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Supplemento di Vivere Sostenibile - Dicembre 2017 - n. 45 EDITORIALE
La gratitudine ci rende felici
“Nella nostra vita quotidiana, dobbiamo capire che non è la felicità che ci rende grati, ma la gratitudine che ci rende felici” Albert Clarke tempo di lettura: 4
di Silvano Ventura - direzione@viveresostenibile.net Gratitudine e generosità sono tra i più potenti atteggiamenti che ci portano a provare felicità. Se tutti noi siamo pienamente consapevoli di quanto ci fa bene ricevere un “grazie”, come testimonianza della riconoscenza e della stima altrui, non è altrettanto facile e immediato che, anche esprimere la nostra gratitudine, può farci ricavare enormi benefici. Perché dire grazie è così importante? Come può aiutare noi stessi e fare bene al prossimo? I nostri genitori ci hanno insegnato a dire grazie, fin dalla più tenera età. E in seguito noi lo abbiamo fatto con i nostri figli. Grazie è un vocabolo presente in tutte le lingue del mondo e ovunque esprime il concetto “apprezzo quello che hai fatto per me”. Esprimere gratitudine fa bene alla persona che la riceve, appagando la sua autostima e il suo bisogno di riconoscimento. Alleniamoci ad essere grati! Provare gratitudine è parte della nostra vita emozionale e spirituale. E’ una proiezione positiva di noi stessi verso il mondo e coloro che lo abitano. E’ un modo diretto e positivo per interagire con il prossimo. E’ un’ondata di calore e affetto che irradiamo dal nostro cuore e che pervade chi la riceve, ma anche noi stessi. E’ “lasciarsi andare” con dolcezza e naturalezza. Provare gratitudine ed esprimerla con animo aperto è bello, ed è ovvio che ci faccia sentire più felici! A volte possiamo credere di non avere motivo di compiacerci e di provare gratitudine… è il momento di scuoterci! Focalizziamoci su ciò che abbiamo. Sui nostri affetti, sulle nostre capacità e sui nostri talenti, sugli amici, sui nostri interessi, sui privilegi di cui godiamo anche solo per il fatto di essere nati qui, in questa epoca. Non diamo nulla per scontato o per acquisito per sempre, in quanto nulla ci è dovuto! Basta scuse! Siamo noi stessi gli unici a essere responsabili del nostro stato d’animo e non ha nessun senso concentrarci su ciò che non
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abbiamo più o su quello che altri hanno e noi no. Controlliamo il nostro “focus” e, grati e riconoscenti per ciò che siamo e che abbiamo, dirigiamolo verso quello che vogliamo ottenere dalla nostra vita! Grazie è una parola che ci aiuta ad abbracciare con energia e meraviglia, tutto il nostro mondo. A vedere il lato positivo delle cose ad essere consapevoli di tutto ciò
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che abbiamo a disposizione e, infine, a godere del presente. Con questa consapevole gratitudine io mi rivolgo a voi redattori, collaboratori, amici, lettori e sostenitori di Vivere Sostenibile, ringraziandovi per la strada e per il reciproco obiettivo di crescita e di consapevolezza che stiamo condividendo. GRAZIE!
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Capo Redazione Maddalena Nardi redazione@viveresostenibile.net
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ALIMENTAZIONE CONSAPEVOLE
PRIMAVERA 2016
NATALE È SOSTENIBILE
Buone pratiche, belle idee e buona amministrazione
p. 3
p. 4-5
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BENESSERE CORPO E MENTE AGRI-CULTURA
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Carlo Pagani Caroline Aitken Catherine Ratajczak Guidi Daniela Lorizzo Elena Balsamo
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Linda Maggiori Marco Matera Marina Giusti Paola Massi Renata Balducci
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Le emozioni in economia di Daniela Lorizzo, la prima Banking Trainer in Italia – www.danielalorizzo.it
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Stiamo vivendo una crisi che non ha molti precedenti, dove c’è tanto; di tutto. Ci ha costretti a mettere in discussione non solo il sistema finanziario ma anche molte delle teorie economiche su cui questo sistema si reggeva. Come sempre ci sono aspetti positivi in ogni crisi che non a caso possono diventare buone opportunità, in questo momento potremmo intravedere un enorme esperimento mondiale dove il sistema economico moderno si rende sempre più palesemente lontano dalla realtà. Offre il fianco e in questo modo ci dà l’opportunità di guardarlo e verificarne le debolezze. La domanda sorge spontanea: cos’è che non ha funzionato? Le scienze cognitive ci possono venire in soccorso e spiegarci che quando dobbiamo prendere delle decisioni molto spesso la parte razionale si fa da parte e si accendono altri riflettori. E così spesso ci troviamo a fare scelte economicamente irrazionali. Ma l’irrazionalità capita a caso? I nuovi studi ci mostrano che la nostra “scatola” è meno efficiente di quanto pensiamo, e che “l’occhio vede quello che vede anche se sappiamo quello che sappiamo”. Quindi non possiamo vedere in modo diverso da come vediamo, al di là delle cose che sappiamo perché il nostro cervello mette in atto processi automatici che “sistemano” l’informazione. Questo vale anche per le nostre decisioni e scelte, potremmo essere convinti che se dovessimo scegliere fra A e B la nostra scelta sarebbe la stessa al di là della cornice. In realtà abbiamo un sistema di preferenze interiore predefinito che può rendere diversa la scelta in base alla cornice, diventiamo così irrazionali grazie alla nostra parte emotiva. Quindi? Naturalmente non esiste un essere totalmente razionale, a tutti parte una risposta emotiva. Più razionale non è chi non prova emozioni ma è chi ha una migliore relazione con i propri processi cognitivi, colui che agisce conoscendo i propri condizionamenti emotivi e i proprio meccanismi mentali. Interessante “vedere” le cose da questo punto di vista, spostare l’osservazione ci offre la possibilità di vedere oltre e di non cadere nelle trappole mentali che fanno arricchire le grandi multinazionali che di questo si occupano da sempre. Detta così potrebbe sembrare difficile, ma in realtà come sempre basta sporzionare il complesso e renderlo semplice. La prima mossa che mi sorge spontanea è prendermi il TEMPO, tempo per comprendere, per scegliere, per verificare se sto dando retta a un bisogno o ad una necessità. So che questo TEMPO prezioso va contro un meccanismo quotidiano ormai così scontato che passa sotto la soglia della consapevolezza. Oggi la fretta, la scarsità di tempo, si traduce in un troppo, troppa velocità, troppi impegni, troppa paura, troppe informazioni che non riesco a sistemare, a digerire, ad assaporare. E quindi forse è tempo di togliere e non di aggiungere.
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Come riprenderci il nostro tempo #2 tempo di lettura:
di Jo Gabel
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Un training apposito per riappropriarvi del tempo, è quello di cui avete bisogno per realizzare tutto ciò che volete dalla vita. Uscire dall’ingranaggio che soffoca, e che sequestra fantasia e libertà, è possibile, ma è ugualmente importante continuare a lavorare bene, possibilmente meglio. Attraverso una serie di articoli, vi proporrò diversi approcci per economizzare il tempo ed impiegarlo in modo efficace e benefico per voi stessi: vi convergeranno idee e strategie comportamentali, ispirazioni di coaches e psicologi, suggestioni colte da film, o racconti di letteratura, che potranno aiutarvi a sviluppare la nostra capacità organizzativa. Il fine giustificativo è permettere alla vostra creatività di manifestarsi, attraverso il “recupero del tempo per voi stessi” e, in questo modo, brillare in salute e benessere. A questo scopo procuratevi quello che diverrà il vostro quaderno dei compiti a casa (un block notes o l’ultima app per appunti andranno benone, purché siate disposti a farne il vostro livre de chevet). Solo mantenendo un rapporto costante con la vostra pianificazione, potrete andare alla ricerca del vostro temp perdu e reincanalarlo nel flusso di coscienza. Per farne cosa sarà affar vostro. Ma guardatevi dal reimpiegarlo in attività frenetiche, proseguendo in un loup senza fine. Meglio usarlo per sé stessi: per quella cosa che si sarebbe voluto sempre fare e per la quale, semplicemente, non c’era tempo. Nella mia attività di life coach ho incontrato dozzine di persone alle prese con la gestione del tempo e per ognuno di loro c’erano diverse soluzioni entro le quali riorganizzare la loro vita. Ma per attingervi avete dapprima bisogno di applicare le modalità che vi raccomando: in questo modo individuerete subito come ottenere il massimo beneficio e getterete le basi per il prossimo step. Preparatevi a conquistare una nuova dimensione per vivere meglio e in modo più proficuo. Che abbiate grandi sogni nel cassetto o vogliate solo migliorare le vostre performances, se seguirete i miei consigli, passo, dopo passo, vi avvicinerete alla vostra meta!
