Con parole nostre

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C o & S o Fi re n z e Gruppo Cooperativo

BilancioSociale2013




Può un bilancio, parlando di numeri, raccontare una storia? Con questo Bilancio sociale 2013 ci abbiamo provato. Con parole nostre. Grazie a tutti coloro che ci hanno regalato una storia, una parola, o solo una lettera e il loro sorriso. Grazie a chi ci ha aiutato a realizzare il capitolo VISIONE: Per le storie, gli autori Simona Baldanzi, Arianna Papini, Alessandro Raveggi, Leonardo Sacchetti, Paola Zannoner Per le fotografie, Pivot | Andrea Massini, Donato Spadola, Gabriele Gonzi Grazie a chi ci ha accolto nei servizi e ci ha raccontato i progetti e in particolare al Comune di Firenze e al Tribunale di Firenze, per aver autorizzato le riprese fotografiche presso la Biblioteca delle Oblate e l’asilo nido L’isola che (non) c’è. Coordinamento Claudia Fiaschi Parole e lettere “fotografiche” TAF | Susanna Stigler e Leonardo Borri Fotografie realizzate nell’ambito del photoset “Segnali coesi”, Novembre 2013 Progetto editoriale e grafico EDA Servizi | Lisa Innocenti e Ana Morales Gallego


5»OSARE 9»azioni 17»persone 23»VALORE 29»VISIONE 51»INSIEME 57»GRAZIE 63»NOI



osare

o|sĂ |re v.tr. avere coraggio, tentare di percorrere nuove strade, di unire profit e non profit, di fare impresa per il bene comune


con parole nostre... e non solo per fare un bilancio sociale non bastano i numeri, servono storie. vogliamo raccontarle con parole nostre, e non solo... per raccontare c’è bisogno di capirsi, di parlare la stessa lingua. CosĂŹ ripartiamo dagli elementi fondamentali: dalle lettere e dalle parole, dai mattoni che servono a costruire un linguaggio comune


Da tempo gli analisti più avveduti ci dicevano che “l’insicurezza” per il futuro avrebbe preso il posto della fiducia, che il senso di paura per la perdita di certezze avrebbe prevalso, che il disagio profondo presente in molti paesi del mondo non ci poteva lasciare indifferenti. Così è stato. Oggi facciamo i conti con un’economia che non va, con una crescente disoccupazione - in particolare giovanile - con imponenti fenomeni di immigrazione, con crescenti diseguaglianze. Noi che ci occupiamo di Welfare, cioè del “ben essere” delle persone, abbiamo oggi in agenda questioni centrali che riguardano i cittadini italiani e tutti quelli che in Italia cercano soluzione ai propri problemi: il lavoro, la casa, l’educazione, la sanità, l’assistenza rappresentano questioni su cui oggi siamo interpellati per contribuire a dare delle risposte. Sono temi di sempre, ma che oggi esplodono con una violenza e con una dimensione mai viste da quando esiste la cooperazione sociale. Con parole nostre, ma soprattutto con le nostre azioni vogliamo creare le condizioni per guardare con più fiducia al futuro. La sfida dell’impresa sociale di essere attore importante è da giocare oggi! Non contro qualcuno ma per qualcosa, e insieme. La cooperazione resta per noi un grande strumento e l’economia cooperativa una reale possibilità di generare sviluppo sostenibile nel nostro paese e in Europa. Con parole nostre, ma soprattutto con l’impegno di tutti, abbiamo continuato a investire, i nostri numeri indicano un segno “più”: più lavoro, più occupazione, più servizi. Ma per fare un bilancio sociale non bastano i numeri, servono storie, raccontate non solo con parole nostre.

Lorenzo Terzani Presidente Co&So Firenze



azioni

a|zi贸|ni s.f. servizi che realizziamo per rispondere a bisogni che sono universali, che ci riguardano tutti, pi霉 o meno da vicino, o ci riguarderanno prima o poi, in qualche momento della nostra vita


Lavoro Perché il lavoro è indispensabile per far parte della comunità, per essere riconosciuti dagli altri come cittadini

Per includere tutti, anche le persone più fragili

568

addetti

Persone, svantaggiate e non, che lavorano fianco a fianco

6

cooperative

Che hanno come obiettivo non il massimo profitto, ma l’integrazione lavorativa • Archimede • Cristoforo • Equoidea • Florence Planet • L’Officina • Socialeinrete

Francesca Bottai, Amministratore delegato

166 • • • • • • • • • • • •

141 addetti svantaggiati

attività produttive

Gestione e manutenzione del verde Pulizie Informatizzazione dati e documenti Centro stampa Lavanderia Ristorazione Strutture turistiche e ricettive Servizi igiene urbana e raccolta differenziata Accoglienza e portierato Trasporti Orientamento e avvicinamento al lavoro Laboratorio manifattura

9,1

fatturato annuo milioni

Per produrre servizi di qualità, a costi competitivi Per sostenere l’inserimento e il mantenimento del posto di lavoro per persone in difficoltà Per generare percorsi di autonomia che abbattono i costi sociali per la comunità

il nostro obiettivo è l’inserimento lavorativo di persone con disabilità fisica o mentale, persone che hanno vissuto percorsi di dipendenza o periodi di detenzione, migranti e rifugiati politici, giovani NEET (Not (engaged) in Education, Employment or Training)


Cultura&turismo Per promuovere il territorio e le persone

133

addetti

Che presidiano la funzione sociale delle biblioteche pubbliche, non più solo spazi dei libri ma spazi di socialità, di integrazione, di formazione e di informazione, di accesso alla rete Creano le condizioni perché il patrimonio culturale sia davvero accessibile a tutti, anche alle persone con particolari problemi o esigenze Vedono nel welfare culturale il vero motore di innovazione sociale del territorio

Patrizia Giorio, Direttrice Area Cultura

3 • • •

Perché anche l’Unione Europea promuove con l’Agenda per la Cultura tre aree: la diversità culturale, il dialogo interculturale e la cultura intesa come catalizzatore della creatività oltre che fattore di crescita economica

23

cooperative

Cristoforo EDA Servizi Florence Planet

1

• • • • •

consorzio

servizi

3,3

fatturato annuo milioni

Servizi biliotecari Catalogazione Musei Punti di informazione turistica Progettazione grafica/web

Xenia

EVENTI/ Feste, rassegne e laboratori rivolti alle famiglie fiorentine e a chi visita Firenze per favorire la fruizione degli spazi e del patrimonio, come Larga la foglia (set-ott 2013) e il Carnevale alle Cascine (feb-mar 2013) luoghi/ Allestimento di nuovi spazi di promozione turistica, come l’emporio turistico in Borgo Santa Croce WEB/ Promozione attraverso nuovi ambienti web e social, come il portale inflorence.me 11

100 investimenti €

mila


Accoglienza

Per far nascere nuovi cittadini

81

addetti

Che hanno la capacità e la sensibilità di fare spazio all’et-et più che all’aut-aut, al riconoscimento più che all’etichettamento, senza cadere nel rischio di una definizione imposta che costringa a scegliere tra le diverse parti della propria identità

Perché la nostra identità, come quella delle persone che incontriamo, è plurale e in continuo mutamento Caudia Calafati, Direttrice Area Inclusione sociale

1

cooperativa

Il Cenacolo

8

servizi

3

fatturato annuo milioni

Gestione di centri di prima accoglienza dove si realizza una presa in carico globale della persona, coinvolgendo reti territoriali: cooperative e soggetti del Terzo settore

700 destinatari

ACCOGLIERE VUOL DIRE DARE OPPORTUNITà

abdullahi e saida

Una famiglia di origine somala è stata inserita in uno dei nostri progetti di accoglienza, poi i genitori hanno partecipato a corsi di alfabetizzazione, formazione professionale, tirocinio in azienda con borsa lavoro all’interno di un percorso individuale. Oggi entrambi sono assunti e vivono fuori dal centro di accoglienza: a breve gli verrà assegnata una casa popolare e avranno diritto alla cittadinanza…


Educazione

Perché lo strumento dell’impresa sociale è quello più adatto, secondo noi, per portare alla luce le potenzialità delle persone e per aiutarle a esprimerle pienamente, ad ogni età

Per crescere le persone, integrare le differenze, accrescere le competenze

471

addetti

Che accompagnano bambini e ragazzi nel percorso verso l’autonomia Che sostengono gli adulti nei ruoli genitoriali Che allenano bambini e adulti al pensiero divergente e a un’intercultura quotidiana Che lavorano nell’educazione permanente per facilitare l’ingresso o il rientro nel mondo del lavoro

6 • • • • • •

1

cooperative

L’Abbaino Il Cenacolo Convoi Giocolare Il Koala Rifredi Insieme

consorzio

FormAzione Co&So Network

Claudia Calafati, Direttrice Area Educazione

90 • • • • • • • • • • • •

servizi

Asili nido Servizi ausiliari in asili nido Educativa domiciliare Ludoteca Centri Giovani/ Informagiovani Servizi pre/post scuola Centri diurni Centri estivi Assistenza educativa domiciliare/scolastica Trasporto scolastico Laboratori interculturali Formazione e aggiornamento professionale

e costruire insieme nuove cittadinanze … la loro figlia sta facendo il suo percorso all’interno di un nido della nostra rete e, grazie a un progetto 0-6, potrà proseguire dentro la stessa struttura tutto il ciclo educativo.

