In Romagna nel 2023 attive 1.817 imprese green pagina 3
“Essere green fa bene ai conti dell’azienda” pagina 7
Ecomondo, l’economia green in mostra pagina 11
Innovatori sempre più “responsabili” pagina 15
Imprese attente alla sostenibilità pagina 21
› Programma Ecomondo 2024 pagina 23
Agricoltura in prima linea per la sostenibilità pagina 27
Ambiente e rifiuti, Hera punta alla sostenibilità pagina 30
Dossier Sostenibilità
Romagna Acque, la sostenibilità è di casa pagina 35
La Blue Economy vale il 3,2% dell’economia regionale pagina 37
Continua senza sosta il consumo di suolo anche in Romagna pagina 39
Romagna 24 economia - Rassegna notizie pagina 43› 47
Nelle province della Romagna – Forlì-Cesena; Ravenna; Rimini – sono presenti 1.817 aziende identificate come green, in leggera crescita sul 2022, circa il 25% del valore regionale. I tre settori più popolati sono l’agroalimentare (in questo settore sono incluse anche le imprese del settore primario) con una percentuale del 45%, il settore del ciclo rifiuti con il 10% e della mobilità con il 10%. La distribuzione nei vari settori delle aziende green della Romagna - come emerge in questo numero di Romagna24economia - risulta avere una maggioranza di imprese del settore dell’agroalimentare come nell’andamento regionale (per il 97% certificate biologiche); mentre per quello che riguarda gli altri settori vediamo una distribuzione leggermente diversa; infatti, il settore della Meccanica allargata nella distribuzione regionale ha 7 punti percentuali mentre nella distribuzione romagnola ricopre solo il 3%. La sostenibilità, cm emerge anche da Ecomondo, la fiera di Rimini dedicata al tema, è sempre più presente dalle imprese ai rifiuti. E può non essere solo un costo ma anche un business
MENSILE DI ECONOMIA, AFFARI, IMPRESA E SOCIETA’
In Romagna nel 2023 attive 1.817 imprese green
I dati dell’Osservatorio GreenER indicano una leggera crescita
L’Osservatorio GreenER del 2023 fotografa il fenomeno della Green Economy sul territorio regionale, raccogliendo dati e informazioni utili a: orientare le politiche regionali; individuare le aziende green per valorizzarle e farle emergere; cogliere le linee di sviluppo più promettenti per la realtà produttiva. ART-ER, gestisce l’Osservatorio svolgendo varie attività mirate a promuovere la Green Economy, che spaziano dall’analisi di casi studio agli approfondimenti tematici o di filiera, dalle analisi statistiche alle attività di informazione e comunicazione.
I settori più popolati sono quelli dell’agroalimentare, dei rifiuti e della mobilità
A seguito delle attività condotte dall’Osservatorio, il database che raccoglie le imprese green conta alla data di settembre 2023, oltre 7.000 aziende che a vario titolo entrano a fare parte dell’economia verde regionale: sono infatti incluse aziende che appartengono a settori prettamente ambientali (come ad esempio ciclo idrico, rifiuti, energia da fonti rinnovabili); aziende che, a prescindere dal settore di appartenenza, hanno reso più sostenibile il proprio
processo produttivo o il proprio prodotto; aziende che forniscono tecnologie, prodotti e servizi innovativi e meno impattanti dal punto di vista ambientale. Nelle province della Romagna – Forlì-Cesena; Ravenna; Rimini – sono presenti 1.817 aziende identificate come green, in leggera crescita sul 2022, circa il 25% del valore regionale. I tre settori più popolati sono l’agroalimentare (in questo settore sono incluse anche le imprese del settore primario) con una percentuale del 45%, il settore del ciclo rifiuti con il 10% e della mobilità con il 10%. La distribuzione nei vari settori delle aziende green della Romagna risulta avere una maggioranza di imprese del settore dell’agroalimentare come nell’andamento regionale (per il 97% certificate biologiche); mentre per quello che riguarda gli altri settori vediamo una distribuzione leggermente diversa; infatti, il settore della Meccanica allargata nella distribuzione regionale ha 7 punti percentuali mentre nella distribuzione romagnola ricopre solo il 3%.
Suddivisione provinciale delle aziende green in Emilia-Romagna
[ Romagna: circa il 25% del valore regionale].
Aziende green in Romagna per settore
Energie rinnovabili e efficienza energetica › 116 Ciclo idrico integrato › 87 Gestione verde e igiene ambientale › 74
Imprese Green Romagna Imprese Green Regione ER Distribuzione % delle aziende green della Romagna
Imprese Green Romagna Imprese Green Regione ER Distribuzione dei certificati registrati Romagna/ Regione ER
AGROALIMENTARE
MOBILITÀ
CICLO RIFIUTI
ENERGIE RINNOVABILI E EFFICIENZA ENERGETICA
CICLO IDRICO INTEGRATO
GESTIONE VERDE E IGIENE AMBIENTALE
i dati e i grafici di questo articolo sono ripresi da: L’OSSERVATORIO GREENER: FOCUS SULLA ROMAGNA Settembre 2024
intervista a › Marco Ottolenghi
“Essere green fa bene ai conti dell’azienda”
analizza i vantaggi della sostenibilità per le imprese
Imprese romagnole protagoniste della svolta green. In questa intervista, Marco Ottolenghi, responsabile Unità ambiente di ART-ER e Osservatorio GreenER, spiega il ruolo e il peso della Romagna sul fronte della sostenibilità.
Dottor Ottolenghi, come giudica l’impegno green delle imprese romagnole?
Buona anche la partecipazione delle imprese romagnole ai bandi settoriali
Marco
Nell’ambito delle dinamiche politiche europee, nazionali e regionali sicuramente l’impegno delle imprese sulle tematiche green è cresciuto nel corso dell’ultimo decennio. In particolare l’impegno delle imprese romagnole in chiave green può essere letto attraverso i risultati della ricognizione annualmente condotta dall’Osservatorio GreenER. Considerando i dati pubblicati nel 2023, delle 7.000 imprese che a vario titolo fanno parte del panel di aziende green dell’osservatorio regionale, il 25% di esse sono imprese ubicate nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini. I settori prevalenti, numericamente parlando, che si occupano di green sono l’agroalimentare, soprattutto attraverso le certificazioni bio, sono il 45% delle imprese green romagnole includendo anche le imprese del settore primario,
Ottolenghi, responsabile Unità ambiente di ART-ER e Osservatorio GreenER
a seguire il settore del ciclo rifiuti e della mobilità che pesano rispettivamente il 10%. I risultati sono all’incirca in linea con la distribuzione settoriale regionale. Le certificazioni ambientali di processo o prodotto sono un altro elemento di riferimento per comprendere la sensibilità delle imprese verso i temi della sostenibilità ambientale in particolare la ISO 140001 è la certificazione più diffusa sia a livello regionale ed in particolare il 24% dei siti certificati ricadono sul territorio romagnolo. Anticipando alcuni risultati sul monitoraggio delle certificazioni in Emilia-Romagna nella pubblicazione “La diffusione degli strumenti volontari per la gestione della sostenibilità in Emilia-Romagna”, si riscontra una tendenza positiva sul territorio regionale e a cascata su quello romagnolo con una crescita delle certificazioni ambientali sia di processo che di prodotto tra il 2023 e il 2024.
Le imprese romagnole partecipano ai bandi?
Un altro indicatore che può tracciare l’impegno delle imprese romagnole è dato dalla partecipazione ai bandi di finanziamento pubblici sulla transizione ecologica, facendo un
esempio, nel bando regionale della programmazione FESR 2021-2027 dedicato a progetti su economia circolare e riduzione dei rifiuti, il 22% delle imprese che hanno presentato domande sono romagnole e di esse il 50% ha ottenuto il finanziamento.
Le politiche regionali e nazionali di sostegno raggiungono gli obiettivi?
Al momento la convergenza degli strumenti regolatori approvati dalla Commissione e recepiti dai Governi Nazionale e Regionale - uno fra tutti l’applicazione del principio del DNSH a tutti gli strumenti di supporto di carattere finanziario (PNRR e FESR ad esempio) - ognuno per i suoi ambiti di competenza, porta a supporre che le azioni messe in atto permetteranno di raggiungere gli obiettivi, in quanto progettate a monte a questo scopo. Tuttavia, un dato puntuale sarà possibile solo a fine programmazione.
Essere green è già proficuo anche dal punto di vista dei conti aziendali?
È opportuno innanzitutto os-
servare alcuni indicatori economici per comprendere quanto sia oggi importante puntare sul green anche dal punto di vista economico: le migliori performance economiche delle imprese green rispetto alla media regionale risultano significative e confermano una certa «resilienza». Nella rilevazione del 2023, il valore aggiunto per addetto, pari a circa 99.500 euro, e l’utile netto per addetto, pari a 13.500 euro, del panel di aziende green risultano più alti rispetto al panel delle imprese non green, con valori rispettivamente pari a 66.200 euro e 9.000 euro. Le dinamiche economiche, nel processo di transizione green richiedono approfondimenti a livello di singole filiere. Considerando alcuni settori strategici del sistema produttivo regionale, si osserva che le performance economiche delle imprese green all’interno delle filiere risultano rilevanti rispetto ai valori medi regionali, sicuramente alcuni fattori importanti che incidono su questi risultati sono la dimensione delle aziende e una maggiore spinta verso l’innovazione green come ad esempio nel settore agroalimentare, la meccanica allargata e l’edilizia.
Cosa succederà sul fronte della sostenibilità per le imprese nei prossimi 5 anni? La loro quota aumenterà? E di quanto?
La sfida della sostenibilità nei prossimi anni sarà cruciale. A livello europeo si è assistito nell’ultimo semestre del precedente mandato della Commissione ad un proliferare di normative ambientali in attuazione del Green Deal (citiamo tra le altre il Regolamento Ecodesign, la Direttiva Corporate Sustainability Reporting CSRD, la Direttiva Greenwashing, la Direttiva sul Diritto alla riparazione, il Regolamento sul Packaging) che avranno un sicuro impatto sui futuri mercati.
Alcuni di questi provvedimenti richiedono competenze e strumenti che coniugano transizione ecologica e digitale (si pensi ad esempio del Passaporto digitale di prodotto come strumento per rispondere alle richieste
Sicuramente i grandi player sono già attrezzati o si stanno attrezzando, condizionando la catena di fornitura e richiedendo già azioni ai propri fornitori. Rimane l’incognita delle piccole medie realtà, che pure costituiscono una quota rilevante nel sistema produttivo regionale e che auspicabilmente vanno aiutate e supportate attraverso finanziamenti ad hoc ma anche attraverso azioni di filiera che aiutino ad esempio ad orientare quali, tra gli strumenti messi a disposizione del mercato, siano più idonei a rispondere alle nuove richieste.
AGROALIMENTARE
EDILIZIA
MECCANICA ALLARGATA
Ecomondo è l’evento leader nei settori della green and circular economy. Punto di incontro tra industrie, stakeholder, policy maker, opinion leader, mondo della ricerca e delle istituzioni, mette a sistema gli elementi chiave che definiscono le strategie di sviluppo della politica ambientale dell’Unione Europea.
intervista a › Mauro Delle Fratte
Ecomondo, l’economia green in
mostra
La rassegna di IEG alla Fiera di Rimini dal 5 all’8 novembre
Una fiera che fa il punto sull’innovazione che ruota intorno al del green e della sostenibilità, un appuntamento unico in Italia e molto apprezzato nel mondo. Ne parliamo con Mauro Delle Fratte, exhibition manager Italian Exhibition Group.
Dottor Delle Fratte, Ecomondo celebra la sua 27ª edizione: qual è il ruolo di questo evento nel panorama della green economy?
In fiera tutte le innovazioni in fatto di ambiente, sostenibilità ed economia circolare
Ecomondo, organizzato da Italian Exhibition Group presso la Fiera di Rimini dal 5 all’8 novembre, è l’evento internazionale di riferimento in Europa e nel bacino del Mediterraneo per le tecnologie, i servizi e le soluzioni industriali nei settori della green e circular economy, luogo d’incontro tra le best practice del “Made in Europe” e la domanda internazionale di soluzioni per la transizione green. L’evento accoglierà delegazioni provenienti da 120 paesi e oltre 60 associazioni internazionali di settore, diventando un hub di condivisione e co-progettazione del Green Deal Europeo. Qui esperti, decisori, imprenditori e professionisti si con-
fronteranno sulle sfide e le opportunità della transizione verso un’economia circolare.
