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GIUGNO 2017 mensile anno 8 numero 06
RESTATE SLOW “La natura non ha fretta. Eppure tutto si realizza”. È con una celebre frase dell’antico filosofo Lao Tzu che vi presentiamo il nuovo numero di Biosfera con cui diamo il benvenuto all’Estate! Non c’è stagione migliore, infatti, per esercitare l’arte di “rallentare”, respirare con calma e as-
saporare ogni momento che la vita ci regala. Volete scoprire come farlo al meglio? Allora andate alle due pagine centrali del nostro mensile e scoprirete dalle parole di una master coach perché per essere più produttivi e vivere meglio bisogna premere il pedale del freno e ritrovare il
redazione.biosfera@edititalia.it
proprio centro. Ma in questo numero si parla anche di tanto altro, dalle fake news che invadono il web e che possono causare danni importanti, all’alimentazione della salute con i prodotti del campo, dalla tecnologia che ci aiuta a comprendere la biodiversità, fino ai viaggi slow (questo
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mese vi porteremo sul Cammino di San Francesco fra natura e spiritualità). E poi non mancheranno le consuete rubriche: la ricetta del mese, gli amici animali, gli eventi. Vi lasciamo il gusto di scoprire – lentamente! - tutto il resto e vi auguriamo una buona lettura e una splendida Estate...
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mondo web .3
“LE BUFALE SUL WEB PENALIZZANO ANCHE IL GRANO RAVENNATE” Con #stopfakeatavola la Coldiretti va all’attacco delle Fake news Le “bufale” sul web sono sempre più invasive e pericolose grazie anche al potere di moltiplicazione dei social. Ora arriva anche l’appello della Coldiretti, secondo la quale molte di esse contribuirebbero a penalizzare anche i “prodotti nostrani di qualità”. “In primis – sottolinea il Presidente Coldiretti Ravenna, Massimiliano Pederzoli – chiediamo che si acceleri con la riforma delle norme a tutela dei prodotti alimentari, risalenti addirittura anche agli inizi del 1900, indispensabile per combattere con un sistema più punitivo le forme diffuse di criminalità organizzata che operano nel food e alterano la leale concorrenza tra le imprese”, e in secondo luogo che “diventi quanto prima operativo il Decreto che introduce l’etichettatura d’origine per grano e pasta, altro passo verso
quella trasparenza che può tutelare i nostri produttori di cereali e la salute del consumatore finale, oggi giorno minacciati da importazioni selvagge e dalle bufale alimentari che circolano su internet”. Tra queste, segnalate nell’ambito dell’indagine #stopfakeatavola promossa dalla Coldiretti e dall’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, quella secondo la quale il Kamut è una varietà antica di cereali con proprietà esclusive. “Il Kamut – tuona Pederzoli - non è altro che un marchio commerciale privato, registrato negli USA, con cui viene venduto il grano della varietà Khorasan, peraltro coltivata anche in Italia, che ha caratteristiche particolari riscontrabili anche nel farro o nella varietà di grano duro italiane come Senatore Cappelli, ma – lo ribadisco - il
marchio Kamut è registrato negli USA e viene rilasciato solo per il prodotto coltivato negli USA e Canada”. “Nel mondo vasto del web – continua Coldiretti - troviamo anche la favola che la banana è l’alimento più ricco di potassio o quella che la carne e il latte fanno sempre male o, ancora, che chi è intollerante al lattosio non deve mangiare nessun tipo di formaggio”. Ma per Coldiretti le fake news sono anche le pubblicità delle aranciate fatte con appena il 12% di succo o quelle dell’olio di oliva di grandi marchi che fanno immaginare paesaggi toscani mentre la confezione contiene quello importato dalla Tunisia o ancora il prosciutto nostrano che è fatto con maiali tedeschi senza alcuna informazione in etichetta per i consumatori e lo stesso dicasi per
la pasta. “Quella del grano - conclude Coldiretti - è una coltivazione fondamentale non solo per il nostro Paese ma anche per l’intera provincia di Ravenna nella quale su 116.000 ettari di superficie agraria utile, ben 24mila (quindi un buon 20%) sono coltivati a frumento, di questi 13.400 a grano tenero e i restanti 10.600 a grano duro con una produzione raccolta in quintali totale pari a 1.233.000 (dati 2015). Aggiungendo i dati relativi al mais, poi, circa 5mila ettari coltivati, la percentuale di coltivazione a cereali sul totale degli ettari coltivati in provincia sale al 25%”. Da questo si può capire quanto sia importante tutelare la coltivazione anche nel nostro territorio.
