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FEBBRAIO 2017 mensile anno 8 numero 02
Armonie d’Inverno
redazione.biosfera@edititalia.it
A volte, forse, l’unico modo per andare avanti è tornare indietro. Non in maniera radicale, certo; quel tanto che basta per recuperare suggestioni e saperi di un passato che possono ancora guidarci nelle scelte del quotidiano, con grandi vantaggi per noi e per l’ambiente che ci circonda. L’esempio che vi portiamo questo
mese è quello dei grani antichi: una miniera di storia, autenticità, conoscenze e proprietà benefiche conservate in ogni chicco. Riprenderne la coltivazione significa recuperarne la biodiversità e contribuire alla diffusione di un modello agricolo più sostenibile. Ma parlare di ecologia, biologico, sostenibilità ha sempre un po’ a
che fare con la riscoperta della tradizione (o almeno la sua parte migliore). Questo mese lo vediamo con l’articolo che ci parla delle terapie naturali per guarire i nostri amici a 4 zampe, oppure con l’articolo dedicato alle sostanze che ci aiutano a rallentare gli effetti del tempo sul nostro corpo: non si tratta di farmaci di
ultima generazione, ma di frutta e verdura dalle proprietà straordinarie generate dalla natura in migliaia di anni. E poi troverete tanti spunti sull’ecologia “da ufficio”, sugli alimenti che ci fanno star bene in inverno, sulla vita all’aria aperta e molto altro che non vi togliamo il piccolo piacere di scoprire. Buona lettura!
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SALUTE, “L’INQUINAMENTO DANNEGGIA IL DNA DEI PIÙ PICCOLI” L’effetto è attenuato da un’alimentazione sana L’inquinamento atmosferico provoca un danno al DNA, seppur modesto, e ciò costituisce un fattore di rischio per la salute futura dei bambini. È quanto è emerso da un importante studio europeo il MAPEC_LIFE (“Monitoring Air Pollution Effects on Children for supporting public health policy”) a cui ha partecipato anche il Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa. Il progetto è il primo grande studio multicentrico sugli effetti biologici precoci degli inquinanti aerei sulle cellule della bocca dei bambini di 6-8 anni, residenti in cinque città italiane - oltre a Pisa, anche Brescia, Lecce, Perugia e Torino -, in relazione alla concentrazione di alcuni inquinanti atmosferici, alle caratteristiche socio-demografiche e agli stili di vita dei piccoli.
A livello operativo, nella città di Pisa sono stati reclutati 210 bambini frequentanti cinque scuole situate in zone diverse della città. Per ogni bambino sono stati raccolti 2 campioni di cellule della mucosa della bocca, uno nel periodo invernale ed uno nel periodo primaverile. Su questi campioni è stato determinato il numero di micronuclei, che sono un indicatore di effetto biologico sul DNA (piccoli nuclei accessori rilevabili in cellule che hanno subito un danno al DNA). Contemporaneamente al campionamento biologico è stata rilevata nell’aria la presenza di inquinanti (PM10, PM0.5, IPA, Nitro-IPA). Risultati “A livello nazionale - spiega l’Università di Pisa - l’effetto biologico precoce evidenziato nelle
cellule dei bambini come presenza di micronuclei è mediamente basso. Si evidenzia comunque una significativa differenza stagionale: il 52,7% dei bambini in inverno ed il 35,9% in primavera presenta almeno un micronucleo, con una media in inverno di 0,44 MN/1000 cellule e in primavera di 0,22 MN/1000 cellule. La frequenza di micronuclei risulta inoltre moderatamente influenzata dalle concentrazioni di benzene, PM2.5, SO2, e Ozono nell’aria e di IPA nel particolato ultrafine (PM0.5). L’effetto biologico precoce appare attenuato da un’alimentazione sana e aggravato da esposizione a fumo passivo e sovrappeso. La riduzione del numero di micronuclei osservata nelle due campagne effettuate sugli stes-
si bambini indica la reversibilità di questo effetto biologico. Altro dato, meno confortante, è che anche livelli di inquinamento non molto elevati possono essere associati ad effetti biologici precoci sul DNA delle cellule della bocca dei bambini. Complessivamente si può concludere che una danno al DNA, seppure modesto, è stato rilevato e che questo può indicare un rischio di futuri effetti nocivi sulla salute. Tali indagini possono avere l’utilità di mostrare gli effetti dell’inquinamento atmosferico più precocemente della rilevazione delle malattie ad esso correlate. La frequenza dei micronuclei tuttavia non può essere considerato un indicatore di rischio individuale, ma solo a livello di popolazione.
