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Ambiente, cibo, comunità, transizione e resilienza
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Supplemento di Vivere Sostenibile - Dicembre 2017 - n. 45
La gratitudine ci rende felici “Nella nostra vita quotidiana, dobbiamo capire che non è la felicità che ci rende grati, ma la gratitudine che ci rende felici” Albert Clarke
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di Silvano Ventura - direzione@viveresostenibile.net Gratitudine e generosità sono tra i più potenti atteggiamenti che ci portano a provare felicità. Se tutti noi siamo pienamente consapevoli di quanto ci fa bene ricevere un “grazie”, come testimonianza della riconoscenza e della stima altrui, non è altrettanto facile e immediato che, anche esprimere la nostra gratitudine, può farci ricavare enormi benefici. Perché dire grazie è così importante? Come può aiutare noi stessi e fare bene al prossimo? I nostri genitori ci hanno insegnato a dire grazie, fin dalla più tenera età. E in seguito noi lo abbiamo fatto con i nostri figli. Grazie è un vocabolo presente in tutte le lingue del mondo e ovunque esprime il concetto “apprezzo quello che hai fatto per me”. Esprimere gratitudine fa bene alla persona che la riceve, appagando la sua autostima e il suo bisogno di riconoscimento. Alleniamoci ad essere grati! Provare gratitudine è parte della nostra vita emozionale e spirituale. E’ una proiezione positiva di noi stessi verso il mondo e coloro che lo abitano. E’ un modo diretto e positivo per interagire con il prossimo. E’ un’ondata di calore e affetto che irradiamo dal nostro cuore e che pervade chi la riceve, ma anche noi stessi. E’ “lasciarsi andare” con dolcezza e naturalezza. Provare gratitudine ed esprimerla con animo aperto è bello, ed è ovvio che ci faccia sentire più felici! A volte possiamo credere di non avere motivo di compiacerci e di provare gratitudine… è il momento di scuoterci! Focalizziamoci su ciò che abbiamo. Sui nostri affetti, sulle nostre capacità e sui nostri talenti, sugli amici, sui nostri interessi, sui privilegi di cui godiamo anche solo per il fatto di essere nati qui, in questa epoca. Non diamo nulla per scontato o per acquisito per sempre, in quanto nulla ci è dovuto! Basta scuse! Siamo noi stessi gli unici a essere responsabili del nostro stato d’animo e non ha nessun senso concentrarci su ciò che non
abbiamo più o su quello che altri hanno e noi no. Controlliamo il nostro “focus” e, grati e riconoscenti per ciò che siamo e che abbiamo, dirigiamolo verso quello che vogliamo ottenere dalla nostra vita! Grazie è una parola che ci aiuta ad abbracciare con energia e meraviglia, tutto il nostro mondo. A vedere il lato positivo delle cose ad essere consapevoli di tutto ciò
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che abbiamo a disposizione e, infine, a godere del presente. Con questa consapevole gratitudine io mi rivolgo a voi redattori, collaboratori, amici, lettori e sostenitori di Vivere Sostenibile, ringraziandovi per la strada e per il reciproco obiettivo di crescita e di consapevolezza che stiamo condividendo. GRAZIE!
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SOMMARIO
Tutti i nostri siti sono su Redazione Nazionale Via F. Santi 4 - 40055 Castenaso (BO) Redazione Parma e Piacenza Via Viotti 12 - 43123 Parma Supplemento a Vivere Sostenibile Dicembre 2016 - n°34 Direttore Responsabile Silvano Ventura direzione@viveresostenibile.net
SPUNTI E NOVITÀ NATALE SOSTENIBILE
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Ufficio Commerciale di PR e PC - f.melley@libero.it
ALIMENTAZIONE CONSAPEVOLE
p. 5
Stampa: Centro Stampa delle Venezie Via Austria,19 Padova
PARMA ETICA
p. 6
PRIMAVERA 2016
Associato a:
ESSERE VEGANI BENESSERE CORPO E MENTE
p. 7-10 p. 11 p. 12
BAMBINO NATURALE
p. 13
AGRI/CULTURA
p. 14
Federazione Italiana Media Ambiente
Grafica e impaginazione: MediaMo.net Redazione: Via F. Santi, 4 - 40055 CASTENASO (BO) Tel. 051/6061070 r.a. - Fax 051/6061111 www.edibit.com - e mail: info@edibit.com
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Buone pratiche, belle idee e buona amministrazione
Capo Redazione Maddalena Nardi redazione@viveresostenibile.net
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HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Anna Ganapini
Catherine Ratajczak Guidi
Jo Gabel
Renata Balducci
Barbara Ghidini
Daniela Lorizzo
Linda Maggiori
Rosaria Scotto
Carlo Pagani
Flavio Troisi
Marco Matera
Caroline Aitken
Giovanna Visentini
Paola Massi
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SPUNTI E NOVITÀ
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Le emozioni in economia tempo di lettura: 3
di Daniela Lorizzo, la prima Banking Trainer in Italia – www.danielalorizzo.it Stiamo vivendo una crisi che non ha molti precedenti, dove c’è tanto; di tutto. Ci ha costretti a mettere in discussione non solo il sistema finanziario ma anche molte delle teorie economiche su cui questo sistema si reggeva. Come sempre ci sono aspetti positivi in ogni crisi che non a caso possono diventare buone opportunità, in questo momento potremmo intravedere un enorme esperimento mondiale dove il sistema economico moderno si rende sempre più palesemente lontano dalla realtà. Offre il fianco e in questo modo ci dà l’opportunità di guardarlo e verificarne le debolezze. La domanda sorge spontanea: cos’è che non ha funzionato? Le scienze cognitive ci possono venire in soccorso e spiegarci che quando dobbiamo prendere delle decisioni molto spesso la parte razionale si fa da parte e si accendono altri riflettori. E così spesso ci troviamo a fare scelte economicamente irrazionali. Ma l’irrazionalità capita a caso? I nuovi studi ci mostrano che la nostra “scatola” è meno efficiente di quanto pensiamo, e che “l’occhio vede quello che vede anche se sappiamo quello che sappiamo”. Quindi non possiamo vedere in modo diverso da come vediamo, al di là delle cose che sappiamo perché il nostro cervello mette in atto processi automatici che “sistemano” l’informazione. Questo vale anche per le nostre decisioni e scelte, potremmo essere convinti che se dovessimo scegliere fra A e B la nostra scelta sarebbe la stessa al di là della cornice. In realtà abbiamo un sistema di preferenze interiore predefinito che può rendere diversa la scelta in base alla cornice, diventiamo così irrazionali grazie alla nostra parte emotiva. Quindi? Naturalmente non esiste un essere totalmente razionale, a tutti parte una risposta emotiva. Più razionale non è chi non prova emozioni ma è chi ha una migliore relazione con i propri processi cognitivi, colui che agisce conoscendo i propri condizionamenti emotivi e i proprio meccanismi mentali. Interessante “vedere” le cose da questo punto di vista, spostare l’osservazione ci offre la possibilità di vedere oltre e di non
cadere nelle trappole mentali che fanno arricchire le grandi multinazionali che di questo si occupano da sempre. Detta così potrebbe sembrare difficile, ma in realtà come sempre basta sporzionare il complesso e renderlo semplice. La prima mossa che mi sorge spontanea è prendermi il TEMPO, tempo per comprendere, per scegliere, per verificare se sto dando retta a un bisogno o ad una necessità.
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So che questo TEMPO prezioso va contro un meccanismo quotidiano ormai così scontato che passa sotto la soglia della consapevolezza. Oggi la fretta, la scarsità di tempo, si traduce in un troppo, troppa velocità, troppi impegni, troppa paura, troppe informazioni che non riesco a sistemare, a digerire, ad assaporare. E quindi forse è tempo di togliere e non di aggiungere.