In quali aree tematiche è articolata la fiera e quali hanno mostrato il maggiore sviluppo rispetto all’edizione precedente?
L’edizione 2024 di Ecomondo sarà strutturata in sei macroaree tematiche: Waste as Resource, Water Cycle & Blue Economy, Circular & Regenerative Bioeconomy, Bio-Energy & Agroecology, Sites & Soil Restoration, ed Environmental Monitoring & Control. Il settore “Waste as Resource” manterrà un ruolo centrale, seguendo da vicino le recenti evoluzioni legislative, con un focus sulla gestione avanzata dei rifiuti per raggiungere obiettivi di autosufficienza, decarbonizzazione e transizione energetica. Una novità rilevante sarà l’area dedicata alla “Circular and Healthy City”, con un’attenzione particolare alle smart cities e ai green jobs. Qui verranno affrontati temi come la rigenerazione urbana, le politiche per migliorare la qualità della vita nelle città e le strategie di adattamento ai cambiamenti climatici. La Blue
Mauro Delle Fratte, exhibition manager Italian Exhibition Group
Economy avrà un’importanza cruciale, data la rilevanza per l’Italia e per tutti i paesi del Mediterraneo. Questa area si concentrerà sulla gestione sostenibile delle risorse marine e costiere. Altri temi di primo piano includeranno la finanza climatica e i meccanismi finanziari per la transizione ecologica, l’innovazione responsabile nel settore manifatturiero, la sostenibilità nella filiera agroalimentare, la decarbonizzazione degli edifici e la gestione delle materie prime critiche e strategiche. Ci sarà anche un forte focus sulla sostenibilità nel settore tessile, sulla pianificazione territoriale per la mitigazione degli eventi climatici estremi, sulla gestione delle risorse idriche e sull’impatto dei sistemi di scambio delle emissioni (Emissions Trading System) sulla mobilità. Inoltre, si approfondiranno temi come la biodiversità in agricoltura e silvicoltura, insieme a nuove modalità di comunicazione ambientale.
Quali sono i temi più rilevanti che verranno trattati nelle conferenze che si terranno durante Ecomondo 2024? Il programma di Ecomondo 2024 si presenta ampio e diversificato, affrontando temi fondamentali per l’economia circolare, con un focus particolare sull’innovazione tecnologica e digitale applicata alla sostenibilità. Tra i temi principali vi sono le sfide legate all’adattamento ai cambiamenti climatici e alla salute del suolo. Le attività spaziano dalle politiche e normative ambientali a questioni tecniche specifiche, con una vasta gamma di formati, tra cui conferenze, workshop
e tavole rotonde. I temi centrali di Ecomondo 2024, intorno ai quali ruoteranno l’area espositiva e il ricco calendario di eventi e conferenze, includono: l’uso di Big Data, intelligenza artificiale e sistemi predittivi per la transizione ecologica e la gestione degli effetti del cambiamento climatico; la New Space Economy per il monitoraggio ambientale e l’osservazione terrestre; l’Agricoltura 4.0, volta a ottimizzare la produttività e proteggere i raccolti; e l’Urban Mining per il recupero di materiali preziosi e critici dai Raee. Questi argomenti rappresentano le tendenze più attuali in tema di sostenibilità ed economia circolare, offrendo ai partecipanti una visione completa delle innovazioni e delle sfide del settore. Ecomondo 2024 si conferma quindi come una piattaforma di confronto privilegiata per professionisti, ricercatori e decisori politici, offrendo l’opportunità di discutere le ultime strategie e novità per un futuro più sostenibile.
Oltre 137mila mq di area espositiva
Previsti 900 top buyer e 800 speaker
Oltre 137.000 mq e 2 nuove hall temporanee, 6 macroaree tematiche per le diverse filiere, 6 distretti espositivi per le industries verticali, 900+ top buyer profilati che si alterneranno in oltre 200 eventi e workshop, 800 speaker in oltre 30 sale convegni che ospiteranno 6 sessioni degli Stati generali della Green economy. Ecomondo è l’evento internazionale di riferimento in Europa e nel bacino del Mediterraneo per le tecnologie, i servizi e le soluzioni industriali nei settori della green and circular economy.
L’edizione 2024 di Ecomondo si concentrerà su una serie di temi chiave per la transizione verso un’economia più verde e circolare. Tra le novità più attese, ecco gli ambiti di intervento: energie rinnovabili (focus sulle nuove tec-
nologie per l’energia solare, eolica e biomasse), gestione e riciclo dei rifiuti (soluzioni innovative per ridurre e trasformare i rifiuti in nuove risorse); trattamento delle acque e bonifica dei suoli (sistemi all’avanguardia per la gestione sostenibile delle risorse idriche); economia circolare e innovazione industriale (approfondimenti su come le aziende possono ridurre l’impatto ambientale attraverso processi sostenibili); mobilità sostenibile (le ultime tecnologie e proposte per il trasporto green, incluse auto elettriche e infrastrutture di ricarica).
Innovatori sempre più “responsabili” Premiate le azioni concrete di chi applica la sostenibilità
La sostenibilità deve declinarsi in azioni concrete che in Emilia-Romagna non mancano e trovano una loro immediata visibilità in un premio messo in campo dalla Regione dedicato agli “Innovatori responsabili”. Il Premio è stato istituito in attuazione dell’articolo 17 della legge regionale 14/2014, per promuovere la cultura della responsabilità sociale d’impresa e l’innovazione sociale. Nelle diverse edizioni che si sono susseguite nel tempo, l’iniziativa regionale si è evoluta diventando uno strumento per la valorizzazione delle azioni innovative che concorrono all’attuazione delle politiche regionali inerenti allo sviluppo sostenibile. La decima edizione 2024, approvata con delibera di Giunta regionale n. 911 del 27 maggio 2024, conferma il focus sul Patto per il lavoro e per il clima e sulla Strategia 2030 della Regione Emilia-Romagna e si propone di dare rilievo al contributo
Anche la Romagna raccoglie soddisfazioni dal riconoscimento istituito dalla Regione
del sistema produttivo e del sistema formativo rispetto agli obiettivi fissati da questi documenti strategici anche in risposta alle emergenze economiche e sociali determinate dalla crisi climatica e dall’aumento dei costi di energia e materie prime. Il recupero della coltivazione tradizionale dell’ortica nell’alto Appennino modenese per produrre capi di abbigliamento naturali e sostenibili a opera di Ortika, società Cooperativa di comunità di Modena. Un progetto che punta a superare i limiti dei laboratori fisici attraverso il digitale, così da supportare e rafforzare la qualità didattica, prima, e la fase produttiva poi, messo in campo da Applied Srl di Bologna. E ancora un’iniziativa per coniugare ambiente, comunità e rigenerazione urbana contrastando al contempo le disuguaglianze proposto da Gruppo ingegneria Srl, società benefit di Bologna. E infine il progetto
dell’impianto di Herambiente per il riciclo dei materiali compositi in carbonio come alternativa allo smaltimento in discarica, in modo che la fibra rigenerata mantenga le caratteristiche di resistenza di quella vergine e sia pronta per essere riutilizzata in un ciclo potenzialmente ripetibile all’infinito.
Sono questi i quattro progetti vincitori della decima edizione del ‘Premio Innovatori Responsabili 2024’, iniziativa promossa dalla Regione Emilia-Romagna, cui si aggiungono altri 22 riconoscimenti, tra menzioni e premi speciali a realtà economiche, sociali e istituzionali di tutta la regione. La cerimonia di premiazione si è svolta a Bologna al Tecnopolo, alla presenza dell’assessore regionale allo Sviluppo economico, Green economy, Lavoro e formazione, Vincenzo Colla. “Quelle presentate, sono iniziative tutte all’altezza delle grandi sfide che il sistema emiliano-romagnolo si trova ad affrontare”, spiega l’assessore Colla. “Progetti e interventiaggiunge - coerenti con il Patto per il Lavoro e per il Clima e il suo modello di sviluppo in grado di creare, nella transizione digitale ed ecosostenibile, lavoro stabile, qualificato e inclusivo. In questi anni, l’azione della Regione ha contribuito a sostenere concretamente queste transizioni anche grazie alle risorse messe a disposizione della programmazione europea 2021/27. Il sistema economico emiliano-romagnolo ha pienamente compreso la portata del cambiamento e sta investendo in modo deciso sull’innovazione e sulle competenze, per continuare a essere competitivo, solido, resiliente, guardando al futuro”. “A sei anni dal traguardo fissato dall’Agenda Onu 2030 – conclude Colla - la ricchezza di progettualità espresse dagli innovatori responsabili, anche attraverso l’applicazione delle nuove tecnologie, ci restituisce l’immagine di una regione che, grazie all’impegno quotidiano di imprenditori, professionisti e lavoratori, istituzioni, finanza, formazione e ricerca, è pronta a costruire un futuro realmente più sostenibile per tutti, che coniughi benessere economico e sociale con il lavoro di qualità e un
Micaela Dionigi, presidente Gruppo SGR
uso razionale delle risorse naturali”.
La Romagna in campo E la Romagna non manca nel parterre degli innovatori. Per il settore “Lavoro, imprese e opportunità” ha avuto riconoscimento il Gruppo Società Gas Rimini con il Progetto “Sgr Welfare & Training: Inside Out Program”; per la transizione ecologica sono state premiate le società agricola Cà Colonna di Ravenna con il progetto “Carbon Farming” e la Ecomat di Rimini per il progetto ”Le tinture, i colori 100% vegetali di Oltremateria”. Il progetto vincitore sintetizza l’impegno, ogni giorno, a rispondere ai bisogni di tutto il personale. Il progetto affonda le sue radici nell’attività di worklife balance degli ultimi 15 anni: orario estivo, organizzazione centri estivi per i figli e di un asilo nido interaziendale e altri progetti dedicati a dipendenti e alle loro famiglie. “Il paradigma del progetto – spiega Micaela Dionigi, presidente del Gruppo SGR – comprende lo storico impegno con progetti di responsabilità sociale ben radicati e sposta i confini dell’azienda tra coloro che sono con noi al lavoro e coloro che saranno in azienda, creando un momento importante di contaminazione. È un approccio innovativo che guarda alle persone, ai bisogni e ai talenti, ponendo l’azienda in un ruolo propositivo nella comunità”. Successivamente il programma si è arricchito con iniziative sulla salute e prevenzione sanitaria. Infine, la nascita nel 2024 della SGR Academy, un modello per lo sviluppo delle competenze tecniche, digitali e dell’innovazione, quindi in linea con la value proposition aziendale dell’efficienza energetica, dedicato a collaboratori, ma anche ai giovani, i lavoratori di domani, con i quali si crea una vera e propria contaminazione di conoscenza e saperi.
Cà Colonna combatte la CO2
Edoardo Bagnara, gestore operativo Cà
Colonna
Per la Transizione ecologica riconoscimento a Cà Colonna di Ravenna che si sta impegnando nel settore del carbon farming. Il carbon farming, letteralmente “coltivazione di carbonio”, prevede la definizione ed implementazione di schemi di remunerazione per le pratiche di sequestro del carbonio nel suolo. Nella pratica, il “sequestro di carbonio” risulta efficace solo quando viene combinato con pratiche di agricoltura rigenerativa e biologica, mentre risulta inefficace con quella intensiva. Ridurre pesticidi e altri componenti chimici risulta quindi indispensabile. Esempi pratici di carbon farming sono: forestazioni e riforestazioni favorevoli alla biodiversità e una gestione forestale sostenibile, comprese pratiche di adattamento delle foreste ai cambiamenti climatici; agroforestazione e altre forme di agricoltura mista che combinano vegetazione legnosa (alberi o arbusti) con sistemi di produzione colturale e/o animale sullo stesso terreno; conversione mirata di terreni incolti in prati permanenti. A titolo di esempio, secondo gli ultimi studi, i suoli erbosi (che ricoprono un terzo delle aree agricole europee) assorbono già oggi 41 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, ma il loro potenziale di sequestro sarebbe molto superiore: con una adeguata gestione agroforestale si potrebbe arrivare ad assorbire fino a 250 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. È importante sottolineare che tutte queste attività porterebbero non solo risultati in termini di sequestro di carbonio, e dunque di mitigazione della crisi climatica, ma anche molti altri benefici legati all’incremento della biodiversità e alla conservazione degli ecosistemi. “Il nostro obiettivo – spiega Edoardo Bagnara di Cà Colonna – è quello di non emettere
CO2 nei processi agricoli usando sostanza organica o lo stesso sfalcio delle piante. Il risultato è che abbiamo una maggiore produttività, una minore necessità di concimazione, alta qualità dei prodotti e la possibilità di entrare nel meccanismo dei crediti di carbonio”.
