Ottobre 2019 - Euro 2,00
IL VALORE DEL TE PO
IL TEMPO PENSATO Valerio Massimo Manfredi: “La vera risorsa per una vita di valore”
LANCETTE D’AUTUNNO Otto segnatempo ci accompagnano nella stagione dei mille colori
IMPRESE VIRTUOSE
ECONOMY TIME | ANNO I | N.01 | BIMESTRALE | OTTOBRE | DATA DI USCITA IN EDICOLA: 1 NOVEMBRE 2019
NOMOS Glashütte: quando l’orologeria di qualità è a misura di business
LA CORONA DEL GOLF
Il legame tra Rolex e il green affonda le sue solide radici nella comunione di valori che esaltano il piacere di vivere il proprio tempo con eleganza, in campo e al polso
EDITORIALE
ottobre 2019
SE IL TEMPO VA OLTRE L’OROLOGIO In un mondo nel quale il tempo è la risorsa più scarsa e preziosa, è importante avere gli strumenti per viverlo al meglio: offrirveli è il nostro obiettivo T
empo e spazio - ha definitivamente concettualizzato Immanuel Kant - “sono forme pure a priori della sensibilità umana”. Ma la tecnologia digitale - per tanti versi prodigiosa e benemerita - reca dentro di sé una controindicazione, una tossina pericolosa: la compressione del tempo, fino all’inverosimile. La cancellazione del tempo vissuto a favore del tempo virtuale. Quindi la manipolazione, la deformazione della sensibilità umana. Infatti, parlare del tempo come dimensione pura
di Davide Passoni della sensibilità umana significa parlare della natura dell’uomo. E della sua capacità di vivere, di sentire, di evolvere. Senza una rivalutazione del tempo e del suo valore si svaluta fatalmente anche l’uomo e ciò che per l’uomo conta. Vita quotidiana, consumi, costumi. Una svalutazione, in definitiva, anche dell’economia. Anche per questo Economy Group ha voluto proporvi “Time - Il valore del Tempo”. Rivalutare il tempo significa rivalutare il patrimonio vero. (Sergio Luciano)
erché un altro giornale che parla di orologi? È forse la domanda più immediata che sorge all’appassionato di segnatempo nel momento in cui prende tra le mani questo primo numero di Time - Il Valore del Tempo. Perché un’altra testata in un mondo di giornali verticali che, tutto sommato, tendono ad assomigliarsi tra loro e a parlare dei medesimi argomenti in maniera nemmeno poi tanto originale? Semplice: perché questo non è solo un giornale di orologi. Per spiegare il paradosso, usiamo le parole del poeta statunitense Carl Sandburg: “Il tempo è la moneta della tua vita. È l’unica che possiedi e che puoi decidere come spendere. Stai attento a non permettere ad altri di usarla al tuo posto”. Ecco, come il nome della testata sottolinea, Time - Il Valore del Tempo è prima di tutto un giornale che dà valore al tempo di ciascuno di noi nella sua complessità. Al di là della retorica, il tempo è la risorsa più rara e preziosa che possiamo avere a disposizione nel mondo di oggi. Viverlo e gustarlo al meglio è un obiettivo complesso, variegato, che coinvolge mondi, passioni, emozioni e va oltre lo strumento che serve per misurarlo. L’orologio è infatti l’unico, vero accessorio per l’uomo, che sempre più si accompagna ad altri universi in cui trova soddisfazione l’edonismo principalmente maschile. Il giornale si vuole dunque posizionare come strumento per l’appassionato di orologi, che cerca sì informazioni sulle novità, ma che vive e ama il segnatempo come parte di un mondo più ampio, fatto di passioni, piaceri, amore per le scelte che determinano gli stili di vita. Nelle LA CATTIVA NOTIZIA È CHE pagine di Time - Il Valore IL TEMPO VOLA. LA BUONA del Tempo trovano quindi spazio, oltre agli aggiornaNOTIZIA È CHE SEI IL PILOTA menti sulle ultime creazio(MICHAEL ALTHSULER) ni dei brand, anche approfondimenti e interviste che spaziano, di numero in numero, dalle auto al beverage, dal fumo lento ai viaggi, dal cibo al design. Tutte tessere del personalissimo e prezioso mosaico del tempo che ciascuno compone ogni giorno nella propria vita. Ma il giornale è anche e soprattutto un prodotto di Economy. Come tale non può non avere un faro acceso sul mercato dell’orologeria, sulle sue tendenze, sulle sue dinamiche, sui suoi destini. E, parlando di mercato, non dimentica chi lo vive e lo osserva tutti i giorni, tastandone il polso e saggiandone gli umori: i dealer, vero “braccio armato” delle Maison sul territorio, la cui presenza capillare nel tessuto commerciale italiano è una ricchezza per quanti lavorano nel mondo delle lancette. Il giornale vuole dare voce anche a queste realtà, fondamentali per il business dei brand. Ecco perché, in sintesi, Time - Il Valore del Tempo non è del tutto un giornale di orologi: perché è un giornale che parla del tempo dandogli valore, anche attraverso ciò che lo misura. “La cattiva notizia è che il tempo vola. La buona notizia è che sei il pilota”, afferma l’esperto americano di coaching Michael Althsuler: nelle nostre pagine vogliamo offrire gli strumenti migliori ai piloti del tempo. Buon volo. 4
SOMMARIO
ottobre 2019
04
EDITORIALE
Quando il tempo va oltre l’orologio ha ancora senso misurarlo?
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FOCUS NEWS
Notizie, aggiornamenti, ultim’ora dai mercati dell’orologeria
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FOCUS BUSINESS
Perché per i grandi marchi è un affare legarsi all’arte
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TEMPO E UOMINI
Emiliano Carlotti racconta 25 anni di Mdl e Franck Muller
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COVERSTORY
VETRINA
Quale segnatempo scegliere quando cadono le foglie? Ecco qualche idea
28
In che modo rendere globale uno sport di nicchia come il golf? Sostenendone atleti e valori, come da oltre 50 anni fa Rolex
PISA OROLOGERIA
Il tempio delle lancette preziose che fa grande Milano e l’Italia
PERSONAL shopper GLI INDIRIZZI DEI RETAILER ITALIANI DOVE TROVARE GLI OROLOGI PIÙ DESIDERATI
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CLASSIC FUSION ORLINSKI
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Sapphire case. In-house skeleton tourbillon movement with a 5-day power reserve. Limited to 30 pieces.
SOMMARIO
ottobre 2019
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VALERIO M. MANFREDI
EVENTO ORIS
Il nuovo Big Crown ProPilot X Calibre 115 atterra a Milano
Il grande archeologo-scrittore ci spiega l’insegnamento che arriva dai secoli e ricorda il valore dell’otium romano
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LA FABBRICA DEL TEMPO
Alta Orologeria a chilometro zero nella manifattura di Richard Mille
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NOMOS GLASHÜTTE
Realizzare segnatempo e creare sviluppo Come si costruisce il modello tedesco
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FOCUS TENDENZE Orologi con cassa quadrata C’è vita oltre il semplice cerchio
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TEMPO E UOMINI
Viaggio nei segreti di Form, la realtà più importante della ricambistica italiana
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Presidente e A.D. Giuseppe Caroccia Editore incaricato Domenico Marasco
OLTRE L’OROLOGIO
Il tempo lento del whisky, l’ingrediente più importante del celebre distillato
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COLPO D’OCCHIO
Il nuovo Patek Philippe Ref. 5172G-001 sotto la lente d’ingrandimento
Direttore responsabile Sergio Luciano Coordinamento Davide Passoni Hanno collaborato Pietro Dotti, Davide Schipa Graphic design Raffaela Jada Gobbi, Liliana Nori 8
Responsabile commerciale Aldo Carlo Rosina Casa editrice Economy s.r.l. Piazza Borromeo 1, 20123 Milano Tel. 02/89767777 Registrazione Tribunale di Milano n. 220 del 15/10/2019
Stampa Stampa Rotolito. S.p.a 20063 - Cernusco sul Naviglio (MI)
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FOCUS
news
Appuntamento per i collezionisti
UN POKER D’ASSI PER ROLEX DA PHILLIPS ALL’ASTA QUATTRO REFERENZE DA SOGNO
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a prossima asta di Phillips, in programma a Ginevra il 9 e il 10 novembre, sarà un momento entusiasmante per i collezionisti, specialmente per gli appassionati di Rolex. Tra i 200 lotti che, all’Hôtel La Réserve, andranno sotto il martello dei banditori Aurel Bacs e Alex Ghotbi ci saranno alcuni pezzi dei cosiddetti “fantastici quattro”, un gruppo di mitici modelli non professionali della casa coronata. Tra essi è annunciato uno splendido esemplare dell’esclusiva referenza 4113 in acciaio, l’unico modello di cronografo rattrapante realizzato da Rolex e sicuramente il più grande, con i suoi 44 mm di diametro: soli otto pezzi creati, per un orologio che ancora fa sognare; poi una referenza 8171 sempre in acciaio, forse la migliore e la più conosciuta all’interno della
comunità dei collezionisti, un affascinante e raro cronografo a triplo calendario referenza 6236 Dato-Compax e infine una referenza originale in oro rosa 6062 “Stelline” molto ben conservata. Lanciata alla fiera di Basilea nel 1950, la 6062 è stata la prima (insieme all’8171) a offrire un orologio automatico con triplo calendario e Fasi Lunari collocati all’interno di una cassa impermeabile. Le versioni più classiche sono quelle recanti un quadrante di color bianco, mentre quelle più esclusive sono state realizzate in smalto nero. Su di essi sono stati utilizzati, durante la breve produzione di tali modelli, un gran numero di disegni diversi in maniera da poter creare gli indici delle ore, come le stelle nei due casi presi in esame. È proprio grazie a queste otto stelle come marcatori delle ore che la referenza 6062 ha preso il soprannome italiano di “Stelline”. Senza dubbio più in linea con la complicazione Moonphase, gli indicatori a stelle sono stati a volte sostituiti con quelli a freccia dando vita a orologi sensazionali.
Special Project Director
NUOVO RUOLO PER TERRENI IN BULGARI
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l direttore della Business Unit Orologi di Bulgari, Guido Terreni, è stato nominato lo scorso settembre Special Project Director, ruolo nel quale continuerà a riportare all’amministratore delegato JeanChristophe Babin. Terreni ha avuto un ruolo chiave nella costruzione e nello sviluppo della Business Unit Orologi di Bulgari negli ultimi 19 anni. La sua conoscenza e il suo rispetto per il DNA di Bulgari, la sua passione per il prodotto e per il design e il suo spiccato senso per il bello e il fatto bene gli hanno consentito di sviluppare orologi di successo, come le collezioni Serpenti e Octo, costruendo il corretto posizionamento della categoria. Il ruolo di Managing Director della Business Unit Orologi di Bulgari è stato affidato ad Antoine Pin. Dopo una lunga esperienza nei marchi orologieri del gruppo LVMH, Pin è entrato in Bulgari nel 2014 per guidare Greater Cina e Australia, ruolo in cui ha sviluppato in modo significativo il fatturato e la redditività del brand. È stato quindi promosso vicepresidente esecutivo di Berluti.
Si rinnova un binomio storico nei motori
FORMULA E, TAG HEUER SCENDE IN PISTA AL FIANCO DI PORSCHE
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ià annoverata tra i fondatori e partner del Campionato Mondiale di Formula E, TAG Heuer si impegna ulteriormente nella competizione stringendo un accordo di lungo termine con il Team Porsche Formula E, di cui il marchio orologiero diventa Title and Timing Partner. Porsche entra dunque nel campionato ABB FIA di Formula E 2019/20 con il nome di TAG Heuer Porsche Formula E Team. Non è certo la prima volta che in due marchi si trovano a collaborare. Il “TAG-Turbo made by Porsche” ha alimentato le auto della Formula 1 negli Anni ’80, vincendo due Campionati Costruttori e tre Campionati Piloti. Inoltre, Heuer era già coinvolta con gli sport motoristici negli Anni ’70 in collaborazione con il pilota svizzero Jo Siffert, che guidò per la Porsche dal 1966 al 1971 e per il quale la Maison creò una referenza del cronografo Autavia che è diventata una tra le più ambite dai collezionisti. Negli Anni ’90, poi, TAG Heuer diventa sponsor della Porsche Supercup e ancora oggi è partner di molte Porsche Cup.
Charity da campioni
MONTBLANC E DJOKOVIC INSIEME PER L’INFANZIA
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ontblanc ha annunciato, lo scorso agosto, la collaborazione con la Novak Djokovic Foundation. Una partnership che ha l’obiettivo di unire gli sforzi nel sostegno ai bambini e alla costruzione del loro futuro. Con il lancio di una penna della collezione StarWalker in edizione speciale, limitata a 300 pezzi, questa collaborazione mira infatti a sostenere programmi educativi in tutto il mondo. Novak Djokovic, campione nel tennis e nella vita, è convinto del fatto che la scrittura sia una parte fondamentale dell’educazione a cui ogni bambino dovrebbe avere accesso; una visione che corrisponde ha quella che Montblanc ha della scrittura, vista dalla Maison come un dono che ha il potere di cambiare il mondo e che dovrebbe essere dato a ogni essere umano. «Di recente, durante un’intervista, mi è stato chiesto se ritenevo che una racchetta da tennis fosse l’arma più potente, visto quanto mi ha dato nella vita. La mia risposta è stata che una penna è un’arma molto più forte di qualsiasi altra», ha commentato Djokovic. 10
NEWS
focus
Nuova boutique in via Condotti
PATEK PHILIPPE APRE A ROMA CON HAUSMANN & CO.
S
i rafforza la presenza di Patek Philippe in Italia, grazie a Hausmann & Co. A settembre, a Roma, il marchio ha aperto in via Condotti la sua boutique, in partnership con Hausmann & Co, da 225 anni punto di riferimento nel mondo dell’orologeria. La boutique si estende per 130 metri quadrati, sviluppati dal basso verso l’alto su tre sale, dove si trovano le collezioni e i banchi di vendita. Per l’allestimento si sono scelti materiali pregiati, che vanno dai marmi delle pavimentazioni fino al palissandro delle Indie per le boiserie e alle carte da parati sfaccettate, tessute su filo di rame. Con la boutique, Hausmann & Co festeggia i propri 225 anni, celebrati per l’occasione da Patek Philippe con una collezione di orologi in edizione limitata: due pezzi unici della collezione Rare Handcraft raffiguranti Piazza di Spagna e Castel Sant’Angelo; 100 esemplari della linea Calatrava, 50 in ora rosa e 50 in oro bianco, con quadranti che indicano le ore XII con cifre romane; 25 pezzi con quadrante a lavorazione guilloché a mano centrale rosso porpora.
I conti di Swatch Group
IL MERCATO GRIGIO FRENA LA CRESCITA
Europa lenta, Giappone col turbo
OROLOGI SVIZZERI, BOOM DELL’EXPORT IN USA E CINA
L’
andamento delle esportazioni di orologi svizzeri ad agosto si è confermata in media con quello dei mesi precedenti. Il valore delle esportazioni è stato pari a 1,5 miliardi di franchi, con un aumento dell’1,5% rispetto ad agosto 2018, mentre nei primi otto mesi all’anno, la crescita si è attestata al 1,9%, rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. Il settore è rimasto quindi su una tendenza leggermente al rialzo, in un contesto ancora relativamente difficile a seconda dei mercati di sbocco dell’export. Le performance sono state infatti molto diverse nei principali mercati. Gli Stati Uniti, con un +14,8%, hanno proseguito nell’andamento regolare della loro crescita, diventando in agosto il principale mercato. In Asia, Hong Kong (-12,7%) ha continuato a scendere, ma ha evitato un altro brusco calo, come temuto. La Cina, invece, ha nuovamente prodotto una forte crescita (+13,7%), mentre il Giappone ha fatto registrare un balzo considerevole: +34,5%. L’Europa, infine, ha registrato un calo complessivo ma contenuto del 2,7%.
