COPIA OMAGGIO
BIO-ECO RIVISTA INDIPENDENTE
Supplemento di Vivere Sostenibile - Dicembre 2016 - n. 34
INVERNO 2016
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EDITORIALE
UN MONDO MIGLIORE
tempo di lettura:
di Silvano Ventura - direzione@viveresostenibile.net
La fine di un anno è sempre un punto di svolta. Ma forse mai come in questo tempo, in me e nelle tante persone che ogni giorno incontro, percepisco un’ansiosa e inquieta ricerca di un cambiamento profondo, data dalla certezza che siamo in un momento decisivo di svolta dell’umanità; all’inizio di una nuova Era. Abbiamo la fortuna di vivere nella parte “ricca” della Terra e questo, indipendentemente dalla nostra condizione economica e sociale soggettiva, ci garantisce di avere disponibili oltre l’80% delle risorse del pianeta, pur essendo meno del 20% della sua popolazione. Abbiamo la libertà di scelta in ogni ambito quotidiano della nostra vita e questa è una grande responsabilità, poiché è con le nostre scelte che possiamo far nascere bellezza, equilibrio e giustizia! Sentiamo che il modello di mondo nel quale viviamo è per molti versi sbagliato, ingiusto e insostenibile e sogniamo di appartenere ad un mondo ideale, che per ora esiste solo come possibilità. Ma è la stessa possibilità della sua realizzazione, che lo rende reale! Dipende da noi realizzarlo nelle nostre vite, nelle nostre scelte quotidiane, nel nostro “sentire” interiore. Il coraggio di fare scelte “diverse”, può ispirare e rendere più felici e armoniosi i nostri giorni. Mettiamoci in ascolto di noi stessi e cerchiamo una coerenza tra ciò che siamo, ciò che sentiamo e le azioni che facciamo. Un allineamento “cuore, mente e mani”, che inevitabilmente, ci porterà ad un cambiamento del nostro modello di vita, della nostra comunità e del mondo. Perché quando cambia il nostro paradigma interiore, cambia anche quello del mondo che ci circonda! Questo “sentire profondo” e le azioni coerenti di ognuno di noi, possono muovere ogni cosa in un universo dove siamo tutti interconnessi, dove tutti siamo parte di un unico insieme. Per donare a noi stessi e agli uomini e alle donne di domani, un mondo migliore! Buona lettura del numero di Dicembre di Vivere Sostenibile e Auguri di un bellissimo e felice 2017!
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che vogliono promuoversi utilizzando “Vivere Sostenibile” Parma e Piacenza
Cos’è “Vivere Sostenibile” Parma e Piacenza? E’ un progetto divulgativo sui temi della sostenibilità economica, ambientale, sociale e culturale, che si sviluppa con un magazine mensile, un sito web, una newsletter agli iscritti al portale e una APP. A cosa serve “Vivere Sostenibile” Parma e Piacenza? A fare incontrare domanda e offerta di prodotti e servizi eco-sostenibili. A informare un target attento e sensibile a questi temi su: novità, nuovi prodotti e servizi, eventi e iniziative di aziende, Enti e associazioni. A fare aumentare la consapevolezza dei cittadini sull’urgenza di un cambiamento del paradigma di sviluppo e ad orientarne acquisti e comportamenti quotidiani, verso un modello basato su efficienza, decrescita, equità sociale ed economia collaborativa. Come viene distribuito “Vivere Sostenibile” Parma e Piacenza? Il magazine mensile stampato: nei negozi e ristoranti BIO, nelle cassette dei GAS, nelle sedi di associazioni, cooperative onlus, nei mercatini a km 0 e di agricoltori BIO, nelle feste/festival, fiere di salute, benessere, ecologia, BIO, ecc, nelle biblioteche comunali e di provincia, negli URP comunali, in molte attività (idraulici, pannelli solari, edilizia BIO, infissi, ecc) eco-sostenibili. COPIE medie mensili distribuite 8.000 Il magazine on-line: inviato in formato PDF direttamente agli iscritti al portale e agli iscritti alle associazioni aderenti all’iniziativa. Consultabile on-line, sul sito del portale e tramite FB. COPIE medie mensili consultate 20.000 Perché investire su “Vivere Sostenibile” Parma e Piacenza? Per raggiungere ed informare un target di persone sensibili e attente ai temi della sostenibilità, che orientano sempre più i loro stili di vita in modo coerente, attento e responsabile!
18% Italia
80% Prama, Piacenza e provincia
2% Estero
Per età: 22% over 60 48% 36-60
24% 21-35
3% 39% Imprenditori Disoccupati professionisti 13% Studenti
25% Dipendenti
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20% Pensionati
Annalisa Nicolucci Annamaria Bortolotti Barbara Pozzi Claudia Bondi
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SPUNTI E PROPOSTE
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La vita brevettata tempo di lettura:
di Silvano Ventura - direzione@viveresostenibile.net La notizia del “matrimonio” tra Bayer, leader mondiale nel settore della chimica per l’agricoltura e Monsanto, leader nella produzione di sementi OGM, è arrivata da qualche settimana, ma oltre alla scossa provocata in Borsa è, tutto sommato, passata in sordina Se non fosse che le due mega-aziende in questione, sono presenti nelle vite di miliardi di esseri umani in varie forme, non interesserebbe nulla neanche a me! In fondo, la finanza, in particolare a questi livelli, è roba per pochi, anche se guasta e peggiora la vita di tanti... Questo strano matrimonio, unirà chi controlla il mercato del “seme modificato” a chi produce pesticidi e diserbanti in una sorta di conflitto di interessi dal quale, da semplice cittadino, non vedo nascere nulla di buono. L’agricoltura industrializzata è una sorta di laboratorio a cielo aperto, dove si sperimentano culture sempre più produttive e resistenti. Si, ma resistenti a cosa? Spesso proprio a quelle molecole chimiche studiate per eliminare “erbacce” e parassiti. Così i campi di grano puntellati di papaveri rossi, sono ormai solo nella memoria di chi “pesta questa terra” da un po’. No, non è romanticismo! E’ la constatazione che siamo sempre più accecati dal “rendimento economico” e a quello, al guadagno, alla crescita, al PIL, sacrifichiamo tutto!
Anche la salute nostra e dei nostri figli. Ci propinano ormai da anni il “mantra” dell’obbligo di aumentare le rese agricole per ettaro coltivato, come soluzione per sfamare una popolazione mondiale in costante aumento, ma sarà davvero questa la soluzione? Si stima che circa il 75% della produzione agricola mondiale, provenga da piccoli produttori, agricoltori che coltivano appezzamenti da 1 a 10 ettari, in particolare servendo i mercati locali, valorizzando le risorse a loro disposizione (come l’acqua), riducendo la povertà rurale, radicando la popolazione al proprio territorio ed evitando enormi masse migratorie, salvaguardando l’ambiente circostante. Ne consegue che solo il 25% della produzione agricola mondiale, proviene dai grandi produttori. Questo tipo di agricoltura monocultura, ampiamente praticata in nord-america, inquinante, grande consumatrice di prodotti chimici, altamente meccanizzata e quindi dipendente dal petrolio, è basata su monoculture spesso OGM; basti pensare al mais o alla soia. Ma solo una parte di questi prodotti è per l’alimentazione umana, molto è destinato agli allevamenti o agli agro-carburanti. Ha senso perdere bio-diversità, intossicarci ed ammalarci a causa dei prodotti chimici usati in agricoltura, cedere anche la sovranità sulla trasmissione della
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vita alle multinazionali che brevettano le sementi per intossicarci di carne o per fare il pieno al SUV? Le soluzioni possono solo venire dai cittadini perché credo che il sistema politico sia troppo asservito ai voleri della finanza. Ve ne segnalo alcune di facilissima e immediata applicazione. Sprechiamo meno! In Italia viene gettato il 30% del cibo, nella lunga filiera che va dal produttore ai vari passaggi commerciali, fino alle nostre tavole. Compriamo il più possibile a filiera corta, da produttori locali, prodotti di stagione. Aiuteremo a ridurre la CO2 emessa per i trasporti o per la coltivazione in serra e valorizzeremo l’economia locale. Riduciamo il consumo di carne. Ne gioverà la nostra salute (come ha affermato di recente anche l’OMS) e l’ambiente, inoltre ottimizzeremo l’utilizzo delle risorse agricole. Auto produciamo una parte, anche piccolissima, del nostro cibo. Chi non ha almeno un davanzale al sole per una pianta di basilico, un rosmarino, una salvia e un peperoncino? E sa avete un pezzetto di terra, non coltivate solo rose! In questo modo aumenteremo la resilienza nostra e della nostra comunità, cioè la nostra capacità di sopperire direttamente ai nostri bisogni, di essere meno dipendenti. Insomma è un modo per farci sentire. Per indicare dal basso, soluzioni diverse e locali a problemi globali.
Progetto Amatrice “Il sole dopo la tempesta 2.0”
di Roberto Salustri subito in azione al centro di Amatrice tra via Roma e il centro del paese affiancando le squadre dei VVF e delle USAR, Unità Search and Rescue dei Vigili del Fuoco. Principalmente la nostra squadra ha aiutato la ricerca di persone disperse lungo il corso principale di Amatrice e via limitrofe. I principali siti di intervento sono stati tre, più altri piccoli interventi svolti episodicamente. Il lavoro svolto è stato di scavo, liberazione dalle macerie, supporto ai VVF, utilizzo di una termocamera per l’individuazione di eventuali sopravvissuti.Abbiamo anche distribuito guanti e mascherine al personale di soccorso e ai VVF. Inoltre abbiamo portato cibo e acqua al punto di distribuzione della Croce Rossa. La nostra squadra era autonoma sia per il cibo sia per l’alloggio e utilizzava il furgone RESEDA come base. Il sostegno alle comunità locali post-sisma E’ intenzione della RESEDA, come già realizzato per il terremoto del 2009 all’Aquila, dare un sostegno alla popolazione per la ricostruzione e il dopo sisma. In particolare già durante il primo intervento sia Transition Italia sia l’Istituto italiano di Permacultura ci davano il loro appoggio.Anche alcune ditte private ci fornivano appoggio e materiali. Attualmente il progetto è delineato in questo modo, prevedendo le seguenti azioni: • supporto tecnico e impianti solari per le aziende agricole montane colpite dal sisma; • supporto tecnico per il design in permacultura delle aziende agricole montane e per i paesi colpiti dal sisma; • supporto sociale per la cittadinanza per sostenere le capacità di resilienza, di collaborazione e di azioni collettive (metodo Transition Town); • supporto tecnico alla ricostruzione ecologica degli edifici. Uno degli strumenti con cui intendiamo agire localmente è il Transition Van, un furgone adibito al soccorso e al sostegno delle comunità locali. Tecnici dell’Istituto Italiano Permacultura ci affiancheranno nell’opera di supporto alle aziende agricole. E facilitatori delle Transition Town ci daranno una mano per
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quanto riguarda il supporto alle comunità locali. Cercheremo come già fatto per l’Aquila delle aziende di produzione di pannelli solari che ci donino materiali e aziende termoidrauliche che ci aiutino nella loro installazione. Ci sarà comunque bisogno di denaro per l’acquisto dei materiali necessari, per le spese vive del progetto e l’acquisto di attrezzature.
