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MARZO 2015 mensile anno 6 numero 03
IL RISVEGLIO DELLA TERRA
redazione.biosfera@edititalia.it
Dopo un inverno rigido e piovoso come quello che ci stiamo lasciando alle spalle la parola d’ordine per il mese di marzo è “rinascere”: urge scrollarsi di dosso grigiore e stanchezza per vivere tutto il meglio della bella stagione che sta per arrivare! Un piccolo suggerimento questo mese su tutti: con la primavera lasciamoci tentare sempre più spesso dal-
la voglia di vivere all’aria aperta, a stretto contatto con la natura. Avremo così l’energia giusta per affrontare le nostre giornate e aiuteremo i nostri bambini, come vedrete dalle pagine che seguono, ad amare l’ambiente e a diventare adulti consapevoli. Non facciamoci scoraggiare però dalle allergie che la primavera porta con sé: in doppia pagina
troverete il “dossier” con i consigli per non soccombere ai pollini e vivere questa stagione in tutta libertà. Quale miglior modo di recuperare il contatto con la natura se non quello di coltivare un piccolo orticello domestico? Sulle prossime pagine scoprirete chi sono gli hobby farmers e le loro abitudini… E se deciderete di entrare a far parte del “club”,
ecco pronto un pratico vademecum per realizzare il compost con le vostre mani, così avrete dell’ottimo concime naturale e farete del bene all’ambiente. Vi è venuta già voglia di provare? Bene. Non c’è altro da fare che compiere il primo passo… Naturalmente dopo aver scorso le pagine di questo numero tutto nuovo!
dal 7 al 14 marzo
Gran Compleanno! G anno! no! RAVENNA via Panfilia, 66 - Tel. 0544 66658 via Faentina, 121 - Tel. 0544 502490 FORLÌ viale Italia, 22 - Tel. 0543 36560 CESENA via G. Marinelli, 27 (zona barriera) - Tel. 0547 26897 NaturaSì Romagna
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IL MOVIMENTO COME FARMACO tutti i benefici dell’attività fisica
Un toccasana per il sistema nervoso
Un prezioso alleato per prevenire diverse patologie
L’esercizio fisico è uno stimolatore graduale del metabolismo energetico ma anche del sistema nervoso, infatti Migliora lo stato fisico e l’umore, è in grado, attraverso la produzione di contribuendo a prevenire diversi tipi adrenalina, di dare ‘una scossa’ al sidi disturbi. Negli ultimi anni numestema nervoso aiutando così a tenere rose ricerche attestano in maniera sotto controllo ansia, depressione e concorde che il movimento ha delle psicosi varie. “Pur non potendo sostiimplicazioni positive sullo stato di tuirsi ai trattamenti farmacologici è salute e sulla prevenzione e cura delun ottimo coadiuvante -chiarisce Role problematiche cardiovascolari (dal magnolo-. Spesso poi le malattie del controllo della pressione arteriosa a sistema nervoso portano ad un impiquello dei livelli di colesterolo e trigrimento e ad un mancanza di progetgliceridi). L’attività fisica è consigliaIl dottor Fabio Romagnolo della Farmacia Comunale n.8 a Ravenna tualità, ecco allora che impegnarsi in ta anche nel trattamento del diabete, un’attività fisica può aiutare a facilitaperché migliora la tolleranza al glucore la vita di relazione stimolando ad uscire di casa per stare all’aria aperta”. sio (nel caso del diabete di tipo 2 non insulino dipendente) e in caso di osteoporosi, poichè contribuisce alla solidità dell’apparato scheletrico.
In farmacia parametri sotto controllo con il ‘Pacchetto salute‘
“Come farmacisti comunali diamo un supporto specifico al paziente - spiega il dottor Fabio Romagnolo della Farmacia Comunale n.8 a Ravenna -. In tutte le nostre strutture è disponibile il ‘Pacchetto salute’, una proposta di monitoraggio veloce ed economica che comprende una serie di esami (glicemia, colesterolo totale, colesterolo hdl, colestelerolo ldl, trighliceridi, pressione arteriosa e peso) da effettuarsi con una certa regolarità per tenere sotto controllo il proprio stato di forma”. Se si riscontrano valori alterati non ancora patologici il farmacista può consigliare di aumentare il movimento come valido sostituto di farmaci o integratori. In caso di valori fuori norma il farmacista consiglierà invece il ricorso alle cure del medico. “Non è importante fare un’attività specifica, l’essenziale è che sia di tipo moderato, senza picchi di prestazione, costante e durevole. Chi fa fatica a camminare può scegliere di fare un giro in bicicletta o un corso specifico in palestra in base all’età. L’ideale sarebbe fare esercizio per almeno 45 minuti al giorno tre volte alla settimana”.