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LA BUONA NOTIZIA, IN EMILIA-ROMAGNA CALA IL CONSUMO DI ANTIBIOTICI L’abuso di questi preziosi farmaci ha “allevato” batteri difficili da contrastare L’argomento è serio, anche se finora - troppo spesso sottovalutato: l’abuso di antibiotici, con le conseguenti antibioticoresistenze che si vengono a creare, favorisce il diffondersi di germi più resistenti e più difficili da contrastare, rendendo ardua la cura di malattie, anche molto gravi. C’è però una buona notizia che riguarda la nostra regione. In Emilia-Romagna, infatti, l’utilizzo di questi importanti farmaci sta rientrando lentamente “nei ranghi”. “Una tendenza finalmente virtuosa – spiega la Regione - su cui bisogna insistere perché i dati sulle antibioticoresistenze continuano a essere stabili. La riduzione nei consumi è coerente con le raccomandazioni regionali per un uso appropriato e si associa anche alla
campagna informativa ‘Antibiotici: è un peccato usarli male’, proposta a partire dal 2014 dal Servizio sanitario regionale per promuovere un uso responsabile di questi farmaci, che possono salvare la vita a molte persone”. “Gli antibiotici sono farmaci preziosi, che hanno permesso di sconfiggere malattie devastanti- osserva l’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. E’ un bene che i consumi diminuiscano e che diminuiscano le prescrizioni, stiamo lavorando nella direzione giusta. Ma bisogna insistere perché dobbiamo ridurre le antibioticoresistenze. La resistenza dei batteri agli antibiotici- aggiunge l’assessore- è un tema attuale, un problema che riguarda tutti, come testimoniano i dati epidemiologici
a livello nazionale e internazionale. Facciamo un uso corretto degli antibiotici, usiamoli solo quando è necessario e, per qualsiasi dubbio, consultiamo sempre il medico di famiglia o il pediatra di fiducia”. “Raffreddore e influenza, ad esempio - spiega la Regione - non vanno affrontate con gli antibiotici, non ce n’è bisogno: in questi casi la soluzione migliore è aspettare che l’infezione faccia il suo decorso naturale ed è sufficiente ricorrere a rimedi per alleviare i sintomi. Gli antibiotici stessi, se il medico li prescrive, vanno presi in modo corretto: bisogna rispettare dosi e orari indicati, completare tutto il ciclo anche se dopo un paio di giorni ci si sente già meglio, contattare il medico se compaiono effetti indesiderati”.
In Emilia-Romagna, nel 2015 (ultimo dato disponibile), con 18,2 dosi medie giornaliere ogni mille abitanti si è registrata una decisa riduzione dei consumi a domicilio di antibiotici, proseguendo una tendenza in corso già dall’anno precedente (19,2 il dato nel 2014 e 19,9 nel 2013). Rispetto alle antibioticoresistenze, i dati del sistema di sorveglianza dell’Emilia-Romagna hanno mostrato nel 2015 una stabilità o lieve riduzione delle resistenze batteriche rispetto all’anno precedente; fa eccezione il batterio Klebsiella pneumoniae (può provocare infezioni come la polmonite), che ha presentato un incremento della resistenza agli antibiotici.
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TERAPIE NON PIÙ “ALTERNATIVE” SUGLI ANIMALI DA COMPAGNIA Fitoterapia, omeopatia e fiori di Bach rappresentano una valida scelta per i nostri pet
Sempre più persone utilizzano le medicine cosiddette “alternative” per curare i propri animali domestici: cani e gatti, ma anche criceti, tartarughe e canarini sono affidati alle cure delle medicine naturali più diffuse come la fitoterapia, l’omeopatia e i fiori di Bach. Il grande interesse intorno a questo tipo di cure è dovuto al fatto che il paziente è preso in considerazione nel suo insieme (corpo e mente), i principi attivi se correttamente utilizzati non sono tossici per l’organismo e possono essere associati ad altre terapie. Per tutti questi motivi le discipline naturali, soprattutto la fitoterapia, l’omeopatia e i fiori di Bach, sono una realtà terapeutica nel campo della medicina veterinaria. Per il loro utilizzo è necessario rivolgersi a un medico veterinario che, dopo
aver visitato il paziente prescriverà il giusto rimedio, ottenendo in tempi davvero brevi i medesimi risultati rispetto all’uso delle medicine ‘tradizionali’ ma senza effetti collaterali. Diversi studi hanno dimostrato come l’uso di rimedi naturali sia efficace nei cavalli così come nei criceti, chihuahua o cincillà, fino agli animali da allevamento. Inoltre è da escludere l’effetto ‘placebo’ perché gli stessi non possono credere o immaginare di sentirsi meglio se questo non accade realmente. Ma che prodotto utilizzare, un fitoterapico, i fiori di Bach o un rimedio omeopatico? Di norma il medico veterinario oggi propone l’utilizzo di rimedi naturali fornendo la giusta indicazione in funzione del malessere riscontrato e in considerazione del fatto che alcune piante posso-
no essere nocive per gli animali, quindi evitiamo il “fai da te”, poiché l’errata scelta del rimedio utilizzato può essere causa di effetti indesiderati. La fitoterapia (dal greco phytonpianta) affida gli effetti terapeutici sul paziente ai principi attivi contenuti ed estratti dalle piante, rappresentando la più antica delle medicine. Non dimentichiamoci che tantissimi farmaci derivano dalle piante, possiamo quindi affermare che la natura è sempre stata al servizio della medicina. I fiori di Bach basano i loro effetti terapeutici utilizzando le qualità energetiche o vibrazionali dei fiori. Del paziente sono presi in considerazione corpo, mente e spirito: dal mancato equilibrio tra queste componenti scaturiscono i sintomi. L’Omeopatia è una medicina che