4. mondo hi-tech
ALLA SCOPERTA DELLA BIODIVERSITÀ CON UN’APP Cittadini protagonisti per il censimento del territorio Con l’App Csmon-Live tutti cittadini potranno scoprire la biodiversità e inviare ad esempio la foto di una pianta o di una “specie aliena”, scattata durante una passeggiata, la quale sarà analizzata da un esperto. In questo modo si potrà contribuire direttamente al censimento della ricchezza del territorio italiano. “Abbiamo formato ben 200 guide su tutto il territorio nazionale, le quali saranno in grado di spiegare al cittadino in escursione l’uso di questa App. Si tratta di una straordinaria invenzione e intenzione tecnologica”. Lo ha annunciato Mauro Orazi, Consigliere Nazionale delle Guide Ambientali Escursionistiche Italiane e coordinatore delle Guide del Lazio. L’App, spiega Orazi, per la
prima volta è stata utilizzata a Villa Borghese a Roma, in un’iniziativa, “Scoprinatura” - organizzata dall’associazione Vivere da Sportivi, presieduta da Monica Promontorio - che si è tenuta il 5 maggio. Ben 500 studenti delle scuole romane, con i grandi personaggi dello sport, sono stati accompagnati dalle guide Aigae per andare alla scoperta della biodiversità. “L’Italia è probabilmente il paese Europeo più ricco di biodiversità. Ad esempio, nel solo comparto vegetale, contiamo ben 8000 specie diverse di piante e 3000 di licheni. Questo patrimonio è a rischio. E’ necessario – ha dichiarato Stefano Martellos dell’Università degli Studi di Trieste e Coordinatore del progetto Csmon – Life
- che anche il cittadino sia una sentinella della biodiversità. Grazie al Progetto Europeo Csmon – Life (Citizen Science MONitoring) www.csmon-life.eu che vede capofila l’Università di Trieste nella raccolta dati sulla biodiversità e lo sviluppo di attività di Citizen Science, è nata questa innovativa App. Abbiamo esemplari di farfalle che stanno spostando il proprio habitat, piante e animali provenienti da diverse parti del mondo che stanno invadendo anche le nostre città. Inoltre l’allargamento del Canale di Suez sta causando una vera invasione di specie marine del Mar Rosso che stanno prendendo il posto di quei pesci che troviamo nel Mediterraneo e che rischiamo di non avere
più. Con questa App gli studenti e i cittadini tutti potranno inviare dati su specie rare o aliene e tante altre informazioni utili a studiare e preservare gli spazi verdi e la bio-diversità, unendo a questo obiettivo la pratica sportiva amatoriale o agonistica. Un grande progetto per tutelare un bene comune che possa essere fruito da tutti, così come lo sport. Viene segnalata anche la collaborazione con Aigae, i cui membri da sempre si spendono per consentire una consapevole scoperta della biodiversità accoppiandola all’attività escursionistica, disciplina adatta a tutti i cittadini”.
mondo agricoltura .5
DAL POMODORO SCATOLONE AL MELONE RUGOSO, COSÌ SALVI I SAPORI DELLA TRADIZIONE Il progetto di Slow Food per diffondere semi bio a rischio estinzione “Proteggere e catalogare in modo consapevole le sementi è un atteggiamento di grande responsabilità sociale e culturale. Immetterle sul mercato può quindi essere un nuovo inizio, destinato a riportare con gioia sulle nostre tavole i colori, le forme e i sapori di varietà orticole che oggi corrono il rischio di perdersi”. Sono queste le parole con cui Andrea Guerra presidente esecutivo di Eataly, ha presentato l’importante progetto “Seminiamo la biodiversità”. “La Biodiversità è fortemente minacciata dall’agricoltura industriale - spiega Slow Food - che tende a omologare le produzioni e ad aumentare le rese, senza tener conto dell’inquinamento, dell’impoverimento del suolo e dei con-
sumi energetici. La svolta agroindustriale, negli ultimi 70 anni, ha drasticamente ridotto la diversità, al punto che, secondo la Fao, il 75% delle varietà vegetali è ormai perso irrimediabilmente - spiega Slow Food -. Delle 80.000 specie commestibili utilizzabili a scopo alimentare oggi se ne coltivano solo 150 di cui 8 sono commercializzate in tutto il mondo”. È per questo che l’associazione no profit ha fornito tutti i punti vendita Eataly italiani (il più vicino a Ravenna è a Bologna) dal 1° marzo 2017, di 40 varietà locali di semi e piantine orticole tradizionali italiane: nessun ibrido commerciale, tutti certificati biologici o biodinamici prodotti da aziende
di piccole dimensioni. Fra le varietà si possono trovare: l’anguria di Faenza, il cavolo broccolo ramoso calabrese, la carota Nantese di Chioggia, la cicoria variegata di Castelfranco, il fagiolo dolico dall’occhio, l’indivia riccia mantovana, il melone rugoso di Cosenza, il peperone quadrato d’Asti rosso, il pomodoro scatolone, la zucca lunga di Napoli… “In questo modo – spiega Slow Food - un vasto pubblico può percepire l’importanza dei semi come primo anello della catena alimentare, elemento essenziale per coltivare, raccogliere e mangiare prodotti buoni, puliti e giusti dal proprio orto, patrimonio culturale del territorio”. Uno dei punti più coinvolgenti
del progetto è l’attività dedicata ai bambini dai 5 ai 10 anni dal titolo Per fare un piatto… ci vuole un seme. Durante gli incontri si realizza un mandala (disegno basato su geometrie simmetriche) di semi, e una crema di ceci che verrà degustata a fine laboratorio. Al termine dell’attività i semi utilizzati per il mandala verranno recuperati e consegnati ai bambini. Inoltre, ogni mese un prodotto simbolo è valorizzato anche nelle ricette preparate nei ristoranti di Eataly. Le evoluzioni del progetto e le nuove iniziative in programma saranno disponibili su www. slowfood.it e www.eataly.it
6.