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ALIMENTAZIONE CONSAPEVOLE INVERNO 2017
L’impronta ecologica del cibo che mangiamo di Francesca Cappellaro, ricercatrice Ingegneria della Transizione Tutti noi conosciamo la piramide alimentare, che indica le giuste quantità di cibo da consumare per un’alimentazione sana e a tutela del nostro benessere. Nella parte bassa della piramide troviamo i cibi da consumare più spesso, quotidianamente, come ad esempio frutta e ortaggi, cereali soprattutto integrali e tanta acqua, almeno 1 litro e mezzo al giorno. Salendo verso l’alto, vi sono gli alimenti da assumere solo sporadicamente, come dolci, salumi e carne, soprattutto quella rossa. Uno studio di Barilla Center for Food Nutrition (www.barillacfn.com) ha individuato un’altra piramide: quella ambientale, dove ad ogni alimento è associata la sua impronta ecologica. Questa piramide è rovesciata perché nella parte inferiore presenta quegli alimenti con minori impatti sull’ambiente e nella parte superiore riporta i cibi che determinano un maggiore consumo di risorse. L’indicatore di questi impatti è l’impronta ecologica, ossia la quantità di terreno e di acqua necessaria per rigenerare le risorse che sono state utilizzate per i prodotti da noi consumati. Tutto ciò tenendo conto del ciclo di vita, ossia di tutte le fasi che hanno permesso di ottenere quel prodotto: dall’estrazione delle materie prime alla coltivazione, raccolta, lavorazione, confezionamento, trasporto, uso, fino allo smaltimento finale. L’impronta ecologica indica quindi una superficie di terreno e di acqua necessaria per sostenere il consumo di quel prodotto. Questa unità di misura è stata definita dal Global Footprint Network ed è identificata nei m2 globali. I metri quadri globali comprendono varie superfici: l’area dei terreni necessari per produrre l’energia, ossia lo spazio occupato da una centrale
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elettrica ma anche la superficie vegetale necessaria per l’assorbimento dell’anidride carbonica generata dalla combustione dei combustibili fossili; l’area occupata dalla produzione agricola e dall’allevamento; il terreno forestale per produrre legname e carta; la superficie idrica per i prodotti della pesca; le aree edificate che ospitano gli insediamenti urbani, industriali e le strade. Da questo calcolo si ottiene, ad esempio, che l’impronta ecologica associata al consumo di 1 kg di verdura è di 2 m2, mentre per 1 kg di carne è di 118 m2. Attraverso questo indicatore è possibile conoscere l’impatto ambientale del cibo che mangiamo. Ad esempio se una persona assume una dieta vegetariana,
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l’impronta a essa associata è di 140 m2 a settimana e di 7.280 m2 in un anno, che corrisponde ad una superficie pari a circa 27 campi da tennis. Una dieta mediterranea che privilegia vegetali e carboidrati e ha un bilanciato consumo di carne e pesce, ha un impronta di 161 m2 a settimana e di 8.370 m2 in un anno, pari a circa 32 campi da tennis. Invece, una dieta che tutti i giorni prevede il consumo di carne ha un’impronta di 188 m2 a settimana e di 9.780 m2 in un anno, pari a circa 37 campi da tennis. Grazie alla piramide ambientale è possibile quindi comprendere a quali alimenti è associato una maggiore impronta ecologica e un correlato impatto ambientale. Se confrontiamo le due piramidi, quella ambientale con quella alimentare, possiamo desumere che scelte alimentari e impatti ambientali sono tra loro collegate. Quindi, ciò che fa bene a noi è anche ciò che ha un minore impatto sull’ambiente. Purtroppo, l’impronta ecologica mondiale dal 1960 ad oggi è in continua crescita e dalla metà degli anni settanta siamo entrati in deficit ecologico, ossia abbiamo superato i limiti della capacità rigenerativa del nostro pianeta. Agendo sulle nostre scelte alimentari e attraverso piccole azioni quotidiane possiamo abbassare questa tendenza e riequilibrare questo deficit. L’invito quindi è quello di acquistare prodotti locali, biologici e di stagione, riducendo i consumi di carne e di cibi eccessivamente elaborati. L’impronta ecologica ci aiuta a capire che attraverso le nostre scelte alimentari possiamo fare la differenza, non solo per la nostra salute, ma anche per quella del pianeta!
La mozzarella vegetale, ecco come farla in casa di Stefania Rossini, blogger - www.naturalmentestefy.it Più semplice e veloce di quanto sembra leggendola o scrivendola! Ingredienti: •gr 50 di fecola di patate o amido di mais •gr 70 yogurt di soia al naturale NON ZUCCHERATO •ml 60 più due cucchiai di latte di soia al naturale •4 cucchiai di olio di girasole o extravergine •pizzico di sale
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Miscelare con un minipimmer 2 cucchiai di latte di soia e 4 cucchiai di olio in modo da dormare una specie di panna veg molliccia. Metterla in parte che ci servirà tra poco. In una pentola unire i 60 ml di latte con i 50 gr di fecola di patate, mescolare bene con una frusta, aggiungere i gr 70 di yogurt amalgamare, unire il pizzico di sale e la panna che avevamo realizzato, mescolare bene, mettere sul fuoco a fiamma bassa. Continuare a mescolare con la frusta fino a che il composto farà i grumi, a questo punto mescoleremo con un cucchiaio di legno, il composto intento si cuocerà si unirà e formerà una palla. Prendere senza scottarci magari con l’aiuto dei guanti questa palla, lavorarla un poco e metterla in un contenitore oliato. Fare raffreddare 2 minuti poi coprire con pellicola trasparente e mettere in frigorifero per 2 ore a questo punto potete utilizzare questa mozzarella.
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Intolleranza al frumento e celiachia: come distinguerle e trattarle di Elisa Cardinali, Biologa Nutrizionista
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Gli alimenti che mangiamo più frequentemente sono anche quelli che possono provocare i sintomi più tipici delle intolleranze: gonfiore addominale, colite, crampi, acidità di stomaco e dermatiti. In Italia l’alimento di maggior consumo è il frumento e, molto spesso, si commette l’errore di confondere l’intolleranza a questo cibo con la celiachia che è un’intolleranza permanente al glutine ed, in particolare, a delle proteine dette gliadine presenti nel grano, nel farro nell’orzo, nel kamut, nella segale, nella spelta e nel triticale. Se la celiachia, di cui è presente una spiccata componente familiare, viene diagnosticata tramite una biopsia dei villi intestinali che risultano appiattiti e ridotti, l’intolleranza al frumento viene individuata tramite un’analisi delle IgG, che evidenziano il contatto ripetuto e frequente con quest’alimento. Nell’individuo celiaco, al momento, l’unica terapia consiste
Torta di zucca al cioccolato Senza grassi, senza latte & company, ma con tanto sapore! di Marina Giusti, naturopata
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Ingredienti: •300 grammi di zucca •4 uova del contadino •200 grammi di zucchero di canna integrale •1 presa di sale •mezzo limone bio •100 grammi di cioccolato fondente 80% •1/2 cucchiaino di polvere di cannella •125 grammi di mandorle tostate macinate oppure nocciole o un •mix di entrambe •1 cucchiaino di polvere lievitante senza fosfati •100 grammi di farina di farro integrale bio macinata a pietra, io uso quella dell’az. Agricola “Torrei dei Campani” che è a KM0 Tritate il cioccolato con il coltello grossolanamente; grattugiate la zucca dalla parte dei fori mediopiccoli per ottenere una polpa abbastanza fine, a meno che non vogliate una torta molto più rustica. Mettete le uova, lo zucchero e il sale in una ciotola, montate con la frusta e sbattete il composto a velocità medio alta fino a quando non sarà bello gonfio e chiaro. Intanto grattugiate la scorza del limone e spremete il succo, e aggiungeteli al composto. Subito dopo abbassate la velocità e aggiungete il cioccolato tritato, la cannella, la farina di mandorle, e la zucca grattugiata, aspettate che il tutto sia ben amalgamato, e per ultima inserite la farina di farro mescolata molto bene con la polvere lievitante. A questo punto fate andare la frusta alla velocità più bassa che potete, solo fino a quando non si vedrà più la farina. Versate l’impasto nella teglia o imburrata o con carta forno (io uso quelle di silicone che non richiedono nulla) e infornate. Lasciate cuocere per cinquanta minuti, la torta sarà pronta se alla prova dello stecchino non si attacca l’impasto. Questa ricetta viene consigliata farcita con marmellata di ribes e spolverata di zucchero a velo, ma vi assicuro che già così è una delizia! Se comunque la volete farcire aspettate che sia raffreddata prima di tagliarla per non romperla tutta.
nell’esclusione completa degli alimenti contenenti frumento, mentre per l’individuo intollerante è possibile guarire gradatamente rieducando il corpo a tollerarlo. Tuttavia, nonostante le evidenti differenze, almeno inizialmente, le due diete possono coincidere per diversi giorni della settimana in cui gli alimenti contenenti frumento saranno banditi anche per l’intollerante e saranno sostituiti con alimenti alternativi. E’ bene comunque mantenere un’alimentazione equilibrata e bilanciata con tutti i nutrienti anche per i giorni di esclusione. La colazione potrebbe essere impostata con gallette di riso, mais o grano saraceno su cui spalmare ricotta magra e marmellata o miele. A pranzo e a cena la fonte di carboidrati sarà costituita da riso, pasta di mais, patate, polenta, miglio e quinoa mentre per fonti proteiche, verdura e frutta non esistono limitazioni particolari anche se alimenti troppo grassi andrebbero limitati per non infiammare un intestino già indebolito e provato. E’ una buona abitudine mantenere gli spuntini per tenere sotto controllo la produzione di insulina e, anche qui, la scelta può essere ampia: frutta fresca, yogurt, latte, gelati e sorbetti senza addensanti, gallette farcite con formaggio o affettati
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magri (gluten free). Infine non va trascurata la scelta delle bevande: soprattutto quelle alcoliche come birra, whisky, gin e vodka contengono frumento e andrebbero evitate, mentre per l’assunzione di spremute, latte vaccino, tè, tisane, latte di riso, avena e soia non ci sono controindicazioni, ma un attento controllo dell’etichetta nutrizionale è sempre consigliabile.