cura il paziente con l’origine stessa della malattia; semplificando, si somministra lo stesso principio attivo causa della patologia, diluito e dinamizzato fino a eliminarne l’effetto patogeno, ma stimolando per similitudine l’auto guarigione. Speriamo di aver fatto chiarezza su come la natura sia veramente in grado di affrontare, sotto la guida e il consiglio di un medico veterinario, patologie anche gravi, magari senza (dove possibile) l’ausilio di farmaci, a prescindere da consigli dettati da infatuazioni modaiole che pubblicizzano miracolosi rimedi o chissà quale altra diavoleria. Dottoressa Carla Ricci Medico Veterinario a Milano Marittima Cervia (RA)
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mondo abitare
SOCIAL HOUSING, DA SEMPLICI INQUILINI A “VICINI SOLIDALI” L’esperienza di una giovane coabitante fra collaborazione e amicizia Dai condomini solidali agli alberghi sociali. Si stanno diffondendo negli ultimi anni anche in Emilia Romagna nuove politiche abitative fondate sui rapporti di collaborazione e buon vicinato: il cosiddetto Social housing. Ce ne parla in questo articolo Alessia Canzian che per due anni ha vissuto come coabitante solidale (Il testo integrale su http://www.italiachecambia.org/2017/01/socialhousing-nuove-forme-abitare/) “L’interesse per queste realtà nasce, innanzitutto, dalla mia esperienza diretta di coabitante solidale, avendo vissuto 2 anni in un so-
cial housing a Torino. Da questa esperienza ho avuto modo di constatare che queste realtà possono veramente essere un punto di partenza positivo per la realizzazione di una società diversa e fondata su nuovi principi, in cui ognuno possa sentirsi fautore di cambiamento. Ma cerchiamo ora di entrare nel vivo della questione e comprendere che cosa si intende con l’espressione social housing. Il termine inglese è semplicemente tradotto con ‘edilizia sociale’, nel testo delle ‘Linee guida per il social housing in Piemonte’ si legge che, per estensione, il termine So-
cial Housing diventa ‘ciò che attiene all’offerta sociale di abitazioni’. Una definizione di questo tipo – spiega Alessia - risulta abbastanza vaga e facilmente interpretabile in modi diversi, questo dimostra anche le diverse realtà che sono presenti sul territorio torinese che a breve vi mostrerò. Tuttavia, si evince che il Social Housing comprende tutto ciò che è collegato alla casa, o all’abitare, ma ne aggiunge un qualche riscontro anche sul sociale. Sul sito della Regione Piemonte il termine Social Housing viene definito come: ‘alloggi e servizi con
forte connotazione sociale, per coloro che non riescono a soddisfare il proprio bisogno abitativo sul mercato (per ragioni economiche o per assenza di un’offerta adeguata) cercando di rafforzare la loro condizione’. Questa definizione è ancora diversa - continua Alessia - perché non è più soltanto riferita agli alloggi, ma anche a servizi, inoltre afferma che tali servizi cercano di ‘rafforzare’ una ‘condizione’ implicitamente svantaggiata. Pertanto, il Social Housing acquisisce anche un valore attivo di supporto sia materiale, come alloggi,
mondo abitare
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APPUNTAMENTI NATURALEXPO
DAL 17 AL 19 FEBBRAIO 2017 FORLÌFIERA
sia di sostegno, come servizi. I programmi comunali di Social Housing nascono a Torino a partire dal 2008, l’intento primario era di offrire un sostegno che oltrepassasse il semplice fornire l’accoglienza in una casa, ma che comprendesse anche l’erogazione di un servizio. In questa logica dal 2009 il comune di Torino ha approvato il piano per il social housing comunale che la Regione richiedeva, assegnando ai comuni piemontesi il ruolo di coordinamento e di regia dei diversi progetti. Pertanto – spiega Alessia - sorgono accanto all’edilizia sovvenzionata, a totale carico dello Stato e destinata alla locazione permanente, e all’edilizia agevolata, attuata in parte con le risorse degli operatori e generalmente destinata alla vendita, nuove politiche abitative che appunto prendono il nome di Social Housing. Parallelamente, correlato anche all’aumento del precariato giovanile, si è cercato di fornire una risposta anche a quello che non era un disagio sociale, ma una vulnerabilità. Quindi, sostanzialmente, a Torino ci troviamo in presenza di alcune categorie di interventi di abitare sociale che sono ben diversi tra loro. Partiamo dalle residenze sociali, o alberghi sociali. L’obiettivo primario – continua Alessia Canzian - è di offrire ospitalità temporanea in città a costi calmierati. Queste soluzioni sono pensate soprattutto per la fascia grigia della popolazione, ovvero quelle persone che, pur avendo un lavoro, non riescono più a far fronte ai rischi e ai bisogni di carattere economico-sociale (…). Le coabitazioni solidali sono progetti promossi dal Comune di Torino con l’intento di creare un’integrazione sociale e mix socio-culturale nei quartieri di edilizia residenziale pubblica. La figura del coabitante è, di fatto, un giovane, tra i 18 e i 30 anni, inserito negli stabili con lo scopo di creare attività ricreative per gli
