi è percorso a cielo aperto. A Carfizzi, nel Crotonese, è sbocciato invece un Parco letterario grazie all’importanza che si è conquistato lo scrittore Carmine Abate, che in questo paese dalle radici arbreshe è nato e vissuto. Un Parco che è un’anomalia nel panorama nazionale: di solito vengono dedicati a chi non è più tra noi, ma questa è un’esperienza in itinere e promette di rilanciare l’intera area interna crotonese. Intanto l’ex centro sociale è stato trasformato in sala multimediale dove è possibile rivivere le pagine dei romanzi dello scrittore. Si respira l’aria dei suoi testi lungo le viuzze, i piccoli slarghi, l’anfiteatro e il percorso Montagnella, lontano un paio di chilometri dal centro storico, che si può percorrere a piedi fino a raggiungere sorgenti che compaiono all’improvviso nel mezzo di un bosco dall’aspetto alpino. Pietre e gola Anche Garessio e Palazzolo Acreide sono due mondi lontanissimi ma condividono un grande patrimonio artistico urbano e la propensione a una gustosa gastronomia. Da Garessio provenivano gli alberi maestri che completavano le caracche genovesi. La trama dei vicoli d’origine medievale si apprezza dalla torre quadrata del palazzo comunale, che ospita anche l’archivio storico, tra cui il Libro della Catena, ovvero gli statuti medievali concessi nel 1276, e i Catasti cinquecenteschi. Il ponte in pietra sul rio San Mauro è punto di partenza per rilassanti passeggiate nei boschi, dove nasce la castagna garessina, perfetta per essiccare o farne farine da dolci o polente. Il saper fare artigiano ha invece creato i garessini, un pasticcino di farina di nocciole del Piemonte Igp, cacao e mandorle che si trova nelle pasticcerie. Quella di Giorgia Cagna vanta oltre ottant’anni di storia. Anche la pecora di razza Garessina fa parte del patrimonio genetico dei luoghi. L’agriturismo Cà del Duduro produce formaggette con il loro latte e prepara la polenta bianca con sugo ai porri, a base di patate bollite, farina bianca e farina di grano saraceno. Bisogna allontanarsi dal centro per visitare la Certosa di Casotto, fondata nel XII secolo, che divenne residenza di caccia di Vittorio Emanuele II. Del grande passato di Palazzolo Acreide rimangono impronte indelebili nel teatro greco e in tutta l’area archeologica che domina la Valle dell’Anapo, e nelle grotte di Pantalica, risalenti a oltre 3000 anni fa. Ma è la riscoperta dell’arte Barocca che ha reso in tempi recenti celebre il centro siracusano. Una città rinata dopo il terremoto del 1693, impreziosita dalla scalinata della chiesa dedicata a San Sebastiano, dagli spaziosi viali della Villa Comunale e dalla casa-museo di Antonino Uccello, eclettico poeta e antropologo che spese la propria vita a favore della divulgazione delle tradizioni popolari. Resti di consumi alimen-
Qui, la Reggia di Valcasotto a Garessio e, sotto, le cataste artistiche di
Mezzano
tari dei coloni greci testimoniano l’interesse di quelle popolazioni nei confronti del suino nero locale, dalle setole spesse e dal prezioso lardo. U niuru, semplicemente “il nero”, in segno di rispetto nei suoi confronti. Allevamento semibrado e mangime al pascolo conducono al risultato di ottenere una carne soda e saporita, dettagli utili alla preparazione di una salsiccia nel cui impasto compaiono peperoncino e finocchietto selvatico. Da assaggiare quella leggermente affumicata con legni d’ulivo.
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itinerari
Nel regno
del
Gusto
C
osì un pratese, toscanaccio di quelli tosti, definì i suoi corregionali nel dare titolo al suo lavoro: Maledetti Toscani. Questo pratese si chiama Kurt Erich Suckert, meglio conosciuto come Curzio Malaparte. Orgoglioso di essere toscano, specificamente di Prato, ciò scrisse come suo epitaffio: “Io son di Prato, m’accontento d’esser di Prato, e se non fossi nato pratese vorrei non esser venuto al mondo”. E, come omaggio al maledetto toscano Malaparte, iniziamo il viaggio in Toscana proprio da Prato, città del grandissimo pittore del Rinasci-
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La Toscana amalgama storia e tipicità con l’intramontabile fascino della natura. Pane, dolci, vini e carne assumono sapori e colori di una terra senza tempo di Luigi Pulci
mento Filippino Lippi. Fin dall’alto Medioevo fu luogo privilegiato di scambi e mercato ed anche ai nostri giorni mantiene questa caratteristica che la rende particolarmente operosa e vivace. Prato è al centro del più grande distretto tessile europeo. Il territorio pratese è imperdibile per gli amanti del gusto: i biscotti e gli zuccherini della Val di Bisenzio; quelli di Prato, ottenuti tagliando trasversalmente dei filoncini di pasta farcita di mandorle intere e pinoli. A Montalbano, invece, regnano gli amaretti. Da assaporare anche i fichi secchi di Carmignano.
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Il pane dei pani Il pane acquisisce qui una sua specificità. La bozza pratese è un pane antico e rinomato: prodotta senza sale è ottenuta impastando la farina di grano tenero con acqua e lievito naturale. Il giusto “mezzo” per gustare la mortadella di Prato che ha forma simile ad un grosso salame, consistenza compatta, colore rosato tendente all’opaco, con pezzi di lardo bianchi di diverse dimensioni. È molto saporita ed ha un forte odore di spezie. E affinché non si dica che in Toscana l’unica razza bovina pregiata sia la chianina, qui in territorio pratese esiste la calvanina: razza autoctona che abita i monti della Calvana. Prato ha anche una vera gemma enologica: la Docg più piccola d’Italia: il Carmignano. È un rosso importante che nasce da una miscela di Sangiovese, Cabernet, Canaiolo nero e altri vitigni rossi. La magica Valdichiana Qui la cucina è schietta ed evoca la necessità di non buttare
In apertura, un affascinante paesaggio toscano; sopra, a sinistra, uno scorcio
Torre Pisa; a destra,
della di
una passeggiata a cavallo nei boschi dell’Amiata e, in basso, i deliziosi cantucci, i celebri biscotti di
Prato
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via niente. Il pansano - fettina di pane condita con cavolfiore lessato, aceto ed olio - ne è l’esempio principe. Centro importante della Valdichiana è Montepulciano, che regala il suo Rosso di Montepulciano Doc. Tipico e gustosissimo il pane di Pasqua della Valdichiana: la ciaccia, pasta di pane schiacciata condita con olio. Da qui si arriva a Siena che ha origini correlate a Roma. Difatti è la lupa il simbolo della città; la lupa che allattò Senius, figlio di Remo. Per provare a comprendere l’anima della città e l’animo dei senesi bisogna usare tre chiavi disponibili in loco. La prima è l’iscrizione presente sull’arco di Porta Camollia: “cor magis tibi Sena pandit”, ovvero “Siena ti apre un cuore più gran-
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de”. La seconda è l’affresco degli Effetti del Buon Governo di Ambrogio Lorenzetti, dipinto nel 1338 con la bellissima veduta di Siena e del suo territorio. La terza è il Palio. Il sentimento di devozione al Palio e di immedesimazione ed attaccamento alle contrade da parte dei senesi è unico e non ha l’eguale in altre feste di origine medioevale. Prossima tappa l’etrusca Arezzo, che ha dato i natali a Mecenate, al sommo Francesco Petrarca, al licenzioso Pietro l’Aretino, a Giorgio Vasari. Poco distante da Arezzo nacque Piero della Francesca, suoi ed imperdibili gli affreschi che decorano l’abside della Chiesa di San Francesco. La cucina aretina propone l’acquacotta: zuppa di pane raffermo, impreziosita da funghi e cavolo nero. Il territorio rifulge anche per il Prosciutto del Casentino. Tra i dolci, la palma d’oro va al gattò, una sorta di pan di spagna arrotolato, farcito con crema pasticcera al cioccolato. La Maremma Da Arezzo, lambendo di nuovo Siena, si arriva in Maremma. A breve distanza da Grosseto si può visitare il centro etrusco di Roselle, i cui scavi sono di rilevante importanza. Il Parco Naturale della Maremma offre paesaggi incredibilmente belli ed è anche di alto valore naturalistico. Si estende dai Monti dell’Uccellina sino alle foci dell’Ombrone. A Ferragosto, nel Parco si tiene il Rodeo della Rosa, un torneo
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In alto, una spettacolare cartolina di
Firenze
al tramonto: la città è un trionfo di tesori artistici ma anche gastronomici
A destra,un piatto di acquacotta, zuppa tipica aretina sotto, il gustoso lardo di Colonnata Nella pagina a fianco un momento del
Palio di Siena
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Il sentimento di devozione al Palio e di attaccamento alle contrade da parte dei senesi è unico e non ha eguali in altre feste di origine medievale cesimo, con importantissimi legami commerciali e culturali con la Spagna moresca ed il Nord Africa. Pisa è la città di Galileo Galilei. Da qui, ci si inoltra in terra magnifica, la Lucchesia. Lucca è una città che incanta e infonde il suo fascino con il suo famoso complesso murario: lungo più di quattro chilometri, praticamente integro, è uno degli esempi più significativi di fortificazioni rinascimentali. La celebre Piazza del Mercato ricalca la forma ellittica del teatro romano che qui sorgeva. La planimetria romana ha influenzato tutta l’urbanistica lucchese. Da Lucca si fa ritorno sulla costa, ed ecco che si spalanca la Versilia, toccando Viareggio, Lido di Camaiore, Marina di Pietrasanta, Forte dei Marmi.
fra butteri nel quale vengono messe in evidenza le abilità, basate su forza fisica e baldanza. Nella parte più meridionale della Toscana, quasi ai confini con il Lazio, si offre alla vista la delicata laguna di Orbetello ed il suo possente e magnifico promontorio. Si risale avendo il mare a sinistra e si costeggia così tutta la costa toscana. Assolutamente da non perdere a Talamone, Castiglion della Pescaia, Punta Ala, Follonica, Piombino. Dall’Elba a Lucca Da Piombino si salpa per l’Isola d’Elba. E ancora Cecina e quindi si arriva a Livorno, città nata per volontà dei Medici. A far da contorno alla passeggiata sul lungomare di Viale Italia, la sosta drink: la persiana, in estate, a base di anice e menta; altrimenti il ponce livornese: caffè, limone e rum. A tavola, due trionfi: il caciucco e le triglie alla livornese. Si prosegue fino ad arrivare a Pisa. Fu una delle quattro repubbliche marinare, molto forte tra i secoli undicesimo e tredi-
Il lardo di Colonnata Proseguendo con il mare a sinistra, si arriva ai piedi delle Alpi Apuane. Lo scenario si apre con Massa e la Piazza degli Aranci, il Palazzo Ducale, la Cattedrale. Una frazione di Carrara, conosciuta nel mondo per i suoi marmi, è Colonnata che è famosa per il suo lardo. E da Massa si arriva in Lunigiana che trae il suo nome dalla colonia romana di Luni alla foce del fiume Magra. La scelta della visita cade su Pontremoli. Qui il cibo è da provare, come i testaroli al pesto. Riscendendo, si arriva in Garfagnana e a Pistoia. Con il Duomo di San Zeno e il Dossale di San Jacopo, capolavoro dell’arte orafa del Duecento. Firenze, la magnifica Da Pistoia si punta su Firenze, che diede i natali al sommo poeta Dante Alighieri nel 1265 e che fu capitale d’Italia dal 1865 al 1870. L’arte è ovunque: Santa Maria del Fiore, la cupola del Brunelleschi, il campanile di Giotto, il Battistero di San Giovanni, la Basilica di Santa Croce, gli Uffizi e il corridoio Vasariano, il Ponte Vecchio, Palazzo Pitti e il Giardino di Boboli. E che dire poi di una passeggiata lungo via de’ Tornabuoni e poi Piazza della Signoria, con il suo Palazzo Vecchio; il trionfo del bugnato in Palazzo Strozzi, espressione autentica del Rinascimento fiorentino. A tavola, un buon bicchiere di Chianti e il lampredotto, la parte più magra e compatta dello stomaco dei bovini: un tipico piatto fiorentino.