13

8,5 30

fatturato annuo milioni

destinatari mila

hamdi


Cura e salute

Per generare benessere

286

addetti

Perché è grazie alla condivisione che affrontiamo il nostro difficile lavoro Katia Ciarambino, Direttrice Area Cura e Salute

6 • • • • • •

cosa significa prendersi cura? la parola ai coordinatori dei servizi

daniela

“Dare ai nostri ragazzi con problemi di salute mentale lo spazio, il tempo, l’ascolto e l’osservazione che sono necessari a ritrovare o costruire competenze spendibili nel mondo del lavoro, per acquistare un’indipendenza funzionale a migliorare la qualità della vita”

1

cooperative

Arkè L'Abbaino Giocolare Il Girasole Itaca Rifredi Insieme

consorzio studio infermieristico

49 • • • • • • • • • • •

7,8

servizi

Gestione RSA Servizi presso RSA Gestione centri diurni Percorsi di vita indipendente Gestione comunità psichiatriche Case-famiglia Attività motorie Sportelli informativi e consulenze Assistenza domiciliare Animazione territoriale Poliambulatori medici

Co&So Salute

fatturato annuo milioni

1300 destinatari

Auxilium

“Riconoscere negli occhi delle persone le nostre fragilità e i nostri valori, partire da questi per costruire una relazione di aiuto riconoscendo le risorse delle persone e impegnandoci a favorirle”

giulia

“C’è chi ha voglia di curare solo fisicamente e c’è chi ha voglia di curare solo tramite la relazione. Ecco. sono meglio tutte e due le cose insieme!”

marco

“Prendersi cura anche delle équipe di lavoro, dell’organizzazione e delle risorse. Alla fine dei processi ci sono le persone che vivono nelle nostre strutture: se l’organizzazione sta bene ed è sana, anche loro staranno bene e ce ne prenderemo cura davvero”

daniela


Abitazione

Perché la casa ritorni ad essere il primo luogo di comunità, spazio da cui ripartono socialità e mutualità

Per offrire un accesso sostenibile alla casa

5

addetti

1

Lorenzo Terzani, Presidente consorzio Fabrica

400 1,1

consorzio

Fabrica

Risposte abitative, soprattutto a persone migranti

in futuro ci rivolgeremo a

GIOVANI | ANZIANI FRAGILI | persone e famiglie che necessitano di alloggi sociali

vogliamo farlo con esperienze di autocostruzione e di edilizia partecipata progetti di social housing che tengono insieme Abitazione e servizi la realizzazione o l’adattamento di soluzioni abitative, anche temporanee, a costi equi

15

fatturato annuo milioni



persone

per|sÓ|ne s.f. i soci e i lavoratori delle nostre cooperative, indispensabili per costruire le nostre attività , i nostri servizi, le nostre imprese


io lavoro in cooperativa 616

con il mio talento creiamo Una cooperativa è un’impresa formata da persone: non c’è un imprenditore, l’imprenditore è la squadra!

con il mio capitale investiamo il capitale sociale di un’impresa cooperativa è direttamente proporzionale alla fiducia che i soci hanno nella loro impresa!

con il mio voto decidiamo investimenti e priorità

soci

*essere soci vale un capitale!

€ 1.454.034 Capitale sociale sottoscritto

[dato aggregato delle cooperative di Co&So Firenze]

20 130 104

Numero di CDA Numero di persone nei cda Numero annuo di riunioni di cda


con il lavoro partecipo al futuro della comunitĂ ...

nuovi cittadini

persone svantaggiate

donne

141

+90

67

posti di lavoro rispetto al 2012

1.009

... spendo le mie competenze

46%

51%

laurea / post laurea

licenza media inferiore

Cooperative di tipo A che si occupano di servizi alla persona e Cooperative del settore culturale e della formazione

laurea o post laurea

Diploma scuola superiore

19

licenza media inferiore

Cooperative di tipo B che si occupano di inclusione lavorativa

licenza elementare


i miei progetti personali hanno un futuro...

contratto a tempo indeterminato

66%

3%

collaborazione a progetto

1% 2%

partita iva

altro

a tempo 27% contratto determinato

Elisa è educatrice alla prima infanzia della cooperativa Giocolare

82%

18% full time

part time

Serena è educatrice e per la cooperativa Convoi è referente dei servizi per l’asilo nido comunale Marini di Sesto Fiorentino “Ho una bambina ancora piccola e la vita di una mamma lavoratrice è sempre un difficile equilibrio… Ho un part-time abbastanza lungo, che mi permette di avere uno stipendio quasi pieno e allo stesso tempo di occuparmi di mia figlia. Da quando poi il mio compagno ha cominciato a viaggiare continuamente per lavoro, ho chiesto e ottenuto dalla cooperativa un avvicinamento: dal nido di Fiesole mi sono spostata a Sesto, a 5 minuti da casa, senza perdere il mio ruolo di referente.”

serena

elisa

“Sto per laurearmi e grazie al mio orario parttime riesco a conciliare studio e lavoro. Questo mi ha dato il coraggio di “spiccare il volo”: mi sono trasferita ad Albinia, vicino al nido dove lavoro, e sto provando a cavarmela da sola...”

17%

20%

18-30 anni

oltre 50 anni

63% 31-50 anni


... e cresco, insieme alla mia impresa Monica lavora al Cenacolo dal 2010. Coordina lo sportello Polis, servizio del Comune di Firenze che fornisce accoglienza, assistenza sociale e integrazione lavorativa a persone con problemi di marginalità. Quando la cooperativa le ha proposto il viaggio a Londra ne è stata subito entusiasta: l’obiettivo dello scambio era proprio quello di visitare e conoscere esperienze e realtà londinesi dedicate ai temi dell’accoglienza ai rifugiati e della marginalità sociale

un anno di formazione nella rete

3.466 681 5

Numero di ore di formazione erogate Numero di operatori formati progetti europei a tema sociale

“L’Inghilterra ha una lunga tradizione su questi temi e questo viaggio mi ha permesso di conoscere da vicino sia le prassi operative che le normative nazionali e di fare un confronto con la realtà italiana. Visitare queste realtà mi ha dato moltissime idee che, una volta rientrata in Italia, si sono trasformate in stimoli progettuali per il mio lavoro. In qualche caso la visita si è trasformata in un vero e proprio scambio con gli operatori inglesi che, anche dal punto umano, mi ha regalato un’esperienza molto calda!”

monica Il progetto europeo STELLA, proposto e promosso da FormAzione Co&So Network e gestito in collaborazione con partner nazionali e internazionali, ha offerto borse di mobilità per scambi on-the-job a 30 operatori delle cooperative di Co&So Firenze. Paesi di destinazione: Portogallo, Spagna, Malta, UK, Svezia. Elisa e Monica, grazie a questa opportunità, nel novembre 2013 hanno fatto un viaggio di formazione a Londra

Elisa è coordinatrice dei servizi bibliotecari in una delle principali biblioteche pubbliche di Firenze. Ha studiato lingue e si sente cittadina d’Europa “Quando mi hanno proposto di partire per Londra non ci ho pensato due volte. Una settimana intera… certo, l’organizzazione familiare, le sostituzioni sul servizio… ero preoccupata! Ma ero talmente decisa che alla fine sono stata io a convincere anche le altre. E’ un’esperienza che mi ha dato tanto: parlare con i bibliotecari londinesi che hanno affrontato prima di noi il ruolo sociale della biblioteca ha fatto nascere idee e progetti. Ma soprattutto il senso di cameratismo con le mie colleghe: abbiamo percorsi simili, di vita e professionali, e vivere insieme la bellissima città di Londra ci ha reso una squadra ancora più affiatata!”

elisa

21



valore

va|l贸|re s.m. equivalente in denaro dei progetti e del lavoro di 1.434 persone, dei servizi erogati ai cittadini


un’economia delle persone... IL VERO VALORE DI QUESTA ECONOMIA è FATTO DI FIDUCIA E LAVORO

€ 5.372.382

patrimonio netto

= CAPITALE versato DaLLE PERSONE E DaLLE COOPERATIVE + RISERVE GENERATE NEL TEMPO DALl’attività di impresa

CAPACITà di investimento

produzione servizi e lavoro € 35.516.975

€ 15.874.540 reddito dei lavoratori € 6.303.621 fiscalità e previdenza per i lavoratori € 463.617 fiscalità da attività di impresa

CAPACITà DI EFFICIENZA ORGANIZZATIVA

€ 325.592

utili NUOVA CAPACITà DI INVESTIMENTO


... che genera valore per la comunità

prodUZIONE e distribuzione del valore aggiunto

35.516.975 10.919.394

Valore dei beni e servizi che produciamo per la comunità

24.597.580 11.023.545 11.154.615 626.041 598.082 1.195.296 296.764 - 109.323 463.617 325.592 0 1.050.225 10.730

La capacità di produrre ricchezza verso i portatori di interesse

Forniture, consulenze e apporti che acquisiamo dalla comunità per realizzare le nostre attività Apporto professionale dei lavoratori non soci alla produzione Apporto professionale dei soci alla produzione Il valore dei nostri investimenti Il valore degli scambi mutualistici interni alla rete Risultato economico del nostro lavoro Il valore degli scambi con il mondo del credito Il valore dei nostri errori Il nostro contributo di imprese alla fiscalità del Paese Il valore della nostra capacità di produrre nuovi investimenti Il valore della remunerazione del capitale dei soci Il valore che rimane all’impresa (per investimenti e ricapitalizzazione) Il valore che va al fondo promozione L. 59/92

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Produzione PRODUZIONE del valore aggiunto

TOTALE

CONSORZIO

COOP SOCIALI A COOP SOCIALI B

NON SOCIALI

VALORE DELLA PRODUZIONE

€ 35.516.975,46

€ 1.422.208,00

€ 19.382.337,46

€ 10.598.820,00

€ 4.113.610,00

costi esterni della produzione

€ 10.919.394,81

€ 638.158,00

€ 6.182.292,76

€ 3.296.153,25

€ 802.790,80

VALORE AGGIUNTO

€ 24.597.580,65

€ 784.050,00

€ 13.200.044,70

€ 7.302.666,75

€ 3.310.819,20

costo del personale non socio

€ 11.023.545,08

€ 524.845,00

€ 6.000.835,27

€ 3.442.669,81

€ 1.055.195,00

€ 11.154.615,92

€-

€ 6.037.891,73

€ 3.091.942,19

€ 2.024.782,00

ammortamenti e svalutazioni

€ 626.041,00

€ 44.677,00

€ 271.947,00

€ 278.302,00

€ 31.115,00

costi interni alla rete

€ 598.082,65

€-

€ 361.530,70

€ 125.062,75

€ 111.489,20

RISULTATO OPERATIVO

€ 1.195.296,00

€ 214.528,00

€ 527.840,00

€ 364.690,00

€ 88.238,00

gestione finanziaria

-€ 296.764,00

-€ 19.465,00

-€ 133.084,00

-€ 105.359,00

-€ 38.856,00

gestione straordinaria

-€ 109.323,00

-€ 106.985,00

€ 10.193,00

-€ 27.710,00

€ 15.179,00

imposte d’esercizio

€ 463.617,00

€ 26.513,00

€ 221.627,00

€ 138.538,00

€ 76.939,00

RISULTATO D’ESERCIZIO

€ 325.592,00

€ 61.565,00

€ 183.322,00

€ 93.083,00

-€ 12.378,00

costo del personale socio


distribuzione DISTRIBUZIONE del valore aggiunto A remunerazione del capitale dei soci