Il premio fa tappa a Dovadola
Per la sezione “Diritti e doveri” è stata premiata la coop Dovadola 3000 per il Progetto “P.E.E.P.I : il ‘’saper fare’’ nel ‘’saper essere’’. Dovadola 3000 è una cooperativa sociale che gestisce vari servizi ed è specializzata nell’assistenza alle persone con disabilità o in condizione di svantaggio: per loro realizza percorsi di inserimento lavorativo basati su un protocollo specifico,. “Il lavoro è alla base dell’autonomia di tutti. Attraverso il lavoro – spiegano dalla coop - troviamo un posto nella collettività e guadagniamo le risorse necessarie per vivere. Noi crediamo che questo diritto sia universale: ogni giorno ci impegniamo perché sia esteso e condiviso, anche con chi ha meno possibilità di proporsi sul mercato.
Riconoscimento anche a VICI & C. Spa di Santarcangelo (Rn) per il Progetto “Discover”. Vici & C. SpA è un’azienda italiana che dal 1977 opera nel settore dell’automazione industriale e progetta, produce e distribuisce quadri elettrici e bordi macchina. Partendo dalla storica attività di progettazione e produzione di quadri elettrici per macchine industriali, dal 1999 l’azienda progetta, produce e vende a livello internazionale, attraverso i brand VICIVISION e Metrios, macchine e strumenti per la misura ottica di pezzi e per il controllo qualità delle superfici, che possono essere utilizzate sia in laboratorio che integrate direttamente nelle linee di produzione. Oggi, VICIVISION e Metrios, sono due brand leader nel mondo delle macchine di misura ottica per migliorare l’efficienza in produzione.
Ecomat colora di natura i pavimenti
Dalle conchiglie i materiali e dalle piante i colori
Interessante il caso della Ecomat di San Giovanni in Marignano (Rimini) che ha vinto il premio innovatori responsabili con il progetto ”Le tinture, i colori 100% vegetali di Oltremateria”. Ecomat, titolare dei Brand Oltremateria, Ecomalta ed Oleomalta, è nata da un gruppo di tecnici, ricercatori e progettisti, con grande esperienza nel settore dei materiali innovativi, dei rivestimenti in resina per pavimentazioni e con esperienze nel mondo del Design e del Green Building. Oltremateria nasce dall’esigenza di costituire una realtà distributiva altamente professionale, dinamica, capace di formare e operare in tutto il mondo, dotata di una profonda conoscenza dei metodi produttivi, applicativi, distributivi e delle tecnologie più avanzate ed eco-sostenibili sul mercato, rivolta ad una clientela di rivenditori e professionisti interessati all’utilizzo di sistemi e materiali ecocompatibili per un basso impatto sull’ambiente.
“Vogliamo rappresentare – spiega il Ceo di Ecomat Loris Casalboni - il Green Life, la nuova filosofia a basso impatto ambientale per la salute e il benessere delle persone. Pensiamo e realizziamo materiali, sistemi e resine a base acqua per superfici continue e soluzioni innovative orientate all’ambiente e al miglioramento della salute e della qualità della vita attraverso sistemi e materiali eco-compatibili per prevenire le principali patologie derivanti dall’inquinamento indoor e outdoor. La nostra visione è rappresentare il costruire e il vivere green come nuova filosofia per sistemi di rivestimento e materiali con altissime prestazioni, ma basso impatto ambientale, promuovere una migliore qualità dell’abitare e aiutare le persone a vivere meglio”.
La scommessa dell’azienda – 2 milioni di ricavi e 5 addetti oltre a collaboratori esterni con un export che vale il 50% del fatturato - è quella di rispettare l’ambiente perché riduce l’uso di risorse naturali e l’impatto sull’ambiente, non utilizza solventi, cementi e resine epossidiche, riutilizza inerti e minerali di riciclo certificato oltre che polimeri di nuova generazione derivanti da fonti naturali
come l’olio di girasole. Si offre così un contesto più salubre, rappresentando la soluzione più conveniente anche dal punto di vista economico. Questo modo di rivestire garantisce una vita più sana, oltre a una maggior qualità ed efficienza. In particolare l’attenzione dell’azienda è dedicata alle cosiddette superfici continue, di fatto ai pavimenti in resina, che vengono realizzati utilizzando i sistemi coloranti del 1300: vale a dire estraendo i colori da fiori e piante. “Abbiamo portato questa idea nella colorazione delle superfici continue vale a dire in resine ottenute con oleomalte, vale a dire con polimeri di olio di girasole”. Ma, stando vicino al mare, non si poteva non pensare alle conchiglie che le onde depositano sulla spiaggia. E così, dall’utilizzo delle consiglia nasce la linea “A mare”, la prima superficie continua da pavimento a bassissimo spessore (3 mm circa) composta da oltre il 60% di prodotto proveniente dal riciclo certificato (conchiglie marine), con alta resistenza meccanica, indicata per pavimenti e idonea al contatto alimentare. “Con “A mare” la morbidezza dei colori naturali, la sensazione tattile delle sabbie, richiamano – spiega Casalboni - uno stile di vita semplice, volto ad abbandonare il superfluo. L’intima e raffinata armonia della natura si rispecchia in spazi abitativi in cui godere di un comfort personale e di ritmi lenti, per ritrovare energia, equilibrio e benessere”.
Se poi la superficie viene trattata con Ecopur, ionizza e purifica l’aria e contribuisce a prevenire la proliferazione batterica e virale. Una straordinaria innovazione tecnologica applicabile alle superfici che è in grado di garantire prestazioni finora mai raggiunte e di conseguenza nuove possibilità di applicazione. Ecopur è una eco-resina ionizzante ad alte prestazioni, si attiva sia con la luce che al buio, ionizza e purifica l’aria attraverso l’abbattimento gravitazionale di particelle aereo disperse quali smog, agenti inquinanti, germi, batteri, virus (come il coronavirus, ad esempio il Covid) e combatte gli odori indesiderati rinfrescando tutti gli spazi come farebbe un grande albero. Ogni superficie ricoperta con Ecopur si trasformerà in un purificatore d’aria senza consumare energia.
Loris Casalboni, Ceo Ecomat
Imprese
attente alla sostenibilità
Bozzi (Confindustria Romagna): “aziende pronte alla transizione”
L’industria della Romagna guarda alla sostenibilità come elemento prioritario per lo sviluppo. Dall’ultima indagine del Centro Studi di Confindustria Romagna emerge che l’82% delle aziende associate ha investito nella sostenibilità negli ultimi tre anni. “Quindi – spiega il presidente di Confindustria Romagna Roberto Bozzi - le imprese romagnole sono pronte ad essere protagoniste della transizione sostenibile, ma serve un supporto strutturale, incentivi più efficaci e politiche industriali di lungo termine”.
L’82% delle imprese ha investito in sostenibilità negli ultimi tre anni
Del resto, tra i principali dati emersi vi è che il 63% ha già introdotto processi specifici di riduzione e recupero degli scarti di lavorazione; il 94% dei rispondenti predilige, quando è possibile, fornitori locali; l’81% considera la sostenibilità un valore aggiunto, già in fase di progettazione di un prodotto; per il 65% delle nostre aziende gli incentivi andrebbero strutturalmente riformati; il 59% chiede che venga realizzata una politica industriale a lungo termine.
“Nel pianificare le strategie energetiche, gli aspetti da tenere maggiormente in considerazione – spiega Bozzi - risultano essere la formazione di figure professionali dedicate (energy manager) e la creazione di filiere strategiche, in grado di intercettare la domanda di nuove tecnologie green. Abbiamo poi chiesto alle imprese quale sia l’idea di futuro sostenibile per il territorio: e la risposta è che il
futuro sostenibile della Romagna deve basarsi sull’integrazione delle energie rinnovabili, la promozione di un’economia circolare e la tutela delle risorse naturali. Innovazione e collaborazione tra settore pubblico e privato saranno fondamentali per creare un modello di sviluppo replicabile, garantendo un territorio resiliente e prospero per le generazioni future”.
In equilibrio tra conti e ambiente
Un’Emilia-Romagna fiorente è tale se il suo futuro è costruito da un territorio solido, una comunità coesa e imprese che prosperano, dimostrando che le scelte sostenibili non solo migliorano il domani di tutti, ma sono anche economicamente intelligenti. “L’idea di futuro sostenibile va inteso come capacità – aggiunge Bozzi - di un’impresa di tenere in equilibrio nel tempo la prosperità economica, l’attenzione sociale ai suoi stakeholder, la corretta gestione e preservazione delle risorse ambientali. L’adozione della sostenibilità come leva per competere ha spinto anche la crescente attenzione delle aziende alla sostenibilità sociale, accanto a quella ambientale, che è da intendere come un investimento dell’impresa in “capitali intangibili” relativi alla sua identità, al suo rapporto con e soprattutto alle persone che vi lavorano”.
Roberto Bozzi, presidente Confindustria Romagna
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Resilienza costiera e adattamento ai cambiamenti climatici: una sfida di policy, tecnico-scientifica e finanziaria, per la sicurezza costiera e lo sviluppo sostenibile della Blue Economy
› a cura di Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ISPRA, GNRAC (Gruppo Nazionale per la Ricerca sull’Ambiente Costiero), CRPM (Conferenza delle Regioni Perifieriche Marittime d’Europa)
10:00 - 17:30 | Sala Tiglio pad. A6
Resource efficiency and Circular Economy
Technological solutions for resources recovery from endof-life products and materials
› a cura di Ecomondo STC & Italian Chemical Society – Division Environmental and Cultural Heritage Chemistry, ISWA international, ATIA – ISWA
10:15 - 17:00 | Agorà Tiberio - Water Cycle Area pad. D8
Water Cycle and Blue Economy
Integrated solutions to adapt water systems to climate change: European and Mediterranean impacts, solutions and innovation actions
› a cura di Ecomondo STC & Union for the Mediterranean, Water Europe, Marche Polytechnic University, University of Bologna, ANBI
11.30 - 13.00 | Sala Neri Hall Sud
Stati Generali della Green Economy 2024 | Sessione plenaria di apertura
Il green deal all’avvio della nuova legislatura europea
Presentazione della Relazione sullo stato della green › economy 2024
› a cura di Consiglio Nazionale della Green Economy
14:00 - 16:00 | Sala Ravezzi 1 Hall Sud
Environmental Monitoring and Earth Observation
Earth Observation and Digital Twins to improve Urban Resilience.
Utilization of digital mapping, artificial intelligence and ICT, to support the development of modern (near realtime) urban management
› a cura di Ecomondo STC & Polytechnic University of Turin
14:00 - 16:00 | Sala Ravezzi 2 Hall Sud
Financing, education and communication
Green bond: uno strumento strategico per finanziare l’adattamento
› a cura di Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & Forum per la Finanza Sostenibile
Buone pratiche di economia circolare dei RAEE, dei Rifiuti di Batterie e dei Rifiuti di Imballaggi: dagli sviluppi normativi fino alla presentazione di casi industriali
› a cura di Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & Erion
15.00 - 18.00 | Sala Diotallevi 1 Hall Sud
Stati Generali della Green Economy 2024 | Sessione tematica di approfondimento
L’andamento dei rifiuti urbani e di imballaggio nelle città
› a cura di Consiglio Nazionale della Green Economy, in collaborazione con Green City Network e CONAI
15.00 - 18.00 | Sala Neri 1 Hall Sud
Stati Generali della Green Economy 2024 | Sessione tematica di approfondimento
Restoration road: il percorso dell’Italia verso un’economia
nature positive
› a cura di Consiglio Nazionale della Green Economy, in collaborazione con Nature Positive Network, AdBPo e Regenerative Society Foundation
15.00 - 18.00 | Sala Neri 2 Hall Sud
Stati Generali della Green Economy 2024 | Sessione tematica di approfondimento
La qualità dell’aria in Italia: rischi, sfide e soluzioni
› a cura di Consiglio Nazionale della Green Economy, in collaborazione con Regione EmiliaRomagna, ART-ER, TPER, Ramboll
MERCOLEDI’ 6 NOVEMBRE
10.00 - 13.00 | Sala Neri 1 Hall Sud
Stati Generali della Green Economy 2024 | Sessione plenaria internazionale
La sfida climatica di governi e imprese
› a cura di Consiglio Nazionale della Green Economy, in collaborazione con Italy for Climate
10:00 - 13:00 | Sala Mimosa pad. B6
Resource efficiency and Circular Economy
Sostenere la transizione delle aree industriali e delle brown aree italiane in parchi eco industriali e l’implementazione della simbiosi industriale come strumento di routine gestionale per le aziende
› a cura di Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & ENEA, SUN (Symbiosis Users Network)
10:00 - 13:00 | Sala Ravezzi 2 Hall Sud
Resource efficiency and Circular Economy
Il PNRR e l’economia circolare
› a cura di Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & ISPRA, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica
10:00 - 13:00 | Sala Diotallevi Hall Sud
Textile District
Rifiuti tessili urbani: raccolta, riuso e riciclo. A che punto siamo?