Benedire il cibo di Beatrice Calia, Chef di cucina natural green Il cibo è una vera benedizione. Lo è dal momento in cui viene seminato, coltivato, raccolto, e lo è quando arriva sulle nostre tavole. È importante che il cibo che andrà a formare le nostre membra e i nostri stati d’animo sia in risonanza con noi. Ecco perché da sempre si usa benedire il cibo. Ci sono svariati modi per benedire il cibo, alcuni di noi pregano prima di mangiare, altri lo fanno mentre cucinano, c’è chi canta in cucina, chi dedica il proprio lavoro a una divinità e chi invece ringrazia la Vita quando lavora la terra o quando ne raccoglie i frutti e le buone erbe. Mangiare, bere, respirare, amare, gioire, sono inni alla Vita. Lo stesso vivere potrebbe essere celebrato con un ringraziamento, con un pensiero di gratitudine, con un sorriso. Guardando al passato, i nostri antenati ci hanno lasciato molteplici testimonianze di benedizioni al cibo, già l’essere lieti dinnanzi ad esso è grandioso. Possiamo cercare di rendere migliore il nostro cibo parlando ad esso col cuore, ringraziandolo per essere cresciuto, per essere giunto a noi crudo o cucinato, per essere così buono. Siamo fatti in prevalenza di acqua e Musaro Emoto diceva che ogni parola ed emozione influenza l’acqua caricandola di immensa bellezza, e in certi casi la fa addirittura morire. Gli studi e le straordinarie foto dei cristalli dell’acqua che Musaro ci ha lasciato, lo testimoniano. Il bene dire, il parlar bene, nutrirà ogni nostra cellula aiutandoci ad avere corpi sempre più attivi. Il corpo per tutta la vita ci consente di compiere ogni cosa, quindi, va nutrito col meglio, pensieri, parole, aria, acqua, cibo ed azioni. Benediciamo il cibo, ringraziamo la Vita, non occorrono grandi gesti, basta l’attenzione, l’esser presenti a ciò che entra e a ciò che esce da noi. Vi auguro ogni bene e dato che il pane è il cibo sacro per eccellenza e rappresenta uno dei cardini della nostra alimentazione, voglio donarvi la ricetta dei panini gasati che mi è stata tramandata dalla cara amica Francesca Durastante. Farina e acqua gasata, non occorre lievito, e in pochissimo tempo, potrete apprezzare questi panini che dinnanzi ai nostri occhi, in forno, gonfieranno come per magia. Impastate farina, sale e acqua gas molto fredda, poi formate delle piccole palline e mettetele subito in forno che dovrà essere molto caldo. La reazione freddo-caldo fa scoppiare le bollicine dell’acqua e gonfierà i vostri panini. Una volta cresciuti, e un po’ dorati saranno pronti.Vedrete sono sorprendenti. Sperimentare sempre e abbiate cura di voi che siete l’ingrediente principale della grande ricetta che è la Vita. Un basen dall’Erbana. www.beatricecalia.it
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NATALE È SOSTENIBILE inverno 2017
Idee per un Natale MOLTO Sostenibile
di Linda Maggiori
E’ possibile vivere il Natale a impatto (quasi) zero con una famiglia numerosa? Noi abbiamo 4 figli, la più piccola appena nata e gli altri maschietti dai 4 ai 9 anni. Per noi il Natale non è tempo di compere e viaggi in auto, visto che l’auto non ce l’abbiamo e ci muoviamo solo in bici o coi mezzi pubblici, non andiamo nei centri commerciali e di regali ne acquistiamo pochi. Triste? No, anzi! Cominciamo dai preparativi: oltre ad un piccolo alberello di Natale, finto, che era di mia nonna e avrà 40 anni, in genere noi facciamo solo il presepe: lo facciamo coi pupetti vecchi, di quand’ero bambina, sempre gli stessi, la capanna con i rametti, e con quel po’ di muschio rimasto e conservato dall’anno precedente. I bambini si divertono a posizionare tutti gli animali e commentare (in genere nel nostro presepe ci sono più animali
che esseri umani). Se c’è qualcosa che è il contrario esatto del presepe, è la follia consumistica dei centri commerciali, del traffico e delle luminarie. Il Natale è purtroppo spesso anche tempo di sprechi e cibi esotici, a km 1000. Noi alla vigilia e a Natale siamo ospiti, e non possiamo mettere bocca sul menu natalizio, che non è del tutto vegetariano. Ho però convinto sia mia mamma sia mia suocera a non comprare frutti esotici come ananas, oppure comprarli solo del commercio equo e non esagerare a preparare tanto cibo. Lo spreco è praticamente nullo. Non si butta via niente. Dopo le feste non si cucina più e si mangiano gli avanzi delle feste finché non terminano! Ma questo lo faceva mia nonna, mia mamma, mia suocera...insomma è una tradizione contadina che per fortuna non si è persa. Alcuni hanno paura di deludere i bambini se non si fanno tanti regali, se non si passano intere giornate nei centri commerciali a riempire il carrello. I nostri bambini, come in genere tutti i bambini, detestano passare le giornate nei negozi, o dentro un’auto a cercare il parcheggio.
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Per passare feste felici chiedono solo di: non andare a scuola, stare coi nonni e coi cuginetti, giocare tutto il giorno sugli alberi a fare capanne con la paglia, andare in bici…. Questo è il massimo dei loro desideri. Tutto il resto è un di più…possono anche ricevere due regali in croce. Ma cosa regaliamo ai bambini per Natale? I nostri genitori regalano ai nipotini pochi regali, ma che siano etici, belli, duraturi e decisi insieme. Costruzioni, libri, pupazzi di stoffa o strumenti di falegnameria, a seconda dell’età e dei gusti. Ma nulla di elettronico o con pile. Con i cuginetti o gli amichetti si scambiano regali “usati”, cioè ogni bambino impacchetta un suo gioco o libro e Io regala all’altro bambino. In ogni gioco usato c’è un po’ di storia del bimbo che ci ha giocato, quindi per i bimbi un gioco o un libro usato vale molto di più di un gioco nuovo di zecca e anche noi genitori (e le nostre tasche) sono più felici! Anche la carta regalo è riciclata, in genere incartiamo i regali con carta vecchia di giornali, riviste…e spago, sono davvero belli e multicolore! Pochi oggetti, pochi soldi, poco traffico, questo dovrebbe essere il Natale, al di là di ogni significato religioso o trascendente: dovrebbe essere la festa della condivisione, della sobrietà, del rispetto del creato, la festa di ogni bimbo che nasce, del suo diritto ad un mondo migliore.
Botti... No grazie! di Catherine Ratajczak Guidi, educatore cinofilo
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La fine dell’anno è un momento difficile per cani, gatti, uccellini. Grazie a delle campagne di sensibilizzazione sull’argomento sempre più comuni hanno proibito l’uso dei botti sul proprio territorio. Ma anche se sono diminuiti non sono comunque spariti del tutto. Come aiutare i nostri animali a superare quella notte nel migliore dei modi? Per quanto riguarda i cani fate una bella passeggiata di pomeriggio in modo che l’animale si rilassi. Ad ogni modo non portatelo più fuori dopo le ore 21 perché spesso vengono fatte delle prove prima di mezzanotte. Quel giorno il cane dovrà essere tenuto al guinzaglio e mai lasciato libero; dovrà indossare collare o pettorina ben stretti specialmente se sapete che lui ha paura dei botti. L’uscita serale sarà possibilmente breve e lontana dalle zone a rischio (parco pubblico o parco giochi). Gli animali vanno tenuti in casa, non lasciati in giardino o in terrazzo. I sensi dell’udito e dell’olfatto sono nettamente più sviluppati nel cane e rendono gli scoppi all’aperto davvero intollerabili. Se rimanete in casa cercate di comportarvi normalmente. Evitate un eccesso di carezze e rassicurazioni per non rinforzare lo stato ansioso del cane ma non ignoratelo del tutto. Una carezza ogni tanto quando lui è più fermo e tranquillo va bene. Lasciate che il vostro amico scelga dove stare, sotto a un letto, dietro a una tenda o nelle vostre vicinanze, basta che sia un luogo sicuro. Verrà fuori quando il “pericolo” sarà passato. Abbassate le tapparelle e tenete accese le luci per evitare che il cane veda i lampi. Può essere d’aiuto tenere alto il volume della televisione (evitando i collegamenti in diretta) o della musica. Inoltre se il cane è particolarmente ansioso sarebbe opportuno lasciarlo a digiuno di sera. Se invece il cane rimane da solo valgono le stesse raccomandazioni chiudendolo però in una stanza dove sta abitualmente. Può essere d’aiuto l’uso di un diffusore di feromoni sia nella stanza che nella cuccia.Togliete gli oggetti quali cuscini, tappeti, vasi, ecc.... Un cane in preda al panico può essere estremamente distruttivo. Se il vostro cane è anziano o cardiopatico consultate il vostro veterinario e valutate insieme se è il caso di dargli un blando sedativo o un rimedio omeopatico. Infine se avete preso un cucciolo da poco non lasciatelo mai da solo la notte di Capodanno. E’ troppo vulnerabile per affrontare una situazione del genere senza la vostra presenza, e il rischio di farne un adulto pauroso è davvero altissimo. Sereno Capodanno a tutti!