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Vacanze da sogno
Costa Azzurra vip paradiso dei nuovi
super-ricchi
Una guida ragionata a tutti i luoghi più in (e più irraggiungibili) della lingua di terra francese che, dagli anni Cinquanta, è diventata meta di elezione per il bel mondo. E ora i nuovi paperoni la stanno conquistando
N
otti brave, mega yacht, belle donne, locali costossimi frequentati dalle star di Hollywood e dagli uomini più danarosi del pianeta. La Costa Azzurra, da Saint Tropez a Cannes, da Antibes a Nizza e Saint-Paul de Vence, passando per il Principato di Monaco, rappresenta forse il top a livello mondiale per chi si crogiola negli agi e negli eccessi di una vita da nababbi. Fiumi di soldi che arrivano nelle tasche dei sempre abilissimi cugini francesi, capaci di costruire un mondo in grado di attirare, fra gli altri, i nuovi ricchi, i potenti della nuova ge-
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di Vincenzo Petraglia
ografia economica mondiale. È rimasta negli annali la spesa folle del rampollo malese Zhen Basso, fratello minore del super milionario Jho Basso, che qualche anno fa nel night club Les Caves du Roy di Saint Tropez spese a fine nottata, a suon di bottiglie di champagne, ben 2,6 milioni di dollari. Una nuova ondata di rich people provieniente da Russia, Pakistan, Malesia, Sudamerica, Medio Oriente, India, Cina, meno discreta e raffinata, griffatissima, che sfoggia orologioni d'oro, panfili, Bentley e Ferrari con targhe personalizzate, che affitta o acquista ville a prezzi astronomici. Locali, discoteche, club super esclusivi che offrono l'occasione di avere uno spaccato dei nuovi equilibri mondiali della ricchezza e di come è cambiato il modo di viverla, diversamente da come facevano e tuttora fanno (sempre meno) i veri billionaire, quelli che in maniera più “sobria” se ne stanno a prua di lussuosi yacht o restano rintanati in ville da sogno seminascoste dalla macchia mediterranea e lontane da occhi indiscreti. Fra tutti i locali rivieraschi, must dei must Le Caves du Roy, a Saint Tropez, ricavato all'interno del prestigioso Hotel Byblos, inno al lusso più sfrenato che attira multimilionari da ogni dove, appuntamento fisso per memorabili notti in discoteca. Fra i frequentatori abituali, Naomi Campbell, Paris Hilton, i membri delle varie famiglie reali, sceicchi e super ricchi: in poche ore si riescono a
bruciare anche centinaia di migliaia di euro. Sempre a Saint Tropez, L'Opera è un altro locale molto “in” della cittadina che dalla sua magnifica terrazza sul porto offre una delle viste più belle dell'intera Costa Azzurra, anch'esso appannaggio di very rich people. Il Vip Room di Cannes è una delle tappe imperdibili della movida milionaria, con prezzi da capogiro che possono arrivare anche a un milione di euro a tavolo, tra i locali preferiti di personaggi come Rihanna e Chris Brown. Le Baoli, sempre a Cannes, è da molti ritenuto il miglior night club della Costa Azzurra dove si esibiscono i dj in circolazione più quotati. Non è raro incontrarci i divi di Hollywood, uno fra tutti Brad Pitt, per il quale, a detta dei più informati, pare sia in assoluto il locale preferito in Côte d'Azur. Spostandosi nel Principato di Monaco, uno dei luoghi iconici è il Buddha Bar, frequentato da vip e imprenditori. Un posto d'onore nelle sfarzose notti del principato lo occupa anche il Twiga, il club lanciato da Flavio Briatore diventato un punto di riferimento per le star dello show business, della moda e dello sport. Dopo cena, intorno all’una di notte, il locale si trasforma da ristorante a discoteca, dove si avvicendano dj, musicisti e artisti di livello. Di posti super esclusivi la Costa Azzurra ne offre non soltanto in discoclub e locali di grido, ma anche in alberghi lussuosissimi con suite da mille e una notte. Come, solo per citarne alcuni fra i tantissimi presenti, l'Hôtel Barrière Le Majestic
di Cannes, iconico cinque stelle risalente al primo '900 con suite fino a 500 metri quadrati, con tanto di piscina privata affacciata sulla Croisette, che arrivano a costare anche 40 mila euro a notte. O ancora, non lontano da Nizza, il magnifico Grand-Hôtel du Cap-Ferrat, e, a Cap d'Antibes, l'iconico Hôtel du Cap Eden Roc, altro cinque stelle lussuosissimo ricavato in un'immensa villa dell'800, frequentatissimo dalle star di Hollywood specialmente durante il Festival di Cannes. Non lontano si trova una delle ville private più spettacolari dell'intera Costa Azzurra: lo Château de La Croé, proprietà del super milionario russo Roman Abramovich. L'haute cuisine è uno degli altri grandi appeal della Costa Azzurra, che certamente un milionario che si rispetti non può non considerare, nonostante molti paperoni optino spesso per personal chef a bordo dei propri yacht o delle mega ville in cui risiedono. Perché anche il ristorante stellato è un rituale che celebra l'opulenza della classe che conta. Così imprenditori, milionari ed ereditieri non possono non ritrovarsi, per esempio, al tristellato ristorante monegasco Le Louis XV all’interno della sontuosa cornice dell’Hôtel de Paris o, al tramonto, nell'ora dell'aperitivo, al Bar Odyssey – Hôtel Métropole, progettato dal guru Karl Lagerfeld, fra i più esclusivi del principato. Oppure sulla modaiola Nikki Beach Monte Carlo (imperdibile anche quella di Saint Tropez) presso il Fairmont Hotel col suo magnifico rooftop panoramico per guardare dall'alto il resto del mondo, quello che non appartiene all'esigua elite dei super ricchi.
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Outlet experience di Antonella Aquaro passato quasi un ventennio dal loro esordio italiano. Era, infatti, il 1999 quando a Serravalle Scrivia, provincia di Alessandria, veniva posata la prima pietra di un outlet che sarebbe poi stato inaugurato l'anno successivo, quasi a salutare l'avvento del nuovo Millennio con una struttura che, ancora oggi, è tra i più grandi centri d’Europa di distribuzione moda con i suoi 51.500 metri quadri e 250 negozi che comprendono alcune tra le più importanti griffe di moda e di design. Dietro l’iniziativa, il gruppo inglese McArthurGlen, che già dai primi Anni ’90 esplorava il mercato della moda decidendo infine di investire sull’alta creatività e sui manufatti a km zero del
È
all'italiana Un fenomeno in controtendenza quello dei villaggi della moda: la crisi che dal 2008 pesa sull’economia nazionale sembra non potere nulla contro i loro numeri in crescita esponenziale. Buona parte del merito sta in un’offerta che va ben oltre il capo firmato a prezzi vantaggiosi: da Vicolungo al SiciliaOutletVillage scopriamo insieme il segreto di tanto successo
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speciale outlet
Belpaese. Da allora in poi nulla è cambiato, o quasi. Dalla sua sede di Londra, il gruppo continua nel suo ruolo di leader di mercato controllando 24 strutture (di cui cinque nel nostro paese) a cui si aggiungeranno nei prossimi mesi altri tre outlet, tra Spagna, Regno Unito e Germania. Anche l'Italia, nel frattempo, ha bruciato ogni possibile tappa diventando la seconda nazione europea per numero di outlet. Shopping emozionale «Oggi sono tanti i canali di accesso alle grandi firme. Oltre ai classici punti vendita, cioè i negozi delle vie del centro, la moda è disponibile online 24h,
Il Città Sant’Angelo Village, con i suoi due eventi al mese, rappresenta il top della outlet experience italiana: esempio emblematico del cosidetto shopping emozionale
per cui gli outlet, nel tempo, hanno dovuto reinventarsi e offrire qualcosa di più emozionante rispetto alla concorrenza», ci spiegava Laura Andreoletti, country manager di Neinver, società spagnola presente sul territorio italiano dal 2002 con Style Outlets e Factory di Vicolungo (Novara) e Castel Guelfo (Bologna). Una realtà importante (con 19 strutture e oltre 319.000 metri quadri in Europa) che, a conferma del buono stato di salute della distribuzione, nel 2018 ha fatturato poco meno di un miliardo di euro ottenuto tramite 42,3 milioni di visitatori. Inoltre, la stessa macchina, eviden-
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Business to business Un fenomeno sorprendente, quello degli outlet, tanto più se si incrociano i dati di questo successo con quelli di una recessione iniziata nel 2008, e mai conclusasi, e le forti ripercussioni subite dal sistema moda. Al di là di ogni possibile considerazione o analisi economica, però il dato di fatto è che gli outlet in Italia godono di uno stato di buona salute, muovono folle di turisti e di potenziali clienti. Cresce in assoluto il loro numero, così come lo sviluppo all’interno di centri già esistenti. Nel mese di giugno di quest'anno è stato aperto, a Sanremo, il The Mall. Mentre, dopo un periodo "turbolento", è ripartito il conto alla rovescia per l'apertura della struttura di Rovigo (Deltapooutlet). Senza contare che tutte le strutture già esistenti sono soggette periodicamente a lavori di ammodernamento e ampliamento. Ad esempio, a Serravalle è stato recentemetne completato il restyling totale della centralissima
Piazza dei Portici, con la contestuale creazione di una nuova lounge dotata di working station, il lancio di servizi di private shopping con camerini dedicati. L’outlet piemontese sembra così prendere di mira il target “business” vista anche la presenza, già da qualche anno di una meeting room – attrezzata e modulabile –, un servizio di personal stylist multilingue, di un car valet (servizio di ritiro e consegna dell’auto direttamente in aeroporto), oltre alla presenza di uno staff dedicato all’organizzazione di incentive e team building. Il villaggio della moda piemontese, però, è solo una della 5 strutture con cui McArthurGlen ha conquistato il territorio italiano. A completare la batteria tricolore, i centri di Barberino (Toscana), Castel Romano (Lazio), La Reggia (Campania) e Noventa di Piave (Veneto); strutture dove, ognuna a suo modo, si afferma la nuova accezione di shopping come “outlet experience”.
speciale outlet
lifestyle
“Musica, musica, musica”, sembra essere il mantra generale, un tormentone ricorrente da nord a sud d’Italia, specie d’estate, quando organizzare un fitto programma di concerti gratuiti diventa quasi d'obbligo per tutti gli outlet
temente rodata e performante, in Italia beneficia della liberalizzazione degli orari commerciali, creando delle cittadelle aperte 365 giorni l’anno, e di un sistema di particolare vitalità sempre più votato al relax e divertimento. Ma se all’estero l’animazione dei “villaggi-moda” è affidata all’iniziativa spontanea di privati, al di qua delle Alpi l’outlet experience è a carico del gestore, cui spetta intrecciare lo shopping con una serie di attività alternative. Così food, spettacoli, musica dal vivo e servizi ad hoc per i bambini, rappresentano i connotati del nuovo format dell’outlet italiano. Anche perché, mediamente, i clienti trascorrono negli outlet village 3 ore, visitano 4-5 negozi, fanno una pausa caffè o pranzo e, se in compagnia di bambini, danno spazio al gioco. Così, se la motivazione principale alla visita rimane l’offerta di “merce griffata” a prezzi scontati – dal 30 fino al 70% – c’è anche l’intrattenimento multiforme a spingere sull’acceleratore del business, oltre a un buon rapporto qualità-prezzo e all’eccezionale concentrazione merceologica.
