SCENARI BED BUGS
cimici dei letti: se l’hotel finisce in tribunale di Giuseppe Fusto
38 ottobre 2018
Di recente la modella brasiliana Sabrina Jales St Pierre ha citato in giudizio un hotel californiano in cui, nel giro di un paio di notti, si è trovata letteralmente coperta da punture di cimici dei letti: è l’occasione per tornare a riflettere su un problema non sempre facile da affrontare, che necessita dei dovuti accorgimenti. Ci si perdoni la franchezza: chi, fra i gentiluomini nostri lettori, resisterebbe all’idea di trovarsi improvvisamente a condividere letto, coperte e lenzuola con la splendida top model brasiliana Sabrina Jales St Pierre, una che, per capirci, sfila per griffe del calibro di Versace, Valentino, Victoria’s Secret e altri big dell’haute couture?
Si rischiano danni all’immagine e azioni legali
Ebbene, fatte le debite distinzioni è quello che devono aver pensato anche
gli “eserciti” di cimici dei letti che, in un paio di malaugurate notti di due anni fa, hanno riempito il corpo della modella di ben 90 fastidiosissime (e antiestetiche) punture, tanto da tenerla per ben due mesi lontano da passerelle e obiettivi. Un danno che ha spinto la professionista dei catwalk a citare in giudizio l’Embassy Suites by Hilton, di Palm Desert, in California, dove le è capitato il fattaccio. L’albergo ha però risposto alle accuse con un comunicato: «Abbiamo seguito correttamente il protocollo e non abbiamo trovato prove. Ora dobbiamo difendere la reputazione dell’hotel in tribunale. La nostra esperienza dimostra che sono le persone a viaggiare con le cimici e a portarle nei letti degli hotel». In attesa di sapere come finirà, ribadiamo ciò che spesso abbiamo detto su queste pagine: e cioè che, forse, è meglio prevenire situazioni imbarazzanti come questa. Bisogna dire, proseguendo il gioco metaforico, che purtroppo quello delle cimici dei letti è un problema che negli hotel non passa mai… di moda: e se escludere e prevedere le infestazioni è pressoché impossibile, è infatti possibile gestire il rischio e minimizzare l’esposizione alle cimici, oltre che minimizzare il pericolo, che per l’hotel è rappresentato in grossa misura dalle lamentele degli ospiti, con conseguenti esiti disastrosi sulla reputazione della struttura e come abbiamo visto, nella peggiore delle ipotesi, azioni legali, ai quali vanno aggiunti gli alti costi per la risoluzione della problematica e la perdita in termini di fatturato.
Attenzione alle prove olfattive
D’accordo, ma la sua presenza come
si riconosce, possibilmente prima di ricevere le ovvie lamentele da parte degli ospiti? Spesso nella fase iniziale dell’infestazione le cimici non sono perfettamente visibili a occhio nudo. Il fatto di non riuscire a vederle, tuttavia, non significa che non siano presenti, in quanto l’infestazione si sviluppa in vari stadi. La cimice adulta è ben visibile sia per dimensioni che per il caratteristico colore rossastro. Appena nata, invece, presenta un colorito semi trasparente o marrone molto chiaro e la dimensione è quella di un seme di papavero. Ma attenzione anche alle prove “olfattive”: tra gli indicatori più comuni della presenza di bed bugs, infatti, c’è l’odore misto tra acre e dolciastro emanato dalle secrezioni ghiandolari, e la presenza di piccole tracce di sangue e di feci sotto forma di minuscole macchie nere su lenzuola, cuscini e pavimenti.
I danni scompaiono, ma il fastidio c’è
Una cosa che gli albergatori devono sapere, anche per tranquillizzare i propri ospiti negli sfortunati casi di appa-