TOTALE

CONSORZIO

COOP SOCIALI A COOP SOCIALI B

NON SOCIALI

€-

Alla rete cooperativa

€ 598.082,65

€-

€ 361.530,70

€ 125.062,75

€ 111.489,20

Ai lavoratori non soci

€ 11.023.545,08

€ 524.845,00

€ 6.000.835,27

€ 3.442.669,81

€ 1.055.195,00

Ai lavoratori soci

€ 11.154.615,92

€-

€ 6.037.891,73

€ 3.091.942,19

€ 2.024.782,00

All’impresa (per investimenti e ricapitalizzazione)

€ 1.050.225,24

€ 211.380,05

€ 439.576,34

€ 395.339,51

€ 3.929,34

Ai finanziatori

€ 296.764,00

€ 19.465,00

€ 133.084,00

€ 105.359,00

€ 38.856,00

Allo Stato ed agli enti locali

€ 463.617,00

€ 26.513,00

€ 221.627,00

€ 138.538,00

€ 76.939,00

€ 10.730,76

€ 1.846,95

€ 5.499,66

€ 3.755,49

-€ 371,34

€ 24.597.580,65

€ 784.050,00

€ 13.200.044,70

€ 7.302.666,75

€ 3.310.819,20

Al fondo promozione L. 59/92 TOTALE VALORE AGGIUNTO

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visione

vi|siÓ|ne s.f. percezione dell’impresa come strumento per facilitare l’accesso: alla casa, al lavoro, all’informazione, alla salute, al turismo


Ogni tanto mi faccio piccino e mi rannicchio nel serbatoio perché io non guido di certo e mi piace stare nel cuore delle cose - e mi immagino che si va a tutta birra anche noi sul circuito del Mugello e alla curva dell’Arrabbiata si alzano tutti: ci fanno il tifo sventolando tante bandierine rosse. E li vedo tutti i miei compagni di lavoro che ridono e agitano le mani, qualcuno con ancora i guanti, qualcuno con i calli, qualcuno con il nero sotto le unghie, ma che tengono stretti e fieri i volanti. Questi pensieri mi vengono quando mi spruzzo l’aria in testa, perché la polvere

e lo sporco non stanno solo nel serbatoio, mi si infilano anche fra i capelli. Lo so di non stare a correre come i ricchi col vento forte su una bella decappottabile, io sto in un reparto preciso dentro un capannone preciso in una zona precisa del Mugello, però scherzo con quegli altri e chiedo: “in quale macchina vuoi viaggiare oggi? Una Biturbo, una Ghibli, una Spider, una Alfieri?” Alcuni nomi ti si attaccano da bambino, quando giocavi con le macchinine o quando guardavi la televisione. Charlie’s Angels, Miami Vice, Agente 007: se ci pensate spuntava sempre sulla strada una Maserati, quella col simbolo di un tridente che richiama Nettuno, il Dio mare che bagna tutta la penisola. E poi mio babbo ha ancora una foto, tutta un po’ sciupata ai bordi, con Alberto Sordi che scende da una Maserati color mattone. Quanto mi piace, mi fa venire le lacrime agli occhi: forse perché penso a mio babbo, quando era forte o a un’altra Italia, quando era più forte di tutti. Ora c’è la crisi e lo ripetono sempre. Me lo dice anche il mio vicino: “o dove tu vai Franceschino?” “Vo in


ARTICOLO1 fabbrica”, dico. E lui mica mi crede: “ma se le chiudono tutte!” “La mia no, ha riaperto da poco”, gli dico. Ma io sono quello grullo e vaglielo a spiegare. Neanche ci crede che possa essere uno utile a qualcosa; sono convinto che mi immagina a spazzare un capannone vuoto e abbandonato, tanto per farmi far qualcosa. Bisognerebbe che parlasse con la Clara, che c’era da prima, che ha rischiato di perdere il posto davvero quando le manca poco per andare in pensione. Lei lo spiegherebbe meglio di me, ma più o meno sta Non E’ proprio una così: a chi stava dietro ai soldi come catena di montaggio risultato dello stabilimento non qua, E’ segmentata: conveniva più, ma per la cooperativa ogni funzione un che fa inserimenti lavorativi di reparto, ogni reparto soggetti svantaggiati è una bella E’ un piccolo gruppo e sfida. La faccio confondere la Clara perché le chiedo sempre: “che ce come nei quartieri n’è di lavoro oggi?”, lei mi guarda ci si conosce tutti ridendo e mi risponde: “bellino, quando non compreranno più queste macchine vuol dire che noi saremo morti di fame da un pezzo”. Spiegaglielo te, Clara, al mio vicino, che noi non facciamo le Maserati tutte intere, facciamo dei componenti: serbatoi, soprattutto. E la Maserati è

è un capannone industriale a San Piero a Sieve dove si fanno attività di assemblaggio e imballaggio Quanto è grande

1.200 mq Anno di avvio

2013 Cooperative coinvolte

SOCIALEINRETE, CONVOI Chi ci lavora

14 operai 7 persone svantaggiate 7 persone normodotate Alcuni di loro lavoravano già qui, per un’altra impresa che ha dovuto cedere queste attività a causa di difficolta economiche: da operai sono diventati soci della cooperativa e tutor di persone svantaggiate Staff di supporto Tutor di produzione Tutor educativo per gli aspetti di sostegno e per far fronte alle diverse tipologie di svantaggio (differenze culturali, deficit fisici o cognitivi) e a diverse esigenze di integrazione Coordinatore di progetto per la valorizzazione, promozione e comunicazione Stakeholder Banca Prossima, per un piccolo finanziamento necessario a fare fronte alle spese di affitto del capannone e ai lavori di ristrutturazione e di messa a norma degli impianti, la realizzazione di una segnaletica ad hoc Il Comune di Scarperia e San Piero (FI) e i comuni limitrofi: questo è un progetto che deve appartenere al territorio, a chi si occupa di assistenza sociale, agli imprenditori, alle famiglie

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solo uno fra i clienti. E fammi un piacere: diglielo che sono un operaio come te e come gli altri. Se un giorno Yuri e Massimo mi danno il permesso, ce lo porto il vicino a vedere. La prima volta che entri in un capannone non ci capisci nulla, io credo che sia l’effetto che fa a tutti. Che ci faccio qui? Io non so fare niente e qua è tutto troppo grande. Poi è come una città che cominci a conoscere e ci sono i vari quartieri: montaggio, camere di taglio, cablaggio, sbellucciamento, foratura, rifinitura, imballaggio, magazzino. Non è proprio una catena di montaggio qua, è segmentata: ogni funzione un reparto, ogni reparto è un piccolo gruppo e come nei quartieri ci si conosce tutti. Difatti è andata a finire che Anna e Luigi si sono sposati, anche se sono di due reparti diversi. Ho fatto ridere anche la Sara, mentre era tutta presa a imballare: “te con un cromosoma in più tu saresti la moglie per me che ho una rotella in meno!” La m’ha risposto dura e rapida: “sono down, ma non scema. Io non mi sposo!” Così sono tornato al mio piccolo reparto a riprendere in mano la mia pistola. Tranquilli, sparo aria, io. Con quella pulisco i pezzi. Va bene che ci vuole un po’ di follia a tirar su un progetto come questo e chiamarlo pure Articolo1 come la Costituzione e la Repubblica fondata sul lavoro, di questi tempi, dico, ma non sono così suonati da mettere in mano una pistola a chi si cura il capo come me. E poi ci stanno dietro e le cose ce le spiegano. Mi hanno detto che devono delimitare per bene ogni reparto, devono mettere dei cartelli di spiegazione perché si riesca a capire anche noi il lavoro da fare, il processo produttivo, le misure di protezione, per rendere tutto più chiaro e comprensibile. Chissà se lo scrivono in senegalese per Jabir. Rifugiato e svantaggiato per modo di dire, quello ne sa più di me. L’altro giorno mi ha spiegato che la Maserati Ghibli prende il nome da un vento: secco scirocco libico. Mi sono sentito un ignorante che non ha mai passato i confini del Mugello e poi mi sono commosso perché le cose forti e belle le vengono anche da lontano. Ora quando sparo con la pistola penso allo scirocco e ai venti che passano su questo mondo. Tra un po’ ci sarà da accostare le porte del capannone perché qua tira la Tramontana. Marco mi aiuta a spostare una cassa di plastica simile a quelle da frutta, ma dieci volte più grande. Marco è il più giovane, pure lui è nella categoria degli svantaggiati. Me lo

ci vuole un po’ di follia a tirar su un progetto come questo e chiamarlo pure Articolo1 come la Costituzione


Di sicuro, lo so, sia nel capannone che nella vita, la paura di finire in quella scatola riguarda tutti. Io gli tiro un calcio, cos|', per scaramanzia sono segnato in un foglietto, come li chiamano Neet: Not in Education, Employment or Training. Non studia e non lavora, non fanno un fico secco, praticamente. Lui non ho ancora capito se è contento di stare in fabbrica. Forse è bene non farsi troppe domande, che poi mi ci fisso. Come adesso che Marco è tornato in magazzino e io guardo la parola sul cartello della scatola grande di plastica. C’è scritto SCARTI.

Simona baldanzi

Classe 1977, vive nel Mugello. Nel 1996 partecipa alla finale del Premio Campiello Giovani con il racconto Finestrella viola. Nel 2006 ha esordito col romanzo Figlia di una vestaglia blu (Fazi), che intreccia le vicende delle operaie tessili della Rifle a quelle degli operai edili della TAV in Mugello. Il romanzo ha ottenuto molti premi, tra cui il Premio Miglior Esordio di Fahrenheit Radio Rai Tre. Ha pubblicato poi: i romanzi Bancone verde menta (Elliot, 2009) e Il Mugello è una trapunta di terra. A piedi da Barbiana a Monte Sole (Laterza, 2014), l’inchiesta Mugello sottosopra. Tute arancioni nei cantieri Se non conosci il lavoro non puoi distinguere cosa è scarto da cosa non lo è, e poi comunque bisogna tenerla il più vuota possibile quella scatola, così vuol dire che s’è lavorato bene. Forse anche per le persone è la stessa cosa. Di sicuro, lo so, sia nel capannone che nella vita, la paura di finire in quella scatola riguarda tutti. Io gli tiro un calcio, così, per scaramanzia.