Il monoscafo è sceso in acqua in Sardegna
PANERAI E LUNA ROSSA: PARTE DA CAGLIARI LA SFIDA ITALIANA ALL’AMERICA’S CUP 2021
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ati in chiaroscuro per il primo semestre 2019 di Swatch Group. Il colosso di Bienne ha registrato un risultato operativo pari a 547 milioni di franchi, con una flessione del 13% rispetto all’esercizio precedente. Il margine operativo è stato del 13.4% contro il 14,7% dell’esercizio precedente. L’utile netto del Gruppo ha raggiunto i 415 milioni di franchi - in calo dell’11.3% rispetto all’esercizio precedente - pari al 10.2% del fatturato netto. I dati sono stati influenzati da scenari di mercato e geopolitici, specialmente in Asia. La forte posizione dei marchi del Gruppo, soprattutto nella Cina continentale, ne ha fatto uno dei target preferiti delle attività del mercato grigio. Contro tali attori, nel primo semestre del 2019 Swatch Group ha adottato forti contromisure e ciò ha prodotto a breve termine un impatto negativo nell’ordine di centinaia di milioni sul fatturato. Inoltre, le vendite a Hong Kong, importante mercato con margini allettanti, hanno sofferto delle turbolenze politiche, con una perdita di fatturato a due cifre. È invece cresciuto l’e-commerce.
L
a sfida italiana all’America’s Cup è stata ufficialmente lanciata. All’inizio di ottobre ha toccato l’acqua per la prima volta a Cagliari, nel quartier generale del team Luna Rossa Prada Pirelli del quale è partner Panerai, il monoscafo full-foiling AC75 Luna Rossa. A scandire la cerimonia, al polso del team e del suo leader Max Sirena c’era il Panerai Submersible Luna Rossa - 47 mm, parte della collezione che la marca fiorentina ha dedicato, in qualità di sponsor ufficiale, al team Challenger of Record. L’orologio rispecchia alcune fondamentali caratteristiche tecniche della barca come la cassa in fibra di carbonio, la stessa dello scafo dell’AC75, e il quadrante sul quale sono state applicate parti di vele di Luna Rossa. Annunciata lo scorso gennaio in occasione del SIHH di Ginevra, la partnership tra Panerai e il Challenger of Record della 36esima America’s Cup si basa su una condivisione di valori 11
quali innovazione tecnica, eccellenza italiana, audacia e sulla passione comune per il mare. Una passione ribadita anche dalla presenza alla cerimonia di Gregorio Paltrinieri, campione olimpico in carica dei 1.500 m stile libero e ambassador Panerai dallo scorso aprile. «Da sempre Panerai affianca le imprese degli eroi moderni fornendo loro strumenti di estrema precisione che possano accompagnarli nelle sfide più estreme - ha commentato Jean-Marc Pontroué, Ceo di Panerai -. Non potremmo essere più felici di essere al polso del team Luna Rossa per affrontare insieme la strada per Auckland». Con lo sguardo rivolto verso la finale, che si terrà in Nuova Zelanda nel 2021, la prima sfida che vedrà protagonista il nuovo AC75 è la serie di regate preliminari della 36esima America’s Cup presented by Prada, le America’s Cup World Series, che si svolgerà a Cagliari dal 23 al 26 aprile 2020.
FOCUS
business
IMPARA L’ARTE E METTILA... NELL’OROLOGIO Sono sempre più numerose le Maison che si legano ad artisti, musei, eventi o manifestazioni. Una scelta che non è solo cultura e mecenatismo, ma anche un potente strumento di marketing di Pietro Dotti l tempo lento di un’opera d’arte, sia essa un quadro, un film, una scultura o un’installazione, è qualcosa da assaporare come unico e raro. Ma è anche uno stimolo per chi crea orologi a spingersi in un campo affine ed esclusivo, capace di diventare una strepitosa molla di business. Perché, se per i latini il motto “ars gratia artis”, l’arte per l’arte, era la traduzione di un concetto sacro, oggi associarsi a un artista o a un movimento serve anche ad aumentare la conoscenza di un marchio e, in ultima istanza, le vendite.
Bartoli e il baritono Bryn Terfel sono tra i numerosi brand ambassador Rolex del mondo operistico. Anche la partnership del marchio coronato con il cinema è consolidata, in particolar modo con la Academy of Motion Picture Arts and Sciences, per non parlare della sua iniziativa Mentor e Protégé che, dal 2002, unisce maestri di una varietà di discipline artistiche a giovani artisti altamente promettenti per un periodo di collaborazione creativa in una relazione di mentoring one-to-one. Alla Settima Arte, inoltre, è legata Jaeger-LeCoultre, partner della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
In principio erano i mestieri d’arte Arte e orologeria formano da secoli una coppia felice. Basta solo guardare l’artigianato che accompagna l’Alta Orologeria sotto le forme dell’incisione, della smaltatura, dell’incastonatura di gemme e degli altri métiers d’art, per vedere come la misurazione del tempo non sarebbe nulla senza questa alta considerazione nei confronti della creatività e della bellezza. Ora, questa antica simbiosi sta assumendo una nuova dimensione, dove non è più sufficiente spiegare ed evidenziare il lavoro dei migliori maestri artigiani che mettono mano all’aspetto estetico del segnatempo. Piuttosto, l’orologio stesso si arricchisce attraverso la sua vicinanza con l’arte, anche quando ciò significa che le case orologiere devono finanziare l’artista incaricato di creare questo nuovo ambiente. Come se, attraverso la mimesi, l’orologio diventasse un’opera d’arte paragonabile al dipinto, alla scultura o all’installazione che vengono mostrati al suo fianco.
C’è chi dice no Negli ultimi anni, tuttavia, il mecenatismo artistico dei marchi è andato ben oltre le partnership o le iniziative mirate, con una moltiplicazione di spazi espositivi e fondazioni che portano il nome di questo o quel gigante del lusso. Un campo nel quale Cartier è stata pioniere con l’apertura di una fondazione d’arte contemporanea a Parigi nel 1984, esempio poi seguito da marchi del calibro di Prada, Kering, Louis Vuitton, Chloé, Yves Saint Laurent e Fendi. Una tendenza inarrestabile che ha spinto un gruppo di artisti, scrittori e filosofi francesi a criticare il ruolo dei grandi gruppi patrocinatori in un articolo pubblicato nel 2014 su Mediapart in coincidenza con l’apertura della Fondation Louis Vuitton. Oltre a condannare le boutique di lusso per essersi autonominate come “il prototipo di un mondo nel quale la merce è arte perché l’arte è merce”, i trentasei intellettuali firmatari del manifesto si sono scagliati contro “la nuova cultura imprenditoriale e la sua fede negli eventi come un nuovo dio. La linea di produzione e la forza vendita sono state sostituite da finanza e comunicazione. L’arte, buona o cattiva, è essa stessa evento, a volte inconsapevolmente e spesso a suo svantaggio. Fornisce ai gruppi finanziari una vetrina ideale. Può essere marchiata come il loro progetto esistenziale”.
Mecenati in tutti i campi La sponsorizzazione delle arti è diventata così un’attività accettata, anche prevedibile, per un marchio di orologi. Vacheron Constantin e Rolex sono due brand il cui impegno è particolarmente marcato. Le apprezzate collezioni Métiers d’Arte di Vacheron sono la prova del suo interesse e incoraggiamento per l’arte, in particolare per la musica e la danza. Rolex, invece, è di casa nel mondo dell’opera. Il virtuoso mezzosoprano Cecilia
Nuove frontiere dell’arte Al di là di questa esplosione di indignazione, resta il fatto 12
BUSINESS
focus
DA SINISTRA, IN SENSO ORARIO, MARC FERRERO
(AMBASSADOR HUBLOT), BRYN TERFEL (VOLTO DI
ROLEX), ALEC MONOPOLY (AMBASSADOR TAG HEUER), LA M.A.D. GALLERY A GINEVRA E CECILIA BARTOLI (TESTIMONIAL DI ROLEX)
Le nuove frontiere del mecenatismo che lusso, arte e orologeria condividono valori di creatività, bellezza, rarità e rispetLa stessa determinazione ad interagire con i sensi ha ispirato Maximilian Büsser to per la tradizione, tutti elementi che colpiscono le corde emotive. Ma possiamo per la sua brillante M.A.D. Gallery (dove M.A.D. sta per Mechanical Art Deviignorare il lato commerciale della medaglia? Gli amanti dell’arte sono, quasi per ces). Dopo la galleria originaria di Ginedefinizione, potenziali acquirenti di orologi vra, altre tre di queste “scatole di giocattoli di fascia alta e quindi non è un caso se Huper adulti” sono state aperte a Taipei, Dublot non è più l’unico marchio ad “amare bai e Hong Kong. l’arte”, come recita uno dei sui payoff. Per SE ARTE E OROLOGERIA CONDIVIDONO I Tutti i lavori nelle gallerie catturano lo Hublot, questo significa incursioni nell’arVALORI DI CREATIVITÀ, BELLEZZA E RARITÀ, È stesso fascino cinetico degli orologi MB&F. te contemporanea, con Marc Ferrero, nel mondo dei tatuaggi, con Sang Bleu, e nella ANCHE VERO CHE GLI AMANTI DELL’ARTE SONO Parlando all’apertura della galleria di Hong Kong alla fine del 2018, Büsser ha scultura monumentale con Richard OrlinPOTENZIALI ACQUIRENTI DI OROLOGI PREZIOSI confessato il suo amore per la cinetica e ski, tutte forme di espressione che sono in tutte le cose meccaniche, ma ha insistito linea con lo spirito del marchio. sul fatto che «è il fattore umano che mi interessa di più. Niente di ciò che si vede qui ha uno scopo. Esposizioni e suggestioni Qualunque cosa abbia un uso, una funzione non mi Dal 2013, poi, Art Basel è il principale vettore dell’atpiace. Quello che mi interessa è l’arte, la capacità tività di Audemars Piguet in campo artistcico, guidato umana di creare il sublime. La persona che c’è dietro da una commissione che consiglia il marchio nella scelogni pezzo». ta degli artisti che supporterà di anno in anno. Le opeAnche Richard Mille condivide preoccupazioni sire risultanti, che sono interpretazioni soggettive delle mili. Dopo aver stretto un accordo con Frieze, una origini culturali e geografiche della manifattura di Le delle piattaforme più apprezzate per l’arte contemBrassus, sono esposte all’interno della Collectors Lounporanea, il marchio ha firmato una partn ership ge del marchio alle fiere Art Basel di Basilea, Hong triennale con il Palais de Tokyo a Parigi, uno spaKong e Miami. E questo è solo uno degli aspetti del zio di fama mondiale per la creazione artistica specoinvolgimento del marchio nell’arte. Secondo Olivier rimentale. Supporta anche l’artista di strada Kongo Audemars, vicepresidente del consiglio di amministrae ha acquisito Les Editions Cercle d’Art, una casa zione del brand «in fondo artisti e artigiani sono moleditrice fondata da Pablo Picasso. Vedendo come to simili. Non esiste un vero motivo per cui qualcuno sono diventati strettamente legati l’arte e l’orologedovrebbe appendere un dipinto o una fotografia su un ria, dovrebbe sorprendere il fatto che il Grand Prix muro più di quanto non ci sia un vero motivo per ind’Horlogerie de Genève abbia scelto istituzioni come dossare un orologio meccanico: leggiamo tutti le ore sul il Museo d’arte e di storia di Ginevra per ospitare nostro telefono cellulare. Eppure alcune cose parlano una mostra itinerante degli orologi in competizione al cuore invece che alla testa. Ecco perché artisti e artiquest’anno? giani parlano la stessa lingua. Entrambi suscitano una Probabilmente no. risposta emotiva ed entrambi ci rendono felici». 13
Club Sport. Made in Germany. La nuova versione sportiva del modello Club, con bracciale in acciaio NOMOS, è particolarmente robusta e resistente all'acqua. Al suo interno – protetto dalla cassa rinforzata in acciaio inossidabile – lavora il calibro con datario DUW 6101. Automatico e disponibile da subito presso Andrea Concato Orologeria, Baggio Luxury S.r.l., Bedetti S.r.l., Bruno Maria Zimmitti 1858 S.r.l., Dei Mellini, Ferrara Gioielli, Gioielleria Angelini S.r.l., Gioielleria Casella, Gioielleria Giorgi, Gioielleria Grande, Gioielleria iGussago, Gioielleria Oberkofler, Gioielleria Torelli, Horae Orologeria Gioielleria, Ibis Gioielli, Mario Mossa Gioielliere, Orologeria Bastiani, Orologeria Saylon, Orologeria V. Gasser, Tomasini Francia S.r.l. – oppure qui: nomos-glashuette.com
STORY
cover
L’ELEGANZA DEL GESTO, L’ELEGANZA DEL TEMPO Rolex si lega al mondo del golf da oltre cinquant’anni, perché condivide con questo sport valori, ispirazioni e una tensione verso il bello che si ritrova sul green e al polso. Ecco i segreti di questa storia d’amore 15
COVER
story
di Davide Passoni l golf è un inutile tentativo di dirigere una sfera incontrollabile verso un buco inaccessibile con strumenti inadatti allo scopo”. Firmato Sir Winston Churchill. Alla luce di questa affermazione, non si può dire che l’ex primo ministro britannico avesse una idea particolarmente edificante di uno degli sport più amati e praticati dai suoi connazionali. Il suo sembra però un punto di vista isolato in una cultura e in un mondo, quelli britannici, che rivendicano, in costante diatriba con l’Olanda, i natali della disciplina che forse più di tutte è sinonimo di prestigio e di esclusività. Uno status, quello del golf, al quale non poteva non legarsi Rolex, data la comunanza di visione, valori e spirito che la unisce allo sport del green. Gioco di richiami Sono molte le similitudini che si possono trovare tra il golf e il Marchio coronato. La precisione, intanto. Indispensabile per mandare una pallina in buca come per assemblare le minuscole componenti di un calibro, essa necessita di mano ferma, di nervi saldi ma rilassati e di una componente di esperienza che solo la lunga pratica, dello sport o dell’orologeria, può offrire. Poi la pulizia. Un orologio Rolex si distingue per l’essenzialità delle sue forme, la proporzione delle linee, l’utilità di ogni sua funzione. Allo stesso modo, praticando il golf ogni movimento non necessario, superfluo o illogico deve essere evitato, pena il fallimento del colpo e l’inevitabile addio alla buca. Ancora, l’eleganza e la bellezza. Sul green, non solo il rigore e la ricercatezza dell’abbigliamento ma anche la fluidità del gesto, il fair play, una esultanza contenuta trasmettono eleganza e stile, così come di un segnatempo Rolex tutto si può dire tranne che non sia stiloso e bello, innegabilmente bello. O ancora, la qualità. Che per un orologio della Maison svizzera significa qualità dei materiali, delle finiture, persino dell’assistenza e della LA PRESENZA DELLA
MAISON CORONATA
NEI PIÙ IMPORTANTI TORNEI GOLFISTICI DEL MONDO
SI LEGA AL SUO IMPEGNO A FIANCO DEGLI ATLETI
DI PUNTA DELLA DISCIPLINA, COME IL DANESE
THORBJORN OLESEN (SOPRA, IMPEGNATO
SUL GREEN AD ABU DHABI) E L’AMERICANA LEXI
THOMPSON (A SINISTRA, IN CAMPO A EVIAN)
