TERZA PAGINA ISSA PULIRE NETWORK
Dai Cam agli Ecolabel per i servizi di pulizia
30 GIUGNO 2019
A Pulire –e non poteva essere altrimenti- è stato fatto anche il punto su Cam ed Ecolabel, in un convegno molto partecipato con i rappresentati di Ministero, Ispra e imprese certificate Ecolabel per i servizi di pulizia. Il punto con Matteo Marino, membro del gruppo di lavoro “chimici”, e Nicola Burlin, vicepresidente Service Key, tra le prime imprese ad acquisire il marchio. Molte le idee per sviluppare sinergie all’insegna della sostenibilità. Formazione, sviluppo, Europa, Ministero e dintorni. Se ne è parlato a Pulire, il giorno 22 maggio, nel corso del seminario della mattina dedicato ai nuovi CAM –Criteri Ambientali Minimi e all’Ecolabel Servizi di Pulizia, tenutosi presso lo stand Afidamp al padiglione 6.
Un evento che ha “fatto il pieno”
Davanti a una sala gremita, l’evento che ha visto la partecipazione di Riccardo Rifici, Presidente Comitato Ecolabel-Ecoaudit - Ministero dell’Ambiente, Responsabile Ufficio Certificazione Ambientale e Acquisti Pubblici Verdi e Roberta Alani, Responsabile della sezione Ecolabel di ISPRA e di due imprese, L’Operosa e Service Key, che hanno già ottenuto la certificazione. A fare la parte del “problem setter” c’era Matteo Marino, membro del consiglio direttivo Afidamp e responsabile Gruppo di Lavoro chimici. Presenti, per dare la loro testimonianza di imprese certificate, Nicola Burlin, vicepresiden-
te Service Key, e Claudio Pozzi, presidente della Cooperativa L’Operosa.
Il primato dell’Italia: “nostre” tutte le prime imprese certificate
Iniziamo con il dire che l’Italia si conferma un Paese all’avanguardia in fatto di sensibilità ambientale nel cleaning. Non a caso è stato il primo paese a rilasciare la certificazione Ecolabel per i servizi di pulizia. E infatti sono proprio italiane tutte le prime imprese ad essersi certificate: ben sei le aziende tricolori che ad oggi possono vantare questo requisito, e sono le prime in Europa (vedi GSA maggio 2019). Si tratta di una certificazione che porta le aziende un passo avanti nel rispetto dell’ambiente e di uno sviluppo etico del proprio lavoro, è emerso dal dibattito. Anche in questo caso fondamentale per il successo del progetto il lavoro di squadra tra Ministero, Ispra e aziende interessate. Il punto della situazione è stato fatto dalla rappresentante di Ispra, che ha segnalato il “grande interesse che ha suscitato in Italia questa nuova certificazione” e ha ribadito, nel dettaglio, tutti gli step necessari per richiederla.
Il marchio UE per prodotti a ridotto impatto
“L’Ecolabel UE –ha detto Alani- è il marchio di qualità ecologica dell’Unione europea che contraddistingue i prodotti e i servizi caratterizzati da un ridotto impatto ambientale durante l’intero ciclo di vita, garantendo al contempo elevati standard prestazionali. Si tratta di una certificazione ambientale volontaria, garantita da terza parte indipendente (organismo competente è il Comitato per l’Ecolabel e l’Ecoaudit), basata su
un sistema selettivo di criteri determinati su base scientifica che analizzano le fasi principali del ciclo di vita del prodotto. L’Ecolabel UE può essere richiesto per tutti quei beni e servizi che appartengono a gruppi di prodotti per i quali, a livello europeo, siano stati fissati e pubblicati in Gazzetta Ufficiale, nella forma di decisioni della Commissione europea, i relativi criteri di assegnazione”.
Nei servizi di pulizia…
Entrando poi nello specifico dei servizi professionali di pulizia ordinaria, Alani ha parlato di “servizi erogati almeno con cadenza mensile, fatta eccezione per la pulizia dei vetri, considerata ordinaria qualora sia effettuata con cadenza almeno trimestrale”. Servizi che si svolgono negli edifici commerciali, edifici istituzionali, altri edifici accessibili al pubblico, abitazioni private. Le zone in cui sono effettuati i servizi di pulizia possono comprendere fra l’altro uffici, impianti sanitari e aree ospedaliere accessibili al pubblico, quali corridoi, sale d’attesa e sale di riposo”. Un aspetto molto interessante, e che non ha mancato di suscitare qualche perplessità, è quello relativo agli ambiti di applicazione possibili. Sì per pulizia di superfici vetrate raggiungibili senza il ricorso ad attrezzature o macchinari specializzati; aree ospedaliere accessibili al pubblico quali corridoi, sale