Fa bene a tutti
Il movimento fa bene a tutti, anche in assenza di patologie. “Nel mondo moderno la sedentarietà è in aumento, ci siamo abituati alle automazioni dei trasferimenti e dei servizi ma l’essere umano non è fatto per la staticità”. Oltre a contribuire alla prevenzione di alcune patologie l’esercizio fisico contribuisce all’equilibrio psicofisico generale ed è positivo anche per i bambini.
Parola d’ordine: moderazione
Qualunque sia l’attività praticata, è importante mantenere il battito cardiaco sotto ad un certa soglia, perché è il rilevatore dell’intensità dell’impegno. “Un altro indicatore è quello di riuscire a conversare, finché riusciamo a parlare vuole dire che è tutto ok, altrimenti vuol dire che stiamo esagerando - conclude Romagnolo -. Da ultimo è importante non trascurare lo stretching: soprattutto d’inverno è importante dedicare qualche minuto all’allungamento muscolare, prima e dopo l’allenamento, per evitare fastidiosi strappi o contratture”. T.R.
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mondo tradizioni .3
LÒM A MERZ, QUEI FUOCHI MAGICI CHE CELEBRANO LA PRIMAVERA Il significato di un’antica tradizione romagnola tornata più viva che mai, grazie alla passione per le proprie radici e un’associazione di imprenditori agricoli… Gli ultimi giorni di febbraio e i primi di marzo le campagne romagnole si riempiono di fuochi che illuminano i campi: si tratta dei Lòm a Merz (i lumi di marzo), un’antica tradizione contadina che, caduta in disuso dopo gli anni trenta del ‘900, sta avendo una nuova diffusione grazie anche all’associazione “Il Lavoro dei Contadini”. “La Romagna è una terra storicamente votata all’agricoltura e l’agricoltura, come molte altre attività ‘all’aperto’ era, ed è tutt’ora, soggetta alle avversità metereologiche – spiega Emiliaromagnaturismo.it, sito ufficiale dell’informazione turistica della regione -. Così
la tradizione contadina del passato voleva che per scongiurare la malasorte venissero fatti dei riti propiziatori, come i fuochi magici: i “Lòm a Merz”, per l’appunto. L’accensione di falò propiziatori intendeva celebrare l’arrivo della primavera e invocare un’annata favorevole per il raccolto nei campi, ricacciando il freddo e il rigore dell’inverno. Il suo significato era quello di incoraggiare e salutare l’arrivo della bella stagione, bruciando i rami secchi e i resti delle potature. Per questa occasione ci si radunava nelle aie, si intonavano canti e si danzava intorno ai fuochi (al fugarèn), mangiando, bevendo e soprattutto divertendosi”.
“In questo contesto il fuoco otteneva il significato di una presenza necessaria al dialogo con le forze vitali e creative della natura – spiega R@cine, Ravenna Civic Network, Rete civica dei Comuni e della Provincia di Ravenna -. Forze che dopo i rigori dell’inverno tornavano a far sfoggio di sé riportando alla vita le colture.
Nei campi, all’imbrunire, vicino alle case di campagna, come tradizione impone, vengono accesi dei grandi falò attorno ai quali prendono vita iniziative e incontri sulla tradizione e la cultura contadina romagnola. Il tutto arricchito da balli, spettacoli, mostre e dalla degustazione di vini e cibi tipici dell’enogastronomia locale.
Da qui, e soprattutto dall’associazione ‘Il Lavoro dei Contadini’, è arrivata la voglia di riprendere questa antica tradizione, attraverso momenti conviviali e magici al tempo stesso, nei comuni e nei territori della Romagna rurale.
Ad animare le belle serate alla luce del fuoco ci pensano scrittori, cuochi, sommelier, maestri artigiani, cantastorie, antropologi”. Un’esperienza certamente da non perdere per fare un autentico tuffo nel passato e celebrare la bellezza, la convivialità e la natura.
4. mondo ambiente
INQUINAMENTO, IN EMILIA ROMAGNA NEL 2014 SI È RESPIRATA UN’ARIA PIÙ PULITA Solo 5 capoluoghi su 10 non hanno rispettato i limiti delle polveri sottili; ma il 2015 non parte con il piede giusto Il 2014 ha riservato un’aria più pulita del solito per i cittadini dei capoluoghi dell’Emilia Romagna, “Solo” cinque su 10, infatti, hanno sforato i 35 giorni di superamento dei limiti di PM10 concessi dalla normativa, si tratta di Modena, Parma, Piacenza, Rimini e Reggio Emilia: a spiegarlo è il dossier Mal’ARIA di Legambiente, che continua spiegando come “I dati di gennaio 2015, però, purtroppo mostrano già un peggioramento della situazione. Tutti i capoluoghi hanno infatti già superato i dieci giorni di sforamenti, nel solo mese di gennaio – continua Legambiente -, con Parma già a quota 20 e Reggio Emilia a quota 15. Dati estremamente preoccupanti, che ricordano la necessità di mettere in campo subito azioni per migliorare la qualità dell’aria così pesantemente compromessa nella zona del bacino padano.
