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LUGLIO 2014 mensile anno 5 numero 7
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redazione.biosfera@edititalia.it
L’estate è timidamente arrivata e noi di Biosfera non potevamo esimerci dal proporvi già qualche argomento più “caliente”. Partendo dalla irrinunciabile voglia di vacanze, vi proponiamo le 10 spiagge più sostenibili della penisola secondo la classifica di Legambiente – dalla Sicilia alla Toscana, passando per il Trentino. Poi abbiamo controllato il web e la stampa per scoprire quali sono i
rimedi al caldo afoso più di moda nell’estate 2014: molti si sono rivelati davvero strambi e abbiamo optato per proporre ai nostri lettori il vademecum del Ministero della Sanità, che dà spazio ad anziani e bambini. Un modo di fugare il caldo per qualche ora può essere rifugiarsi al cinema: nella sale un docu-film sul vino, girato fra le Marche e il Piemonte, alla ricerca del legame
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con il genuino e il rispetto della terra. A proposito di rispetto, a Ferrara impenna il costume dei cittadini di conferire gli oli alimentari alle stazioni urbane di raccolta: 2 tonnellate accumulate in 3 mesi o poco più, un record che salva diversi chilometri quadrati di acque e terreni da una forma subdola di inquinamento. Vi racconteremo di ecomafie e
parco del Delta del Po, vi racconteremo come disintossicarsi dal caffè e come entrare nel ciclo del riciclo, e vi aggiorneremo sulle imprese green che spopolano anche nel nostro territorio. Infine vi proponiamo un viaggio nell’affascinante mondo del nostro cervello e analizzeremo con voi l’impronta ecologica dei libri e degli e-book che porteremo sotto l’ombrellone.
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Parco interregionale del Delta del Po: per l’UNESCO non s’ha da fare Sembrava un traguardo possibile, oltre che auspicabile, e invece qualcosa non ha funzionato: l’UNESCO boccia la richiesta di riconoscimento di riserva di biosfera nell’ambito del programma Mab per il Delta del Po. Il tentativo era partito con l’annuncio, nella scorsa primavera, della presidente della Provincia di Ferrara, Marcella Zappaterra, salutata con entusiasmo dal Consorzio Visit Ferrara, con il benestare di Comacchio, Ente per la biodiversità e degli operatori turistici che puntavano sull’ambiente fra terra e acqua, sulle attività in bici, sulla pesca, sui prodotti tipici di terra e mare dal riso all’anguilla. In pratica, il riconoscimen-
to avrebbe permesso di rilanciare 139.000 ettari del territorio fra Ferrara e il Veneto, coinvolgendo le 16 municipalità interessate e le attività economiche dell’unico delta italiano. Invece l’International Advisory Committee for Biosphere Reserves di Parigi ha detto di no e le motivazioni addotte sono pregnanti. Pare infatti che la struttura Unesco non sia stata convinta per un problema amministrativo: il Parco del Delta è attualmente diviso in due, ossia uno che fa capo alla Regione Veneto ed uno che fa capo a quella dell’Emilia Romagna, il che “che disattende la legge italiana 394/1991 che per la gestione unitaria prevede un parco interregionale o nazionale, non i due Parchi regionali attuali”. Quello che pare contrariare maggiormente l’Unesco è la mancanza di chiarezza sulla gestione delle aree ‘core’ ad alta naturalità e sull’amministrazione delle zone
tutelate: la visione di riserva naturale dell’Emilia-Romagna è differente da quella veneta. In effetti la prima è più vincolante e spesso battagliera su diverse questioni come lo sviluppo della centrale elettrica di Porto Tolle, sul confine ma per poco in Veneto. L’assenza di una strategia comune, secondo il Committee, si legge anche nella gestione delle acque, qui così estese, e necessarie tra l’altro all’agricoltura massiccia. Insomma, non è evidente una politica unitaria per un habitat così complesso che in parte ha un pregio naturale elevatissimo e in parte è invece molto compromesso dalle attività dell’uomo. Il comitato consultivo, nell’analizzare la candidatura del Delta, pur sottolineando l’identità unica e rilevante patrimonio di biodiversità e l’alto potenziale delle attività turistiche, agricole e di pesca praticate nell’area, muove quindi una questione di governance. Secondo l’Unesco la poca chiarez-
za sui processi decisionali, sullo status e sulla gestione dell’area, una struttura complessa e non gestibile e la stessa mancanza di definizione della visione comune per la Riserva sottrae al Delta la possibilità di essere il primo parco interregionale italiano può, diventando quindi un marchio di qualità, un esempio virtuoso da seguire, un elemento di attrazione ed un catalizzatore di attenzioni internazionali. Un treno perduto, questo, sulla via dell’Expo 2015: la via del Mab sarebbe stata l’unica che avrebbe potuto permettere al Delta di porsi a livello nazionale ed internazionale come attrattore di flussi turistici, ma soprattutto di finanziamenti europei - e questa era l’idea alla base del protocollo d’intesa firmato fra Veneto ed Emilia Romagna. Ma manca qualcosa: se ci fosse davvero la volontà di creare un Parco Unico la strada per arrivare al traguardo sarebbe lunga ed impervia.
4. mondo tecnologia
Caro amico (cervello) ti scrivo... Dita sul tablet, sul palmare, sulla tastiera di un qualsiasi computer: digitiamo molto più di quanto siamo abituati a scrivere con la biro o la matita e – a quanto pare – nel prossimo futuro i nostri figli useranno il mezzo digitale più dei fogli anche in fase di apprendimento, a scuola. Questo passaggio fa bene al cervello dell’uomo? Per gli psicologi e i neuroscienziati non è auspicabile liquidare la scrittura come un retaggio del passato: essa ha un profondo legame con lo sviluppo del cervello umano. A quanto
pare, quando i bambini imparano a scrivere “a mano” non solo imparerebbero a leggere più rapidamente ma pare che assimilino meglio le informazioni e avrebbero anche più idee.
che il risultato sia variabile. Questo aiuterebbe l’apprendimento, poiché il cervello impara a riconoscere una “A”, tanto per fare un esempio, anche quando è scritta in maniera diversa.