Je suis l’Autre - progetto di Comunicazione Mite ideato da Stefano Lancini (stefano.jesuislautre@gmail.com), sociologo e comunicatore sociale, e Alessandra Franzelli, psicologa. Con sguardo generativo Je suis l’Autre propone la mitezza come base di dialogo, le emozioni come specchio d’indagine e la diversità come rivelatrice della propria identità.
Quest’anno a Natale regalo esperieNze aUToproDUrre è tornare a saper fare le cose con le nostre mani: volete mettere il divertimento e la soddisfazione? Formaggi vegani, pasta madre, estratti, germogli aromaterapia, Cosmesi vegetale, automassaggio, Yin Yoga
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NATALE SOSTENIBILE INVERNO autunno 2017 2017
Idee per un Natale MOLTO Sostenibile
di Linda Maggiori
E’ possibile vivere il Natale a impatto (quasi) zero con una famiglia numerosa? Noi abbiamo 4 figli, la più piccola appena nata e gli altri maschietti dai 4 ai 9 anni. Per noi il Natale non è tempo di compere e viaggi in auto, visto che l’auto non ce l’abbiamo e ci muoviamo solo in bici o coi mezzi pubblici, non andiamo nei centri commerciali e di regali ne acquistiamo pochi.Triste? No, anzi! Cominciamo dai preparativi: oltre ad un piccolo alberello di Natale, finto, che era di mia nonna e avrà 40 anni, in genere noi facciamo solo il presepe: lo facciamo coi pupetti vecchi, di quand’ero bambina, sempre gli stessi, la capanna con i rametti, e con quel po’ di muschio rimasto e conservato dall’anno precedente. I bambini si divertono a posizionare tutti gli animali e commentare (in genere nel nostro presepe ci sono più animali che esseri umani). Se c’è qualcosa che è il contrario esatto del presepe, è la follia consumistica dei centri commerciali, del traffico e delle luminarie. Il Natale è purtroppo spesso anche tempo di sprechi e cibi esotici, a km 1000. Noi alla vigilia e a Natale siamo ospiti, e non possiamo mettere bocca sul menu natalizio, che non è del tutto vegetariano. Ho però convinto sia mia mamma sia mia suocera a non comprare frutti esotici come ananas, oppure comprarli solo del commercio equo e non esagerare a preparare tanto cibo. Lo spreco è praticamente nullo. Non si butta via niente. Dopo le feste non si cucina più e si mangiano gli avanzi delle feste finché non terminano! Ma questo lo faceva mia nonna, mia mamma, mia suocera...insomma è una tradizione contadina che per fortuna non si è persa. Alcuni hanno paura di deludere i bambini se non si fanno tanti regali, se non si passano intere giornate nei centri commerciali a riempire
il carrello. I nostri bambini, come in genere tutti i bambini, detestano passare le giornate nei negozi, o dentro un’auto a cercare il parcheggio. Per passare feste felici chiedono solo di: non andare a scuola, stare coi nonni e coi cuginetti, giocare tutto il giorno sugli alberi a fare capanne con la paglia, andare in bici…. Questo è il massimo dei loro
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desideri. Tutto il resto è un di più…possono anche ricevere due regali in croce. Ma cosa regaliamo ai bambini per Natale? I nostri genitori regalano ai nipotini pochi regali, ma che siano etici, belli, duraturi e decisi insieme. Costruzioni, libri, pupazzi di stoffa o strumenti di falegnameria, a seconda dell’età e dei gusti. Ma nulla di elettronico o con pile. Con i cuginetti o gli amichetti si scambiano regali “usati”, cioè ogni bambino impacchetta un suo gioco o libro e Io regala all’altro bambino. In ogni gioco usato c’è un po’ di storia del bimbo che ci ha giocato, quindi per i bimbi un gioco o un libro usato vale molto di più di un gioco nuovo di zecca e anche noi genitori (e le nostre tasche) sono più felici! Anche la carta regalo è riciclata, in genere incartiamo i regali con carta vecchia di giornali, riviste…e spago, sono davvero belli e multicolore! Pochi oggetti, pochi soldi, poco traffico, questo dovrebbe essere il Natale, al di là di ogni significato religioso o trascendente: dovrebbe essere la festa della condivisione, della sobrietà, del rispetto del creato, la festa di ogni bimbo che nasce, del suo diritto ad un mondo migliore.
Per un Natale lento, regala un bosco
Dal Festival della Lentezza, un’idea originale e virtuosa da mettere sotto l’albero, partecipando alla creazione di un frutteto di piante di-menticate a Colorno (PR) tempo di lettura:
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Botti... No grazie! di Catherine Ratajczak Guidi, educatore cinofilo
Come ogni anno, a Natale, siamo colti dalla smania di trovare il regalo più originale, finendo puntualmente per scegliere qualcosa di etereo e passeggero, che rischia di andare a fare compagnia alla lista degli oggetti inutili accumulati nelle precedenti ricorrenze. Ma se sotto l’albero mettessimo proprio un albero? Bruno Munari ha definito l’albero come l’esplosione lentissima di un seme. Per ringraziare il luogo che ormai da tempo lo ospita, il Festival della Lentezza – al momento impegnato nei preparativi per l’edizione 2018, dedicata al tema del “coltivare” - ha deciso di regalare a Colorno (PR) un Bosco del Tempo, un frutteto pieno di varietà di frutti antichi e dimenticati, «che non saranno perfetti e richiederanno tempo e passione per crescere ma avranno la forza impetuosa di un’operazione collettiva, democratica e capillare. In altre parole, felice». Per farlo, ha attivato su Produzioni dal Basso un crowdfunding sul progetto selezionato da un bando di Banca Popolare Etica che prevede il raggiungimento della cifra di 20mila euro entro il 24 dicembre 2017. Partecipando alla raccolta e adottando un albero, puoi contribuire alla crescita di un intero bosco e contemporaneamente offrire a una persona speciale qualcosa che resisterà anche ai Natali futuri. Il progetto sarà realizzato dall’Associazione Comuni Virtuosi - che promuove il Festival dal 2015 - e vedrà la partecipazione diretta dell’Azienda Agraria Sperimentale Stuard di Parma, che del bosco ha già realizzato il progetto preliminare e il piano di gestione dei primi dieci anni. La coltivazione inizierà durante l’autunno 2018. Riceverai invece subito la pergamena con il nome della persona a cui sarà legato il destino della pianta che donerai. Qui, il link per aderire alla campagna: www.produzionidalbasso. com/project/bosco-del-tempo
La fine dell’anno è un momento difficile per cani, gatti, uccellini. Grazie a delle campagne di sensibilizzazione sull’argomento sempre più comuni hanno proibito l’uso dei botti sul proprio territorio. Ma anche se sono diminuiti non sono comunque spariti del tutto. Come aiutare i nostri animali a superare quella notte nel migliore dei modi? Per quanto riguarda i cani fate una bella passeggiata di pomeriggio in modo che l’animale si rilassi. Ad ogni modo non portatelo più fuori dopo le ore 21 perché spesso vengono fatte delle prove prima di mezzanotte. Quel giorno il cane dovrà essere tenuto al guinzaglio e mai lasciato libero; dovrà indossare collare o pettorina ben stretti specialmente se sapete che lui ha paura dei botti. L’uscita serale sarà possibilmente breve e lontana dalle zone a rischio (parco pubblico o parco giochi). Gli animali vanno tenuti in casa, non lasciati in giardino o in terrazzo. I sensi dell’udito e dell’olfatto sono nettamente più sviluppati nel cane e rendono gli scoppi all’aperto davvero intollerabili. Se rimanete in casa cercate di comportarvi normalmente. Evitate un eccesso di carezze e rassicurazioni per non rinforzare lo stato ansioso del cane ma non ignoratelo del tutto. Una carezza ogni tanto quando lui è più fermo e tranquillo va bene.