› a cura di Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & UNIRAU
Sites and Soil Maintenance and Restoration Bonifica dei siti contaminati: a che punto siamo? Evoluzione normativa e innovazione tecnologica quali prospettive
› a cura di Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & Università La Sapienza di Roma, Unem, Legambiente
10:00 - 13:00 | Sala Mimosa pad. B6
Circular and Regenerative Bioeconomy
Innovating the Mediterranean: Youth-Driven Green and Blue Transitions! Award Innovation for a Mediterranean Food Transition
› a cura di Ecomondo STC & CIHEAM, UfM, Uni-Med & BusinessMed
10:30 - 13:00 | Sala Diotallevi 2 Hall Sud
Policies and regulatory frameworks
Il ruolo dell’OCSE nel monitoraggio della green economy e il contributo delle istituzioni italiane
› a cura di Rappresentanza Permanente d’Italia presso le Organizzazioni Internazionali – Parigi
REUSE, REPAIR, RETHINK, REFORM. Designing for Circularity and Responsible Innovation
› a cura di Ecomondo STC & MICS Foundation (Circular and Sustainability Made in Italy National Research Project), University of Bologna, EISMEA, (APRE Agency for the Promotion of European Research)
Biodiversità: esempi in campo agricolo e forestale
› a cura di Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & Etifor, Autorità di bacino distrettuale del fiume Po
14:00 - 17:45 | Agorà Tiberio - Water Cycle Area pad. D8
Water Cycle and Blue Economy
Risultati, buone pratiche e criticità dei Commissari straordinari di Governo per le infrastrutture, le risorse e i servizi idrici
› a cura di Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo
14:00 - 18:00 | Sala Ravezzi 1 Hall Sud
Resource efficiency and Circular Economy
Forum Africa Green Growth - 4a edizione
› a cura di Ecomondo, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Struttura di Missione per l’attuazione del Piano Mattei della Presidenza del Consiglio dei Ministri
14:30 - 17:00 | Sala Ravezzi 2 Hall Sud
Circular and Regenerative Bioeconomy
Stati generali per la salute del suolo – 3a edizione.
Opportunità per la rigenerazione dei suoli e la neutralità climatica: azioni carbon-positive e soluzioni nature-based
› a cura di Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & European Mission A Soil Deal for Europe, Re Soil Foundation, Coldiretti, Gruppo Coordinamento Nazionale per la Bioeconomia (GCNB)
Esportazione rifiuti tessili urbani e “second hand”: criticità ed opportunità
› a cura di Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & UNIRAU
10:00 - 12:45 | Sala Neri 1 Hall Sud
Policies and regulatory frameworks
Nel mondo dell’autodemolizione il cambiamento continua
› a cura di Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & ASSOAMBIENTE
10:00 - 13:00 | Agorà Tiberio - Water Cycle Area pad. D8
Policies and regulatory frameworks
Evidenze e prospettive innovative dell’MTI4 nel settore idrico
› a cura di Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & REF Ricerche, Utilitalia
10:00 - 13:00 | Sala Neri 2 Hall Sud
Financing, education and communication FORUM DELLA BUONA COMUNICAZIONE. Come raccontare la transizione ecologica
› a cura di Ecomondo & FERPI, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica in partnership con ASSOAMBIENTE
10:15 - 13:00 | Agorà Augusto - Bioeconomy Area pad. D2
Circular and Regenerative Bioeconomy
Legno e biomateriali per l’edilizia: un percorso di decarbonizzazione e di economia circolare
› a cura di Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & Confagricoltura, Fondazione AlberItalia, Cluster Italia Foresta Legno
10:30 - 13:30 | Sala Ravezzi 2 Hall Sud
Water Cycle and Blue Economy
Riduzione e gestione dei rifiuti nei porti di pesca per promuovere una pesca sostenibile
› a cura di Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & Università di Padova, Legacoop Agroalimentare NI, Cooperativa Lavoratori del Mare
11:00 - 13:00 | Ocean Arena Hall Est
Water Cycle and Blue Economy
Forum Strategico Regionale Blue Economy
› a cura di ART-ER e Regione Emilia-Romagna
11:00 - 13:30 | Sala Ravezzi 1 Hall Sud ›
Financing, education and communication
R&D per la transizione verde: una strategia pubblicoprivato. Stato dell’arte, opportunità e best practice.
Dottorato di ricerca innovativo
› a cura di Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & CONFINDUSTRIA, Innovation Award per tesi di laurea magistrale e di dottorato di Chimica Verde Bionet e Federcanapa
11:30 - 13:30 | Agorà Blue Economy pad. B8
Financing, education and communication
Competenze blu e sviluppo dell’occupazione: strategie e buone pratiche per la crescita blu
› a cura di Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & Legacoop Agroalimentare NI, Demetra Formazione, Cooperativa M.A.R.E.
14:00 - 16:00 | Agorà Blue Economy pad. B8 › italiano Water Cycle and Blue Economy
The blue way, il mare inizia in montagna
› a cura di Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo & Tipicità in Blu, Polo Tecnologico Alto Adriatico
Agricoltura
in prima linea per la sostenibilità
La Regione mette in campo 404 milioni fino al 2027
La sostenibilità ambientale, la salvaguardia della biodiversità e la produzione energetica pulita in Emilia-Romagna passano anche dall’agricoltura: coltivazioni di qualità, allevamenti e realtà di trasformazione agroalimentare. Un capitolo a cui la Regione Emilia-Romagna dedica corposi investimenti (oltre 404 milioni tra 2023 e 2027) Le misure agroambientali sono tra le linee di intervento fondamentali condivise dai firmatari del Patto per il Lavoro e il Clima. Nell’obiettivo ‘Emilia-Romagna, regione della transizione ecologica’, il Patto indica con chiarezza la necessità di promuovere la sostenibilità ambientale dei sistemi alimentari, a partire dalle produzioni agricole e zootecniche, riconoscendone il ruolo svolto nella salvaguardia del territorio e nella creazione di occupazione.
Tra gli obiettivi quello di arrivare entro il 2030 con il 45% dei campi a basso input
sumi idrici, per ridurre gli apporti chimici.
Ma anche minimizzare dispersioni ed emissioni, incentivando la ricerca, il trasferimento delle conoscenze nel settore agricolo, e l’incremento della biodiversità sui terreni agricoli, in linea con la strategia europea “From Farm to Fork” (dalla fattoria alla tavola). Fondamentale a questi fini è incoraggiare l’agricoltura biologica e la produzione integrata con l’obiettivo di arrivare entro il 2030 a coprire oltre il 45% della superficie agricola utilizzata (Sau) con pratiche a basso input, di cui più del 25% a biologico.
Programma di sviluppo rurale
Un sistema di politiche condivise, che punta a sostenere le imprese negli investimenti necessari per continuare a migliorare il benessere animale e la biosicurezza negli allevamenti, per ottimizzare l’utilizzo dei nutrienti, dei con-
La sostenibilità delle produzioni agricole, finalizzata alla conservazione della biodiversità, alla migliore gestione delle risorse naturali, alla riduzione delle emissioni e alla conservazione e sequestro del carbonio, è un obiettivo fondamentale della Pac perseguito tramite il Fondo europeo agricolo di garanzia (Feaga) e del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr).
Nell’ambito di tale cornice programmatoria europea la Regione ha previsto nel proprio Programma di Sviluppo Rurale (PSR) numerosi interventi a sostegno, oltre che dell’agricoltura biologica e integrata, di altre pratiche a basso impatto ambientale quali l’adozione di tecniche di distribuzione degli effluenti di allevamento, di semina su sodo, l’incremento della sostanza organica, la conversione dei seminativi a prati e pascoli, la gestione sostenibile dei prati permanenti e di infrastrutture ecologiche, e la riduzione dell’impiego dei fitofarmaci.
Il PSR 2014-2022 ha destinato oltre 600 milioni, pari a circa il 43% della sua dotazione totale, a misure volte alla sostenibilità ambientale, con numerosi bandi a sostegno di impegni per l’adozione di tecniche a basso input e di investimenti per l’ambiente e il clima. Nella programmazione 2023-2027 l’Emilia-Romagna ha destinato alla sostenibilità ambientale risorse complessive per oltre 404 milioni di euro pari al 44,25% delle risorse totali, per interventi, in linea con gli obiettivi del Patto per il lavoro e per il clima, volti a tagliare l’impiego della chimica e favorire metodi di agricoltura biologica e integrata, ridurre le emissioni nei processi produttivi agricoli, in particolare nel settore zootecnico; dotarsi di sistemi irrigui aziendali ad alta efficienza e capacità di stoccaggio della risorsa idrica e ottimizzare l’uso delle acque. I bandi già emanati in questo ambito sono 20 bandi, per un totale di oltre 160 milioni di euro, con l’interessamento di circa 190 mila ettari di superficie.
A questi si aggiungono gli ecoschemi – tra le principali novità della Pac 2023/2027 – che consistono in ulteriori e specifiche misure volte a tutelare il clima, l’ambiente e il benessere degli animali, fornendo un sostegno agli agricoltori che si impegnano ad applicare altre pratiche sostenibili.
I numeri di biologico e lotta integrata
I contributi alla sostenibilità ambientale arrivano soprattutto dall’agricoltura biologica e integrata, che determinano positive ricadute sia sulla salute umana che sull’ambiente, a partire dalla qualità dell’aria e delle acque. Negli ultimi dieci anni la superficie agricola utilizzata certificata biologica è cresciuta del 125%: con oltre 200mila ettari rappresenta un quinto delle intere aree coltivate. Percentuale superiore alla media italiana (pari a circa 17%) ed europea (circa 10%), posizionando l’Emilia-Romagna al quinto posto in Italia per quota di superficie certificata. A fine 2022, la regione è anche la prima in Italia come numero di trasformatori di prodotti biologici, con 1.277 trasformatori e 6.053 produttori, per un totale di 7.330 operatori biologici.
Nel corso della programmazione di sviluppo rurale 20142022 la Regione Emilia-Romagna ha emanato quattro bandi per l’agricoltura biologica, fornendo sostegno all’85% degli agricoltori biologici regionali, e all’l’80% della Sau biologica regionale.
A oggi, se alle superfici certificate bio si sommano quelle che hanno aderito a pratiche e metodi di agricoltura so-
stenibile (ecoschemi ed interventi agroambientali di sviluppo rurale), la Sau soggetta a tali pratiche si attesta complessivamente a oltre il 40% di quella regionale.
Acque meno inquinate
Le tecniche di agricoltura biologica e produzione integrata assumono un particolare rilievo per la salvaguardia della qualità delle acque, come evidenziato dai risultati positivi della valutazione del Psr 2014-2022, in termini di riduzione di input agricoli potenzialmente inquinanti. Meno azoto, i cui apporti tramite fertilizzanti sono ridotti del -19,5% considerando l’insieme delle aree ad agricoltura biologica e integrata rispetto a quelle condotte con
Agriturismo, annata con il segno meno
Lontani i numeri del 2023 ma il settore tiene in questa pagina ph. Shutterstock
Complice il clima primaverile non troppo favorevole, la stagione per gli agriturismi emiliano-romagnoli era partita in sordina e non era decollata nemmeno a luglio. Ad agosto è andato meglio e settembre, nonostante il clima, è stato positivo e c’erano ancora molti turisti in giro. Alla fine, davanti ai numeri, ci sta ancora il segno meno ma per un’annata che ha fatto seguito allo straordinario andamento del 2023 e che non è stata in grado di replicare. “Siamo ben lontani dal confermare i dati di luglio-agosto 2023, le prenotazioni sono andate a rilento con richieste per soggiorni brevi e prenotazioni last minute. Soffre anche la ristorazione da sempre vetrina di specialità e prelibatezze locali”, dice Gianpietro Bisagni presidente di Agriturist Emilia Romagna nonché vicepresidente nazionale della prima associazione agrituristica d’Italia costituita da Confagricoltura, che chiede “una migliore regolamentazione delle tante sagre e feste spesso scollegate con la storicità del territorio e che vanno in qualche modo regolamentate così come noi siamo controllati in ogni nostra attività”.
metodi ordinari. Mentre per la difesa fitosanitaria e il diserbo, l’utilizzo di prodotti a bassa pericolosità per circa i tre quarti dei trattamenti effettuati nelle aziende che hanno aderito a tali pratiche, oltre a un calo rilevante dei prodotti con sospetta cancerogenicità e/o teratogenicità e dei prodotti a tossicità cronica.