Gli studiosi del Collège de France di Parigi, che hanno condotto in proposito una ricerca assieme a i colleghi statunitensi, hanno verificato che quando scriviamo si attiva un percorso neurale preciso che facilita l’apprendimento. I bambini presi in esami dagli studi, nello scrivere mostravano una maggior attività cerebrale nelle aree che negli adulti si attivano quando si legge e si scrive. In quelli che utilizzavano la tastiera questa attività era minore. Questa differenza potrebbe nascere dal fatto che scrivere induce alla pianificazione del gesto e anche alla probabilità
Gli studi, al momento, sono concentrati sulla produzione dei bambini presi in esame. Un gruppo di lavoro dell’Università di Washington ha dimostrato che scrivere in stampatello, in corsivo e con la tastiera stimolano strutture cerebrali distinte, con risultati diversi. Quando un ragazzino scrive a mano produce più parole e più in fretta rispetto a quando usa una tastiera ma esprime anche più idee. Quando veniva chiesta, infatti, ai bambini di farsi venire delle idee per un tema, in quelli che scrivevano a mano è stata riscontrata
una maggiore attività neuronale nelle regioni del cervello associate alla memoria a breve termine e un’attivazione delle reti preposte alla lettura e alla scrittura superiore. Pare che ci sia anche una differenza se si scrive in stampatello piuttosto che in corsivo. Tutte queste teorie sono affascinanti ma sta di fatto che l’insegnamento della scrittura, che in Europa ancora resta di grande importanza, nelle scuole statunitensi sia diventato secondario : una volta che imparano a scrivere l’alfabeto e a formulare per iscritto le forme indispensabili, i bambini vengono subito abituati alla tastiera. Secondo lo psicologo Paul Bloom dell’Università di Yale “Il solo atto di scrivere costringe a concentrarsi sulle cose importanti. Forse aiuta a pensare meglio.”
mondo tecnologia .5
Libro vs eBook: qual e’ piu’ ecologico Il libro: miglior amico di tanti, compagno inseparabile ed instancabile di viaggi e attese, cuscino improvvisato per riposare in spiaggia, anche strumento di supporto per tavolino traballanti. Il libro, con i suoi fogli e la copertina che si stropiccia nel tempo: potremmo mai farne veramente a meno? Pare che, volenti o nolenti, se volessimo dar ragione agli studi ecologisti più sfegatati dovremmo, scegliendo i libri elettronici e gli e-reader. Il Cleantech Group, nota società di consulenza finanziaria che opera nell’ambito della green
economy, ha diffuso i risultati di una ricerca piuttosto interessante dal titolo “ The enviromental impact of Amazon’s Kindle” a cura di Emma Ritch. La ricerca si concentra sull’impatto ambientale del ciclo di vita di un prodotto leader nel mercato dei lettori di e-book e prende in considerazione i soli Stati Uniti come territorio di riferimento. Nel report si sostiene la tesi che – secondo i dati emersi – sarebbe provata la maggiore sostenibilità del mercato degli ebook rispetto all’industria editoriale, considerata, per emissioni e dispendio di energia e materie prime, tra le più inquinanti al mondo. Ad esempio, l’autrice fa notare come, nel solo anno 2008, il mercato editoriale americano, tra quotidiani, rivisti e volumi, abbia portato all’abbattimento di ben 125 milioni di alberi. I dati indicano che le emissioni di CO2 provocate da un lettore di libri
elettronici nel corso del suo intero ciclo di vita vengono ammortizzate in un anno di uso, grazie al risparmio che nasce dalla rinuncia ai volumi cartacei: tale risparmio viene calcolato in circa 168 kg di CO2all’anno, che equivalgono alle emissioni provocate dalla produzione e dalla distribuzione di 22,5 libri. Voci discordanti arrivano però dal vecchio continente: sul Guardian si legge infatti che è stato calcolato che grazie a tutti quelli che hanno trasformato la loro lettura da cartacea a digitale proprio usando un e-reader in questi ultimi 2 anni nella sola Inghilterra si sia evitato un rilascio in atmosfera di 168kg di CO2 l’anno (ammontare relativo a quasi 23 libri veri) ogni normale libro da lettura prodotto causa un’emissione pari a 3 kg di CO2. Un e-reader richiede però l’estrazione di 18 kg di minerali, tra cui il coltan, e l’uso di 79
litri d’acqua e 100 chilowattora di combustibili fossili, pari a 36 kg di CO2 emessa e poi l’uso di ossidi di azoto e di zolfo e la loro forte associazione a malattie croniche delle vie respiratorie, ed infine sono da prendere in considerazione anche le condizioni nelle fabbriche dalle quali provengono i dispositivi. Per produrre un e-reader quindi si producono emissioni di CO2 pari a 30 libri “classici” senza contare poi il consumo di energia durante l’uso soprattutto se durante le ore notturne. I libri “classici” invece necessitano di carta ma di solo una piccola parte di acqua ed energia e per nulla di coltan ed ossidi. E noi, amici lettori, da che parte stiamo? Comprare libri in carta riciclata e frequentare di più le biblioteche potrebbe essere una soluzione? Forse sì.