inquilini, monitorare le situazioni difficili e migliorare le condizioni di socialità all’interno degli stabili. L’intento di fondo – racconta Alessia - è di avviare un monitoraggio dal basso e tra pari, nel senso che i volontari non sono operatori o professionisti, semplicemente hanno il ruolo di essere buoni vicini di casa. I giovani coinvolti nel progetto, dunque, possono usufruire di un monolocale a prezzo agevolato ed in cambio devono rendersi disponibili ad effettuare dieci ore di servizio volontario all’interno del condominio. Infine c’è il cohousing, che di per sé è una scelta di vita, una forma di abitare condiviso, in cui le persone alternano momenti individuali a momenti di comunità e condivisione. (…) L’instabilità che stiamo vivendo oggi è un problema che coinvolge tutti. Molti sono i giovani precari nel lavoro e le famiglie a rischio. Per una famiglia media, basta la perdita di un reddito per cadere nel profilo della fascia grigia. Personalmente reputo che l’abitare sociale debba essere inteso come un cambiamento radicale, una sorta di passaggio da una vita chiusa nelle proprie mura domestiche ad una vita condivisa, dove ognuno possa sentirsi libero di poter chiedere un aiuto concreto al proprio vicino. (…) I gruppi di coabitazione, per giovani, anziani o famiglie; le residenze collettive, per singoli da sostenere e accompagnare; gli alberghi sociali, per l’emergenza o brevi periodi; i condomini solidali, per l’auto mutuo aiuto; le coabitazioni solidali, per l’accompagnamento sociale nei quartieri difficili di edilizia residenziale pubblica sono solo possibili strumenti, il vero cambiamento – conclude Alessia - deve avvenire soprattutto a livello individuale, con l’aumento delle persone che intendono percorrere questo sentiero di collaborazione e reciproca solidarietà”.
Continua il grande successo di NaturalExpo che ha portato nei padiglioni del polo fieristico forlivese, per la scorsa edizione, oltre 16.000 visitatori da tutta Italia, interessati a scoprire tra molteplici prodotti e un’ampia scelta di convegni ed eventi collaterali, le novità su salute, ambiente e benessere. In questa nuova edizione la visione di NaturalExpo diventa più olistica, per soddisfare le richieste di informazioni e approfondimenti da parte di un pubblico sempre più interessato al benessere naturale applicato a nuove tematiche. Come sempre, anche quest’anno, non sarà solo occasione per fare ottimi acquisti, ma coinvolgerà pubblico ed espositori in un’esperienza multisensoriale con workshop, corsi, mostre, laboratori per bambini e spettacoli gratuiti. E inoltre… Un viaggio nella cultura e nella tradizione Thailandese: danze tradizionali, spettacoli folklorisitici, gastronomia tipica, bazar, mostre fotografiche, medicine naturali e arti marziali si alterneranno nelle tre giornate della manifestazione per trasportare i visitatori nell’affascinante mondo thai. Maggiori info su www.naturalexpo.it
CARNEVALE RINASCIMENTALE
DAL 23 AL 26 FEBBRAIO FERRARA
Durante il Carnevale Rinascimentale di Ferrara il centro storico Patrimonio dell’Umanità UNESCO torna ai fasti di duchi e duchesse, cavalieri e dame del ‘400 e ‘500, per una grande festa originale ed unica nel suo genere. Il fulcro di questa edizione sarà da giovedì 23 a domenica 26 febbraio 2017 e la madrina del Carnevale Rinascimentale sarà Eleonora d’Aragona, la prima duchessa della città, che il 3 luglio del 1473 fece il suo ingresso nel centro estense tra ali di folla festante e il suono delle campane. Trovò una città vestita a festa, adornata di drappi floreali e da macchine teatrali a sostegno del sole, della luna e dei pianeti, che avrebbero dovuto trasmettere i loro influssi benevoli sulla sposa del duca Ercole I d’Este. Per questo, il tema del Carnevale Rinascimentale 2017 sarà “luna, sole e pianeti”. Il corteo storico, in onore di Eleonora D’Aragona, partirà alle 16.00 di sabato 25 febbraio da Palazzo Schifanoia e attraversando il cuore storico della città raggiungerà piazza Municipale, dove andrà in scena un grande spettacolo di teatro di strada. Ma tanti saranno gli eventi rinascimentali nell’ultimo lungo weekend di febbraio, tra cene di corte, commedie teatrali, spettacoli a tema, balli in maschera e concerti, visite guidate nei musei ed attività per i più piccoli. Per scoprire tutti gli eventi www.carnevalerinascimentale.eu
CARNEVALE DEI FANTAVEICOLI
DOMENICA 26 FEBBRAIO IMOLA
Il Carnevale di Imola, che si festeggia quest’anno il 26 febbraio, unisce la tradizione all’ecologia con la festa dei “Fantaveicoli”. Questi mezzi molto speciali sono una derivazione fantasiosa, creativa, originale ed ecologica del tradizionale carro allegorico. “In quanto mezzi opportunamente adattati allo spirito e alle tradizioni del Carnevale, i Fantaveicoli sono quindi a tema, ironici, colorati, burleschi, mascherati; sono veicoli originali, strani, fantasiosi, stravaganti e ingegnosi”, come spiega emiliaromagnaturismo. it, che continua: “Possono essere alti, bassi, lunghi e con una, due o trenta ruote; unica condizione: i Fantaveicoli per muoversi non devono utilizzare combustibili inquinanti”. Questi originalissimi mezzi costituiscono la parte centrale della grande sfilata alla quale parteciperanno numerosi ospiti: majorettes, bande musicali, gruppi teatrali, figuranti sui trampoli, gruppi mascherati, per creare un’autentica e coinvolgente festa di Carnevale. In centro storico sarà possibile degustare dolci romagnoli tipici del periodo. Maggiori informazioni sul sito: www.carnevalefantaveicoli.it
