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Bufaga: il dispositivo smart che cattura e ricicla le polveri sottili

di Irene Burlin*

installato sul tetto dei veicoli combatte l’inquinamento atmosferico delle città e monitora la concentrazione di particelle fini nell’aria.

L’inquinamento atmosferico rappresenta una delle principali criticità delle città italiane.

Secondo un report di Legambiente queste, nel 2022, hanno in molti casi superato i limiti imposti dalla normativa europea per il 2030 in materia di inquinanti atmosferici.

Analizzando i dati relativi alle polveri sottili (PM10 e PM2,5) e al biossido di azoto (NO2), infatti, sono 72 le città che hanno registrato livelli eccessivamente elevati e non in linea con gli obiettivi preposti.

Tra queste vi sono, per esempio, Torino, Milano e Padova1

Questo risultato appare ancora più grave se si considera che le soglie stabilite dalla normativa si trovano già significativamente al di sopra di quelle fissate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per la tutela della salute dei cittadini.

Sono quest’ultime a rappresentare il traguardo da raggiungere, considerati i gravi danni che questo tipo di inquinanti provoca all’essere umano: ogni anno, in Italia, sono 60.000 i decessi dovuti alle concentrazioni di tali sostanze nocive nell’aria.2

Tra i principali responsabili di questo tipo di inquinamento ci sono senza dubbio i veicoli di trasporto su strada. A questi sono imputabili tra il 30% e il 60% delle emissioni di gas serra

Serena Mignucci CEO di Bufaga

nelle città metropolitane italiane3 Le misure di contenimento dell’inquinamento atmosferico stanno procedendo troppo a rilento e risulta essenziale un cambiamento di rotta. È in questa direzione che si muove Bufaga, una startup italiana che ha ideato un dispositivo smart che, una volta installato sul tetto dei veicoli, è in grado di catturare le polveri sottili e dare loro una seconda vita.

È proprio da qui che nasce il loro nome: la Bufaga, infatti, è un uccello che si nutre di insetti presenti sugli erbivori africani, pulendo la loro pelle, proprio come questa tecnologia fa con l’aria delle città!

Abbiamo intervidtato Serena Mignucci, CEO di Bufaga, che ci ha presentato le straordinarie potenzialità di questo dispositivo innovativo.

Quando è nata Bufaga e di cosa si occupa?

Bufaga nasce a settembre del 2022 a Roma, da 5 giovani appassionati di innovazione e sostenibilità. La nostra missione deriva dalla necessità di poter respirare aria pulita nelle città, oggi sempre più inquinate!

Per farlo, abbiamo sviluppato un dispositivo da posizionare sui mezzi di trasporto che circolano nel contesto urbano.

Il device è in grado di raccogliere le polveri sottili dall’aria (principalmente PM10 E PM2.5) e di monitorare contemporaneamente i livelli di inquinamento nelle zone in cui transita il veicolo, permettendoci così di mappare in modo capillare la qualità dell’aria cittadina.

Come funziona la vostra tecnologia e a quali veicoli può essere applicata?

La nostra tecnologia si basa essenzialmente su una componente hardware per il filtraggio e una software, per l’analisi e la visualizzazione dei dati raccolti.

Corrieri e autobus sono sicuramente i veicoli con i quali vorremmo partire, ma anche car sharing e mezzi per l’igiene urbana potrebbero essere interessanti per il futuro in quanto percorrono diversi chilometri in città.

Quali sono i punti di forza e le criticità, se ci sono, della vostra tecnologia?

Partendo dai punti di forza, abbiamo innanzitutto la possibilità di sfruttare il flusso d’aria passivo generato dal moto del veicolo per canalizzarlo nel sistema di filtraggio interno al dispositivo. A questo si aggiunge la capacità di recuperare gli inquinanti raccolti per dare loro una seconda vita e non disperderli nell’ambiente.

Una delle sfide più grandi che stiamo affrontando è invece quella di aumentare l’efficienza del device in ambiente reale. Ma su questo ci saranno presto aggiornamenti!

Siete già attivi? Se sì, dove? E dove intendete espandervi?

Inizieremo un Pilot Test a fine febbraio, della durata di circa 5 mesi, presso l’Aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino, a Roma. Questo rappresenterà per noi una pista di decollo in tutti i sensi, quindi sia per testare la tecnologia che per ottenere più visibilità. In futuro speriamo di consolidare la nostra presenza anche all’estero, dove abbiamo già riscosso un particolare interesse grazie al network costruito in questi mesi.

Considerata la continua evoluzione del settore dei veicoli e la diffusione dei veicoli elettrici, cosa prevedete per il futuro di Bufaga?

Sicuramente non possiamo che essere contenti e a favore di nuove forme di mobilità sostenibile all’interno del contesto urbano. Per avere un grande impatto è necessario il contributo e la sinergia di più ecosistemi!

Tuttavia, c’è da sottolineare, purtroppo, che anche i veicoli elettrici sono responsabili dell’inquinamento atmosferico cittadino.

Infatti, tra le cause di polveri sottili troviamo anche le “emissioni indirette” dei mezzi di trasporto, ovvero quelle dovute al consumo degli pneumatici e dei freni.

Per essere più concreti, queste emissioni sono circa 1000 volte più elevate rispetto a quelle prodotte da un motore a combustione!

Ricapitolando, come la soluzione proposta da Bufaga si inserisce nell’ottica della sostenibilità ambientale?

La sostenibilità ambientale è un tema estremamente complesso e di primaria importanza oggi.

Ogni nostro comportamento si ripercuote sulla natura e sulla salute delle persone.

Per questo il nostro obbiettivo non è solo quello di contribuire, grazie alla nostra tecnologia innovativa, a migliorare la qualità dell’aria…ma anche sensibilizzare (insieme ad altre realtà) riguardo questo problema, attraverso iniziative comuni.

Note

1 Report “Mal Aria di città. Cambio di passo cercasi” (Legambiente)

2 ASviS Position Paper 2022

3 Rapporto MobilitAria (Kyoto Club, Istituto sull’inquinamento atmosferico del Cnr, Isfort)

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