Ricordiamo la recente decisione dello IARC (l’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro) di inserire l’esposizione all’inquinamento dell’aria – sottolinea Legambiente - e in particolare ad elevati livelli di particolato atmosferico, come cancerogeno di gruppo 1: l’inquinamento dell’aria infatti, è direttamente collegato ad un peggioramento delle condizioni di salute, specialmente dei soggetti più deboli come bambini, anziani, asmatici. Non a caso Legambiente Emilia Romagna è partner del progetto Life europeo LIFE13 ENV/ES/000603 “Photocitytex”, che si pone l’obiettivo di verificare le potenzialità dei materiali tessili con proprietà fotocatalitiche, nella riduzione delle concentrazioni di inquinanti nell’aria. Il progetto prevede la sperimentazione di tali tessuti all’interno del cortile di
una scuola spagnola, ubicata nei pressi di una grossa arteria stradale, per verificare l’utilità futura dell’utilizzo di tali materiali su larga scala, per la riduzione degli inquinanti atmosferici. E’ indispensabile che la nuova giunta riprenda immediatamente in mano il PAIR 2020 e ne acceleri l’approvazione, evitando di dimenticarlo in un cassetto. E’ fondamentale che trovino al più presto attuazione le misure contenute nel piano, e siano coordinate con politiche di promozione della mobilità pubblica su ferro con attenzione all’intermodalità (il caso della cancellazione dell’abbonamento bici+treno non è un buon segnale), delle aree pedonali e delle zone a traffico limitato, oltre che della mobilità ciclabile. Serve anche maggiore spinta
verso la riqualificazione urbana – continua Legambiente -, con meccanismi che favoriscano l’efficientamento energetico degli edifici delle nostre città. Tutte azioni che potrebbero essere finanziate dirottando gli investimenti previsti per nuove strade ed autostrade, come il passante Nord di Bologna o la Cispadana. Associate a queste politiche strutturali di medio termine – conclude Legambiente -, ribadiamo la necessità di intervenire con misure emergenziali come quella di abbassare il limite di velocità in autostrada fino a 110 chilometri orari durante i lunghi periodi di superamenti continuativi dei livelli di PM10, e ricordiamo l’importanza delle giornate di blocco del traffico”.
mondo bambini .5
INSEGNIAMO AI BAMBINI IL RISPETTO DELL’AMBIENTE CON OTTO TRUCCHI SEMPLICI E DIVERTENTI! Le abitudini acquisite durante l’infanzia non si dimenticano facilmente: così i piccoli di oggi saranno gli adulti “green” di domani… Insegnare ai bambini a rispettare l’ambiente e le innumerevoli risorse che ci offre è uno dei grandi compiti che spetta ad ogni genitore. Il futuro del pianeta è nelle loro mani ed è importante gettare solide fondamenta fin da piccoli. Ecco 8 modi suggeriti dal Waterzine “In a bottle” per educare i bambini ad amare l’ambiente che li circonda. 1. Dare il buon esempio -È risaputo che i bambini emulano ciò che fanno i genitori. Molte volte è più d’impatto un gesto di mille parole. Vivere rispettando l’ambiente è, quindi, una della lezioni più significative e producenti che possano ricevere. 2.Vivere nel verde - Toccare con mano e crescere in mezzo alla natura è il primo passo per imparare a rispettarla. Una passeggiata all’aria aperta o un pomeriggio al parco sono l’ide-
ale per fargli scoprire e conoscere le bellezze della natura. Molti studi dimostrano, inoltre, che giocare e trascorre il tempo libero respirando aria “buona” è un ottimo toccasana per la salute. 3.Dove vanno plastica, carta e vetro? Capire che ogni oggetto ha una propria vita ed è diverso dagli altri è indispensabile per crescere con una mentalità “green”. È importante imparare fin da piccoli che le bottiglie di plastica, carta e vetro devono essere divisi e gettati in appositi contenitori. Se li si abitua a farlo tra le mura domestiche gli verrà più facile e spontaneo farlo ovunque si trovano. 4. Piccole responsabilità crescono - Coinvolgerli in un progetto, farli sentire protagonisti e artefici di un mondo migliore è un modo divertente e utile per imparare. Acquistare una pianta e assegnare