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Lasciate che il vostro amico scelga dove stare, sotto a un letto, dietro a una tenda o nelle vostre vicinanze, basta che sia un luogo sicuro.Verrà fuori quando il “pericolo” sarà passato. Abbassate le tapparelle e tenete accese le luci per evitare che il cane veda i lampi. Può essere d’aiuto tenere alto il volume della televisione (evitando i collegamenti in diretta) o della musica. Inoltre se il cane è particolarmente ansioso sarebbe opportuno lasciarlo a digiuno di sera. Se invece il cane rimane da solo valgono le stesse raccomandazioni chiudendolo però in una stanza dove sta abitualmente. Può essere d’aiuto l’uso di un diffusore di feromoni sia nella stanza che nella cuccia. Togliete gli oggetti quali cuscini, tappeti, vasi, ecc.... Un cane in preda al panico può essere estremamente distruttivo. Se il vostro cane è anziano o cardiopatico consultate il vostro veterinario e valutate insieme se è il caso di dargli un blando sedativo o un rimedio omeopatico. Infine se avete preso un cucciolo da poco non lasciatelo mai da solo la notte di Capodanno. E’ troppo vulnerabile per affrontare una situazione del genere senza la vostra presenza, e il rischio di farne un adulto pauroso è davvero altissimo. Sereno Capodanno a tutti!
ALIMENTAZIONE CONSAPEVOLE INVERNO 2017
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Alla scoperta di NaturAmica, a Traversetolo tempo di lettura: 2
A cura della Redazione
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Andreina e Anna a fine 2013 hanno aperto questa bella realtà, NaturAmica: un negozio unico nella zona, specializzato nel Gluten free e nel biologico, con vasto assortimento di prodotti. Preparate e disponibili a soddisfare le richieste dei clienti, Andreina e Anna per il Natale 2017 propongono un vasto assortimento di prodotti alimentari, di cosmesi naturale e di oggettistica per la casa. Venendo da NaturAmica, in P.zza Vittorio Veneto, 3 a Traversetolo (PR), troverete un negozio completamente NATURALE, con prodotti per tutta famiglia, piccini compresi. Se cercate prodotti senza glutine, o senza lattosio, per una dieta vegana e biologici, questo è il luogo dove sarà bello venire; riceverete consigli e cortesia prima di tutto!
Per informazioni:
Naturamica gluten free & bio shop P.zza Vittorio Veneto, 3 – Traversetolo (PR) Tel. 0521 342174 - info@naturamica-shop.it Facebook: NATURAMICA GLUTEN FREE & BIO shop
Biscotti in barattolo con taglia biscotti Idee regalo di Natale di Rosaria Scotto www.ifioridelbene.com/blog
tempo di lettura:
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I regali fatti in casa hanno un valore aggiunto: il tempo di chi li ha realizzati.Vi propongo questa idea molto carina, soprattutto perché si può personalizzare interamente. La ricetta e gli ingredienti nel barattolo, infatti, verranno scelti in base ai gusti, alle eventuali intolleranze o scelte etiche di chi lo riceverà. Se, ad esempio, l’amico celiaco si lamenta perché è stufo di mangiare sempre gli stessi biscotti, farete una ricerca per realizzare dei nuovi biscotti senza glutine. Oppure, avete un vostro “cavallo di battaglia” in cucina e volete condividerlo con qualcuno che di sicuro apprezzerà, ora potete farlo in modo davvero originale. Dunque quest’idea non è solo uno scambio di oggetti, ma soprattutto di sapori e saperi. Occorrente: •un vasetto per conserve da 1 litro ingredienti secchi a scelta per realizzare la vostra ricetta nastri formina taglia biscotti o altro accessorio da cucina Procedimento: Dopo aver selezionato la ricetta da condividere più adatta all’amico che riceverà il dono (quindi non necessariamente biscotti), pesare gli ingredienti secchi (farine, zucchero, cacao, scaglie di cioccolato, cereali, ecc…) e disporli a strati nel recipiente. La disposizione a strati è più una scelta estetica, che pratica: all’aspetto sarà più gradevole vedere e riconoscere gli ingredienti inseriti. Confezionare il vasetto e allegare la ricetta, specificando che gli ingredienti umidi dovranno essere inserirli al momento. Noi abbiamo proposto una taglia biscotti tra gli accessori, ma in realtà il vaso può essere arricchito con altri accessori, come una frusta, un cucchiaio in legno, un timer per il forno, delle presine, insomma, tutto ciò che può risultare utile e gradito.
Il cibo: chiave fondamentale per la nostra salute tempo di lettura:
di Barbara Ghidini
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Come affrontare al meglio la stagione invernale Siamo ormai giunti alla stagione invernale ed il nostro organismo si deve adattare ad affrontare questo particolare periodo. L’inverno è la stagione della raccolta e dell’introspezione: le piante non hanno foglie e sono concentrate sulle radici, alcuni animali sono il letargo, i giorni sono corti e fa freddo, ci si sente stanchi e magari tristi. Poiché il nostro benessere dipende innanzitutto dall’alimentazione, è importante scegliere i cibi giusti, che ci consentano di essere in equilibrio ed armonia con l’ambiente circostante e di vivere bene anche questa stagione. Questa è la mission di HUMUS BIO BAKERY BISTROT, un forno, caffetteria e cucina ubicato a Parma in via Capelluti, traversa di via Gramsci a due passi dal padiglione Maternità dell’Ospedale Maggiore: proporre un’alimentazione che contribuisca ad accrescere il benessere delle persone, offrendo una cucina e dei prodotti a base di ingredienti, biologici, naturali e del territorio, adeguati all’andamento stagionale. Per la dietetica cinese ogni stagione è associata a un sapore ed a un organo. Il sapore associato all’inverno è il sapore salato e l’organo è il rene. I cibi classificati come salati sono i fagioli neri, le lenticchie, i crauti, la verza, i funghi, le alghe… In questa stagione è opportuno consumare piatti caldi, per aiutare la digestione e per scaldarsi: ottime quindi le zuppe di legumi e verdure. Anche la carne è indicata per la sua azione riscaldante. Altri sapori consigliati sono il piccante, come aglio, cipolla, zenzero, peperoncino ed il dolce, legato alla milza (quindi alla Terra), come le patate e le carote. Il tutto deve essere giustamente dosato e non usato in eccesso per evitare squilibri. La bevanda ideale è il tè, meglio del caffè che è di natura amara. Quando fa davvero freddo si può bere vino, da assumersi comunque in quantità contenute in quanto l’alcool è da considerarsi quasi una medicina. E poi frutta cotta o cruda di stagione e frutta secca.
Ricordiamoci che l’inverno è proprio il momento della raccolta e dell’immagazzinamento, quindi possiamo concederci un’alimentazione più abbondante ed energetica, sempre con buonsenso. Mai abbuffate pantagrueliche, ma pasti nutrienti e frequenti. Godiamoci quindi con gioia, benessere e serenità i pranzi e le cene ricchi ed abbondanti delle nostre festività natalizie. Potete sperimentare tutto questo da HUMUS BIO BAKERY BISTROT con una colazione naturale, uno spuntino di metà mattina, una pausa pranzo equilibrata ed appetitosa, una merenda sana con tè e profumate tisane, un aperitivo bio, una cena gustosa. O acquistando pane, prodotti da forno e dolci con farine selezionate e di grani antichi, da gustare sul posto o la sera a casa. Con un’attenzione particolare alle diete vegetariane, vegane e senza allergeni. E per accompagnare gli interessati in questo cammino di consapevolezza, Humus organizza ed ospita eventi sui temi dell’alimentazione e del benessere: seguite pagina Facebook e sito per essere sempre aggiornati.