distribuzione, mentre per chi ama il golf è qualcosa che non si lega solo alla bravura e alla capacità nel gioco, ma in primis allo standing personale e morale di chi lo pratica. E poi c’è il tempo, la chiave di tutto. La fretta è bandita dal green. Un colpo perfetto, che sia o meno destinato all’hole in one ha bisogno di calma, concentrazione, silenzio e, appunto, tempo. Studiare le ondulazioni del terreno, le ombre, il vento richiede una armonizzazione tra tempo interiore ed esteriore che solo con l’esperienza può diventare davvero sincronica. Tra una buca e l’altra, il tempo si dilata e si contrae, respira con il giocatore al suo stesso ritmo e diviene proiezione della sua carica agonistica. Nel golf, il tempo è l’uomo. Lo accompagna con i suoi cambi di luce e di prospettiva, lo mette a dura prova. Il tempo, sul green, diventa la variabile indipendente capace di sparigliare le previsioni e le strategie iniziali, ribaltando l’esito di partite già scritte. Nonostante il golf non sia uno sport a tempo. Affascinante. E di tempo, naturalmente, si nutre l’orologio. “Mobile ordigno di dentate rote/lacera il giorno e lo divide in ore”, scriveva un poeta secentesco, traducendo plasticamente la voracità del segnatempo nei confronti della risorsa più preziosa per tutti noi. Perché, se nel golf il tempo è l’uomo, nella vita il tempo è l’orologio, a suggellare il continuo gioco di rimandi tra Rolex e la disciplina che Churchill vedeva con tanto sospetto. Una storia lunga oltre 50 anni Potremmo continuare a cercare e trovare parallelismi e affinità tra Rolex e il golf, ma non faremmo altro che tornare sugli stessi passi che la Maison compì ormai oltre cinquant’anni fa, quando entrò in punta di piedi sul green e nel mondo che lo circonda per non uscirne più. Anzi, per proseguire, anno dopo anno, nella ricerca di nuovi tornei e nuovi talenti cui legarsi, con la consapevolezza di essere entrata in un mondo che
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STORY
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le è davvero proprio e affine. Dal 1999 Rolex è International Partner del Masters, il primo torneo Major in caCorreva l’anno 1967 quando Rolex decise di associare il proprio nome a quello lendario che ha luogo ogni anno all’Augusta National Golf Club nello stato amedel grande golfista americano Arnold Palmer, al quale si unirono l’altro statuniricano della Georgia. Il Masters è un’istituzione di grande rilievo di cui si conosce tense Jack Nicklaus e il sudafricano Gary Player, un passo importante che segnò l’attaccamento alla tradizione, oltre a essere l’unico torneo Major di golf cui si l’inizio del rapporto privilegiato del Marchio con il golf. Il trio, noto con il nome accede su invito. “The Big Three”, ha lasciato la sua impronta in questo sport e ciascuno dei tre giocatori ha costruito con Rolex dei legami forti, basati su valori comuni come la Le Rolex Series a Roma perfezione, l’eccellenza e il fair play. Dei tre, Arnold Palmer è una leggenda vivente Dal 2017 il Marchio si è inoltre associato con le Rolex Series, le otto competizioni del golf, grazie al suo naturale talento di giocatore e alle sue innumerevoli vittorie, principali nel calendario internazionale dello European Tour, la quinta delle quali è ma anche al ruolo pionieristico che ha ricoperto in questa disciplina. Insieme agli l’Open d’Italia, la cui 76esima edizione è andata in scena dal 10 al 13 ottobre scorsi altri due ambasciatori Rolex, Nicklaus (vincitore del numero record di 18 Major) all’Olgiata Golf Club di Roma. Il torneo, ha visto nuovamente Rolex presente in e Player (terzo nella classifica mondiale per veste di Major Sponsor, nonché Title Sponnumero di vittorie professionali), Palmer ha sor della Pro-Am di mercoledì 9 ottobre, di fatto modernizzato il golf conferendogli prologo dell’evento. L’Open d’Italia 2019 la sua dimensione planetaria anche grazie è stato per la Maison svizzera l’occasione al supporto di sponsor globali che lo hanno per confermare l’ormai consolidata tradiLA MODERNIZZAZIONE DEL GOLF È FRUTTO appoggiato incondizionatamente. SIA DELL’OPERA DI CAMPIONI DEL GREEN COME zione di essere non solo Orologio Ufficiale Da più di dieci lustri, dunque, il rappordella Federazione Italiana Golf, ma anche ARNOLD PALMER, SIA DEGLI SPONSOR to tra Rolex e il golf cresce al ritmo delle di segnare i momenti salienti del torneo più CHE LI HANNO SOSTENUTI, COME ROLEX importanti partnership che hanno ulteriorprestigioso del Paese, che il Marchio ha inimente consolidato la posizione del Marchio ziato a sostenere oltre 15 anni fa al Gardanel cuore di questa disciplina. Rolex incogolf, con l’edizione del 2003. raggia infatti il successo e lo sviluppo del golf a più livelli, associando il proprio nome a quello dei giocatori di maggiore talento, alle competizioni più famose e alle Fare squadra organizzazioni che garantiscono l’evoluzione di questo sport nel mondo. Se è vero che il golf è uno sport prevalentemente individuale, è vero anche che le competizioni a squadre conservano un fascino unico. Rolex non poteva quindi restare al di fuori di questo ambito e, a complemento dei tornei Major, è infatti al I tornei Major fianco delle principali competizioni a squadre. La Maison è associata alla Ryder Da oltre trent’anni Rolex è quindi partner e Orologio Ufficiale del The Open, uno dei Major più emblematici nonché il primo torneo di golf. Questa competizione è Cup, la sfida tra le compagini di Stati Uniti ed Europa che si tiene ogni due anni. organizzata dall’R&A, l’autorità che custodisce le Regole del Golf (promulgate dal Ogni volta che viene disputata sul suolo europeo, Rolex è infatti presente come Royal and Ancient Golf Club of St Andrews, Scozia) che da oltre duecentocinsponsor, oltre a patrocinare la squadra europea a ogni edizione del torneo. quant’anni tutelano l’integrità di questo sport. Attraverso il suo sostegno all’R&A e Il brand è inoltre partner della Presidents Cup, cui partecipano gli Stati Uniti e una squadra composta dai giocatori non europei che occupano i primi posti delle alle Regole del Golf, una collaborazione di lunga data, Rolex contribuisce a difenclassifiche mondiali. dere gli usi di questa disciplina e il suo rigoroso codice di condotta. Rolex è anche partner dell’USGA (United States Golf Association), ente organizL’altra metà del green zatore dello U.S. Open. L’USGA, insieme all’R&A, disciplina il golf a livello interAnche il golf femminile occupa un posto primo piano nella strategia di Rolex a supnazionale e, oltre a impegnarsi nella promozione e nel sostegno di questo sport, è porto di questo sport. È infatti partner da quasi quarant’anni della LPGA (Ladies deputata all’applicazione delle Regole del Golf. 17
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IN ALTO, UN MOMENTO DELLA RYDER CUP 2018, GIOCATA A PARIGI. A SINISTRA, GLI OROLOGI ROLEX HANNO
ACCOMPAGNATO LE GIORNATE DELL’OPEN D’ITALIA A ROMA, ALL’OLGIATA,
DAL 10 AL 13 OTTOBRE SCORSI.
SOTTO, IL DATEJUST 41, IL SEGNATEMPO CHE, PER ELEGANZA ED ESSENZIALITÀ, MEGLIO SI ACCOSTA ALLO STILE DEL GOLF E DI CHI LO PRATICA
tipo dell’orologio classico, per la sua estetica intramontabile e per le sue funzionalità. Nato nel 1945, è il primo orologio da polso cronometro, automatico e impermeabile, a indicare la data all’interno di una finestrella a ore 3 sul quadrante, funzione dalla quale deriva il nome. Tradizionalmente, il giorno era indicato da una lancetta che puntava le date visibili tutt’attorno al quadrante. Il Datejust introduce invece il calendario con indicazione della data mediante disco all’interno di una finestrella a ore 3, una soluzione destinata a diventare lo standard in orologeria. Nel 1953 la lente d’ingrandimento Cyclope viene aggiunta sul vetro, per ingrandire la data e consentire una maggiore comodità di lettura. Il Datejust ha attraversato il tempo mantenendo i propri codici estetici immutati e riconoscibili: la forma della cassa Oyster, la lunetta zigrinata in oro 18 carati, la lente d’ingrandimento Cyclope sulla data e il bracciale Jubilé a cinque file, diventato un classico in particolare in versione Rolesor giallo, che abbina maglie in acciaio e in oro giallo 18 carati. Eleganza senza tempo al servizio del tempo e del golf, per sostituire alle parole di Churchill con cui abbiamo aperto questo articolo, quelle di Arnold Palmer, con le quali lo chiudiamo: “Quello che altri trovano nella poesia o nell’arte, io lo trovo in un bel drive”. Se non è eleganza questa…
Professional Golf Association), l’ente organizzatore del circuito LPGA. Il Marchio è anche Orologio Ufficiale dei cinque Major femminili che si svolgono tra Stati Uniti, Regno Unito e Francia ed è legato al più importante torneo di golf femminile a squadre, la Solheim Cup, nel quale le migliori giocatrici europee affrontano le loro omologhe statunitensi. Tra i compiti del brand vi è quello di difendere i criteri di eccellenza di questa disciplina attraverso le partnership con i trofei più ambiti della LPGA: il Rolex Player of the Year, il Louise Suggs Rolex Rookie of the Year e il Rolex ANNIKA Major Award, assegnato ogni anno alla giocatrice che si è aggiudicata il maggior numero di vittorie nei Major. L’eleganza del tempo Di fronte a questo grande impegno fatto di tornei, personaggi, sponsorizzazioni, non dobbiamo però commettere l’errore di perdere di vista il motore primo di tutto, il tempo. Perché questo è sempre il core business di Rolex, la cui attività principale rimane quella di produrre e vendere orologi. Strumenti che misurano il tempo, dandogli valore grazie all’eccellenza che portano con sé e che va al di là di una corona, di un logo, di uno status. Se dunque il golf è anche eleganza e di eleganza ha bisogno il tempo per essere misurato, il Datejust 41 è il segnatempo di Rolex che è più affine a questo mondo per storia, classe, equilibrio delle dimensioni. Il Datejust è infatti l’arche18
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UNA QUESTIONE DI FAMIGLIA Da 25 anni, Mdl lega il proprio nome a quello della Maison Franck Muller, passando il testimone dell’azienda di padre in figlio. Sulle ali della passione 20
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oi, per i grandi marchi, siamo il tessuto connettivo con il territorio». È una definizione semplice quella che dei distributori di brand orologieri dà Emiliano Carlotti, presidente di Mdl, realtà storica della distribuzione dei segnatempo in Italia. Fondata nel 1991 dal padre di Emiliano, Roberto Carlotti, Mdl si è legata negli anni ad alcune delle marche più prestigiose delle lancette svizzere, da quelle tradizionali come Vulcain a quelle più moderne e di rottura come Franck Muller. Proprio alle sorti della Maison ginevrina, Mdl si è legata così strettamente da diventarne, in Italia, quasi un sinonimo. Merito di un’attenzione al marchio sempre alta e della forza che all’azienda deriva dal fatto di essere un’impresa familiare, nella quale non sono passate di padre in figlio solo la capacità e la vocazione imprenditoriale, ma anche la passione per il bello e il ben fatto che accomuna quanti amano l’Alta Orologeria. Spesso, in Italia, i distributori delle grandi case orologiere sono imprese familiari. Mdl non fa eccezione. Ci tratteggia in breve la vostra storia? Agli inizi mio padre Roberto era il distributore in Italia della maison Daniel Roth, riconosciuto tra i più grandi orologiai di sempre. Nel 1993, quando ero ancora uno studente universitario, avendo anche io una grande passione per l’orologeria raggiunsi mio padre alla fiera di Basilea dove, passeggiando insieme tra gli stand degli orologiai indipendenti, ci innamorammo delle prime creazioni del giovanissimo Franck Muller, che esponeva per la prima volta. Essendo già legato a un contratto di esclusiva, Roberto mi caldeggiò quale agente per l’Italia, rassicurando il signor Muller e il suo socio Vartan Sirmakes del fatto che egli stesso avrebbe “supervisionato”. Devo ringraziare per la fiducia della quale ho goduto negli anni presso tante persone, tra le prime mio padre. Ecco quindi come mai il nome di Mdl è strettamente legato a quello di Franck Muller, con cui collaborate da 25 anni. C’è un segreto dietro a questa partnership duratura? Per Mdl è stata una naturale evoluzione. Da agente quale ero nei primi anni di lavoro, ho avvertito la necessità di cominciare a strutturarmi per garantire anche in Italia l’assistenza alla clientela sempre più numerosa ed esigente. In seguito si sono vissuti gli anni migliori e gloriosi dell’Alta Orologeria mondiale, durante i
SOPRA EMILIANO CARLOTTI, PRESIDENTE DI MDL, E DUE MOMENTI DELLA LAVORAZIONE DEGLI OROLOGI DI FRANCK MULLER.
A FRONTE, UNO DEGLI EDIFICI DI WATCHLAND, LA SEDE DEL BRAND ALLE PORTE DI GINEVRA
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UN SEGNATEMPO IN BRONZO PER FESTEGGIARE UN LUNGO SODALIZIO PROFESSIONALE
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25 anni di collaborazione tra MDL e Franck Muller avevano bisogno di essere celebrati prima di tutto con quello che la Maison ginevrina sa fare meglio: un orologio. Si tratta di una edizione limitata di 50 pezzi creata appositamente per il mercato italiano, realizzata con la cassa in bronzo da 36x50,4 mm. Il segnatempo una rivisitazione del Casablanca, attualizzato nelle dimensioni e nei materiali, ed è consegnato al cliente insieme a un cinturino supplementare in pelle scamosciata marrone vintagizzata, oltre a quello in pelle cucito a mano che lo equipaggia come base. Nonostante la cassa sia realizzata in bronzo, materiale che non si distingue principalmente per le sue doti di leggerezza, una volta indossato l’orologio è discreto come peso, non solo come presenza scenica. È la caratteristica prima che abbiamo notato quando lo abbiamo provato al polso, insieme alla sua vestibilità sotto alla giacca e al polsino della camicia; merito anche di uno spessore che non arriva a 12 mm e alla caratteristica forma tonneau della cassa stessa. Il quadrante presenta le cifre con il classico font della tradizione di Franck Muller e del Casablanca e reca le indicazioni di ore, minuti, secondi centrali e data a ore 6. Il cuore dell’orologio è però il movimento di manifattura MVT FM 2800-DT da 28.800 alternanze/ora e riserva di carica di 42 ore. Un calibro che gli artigiani di Franck Muller hanno decorato nelle sue parti più importanti: Côtes de Genève e spazzolatura “soleil papier” sui ponti e sul rotore; lavorazione a grené circolare sui due lati della platina; ponti smussati; componenti rodiati e bagnati in oro 24k; finitura in oro 24k sulle scritte incise; spazzolatura soleil; viti lucidate e azzurrate. Questa edizione limitata costa 11.300 franchi svizzeri.