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delle grandi opere (Ediesse, 2011), racconti su quotidiani e antologie. È tra i fondatori di Scrittori in Causa ed è autrice, insieme a F. Bondi e L. Sacchetti, del progetto Storie Mobili


Un’altra città di Firenze leonardo sacchetti

Alzi la mano a chi non piace la pizza. Ok, ci siamo capiti: la pizza piace a tutti. C’è a chi piace bassa, a chi alta, a chi con tanta mozzarella e a chi con due quintali di cose sopra. E ce la divoriamo e poco ci importa se è nata come piatto nobile, per soddisfare una regina. Oggi è uno dei cibi più popolari e tra i più masticati nel mondo. “La pizza è democrazia”, sento che racconta un giovane nordafricano in fila per accedere a un pc delle Oblate. Forse ha proprio ragione. Uno che scappa dalla miseria per abbracciare l’ostica Firenze, qualcosa di democrazia deve pur sapere. “È che faccio il pizzaiolo e le mattine le passo qui”. Lo trovo che aspetta il suo turno per navigare sul web e accorgersi che nella biblioteca più gettonata di Firenze di pc che ancora si connettono a Internet ne sono rimasti solo quattro.


La Biblioteca delle Oblate è come la pizza: piace a tutti. È aperta a tutti. È aperta mattina e sera. È un posto bellissimo, con la vista sul Duomo migliore della città. E tutto a zero euro. Vuoi mettere? “In pochi anni – racconta chi ci lavora – è diventato il vero centro di aggregazione di Firenze”. Se cercate giovani, se cercate anziani, se cercate famiglie e non volete andare fino ai Gigli, le trovate qui. Chi a chattare, chi a bersi un caffè e chi a provarci con quel biondino con il ciuffo ribelle che fa finta di studiare Chimica Organica al tavolo là in fondo alla sala lettura all’ultimo piano. E chi – udite! udite! - a leggere libri. Perché ormai in biblioteca si va per tante cose. Anche per questo. È talmente e “democraticamente pizza”, che anche la biblioteca delle Oblate sembra masticata. Nel bene e nel male. “Mille persone al giorno”, è la cifra che mi raccontano i fogli excel che registrano gli iscritti, i prestiti di libri, quelli di dvd e quelli

La Biblioteca delle Oblate e’ come la pizza: piace a tutti. e’ aperta a tutti. e’ aperta mattina e sera. e’ un posto bellissimo, con la vista sul Duomo migliore della citta’. E tutto a zero euro. Vuoi mettere? “In pochi anni e’ diventato il vero centro di aggregazione di Firenze”

biblioteca delle oblate La più importante biblioteca pubblica del Comune di Firenze, dove svolgiamo servizi al pubblico, servizi generali, catalogazione, promozione della lettura Anno di avvio

2008 Cooperative coinvolte

eda servizi obiettivi Facilitare l' accesso all'informazione e alla conoscenza ad ogni livello e per tutti i cittadini, perché questo sarà sempre più importante per garantire pari opportunità e per esercitare un vero diritto di cittadinanza

350mila utenti in un anno 24 operatori impiegati alla Biblioteca delle Oblate

di periodici. Facendo un po’ di conti, tanto per farsi un’idea: è come se in un anno Firenze generasse un’altra Firenze. Trecentocinquantamila persone che costruiscono una nuova città. Fa impressione. E i brividi sono di felicità nel sapere che queste stanze austere, vietate al pubblico per decenni, ora sono una comunità. Le persone che ci lavorano, qui dentro, questa cosa la sanno e la sentono. E sentono anche la responsabilità di essere diventati quasi dei medici di famiglia per queste trecentocinquantamila persone. “Un libro con la copertina dello stesso colore di quello preso il mese scorso, grazie”. “Vorrei quel libro che parla di una storia d’amore, ha capito, no?”. “Secondo te, le piaccio?”. “Mi consiglia una rivista che non mi faccia arrabbiare?”. “C’è troppa gente a questa presentazione: puoi mica far uscire qualcuno ché così trovo un posto per sedermi?”. “Questo è mio nipote appena nato e vorrei regalargli subito la tessera”. “Mio figlio legge un libro a settimana. Starà bene?”.

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49 operatori nelle biblioteche comunali di Firenze, Scandicci, Lastra a Signa


Ti guardi intorno, e capisci che questa comunita’ di 350mila persone non e’ una comunita’ unita nella lettura. e’ una comunita’ a volte spersa, rigettata dagli altri centri sociali della citta’, quelli dove serve il bancomat per entrare


Parlando con i bibliotecari delle Oblate, viene fuori che il loro lavoro non è più quello di ordinare, consigliare e dare in prestito dei libri. Anzi: quella sembra la parte residuale. Se la biblioteca sta diventando sempre di più un centro sociale, in cui le persone si ritrovano e – caso raro – lo fanno senza comprare e senza spendere, anche il lavoro dei bibliotecari è cambiato. “Ma ci siamo dovuti reinventare tutto da soli”, è il mantra che ho più volte ascoltato. Orari tosti per garantire un’apertura quasi continua, formazione che potrebbe ma non fa fino in fondo. Il “proprietario” della baracca, il Comune, che pur di far quadrare i bilanci stacca la spina a qualche pc, al wifi, ai libri. Le Oblate sono una vecchia signora: se non si rifa il trucco ogni giorno, rimangono solo le rughe. È da due anni e mezzo che la spendig review dei conti pubblici impedisce (non solo alle Oblate) di comprare libri. Ti guardi intorno, e capisci che questa comunità di 350mila persone non è una comunità unita nella lettura. È una comunità a volte spersa, rigettata dagli altri centri sociali della città, quelli dove serve il bancomat per entrare. Tanti finiscono qui, accanto a chi studia, a chi legge, a chi si informa. “Tutto questo crea parecchi problemi”,

leonardo sacchetti

è nato a Firenze nel 1973. Giornalista e scrittore, ha lavorato per l’Unità, è stato direttore di Novaradio e del portale

Le Oblate sono una vecchia signora: se non si rifa il trucco ogni giorno, rimangono solo le rughe

Tuttafirenze. Ha pubblicato il romanzo Tusitala. Ritorno a Karinhall (Cult, 2011), ambientato nella

raccontano al primo piano, dove c’è una sala lettura e dove la sfilza di pc spenti fa un po’ pena. Poi ci sono i tanti eventi che vengono organizzati e in cui i libri presentati, se poi vai a chiederli in prestito... non li trovi. Non ci sono. “A volte mi pare di lavorare in un eventificio”. “Non è facile. Non è facile”, mi racconta uno tra i più giovani bibliotecari. Una vita già passata qui tra Servizio Civile, volontariato, precariato e lavoro fisso. “Qui è un caos. Bello quanto vuoi ma andiamo avanti in ordine sparso”. Già: perché al di là dei numeri degli utenti e dei prestiti, quello che dà l’energia a chi lavora qui dentro era e continua ad essere il rapporto con le persone. “Devo saper attivare pure la tessera sanitaria, ma quando vedo che entra quel 12enne che legge un libro a settimana o quel vecchio prof in pensione che mi chiede libri pazzeschi e introvabili, beh: capisco che ne vale proprio la pena. Questo è il posto per loro”.

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manifattura Ginori di Sesto Fiorentino sullo sfondo della Seconda Guerra mondiale e dell’occupazione tedesca. Progetta e cura laboratori di scrittura democratica per adulti e ragazzi e coordina esperienze di storytelling, tra cui Storie Mobili e Accènti (quest’ultimo nell’ambito del progetto Giovanisì della Regione Toscana)


Il futuro è negli occhi di mio figlio Paola Zannoner Raccontare storie ha un’origine che è anche un limite: la realtà. Troppo complicata e tremenda, se ne può giusto afferrare un piccolo lembo e trasmutarla in parole, trasformarla in una storia emozionante, con tanto di lieto fine. È così che da sempre ci consoliamo e continuiamo a illuderci che tutto dipenda da noi, dalla nostra volontà e da un po’ di fortuna. Però è anche il nostro modo umano di rintracciare un senso che nella realtà si smarrisce. Ricucendo insieme le nostre personali vicende, formiamo un disegno comprensibile e coerente, ci riappropriamo di noi stessi, attribuendo valore e significato a quel che sembrava non averne perché determinato da forze estranee, potentissime, che ci hanno gettato in balia di pericoli, sull’orlo di abissi impensabili, di un orrore intollerabile che non si riesce a dire, e chissà se a dirlo saremmo creduti. Al principio di un’antica storia, c’era una giovanissima donna che scappava con il figlioletto in braccio. Era a piedi o in sella a un asino, si diceva che ci fosse il marito al suo fianco, ma in alcune illustrazioni il marito non si vede. Era lei, tutta sola, ad affrontare il viaggio nel deserto, con il velo che le copriva la testa e proteggeva il piccolino addormentato. Scappavano da un pericolo tremendo, da un massacro di bambini, attraversavano lentamente un deserto, arrivarono in un paese straniero. Ma la storia non ci racconta in dettaglio il viaggio, che di sicuro fu faticoso e pieno di pericoli, né la vita che trascorsero per tanti anni all’estero. La storia ci dice che la donna e il figlio tornarono sani e salvi nel loro paese, e che il figlio diventò un maestro. Al principio delle storie delle donne che incontro nel centro Paci c’è sempre, come in questa antica e sacra storia, una ragazza che scappa, con il figlioletto tra le braccia, forse insieme con un marito o una madre o una sorella. Quel viaggio è spaventoso, è lungo e non è detto che la conduca in un posto dove sarà al

Al principio delle storie delle donne che incontro nel centro Paci c’e’ sempre, come in questa antica e sacra storia, una ragazza che scappa


Centro PACI Centro polifunzionale per l’accoglienza di richiedenti protezione internazionale, rifugiati e titolari di protezione umanitaria e/o sussidiaria Anno di avvio

2010 Cooperative coinvolte

IL CENACOLO, ARCHIMEDE, SOCIALEINRETE, CRISTOFORO l’ABBAINO, CONSORZIO FABRICA Obiettivi L’obiettivo principale è l’attivazione per i beneficiari di percorsi personalizzati e integrati con la rete dei servizi territoriali e più in generale con la Comunità

130 utenti in un anno Dall’avvio del progetto sono stati ammessi 335 utenti (290 uomini e 45 donne), dimessi 205 Nazionalità prevalente: somala (251 su 335) sicuro, sana e protetta, né che avrà la possibilità un giorno di tornare da dove è fuggita. Il viaggio è come il percorso all’Inferno, è indicibile. Si attraversano il fuoco del deserto e il suo gelo notturno, le trappole di morte, le bolge degli assassini, si soffre la fame, il caldo, la sete, il sonno, le malattie. È un viaggio che sembra non finire, e anche quando infine si conclude, lascia il suo marchio funereo addosso, indelebile. È come se il viaggio avesse permeato le persone di un’essenza velenosa di paura, incertezza e precarietà, come se si fosse impadronito della stabilità e della volontà delle persone. Se anche le lasciasse in pace per qualche tempo, qualche mese o qualche anno, presto verrebbe a riprendersele, e rimetterle sulla sua giostra infernale dove in palio c’è la vita. Così per molte ragazze che hanno attraversato il deserto, come Aminat, per andarsene dalla Nigeria in Libia, lo spettro del viaggio riappare dopo pochi anni, per afferrarle e stavolta