Per informazioni:
Humus bio bakery bistrot Via Rolando de Capelluti 6/A Parma Tel. 0521 992303 - info@humusfood.bio Facebook: humusbiobakerybistrot www.humusbistrot.it
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PARMA ETICA FESTIVAL INVERNO 2017
SAVE THE DATE! Parma Etica Festival 8/9/10 giugno 2018 è alla sua V edizione “CIBO PER LA PACE”: continuiamo ad immaginare un mondo sostenibile per tutti, ma la vera rivoluzione inizia dalla nostra tavola tempo di lettura:
di Anna Ganapini La prossima edizione del Festival Etico di Parma ha come protagonista la Pace. Se desideriamo davvero la sostenibilità dobbiamo iniziare a non delegare, sono le nostre scelte quotidiane che possono fare la differenza: per questo è nato il Parma etica festival nel 2014, per diffondere cultura, senza rinunciare al divertimento: fatto di cinema, musica, arte, mostre e cibo “buono”, in tutti i sensi. Il sogno degli organizzatori è sempre più condiviso, lo dimostra il successo di questa ultima edizione, dove ospiti internazionali ed eventi culturali hanno saputo richiamare e coinvolgere oltre 35.000 persone, riconfermando il Parma etica festival come il più importante festival Etico a portata di bambino d’Europa. Nel 2018 avremo l’onore di ospitare un medico illustre, il Dott. Rüdiger Dahlke. Laureato in medicina presso l’università di Monaco è specialista in terapie naturali e psicoterapia e autore di numerosi libri riguardanti il rapporto tra malattia, psiche e autocoscienza. Per quasi 40 anni, Dahlke ha lavorato come medico, autore, formatore e relatore di seminari. In libri come “Malattia come linguaggio dell’anima”, “Malattia come simbolo”, “Aggressione come scelta” e “Uscire dalla depressione”, ha stabilito un approccio olistico alla medicina psicosomatica, che si estende al mitico e allo spirituale. I suoi libri “Le leggi del destino - Regole per il Gioco della Vita” e “L’Ombra, il lato oscuro della tua anima”, insieme ai CD allegati, forniscono la base filosofica e la pratica per questo approccio. In seminari e in tour, conduce i partecipanti nel mondo dell’immaginario spirituale e motiva le persone ad assumersi la responsabilità per lo sviluppo di strategie di vita ben mirati. Il suo obiettivo di costruire un campo contagioso di buona salute, non è solo presente nei libri che formano i pilastri della buona salute, come ad esempio “Peacefo-
od”, ma anche nella realizzazione del centro TamanGa in Austria. Libri come “Il corpo, specchio dell’anima” e “Le impronte dell’anima. Che cosa le mani e i piedi rivelano di noi”, estendono anche le nostre possibilità di prendere il controllo di noi stessi e di trovare la missione di vita corrispondente al nostro percorso di sviluppo. Il Dott. Dahlke sarà al Parma etica festival Sabato 9 Giugno con una conferenza dal titolo “Peace Food: I benefici fisici e spirituali di un’alimentazione vegetale” alle ore 20:30 (ingresso libero) e con un seminario esperienziale dal titolo: “Malattia come simbolo e linguaggio dell’anima” Domenica 10
Giugno dalle ore 9:30 alle 14:00. Il seminario è a numero chiuso su prenotazione, per informazioni scrivere a parmaetica@gmail.com o telefonare al 389.0777675. Ricordiamo che il Parma etica festival è realizzato dalla forza di un gruppo di volontari che lavorano tutto l’anno per raccogliere fondi, sostenerli è facile; si possono seguire i corsi che realizzano durante l’anno, partecipare ad una delle cene raccolta fondi, comprare uno dei loro gadget o semplicemente pagando la quota annua associativa di 10 Euro. Per maggiori informazioni visitare il sito www.parmaetica.com
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4 min
Buone pratiche, belle idee e buona amministrazione
DICEMBRE 2017
1 network di editori indipendenti 8 edizioni su carta e on line 18 province 1 milione di lettori
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Un messaggio di consapevolezza e fratellanza Tempo di lettura 4 min.
di Maddalena NardI Lo scorso settembre abbiamo avuto la grande gioia di incontrare Sua Santità il XIV Dalai Lama, Tenzin Gyatso, il leader spirituale del Tibet in esilio, che ha inaugurato il Festival delle religioni a Firenze. Durante l’incontro, organizzato dall’Istituto buddista Lama Tzong Khapa di Pomaia (PI), la massima autorità̀ spirituale del Buddhismo tibetano ha dato alcuni messaggi importanti, che voglio riportarvi in questo tempo di festa. “Sono onorato di poter essere qua e condividere con voi questa discussione sul senso di responsabilità che deve abbracciare il mondo intero. Siamo nati tutti uguali. Io sono uno dei tanti sulla terra e tutti, fin da appena nati, abbiamo il DIRITTO alla FELICITA’. Ho 82 anni e nella vita ho visto molti conflitti. Anche ora, mentre noi siamo qui tranquilli, in altre parti del mondo tanti soffrono di pene che noi stessi creiamo. Anche tanti bambini… Credo che questo vada risolto. Ma come? Proviamo a guardare all’UGUAGLIANZA che sta tra noi: siamo tutti esseri umani, con 2 braccia, un cuore, un sorriso; non fissiamoci sulle differenze che ci fanno
dividere, esse sono secondarie. Nell’incontrare un altro penserò: “ecco un altro come me” e gli sorriderò – io sorrido anche e soprattutto alle persone più serie ed impettite, a volte faccio loro anche il solletico! – lui sorriderà con me. Non penserò: “ecco uno straniero”: questo ci dividerebbe. Dovremmo impegnarci per vivere tutti insieme su questo pianeta. Dovunque vado promuovo l’UMILTA’ degli esseri umani. I conflitti religiosi sono assurdi: la religione, qualsiasi essa sia, insegna l’amore e il rispetto dell’altro. Il continente indiano è un esempio di convivenza pacifica tra tante diverse religioni in uno stesso luogo. Questo è possibile! Chi uccide smette di essere religioso. Siamo un’unica umanità globale. A livello economico, ma anche ambientale: ci sono cambiamenti che coinvolgono tutti noi umani per questo dobbiamo imparare a stare insieme, rispettando le scelte di ognuno. Le differenze sono importanti come in un giardino ricco di fiori diversi. Se ce ne fosse uno soltanto sarebbe molto meno bello! C’è molta SPERANZA nel mondo: io la vedo! Abbiamo imparato dalle
sofferenze delle guerre ad essere UNITI. L’umanità deve essere più grande dell’interesse del singolo! L’intelligenza deve essere al servizio del BUON CUORE, non della rabbia. Credo che questo andrebbe inserito nel sistema educativo rispetto al quale, confesso, sono molto critico, perché quello odierno guarda solo alla crescita materiale, mentre dovrebbe includere anche la crescita interiore. La natura è globale e ci abbraccia tutti nello stesso modo senza differenze, per questo dico che siamo un’unica comunità di 7 miliardi di essere umani e dobbiamo convivere insieme, non c’è modo di togliere una parte di questa comunità, dobbiamo stare insieme e vivere bene insieme, anche se succede che certi politici e capi di stato utilizzano le religioni per mettere le persone l’una contro l’altra. Perdono, tolleranza, pazienza, queste sono le cose che dobbiamo sviluppare. La PACE GENUINA sia a livello familiare che di comunità e mondo, deve cominciare da dentro i singoli individui, senza la pace dentro al singolo non può esserci una pace mondiale”. Grazie.
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SETTEMBRE 2017
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Buone pratiche, belle idee e buona amministrazione
Smetti di fumare grazie a un metodo completamente naturale! Nirdosh® è un metodo certificato che ha aiutato migliaia di persone a smettere di fumare! Tempo di lettura 4 min.