SOPRA IL
PALMANOVA OUTLET VILLAGE,
SOTTO GLI SPAZI DEL BORGO SICILIANO RIVISITATO IN CHIAVE MODERNA CHE OSPITANO IL OUTLET
VILLAGE
SICILIA
Tanta musica, ma non solo In termini di outlet experience la struttura probabilmente più performante è quella di Città Sant’Angelo (Pe) dove gli eventi traducono in pieno il senso di coinvolgimento come connotato dello “shopping emozionale”. Qui, ad esempio, ha avuto luogo l'unica tappa abruzzese del Deejay Time in Tour. Qui, il 6 agosto scorso, si è esibito Alvaro Soler e il 27 luglio Giusy Ferreri. Tante le iniziative, varie e accattivanti, ma soprattutto ben comunicate. Ogni estate, d'altronde, sotto i riflettori del villaggio abruzzese si tiene un programma di intrattenimento variegato e curato, il tutto inframezzato da abbondanti dosi di cibo e musica. Cambio di regione, cambio di registro. A Barberino è sicuramente la moda a farla da padrona, o meglio le camicie, perlomeno consultando gli eventi più
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speciale outlet A DESTRA EVENTI MUSICALI ORGANIZZATI NEGLI SPAZI DEL
SICILIA OUTLET VILLAGE. SOTTO IL SERRAVALLE DESIGNER OUTLET
recenti. Per i clienti dell’outlet toscano, su richiesta, iniziali ricamate a mano (gratis), anziché autoritratti prodotti dagli artisti dell’Accademia d’arte di Firenze in posa proprio in camicia bianca. “Musica, musica, musica”, sembra invece essere il mantra generale, un tormentone ricorrente da nord a sud d’Italia, specie d’estate, quando organizzare un fitto programma di concerti gratuiti diventa quasi d'obbligo per tutti. Fra le performance già archiviate negli anni passati, i Tiromancino, Fedez e Norma Jean Martine e Francesco De Gregori solo per citare i nomi più altisonanti. Halloween, insieme alle feste comandate (papà, mamma e Natale) sono appuntamenti di rigore quasi per
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D'estate l'organizzazione di concerti - rigorosamente gratuiti e di altre iniziative attrattive diventa quasi d'obbligo per gli outlet italiani. Negli anni, moltissimi artisti anche molto famosi si sono esibiti: un esempio sono Fedez e De Gregori tutti, il resto è a discrezione della “direzione artistica”. Così, a seconda della collocazione geografica, si riesce ad assistere a eventi dedicati ai matrimoni o agli animali, senza contare l'importanza dell'aspetto paesaggistico, come nel caso del Cilento Outlet Village, forte di un’ubicazione lungo la statale 18 che collega Napoli e Salerno a Paestum e alla costiera cilentana. A soli 20 minuti c’è anche la costiera amalfitana, per un'esperienza che coniuga arte e desiderio di shopping.
presticasa Il pezzo che mancava al tasso che cercavi
Tan dal 3,90 %
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Ritorno tra xxxxxxxx i banchi
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Social, tecnologia e genitori onnipresenti: tutto pronto per il
ritorno a scuola
T
ra pochi giorni l’equivalente della popolazione della città di Londra tornerà - con sentimenti contrastanti - tra i banchi di scuola. Poco meno di 8 milioni di bambini e ragazzi, infatti, sono pronti a ricominciare (o cominciare) dopo tre mesi di vacanza. Mai come in questo periodo, però, il ruolo della scuola è confuso, i professori sono sminuiti nel loro ruolo mentre i genitori sono sempre più convinti di essere loro, in prima persona, a dover rispondere dell’istruzione dei propri figli. «Se fosse per me – ci spiega Paolo Crepet, psichiatra e scrittore – bisognerebbe rivedere totalmente i decreti delegati in termini di ingerenza dei genitori, di ruoli della scuola e degli insegnanti: serve che i padri e le madri facciano un passo indietro e lascino più libertà d’azione alle strutture preposte all’istruzione». Un altro dei temi all’ordine del giorno è il discusso rapporto tra giovani e tecnologia. Siamo il paese con la maggiore diffusione di smartphone in Europa, e anche i tablet iniziano a diventare uno strumento invalso, anche tra i banchi di scuola. «Mi auguro – prosegue Crepet – che il prossimo anno si ragioni su questa sfida, ovvero riuscire a rispondere alla domanda cardine: “Che cosa ce ne facciamo della tecnologia?”. Personalmente ritengo che per i bambini delle scuole materne ed elementari sia meglio mantenere un certo distacco dai dispositivi elettronici. Non c’è
paolo crepet è psichiatra, scrittore e opinionista televisivo
di Marco Scotti
davvero nessun bisogno di “informatizzare i banchi di scuola”, perché nelle classi c’è bisogno di usare le mani. E che non mi vengano a dire che il pencil dei tablet è uguale al pennarello perché è davvero una sciocchezza. Dalle scuole medie in poi, invece, si può iniziare a capire in che modo sfruttare la tecnologia». Ma dagli undici anni in poi – e maggior ragione alle scuole superiori – la tecnologia si traduce anche nell’accesso ai social, un mondo che può nascondere qualche insidia se non viene raccontato in maniera corretta ai giovani. «Bisogna parlare dei rischi – conclude lo psichiatra – bisogna spiegare ai ragazzi che cosa si guadagna dall’utilizzo dei social ma anche che cosa si perde. E soprattutto bisogna sempre avviare un dialogo che non parta semplicemente dai “sì” o dai “no”. Non siamo mica dei computer, per l’appunto. Dobbiamo ragionare, declinare, spiegare, illustrare: di questo hanno bisogno i giovani».
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lifestyle
calda società
Nuovi amori, matrimoni e cicogne:
è l'estate caldissima dei di Monica Setta
E
lisabetta Gregoraci torna single e forse si riavvicina a Flavio Briatore, papà del suo unico figlio Nathan Falco. Mikaela Calcagno, la sexy giornalista Mediaset legata da un decennio all'ex arbitro Gianluca Paparesta, sta, invece, per diventare mamma della piccola Mia Nicol. E pensa al terzo figlio anche un'altra giornalista sportiva, Ilaria D'Amico, che oltre al primogenito ha già avuto un bambino da Gigi Buffon. Il mitico portiere e la bella Ilaria filano d'amore e d'accordo, hanno appena cambiato casa e puntano ad allargare la famiglia. La stagione dell'amore - l'estate appunto - non ha deluso neanche nel 2019. Flirt, passioni, matrimoni e perfino tradimenti: lo show biz non si è fatto mancare davvero nulla. Da dove cominciamo? Da Elisa Isoardi, ex lady Salvini, che ormai da quasi un anno si è fatta immortalare per i Social accanto al make up artist Mariano Sabatelli. Dopo il breve fidanzamento con Alessandro di Paolo, la conduttrice della Prova del cuoco si prepara alla nuova impegnativa stagione tv senza disde-
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vip italiani
Mikaela Calcagno in dolce attesa e il desiderio di un nuovo figlio per Ilaria D'Amico. Ma anche il riavvicinamento di Elisabetta Gregoraci e Flavio Briatore a sinistra ilaria d'amico. nell'altra pagina, dall'alto: manila nazzaro, barbara d'urso, mikaela calcagno, elisa isoardi
I bene informati dicono che perfino Barbara D'Urso non sia riuscita a resistere alla "Summer of Love" e abbia una nuova frequentazione. E poi le neo-sposine Stefania Orlando e Milena Miconi in viaggio di nozze gnare l'amore. Che sia Sabatelli o un altro, per Elisa è giunto il tempo di rifarsi una vita, visto che il suo ex Matteo Salvini è innamoratissimo di Francesca Verdini che ha poco più della metà dei suoi anni (46 lui, 26 lei) magari pensando anche ad un figlio. Chi si sposa dopo 15 anni di fidanzamento è Eleonora Daniele, regina della mattina di Rai 1, che a settembre dirà finalmente sì al suo Giulio Tassoni con una cerimonia intima e blindata. Si è sfidanzata da poco Manila Nazzaro, ex miss Italia 1999, oggi conduttrice di Radio Zeta, che aveva intrecciato una relazione con un manager romano, Marco. Attualmente Manila frequenta un imprenditore di Firenze e se sono rose fioriranno... Dopo l'estate si sposa l'attrice Carolina Crescentini mentre l'attore Vincenzo Bocciarelli ha chiuso la storia con la bella Claudia Conte, con cui pensava di convolare a nozze. Single ma corteggiatissima Bianca Guaccero, che da quando si è separata da Dario Acocella appare sempre sola o in compagnia della figlia. Clamorosa infine la voce che vuole Barbara D'Urso in love. La regina di Canale 5 ha trascorso le vacanze tra Capalbio, Capri e la Sicilia esibendo un fisico da urlo. Rilassata, gioiosa, Barbara informa i suoi followers su Instagram aspettando di tornare a Pomeriggio 5 e a Domenica live. Il merito della pelle levigata della D'Urso sarebbe l'amore. Chi sarà il fortunato? Ma non finisce qui. C'è aria di secondo baby in arrivo in casa di Serena Autieri, la splendida soubrette che ha
già una figlia, Giulia, che va in prima elementare. Nuovo amore anche per l'influencer Taylor Mega e per la figlia di Albano e Loredana Lecciso, Yasmine, appena diciottenne. Ancora in luna di miele le due sposine dell'estate 2019: Stefania Orlando e Milena Miconi. Milena ha sposato a fine maggio il regista Mauro Graiani, padre delle sue due figlie, mentre il 1 luglio, con una sontuosa cerimonia sulla spiaggia di Fregene, la Orlando, ex moglie di Andrea Roncato, ha impalmato il giovane musicista Simone Gianlorenzi che la ama appassionatamente da un decennio. A gonfie vele l'amore tra l'ex leader di 3 Vincenzo Novari e la bellissima ex miss Italia Daniela Ferolla, conduttrice di Linea Verde Life, nei prossimi palinsesti accanto all'ex direttore del Tg2 Marcello Masi. Così come vola la passione tra Caterina Balivo ed il consorte Guido Brera. Insieme in vacanza con i due figli piccoli Guidoalberto e Cora e la figlia di primo letto di lui Costanza, i Brera sono il simbolo dell'estate minimal chic. Come barca hanno scelto un gozzo e trascorrono le giornate a fare trekking nel verde. Bravi.
