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Un think tank per salvare l’elefante…
…e il mondo degli eventi. Sfruttiamo la crisi per pensare a format meno “pachidermici” e ritrovare una nuova creatività
Immagino che almeno una volta nella vita vi sia capitato di andare al circo e di assistere agli spettacoli con gli elefanti. E vi sarà senz’altro capitato anche di vedere quei poveri pachidermi fuori dal tendone, incatenati a un paletto di legno conficcato nel terreno. Ora, alzi la mano chi come me si è domandato stupito come sia possibile che un bestione di quattro o cinque tonnellate si lasci trattenere prigioniero da un bastoncino di ottanta centimetri piantato a terra alla bell’e meglio. È uno dei tanti enigmi che mi hanno sempre incuriosito e del quale ho trovato la soluzione nel libro di Jorge Bucay “Lascia che ti racconti. Storie per imparare a vivere”: l’elefante non scappa perché è stato legato a quel paletto fin da quando era molto piccolo. Immaginate, infatti, un elefantino appena nato, che per giorni, o forse per mesi, tenta inutilmente di liberarsi tirando con tutte le sue forze la catena che lo lega al paletto. Ma non ci riesce, perché è troppo piccolino per avere successo nell’impresa. Alla fine rinuncerà, rassegnandosi impotente al proprio destino, ormai convinto che la forza di quel paletto sarà sempre superiore alla sua. Anche una volta diventato grande e possente come un elefante adulto. Ecco, l’attuale mondo degli eventi assomiglia molto a quell’elefante. Abbiamo imparato da bambini (quando l’event industry era agli albori) un format che funziona e ne siamo rimasti prigionieri anche dopo essere cresciuti. Per l’amor del cielo, abbiamo girato attorno a quel format arricchendolo, innovandolo con gli strumenti che la tecnologia ci offriva via via che passavano gli anni (dagli ologrammi, agli effetti di luce laser, ai social network come second screen…), ma non abbiamo mai osato allontanarci più di tanto dallo schema base, per liberare la fantasia e magari creare qualcosa di totalmente nuovo, che fosse altrettanto efficace. Certo, i fatti di cronaca ci hanno dato qualche scossone a cui abbiamo dovuto adeguarci. Nel 2001 le torri gemelle hanno cambiato il nostro modo di viaggiare, per dire, e quest’anno il Covid-19 ha cambiato il nostro modo di aggregarci, di sederci a tavola, di avvicinarci a un buffet, indirizzandoci verso eventi digitali che sono la mera trasposizione del format in presenza, ma in ambiente virtuale. Quindi, in tutti questi anni la nostra capacità di adattamento ci ha indotti ad apportare soltanto qualche piccolo maquillage al vecchio format ormai rodato. È possibile che dal Festival di Sanremo in poi gli eventi siano sempre rimasti sostanzialmente identici, compresi quelli declinati online? Possibile che non esista altro modo di comunicare un messaggio a una platea? Un modo più vivace, più interattivo, meno “già visto” della sequenza di artisti inframmezzata dagli speech dei manager e dalla premiazione dei presenti? Io credo che, così come l’elefante rimane incatenato a un esile paletto di legno soltanto perché non sa di poterlo adesso sradicare facilmente, altrettanto gli event manager e le agenzie creative restano incatenate ai soliti format soltanto perché non sanno che adesso potrebbero percorrere altre vie. Quali non so, ma sono sicuro che altre vie esistono per certo. Vi lascio quindi con una proposta provocatoria: troviamole insieme! Diamo vita a un think tank in cui mettere a fattore comune la nostra esperienza, le nostre competenze, la nostra creatività, per tracciare insieme nuovi percorsi verso eventi meno “pachidermici”, più brillanti, più divertenti, in una parola: più nuovi! In fondo siamo primati, non elefanti…
LUCA CORSI Responsabile comunicazione & eventi Vorwerk Folletto luca.corsi@folletto.it