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INFORMAZIONI PER GLI ESPOSITORI PRIVATI
• Piazzola mq.8 (mt.4x2 circa) allestita con tavolo (mt.2x0,90) €. 300,00 per tutte le serate dal 29/08 al 15/09 (tot. 18 giorni) PRENOTAZIONE VIA FAX: Inviare domanda firmata e compilata al numero di fax 0544 511555 con allegato: copia documento di identità valido e copia versamento da effettuarsi c/c postale, intestato a: Publimedia Italia S.r.l. - c/c postale n° 11656485 N.B. prima di inviare il tagliando prenotare la piazzola telefonando ai n. 0544 511337 - 335 6540559 (solo mattino). La prenotazione sarà perfezionata solo con l’invio della domanda di partecipazione e il versamento dell’importo dovuto.
PRENOTAZIONE DI PERSONA: Consegnare la domanda firmata e compilata presso gli sportelli della segreteria organizzativa presso Publimedia Italia S.r.l. Piazza Bernini, 6 - 48124 Ravenna, tutte le mattine da lunedì a venerdì. La partecipazione all’evento da diritto alla pubblicazione gratuita di 5 annunci a scelta di Edit Italia srl a socio unico sui propri media cartecei e online. Inviare testo annunci e foto all’indirizzo traffico@publimediaitalia.com entro la data di inizio del mercatino indicando i dati identificativi del partecipante.
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nato a
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ALLEGO DOCUMENTO DI IDENTITÀ VALIDO
in data di poter aderire alla Vostra iniziativa “scambio/vendita di proprietà” che si terrà c/o Festa Provinciale del Partito Democratico di Ravenna area spettacoli viaggianti Pala De Andrè dal 29/08 al 15/09 proponendo lo scambio/vendita di
DICHIARAZIONE LIBERATORIA RIUTILIZZATORI
MERCATINO “LA PULCE NEL BAULE FESTA” VERSIONE: AM 29/05/2014
Con la sottoscrizione del presente i Riutilizzatori (privati in possesso di solo codice fiscale, che vendono oggetti propri, usati, altrimenti destinati alla dismissione o allo smaltimento) dichiarano sotto la loro responsabilità: - Che la loro partecipazione al Mercatino avviene a titolo di privato e che quindi ogni vendita e/o scambio che durante il Mercatino verrà effettuata si intende fatta non nell’ambito dell’esercizio di un’impresa; ciò stante l’attività in questione non rientra nella sfera di applicazione dell’iva ai sensi del D.P.R. 633/72. Per la stessa ragione anche il trasporto di quanto sarà oggetto di vendita e/o scambio non è ricompreso nella disciplina del D.P.R. 627/78 (bolla accompagnatoria delle merci viaggianti); - Che gli oggetti che verranno scambiati e/o venduti non hanno alcun valore storico e archeologico, e che non si tratta di animali, alimentari sfusi, materiale pornografico e armi; Sollevano, quindi, gli Organizzatori del Mercatino da qualsiasi responsabilità derivante da comportamenti in contrasto con
le dichiarazioni rese e, comunque, in contrasto con gli obblighi derivanti dalla legislazione vigente, assumendosene piena responsabilità per ogni eventuale provvedimento di qualsivoglia natura che dovesse essere preso dall’Autorità competente a seguito di violazioni di leggi e regolamenti. Riconoscono che gli Organizzatori avranno diritto di rivalersi nei loro confronti per ogni conseguenza dannosa che dovesse loro derivare dai suddetti comportamenti. Riconoscono, infine, che qualsiasi violazione degli obblighi di legge, salva ogni altra sanzione, facoltizzerà gli Organizzatori ad allontanarli immediatamente dal Mercatino, con divieto di partecipazione al medesimo. --------------------------------------------,----------------------------------,----------------------------------------------------------------------------------(luogo) (data) (timbro e firma)
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10 Spiagge in cerca d’autore Legambiente e Touring club italiano hanno assegnato le “cinque vele” nella nuova “Guida Blu” dal titolo “Il mare piu’ bello”, dove viene raccontato il meglio delle località costiere italiane che hanno saputo coniugare, con successo, turismo e sostenibilità. In cima alla classifica delle 18 spiagge sostenibili per il 2014 c’è Castiglione della Pescaia, in provincia di Grosseto, questa la motivazione dell’assegnazione: “La tutela e la valorizzazione dell’ecosistema costiero sono gli obiettivi del comune toscano che porta avanti progetti per la conservazione e la conoscenza dell’habitat
dunale e della pineta litoranea, coinvolgendo scuole, cittadini e turisti”. Al secondo posto c’è PollicaAcciaroli, comune campano del Cilento in provincia di Salerno, premiato per il lavoro di “riduzione del consumo idrico” attraverso l’implementazione di un “sistema di trattamento delle acque di depurazione che ne consente il riuso per consumi non potabili”. Al terzo posto la sarda Posada, impegnata nella tutela e valorizzazione dell’ambiente con “il progetto di salvaguardia ambientale del sistema costiero, che ha permesso la rinaturalizzazione delle dune su un fronte di 8 km ed il rifacimento del ponte di accesso alla spiaggia di ‘su tiriarzu’. Nella top five al quarto posto c’è Ostuni, in Puglia, premiato per aver “implementato un sistema di gestione ambientale certificato iso 14001” e per “aver dato il via
nel parco regionale delle dune costiere e nell’area naturale di torre pozzella, ad una razionalizzazione degli accessi al mare, realizzando un sistema integrato bus+bici e allestendo aree di sosta e parcheggi distanti dalla linea di costa”. Quinto posto a San Vito Lo Capo in provincia di Trapani, per l’impegnato in attività di valorizzazione del patrimonio ambientale per recuperare aree naturalistiche e preservarle. Santa Marina Salina (Me) è la prima tra le piccole isole ma anche l’unica isola al top. Molveno (Tn) vince la classifica dei laghi. Al primo posto tra i comprensori turistici il Golfo di Orosei, Ogliastra e Baronia lungo la costa orientale della Sardegna. In particolare la Sardegna domina la classifica dei comprensori con ben cinque distretti nella top ten. La scelta di accorpare le lo-
calità marine in 35 comprensori è la grande novità della XIV edizione della “Guida Blu”: si tratta di aree geografiche che tengono conto di un’offerta turistica omogenea o meno dei confini amministrativi. Oltre alle prime cinque classificate e alla piccola isola messinese di Santa Maria Salina, le 8 località marine che quest’anno possono fregiarsi delle 5 vele sono: Vernazza (Sp), Otranto (Le), Melendugno (Le), Baunei (Og), Bosa (Or), Maratea (Pz); e le new entry Domus De Maria (Ca) e Roccella Jonica (Rc). Le 7 località sui laghi che conquistano le 5 vele sono, oltra a Molveno (Tn), Appiano sulla strada del vino (Bz) e Fiè allo Sciliar (Bz); cui vanno aggiunte le nuove entrate Avigliana (To) sul lago di Avigliana Grande, in Piemonte, Tuoro del Trasimeno (Pg), Massa Marittima (Gr) in Toscana sul lago dell’Accesa, Bellagio (Co) sul lago di Como.