10. mondo agricoltura
GRANI ANTICHI, PERCHÉ FANNO BENE? Le virtù dei “cereali non modificati” Sono una felice riscoperta degli ultimi anni: i grani integrali antichi, prodotti con metodo biologico, forniscono farine integrali per la produzione di alimenti più ricche di nutrienti rispetto alle farina bianca raffinata di grani moderni, coltivati col sistema convenzionale. A sostenerlo anche il Consorzio Marche Biologiche (il quale da tempo si adopera per la reintroduzione dei grani antichi nell’agricoltura marchigiana), che ha commissionato all’Università degli Studi di Urbino una ricerca sui cereali non modificati. “Le farine integrali o semi-integrali – spiega il Consorzio, commentando lo studio - salvaguardano i micronutrienti della parete esterna della cariosside, conservando intatte tutte le proprietà nutritive; mantengono più basso l’indice glicemico del sangue, stabilizzando i livelli di
glucosio, controllando i livelli di colesterolo, moderando l’appetito e quindi regimentando il peso. In particolare, tra i grani antichi recuperati dai soci del Consorzio Marche Biologiche (ma ce ne sono molte altre tipologie in tutta Italia), spiccano: - il farro piccolo (o monococco), quello medio (o dicocco) e il farro grande (o spelta). Sul piano nutrizionale, il monococco si distingue per la sua eccezionale ricchezza in proteine (19%), vitamine e carotenoidi, oltre che per l’elevato contenuto in zinco e ferro. Il farro dicocco vanta un buon contenuto in sali minerali, vitamine e ricco di betaglucani e possiede un basso indice glicemico. Lo spelta ha invece una composizione molto simile al frumento tenero. -il frumento duro varietà Cappelli, è così chiamato in onore
del senatore abruzzese Raffaele Cappelli. Per decenni è stato il frumento duro più coltivato in Italia, in particolare al Sud e nelle isole, fino alla sua scomparsa negli anni Cinquanta. È stato recuperato all’inizio degli anni Novanta da alcuni piccoli artigiani del CentroSud. -il Graziella Ra riporta in vita una varietà di frumento appartenente al bacino del Mediterraneo di millenni fa. Recuperato dal pioniere dell’agricoltura biologica Ivo Totti, che lo ricevette a sua volta da un archeologo impegnato in uno scavo dell’antico Egitto, fu reintrodotto nelle campagne marchigiane grazie all’impegno di alcuni agricoltori biologici che lo seminarono a distanza di migliaia di anni. Secondo analisi condotte dall’Università di Urbino risulta essere un frumento particolarmente ricco di
proteine, sali minerali e selenio, un potente antiossidante in grado di contrastare efficacemente i radicali liberi, responsabili di molte patologie umane. Perché si chiamano antichi? Il termine “grani antichi” è un termine “commerciale”, di recente molto utilizzato per identificare tutta una serie di grani, appunto antichi, che furono alla base del l’alimentazione delle civiltà mediterranee per alcuni millenni - prima di essere progressivamente sostituiti dalle moderne varietà di frumento più adatte alle esigenze “quantitative” industriali e che ora vengono riscoperti per le loro particolari caratteristiche nutrizionali e per la loro capacità di adattarsi al metodo produttivo biologico.
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SALUTE FEMMINILE, ECCO I CIBI CHE RALLENTANO L’INVECCHIAMENTO Dalla natura un valido aiuto per stare bene
Arance, succo d’arancia, mele, pere, lattuga e noci sono alimenti semplici, freschi e che tutti possiamo avere in casa, ma per gli studiosi sarebbero il segreto per rallentare – nelle donne - il processo di invecchiamento, in particolare della funzionalità fisica, intesa come capacità di movimento. A spiegarlo in un interessante articolo apparso sul sito della Fondazione Veronesi (www.fondazioneveronesi.it), è Francesca Morelli, che riporta i risultati di un vasto studio inglese del Brigham and Women’s Hospital. “Che la dieta mediterranea, varia e bilanciata, abbia un ruolo preventivo verso diverse patologie croniche o correlate all’invecchiamento è un dato di fatto – spiega la Morelli - e, partendo da questo assunto, i ricercatori londinesi hanno focalizzato l’attenzione
su alcuni alimenti, in particolare frutta e verdura, per studiare se e quali potenziali benefici apportassero alla salute femminile. È così emerso che le donne che arricchivano la loro dieta soprattutto con arance, succo di arancia, lattuga (riccia, romana o normale), mele, pere e noci favorivano ‘il movimento’, ossia erano in grado di mantenere più a lungo nel tempo una vita dinamica, autonoma, sana, rispetto alle restanti donne che avevano maggiori probabilità di andare incontro a patologie croniche e a incidenti con le implicazioni correlate. Ma non solo: particolarmente benefica è risultata anche l’associazione di una dieta sana con la riduzione di sale e di grassi trans, consumo moderato di alcol e consumo di bevande poco zuccherate e non gassate.