Infine, le tecniche proprie dell’agricoltura sostenibile hanno avuto anche una ripercussione positiva sulla qualità dell’aria grazie alla riduzione dei concimi azotati, che produce un calo delle emissioni di ammoniaca pari a 861 Mg/anno.
Sono circa 800 le feste organizzate quest’anno dalle
Pro loco dell’Emilia-Romagna (fonte UNPLI), alle quali si aggiungono altre iniziative di associazioni ed enti locali. “Il Sistema Pro loco è strategico per la valorizzazione del territorio e deve ritornare a svolgere un ruolo fondamentale per le imprese e le produzioni locali ovviamente senza danneggiarle, quindi – lancia l’appello il presidente regionale di Agriturist – chiediamo un registro delle manifestazioni che preveda una regolamentazione delle stesse: tipologia, durata e modalità di svolgimento”. La somministrazione del cibo e il packaging non sempre sono a misura d’ambiente quando il mondo degli agriturismi sta andando invece in tutt’altra direzione, verso la sostenibilità, con oltre 600 strutture associate in regione e una offerta sempre più diversificata che va incontro al turismo d’affari, ricreativo, culturale ed esperienziale, offrendo anche percorsi bike-friendly, soste in cantine, fattorie e caseifici.
Ambiente e rifiuti, Hera punta alla sostenibilità
Dalla multiutility 435 milioni al territorio romagnolo
La gestione dell’ambiente fa bene all’ambiente stesso ma può anche creare ricchezza nel territorio della Romagna. È quel che succede con Hera che distribuisce circa 453 milioni sul territorio. Ma vediamo la situazione provincia per provincia.
L’impegno su Ravenna
A lavoratori e fornitori la fetta maggiore del business
Oltre 182 milioni di euro sono stati distribuiti nel 2023 sul territorio ravennate suddivisi tra lavoratori (41,6 milioni), azionisti (11,6 milioni), pubblica amministrazione (8,4 milioni) e fornitori (120,9 milioni); sono 646 i dipendenti e 42 le nuove assunzioni effettuate nell’area lo scorso anno, a cui si aggiunge l’indotto occupazionale dei fornitori locali pari a 700 posti di lavoro.
Nella provincia di Ravenna, 10 dei 14 impianti Hera presenti di produzione energetica, sono da fonti rinnovabili, per una potenza complessiva di 11,2 MW; il 33% dei contratti energy sottoscritti dalle famiglie contiene il diario dei consumi, un report digitale gratuito che aiuta a tenere maggiormente sotto controllo i propri consumi di ener-
gia elettrica e gas, e quasi il 60% dei clienti nella provincia utilizza energia elettrica rinnovabile con compensazione delle emissioni di gas serra. A livello di Gruppo sono inoltre previste iniziative per raggiungere oltre 300 MW installati in fotovoltaico su siti esterni (energy park e impianti agrivoltaici), presso i clienti o su siti di proprietà (discariche esaurite, impianti del ciclo idrico e hydrogen valley): per questi ultimi, nel ravennate sono in corso l’iter autorizzativo per la realizzazione di un impianto fotovoltaico da 7,5 MW sulla discarica di Ravenna e attività di sviluppo del fotovoltaico anche presso impianti del ciclo idrico nella provincia. Forte anche l’impegno sulla raccolta differenziata che si è spinta al 78%. Sulla rigenerazione delle risorse, Hera opera per promuoverne un utilizzo più sostenibile e chiudere il cerchio dell’economia circolare. In questo senso, il riuso delle acque reflue è salito dal 7 al 10%, con la previsione di arrivare al 14%. In particolare, sono state attivate interlocuzioni con il Consorzio di Bonifica della Romagna per
la finalizzazione di un accordo di riuso che vada a regolamentare il riutilizzo delle acque reflue depurate scaricate dagli impianti di Ravenna, Russi e Cervia per i quali il recapito in canali consortili delle acque reflue depurate è prassi già regolamentata nelle autorizzazioni, come uso promiscuo e compensazione idraulica degli scoli consortili. La formalizzazione di tali accordi consentirà di mettere a disposizione del territorio ulteriori volumi. Nella provincia di Ravenna la raccolta differenziata ha raggiunto il 78%, di cui l’80% è stato effettivamente riciclato, in significativa crescita rispetto al 71% del 2022: per raccolta differenziata pro capite pari a 483 kg (dato 2022) la città è al quarto posto della classifica di tutti i capoluoghi di provincia con una popolazione superiore ai 100mila abitanti. Importante anche ricordare, nell’ambito dei servizi a industrie e imprese per la gestione dei loro rifiuti e scarti di lavorazione, l’accordo con la società Eni Rewind per la realizzazione, presso l’area Ponticelle, adiacente al polo petrolchimico di Ravenna, di una piattaforma per il trattamento rifiuti industriali, tecnologicamente evoluta, in grado di ricevere e pretrattare fino a 60mila tonnellate all’anno di rifiuti industriali solidi, liquidi e fangosi. Importanti anche i risultati raggiunti sul fronte della resilienza e dell’innovazione. Sono stati circa 150 i milioni
L’area di Forlì-Cesena
di euro investiti per abilitare la transizione ecologica e la trasformazione digitale, per dotarsi di impianti sempre più intelligenti e reti sensibili necessari a garantire continuità dei servizi e disponibilità delle risorse. Nella provincia di Ravenna il 96% dei contatori gas installati è elettronico, circa 191mila. Centrale anche il sostegno alle famiglie, a conferma dell’impegno del Gruppo in questo ambito, che negli anni è stato e continua a essere a livelli significativi: nel 2023 nella sola provincia di Ravenna sono state rateizzate bollette a famiglie e aziende per un valore complessivo di 50 milioni di euro, 206mila le famiglie coinvolte, in deciso aumento rispetto al 2022 in virtù del supporto garantito alle popolazioni coinvolte dall’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna.
Per quel che riguarda la provincia di Forlì-Cesena sono quasi 144 milioni di euro distribuiti sul territorio. Il valore distribuito è stato pari a 143,7 milioni di euro, suddivisi tra lavoratori (38,8 milioni), azionisti (10,3 milioni), pubblica amministrazione (15,3 milioni) e fornitori (79,3 milioni); sono 603 i dipendenti e 75 le nuove assunzioni effettuate nell’area lo scorso anno, a cui si aggiunge l’indotto occupazionale dei fornitori locali pari a 459 posti di lavoro. Nella provincia di Forlì-Cesena, 7 dei 19 impianti Hera presenti di produzione energetica sono da fonti rinnovabili, per una potenza complessiva di 9,1 MW, il 31% dei contratti energy sottoscritti dalle famiglie contiene almeno una soluzione di efficienza energetica e il 55% dei clienti utilizza energia elettrica rinnovabile con compensazione delle emissioni di gas serra.
Sono previste anche attività di sviluppo del fotovoltai-
Cristian Fabbri, presidente esecutivo gruppo Hera
Orazio Iacono, Ad gruppo Hera
co presso impianti del ciclo idrico nella provincia e a Forlì è in corso un progetto che prevede la gestione degli impianti energetici in 192 immobili comunali e interventi di efficientamento in 21 edifici, con un risparmio energetico del 17,5% l’anno e un investimento di quasi 4 milioni di euro a carico di Hera Servizi Energia.
Sulla rigenerazione delle risorse, un esempio particolarmente virtuoso riguarda il depuratore di via Calcinaro a Cesena: dopo il successo della sperimentazione biennale del progetto di ricerca VALUE CE IN (VALorizzazione di acque refLUE e fanghi in ottica di economia CircolarE e simbiosi INdustriale) continua la collaborazione con Enea, che ne era il coordinatore. Inoltre, prosegue anche l’accordo, tra Hera, Consorzio di Bonifica della Romagna, Atersir e Regione Emilia-Romagna grazie al quale il Consorzio avrà la possibilità di prelevare fino a 6 milioni di metri cubi di acqua depurata, risparmiando così le acque del Canale Emiliano Romagnolo alimentato dal Po. Nell’impianto cesenate è stato realizzato un prototipo di centralina smart automatizzata per il monitoraggio e il controllo in continuo della qualità delle acque depurate per il loro successivo riutilizzo in un campo sperimentale con 120 piante di pesco e pomodoro. Nella provincia sono attivi anche due contratti per il riutilizzo tecnico esterno dell’acqua reflua depurata dei depuratori di Ecoeridania e Technogym. Il Gruppo è sempre più rivolto al recupero di materia: il tasso di riciclo dei rifiuti urbani è salito al 61%, anticipando l’obiettivo UE del 55% al 2025. Nel Distretto di Cesena, che comprende i 15 Comuni del cesenate più Santa Sofia e Premilcuore del forlivese, la raccolta differenziata è arrivata all’81%, di cui l’83% è stato effettivamente riciclato, con una crescita
significativa rispetto al 73% del 2022. Inoltre, grazie ai diversi progetti di riuso in corso, in collaborazione con associazioni e onlus locali, sono stati recuperati farmaci non scaduti per un valore di 39 mila euro e avviate al riutilizzo 154 tonnellate di ingombranti ancora in buono stato.
Il comprensorio di Rimini
Per quel che riguarda il territorio del riminese, sono oltre 127 milioni di euro distribuiti in loco e suddivisi tra lavoratori (35,1 milioni), azionisti (7,8 milioni), pubblica amministrazione (10,9 milioni) e fornitori (73,4 milioni); sono 546 i dipendenti e 29 le nuove assunzioni effettuate nell’area lo scorso anno, a cui si aggiunge l’indotto occupazionale dei fornitori locali pari a 425 posti di lavoro.
Nella provincia di Rimini, 3 dei 4 impianti Hera presenti di produzione energetica, sono da fonti rinnovabili, per una potenza complessiva di 6,8 MW, il 21% dei contratti energy sottoscritti dalle famiglie contiene almeno una soluzione di efficienza energetica e i due terzi dei clienti utilizza energia elettrica rinnovabile con compensazione delle emissioni di gas serra. A livello di Gruppo sono inoltre previste iniziative per raggiungere oltre 300 MW installati in fotovoltaico su siti esterni (energy park e impianti agrivoltaici), presso i clienti o su siti di proprietà (discariche esaurite, impianti del ciclo idrico e hydrogen valley): tra questi ultimi sarà coinvolto anche il depuratore di Santa Giustina di Rimini con un impianto da 3 MW. Sulla rigenerazione delle risorse, Hera opera per promuoverne un utilizzo più sostenibile e chiudere il cerchio dell’economia circolare. In questo senso, il riuso delle acque reflue è salito dal 7 al 10%, con la previsione di arrivare al 14%. A Rimini è inoltre in corso il piano per la salvaguardia
della balneazione, che ha l’obiettivo di eliminare i divieti di balneazione conseguenti a eventi di pioggia intensi, tramite la realizzazione di interventi strutturali sul sistema fognario-depurativo della città. Gli interventi finora conclusi hanno consentito di ottenere significativi benefici ambientali, con la riduzione dei quantitativi di sostanze organiche (COD/BOD) scaricati a mare in occasione di eventi meteorici intensi. L’intervento concluso nel 2020 per il bacino Ausa ha portato a una considerevole riduzione del carico inquinante scaricato in prossimità della riva, con benefici sulla qualità delle acque del litorale. Questo comporta la non applicabilità dei divieti di balneazione previsti in caso di apertura degli scarichi su un’ampia fascia del litorale cittadino, comprendente sia quelle zone in cui è stata completata la separazione delle reti fognarie, sia il tratto di mare limitrofo alla Fossa Ausa. Da questo punto di vista a oggi si sono liberati dai divieti di balneazione 7mila metri di spiaggia, corrispondenti a quasi il 65% del litorale cittadino. Sul fronte dei rifiuti, nel riminese la raccolta differenziata è arrivata al 70%, di cui l’81% è stato effettivamente riciclato; per raccolta differenziata pro capite pari a 447 kg (dato 2022) la città è al sesto posto della classifi-
ca di tutti i capoluoghi di provincia italiani con una popolazione superiore ai 100mila abitanti. Inoltre, grazie ai diversi progetti di riuso in corso, in collaborazione con associazioni e onlus locali, sono stati recuperati farmaci non scaduti per un valore di 16mila euro e avviate al riutilizzo 22 tonnellate di ingombranti ancora in buono stato.