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lifestyle
vetrina outfit
BLACK&WHITE! Torna il
minimal anni '90 C
on il mese di settembre, insieme ai primi accenni di autunno, arrivano le tendenze della FW 2019, tra cui senza dubbio spicca il ritorno del minimal anni 90, in versione Black&White! Un trend che abbiamo visto in particolare sulle passerelle d’alta moda Newyorkesi, nelle collezioni di Helmut Lang e Victoria Beckham, con abiti dai tagli netti, dalla struttura forte e con pochissimi colori, pensati per donne consapevoli e pronte ad abbandonare il clichè di stravaganza e appariscenza andando ad abbracciare la pulizia del “Less is more!”. Bantoa propone una sua rielaborazione del minimal declinato in outfit total look per alcuni tra gli stili più amati dalle sue utenti: Chic, Trendy, Bon-Ton e Rock. Una selezione di prodotti presi dalle nuove collezioni di due degli shop online più popolari del panorama fashion: Yoox e Amazon. Scopri di più su www.bantoa.com/like
UN BON TON MINIMAL Non solo fiocchi e colletti, il bon-ton può essere anche minimal! Basta una camicia a spacchetti una gonna al ginocchio con pieghe e un paio di décolleté con cinturino alla caviglia. Tutto rigorosamente black&white e acquistabile su Amazon! Cappotto Doppiopetto: Find. € 21,00 Camicia spacchetti laterali con polsini: Find.€9,00 Minigonna al ginocchio con pieghe: Find.€ 22,00 Pochette: Menbur € 15,83 Décolleté con cinturino a punta: Find. € 20,13 Occhiali: Vogue € 27,50
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in collaborazione con
MINIMAL SOFT ROCK In questo outfit Yoox, dove il bianco e il nero sono i protagonisti tra contrasti e trasparenze. Un look giovane e di tendenza!
IL MINIMAL IN UFFICIO Una semplice t-shirt bianca a collo alto e maniche lunghe, con un pantalone nero a taglio dritto, dove il tocco trendy è dato dai sabot in questo total look Amazon!
Giubbotto: Patrizia Pepe € 153,00 Top: Manila Grace € 54,00 Collana con zip jersey: Chiara Ferragni € 84,00 Pantalone: Lamberto Losani € 75,00 Stivali: What For €134,00 Borsa a tracolla: Kenzo €240,00
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MINIMALE E SOFISTICATA Per essere elaganti e di tendenza abbiamo scelto ancora una volta una proposta Yoox. Con un pantalone classico abbinato ad un gilet dal taglio sartoriale reso ancora più sexy dalla tshirt nera trasparente. T-shirt a maniche lunghe: Nostrasantissima €48,00
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Pantalone: Persico Sign €68,00
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Giacca doppiopetto: Kartika €119,00
Sabot: Find. €40,00 Pochette: Karl Lagerfeld € 95,00
Orecchini: Pilgrim €18,56
Décolleté slingback: Casadei € 136,00
Orologio: Orphelia €29,65
Anello in ottone: MM6 Maison Margiela € 53,00
Borsa a mano: Tom Tailor € 44,05
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beauty di Francesca Frediani
dissetiamo la nostra pelle con la dose giusta di acqua
Dopo un'estate calda
È fondamentale restituire alla cute la giusta idratazione. Ma attenzione: non tutti i prodotti che restituiscono la corretta dose di liquidi fanno al caso nostro
Anche i piedi dopo l’estate hanno bisogno di essere reidratati. Softening Balm di Pronails contiene un mix di attivi idratanti e nutrienti perfetti per la cura quotidiana del piede. Facile da massaggiare ha una consistenza fine. Contiene olio di eucalipto ad azione antinfiammatoria. € 19,00 da 100ml
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S
i sa che l’acqua è un elemento indispensabile per la nostra vita e per il benessere della pelle in generale, la cui detersione e idratazione risultano fondamentali per mantenerla sempre in buono stato. L'acqua, insieme alle proteine e ai lipidi, conferisce allo strato corneo caratteristiche di morbidezza, flessibilità ed elasticità, necessarie per impartirgli la possibilità di adattarsi ai movimenti dei muscoli e delle articolazioni. Quando l’idratazione dello strato corneo scende al di sotto del 20%, la superficie cutanea diventa secca e ruvida, la sua elasticità si riduce in maniera evidente e si osserva un processo di desquamazione e fessurazione. Se ci ritroviamo con la pelle secca o molto secca, soprattutto dopo l’estate, si può essere tentati di abbondare
DERMALOGICA: La crema idratante e nutriente Intensive Moisture Balance ripristina la barriera lipidica delle pelli secche e spente. Contiene il complesso BioReplenish ComplexTM che apporta una miscela di lipidi fondamentali al funzionamento della barriera epidermica per migliorare la resilienza naturale della pelle. Da 100ml a € 82,00 www. dermalogicaskincare.it/
BIONIKE: Per contrastare la pelle secca, che tira ed è ruvida al tatto, BioniNike ha creato Defence Mask Instant Hydra-Maschera Idratante Detox. Un mix esclusivo di acido ialuronico ed estratto di malachite per un’ intensa azione idratante detossinante. La texture è in gel, per una freschezza immediata. Da utilizzare come “sleeping mask” 1-2 volte alla settimana. Flacone da 75ml a € 19,90 www.bionike.it/it
ARTDECO: È il Lip Gloss selezionato dalla top model Claudia Schiffer quando vuole ottenere un look superglamour, da stendere sopra il rossetto abituale. Contiene Marine Filling Spheres® e Hyaluronic Filling Spheres® per favorire e preservare l’idratazione delle labbra e Collageneer® per supportare l’elasticità cutanea. A € 16,00 in 3 diverse sfumature su www.claudiaschiffermakeup.com
RESULTIME: Il Siero Intensivo Idrorestitutivo con azione anti-age, associa il Micro-Collagene Vettorizzato ai 3 Acidi Ialuronici di peso molecolare diverso per una rapida ed efficace azione levigante e rimpolpante.E’ adatto a tutti i tipi di pelle, si applica mattina e/o sera prima della crema abituale. Di rapido assorbimento non unge. Formato da 30ml a € 49,50. https://it.resultime.com/
CLARINS Baume Corps Super Hydratant è una crema super idratante a base di estratto di latte di pesca, burro di karité e cera di fiori d'arancio. Mentre nutre e idrata, lascia sulla pelle un film protettivo e rigenerante. Migliora la tonicità della pelle ed elimina le cellule morte per una pelle più luminosa. € 39,00 da 200ml www.clarins.it/
con le lozioni idratanti. Questi prodotti sono formulati con un mix di ingredienti utili (se non fondamentali) per ripristinare il contenuto idrico della pelle e per mantenerla in buono stato. Ma, per una corretta idratazione, questo non è sufficiente, in quanto occorre anche un apporto di lipidi, contenuti nelle creme nutrienti, che formano una barriera protettiva dell’epidermide e impediscono l’evaporazione dell’acqua apportata. Quindi sì a creme ricche o olii subito dopo la doccia, dopo aver asciugato bene la pelle per permettere al prodotto di agire in profondità, o prima di andare a dormire e limitare l’uso delle creme idratanti, che forniscono l’acqua, per la beauty routine quotidiana.
INCA ROSE: Riad Argan è 100% Olio di Argan Purissimo Biogico certificato Ecocert. Ideale per idratare la pelle del viso e del corpo lasciando una pelle morbida e asciutta. Contemporaneamente idrata, elasticizza, nutre e protegge la pelle donando luminosità e morbidezza. Combatte la formazione di rughe, ostacola i processi di invecchiamento e preserva da smagliature. Farmacie, parafarmacie ed erboristerie a € 40,00 da 100ml. www://incarose.it/
DIFA-COOPER Jaluronics CS è un fluido idronormalizzante per la cute secca e sensibile che contiene Acido Ialuronico all’ 1%. Riporta il giusto grado di umidità cutanea e riequilibra la carenza lipidica, tipica della pelle secca. Una formula arricchita da cellule staminali di Centella Asiatica che lenisce i rossori e protegge l’acido ialuronico cutaneo, donando elasticità al viso. Ottima base per il trucco. € 35.90 da 30 ml www.cantabrialabsdifacooper.it
DERMOPHISIOLOGIQUE: Nutricare Crema Corpo è indicata per il trattamento quotidiano di pelle secca e molto secca, ruvida screpolata e desquamata. Ricca di oli e burri vegetali naturali dalle elevate funzioni idratanti ed elasticizzanti, ripristina le riserve idriche delle pelli disidratate-alipiche. Da 250ml € 55,00 su www.shop.dermophisiologique.it/it/nutricare.asp
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lifestyle
motori
a cura di Franco Oppedisano
"all you can eat" con dotazioni premium
Il suv
interna dell’abitacolo è pari a quasi 1,8 metri, con un metro e mezzo abbondante di spazio libero a livello dei gomiti nel vano anteriore e posteriore. E lo spazio per la testa sempre superiore al metro. Poi ci sono particolari che distinguono una Skoda dalle altre marche: due portaombrelli nelle parti anteriori, un bloccaporte elettrico per le porte posteriori, che impedisce ai bambini a bordo di aprire da soli, un pacchetto Riposo che comprende coperte con la relativa custodia e due appoggiatesta reclinabili, che si aprono lateralmente per evitare che la testa si pieghi di lato. Negli schienali dei sedili anteriori sono inseriti tavolini ribaltabili, c'è una miriade di vaschette cassettoni e portaoggetti e un raschietto per il ghiaccio nello sportellino del tappo del serbatoio che misura anche lo spessore del battistrada
S
e fosse una canzone sarebbe “Grande, grande, grande” di Mina. Se fosse una cena al ristorante avrebbe un menù degustazione durante il quale le portate non finiscono mai. Se fosse una persona sarebbe una di quelle che badano solo al sodo, senza fronzoli, ma piena di qualità. Skoda Kodiaq è così: spazioso, comodo, intelligente. Lungo quasi 4,7 metri e largo poco più di due compreso gli specchietti retrovisori, ha un motore da due litri a gasolio, 150 o 190 cavalli, un cambio manuale o automatico Dsg a sette rapporti, la trazione anteriore o le quattro ruote motrici. Quello che colpisce di più è, comunque, lo spazio interno che gli permette di avere anche una versione a sette posti. Il bagaglio, il più grande della categoria, ha una capacità che va dai 720 ai 2.065 litri con divano posteriore abbattuto e, quando è presente a bordo il sedile del passeggero anteriore con schienale abbattibile, può ospitare oggetti lunghi fino a 2,8 metri. La lunghezza
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Dal baule più capiente dell'intera categoria fino al portaombrelli e ai tavolini ribaltabili: la nuova Skoda Kodiaq è un veicolo senza troppi fronzoli delle gomme. E potremmo andare avanti ancora per un pezzo raccontando la dotazione elettronica, come lo SmartLink “all-in-one” per l’integrazione di Apple CarPlay, Android Auto, MirrorLinkTM e SmartGate, ampiamente sufficiente per una famiglia, o quella di sicurezza, come il Front Assist con funzione di frenata di
La criptovaluta di Jaguar Land Rover
U
n piccolo passo
essere
per
l’automo-
per pagare caffè,
tive che potrebbe
pedaggi autostra-
trasformarsi in un
dali, parcheggi o
grande passo per
la ricarica dei vei-
l’umanità. Finalmen-
coli elettrici. "Smart
te il principio “io ti do
emergenza city, installato di serie, che restano di alto livello. Insomma un grande suv perfetto per una famiglia o per chi per passione, magari sportiva, deve portare borse e attrezzi ingombranti nel bagagliaio. Tutto, dicevamo, perfetto. Tranne il nome. Kodiaq si ispira al nome degli orsi che vivono su un’isola, situata davanti alla costa dell’Alaska, dovrebbe associarsi all’abbraccio protettivo di un grosso e caldo plantigrado e la grafia del nome è una riverenza alla lingua della popolazione indigena, gli Aleuti. Ebbene, non sappiamo quanti Aleuti abbiamo un Suv Skoda né quanti europei abbiano mai sentito parlare dell’orso in questione, ma un nome più semplice, orecchiabile e magari scrivibile senza avere alcun dubbio, forse, avrebbe potuto giovare alle vendite e alla notorietà dell’auto.
impiegati
Wallet" fa uso della
delle informazioni e tu mi dai dei soldi”
più recente tecnologia di criptovaluta
comincia a essere introdotto. Per cari-
e Jaguar Land Rover ha stretto una
tà non sto parlando di Google, di Fa-
partnership con la Fondazione IOTA
cebook o di Amazon che continuano
per controllare le tecnologie "distribu-
ad utilizzare ogni genere di informazio-
ted ledger" che consentono di emet-
ne che forniamo loro gratis per gua-
tere e ricevere i pagamenti senza
dagnare una montagna di soldi, ma
dover pagare alcuna commissione.
soltanto, si fa per dire, di Jaguar Land
«Le tecnologie dei veicoli connessi
Rover che sta sperimentando presso
che stiamo sviluppando» ha dichiara-
il Centro di Software Engineering di
to Nick Rogers, executive director of
Shannon, nella Repubblica d’Irlanda,
Product engineering di Jaguar Land
una tecnologia chiamata “Smart Wal-
Rover «trasformeranno la vostra Ja-
lett” che permette, visto che siamo
guar o Land Rover in un terzo spazio,
tutti anglofili, di “Earn as you drive”, ov-
accanto alla vostra casa e al vostro
vero guadagnare mentre stai guidan-
ufficio. In futuro, un veicolo elettrico
do. L’auto dotata di questa tecnologia
potrà dirigersi autonomamente ver-
segnala automaticamente alle autori-
so una stazione di ricarica, effettuarla
tà, o ai provider dei servizi di naviga-
e pagare il relativo importo, mentre il
zione, informazioni utili come gli ingor-
proprietario, partecipando all'econo-
ghi di traffico o le buche pericolose del
mia condivisa, potrà essere premiato
manto stradale e in cambio il condu-
per la condivisione di dati utili, come le
cente acquisisce crediti che potranno
segnalazioni di ingorghi».