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33 operatori impiegati Coordinatore, psicologi, legali, operatori socioassistenziali, mediatori linguistico-culturali, portieri, educatori divisi per area: famiglie, socializzazione, lavoro, alloggio, scuola di italiano (è una scuola aperta anche a utenti esterni, provenienti da altri centri – anche da situazioni di post emergenza – in accordo con la prefettura) Stakeholder Ministero dell’ Interno, Comune di Firenze, Prefettura di Firenze, Questura di Firenze, Regione Toscana, Arci, Caritas, cooperativa Cat, Opera Madonnina del Grappa


gettarle malignamente su una barca, a sfidare un mare infido e profondo come una muraglia, pronto a inghiottire le barche che non sanno galleggiare o che rompono il motore, un mare cui ci si affida quando non c’è nient’altro a cui rivolgersi, se il paese dove eri arrivato è improvvisamente scosso dalla guerra, se la casa dove vivevi è bombardata e le persone dove lavoravi sono morte e se proprio in quel momento in cui è scoppiata una rivoluzione, tuo marito è tornato in patria per rinnovare il passaporto e non può più raggiungerti, non può stare accanto a te nel viaggio di fuga e allora, da ragazza determinata, da madre protettiva, prendi tuo figlio in braccio, ti copri la testa con il velo e affidi la tua e la sua vita alla mano invisibile di Dio, che ti porti oltre il confine blu del mare. Stavolta possiamo scrivere la parte di storia che un tempo non

interessava a nessuno: la ragazza è giunta sana e salva nel paese straniero dov’è accolta e per sua fortuna può essere inserita in un programma per rifugiati. È ospitata in un centro dove impara la lingua italiana, e dove può crescere il bambino. Inizia a lavorare in un ristorante dove la assumono, perché è brava, è volenterosa, è dolce e determinata insieme e ha in testa un obiettivo: riunire la sua famiglia. Proprio perché ha rischiato tanto la sua vita e quella di suo figlio, è consapevole

che ha bisogno di progettare il loro futuro e cioè avere una casa, un lavoro, ottenere il permesso per far venire in Italia suo marito e la figlia di nove anni rimasta in Nigeria con la nonna. È questo il lieto fine che ci consola? Ma è solo il principio per Aminat, il nuovo inizio di una storia che deve ancora svilupparsi, che può provare a immaginare attraverso lo sguardo gioioso di suo figlio che frequenta l’asilo e non sa niente del viaggio e della paura. Come per tutte le madri, anche per Aminat il piccolo Ibrahim è la luce dei suoi occhi. Di colpo, parlando di lui, s’accendono. Il viso le s’illumina, si trasmuta nella speranza della felicità che ancora ha uno spazio nel suo cuore. È come se intorno a lei riverberasse la luce della stella che l’ha condotta fin qui, proteggendola dal male e anche dalla contaminazione con il male. Perché nella storia antica della ragazza che fuggì con suo figlio in braccio, c’era una stella, ricordate? Aveva una lunga coda, che sembrava indicare il cammino ai re verso Betlemme, da Oriente a Occidente e alla giovane mamma per fuggire, illuminandole il cammino. Ma a volte l’occhio del cielo appare impenetrabile e le stelle anziché indicare vie, sembrano spegnersi di colpo come successe a Lilit, che insegnava danza ad Artashat in Armenia, aveva un fidanzato e una famiglia e dovette fuggire insieme a sua madre e sua zia, per sottrarsi alla morte per assassinio. Allora, la storia che si ripete qui non è quella arcaica, ma più


recente di crimini politici, di sicurezza personale e di richiesta di protezione che non viene dal cielo, ma più umanamente dalla tutela di una comunità civile. Per questo, il desiderio più forte di Lilit è di sentirsi finalmente al sicuro, in un posto da cui non debba più scappare. E quando riuscirà a ottenere il permesso di soggiorno, potrebbe tornare sui suoi passi, laggiù dove si sono persi suo padre e suo fratello, i suoi nipoti, che non hanno mai raggiunto le donne scappate per prime, e chissà dove sono. Siamo anche qui al principio di una possibile storia di una donna che ha perso tutto ciò che aveva e che pure, mentre afferma che vive giorno per giorno, ha un’idea di futuro: il semplice e realizzabile sogno di un ristorante armeno. Mentre si commuove al ricordo di un padre perduto che spera di ritrovare un giorno e afferma che per una donna è più difficile affrontare la condizione di esule, emana un luminoso alone di forza, da piccola stella indomita. Prima o poi, accanto alle costellazioni di dei ed eroi, di animali mitologici e oggetti fatati, ci sarà anche quella del migrante, composta dal pulviscolo luminoso di tutte queste preziose vite. Le sue stelle proteggeranno i passi di chi è in viaggio, è partito, è arrivato o è in transito da qualche parte, anche adesso che state leggendo.

Paola Zannoner

Vive a Firenze. Scrittrice, esperta di narrativa, consulente bibliotecaria. Ha iniziato la sua attività come bibliotecaria e critico letterario, collaborando con le più importanti riviste del settore. Nel 1998 Mondadori ha pubblicato il suo primo racconto. Da allora, Paola si è dedicata quasi esclusivamente alla scrittura, mantenendo però un costante rapporto con le biblioteche e le scuole con corsi di formazione per docenti e bibliotecari, seminari sulla scrittura narrativa, conferenze sulla letteratura, incontri con l’autore. I suoi romanzi pubblicati per Mondadori, De Agostini, Fanucci, Il Castoro, Giunti hanno ricevuto molti premi e sono tradotti in numerosi paesi del mondo. è nel comitato scientifico del progetto Libernauta

il desiderio piu’ forte di Lilit e’ di sentirsi finalmente al sicuro, in un posto da cui non debba piu’ scappare

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Le consolazioni di un treno allegro alessandro raveggi Una favola per adulti

“Ogni mattina è buona per sfogliare la nostra storia.” “Conta con me: uno è il gallo roco, e una la rana, uno il pulcino, e l’altro qua dietro il mobiletto per le scarpine, nascosto dietro l’onda, è il timido leone. Questa qui che ora parla, ti saltella addosso, invece sono io. La scimmia dal ciuffo fulvo, la pancia rosa.” “Noi, gli animali di questa storia che ogni giorno parte, dentro al labirinto di una fortezza da varcare. Dentro al tribunale, quest’astronave da buttare.” “Tu, Uomo nero, che sei venuto a cercare? La chiave per farla ripartire?” “Lasciati i nostri cappotti, non più bambini da badare. Ogni mattina animali di questo nostro mondo, ruvido e saporito, masticato e versificato. Come un treno di vagoni che scorre e grida, a finestrino aperto, in mezzo a una foresta indiana, dove ogni pianta inverdisce, si schiude al suo passaggio, fa festa.” “Formiamo però un circo, un caravan serraglio? No, non vedi infatti ammaestratori né serragli. Nessuna gabbia, cerchio infuocato. No. Formiamo così una famiglia? Ma no! Non vedi barbe o gonne da tirare. Né gambe troppo lunghe, file da fare… E allora?” “Noi siamo gli animali di una storia letta per ridere e consolarsi di quello che ti sei lasciato fuori.” “Se leggi ora la nostra storia. Se sfogli il nostro libro per vagoni, che canta sferragliando al tuo orecchio; se guardi dentro al treno in festa, come davanti a una lanterna magica: non solo ridi, ma ti consoli anche, dalle tue domande bigie, dalle tue interrogazioni…” “Vedi formarsi le nostre figure, dall’indistinto apparente della velocità?” “Vedi che ci siamo tolti i calzini? E in circolo gracidiamo, pigoliamo, ruggiamo!...” “Una filastrocca che ci riguarda.” “I babbi son fuori, assieme ai nostri nomi propri e alle parole, in aule e istruttorie. Spilungoni dal passo stanco, le loro bocche fumanti, le cartelle pesanti. Le barbe appese, sfilacciate, in quelle loro teste lontane. Non sanno o non ricordano di poter contare sempre sulla possibilità di questo treno allegro.”


“Cercano anche loro la chiave per farla ripartire, per far ripartire questa loro nave spaziale, quando a volte li facciamo entrare. Non è poi detto, sai, che qui tu la possa alla fine trovare…” “Sei bene accetto per oggi, assieme, come sempre, a quei piloti. Loro guidano e alimentano, tra danze e sterzate magistrali, questi vagoni.” “Togliti anche tu le scarpe come loro, lascia dietro di te la strada fatta.” “Che quella la conosciamo bene…” “Nel viale sotto, si accalcano ogni giorno le auto in coda, si sommano come in una discarica d’insetti. Il cielo, sai, là brontola, il vento là sputa. Il cielo fuori può esser scuro, può piovere, grandinare pietre, nel litigio delle stagioni. Il nostro cielo è invece appeso ai fili, mobile, cangiante, fragile, ma amico. L’autunno fa tremare le sue foglie di velina. Di primavera e d’estate, tutto è un nugolo di fiori cartonati, di pesciolini alluminati, di piovre e granchi di tessuto – per questo si fanno accarezzare…” “L’inverno, è invece una lampada autonoma: smerigliate stelle di neve e latta riflettono la pallida luce di un’alba che dura un giorno, dalla quale rimaniamo abbagliati...” “E per altri abbagli, altre malie e stelle, facciamo versi e cori per tutta la mattina, finché il treno, pimpante come adesso, non giunge alla fermata del mezzogiorno. E i piloti, i macchinisti, che sono lì a mettere altro carbone nel motore, si fermano un attimo davanti alla fornace…” “… E anche nella nostra pancia, nella…”

L’isola che (non) c’e’ Asilo nido 12-36 mesi Anno di avvio

2013 Cooperative coinvolte

l’ABBAINO obiettivi Offrire un luogo privilegiato, dove i bambini e le famiglie sono protagonisti attivi di esperienze all’interno di un contesto protetto e organizzato. Valorizzare l’identità e la soggettività dei bambini e coinvolgere le famiglie in ogni aspetto della progettazione e nella valutazione dei servizi, per poter rispondere alle loro esigenze in termini di flessibilità e diversificazione dell’offerta