Per un dono etico, salutare e rispettoso di te, i tuoi amici e l’ambiente puoi scegliere il Programma Nirdosh® per smettere di fumare. Una scelta naturale per sostituire le abituali sigarette con beedies alle erbe che possono coadiuvare l’abbandono di tabacco e nicotina. Le beedies alle erbe Nirdosh® sono composte da una miscela di erbe ayurvediche, che si possono fumare e che possono essere una valida alternativa alle sigarette. Smettere di fumare di colpo è possibile se la volontà di porre fine alle abitudini associate al fumo è ferrea. Le beedies alle erbe Nirdosh® possono aiutare in questo poiché lasciano inalterata la gestualità ma sostituiscono tabacco
e nicotina con erbe che non danno assuefazione, pur assicurando un gusto pieno, intenso e corposo che può dare appagamento anche ai fumatori più incalliti. Perchè le Nirdosh® non fanno male? Le beedies Nirdosh® non sono senza combustione ma la miscela di erbe ayurvediche è avvolta in una foglia di Tendu, pianta simile all’eucalipto, che in combustione rilascia olii essenziali aromatici e totalmente naturali. L’assenza di carta lavorata e di benzopirene (la sostanza a base di idrocarburi che permette alle sigarette di bruciare completamente anche senza aspirare) fa sì che in combustione si formino meno composti aldeidici e polinucleari.
La carta usata nella industria del tabacco, in combustione rilascia almeno otto agenti chimici dannosi per la salute, cosa che le beedies Nirdosh® non fanno. Per questo non fanno male e possono coadiuvare ad arrivare a stare senza sigarette meglio delle sigarette elettroniche vendute in farmacia o rispetto al fumare tabacco naturale, perché lasciano inalterate le gestualità legate al fumare ma distolgono dall’assuefazione causata da tabacco e nicotina. METODO NIRDOSH® Il metodo è facile da seguire e si propone di dissuadere dal fumo introducendo alcune Nirdosh® e diminuendo quelle con tabacco e nicotina. 1. Fumare le beedies Nir-
dosh® al mattino, o almeno fare in modo che la prima del mattino sia una Nirdosh® 2. Evitare luoghi e situazioni che vi inducano a fumare 3. Bere molta acqua o tisane depurative, 4. Associare un’alimentazione sana e se possibile evitare alcool e caffè 5. Camminare molto e/o iniziare una pratica sportiva 6. Informare amici e parenti della vostra decisione di smettere di fumare 7. Ogni tre giorni eseguire un areosol inserendo 3 gocce di Olio essenziale di Palo Santo® Nirdosh® è un prodotto destinato ad aiutare le persone durante la dissuefazione dal tabacco. Ingredienti: Basilico (Oci-
mum basilicum), Curcuma (Curcuma Longa), Liquirizia (Glycyrrhiza glabra), Cannella (Cinnamomum zeylanicum), Chiodi di garofano (Eugenia cario-
phyllata), Trachispermum ammi (Carum copticum), Commiphora Mukul (Gangal, Guggul), Diospyros embryopteris (Tendu). Ci trovi su www.nirdosh.it
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dicembre 2017
Fermati, Vivi e puoi capire (ed evitare) lo psicopatico che è vicino a te
Ti sembra di essere circondata/o sempre più da psicopatici? Ebbene sì, è vero! Si tratta di una sensazione sempre meno teorica e sempre più una (spiacevole) realtà. Per questo bisogna trovare il modo di riconoscere i segnali di questa vicinanza (il/ la proprio/a partner? il capo ufficio? il/la vicino/a di casa?) e soprattutto il modo di difendersi. Bärbel Mechler personal coach ed esperta in comunicazione e comportamenti inadeguati - ha scritto un libro che contiene esempi e istruzioni precise che hanno l’obiettivo di ridare coraggio a tutte quelle persone che si ritengono deboli, liberandole dalle grinfie dei loro manipolatori, bugiardi, egoisti, inaffidabili e tiranni. Il libro si intitola Circondati da Psicopatici (Macro ed.) e potrebbe essere letto stando comodamente sulla nostra ideale panchina gialla che
contraddistingue la campagna del Gruppo Macro, ovvero Fermati, Vivi! (fermativivi.it) scelta per festeggiare i nostri 30 anni di attività. Per riconoscere un psicopatico è bene, infatti, fermarsi, per capire come fare per liberarsene. Ne abbiamo chiesto conferma alla stessa autrice. Signora Mechler, chi sono i psicopatici? Lo psicopatico generalmente è quel tipo di persona che senza alcuno scrupolo si pone al di sopra degli altri, cerca di controllarli e turba le loro esistenze. Con tutta probabilità, ad ognuno di noi viene in mente almeno una persona dalla quale è impossibile difendersi e la cui presenza trasmette una sensazione di impotenza o addirittura di minaccia. È bene stare alla larga da queste persone, e non farsi soggiogare dai loro subdoli giochi di po-
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tere. Per riuscire a proteggersi dagli psicopatici è importante essere ben informati sui loro comportamenti e processi mentali e sulle loro carenze; in modo poi da liberarsene. Proviamo, allora, a identificarne qualche caratteristica. Gli psicopatici sono soprattutto egoisti: pensano che sia assolutamente legittimo e naturale non soltanto che gli altri facciano del loro meglio per accontentarli, ma anche che
diano tutto il possibile, e senza ricevere gratitudine o essere contraccambiati in alcun modo. Le persone a maggior rischio di diventare vittime di soggetti di questo tipo sono ingenue e fiduciose, si lasciano entusiasmare con facilità e di conseguenza si accorgono troppo tardi di essere state usate soltanto a scopi opportunistici. È anche difficile comunicare con uno psicopatico?
Agli psicopatici non interessa uno scambio di opinioni autentico e informativo, ma la possibilità di mettersi in luce; perciò può accadere, da un momento all’altro, che abbiano reazioni colleriche e aggressive se si nega loro il consenso, poiché per loro un’opinione diversa è un rifiuto della loro persona. Viene da pensare che siano anche particolarmente presuntuosi, giusto? La smaccata sopravvalutazione di sé è un tratto tipico degli psicopatici. Sviluppano meccanismi efficaci in grado di escludere in modo sicuro e affidabile tutti i tratti indesiderati dal proprio campo visivo. Portano una maschera stabile non solo nei confronti degli altri, ma soprattutto nei confronti di se stessi, anche se la situazione finisce per essere ridicola. Egoisti, scontrosi, presuntuosi ecc...: ma come ci si può
difendere da loro? Un modo è quello di far capire allo psicopatico che potrebbe rimetterci lui stesso. Lo psicopatico è convinto di aver architettato molto bene il suo piano contro di noi e che la violenza che vuole infliggerci (verbale o non) resterà impunita. Ma se si resta fermi e coraggiosi, gli si fa capire che si ha i mezzi per difenderci e, eventualmente, per una possibile denuncia, lo psicopatico farà un passo indietro. Anzi, potrebbe finalmente iniziare a provare rispetto nei nostri confronti, e magari anche paura. Il libro di Bärbel Mechler contiene molti altri identikit e conseguenti modi di riconoscere e liberarsi da uno/a piscopatico/a. Come diceva un famoso slogan “Se lo conosci, lo eviti”: idem per lo psicopatico. Leggere, per credere, alcuni estratti del libro da questo link bit.ly/libropsico.
SCARSO
Esercizi di felicità - Pratiche quotidiane per il corpo e il cuore
Autore: Sepp Holzer Editore: Arianna Editrice Pagine: 300 – prezzo di Copertina: 18,60 €
Autori: Giulia Calligaro con Jayadev Jaerschky Editore: Ananda Edizioni Pagine: 240 – prezzo di Copertina: 19 €
L’austriaco Sepp Holzer, esperto in agricoltura naturale di fama mondiale e “contadino ribelle” mette a disposizione dei proprietari terrieri di molti Paesi della Terra la sua compe-tenza in qualità di consulente. È il momento di adottare la permacultura di Holzer! Egli ci dimostra come sia ancora possibile evitare o attenuare gli effetti di molte catastrofi di domani, pensando e agendo in cooperazione con la natura. Gli interventi in questa di-rezione non vanno demandati soltanto ai politici, ma anche a insegnanti, agricoltori, scienziati, casalinghe o piccoli giardinieri. La “permacultura di Holzer” può contribuire a guarire il paesaggio e a prevenire catastrofi globali come la desertificazione. Questo manuale, corredato da circa 300 fotografie, consigli pratici e tavole illustrate, raccoglie i risultati che Sepp Holzer ha ottenuto in 40 anni di esperimenti, lavoro e passione nello sviluppare e propagare un’agricoltura eseguita nel rispetto e nella cooperazione con l’ambiente.