SOMMARIO
SPUNTI E PROPOSTE
p. 3
ALIMENTAZINE CONSAPEVOLE
p. 4-5
BENESSERE CORPO E MENTE
p. 6-7
ECO ABITARE
p. 8
BAMBINO NATURALE
p. 9
SCELTE SOSTENIBILI
p. 10
PRIMAVERA 2016
Progetto per il sostegno delle comunità locali con i metodi delle Transition Town e della Permacultura. Per una rinascita ecologica e solidale dei paesi colpiti dal sisma ad Amatrice e zone limitrofe. Il primo intervento La RESEDA Onlus con alcuni volontari si è recata lo stesso giorno del sisma, con un suo mezzo ed attrezzature di soccorso, ad Amatrice. Il viaggio e l’ingresso nella zona di intervento è stato coordinato con la Brigata volontaria SVS di Roma. Una volta arrivati sul posto ci si è messi a disposizione dell’UCL, Unità di Comando Locale dei Vigili del Fuoco. Nella ricerca di persone disperse, per la possibile presenza in campo di un considerevole numero di enti ed organizzazioni, l’UCL rappresenta il naturale punto di contatto tra gli stessi, essendo disponibili in questo ambito una serie di informazioni che possono consentire la pianificazione e la successiva gestione delle operazioni di soccorso. Questo anche perché non era ancora attivo il COM, Centro Operativo Misto, struttura operativa che coordina i servizi di emergenza a livello provinciale. Il COM deve essere collocato in strutture antisismiche realizzate secondo le normative vigenti, non vulnerabili a qualsiasi tipo di rischio non presenti in zona. La UCL ci indicava tre località di intervento: le frazioni di casale e San Lorenzo e Via Roma nel centro di Amatrice. Per difficoltà di viabilità entriamo
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Buone pratiche, belle idee e buona amministrazione
p. 11- 14
BUON NATALE
p. 15
ESSERE VEGANI
p. 16
AMICI ANIMALI
p. 17
AGRI-CULTURA
p. 18
MERCATI CONTADINI
p. 19
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ALIMENTAZIONE CONSAPEVOLE INVERNO 2016
Jaki: due anni di cucina a colori di Francesca Sutti
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Due anni fa, il 17 novembre 2014, ebbe inizio l’avventura del Jaki Caffè Cucina Naturale. Nessuna inaugurazione, questo posticino alzò le saracinesche senza far troppo rumore, con l’intento di proporsi come alternativa, sia alle già presenti realtà (vegetariane e) vegane, sia ai tanti locali che diffondono la cultura del cibo dominante, e ben radicata, nella città di Parma. Ad ispirare i fondatori di Jaki Caffè, (Chiara e Francesco), è il desiderio di far conoscere altri modi per cucinare in modo sano, la voglia di promuovere un’alimentazione che rispetti i cicli stagionali e l’integrità dei prodotti della terra, con l’uso di prodotti coltivati in modo biologico, valorizzando le preziose realtà contadine locali. Cibo come cura per il corpo e l’anima, ma anche gioia per i sensi, piatti profumati e colorati, dal sapore ricco di sfumature. Non è sempre facile portare avanti un’idea differente, ma oggi, a distanza di due anni, questo locale ha un buon seguito, tante persone condividono la filosofia di Jaki Caffè, sempre più consapevoli del fatto che mangiar sano porta benessere psicofisico. Tanti avventori arrivano per curiosità e ritornano, contenti di aver scoperto il piacere di un’alternativa leggera. Non si tratta di un locale alla moda o che strizza l’occhio alla tendenza del momento, ma un luogo luminoso, dove assaporare cibo autentico e allegro, una vera sorgente di energia vitale.
Anice stellato e semi
Punto Verde per Natale: elfi, sconti e sane bontà a cura della Redazione
di Simona Barbera
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È arrivato il Natale al Punto Verde, e l’elfo Giorgia sta realizzando le sue creazioni nella sua stanza magica! In via Costituente 35 a Parma troverete tutto il necessario per i vostri pacchi regalo, oggettistica e tanto altro! Panettoni artigianali freschi per tutti i gusti, così come le ceste personalizzate per vegani o per celiaci! Siete pronti per un dolce bio-Natale, ricco di scelte salubri e sostenibili? Al Punto Verde il Natale vi aspetta con originali idee regalo, composizioni e cesti di frutta e prodotti secchi biologici. Troverete inoltre esclusivi SCONTI su tantissimi prodotti e un
OMAGGIO natalizio! Sarà aperto tutto il mese di Dicembre, COMPRESI: • Giovedì 8 Dicembre 9.30 – 13.00; 15.30-19.30 • Domenica 11 Dicembre 9.30 – 13.00; 15.30-19.30 • Domenica 18 Dicembre 9.30 – 13.00; 15.30-19.30 • Sabato 24 Dicembre (vigilia) ORARIO CONTINUATO 8.30 - 17.00 • Sabato 31 Dicembre 8.30 – 13.00; 15.30-18.30 Visitate il sito www.puntoverdepr.it per maggiori informazioni.
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L’anice stellato si presenta sotto forma di stella irregolare con sei/ otto punte di colore bruno rossiccio con all’interno i semi. Si ricava da un albero originario della Cina meridionale che cresce fino a 8 metri di altezza e reca piccoli fiori gialli. A partire dal sesto anno di età produce frutti per un intero secolo. Maturando questi assumono la forma a stella a otto punte, ciascuna delle quali racchiude nell’interno cavo un solo seme. I frutti vengono raccolti prima della maturazione e vengono fatti essiccare al sole. L’anice stellato ha un sapore e un profumo caldo e fragrante con note di liquirizia. I suoi semi invece sono delicati e più dolci. Viene spesso usato in cucina intero o macinato per aromatizzare minestre, brodi, carni bianche e selvaggina, pesce e zuppe di molluschi, frutta cotta, creme, vin brulè, infusi e tisane. Oltre alla preparazione di ottimi piatti viene usato anche per preparare liquori come il pastis. L’anice stellato deve la sua fama all’acido shikimico, sfruttatissimo dall’industria farmaceutica per la produzione di vaccini antivirali, primo tra tutti, il Tamiflu, impiegato nella profilassi dell’influenza A e B. Per di più contiene l’anetolo che ha proprietà antibatteriche e antiinfiamatorie. Questo frutto presenta diverse proprietà curative come quelle digestive e carminative; per dolori e bruciori di stomaco si può prendere una tisana a base di questo con l’aggiunta di semi di finocchio, cardamomo e cumino. La tisana invece a base di anice stellato, tarassaco, cardo mariano, curcuma e menta viene usata per depurare il fegato. Inoltre grazie alle sue proprietà stomachiche ed eupeptiche viene usato come rimedio per contrastare la perdita di peso associata al mancato appetito. Infine ha anche un’attività balsamica e per questo si possono preparare tisane come rimedio per il catarro delle vie respiratorie: tisana a base di anice stellato, zenzero, limone e miele.
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Come sopravvivere ai regali di Natale (e non solo) MANGIA LA FOGLIA bio tempo di lettura:
Luminarie, vetrine addobbate, pubblicità, tutto ci ricorda, nel caso fosse sfuggito di mente, che oramai Natale è alle porte. E, come ogni anno, ci lanciamo alla ricerca di alternative a sciarpe, guanti e maglioni. Allora perché non provare a regalare qualche cosa di sano e di etico allo stesso tempo? Nel negozio di prodotti biologici e naturali Biopiù di Strada Baganzola, a Parma, l‘offerta è vastissima. Si va dagli alimenti biologici, sani e buoni, con il quale preparare dei fantastici pacchi o cesti regalo, anche vegetariani e vegani, ai prodotti per la persona con
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E’ colorato, è buono, è sano e regala il buonumore: nel centro storico di Parma c’è un locale green che propone “la cucina per vivere meglio”. E’ l’ECOgastronomia vegetariana e vegana MANGIA LA FOGLIA bio, a 150 passi dal Ponte di Mezzo e 5 minuti a piedi da Piazza Garibaldi e dal Parco Ducale. MANGIA LA FOGLIA bio vuole aiutare a cambiare le abitudini alimentari proponendo una nuova visione, più attenta e consapevole per raggiungere il proprio benessere ideale. Cibi raffinati, ricchi di zuccheri e grassi idrogenati e poveri di fibra, vitamine e fitonutrienti sono aboliti per dare spazio a ingredienti biologici, ricette vegetariane e vegane, dolci senza burro o altri latticini, dolcificati con prodotti naturali a basso indice glicemico, pane e pizza impastati a mano e con lievito madre, insalata russa vegana e molto altro in un banco ricco e allegro. Le specialità servite in contenitori biodegradabili si gustano tra gli arredi eco del designer Alessandro Mora (www.alessandromora.it), si possono prendere e portare via oppure ordinare online sul sito www.mangialafogliabio.com, via mail, per telefono e la consegna avviene con mezzi ecologici a Parma e nei primi dintorni. A pensarci è un fattorino d’eccezione: si chiama Andrea Saccon e a Parma è conosciuto come “La Sajetta”. Il simpatico “corriere”, che ha reinventato la sua attività lasciando l’azienda per cui lavorava, si muove rigorosamente in bicicletta, trasportando qualsiasi cosa a domicilio e portando in giro oltre ai pacchi, ai fiori e al cibo, anche nuove idee. MANGIA LA FOGLIA bio nasce dall’incontro di Lorenza Allari (laureata in scienze forestali e inventrice di un tofu da leccarsi i baffi), Carla Soffritti (comunicatrice con una grande passione per tutto ciò che è green), Pietro Tambini (ristoratore attento e consapevole), Patrizia Ziveri (cuoca creativa e insegnante di cucina naturale). Per tenere sempre alta la FIL (Felicità Interna Lorda), l’ecogastronomia organizza corsi di cucina, dando spazio tra i fornelli a ricette nuove, gustose e con prodotti di stagione, passeggiate, picnic, servizio catering per eco wedding, compleanni, battesimi, feste di laurea e per tutte le occasioni dallo spirito salutare. Perché se viene data un’impronta green all’evento si viene ricordati come una persona speciale e attenta al bene dell’umanità. Per informazioni: MANGIA LA FOGLIA bio Via Nino Bixio 17/A – 43125 Parma Tel. 0521.282249 E-mail: info@mangialafogliabio.com Sito web: www.mangialafogliabio.com
formulazioni estremamente naturali. Poi c’è l’oggettistica per la casa, lampade di sale, incensi e diffusori di aromi, e gli articoli pensati per i più piccoli, come le linee bimbi di Helan e Weleda. Qualche esempio? Le ecotazze in bambù F Stockholm, Il regalo ideale per chi è attento all’ambiente e non può rinunciare di portare sempre con sé una tazza di caffè o tè. Riutilizzabili, ecologiche, biodegradabili, realizzate con fibre naturali di bambù e disponibili in tante bellissime fantasie. Le creme e i prodotti per la detergenza viso e corpo di Aquifolium Parma, realizzati con ingredienti sani, sicuri, efficaci ed anche a km 0. Il cofanetto Limited Edition di Yogi Tea, che da oltre 40 anni è sinonimo di preziosi tè alle erbe e alle spezie basati sulle esclusive ricette di tè ayurvedici che favoriscono il benessere dell’uomo. La confezione regalo contiene due nuovi infusi ayurvedici, il Chili Dolce e il Finest Selection, insieme ad una graziosa tazza di porcellana, decorata con una figura di donna e coloratissimi elementi floreali. Il Germogliatore Terra di Siena Geo realizzato in terracotta, il miglior elemento per la crescita dei germogli, si compone di 4 piani di crescita ed è dotato di un innovativo sistema di apertura luce/ buio. E poi è talmente bello da diventare anche elemento di arredo per la casa. E tante altre idee per un regalo intelligente. Invitiamo tutti voi a venire a constatarlo di persona nel nostro negozio! Biopiù Strada Baganzola 8/a Parma Tel. 0521. 944301 www.facebook.com/pg/Biopiu
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Cosa vuol dire a 50 anni perdere tutto e vivere felice grazie al Reiki di Claudia Bondi Proprio così... da un giorno all’altro, da una vita agiata, perdere il marito in un terribile incidente, rimanere soltanto con tanti debiti e tanti, tanti problemi; e rimanere soprattutto con il forte dispiacere nel cuore perchè l’avarizia e il desiderio morboso di “ricchezza” hanno avuto la meglio nella vita di persone amate! E... da un giorno all’altro ho iniziato a vivere di amore, di accettazione, di crescita, di gioia! In mezzo ad una valanga di problemi, senza più un tetto, correndo perchè non togliessero la casa anche ai miei genitori, con il desiderio di restituire i soldi (tanti soldi) ai creditori, peraltro amici... in mezzo a questa valanga mi sono trovata a rimboccarmi le maniche, ancora di più di quanto non avessi mai fatto! Ma la cosa miracolosa è che ho vissuto il tutto in uno stato di sconcertante gioia! E quando vivi con gioia, con amore, con accettazione; e quando vivi con la vera e forte convinzione che tutto si è già risolto, in una sorta di immaginazione deliberata, ebbene.... tutto va per il verso giusto! A uno a uno i problemi si sono risolti! Ho provato la sensazione di avere una grande mano che ha stretto la mia e mi ha guidato proprio dove dovevo andare. E tutto questo grazie al grande potere del REIKI! Mi spiego meglio: il REIKI è un grande dono che la splendida anima virtuosa di Mikao Usui Sensei (colui che lo ha ricevuto dopo 21 giorni di solitudine, digiuno e meditazione) ha voluto tramandare con il desiderio che più persone possibili potessero raggiungere la massima realizzazione di sè, sia come benessere fisico, sia mentale, sia, e soprattutto, spirituale. E grazie al REIKI tutti noi possiamo avere la possibilità di connetterci all’Uno Universale e di canalizzare la sua Energia di Guarigione con la massima semplicità: viene aperto il canale proprio sulla sommità del capo, dove abbiamo il settimo chakra, dopodichè possiamo richiamare l’Energia Universale di Guarigione che scorrerà nel riciclo che arriva al cuore, poi lungo le braccia ed uscirà dai palmi delle nostre mani. A questo punto appoggiamo le mani su noi stessi (per gli autotrattamenti) o su altre persone, o sulle piante, oppure sugli animali! Con il REIKI possiamo anche lavorare nella mente subconscia affinchè diventi “nostra alleata” e ci aiuti a combattere le paure, le dipendenze, le ansie,
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ecc. Con il REIKI possiamo annullare il tempo e lo spazio dandoci la possibilità di fare trattamenti a distanza, curare il nostro passato, inviare energia ad eventi futuri. Con il REIKI possiamo schermarci da ciò che ci fa male. Con il REIKI possiamo dare
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al cibo, all’acqua, alle sostanze tossiche, ecc... una frequenza vibrazionale di Energia uguale alla nostra, affinchè il nostro corpo possa ricevere tutto con la massima tolleranza. Con il REIKI possiamo soprattutto elevarci spiritualmente trovando la vera felicità, attraverso il massimo del suo potere che ci permette di vivere ad una maggiore vibrazione!!! Non spaventatevi da tutte queste parole, perchè il bello del REIKI sta proprio nella SEMPLICITÀ: non bisogna studiare, non bisogna avere doti particolari, non bisogna aderire a nessuna religione particolare; ognuno è libero di seguire il proprio “credo”. In una parola, il REIKI è Amore! E l’energia dell’Amore può davvero tutto! E così quella “grande mano” non solo mi ha portato ad aprire il centro REIKI dove tengo i corsi a persone meravigliose (le ringrazio tutte per l’aiuto alla mia crescita), ma anche a conoscere anime straordinarie che ora collaborano con me, e che offrono con amore i doni che loro stessi hanno ricevuto, come Rafael Lucas con i suoi poteri sciamanici di guarigione. Vorrei che tutte le persone raggiungessero il massimo benessere, perchè SI PUÒ vivere felici “nonostante tutto”! Per tutte le info: Claudia Bondi tel: 329.8488021 o visita il sito www.reikiparma.com REIKI PARMA.COM in Via Bandi 6/1 (laterale di via Spezia) a Parma.