mondo green
EMILIA-ROMAGNA PIÙ VERDE: RIUNITI GLI STATI GENERALI DELLA GREEN ECONOMY Dalla gestione dell’ambiente alle attività produttive, dall’agricoltura alla mobilità Ridurre le emissioni che alterano il clima, incrementare le fonti rinnovabili, diffondere eco innovazione nelle produzioni biologiche: si è parlato anche di questo durante la seconda edizione degli Stati Generali della Green Economy in Emilia-Romagna, che si è tenuta lo scorso 2 maggio a Bologna, e che ha registrato un’ampia partecipazione e interventi del presidente Bonaccini e degli assessori competenti, oltre alla presenza sul palco di alcune fra le tante eccellenze del territorio. L’evento, organizzato da Regione e Osservatorio GreenER, ha reso evidente come la green economy coinvolga in un’azione sinergica tutto l’operato della Giunta regionale: dalla gestione dell’ambiente
alle attività produttive, dall’agricoltura alla mobilità. L’Emilia-Romagna è tornata così a fare il punto della situazione sul “greening” del proprio sistema industriale e territoriale tramite il contributo dei principali Assessorati regionali impegnati, attraverso piani e azioni, a sostanziare il programma di governo della Giunta, presentato il 26 gennaio 2015 in Assemblea legislativa. Un programma che punta al ridisegno di un nuovo sistema produttivo in cui la sostenibilità ambientale sia connaturata alla sostenibilità sociale (con al centro il nuovo Patto per il lavoro), allo sviluppo dell’attrattività dei nostri insediamenti produttivi per un rilancio competitivo delle nostre azien-
de, senza tralasciare la messa in sicurezza del territorio e la valorizzazione delle risorse naturali. La giornata ha voluto offrire una testimonianza diretta, attraverso il contributo di una serie di casi studio, di come nel territorio dell’Emilia-Romagna esistano soluzioni di riferimento per programmazione comunitaria 2014-2020, per il nuovo piano energetico regionale e relativo piano triennale degli interventi, per il futuro Piano dei trasporti oltre che prospettive legate alle linee indicate dalla nuova legge regionale su economia circolare e rifiuti. L’azione regionale a sostegno della green economy si sostanzia in: ricerca, innovazione green ed efficienza energetica; economia
circolare e qualificazione ambientale; eco innovazione in agricoltura e nelle produzioni biologiche; mobilità sostenibile. In particolare in Emilia-Romagna il 27,7% delle imprese ha investito nel green tra il 2010 e il 2015 con una concentrazione prevalente nei settori dell’energia e del management ambientale. Per quanto riguarda il piano energetico la Regione prevede la riduzione delle emissioni climalteranti del 20% al 2020 e del 40% al 2030 rispetto ai livelli del 1990; l’incremento del 20% al 2020 e del 27% al 2030 della quota di copertura dei consumi attraverso l’impiego di fonti rinnovabili; l’incremento dell’efficienza energetica del 20% al 2020 e del 27% al 2030.
mondo animali .7
IN VIAGGIO COL NOSTRO PET TRA PASSAPORTO, MICROCHIP E VACCINAZIONI Ecco tutto ciò che c’è da sapere per vacanze serene Con l’arrivo della bella stagione cresce il desiderio di fare un viaggetto con i nostri amici Pet. Se decidiamo di andare all’estero è necessario, così come per noi, richiedere il passaporto europeo, avere il certificato di possesso ed eseguire le vaccinazioni richieste dal paese ospitante. Piccole cose che richiedono però circa trenta o più giorni per regolarizzare il nostro amico, poiché a volte l’iter burocratico ostacola i nostri piani. Possiamo recarci all’Anagrafe canina e ritirare il microchip, o direttamente da un Medico Veterinario accreditato che, dopo averlo applicato effettuerà e certificherà
l’avvenuto passaggio di proprietà del Pet a prescindere dalla provenienza (adozione, negozio, allevamento o altro). L’applicazione del microchip è obbligatoria per legge e la mancata rilevazione del chip da parte degli organi preposti può comportare una sanzione elevata stabilita dal Comune di appartenenza. Il microchip rappresenta l’unico sistema sicuro per l’identificazione del cane, gatto, furetto, ecc.: misura qualche millimetro e, con l’ausilio di un’apposita siringa va iniettato sottocute. Proteggere il vostro Pet a prescindere da un ipotetico viaggio è comunque una buona pratica da seguire. Chi
si reca all’estero o in alcune zone del nostro paese deve aver provveduto alle vaccinazioni previste presso il proprio Medico Veterinario di fiducia, almeno un mese prima della partenza. Alcuni paesi richiedono la sverminazione contro la tenia (Echinococcus), altri la titolazione anticorpale del soggetto da farsi solo presso specifici Istituti Zooprofilattici con conseguente dilatazione delle tempistiche. Tramite un esame del sangue è possibile rilevare se è stata seguita la corretta prassi vaccinale. Esistono quindi condizioni epidemiologiche e norme specifiche che possono variare da uno stato o da un paese
all’altro, a volte così rapidamente da non consentire agli utenti un adeguato aggiornamento per organizzare il viaggio al meglio. Se si decide di partire in nave o aereo, accertarsi preventivamente delle procedure da seguire in agenzia o direttamente presso gli uffici preposti, per evitare inutili disguidi al momento della partenza. Vi consigliamo pertanto di consultare il sito ufficiale www.anagrafecaninarer.it dove troverete dettagliate e specifiche informazioni. Dottoressa Carla Ricci, Medico Veterinario a Milano Marittima-Cervia (RA)
8.