Se hai finito di leggere VIVERE SOSTENIBILE, regala la tua copia a una persona che pensi sia interessata a questi argomenti. Con un piccolo gesto, ti farai un nuovo amico, contribuirai al riuso e a migliorare le relazioni e la qualità della vita della tua comunità.
Buone pratiche, belle idee e buona amministrazione
DICEMBRE 2017
1 network di editori indipendenti 8 edizioni su carta e on line 18 province 1 milione di lettori
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Un messaggio di consapevolezza e fratellanza Tempo di lettura 4 min.
di Maddalena NardI Lo scorso settembre abbiamo avuto la grande gioia di incontrare Sua Santità il XIV Dalai Lama, Tenzin Gyatso, il leader spirituale del Tibet in esilio, che ha inaugurato il Festival delle religioni a Firenze. Durante l’incontro, organizzato dall’Istituto buddista Lama Tzong Khapa di Pomaia (PI), la massima autorità̀ spirituale del Buddhismo tibetano ha dato alcuni messaggi importanti, che voglio riportarvi in questo tempo di festa. “Sono onorato di poter essere qua e condividere con voi questa discussione sul senso di responsabilità che deve abbracciare il mondo intero. Siamo nati tutti uguali. Io sono uno dei tanti sulla terra e tutti, fin da appena nati, abbiamo il DIRITTO alla FELICITA’. Ho 82 anni e nella vita ho visto molti conflitti. Anche ora, mentre noi siamo qui tranquilli, in altre parti del mondo tanti soffrono di pene che noi stessi creiamo. Anche tanti bambini… Credo che questo vada risolto. Ma come? Proviamo a guardare all’UGUAGLIANZA che sta tra noi: siamo tutti esseri umani, con 2 braccia, un cuore, un sorriso; non fissiamoci sulle differenze che ci fanno
dividere, esse sono secondarie. Nell’incontrare un altro penserò: “ecco un altro come me” e gli sorriderò – io sorrido anche e soprattutto alle persone più serie ed impettite, a volte faccio loro anche il solletico! – lui sorriderà con me. Non penserò: “ecco uno straniero”: questo ci dividerebbe. Dovremmo impegnarci per vivere tutti insieme su questo pianeta. Dovunque vado promuovo l’UMILTA’ degli esseri umani. I conflitti religiosi sono assurdi: la religione, qualsiasi essa sia, insegna l’amore e il rispetto dell’altro. Il continente indiano è un esempio di convivenza pacifica tra tante diverse religioni in uno stesso luogo. Questo è possibile! Chi uccide smette di essere religioso. Siamo un’unica umanità globale. A livello economico, ma anche ambientale: ci sono cambiamenti che coinvolgono tutti noi umani per questo dobbiamo imparare a stare insieme, rispettando le scelte di ognuno. Le differenze sono importanti come in un giardino ricco di fiori diversi. Se ce ne fosse uno soltanto sarebbe molto meno bello! C’è molta SPERANZA nel mondo: io la vedo! Abbiamo imparato dalle
sofferenze delle guerre ad essere UNITI. L’umanità deve essere più grande dell’interesse del singolo! L’intelligenza deve essere al servizio del BUON CUORE, non della rabbia. Credo che questo andrebbe inserito nel sistema educativo rispetto al quale, confesso, sono molto critico, perché quello odierno guarda solo alla crescita materiale, mentre dovrebbe includere anche la crescita interiore. La natura è globale e ci abbraccia tutti nello stesso modo senza differenze, per questo dico che siamo un’unica comunità di 7 miliardi di essere umani e dobbiamo convivere insieme, non c’è modo di togliere una parte di questa comunità, dobbiamo stare insieme e vivere bene insieme, anche se succede che certi politici e capi di stato utilizzano le religioni per mettere le persone l’una contro l’altra. Perdono, tolleranza, pazienza, queste sono le cose che dobbiamo sviluppare. La PACE GENUINA sia a livello familiare che di comunità e mondo, deve cominciare da dentro i singoli individui, senza la pace dentro al singolo non può esserci una pace mondiale”. Grazie.
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SETTEMBRE 2017
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Buone pratiche, belle idee e buona amministrazione
Smetti di fumare grazie a un metodo completamente naturale! Nirdosh® è un metodo certificato che ha aiutato migliaia di persone a smettere di fumare! Tempo di lettura 4 min.
Per un dono etico, salutare e rispettoso di te, i tuoi amici e l’ambiente puoi scegliere il Programma Nirdosh® per smettere di fumare. Una scelta naturale per sostituire le abituali sigarette con beedies alle erbe che possono coadiuvare l’abbandono di tabacco e nicotina. Le beedies alle erbe Nirdosh® sono composte da una miscela di erbe ayurvediche, che si possono fumare e che possono essere una valida alternativa alle sigarette. Smettere di fumare di colpo è possibile se la volontà di porre fine alle abitudini associate al fumo è ferrea. Le beedies alle erbe Nirdosh® possono aiutare in questo poiché lasciano inalterata la gestualità ma sostituiscono tabacco
e nicotina con erbe che non danno assuefazione, pur assicurando un gusto pieno, intenso e corposo che può dare appagamento anche ai fumatori più incalliti. Perchè le Nirdosh® non fanno male? Le beedies Nirdosh® non sono senza combustione ma la miscela di erbe ayurvediche è avvolta in una foglia di Tendu, pianta simile all’eucalipto, che in combustione rilascia olii essenziali aromatici e totalmente naturali. L’assenza di carta lavorata e di benzopirene (la sostanza a base di idrocarburi che permette alle sigarette di bruciare completamente anche senza aspirare) fa sì che in combustione si formino meno composti aldeidici e polinucleari.
La carta usata nella industria del tabacco, in combustione rilascia almeno otto agenti chimici dannosi per la salute, cosa che le beedies Nirdosh® non fanno. Per questo non fanno male e possono coadiuvare ad arrivare a stare senza sigarette meglio delle sigarette elettroniche vendute in farmacia o rispetto al fumare tabacco naturale, perché lasciano inalterate le gestualità legate al fumare ma distolgono dall’assuefazione causata da tabacco e nicotina. METODO NIRDOSH® Il metodo è facile da seguire e si propone di dissuadere dal fumo introducendo alcune Nirdosh® e diminuendo quelle con tabacco e nicotina. 1. Fumare le beedies Nir-
dosh® al mattino, o almeno fare in modo che la prima del mattino sia una Nirdosh® 2. Evitare luoghi e situazioni che vi inducano a fumare 3. Bere molta acqua o tisane depurative, 4. Associare un’alimentazione sana e se possibile evitare alcool e caffè 5. Camminare molto e/o iniziare una pratica sportiva 6. Informare amici e parenti della vostra decisione di smettere di fumare 7. Ogni tre giorni eseguire un areosol inserendo 3 gocce di Olio essenziale di Palo Santo® Nirdosh® è un prodotto destinato ad aiutare le persone durante la dissuefazione dal tabacco. Ingredienti: Basilico (Oci-
mum basilicum), Curcuma (Curcuma Longa), Liquirizia (Glycyrrhiza glabra), Cannella (Cinnamomum zeylanicum), Chiodi di garofano (Eugenia cario-
phyllata), Trachispermum ammi (Carum copticum), Commiphora Mukul (Gangal, Guggul), Diospyros embryopteris (Tendu). Ci trovi su www.nirdosh.it
I beedies Nirdosh® sono: » Dispositivi Medici di Classe 1 » Prodotti VeganOk » Totalmente naturali » Non contengono nicotina e tabacco » Non contengono benzopirene » Non sono trattate con pesticidi » Non sono testate su animali
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dicembre 2017
Fermati, Vivi e puoi capire (ed evitare) lo psicopatico che è vicino a te
Ti sembra di essere circondata/o sempre più da psicopatici? Ebbene sì, è vero! Si tratta di una sensazione sempre meno teorica e sempre più una (spiacevole) realtà. Per questo bisogna trovare il modo di riconoscere i segnali di questa vicinanza (il/ la proprio/a partner? il capo ufficio? il/la vicino/a di casa?) e soprattutto il modo di difendersi. Bärbel Mechler personal coach ed esperta in comunicazione e comportamenti inadeguati - ha scritto un libro che contiene esempi e istruzioni precise che hanno l’obiettivo di ridare coraggio a tutte quelle persone che si ritengono deboli, liberandole dalle grinfie dei loro manipolatori, bugiardi, egoisti, inaffidabili e tiranni. Il libro si intitola Circondati da Psicopatici (Macro ed.) e potrebbe essere letto stando comodamente sulla nostra ideale panchina gialla che
contraddistingue la campagna del Gruppo Macro, ovvero Fermati, Vivi! (fermativivi.it) scelta per festeggiare i nostri 30 anni di attività. Per riconoscere un psicopatico è bene, infatti, fermarsi, per capire come fare per liberarsene. Ne abbiamo chiesto conferma alla stessa autrice. Signora Mechler, chi sono i psicopatici? Lo psicopatico generalmente è quel tipo di persona che senza alcuno scrupolo si pone al di sopra degli altri, cerca di controllarli e turba le loro esistenze. Con tutta probabilità, ad ognuno di noi viene in mente almeno una persona dalla quale è impossibile difendersi e la cui presenza trasmette una sensazione di impotenza o addirittura di minaccia. È bene stare alla larga da queste persone, e non farsi soggiogare dai loro subdoli giochi di po-
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tere. Per riuscire a proteggersi dagli psicopatici è importante essere ben informati sui loro comportamenti e processi mentali e sulle loro carenze; in modo poi da liberarsene. Proviamo, allora, a identificarne qualche caratteristica. Gli psicopatici sono soprattutto egoisti: pensano che sia assolutamente legittimo e naturale non soltanto che gli altri facciano del loro meglio per accontentarli, ma anche che
diano tutto il possibile, e senza ricevere gratitudine o essere contraccambiati in alcun modo. Le persone a maggior rischio di diventare vittime di soggetti di questo tipo sono ingenue e fiduciose, si lasciano entusiasmare con facilità e di conseguenza si accorgono troppo tardi di essere state usate soltanto a scopi opportunistici. È anche difficile comunicare con uno psicopatico?