L’AETERNITAS MEGA (SOPRA)
È CONSIDERATO DA FRANCK MULLER L’OROLOGIO
PIÙ COMPLICATO DEL MONDO. DECISAMENTE PIÙ FRUIBILE E LINEARE È IL VANGUARD CRAZY HOURS (SOTTO)
quali Franck Muller è stato uno dei fenomeni più rappresentativi. Venticinque anni in effetti sono tanti, il segreto non lo conosco; sicuramente esistono sin dall’inizio un’affinità intellettuale e una comprensione comune delle dinamiche aziendali che hanno creato questa grande liaison. Oggi mi considero, ci consideriamo, parte integrante di una grande famiglia e mi sento fortunato per avere trovato negli anni dei validi collaboratori. Che valore aggiunto sono in grado di dare, ancora oggi, realtà familiari come la vostra ai marchi orologieri, grandi o piccoli COLLABORAZIONI COSÌ DURATURE SONO che siano? Noi siamo il tessuto connettiPOSSIBILI GRAZIE ALLA SENSIBILITÀ E ALLA vo, siamo il funzionario, siamo PREPARAZIONE CHE IL CLIENTE ITALIANO l’indagine di mercato, siamo DELL’OROLOGERIA STORICAMENTE HA appassionati, siamo il polso della clientela, siamo la faccia dell’organizzazione, siamo il parafulmine delle lamentele, siamo il dipendente e il proprietario nello stesso istante, siamo la marca che rappresentiamo. I marchi che trattate sono certamente di nicchia, ma questo non vi impedisce di avere una visione globale del mercato dell’Alta Orologeria in Italia. Che idea si è fatto della situazione attuale? Questo che stiamo attraversando è probabilmente il Medioevo dell’Alta Orologeria, un momento ancora difficile da interpretare e da descrivere, ma che stiamo sperimentando ogni giorno. Una regola per me vale sempre: sono le cose più rivoluzionarie, più speciali, più innovative e che nello stesso tempo rispettano la tradizione dalle quali provengono, le meglio realizzate, fatte dagli appassionati che avranno sempre qualcuno in Italia e nel mondo che sarà disposto ad acquistarle. Il cliente italiano è tornato centrale per i retailer? Diciamo che lo è sempre stato, anche se è cambiato il suo peso. Gli italiani rimangono sempre tra i clienti dal palato fino e i più complessi e preparati; a loro, però, negli ultimi anni si sono affiancati anche clienti altrettanto evoluti provenienti da altre regioni del mondo. Per una persona che, come lei, fa questo lavoro, che cosa significa gestire il tempo? Bella domanda! Oggi la gestione del tempo è una necessità, una priorità alla quale bisogna approcciarsi con una certa maestria, è quasi una forma d’arte. 22
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A. LANGE & SÖHNE ODYSSEUS Un eroe d’acciaio
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l 2019 si avvia alla conclusione e, con esso, i festeggiamenti per i 25 anni di A. Lange & Söhne. Una ricorrenza che la Maison sassone ha festeggiato lanciando, da gennaio a settembre, dieci LANGE 1 della collezione 25th Anniversary in edizione limitata e che chiude ora con una novità assoluta: il primo orologio in acciaio prodotto in serie, che inaugura la sesta famiglia di segnatempo Lange. Si chiama ODYSSEUS e, come l’eroe omerico, promette di “seguir virtute e canoscenza” in orologeria. Sul quadrante blu scuro in ottone spiccano, nella doppia finestrella, la Grande Data Lange a destra e l’indicazione del giorno della settimana a sinistra. I display con il tipico carattere Lange mostrano cifre e lettere bianche su sfondo blu. Per l’orologio, Lange ha sviluppato il nuovo calibro di manifattura automatico L155.1 DATOMATIC. Prezzo: € 28.700 - www.alange-soehne.com
AUDEMARS PIGUET MILLENARY FROSTED GOLD PHILOSOPHIQUE Una lancetta per l’eternità
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i sono molti modi per prendere le distanze dalla frenesia del tempo. Uno di questi, audace, consiste nel misurarlo non in ore e minuti, ma solo in ore. Per farlo, basta un’unica lancetta. Come in questo nuovo orologio di Audemars Piguet che, secondo la Maison, dovrebbe invitare la donna a riappropriarsi del proprio tempo. È dotato del calibro 3140, un nuovo movimento a carica automatica con meccanismo brevettato, che sposta la lancetta delle ore intorno al quadrante seguendo una traiettoria ellittica. La cassa in oro rosa o bianco 18 carati presenta finiture alternate satin e Frosted Gold, una tecnica che Audemars Piguet deve alla designer di gioielli fiorentina Carolina Bucci e che produce un effetto simile a polvere di diamanti, grazie alla micro-martellatura del metallo. Filosofia ed estetica a braccetto.. Prezzo: € 30.500 www.audemarspiguet.com
BELL & ROSS BR 05 La quadratura del cerchio
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ome buona parte delle case orologiere, anche la francese Bell & Ross ha da sempre declinato le proprie collezioni lungo tre dimensioni fondamentali di stile e funzione: cielo (aviazione), terra (automobilismo) e mare (immersioni). Trasversali ai tre mondi, le classiche forme delle casse della Maison, quella tonda e quella quadrata. Mancava, nell’offerta di Bell & Ross, una quarta dimensione, quella urbana, ora presente grazie alla nuova collezione BR 05, che si distingue per la forma della cassa che fonde cerchio e quadrato. Il segnatempo appartiene alla famiglia di orologi con cassa integrata, in cui il bracciale si fonde con la cassa per creare un pezzo unico. È disponibile con quadrante nero, grigio, blu o scheletrato, cassa in acciaio o in oro rosa, bracciale metallico o cinturino in caucciù. Prezzo: Da € 3.990 a € 29.900 - www.bellross.com
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al 2009, il Montecristo scandisce il tempo di LOCMAN. In occasione del decimo compleanno del suo segnatempo più rappresentativo, la Maison dell’Elba ne lancia una versione sofisticata caratterizzata dal calibro automatico scheletrato a vista, grazie al vetro zaffiro del quadrante e del fondello. Il movimento Swiss Made, frutto della collaborazione tra la Scuola Italiana di Orologeria di LOCMAN e l’atelier svizzero Depa Swiss, è dotato di una riserva di carica tra le 60 e le 72 ore, garantita da una massa oscillante bidirezionale in tungsteno, trattata PVD black e personalizzata LOCMAN. La cassa del Montecristo Skeleton, in acciaio AISI 316L e fondo in titanio, è composta da tre pezzi: una struttura esterna abbraccia i due corpi centrali, agganciandoli al cinturino, in pelle o in caucciù, più sportivo. Prezzo: Da € 998 a € 1.183 - www.locman.it
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CHOPARD ALPINE EAGLE A volo d’aquila
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hopard ha condensato la propria essenza storica, tecnica ed etica nella sua nuova creazione, l’Alpine Eagle. Ispirato al St. Moritz, orologio disegnato dall’attuale co-presidente di Chopard Karl-Friedrich Scheufele nel 1980, l’Alpine Eagle è in acciaio, metallo inconsueto nei segnatempo della Maison. La cassa e il bracciale sono integrati in un design contemporaneo, con numerosi riferimenti all’aquila e alle Alpi: il quadrante, dalla texture ruvida come roccia, riprende l’iride del rapace mentre le lancette sono un riferimento alle sue piume e i riflessi dell’acciaio, nelle intenzioni di Chopard, ricordano i ghiacciai. Disponibile anche in acciaio e oro e oro e diamanti, si lega alla Eagle Wings Foundation, progetto ambientale creato da Scheufele per sensibilizzare sulla bellezza e la fragilità dei biotopi alpini. Prezzo: Da € 12.200 a € 18.700 - www.chopard.com
HUBLOT SPIRIT OF BIG BANG YELLOW SAPPHIRE Il signore in giallo
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autunno è una stagione affascinante soprattutto per i colori che sa proporre, tra i quali il giallo è uno dei dominanti. Ecco perché sui polsi autunnali vediamo bene un orologio che, per la propria sfacciataggine cromatica, si adatterebbe forse più all’estate. Dopo aver utilizzato lo zaffiro trasparente, nero fumé, blu e rosso, Hublot si lancia con il giallo. Quattro blocchi di zaffiro giallo scolpito nella massa, 100 ore di lavoro e una lavorazione 3D per creare l’architettura a botte dello Spirit of Big Bang Sapphire. Un orologio duro e resistente ai graffi come il diamante e leggero come il titanio, 107 grammi al polso. Una trasparenza assoluta vestita dello splendore del giallo, che si estende fino al cinturino in caucciù naturale rigato. Solo per polsi vitaminici. Prezzo: € 104.000 - www.hublot.com
PATEK PHILIPPE NAUTILUS 5726/1A Oggetto del desiderio
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erché il Nautilus è così famoso? Certamente la cosa mi fa felice, ma non conosco la risposta». Così parlava recentemente il presidente di Patek Philippe, Thierry Stern, durante una intervista. Forse, più che non conoscere i motivi di questa celebrità, non li conosceva tutti. Allure, status symbol, raffinatezza, rarità… e potremmo continuare. Tutte caratteristiche che si ritrovano anche nell’ultimo nato della collezione, il calendario annuale con fasi lunari. Il Calendario Annuale, brevettato da Patek Philippe nel 1996, indica il giorno della settimana e il mese all’interno di due finestrelle in linea a ore 12 e la data in una finestrella a ore 6. Grazie al suo meccanismo, che tiene conto delle lunghezze dei mesi di 30 e 31 giorni, richiede un’unica correzione l’anno, l’1 marzo. Il quadrante blu, ispirato al Nautilus del 1976, ne completa il fascino. Prezzo: € 42.362 - www.patek.com
TUDOR BLACK BAY CHRONO DARK Profondo nero
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er celebrare la Coppa del mondo 2019 di rugby in corso in Giappone, di cui è orologio ufficiale, e la partnership con la nazionale neozelandese, TUDOR ha presentato una versione nera del crono Black Bay. Un’edizione limitata a un numero di pezzi pari a quello dei giocatori che hanno fatto parte degli All Blacks, dalla loro nascita a oggi. Per ogni nuovo giocatore selezionato, sarà aggiunto un orologio. La finitura nera del bracciale in acciaio satinato a effetto opaco è ottenuta mediante trattamento PVD, un procedimento derivato dalla tecnologia dei film sottili sviluppata dalla NASA per i programmi spaziali. Prezzo: € 5.650 - www.tudorwatch.com 25
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Trieste 040.632951 www.dobner.it MARCHI: Patek Philippe, Audemars Piguet, Panerai, Bulgari, IWC, Breitling, Jaeger-LeCoultre, TAG Heuer, Baume & Mercier, Chanel, Dobner, Ulysse Nardin,
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P. Bastiani · Via S. Nicolò 27
Trieste Viale Venezia 1/H Lignano Sabbiadoro (UD) 040 630942 0431 720670 www.orologeriabastiani.com MARCHI: Rolex, Tudor, Cartier, Breitling, Longines, Ulysse Nardin, Dietrich, Nomos Glashutte, A. Lange & Sohne, Piaget, Montblanc, Gucci, Erwin Sattler
Italico Ronzoni · Via Mercatovecchio 10 Udine 0432 501526 www.italicoronzoni.it MARCHI: Rolex, Tudor
F. Veronesi & Figli · Piazza Maggiore 4/A
Bologna 051 224835 www.ferdinandoveronesi.com MARCHI: Rolex, Tudor, Patek Philippe
Camparini · Strada Luigi Carlo Farini 4
Parma Via Emilia S. Pietro, 29/C Reggio Emilia 0521 503298 www.camparinigioielli.com MARCHI: Rolex, Tudor, Cartier, Panerai, IWC, Bulgari, Hublot, Bell & Ross, Baume & Mercier, Porsche Design, Longines, Erwin Sattler, L’Epee 1839, TAG Heuer, SevenFriday, Girard-Perregaux
Fratelli Piccini · Ponte Vecchio 21-23R
Firenze 055 294768 www.fratellipiccini.com MARCHI: Patek Philippe, Corum
Cassetti · Ponte Vecchio 29R/33R/52R/54R
Firenze 055 2741044 www.cassetti.it MARCHI: Rolex, Tudor, Bulgari, Cartier, Chopard, IWC, Longines, TAG Heuer, Vacheron Constantin
Sergio Capone · Borgo Stretto 6
Pisa 050 971 408 www.sergiocapone.com MARCHI: Rolex, Cartier, Bulgari, Tudor, IWC, Omega, Jaeger-LeCoultre, Chopard, Baume & Mercier, Longines, Gucci, Montblanc, Hamilton, Locman
Bartorelli Gioiellerie · Via Spinetti 35
Forte dei Marmi (LU) 0584 89979 www.bartorelli.it MARCHI: Patek Philippe, Chopard, Audemars Piguet, de Grisogono, Ulysse Nardin, Omega
Hausmann & C. · Via del Corso 406 · Via dei Condotti 28 · Via del Babuino 63
Riccione (RN) 0541 693016 www.bartorelli.it MARCHI: Patek Philippe, A.Lange & Sohne, Cartier, Bulgari, Audemars Piguet, Breguet, Pomellato, Damiani, Vacheron Constantin, Omega, Hublot
Roma 06 687 15 01 06 678 00 92 06 321 10 100 www.hausmann-co.com MARCHI: Rolex, Patek Philippe, A. Lange Sohne, Cartier, Vacheron Constantin, Breguet, Panerai, Jaeger-LeCoultre, IWC, Blancpain, F.P. Journe, Parmigiani Fleurier, Chopard, Tudor, Longines, TAG Heuer, Zenith, Chanel, Erwin Sattler, Porsche Design, Giuliano Mazzuoli, Hausmann & Co
Cinzia Landi · Via Farini 56/b
Bedetti · Piazza S. Silvestro 11
Bartorelli Gioiellerie · Viale Dante 53 · Viale Ceccarini 28
Parma 0521 284 355 www.cinzialandi.it MARCHI: A. Lange & Sohne, Baume & Mercier, Breguet, Chopard, Corum, Cvstos, Dietrich, Roger Dubuis, IWC, Jaeger-LeCoultre, Franck Muller, Locman, Panerai, Piaget, Porsche Design, Reservoir, Erwin Sattler
Gioielleria Volta · Piazza dei Cavalli 49
Piacenza 0523 315532 www.voltapiacenza.it MARCHI: Rolex, Tudor, Audemars Piguet, Hublot, TAG Heuer, QlockTwo, Garmin, Dietrich, Montblanc, Oris
Roma 06 6797941 www.bedetti.it MARCHI: Rolex, IWC, Hublot, TAG, Heuer, Breitling, Tudor, Longines, Baume & Mercier, Roger Dubuis, Dietrich, Bulgari, Nomos Glashutte
Gioielleria Grande · Viale Parioli 104 Roma
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Wargas Sisti · Corso Garibaldi 37-39 · Corso Mazzini 2
Ancona Piazza Comune 17 Osimo (AN) 071 201269 www.wargasisti.com MARCHI: Rolex, Omega, Bulgari, Tudor, Gucci, Baume & Mercier, TAG Heuer, Longines, Casio, Calvin Klein, Citizen, Daniel Wellington, Fossil, Frederique Constant, Ice Watch, Maserati, M.E.C., Skagen, Suunto, Swatch, Tissot, Philip Watch, Vagary, Victorinox
Bartorelli · Via Branca 15
Pesaro 0721 31345 www.bartorelli.it MARCHI: Rolex, Tudor, Chopard, Bulgari, Cartier, Damiani, IWC, Pomellato, Dodo, Gucci, Longines, leBebè
Biagini 1863 · Via Calderini 13
Perugia 075.5736300 www.biagini1863.it MARCHI: Rolex, Bulgari, IWC, JaegerLeCoultre, Tudor
Ciletti Clelia · Corso Umberto 42 Pescara 085 4212354 MARCHI: Rolex
Monetti · Via dei Mille 12 · Via S. Brigida 60
Napoli 081 411468 www.monettiorologi.com MARCHI: Rolex, Tudor, Chanel, Bell & Ross, Baume & Mercier, Giuliano Mazzuoli
Gioielleria e Orologeria Trucchi · Via S. Caterina a Chiaia 75
Napoli 081 414961 www.trucchiorologeria.it MARCHI: Patek Philippe, Breguet, Piaget, Omega, Breitling, TAG Heuer, Audemars Piguet, Hublot, IWC, Roger Dubuis, Longines, Rado
Alberto & Lina · Via Vittorio Emanuele 18/20 Capri (NA) 081 8370643 www.albertoandlina.com MARCHI: Rolex
Rocca 1794 · Via Sparano da Bari 52/54 Bari
· Via Vittorio Emanuele 45
Lecce 080 5212926 0832 241010 www.rocca1794.com MARCHI: Rolex, Patek Philippe, Cartier, Omega, Tudor, Longines, Zenith
Restivo · Corso Italia 268
Catania 095 387817 www.restivo.it MARCHI: Audemars Piguet, Baume & Mercier, Blancpain, Breguet, Breitling, Chopard, De Grisogono, Eberhard & Co., GaGà Milano, Girard Perregaux, Greubel-Forsey, Hamilton, Hublot, IWC, Jaeger-LeCoultre, Longines, Maurice Lacroix, Montblanc, Panerai, Omega, Parmigiani Fleurier, Patek Philippe, Piaget, Rado, TAG Heuer, Tissot, Ulysse Nardin, Zenith
Matranga · Via Ruggiero Settimo 56
Palermo 091.581863 www.matranga.it MARCHI: Rolex, Tudor, Longines, Montblanc, Tissot, TAG Heuer
Martines · Via Atenea 112
Agrigento 0922 21749 www.gioielleriamartines.it MARCHI: Rolex, Tudor, Eberhard & Co.