mondo benessere
IL SEGRETO PER ESSERE PIÙ PRODUTTIVI E VIVERE MEGLIO? RALLENTARE… I consigli della master coach Lo dicono i dati: milioni di italiani oggi vivono sull’orlo di una crisi di nervi a causa dei mille impegni, della crisi economica e dell’ossessione dell’essere connessi 24 ore su 24. Inserita in un contesto di competizione quotidiana, dinamismo esasperato e continue sollecitazioni che si accavallano l’un l’altra, la routine quotidiana spesso induce sentimenti di precarietà e incertezza, con la conseguenza di generare anche rassegnazione, ansia, stress e sen-
so di disagio. Per uscire da questa impasse e tornare a focalizzare gli obbiettivi della propria vita lavorativa e privata, gli esperti di tutto il mondo suggeriscono di rallentare e prendersi del tempo per tornare con serenità e massima efficacia al lavoro. “Trovare un momento da vivere con lentezza è fondamentale per orientarsi verso gli obiettivi della giornata e capire quali azioni intraprendere in futuro – spiega Marina Osnaghi, Master Certi-
fied Coach – Mediante la lentezza possiamo esplorare quello che ci succede qui e ora, incentivando il cervello a capire cosa sta accadendo, a focalizzare le forze con maggiore efficacia e a costruire piani di azione logici che portino soluzioni concrete. Sono solo 5 minuti di lentezza, ma sono decisivi per il resto della giornata. La velocità che contraddistingue la routine quotidiana ci rende ‘eroi’ che riescono a raggiungere mille ed ammirevoli risultati e nello
stesso tempo inconsapevolmente approssimativi e di conseguenza non completamente soddisfatti: senza ponderare per pianificare le nostre azioni non siamo in grado di colmare le lacune che abbiamo nel nostro metodo di lavoro, bisogna rallentare per poter ponderare con efficacia. E’ anche vero che agire improvvisamente a volte è inevitabile, ma per farlo nel modo corretto è necessaria una preparazione specifica che avviene sempre a velocità ridotta, cali-
mondo benessere
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Fase 2: p
brando i tempi rispetto a quanto è possibile nel momento. E’ proprio il cervello ad aver bisogno di questi momenti, per riconnettersi e focalizzare i target del futuro prossimo. Nel fare questo ci sono attitudini differenti; le donne hanno spesso un’attitudine naturale, grazie alle proprie doti emotive; l’uomo invece si comporta in maniera a volte differente, dato che gli ormoni che interferiscono coi segnali di paura prodotti dal cervello li portano a essere più impulsivi ed interventisti nell’immediato. E’ il testosterone infatti a inibire questi segnali di paura diretti all’amigdala, ricevuti invece dalle donne grazie agli estrogeni. Gli studi della neuropsichiatra americana Louann Brizendine hanno dimostrato però che questo gap può essere colmato dagli individui grazie all’apprendimento”. Una tesi confermata anche da studi scientifici internazionali. Un’indagine pubblicata sul New York Times infatti dimostra come basti rallentare e modulare il proprio respiro per sentirsi meglio: Chris Streeter, professore di
neurologia alla Boston University, ha infatti scoperto che bastano pochi minuti di meditazione per diminuire significativamente i sintomi depressivi e aumentare i livelli di acido gamma-aminobutirrico, un ormone con effetto calmante. Le aziende se ne stanno accorgendo, soprattutto quelle oltreoceano: sul Times infatti Peter Bacevice, professore alla University of Michigan, racconta il proprio lavoro presso le più importanti aziende americane per aiutare le aziende a ripensare il lavoro dei propri impiegati dando loro più flessibilità e risorse per variare la routine e prendere autonomamente scelte su come portare avanti il proprio lavoro con efficacia e libertà. “L’obbligo ad essere rapidi, a fare tutto nel minor tempo possibile in questa società perennemente interconnessa, ha portato milioni di persone a una vera e propria psicosi. Diventa quindi fondamentale inserire un lasso di tempo da dedicare alla lentezza durante la giornata – prosegue la master coach Marina Osnaghi – Un piccolo esercizio che permet-