Agli psicopatici non interessa uno scambio di opinioni autentico e informativo, ma la possibilità di mettersi in luce; perciò può accadere, da un momento all’altro, che abbiano reazioni colleriche e aggressive se si nega loro il consenso, poiché per loro un’opinione diversa è un rifiuto della loro persona. Viene da pensare che siano anche particolarmente presuntuosi, giusto? La smaccata sopravvalutazione di sé è un tratto tipico degli psicopatici. Sviluppano meccanismi efficaci in grado di escludere in modo sicuro e affidabile tutti i tratti indesiderati dal proprio campo visivo. Portano una maschera stabile non solo nei confronti degli altri, ma soprattutto nei confronti di se stessi, anche se la situazione finisce per essere ridicola. Egoisti, scontrosi, presuntuosi ecc...: ma come ci si può
difendere da loro? Un modo è quello di far capire allo psicopatico che potrebbe rimetterci lui stesso. Lo psicopatico è convinto di aver architettato molto bene il suo piano contro di noi e che la violenza che vuole infliggerci (verbale o non) resterà impunita. Ma se si resta fermi e coraggiosi, gli si fa capire che si ha i mezzi per difenderci e, eventualmente, per una possibile denuncia, lo psicopatico farà un passo indietro. Anzi, potrebbe finalmente iniziare a provare rispetto nei nostri confronti, e magari anche paura. Il libro di Bärbel Mechler contiene molti altri identikit e conseguenti modi di riconoscere e liberarsi da uno/a piscopatico/a. Come diceva un famoso slogan “Se lo conosci, lo eviti”: idem per lo psicopatico. Leggere, per credere, alcuni estratti del libro da questo link bit.ly/libropsico.
SCARSO
Esercizi di felicità - Pratiche quotidiane per il corpo e il cuore
Autore: Sepp Holzer Editore: Arianna Editrice Pagine: 300 – prezzo di Copertina: 18,60 €
Autori: Giulia Calligaro con Jayadev Jaerschky Editore: Ananda Edizioni Pagine: 240 – prezzo di Copertina: 19 €
L’austriaco Sepp Holzer, esperto in agricoltura naturale di fama mondiale e “contadino ribelle” mette a disposizione dei proprietari terrieri di molti Paesi della Terra la sua compe-tenza in qualità di consulente. È il momento di adottare la permacultura di Holzer! Egli ci dimostra come sia ancora possibile evitare o attenuare gli effetti di molte catastrofi di domani, pensando e agendo in cooperazione con la natura. Gli interventi in questa di-rezione non vanno demandati soltanto ai politici, ma anche a insegnanti, agricoltori, scienziati, casalinghe o piccoli giardinieri. La “permacultura di Holzer” può contribuire a guarire il paesaggio e a prevenire catastrofi globali come la desertificazione. Questo manuale, corredato da circa 300 fotografie, consigli pratici e tavole illustrate, raccoglie i risultati che Sepp Holzer ha ottenuto in 40 anni di esperimenti, lavoro e passione nello sviluppare e propagare un’agricoltura eseguita nel rispetto e nella cooperazione con l’ambiente.
Un libro bello, ben fatto e utile. Cosa può cambiarci di più la vita dell’essere pienamente felici? Ricordandoci di deciderlo in prima persona - e per questo di “esercitar-ci” ad esserlo ogni giorno – la giornalista Giulia Calligaro e il maestro yoga Jayadev Jaerschky ci accompagnano in queste pagine alla scoperta del coraggio, del perdono, della paura… abbinando a ogni diversa emozione riflessioni personali, asana, affer-mazioni e ispirazioni di Paramhansa Yogananda. Il tutto abilmente corredato da immagini davvero speciali, fin da subito rigeneranti. Femminile e Maschile si incon-trano ed esprimono le infinite sfaccettature del cammino della realizzazione del Sé. Grazie di questo libro che ho sentito subito come un regalo prezioso. Grazie dell’avere risvegliato attenzione e gioia dove la velocità del quotidiano aveva reso tutto sopito.
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BENESSERE CORPO E MENTE
Ipertensione arteriosa: la risposta della medicina tradizionale cinese di Paola Massi, operatrice tuina Esistono due forme di ipertensione arteriosa: la prima e più diffusa, quella che rimane inspiegata e le cui cause sono sconosciute, è detta essenziale e riguarda il 90% dei casi, mentre l’ipertensione secondaria è il risultato di patologie renali, endocrine o cardiovascolari congenite. Quando si parla di ipertensione i valori di riferimento sono 140/90 o più alti, mentre valori corretti si aggirano sui 120/80 mm Hg. Con il termine pressione del sangue si intende la forza con cui il sangue viene spinto attraverso i vasi sanguigni dal cuore che svolge un’azione di pompa. Se questa pressione rimane alta troppo a lungo o è soggetta a picchi, la persona può essere incline a malattie cardiovascolari, infarti o ictus e gli organi interni possono subire danni. Tra i fattori che determinano l’insorgenza dell’ipertensione, lo stress emozionale è uno dei principali. Anche un’alimentazione inappropriata, il troppo lavoro, l’età senile, uno scarso esercizio fisico e uno scorretto stile di vita come il fumo e l’alcol sono determinanti. La Medicina Tradizionale Cinese ha un approccio alternativo in relazione all’ipertensione collegandola ad un eccesso dell’energia del Fegato o a un deficit di quella dei Reni. Proprio in seguito a stress, alimentazione scorretta o età avanzata, i fluidi, il qi (o energia) e il sangue non scorrono più liberamente nel corpo, causando ristagni e blocchi, o vuoti energetici. La componente yin del Rene (i fluidi che nutrono, idratano e rinfrescano) diminuisce non riuscendo a nutrire
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correttamente lo yin di Fegato (suo figlio nella Teoria dei 5 Elementi), permettendo così allo yang di Fegato non più bilanciato (yin/yang), di divampare verso l’alto. Anche la collera, emozione in relazione al Fegato, è causa di questa “iperattività dello yang di Fegato che sale in alto”. Il consumo eccessivo di sale (che indebolisce il Rene e indurisce le pareti dei vasi sanguigni), cibi grassi, fritti, carni, latte e derivati e l’assunzione di alcol sono fattori scatenanti. La dietetica cinese consiglia il consumo di alimenti cosiddetti “freschi” in antitesi ai sopra descritti considerati “caldi” e quindi causa di calore nel corpo. Consigliati frutta e verdure fresche, cereali integrali e legumi. L’approccio della Medicina Cinese è di ristabilire l’equilibrio del corpo al fine di riportare la persona a uno stato di salute. Per questo si avvale di tecniche quali l’agopuntura e il Tuina (massaggio cinese) ristabilendo l’equilibrio energetico e aiutando l’individuo a diminuire lo stress che è una delle radici di questa condizione. Inoltre sono consigliate attività quali Qi Gong e Tai Qi, tecniche facenti parte della Medicina Cinese che prevedono esercizi ritmici, lenti che inducono alla calma, a uno stato mentale meditativo che allevia lo stress e le tensioni con effetti positivi sulla pressione arteriosa. L’ipertensione arteriosa se non curata può essere pericolosa, ma la comparsa di questo sintomo può indurci ad una interpretazione più costruttiva e positiva: un avvertimento del nostro corpo che qualcosa nel nostro stile di vita necessita di un cambiamento.