Floris Coroneo · Via Dante 92A Cagliari
· Piazza Degli Archi 6
Porto Cervo (OT) 070 49 69 30 www.floriscoroneo.it MARCHI: Rolex, Patek Philippe, Tudor, A. Lange & Sohne, Baume & Mercier, Breguet, Bulgari, Cartier, Chopard, Corum, Franck Muller, Hublot, IWC, Jaeger-LeCoultre, Panerai, Piaget, Savelli, Ulysse Nardin, Vacheron Constantin
Gioielleria Rosas · C.so Umberto 29
Olbia 0789 21652 www.rosasgioiellerie.com MARCHI: Rolex, Tudor, TAG Heuer, Rado, Bulova, Montblanc, Tissot, Seiko
MILANO
dealer corner
Il tempio milanese dell’Alta Orologeria Pisa Orologeria accoglie gli appassionati nel suo Flagship store e in cinque boutique monomarca
l Flagship store di Pisa Orologeria in via Verri 7, a Milano, è il punto di arrivo, almeno per ora, di una storia di famiglia cominciata nel 1940 nel cuore del Quadrilatero della Moda e diventata, in quasi 80 anni, patrimonio dell’intera città. Una realtà imprenditoriale sana, in continua crescita, gestita con esperienza e lungimiranza dalla mano femminile di Maristella e Chiara Pisa, nel solco della tradizione ma con uno sguardo deciso al futuro. E non potrebbe essere altrimenti, vista l’atmosfera contemporanea e raffinata che lo store dedica a quanti vi entrano; una “casa” nella quale i materiali utilizzati per la sua realizzazione, appartenenti alla tradizione artigianale italiana, si declinano in linee e design moderni. Lo store, che si estende su una superficie complessiva di oltre 1200 metri quadrati, offre una selezione delle più importanti case mondiali dell’Alta Orologeria, oltre a un laboratorio specializzato e a un piano, inaugurato lo scorso anno, completamente dedicato ai brand più preziosi dell’Alta Gioielleria mondiale. Completano l’offerta di Pisa le boutique di alcuni dei marchi più prestigiosi nel mondo delle lancette: la boutique Patek Philippe di via Verri 9, la boutique Rolex di via Montenapoleone 24, la boutique Vacheron Constantin, sempre in via Verri 9, e le boutique in-store di Hublot (al piano terra del Flagship) e A. Lange & Söhne (al primo piano). Proprio il marchio sassone ha scelto Pisa Orologeria per aprire la prima boutique in Italia, così come aveva fatto Hublot due anni fa per la propria. Grandi case che hanno scelto l’eccellenza milanese e la sua passione per il mondo dei segnatempo, che la presidente Maristella Pisa sintetizza così: «L’orologeria fa parte di una cultura che trova le sue radici nell’educazione al bello. Le sue espressioni sono molteplici ed è un privilegio poter raccontare la loro essenza ai nostri clienti e a una nuova generazioni di giovani da coinvolgere in un mondo di tradizione, idee e bellezza in continua evoluzione».
QUI PUOI TROVARE:
E INOLTRE Pisa Orologeria
Via Verri, 7 Milano 02 762081 pisamail@pisaorologeria.com Orari di apertura: Lunedì: 10.30-19.00 - Martedì-Venerdì: 10.00-19.00 - Sabato: 10.00-13.30/14.30-19.00 Orari di apertura: Lun-Sab 10.00 am - 7.00 pm
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Baume & Mercier, Blancpain, Breitling, Bulgari, Carl F. Bucherer, Cartier, Chopard, Corum, De Bethune, Dietrich, Eberhard & Co., Franck Muller, GaGà Milano, Girard-Perregaux, Giuliano Mazzuoli, Glashutte Original, Greubel Forsey, H. Moser & Cie, Hamilton, IWC, Jaquet Droz, Jaeger-LeCoultre, L. Leroy, Longines, Panerai, Parmigiani Fleurier, Piaget, Roger Dubuis, TAG Heuer, Tudor, Ulysse Nardin, Zenith
EVENTI
Milano
Lancette preziose e alta cucina n orologio inedito e destinato a far parlare di sé merita, per essere presentato al pubblico, una cornice d’eccezione. È quello che ha pensato Oris per lanciare il suo Big Crown ProPilot X Calibre 115, segnatempo della collezione aviatoria della Maison di Hölstein che introduce nella categoria dei cosiddetti “pilot’s watches” la novità della scheletratura. L’ambientazione per il lancio dell’orologio è stata, lo scorso settembre, il ristorante Filippo La Mantia - Oste e Cuoco di Milano, locale gestito dal celebre chef siciliano che ha fatto da padrone di casa per gli ospiti invitati da Oris. Appassionati, addetti ai lavori, giornalisti hanno potuto tenere tra le mani il segnatempo, provarlo e scoprirne i dettagli direttamente dalla voce della Maison; il tutto degustando le specialità della cucina mediterranea di Filippo La Mantia. Una cucina che torna all’essenzialità dei sapori, un po’ come il Big Crown ProPilot X Calibre 115 torna all’essenzialità della funzione, messa in
evidenza grazie a un’opera di “sottrazione” di elementi effettuata sul quadrante, che svela il meccanismo dell’orologio. Il bariletto al 12 è scheletrato in modo che anche la molla sia visibile: ruotando la corona, si vede infatti come essa si avvolga sempre più stretta finché non è completamente arrotolata e pronta a fornire 10 giorni di carica. I ponti scheletrati del Calibro 115 sono grigio opaco, piuttosto che lucidi o incisi, mentre la cassa fonde la tradizione degli orologi per piloti del marchio - iniziata nei primi Anni ’10 e consacrata con un orologio da polso dalla grande corona nel 1917 (Big Crown, appunto) - e il ruolo dell’orologeria meccanica nel futuro. Per dare agli ospiti la possibilità di entrare letteralmente nel cuore del segnatempo, durante l’evento è stata loro offerta un’esperienza di realtà virtuale che li ha trasportati all’interno del Big Crown ProPilot X Calibre 115, divenendo parte del meccanismo di un orologio che si è da subito ritagliato un posto di primo piano nella collezione di Oris.
FOTO CREDITS @RICCARDO
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L’OROLOGIO
oltre
COSA CI INSEGNA IL PASSATO Archeologo e scrittore, 15 milioni di copie vendute nel mondo: Valerio Massimo Manfredi spiega come e perché i secoli alle nostre spalle ci aiutano ad apprezzare la risorsa più preziosa che abbiamo, l’unica non rinnovabile di Sergio Luciano
E a chi le dice che questo otium non serve a niente? Quando i giovani mi chiedono “a cosa serve il greco antico”, io rispondo: a niente, per questo è indispensabile, proprio perché non serve in senso letterale , non è al servizio di niente. A cosa servono la Nona di Beethoven, o l’Infinito di Leopardi, l’opera lirica… se noi non avessimo tutto questo saremmo miserabili. Questo fa di noi degli uomini liberi. Si può dire che il tempo è la nostra grande risorsa scarsa da salvaguardare? Assolutamente sì. Non pensa che la tecnologia digitale stia trasformando il tempo in un ossessivo presente? Sì, la nostra epoca può spingerci a prescindere dal senso del passato, perchè è pervasa da una tecnologia così veloce che il presente stesso si distrugge da solo, è talmente sottile che mentre lo consideriamo sfuma, non c’è più, oppure è già passato sostituito da un altro presente. Mentre il passato preserva. Diceva il grande storico britannico Arnold J. Toynbeee: “La mia famiglia d’origine era ricca e i miei genitori hanno fatto gli studi più avanzati, costosi e moderni della loro epoca, come antropologia e psicologia. Quando è arrivato il mio momento, la mia famiglia era povera, e mi hanno iscritto in un’univeristà antiquata, dove si studiava storia antica, latino e greco. Grazie a Dio. Perché quelle civiltà sono morte, e dunque stanno ferme. Il che ci permette di analizzarle e capirle. In questo modo ci rendiamo conto che quel che è sempre accaduto, che cioè una civiltà nasce, raggiunge gli apici e poi tramonta, non cancella, può essere conservato… Dunque la memoria è importante… La memoria è una macchina del tempo, senza memoria non c’è identità. Alessandro Magno è morto a 32 anni… aveva conquistato il mondo, non aveva perso tempo, era un uomo che capiva il valore del tempo. Io mi ricordo il professor Castagnoli, insigne archeologo, che diceva: “Farei una trincea da qui fino in fondo, che attraversi tutto il campo archeologico”. I colleghi lo guadavano stupefatti ma non
osa consiglierei a un ventenne sul modo in cui vivere il tempo? Gli consiglierei di riconoscerne il valore inestimabile, di riconoscere che è necessario e indispensabile. Va compreso, questo valore, onorato, organizzato ma in una forma tranquilla, calma, in modo da poter fare quel che desideriamo senza sottoporci ad alcuna schiavitù”: è un Maestro del tempo, Valerio Massimo Manfredi, archeologo, docente universitario e scrittore best-seller, premio Hemngway e “Man of the Year” dall’”American Biographical Institute”. I suoi romanzi storici sull’antichità, tradotti in molte lingue, hanno venduto oltre 15 milioni di copie vendute in tutto il mondo. E dunque, professore: cos’era per gli antichi il tempo, il valore autentico del tempo? Era il concetto romano di otium, il contrario di negotium. Non attività finalizzate, ma attività intellettuale per uomini liberi che si riuniscono, stringono amicizie, si scambiano visite. A leggere le lettere di Cicerone se ne ha un’idea precisa, lui era straordinario anche da questo punto di vista. E lei, personalmente, quanto otium riesce a inserire nella sua vita? Purtroppo non tanto. Perché il tempo è limitato. Abbiamo al polso un oggetto che si chiama orologio, che continuamente ci dice: “Hai ancora un’ora, tre ore, mezz’ora” e poi devi aver completato quel che stai facendo… E quindi non puoi permetterti di rilassarti. Io non ho mai fatto una vacanza in senso letterale, cioè del potersi dedicare a quel che si vuole, spendere il tempo come ci pare. Troppo spesso noi non siamo in grado di domare il tempo e di vivere dei momenti, delle ore in conversazioni. Poi c’è, purtroppo, il sistema politico che è un esempio micidiale e che fa sì che quel che potrebbero essere conversazioni degenerino spesso in urla, insulti, grida. Mentre dovrebbero essere occasioni per scambiare pareri, esperienze, punti di vista. 31
OLTRE
l’orologio
osavano dire nulla: “!”. E lui diceva: “Io sono vecchio e non ho tempo”. Quindi dovremmo dedicare più tempo a capire… Sì alla meditazione sull’esperienza, e dunque alla capacità di trarre vantaggio dall’esperienza dei secoli e dei millenni… Se giriamo per l’Italia noi in ogni luogo, in ogni borgo, in ogni pieve, in ogni villaggio riconosciamo in continuazione il filo rosso della civiltà, che non si è mai affievolito. Non c’è secolo, lustro, anno, giorno o ora che non abbia prodotto nel nostro Paese delle meraviglie. C’è tanto da vedere e da capire. Perché abbiamo tanto passato! Noi sì, a differenza di tanti altri popoli. Abbiamo 28 secoli di storia documentata. Abbiamo 28 secoli di continuità civile e siamo gli unici al mondo, . In certi momenti ci sono state azioni straordinarie che hanno assicurato che tutto questo si perpetuasse. Quando Teodorico, resosi conto che non era possibile amalgamare romani e goti, chiamò i più grandi intellettuali dell’epoca come Cassiodoro e Boezio, e gli disse: andate dove volete, vi finanzio, ma costruite un centro dove raccogliete tutti gli scribi e fate ricopiare tutta la letteratura antica. Questo luogo fu Vivarium, in Calabria. Da Vivarium le copie manoscritte dei capolavori letterari antichi furono mandate in tutt’Europa, dovunque si raccogliessero reperti finalmente decide di entrare nella sua casa, culturali. In questo senso si può affermare IL CONCETTO ROMANO DI OTIUM È IL CONTRARIO si copre col mantello il viso, per nascondere che l’Europa ci deve la civiltà. le lacrime. DI NEGOTIUM. NON ATTIVITÀ FINALIZZATE, Forse tendiamo a dimenticarcene… Ulisse, un navigatore del tempo… Alcuni anni fa, in occasione dell’ultimo Nella narrazione che ci è arrivata da milMA ATTIVITÀ INTELLETTUALI PER UOMINI LIBERI evento della campagna elettorale di Pierleni, Ulisse a un certo punto del suo lunCHE SI RIUNISCONO E STRINGONO AMICIZIE luigi Bersani, mi chiesero un discorso conghissimo viaggio vive l’esperienza della caclusivo. E io lessi un passo dal De Officiis, tabasi, cioè la discesa nel regno dei morti e dove Cicerone elenca tutte le caratteristiche e i doveri dell’uomo di Stato, ed è una quando vi incontra la madre, non sapendo che mentre lui era lontano è morta, le cosa commovente tanto è forte, potente e straordinaria. E quindi alla fine, io lessi e chiede: “Madre, perché sei scesa sotto l’ombra scura? Un morbo forse ti ha consuoggi penso: se l’Italia fosse mia, nel momento in cui un nuovo Parlamento appena mata lentamente o Artemide cacciatrice ti ha trafitto con uno dei suoi dardi?” Lei eletto si stesse insediando, condurrei tutti al Foro, nella Curia Giulia, e gli direi: dice: “Non Artemide cacciatrice mi ha trafitto e neppure un morbo insidioso mi ha “Guardatevi intorno e rendetevi conto di chi siete, da dove venite, e dove volete lentamente consumata, ma il desiderio di te, figlio splendente, mi ha tolto la vita”. arrivare”. E dunque alla fine conclusi dicendo: “Noi sappiamo da dove veniamo, Questo è il tempo… E l’eroe le domanda: “E mio padre dov’è? Vive ancora nel dopo aver letto questa meravigliosa opera di Cicerone, e sappiamo dove vogliamo suo palazzo, gode ancora dei suoi privilegi?. “No figlio, d’inverno – risponde Antiarrivare, viva l’Italia. clea - si sdraia sulla cenere ancora calda del focolare; d’estate, quando cala la sera, Ci regala due immagini sul tempo e sul suo valore dal suo sterminato repertorio? un letto di foglie lo aspetta e sospira, afflitto per te”. E’ il dramma di un padre che Penso ad Argo, il cane di Ulisse, che ha tenuto lontana la morte, l’ha rinviata per aspetta i figli lontani. Nel mio Hotel Bruni, il padre e la madre dei fratelli Bruni – vent’anni per attendere il ritorno del padrone e quando lo vede è il primo a riconosette figli maschi, tutti al fronte – ogni notte sospirano e si chiedono: “Dove saranno scerlo nella sua casa e gli va a morire ai piedi, e l’eroe piange. Tanto che, quando i nostri ragazzi?”. Sospirano come Laerte… per il tempo che passa nella distanza.
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Comunicazione di Marketing. Il presente materiale, pubblicato da Capital International Management Company Sàrl (“CIMC”), 37A avenue J.F. Kennedy, L-1855 Lussemburgo, è distribuito a scopo puramente informativo. CIMC è soggetta alla regolamentazione della Commission de Surveillance du Secteur Financier (“CSSF”, l’autorità di vigilanza finanziaria in Lussemburgo) ed è una controllata di Capital Group Companies, Inc. (Capital Group) e regolamentata anche in Italia attraverso la sua filiale dalla Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (CONSOB). La presente comunicazione non ha pretesa di essere esaustiva né di fornire consulenza sugli investimenti, di carattere fiscale o di altra natura. © 2019 Capital Group. Tutti i diritti riservati.