36 bambini 2 Sezioni

7 operatori impiegati Coordinatore, educatori, operatori Stakeholder Tribunale di Firenze, Regione Toscana, Comune di Firenze

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I babbi son fuori, assieme ai nostri nomi propri e alle parole, in aule e istruttorie. Spilungoni dal passo stanco, le loro bocche fumanti, le cartelle pesanti

“… E nella nostra pancia, s’apre un altro forno uggiolante e vorace…” “Ci viene una gran fame, e ci verrà un gran sonno. Entrambi li affrontiamo a bocca larga. Se hai fame anche tu… prima devi passare dall’Angolo dei Travestimenti, però!” “Dici Cos’è? Perché? Come mai, eh?” “Cos’è? Perché? Come mai, eh? È che con quei tuoi denti grossi, d’Uomo nero, sciuperesti tutto. Abituati come sono i nostri pasti alle carezze dei dentini di latte.” “Va’ lì in quell’Angolo, e scegli: puoi travestirti dall’addentatore più garbato. C’è il costume da nonno sbadato che la dentiera ha dimenticato. Il delfino burlone che spinge il cibo in aria senza alcun boccone. L’uccello che becchetta stenografico in cerca del suo vermetto e invece ha trovato un buon ritmo. E se cerchi ostinato, ancora, la chiave del tribunale-navicella: da vecchio e sdentato aviatore, sì, certo, ti puoi travestire.” “Protendi, per mangiare, la mano dal finestrino, fai cadere un frutto dal ramo fino nel piatto, o aggrappati a uno spaghetto per spenzolarti fuori, o anche solo siediti qui vicino, coprendoti la testa, prima che piova dentro un’ondata di minestra!” “Hai sonno, eh, ora, caro omino nero?…” “Il treno appena è ripartito ed è l’una, la sua nuova fermata è nella semioscurità di questo tunnel.” “Si fa buio, calano palpebre e finestrini. Qualcuno si prende per mano, perché ha paura. Altri animaletti già ronfano, a gruppetti. Quello che fa più casino è il riccio albino: più che russare inscena un parlamento. Tu con l’oscuro non avrai problemi, di certo. O forse…” “Da’ la mano alla rana che ha perso le sue lacrime, consolala se ti riesce, o viceversa fatti accarezzare quel bel muso delfinesco. A lei manca il suo laghetto di sospiri, e a te forse l’onda?” “Silenzio, dormiamo. Sognerai, è probabile, di nuovo tutto quello che abbiamo fatto: il viaggio, i giochi, l’assenza di domande alle fermate, la filastrocca che parla di noi, e così via, in circolo... Noi ci sogniamo anche spesso sognare, cantare, contare al contrario, arrivare alle fermate e ripartire: io sono la scimmia col ciuffo fulvo, la pancia rosa! Poi, c’è il timido leone, uno è il pulcino, una la rana che ha perso le sue lacrime, e il gallo roco, uno, due, tre... Ogni mattina…” “Svegliati di nuovo. Ché è tempo di ripartire, si saluta il tunnel con le zampe, con i salti, qualche sbadiglio appagato. Qualcuno


si rende conto che come sempre il tunnel più scuro era solo un groviglio più denso, di liane e di foglie.” “Era che la foresta c’aveva solo accolti tutti quanti, era un buio caldo, e adesso a suo piacimento, dopo un’accelerata, il panorama è cambiato, ed è quello classico delle radure pomeridiane di una pianura africana, le luci taglienti e arancioni, il rosa del sole basso che si rifrange sui rami secchi e sui tendoni.” “E la tua discarica di auto ammassate ancora è là fuori.” “Vedi, ora siamo in un’oasi. O in una savana, in un giardino invernale che per illuminarsi si deve sovranimare: dove le dune si sfarinano ad ogni passo, dove tutti strillano estatici cacciandosi a salve, dove ci sono saliscendi, forse laghetti che paiono specchi distorcenti. Forse cavallucci da dondolare o scivoli dai quali planare, sui quali saltare e scorrazzare.” “Il treno si è aperto, squadernato, tutto dal gioco estasiato. I piloti gli impongono grandi impennate americane.” “È il tuo turno, Uomo nero.” “Dai, è il tuo turno.” “Cosa fai? Cosa aspetti? Buttati. Ti guardi solo fisso nello specchio. Cosa rifletti.” “Sei impressionato dalle sue deformazioni. E noi che cosa si dovrebbe dire del tuo là fuori…” “Hai pensato forse di vedere la chiave nello stagno distorcente.” “Cercando, cercando, nelle profondità di quei laghetti dove ci bagniamo…” “Nelle cascate di quei fiumi colorati che con le dita mischiamo…” “Risalendo i flutti, a quell’onda, che nascondeva la grotta scavata in uno scoglio.” “Nella grotta, ricordi? Dietro l’onda…” “Ci andiamo assieme, vieni. Si è fatto già tardi.” “Cosa hai trovato nella grotta. Sono…” “Il suo tesoro: scarpine, giubbotti, sciarpe, guanti, golfini di sicurezza… Dai qua. Sembrano cose per bambini”. “L’onda intanto si ritira. Già là fuori il brusio dei, l’arrivo sguaiato dei...” “Ti viene a prendere qualcuno, a te?” “Ultima fermata! gridano i piloti. Arrivano gli spilungoni, dai passi sterminati. Si torna a casa, un Marco, un Mattia o una Maria. Ma il nostro biglietto non scade. Domani ci ritroviamo. Ed è l’unica chiave che trovi per la vostra nave spaziale.” Dedicato ai bambini passati e futuri dell’asilo nido “L’isola che (non) c’è” al Tribunale di Firenze, ai lavoratori e agli educatori

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alessandro raveggi

Firenze, 1980 Ha scritto il romanzo Nella vasca dei terribili piranha (Effigie, 2012), i saggi letterari David Foster Wallace (Doppiozero, 2014) e Calvino americano (Le Lettere, 2012), La trasfigurazione degli animali in bestie (Transeuropa, 2011), la serie di racconti Talenti da export (La Repubblica, 2012-2013) e altri libri di poesia e testi per il teatro (finalista Premio Riccione per il Teatro nel 2007). Ha vissuto tra il Messico e l’ Italia dal 2009 al 2013, come ricercatore. Suoi racconti, poesie e reportage sono apparsi in importanti riviste, oltre che in antologie nazionali e internazionali. Insegna letteratura alla New York University


Niente si perde Arianna Papini

Ai miei zii Federico e Maria

Aveva smesso di mangiare. A novant’anni questo ha un solo senso, un’unica meta. La notizia era giunta sul mare, faceva caldo. Era piccola adesso la mia nonna, come una bimba. Come me tra le sue braccia tanti anni prima. Ora la circondavo con le mie, la prendevo e la consolavo come lei aveva fatto con me. La morte mi ha sempre accompagnata discreta, ne contemplavo la presenza perché se c’è la vita c’è anche un finire, prima o poi. L’unica bambina a non aver paura di morire. Ero strana in questo e fortunata. L’ho scoperto quando ho visto i miei figli uscire al mondo, ancora bagnati di me, colorati dallo sforzo di esistere e lì, per la prima volta, la morte mi ha fatto paura. È il grande mistero dell’andare, dell’esserci, del sentire. La donna anziana sta per terra nella strada. È enorme, quasi non avesse fine. Ma un inizio ce l’ha eccome e sono i suoi occhi verde mare di quando la tempesta è spenta. Calmi e verdi. La bambina per mano mi chiede di lei, io le conto la fiaba della vita e il bambino per l’altra mano risponde severo che una nonna non può stare in terra nella strada, perché ha bisogno di un caminetto acceso e di un gatto sui piedi. Ha ragione. Corriamo a prendere le coperte a casa, indugio su quella marrone che era del nonno durante la guerra poi penso che sì, anche lui se fosse qui la userebbe in quel modo.


Compriamo la cioccolata calda, poi sediamo con lei per strada e aspettiamo che stia meglio, prima di tornare alla serata di una famiglia come tante. La nonna non mangiava così mi ero trasferita da lei, nel convitto delle suore. Io con la mia aria laica di sinistra ero stata accolta con curiosa dolcezza, quando si vuole bene alle nonne dobbiamo stare con loro mi avevano detto. Tutto avevo portato lì, i miei colori, il computer. Ecco, avevo bisogno di seguire la sua ultima fase, dovevo farlo per lei, per me e per tutti gli altri che se ne vanno via da qui in solitudine. Da quando lei se n’è andata vado a cercar nonne altrove. Le trovo ovunque nella mia città, anche lei così antica. Firenze con le sue pietre pensate ad arte accoglie esteticamente chi arriva e saluta doverosamente chi va. Io cerco nonne e le trovo nel tram bello nuovo che mi porta a Scandicci, per strada quando mi chiamano le loro spallucce dal cappotto grigio un po’ liso, la bustina del pane da una parte. Spesso sono piegate un po’ di lato, allora non sai se quell’altalenare è dovuto ai tanti pesi della vita o al poco cibo che portano al braccio e speri che a casa le aspetti un nonno, lo speri proprio. Cerco nonne e le trovo al caffè Alzehimer, tanto smemorate da scambiarmi per la figlia o la nipote. Io sto al gioco perché giocare è una cosa molto seria e mi prendo la mia dose

d’amore, ché me la merito eccome. Facciamo la creta, disegniamo insieme. Ce n’è una costantemente arrabbiata e capisci che lo è sempre stata e che la sua memoria svanita è solo una scusa per inveire con la vita, finalmente. La mia nonna volando via ha portato con sé altre persone care. Succede sempre, in fondo. La gente antica possiede il nocciolo delle famiglie e quando se ne va è come se fossimo

Ecco, avevo bisogno di seguire la sua ultima fase, dovevo farlo per lei, per me e per tutti gli altri che se ne vanno via da qui in solitudine

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RSA San Giuseppe Residenza sanitaria assistenziale autorizzata e centro diurno per persone con Alzheimer o gravi patologie del comportamento Dove