Sali da bagno e scrub fatti in casa: piccoli regali home made di Rosaria Scotto – www.ifioridelbene.com/blog Regalare a parenti e amici il nostro tempo è forse l’unico regalo che non ha valore. Il fai-da-te, infatti, richiede tempo, dedizione e passione e chi scarterà un regalo realizzato “su misura” di certo apprezzerà tanto impegno, soprattutto se si tratta di un regalo originale ed anche molto utile. I sali da bagno o lo scrub saranno sicuramente apprezzati da quelle amiche attente alla cura della pelle nel rispetto dell’ambiente. Infatti gli “ingredienti” sono del tutto naturali, mentre il confezionamento può essere anche interamente di recupero. I sali da bagno forse non sono adattissimi proprio a tutti come regalo, a meno che non si sia un amante del genere. Mentre lo scrub farà letteralmente impazzire chi lo riceverà. Occorrente: • barattoli vetro con chiusura ermetica • nastri • stoffa Per i sali da bagno: • Sale marino grosso • Bicarbonato di sodio • Oli essenziali • Colorante alimentare liquido (opzionale) Procedimento: In una grande ciotola,mescolare 9 parti di sale marino grosso e 1 parte di bicarbonato di sodio.Aggiungere qualche goccia di oli essenziali. Per un effetto più trendy, si può aggiungere anche qualche goccia di colorante alimentare, o, nel rispetto del tema “green”, usare coloranti naturali come il succo della barbabieto-
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la o degli spinaci. Riponendo il sale nei barattoli, si possono inserire anche petali di fiori o rametti di aromatiche. Per lo scrub: Sale grosso o zucchero di canna (lo zucchero è più delicato) olio di mandorle olio essenziale Procedimento: Mescolare 1 parte di sale (o di zucchero) e 2 di olio di mandorle. Unire qualche goccia di olio essenziale a scelta e mischiare per ottenere un composto omogeneo dalla consistenza granulosa. Riporre il composto nei vasetti. I vasetti una volta riempiti, possono essere decorati con nastri, stoffa o quant’altro, in base ai gusti e alle disponibilità. Si possono aggiungere etichette o biglietti con la composizione del prodotto e sull’utilizzo. Anche i nastri e i veli o i sacchetti delle bomboniere qui vengono in soccorso per arricchire ulteriormente il confezionamento.
INVERNO 2017
I desideri del bambino nella pancia della mamma di Elena Balsamo, pediatra Parlami! Non sono troppo piccolo per on capire. Raccontami le tue gioie e le tue pene. Spiegami in ogni momento che cosa sta succedendo cosicché io non abbia paura, giacché non è il dolore che mi spaventa ma il doverlo sopportare da solo. Guardami! Io esisto già, dentro di te. Fammi spazio dentro il tuo cuore Toccami! Accarezzami attraverso il tuo ventre tondo, fammi sentire che si sei, che sei qui con me, che non sono solo. Nutrimi! Mostrami la bellezza del mondo, canta per me le più dolci canzoni, raccontami una storia perché io possa sognare...
Il Bicicletterario Parole in Bicicletta!
di Elena Lepone
E’ il premio letterario per opere inedite che abbiano come tema la bicicletta: unico, in questo, tanto in Italia quanto nel mondo. Giunto alla IV edizione, la formula del Premio resta, a grandi linee, la stessa, ma ci sono delle belle novità. Innanzitutto, la partecipazione - come sempre - è totalmente gratuita e aperta a tutti. Le sezioni: poesie/adulti, racconti/adulti, miniracconti/adulti, poesie/ragazzi, racconti/ragazzi, poesie/bambini e racconti/bambini; a queste si aggiunge una nuova sezione, generale, senza distinzione di età: quella degli aforismi sulla bicicletta, sviluppati in una manciata di caratteri, un’unica frase o anche due/ tre concatenate a formare un periodo di senso compiuto, che siano originali e inediti, come ogni opera ammessa a partecipare. Belle e stimolanti anche le novità in giuria. Prestigiosa e qualificata, è così composta per la IV edizione: Presidente Onorario: EMILIO RIGATTI (scrittore, educatore, cicloviaggiatore); Madrina: Rossella Tempesta (poeta); 16 gli importanti membri. La scadenza per l’invio delle opere - che devono essere inedite – è fissata improrogabilmente per il 18 febbraio 2018, mentre le premiazioni si terranno nel Comune di Minturno (LT) nei primissimi giorni di giugno 2018, come sempre nell’ambito di una grande festa dedicata alla bicicletta in tutti i suoi aspetti. Sulle pagine del sito, www.bicicletterario.blogspot.it, è possibile trovare tutte le informazioni a riguardo.
Consigli di lettura...
Empatia. Al cuore della Comunicazione nonviolenta Autori: Jean-Philippe Faure, Céline Girardet Editore: Terra Nuova Edizioni Pagine 195 – prezzo di copertina: 14 € “Per noi - scrivono gli autori – l’empatia rappresenta innanzitutto un’arte di vivere, l’arte di entrare in contatto con il cuore degli esseri viventi e di sviluppare la loro forza di compassione.” Partendo da questa premessa Faure e Girardet illustrano la Comunicazione nonviolenta dalle radici (i nostri bisogni) alle richieste (viste come doni), guidandoci passo passo verso l’accoglienza dell’altro. Si parla di tempo e attenzione, di sentimenti e di catena dei bisogni, di compassione e di quel tipo di ascolto di sé e dell’altro che può portare a un mondo migliore. Un manuale ben scritto e scorrevole, rivolto a tutti, ricco di esempi e di informazioni pratiche affinché l’empatia diventi un patrimonio comune nelle relazioni quotidiane.
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Siamo quello che ci spalmiamo di Rossana Vanetta Lo sapete che la pelle è l’organo più esteso del nostro corpo? Le sue funzioni sono quelle di difenderci dagli agenti esterni, proteggere i tessuti e gli organi interni, favorire la termoregolazione ed eliminare tossine tramite il sudore. Prestare attenzione ai cosmetici che utilizziamo non è solo una questione di bellezza ma anche di salute. Lo slogan “noi siamo quello che ci spalmiamo” ci ricorda che i prodotti applicati sulla nostra pelle vengono assorbiti e diventano parte del nostro organismo. A volte nella formulazione di prodotti di cosmesi vengono utilizzate purtroppo sostanze dannose per il nostro corpo (e per l’ambiente) perché di basso costo rispetto ad ingredienti naturali e benefici. Ed è così che possiamo ritrovare all’interno del nostro corpo tracce di piombo, assorbito tramite l’applicazione di un rossetto, o sostanze di derivazione petrolifera, assimilate con un olio idratante formulato addirittura per i bambini. In nostro soccorso arriva l’INCI, ovvero la lista degli ingredienti, presentati in ordine di quantità, con le nomenclature internazionali, che per legge deve essere presente sul flacone o sulla scatola di tutti i cosmetici. Ecco un elenco di alcuni tra gli ingredienti più dannosi per il nostro organismo che possiamo evitare consultando l’INCI dei nostri cosmetici: -i siliconi: aggiunti ai prodotti per rendere la pelle dall’aspetto vellutato o far apparire la vostra chioma più lucida e setosa, quello che realmente fanno è rivestire la cute o i capelli di un film sintetico che sì, garantisce l’effetto promesso, ma che in aggiunta non consente la respirazione degli strati sottostanti, rendendo in realtà i capelli secchi e la cute spenta e grigia. Questi effetti collaterali saranno visibili non appena interrompiamo l’uso di prodotti con siliconi, perché solo in quel momento potremo realmente toccare e vedere i nostri capelli e la nostra pelle. Se decidete di non utilizzare più prodotti di questo tipo, potrete notare un apparente peggioramento della vostra pelle e dei vostri capelli, ma non preoccupatevi: state solo vedendo ciò che il silicone aveva mascherato. Continuate ad utilizzare prodotti bio e naturali e dopo al massimo tre settimane vedrete la pelle e i capelli risplendere di luce propria,
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elastici e finalmente sani. Negli INCI i siliconi si posono trovare come: Dimethicone, Amodimethicone, Cyclomethicone, Ciclopentasiloxane, Dimethiconol, Trimethylsiloxysilicate. -i petrolati: come suggerisce il nome, si tratta di sostanze che derivano dalla lavorazione del petrolio. Dagli effetti simili ai siliconi possiamo ritrovarli indicati come: paraffinum liquidum, petrolatum, mineral oil, vaselina, paraffina. -formaldheyde: presente soprattutto in molti smalti, è irritante per pelle, capelli e mucose. - triclosan: disinfettante, registrato come pesticida, è tossico per l’uomo e l’ambiente. -SLS (sodium lauryl sulfate) e SLES (sodio laureth solfato): schiumogeni aggressivi. Possono essere tollerati dalla cute se usati con parsimonia all’interno di una formula ben bilanciata. Nel dubbio è bene preferire prodotti formulati con tensioattivi naturali più delicati -Alluminium: antitraspirante ed antibatterico. Utilizzato soprattutto nei deodoranti, è da evitare in quanto aggressivo e si ipotizza legato ad insorgenza di cancro al seno. -i parabeni: in merito a questi conservanti sintetici vi è un’annosa questione non ancora risolta. C’è chi sostiene siano addirittura cancerogeni ma non vi sono evidenti prove scientifiche a conferma di questa tesi. E’ possibile comunque trovare in commercio cosmetici con conservanti naturali sicuri. Se quindi li si desidera evitare basta eliminare dal nostro beauty prodotti contenenti: methylparaben, ethylparaben, butylparaben, propylparaben. -altri ingredienti aggressivi per la cute ed inquinanti per l’ambiente come: EDTA-TETRASODIUM EDTA ; PEG Polietilenglicole e PPG; cocamide Mea,Tea, Dea ; Urea (Imidazolidinyl); Propylene glycol. Ovviamente questa lista non è completa di tutti gli ingredienti dannosi per l’uomo e l’ambiente, è consigliabile quindi affidarsi a specialisti del settore, che sappiano indicarci prodotti di alta qualità e con un buon INCI. Oltre al consiglio di controllare l’etichetta dei vostri prodotti vi lascio
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di seguito qualche piccola dritta per una cosmesi eco-sostenibile: • eliminate i dischetti di cotone per struccarvi. Spesso sono sbiancati con sostanze tossiche e in quanto prodotto usa e getta hanno un impatto ambientale non indifferente. Come alternativa usate gli appositi panni in microfibra struccanti acquistabili online, nelle profumerie e bioprofumerie e in alcune farmacie. • preferite flaconi senza ulteriore packaging in carta o plastica, dalla finalità puramente estetica. • sostituite le tinte chimiche, inquinanti ed aggressive, con erbe tintorie ed hennè naturale (assicuratevi che sia puro al 100% e che non vi sia aggiunto picramato, colorante sintetico inquinante) • scegliete spazzole per capelli e spazzolini da denti in materiali naturali come legno o bambù, più biodegradabili rispetto a quelli in plastica. • utilizzate prodotti solidi come alternativa ai liquidi: in commercio è possibile trovare non solo saponi, ma anche shampoo, balsami o struccanti. In questo formato durano di più, non necessitano di conservanti e impiegano meno spazio nel trasporto. • fate molta attenzione all’autoproduzione: è vero che si tratta di una pratica più sostenibile, ma ricordiamoci che non è un gioco e in rischio c’è la nostra pelle ed è possibile procurarsi danni seri. Non lanciatevi in complesse preparazioni per viso e capelli, ma al massimo seguite i consigli di un esperto chimico cosmetico per la preparazione di formule semplici, rispettandone accuratamente le dosi. Ricordate che anche prodotti naturali come gli oli essenziali possono essere pericolosi se non utilizzati in maniera adeguata. • siate parsimoniosi con le dosi: spesso i prodotti di alta qualità sono molto concentrati ed è perciò necessario un quantitativo minimo di prodotto per ottenere i risultati desiderati • ed infine sappiate che la bellezza nasce dentro noi stessi: non focalizziamoci sui difetti ma ricordiamoci che l’amore per se stessi e un sorriso sincero sono la migliore crema di bellezza che possiamo usare.