LA FABBRICA
del tempo
ALTA INGEGNERIA A KM 0 di Davide Passoni
ichard Mille è una delle case orologiere maggiormente impegnate nella ricerca in tecnologia e nuovi materiali, come dimostrano i segnatempo che produce. Ecco perché, quando siamo stati invitati a visitare i loro impianti produttivi in Svizzera, non abbiamo nascosto il nostro entusiasmo. Immaginavamo infatti che saremmo entrati in una dimensione nuova dell’orologeria, fatta sia di tradizione sia di innovazione spinta, di passato e di futuro, di imprenditoria visionaria ma saldamente radicata nel concreto. Non ci sbagliavamo. Intanto, la produzione di Richard Mille è divisa su diverse unità manifatturiere. Nella fabbrica delle casse, la ProArt. si realizzano anche altre parti come platine, pulsanti, ponti, parti dei cinturini in metalli preziosi. Vi è poi Horometrie, che comprende l’antica Montres Valgine, dove gli orologi sono ideati e disegnati, oltre che finiti, assemblati e controllati prima della messa in commercio. Infine, Vaucher Manufacture Fleurier è il partner di Richard Mille per la maggior parte dei movimenti automatici e cronografi, mentre Audemars Piguet Renaud et Papi (APR & P), la divisione di alta gamma di orologi di Audemars Piguet, produce i movimenti più complicati delle collezioni di Richard Mille, tra cui i tourbillon.
Gli orologi Richard Mille nascono in un ecosistema produttivo fatto di eccellenze locali, per il quale l’azienda è come una famiglia
Azienda e famiglia Un ecosistema aziendale in cui artigianalità e industria vanno di pari passo, senza perdere di vista la dimensione umana né quella del valore del tempo. Ci dicono infatti che il volume della produzione non crescerà più del 12%-15% anno per anno, secondo l’obiettivo che l’azienda si è data. Circa il 60% degli impiegati vive a 10 minuti dalla fabbrica e la “famiglia Richard Mille” è qualcosa che essi vivono e respirano ogni giorno, perché da generazioni nella zona si producono orologi o macchine per realizzarli, con anche ottime scuole in entrambi i settori produttivi. Parlando con chi vi lavora, si percepisce questo forte senso della comunità: ci sono competenze, filosofia e testa per lavorare su un prodotto come gli orologi di Richard Mille. Dove nascono le casse La nostra visita è iniziata da ProArt. Situata in un modernissimo edificio realizzato sei anni fa a Les Breuleux, nel Giura, vi si producono tutte le casse tranne quelle in zaffiro. Alle spalle di ProArt è stato costruito di recente un nuovo edificio, in cui sono state trasferite parti degli uffici tecnici e del reparto casse, liberando spazio nell’edificio principale per ospitare macchine di produzione ancora più grandi. Visitare i reparti che compongono ProArt è come fare un tour virtuale nelle casse e nei movimenti degli orologi. La macchina per lavorare le casse in titanio (naturalmente di fabbricazione svizzera) opera su sei assi, pesa 900 chili e durante il processo produttivo spara 100 litri di olio alla pressione di 20 bar, mentre le casse e le lunette vengono sbozzate: due minuti e mezzo per cassa, 14 per lunetta e i pezzi sono pronti. Anche le casse in ceramica sono lavorate con una macchina svizzera e la ceramica è prodotta in casa: un tempo, ci dicono, avevano un fornitore che la produceva, ma era troppo lento, meglio fare da soli… E svizzero è il macchinario che taglia le platine, prodotto da un’azienda che sta a 15 minuti da ProArt. Tecnologia a km zero e filiera cortissima: il 99,6% delle componenti è Swiss Made, vengono dalla Francia solo le corone, i pulsanti dei crono e qualche bracciale, ma da aziende che si trovano poco oltre il confine, che da Les Breuleux dista una manciata di chilometri. 34
DEL TEMPO
la fabbrica
dell’estetica e della qualità, dove chi lavora ha un grado di attenzione massimo nella cura delle casse che escono dall’officina. Ci ha colpito in particolar modo il sistema utilizzato per proteggere le parti lucide delle casse, estremamente delicate: un sottile strato di vernice blu con il quale vengono dipinte queste parti, rigorosamente a mano. Anche un’eventuale pellicola protettiva potrebbe danneggiarle, ma non questa particolare pittura, che viene tolta in boutique davanti al cliente, lasciando la parte lucida perfetta. Nel cuore della meccanica Spostandoci da ProArt a Horometrie, non cambia la musica in quanto a qualità ma cambia in quanto a decibel. Se in ProArt eravamo a tutti gli effetti in una avanzatissima officina, in Horometrie si entra nel cuore silenzioso di Richard Mille, dove lavorano tecnici e maestri orologiai. Una dimensione ovattata, dove il tempo assume valore al di là dello strumento che lo misura, nei ritmi di lavoro di chi mette mano a progetti, movimenti, tourbillon. Nel reparto movimenti lavorano otto persone, tutte con background tecnico, non sono di design. Ciascuno di loro progetta il movimento dalla A alla Z e ciascuno di loro ha prodotto uno o più orologi particolari, portandone avanti la creazione insieme al signor Mille e al suo socio, Dominique Guenat. Da loro, i tecnici ricevono input minimi su come dev’essere fatto l’orologio - il più leggero possibile, con un look sportivo, coloratissimo, il più sottile possibile -, poi sta a loro crearlo. A ogni livello della Maison funziona così: liberi di creare nel perimetro di indicazioni minime, per responsabilizzare le persone in modo che lavorino con più passione e motivazione. Massima fiducia nei collaboratori perché diano il meglio di sé e creino qualcosa di unico. Nel reparto assemblaggio movimenti, dove vengono montati tutti i calibri a parte i tourbillon, lavorano circa 40 persone. Ci sono apprendisti inviati dalle scuole locali a imparare il mestiere, mentre ogni maestro orologiaio monta un movimento completo in tutte le sue parti, con le istruzioni di montaggio come se fosse una costruzione di Lego. Un maestro orologiaio è polivalente, può montare sia i movimenti sia le casse e impiega circa due settimane per montare dieci calibri compleA FIANCO DI MACCHINE ti. Nel reparto tourbillon lavorano invece solo tre persone, le punte di diamante A CONTROLLO NUMERICO DI ULTIMA GENERAZIONE dei maestri orologiai. Impiegano sei settimane per un movimento con tourbillon, CONVIVE ANCORA che dopo essere assemblato viene fatto funzionare per tre settimane, controllando LA MANUALITÀ FINE che marci alla perfezione. Verificato questo, viene smontato, ogni pezzo viene DEI MAESTRI ARTIGIANI lavato e poi il tourbillon viene rimontato, messo in funzione, incassato e la marcia viene ricontrollata per altre due settimane. Una volta in cassa, infatti, cambiano le condizioni di pressione e temperatura L’altra eccellenza della Maison sono le e non è detto che il tourbillon funzioni casse in carbonio TPT, un materiale estreancora correttamente. Se tutto funziona mamente resistente. Per realizzarle, numecome dovrebbe, l’orologio viene compleMONTRES VALGINE FU FONDATA DAL NONNO rosi strati di carbonio di differenti colori tato con il cinturino e, dopo un processo vengono compressi l’uno sopra l’altro ad di tre mesi, è pronto per essere inviato alle DI DOMINIQUE GUENAT, SOCIO DI MILLE. altissima pressione e, a seconda del taglio boutique. Ciascun tourbillon viene toccaNEL 1999 I DUE DIEDERO VITA ALL’AZIENDA dato alla cassa, emergono colori diversi e to e lavorato da una sola persona, che lo E LANCIARONO I PRIMI OROLOGI NEL 2001 diverse striature così che, di fatto, ogni casmonta dal primo all’ultimo componente e sa è unica. I pezzi in carbonio TPT sono lo ripara qualora dovesse rientrare in casa prodotti dall’azienda NTPT, che con lo stesso materiale ha realizzato l’albero madre per qualche difetto. Ogni orologio è, per queste persone, quasi un figlio, maestro della barca a vela Alinghi. Ancora la Svizzera che ritorna… del quale conserva un documento su cui sono registrati tutti i passaggi della laPrima di andare al controllo qualità, le casse sono sottoposte a lavorazioni sucvorazione; una specie di passaporto che lo accompagna sempre, anche dopo la cessive. Le parti già lucidate vengono coperte con un nastro adesivo o con una vendita, in modo che, in caso di problemi, chi lo ripara sa quale percorso l’orovernice da chi le ha lavorate, perché non si rovinino, e passano ad altre persone logio ha fatto in produzione. E, a proposito di tourbillon, l’ultima immagine che per lavorazioni successive, con lucidature e finiture via via più sofisticate. Un ci rimane negli occhi della visita in manifattura è quella della signora Marianne: processo che ha lo scopo di rendere le casse sempre più complesse per evitare la dal suo “occhio di falco” passano tutti i tourbillon per il controllo di qualità finale. contraffazione, che anche per marchi come questi sta diventando un problema. Una responsabilità enorme, che solo in un’azienda come Richard Mille ha ancoAdiacente alle zone di produzione si trova l’importantissima area di controllo ra senso e valore. Il vero e proprio valore del tempo. 35
IMPRESE
focus
QUANDO L’OROLOGERIA È SOSTANZA In mezzo a brand che puntano tutto (o quasi) sull’immagine, NOMOS Glashütte preferisce focalizzarsi sui segnatempo. Grazie alla lezione del Bauhaus e a una visione d’impresa sana
di Davide Passoni ier lebt die zeit”, qui vive il tempo. Questo cartello, posto all’ingresso della cittadina di Glashütte, in Sassonia, è più di un segno di benvenuto: è un manifesto di ciò che il borgo e la sua valle rappresentano per la storia culturale e artigianale della Germania e dell’orologeria. Insediamento di poco più di 7mila anime nella regione dei Monti Metalliferi, affondato in un’angusta valle attraversata dal fiume Müglitz, Glashütte ha vissuto per secoli sull’industria mineraria locale, basata sulle miniere di argento. Dopo l’esaurimento delle vene intorno a metà ‘800, per far fronte alla crisi che colpì la zona, da Dresda il sovrano, oltre a fornire aiuto economico alla popolazione, inviò in valle Ferdinand Aldoph Lange, orologiaio di corte, che con quindici apprendisti fondò la prima fabbrica di orologi, facendo scoprire agli abitanti di Glashütte una vocazione all’orologeria che oggi ne fa il centro di eccellenza per le lancette tedesche. A Glashütte hanno infatti sede numerose manifatture, tutte con una storia da raccontare e una tradizione da conservare. Anche quelle più giovani e dinamiche, come NOMOS Glashütte. 37
FOCUS
imprese
Essere i primi Fondata nel 1990 da Roland Schwertner, che ancora oggi ricopre il ruolo di direttore delle vendite, NOMOS Glashütte rivendica con orgoglio il fatto di essere il primo marchio fondato nella valle dopo la caduta del muro di Berlino, ancora prima dell’esclusiva A. Lange & Söhne; quest’ultima fu infatti istituita a dicembre del 1990, mentre NOMOS vide la luce ad aprile e presentò i primi modelli nel 1992. L’azienda vede nel management anche il Ceo Uwe Ahrendt e Judith Borowski, responsabile del branding e del design. NOMOS è indipendente, non fa parte di nessun gruppo ed è una manifattura policentrica, con il cuore del design a Berlino, nel design studio Berlinerblau, e la parte di produzione e amministrazione a Glashütte. Ha 300 dipendenti, la maggior parte dei quali, circa 260, lavora nella valle e circa 50 operano tra New York e Berlino. La sede dell’azienda, che dal 2005 si è insediata nei locali della vecchia stazione ferroviaria di Glashütte, è una bomboniera più che un head quarter, dove le riunioni sono accompagnate ogni tanto dallo sferragliare dei rari convogli che percorrono la linea a binario unico, diretti ad Heidenau o ad Altenberg.
senza tempo l’abilità manuale e una qualità che dura nel tempo. L’attenzione al design è valsa all’azienda circa 140 premi e riconoscimenti internazionali nel settore, tra cui l’iF Product Design Award, il Red Dot e il Good Design Award. I riconoscimenti più prestigiosi includono il German Design Award 2018 e l’iF Design Award 2018, ottenuto lo scorso anno da NOMOS Glashütte per la settima volta consecutiva. In particolare l’orologio Tangente Update si è aggiudicato lo scorso luglio il platino nella categoria “Luxury Goods” dell’European Product Design Award; un premio che, per l’Update, si aggiunge all’iF Design Award e al Challenge Watch Prize, vinto per le sue caratteristiche tecniche e orologiere all’ultimo Grand Prix d’Horlogerie de Genève. Forma e funzione Ecco perché negli orologi della Maison vi sono solo complicazioni utili, nulla di superfluo, secondo un concetto di design purista e funzionale, ma con un aspetto ironico che sdrammatizza la realtà. Un approccio che è trasversale alla comunicazione del marchio e al design, il quale segue sempre la funzione, come è nel concetto base del Bauhaus, alla cui filosofia l’azienda non fa mistero di ispirarsi. Non è un caso quindi che il processo di creazione di un orologio NOMOS parta dal calibro o dall’idea di sviluppare un nuovo calibro, sulla cui base nasce poi il design, all’interno di un processo creativo che si dispiega quando le misure del calibro stesso sono definite e al quale partecipano diverse persone dell’azienda. Il fatto di lavorare secondo queste direttrici e di essere totalmente indipendenti agevola l’azienda nel suo processo produttivo, anche quando instaura collaborazioni con designer esterni come Werner Aisslinger, per l’orologio Autobahn, o Mark Braun, per il Metro. Anche se si tratta di un designer di fama mondiale, chi collabora con la manifattura deve trasmettere nelle sue creazioni il Dna di NOMOS: deve portare idee dall’esterno, ma si decide in azienda se potranno tradursi o meno in un orologio, perché non devono snaturare l’identità del marchio.
La centralità del design L’idea che all’inizio degli Anni ’90 mosse Schwertner - che non era un orologiaio, ma operava nel settore della consulenza finanziaria - fu quella di abbinare le conoscenze dell’orologeria a un design puro, declinandole su quattro collezioni fondamentali, che sono tuttora le linee di punta del marchio: Tangente, Tetra, Ludwig e Orion. Già dal primo contatto con queste collezioni, si capisce che il peso specifico qualitativo degli orologi di NOMOS Glashütte si divide quasi equamente tra design e meccanica. Le quattro persone che operano nel reparto design - tre dipendenti e una esterna - disegnano tutti gli aspetti dell’orologio, incluso il cinturino e il packaging. Nel Berlinerblau ci si occupa anche della comunicazione di prodotto e immagine e, come amano dire in azienda, il concetto da trasmettere è quello di essere persone che lavorano per le persone. I segnatempo sono realizzati nel solco della tradizione del Deutscher Werkbund, associazione di cui NOMOS Glashütte è membro e che ha contribuito in passato alla nascita delle scuole del Bauhaus e di Ulm. Per questo, i principi dell’azienda si basano sull’idea di affiancare a un design classico e
Calibri in-house NOMOS produce tutti i suoi calibri autonomamente, a Glashütte. La denominazione di origine “Glashütte” può essere utilizzata solo quando almeno il 38
IMPRESE
focus
NELL’EDIFICIO DELLA
CHRONOMETRIE A GLASHÜTTE SI SVILUPPANO I MOVIMENTI; INTORNO A ESSI, LO STUDIO DI DESIGN DI BERLINO
DISEGNA GLI OROLOGI
50% del valore di un calibro viene generato assistendo a una crescita costante della in valle. Una percentuale che in NOMOS domanda internazionale; esporta in più di Glashütte arriva a coprire il 95% della pro50 Paesi e attualmente ha concentrato i suiLA QUASI TOTALITÀ DEGLI UTILI GENERATI duzione. In questo modo la società è semsforzi sull’espansione negli Stati Uniti, che pre in grado di garantire la qualità dei suoi sono diventati il secondo maggiore mercato DA NOMOS VIENE REINVESTITA IN AZIENDA. calibri, grazie anche ai numerosi brevetti della compagnia, seguito da Gran BretaIN QUESTO MODO, LO SVILUPPO DI CALIBRI che detiene, come quelli per il meccanismo gna, Asia ed Europa. Tuttavia l’obiettivo E PRODOTTI RIMANE AL CENTRO DEL BUSINESS del datario e dell’indicatore di carica. Dal principale per i prossimi anni non è tanto 2014, l’azienda produce in serie uno scapquello di crescere ulteriormente, quanto pamento proprietario, lo Swing-System NOMOS, che all’epoca infranse il monoquello di promuovere la qualità di tutta la collezione, in modo da aumentare l’appolio quasi totale dei produttori svizzeri e che oggi contribuisce all’indipendenza prezzamento a livello globale per l’alta orologeria di Glashütte. Un obiettivo ambidella società. La sua progettazione ha richiesto sette anni di ricerca e sviluppo, in zioso, ma alla portata di un’azienda che dimostra come nel mondo dell’orologeria collaborazione con il dipartimento di micromeccanica della facoltà di Ingegneria vi sia ancora spazio per sane logiche di prodotto. Perché al cliente si può vendere dell’università di Dresda, e quasi 12 milioni di euro di investimenti. Un impegno un’esperienza, ma alla fin fine ciò che indossa è sempre e solo un orologio che dà importante, il quale non ha spaventato il management dell’azienda che da sempre valore al suo tempo. reinveste nella stessa la quasi totalità degli utili. Lo Swing-System NOMOS batte all’interno dei nuovi calibri neomatik, DUW 3001 (spesso solo 3,2 mm) e DUW 6101 (spesso 3,6 mm, principalmente per la presenza del datario). DUW è l’abbreviazione di “NOMOS Glashütte Deutsche Uhrenwerke”, una dicitura destinata ai movimenti realizzati a mano seguendo le regole tradizionali dell’arte orologiaia di Glashütte, con cura e attenzione per i dettagli. Una crescita sana In controtendenza rispetto al resto del settore, l’azienda è cresciuta notevolmente negli ultimi anni. Oggi la manifattura è di gran lunga il maggiore produttore della Germania e realizza più orologi meccanici di qualsiasi altro brand. Nella sua fascia di prezzo, è anche leader nel mercato domestico nella vendita di orologi meccanici. L’azienda sta inoltre 39
FOCUS
tendenze
TUTTO QUADRA Chi ha detto che la cassa dell’orologio deve per forza essere tonda? Lasciando questo dogma, nascono pezzi che entrano nella storia
di Pietro Dotti
certo modelli e suggestioni entrate ciascuna a suo modo nella storia dell’orologeria.