Un libro bello, ben fatto e utile. Cosa può cambiarci di più la vita dell’essere pienamente felici? Ricordandoci di deciderlo in prima persona - e per questo di “esercitar-ci” ad esserlo ogni giorno – la giornalista Giulia Calligaro e il maestro yoga Jayadev Jaerschky ci accompagnano in queste pagine alla scoperta del coraggio, del perdono, della paura… abbinando a ogni diversa emozione riflessioni personali, asana, affer-mazioni e ispirazioni di Paramhansa Yogananda. Il tutto abilmente corredato da immagini davvero speciali, fin da subito rigeneranti. Femminile e Maschile si incon-trano ed esprimono le infinite sfaccettature del cammino della realizzazione del Sé. Grazie di questo libro che ho sentito subito come un regalo prezioso. Grazie dell’avere risvegliato attenzione e gioia dove la velocità del quotidiano aveva reso tutto sopito.
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BENESSERE CORPO E MENTE autunno 2017
Istruzioni per i naviganti tempo di lettura: 4
di Giovanna Visentini - gio.visentini@libero.it Dopo aver delineato nei due articoli precedenti i ‘’SEI ESERCIZI’’ fondamentali e gli ‘’OTTO ESERCIZI’’ quotidiani di Rudolf Steiner, vorrei ora parlare delle ‘’4 NOBILI VERITA’ ‘’ e dell’ ‘’OTTUPLICE SENTIERO’’; un paradigma teorico e pratico del sistema filosofico e psicologico buddista che ritengo molto simile al paradigma steineriano. La dottrina delle 4 nobili verità sembra risalire ad un discorso tenuto dal Buddha (circa 566-586 a.c.) a Benares in un luogo detto ‘’il parco delle gazzelle’’ e consta delle seguenti dichiarazioni: • LA NOBILE VERITA’ DELLA SOFFERENZA • LA NOBILE VERITA’ DELLA CAUSA DELLA SOFFERENZA • LA NOBILE VERITA’ DELLA CESSAZIONE DELLA SOFFERENZA • LA NOBILE VERITA’ DEL SENTIERO PER LA LIBERAZIONE DALLA SOFFERENZA Sinteticamente, e dal mio punto di vista, questi 4 assunti fondamentali significano: A) che l’ignoranza/attaccamento è la causa di ogni sofferenza B) che si può uscire da questo stato miserrimo attraverso LA VIA che il Buddha, e i maestri prima e dopo di lui, hanno indicato: -RICERCA DELLA CONOSCENZA (chi siamo? da dove veniamo e dove stiamo andando?) - MESSA IN PRATICA DELLA CONOSCENZA, che Shakyamuni, il Buddha, espone meravigliosamente nell’OTTUPLICE SENTIERO: Retta Comprensione/ Retta Intenzione o Motivazione/ Retta Parola/ Retta Azione/ Retta Sussistenza/ Retto Sforzo/ Retta Presenza Mentale o Consapevolezza/ Retta Concentrazione. Questi sono insegnamenti universali e al contempo semplici e potenti, ma, mentre le indicazioni Steineriane, che io ritengo eccelse (e nell’essenza estremamente simili a quelli Buddhisti) necessitano di una certa dimestichezza intellettuale, le 4 nobili verità e l’ottuplice sentiero sono esposizioni così lineari, conseguenti e chiare, che possono essere accessibili anche alle anime più semplici e profonde. Mai come
oggi appare indispensabile un ‘risveglio della consapevolezza’ e mai come oggi gli strumenti per uscire dal sonno e dalla manipolazione sono accessibili ad un incredibile numero di persone, ma al contempo, sono apparse Vie illusorie, affascinanti e fuorvianti. Sta a noi sviluppare quella sensibilità interiore che ci permette di navigare in ‘mari sicuri’ e mi sento
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di affermare che gli insegnamenti Steineriani e Buddhisti sono ‘mari sicuri’ che ci permettono di approdare allo sviluppo delle nostre Potenzialità e al Risveglio senza pericoli. Come al solito, rimandandovi alle fonti ufficiali per l’approfondimento dei temi trattati, vi auguro Buona Ricerca, Buon Studio e Buona Pratica. OLE’!
Sali da bagno e scrub fatti in casa: piccoli regali home made tempo di lettura:
di Rosaria Scotto – www.ifioridelbene.com/blog Regalare a parenti e amici il nostro tempo è forse l’unico regalo che non ha valore. Il fai-da-te, infatti, richiede tempo, dedizione e passione e chi scarterà un regalo realizzato “su misura” di certo apprezzerà tanto impegno, soprattutto se si tratta di un regalo originale ed anche molto utile. I sali da bagno o lo scrub saranno sicuramente apprezzati da quelle amiche attente alla cura della pelle nel rispetto dell’ambiente. Infatti gli “ingredienti” sono del tutto naturali, mentre il confezionamento può essere anche interamente di recupero. I sali da bagno forse non sono adattissimi proprio a tutti come regalo, a meno che non si sia un amante del genere. Mentre lo scrub farà letteralmente impazzire chi lo riceverà. Occorrente: • barattoli vetro con chiusura ermetica • nastri • stoffa Per i sali da bagno: • Sale marino grosso • Bicarbonato di sodio • Oli essenziali • Colorante alimentare liquido (opzionale) Procedimento: In una grande ciotola, mescolare 9 parti di sale marino grosso e 1 parte di bicarbonato di sodio. Aggiungere qualche goccia di oli essenziali. Per un effetto più tren-
dy, si può aggiungere anche qualche goccia di colorante alimentare, o, nel rispetto del tema “green”, usare coloranti naturali come il succo della barbabietola o degli spinaci. Riponendo il sale nei barattoli, si possono inserire anche petali di fiori o rametti di aromatiche. Per lo scrub: Sale grosso o zucchero di canna (lo zucchero è più delicato) olio di mandorle olio essenziale Procedimento:
Mescolare 1 parte di sale (o di zucchero) e 2 di olio di mandorle. Unire qualche goccia di olio essenziale a scelta e mischiare per ottenere un composto omogeneo dalla consistenza granulosa. Riporre il composto nei vasetti. I vasetti una volta riempiti, possono essere decorati con nastri, stoffa o quant’altro, in base ai gusti e alle disponibilità. Si possono aggiungere etichette o biglietti con la composizione del prodotto e sull’utilizzo. Anche i nastri e i veli o i sacchetti delle bomboniere qui vengono in soccorso per arricchire ulteriormente il confezionamento.
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Consigli di lettura...
Empatia. Al cuore della Comunicazione nonviolenta Autori: Jean-Philippe Faure, Céline Girardet Editore: Terra Nuova Edizioni Pagine 195 – prezzo di copertina: 14 € “Per noi - scrivono gli autori – l’empatia rappresenta innanzitutto un’arte di vivere, l’arte di entrare in contatto con il cuore degli esseri viventi e di sviluppare la loro forza di compassione.” Partendo da questa premessa Faure e Girardet illustrano la Comunicazione nonviolenta dalle radici (i nostri bisogni) alle richieste (viste come doni), guidandoci passo passo verso l’accoglienza dell’altro. Si parla di tempo e attenzione, di sentimenti e di catena dei bisogni, di compassione e di quel tipo di ascolto di sé e dell’altro che può portare a un mondo migliore. Un manuale ben scritto e scorrevole, rivolto a tutti, ricco di esempi e di informazioni pratiche affinché l’empatia diventi un patrimonio comune nelle relazioni quotidiane.