Consigli di lettura...
MagiRacconti di Emme Autore: Monica Ognibene – disegni di Claudia Galli Editore: Mandorla Edizioni Pagine 126 – prezzo di copertina: 12 €
Je suis l’Autre - progetto di Comunicazione Mite ideato da Stefano Lancini (stefano.jesuislautre@gmail.com), sociologo e comunicatore sociale, e Alessandra Franzelli, psicologa. Con sguardo generativo Je suis l’Autre propone la mitezza come base di dialogo, le emozioni come specchio d’indagine e la diversità come rivelatrice della propria identità.
“Tu sei una Bimba della Terra... Io sono un Bimbo delle Nuvole... Verrò da te quando mi penserai e i nostri Cuori di Bimbi creeranno Arcobaleni di Amore e Gioia...” La prima volta che ho letto i racconti di Monica mi sono emozionata... Sono semplici, non altezzosi, sono come scritti da una bambina... la Bambina Interiore... e parlano proprio a quella parte bambina che ognuno di noi ha, che sia adulto oppure non ancora. Quella parte che ha bisogno di ricordare che la Magia non è qualcosa di straordinario; di ricordare che i miracoli, gli incantesimi accadono nel vivere quotidiano, proprio nella normalità che è disseminata di scintille, perle, bolle di colore e farfalle, se solo sappiamo vedere… oltre!
AGRI-CULTURA
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Ferrara
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Un mese in giardino: dicembre/gennaio Commenti e riflessioni del maestro giardiniere di Carlo Pagani - carlo.pagani@ilmaestrogiardininere.it
MERC ATI CONTADINI OGNI MERCOLEDÌ
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Dicembre e gennaio fanno pensare di appartenere al periodo naturale di riposo del giardino e dintorni, ma non sempre le cose LA PIANTA VEDETTE stanno così. Molto dipende dalle nevicate poiché queste ci isola- Mi hanno sempre incuriosito le piante che fioriscono in inverno no dal contatto con la terra e quando di lassù l’Amministratore e in particolar modo quelle che lo fanno sotto la neve. Si tratta delegato decide di dispensarci da questo bianco inconveniente, i del Galanthus nivalis, meglio conosciuti come i bucaneve per la lavori nel giardino continuano con ritmi rallentati ma comunque sua caratteristica fioritura che mostra i copolini bianchi sbucare stimolanti. dalla neve a fine gennaio. I Galanthus si piantano a tardo autunno, La potatura degli arbusti da fiore, è paragonabile ad un’arte scul- basta un piccolo forellino nel terreno profondo pochi centimetri. torea. Piante dalla ramificazione scomposta e scapigliata residuo di Cresce bene ai bordi delle aiuole, sotto le siepi e volendo anche un anno di vegetazione, passano attraverso le forbici del giardinie- disseminati nei prati, poichè dopo la fioritura le esile foglioline re come attraverso quelle del parrucchiere. Ultimato l’intervento possono essere rasate insieme al prato e puntualmente l’anno di riordino della ramificazione, arbusti come Lagestroemia ed successivo i bulbi rifioriranno. Con il tempo tenderanno ad auHibiscus appaiono come vere e proprie opere d’arte. Mi capita mentare moltiplicandosi e finendo per creare dei veri e propri spesso di ripetere durante le mie rubriche televisive che la forbice tappeti fioriti. Durante le stagioni a seguire rimarranno interrati in mano al giardiniere è come lo scalpello in mano allo scultore, e non avranno bisogno di alcuna cura. Si coltivano anche in zone con la differenza che l’opera dello scultore rimane materiale mor- ombreggiate poiché la fioritura avverrà in un momento in cui le to e per centinaia d’anni rimarrà tale, mentre la pianta reduce alberature sono prive del fogliame. dalle forbici del giardiniere è viva e solo se l’intervento cesorio sarà ben fatto, la reazione l’anno successivo darà fioriture abbondanti o frutti copiosi, una scultura viva e in movimento. La forbice è considerata dal giardiniere come la nonna della motosega e d’inverno quando nevica gli si dedicano le attenzioni manutentive necessarie. Lubrificazione della molla e affilatura del taglio faranno sì che anche il giardiniere in erba diventi ben presto un abile professionista. L’inverno non si limita a evidenziare le forme architettoniche delle alberature spoglie ma qualche fiore ce lo regala ancora. Il Calycanthus praecox ne è l’esempio più eclatante, i suoi fiori gialli dalla Carlo Pagani è in TV sul canale Leonardo (222 del digitale terrestre) fragranza intensa e inconfon- ogni mattina alle 9 con la rubrica Guida al Verde dibile iniziano a rallegrarci da metà dicembre e proseguono Consigli di lettura... ininterrottamente fino a fine gennaio. La nostra signora Francesca non manca mai di anticiparne la fioritura asportando porzioni di rami da mettere in vaso fin dai primi di dicembre. D’altronde lei è abituata a stupire le amiche per le sue conoscenze del mestiere e Autore: Selina Lake racconta a tutte che i rami recisi degli arbusti di inverno e inizio Editore: Logos Edizioni primavera consentono di avere fiori freschi a mazzi durante tutto Pagine: 160 – prezzo di Copertina: 20 € l’inverno. Sfiorito il Calycathus, sarà tempo di raccogliere i rami di Forsithia e a seguire quelli del Chaenomeles o cotogno da Bellissimo. C’è molto altro fiore, messi in vaso con acqua finiscono per anticiparne la fioritura da dire, ma la prima cosa e fornire quel tocco di gentilezza al soggiorno. Nel giardino inverche colpisce in questa pubnale non deve mai mancare una pianta di agrifoglio, le sue bacche blicazione è la bellezza delrosse raccolte a mazzetti sono l’augurio di Natale e completano le soluzioni proposte, delle il nastro che avvolge il regalo per le amiche. Consiglio sempre di foto con cui sono ritratte, praticare la raccolta dei rami dell’agrifoglio asportando le punte del volume stesso, per genterminali dei rami, questo equivale ad una potatura di rimonda te come me che ama ano di formazione e la pianta vi sarò grata mantenendo una forma che esporli per casa certi compatta durante l’anno successivo. Anche a capodanno è festa oggetti speciali. La Lake, per le piante, il vischio ne sa qualcosa. Complice la tradizione che stylist di interni e autrice di lo vuole bene augurante per l’anno che verrà. Anch’egli partecipa successo (molto nota per il alla creazione di festoni e mazzetti liberando le piante che lo hansuo stile romantico e vinno ospitato durante l’anno come tigli, mandorli, frassini e querce, tage e per il suo popolare le quali possono finalmente trarre un sospiro di sollievo. Di questi blog) ci propone una panogiorni il prato è coperto di foglie rinsecchite e sulla loro presenza ramica sull’utilizzo delle piante nell’arredo: stampe botaniche, le scuole di pensiero si dividono. Da una parte gli intransigenti grafiche, serre, capanni e piante d’appartamento. Prendendone rappresentanti del prato rasato e ben curato anche in inverno e spunto ci ispira nella trasformazione di vari ambienti in rigodall’altra i poetici e passionari attenti osservatori dei movimenti gliose oasi di pace. Lo stile botanico può così essere vintage, e della grazia della natura. Quest’ultimi aspettano che le brinate ma anche bohémien, industriale o tropicale. “Botanico naturale” ricamino le foglie cadute dagli alberi regalando emozioni invernali chiude il libro con una nostalgica carrellata di idee che arrivano a chi guarda dalla finestra e speranza di trovarci sotto un lombrico direttamente dal giardino, dal legno e da antiche illustrazioni. per i pettirossi infreddoliti. Se la neve è abbondante ci si rifugia su “Riempire la casa di piante - scrive l’autrice - alla lunga può dare internet. Un paio d’ore passano agevolmente setacciando siti che dipendenza, a causa del loro potere di trasformare all’istante trattano la vendita di semi e bulbi per la primavera. Se le giornate un ambiente facendolo sembrare più sereno e pieno di vita. Da saranno soleggiate l’orto invernale è pronto a riempire la vostra quando ho iniziato a lavorare a questo libro, il mio soggiorno è tavola con gli ortaggi di stagione. Dicembre e gennaio, due mesi diventato una giungla (…)”. Chissà che non capiti anche ai suoi lunghissimi ma che stimolano a pensare alla primavera. Febbraio lettori: a giudicare dalle foto ci si guadagna davvero! sarà breve e basterà una giornata tiepida a farci dimenticare che è trascorso un altro anno, la natura è sempre puntuale!