8. mondo riciclo
Dal barattolo di sottolio Non è come trasformare i sassi in oro, alla maniera dei vecchi alchimisti, ma qualcosa di comparabile: a Ferrara in circa tre mesi sono state raccolte circa 2 tonnellate di oli da cucina “usati” e riutilizzati per produrre biocarburante. Secondo le stime del Conoe, il Consorzio Nazionale di raccolta e trattamento oli e grassi vegetali e
animali esausti, sono circa 5 i kg procapite di olio da cucina di provenienza domestica che ogni anno diventano rifiuto. Un rifiuto che, se non smaltito adeguatamente diventa invasivo sul nostro ecosistema. Una volta raccolti, gli oli da cucina vengono recuperati e valorizzati in prevalenza con la loro conversione energetica (elettrica e termica), previo trattamento in un impianto sperimentale di raffinazione. Il processo di raffinazione, condotto dalle società Ecologia Soluzione Ambiente e A2B in collaborazione con la Facoltà di Ingegneria Chimica dell’Università di Bologna, è molto innovativo:
consente infatti la successiva valorizzazione energetica del combustibile ottenuto in impianti di cogenerazione oppure di destinare l’olio vegetale alla produzione di biodiesel. Con 1.000 tonnellate di olio alimentare è possibile produrre energia elettrica per sostenere i consumi di circa 4.000 abitanti, mentre da un litro si ricavano circa 0,85 litri di biodiesel, da utilizzare come combustibile negli impianti di riscaldamento o come carburante, miscelato con il gasolio o da solo, in grado di contribuire alla riduzione dei gas serra con emissioni di oltre l’80% inferiori ai
combustibili derivanti dal petrolio. Il progetto di raccolta è stato avviato nell’ottobre dell’anno scorso, attraverso innovativi raccoglitori stradali dedicati, posizionati nelle principali città dell’Emilia Romagna. Con il loro progressivo posizionamento, il progetto, unico in Italia per tipologia di servizio offerto ed estensione territoriale, porterà entro fine anno a raccogliere 33 tonnellate al mese, che diventeranno 1.000 annue comprendendo anche l’olio conferito alle stazioni ecologiche, per un totale di un milione di cittadini serviti.
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al biocarburante A Ferrara i punti di conferimento a disposizione dei cittadini sono 8 e sono state raccolte 2 tonnellate di olio: in media in ogni contenitore posizionato sono stati conferiti 250 kg di olio da cucina. Al momento sono già 39 i comuni coperti dal servizio, nelle province di Bologna, Ferrara, Modena, ForlìCesena, Ravenna e Rimini e l’attività è costantemente in corso di ampliamento: dai 101 contenitori collocati a ottobre dell’anno scorso si è passati agli attuali 238, si calcola di servire così 400.000 cittadini, a cui se ne aggiungeranno ulteriori 700.000 con contenitori dedicati alla Grande Distribu-
zione Organizzata. Anche alle stazioni ecologiche di Ferrara la raccolta di questo rifiuto è in continuo aumento: nei primi 4 mesi del 2013 ne sono stati raccolti in media oltre 1.000 kg al mese mentre nel 2014 la media mensile da gennaio ad aprile ha superato i 1.200 kg. I due servizi, la raccolta stradale e quella all’interno delle stazioni ecologiche, sono quindi complementari e rispondono alle diverse esigenze dei cittadini che utilizzano, a seconda della necessità, quello più comodo per loro.