te a tutti di ottenere risultati migliori dalle proprie azioni, nel lavoro come nella vita privata. Dal capo all’impiegato, tutti hanno bisogno dei benefici della lentezza. Può essere davvero fondamentale per chi si occupa di definire le strategie aziendali: senza riflessione i risultati rischiano di essere mediocri. Soprattutto nei momenti di maggiore definizione della “strategia di guerra”. Sul Boston Globe è stato riportato uno studio di Dan Lovallo, professore presso l’Università di Sydney e ricercatore di ricerca presso la University of California Berkeley, che ha indagato sulle performance di leader aziendali e imprenditori sotto stress. Dal suo studio è emerso che ogni imprenditore che ha portato avanti la propria routine quotidiana pensando lentamente e strategicamente, senza forzare i tempi, ha ottenuto un successo maggiore. Un modo di lavorare e vivere che incrementa anche le performance degli studenti e che può essere insegnato già in gioventù: uno studio congiunto delle Università di Chicago,
Harvard, Northwestern e Pennsylvania, ha dimostrato come l’atto di riflettere con calma abbia aumentato del 44% le performance scolastiche degli studenti presi in esame, diminuendo al contempo comportamenti violenti o fuorilegge. Ecco, infine, il decalogo della master coach per rallentare la propria vita e diventare più produttivi: Fase 1: ponderazione • concedersi il tempo di ponderare • fare l’inventario della propria situazione • stilare l’elenco degli elementi a favore e di quelli a sfavore • sintetizzare la situazione • scegliere un obiettivo • stabilire il piano d’azione Fase 2: piano d’azione • co-working: capire come farsi aiutare dagli altri • valutare le risorse a disposizione • prendere l’iniziativa • valutare i risultati per capire se cambiare direzione
APPUNTAMENTI URBAN TRAIL RAVENNA CITTÀ D’ACQUE
2 LUGLIO RAVENNA
Lo scopo è quello di far riconoscere ai partecipanti le vicende della propria città per muoversi consapevolmente nella stratificazione storica della Ravenna Città d’Acque. Il percorso lungo parte dall’antica linea di costa che tra le sabbie ospitava la necropoli della Ravenna Romana e Bizantina (v. Santi Baldini e l’attuale ferrovia), si corre lungo l’antica linea di costa (v. dei Poggi) puntando poi verso la Turaza, terminale portuale di Ravenna ai tempi di Dante. Da acque dimenticate ad acque correnti: sull’argine della Lama al nuovo Parco Baronio, poi attraverso il Fiume Montone Abbandonato si salirà sulle mura di Ravenna all’altezza del Torrione dove si incrocerà il percorso corto. Sulla linea delle mura, un tempo circondate dall’acqua, si attraverserà via Cavour da dove una volta passava il Lamone, per scendere proprio sul letto del Montone all’altezza di via Don Minzoni. Si tornerà sulle mura per entrare nel loro terminale, la Rocca Brancaleone che si attraverserà dalla cittadella salendo poi fino al Parco Teodorico (Porto Coriandro). Dall’antico al moderno per circumnavigare la Darsena cittadina e tornare al punto di partenza. Per info, anche sul tracciato corto: www.trailromagna.eu/evento/ urban-trail-ravenna-citta-dacque/. Preiscrizioni compilando form sul sito 5€ (con pettorale, ristori, colazione e estrazioni premi). Iscrizioni sul posto 7€.
”RECONDITE ARMONIE.... MUSICA IN GROTTA”
VENERDÌ 2-9-16-23-30 GIUGNO BRISIGHELLA (RA)
RAVENNA24ORE it
Ritorna, con ”Recondite Armonie…musica in grotta” la Magia della Musica nella cava. Da Venerdì 2 giugno 2017, per cinque venerdì consecutivi, la Scuola di Musica G. Sarti, in collaborazione con il Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola e il Comune di Brisighella, proporrà raffinati appuntamenti di Musica classica. I concerti, proposti nella suggestiva location della Cava Marana, saranno eseguiti da musicisti di alto spessore artistico. Recondite Armonie, per questa nuova edizione, confermerà lo standard espressivo che, negli anni precedenti, ha procurato un alto consenso di pubblico. La Cava Marana si trova a 2 Km. da Brisighella in direzione Riolo Terme. Abbigliamento comodo e una felpa (in cava la temperatura è di circa 18 gradi) consentiranno di apprezzare al meglio il ricco programma in cartellone. Si consiglia di portare con sé anche sedie, coperte e cuscini, poiché i posti a sedere sono limitati. Per maggiori informazioni: Cava Marana di Brisighella – Info: 0546/81166 – iat.brisighella@racine.ra.it
NOTTE CELESTE
16-17-18 GIUGNO
CENTRI TERMALI DELL’EMILIA ROMAGNA
leggi quel che succede, scrivi quello che pensi.