a loro il compito di prendersene cura può aiutarli a coltivare il famoso pollice verde e a capire ciò di cui ha bisogno come la luce e l’acqua. 5. L’acqua è preziosa - Ciò che l’ambiente ci offre ha un valore e non deve essere sprecato. Insegnare ai bambini a chiudere il rubinetto quando si lavano i denti o si fanno la doccia è una regola d’oro che va impressa nella loro quotidianità come un gesto ovvio e naturale. 6. Spegni la luce e accendi l’ambiente - Un’altra piccola attenzione, che è giusto far propria fin da bambini, è di spegnare la luce ogni volta che si esce da una stanza. L’inquinamento luminoso e lo spreco energetico sono una delle problematiche più dibattute e sentite dei nostri tempi. Crescere con la consapevolezza che tutti nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa per un migliorare
la realtà è straordinario. 7. Usa e getta? No grazie Quando i giocattoli sono vecchi o i vestiti non vanno più bene non vanno buttati. La parola d’ordine è riciclare. Tutto può avere una seconda vita. I bambini devono imparare a condividere e a donare. Qualcuno meno fortunato di loro può far rivivere quegli oggetti. 8. Imparare giocando - Per avvicinare i piccoli all’ambiente e al suo immenso valore non bisogna, però, solo imporre delle regole da seguire. Oggi esistono delle app e dei giochi interattivi che, stimolando la loro creatività, li rendono più sensibili e coscienti di ciò che li circonda. Anche le favole della buonanotte possono essere utili. Farli viaggiare con la fantasia con supereroi “green” è un trucco infallibile.
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VERSIONE: AM CS 18/06/2014
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mondo ambiente .7
COMPOST FAI DA TE: TRASFORMA I RIFIUTI ORGANICI IN CONCIME BIOLOGICO! Tanti vantaggi per te e per l’ambiente da provare in 9 semplici step Fare il compost in casa offre tantissimi vantaggi: i rifiuti organici di casa e giardino sono presto smaltiti, gli uccelli trovano nel compost numerosi piccoli insetti di cui nutrirsi e si avrà un concime biologico gratuito già in casa. “Grazie all’alto contenuto di sostanze nutritive e alla capacità di immagazzinare acqua, la terra di compostaggio è ottimale per il miglioramento del terreno”, a spiegarlo è OBI, catena europea del bricolage, che offre degli spunti semplici e interessanti per poter realizzare dell’ottimo compost fai da te. “La terra di compostaggio – spiegano gli esperti di OBI - si forma attraverso un processo di decomposizione e trasformazione di materie organiche, a cui prendono parte microorganismi, isopodi, antinomiceti e lombrichi. E‘ ideale per concimare la superficie del terreno, ma non è adatta per le colture essendo troppo ricca di sostan-
ze nutritive. Mischiata a terra e sabbia diventa un buon terriccio per fiori. Il compostaggio viene utilizzato in modo specifico sia in giardino che in agricoltura, in modo da trasformare le sostanze in terriccio in modo veloce e controllato”. Ecco tutti i passaggi per creare del compost di qualità: Creare Potete creare un mucchio di compost quando volete (fatta eccezione per i periodi a rischio gelo). La stagione ideale è l’autunno, ovvero quando in giardino si produce la maggiore quantità di scarti. Base Nel punto in cui deve sorgere il mucchio di compost, scavate una buca profonda 15 cm e larga quanto la base del mucchio stesso (p.es. 1,50mx1,50 m) e create un drenaggio: in caso di terreno argilloso riempite la buca con uno strato di sabbia,
in caso di terreno sabbioso riempitela con uno strato di terreno argilloso. Costruzione Un mucchio di compost necessita di calore, aria e umidità. Viene eretto a strati in modo da lasciar defluire l’acqua e circolare l’aria. Lo strato più basso deve essere formato da rifiuti di grossa pezzatura (tagli di siepi, pezzi di alberi sminuzzati, ecc.) accatastati a strati alterni. Strato intermedio Tra questi strati alti 20/25 cm di rifiuti misti bisogna inserire uno strato sottile intermedio di concime animale, ricco di azoto, e di calcio (attenzione: solo spolverizzare!). Chiusura Un mucchio di compost dovrebbe essere più stretto in alto ed essere alto al massimo 1,50 m. Come copertura si consiglia uno strato protettivo di foglie, paglia oppure di erba tagliata.
