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Un settore che brama stabilità
editoriale
Il ritorno degli eventi in presenza sarà pure stato pieno di eccitazione e di entusiasmo, ma i problemi non sono ancora tutti risolti e molte delle soluzioni adottate in emergenza non sono replicabili in condizioni normali
MARCO BIAMONTI
direttore responsabile marco.biamonti@ediman.it
Un settore che brama stabilità
L’autunno 2021 sarà ricordato a lungo come il momento in cui il settore degli eventi ha iniziato a tornare in vita dopo tanti dolorosi mesi di letargo. Qualunque sia stato il primo evento al quale si sia partecipato, è certo che in quel momento le emozioni erano alle stelle.
Il ritorno degli eventi in presenza sarà pure stato pieno di eccitazione e di entusiasmo, ma i problemi non sono ancora tutti risolti. E questo un po’ in tutte le aree: le destinazioni, la tecnologia, i budget, le risorse umane, perfino la salute mentale… Finché la pandemia non si sarà fortemente ridotta (o avremo appreso a convivere efficacemente con una sua versione “abbattuta”), i planner avranno sicuramente difficoltà a pianificare, almeno sul medio e lungo termine, con la conseguenza di provocare stress sia sugli organizzatori sia sulle strutture, frutto di un lavorare con scadenze ancora molto brevi.
Solo con la continuità e l’allungamento dell’orizzonte temporale possono riprendere a pieno ritmo gli eventi, con particolare riguardo ai grandi congressi, nonché a quelli internazionali e associativi. La dimensione e il fatturato del nostro mercato sono fatti sì soprattutto di eventi di piccola e media dimensione a carattere locale o al più nazionale, ma i numeri che fanno la differenza – soprattutto come impatto economico – sono quelli di grandi dimensioni.
E anche la propensione ad adattarsi alle mutate circostanze – molto forte e intensa (oltre che creativa) nella prima fase della pandemia – ho l’impressione che si stia affievolendo tanto più si inizia a intravedere un “new normal” più stabile, per l’evidente sentimento che molte delle soluzioni adottate in emergenza non sono replicabili in condizioni normali: la gente, infatti, oggi chiede in primis di ritornare ai processi e alle modalità tradizionali, per riscoprirle almeno, e poi valutare l’adozione di nuovi sistemi.
Nell’attuale fase di transizione è come se l’intero settore fosse però stato lanciato in aria, e stiamo aspettando di vedere dove tutto si sistemerà.