APPUNTAMENTI TREKKING COL TRENO Provincia di Bologna Escursioni alla scoperta dell’appennino bolognese e non solo, accompagnati da guide CAI e con la possibilità di raggiungere il punto di partenza e tornare con i mezzi pubblici. DATE:
• DOMENICA 20 LUGLIO La fioritura delle ortensie a Tresana Ortensie blu, ortensie rosa, ortensie bianche Trasporto Mezzo Treno + Bus Ritrovo a Bologna Stazione Centrale Piazzale Ovest h 6,50 Arrivo previsto a Bologna Stazione Centrale h 19,32 Escursione Partenza a piedi da Pennola h 9,35 Arrivo a piedi a Pennola Tempo di percorrenza 5 ore Dislivello + 700 - 700 metri Lunghezza 13 km Grado di difficoltà Facile Pranzo al sacco
• DOMENICA 27 LUGLIO Anello dell’Amore Le case torri di Rocca di Roffeno Trasporto Mezzo Treno + Bus Ritrovo a Bologna Stazione Centrale Piazzale Ovest h 6,50 Arrivo previsto a Bologna Stazione Centrale h 19,32 Escursione Partenza a piedi da Amore di Vergato h 9,30 Arrivo a piedi a Amore Tempo di percorrenza 7 ore Dislivello + 750 - 750 metri Lunghezza 14 km Grado di difficoltà Facile Pranzo al sacco
• DOMENICA 27 LUGLIO Di rifugio in rifugio Valli e crinali, che ricchezza il nostro paesaggio Trasporto Mezzo Treno + Bus Ritrovo a Bologna Stazione Centrale Piazzale Ovest h 6,50 Arrivo previsto a Bologna Stazione Centrale h 19,30 Escursione Partenza a piedi dal Rifugio Cavone h 9,30 Arrivo a piedi a Porretta Terme Tempo di percorrenza 8 ore Dislivello + 1100 - 2200 metri Lunghezza 23 km Grado di difficoltà Alto Pranzo al sacco Per avere una copia cartacea dell’opuscolo è possibile recarsi agli Uffici di Informazione Turistica e all’URP della Provincia di Bologna - INFO: /www.emiliaromagnaturismo.it
10. mondo ecologia
Una server farm green a bologna Le idee e le risorse per rendere la nostra impronta ecologica sempre più leggera passano ormai quasi tutte dallo sviluppo delle nuove tecnologie. La rete web, la fine della necessità di accumulare files e materiali in maniera “fisica”, il crollo dei milioni di fogli stampati e movimentati per far circolare informazioni hanno posto un deciso freno all’impatto che una parte delle attività produttive dava al pianeta ma.... non basta! Tutti noi utilizziamo quotidianamente internet per lavoro o per divertimento, ma quasi nessuno è cosciente dell’impatto ambientale che il web e le tecnologie digitali
hanno sul nostro pianeta. Dagli studi della società Gartner negli USA, già nel 2007 l’inquinamento provocato dall’utilizzo massivo di internet era paragonato a quello generato dell’intera aviazione civile mondiale e la società di ricerca Ademe, francese, ha stimato che spedire 3/5 e-mail generi la stessa CO2 prodotta percorrendo 1km in automobile. Questo è causato principalmente dai consumi energetici generati dai data center: strutture altamente energivore, che ospitano i server su cui sono caricati tutti i nostri dati, le nostre e-mail e siti, a cui accediamo ogni giorno. Per aziende energivore si intendono quelle che superano una certa soglia di consumi in base a quanto spende per l’energia elettrica per svolgere le proprie attivi-
tà. Quasi nessuno si rende conto del fatto che il costo del consumo di corrente di un server durante il suo ciclo di vita è pari al triplo del costo stesso del server (inteso come server collocato in un’azienda strutturata e condizionato). Una soluzione a questo problema la offre Executive Service srl (www.exe.it), società Bolognese attiva dal 1988 nel mercato ICT e proprietaria di un data center che fornisce servizi di cloud computing, hosting professionale e virtualizzazione. Per il suo 25° compleanno, nel 20013, Executive ha deciso di fare un importante investimento per regalare a sé e ai suoi clienti il primo data center a emissioni zero di tutto il Sud-Europa e del Mediterraneo. La struttura, in costruzione a Castel San Pietro Terme, in provincia
di Bologna, è realizzata interamente in legno rispettando tutti i principi di bioedilizia e free-cooling, e disporrà di un impianto fotovoltaico in autoconsumo che fornirà tutta l’energia (pulita) necessaria al funzionamento di server ed uffici. Il posizionamento del data center, inoltre, permetterà a tutta l’area industriale – precedentemente priva di fibra ottica – di godere di una connettività top-level grazie ad un importante accordo tra Executive Service e BT-Enia. L’ innovatività del progetto e le scelte di sostenibilità fatte dall’azienda permetteranno di abbattere i costi strutturali e di accedere al mercato delle Tecnologie Ecosostenibili (Green IT) - globalmente in forte crescita, riflettendosi positivamente anche sui suoi clienti, partner e sull’intero territorio.
mondo ambiente .11
Ecomafie in emilia romagna, mai abbassare la guardia In Italia sono state 29.274 le infrazioni ai danni dell’ambiente accertate nel 2013: più di 80 al giorno, più di 3 l’ora. La maggior parte ha riguardato il settore agroalimentare con una percentuale del 25% del totale, mentre il 22% delle infrazioni ha interessato la fauna, il 15% i rifiuti e il 14% il ciclo del cemento. Le ecomafie e le nuove dinamiche dei gruppi “di potere” sono al centro del rapporto 2014 reso pubblico pochi giorni fa da Legambiente. Il fatturato di questo settore “oscuro” ha sfiorato i 15 miliardi di euro, grazie al coinvolgimento di numerosi clan (ben 321) che per i loro traffici hanno potuto contare spesso sull’aiuto di funzionari e dipendenti pubblici
consenzienti o decisamente disonesti che hanno semplificato iter e processi autorizzativi in cambio di sostanziose mazzette. L’aggressione ai beni comuni continua senza sosta e senza troppi scossoni, cambia invece la geografia degli ecocrimini: così come mutano le strategie criminali e il modus operandi. I rifiuti, ad esempio, non finiscono solo sotto terra, ma anche nei circuiti del riciclo in nero o del finto riciclo, i soldi incanalati nei circuiti finanziari internazionali. A questo vivace dinamismo degli ecocriminali fa da contraltare l’immobilismo della politica nazionale: nel nostro Paese vige ancora una legislazione a tutela dell’ambiente del tutto inadeguata, a carattere sostanzialmente contravvenzionale e basata su una vecchia impostazione che riconosce massimamente le ragioni dell’economia tralasciando i costi
ambientali, sanitari e sociali. Nel corso del 2013 la nostra regione ha registrato ben 837 infrazioni accertate, 1.219 denunce e 237 sequestri. Insieme ad altre regioni del Nord Italia, anche l’Emilia-Romagna si conferma quindi come uno dei “palcoscenici” prediletti dalla ‘ndrangheta e dei suoi alleati, come ha rilevato dalla Dna nella sua Relazione annuale, quando rileva che la nostra regione è al secondo posto in Italia per numero di “segnalazioni di matrice ‘ndranghetista”(ben 50), tallonando da vicino la capofila Lombardia che registra 55 segnalazioni. A Bologna “tutte le organizzazioni criminali nazionali – scrive la Dna – operano in una situazione di pacifica convivenza, con specifico riferimento al campo degli affari. Cioè investimenti di proventi delittuosi e/o acquisizione di appalti pubblici e commesse private, gestione del gioco d’azzardo”.