Arriva la sesta edizione de La Notte Celeste, una grande festa da vivere nel week end del 16-17-18 giugno a ritmo stellare. E’ l’acqua (termale) il fil rouge di socializzazione, energia, benessere e ospitalità. Da Salsomaggiore a Riccione i centri termali dell’Emilia Romagna rimarranno aperti fino a tardi. Ci si potrà rilassare alle terme, godere “assaggi” di coccole termali, assistere a concerti, e divertirsi, anche con i bimbi al seguito. Tutte le località termali splenderanno nei toni del celeste, strade e piazze si riempiranno e si animeranno per l’occasione. Consigli dagli organizzatori? Per prima cosa andare a vedere l’allestimento della Pavement Art (è in ogni località). Si tratta di effetti speciali spettacolari che trasformano un semplice pavimento in una cascata impetuosa che finisce in un luogo da sogno. Ci si potrà posizionare in un punto e scattare foto che sembreranno davvero realistiche e postarle sui social con l’hastag #notteceleste. A mezzanotte il lancio dei palloncini luminosi in cielo, e se vi dispiacerà andarvene, tranquilli: ci sono tante offerte per la festa italiana delle terme più importante dell’anno. Per tutte le info: www.lanotteceleste.it
mondo salute .11
DALLA MELAGRANA L’ELISIR DI “ETERNA GIOVINEZZA” Una ricerca avrebbe svelato le virtù anti-invecchiamento di questo prezioso frutto Le sue virtù antiossidanti sono conosciute da tempo, ma che il melograno potesse essere una vera e propria “cura” naturale contro l’invecchiamento è una scoperta dei tempi più recenti, che sta aprendo la strada a sperimentazioni importanti. “Una molecola del frutto, trasformata dai batteri intestinali, genererebbe effetti sconosciuti fino a non molto tempo fa”. A rimarcarlo è Giovanni D’Agata dello Sportello dei Diritti per la tutela dei cittadini, che sta diffondendo i dati di un’interessante ricerca svizzera. “Mentre sono tuttora in corso alcuni test sugli esseri umani – continua D’Agata - i ricercatori hanno già pubblicato i primi sorprendenti risultati sugli animali, sulla rivista
Nature Medicine. La melagrana è davvero un super-frutto che combatterà l’invecchiamento? Fino ad oggi, le prove scientifiche sarebbero state piuttosto irrilevanti. Ed è per questo che alcuni avrebbero gettato discredito dopo talune controverse campagne di marketing. Volendo vedere più a fondo, alcuni ricercatori del Politecnico federale di Losanna (Svizzera) avrebbero dimostrato come una molecola nel frutto, poi trasformata dal microbioma intestinale, permetterebbe alle cellule muscolari di difendersi contro le principali cause di invecchiamento. Sui vermi nematodi e i roditori, l’effetto sarebbe a dir poco sorprendente. Le prove umane sono in corso, ma la scoperta, come detto, è già sta-
ta pubblicata su Nature Medicine. Nel corso dell’avanzare dell’età le nostre cellule lottano per riciclare le loro fabbriche di energia - continua D’Agata -. Questi piccoli scomparti interni chiamati mitocondri eseguono sempre meno correttamente le proprie attività. Questo degrado influisce sul funzionamento di molti tessuti, compresi i muscoli, che s’indeboliscono nel corso degli anni. L’accumulazione dei mitocondri disfunzionali è anche sospettata di svolgere un ruolo in altre patologie legate all’età come, per esempio, nel morbo di Parkinson. I ricercatori sarebbero stati in grado di identificare l’unica molecola che può ripristinare il riciclaggio dei mitocondri carenti: la r. urolitina.
Prima di correre a fare incetta di melagrane però, bisogna sapere che il frutto di per sé non contiene la molecola in questione, ma solo il suo precursore! Quest’ultimo è digerito e convertito in urolitina A dai batteri del microbioma intestinale. Di conseguenza, i tassi di urolitina A variano notevolmente secondo la flora intestinale dell’individuo, umana o animale. Alcuni addirittura non ne producono per niente. Quindi per alcuni individui è possibile che la melagrana non sia di grande utilità. Per coloro che la natura non ha fornito di batteri buoni, i ricercatori (riunitisi in una start-up) stanno studiando e testando dei prodotti per somministrare urolitina finemente calibrata a dosi”.