Centrale anche il sostegno alle famiglie, a conferma dell’impegno del Gruppo in questo ambito, che negli anni è stato e continua a essere a livelli significativi: nel 2023 a livello provinciale sono state rateizzate bollette a famiglie e aziende per un valore complessivo di 5 milioni di euro, 10mila le famiglie coinvolte, in deciso aumento rispetto al 2022 in virtù del supporto garantito alle popolazioni coinvolte dall’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna.
A Cesenatico coinvolti gli alberghi Con Stay Green l’ambiente sorride
A Cesenatico è nato Stay Green. Il progetto, sorto da una proposta di HeraLab e sostenuto da Comune e Adac-Federalberghi per la promozione di sostenibilità ambientale ed economia circolare nelle attività turistiche, prevede, tra le altre cose, la misurazione e il monitoraggio dei comportamenti sostenibili degli aderenti, la formazione degli operatori e il supporto alla comunicazione. Il Gruppo Hera fornisce il proprio contributo al progetto
mettendo a disposizione il proprio knowhow in tema di monitoraggio dei dati, consigli sui consumi a minor impatto ambientale, proposte di miglioramento dei comportamenti secondo le priorità indicate dall’Agenda ONU 2030, con particolare riguardo al perseguimento della neutralità di carbonio, alla rigenerazione delle risorse e alla resilienza e innovazione. La multiutility, oltre ad avviare una capillare attività di comunicazione in collaborazione con gli altri partner del progetto, si occupa anche della formazione degli aderenti sugli aspetti tecnici, sensibilizzandone il personale attraverso apposite campagne informative.
La raccolta differenziata media sui territori serviti da Hera è salita al 67,8% nel 2022, di cui l’89% recuperato. Il percorso del recupero parte dai 60 impianti che ricevono i materiali raccolti e finisce con 142 impianti che li riportano nel ciclo produttivo, 118 dei quali dedicati al riciclo di materia. Di questi impianti, 11 sono in Romagna (1 in provincia di Rimini, 6 in provincia di Ravenna e 4 su quella di Forlì-Cesena), alimentando un’economia circolare. Sono stati già superati i principali obiettivi europei relativi all’economia circolare. Nel 2022 il riciclo dei principali materiali raccolti (calcolato tenendo conto di rifiuti differenziati e indifferenziati) è arrivato al 61%, anticipando e superando l’obiettivo europeo al 2030, fissato al 60%. Lo stesso vale per il tasso di riciclo degli imballaggi: il Gruppo ha raggiunto il 66%, oltrepassando con tre anni di anticipo l’obiettivo del 65% fissato da Bruxelles al 2025.
Cresce la raccolta differenziata
La Romagna sale al 67,8% dei rifiuti
Centrale, in tutto questo, il ruolo di cittadini e famiglie che, impegnandosi, per fare una differenziata di qualità possono aiutare non soltanto l’ambiente ma anche il proprio portafoglio: i benefici in bolletta, che nel 2022 sono stati di circa 25 euro a famiglia (il 10% circa di una bolletta media considerando una famiglia di tre persone), dipendono, infatti, dalla valorizzazione economica dei materiali raccolti, a sua volta proporzionale alla quantità e alla qualità degli stessi. Il report dedica un focus specifico agli impegni assunti relativamente alla plastica riciclata e a come la raccolta differenziata di organico e oli esausti può dare vita alla produzione di biocarburanti. In particolare, nel 2022 la raccolta della plastica è cresciuta del 42% (rispetto al 2017), e la plastica riciclata prodotta negli impianti di Aliplast è cresciuta del 33% (sempre rispetto al 2017): risultati positivi, in linea con gli obiettivi ambiziosi che Hera si è fissata aderendo all’iniziativa sulla riduzione dell’inquinamento da fonti plastiche della Fondazione Ellen MacArthur, la principale organizzazione promotrice dell’economia circolare
a livello globale, della quale il Gruppo è partner. Nel 2022, inoltre, sono state raccolte e recuperate oltre 1.500 tonnellate di oli alimentari esausti, che grazie a un accordo con Eni vengono trasformate in biocarburante idrogenato, mentre l’organico differenziato diventa compost e biometano destinato all’autotrazione (7,7 milioni di metri cubi nel 2022 prodotti a Sant’Agata Bolognese, a cui si aggiungeranno da quest’anno i 3,7 milioni di metri cubi del nuovo impianto di Spilamberto, che tratta anche reflui agroalimentari). Questi combustibili producono importanti benefici per l’ambiente. “Abbiamo già superato i target principali definiti dall’Unione Europea sul riciclo e lo abbiamo fatto in anticipo di anni – commenta Orazio Iacono, amministratore delegato del Gruppo Hera – puntando sull’informazione ai cittadini e su tecnologie innovative che migliorano la qualità della raccolta differenziata e quindi il tasso di riciclabilità dei rifiuti, con un knowhow classificabile tra le eccellenze a livello europeo. Intendiamo proseguire in questa direzione continuando ad alimentare un’economia circolare che fa bene all’ambiente, all’economia e alla società, forti di una strategia aziendale che ha contribuito a costruire in Italia una industria del riciclo che ha fatto del nostro Paese il leader europeo nel settore. Una industria forte che deve continuare a svilupparsi affinché l’Italia sia sempre meno dipendente dall’approvvigionamento esterno. A tal proposito stiamo tutti lavorando affinché il Regolamento sugli imballaggi (PPWR – Packaging and Packaging Waste Regulation) – tracci una direzione comune europea coerente con lo sviluppo dell’industria italiana del riciclo.”
Romagna Acque, la sostenibilità è di casa L’importanza della risorsa idrica al centro dell’attività
Poche settimane fa, Romagna AcqueSocietà delle Fonti Spa ha presentato a Forlì, davanti a oltre 150 persone, il proprio Bilancio Integrato, relativo al 2023. Il Bilancio integrato è lo strumento che da qualche anno ha preso il posto (appunto, integrandolo) del Bilancio di sostenibilità: uno strumento che l’azienda redige ormai da molti anni, a prima conferma della propria articolata attività nel campo della sostenibilità, vista in ogni ambito. Il documento rendiconta infatti il quotidiano operato della Società su argomenti legati non solo alle tematiche idropotabili ma, più in generale, a quelle di carattere ambientale, economico e sociale. A monte va comunque sottolineato il compito base dell’azienda, che è a carattere completamente pubblico ed ha come soci i Comuni delle tre province romagnole. “Il nostro core business – ricorda il presidente Tonino Bernabè - è quello di fornire acqua di qualità a tutta la popolazione romagnola per 365 giorni all’anno, e parlia-
In campo una serie di iniziative per valorizzare la rilevanza dell’acqua nelle nostre vite
mo di circa un milione di abitanti; ma la popolazione servita cresce in estate a diversi milioni, viste le presenze turistiche sulla riviera, a cui pure dobbiamo fornire con puntualità il medesimo servizio”.
Acqua e territorio
Ma l’acqua è l’elemento base del lavoro quotidiano di Romagna Acque non solo in quanto core business della fornitura di risorsa idropotabile, bensì anche per le costanti attività correlate: volte a promuovere l’importanza della risorsa per il territorio, il suo corretto utilizzo da parte dei cittadini, la conoscenza del suo valore per le giovani generazioni. “Per fare questo – continua il presidente - operiamo da sempre per far crescere la cultura ambientale, in particolare per quanto riguarda la risorsa idropotabile. Lo facciamo in vari modi: con collaborazioni e iniziative costanti, che hanno per interlocutori soggetto territoriali, ma anche di altre aree del Paese, o addirittura in ambito internazionale”.
Basti citare qualche esempio. Come la presenza di Romagna Acque fra i soci fondatori della Fondazione Alberitalia, nata per dare vita ad azioni concrete su tutto il territorio italiano per far sì che piantare e gestire alberi e boschi non sia solo una moda del momento, ma un sistema efficace di contrasto alla crisi climatica e, allo stesso tempo, capace di migliorare la qualità della vita alle generazioni presenti e future. Oppure il suo ingresso recente in Renael, Rete Nazionale delle Agenzie Energetiche Locali, che associa soggetti in ambito nazionale legati a vario titolo al tema della regolazione idraulica della risorsa idrica. O ancora l’evento ospitato dalla Società a Rimini in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, lo scorso marzo: un workshop del progetto mediterraneo “ECORISE-SDG”, che ha lo scopo di promuovere la condivisione di esperienze e un quadro di cooperazione ambientale tra esperti governativi, operatori idrici, comunità accademiche, di ricerca e innovazione e stakeholder diversi. Un evento, quello riminese, che ha messo allo stesso tavolo – fra gli altri esperti presenti – anche relatori provenienti sia da Israele che dalla Palestina.
Le collaborazioni con gli atenei
principali sostanze inquinanti): e Il report 2022 sullo stato trofico dell’invaso di Ridracoli conferma il buono stato di salute delle acque, classificandole come oligotrofiche. Ancora, il protocollo d’intesa fra Romagna Acque e l’IRST (Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori) per dare vita a uno studio denominato “IDRA - Incidence of cancer Disea-
Sono radicate, inoltre, diverse collaborazioni prestigiose con Università, centri di ricerca e altri soggetti a livello italiano e internazionale, per poter dare apporti autorevoli e innovativi su diversi ambiti legati alla sostenibilità ambientale. Fra queste, citiamo quelle rendicontate dal Bilancio Integrato appena presentato. La convenzione con la Fondazione Centro Ricerche Marine di Cesenatico che riguarda il monitoraggio dei laghi, storicamente effettuato utilizzando indicatori fisici (profili di temperatura, pH, conducibilità) e chimici (concentrazione di ossigeno disciolto e delle
se in Romagna Related to Aqua”: una ricerca sulla correlazione fra le risorse idropotabili e la pubblica sanità, con particolare interesse agli impatti di tipo oncologico. Uno studio che si pone l’obiettivo di valutare l’associazione tra la frequenza di malattie tumorali e la tipologia di acqua per uso umano presente in Romagna. O ancora il rapporto con il Tecnopolo dell’Università di Rimini, il cui obiettivo consiste nell’applicare la metodologia LCA – Life Cycle Assessment (Valutazione del Ciclo di Vita), in grado di analizzare gli impatti ambientali diretti ed indiretti, sulla base di diversi indicatori e categorie d’impatto. In particolare, servirà a valutare le prestazioni ambientali ed energetiche nell’intero ciclo di vita relativamente al servizio idrico fornito nell’attuale scenario produttivo e potrà indirizzare le scelte strategiche aziendali nell’ottica di mantenere gli elevati standard attuali nell’erogazione del servizio, ottimizzando l’utilizzo delle risorse e dell’energia grazie all’integrazione della variabile ambientale nel processo decisionale.
Tonino Bernabè, presidente Romagna Acque
La Blue Economy vale il 3,2% dell’economia regionale
Un bando della Regione stimola lo sviluppo del settore legato al mare
In
L’economia del mare in Emilia-Romagna vale il 3,2% dell’intera economia della regione. Lo indica il Rapporto Tagliacarne 2024 sulla Blue Economy. Si colloca al vertice della classifica nazionale, la provincia di La Spezia, con un’incidenza delle imprese afferenti alla Blue Economy sul totale delle imprese locali pari al 16,6%. Alla determinazione di tale risultato incidono in particolar modo le imprese della filiera turistica (10,7%), composta dalle attività di alloggio e ristorazione e dalle attività sportive e ricreative. Importante, seppur di molto inferiore al peso assunto dal settore turistico, è il numero unità produttive afferenti alla filiera della cantieristica (2,9%). Il secondo posto della classifica stilata in senso decrescente è occupato dalla provincia di Rimini (13,8%), con uno stacco di quasi tre punti percentuali rispetto alla prima classificata. Anche in questo caso a pesare maggiormente è la componente turistica (11,7%). Al terzo posto, con valori prossimi a quelli registrati dalla provincia di Rimini, si piazza Livor-
regione attive 13.970 per la gran parte concentrate in Romagna
no, con un’incidenza pari al 13,6%, trainata, anche in questo caso, dal settore turistico (9,7%). In Emilia-Romagna le imprese della Blue Economy sono 13.970 per la grandissima parte concentrate, ovviamente, in Romagna.