Il “banchetto” offerto all’ombra delle Due Torri, a quanto pare, è talmente abbondante che è più conveniente spartirselo, piuttosto che contenderselo. La camorra ha invece puntato in particolare sulla Romagna, e, nella patria del divertimento, è ormai presente “ai massimi livelli del crimine organizzato casalese”. In Emilia infine la “Nuova o altra ’ndrangheta” opera secondo il modello della delocalizzazione di fatto, secondo un modello preso e riadattato alla perfezione dal mondo dell’economia legale. Come un’impresa che, per ampliare le proprie opportunità di business, decida di aprire nuovi stabilimenti all’estero, così alcuni appartenenti a una cosca emigrano dal loro territorio di origine alla ricerca di nuovi e più vantaggiosi affari. E dove trovano terreno fertile attecchiscono e impongono la loro logica.
12.mondo cinema
Resistenza naturale quando la passione green diventa un film E’ uscito nelle sale italiane il 29 maggio scorso il film documentario “Resistenza Naturale” di Jonathan Nossiter. Una produzione italo-francese distribuito dalla Lucky Red, che ha voluto indagare sulla bontà di quello che beviamo, cercando di capire se la dicitura DOC è sinonimo di qualità legata al territorio di provenienza o solo il segno dell’appartenenza ad una corporazione, che decreta la commerciabilità di un prodotto. Al centro del docu-film di Nossiter, che aveva già raccontato del nettare di Bacco 10 anni fa con la pellicola “Mondovino”, quattro vignaioli - Corrado, Elena, Giovanna e Stefano - protagonisti di una coltivazione consapevole e di un
ritorno al fare agricoltura nel rispetto della terra e del prodotto. La pellicola racconta la storia di quattro viticoltori Italiani che conducono la vita che molti sognerebbero di fare: Giovanna in un ex convento riconvertito in azienda agricola in Toscana, raccontano di un legame vitale con la cultura etrusca. Corrado, rifugiato dall’industrializzata Milano nella fattoria di famiglia nel magico territorio marchigiano, lotta per un idea di giustizia sociale gioiosa. Elena, ex libraia nei Colli Piacentini, guida l’azienda vinicola del padre portandola verso un futuro utopico, ma anche realizzabile e infine Stefano Bellotti, il Pasolini degli agricoltori, un poeta contadino nella sua fattoria ecologicamente radicale nel Piemonte. Dal loro impegno, in cui non è previsto alcuna aggiunta chimica, nasce un vino personale e fortemente legato al territorio di appar-
tenenza. Nulla di sbagliato, verrebbe da dire, tranne per il fatto che la DOC li considera dei “fuori legge” per il semplice fatto di non voler manomettere e omologare qualitativamente il loro vino per renderlo vendibile sugli scaffali di un supermercato a grande distribuzione. E’ evidente che l’indipendenza ha un prezzo, così come l’imposizione della propria unicità. Ma il vino nasce per essere unico e diverso, esattamente come lo è la natura che lo produce. Nossiter, in questo film, accende la telecamera e registra il racconto del reale, dove l’umanità, la passione e l’ardore dei suoi vignaioli si manifestano e - attraverso le loro parole - non solamente si viene coinvolti da una allegria rivoluzionaria impossibile da provare in altri ambiti, ma si scoprono i trucchi con cui la “moderna” agricoltura si prende gioco di noi e della qualità di ciò che consumiamo. Per que-
sto i quattro, davanti alla scatola magica del regista, mostrano una possibilità alternativa fino a rendere lo spettatore più consapevole, qualunque sia la scelta che poi egli abbraccerà. Il film ha ricevuto ottime critiche, soprattutto perché – pur avendo la struttura narrativa di un documentario – racconta di legami, passioni e sentimenti, come in una love story che si consuma fra terra e cielo, alla ricerca di una speranza. Dal sito sul cinema movieplayer citiamo la recensione che meglio racconta quello che il film vuole essere: “Il documentario di Nossiter è un film emozionante e partecipe che tutti dovremmo vedere almeno una volta per imparare che la diversità e l’unicità sono dei valori, soprattutto nella terra e nei suoi prodotti, da difendere strenuamente per la sopravvivenza della nostra cultura.”