Audi: gli equipaggiamenti opzionali sono on demand
L
a notizia è che Audi ha deciso di
smartphone interface che replica l’am-
ne dinamici. Quanto all’infotainment, è
dare la possibilità di usare gli op-
biente Apple CarPlay o Android Auto
possibile opzionare l’Audi smartphone
tional che non sono stati acquistati in-
sul display Mmi. Quanto a e-tron, lato
interface, mentre nell’ambito dei siste-
sieme all'auto per un periodo di tempo
illuminazione l’offerta delle Fod include
mi di assistenza alla guida è attivabile
limitato. Naturalmente a pagamento.
la funzione Matrix dei proiettori a Led
il park assist per la gestione automa-
A Ingolstadt le chiamano functions
con indicatori di direzione dinamici, o
tica delle manovre. I prezzi variano in
on demand (Fod) e mirano a portare
l’accesso alla funzionalità luci estese,
funzione del periodo di attivazione: si
nell’automotive la logica degli smar-
che include quelle adattive e da auto-
va dal 5% del valore di un equivalente
tphone dove, a fronte di un apparec-
strada, le cornering lights, l’illuminazio-
equipaggiamento opzionale acquista-
chio standard, è possibile attivare – an-
ne degli incroci e gli indicatori di direzio-
to in sede di configurazione originale,
che per periodi limitati – app e funzioni
qualora si opti per un mese di servizio,
in linea con i desideri dell'utente, ren-
al 15% per sei mesi e al 30% per un
dendo ogni device “su misura”. Per ora
anno, sino al 55% e 80% per, rispet-
le Fod sono limitate a qualche optional
tivamente, due e tre anni, mentre per
per l’A4 e la
l’opzione lifetime costa il 50% in più
e-tron, l’auto elettrica
del marchio. Nel primo caso, è l’Audi
dell’optional comprato con l’auto.
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lifestyle
motori
a cura di Franco Oppedisano
Exp 100 GT: un sogno ad occhi aperti
che non ha prezzo (e per fortuna)
P
ensate al lusso… Lo avete fatto? Ebbene non avete nean- L'ultima nata in casa Bentley è una berlina che non può che sfiorato il livello di sfarzo, essere paragonata a nessun'altra esistente. A partire materiali pregiati, tecnologia d’avanguardia che si trova nella concept dalle dimensioni per arrivare agli optional futuristici Exp 100 GT di Bentley, nata per celebrare il primo secolo di vita della casa autoarriva, ça va sans dire, solo da allevamenti britannici. Ma le mobilistica inglese e pensata come l’auto di lusso del 2035. due meraviglie della Exp 100 GT sono il tetto e il Personal Una vettura unica, o sarebbe meglio definirla un gioiello in Assistant. Il primo non è semplicemente in vetro perché ha senso letterale, che viene definita dal costruttore “la Grandei prismi della Cumbria (una contea del Nord-ovest dell’Inturismo reinventata” e, per fortuna, non ha un prezzo perché ghilterra) inseriti nella struttura che catturano e convogliano probabilmente la cifra farebbe tremare i polsi e affonderebbe la luce con delle fibre ottiche all’interno dell’abitacolo. Menil portafoglio anche di un petroliere arabo. Cominciamo a tre il secondo, l’elemento centrale della consolle principale, dire che in un garage normale non ci sta perché è lunga 5,8 ottimizza il comfort e il benessere degli occupanti utilizzando metri e larga 2,4. Le portiere di due metri ciascuna ruotano l’intelligenza artificiale. Ci sono cinque diverse modalità , ve verso l’esterno e verso l’alto per agevolare l’ingresso. La vernine citiamo solo due, le più incredibili: Enhance, che raccoglie ciatura è fatta con un pigmento speciale ecocompatibile creinput dall’ambiente esterno, come la luce, il suono, l’odore e ato utilizzando la cenere di lolla di riso (quella microfoglietta la qualità dell’aria, per dare la sensazione di viaggiare a cache racchiude il chicco e viene scartata dopo la trebbiatura). pote aperta pur con un tetto in vetro; e Cocoon, che crea un All’interno dell’auto la radica è ottenuta da un legno antico ambiente protettivo, in cui l’aria viene purificata e le sezioni di 5000 anni proveniente da alberi caduti naturalmente, il tesin vetro opacizzate per garantire una maggiore privacy. Il prosuto similpelle è biologico proveniente dalla vinificazione e la pulsore, naturalmente elettrico, non è da meno, anzi i quattro pelle super Natural è stato sottoposta a una preparazione di propulsori che spingono quest’enorme auto da zero a cento anilina con pigmento solo al 2%, mentre la lana dei tappetini
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motori a cura di Franco Oppedisano
lifestyle
Se anche la barra diventa on demand Sulla tavola con Porsche
B
arre porta-tutto, porta sci, porta
Extra (Barre Porta-tutto e Box Tetto).
bici, box tetto, tappetini in gomma,
I prezzi partono da 20 euro per un
e vasche baule. Li compro o non li
noleggio della durata di un weekend
lle piattaforme sportive pro-
compro? A volte non posso farne
(manodopera esclusa). Per accedere
mosse da Porsche Italia ne
a meno, ma tutto il resto del tempo
a “Hyundai Freetime” basta cliccare
mancava una che avesse come
sono solo un problema per lo spazio
sulla pagina dedicata del sito Hyundai,
elemento caratterizzante l’acqua.
che occupano in garage, in cantina
selezionare il pacchetto di interesse,
Ora il piccolo problema è risolto vi-
o in soffitta. A risolvere il dilemma ci
inserire le date di inizio e di termine del
sto che al golf, all’equitazione e allo
ha pensato Hyundai che, per prima
noleggio e la propria località. Il sistema
sci è stato affiancato anche il circu-
ha tirato fuori dal cillindro la soluzione
mostrerà il concessionario Hyundai
ito Porsche On Board dedicato agli
ideale: un noleggio che hanno
più vicino a cui potersi rivolgere
sport sull’acqua legati alla tavola:
chiamato Freetime. Gli accessori
per ultimare il noleggio e fissare un
kitesurf, hydrofoil, windsurf, surf e
forniti sono originali e sono disponibili
appuntamento per il montaggio.
sup. L’obiettivo della casa automo-
per i modelli della casa coreana più
bilistica tedesca è associare questi
diffusi in Italia, come i20, ix20, i30,
sport a elevato contenuto tecnolo-
Kona, ix35, Tucson e Santa Fe. Sono a
gico, che combinano velocità, tec-
disposizione dei clienti diversi pacchetti
nica, fisicità e un forte senso di li-
pensati appositamente per rispondere
bertà, ai valori del mondo Porsche.
a bisogni più svariati – come il Kit
Per questo il cuore dell’evento è il
Avventura Invernale che include Barre
villaggio Porsche On Board dove i
Porta-tutto e Porta Sci, oppure il Kit
neofiti, possono provare a plana-
Emozioni in Bicicletta (Barre Porta-
re sulle onde, gli esperti testare le
tutto e Porta Bici), o ancora il Kit Carico
A
nuove attrezzature del loro sport preferito e tutti hanno la possibilità di effettuare dei test drive Porsche riservati alle auto della gamma Pa-
Un gelato ecosostenibile
È
il primo furgoncino
di consumo ecocompa-
ioni di litio recuperate
dei gelati a emis-
tibili e pagamenti con-
da veicoli elettrici Nissan
sioni zero. Lo ha realiz-
tactless. Il motore è ali-
di prima generazione.
Le primi due tappe a La Rambla,
zato Nissan insieme a
mentato da una batteria
Nissan e Mackie’s pur-
nel Lazio e a Gizzeria, in Calabria,
Mackie’s of Scotland,
da 40 kWh, mentre le
troppo hanno mandato
si sono già svolte. Le ultime due
un produttore di gelati
apparecchiature di bor-
in soffitta la classica mu-
saranno a settembre a Villasimius,
scozzese, ed è un van
do per il gelato, fra cui la
sichetta tramite altopar-
in Sardegna dal 6 all’8 e a Stagno-
con motore 100% elet-
macchina del gelato alla
lante, perché la concept
ne, in Sicilia, dal 20 al 22.
trico alimentato da fonti
spina, il cassetto freezer
presenta
rinnovabili, pannelli so-
e il frigorifero per bevan-
intelligente che genera
lari sul tetto, tecnologia
de, sono alimentate dal-
un avviso sulla precisa
Vehicle to Grid (V2G)
Nissan Energy Roam,
collocazione del furgo-
per l’integrazione con la
un alimentatore portatile
ne utilizzando il servizio
rete elettrica, materiali
che impiega celle agli
di geolocalizzazione.
namera e Cayenne. La partecipazione al Trofeo è gratuita e aperta ad atleti e praticanti di ogni livello.
chilometri all’ora in meno di 2,5 secondi e fino a 300 chilometri all’ora. Le batterie hanno una densità energetica cinque volte quella normale, offrono 700 chilometri di autonomia e la ricarica gestita in automatico dalla Ai può essere effettuata fino all’80% in soli 15 minuti. Peccato avere un garage troppo piccolo.
un
pulsante
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Back to work wishlist
S
ettembre. Il mese in cui le vacanze diventano un ricordo sbiadito anche se terminate da pochi giorni. In cui l'idea di ricominciare a lavorare, mentre le ore di sole calano drasticamente e già ci si vede intabarrati in piumini e sciarpe, rende irritabile anche il più ottimista. Ma settembre è anche il mese dello stile, della Settimana della Moda e di un ritorno a un abbigliamento meno informale e più votato allo stile, con un occhio rivolto alla praticità. Le borse quindi sono colorate, la pelle e il canvas ritornano preponderanti anche se la paglia rimane ancora presente, come il ricordo di quelle sere d'estate che restano negli occhi e nel cuore anche ora che sta tornando l'inverno. Giacca rossa monopetto con profili in gros grain su maglia in cotone con cristalli termosaldati e pantalone a vita alta ampio con pinces per le calzature, sandalo in specchio argento con suola in cuoio e tacco fasciato.