Troppo umida?Troppo secca? Se il mucchio di compost è troppo umido, significa che è poco arieggiato e rischia di marcire. Il mucchio di compost deve essere arieggiato e rivoltato. Se è troppo secco significa che il compost crea troppo calore. Quindi, in caso di siccità, annaffiate il mucchio di compost. Rivoltare Operazione da fare in primavera in caso di grandi mucchi di compost. Rivoltate il compostaggio smuovendo il materiale dall’esterno all’interno e viceversa. Distribuire Dopo nove mesi il compost è pronto e può essere distribuito in giardino. Il periodo migliore per tale operazione è l’autunno. Setaccio Tramite un apposito setaccio potrete setacciare ulteriormente il terriccio di compostaggio venutosi a creare.
8. mondo salute
ALLERGIE DA POLLINI, I CONSIGLI GIUSTI PER VIVERE LA PRIMAVERA IN TUTTA LIBERTÀ Cosa fare e cosa evitare per tenere a bada gli attacchi, i luoghi più a rischio, l’asma da temporale Le allergie respiratorie rappresentano la forma più diffusa di allergie in Europa e nel mondo. In generale, la diffusione delle malattie allergiche sta aumentando in tutta Europa e, anche a causa del cambiamento climatico, non è più limitata a stagioni o ambienti specifici. Spina nel fianco della stagione primaverile, a cui andiamo incontro, è invece l’allergia ai pollini (o pollinosi), caratterizzata prevalentemente da lacrimazione, starnutazione e talvolta tosse e asma. Ecco alcuni consigli utili, stilati dal
Ministero per la Salute, per convivere serenamente con questa patologia respiratoria. - In presenza di sintomatologia che possa far sospettare un’allergia respiratoria, la prima cosa da fare è rivolgersi al proprio medico curante e/o allo specialista allergologo per la corretta diagnosi e l’identificazione dell’allergene (o degli allergeni) per cui si è sensibilizzati, per stabilire un corretto programma preventivo-terapeutico da
mettere in atto prima dell’inizio della stagione pollinica. - A scopo preventivo possono essere anche consigliati, quando è possibile, brevi soggiorni in clima marino durante il periodo della pollinazione, dato che al mare la concentrazione atmosferica dei pollini è relativamente bassa. - Consultare settimanalmente i calendari pollinici per conoscere il periodo di fioritura delle piante responsabili delle manifestazioni allergiche.
Durante i periodi di pollinazione è importante evitare: - Le uscite nelle ore di maggiore concentrazione pollinica, preferendo le uscite in prima mattina o tarda serata - Le gite in campagna, soprattutto se è presente vento e, in special modo, non passeggiare nei prati dove sia stato fatto di recente il taglio dell’erba - I viaggi in macchina o in treno con i finestrini aperti. Se si viaggia in macchina, usare pre-
mondo salute .9 feribilmente un impianto di aria condizionata, munito di filtri di aerazione anti-polline - Le attività all’aperto nelle ore centrali della giornata, soprattutto nelle giornate soleggiate e ventose - Fare attenzione agli eventi temporaleschi - In casa tenere chiuse le finestre durante le ore centrali della giornata. È importante ricordare che solo alcune famiglie vegetali sono in grado di liberare pollini allergenici. Tra queste al primo posto come causa di pollinosi in Italia troviamo le Graminacee (mazzolina, codolina, gramigna dei prati ecc), erbe diffusissime caratterizzate dalla presenza di spighette di varie dimensioni, che impollinano prevalentemente in primavera, raggiungendo concentrazioni atmosferiche di polline più alte in Italia settentrionale e centrale rispetto all’Italia meridionale dove le temperature più elevate tendono a determinare un più precoce essiccamento di queste erbe. Un’erba altamente allergenica è la Parietaria, una Urticacea che cresce soprattutto in Italia meridionale, in particolare nel napoletano. Essa ha un lunghissimo periodo di fioritura che va in genere da marzo a luglio e da settembre a fine ottobre. Potere allergenico hanno anche le Composite, che impollinano durante la stagione tardo-estiva autunnale. Tra di esse troviamo l’Assenzio (Artemisia vulgaris) e l’Ambrosia. Quest’ultima, introdotta in Italia dagli USA, è un’erba infestante che cresce in prati asciutti e soleggiati, lungo gli argini dei fiumi, sui margini delle strade e in genere nei terreni abbandonati, è particolarmente diffusa in Italia settentrionale. Tra gli alberi, potere allergenico hanno soprattutto le Betulacee, le Cupressacee e le Oleacee. La Betulla è attualmente più diffusa che in passato in alcune regioni come la Lombardia dal momento che è stata piantata in nuovi insediamenti urbani per la sua eleganza. Il Cipresso è responsabile di un numero sempre crescente di manifestazioni allergiche, soprattutto rinocongiuntiviti, nel periodo invernale. L’Olivo induce sintomi soprattutto rinitici a volte anche intensi tra fine maggio e giugno, in alcune regioni (Puglia, Campania, Toscana ecc). Esistono poi le cosiddette pollinosi da vicinato, quelle che colpiscono solo chi è molto vicino alla