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L’individualità unica e irripetibile di ogni bambino tempo di lettura:
Le giornate nella nostra scuola cominciano così: “Buongiorno Giovanni, ben arrivato”, “Buongiorno Maestro Stefano”, il maestro sta in piedi sulla porta della classe e quasi si inchina davanti al bambino per dargli la mano e guardarlo dritto negli occhi, facendogli sentire la sua presenza. Questo si verifica tutti i giorni, con tutti i bambini e per tutti gli otto anni di scuola: è un atto emblematico che racchiude in sé molteplici significati ma soprattutto che ci fa capire quanto si presti attenzione al bambino nella sua individualità. Il maestro vede la propria classe come un’entità con caratteristiche uniche, ma quest’entità è fatta da individui e il maestro ha ben presente ogni singolo individuo, con il suo carattere, il suo modo di porsi e di essere. Il maestro si pone nei confronti della sua classe con l’atteggiamento del “cuore che vede” e considera ogni bambino mettendo in gioco in primo luogo il sentimento: guarda il bambino con l’anima, con il cuore e con le emozioni, lo vede come un essere in divenire, sacro e prezioso, unico, venuto sulla terra per portare un proprio messaggio. Spesso più grande è il messaggio più impegnativo è il bambino e guardarlo con gli occhi del cuore vuol proprio dire vedere al di là della difficoltà apparente che viene portata dal bambino e saper cogliere la bellezza profonda dell’essere che un giorno egli sarà. Anche se ogni essere umano è unico e irripetibile possiamo individuare delle caratteristiche che accomunano le persone:nello specifico Rudolf Steiner aveva individuato 4 temperamenti: collerico, sanguinico, malinconico e flemmatico. In realtà in ognuno di noi coesistono tutti e 4 ma almeno uno predomina e lo scopo degli educatori è quello di portarli ad equilibrio così da poter agire in modo libero nelle proprie scelte e nelle relazioni sociali. Un maestro, nel suo lavoro di portare equilibrio, deve però tener presente qual è il temperamento predominante in ogni suo alunno, perché il successo educativo ci sarà solo se egli sarà in grado di entrare nella giusta relazione con il bambino. Un collerico è efficiente, operativo, volenteroso, ma anche impetuoso, irruento e a volte avventato; vuole spiccare, emergere, distinguersi e dominare, è coraggioso ma spesso non sa dominarsi. Ama le sfide tramite le quali misura la propria forza. Quando si arrabbia non va preso di petto, è meglio lasciarlo stare e rivedere la faccenda con calma il giorno dopo. Il sanguinico è sempre allegro,gioioso,spensierato,dinamico e pieno di slancio;è irruento,impulsivo,facilmente influenzabile dall’ambiente che lo circonda. E’ un bambino superficiale, caotico, disordinato e volubile; fa fatica a concentrarsi e si distrae facilmente perché ogni cosa suscita in lui un interesse estremo ma che sfuma subito. Nel flemmatico predominano la calma e la pacatezza, è avverso alla vitalità ed è perciò difficile chiamarlo all’attività; è goloso, pigro, senza interessi, tendenzialmente materialista, però è fedele, equilibrato, affidabile e perseverante. Il malinconico infine vive nella nostalgia, ha paura del futuro, del nuovo, del mondo che lo circonda, vive sempre nel dubbio e nei sensi di colpa; è un riflessivo, ha un’ottima memoria, serio, coscienzioso e ricco di talenti.Tende a darsi sconfitto ancor prima di iniziare ma è anche dotato di sensibilità artistica e profondità d’animo. Entriamo quindi in classe e vediamo come un maestro tiene in considerazione questi elementi. Innanzitutto nella
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all’interno di un gruppo. Infine con il malinconico il maestro deve entrare in empatia, deve fare leva sul sentimento di compassione, di pietà nei confronti degli altri in modo che si dimentichi un po’ di se stesso; ottimo dargli il compito di aiutare un amico in difficoltà. Le giornate nelle nostre scuole finiscono così: “Arrivederci cara Laura”, “Arrivederci caro Maestro Stefano”, il maestro sta in piedi sulla porta della classe e quasi si inchina davanti al bambino per dargli la mano e guardarlo dritto negli occhi, lasciandogli un ricordo della sua presenza che duri fino all’indomani. Domenica 29 gennaio dalle 10:00 alle 18:00 l’Associazione per la libera pedagogia steineriana apre le proprie porte: visita nelle classi coi maestri a disposizione per fornire informazioni, corso di cucina a cura di Silvia Strozzi, conferenza a cura del maestro Luca Castaldello, laboratori per bambini e altro ancora!
disposizione della classe: i flemmatici davanti, così siamo più sicuri di richiamarli all’attenzione, i malinconici in fondo, per tenere il controllo della classe, i collerici e i sanguinici ai lati, questi ultimi lontano dalla finestra! Un collerico non può stare vicino ad un malinconico o ad un flemmatico, sparirebbero nella sua ombra, mentre vicino ad un suo simile litigherà per lo spazio sul banco fino a raggiungere un accordo. Un flemmatico potrebbe impiegare un’ora a fare l’elenco degli animali della savana, meglio chiedere al collerico, mentre un malinconico è il soggetto ideale a cui chiedere un parere morale su un fatto che si vuole analizzare. Il maestro presta poi molta attenzione a come porta un nuovo compito in classe: al collerico gli si può dire “vediamo se ce la fai!”, espressione da evitare assolutamente coi malinconici che vanno invece confortati dicendo “ti sembra nuovo, ma è simile ad una cosa che abbiamo già fatto e comunque con quanto hai imparato nei giorni scorsi ce la farai sicuramente”; col sanguinico il maestro deve impegnarsi nel fargli concludere l’esercizio, mentre col flemmatico viene in aiuto l’insegnamento a epoche (si ripete la stessa materia per 4 settimane), così verso gli ultimi giorni, quando tutti sono annoiati, loro finalmente esprimono entusiasmo. Il maestro, pur avendo anch’egli un temperamento predominante, deve fare per primo un grande lavoro di autoeducazione per essere il più equilibrato possibile, ogni eccesso di un qualsiasi temperamento potrebbe essere deleterio all’interno della classe. Nel contempo, ogni temperamento ha bisogno di riconoscere nell’educatore delle caratteristiche che consentano di instaurare un rapporto profondo e proficuo per tutti gli anni di scuola. Ad esempio il collerico deve riconoscere nel maestro un guida, per la quale il bambino possa nutrire una stima sincera; per il sanguinico la parola d’ordine è amore: se il maestro riuscirà a destare l’amore del bambino nei propri confronti, si potranno fare miracoli per portare profondo equilibrio in lui. Con il flemmatico bisogna risvegliare l’interesse, soprattutto per il lavoro altrui, senza fargli fretta e preparandolo per bene ad ogni novità, facendo leva sulla coralità perché lui non ama lavorare individualmente ma preferisce sentirsi utile
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INVERNO autunno 2017 2017
Un mese in giardino: dicembre/gennaio Commenti e riflessioni del maestro giardiniere di Carlo Pagani - carlo.pagani@ilmaestrogiardininere.it
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Dicembre e gennaio fanno pensare di appartenere al periodo naturale di riposo del giardino e dintorni, ma non sempre le cose stanno così. Molto dipende dalle nevicate poiché queste ci isolano dal contatto con la terra e quando di lassù l’Amministratore delegato decide di dispensarci da questo bianco inconveniente, i lavori nel giardino continuano con ritmi rallentati ma comunque stimolanti.