ettete in mano a un bambino un foglio di carta e una matita e ditegli di disegnare un orologio. State pur certi che come prima linea traccerà un bel cerchio per la cassa e poi, a seguire, tutto il resto. Nella percezione comune, infatti, la forma del segnatempo è prima di tutto tonda. Merito di un retaggio che ha privilegiato da sempre la produzione di quadranti circolari nella pendoleria, negli orologi da tavolo, in quelli da tasca e, infine, in quelli da polso. Una scelta di praticità nella visualizzazione, dovuta alla misura del cerchio, 360 gradi, come multiplo di 60 e quindi dell’unità della scala sessagesimale alla base della scansione del tempo; una forma che facilita la distribuzione geometrica sul quadrante stesso degli indici delle ore e dei minuti. Il quadrante tondo è quindi la visualizzazione di un concetto del tempo lineare, più radicata nel pensiero occidentale, in forma di tempo circolare, alla base della filosofia indiana e di quella buddhista. Quasi una sintesi, se non una contraddizione. Contraddizione che torna anche nell’etimologia di ciò che, negli orologi, è in forma circolare pur chiamandosi quadrante. Contraddizione in fin dei conti apparente, visto che il quadrante è detto così perché è, in sostanza, un quarto di cerchio. L’origine del sostantivo è astronomica e risale al nome dello strumento (a forma, appunto, di quarto di cerchio) utilizzato fin dall’antichità per calcolare l’altezza angolare di un corpo celeste rispetto alla linea dell’orizzonte, determinando così metodi, misure e proiezioni necessarie per restituire in forma geometrica le apparenti rotte planetarie degli astri. Del resto, l’orologio, altro non è se non un preciso simulatore del moto solare apparente. Insomma, alla fine, tra cerchi e quadrati, come recita il titolo di questo pezzo, tutto quadra. Perché la cassa tonda, fortunatamente, non è un dogma e proprio sulla rottura di questo dogma molte Maison hanno costruito, se non la loro fortuna, di
Nell’alto dei cieli È il caso, per cominciare, del Santos di Cartier. Considerato unanimemente come uno dei simboli dell’Alta Orologeria di tutti i tempi, il Santos nacque all’inizio del ‘900 grazie al pioniere dei cieli Alberto Santos-Dumont. Nel 1904 il pilota brasiliano ordinò il primo orologio da polso moderno all’amico gioielliere parigino Louis Cartier; uno strumento pratico per conoscere l’ora durante il volo, senza dover staccare le mani dai comandi per estrarre un orologio dal taschino. Il design essenziale, il quadrante di forma quadrata con le viti lasciate appositamente a vista e il cinturino ergonomico sono tratti distintivi che hanno attraversato oltre cento anni di storia orologiera. Il Santos è stato declinato in diverse varianti e realizzato in metalli preziosi o acciaio; vogliamo focalizzarci sulla nuova versione del Santos-Dumont presentata all’ultimo Salone dell’Alta Orologeria di Ginevra lo scorso gennaio. Montato su un cinturino d’alligatore, non tradisce lo stile elegante del modello del 1904 ed è proposto con cassa in oro, oro e acciaio, o acciaio, numeri romani, viti a vista e corona di carica perlata con cabochon di zaffiro. Immutata, la forma squadrata, in cui trova eco la geometria parigina di inizio ‘900 che ne promuove la linea 40
TENDENZE
focus
IN ALTO IL CARRÉ H DI HERMÈS, CHE UNISCE UN DESIGN ATTUALE AI MATERIALI TRADIZIONALI DELLA MAISON PARIGINA. SOTTO DI LUI IL
MONACO DI TAG HEUER, CHE COMPIE 50 ANNI, È STATO IL PRIMO CRONOGRAFO A CASSA
QUADRATA A ESSERE IMPERMEABILIZZATO.
NELL’IMMAGINE GRANDE, IL SANTOS-DUMONT
DI CARTIER, CONSIDERATO IL PRIMO OROLOGIO DA POLSO MODERNO
considerando che una cassa tonda ha tra i suoi vantaggi quella di essere più facilmente impermeabilizzabile, non avendo punti di debolezza come gli angoli (vi sieIl tempo è un oggetto COME MAI SI CHIAMA QUADRANTE UNA PARTE te mai chiesti perché gli oblò delle navi Rimanendo in Francia, un’altra cassa DEL SEGNATEMPO CHE È TRADIZIONALMENTE sono circolari e non quadrati?). Nel caso quadrata simbolo dell’Alta Orologeria è CIRCOLARE? IL MOTIVO VIENE DA LONTANO di un cronografo, poi, a questi punti di dequella del Carré H di Hermès. Gli orologi che escono dalla Maison parigina nascono E RIPORTA NON AL QUADRATO, MA AL CERCHIO bolezza si aggiungono i pulsanti di start/ stop e reset. Insomma, un’impresa per il tutti da un concetto di base: per Hermès 1969 che, insieme alle fortune mediatiche il tempo è un oggetto, come quelli che gli del segnatempo e al fatto di essere stato il primo ad avere in cassa un movimento artigiani del marchio plasmano per renderli complici di chi li usa. Partendo da cronografico automatico, ha consentito al Monaco di passare attraverso dieci questa idea, il brand ha saputo convertire la tensione che pervade il tempo in lustri senza perdere fascino. Fedele alla sua vocazione innovatrice, il segnatempo qualcosa di originale. Al di là del compito di misurarlo, scandirlo, monitorarlo, è stato celebrato da TAG Heuer con cinque edizioni limitate, ciascuna ispirata a con orologi come il Carré H la maison tocca un altro tempo, destinato a suscitauno dei decenni attraversati dal Monaco. Il quarto pezzo da collezione ispirato re emozioni e a creare spazi di fantasia. Creato dal designer francese Marc Berai primi Anni 2000 è stato presentato a Tokyo il 24 settembre, dopo l’edizione thier nel 2010, l’orologio è stato presentato quest’anno in una nuova versione, dotata di un cinturino in pelle traforata con finitura in vividi colori; realizzato degli Anni ‘70 presentata durante il Gran Premio di Formula 1 di Monaco a in vitello Barénia nero o naturale, la sua perforazione riprende la geometria cirmaggio, quella degli Ottanta svelata a Le Mans a giugno e l’edizione degli Anni colare del quadrante. La finitura nei colori, rosso o giallo acceso, è intonata alla ‘90 presentata in vista del campionato di Formula E a New York a luglio. lancetta dei secondi, che sorvola un quadrante nero o grigio guilloché e grainé. Rimangono i tratti distintivi del Carré H: la modernità della cassa quadrata in Il doppio volto dello stile acciaio con spigoli smussati e la leggibilità del suo quadrante. Dal quadrato al rettangolo non è solo questione di geometria ma, almeno in orologeria, di stile. Ecco perché, parlando di quadrilateri, non si può dimenticare il Reverso di Jaeger-LeCoultre. La sua cassa reversibile, simbolo di eleganza e Quadrato per eccellenza stile Art Déco, nacque in realtà per un motivo pratico. I soldati inglesi di stanza Un altro simbolo è il Monaco, di Heuer prima e di TAG Heuer poi. Compie in in India nel 1930 impegnavano il loro tempo libero giocando a polo, uno sport questo 2019 i suoi primi 50 anni quello che è stato il primo cronografo a casche spesso causava la rottura dell’orologio quando quest’ultimo aveva la svensa quadrata a essere reso impermeabile. Una conquista tutt’altro che scontata, pulita e la simmetria, metafora dei quattro spigoli vivi della Torre Eiffel.
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FOCUS
tendenze
LO SCIATORE AZZURRO
CHRISTOF INNERHOFER, BRAND AMBASSADOR
DE GRISOGONO, INDOSSA
IL NEW RETRO STEEL
IN ACCIAIO. SOTTO,
IL REVERSO DI JAEGER-
LECOULTRE DECLINATO
IN COLORI MODERNI
E, A LATO, LE VERSIONI MASCHILE
E FEMMINILE
DEL KALPAGRAPHE
DI PARMIGIANI FLEURIER
UNA VARIANTE RISPETTO ALLA CASSA TONDA È LA TONNEAU. UTILIZZATA SPESSO PER OROLOGI FORMALI, NEL TEMPO È PASSATA A EQUIPAGGIARE ANCHE PEZZI SPORTIVI tura di incrociare una mazza. Pare che un giocatore si fosse lamentato di questo con César De Trey, uno dei futuri dirigenti della Specialites Horlogeres, poi Jaeger-LeCoultre, il quale riportò il problema all’amico Jacques-David LeCoultre; da lì nacque l’idea del Reverso, il cui disegno fu affidato al designer René-Alfred Chauvot. Il risultato fu un brevetto per un meccanismo sulla cassa che permettesse di ribaltare l’orologio anche quando indossato, per proteggerlo dai colpi del polo. Passato attraverso infinite varianti di materiali e complicazioni, oggi meritano attenzione le versioni Tribute Small Seconds e Tribute Duoface. I dettagli minimali del primo formano un accattivante contrasto con il quadrante color vino, con le lancette dauphine, gli indici applicati a mano e i piccoli secondi in un’apertura a ore 6. Il secondo si fa forte dei due fusi orari su due quadranti separati, alimentati da un solo movimento - il calibro Jaeger-LeCoultre 854A/2 - alloggiato in una cassa di 10,3 millimetri di spessore.
spicca la presenza del movimento cronografo automatico PF334 e l’uso dell’oro rosa per corona, pulsanti, contatori a ore 6 e a ore 9, viti del fondello e fibbia ad ardiglione. L’eleganza dell’acciaio Minimale nello stile ma ricercato nelle soluzioni tecniche è il New Retro di de GRISOGONO. Un orologio che la Maison ginevrina ha da sempre definito “per dandy moderni”. Il suo design semplice, pensato per le persone di classe dei giorni nostri, evoca lo stile degli anni Cinquanta anche nella scelta di mettere la corona di carica al 12, come nelle vecchie sveglie da tavolo. Con questa creazione, de GRISOGONO si propone di “quadrare il cerchio”, rivelando un nuovo orologio che porta al suo interno tutta la saggezza dello scorrere del tempo, proponendo un modo originale di indossarlo al polso. Interessante la versione in acciaio, che si affianca a quelle più ricercate in oro rosa, scheletrate, con tourbillon o diamanti: vuole essere più casual, senza però rinunciare al tocco di eleganza sempre sotto le righe che lo rende un segnatempo versatile, anche per un impiego quotidiano.
Per lui e per lei Un’interessante variante della cassa rettangolare è la cassa tonneau, di fatto un rettangolo con gli angoli tondi. Una cassa cara al maestro orologiaio Michel Parmigiani, che con la sua Maison Parmigiani Fleurier la interpreta nella collezione Kalpa, sia per polsi femminili sia per polsi maschili. Come nel caso del Kalpagraphe, presentato di recente in un dittico, nero per l’uomo e bianco per la donna. La versione femminile ha il quadrante in zaffiro bianco e la cassa in oro rosa impreziosita da diamanti. L’orologio da uomo dà invece spazio alle tonalità scure, con la cassa in acciaio nero brillante abbinata a un cinturino in caucciù dello stesso colore e a un quadrante in zaffiro grigio. Per non dimenticare che Michel Parmigiani è un maestro delle complicazioni, nei due segnatempo 42
TEMPO E
uomini
NELLA BANCA DEL TEMPO di Davide Passoni ntrare da Form, a Milano, è un po’ come entrare nella caverna di Alì Babà. I tesori che custodisce, però, non sono le straordinarie ricchezze di oro e gioielli che l’umile taglialegna mediorientale trova ammassate nell’antro dei Quaranta Ladroni, bensì le parti di ricambio meccaniche di tutti gli orologi possibili e immaginabili, fabbricati da molti decenni a questa parte. Armadiature degli Anni ’30, con cassetti a scomparti rigorosamente ordinati per marchio e componenti, si affiancano a macchine modernissime per la diagnostica di qualsiasi tipo di problema e segnatempo. Perché Form è probabilmente la realtà italiana più importante per l’assistenza e la ricambistica orologiera, ma non solo. Il suo business, infatti, va oltre: «Diciamo che è circa 50-50 tra riparazione-componentistica e vendita di macchinari - racconta Rodolfo Riccelli, amministratore delegato dell’azienda -. Oltre alla riparazione, la nostra fornitura spazia dall’arredo e dai banchi da lavoro fino ai macchinari: possiamo fornire un laboratorio completo, dalla A alla Z. Dal tappetino antistatico al banco, dalla macchina di diagnostica a quella per lavare, per lucidare, per sabbiare, per i test di impermeabilità e molto di più».