pianta, come la Mimosa. Anche se generalmente le piante allergeniche sono più diffuse nelle zone rurali che nei centri urbani, la pollinosi colpisce soprattutto chi abita nei centri urbani con elevato traffico automobilistico. E’ stato osservato che l’effetto degli allergeni liberati dai pollini viene potenziato dall’azione degli inquinanti atmosferici emessi dai motori alimentati con derivati del petrolio. Si determina infatti una interazione in atmosfera e a livello delle vie aeree per cui da una parte gli allergeni pollinici diventano più aggressivi per le mucose respiratorie e dall’altra i soggetti esposti hanno mucose già infiammate dagli inquinanti, il che facilita la penetrazione e gli effetti irritativi degli allergeni. Le pollinosi hanno un decorso tipicamente stagionale e in rapporto al loro periodo di insorgenza vengono distinte in pre-primaverili, primaverili ed autunnali. Lo studio in atmosfera con particolari apparecchi per il campionamento delle variazioni della concentrazione dei pollini allergenici ha consentito di preparare i calendari pollinici che hanno importanza in medicina ai fini preventivi e terapeutici. Si è osservato che i temporali che si verificano nel corso della stagione dei pollini possono provocare gravi attacchi di asma nelle persone affette da pollinosi. La cosiddetta asma da temporale (thunderstorm related asthma) è caratterizzata da vere e proprie epidemie di asma, forse causate dalla dispersione di particelle allergeniche respirabili. Considerato quindi che l’umidità ed il temporale possono indurre un aggravamento dei sintomi nasali e bronchiali, è opportuno che, durante le stagioni polliniche, le persone affette da allergopatia respiratoria da pollini evitino di stare all’aperto nelle fasi iniziali di un temporale e stiano in casa, o comunque in un luogo riparato, almeno durante la prima ora del temporale. Se ciò non è possibile è opportuno almeno evitare le inspirazioni profonde coprendo la bocca ed il naso con un fazzoletto. E’ importante tener presente che l’asma bronchiale che insorge nei soggetti pollinosici in corso di temporali durante le stagioni polliniche può essere anche grave.
APPUNTAMENTI GOVERNARE IL TERRITORIO NEL TERZO MILLENNIO
13 marzo 2015 dalle 9,00 alle 13,00
BOLOGNA - TERZA TORRE - VIALE DELLA FIERA 8 A tre anni dalla scomparsa del Prof. Marioluigi Bruschini, Assessore alla Sicurezza territoriale. Difesa del suolo e della costa, Protezione civile della Regione Emilia-Romagna dal 2000 al 2010, la Regione gli dedica un convegno sui temi che lo hanno appassionato e impegnato nei suoi due mandati: il governo del territorio e la sicurezza territoriale.
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27-29 Marzo 2015 Venerdì 27: 14.30-18.30 sabato 28 e domenica 29: 8.30-18.30
QUARTIERE FIERISTICO RIVA DEL GARDA (TN) L’appuntamento per gli amanti della pesca mosca e spinning e per gli appassionati della caccia alpina e di selezione. EXPO RIVA CACCIA PESCA AMBIENTE è diventata in pochi anni un appuntamento imperdibile per appassionati e famiglie. Acquisti a prezzi vantaggiosi, tradizione, folklore e giochi didattici per i piccoli visitatori sono gli ingredienti vincenti di questa fiera. Per maggiori informazioni: www.exporivacacciapescambiente.it
10. mondo alimentazione
SE LA PIZZA DIVENTA PATRIMONIO UNESCO… In pochi mesi raggiunte oltre 200mila adesioni, a supporto della petizione che mira all’inserimento del prodotto italiano nella prestigiosa lista La vera pizza? Tra i simboli del made in Italy e… patrimonio dell’umanità. Sono state consegnate al Presidente della Commissione Italiana Unesco, Prof. Giovanni Puglisi, presso la sede Unesco di Roma in piazza Firenze, le oltre 200mila adesioni raggiunte in pochi mesi dalla petizione per chiedere l’inserimento dell’Arte della Pizza nella “Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità” con l’adesione della Coldiretti alla campagna lanciata sulla piattaforma Change.org insieme all’Associazione Pizzaiuoli Napoletani e alla fondazione UniVerde dell’ex ministro dell’Agricoltura