mondo alimentazione .13
Una sana alternativa al caffe’ La pizza, gli spaghetti e il caffè espresso: nell’immaginario collettivo sono queste le tre cose delle quali “un italiano vero” non potrebbe mai fare a meno. Eppure, negli ultimi anni, il consumo di bevande alternative al caffè sta notevolmente aumentando a causa dell’azione negativa spesso esercitata dalla caffeina nelle persone più sensibili. Se da un lato l’espresso è la bevanda più consumata, soprattutto al mattino per dare quel tocco di energia necessaria per iniziare la giornata, contemporaneamente può creare o accentuare alcuni problemi. La caffeina infatti irrita le mucose gastrointestinali e, grazie anche alla capacità di agi-
re sul sistema nervoso centrale, può causare irritabilità, ansia, insonnia, palpitazioni cardiache. Inoltre l’abitudine al caffè porta ad assuefazione, ciò conduce inevitabilmente ad aumentare le dosi assunte durante la giornata. Per evitare di incorrere a tutto ciò, ci vengono in aiuto i sostituti del caffè, tra questi quello più conosciuto è sicuramente il caffè d’orzo, molto usato dai contadini agli inizi del XIX secolo. Ma sono tante le bevande alternative biologiche e legate alla tradizione erboristica alle quali si può far ricorso. Un energizzante eccellente e meno incisivo sulla salute degli assuntori è il succo di erba di grano, un concentrato di vitamine, minerali e sostanze nutritive che, grazie alla sua facile digeribilità e rapida assimilazione, non e’ solo un energizzante ma anche un ottimo integratore naturale. Anche l’erba mate è un’ottima scelta per ricaricarsi di energia.
Questo tipo di “erba” , consumata ampiamente nel Sud America ha un sapore buonissimo sia consumata fredda che calda, e contiene anche potenti antiossidanti e può anche accelerare la perdita di peso, ovviamente se accompagnata da uno stile di vita sano. Un altro alleato del benessere è la radice di ginseng, alla quale sono associati un sacco di benefici ulteriori oltre all’effetto rinvigorente, come ad esempio il rinforzamento del sistema immunitario, la diminuzione dello stress e il miglioramento delle funzioni digestive. Quando si sceglie questo tipo di alternativa bisogna fare attenzione: è necessario sceglierne attentamente la qualità e verificarne gli effetti, poiché esso potrebbe portare agitazione tanto quanto il caffè. Fra le “ricette segrete del benessere” pare vi sia anche il cacao crudo, (non tostato, in modo che mantenga le sue proprietà nutriti-
ve integre) ridotto in polvere e servito in tazza con acqua calda. Per renderla ancor più buona ed energizzante inoltre potremmo aggiungere nella stessa tazza anche un cucchiaino di polvere di maca. Se si è dei caffeinomani e si ha intenzione di disintossicarsi, anche in visione delle vacanze estive, ci sono alcune semplici regole che vengono suggerite a quanti corrono il rischio di subire l’effettoastinenza da caffè. Innanzitutto è indispensabile idratarsi in maniera corretta e costante: pare sia basilare bere una tazza di acqua tiepida appena svegli e poi a colazione scegliere una delle bevande sostitutive suggerite. Una corretta idratazione faciliterà l’eliminazione delle tossine del caffè e non solo. Sarà importante poi assumere alimenti ricchi di vitamina C e fare movimento ogni giorno: la sedentarietà stanca e anche una semplice camminata di 30 minuti andrà bene.
14. mondo riciclo
Un mondo riciclato Sono più di 20 le realtà italiane che fanno capo al progetto di Freecycle, da Aosta a Napoli, ma la rete di casa nostra non è ancora fitta quando si dovrebbe. Eppure Freecycle è un progetto di riutilizzo dei beni molto diffuso negli USA quanto in Europa. In alternativa alle discariche, dove gli oggetti usati vengono stoccati o bruciati, Freecycle promuove il regalo di tutto quello che può essere riutilizzato e riciclato attraverso dei centri di distribuzione in tutto il mondo. La rete è stata ideata da Deron Beal, un ambientalista dello stato dell’Arizona, che nel 2003 creò una prima mailing list per smaltire vecchi oggetti.
Nel maggio 2013 l’organizzazione ha festeggiato i primi 10 anni di attività, nel corso dei quali essa è cresciuta fino a contare più di 110 paesi e coinvolgendo più di sette milioni e mezzo di persone attive in 5.141 gruppi. Il Freecycle Network è aperto a chiunque, ed ha sedi in tutto il mondo. La regola principale è: “Everything posted must be free, legal, and appropriate for all ages” ossia “Tutto deve essere gratuito, legale e adatto a tutte le età”. La filosofia dei gruppi locali di Freecycle è semplice e condivisibile: fa incontrare persone che hanno cose di cui vogliono liberarsi con persone che possono utilizzarle. “Il nostro obiettivo e’ di tenere lontani dalla discarica oggetti che sono ancora utilizzabili. - dicono i promotori - Facendo uso di ciò che già abbiamo su questa terra, riduciamo il consumismo, (rendiamo
necessario) produrre meno beni, e riduciamo il nostro impatto sul pianeta. Un altro aspetto positivo dell’uso di Freecycle e’ che incoraggia a liberarsi di oggetti di cui non abbiamo più bisogno e che promuove il coinvolgimento nella comunità locale.” Su Freecycle si trovano oggetti che sono inutili per chi li offre per vari motivi: perché funzionano bene ma non perfettamente, e il proprietario non vuole perdere tempo a farli riparare; perché sono obsoleti (ci sono tanti annunci per televisori CRT); perché non ha tempo per pubblicare un annuncio; perché si e’ stufato dell’oggetto. Ci sono spesso delle stampanti a getto d’inchiostro, in quanto cambiare cartuccia può costare più che acquistare una nuova stampante. Nonostante le controversie anche legali elative al nome “Freecycle”,
di cui il network fondato da Beal ha -invano- tentato in più occasioni di appropriarsi univocamente (l’unica proprietà intellettuale che può legalmente rivendicare è il logo grafico, ma non la parola in sé), il concetto di “freecycling” è di pubblico dominio, e si tratta di un nome contratto formato dalle espressioni inglesi “free” (gratuito), e “recycling” (riciclo); consiste proprio nell’attività di cedere, ed acquisire, a titolo completamente gratuito, degli oggetti ancora utilizzabili di cui l’attuale proprietario vuole disfarsi, in modo che il loro ciclo vitale prosegua, e si eviti da una parte di affollare le discariche con rifiuti di valore, e dall’altra di alimentare il ciclo produttivo industriale necessario a immettere sul mercato nuovi esemplari, di fatto riducendo l’impatto ambientale dello smaltimento per ben due volte.