Gli oli essenziali per sognare di Barbara Pozzi, Olfattiva Esistono alcuni oli essenziali che facilitano il sogno, il contatto con questa dimensione notturna, misteriosa e nascosta di sé. La Salvia veniva utilizzata fin dall’antichità per sviluppare la capacità di sognare. Quando si cerca una risposta dentro di sé si può provare a diffonderne qualche goccia in ambiente o a utilizzarla sul cuscino prima di dormire. L’azione sottile di questa pianta amplia la visione interiore, stimola l’intuizione e l’ispirazione. E’ perfetta per esprimere un desiderio, e, ancora di più, per cercarlo. Un consiglio: se si è bevuto qualche bicchiere in più si eviti di utilizzare la Salvia durante le ore notturne, i sogni “chiarificatori” potrebbero divenire confusi e spiacevoli. L’Incenso è da sempre legato alla sacralità e al rito, in molte culture antiche si ritiene che crei un legame col divino. L’olio essenziale d’Incenso può rendere il respiro più lento e profondo, predisponendo così alla meditazione e alla preghiera oppure accompagnando verso un sonno disteso e intenso. Il suo profumo caldo, speziato e balsamico stimola la percezione e favorisce il contatto con la propria spiritualità, con gli aspetti più sottili dell’esistenza. Da utilizzare la sera in diffusione ambientale o da indossare come profumo per godere della sua azione rilassante e armonizzante, che eleva e protegge, mettendo in comunicazione con gli stadi superiori della coscienza. Per desideri alti e veri.
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Sito per approfondire: www.tinturamadreparma.com
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La parafarmacia Tintura Madre di Daniela Negri Nella nostra parafarmacia la parola d’ordine è la cura di se’ che può concretizzarsi in scelte diverse ma che hanno in comune l’unità inscindibile di anima e corpo.A seconda delle problematiche e delle preferenze individuali si può scegliere tra l’integrazione con prodotti esclusivamente naturali (omeopatici, fitoterapici, fiori di Bach e australiani) la pulizia del corpo accedendo alla SPA (vasca sauna e bagno turco) o ai trattamenti di riequilibrio energetico (tuina, shiatsu, watsu, aromaterapia, riflessologia, cranio-sacrale). Il messaggio è quello di farci sentire unici e irripetibili e in
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qualche modo rispettare le nostre diversità e necessità. Durante il periodo natalizio avremo promozioni sulla SPA (accesso a soli 20 euro) piccoli omaggi di autocura in relazione ai trattamenti scelti (tisana o prodotto cosmetico) ma anche possibilità di fare regali personalizzati come la tisana o il profumo creati sul momento “ad personam”. Noi ci siamo,VI ASPETTIAMO! Siamo in Via Giulio e Giacinto Sicuri 15/a, ad Alberi (PR), Telefono: 0521.961895.
via Sicuri, 15/a - Alberi (PR) tel. 0521-961895 www.tinturamadreparma.com
Gli dei, respiro e conoscenza di Giovanna Visentini - gio.visentini@libero.it ‘’Quando l’uomo iniziò ad utilizzare la CONOSCENZA in modo irragionevole, gli dei decisero di riunirsi per decidere il da farsi, ma non riuscirono ad accordarsi. Uno voleva nascondere la Conoscenza in fondo al mare, un altro nella foresta nera ed un altro ancora propose di congelarla nei ghiacciai più remoti......ma alla fine tutti furono d’accordo sul fatto che l’uomo con la sua intelligenza e coraggio sarebbe riuscito a ritrovarla ovunque l’avessero nascosta. Scoraggiati stavano per desistere quando il capo degli Dei, l’Onnisciente, intervenne dicendo: ‘’C’è solo un luogo dove l’uomo farà molta, molta fatica ad arrivare: DENTRO SE STESSO, e potrà accedervi soltanto attraverso ciò che ha di più importante e che lo tiene in vita: IL RESPIRO.’’ Questa proposta vide tutti d’accordo: e così fu. Quindi seguendo questa traccia, attraverso il Respiro possiamo riprenderci la Conoscenza di ‘’noi stessi, dell’universo e degli Dei!’’ Ma attenzione non si tratta semplicemente di ‘respirare’ bensì di ‘RESPIRARE CONSAPEVOLMENTE’. Questa è UN’ARTE, un’arte che è dentro il cuore di ogni essere umano e che può essere coltivata soltanto attraverso la pratica dell’ATTENZIONE SOLLECITA ciò che Gautama il Buddha attorno al 500 a.c. definiva SATI e che il Dottor Jon Kabat Zinn ha
Unguenti ai fiori di Bach tempo di lettura:
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tradotto con il termine Mindfulness. Cioè la capacità di ‘’PRESTARE UN’ ATTENZIONE DELIBERATA AL MOMENTO PRESENTE IN MODO NON GIUDICANTE’’. Non c’è pratica più difficile al mondo, ma attraverso il respiro consapevole si REALIZZA, e il modo più efficace per esprimere e comprendere questo matrimonio alchemico tra RESPIRO e PRESENZA è rappresentarlo attraverso il simbolo di YIN e YANG. A me piace molto collegare il Rebirthing con la pratica della Mindfulness, in quanto non può esistere Respiro connesso senza Presenza nel qui ed ora. E questo è ciò che cerco di vivere e d’insegnare. A Parma tengo mensilmente seminari di Rebirthing. Per info: 329.1027100
La natura dedicata alla tua pelle, per risvegliare il suo Potere Straordinario
di Manuela Frigatti, Stai Bene® Cosmetica info@staibenecosmetica.com
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Gli Unguenti ai Fiori di Bach di Stai Bene® Cosmetica si possono utilizzare ogni volta che uno stato d’animo negativo stravolge la nostra armonia interiore, alterando l’equilibrio del nostro corpo. Indicati per il massaggio funzionale lungo i meridiani, per le frizioni a livello muscolare, per impacchi lenitivi e applicazioni rigeneranti della pelle del corpo e del viso, gli Unguenti ai Fiori di Bach sono particolarmente efficaci grazie ad una tecnologia di attivazione enzimatica innovativa applicata alle materie prime contenute per ottenere fitocomplessi altamente dinamici, assorbibili, biodisponibili e dall’alto potere antiossidante. Come per i Fiori di Bach frizzanti e i Fiori di Sapone di Bach, anche gli Unguenti ai Fiori di Bach si articolano in 7 tipologie differenti, a seconda della miscela di essenze floreali contenute. EQUILIBRIO: blocchi inconsci stress e angoscia - infiammazioni e gonfiori FELICITA’: tristezza, solitudine e rancore - logoramento fisico e rigidità nei movimenti FIDUCIA: influenzabilità, sfiducia in se stessi e resa - atonicità muscolare con tendenza al prolasso SERENITA’: tormento, irritazione e senso di tendenza bulimica e postura rigida PUREZZA ARMONIA: durezza, autoritarismo rabbioso e ossessioni - stasi linfatica e alterazioni dermatologiche FORZA: sfinimento, energia e assenza emotiva - esaurimento fisico e nervoso DISTENSIONE: tensione da sensibilità sensoriale e senso eccessivo del giudizio - dolori muscolari. Trovi gli Unguenti ai Fiori di Bach di Stai Bene® Cosmetica gli sul nostro sito: www.staibenecosmetica.com.
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ECO ABITARE INVERNO 2016
Alla scoperta del MODULO ECO Sportello Energia del Comune di Parma e molto altro a Parma in Piazzale della Pace. Edilizia sostenibile, risparmio energetico, riqualificazione urbana, didattica e partecipazione tempo di lettura:
Dal 15 ottobre 2016 sono stati operativi i laboratori per realizzarne l’installazione in Piazzale della Pace a Parma, di un padiglione di circa 60 metri quadrati costruito con criteri ecosostenibili a disponibile per associazioni, università, studenti, ordini professionali e aziende, che rappresenta anche un esempio di impegno civico e di cittadinanza attiva fino alla fine dell’anno. Una nuova cultura delle costruzioni e una città consapevole, sono essenziali per invertire il processo degenerativo in atto e fronteggiare la crisi dell’edilizia. Questo piccolo padiglione auto-costruito con grandi performance energetiche è un luogo simbolo di rigenerazione urbana, ed è significativo che venga realizzato grazie alla fattiva collaborazione di tanti soggetti diversi. Infatti il progetto è frutto di un’azione interdisciplinare coordinata dall’Associazione Culturale Manifattura Urbana che conta ad oggi 45 progettisti tra professionisti, docenti e studenti oltre a tecnici comunali. Nei mesi precedenti i progettisti, gli universitari, gli studenti dell’istituto Geometri di Parma e i tecnici delle aziende coinvolte hanno realizzato gli elementi che sono stati successivamente assemblati in Piazzale della Pace a Parma. Il padiglione, inaugurato il 26 novembre scorso alla presenza di 1.000 studenti delle elementari e medie, autorità, istituzioni ed ospiti green, è ora monitorato per verificarne le reali prestazioni. Al termine dei due mesi sarà smontato e rimontato in un quartiere di Parma dove fungerà da elemento di rigenerazione urbana. In questo contesto, l’associazione culturale Manifattura Urbana, organizzerà momenti di riflessione attraverso seminari e convegni, con l’ulteriore compito di portare i temi del costruire sano e naturale in ogni ordine di scuola. IL MODULO ECO: SOSTENEBILITÀ A 360 GRADI Il Modulo Eco è un padiglione di 60 mq auto-costruito, sponsorizzato interamente da aziende del settore, con grandi performance energetiche vorrebbe diventare un luogo simbolo di rigenerazione urbana, ed è significativo che venga realizzato grazie alla fattiva collaborazione di tanti soggetti diversi. Luogo d’incontro per la formazione e l’aggiornamento sui
temi legati alla sostenibilità e l’educazione ambientale per le scuole, il Modulo ECO è punto informativo sui progetti di efficienza energetica e rinnovabili legati al territorio. Strumento di sensibilizzazione e didattica sull’abitare sano e sostenibile è anche strumento di ricerca per studiare, testare e sviluppare nuove tecnologie. Cittadini, scuole, associazioni, enti possono usufruirne proponendo temi e progetti o seguendo il calendario degli eventi. Il Modulo è indipendente dalla rete elettrica. I pannelli fotovoltaici presenti in copertura servono ad alimentare tutte le utenze elettriche e lo scambiatore di calore per recuperare energia nel ricambio dell’aria. Inoltre è presente un sistema di accumulo dell’acqua piovana in grado di soddisfare
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l’irrigazione delle aiuole presenti in esterno. Il modulo è costituito con materiali e sistemi a minimo impatto ambientale non solo in fase di utilizzo, ma anche in fase di produzione e smaltimento. Il progetto in divenire: Sebbene nel progetto vi siano dei punti fermi le direzioni possono poi diversificarsi anche per i diversi contributi che derivano dall’uso della progettazione partecipata che porta diverse idee, a sottogruppi di studio etc. Ovviamente anche gli aspetti economici sono importanti, pertanto le risorse che si troveranno per andare avanti da sponsor, bandi etc. saranno importanti. Un proposito molto forte è quello di non fermarsi al modulo ma di costruire un edificio reale dove applicare le tecnologie e la filosofia utilizzata nel modulo creando sia un laboratorio permanente sia un modello già utilizzabile e riproducibile. Il modello del modulo è la materializzazione di un percorso in divenire nato all’interno dell’associazione. La passione e la voglia di fare si sono trasformati in gruppi di lavoro mescolando professionisti e studenti, e come da mission dell’associazione il percorso è accompagnato dal lavoro manuale. Il prototipo è il segno di questo dialogo, destinato a trasformarsi e a modificarsi. Per ogni info: www.manifatturaurbana.org.