Starebbe soprattutto qui, nella scelta alimentare di cibi freschi piuttosto che conservati, ricchi di antiossidanti e di sali minerali, un possibile toccasana per il rallentamento del normale declino fisiologico. Ma gli esperti – continua la Morelli - sottolineano anche che nella dieta (specie negli anni d’argento), frutta e verdura da sole non bastano per cui è meglio potenziare il loro apporto nutrizionale anche con cereali integrali, semi e noci. Da queste ultime deriverebbero soprattutto gli acidi grassi Omega 3 che contribuiscono a proteggere muscoli altrettanto preziosi, come quello cardiaco, e il sistema nervoso in generale”. “Gli esseri umani sono stati programmati per vivere più a lungo dei tempi attuali. Tuttavia in attesa che la ricerca genetica faccia delle
scoperte sensazionali l’adozione di una dieta sana può contribuire a ridurre la velocità di declino dei nostri organi e della loro funzione – è il commento di Giacinto Miggiano, direttore del centro di nutrizione umana dell’Università Cattolica di Roma, riportato dalla Morelli -. Essa deve essere pertanto non carente, ma anche prevedere l’apporto di sostanze fitochimiche che svolgano una funzione utile. Tra queste sostanze un’attenzione particolare va rivolta anche a quelli che vengono definiti composti antiossidanti. Frutta e verdura, di cinque colori, introdotte nelle giusta misura, ovvero cinque porzioni al giorno se non più, possono contribuire a rallentare il processo di invecchiamento”.
12. mondo alimentazione
IL CAVOLO VERZA, ELISIR DI BENESSERE INVERNALE Un ortaggio dalle straordinarie proprietà salutistiche Più ricco di vitamina di C di un’arancia, pieno di minerali ricostituenti, ottima fonte di ferro: è il cavolo verza, una vera miniera di salute e benessere nei mesi invernali. “L’importanza nutrizionale di questo ortaggio – scrive mangiosano. org, progetto di Lega Consumatori e Acu (Associazione Consumatori Utenti) – risiede nell’elevato patrimonio vitaminico e minerale. In particolare bisogna citare la vitamina C, stimolante il sistema immunitario, contenuta in quantità superiori rispetto agli agrumi. Infatti basti pensare che 100 grammi di verza contengono circa 120 mg di questa vitamina rispetto alle arance che ne contengono “solo” 53 mg. Si trovano inoltre vitamine del gruppo B, importanti per il sistema nervoso e per il metabolismo,
come pure la Vitamina K, la Vitamina E e la PP. Per quanto concerne i minerali, questo ortaggio ricade nella categoria degli alimenti alcalinizzanti per il contenuto in potassio, sodio, calcio, magnesio. In particolare il calcio, potassio e magnesio permettono al nostro corpo di creare le difese contro le malattie; troviamo anche fosforo e zolfo che hanno proprietà rimineralizzanti e ricostituenti. Il cavolo verza è anche buona fonte di ferro e la clorofilla presente nelle foglie più scure e verdi, oltre che agire come antiossidante, aiuta l’organismo nella produzione di emoglobina, contribuendo a combattere l’anemia. Infine questo vegetale costituisce un’ottima fonte di fibra, che aiuta la peristalsi intestinale mantenendo in salute il tratto di-
gestivo. Il modo migliore per consumarlo “Per evitare gli scarti sarebbe utile non eccedere nell’eliminare le parti più esterne che spesso sono le più ricche in principi nutritivi - continua mangiosano.org -. Il cavolo verza è un ortaggio di cui si consumano prevalentemente le foglie interne (il cosidetto cuore) sebbene anche le foglie esterne, le più verdi, possono essere utilizzate per preparare zuppe o decotti. Anche il torsolo costituisce una parte edibile con cui si possono preparare ottimi pinzimoni o si può aggiungere a fettine nelle insalate. Il lavaggio di questo ortaggio deve essere molto accurato soprattutto se consumato crudo, ma non deve essere tenuto troppo a lungo in acqua né deve essere lavato con Amuchina o disinfettanti simili. Meglio invece un po’ di aceto o di bicarbonato che han-
no lo stesso effetto antimicrobico dell’Amuchina. Anche per questo ortaggio esistono delle regole per la conservazione. Il cavolo verza acquistato al supermercato, al mercato o dal contadino può essere tenuto in frigorifero, nel reparto più basso, avvolto in un canovaccio di cotone ed esternamente in un sacchetto di carta in modo che l’umidità dell’ortaggio sia assorbita e non si crei muffa. In questo modo può conservarsi fino a due settimane e mantenere la sua freschezza. Se si vuole cuocere invece, è possibile tenerlo in frigo al massimo per due giorni. Il modo migliore per utilizzare il cavolo verza crudo è mediante la preparazione dei crauti fermentati, che mantengono cosi le proprietà del cavolo stesso oltre che contenere probiotici ed enzimi utili alla flora intestinale.