Adriatico al centro
E l’Adriatico resta al centro di ricerche, studi e progetti concreti da sviluppare anche sul territorio emiliano-romagnolo, come in diverse realtà europee, e per supportare, entro il 2030, una trasformazione verso un’economia blu climaticamente sostenibile, produttiva e competitiva.
È questo l’obiettivo dell’iniziativa internazionale sulla ‘Sustainable Blue Economy Partnership di Horizon Europe‘ che dovrà dispiegarsi nell’arco di tre anni. Un progetto per il quale la Regione Emilia-Romagna ha deciso di partecipare come partner co-finanziatore a sostegno dei centri di ricerca, pubblici e privati, e delle piccole e medie imprese emiliano-romagnole che hanno aderito al bando aperto lo scorso
giovedì 1 febbraio e messo in campo da Horizon Europe, strumento di finanziamento alla ricerca scientifica e all’innovazione della Commissione europea.
Lo stimolo della Regione Aderendo come partner co-finanziatore la Regione, che mette già a disposizione 300mila euro per progetti triennali, sosterrà anche con un proprio contributo i progetti approvati per la quota di partecipanti che hanno sede legale e/o operativa in Emilia-Romagna. Successivamente all’apertura della ‘call internazionale’ viale Aldo Moro pubblicherà il proprio Avviso integrativo regionale con le specifiche di partecipazione per partecipanti che hanno sede legale e/o operativa in regione. Le proposte progettuali riguarderanno i ‘mari regionali europei’, come il Mar Adriatico, il Mar Egeo, l’Artico, il Mar di Barents, il Mar Celtico, ma devono provenire da un minimo di due diversi bacini marittimi europei ovvero Mar Mediterraneo, Mar Baltico, Mar Nero, Mare del Nord e Oceano Atlantico.
Con 227.975 imprese e 1.040.172 di occupati, l’Economia del mare in Italia genera un valore aggiunto diretto pari a 64,6 miliardi di euro, che, se consideriamo il valore attivato nel resto dell’economia, raggiunge i 178,3 miliardi di euro, pari al 10,2% del PIL nazionale. È quanto emerge dal XII Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare a cura di Osservatorio Nazionale sull’Economia del Mare Ossermare, Centro Studi Tagliacarne - Unioncamere, Informare, Camera di commercio Frosinone Latina e Blue Forum Italia Network.
“Una importante opportunità per favorire la competitività del sistema regionale su attività di ricerca e innovazione su temi globali tra Laboratori di Ricerca e Pmi regionali e partner internazionali- dicono gli assessori regionali Vincenzo Colla (Sviluppo economico e green economy) e Paola Salomoni (Ricerca e Università)-. Quello della economia blu è un settore con un potenziale di sviluppo rilevante e
una straordinaria opportunità anche in chiave di sostenibilità. Come Regione vogliamo supportare la partecipazione del nostro Ecosistema con una prima opportunità a verifica dell’interesse degli attori dell’Emilia-Romagna che parta proprio da quelli della ricerca e dell’innovazione. Un passo ulteriore per arrivare a presentare al Patto per il Lavoro e per il Clima, e quindi sostenere, un progetto di sistema strutturale della blu economy nella nostra regione”. Obiettivo del bando è sostenere progetti transnazionali di ricerca e innovazione che affrontino una delle quattro aree prioritarie individuate. In primo luogo, l’area Digital Twins of the Oceans per costruire modelli previsionali su coste simili, ‘gemelle’: ovvero l’individuazione di strumenti interattivi e di visualizzazione che potranno permettere di progettare i modi più efficaci per ripristinare gli habitat marini e costieri, sostenere la blue economy e pianificare le strategie più mirate di resilienza e mitigazione ai cambiamenti climatici. E poi i settori dell’economia blu, lo sviluppo di infrastrutture marine multiuso come, per esempio, ipotesi di strutture per l’approvvigionamento energetico a partire dal mare quali il solare, l’eolico o da moto ondoso. Ma anche la pianificazione e gestione degli usi del mare e le opportunità delle cosiddette ‘bio-risorse blu’. Il bando era rivolto ai Laboratori ricerca delle università, del sistema dell’Alta tecnologia o riconosciti dal Mur e piccole medie imprese. La call internazionale ha aperto il 1° febbraio 2024 e prevede due scadenze: quella della “pre-proposal submission” entro il 10 aprile 2024 e in caso di giudizio positivo la presentazione definitiva della proposta progettuale completa entro il 6 novembre 2024.
Vincenzo Colla, assessore regionale Sviluppo economico e green economy, Regione Emilia-Romagna
Paola Salomoni, assessora regionale Ricerca e Università, Regione Emilia-Romagna
Senza sosta il consumo di suolo in Romagna
Il record spetta a Ravenna, seguita da Forlì-Cesena e Rimini
Continua senza sosta l’incremento di consumo di suolo anche in Romagna. L’ultimo report ISPRA sul consumo di suolo segna un altro annus horribilis a livello italiano, con quantità di suolo consumato nel 2022 pari a 19,4 ettari al giorno, il dato più alto dal 2012. Sebbene con una lieve inflessione rispetto all’incremento di suolo segnato nel 2021 (713,54 ettari), l’Emilia-Romagna si conferma quarta a livello nazionale nel 2022 per incremento netto di consumo di suolo, con 635,44 ettari di suolo perso. Non si tratta tuttavia di una diminuzione sostanziale: considerando la serie storica degli incrementi annuali, il valore calcolato per il 2022 è superiore dell’8% alla media delle ultime sei annualità.
Nel 2022 in regione edificati 635 ettari
A Ravenna tra 2019 e 2022 “coperti” 275 he
Distribuzione territoriale della superficie di suolo consumato in Emilia-Romagna (2023) da arpae.it
Il processo di consumo del suolo in Emilia-Romagna non conosce tregua, nonostante i buoni propositi della legge urbanistica regionale, ed evidentemente non dipende da una maggiore pressione demografica. Lo testimoniano gli stessi dati di ISPRA relativi al consumo di suolo marginale 2021-2022, calcolato in rapporto alla variazione del numero di abitanti: questo valore per il 2022 è pari a -468 m2/abitante, rispetto alla media nazionale di -343 m2/abitante. Questo significa che, per ogni residente “perso” dall’Emilia-Romagna, sono stati comunque consumati 468 m2 di suolo. “Il disaccoppiamento tra processi di consumo del suolo e dinamiche demografiche è indice della responsabilità dei
Consumo di suolo anno 2023
settori economici del territorio”, commenta Legambiente Emilia-Romagna. “Come ogni anno, ribadiamo la necessità di ripensare il modello dello sviluppo economico della nostra regione: l’economia deve fare a meno del consumo dei suoli agricoli e naturali.”
Le province che hanno consumato più suolo netto nel 2022 rispetto al 2021 sono state Piacenza (128,99 ha),
La legge regionale taglia il consumo di suolo
Bandi per città più belle e meno terreno consumato
Bologna (117,71 ha), e Parma (92,04 ha). Gettando uno sguardo a livello comunale, i comuni che hanno avuto un incremento maggiore sono stati Piacenza, Reggio Emilia e Parma. Questi incrementi sproporzionati, tra cui quello della città metropolitana di Bologna, con il 59% di suolo consumato in più rispetto al periodo 2020-21, si devono per lo più al comparto logistico: dal rapporto ISPRA si legge che l’Emilia-Romagna è in cima alla classifica per il consumo di suolo legato alla logistica nel 2021-2022, che è stato quantificato in 126 ettari. Si tratta, per il periodo 2006-2022, del 7,7% del totale del suolo consumato.
“La crescita del consumo di suolo in Emilia-Romagna non ha ancora subito alcuna interruzione. E, come dimostrano gli interventi approvati nel 2023, come il Polo di Medesano a Parma e il nuovo progetto previsto a Valsamoggia, l’incidenza del settore logistico continua ad essere determinante” – commenta Legambiente Emilia-Romagna. – “I dati del report 2023 sono un’ulteriore prova del fallimento della legge urbanistica del 2017, che non è stata in grado di arginare le forti pressioni che il territorio regionale sta subendo da parte di alcuni settori specifici del mondo economico.”
In Romagna è Ravenna la provincia in cui il consumo di suolo viaggia più velocemente: tra 2019 e 2022 sono stati consumati oltre 275 ettari, a Forlì-Cesena poco meno di 174 e a Rimini 87.
Città più belle e vivibili a consumo zero di suolo. Continuano gli investimenti della Regione per migliorare la qualità dei paesi e delle città attraverso progetti di rigenerazione urbana realizzati dai Comuni dell’EmiliaRomagna che potranno restituire alla collettività nuovi e moderni spazi collettivi, ristrutturando e riqualificando edifici e spazi pubblici (o nella disponibilità del pubblico per almeno 20 anni) dismessi o sottoutilizzati, che possono tornare a vivere e per diventare spazi a disposizione dei cittadini. Si è chiuso il 31 ottobre 2024 un nuovo bando che mette a disposizione 24,5 milioni di risorse da fondi Fsc 2021-27, disponibili dopo la pubblicazione della delibera CIPESS, suddivise in quattro annualità: 4,9 milioni di euro nel 2026, 7,350 milioni nel 2027, 7,350 milioni nel 2028 e 4,9 milioni nel 2029.
Il bando intende dare attuazione all’Accordo per lo sviluppo e la coesione sottoscritto lo scorso gennaio da Governo e Regione Emilia-Romagna (approvato con deliberazione di Giunta regionale n. 43/2024 e aggiornato con DGR. 963/2024).
L’obiettivo di viale Aldo Moro è incentivare e sostenere l’avvio di processi di rigenerazione urbana, ambientale e sociale, in grado anche di rispondere ai traguardi in ambito energetico-ambientale che la Giunta regionale si è data nell’ambito del Patto per il lavoro e per il clima.
“Vogliamo aiutare le nostre città a cambiare, a rigenerarsi e migliorare senza consumare ulteriore suolo- af-
ferma l’assessora regionale alla Programmazione territoriale, Barbara Lori -. È importante trovare soluzioni innovative e sostenibili che possano apportare miglioramenti ambientali alle parti costruite e impermeabilizzate delle nostre città. E questo bando è una buona occasione anche per pensare a nuovi utilizzi degli spazi e nuovi servizi, per una società in continuo cambiamento e con diverse necessità premiando le partnership pubblico-
La legge urbanistica regionale
privato definite con gli Accordi operativi previsti dalla legge urbanistica regionale 24/2017 e i comuni che hanno approvato o stanno elaborando i Piani urbanistici generali. Per questo – chiude Lori - premieremo le idee, l’originalità delle proposte, la salvaguardia del territorio e dell’ambiente, e favoriremo l’ascolto dei cittadini attraverso percorsi partecipati”. Il contributo regionale per ogni progetto varia da un minimo di 850 mila euro, per i comuni fino a 15mila residenti, a un massimo di 1,25 milioni per i comuni oltre i 15mila residenti. I comuni dovranno cofinanziare l’intervento fino con percentuali variabili a seconda della dimensione da un minimo del 15% per i comuni con meno di 5.000 abitanti e fino al 50% per quelli con popolazione superiore a 50.000. Le proposte dovranno essere inviate in Regione entro il 31 ottobre 2024. Il termine ultimo di inizio lavori è fissato al 31 marzo 2026 e di fine lavori al 31 marzo 2029.