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L’individualità unica e irripetibile di ogni bambino tempo di lettura:
Le giornate nella nostra scuola cominciano così: “Buongiorno Giovanni, ben arrivato”, “Buongiorno Maestro Stefano”, il maestro sta in piedi sulla porta della classe e quasi si inchina davanti al bambino per dargli la mano e guardarlo dritto negli occhi, facendogli sentire la sua presenza. Questo si verifica tutti i giorni, con tutti i bambini e per tutti gli otto anni di scuola: è un atto emblematico che racchiude in sé molteplici significati ma soprattutto che ci fa capire quanto si presti attenzione al bambino nella sua individualità. Il maestro vede la propria classe come un’entità con caratteristiche uniche, ma quest’entità è fatta da individui e il maestro ha ben presente ogni singolo individuo, con il suo carattere, il suo modo di porsi e di essere. Il maestro si pone nei confronti della sua classe con l’atteggiamento del “cuore che vede” e considera ogni bambino mettendo in gioco in primo luogo il sentimento: guarda il bambino con l’anima, con il cuore e con le emozioni, lo vede come un essere in divenire, sacro e prezioso, unico, venuto sulla terra per portare un proprio messaggio. Spesso più grande è il messaggio più impegnativo è il bambino e guardarlo con gli occhi del cuore vuol proprio dire vedere al di là della difficoltà apparente che viene portata dal bambino e saper cogliere la bellezza profonda dell’essere che un giorno egli sarà. Anche se ogni essere umano è unico e irripetibile possiamo individuare delle caratteristiche che accomunano le persone:nello specifico Rudolf Steiner aveva individuato 4 temperamenti: collerico, sanguinico, malinconico e flemmatico. In realtà in ognuno di noi coesistono tutti e 4 ma almeno uno predomina e lo scopo degli educatori è quello di portarli ad equilibrio così da poter agire in modo libero nelle proprie scelte e nelle relazioni sociali. Un maestro, nel suo lavoro di portare equilibrio, deve però tener presente qual è il temperamento predominante in ogni suo alunno, perché il successo educativo ci sarà solo se egli sarà in grado di entrare nella giusta relazione con il bambino. Un collerico è efficiente, operativo, volenteroso, ma anche impetuoso, irruento e a volte avventato; vuole spiccare, emergere, distinguersi e dominare, è coraggioso ma spesso non sa dominarsi. Ama le sfide tramite le quali misura la propria forza. Quando si arrabbia non va preso di petto, è meglio lasciarlo stare e rivedere la faccenda con calma il giorno dopo. Il sanguinico è sempre allegro,gioioso,spensierato,dinamico e pieno di slancio;è irruento,impulsivo,facilmente influenzabile dall’ambiente che lo circonda. E’ un bambino superficiale, caotico, disordinato e volubile; fa fatica a concentrarsi e si distrae facilmente perché ogni cosa suscita in lui un interesse estremo ma che sfuma subito. Nel flemmatico predominano la calma e la pacatezza, è avverso alla vitalità ed è perciò difficile chiamarlo all’attività; è goloso, pigro, senza interessi, tendenzialmente materialista, però è fedele, equilibrato, affidabile e perseverante. Il malinconico infine vive nella nostalgia, ha paura del futuro, del nuovo, del mondo che lo circonda, vive sempre nel dubbio e nei sensi di colpa; è un riflessivo, ha un’ottima memoria, serio, coscienzioso e ricco di talenti.Tende a darsi sconfitto ancor prima di iniziare ma è anche dotato di sensibilità artistica e profondità d’animo. Entriamo quindi in classe e vediamo come un maestro tiene in considerazione questi elementi. Innanzitutto nella
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non ama lavorare individualmente ma preferisce sentirsi utile all’interno di un gruppo. Infine con il malinconico il maestro deve entrare in empatia, deve fare leva sul sentimento di compassione, di pietà nei confronti degli altri in modo che si dimentichi un po’ di se stesso; ottimo dargli il compito di aiutare un amico in difficoltà. Le giornate nelle nostre scuole finiscono così: “Arrivederci cara Laura”, “Arrivederci caro Maestro Stefano”, il maestro sta in piedi sulla porta della classe e quasi si inchina davanti al bambino per dargli la mano e guardarlo dritto negli occhi, lasciandogli un ricordo della sua presenza che duri fino all’indomani. Domenica 29 gennaio dalle 10:00 alle 18:00 l’Associazione per la libera pedagogia steineriana apre le proprie porte: visita nelle classi coi maestri a disposizione per fornire informazioni, corso di cucina a cura di Silvia Strozzi, conferenza a cura del maestro Luca Castaldello, laboratori per bambini e altro ancora!
disposizione della classe: i flemmatici davanti, così siamo più sicuri di richiamarli all’attenzione, i malinconici in fondo, per tenere il controllo della classe, i collerici e i sanguinici ai lati, questi ultimi lontano dalla finestra! Un collerico non può stare vicino ad un malinconico o ad un flemmatico, sparirebbero nella sua ombra, mentre vicino ad un suo simile litigherà per lo spazio sul banco fino a raggiungere un accordo. Un flemmatico potrebbe impiegare un’ora a fare l’elenco degli animali della savana, meglio chiedere al collerico, mentre un malinconico è il soggetto ideale a cui chiedere un parere morale su un fatto che si vuole analizzare. Il maestro presta poi molta attenzione a come porta un nuovo compito in classe: al collerico gli si può dire “vediamo se ce la fai!”, espressione da evitare assolutamente coi malinconici che vanno invece confortati dicendo “ti sembra nuovo, ma è simile ad una cosa che abbiamo già fatto e comunque con quanto hai imparato nei giorni scorsi ce la farai sicuramente”; col sanguinico il maestro deve impegnarsi nel fargli concludere l’esercizio, mentre col flemmatico viene in aiuto l’insegnamento a epoche (si ripete la stessa materia per 4 settimane), così verso gli ultimi giorni, quando tutti sono annoiati, loro finalmente esprimono entusiasmo. Il maestro, pur avendo anch’egli un temperamento predominante, deve fare per primo un grande lavoro di autoeducazione per essere il più equilibrato possibile, ogni eccesso di un qualsiasi temperamento potrebbe essere deleterio all’interno della classe. Nel contempo, ogni temperamento ha bisogno di riconoscere nell’educatore delle caratteristiche che consentano di instaurare un rapporto profondo e proficuo per tutti gli anni di scuola. Ad esempio il collerico deve riconoscere nel maestro un guida, per la quale il bambino possa nutrire una stima sincera; per il sanguinico la parola d’ordine è amore: se il maestro riuscirà a destare l’amore del bambino nei propri confronti, si potranno fare miracoli per portare profondo equilibrio in lui. Con il flemmatico bisogna risvegliare l’interesse, soprattutto per il lavoro altrui, senza fargli fretta e preparandolo per bene ad ogni novità, facendo leva sulla coralità perché lui
Associazione per la libera pedagogia steineriana Giardino d’infanzia - La Casa d’Oro Istruzione primaria e secondaria di primo grado Loc. Cabriolo 40 - 41, 43036 fidenza (Pr) www.lacasadoro.org lacasadoro@gmail.com Tel. 366/3296591
SCELTE SOSTENIBILI
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Novità da Parma Etica di Germano Rossi
L’associazione Parma Etica è riuscita ad organizzare un laboratorio di cucina vegana nel carcere di massima sicurezza della città emiliana. L’iniziativa è una preziosa novità che pone l’istituto di pena parmigiano all’avanguardia nel panorama penitenziario europeo e mondiale. La proposta del laboratorio di cucina Cruelty Free è stata accolta con grande entusiasmo dai detenuti ed è partita lo scorso novembre. Crediamo sia una notizia molto importante che offre molti spunti di riflessione e dimostra come, a fronte di una larga maggioranza di persone che continua a vivere e mangiare meccanicamente ed inconsapevolmente, guidati da vecchie abitudini e vetuste, deleterie, tradizioni, esiste anche un numero sempre crescente di persone che Sentono l’urgenza di fare scelte alternative: sempre più consapevoli e solidali, basate su quei criteri etici, salutistici ed ecologici che sono il fondamento della nuova “Coscienza Biosferica” individuata da Jeremy Rifkin quale unica via di salvezza verso un’auspicata “Civiltà dell’Empatia”. Assai interessante notare come tale nuova consapevolezza sia più frequentemente percepita ed accolta come un’opportunità proprio da molte di quelle persone che stanno soffrendo, vivendo l’esperienza dolorosa della reclusione. Da ciò risulterebbe assai logico immaginare che il carcere possa e debba essere sempre più un luogo di Cura e Rieducazione all’Empatia invece che un’esperienza punitiva sterile, per poterlo fare occorrono però progetti che abbiano requisiti di elevata Congruenza e Coerenza comunicativa e relazionale e non cadano in palesi contraddizioni interne. Così da poter scongiurare il rischio di esporre i detenuti al pericolo di quel doppio vincolo, doppio messaggio contraddittorio, che tanto spesso tutti incontriamo nella quotidianità relazionale della cosiddetta vita civile e che Gregory Bateson aveva individuato come una delle cause patogene in particolare della schizofrenia e del disagio psichico in generale. Un lampante esempio di tale pericolo lo troviamo nel Progetto Gorgona: l’ultima isola carcere italiana dove da molti anni si permette a
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folle. Purtroppo è una follia a cui siamo collettivamente abituati, assuefatti da millenni. Speriamo di cuore che il laboratorio di cucina vegana di Parma possa fare da volano per sbloccare la situazione di Gorgona e che insieme possano essere due dei molti sintomi di una grande guarigione planetaria: di un davvero grande cambiamento in atto”.