Botanical Style
INVERNO 2017
dalle 8 alle 14 L’AGRIMERCATO DI GRISÙ Mercato a filiera corta degli Agricoltori di Campagna Amica – Coldiretti Ferrara con prodotti freschi e trasformati della Filiera Agricola. Un mercato contadino che recupera spazi cittadini, vicino alle persone del quartiere, dove ritrovare i sapori della propria terra e il piacere di fermarsi per parlare e per scoprire il gusto del buon cibo. Ex caserma dei Vigili del fuoco con ingresso da Via Ortigara 11, Ferrara www.spaziogrisu.org/lagrimercato-di-grisu/
OGNI GIOVEDÌ dalle 8 alle 14 MERCATO BIOPERTUTTI Prodotti di stagione biologici e biodinamici, locali e a prezzo equo.Vendita diretta di frutta e verdura, pane, formaggio, olio, vino, pasta, farine da grani antichi, sughi, marmellate, biscotti e dolci. Prodotti di cosmesi, oli essenziali, detergenti per la casa, artigianato eco sostenibile. Info point per conoscere meglio il bio. Piazzale dei Giochi, Ferrara www.facebook.com/biopertutti
OGNI SABATO mattino MERCATO DELLA TERRA Oltre trenta piccole aziende contadine del territorio provinciale e oltre cento tipologie di prodotti locali, tradizionali, stagionali; garantiti da chi li produce. Tutti prodotti ogm free, moltissimi biologici e tutti con l’Etichetta Narrante del produttore della sua storia aziendale, produttiva e personale. Organizzato dalla Condotta Slow Food di Ferrara Cortile del Baluardo del Montagnone,Viale Alfonso I D’Este, 11 - Ferrara www.facebook.com/pages/Slow-Food-Ferrara-la-nuova-paginaufficiale
OGNI PRIMA E TERZA DOMENICA DEL MESE
mattino e pomeriggio MERCATO DEL CONTADINO Ogni prima e terza domenica del mese i produttori agricoli e gli operatori dei prodotti tipici ferraresi danno vita ad una rassegna - mercato dell’agroalimentare della provincia. All’insegna della “filiera corta” è possibile scoprire le produzioni di stagione delle campagne come frutta, verdura, vino, riso, aglio, e tanto altro. Prodotti sia freschi che trasformati; anche fiori e piante. Piazza del Municipio, Ferrara
OGNI SECONDA DOMENICA DEL MESE
eccetto luglio, agosto, dicembre e gennaio dalle 8 alle 19 MERCATINO DEI PRODOTTI BIOLOGICI Gli associati al “Giardino dei semplici” sono operatori che intendono divulgare e promuovere prodotti naturali biologici, ecologici, erbe aromatiche, spezie, piante naturali, prodotti del sottobosco, confettura, prodotti di apicoltura, per la cura del corpo e della casa, giardinaggio, il tutto sano e naturale attraverso la Fiera del prodotto naturale biologico. Piazza Trento Trieste, Ferrara www.emiliaromagnaturismo.it/it/eventi/ferrara/ferrara/mercatino-dei-prodotti-biologici
AGRI-CULTURA
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Ferrara
MODENA www.ferrara.viveresostenibile.net
INVERNO 2017
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Come ottenere lo scheletro di una foglia di Rosaria Scotto – www.ifioridelbene.com/blog Forse ti sarà capitato già di imbatterti in questi eterei oggetti misteriosi, più simili a delle piume, che non a delle foglie. Gli scheletri delle foglie, “skeleton leaves” in inglese, possono essere utilizzati per decorare pacchetti, impreziosire biglietti, realizzare composizioni o diventare veri e propri gioielli. In commercio si trovano di tutti i colori, forme o misure, ma realizzarli è piuttosto semplice e gratificante. Occorrente: - bicarbonato
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- candeggina e coloranti (opzionali) - spazzolino da denti - foglie (le più adatte sono acero, gardenia, magnolia, castagno, betulla o faggio) Per ogni mezzo litro d’acqua occorrono circa 20 grammi di bicarbonato. Far riscaldare la soluzione e prima dell’ebollizione, versare le foglie all’interno. Le foglie vanno letteralmente lessate per circa 30 minuti e scolate con estrema delicatezza. Una volta freddate, bisogna riporle su un piatto o un tagliere e spazzolate delicatamente con lo spazzolino da denti per eliminare la lamina fogliare dalle nervature. Successivamente lo scheletro può essere sbiancato con qualche goccia di candeggina per un effetto neutro, o addirittura colorato con colori naturali (barbabietola, zafferano, spinacio, ecc...) o alimentari. Prima di essere impiegate in qualsiasi tipo di composizione, necessitano di un’accurata e prolungata asciugatura, maneggiandole sempre con estrema delicatezza.
4 tecniche di permacultura per coltivare con meno fatica e più raccolto/1 di Caroline Aitken - traduzione di Flavio Troisi
La coltivazione in permacultura può essere applicata a spazi di ogni tipo. Impariamo come usare questi metodi a bassa manutenzione per creare il nostro orto-giardino ad alta produttività. Per lo più le persone interessate a fare permacultura operano in contesti domestici – una casa indipendente o un appartamento con un giardinetto. La permacultura va benissimo nei piccoli spazi, è ideale in questo genere di situazioni.Vi presentiamo alcuni metodi di coltivazione tipici della permacultura per rendere il vostro orto o giardino sano, bisognoso di poco lavoro e soprattutto molto produttivo. 1- Zero zappa Il suolo è la base della vita sul nostro pianeta, e quindi bisogna capire che dobbiamo prendercene cura in modo che possa supportare le piante che ci danno da mangiare. La rete alimentare del suolo è complessa e delicata e la cosa forse peggiore che possiamo farle è rivoltare e spezzare e rompere regolarmente la terra. Per tradizione scaviamo per scompattarla e creare un suolo adatto alla semina, incorporando fertilizzanti e rimuovendo le erbacce. Ci sono tanti modi per evitare di scavare regolarmente, cosicché non solo salviamo il suolo, ma anche un sacco di energie. 2 – Coltivare su “letti rialzati” o “cassoni” La coltivazione a letti rialzati, detti anche cassoni, è un modo semplicissimo di coltivare senza scavare. L’area di coltivazione viene divisa in cassoni permanenti della misura adatta a chi coltiva. Fate in modo che il centro possa essere facilmente raggiunto da
ogni avvallamento scavato intorno. Il cumulo di terra dei cassoni lo si ottiene recuperando il suolo da questi avvallamenti scavati tutto intorno e buttandolo sopra l’area di coltivazione, che di solito viene abbondantemente arricchita di compost. In questo modo creiamo un “effetto tumulo”, una collinetta, da cui il nome “letto rialzato”. I cassoni non hanno necessariamente materiali rigidi intorno ai bordi, anche se alcuni preferiscono realizzarli per tenere fuori l’erba, coltivare le verdure oltre la portata dei conigli e delle mosche bianche, o per rendere più facile raggiungerli anche a chi ha limitazioni nei movimenti. Il suolo sulla superficie dei cassoni è profondo ricco e può sostenere un’alta densità di piante, che quindi possono essere coltivate a breve distanza l’una dall’altra, meno di quella abitualmente osservata. Questo rende i cassoni molto produttivi, e soprattutto molto adatti a crescere policolture (ne parliamo sotto). Se devi raccogliere le radici non hai nemmeno bisogno di scavare, il suolo è spesso così soffice e friabile che vengono fuori in un secondo. Il compost viene aggiunto sui cassoni ogni anno e, come in natura, la vita del suolo lo incorpora prendendolo dalla superficie e portandolo giù per convertirlo in nutrienti. Naturalmente un po’ bisogna scavare, può essere necessario all’inizio, probabilmente per un paio di anni il suolo sarà molto compatto e mancherà di materiale organico. La cosa ideale è far sì che il suolo diventi fertile, e poi permettere alla vita del sottosuolo di prendervi alloggio. Senza vermi e microorganismi il suolo è morto e il solo modo di coltivare è usare fertilizzanti chimici. Queste creature vivono e si
nutrono di materia organica – sono ciò che trasformano i rifiuti della vostra cucina in compost. Quando aggiungi il compost, aggiungi vita, e la vita del suolo nutre le piante. Prossimamente gli altri 2 consigli… Fonte: www.permacultura-transizione.com
dal 30 agosto 2017 al 30 gennaio 2018
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