Alfonso Pecoraro Scanio che ha consegnato le firme insieme a Roberto Moncalvo, Presidente della Coldiretti, Franco Manna, Presidente di Rossopomodoro, Jimmy Ghione, Giuseppe Castiglione, Sottosegretario al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ed Elio Lannutti, Presidente dell’Adusbef Partita a Settembre dal Napoli pizza Village, la raccolta firme ha fatto il giro d’Italia. Nella sola provincia di Ravenna sono state 3.600 le adesioni alla petizione ‘salva pizza’. Il riconoscimento dell’Unesco, spiega Coldiretti, ha un valore
straordinario per l’Italia che è il Paese dove più radicata è la cultura alimentare e la pizza rappresenta un simbolo dell’identità nazionale, è chiaro che garantire l’origine nazionale degli ingredienti e le modalità di lavorazione significa difendere un pezzo della nostra storia, ma anche la sua distintività nei confronti della concorrenza sleale. Un rischio diffuso all’estero e un’occasione per fare chiarezza anche in Italia dove secondo una analisi della Coldiretti quasi due pizze su tre (63 per cento) sono ottenute da un mix di farina, pomodoro, mozzarelle e olio provenienti da migliaia di chilometri di distanza
senza alcuna indicazione per i consumatori. Dal 1 maggio 2015 l’Italia ospiterà l’Expo Universale: “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, dedicata all’agricoltura e alla sostenibilità. È importante che nel marzo 2015 l’Italia, sbloccando la pratica ferma dal marzo 2011, formalizzi al Comitato Intergovernativo dell’UNESCO la candidatura dell’“Arte della pizza” che sicuramente è il prodotto della tradizione italiana più conosciuto al mondo, nella certezza che tal misura contribuirebbe a garantire l’origine italiana degli ingredienti e la qualità igienico sanitaria nella preparazione.
mondo salute .11
ANSIA E DEPRESSIONE? PRESTO UNO YOGURT CI CURERÀ Dagli ultimi studi è emersa l’influenza della microflora intestinale sull’umore e sulla psiche: Così è nata una nuova generazione di probiotici, gli “psychobiotics“, tutti da scoprire Buone notizie per i 450 milioni di persone che al mondo, secondo l’Oms, soffrono di stress: Assolatte rivela che presto potranno migliorare l’umore, vincere l’ansia e combattere la depressione semplicemente mangiando uno yogurt o bevendo un latte fermentato. A far vedere loro la vita in rosa, infatti, penseranno speciali ceppi di fermenti lattici probiotici, quelli che gli studiosi hanno definito “psychobiotics” perché capaci di promuovere su chi soffre di disagi psicologici un effetto benefico simile a quello ottenuto con gli ansiolitici. Il “funzionamento” di questi probiotici è stato svelato solo in parte, spiega Assolatte, e numerosi studi sono tuttora in corso per ap-
profondirli. E’ partito da un anno il progetto quinquennale “MyNewGut”, finanziato dalla Ue e che coinvolge 30 università e centri scientifici di 15 Paesi, e nato per approfondire la conoscenza del microbiota intestinale e per indagare il suo ruolo sul benessere, sullo stato di salute e, soprattutto, sulla prevenzione di disagi e patologie legate al cervello. Quel che è stato sinora accertato è che c’è una relazione stretta tra cervello e intestino (non a caso chiamato “secondo cervello”) e che dunque la composizione e lo stato di salute della microflora intestinale influiscono anche su umore e psiche, in particolare su ansietà e depressione. I meccanismi di azione degli “psy-
chobiotics” sono numerosi e sono stati confermati da test di laboratorio, precisa Assolatte: alcuni probiotici stimolano la produzione o la messa in circolo di componenti neuroattivi nell’intestino, altri inducono delle citochine con effetto anti-infiammatorio (l’infiammazione cronica è spesso legata alla depressione), altri ancora agiscono sull’asse ipotalamoipofisi-surrene (Hpa) e infine alcuni prevengono la morte delle cellule delle aree del cervello deputate all’umore e al comportamento. I primi studi realizzati sugli uomini hanno mostrato un effetto positivo sui pazienti affetti da sindrome da fatica cronica e sulle persone con sintomi evidenti di stress e ansietà, senza provocare controindi-
cazioni o effetti collaterali. Quello degli “psychobiotics” è un terreno di studio molto promettente, che le imprese lattiero-casearie stanno monitorando con attenzione e interesse, aggiunge Assolatte, consapevoli del ruolo prioritario di yogurt e latti fermentati nella modulazione della microflora intestinale e, quindi, nel contribuire a controllare e ridurre l’incidenza di molte patologie, dalla sindrome metabolica ai disagi psicologici. Queste ricerche consentiranno di identificare i probiotici più efficaci e a sviluppare nuovi ingredienti con cui potenziare l’effetto benefico che i probiotici hanno sull’organismo umano.