RODOLFO RICCELLI,
AMMINISTRATORE DELEGATO DI FORM, HA ESTESO
IL BUSINESS DELL’AZIENDA
AI MACCHINARI E ALL’ARREDO
Possiamo considerarvi un’azienda storica? L’azienda è nata come Form nel 1990, ma la sua storia parte dagli Anni ’30 e ci consente di avere ricambi introvabili, naturalmente di ciò che è rimasto. Quando fu fondata, l’azienda si chiamava Mifo, Magazzini Italiani Forniture Orologeria, e nacque con l’ambizione di avere più negozi in Italia, cosa che però non avvenne. Era in via Torino (poco distante da dove si trova ora, ndr) e dopo i bombardamenti del 1943 fu spostata in via Mazzini 2, dove rimase fino al 1990, quando chiuse. Allora io e un mio ex socio, che eravamo gli addetti alla ricambistica, la rilevammo e cambiammo la ragione sociale. Ci spostammo in via Mazzini 18 per altri vent’anni e dal 2011 siamo nella sede attuale, in uno spazio più grande e di proprietà.
alfabetico. Nei cassetti degli armadi vi sono scatolette a scomparti dove si trovano tutte le parti di un movimento. Per alcuni di essi conserviamo ogni componente: in teoria, li potremmo assemblare completamente. E vi sono più cassetti per ogni tipo di movimento, manuale o automatico. Si può trovare davvero tutto? Diciamo tutto o quasi. Ciò che viene fornito regolarmente si trova, ciò che non viene più fornito va a esaurimento. Per il resto, facciamo del nostro meglio per offrire un servizio di alto livello. Una volta, infatti, era possibile avere i ricambi di tutti gli orologi, mentre da qualche anno molte case preferiscono non fornire la ricambistica per fare tutto in casa. È un problema tanto per noi quanto per l’utente finale. Se però pensiamo a questo e contemporaneamente vediamo quanti ricambi abbiamo in magazzino, possiamo immaginare quale sia l’ampiezza del nostro stock. Diciamo, per completezza di informazione, che i nostri clienti non sono i privati ma sono
Con un assortimento di pezzi di ricambio unico in Italia, mi pare di capire. Si è conservato tutto nell’arco degli anni, senza buttare nulla, ben catalogato con le relative referenze: bilancieri, alberi di carica, bariletti, molle… tutto è in ordine 44
UOMINI
tempo e
Form ha una storia che risale agli Anni ‘30 e che le consente di essere la realtà italiana più importante per l’assistenza e la ricambistica. Una vera clinica dell’orologio
LOREM IPSUM DOLOR SIT AMET, CONSECTETUR ADIPISCING
ELIT, SED DO EIUSMOD TEMPOR INCIDIDUNT UT LABORE ET DOLORE MAGNA ALIQUA.
le case o i rivenditori, i cui orologiai di norma sono bravissimi: se vengono da noi significa che hanno un problema grosso, che il più delle volte equivale a un pezzo introvabile. Come si costruisce un assortimento del genere? Come si fa un investimento, ma sui generis. Mi spiego. Considerando che il più delle volte un orologio si usura e si guasta dopo diversi anni di vita, nel secolo scorso sono stati comprati i ricambi e sono stati stoccati in azienda come se fossero in banca, perché si immaginava che sarebbero serviti dopo 20, 30, 50 anni. È stato un investimento a lunghissimo termine che, se non ci fosse stato, oggi non sarebbe più possibile riparare tanti orologi degli Anni ‘60 e precedenti. Tenga anche conto del fatto che, negli anni, abbiamo rilevato alcune aziende del settore come la Merveille, storico importatore di Revue, oppure la Sarchi & Calligaris, che faceva il nostro stesso lavoro, o ancora la Longinotti, distributore di Eterna in Italia. Aziende di cui abbiamo rilevato la ricambistica per dare un servizio completo ai nostri clienti. Quante persone lavorano in Form? Siamo in sette. Gli impiegati nella parte tecnica non sono maestri orologiai ma fornituristi, persone che conoscono l’orologio a menadito e che, quando un cliente chiede un determinato pezzo, sanno esattamente quale cercare e dove cercarlo. Sono anche in grado di fornire al cliente una comparazione, suggerendo che un dato pezzo può essere uguale a un altro e consigliando quindi una eventuale alternativa. Un po’ come un farmacista che suggerisce un farmaco equivalente: non è un medico, ma sa bene di che cosa parla. In sostanza, se necessario, da voi un orologio può essere sottoposto a un check-up completo? Quando un orologio arriva in Form avrà una diagnosi completa, che può partire da una semplice fotografia per arrivare all’apertura, allo smontaggio, al lavaggio, alla lubrificazione, alla regolazione, al rimontaggio, alla prova di impermeabilità, fino all’applicazione delle pellicole su vetro e fondello, come se fosse nuovo.
anche accessoristica: dai kit di riparazione alle scatole per conservare i pezzi, alle paste per le lucidature. Tengo anche a dire che NEI CASSETTI SI TROVA OGNI PARTE per noi è molto importante la formazione sui nuovi macchinari. In collaborazione A fianco dei ricambi, si diceva, siete DI OGNI SEGNATEMPO, DALLE LUNETTE anche specializzati nella realizzazioALLE PIÙ PICCOLE RUOTE. A FORM SI POSSONO con gli ingegneri dell’azienda svizzera Witschi, organizziamo nella nostra sala eventi ne di macchine per l’industria oroloRIVOLGERE RETAILER O CASE OROLOGIERE le presentazioni delle nuove macchine langiera. ciate sul mercato, dedicate ai responsabili Nella parte della ricambistica si sente il delle assistenze tecniche dei vari marchi e dei dealer, per tenerli sempre aggiornati. profumo della storia dell’orologeria, mentre nell’altra parte dell’azienda siamo in Sono momenti molto apprezzati, perché sono creati da noi per divulgare le novità, una dimensione ultramoderna, con macchine ideate e costruite da noi per i test di non per vendere. impermeabilità e per la diagnostica da collegare ai computer, sui quali basta appoggiare l’orologio per avere in tempo reale informazioni di ogni tipo: amplitudine, A proposito di vendita, i vostri clienti sono solo italiani? scarto, battuta d’errore e molto di più. Alcuni macchinari di diagnostica più evoluti Principalmente, ma ne abbiamo anche all’estero: in Thailandia, in Grecia… Di possono anche essere collegati allo smartphone tramite app per avere i dati “pronti recente abbiamo venduto una macchina a un cliente arabo. in tasca”. In tutto questo… che cosa è per lei il tempo? Il tempo è una cosa troppo preziosa per poterne parlare. Ci rendiamo conto di quanto è importante quando non l’abbiamo più, come tante altre cose della nostra vita quotidiana.
E realizzate anche banchi da lavoro? Noi li progettiamo e li disegniamo, poi vengono realizzati da aziende in Brianza e in Friuli. Ne abbiamo di tradizionali e anche di nuovi, con braccioli ergonomici e sistema di innalzamento elettronico con memoria della posizione. Ma forniamo 45
OLTRE
l’orologio
IL SENSO LENTO DEL WHISKY
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L’OROLOGIO
oltre
Che cosa serve per creare un ottimo distillato? Acqua, cereale e lievito, ma soprattutto tempo. L’ingrediente invisibile, ma anche il più importante e prezioso, come racconta Claudio Riva, presidente di Whisky Club Italia
una bottiglia importante, è la visita a una distilleria in Scozia. Sono 160, di cui quasi un centinaio ha un visitor center, e durante le visite degli impianti di produzione le guide raccontano la storia della distilleria e il processo di produzione del whisky; quando arrivano a questo punto, tutte pronunciano più o meno la stessa frase: lo scotch whisky può essere prodotto utilizzando solo tre ingredienti, acqua, cereale e lievito, senza aggiungere altro. Tutte le guide sbagliano. L’ingrediente più importante non è nessuno di questi tre; l’acqua è importante ma è acqua, il cereale può venire da qualsiasi parte del mondo, il lievito è normalmente prodotto in laboratorio. L’unica cosa che dà valore aggiunto a un buon whisky è proprio il tempo che le botti trascorrono in magazzino e che dà modo al distillato, che quando esce dall’alambicco è bianco, scontroso, non bevibile, di diventare gentile, elegante, suadente come un buon whisky può essere, che sia torbato o meno.
di Davide Passoni l tempo migliore che si può passare con il whisky è quando se ne versano quattro bicchieri, si scambiano con gli amici, si stimola la conversazione e il tempo passato insieme si fa bello. La bevuta solipsistica è un’immagine stimolata dal marketing per dare lustro a un bene di lusso, ma la dimensione vera del bere whisky è quella conviviale». Non ha dubbi Claudio Riva, presidente di Whisky Club Italia, nato nel 2014 come contenitore indipendente dove poter coltivare e condividere la passione autentica per i whisky e per la cultura della distillazione tradizionale e di qualità. Una dimensione, quella del tempo, che è una variabile determinante nella produzione del whisky ma che, pur nella sua lampante evidenza, non sempre salta all’occhio. Così, come invece, si rende evidente una dimensione edonistica del consumo del distillato che non ne riflette a pieno la vera natura. Sempre Riva ci spiega il perché, accompagnandoci in questo viaggio tra tempo e whisky.
In che modo il tempo lavora sul whisky? Noi di Whisky Club Italia attribuiamo al tempo la responsabilità di circa l’80% degli aromi presenti in un bicchiere di whisky, chiamato dram. Tutto ciò che viene mostrato in distilleria, dalla ricezione del malto d’orzo alla distillazione, influisce
Il tempo come ingrediente invisibile del whisky? L’esperienza più gratificante per un appassionato di whisky, ancor più che aprire
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OLTRE
l’orologio
IL LUOGO IN CUI VENGONO
al massimo sul 20% degli aromi, in alcuni prodotti sul 15%. E poi c’è appunto il tempo, che fa tre cose sostanzialmente. La più importante, che è la più evidente e deriva dall’interazione con il legno, è il colore del distillato. Quello che esce dagli alambicchi, che non può essere chiamato whisky fino a quando non ha tre anni e un giorno di maturazione, è senza colore, come una grappa; dopo settimane, mesi e anni nella botte, interagisce con essa, le piccole escursioni termiche che subisce lo fanno espandere e contrarre e questo trascina nel distillato gli aromi imprigionati nel legno, rigorosamente di rovere perché ricco di vanillina. Più tempo il whisky passa nella botte, maggiore è l’estrazione di aromi che posso ottenere. Ma non basta: per capire il carattere e l’eleganza che può assumere uno scotch whistky, bisogna tenere conto degli altri due fattori di cui il tempo è responsabile. Uno è una sorta di affinamento progressivo del distillato, indipendente dal contenitore, che porta a una armonizzazione dei suoi aromi; dura anni e comporta l’espulsione delle componenti più sgradevoli. Mentre l’interazione con il legno comporta una aggiunta di aromi nel distillato, chiamata componente additiva, questa interazione è chiamata componente sottrattiva, perché sottrae al distillato le note più pungenti.
CONSERVATE LE BOTTI
PRODUCE SUL DISTILLATO
EFFETTI IMPORTANTI:
LO STESSO WHISKY, TENUTO
SU UN’ISOLA O IN CIMA
A UNA COLLINA, AVRÀ DOPO ANNI AROMI
TOTALMENTE DIFFERENTI
È bene trattare il whisky con rispetto? Non bisogna avere fretta di degustare il whisky. Fermiamoci a pensare. Il nostro distillato è stato chiuso vent’anni in una botte, è stato trasferito in una bottiglia, che già è un processo molto traumatico, magari riducendone la gradazione alcolica aggiungendo dell’acqua e distruggendo un po’ del lavoro fatto dal tempo. Dobbiamo quindi avere pazienza, pensando che aprendo quella bottiglia abbiamo a che fare con un prodotto che timidamente si sta affacciando al mondo dopo vent’anni di chiusura totale. Non si può pretendere che dia una risposta immediata.
Manca un terzo fattore… È l’interazione con l’ambiente. L’affinamento in botte crea infatti quel fenomeno chiamato “angels’ share”, la parte degli angeli: attraverso la porosità del legno, una parte del contenuto della botte evapora e si disperde nell’ambiente. In Scozia questo calo è ridotto per via del clima freddo ed è circa dell’1-2% all’anno, ma dopo 30 anni si può perdere più della metà del contenuto di una botte. Il posto del whisky evaporato viene preso dall’aria dell’ambiente in cui la botte si trova; per cui, se Degustazione lenta o no? metto lo stesso whisky in due botti e ne porto una in un’isola in mezzo all’Atlantico Esiste un valore edonistico del consumo di whisky che è stato usato come arma dal e una in cima alle Highlands Scozzesi, le due maturazioni ed evaporazioni saranmarketing e dall’industria per moltissimo tempo, per dare valore intrinseco a whino diverse. Capirò dopo averli assaggiati dopo 10 anni di maturazione, che i due sky che non ne avevano e affibbiando loro una responsabilità sociale che non avranwhisky non sembrano parenti, nonostante siano lo stesso distillato, maturato nello no mai. Il whisky è convivialità, è piacevolezza da bere, non deve essere approcciato stesso legno per gli stessi anni. Attraverso lentamente solo perché qualcuno ci ha detla porosità del legno, nella botte sull’isola to che è meglio così. Consideriamo che ha una gradazione alcolica per legge del 40%, entra l’aria del mare che dà al distillato il che significa che circa metà del contenuto un carattere salmastro come quello di un IL TEMPO, SUL WHISKY, FA TRE COSE: GLI DONA del bicchiere è alcol: nel momento in cui è Lagavulin o di un Laphroaig, che il whisky COLORE TRAMITE L’INTERAZIONE CON IL LEGNO versato, spande tutti gli aromi sviluppati in nella botte in cima alla montagna non poDELLA BOTTE, NE ARMONIZZA GLI AROMI, CREA distillazione e in affinamento in botte e li trà avere, assumendo note più di pasticcedisperde nell’ambiente fino al nostro naso. ria, di miele, balsamiche. Questo è tutto ciò LA COSIDDETTA “ANGEL’S SHARE” Un esame di laboratorio svolto in Francia, che il tempo fa a una buona botte di whisky. presumibilmente per dimostrare la superiorità del cognac rispetto agli altri distillati, ha rivelato invece che il distillato più A proposito di tempo: perché un whisky non può essere definito tale complesso al mondo è il whisky, che ha circa 200 aromi contenuti in ogni bottiglia; prima di tre anni e un giorno di affinamento? farli uscire dal bicchiere richiede tempo, pazienza e una oggettiva necessità orgaÈ una obbligatorietà curiosa, perché non nasce da un’esigenza commerciale o da nolettica e degustativa di attesa. Cogliere tutti gli aromi che escono dal bicchiere una sorta di disciplinare, ma da una indicazione del ministero della Salute britannell’arco di un’ora è impossibile; consigliamo sempre a chi degusta, di far cadere nico. Originariamente, infatti, il whisky si consumava bianco, come il Moonshine nel bicchiere con un contagocce 5-10 gocce d’acqua, che inducono il dram a libeamericano o come quello consumato nei saloon del Far West; come tutti i film rare gli aromi più rapidamente rispetto alla mezz’ora/ora di tempo che richiedewestern insegnano, una buona bevuta di whisky bianco scatenava sempre reazioni rebbero normalmente. violente, sparatorie e scazzottate: bevendo un distillato grezzo, infatti, il fisico fatica a metabolizzarlo e chi lo beve diventa di conseguenza violento. Nello stesso distilChe cosa è per lei il tempo? lato, lasciato invece ad affinare per alcuni anni in una botte, l’alcol cambia natura Il tempo per me è ricordi, emozioni, sensazioni, esperienze, qualcosa che controllo chimica e viene metabolizzato prima dall’organismo: chi lo beve diventa allegro e ma che subisco anche. anziché spaccare tutto esce felice dal pub sotto braccio agli amici. Il ministero della Salute, è partito dall’obbligatorietà di un anno, passata poi a due e infine a tre, Meglio quindi degustare senza orologio al polso? proprio perché il consumo di whisky affinato riduce i disturbi antisociali all’uscita Mai portato un orologio in tutta la mia vita. dei pub. 48
IL DETTAGLIO COVER
story del mese
NEL BLU DIPINTO DI BLU La Ref. 5170, lanciata nel 2010, è il primo cronografo da uomo di architettura classica con movimento interamente sviluppato e realizzato da Patek Philippe e, negli anni, è stata declinata in oro giallo, bianco, rosa e in platino. Nel 2019 la manifattura ridisegna il modello con il 5172G-001, dotandolo di una nuova cassa in oro bianco, interamente lucidata, con pulsanti tondi guilloché e una nota vintage accentuata dal vetro zaffiro tipo “box”, che sovrasta nettamente la lunetta. Ma il fascino di questa referenza sta nel punto di blu del quadrante, ben visibile in questo dettaglio. Su di esso risaltano le cifre arabe applicate in oro bianco, le lancette dell’ora e dei minuti in oro bianco a bastone con finale a punta, anch’esse luminescenti, la lancetta centrale del cronografo sabbiata e la minuteria con scala tachimetrica decalcata di colore bianco. L’orologio costa € 67.987.
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