Barbara Lori, assessora Programmazione territoriale, Regione Emilia-Romagna
Sono tre i bandi promossi dalla Regione Emilia-Romagna: nel 2018, nel 2021 e quello attuale, per promuovere interventi di rigenerazione urbana grazie alla legge 24/2017. A oggi sono 167 gli interventi di rigenerazione in 146 comuni dell’Emilia-Romagna cofinanziati dalla Regione con contributi per complessivi 100,7 milioni di euro tra risorse regionali, fondi ministeriali di sviluppo e coesione. Movimentando un investimento complessivo pari a 196,5 milioni di euro. Intanto l’Emilia-Romagna taglia oltre 15.274 ettari di consumo di suolo sui 21.922 previsti nei Piano regolatori generali (Prg) e nei Piani strutturali comunali (Psc) previgenti, decaduti alla fine del 2022: il 70% in meno. Una superficie superiore, per estensione, all’intera città di Rimini. È questo il primo risultato concreto legge regionale n. 24/2017, “Disciplina sulla tutela e l’uso del territorio”, a cinque anni dall’entrata in vigore. La conferma arriva da una ricognizione effettuata dalla Regione in collaborazione con l’Istituto sui trasporti e la logistica, l’Università di Bologna e l’Università di Parma, per verificare lo stato di attuazione delle previsioni insediative entro il 31 dicembre 2021, il termine entro il quale i Comuni potevano avviare l’iter di approvazione degli insediamenti previsti al momento dell’entrata in vigore della legge. Un taglio molto probabilmente destinato a salire visto che alla fine di quest’anno scadrà l’altro periodo transitorio fissato dalla legge, quello per approvare e convenzionare le previsioni insediative per il quale era già stato avviato l’iter: complessivamente 2.724 ettari - tra previsioni avviate (1.629 ettari) e approvate (1.095 ettari)che potrebbero almeno in parte decadere.
RASSEGNA NOTIZIE
Ravenna 11 ottobre
Porto, arriva la Zona logistica semplificata
Agevolazioni per le imprese dell’area collegata
Meno burocrazia per le imprese, incentivi economici e sgravi fiscali. Questo significa la Zls, Zona logistica semplificata, che porterà importanti benefici a tutte quelle imprese dell’Emilia-Romagna con sede nella Zls che hanno o attiveranno delle relazioni con il sistema portuale di Ravenna. La Zls avrà un’estensione di circa 4.500 ettari e unirà il porto di Ravenna con i nodi intermodali regionali e le aree produttive commerciali. La Zls dell’Emilia-Romagna coinvolgerà 11 nodi intermodali da Ravenna a Piacenza, 25 aree produttive e 28 Comuni (Argenta, Bagnacavallo, Bentivoglio, Bondeno, Casalgrande, Cesena, Codigoro, Concordia sulla Secchia, Conselice, Cotignola, Faenza, Ferrara, Fontevivo, Forlì, Forlimpopoli, Guastalla, Imola, Lugo, Mirandola, Misano Adriatico, Modena, Ostellato, Piacenza, Ravenna, Reggiolo, Rimini, Rubiera, San Giorgio di Piano)
Ravenna
Forlì-Cesena
Rimini
Ravenna 28 settembre
La salina di Cervia torna a produrre
Partita la “cavadura” dopo l’alluvione
Il presidente del Parco della Salina di Cervia, Giuseppe Pomicetti e il sindaco di Cervia, Mattia Missiroli, lo avevano promesso: la raccolta 2024 ci sarebbe stata. E così, in queste ore, la “cavadura” 2024 ha preso il via, ed è nel suo vivo. “La raccolta di quest’anno si può considerare eccezionale, dopo l’alluvione che nel maggio dello scorso anno ha distrutto tutto in Salina. Non era scontato questo risultato. Per questo, per tutti noi, e credo anche per la città, è un momento di grande gioia e di emozione”, dice Giuseppe Pomicetti. “Per i dipendenti, soprattutto coloro che non hanno mai mollato dal maggio scorso e ci hanno assicurato questo risultato, i collaboratori, i soci, il consiglio di amministrazione del Parco della Salina di Cervia sono giorni di grande emozione”, sottolinea Pomicetti. (foto Shutterstock)
Ravenna
11 ottobre
Imprese giovanili al via
Aiuti dalla Cdc Ferrara e Ravenna
Parcelle notarili e costi relativi alla costituzione d’impresa, redazione del progetto d’impresa, consulenza specialistica nelle aree del marketing, della logistica e della produzione, del personale e della contrattualistica, analisi di mercato ed implementazione del sito Internet aziendale. Sono questi alcuni dei temi promossi dai nuovi Bandi approvati dalla Giunta della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna per la creazione, lo sviluppo e la competitività di imprese giovanili aperti fino al 14 marzo 2025. Il contributo massimo, riconoscibile nella misura del 60% delle spese sostenute, sarà di 4.000 euro nel caso della creazione di nuove imprese e di euro 2.500,00 nel caso di progetti a sostegno alla competitività. (foto Shutterstock)
Forlì
30 settembre
Lupi di nuovo all’attacco
Danni ad aziende agricole
Un nuovo e spaventoso attacco di lupi ha colpito, per la seconda volta in pochi mesi nella zona, l’azienda agricola di Luigi Piscaglia, situata a due passi dall’oasi di Montetiffi. L’incursione ha riguardato nuovamente i bovini, causando ingenti danni e seminando preoccupazione tra gli operatori del settore agricolo e gli abitanti della zona. Questo episodio, avvenuto nella notte tra il 26 e il 27 settembre, ha visto coinvolto probabilmente un branco di lupi che ha assalito il bestiame, provocando gravi perdite economiche e mettendo in luce l’urgenza di misure concrete per fronteggiare il fenomeno. (foto Shutterstock)
EMILIA-ROMAGNA
22 settembre
Bonus di Natale ai lavoratori
In arrivo 100 euro con la tredicesima
Si chiariscono i contorni del bonus Natale (e non più Befana) perché arriverà con la tredicesima, prima di Natale, e non a gennaio (dopo la Befana). Il bonus da 100 euro netti – per un costo di 100,3 milioni di euro per le casse dello Stato – sarà riservato alle coppie ufficialmente sposate, “non legalmente ed effettivamente separate” e con un figlio (anche se nato fuori dal matrimonio, riconosciuto o adottato che sia), ai single con figli; l’importo sarà rapportato al periodo di lavoro svolto (ad esempio, se il contratto è stato avviato dall’1 luglio il lavoratore avrà diritto alla metà della somma, cioè a 50 euro). Ma soprattutto da non dimenticare che il bonus andrà espressamente richiesto al sostituto d’imposta (datore di lavoro) attestando per iscritto di averne diritto indicando in quella sede anche il codice fiscale della moglie e dei figli. (foto Shutterstock)
Cesena
21 settembre
Bando Affitto 2024
Un sostegno per gli inquilini
L’Unione dei Comuni Valle del Savio ha approvato l’avviso pubblico del Bando Affitto 2024, in attuazione di quanto disposto in materia dalla Regione Emilia-Romagna e introdotto a sostegno delle famiglie in difficoltà nel pagamento dell’affitto. I cittadini locatari di alloggi che si trovano nei comuni di Bagno di Romagna, Cesena, Mercato Saraceno, Montiano, Sarsina e Verghereto che necessitano di un sostegno economico per il pagamento dei canoni di locazione possono presentare domanda di contributo.
“L’Unione dei Comuni Valle del Savio attraverso il Settore dei Servizi Sociali – commenta il Sindaco di Cesena Enzo Lattuca con delega ai Servizi Sociali in Unione – conferma l’impegno a sostegno delle fasce della popolazione più fragili. (foto Shutterstock)
ROMAGNA
23 settembre
Bcc ravennate forlivese e imolese
Mutui agevolati per gli alluvionati
Tra il 18 e il 19 settembre i nostri territori sono stati nuovamente colpiti da un evento calamitoso di portata straordinaria, che ha provocato ingenti danni a centri abitati, campi agricoli e relative strutture, fabbricati artigianali e commerciali. “A seguito di questi eventi – dichiara il direttore generale Gianluca Ceroni – la BCC ravennate, forlivese e imolese ha attivato subito un plafond di 100.000.000 euro per l’erogazione di mutui chirografari con condizioni agevolate. Sono previsti l’azzeramento delle spese di istruttoria e incasso rata, spread zero sull’Euribor per i soci e possibilità di 18 mesi di preammortamento per i privati. La durata massima è prevista in 72 mesi e possono essere richiesti fino a 50.000 euro per i privati e 250.000 euro per le imprese”. (nella foto il presidente Giuseppe Gambi e l’Ad Gianluca Ceroni)
19 settembre
Agricoltura in difficoltà
Il 10% dell’area a pericolo frane
La Sau (Superficie agricola utile) complessivamente interessata dai fenomeni franosi del 2023 ha superato in regione i 113.000 ettari, oltre il 10% della SAU dell’Emilia-Romagna. Intanto i tecnici di Confagricoltura seguono costantemente il monitoraggio degli areali critici attraverso una capillare ricognizione dei danni subiti dalle aziende agricole. Vigneti e frutteti sommersi oltre alle orticole in campo in particolare le varietà tardive del pomodoro da industria e le barbabietole da zucchero. L’Emilia-Romagna è la seconda regione produttrice di ortofrutta in Italia con 180.000 ettari coltivati e rappresenta, in termini di volume, il 15% della produzione nazionale. (foto Shutterstock)
Ravenna
17 settembre
Ex Amga di Ravenna, arriva Despar
In costruzione residenziale e commerciale
Parere positivo definitivo al rilascio del permesso di costruire, nell’area abbandonata dell’ex AMGA di Ravenna, posta tra la discesa di via Sant’Alberto in via di Roma e via Venezia, un supermercato Eurospar da 1.400 metri quadrati per la vendita (alimentare e non), con magazzini di altri 400 metri quadrati posti in un unico fabbricato. Lo ricorda il capogruppo di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, che evidenzia: “Si parte dunque così, rispetto al nuovo Piano di Recupero approvato nel 2021, che prevede di costruire anche un palazzo residenziale da 1.400 metri quadrati”. Ma secondo Ancisi, “questa piccola area pregiata del centro storico, che è stata di proprietà comunale per quasi un secolo e mezzo, avrebbe potuto essere valorizzata dal Comune per finalità ambientali, storicoculturali e ricreativi, se non fosse precipitata nel degrado, durato oltre vent’anni”.
EMILIA-ROMAGNA
18 settembre
Banca del Fucino sbarca a Bologna
Un nuovo partner per famiglie e imprese
Banca del Fucino, storica realtà bancaria di Roma e del centro Italia, cresce ancora e inaugura oggi la sua prima sede a Bologna, in Viale Aldini 230, segnando il suo ingresso in Emilia-Romagna. Lo comunica l’istituto in una nota spiegando che “l’apertura segue quelle di Milano, Padova e Verona che hanno visto la Banca del Fucino crescere anche in nuove aree geografiche”. La presenza a Bologna per Banca del Fucino “risponde all’esigenza di un presidio diretto in un’area geografica caratterizzata da una imprenditoria dinamica e un polo tecnologico importante”. Responsabile della filiale è Alberto Clapci, chiamato in Banca del Fucino dopo un’esperienza quasi quarantennale nel mondo bancario maturata per lunga parte a Bologna e nella regione. (nella foto l’Ad Francesco Maiolino)
ROMAGNA
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Romagna24economia
Magazine di economia, affari, impresa e società
Inchiesta a cura di Giorgio Costa
Direttore responsabile: Marco Montruccoli
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n° 4 | anno 5 | ottobre 2024 Romagna24economia offre esclusivamente un servizio, non riceve provvigioni sulle contrattazioni, non effettua commerci, non è responsabile per la qualità, provenienza, veridicità e puntualità di uscita delle inserzioni e neppure per le conseguenze dirette e indirette che possono derivare dalla non corrispondenza di tali dati alla realtà. La direzione si riserva comunque, a suo insindacabile giudizio, di cestinare annunci. Edit Italia Srl. precisa che tutte le inserzioni recanti dati personali e/o sensibili ai sensi del D.L. 196/2003, sono state pubblicate previa informativa all’interessato e espresso, diretto e specifico consenso dello stesso alla diffusione dei predetti dati ai sensi del D.L. 196/2003. Questo periodico è aperto a quanti desiderino manifestare il loro pensiero, senza recare pregiudizio ad altri, ai sensi dell’art. 21 della Costituzione e, pertanto, la sua Redazione è disposta a ricevere testi scritti, fotografie, immagini ed altro materiale dai lettori. Tuttavia, l’eventuale pubblicazione, anche in via telematica, di quanto inviato alla Redazione di questo periodico, è a totale discrezione della Redazione medesima. In ogni caso l’eventuale pubblicazione non determina la costituzione di alcun rapporto di collaborazione dei lettori con la stessa Redazione e/o con l’Editore, né obbligo di pagamento di alcun importo da parte della Redazione e/o dell’Editore del periodico. L’invio del materiale è a titolo gratuito. Quanto inviato alle Redazioni, anche se non pubblicato, non verrà restituito al mittente.
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