mondo salute .15
Strategie salva-caldo Quando l’aria condizionata o le finestre spalancate non bastano a tenere sotto controllo il caldo, anche l’alimentazione può venire in aiuto – specialmente se si resta in città e si deve combattere con l’afa. Come ogni anno,all’affacciarsi dell’estate, si leggono su riviste e giornali le soluzioni più disparate per tentare di sopravvivere alla bella stagione e alle sue temperature infuocate, qui segnaliamo il decalogo diffuso dal Ministero della Salute. • Rispettare quotidianamente il numero e gli orari dei pasti, soprattutto la prima colazione, che
deve essere privilegiata rispetto agli altri pasti. • Aumentare il consumo di frutta e verdura di stagione e yogurt, senza tralasciare la frutta secca, ricca di grassi “buoni”, minerali e fibre, ma senza ma senza esagerare, perché ricca di calorie. • Preparare i piatti con fantasia, variando gli alimenti anche nel colore, che è dato dalle sostanze ad azione antiossidante. • Moderare il consumo di piatti elaborati e ricchi di grassi. • Privilegiare cibi freschi, facilmente digeribili e ricchi in acqua e completare il pasto con la frutta. • Consumare un gelato o un frullato può essere un’alternativa al pasto di metà giornata. • Evitare pasti completi con primo, secondo e contorno quando, durante soggiorni in albergo
o in viaggio, è più facile che si consumi al ristorante sia il pranzo che la cena. • Consumare poco sale e preferire sale iodato. Per gli ipertesi può essere utile consumare sale iposodico o asodico. • Rispettare le modalità di conservazione degli alimenti. Mantenere la catena del freddo per gli alimenti che lo richiedono. Ricordare che cibi conservati a lungo in frigorifero rischiano un peggioramento nutrizionale e una contaminazione da microrganismi. • Bere almeno 1 litro e mezzo di acqua al giorno. Moderare, invece, il consumo di bevande con zuccheri aggiunti. Limitare anche il consumo di alcol. Con il grande caldo è sempre prudente e consigliabile fare particolare attenzione allo stato di
salute ed idratazione dei bambini e degli anziani, le fasce della popolazione più a rischio malessere durante l’estate. Innanzitutto occhio all’orologio: evitate che escano nelle ore più calde della giornata, tra le 12 e le ore 17: il rischio di un colpo di calore è troppo elevato, e fate in modo che non dimentichino mai il cappello. Poi, arieggiate l´ambiente dove vivete, anche utilizzando un ventilatore (da preferire all’aria condizionata), e insistete perché consumino pasti leggeri, dando la precedenza a pasta, frutta, verdura, gelati alla frutta. In caso di mal di testa dopo una prolungata esposizione al sole, fare impacchi con acqua fresca per abbassare la temperatura corporea. Dite “No” alle cure fai-date: per chi soffre di ipertensione, mai interrompere né sostituire di autonoma iniziativa i farmaci, consultare sempre il medico.
Mensile omaggio in abbinamento a La Pulce Il Fè Il Rò Il Rigattiere in edicola - Biosfera,mensile di sviluppo sostenibile - EDITORE: Edit Italia s.r.l a Socio Unico - Ravenna, Piazza Bernini, 6 – Tel.0544.511311 – Mail info@edititalia.it - Concessionaria: Publimedia Italia S.r.l.- Ravenna, Piazza Bernini, 6 – Tel.0544.511311 – Ferrara, Viale Cavour n.21-Tel.0532.200033 - Mail: info@publimediaitalia.com – Registrazione Tribunale di Ravenna n. 1343 dell’ 11/01/2010 Direttore Responsabile: Gian Piero Zinzani - Stampa CSQ (BS) - Biosfera offre esclusivamente un servizio, non riceve provvigioni sulle contrattazioni, non effettua commerci, non è responsabile per la qualità, provenienza, veridicità e puntualità di uscita delle inserzioni e neppure per le conseguenze dirette e indirette che possono derivare dalla non corrispondenza di tali dati alla realtà. La direzione si riserva comunque, a suo insindacabile giudizio, di cestinare annunci. Edit Italia S.r.l. a Socio Unico precisa che tutte le inserzioni recanti dati personali e/o sensibili ai sensi del D.L. 196/2003, sono state pubblicate previa informativa all’interessato e espresso, diretto e specifico consenso dello stesso alla diffusione dei predetti dati ai sensi del D.L. 196/2003. Questo periodico è aperto a quanti desiderino manifestare il loro pensiero, senza recare pregiudizio ad altri, ai sensi dell’art.21 della Costituzione e, pertanto, la sua Redazione è disposta a ricevere testi scritti, fotografie, immagini ed altro materiale dai lettori. Tuttavia, l’eventuale pubblicazione, anche in via telematica, di quanto inviato alla Redazione di questo periodico, è a totale discrezione della Redazione medesima. In ogni caso l’eventuale pubblicazione non determina la costituzione di alcun rapporto di collaborazione dei lettori con la stessa Redazione e/o con l’Editore, né obbligo di pagamento di alcun importo da parte della Redazione e/o dell’Editore del periodico. L’invio del materiale è a titolo gratuito. Quanto inviato alla Redazione, anche se non pubblicato, non verrà restituito al mittente. Per l’invio del materiale l’indirizzo è info@edititalia.it - È vietata la riproduzione totale o parziale di foto, marchi e testi. Copyright, tutti i diritti sono riservati ad Edit Italia S.r.l. a Socio Unico.
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