In alto: Giacca Tuono D-air® (Dainese € 1599,95); Pennello da barba e rasoio (Deluxe)
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Si torna al lavoro dopo un mese (per i più fortunati) di riposo e di relax. E lo si fa con uno stile unico in cui il giallo del sole inizia a lasciare sempre più spazio ai blu e ad altri colori autunnali in alto: anello
“Vulcano collection”in oro bianco e diamanti di vari carati. (Antonini Gioielli, €14.850); Borsa New Wave in tela denim con loghi ricamati (Louis Vuitton, €2.080,00)
A fianco: Petite Malle in pelle Taurillon e pelle di vitello, Louis Vuitton, €3900
Dall'alto: Vanity case in paglia beige con dettagli in vernice nera, tracolla
Chanel; A fianco: Pack Hand Cream + Pack; Borsa Icon trapuntata in vernice, (Versace, €1790) catena intrecciata
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Grimaldi: una crescita sempre più sostenibile
di Davide Schiavon
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ltre 3 miliardi di euro di ricchezza economica prodotta, 16mila persone occupate in organico e 27mila nell’indotto, 18 nuove navi altamente innovative in costruzione e 18 premi ricevuti. Le cifre che emergono dal Report di Sostenibilità del 2018 pubblicato dal Gruppo Grimaldi sono rimarchevoli. Il fatturato segna un miglioramento, rispetto al 2017, di oltre 100 milioni. Un valore che per oltre 2 miliardi e mezzo proviene dai noli attivi (trasporto marittimo e intermodale), e che il Gruppo redistribuisce per l’80% tra fornitori, dipendenti, finanziatori, comunità sociale e pubblica am-
Il Gruppo napoletano ha registrato una crescita del fatturato di quasi 100 milioni nel 2018. E le migliorie per la riduzione delle emissioni procedono spedite ministrazione. E nella percezione collettiva l’azienda acquista sempre maggiore autorevolezza e prestigio, come testimoniano anche i numeri relativi al trasporto passeggeri: oltre 4 milioni di clienti nel 2018, un milione in più rispetto all’anno precedente, con la previsione di raggiungere quota 5 milioni nel 2019. «Fornire servizi efficienti, affidabili, innovativi e di alta qualità per il trasporto marittimo di merci e passeggeri perseguendo un processo costante di identificazione dei bisogni e delle aspettative dei propri clienti. Il Gruppo è dedito alla ricerca dell'eccellenza, alla responsabilità sociale e a soluzioni di trasporto che promuovano
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una mobilità sostenibile per l’ambiente»: questa la mission di Grimaldi. Un punto di forza del Gruppo è infatti rappresentato dalla caparbietà con cui si vogliono raggiungere gli obiettivi della Commissione Europea, che nel Libro Bianco sul Futuro dell’Europa ha chiesto agli armatori la riduzione di almeno il 40% delle emissioni di CO2 entro il 2050. La cosiddetta ‘decarbonizzazione’ di Grimaldi procede a gonfie vele. Sono 18 le navi di ultima generazione in costruzione presso cantieri cinesi: 12 di queste appartengono alla categoria GG5G, Grimaldi Green 5th Generation. Si tratta di navi concepite per ridurre a zero le emissioni quando ormeggiate in porto, con conseguente risparmio di carburante e aria più salubre anche per chi vive nelle zone portuali. L’attenzione di Grimaldi si è già spinta oltre gli obiettivi minimi fissati dalle organizzazioni di settore. Le emissioni di anidride carbonica e anidride solforosa si sono ridotte rispettivamente del 2% e del 13% in due anni. «Il Gruppo Grimaldi è convinto che il futuro sia ‘green’ e si impegna costantemente per garantire il massimo sforzo affinché i trasporti e la logistica siano sempre più all'avanguardia», spiega nella lettera agli Stakeholder il Presidente del Gruppo, Gian Luca Grimaldi. «Investimenti per oltre un miliardo di dollari sono stati destinati non solo alla costruzione delle nuove navi, ma anche allo studio e all’implementazione di soluzioni tecnologiche altamente innovative volte a ridurre al minimo l’impatto am-
27mila le persone che – secondo le stime – lavorano nell’indotto del Gruppo. Per i dipendenti in organico aumentano mediamente le ore destinate alla formazione. Nel 2018, ad esempio, è stato installato il dispositivo Transas 5000, sofisticato sistema di simulazione in grado di riprodurre le manovre per diversi tipi di condizioni marine e in diverse situazioni meteorologiche. Il sistema offre un addestramento per tutti i livelli e viene usato per i tirocini degli Ufficiali di Coperta e durante gli stage proposti agli allievi degli Istituti Nautici con cui il Gruppo collabora.
bientale delle nostre attività», commenta Emanuele Grimaldi, Amministratore Delegato del Gruppo napoletano. Flotta ed equipaggio La flotta Grimaldi è composta, alla fine del 2018, da oltre 130 navi, di cui 116 di proprietà, che hanno un’età media di 13 anni – significativamente inferiore alla
media del settore. Il numero è in espansione (lo scorso anno due navi sono state consegnate al Gruppo) e comprenderà nel prossimo futuro le nuove navi ibride ed altre sei unità Pure Car & Truck Carrier. Le navi attualmente in flotta sono impiegate in servizi di linea regolari che collegano 130 porti in 47 paesi e quattro continenti. «La crescita del Gruppo si basa sul duro lavoro dei dipendenti in tutto il mondo, sia di terra che di mare», afferma Diego Pacella, Amministratore Delegato e Cfo del Gruppo Grimaldi. E in effetti l’organico Grimaldi è in crescita: 16mila sono i dipendenti del Gruppo (il 33% personale di terra, il 67% occupato in mare). Di questi quasi 13mila sono cittadini europei, mentre circa 3.400 provengono perlopiù da Stati Uniti, Africa, Sud America, Filippine e India, confermando la vocazione internazionale e multiculturale dell’azienda. Sono invece
nell'altra pagina: due navi eurocargo a valencia. in alto, la grande new york e la grande
Finalità sociali Ogni anno una parte dei proventi del Gruppo è impiegata a favore di iniziative e progetti caritatevoli e culturali: esempio ne è la Fondazione Grimaldi Onlus, nata nel 2007 per volontà di Emanuele Grimaldi. Si tratta della principale fondazione privata familiare del Centro-Sud Italia per somme erogate. Nel 2018 il Gruppo ha destinato alla Fondazione oltre 2 milioni di euro, che si sono trasformati in progetti sociali che coinvolgono le fasce più deboli della popolazione, soprattutto a Napoli. Tra i progetti più significativi dell’ultimo anno si segnala l’acquisto dell’ex Istituto Bianchi, una struttura di oltre 11mila metri quadri nel cuore di Napoli, che ospita le attività della Scuola della Famiglia. Nell’Istituto si organizzano, tra l’altro, seminari di potenziamento genitoriale: le famiglie numerose si formano in ambito economico, giuridico, domestico e sanitario, ottenendo anche un gettone di presenza – che rappresenta un incentivo.
baltimora a gioia tauro. sopra, da sinistra: diego pacella, ad e cfo del gruppo, emanuele grimaldi, ad, gian luca grimaldi, presidente
Premi e riconoscimenti A certificare la crescita del Gruppo ci sono numerosi riconoscimenti: nell’anno appena trascorso sono stati 18 i premi conferitigli. Tra questi vanno segnalati il prestigioso North America Automotive Global Award, che ha visto la premiazione di Grimaldi come ‘Shipping Company of the Year’, il premio Italia Travel Award 2018 come ‘Compagnia di Traghetti preferita dagli italiani’ e il riconoscimento come ‘Ocean Carrier dell’anno’, per la straordinaria performance nella logistica, ricevuto a Detroit durante la Logistics Carrier Conference organizzata da FCA Stati Uniti. Ma il Gruppo non si ferma, e lo sguardo resta rivolto a un futuro ecosostenibile: «Con questo Rapporto rinnoviamo la nostra adesione ai principi sanciti dall’Agenda 2030 - il programma che fissa gli obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile da raggiungere entro il 2030 – adottata dall’Onu», afferma il Presidente Gian Luca Grimaldi.
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Professione Joyner:
quando l'intrattenimento è una "cosa seria" di Luigi Ciccarelli
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ome si divertono gli animatori turistici quando sono dall'altro lato della sala, ovvero quando partecipano a una festa da ospiti e non da organizzatori? Se questa domanda vi assilla da tempo, una delle risposte in grado di soddisfare la vostra curiosità è rappresentata senz'altro dall'evento organizzato annualmente per la chiusura della sua stagione lavorativa da Samarcanda, azienda che da oltre trent'anni offre servizi di intrattenimento e spettacolo alle strutture turistiche italiane ed estere. Dopo le fatiche di un'intera estate trascorsa in giro per il mondo a far divertire i propri ospiti, il numeroso staff della società con sede a Varese si riunisce per dare vita ad alcune giornate di relax e divertimento che prendono il nome di SamDays. Di che cosa si tratta? Dell’evento di fine stagione che raduna gli animatori di tutti gli staff estivi in compagnia degli ospiti più affezionati. Si tratta di una grande festa ricca di emozioni e sorprese dove, tra le altre cose, vengono premiati i migliori intrattenitori della stagione e consegnate le spille fedeltà agli animatori che hanno trascorso cinque o dieci anni in Samarcanda. Un modo per ritrovarsi, dirsi arrivederci alla prossima estate e divertirsi insieme.