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sarà tempo di raccogliere i rami di Forsithia e a seguire quelli del Chaenomeles o cotogno da fiore, messi in vaso con acqua finiscono per anticiparne la fioritura e fornire quel tocco di gentilezza al soggiorno. Nel giardino invernale non deve mai mancare una pianta di agrifoglio, le sue bacche rosse raccolte a mazzetti sono l’augurio di Natale e completano il nastro che avvolge il regalo per le amiche. Consiglio sempre di praticare la raccolta dei rami dell’agrifoglio asportando le punte terminali dei rami, questo equivale ad una potatura di rimonda o di formazione e la pianta vi sarò grata mantenendo una forma compatta durante l’anno successivo. Anche a capodanno è festa per le piante, il vischio ne sa qualcosa. Complice la tradizione che lo vuole bene augurante per l’anno che verrà. Anch’egli partecipa alla creazione di festoni e mazzetti liberando le piante che lo hanno ospitato durante l’anno come tigli, mandorli, frassini e querce, le quali possono finalmente trarre un sospiro di sollievo. Di questi giorni il prato è coperto di foglie rinsecchite e sulla loro presenza le scuole di pensiero si dividono. Da una parte gli intransigenti rappresentanti del prato rasato e ben curato anche in inverno e dall’altra i poetici e passionari Carlo Pagani è in TV sul canale Leonardo (222 del digitale attenti osservatori dei movimenti e della errestre) ogni mattina alle 9 con la rubrica Guida al Verde grazia della natura. Quest’ultimi aspettano che le brinate ricamino le foglie cadute La potatura degli arbusti da fiore, è paragonabile ad un’arte scul- dagli alberi regalando emozioni invernali a chi guarda dalla fitorea. Piante dalla ramificazione scomposta e scapigliata residuo nestra e speranza di trovarci sotto un lombrico per i pettirossi di un anno di vegetazione, passano attraverso le forbici del giar- infreddoliti. Se la neve è abbondante ci si rifugia su internet. Un diniere come attraverso quelle del parrucchiere. Ultimato l’inter- paio d’ore passano agevolmente setacciando siti che trattano la vento di riordino della ramificazione, arbusti come Lagestroemia vendita di semi e bulbi per la primavera. Se le giornate saranno ed Hibiscus appaiono come vere e proprie opere d’arte. Mi ca- soleggiate l’orto invernale è pronto a riempire la vostra tavola pita spesso di ripetere durante le mie rubriche televisive che la con gli ortaggi di stagione. Dicembre e gennaio, due mesi lunghisforbice in mano al giardiniere è come lo scalpello in mano allo simi ma che stimolano a pensare alla primavera. scultore, con la differenza che l’opera dello scultore rimane ma- Febbraio sarà breve e basterà una giornata tiepida a farci dimenteriale morto e per centinaia d’anni rimarrà tale, mentre la pianta ticare che è trascorso un altro anno, la natura è sempre puntuale! reduce dalle forbici del giardiniere è viva e solo se l’intervento cesorio sarà ben fatto, la reazione l’anno successivo darà fioriture Consigli di lettura... abbondanti o frutti copiosi, una scultura viva e in movimento. La forbice è considerata dal giardiniere come la nonna della motosega e d’inverno quando nevica gli si dedicano le attenzioni manutentive necessarie. Lubrificazione della molla e affilatura del taglio Autore: Selina Lake faranno sì che anche il giardiniere in erba diventi ben presto un Editore: Logos Edizioni abile professionista. Pagine: 160 – prezzo di Copertina: 20 € L’inverno non si limita a evidenziare le forme architettoniche delle alberature spoglie ma qualche fiore ce lo regala ancora. Il CalycanBellissimo. C’è molto altro thus praecox ne è l’esempio più eclatante, i suoi fiori gialli dalla da dire, ma la prima cosa fragranza intensa e inconfondibile iniziano a rallegrarci da metà che colpisce in questa pubdicembre e proseguono ininterrottamente fino a fine gennaio. La blicazione è la bellezza delnostra signora Francesca non manca mai di anticiparne la fioritule soluzioni proposte, delle ra asportando porzioni di rami da mettere in vaso fin dai primi foto con cui sono ritratte, di dicembre. D’altronde lei è abituata a stupire le amiche per le del volume stesso, per gensue conoscenze del mestiere e racconta a tutte che i rami recisi te come me che ama andegli arbusti di inverno e inizio primavera consentono di avere che esporli per casa certi fiori freschi a mazzi durante tutto l’inverno. Sfiorito il Calycathus, oggetti speciali. La Lake, stylist di interni e autrice di successo (molto nota per il suo stile romantico e vinMi hanno sempre incuriosito le piante che fioriscono in inverno tage e per il suo popolare e in particolar modo quelle che lo fanno sotto la neve. Si tratta blog) ci propone una panodel Galanthus nivalis, meglio conosciuti come i bucaneve per ramica sull’utilizzo delle piante nell’arredo: stampe botaniche, la sua caratteristica fioritura che mostra i copolini bianchi grafiche, serre, capanni e piante d’appartamento. Prendendone sbucare dalla neve a fine gennaio. I Galanthus si piantano a tardo spunto ci ispira nella trasformazione di vari ambienti in rigogliose oasi di pace. Lo stile botanico può così essere vintage, autunno, basta un piccolo forellino nel terreno profondo pochi ma anche bohémien, industriale o tropicale. “Botanico naturale” centimetri. Cresce bene ai bordi delle aiuole, sotto le siepi e chiude il libro con una nostalgica carrellata di idee che arrivano volendo anche disseminati nei prati, poichè dopo la fioritura direttamente dal giardino, dal legno e da antiche illustrazioni. le esile foglioline possono essere rasate insieme al prato e “Riempire la casa di piante - scrive l’autrice - alla lunga può dare puntualmente l’anno successivo i bulbi rifioriranno. Con il tempo dipendenza, a causa del loro potere di trasformare all’istante tenderanno ad aumentare moltiplicandosi e finendo per creare dei veri e propri tappeti fioriti. Durante le stagioni a seguire un ambiente facendolo sembrare più sereno e pieno di vita. Da rimarranno interrati e non avranno bisogno di alcuna cura. Si quando ho iniziato a lavorare a questo libro, il mio soggiorno è coltivano anche in zone ombreggiate poiché la fioritura avverrà diventato una giungla (…)”. Chissà che non capiti anche ai suoi in un momento in cui le alberature sono prive del fogliame. lettori: a giudicare dalle foto ci si guadagna davvero!
Botanical Style
La pianta vedette
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Come ottenere lo scheletro di una foglia di Rosaria Scotto – www.ifioridelbene.com/blog Forse ti sarà capitato già di imbatterti in questi eterei oggetti misteriosi, più simili a delle piume, che non a delle foglie. Gli scheletri delle foglie, “skeleton leaves” in inglese, possono essere utilizzati per decorare pacchetti, impreziosire biglietti, realizzare composizioni o diventare veri e propri gioielli. In commercio si trovano di tutti i colori, forme o misure, ma realizzarli è piuttosto semplice e gratificante. Occorrente: - bicarbonato - candeggina e coloranti (opzionali) - spazzolino da denti - foglie (le più adatte sono acero, gardenia, magnolia, castagno, betulla o faggio) Per ogni mezzo litro d’acqua occorrono circa 20 grammi di bicarbonato. Far riscaldare la soluzione e prima dell’ebollizione, versare le foglie all’interno. Le foglie vanno letteralmente lessate per circa 30 minuti e scolate con estrema delicatezza. Una volta freddate, bisogna riporle su un piatto o un tagliere e spazzolate delicatamente con lo spazzolino da denti per eliminare la lamina fogliare dalle nervature. Successivamente lo scheletro può essere sbiancato con qualche goccia di candeggina per un effetto neutro, o addirittura colorato con colori naturali (barbabietola, zafferano, spinacio, ecc...) o alimentari. Prima di essere impiegate in qualsiasi tipo di composizione, necessitano di un’accurata e prolungata asciugatura, maneggiandole sempre con estrema delicatezza.
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