Ronta, Borgo San Lorenzo (FI) Anno di avvio

2003 Cooperative coinvolte

IL GIRASOLE, CRISTOFORO, AUXILIUM Chi ospita Anziani non autosufficienti, ex pazienti dell’ospedale psichiatrico di San Salvi (Firenze)

in un anno 40 ospiti fissi 10 utenti del centro diurno 50 operatori impiegati Coordinatore, educatori professionali, animatori di comunità, musicoterapeuta, infermieri professionali, terapisti della riabilitazione, operatori socio-assistenziali, operatori sociosanitari, parrucchiere, podologo, centralinista, cuochi e aiutocuochi, addetti alle pulizie, operatori amministrativi, manutentore Stakeholder Congregazione delle Figlie della Carità


alberi senza radici. Chi ce la fa sopravvive a stento, con le lacrime agli occhi per anni. Altri non piangono e partono, per evitare il dolore di tutti i ricordi svaniti in un batter d’occhio. La memoria serve, ci nutre, ci toglie forza, ci presenta il conto. Per questo invecchiando a volte ce ne liberiamo. Troppa forza, troppo sole giallo in quei ricordi e un corpo fragile che non corrisponde ad essa. Scrivo dei libri che sono lettere. Le spedisco a una persona ma arrivano a tante altre, è un vero prodigio. Capita così di scoprire nuove vie affettive, mani da tenere, guance da accarezzare. Vado in Emilia a presentare il mio nuovo libro a bambini piccoli e nonni smemorati. È meraviglioso. È come se le parole lette ad alta voce cogliessero le loro verità e le elencassero con chiarezza. Eppure non ero lucida per niente quando le scrivevo e quelle persone sono del tutto nuove per me. È la magia dei linguaggi che s’intrecciano a creare altre storie, come per incanto. Lei è su una sedia a rotelle ma ha nel corpo una tale vitalità che quelle ruote non le vedi neanche. Mi sorride. Vado e l’abbraccio, lei risponde morbida sussurrando il suo nome che è quello d’un fiore, poi mi abbandono tra i rami antichissimi di quell’albero, di quella casa cercata da sempre. La mia nonna gli ultimi giorni pareva che dormisse. Io la lasciavo solo per prendere i bambini ai centri estivi. Quando le soffiavo all’orecchio il nostro saluto lei mi stringeva un po’ la mano. Le suore mi prendevano in giro, lasci la nonna solo per i tuoi figli mi dicevano, fai bene, lei è contenta. Lei è contenta. Sembrava che dormisse ma io le parlavo e lei capiva. Ricordavamo insieme la vita vissuta e quella sperata, che è sempre un po’ diversa. Venivano le suore a pregare con lei. Io avevo rispetto della loro fede, le religioni sono magiche quando non s’intrecciano con la politica e portano solo amore e speranza. La nonna si ricordava le preghiere e le diceva, a occhi chiusi. E io le imparavo dentro di me. Non si prega perché una cosa accada, ho scoperto allora, ma per condividere la vita. Si prega per consolare la nostra anima ferita e spaventata, per credere che qualcuno ci ascolti anche quando siamo completamente soli di fronte all’immenso mistero della nostra esistenza. L’ausilio è sempre reciproco. Non esiste vero aiuto, mai, se non c’è un ritorno. Così, quando lavoro con le mani insieme alle persone antiche non so chi si consola di più, se io o loro. C’è qualcosa di magico e di unico nel volontariato. Il pagamento è in natura ed è fatto d’amore, desideri scambiati, dialoghi silenziosi. Credo nell’arte terapia perché non è verbale,

Lei e’ su una sedia a rotelle ma ha nel corpo una tale vitalita’ che quelle ruote non le vedi neanche. Mi sorride


il silenzio è consueto, mai spaventoso. L’aria è piena di tutte le nostre persone amate e partite per chissà dove e lì, nel fare semplice, le ritroviamo. È un ricongiungimento che è allo stesso tempo un intensissimo ritrovare noi stessi, per questo alcuni, anzi molti, evitano proprio. Gli occhi di chi condivide con te l’aiuto ti entrano dentro e vanno a scavare nelle motivazioni più profonde del perché sei lì, in quel luogo, in quel momento. E c’è solo verità. Devo a lei la mia arte. Quando le nonne se ne vanno è molto più grande ciò che lasciano di quello che portano con sé. La mia nonna s’è portata via i segreti non condivisi di cui vorrò per L’umanita’ comprende sempre sapere, la felicità di rivedermi e la mia gioia di riabbracciarla, l’aura estetica cio’ che hai lasciato che la circondava e di cui mi nutrivo, e si apre per l’amore grandissimo per il nonno che mi renderti concreta ha permesso di rivederlo per tanti anni memoria degli affetti nei suoi occhi, le mani piccole logorate dal giardinaggio, la concreta carezza sul viso di quando mi salutava. Ma ogni volta che le mie mani creano, sulla spalla sinistra una piccola nonna-gufetto immagino che mi guardi lavorare, che accompagni con grandi occhi assonnati le mie mani bramose di colore. Nelle gallerie, nelle chiese, nei musei ritrovo il suo stupore felice nell’aver scoperto in questa nipotina la continuità della sua vera passione, le parole semplici per spiegare a me così piccola immagini troppo grandi, eccessivamente forti. Cristi sanguinanti, Madonne addolorate, Maddalene piangenti, misteriosi sfondi sfumati a cercare le nebbie dell’oblio, diavoli e santi emergenti da neri brillanti e assoluti, animali riconoscibili solo in parte, nati da incubi e paure. Cerco nonne adesso e le trovo sempre. Ammiccano dietro grandi spessi occhiali, mi sorridono dai finestrini degli autobus e io mi prendo cura di loro ogni volta che la vita può attendere un attimo il mio passo. Le aiuto a salire scalini, a raccogliere monete cadute, le avviso del foulard che sta volando dal loro cappotto e amo aggiustarlo io, come facevo con lei. L’umanità comprende ciò che hai lasciato e si apre per renderti concreta memoria degli affetti. Dalle pieghe profonde della pelle antica, dalle mani deformate per il lavoro, dai capelli azzurri di parrucchiere giunge a me il dono del tempo incantato, denso di fiabe e cantilene, quello lento e intenso dell’infanzia per sempre.

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Arianna Papini

è nata e vive a Firenze. È scrittrice, illustratrice, pittrice, arteterapeuta, docente e consulente editoriale. Collabora con scuole e biblioteche per la diffusione della lettura. Ha scritto e illustrato più di 70 libri per La Nuova Italia, Fatatrac, Edicolors, Lapis Edizioni, Città Aperta, Carocci Editore, Avvenire, Coccole e Caccole, Prìncipi & Princìpi, Donzelli Editore, Carthusia, Kalandraka, con i quali ha vinto numerosi premi; alcuni dei suoi libri sono pubblicati in coedizione in Francia, in Spagna e in Inghilterra. Ha partecipato a un’ottantina di mostre tra personali e collettive, in Italia e all’estero. Volontaria presso il reparto di oncoematologia pediatrica per l’associazione Helios, alcuni suoi testi editi e inediti sono messi in scena nei reparti pediatrici degli ospedali



insieme

in|siè|me avv., s.m. coesione tra le imprese nel fare ricerca e sviluppo, nel far crescere le persone nel loro ruolo grazie alla formazione e al controllo di qualitĂ , nell’affrontare i momenti difficili ridistribuendo valore


la sharing economy secondo noi La forza delle nostre reti, a tutti i livelli, non sta solo nella massa critica dell’aggregato (il numero di persone, di servizi, di fatturato) ma nell’effetto moltiplicatore del pensiero creativo, della solidarietà interna… La rete non può essere lo spazio del “chi sbaglia paga” ma luogo di co-generazione, di miglioramento continuo della qualità e di innovazione. Le reti sono “esseri viventi” e come tali vanno coltivate in un continuo rinnovo del patto di fiducia tra i membri che le costituiscono


nel consorzio 17 cooperative

All’interno del Gruppo cooperativo si lavora insieme per garantire standard di qualità costanti e sempre migliori e per progettare soluzioni trasversali

Il nostro sistema di gestione Qualità multisito è fatto da:

15 15 24 35 6 13

c

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• • • • • • • • •

L’Abbaino Archimede Arkè Auxilium Il Cenacolo Convoi Cristoforo EDA Servizi Equoidea

• • • • • • • •

4 consorzi C ON S O R Z I d i sc o p o

Ore di aggiornamento e formazione

• • • •

Unità operative certificate Settori di accreditamento Organizzazioni certificate

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ve

Florence Planet Giocolare Il Girasole Itaca Il Koala L’Officina Rifredi insieme Socialeinrete

Risorse impegnate nell’implementazione del Sistema Audit annui effettuati dai referenti consortili sulle sedi delle organizzazioni del multisito e/o sui servizi

i

Fabrica Co&So Salute FormAzione Co&So Network Xenia


2

in toscana 6 consorzi C

• • • • • •

ON

S

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Co&So Firenze Co&So Empoli So&Co Lucca Archè Siena Co&So Pistoia Polis Pisa

R

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I

A livello regionale la rete ci fa più forti nella partecipazione alle gare d’appalto e nello sviluppo condiviso di progetti e servizi area Inclusione sociale Attivazione di un coordinamento e scambio di buone prassi nell’ambito dell’Emergenza Nord Africa in Toscana, a cui hanno partecipato la cooperativa sociale Odissea (So&Co Lucca), le cooperative Arkè e Incontro (Co&So Pistoia), poi anche Arci, Caritas, Fondazione S. Rita e Cerisc. Questo ha messo in rete le strutture di accoglienza in tutte le province toscane.


3

in italia 80 consorzi cgm Gruppo cooperativo Cgm

• • •

80 consorzi in tutta Italia 1.000 cooperative 45mila persone impiegate

A livello nazionale la rete diventa luogo di scambio di esperienze e buone prassi, spazio di progettazione e coprogettazione area Cura Scambio di buone prassi con la cooperativa sociale Biancospino di Como per la riprogettazione dei servizi e l’innovazione dei processi nel settore minori. area Educazione Scambio di buone prassi tra le nostre cooperative dell’infanzia e la cooperativa sociale Alce Rosso del consorzio Copernico di Ivrea, per potenziare i progetti di continuità educativa nei servizi 0-6 anni.