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Non più animatore, ma professionista nel dispensare gioia. Così Samarcanda ha trasformato il ruolo delle sue risorse, diventando un'eccellenza nel comparto Il joyner: l'evoluzione dell'animatore turistico Se fino a oggi siamo stati abituati a rivolgerci a loro chiamandoli animatori turistici, con Samarcanda si passa a un concetto più evoluto: il joyner. Non è soltanto un vezzo linguistico, quello escogitato dall'azienda di intrattenimento, ma racchiude in sé una precisa filosofia, che vede nei joyner dei dispensatori di gioia. Essere joyner è una forma mentale, ma anche un approccio agli altri e al lavoro di animazione e intrattenimento turistico, che mette al primo posto la capacità di comunicare e trasmettere gioia attraverso il proprio talento e la propria professione. Appuntamento a novembre... Quest'anno i SamDays si terranno a bordo della Cruise Barcelo-
na, nave ammiraglia di Grimaldi Lines, e prenderanno il nome di SamCruise: una tre-giorni all'insegna del divertimento EXTRA…ordinario, che si rivolge non soltanto ai componenti dell'azienda, ma è aperta a tutti. La destinazione scelta per questa edizione è Barcellona. La partenza verso il capoluogo catalano avverrà il 2 novembre dal porto di Civitavecchia, con rientro previsto per il 5 novembre. Oltre agli spettacoli e all'intrattenimento previsto durante la traversata in mare, giunti a Barcellona un tour della città permetterà di assaporare il clima e la cultura catalana. “Sarà una festa extra – fanno sapere gli organizzatori – e lo sarà in tutti i sensi: extra large perchè ci saranno più di mille animatori che festeggeranno ininterrottamente per quattro giorni a bordo della nave e in giro per Barcellona; extra terrestre, perché tutti insieme vivremo una nuova dimensione del divertimento con happening a bordo, la premiazione dei migliori animatori, eventi a Barcellona e Dj-set; extra joymaker, con la serata esclusiva al Pacha di Barcellona; extra party, in discoteca a bordo della nave Cruise Barcelona”. ...ma pensando già al Capodanno 2020! La chiusura della stagione lavorativa, tuttavia, servirà soltanto a ricaricare le energie in vista dei successivi appuntamenti che attendono i joyner di Samarcanda. Tra questi, uno dei più attesi è sicuramente il Capodanno a Barcellona firmato Grimaldi Lines, diventato ormai un classico dei festeggiamenti natalizi. Come accade ormai da diversi anni, infatti, anche per il 2020 la compagnia di navigazione napoletana offrirà ai propri passeggeri la possibilità di festeggiare l'arrivo del nuovo anno a bordo di una delle sue navi ammiraglie, sulla rotta Civitavecchia-Porto Torres-Barcellona. Come sempre, la parte dell'organizzazione relativa all'intrattenimento e ai festeggiamenti a bordo e durante le visite della città catalana, sarà affidata all'esperienza di Samarcanda, che proporrà un nuovo filo conduttore attorno al quale svolgere le attività durante i giorni dell'evento. Come ogni anno, il divertimento sarà pensato per tutti i gusti: gli ospiti potranno partecipare a tornei di carte, sessioni di fitness per mantenersi in forma anche durante i giorni di festa, giochi a quiz per sfoggiare le proprie conoscenze e corsi di ballo latinoamericano per stringere nuove amicizie. Non mancheranno, inoltre, le notti di musica e divertimento da trascorrere presso la discoteca di bordo. Anche chi viaggia con la famiglia al seguito potrà prendere parte all’intrattenimento in tutta tranquillità, perché per i più piccoli sarà prevista un'attività di miniclub, che tutti i giorni
Nell'altra pagina la cruise barcelona, qui a fianco i joyner in azione
proporrà percorsi di gioco, cacce al tesoro, spettacoli di magia e sessioni di baby-dance. I festeggiamenti per l'arrivo del nuovo anno raggiungeranno l’apice nel cuore di Barcellona. Terminata la traversata, infatti, l’ammiraglia Grimaldi Lines raggiungerà il porto catalano, dove si fermerà per tre notti consentendo agli ospiti di scoprire anche gli angoli più nascosti della città o di partecipare alle piacevoli passeggiate organizzate lungo le Ramblas e all’Acquario. Percorrendo le strade della città, gli ospiti del Capodanno targato Grimaldi Lines potranno ammirare l'arte di Gaudì, assaporare i profumi e i sapori delle tapas o lasciarsi trasportare dalla movida catalana. Anche il veglione di fine anno sarà indimenticabile: la notte di San Silvestro si aprirà con la cena a buffet e proseguirà presso il salone dello Smaila’s Club, dove con il classico conto alla rovescia e fiumi di spumante si darà il benvenuto al nuovo anno.
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soldi Ottenere un mutuo è semplicissimo
Basta sapere come fare...
di Francesco Megna
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l sogno della prima casa e la dura realtà del lavoro che, quando c’è, è spesso di tipo precario: l’accesso al mutuo, al giorno d’oggi, è una corsa ad ostacoli per i giovani che intendono emanciparsi o mettere su famiglia. In un simile contesto, la figura del garante del mutuo è diventata indispensabile nella maggioranza dei casi. Se il finanziamento è nel limite dell'80% non è quindi sufficiente la sola iscrizione ipotecaria sull'immobile acquistato anche con l'accensione di un mutuo, ma occorre una terza parte, solitamente individuato in un genitore che si impegna a corrispondere la rata del mutuo all’istituto di credito erogante, ciò solo nel caso l’intestatario ne
Se la richiesta di finanziamento supera l'80% del valore dell'immobile quasi sempre viene chiesta la garanzia di un altro soggetto, tipicamente un parente, che verrà chiamato a pagare in caso di insolvenza del mutuo diventi impossibilitato. Si tratta di una forma di garanzia richiesta dalla banca prima dell’accensione del mutuo che viene espletata tramite una fideiussione, che può essere richiesta anche nel caso in cui il richiedente abbia un reddito troppo basso (anche se assunto a tempo indeterminato). Un altro caso in cui
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può rendersi necessaria una fideiussione è se il richiedente ha un'età prossima a quella non più mutuabile. In questo caso, spesso, la firma di un figlio o di un fratello o sorella più giovane bastano a sbloccare la pratica. Perché la garanzia possa essere ritenuta accettabile dalla banca, si dovrà valutare la rispondenza del patrimonio del garante, più esattamente quella parte del suo patrimonio cosiddetto “aggredibile”, cioè quei beni che per le loro caratteristiche di facile alienabilità , non deteriorabilità e per il loro valore commerciale sono suscettibili di consentire all'occorrenza il soddisfacimento, da parte della banca, del suo credito, qualora il cliente
garantito diventasse insolvente. È inoltre che il garante dimostri di percepire un reddito, stabile e facilmente accertabile. Fare da garante per il mutuo di qualcun altro non implica di per sé l'impossibilità a chiedere un finanziamento per conto proprio. Tuttavia occorre avere una posizione reddituale decisamente buona per poterlo ottenere, poiché la banca potrebbe considerare parte delle entrate mensili come già “impegnate” dalla rata del mutuo per cui si è firmato da garanti. Il fidejussore poi rischia le stesse conseguenze che rischia il debitore principale: se non paga il debito verrà iscritto nelle banche dati creditizie e segnalato come cattivo pagatore. Non è da trascurare anche la personalità ed il comportamento del richiedente: l'istituto di credito tende a valutare anche la correttezza del cliente affinché l'erogazione del mutuo possa essere avviata. Qualora in sede di istruttoria emergessero ritardi nel pagamento di altri finanziamenti (anche estinti) la banca può richiedere l'intervento di un garante. La legge prevede che la banca possa chiedere al fideiussore di pagare solo dopo che il mutuatario non ha pagato, ma spesso il contratto contiene una deroga che consente di chiedere il pagamento direttamente al fideiussore, senza che questo possa rifiutarsi. Un'altra forma di garanzia è il pegno: è una garanzia reale che viene lasciata alla banca sotto forma di denaro al fine di tutelare il rimborso del mutuo. Il denaro resta di proprietà di chi lo ha fornito ma viene vincolato a beneficio della banca, che deve comunque valutare concretamente sia la facilità di realizzo sia il valore che il bene dato in pegno potrà avere al momento dell'eventuale realizzo. Al valore dell'oggetto del pegno viene abitualmente applicato uno scarto di garanzia che ha lo scopo di cautelare la banca contro un'eventuale diminuzione di detto valore. Nella prassi si ricorre al pegno, quando la banca avverte una certa fragilità finanziaria nel reddito del mutuatario e/o dei garanti, ma comunque esiste una certa solidità che permette di “parcheggiare” del denaro in banca. Gli istituti mutuanti, come garanzie richiedono anche la stipulazione di polizze assicurative, come quelle sulla vita, contro incendio e scoppio e perfino dei contratti multi-rischio, che coprono contro il rischio di infortunio e malattia. Alcune polizze sono facoltative per il mutuatario mentre altre sono obbligatorie ed incluse da contratto. Credito al consumo Per quanto riguarda invece i prestiti personali, essi possono essere richiesti da chiunque abbia almeno 18 anni di età e 75 anni al massimo al
Per richiedere un prestito bisogna avere un'età compresa tra i 18 e i 75 anni (alla scadenza del finanziamento) e non figurare tra i cattivi pagatori momento della scadenza del finanziamento, dimostri di percepire un reddito stabile e documentabile, abbia un credit score (punteggio di affidabilità) positivo, basato su elementi oggettivi (ad esempio informazioni da Crif, centrale rischi di intermediazione finanziaria e Centrale Rischi) e soggettivi (rapporto rata/reddito non superiore al 30%). Come per i mutui, quando le caratteristiche contrattuali del cliente non sono solide o il rapporto rata/reddito è troppo elevato si ricorre ad un garante. Spesso e volentieri poi la firma di un garante viene richiesta per i prestiti personali di importo elevato (dai 50.000 euro in su). Diventa quasi sempre obbligatoria quando il richiedente è autonomo (le statistiche riportano che in questo caso si tende maggiormente a far fronte ai propri impegni) o è un nuovo cliente per la banca. Alle volte il garante viene richiesto quando il richiedente non ha una “storicità” importante in Crif e la richiesta del finanziamento prevede una durata lunga. Anche per il lavoratore “stagionale” (già di per sé più “debole”) se non ha storicità in banca dati, viene spesso richiesta una garanzia. Queste sono ovviamente linee guida generiche, anche se ogni istituto di credito si riserva la possibilità di analizzare a fondo la posizione di ciascun richiedente, in modo da evitare “brutte sorprese”. E a tutti coloro che sono alla ricerca di un modo per coronare il proprio sogno (sia esso una casa o una moto): ecco un vademecum che vi impedirà di presentarvi impreparati nella sede della banca.
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Enigmistica Orizzontali 1. Il reduce del Vietnam interpretato in più film da Sylvester Stallone 6. Il biblico fratello di Abele 10. Rocky, imbattuto peso massimo italoamericano 16. Sono stati i biscotti più venduti del XX secolo 17. Il periodo dei cambiamenti fisici 19. La tanto chiacchierata ferrovia della Val di Susa 20. Comune bresciano noto per la sua produzione vinicola 21. Gli “… Years After” del rock 22. Un modello di successo della Renault 23. Il prestigioso istituto di ricerca del Massachusetts 24. Una donna che parla dal palco 26. Il poliedro con quattro facce 28. Definisce tutto ciò che riguarda il Giappone 31. Il dispositivo di sicurezza chiuso nel volante dell’auto
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32. Precede il mi… 33. Lo è il tocco che guarisce 36. E’ una provincia storica dell’rlanda 37. Il teologo condannato dal concilio di Nicea 39. In una commedia di De Filippo, non finiscono mai… 40. Pianta perenne che fiorisce in inverno 41. Così erano definite certe cene in quel di Arcore…. 43. Le consonanti di Aloisio 44. L’ordine del giorno detto in breve 45. Gli oggetti sconosciuti e indefiniti 47. La polizza automobilistica per la responsabilità civile 48. Veicoli da trasporto a due ruote 51. Una località delle Alpi vicentine dove si pratica il volo a vela 56. Contenitore di vetro per oggetti preziosi 58. Il re dei francesi 59. Lo è chi ha talento creativo nel trovare soluzioni
Il gusto di giocare
60. Famoso gruppo musicale inglese di Heavy Metal 61. Quelli regionali vanno in onda su Rai3 62. Località della giudea vicino a Gerusalemme 63. Esponente del basso ceto impiegatizio 66. Latina sulle targhe 67. Consente l’espulsione del seggiolino dei pilota di un caccia 68. Le parole che confortano
Verticali 1. Non più funzionante in modo definitivo 2. È fosco in una poesia di Arnaldo Fusinato dedicata a Venezia 3. Gli illusionisti che danno l’impressione di poter leggere i pensieri 4. In mezzo alla rabona 5. Condurre, dirigere 6. Iniziali del farmacista Erba che fondò l’omonima società
7. Nei comandi militari, segue sempre il presentat 8. Si pianifica prima di un’escursione o di un viaggio 9. Venuti al mondo 10. Le forti ondate del mare in burrasca 11. La capitale cubana 12. Quelle delle auto si ammucchiano dagli sfascia carrozze 13. Un famoso romanzo di Dostoevskij 14. Quello de Triomphe si corre a Longchamps 15. Si salvò dal diluvio grazie ad un’arca 17. Nell’antica Roma era quella parte del popolo priva di diritti 18. Il tennista svedese chè si sposò con Loredana Bertè 19. Ci sono quelli di campagna e anche quelli… d’appartamento 22. Quando “canta” il villano dorme… 25. Modesta sala da pranzo spesso annessa alla cucina 27. Mezzo di trasporto tipico della Cina 29. Il gemello martire, ricordato insieme a San Gervaso 30. Precede ogni tipo di ipotesi 32. Il Time che precedette il jazz 34. Ama le persone del suo stesso sesso 35. Capaci di suscitare riso e ilarità per certi loro atteggiamenti 36. Esperti delle malattie genitali maschili 38. Un commerciante lo calcola a fine giornata 40. Gioco di carte francese dove è importante lo “scarto” 42. Spesso se ne fanno di sperticati 46. Falso, non vero 48. La capitale egiziana 49. Così inizia l’aggressione 50. Entità politica sovrana 52. Il nome del pittore Mondrian 53. Gelatina naturale estratta dalle alghe 54. Il Claudio Olinto de Carvalho che giocò nel Cagliari 55. La molecola depositaria dell’informazione genetica 57. Certi armadi possono averne anche sei 60. Su quello cinematograficho vi si effettuano le riprese 62. Le consonanti dell’abate 63. Trieste sulle targe 64. Il famigerato Capone 65. Il Pensiero verdiano
Sodoku
Completare lo schema in modo che ogni riga, ogni colonna e ogni riquadro contenga le cifre da 1 a 9 senza ripetizioni.