12. mondo alimentazione
FAVE, ECCO PERCHÉ MANGIARNE DI PIÙ Buone e preziose per la nostra salute Il suo gusto evoca il ricordo di scampagnate e giornate miti di primavera: è la fava, legume molto amato e vera miniera di proprietà benefiche. Coltivato da oltre 5000 anni nell’area del Mediterraneo - spiega mangiosano. org, progetto a cura di Lega Consumatori e Acu, sede regionale della Lombardia - se ne consuma prevalentemente il seme essiccato, ma la fava fresca è molto apprezzata, anche se la stagione ottimale di maturazione è molto breve. Il baccello è diritto, piuttosto largo e lungo più di 10 centimetri. All’interno si trovano i semi (da 2 a 10 per baccello) di colore verde grigio, di forma irregolare, tendenzialmente quadrangolari, con tegumento (pelle) abbastanza
resistente. Come il pisello, anche la fava soffre il caldo e matura velocemente. Perciò va conservata in frigorifero alla temperatura di 8-9°C. La fava è molto adatta anche per il congelamento: la scottatura deve però essere più lunga (2-3 minuti) rispetto a quella necessaria per il pisello, in quanto i semi sono più grossi. Questo legume, se consumato fresco, è davvero prezioso per le sue proprietà ricostituenti, particolarmente apprezzate nel cambio di stagione. Esso è importantissimo nella storia dell’alimentazione umana, fornendo, in mancanza di carne, la principale base proteica di intere comunità. Ma cosa contengono le fave? Innanzitutto sono ricche di vitamine del
gruppo B (riboflavina, l’acido folico e la tiamina) e di vitamina E. Ma non bisogna sottovalutare anche la presenza di potassio, zinco, magnesio, fosforo, rame e ferro. Il ferro è un elemento indispensabile per la nostra salute. Essenziale per il trasporto di ossigeno nel sangue, esso costituisce una risorsa indispensabile per la formazione dei globuli rossi. Per far sì che il nostro organismo lo assimili più facilmente si possono abbinare alle fave alimenti ricchi di vitamina C (vitamina già comunque contenuta nel legume) come agrumi e verdure a foglia verde. I fitoestrogeni contenuti nelle fave, poi, sono buoni alleati della salute femminile, esercitando un’azione benefica e preventiva sull’orga-
nismo. Infine, esse sono ricche di manganese, benefico per il sistema nervoso, endocrino e immunitario e per la prevenzione di artrite e osteoporosi. Tanti benefici e solo due criticità: le proteine contenute nelle fave mancano di un particolare aminoacido e per assimilarle meglio sarebbe opportuno non mangiarle mai da sole ma abbinarle a dei carboidrati, come pasta, riso o pane. La fava contiene anche alcuni composti (i glucosidi vicina e convicina) che possono indurre una malattia, il favismo, nei soggetti geneticamente predisposti. È chiaro che in questi casi, che per fortuna sono rari e ben riconoscibili, il consumo di fave sia fresche che congelate o essiccate va evitato.
mondo gusto .13
LA RICETTA INGREDIENTI Ingredienti un chilogrammo di fave fresche una cipolla due patate piccole un rametto di timo 100 grammi di pecorino olio evo sale pepe
CREMA DI FAVE PREPARAZIONE Dopo aver sgusciato le fave passarle sotto l’acqua corrente e risciacquarle bene. Successivamente farle bollire in una pentola per circa 5 minuti. Scolarle tenendo da parte un po’ di acqua di cottura ed eliminare la pellicina esterna da ciascun legume. In un’altra pentola fare bollire le patate pelate e tagliare a tocchetti per circa 15 minuti. Fare soffriggere la cipolla tritata con un rametto di timo, unire fave e patate, aggiungendo un po’ di acqua di cottura se necessario. Salare, pepare, fare insaporire per qualche minuto e dopo aver eliminato il timo frullare tutto con un mixer ad immersione fino ad ottenere una crema morbida e vellutata. Servire la crema di fave in piccole scodelle spolverizzando con una bella manciata di pecorino grattugiato.
14. mondo bike
VIAGGIA SU 2 RUOTE CON LA MAPPA DEI LUOGHI “BIKE FRIENDLY” Una guida a misura di ciclista con luoghi e strutture ricettive La bici? Un modo green per fare turismo. E ora con la rete Italy Bike Friendly (www.italybikefriendly. it) i viaggiatori potranno scoprire le strutture ricettive a misura di ciclisti ma non solo. Sul portale “Italia che cambia” http://www. italiachecambia.org/2017/04/ italy-bike-friendly-girare-italiabicicletta/ sono spiegate nel dettaglio finalità e opportunità legate all’iniziativa, nata da un’idea di Giovannino Carrano, salernitano. Lo scopo fondamentale di questa rete è quello di promuovere una riscoperta diversa del territorio italiano: con un viaggio che coniuga rispetto per l’ambiente ad uno stile di vita sano. Il tutto nasce in primo luogo da una forte passione per la bici. “Per me è uno stile di vita. La bici porta econo-
mia: con la bici puoi andare al bar, viaggiare, andare a lavoro. Puoi fare tutto. Ma è anche sacrificio: la bici ti insegna a vivere”, spiega Giovannino Carrano, raccontando com’è nato il progetto. Tutto, infatti, nasce dalla sua personale esperienza di cicloviaggiatore: “Ho viaggiato molto in bici in Italia e mi sono reso conto che la cultura della bici non c’è. Mi sono trovato in strutture ricettive che non accettavano cicloturisti, perché pensavano che il ciclista fosse uno che non ha soldi o perché le strutture non erano attrezzate per un’adeguata accoglienza. E anche i miei colleghi cicloviaggiatori avevano le stesse problematiche”. Da qui l’idea di creare un sito, prendendo spunto da analoghe esperienze europee, che creasse una mappa