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grazie

grĂ |zie inter., s.m.inv. esprime riconoscenza per le persone, le imprese, le organizzazioni per le quali e insieme alle quali lavoriamo e costruiamo relazioni


: creare COESIONE : è l’obiettivo finale del nostro modo di produrre lavoro. Intendiamo per coesione la mutualità e l’aiuto reciproco tra le generazioni, tra chi costruisce case e chi andrà ad abitarle, TRA CHI CURA E CHI VIENE CURATO, tra chi investe il suo denaro e chi con quel denaro offre servizi alle persone più fragili, tra chi cerca lavoro e chi lo offre. Intendiamo per coesione il nostro modo di fare comunità, attraverso il lavoro. Ed è una cosa che non si fa da soli, si fa insieme


Ascoltare i bisogni delle persone e delle comunità

Società (le comunità di Firenze e della Toscana) Istituzioni Università Associazioni di categoria Terzo settore

Progettare risposte a questi bisogni

Offrire servizi Clienti/committenti (Pubblica amministrazione, Imprese, Organizzazioni religiose)

Management interno Cooperative Rete (regionale e nazionale)

Destinatari dei servizi

Società partecipate

Generare impresa

Consulenti (legali, amministrativi, finanziari) Finanziatori Lavoratori Fornitori Consulenti Organizzazioni sindacali

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Camera di Commercio di Firenze Comune di Barberino del Mugello Comune di Borgo S. Lorenzo Comune di Calenzano Comune di Dicomano Comune di Fiesole Comune di Firenze Comune di Rufina Comune di Lastra a Signa Comune di Londa Comune di Pontassieve Comune di S. Casciano Comune di S. Godenzo Comune di Pelago Comune di S. Piero a Sieve Comune di Scandicci Comune di Scarperia Comune di Sesto Fiorentino Comune di Signa Comune di Vaglia Comune di Vicchio Comunità montana del Mugello Croce Rossa Italiana - Comitato regionale Toscana Estav Centro Asl 10 Firenze Istituto degli Innocenti di Firenze Istituto Penitenziario Minorile di Firenze Ministero dell’Interno Ministero delle Politiche Giovanili Prefettura di Firenze Provincia di Firenze Questura di Firenze Regione Toscana Società della Salute Asl 10 Firenze A.s.p. Montedomini Comune di Orbetello Casa spa Comune di Parma Comune di Lucca Comune di Capannori Tribunale di Firenze

i nostri

ORGANIZZAZIONI SINDACALI

Istituti di credito

Cgil Cisl Uil Usb Cobas

Banca di Credito Cooperativo del Mugello Cassa di Risparmio di Firenze Banca Popolare Etica Banca Prossima Banco Popolare Chianti Banca Credito Cooperativo

ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA

ORGANIZZAZIONI RELIGIOSE

AZIENDE MUNICIPALIZZATE

SOCIETà PARTECIPATE

Agci Confcooperative Legacoop Sunia

Aer Ataf Publiambiente Publiacqua Quadrifoglio

UNIVERSITà DEGLI STUDI DI FIRENZE Facoltà di Economia e Commercio Facoltà di Giurisprudenza Facoltà di Scienze della Formazione Facoltà di Scienze Politiche

Congregazione delle Figlie della Carità Cottolengo Diocesi di Fiesole Diocesi di Firenze Opera Madonnina del Grappa

Accordi Cgm Gruppo Cooperativo Cgm Finance Comunità solidali Consorzio Pan Co&So Empoli Co&So Pistoia Kairos Welfare Italia


stakeholder

TERZO SETTORE

Co&So Empoli So&Co Lucca Archè Siena Co&So Pistoia Polis Pisa Arci regionale Associazione L’Altro Diritto Associazione Nosotras Auser Caritas Diocesana Firenze Consorzio Comars Consorzio Metropoli Consorzio Zenit Cooperativa Sociale Arca Fondazione Devoto Fondazione Telecom Italia Misericordie della provincia Firenze Pubblica Assistenza Uisp Cooperativa Sociale Di Vittorio Cooperativa Sociale CAT Cooperativa Sociale Elleuno Cooperativa Sociale Quadrifoglio Fondazione Casa Lucca Consorzio Con,Opera Cooperativa Sociale Gaetano Barberi Cooperativa Sociale Odissea Fondazione Ente Cassa di Risparmio di Firenze Associazione San Donato

IMPRESE

Arval Consorziocentopercentoitaliano Coop Culture Cooperativa Archeologia Cooperativa di Legnaia Cooperativa Opera d’arte Cooplat Drogheria&Alimentari Ducati Eli Lilly Italia Eudania Fantecmi Ferrari Global Logistic Solutions Ifnet Nuovo Pignone Ge Oil&Gas Océ Hosterfood Servizi Italia Tabru Vivai Fiorentini Canon Palinsesto

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noi

n贸i pron.pers. di prima pers.pl. soggetto plurale, quando chi parla o scrive indica se stesso insieme ad altri


noi, VICINO A TE Per trovare un corso di formazione per inviare il tuo curriculum o la tua candidatura per cercare un asilo nido o un aiuto per un anziano‌ Questi sono i nostri numeri e le nostre email, e dietro ogni numero, dietro ogni email, c’è una persona. Vicina a te


consorzi Co&So Firenze

Co&So Salute

FormAzione Co&So Network

Via Valdipesa, 1 - Firenze Tel. 055 450474 Fax 055 450800 E-mail: segreteria@coeso.org www.coeso.org facebook.com/coesofirenze

Via Valdipesa, 4 - Firenze Tel. 055 450474 Fax 055 450800 Welfare Italia Firenze www.firenze.welfareitalia.eu facebook.com/WelfareItaliaFirenze

Via Valdipesa, 4 - Firenze Tel. 055 4476026 Fax 055 431902 E-mail: info@formazionenet.eu www.formazionenet.eu

Direttore Matteo Conti

Direttrice Patrizia Giorio

Centro Sesto Fiorentino Tel. 055 7950745 Mob. 346 0364193 E-mail: sestofiorentino@welfareitalia.eu

Fabrica

Xenia

Via Valdipesa, 4 - Firenze Tel. 055 450474 Fax 055 450800 E-mail: amministrazione@ consorziofabrica.org

Via Valdipesa, 4 - Firenze Tel. 055 450474 Fax 055 450800 E-mail: amministrazione@xenia.fi.it

Direttrice Patrizia Nuti

Direttore Paolo Pestelli

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COOPERATIVE L'Abbaino

Cooperativa sociale di tipo A Servizi socio-assistenziali ed educativi Area Educazione Largo Liverani 17/18 - Firenze Tel. 055 4221268 / 4221036 Fax 055 4368809 E-mail: segreteria@abbaino.it www.abbaino.it

Archimede

Cooperativa sociale di tipo B Inserimento lavorativo di persone svantaggiate Area Lavoro e inserimento lavorativo Sede di Firenze Via Mercati, 14 - Firenze Tel/fax 055 499863 Sede legale Via di Senni, 69 - Scarperia (FI) Tel/fax: 055 8458036 Laboratorio di Vicchio Via Fratelli Giugni, 6 Sede di Borgo San Lorenzo Via dell’Edilizia, 10 Loc. Baratta E-mail: cooparchimede@cooparchimede.org www.cooparchimede.org

Arkè

Cooperativa sociale di tipo A Area Educazione / Cura Via Antonelli, 307 - Pistoia Tel 0573 964913 - Fax 0573 099995 E-mail: info@arkecoop.it www.arkecooperativa.it

Studio infermieristico Auxilium Studio Infermieri Associati Servizi infermieristici Area Cura Via IV Novembre 49/b Borgo San Lorenzo (FI) Tel. 055 8496116 / 055 499852 Fax 055 8496023 E-mail: studio.auxilium@tin.it www.studioauxilium.it

Il Cenacolo

Cooperativa sociale di tipo A Servizi socio-assistenziali ed educativi Area Immigrazione e marginalità / Educazione Via Pellas, 20/a-b - Firenze Tel. 055 6584985 Fax 055 6586910 E-mail: segreteria@coopcenacolo.it

Convoi

Cooperativa sociale di tipo A Servizi socio-assistenziali ed educativi Area Educazione Via Giotto, 22 - Sesto Fiorentino (FI) Tel. 055 4489010 Fax 055 4484807 E-mail: info@convoi.coop www.convoi.coop


Cristoforo

Florence Planet

EDA Servizi

Giocolare

Cooperativa sociale di tipo B Area Lavoro e inserimento lavorativo Via Lisbona, 23 - Pontassieve (FI) Tel. 055 8323483 / 8313437 Fax 055 8325491 E-mail: info@coopcristoforo.it www.coopcristoforo.it facebook.com/orologioservizi2.0

Cooperativa di produzione e lavoro Servizi culturali Area Cultura e turismo Via Panciatichi, 14 | ed. F – Firenze Tel/fax 055 4369206 E-mail: info@edaservizi.it www.edaservizi.it facebook.com/edaservizi

Equoidea

Cooperativa sociale di tipo B Area Lavoro e inserimento lavorativo / Cultura e turismo Via Lisbona, 23 - Pontassieve (FI) Tel. 055 8323483 / 8313437 Fax 055 8325491 E-mail: info@coopcristoforo.it www.coopcristoforo.it

Cooperativa sociale di tipo B Area Lavoro e inserimento lavorativo / Cultura e turismo Sede legale Via degli Orti, 7 - Badia a Settimo Scandicci (FI) E-mail: direzione@florenceplanet.com www.florenceplanet.com

Cooperativa sociale di tipo A Servizi socio-assistenziali ed educativi Area Educazione / Cura Via Lisbona, 23 - Pontassieve (FI) Tel. 055 8323483 - Fax 055 8325491 E-mail: mail@giocolare.net www.giocolare.net

Il Girasole

Cooperativa sociale di tipo A Servizi socio-assistenziali ed educativi Area Cura Sede legale Via degli Orti, 7 - Badia a Settimo Scandicci (FI) Sede amministrativa Via Valdipesa 4, Firenze (FI) Tel. 055 740462/7601706 Fax 055 4377562 E-mail: coopilgirasole@coopilgirasole.it www.coopilgirasole.it

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Itaca

Cooperativa sociale di tipo A Servizi socio-assistenziali ed educativi Area Cura Via G. Ferraris, 15 - Pistoia Tel. 0573 532529 Fax 0573 534344 E-mail: coopitaca@dada.it

L’Officina

Cooperativa di produzione e lavoro Servizi meccanici e documentali Area Lavoro e inserimento lavorativo Sede legale Via Pellas, 20 A/B - Firenze Sede amministrativa Via Giotto, 22 - Sesto Fiorentino (FI) Tel. 055 4484344 / 4489010 Fax 055 4484807

Rifredi Insieme

Cooperativa sociale di tipo A Servizi socio-assistenziali ed educativi Area Cura / Educazione Via Don Facibeni, 13 - Firenze

Socialeinrete

Cooperativa sociale di tipo B Area Lavoro e inserimento lavorativo Via Giotto, 22 - Sesto Fiorentino (FI) Tel. 055 4484344 / 4489010 Fax 055 4484807 E-mail: info@socialeinrete.com www.socialeinrete.com




#BILANCIOSOCIALE13


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