mondo gusto .13
LA RICETTA INGREDIENTI - un cavolo verza di medie dimensioni - una cipolla - una carota - un gambo di sedano - 250 grammi di pomodori - mezzo bicchiere di brodo vegetale - olio extravergine di oliva - sale - pepe - aceto di mele
Cavolo verza in umido PREPARAZIONE Per prima cosa eliminate le foglie esterne più dure della verza, lavatela bene sotto l’acqua corrente e tagliatela a listarelle sottili. In una padella fate soffriggere l’olio con la cipolla, il sedano e la carota precedentemente tritati. Dopo qualche minuto aggiungete al soffritto la verza e fate insaporire bene. Unite quattro cucchiai di aceto di mele e dopo che è evaporato incorporate i pomodori tagliati a piccoli pezzi. Coprite la pentola con un coperchio e fate cuocere per circa 30 minuti mescolando di tanto in tanto con un cucchiaio di legno. A metà cottura aggiungete il brodo vegetale e regolate di sale e pepe. Potete consumare il cavolo verza come una zuppa servendolo in piccole ciotole accompagnato da crostini di pane tostato. Per un risultato più asciutto invece fate cuocere per circa 45 minuti.
14. mondo ecologia
AREE PEDONALI, RAVENNA AI PRIMI POSTI IN REGIONE Nella nostra città cresciute più del 28% dal 2008. In aumento anche le ciclabili in E-R Una bella notizia per gli amanti delle due ruote: in Emilia Romagna le piste ciclabili stanno crescendo notevolmente. Dal 2008 al 2015, infatti, considerando i comuni capoluoghi di provincia, esse sono passate da una lunghezza di 839,1 km a 1.246,4 km, con un aumento del 48,5%; le aree pedonali sono passate da un’estensione di 54,296 a 60,698 ettari (+11,8%); le ZTL (zone a traffico limitato) sono passate da 8,928 a 9,267 km2 (+3,8%). “Per quanto riguarda le piste ciclabili - spiega la Regione - il comune capoluogo di provincia che ha fatto registrare l’aumento maggiore è Ferrara (+90,5%). Nel comparto delle aree pedonali la
crescita maggiore è stata quella di Parma (+30,1%), seguita da Ravenna (+28,4%) e Bologna (+10%). Nel comparto delle ZTL si segnala l’aumento registrato a Piacenza (+26,2%)”. In Italia dal 2008 al 2015 le aree pedonali sono cresciute del 27,2%, le ZTL (zone a traffico limitato) del 5,1% e le piste ciclabili del 47,7%. I dati emergono da un’elaborazione del Centro Ricerche Continental Autocarro su dati Istat e si riferiscono alla media dei dati rilevati nei comuni capoluogo di provincia. I tre indicatori considerati nell’elaborazione (aree pedonali, ZTL e piste ciclabili) mostrano che negli ultimi anni vi è stato uno sviluppo delle
infrastrutture per favorire l’uso di mezzi di trasporto alternativi, tendenza confermata anche dall’aumento delle zone in cui i veicoli a motore non possono circolare (aree pedonali o Ztl). “Ciò testimonia - sottolinea la ricerca - un crescente interesse da parte delle amministrazioni pubbliche per il miglioramento della qualità della vita nelle città, nonostante le difficoltà della crisi economica, che ha avuto un impatto pesante anche sui bilanci delle amministrazioni locali”. Tra le ultime ad essere inaugurate nel Ravennate, la pista ciclo pedonale nel centro abitato di Voltana (comune di Lugo) sulla strada provinciale 39 (vie Fiumazzo, Ro-
taccio, Margotta). I lavori, iniziati lo scorso giugno, hanno avuto un importo di circa 200mila euro e sono stati eseguiti in due lotti dalla ditta Fabbri Costruzioni Srl di Brisighella. La nuova pista ciclabile corre sulla Fiumazzo nel tratto che va dal passaggio a livello fino al distributore di carburanti. “La mobilità sostenibile è una priorità per questa Amministrazione comunale - ha sottolineato il sindaco Davide Ranalli -. La realizzazione di questa ciclabile rappresenta un importante investimento per la frazione di Voltana, con il quale intendiamo incentivare l’uso della bicicletta in sicurezza”.
mondo viaggi slow .15
APPENNINO, GODERSI L’INVERNO FRA LA SELVA E IL LAGO Sulla neve a Ventasso Laghi, nel Reggiano
Sorge nel cuore di una selva boschiva di grande interesse naturalistico per la varietà della flora e della fauna sapientemente salvaguardate: si tratta della località di Ventasso Laghi (m 1350-1553), nell’Appennino Reggiano. “L’imponente profilo del monte Ventasso – spiega il portale appenninoeverde.it - domina il lago Calamone, tra i più belli dell’Appennino Reggiano, e i fitti boschi di faggi. L’offerta ricettiva si basa su piccole strutture alberghiere a conduzione familiare e su un settore immobiliare privato; ottimi i ristoranti. Collegata con Aulla e La Spezia attraverso il Lagastrello, il versante nord di Ventasso è facilmente raggiungibile da Reggio Emilia e Parma. Da evidenziare la vicinanza con il centro sci di fondo Pratizzano.