per i ciclo-viaggiatori in Italia in modo da creare una rete di luoghi “bike friendly” come punti di riferimento. I punti fondamentali per essere “amici della bici” sono quattro: possedere un deposito per le biciclette, permettere che il viaggiatore possa sostare anche per una sola notte, avere un mini kit per le riparazioni e fornire una colazione “rinforzata”. Una rete, quella creata da Carrano, che si sta espandendo lentamente nel tempo e nello spazio, permettendo ad un numero sempre più grande di viaggiatori di riscoprire il territorio italiano in un modo del tutto nuovo. Fra le zone più virtuose Emilia Romagna, Trentino e Toscana, mentre il Sud è un po’ carente: “Il vero problema non è la morfologia del territorio né le
piste ciclabili: è culturale. Purtroppo, più si va verso il Meridione, più la mentalità in questo senso peggiora e non ti aiuta. Ad esempio, io credo che in alcuni luoghi, come nel Cilento, vi siano delle piste ciclabili ‘al naturale’, ovvero strade a basso scorrimento dove la bici può essere impiegata in tutta tranquillità, senza bisogno di piste ciclabili ‘ufficiali’. È, appunto, solo una questione culturale”. Ed è proprio per far capire che il cicloturismo in Italia è possibile che Italy Bike Friendly ha organizzato – e organizza tuttora – una serie di eventi dedicati al turismo in bici. Dal Campania Crossing – traversata della Campania in bicicletta – al Tuscany Trail, questa rete si è fatta già conoscere. Il 2017, invece, sarà l’anno dei borghi italiani.
mondo viaggi slow .15
FRA SPIRITO E NATURA SULLE ORME DI SAN FRANCESCO Da Rimini a La Verna, il bellissimo cammino dedicato al Santo poverello Fra aspre rupi sormontate da antichi borghi fortificati si snoda il Cammino di San Francesco. L’intero percorso Rimini – Roma è lungo circa 500 km, percorribili in 26-27 giorni. Ma per chi ha meno tempo a disposizione non è da disdegnare il bellissimo tratto appenninico che collega la Valmarecchia a La Verna che si svolge in ambiente montano, tra boschi e su lunghi tratti di crinali. Il percorso collega le principali località nelle quali il passaggio di San Francesco è documentato o sostenuto da antiche tradizioni – spiega Emiliaromagnaturismo. it, sito ufficiale del turismo nella nostra regione. Del resto, la Valmarecchia ha sempre rappresentato una terra di confine e, per la sua percorribilità relativamente agevole, una “porta” di comunicazione tra il Centro Italia, Rimini
e la Romagna. Anche i pellegrini Romei l’hanno attraversata numerosi, provenienti dal nord Italia e dai paesi ad est di Aquileia. Non deve quindi meravigliare che San Francesco, nello svolgimento del suo “ministero itinerante” l’abbia percorsa, probabilmente più volte. Le Considerazioni delle Stimmate, testo francescano del sec. XIV, raccontano che nel 1213 San Francesco, in compagnia di frate Leone, si mosse in direzione della Romagna, giungendo al castello di Montefeltro (l’antico nome di San Leo), l’8 maggio, giorno dell’investitura di un nuovo cavaliere. Il Santo - continua Emiliaromagnaturismo.it - predicò nella piazza davanti al popolo e ai nobili convenuti, tra i quali era Orlando Catani, conte di Chiusi nel Casentino, il quale, colpito dalle sue parole, chiese un colloquio
personale per riflettere con lui della salvezza della sua anima. Al termine del colloquio, il conte rivolse l’invito ad accettare in dono il monte della Verna, al quale San Francesco acconsentì. Questo incontro è dunque all’origine dell’insediamento francescano alla Verna, dove il Santo ricevette le Sacre Stimmate e dove sorse poi l’attuale Santuario. A memoria di questa visita la città di San Leo inserì la figura di San Francesco nel proprio stemma civico. La presenza dei francescani in queste terre è ancora oggi diffusa e la religiosità che ne scaturisce è viva nella cultura delle popolazioni locali. Il Cammino intende contribuire a farla conoscere ai pellegrini ed agli escursionisti che, a piedi, in mountain bike o a cavallo, ripercorreranno i luoghi toccati dal Santo e dai grandi testimoni
dell’Ordine francescano che in queste terre sono nati. Il Cammino di San Francesco da Rimini a La Verna - conclude Emiliaromagnaturismo.it - conta 5 tappe per un totale di 112 chilometri che si snodano tra Emilia-Romagna e Toscana, attraversando la valle del fiume Marecchia nei territori di 10 comuni nelle provincie di Rimini, Forlì-Cesena e Arezzo. Costituisce la porta a nord est della Via di San Francesco che, passando poi per Umbria e Lazio conduce fino a Roma. Il percorso è descritto, con alcuni tratti comuni e varianti, in diverse guide, ed è sintetizzato sul sito web dell’Associazione L’Umana Dimora di Rimini che lo ha curato. Per maggiori informazioni Sito web: www.umanadimorarimini.it E-mail: segreteria@umanadimorarimini.it
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