vari gruppi di detenuti di lavorare all’aperto, immersi nello splendido contesto naturale dell’isola, prendendosi cura di molti animali tristemente definiti da reddito, attività che naturalmente e spontaneamente allena, educa e sviluppa sentimenti di profonda fiducia, affetto e rispetto tra gli uomini e gli animali o meglio tra animali umani e non umani; proprio quei sentimenti che tutti ci si auspica possano essere alla base del concetto stesso di Umanità; sentimenti preziosi e propizi che emergono e poi però finiscono per naufragare nel macello emotivo della macellazione da reddito. Anche in questa cornice si insiste infatti a voler rieducare uccidendo (macellando). Si costringe i carcerati ad uccidere i loro Amici. Ciò è ovviamente tutt’altro che propedeutico all’educazione dell’empatia: è al contrario totalmente destabilizzante e
Se vuoi sostenere l’associazione vieni a trovarci Domenica 4 Dicembre al concerto “MINA, PRAVO, VANONI: LE VOCI, LE STORIE”. Ingresso e buffet ad offerta libera. Un omaggio a tre grandi protagoniste del panorama musicale italiano attraverso alcuni tra i loro più significativi successi del periodo degli anni Sessanta e Settanta, con accenni alle canzoni ed al vissuto di queste importanti e amatissime artiste: Rose Ricaldi, accompagnata da Vito Castelmezzano alle tastiere ed Ivan Zaccarini alla batteria, percussioni e cori. Saremo al Teatro Ennio Magliani di Corcagnano (PR) a partire dalle ore 20.30. Il recital musicale inizierà alle ore 21.00. È gradita la prenotazione: scrivere a parmaetica@live.com o telefonare al 389/0777675. Un evento organizzato a sostegno del “Parma Etica Festival 2017” del 9/10/11 Giugno www.parmetica.com
L’olio essenziale di Palo Santo® di Marco Cavina Un olio essenziale davvero virtuoso viene ricavato dalla Bursera Graveolens, albero tipico delle coste del Pacifico sud americano, strettamente legato all’Incenso poiché proviene dalla stessa famiglia botanica (Burseraceae). Il nome botanico è Bursera Graveolens e con il marchio Palo Santo® vengono indicati i prodotti venduti da Herborea srl di Castel San Pietro Terme (BO). Come l’Incenso, il Palo Santo® è conosciuto come olio essenziale spirituale. In spagnolo, il nome Palo Santo® significa “legno santo”, prova dell’alta considerazione di cui gode questa pianta. Il suo legno è caratterizzato da una forte profumazione naturale ed è stato utilizzato fin dall’antichità dalle popolazioni indigene (Maya, Incas e Manteña) sia per le sue numerose proprietà benefiche psico-fisiche che come rimedio spirituale per purificare l’aria dalle energie pesanti e dagli insetti fastidiosi. Il Palo Santo® è un albero protetto dal governo sia in Ecuador che in Perù. Per poter estrarre l’olio, è necessario un permesso, e solo gli alberi morti, o i rami caduti che sono rimasti a terra per almeno due anni possono essere utilizzati. Per ricavare il legno aromatico vengono raccolte solo le parti secche che cadono naturalmente, rimanendo sul terreno da 4 a 10 anni. E’ proprio durante questo periodo che il legno matura l’essenza raggiungendo il suo aroma inconfondibile. Il Palo Santo® commercializzato da Herborea srl è solo quello proveniente dalle varietà più pregiate degli alberi del sud ecuadoriano e nord peruviano. Da quest’ultima varietà, che contiene una percentuale di limonene tra il 6268% (quantità molto elevata per un albero), si ricavano i legnetti, l’olio essenziale e la resina di altissima qualità commercializzati con il marchio “Palo Santo Seleccion”. L’olio essenziale di Palo Santo® ha svariate possibilità di utilizzo. Fin dall’antichità era ampiamente usato in America del Sud come antisettico,nella guarigione di ferite,distorsioni e altre lesioni,nonché impiegato per purificare gli ambienti dalle energie pesanti. In aromaterapia l’olio essenziale può essere utilizzato: - per calmare attacchi di panico e ansia; - per alleviare problemi respiratori (tosse, raffreddore, asma, allergie);
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- per lenire emicranie e mal di testa; - nel massaggio, per ridurre il dolore e l’infiammazione dei muscoli e delle articolazioni. L’aroma dell’olio essenziale di Palo Santo® può avere effetti benefici anche nella meditazione, aumentare la concentrazione e la capacità di entrare in connessione con il proprio centro, lo spazio sacro interiore. L’olio essenziale di Palo Santo® è efficace se usato su ossa e articolazioni. Strofinare 2-3 gocce sulle giunture delle ossa per ridurre il disagio. Oppure utilizzare qualche goccia su schiena e/o collo dopo un aggiustamento chiropratico per prolungare l’effetto benefico del trattamento. L’olio essenziale di Palo Santo® viene utilizzato per alleviare i problemi respiratori (tosse, raffreddore, asma, allergie e
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difficoltà respiratorie derivate dal fumo). Mettere 1 o 2 gocce di olio essenziale di Palo Santo® nel vaporizzatore o nell’aerosol. L’olio essenziale di Palo Santo® viene utilizzato per la cura della pelle, in particolar modo di acne e infezioni cutanee; combinato con l’olio di mandorle, genera un prodotto (Lynpha de Palo Santo®) prezioso ed indispensabile per la cura e la salute dell’epidermide, particolarmente attivo su dermatiti, psoriasi, infezioni cutanee e acne. L’essenza pura del Palo Santo® può anche essere usata come un semplice profumo in grado alleggerire energie pesanti. Prova i prodotti Palo Santo® venendo direttamente al nostro spaccio aziendale: Herborea Srl, Via Viara, 9221 a Castel San Pietro Terme (Bo) tel. 051.0474505, email: info@herborea.it Oppure visita il nostro sito ecommerce: www.lynphavitale.com
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DICEMBRE 2016
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Herborea Srl -Via Viara 9221 - Castel S.Pietro Terme - www.lynphavitale.com
Buone pratiche, belle idee e buona amministrazione
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Incontro con Adalberto Barreto, padre della Terapia Comunitaria Integrativa di Massimo Giorgini, traduzione di Don Massimo Ruggiano
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Cominciamo dalla storia. Come è nata la Terapia Comunitaria Integrativa? Tutto è nato 35 anni fa quando seguivo dei pazienti psichiatrici nell’Ospedale dell’Università di Fortaleza in Brasile. Il Centro dei Diritti umani della favela mi mandava alcuni casi nel mio ambulatorio ed io li mettevo insieme ad altri pazienti che avevo in lista. Il numero dei pazienti continuava ad aumentare ed è arrivato il momento in cui non ce la facevo più a seguire tutti i pazienti in ospedale. Allora ho proposto al Centro dei Diritti Umani di creare uno spazio nella favela dove sarei andato insieme agli studenti di medicina dell’Università. Quando sono arrivato la prima volta all’incontro nella favela c’erano 30 persone e tutti volevano degli psicofarmaci per superare i loro problemi. Appena arrivato ho voluto dire chiaramente per quale motivo ero lì. Ho cominciato col chiedere cosa volevano e loro hanno risposto che volevano medicine per curare i loro disturbi perché erano malati. Allora ho detto “Bene, anche io sono malato e vengo qui per curarmi.” E loro mi hanno chiesto qual era il mio disturbo, la mia malattia ed io ho risposto: “Vorrei curarmi dall’alienazione universitaria.” Ho continuato chiedendo: “Siete soddisfatti dei dottori che vengono a curarvi?”. E loro hanno risposto: “No, perché hanno sempre fretta, ti danno semplicemente una ricetta per comprare la medicina; non sono venuto qua per risolvere i vostri problemi.” ho detto io, “Sono venuto per risolvere il mio: sono un professore dell’Università di medicina ma anche io non sono soddisfatto con i professionisti della Medicina. Sono venuto qui da voi per imparare un modo per diventare un medico più umano. Sono qui per risolvere il mio problema Per me questa frase è stato uno “schiaffo energetico”. Quella ed ho bisogno di voi. Spero che ognuno di voi venga qua volta ho potuto capire che in quella comunità non potevo per risolvere il proprio problema e che voi scopriate che la esercitare il mio essere psichiatra nello stesso modo in cui lo soluzione dei vostri problemi passa attraverso la relazione esercitavo nell’Ospedale. Mi sono fermato a respirare ed ho con gli altri. Voi non mi dovete nulla. Io vengo per dare e sentito una voce dentro di me: “Tu non puoi ma la comunità imparare. Non sono candidato a nessun ruolo politico. Non può.” E mi è venuto in mente di fare questa domanda: “Chi di vengo per darvi qualcosa e per chiedervi dei voti in futuro. voi ha avuto problemi di insonnia.” E 12 persone hanno alzato Non sono neppure qua per guadagnare il Paradiso in futuro. la mano. “E come avete fatto?” Una donna ha detto: “L’ho avuta quando un figlio èTerme-www.lynphavitale.com partito e non mi ha inviato più notizie.” Sono più preoccupato di evitare l’Inferno in questa vita.” Herborea Srl -Via Viara 9221 -Castel S.Pietro “E come hai fatto a dormire?” “Mi sono fatta un the con un’erba” e ha dato a tutti la ricetta per Perché hai avuto bisogno di presentarti in questo modo? Perché quando si entra in uno spazio di esclusione, preparare questo infuso. Un’altra persona ha raccontato: “Ho generalmente noi arriviamo come salvatori della patria o camminato molto per stancare il corpo.” Un’altra “Ho voluto come illuminati e questo genera una dipendenza e la gente cominciare a ridere.” Un’altra “Ho iniziato a leggere di più.” valorizza così un aspetto negativo. Per questo era importante Un’altra “cantando”, un’altra “pregando”. l’orizzontalità: siamo tutti esseri umani e cerchiamo insieme E lì ho capito che era vero: avevano i problemi, ma insieme avevano anche le soluzioni. E allora mi sono chiesto: “Ma la soluzione dei nostri problemi. perché devo venire qua come un vecchio colonizzatore o missionario, per dare a loro quello che loro già hanno.” Ed ho Poi come è andato avanti l’incontro? La prima volta che sono andato c’erano queste 30 persone e non capito che il mio ruolo era più quello di stare ad ascoltarli e sapevo che cosa fare. Ho aperto una specie di consultazione di far mescolare le soluzioni, facendo in modo che ciascuno pubblica ascoltando i problemi di queste persone. Una donna, scoprisse le proprie risorse che sono all’interno della propria ad esempio, ci raccontò che aveva problemi di insonnia perché cultura. aveva assistito alla morte violenta di suo marito ed era rimasta impressionata. Voleva una medicina per dormire. Allora ho Che cosa ti ha spinto ad andare nella favela e fare queste preso in mano il ricettario per scrivere il nome della medicina. esperienze? E la donna mi disse: “Mi da un altro foglio anche lei? Io non Ci sono stati 2 fatti importanti che mi hanno spinto ad andare ho soldi per comprare da mangiare ai miei figli e quindi nella favela. non ho soldi nemmeno per comprare una medicina cara.” Il primo fatto è accaduto quando nel mio ambulatorio
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personale è arrivata una famiglia molto povera dalla favela; un uomo, insieme a 2 figlie ed 1 figlio, sosteneva che una figlia era posseduta dal male. Il figlio era del padre avuto con un’altra donna. Sembrava che una figlia avesse un attacco psicotico. Il fratello va in trance in quel momento e si rivolge a me dicendo: “Le vorrei chiedere qualcosa. Io voglio che lei curi questa bambina, mia sorella.” Ed io ho risposto: “Si, io voglio curare lei ma anche te.” E lui: “Ma io non sto male. Ho lo spirito in me, ma non sto male.” Allora ho detto: “Scusa, la mania di noi dottori è di pensare che tutti abbiano bisogno di medicine. Ma io voglio occuparmi di lei.” In quel momento ho potuto capire che questa famiglia povera per chiedere aiuto ad un professionista affermato doveva passare attraverso la violenza della possessione. Come se noi vivessimo in un mondo spirituale, distante da loro e solo lo spirito potesse essere allo stesso livello dei medici. Quando ho notato questo ho capito che c’era qualcosa di sbagliato: questa medicina così verticistica e inaccessibile doveva abbassarsi per raggiungere il livello dell’altro. Il secondo fatto è avvenuto quando sono tornato in Brasile dopo essere stato per 6 anni in Europa. Sono andato a trovare mia mamma e lei mi ha detto: “Ho avuto un sogno con te. C’è una parte bella e una parte brutta. Ho visto una moltitudine di persone e sul palco una persona parlare. Io mi sono avvicinata ed ho visto che quella persona eri tu. Questa è il lato buono. Il lato brutto del sogno è che tu non mi hai riconosciuta.” E questo è stato un altro “schiaffo energetico”. Ho trascorso 6 anni in Europa, sono tornato con 2 dottorati e sono tornato per aiutare i poveri del Brasile. Ma il sogno mi stava indicando una cosa, non è tanto che non riconoscessi mia madre, ma che non ero più capace di riconoscere la mia patria, il mio popolo. Fu in quel momento lì che decisi di andare nella favela. Quali sono state le idee che ti hanno ispirato? Le idee che mi hanno aiutato molto sono quelle del pensiero sistemico. Ogni persona, indipendentemente dal suo livello culturale, sociale ed economico, ha un sapere che può essere utile agli altri. E la Terapia Comunitaria è un luogo dove condividere questi saperi individuali. Un’altra idea che mi ha aiutato è che il sapere accademico non ha l’egemonia del sapere. C’è un sapere che viene dall’esperienza di vita che può essere preso in considerazione. In quali paesi nel mondo è conosciuta ed utilizzata la Terapia Comunitaria Integrativa? Attualmente i paesi nei quali è conosciuta ed utilizzata la Terapia Comunitaria sono 19: tutta l’America Latina, Mozambico in Africa e 9 paesi in Europa. Un metodo nato nelle favelas come può essere utile anche in un paese occidentale ed industrializzato come l’Italia? Nelle favelas brasiliane ciò che disumanizza le persone è la miseria materiale: non avere casa, non avere cibo, non avere diritti. Continua a pag. 2