La località è una meta turistica ambita nell’arco di tutto l’anno grazie alle splendide vie escursionistiche che si possono praticare a stretto contatto con un ambiente selvaggio incontaminato. Durante la stagione invernale dispone poi di una piccola ma attrezzata stazione sciistica. Il comprensorio sciistico di Ventasso Laghi si sviluppa sul versante montano del Ventasso e consente di poter utilizzare quattro impianti di risalita che servono uno snodarsi di piste da discesa alpina, alle quali si aggiungono le piste da fondo. Le piste da sci – continua appenninoeverde.it - sono consuetamente larghe e con delle pendenze dolci, a tratti leggermente impegnative, che comunque consentono alla stazione sciistica di essere un vero e proprio paradiso per i princi-
pianti, o per coloro che vogliono godersi la vacanza sugli sci all’insegna del divertimento non troppo impegnativo. Sciare a Ventasso Laghi consente di godersi una giornata all’insegna dello sport, del divertimento e del relax, lontani dalla confusione delle località sciistiche più frequentate, e con la disponibilità di praticare comunque le diverse discipline sciistiche: dallo sci alpino, al fondo, allo snowboard, al carving etc… In aggiunta la zona di Ventasso Laghi dispone di una buona rete di vie per lo sci escursionismo e splendidi fuoripista”. A poca distanza dall’abitato si trova il già citato lago Calamone, tra i più belli dell’Appennino Reggiano, dominato dall’imponente profilo del monte Ventasso (1727 m), facile meta escursionistica di grande valore paesaggi-
stico, con sentieri ben segnalati. L’ameno specchio d’acqua d’impronta alpina costituisce uno dei biotopi più importanti della zona per la presenza della giuncastrella alpina e del trifolio fibrino. “Tutta l’area - spiega il portale emiliaromagnaturismo.it - è tradizionalmente vocata all’allevamento e alla monta dei cavalli - razza ‘cavallo del Ventasso’ - con alcuni centri equestri specializzati”. Nel periodo estivo è possibile praticare equitazione, escursionismo, tiro con l’arco, minigolf, e noleggiare mountain-bike. Sono anche presenti un campo da bocce ed una pista polivalente per calcetto, pallavolo, tennis. Per maggiori informazioni: Iat Appennino Reggiano Via Roma, 442035 Castelnovo ne`Monti (RE) - Tel. 0522-810430 - iat@ appenninoreggiano.it - Apertura: annuale
Mensile omaggio e/o abbinamento gratuito - Biosfera,mensile di sviluppo sostenibile - EDITORE: Edit Italia s.r.l - Ravenna, Piazza Bernini, 6 – Tel.0544.511311 – Mail info@edititalia.it - Concessionaria: Publimedia Italia S.r.l.- Ravenna, Piazza Bernini, 6 – Tel.0544.511311 – Ferrara, Viale Cavour n.21-Tel.0532.200033 - Mail: info@publimediaitalia.com – Registrazione Tribunale di Ravenna n. 1343 dell’ 11/01/2010 Direttore Responsabile: Gian Piero Zinzani - Stampa CSQ (BS) - Biosfera offre esclusivamente un servizio, non riceve provvigioni sulle contrattazioni, non effettua commerci, non è responsabile per la qualità, provenienza, veridicità e puntualità di uscita delle inserzioni e neppure per le conseguenze dirette e indirette che possono derivare dalla non corrispondenza di tali dati alla realtà. La direzione si riserva comunque, a suo insindacabile giudizio, di cestinare annunci. Edit Italia S.r.l. precisa che tutte le inserzioni recanti dati personali e/o sensibili ai sensi del D.L. 196/2003, sono state pubblicate previa informativa all’interessato e espresso, diretto e specifico consenso dello stesso alla diffusione dei predetti dati ai sensi del D.L. 196/2003. Questo periodico è aperto a quanti desiderino manifestare il loro pensiero, senza recare pregiudizio ad altri, ai sensi dell’art.21 della Costituzione e, pertanto, la sua Redazione è disposta a ricevere testi scritti, fotografie, immagini ed altro materiale dai lettori. Tuttavia, l’eventuale pubblicazione, anche in via telematica, di quanto inviato alla Redazione di questo periodico, è a totale discrezione della Redazione medesima. In ogni caso l’eventuale pubblicazione non determina la costituzione di alcun rapporto di collaborazione dei lettori con la stessa Redazione e/o con l’Editore, né obbligo di pagamento di alcun importo da parte della Redazione e/o dell’Editore del periodico. L’invio del materiale è a titolo gratuito. QuantoinviatoallaRedazione,anchesenonpubblicato,nonverràrestituitoalmittente.Perl’inviodelmaterialel’indirizzoèinfo@edititalia.it-Èvietatalariproduzionetotaleoparzialedifoto,marchietesti.Copyright,tuttiidirittisonoriservatiadEditItaliaS.r.l. Immagini:archivioeditoriale,fotografivari,acquistatesuwww.shutterstock.com.
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