Rebus Frase 4,12,2,4,9
Frase 9,5,5,2,5
La frase nascosta Scrivere le parole in senso orario attorno ai relativi numeri. Ogni parola ha inizio nella casella in alto a sinistra. Le lettere nelle caselle a fondo grigio, daranno nell’ordine una frase divertente
1. Gli integralisti islamici più ortodossi 2. Piccolo gioiello di poco valore 3. Quando sono stanche si possono gonfiare 4. Un luogo di chiacchiere… informatiche 5. Un colpo largo, improvviso e violento 6. Messo dentro, all’interno 7. Il Sylvester del cinema 8. Quello mancato preoccupa gli industriali 9. Il calendario solare promulgato da Cesare nel 46 a.c. 10. Così è detta la casa dei contadini 11. Busto correttivo 12. Lo sono i materiali non conduttori 13. Il settore filosofico che si occupa della bellezza 14. Si ricevono facilmente sui mezzi troppo affollati
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enigmistica
a cura di Gianfranco “Brambo” Brambati
Vacanze differenti
Ci sono 15 piccole differenze tra l’immagine in alto e quella in basso. Riuscirete a individuarle tutte?
Saliscendi
Ogni parola contiene tutte le lettere di quella che la precedente; più una (quando si sale) o meno una (quando si scende)
Definizioni 1) Nella relatività di Einstein è uguale a “mc2” 2) Per molti Elvis Presley è stato quello del rock’n roll 3) Se sono liete scorrono in fretta 4) Insieme a Casso venne distrutto dalla tragedia del Vajont 5) Un tempo si viaggiava su quello a vapore 6) La città con il Castello del Buonconsiglio 7) Un esperto dei cambiamenti di colore 8) Quello della “politica” non è affatto divertente… 9) Contraddistingue i concorrenti di una gara di sci 10) Di grande interesse o di grande valore 11) Fece scalpore quello di Paul Getty III 12) Quella digitale tradisce spesso il colpevole 13) Il miglior risultato in una specifica disciplina 14) Si cerca di controbilanciarne le spese con “l’export” 15) Il Levi autore di “Se questo è un uomo” 16) Fu soprannominato “il Prefetto di ferro” 17) Può essere Grande oppure delle Amazzoni 18) Input e Output 19) L’Italia sulle targhe internazionali
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Cambio di sillaba (Problemi leopardiani) Davanti questa siepe passo i giorni solitario l’orizzonte a xxxxxxxx ma vien l’idraulico a casa e devo andare se voglio la mia doccia xxyyxxxx
(Nuove tecnologie) Nel mio computer ogni giorno centinaia di dati io xxxxxxxx e questo piaccia o no lo devo dire,
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Mini Cruciverba
Orizzontali 1. Quelli di ricerca non consumano... benzina 6. Quella grossa si fa in Africa 12. Il Ramazzotti cantante 13. Uno strumento per fumare 15. Il colpo battuto dal batacchio della campana 16. Quella Glaciale è stata un successo 17. Si è parlato molto di quelle di… gala!!!
Falso Accrescitivo (Gita tra i monti) Mentre ero fermo, seduto sopra un xxxxx, giusto il tempo di fare colazione; mi venne incontro un altro scalatore e parlando scoprii ch’era un xxxxxyy
(Tipi poco socievoli) Gigi il xxxxx quando gira nel quartiere ama con tutti farla da padrone e pensare che quando sta al lavoro non sa nemmeno stringere un xxxxxyy (bullo-bullone) xxxxxxxxxxxxx xxxxxxxxxx xxxxxxxx xxxxxxxxx xxxxxxxx xxxxxx
18. Spingevano le trireme e le galere 21. Selvaggio, inadatto alla vita 23. Escursionisti Esteri 24. Il pesce lo è per antonomasia... 26. Un tipo di alimentazione salutista 28. L’andatura a vela per risalire il vento 31. Lo è un animale che rumina 33. La bandiera delle navi che sfuggono al… fisco! 34. Il prefisso del vino
Verticali 1. Raccolta qualitativa di brani scelti di opere letterarie 2. La Lane che ama segretamente Superman…. 3. La regione francese con Brest e Rennes 4. Filosofo greco-siciliano ricordato oggi da un… Porto 5. L’ente radiotelevisivo italiano 6. Sono detti anche “le tute blu” 7. Lo erano le donne davanti al sepolcro 8. Il Gianni scrittore per l’infanzia 9. Lo sono le terre prive d’acqua o le persone prive di idee… 10. Lo è chi scappa dalle proprie responsabilità 14. I più noti biglietti verdi… 16. E’ l’Agenzia con cui nessuno vorrebbe avere a che fare…. 19. Prestigioso collegio inglese 23. Spingersi con audacia oltre i propri limiti 25. Gli anfibi di una nota commedia di Aristofane 26. Luigi Rondi, celebre critico cinematografico 27. Il “Pierino” della valanga azzurra 30. Un codice bancario 33. Nel cuore dello zoticone...
Vero o falso 1. Frèdèric Chopin negli ultimi 18 anni della sua vita si esibì solo in 30 spettacoli pubblici? 2. I cuccioli di elefante, se la madre viene uccisa; sono destinati a morire di fame? 3. La città più popolosa del mondo e Pechino (Bejing)? 4. Le arachidi sono dei legumi? 5. I prossimamente dei film venivano inizialmente proiettati dopo il film in programma? 6. Il vero nome della cantante Barbra Streisand è Barbara Millicent Roberts?
7. Il primo prodotto al mondo ad avere il codice a barre è stato un pacchetto di gomme da masticare? 8. C’è un pianeta che si trova a 4000 anni luce da noi e che potrebbe far felice la vostra fidanzata? 9. I fichi d’India si chiamano così perché sono originari della regione del Punjab? 10. La prima multa della storia risale al 1904? 11. Il marchio Mercedes deve il suo nome alla protagonista femminile del romanzo “Il
conte di Montecristo”? 12. I cavalli hanno un campo visivo molto ampio? 13. La Longaberger Company ha la sua sede in uno strano palazzo a forma di fungo? 14. Per il primo film di James Bond, i produttori avevano pensato di ingaggiare Cary Grant?
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LE RAGIONI DEL GOSSIP
a cura di Monica Setta
Capri stravince il confronto con la Costa Smeralda L’opulenza degli sceicchi cede il passo alla cultura Per soggiornare nella suite migliore del Capri Palace da 15mila euro a notte c’è una lista d’attesa di due mesi. Merito di una strategia di marketing (quella di Ermanno Zanini) che punta sulla valorizzazione del territorio
L’
estate del lusso si può sintetizzare in una frase cla-
di Sharon Stone o Naomi Watts. Ma Capri diventa contempora-
morosa: Capri batte la Costa Smeralda 1 a 0. Non è
neamente meta di matrimoni da copertina. Il 26 agosto si sono
solo una questione di cifre – anche se l’isola campa-
sposati Giuditta Nitti e l’avvocato barese Sergio Marasciulo con
na ha realizzato una performance di tutto rispetto con
cerimonia al roof top del Luna. La sera prima Ilaria Tatò ha aperto
un incremento medio delle presenze del 20 per cento - ma di-
le porte della sua magione per una festa in rosa dedicata a Bar-
pende soprattutto dall’aver indovinato la strategia di marketing.
bie e a Ken. Nell’isola sono di casa la conduttrice Veronica Maya
Infatti, se in Sardegna hanno
e il marito, il chirurgo plasti-
continuato a puntare sostan-
co Marco Moraci, ma anche
zialmente su due mercati (in-
Elena
nanzitutto quello russo e poi
sposata con un altro chirur-
il Middle East) a Capri l’offer-
go dei vip: Camilo d’Antonio.
ta è diventata più articolata e
Ogni estate ha i suoi must
dunque resta dedicata anche
have. Questa è la stagione
alla clientela europea ed ita-
dei gioielli Chantecler (Ilaria
liana. «Oggi l’hotellerie di lus-
Tatò fa incetta di bijoux nella
so a 5 stelle non può limitarsi
boutique a due passi dal Qui-
a offrire un albergo sontuoso
sisana) e delle borse di jeans
e basta», sottolinea Ermanno
con il logo Capri, vendute in
Zanini, general manager del
tutti i colori e dimensioni. Tra
Capri Palace: «Noi abbiamo
i riti consolidati l’aperitivo in
puntato sull’offerta cultura-
piazzetta e la pizza all’acqua.
le rivalutando il territorio. La
Molto chic andare in barca a
prima cosa che faremo sarà
Nerano dal mitico Peppino,
la piazza di Anacapri, perché
dove si rifugiano Luca Cor-
sempre gli hotel di fascia alta
dero di Montezemolo, Diego
devono essere inseriti in un
Della Valle, Simona Ventura e
contesto adeguato». Zanini questa estate ha lanciato alla
Aceto
di
Capriglia,
perfino Diletta Leotta, la sexy IN SENSO ORARIO: ERMANNO ZANINI, SHARON STONE, LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO E DILETTA LEOTTA
grande il Riccio Beach pro-
conduttrice sportiva tv. E la Costa Smeralda? Mai
ponendo il combinato disposto di una cucina stellata e di un mare
come adesso è meta di russi che sbarcano da barche favolose
super attrezzato. Così, l’isola vola e diventa tutt’uno con Anaca-
e organizzano party tout champagne, spesso al Cala di Volpe o
pri. Giù restano le istituzioni come il Quisisana o Anema e core
al Pitrizza. «Accontentare clienti di questo genere è facile», com-
piuttosto che i ristoranti Paolino alla limonaia e Aurora, mentre su
menta Ermanno Zanini, «è più complesso offrire cultura, servizi e
ad Anacapri il Capri Palace da solo vince su tutto il resto.
qualità nello stesso momento, come facciamo noi». I prezzi? In
L’atout dell’hotel di Zanini è la possibilità di diversificare. Beauty
Sardegna il più costoso resta il Pitrizza, seguito dal Cala di Volpe
farm con trattamenti sofisticati e modernissimi, mare, piscina e la
e dal Romazzino, mentre a Capri la suite più ambita è proprio
cucina di Andrea Migliaccio, 39 anni e 2 stelle Michelin nel risto-
quella di Zanini. Costa 15mila euro a notte, ha la piscina privata e
rante L’olivo. A luglio sono arrivati gli habitué come Christian De
il maggiordomo on demand h24. Per averla mettetevi in fila. Esiste
Sica e la moglie, mentre in agosto sbarcano le celebs del calibro
una lista d’attesa di almeno 2 mesi. È lo status symbol, bellezza.
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SETTEMBRE 2019
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