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In Europa, quello che io ho osservato, ciò che disumanizza è la miseria affettiva: le relazioni sono molto fredde, le persone hanno perso il significato della comunità, il senso di appartenenza. La Terapia Comunitaria non è una psicoterapia, ma è uno spazio di condivisione e di esperienze di vita. Per esempio, se una persona molto ricca, come può essere un Dottore, condivide in una ruota che ha perso la speranza di far uscire suo figlio dalla droga, questo dolore non è del Dottore, è di un uomo. Questo dolore può permettere una risonanza nelle persone che vivono in una favela o nelle persone che vivono sulla strada, senza fissa dimora. In questo senso lo spazio serve per creare legami tra le persone, indipendentemente dalla classe sociale a cui appartengono. Tutti gli esseri umani, sia chi ha molto, sia chi ha poco, lì di fatto sono uguali: possono comunicare tra di loro, accogliere, essere accolti. Perché si chiama Terapia Comunitaria Integrativa? Dopo 6 anni dagli inizi nella favela ho dovuto strutturare la parte teorica e dare un nome a questo lavoro. Perché ho usato la parola “terapia”? Perché la parola terapia deriva dal greco “therapeia” che significa accogliere in modo caloroso. Per questo la terapia non è privilegio del mondo degli psicologi. Qualsiasi persona può accogliere. Nella psicoterapia soltanto le persone che hanno certi titoli possono intervenire (psicoterapeuti, psichiatri). Ma la sofferenza appartiene a tutti. Qualsiasi persona con le risorse che possiede può accogliere il dolore dell’altro. Da qui la parola terapia. La parola “comunitaria” deriva da persone che hanno qualche esperienza in comune: tossicodipendenza, mancanza di lavoro, violenza, o quello che è. Non è semplicemente l’individuo che accoglie e che è terapeutico, ma è la comunità che accoglie e che è terapeutica. E perché integrativa? Perché la persona integra all’interno della comunicazione la propria storia, la propria cultura. Come funziona e quali sono gli obiettivi della Terapia Comunitaria Integrativa? La metodologia è semplice. Si parte da una situazione, problema
o tema. Ad esempio può essere il problema della persona che ha perso la speranza di far uscire il figlio dalla droga. Dopo che la persona ha parlato e che abbiamo contestualizzato insieme, il conduttore chiede alle persone presenti: “Chi di voi si è trovato in situazioni in cui ha perso la speranza? E cosa ha tentato di fare quando ha perso la speranza?” A quel punto appaiono delle perle: ho perso la speranza di trovare lavoro e in questo modo l’ho trovato, ho perso la speranza di sposarmi e alla fine ci sono riuscito, ecc. L’obiettivo non è una psicoterapia di gruppo, ma socializzare i saperi costruiti attraverso le esperienze della vita. Permettere di dare visibilità alla sofferenza, affinché le persone possano poi ricevere un appoggio da parte del gruppo. Permettere al gruppo di creare reti di solidarietà affinché le persone abbiamo più autonomia dai professionisti e dalle medicine. In questo giornale il tema centrale è il vivere sostenibile. In che modo la TCI può rendere la nostra vita più sostenibile? E’ vero che la comunità ha problemi ma anche soluzioni. Ciò che succede di brutto in una comunità offre anche allo stesso tempo una possibilità di cambiamento. Le persone in una comunità possono appoggiarsi uno all’altro, condividendo strategie di sopravvivenza, condividendo valori. La Terapia Comunitaria permette alle persone di valorizzare ed utilizzare le proprie risorse. Le persone condividono ciò che fanno, ciò che mangiano. Si canta ciò che le persone cantano. Ogni volta che c’è una distruzione materiale o una frattura affettiva (separazioni, lutti) grazie alla Terapia Comunitaria costruiamo dei nuovi legami. Più distruzioni e sofferenze ci sono, più occasioni di costruire legami ci sono, che permettono di superare le sfide che il contesto presenta. Non dobbiamo dipendere da tecnologie straniere: abbiamo il problema, abbiamo anche le soluzioni. Questa è una metodo per sostenersi a vicenda, un modo per vivere in modo sostenibile. Chi può diventare un conduttore di ruote della TCI? Siccome la Terapia Comunitaria non è una psicoterapia, non richiede nessuna formazione precedente. Con la TCI non facciamo nessuna analisi, né interpretazione, né diagnosi. Faccio una formazione per imparare a fare le domande giuste e ad approfondire l’ascolto attivo. Il terapeuta comunitario può essere qualsiasi persona che
abbia buona volontà e che desideri far parte di un movimento di condivisione. In Brasile abbiamo terapeuti comunitari che sono o leader di una comunità della favela o di una chiesa e anche professori universitari. Il suo compito è quello di condurre una ruota (ci si dispone in cerchio), essere il guardiano delle regole facendo in modo che siano rispettate durante lo svolgimento dell’incontro, non avere un ideologia che gli impedisca di aprirsi agli altri. Grazie per le risposte Adalberto e arrivederci ai prossimi incontri dedicati alla TCI in Italia. Adalberto Barreto, Dottore in psichiatria (Università Rene Descartes di Parigi); Dottore in antropologia (Universitá De Lyon 2 Francia); Laureato in filosofia e teologia (Università San Tommaso d’ Aquino in Roma e Università Cattolica di Lione); Docente della Facoltà di Medicina dell’Università Federale del Cearà (Fortaleza – Brasile), Coordinatore del Progetto “4Varas” e del MISMEC Cearà Movimento Integrato di Salute Mentale Comunitaria; fondatore della metodologia di Terapia Comunitaria Sistemica Integrativa. A Bologna lo scorso ottobre 2016 è stato condotto da Barreto il corso di formazione “UNA COMUNITA’ CHE CURA. Prendersi cura di chi si prende cura” per conduttori di “ruote” della Terapia Comunitaria Integrativa. Il corso di formazione è stato promosso e realizzato da A.S.Vo - VOLABO - Centro Servizi per il Volontariato di Bologna in collaborazione con: • Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche AUSL di Bologna • Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche AUSL di Imola • Caritas Diocesana di Bologna • Comune di Bologna • Istituzione per l’inclusione sociale e comunitaria don • Paolo Serra Zanetti del Comune di Bologna • Comune di San Lazzaro di Savena.
Fermati, vivi: impariamo ad essere felici sbattendocene Tempo di lettura 2 min.
Continua il viaggio della nostra panchina gialla. Questa volta ci siamo fermati con Sarah Knight, autrice del best seller Il magico potere di sbattersene il ca**o e le abbiamo chiesto di raccontarci il suo personale segreto della felicità. La nostra campagna “fermati, vivi” è già di per sé un invito a rallentare, a prendersi il giusto tempo per vivere una vita piena e autentica, quindi felice. In controtendenza rispetto al buonismo stucchevole che spesso dilaga durante le festività natalizie, il metodo di Sarah Knight propone un approccio di vita
decisamente alternativo. Le abbiamo fatto qualche domanda per capirne qualcosa di più. Puoi raccontarci qualcosa del tuo libro? Il magico potere di sbattersene il ca**o è un libro che parla di come imparare ad amministrare il proprio tempo, la propria energia e le proprie finanze allo scopo di vivere meglio. Se siete stressati e super impegnati e se il vostro conto è in rosso, non potete apprezzare tutte le cose belle della vita. Sbattersi meno e meglio (in termini di tempo, energia e denaro), vi darà la libertà di essere persone più felici, più sane e più divertenti: per
voi stessi e per quelli che vi circondano. Ho voluto scrivere qualcosa di divertente e liberatorio, e al tempo stesso fornire consigli utili. Che differenza c’è tra sbattersi il ca**o e essere str....? Dobbiamo
rinunciare alla gentilezza? Ottima domanda! Per sbattersene senza diventare degli str.... occorre essere SINCERI e GENTILI rispetto alle proprie intenzioni. Se dite «No» con sincerità e
gentilezza alle cose che non volete fare, non avrete fatto niente di male, e non sarà necessario che vi scusiate del vostro comportamento. L’ho chiamato il “metodo NotSorry” per la riorganizzazione mentale, perché seguendolo passo dopo passo, alla fine non si è per nulla spiacenti. Si può essere gentili con gli altri e al tempo stesso mettersi al riparo da obblighi indesiderati. Cosa consiglieresti a chi vive di sensi di colpa? Penso che siano tanti quelli che si auto-creano il senso di colpa prima che ci pensino gli altri. Molti non provano nemmeno a dire «No» perché sono
troppo presi dal loro disordine mentale. Se si riesce a riordinare la propria mente, si riesce anche a eliminare il senso di colpa. So che funziona perché lo faccio tutto il tempo. Basterà dire no in modo sincero e gentile, e gli altri lo accetteranno! Ci fai un esempio di grandi della storia, oppure di persone famose, che si sono sbattuti il ca**o? La cantante Madonna è un ottimo esempio: ha avuto un enorme successo nella sua carriera, e non gliene potrebbe sbattere di meno di quello che la gente pensa di lei. LEGGI L’INTERVISTA COMPLETA su: bit.ly/intervista-knight.
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Buone pratiche, belle idee e buona amministrazione
Regaliamoci un mondo nuovo I lettori di Vivere sostenibile conoscono bene l’importanza che hanno le scelte individuali nel dare forza a modelli di vita, di consumo e di sviluppo a misura d’uomo e in armonia con la natura. Stiamo infatti attraversando un’epoca di grandi responsabilità fatta anche di piccoli gesti quotidiani. Abbiamo i mezzi per cambiare quello che non ci piace! S e m p l i c e m e n t e esercitando il nostro potere di consumatori, possiamo premiare e alimentare le economie fondate sul rispetto per la vita e disincentivare quelle che si basano sullo sfruttamento e l’ingordigia, portando inquinamento e conflitti sociali. I semi del cambiamento possono diventare giardini. Quando, per esempio, nel 1992 la Azienda Remedia nasceva su un “greppo” appenninico, i fondatori Hubert Boesch e Lucilla Satanassi erano visti come pazzi, tipi “strani” che inseguivano un sogno che non sarebbero stati in
grado di tradurre in qualche utile realtà. Ma quello che fecero non è stato altro che credere fermamente in ciò che la terra suggerisce a chi le rimane accanto: viverla, amarla, raccontarla, nutrirla per esserne nutriti. Chi ha la fortuna di vivere in relazione con la natura ne apprende una forma di saggezza che inevitabilmente chiede di essere liberata, condivisa, affermata. Così oggi Remedia, come altre e sempre più numerose realtà, offre diversi preparati di alta qualità che mettono in relazione le persone con il messaggio delle piante. Perché questo messaggio sia il più puro possibile, non alterato da elementi o modi alieni alla bontà della natura, si impiega la massima attenzione nel modo di coltivare, di sostenere l’equilibrio delle piante, dell’ambiente e delle persone che vi lavorano. La raccolta è una richiesta vissuta con estrema gratitudine, trasformarle è preparare qualcosa di unico e prezioso; consigliarle e spedirle, un diffondere il loro gioioso e salubre messaggio nel mondo.
Per chi vive la natura, una pianta non è il suo principio attivo ma l’intera gestualità di un essere vivente. Quando l’uomo si prende così cura della terra e dei suoi frutti, lo scambio è felice e le piante riescono a dare il miglior aiuto per il nostro benessere di anima e corpo. E il sogno si è realizzato! Cosa c’entra questo col Natale? Al di là del credo o delle abitudini di ciascuno, il periodo natalizio può essere una occasione particolare per fermarsi e onorare gli affetti più sentiti, da quello per i nostri cari a quello per se stessi. In fondo quello è il periodo dell’anno in cui si celebra, in natura, il ritorno della luce. Con le confezioni natalizie proposte da Remedia c’è l’opportunità di donare una fetta di intenti nobili e attuali, sostenere progetti rivolti al bene comune, far giungere l’efficacia di preparati erboristici fatti con amore anche a chi altrimenti non avrebbe l’occasione di incontrarli, dando così anche ad altre persone l’occasione di... migliorare il mondo.
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Buone pratiche, belle idee e buona amministrazione Libri&C. VALUTAZIONE DI VIVERE SOSTENIBILE:
OTTIMO
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Amare in consapevolezza
L’arte dei desideri
Art therapy e fiori di Bach
Autore: Thich Nhat Hanh Editore: Terra Nuova Pagine 128 – prezzo di copertina: 10 €
Autore: Andrea Colamedici e Mauro Gancitano Editore: Macro Video Durata: 200 minuti – prezzo di copertina: 19,50 €
Autore: Lucilla Satanassi, illustrazioni di Stefania Scalone Editore: Macro Pagine: 96 – prezzo di copertina: 12,90 €
E’ il terzo volume della collana di tascabili dedicati alla pratica della presenza mentale in ogni aspetto della quotidianità. Con la consueta semplicità Thich Nhat Hanh, il monaco zen fondatore della comunità di Plum Village, si confronta con una delle nostre emozioni più forti – l’amore – analizzando i quattro elementi cruciali per viverlo pienamente: per amare gli altri bisogna innanzitutto amare se stessi; l’amore è comprensione; la comprensione è compassione; ascolto profondo e parole d’amore sono manifestazioni essenziali dei nostri sentimenti. Non c’è amore senza felicità; si coltivi, dunque, la felicità fin da piccolissimi, fin dalla nascita. Così, si coltiverà anche l’amore. Non trascuriamo, poi, il nostro corpo, perché l’amore passa anche attraverso di esso; non nascondiamolo, non vergognamocene, ascoltiamolo e ascoltiamo e rispettiamo anche il corpo della persona che amiamo. Amare in consapevolezza, ricco di pratiche meditative da fare da soli o con il partner, è un regalo unico per chi desidera accrescere la propria capacità di amare, indipendentemente dalla religione o dalla tradizione spirituale di appartenenza.
Non ci si stupisce mai abbastanza, siamo ancora lì, inchiodati a una croce da noi stessi, dal conformismo, dalla paura, dal vuoto improduttivo, dal pensiero positivo che ci vuole buoni e sonnecchianti. E invece Igor Sibaldi, come sempre fa da anni, ci sprona a VIVERE, a DESIDERARE (dalla parola Sidera=stella, significa “accorgersi che nel tuo cuore c’è qualcosa di più di quel che le stelle stanno concedendo all’umanità”), ad andare oltre il con-siderare (agire come altri ci dicono sia giusto), per superare il demone del conformismo, verso il cambiamento, cominciando realmente ad ESSERE COME CI AMIAMO, non ad amare come siamo. Oltre alla bella intervista a questo vulcanico pensatore di una nuova saggezza, nel DVD troviamo una bella conferenza in cui è affiancato da Andrea Colomedici e Maura Gancitano (autori e ideatori di Tlon), in cui gli argomenti sono la differenza tra spirito e anima, l’idea del futuro, del coraggio e della libertà, ricordando Platone in un mondo di social network e di consumismo applicato anche al mondo spirituale.
Conosco Lucilla da anni e sapevo che anche questa volta ci avrebbe regalato un piccolo capolavoro: un libro che nasce “dal desiderio di un benessere semplice e naturale, senza trucchi o magie… Si tratta solo di attingere al potere delicato della natura e di chiederle aiuto in momenti difficili.” Ne nasce un viaggio alla riscoperta di noi stessi attraverso l’uso del colore e la contemplazione della natura. Le 38 schede sui fiori di Bach sono le dichiarazioni che ogni fiore ci fa di sé, il motivo per cui lo potremmo interpellare e lo stato raggiunto dopo che ci ha aiutato, più la parte del corpo in cui lo si ritrova e una breve meditazione da abbinare. A lato di ogni fiore una tavola illustrata a mano, tutta da osservare, per il giusto tempo, e poi colorare e interiorizzare: uno strumento unico per recuperare la nostra vera, preziosa bellezza.
Viaggio camminato in portogallo Fatti avvolgere da un sogno, contattando te stesso. Vieni con noi, Walkinglife e Surfness Lodge Peniche, attraverso il Portogallo. “SEGUENDO I PROPRI PASSI. CAMMINO E SURF” è un’esperienza alternativa, in consapevolezza, dove movimento e stanzialità s’intrecciano in un’onda sinuosa. Dove natura, cammino, yoga, meditazione, surf e internazionalità infondono una carica di energia per l’anima e per il corpo. Walkinglife vuole diffondere un modo di vivere conscio e sostenibile attraverso progetti di benessere in movimento. Surfness Lodge Peniche è una struttura recettiva, scuola di surf, yoga, sport e terapia sull’oceano. Walkinglife e Surfness Lodge, insieme, ti invitano ad un’esperienza differente dal solito viaggio. Per Natale regalati o regala 5 giorni sul Camino Portogues da Lisbona ad Arneiro das Milharicas e 3 giorni di relax a Baleal di sport e meditazione sull’Oceano. Date viaggio: 27 maggio -5 giugno 2017 Per info: Annalisa Nicolucci (walkinglife) 347.9751094, nicolucci73@hotmail.com
Buon viaggio, ci augura Lucilla, alla ricerca del fiore che è in ognuno di noi.
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La rubrica di Renata
di Renata Balducci, Presidente di Associazione Vegani Italiani Onlus
Vivere sostenibilmente porta alla consapevolezza del fatto che è impossibile pensare di andare avanti consumando le risorse del pianeta, rischiando l’esaurimento delle stesse, anche con la scelta dell’alimentazione. Dicembre è per antonomasia il mese delle festività: in gran parte del mondo occidentale si celebra il Natale, festa di Amore e Pace.
E’ anche, però, un periodo in cui si registra l’aumento della domanda e del consumo di alimenti di origine animale, con tutto quello
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che ciò comporta in termini di sfruttamento animale e ambientale.
Oggi, le cose stanno cambiando e sempre più persone scelgono di vivere con la consapevolezza che anche una piccola azione, come la scelta della spesa, può fare la differenza per qualcun’altro, umano o animale che sia. Per queste festività, quindi, vi propongo una ricetta sfiziosa e facile da preparare, senza il bisogno di portare in tavola il dolore di nessuno.
Ravioli ROSSI …al cavolo NERO (2 persone) Impasto
Preparazione
- 100 gr di farina 0 - 1/2 rapa rossa già lessata - Sale
Frullare la rapa rossa e ricavare il liquido colorato passando al setaccio il composto ottenuto. Unire al liquido la farina e il sale, per ottenere un impasto ben modellabile. Evitare che appiccichi e mettere da parte. Mondare il cavolo nero, sfilando le foglie,lavare accuratamente e tagliarlo a striscioline. Lessarlo in abbondante brodo vegetale, in cui faremo anche riprendere morbidezza ai pinoli. Scolare il cavolo nero e saltarlo per insaporirlo,in un tegame di coccio con cipolla affettata, olio, aglio peperoncino, e fior di sale per aggiustare. Non appena sarà pronto togliere l’aglio ed aggiungere un paio di cucchiai di lievito in scaglie e mescolare bene e lasciare che si raffreddi un po’. Appena raffreddato, tritare il tutto grossolanamente. Lasciare i pinoli nell’acqua per il condimento finale. Stendere la sfoglia di pasta. Distribuire il ripieno sulla pasta stesa in modo equidistante e ricoprire con altro nastro di pasta. Ricavare ora i ravioli, schiacciando intorno al ri-
Ripieno - Cavolo nero - Lievito in scaglie - Brodo vegetale - Olio E.V.O. - Cipolla - Fior di sale q.b. - Peperoncino - Aglio Condimento - Pinoli - Semi di papavero - Margarina vegan - Salvia
pieno e tagliando con l’apposita rotella taglia ravioli della forma preferita. Scolare i pinoli lasciati nell’acqua di cottura del cavolo nero Sciogliere la margarina vegan insieme alla salvia. Impiattare condendo con i pinoli, la margarina, la salvia e dei semini di papavero.
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Adottare un cane adulto, perché no? tempo di lettura:
di Catherine Ratajczak Guidi, educatore cinofilo Sempre più spesso chi desidera un cane fa la scelta di rivolgersi a un canile. L’immagine di questa struttura sta fortunatamente cambiando, grazie all’ottimo lavoro compiuto da volontari e educatori e alle iniziative del canile stesso (banchetti, raccolta fondi, conferenze, ecc.). Quasi sempre chi si presenta con l’intenzione di adottare ha in mente un cucciolo, soprattutto se non ha mai avuto cani. Questa richiesta mette in difficoltà chi invece conosce la realtà del canile da vicino. I canili sono strapieni di cani adulti, mentre i cuccioli sono molto meno numerosi. Si chiede un cucciolo perché si è convinti che sarà più facile educarlo e poi, si sa, il cucciolo fa tenerezza. Ci si dimentica che il cucciolo rimane tale per pochi mesi. Già dal 6° mese il cagnolino comincia a diventare adolescente. Il suo carattere cambia e le sfide si moltiplicano! E’ facile che il cucciolo combini guai in casa: rosicchiare, mordicchiare, distruggere sono le sue modalità per conoscere il mondo. Ci vuole tempo prima che lui capisca le buone maniere. Ha anche bisogno di uscire spesso sia per scaricare
Le cose che divertono il mio gatto (e anche me!) di Maddalena Nardi
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Da qualche mese ho la gioia di dividere casa con un amico cucciolo di gatto. Non un felino qualsiasi: BLU (un gatto del genere non poteva avere un nome banale) è figlio di gatti di montagna e una sera si è presentato tutto bello e buono sulle scale della casa in sasso della mia amica Laura facendomi gli occhi dolci. Da quella sera quel batuffolo non mi ha più lasciato, ma se prima era tutto dolcezza e bontà, fin da pochi giorni dopo essere stato da me adottato e portato nella mia casa piena di attrezzi e di leccornie a lui dedicate, è diventato il vero padrone di casa. Non ci credete? Provate ad appoggiare qualsiasi cosa sul tavolo di casa mia: tempo 1 secondo e lui sarà salito con un guizzo per fare cadere il mazzo di chiavi, il cellulare o il mouse di turno per poi giocarci, nasconderlo sotto il divano e chi si è visto si è visto… Ma io lo amo tantissimo e mi adeguo, come nelle migliori famiglie. Rido tantissimo della sua energia, del suo non lasciarmi mai sola (neppure quando sono in doccia e lui rincorre ogni goccia che vede scendere dal vetro!). Una delle cose che divertono più BLU è stare sul letto mentre lo rifaccio e infilarsi in ogni piega per poi sbucare fuori cercando, a zampe all’aria, di farmi un agguato. Per non parlare delle valige: appena ne sto preparando una lui ci si infila appiattendosi come se non lo potessi vedere. A lui riservo ogni tappo di bottiglia di plastica e BLU, fiero della sua preda, gira per casa portandoselo in bocca. Pattina sui tappetini di casa che è un piacere; ha di buono che le unghie se le fa sul muro che non viene per nulla compromesso, ma che le rende infinitamente aguzze quando (appena possibile) scala i jeans che ho addosso. Da qualche tempo ha una pallina rimbalzina che vuole che io gli tiri, lui si lancia in aria a ogni rimbalzo, la prende e me la riporta come il migliore cane della zona… Ogni sera sulla strada di rientro verso casa, penso: “chissà cosa mi riserva BLU stasera?” e di questo posso solo ringraziare e ridere di cuore! E voi, amici lettori, che racconti ci potete fare delle stranezze/bellezze dei vostri amici a 4 zampe? Mandatecele all’indirizzo email info@viveresostenibile.net.
un’energia pressoché inesauribile, sia per fare i bisogni, altro punto dolente. Solitamente ci vogliono alcuni mesi prima che sia pulito in casa. Insomma prendere un cucciolo significa avere tanto tempo da dedicargli, avere tanta pazienza ed energia. Adottare un cane adulto può presentare inaspettati vantaggi. Non ci saranno sorprese sul suo aspetto e sulla sua taglia perché ha finito di crescere. Il suo carattere è già formato. Quindi si sa se ha bisogno di molto movimento o se si tratta di un cane più pacato, se è socievole con gli altri cani, se è timoroso con le persone, e via dicendo. I volontari e gli educatori sapranno indirizzare al meglio l’adottante per fare sì che l’adozione sia un successo, cioè cane e umano adatti l’uno all’altro. Nessuno ha interesse a vedere il cane tornare indietro. Il rientro in canile è molto stressante per l’animale e pregiudica fortemente un’eventuale nuova adozione. Quindi se pensate di adottare in canile, il mio consiglio è di visitarne più di uno, di parlare con più operatori (con un volontario e con un educatore), di scegliere usando il cuore naturalmente, ma anche
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la testa. Il cane è un impegno importante e trattandosi di cani da canile la responsabilità di chi adotta è ancora più grande. Il vostro amico, cucciolo o adulto che sia, vi saprà senz’altro ripagare con il suo affetto e la sua presenza.
Comunicare con gli animali
di Francesca Baluga E’ difficile dire che cosa amiamo più degli animali: il loro essere carini e teneri, la loro naturale innocenza o le reazioni emozionali che ci suscitano. Qualsiasi sia il vostro caso gli animali ci portano a provare sensazioni, emozioni a volte nascoste che riusciamo a trasmettere solo a loro. Si creano così rapporti speciali fatti di Amore e Fiducia. Ma che succede se non rispondono ad una nostra esigenza o fanno cose strane, bizzarre che non capiamo e che turbano in qualche modo i ritmi quotidiani creando così disagi che alterano in qualche modo quell’equilibrio di vita quotidiana. Come reagiamo noi di fronte a questo? Come aiutarli/aiutarci a risolvere quel comportamento definito “sbagliato”? Sicuramente è il frutto di un disagio interiore che viene manifestato e questo ci fa attirare l’attenzione, ma focalizzandola tutta sul sintomo perdiamo di vista ciò che l’ha causato. La prima cosa da fare è l’osservazione che ci porta piano piano ad una consapevolezza del momento presente per la comprensione. La seconda cosa è l’ascolto. Un ascolto profondo e interiore dove lasciamo cadere i pregiudizi e idee dove la mente lascia spazio alle sensazioni del cuore facendo fluire e salire immagini, emozioni, sensazioni, pulsioni. E’ attraverso di esse che possiamo trovare una o più risposte al disagio dei nostri piccoli amici. Questo accade perché parliamo con loro attraverso il canale dell’Amore Incondizionato, quella parte non fisica che sta in ognuno di noi. Parto dal presupposto che gli animali hanno
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un’anima. La stessa parola ne è il suo significato. L’anima ha sede nel nostro spirito non nel nostro corpo o nella nostra fisicità. E’ con quella parte che noi comunichiamo, che noi ascoltiamo per farci raccontare da loro che cosa non va. Spesso basta poco per aiutarli: una coperta calda, una lettiera in più o qualche regola diversa o più precisa. Come il cagnolino Macchia salvato da un destino crudele da due persone meravigliose che ogni giorno cercano di colmare il tempo che li ha divisi con cura e amore. Il suo continuo abbaiare chiaro segnale di forti traumi è stato risolto con semplici gesti che Sara e Giorgio hanno subito messo in pratica notando immediatamente come Macchia smettesse di abbaiare. Come Aurora che non faceva dormire la sua custode costretta a svegliarsi di continuo per cercare di calmarla con carezze e cibo. Abbiamo risolto costruendole con semplici materiali un piccolo letto vicino al suo e ora dormono entrambe tranquillamente. L’ascolto attraverso l’amore che proviamo per loro è uno dei modi in cui possiamo davvero essergli vicini. Spesso vogliamo con noi animali perché siamo noi ad averne bisogno perché la loro presenza calma vuoti o bisogni, o soddisfa particolari esigenze emozionali che senza il loro amore disinteressato non riusciremmo ad esprimere. Ci sono cose che diciamo a loro e che condividiamo che non faremmo con nessun essere umano. Ascoltare significa anche mettersi un po’ da parte; accettando le loro esigenze li RISPETTIAMO.
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Un mese in giardino: dicembre/gennaio Commenti e riflessioni del maestro giardiniere di Carlo Pagani Dicembre e gennaio fanno pensare di appartenere al periodo naturale di riposo del giardino e dintorni, ma non sempre le cose stanno così. Molto dipende dalle nevicate poiché queste ci isolano dal contatto con la terra e quando di lassù l’Amministratore delegato decide di dispensarci da questo bianco inconveniente, i lavori nel
giardino continuano con ritmi rallentati ma comunque stimolanti. La potatura degli arbusti da fiore, è paragonabile ad un’arte scultorea. Piante dalla ramificazione scomposta e scapigliata residuo di un anno di vegetazione, passano attraverso le forbici del giardiniere come attraverso quelle del parrucchiere. Ultimato l’intervento di riordino della ramificazione, arbusti come Lagestroemia ed Hibiscus appaiono come vere e proprie opere d’arte. Mi capita spesso di ripetere durante le mie rubriche televisive su Leonardo che la forbice in mano al giardiniere è come lo scalpello in mano allo scultore, con la differenza che la l’opera dello scultore rimane materiale morto e per centinaia d’anni rimarrà tale, mentre la pianta reduce dalle forbici del giardiniere è viva e solo se l’intervento cesorio sarà ben fatto, la reazione l’anno successivo darà fioriture abbondanti o frutti copiosi, in sintesi una scultura viva e in movimento. La forbice è considerata dal giardiniere come la nonna della motosega e d’inverno quando nevica gli si dedicano le attenzioni manutentive necessarie. Lubrificazione della molla e affilatura del taglio faranno sì che anche il giardiniere in erba diventi ben presto un abile professionista. L’inverno non si limita a evidenziare le forme architettoniche delle alberature spoglie ma qualche fiore ce lo regala ancora. Il Calycanthus praecox ne è l’esempio più eclatante, i suoi fiori gialli dalla fragranza intensa e inconfondibile iniziano a rallegrarci da metà dicembre e proseguono ininterrottamente fino a fine gennaio. La nostra signora Francesca non manca mai di anticiparne la
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fioritura asportando porzioni di rami da mettere in vaso fin dai primi di dicembre. D’altronde lei è abituata a stupire le amiche per le sue conoscenze del mestiere e racconta a tutte che i rami recisi degli arbusti di inverno e inizio primavera consentono di avere fiori freschi a mazzi durante tutto l’inverno. Sfiorito il Calycathus, sarà tempo di raccogliere i rami di Forsithia e a seguire quelli del Chaenomeles o cotogno da fiore, messi in vaso con acqua finiscono per anticiparne la fioritura e fornire quel tocco di gentilezza al soggiorno. Nel giardino invernale non deve mai mancare una pianta di agrifoglio, le sue bacche rosse raccolte a mazzetti sono l’augurio di Natale e completano il nastro che avvolge il regalo per le amiche. Consiglio sempre di praticare la raccolta dei rami dell’agrifoglio asportando le punte terminali dei rami, questo equivale ad una potatura di rimonda o di formazione e la pianta vi sarò grata mantenendo una forma compatta durante l’anno successivo. Anche a capodanno è festa per le piante, il vischio ne sa qualcosa. Complice la tradizione che lo vuole bene augurante per l’anno che verrà. Anch’egli partecipa alla creazione di festoni e mazzetti liberando le piante che lo hanno ospitato durante l’anno come tigli, mandorli, frassini e querce, le quali possono finalmente trarre un
sospiro di sollievo. Di questi giorni il prato è coperto di foglie rinsecchite e sulla loro presenza le scuole di pensiero si dividono. Da una parte gli intransigenti rappresentanti del prato rasato e ben curato anche in inverno e dall’altra i poetici e passionari attenti osservatori dei movimenti e della grazia della natura. Quest’ultimi aspettano che le brinate ricamino le foglie cadute dagli alberi regalando emozioni invernali a chi guarda dalla finestra e speranza di trovarci sotto un lombrico per i pettirossi infreddoliti. Se la neve è abbondante ci si rifugia su internet. Un paio d’ore passano agevolmente setacciando siti che trattano la vendita di semi e bulbi per
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la primavera. Se le giornate saranno soleggiate l’orto invernale è pronto a riempire la vostra tavola con gli ortaggi di stagione. Cicorie invernali, finocchi, sedani da imbianco, cardi e cavolfiori, per chi ha avuto l’accortezza di piantarli ad agosto rappresentano l’orgoglio del giardiniere dilettante. Per chi ha la possibilità di disporre del piccolo frutteto famigliare in questo periodo dell’anno si passano in rassegna le mele raccolte ad ottobre ben disposte nella melaia. Come dice il proverbio una mela guasta rischia di guastare le altre, pertanto una verifica di questi giorni va fatta.Togliere il germoglio alle patate conservate in cassette di legno al buio è un altro lavoro indispensabile di questo periodo come girare le zucche conservate in cantina ruotandone la posizione per arieggiarle totalmente e prolungarne la conservazione. Dicembre e gennaio, due mesi lunghissimi ma che stimolano a pensare alla primavera. Febbraio sarà breve e basterà una giornata tiepida a farci dimenticare che è trascorso un altro anno, la natura è sempre puntuale! LA PIANTA VEDETTE Mi hanno sempre incuriosito le piante che fioriscono in inverno e in particolar modo quelle che lo fanno sotto la neve. Si tratta del Galanthus nivalis, meglio conosciuti come i bucaneve per la sua caratteristica fioritura che mostra i copolini bianchi sbucare dalla neve a fine gennaio. I Galanthus si piantano a tardo autunno, basta un piccolo forellino nel terreno profondo pochi centimetri. Cresce bene ai bordi delle aiuole, sotto le siepi e volendo anche disseminati nei prati, poiché dopo la fioritura le esile foglioline possono essere rasate insieme al prato e puntualmente l’anno successivo i bulbi rifioriranno. Con il tempo tenderanno ad aumentare moltiplicandosi e finendo per creare dei veri e propri tappeti fioriti. Durante le stagioni a seguire rimarranno interrati e non avranno bisogno di alcuna cura. Si coltivano anche in zone ombreggiate poiché la fioritura avverrà in un momento in cui le alberature sono prive del fogliame.
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E non dimentichiamo di piantare un albero di Paola Vagnotti, az. Agricola Il Gelso E’ arrivato, è il suo tempo, ecco l’inverno. Immersi negli stupendi colori del tardo autunno ci frolliamo al freddo dell’aria aperta in sintonia con la natura. Gli orti sono quasi più belli che in estate, persino più rigogliosi grazie alle piogge, le verze svettano opulente e fanno loro compagnia, spavaldi e corroborati dal freddo, porri, erbette, capuccci rossi e verdi, finocchi, broccoli e tutta la sfilata dei cavoli “senza testa” quelli da foglia: il nero toscano, il riccio Kale... Nei campi raccogliamo radicchi e “sprelle” e i tuberi ci regalano calde passate: patate, sedanorapa, cavolorapa, topinambur, barbabietola... E che dire del buon minestrone che sobbolle lentamente nella pentola inondando di profumo invitante la cucina? Sapori, colori, ricariche di salute per il nostro corpo. Ottobre ci ha visti impegnati con le ultime semine, cipolle, scalogni e piselli per la prossima primavera, a novembre scendono in campo gli agli e il nostro frumento biologico è già stato seminato su sodo, senza rivoltare la terra, solo una leggera graffiatura per poter avvolgere il chicco. Ricordate la filastrocca che imparavamo da bambini? Chiccolino, dove sei? Sotto terra, non lo sai? E li sotto non fai nulla?
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Dormo dentro la mia culla Dormi sempre, ma perché? Voglio crescer come te E se tanto crescerai, chiccolino, che farai? Una spiga diverrò e il buon pane ti darò! L’inverno è la stagione che più ci dà l’idea della vita che scorre, del riposo che precede il rinnovo, dei ritmi della natura, tutto sembra fermo e invece sotto freme la vita: ogni gemma è una promessa La sera il buio ci coglie presto e allora in casa al caldo, tisane, zuppe e tempo dedicato a progettare la primavera, si sfogliano cataloghi di sementi, si cercano vivai sul web: è tempo di piantagione. Non dimentichiamo di piantare un albero! Fosse pure anche in vaso. Oppure “occupiamo” il verde condominiale o un terreno comunale, il comune siamo noi. Regaliamo un frutto da cogliere ai bambini che giocano fuori e non incollati ai videogiochi. Facciamoci aiutare da loro, lo faranno con entusiasmo. Un albero è un impegno per il futuro e non solo. Una cara amica novantenne e mia maestra giardiniera, mentre progettavo il frutteto, mi chiese di acquistare anche per il suo piccolo cortile un melo: voleva riassaporare la “mela campanina” della sua infanzia. Piantare un albero è non credere nella morte.
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MERC ATI CONTADINI Dal produttore al consumatore: ecco i mercati dove trovare buona frutta e verdura, latticini e uova, farine e marmellate realizzate a Km0, con dedizione e passione da chi la terra la ama e la conosce per davvero!
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