12. mondo Viaggi Slow
PRIMAVERA SLOW 2015, UN TUFFO NEI TESORI DEL PARCO DEL DELTA DEL PO Dal 21 marzo al 21 giugno tanti appuntamenti ed eventi speciali dedicati a natura, enogastronomia e cultura Tanti luoghi, tante attività, tante emozioni ma con un unico denominatore, il turismo lento alla scoperta della natura: imperdibile anche quest’anno, a giudicare dal ricco programma, la lunga carrellata di eventi di Primavera Slow, tutti ambientati nell’affascinante scenario del Parco del Delta del Po emiliano-romagnolo nei territori di Ravenna e Ferrara, un grande patrimonio di biodiversità. La manifestazione è dedicata agli appassionati di turismo naturalistico ed ecosostenibile che qui si danno appuntamento per scoprire e visitare questo territorio unico a piedi, in barca, in bicicletta, a cavallo, in pulmino elettrico o per partecipare a lezioni di birdwatching e
workshop di fotografia. Primavera Slow è declinata, per l’edizione 2015, in 13 settimane, dal 21 marzo al 21 giugno, con eventi dedicati al birdwatching e al turismo naturalistico, alla fotografia, al cicloturismo, al turismo fluviale, all’enogastronomia, alle tradizioni e cultura, alla didattica ambientale, al turismo sportivo en plein air. Si inizia il primo giorno di primavera, il 20 marzo, con una deliziosa anteprima, una magnifica escursione di birdwatching al faro sul Po di Goro, e si continua, lungo le 13 settimane previste passando attraverso degustazioni - tra cui “Musica con Thè” e Picnic al museo -, escursioni a
cavallo e in carrozza, escursioni a piedi - come quelle lungo “La via dei nidi” – in golf car o in barca: bellissime quelle in Salina e a Valle Campo. Gli amanti della fotografia apprezzeranno invece le mostre, ce ne sono davvero per tutti i gusti: da “Il sale sulla coda” di Roberto Sauli, sull’avifauna presente nella Salina di Cervia e nel Parco del Delta del Po, ai Capanni fotografici e molto altro. Non meno interessanti sono i Laboratori didattici dai suggestivi nomi di “Una notte da gufi”, “Mille bolle blu”, “Primo volo libero”, “Nell’antro magico” e altri ancora. Chi vuole godersi il paesaggio e le attività, senza però fare troppo sforzo, può approfittare delle escursioni
in pulmino elettrico, come quelle “Sulle tracce del cervo della Mesola” e il “Tour in tarabusino nelle Valli di Comacchio”. Nel programma non manca neanche lo sport: con il Nordic Walking e lo slow sport. Conclude la ricca offerta una carrellata di eventi speciali, tra cui i “Birdwatching Days”, le “Comacchio Wellness Walk”, il “Festival della Fotografia Naturalistica”, “Mare e Natura en plein air” - Tre giorni dedicati ai paesaggi, ai sapori e alle tradizioni del territorio nei “lidi nord” -, “Pasqua Slow” e la “XXXVII Sagra del Tartufo”. Per avere tutte le informazioni dettagliate ci si può collegare al sito www.primaveraslow.it
mondo gusto .13
LA RICETTA PADELLATA DI CAVOLO VERZA E PATATE PREPARAZIONE INGREDIENTI per 4 persone:
un cavolo verza
Lavare le patate sotto l’acqua corrente senza sbucciarle. In una pentola portare ad ebollizione abbondante acqua salata e fare sbollentare le patate per circa 10 minuti. Mettere da parte e fare raffreddare.
un aglio
Pulire il cavolo verza eliminando le foglie esterne più dure e tagliarlo a listarelle.
5/6 patate
In una padella soffriggere uno spicchio d’aglio con l’olio e il peperoncino (si può utilizzare quello già tritato oppure quelli secchi interi).
olio evo peperoncino prezzemolo tritato sale
Aggiungere la verza e le patate precedentemente sbucciate e tagliate a fette sottili. Coprire con un coperchio e cuocere per una ventina di minuti mescolando bene per amalgamare e insaporire tutti gli ingredienti. Servire la padellata ben calda spolverizzandola con del prezzemolo tritato.
14. mondo agricoltura
LA CARICA DEGLI HOBBY FARMERS: IL BOOM DEGLI “AGRICOLTORI PER PASSIONE” Sono sempre di più le persone che scelgono di coltivare il proprio orto “in città”, complici la crisi economica e la voglia di magiare cibo più sano La crisi economica ci sta riavvicinando alla coltivazione dell’orto: è quanto emerge dalle analisi Coldiretti condotte in questi ultimi anni, che mostrano la velocissima crescita degli “Hobby Farmers” e le loro abitudini. “Con la crisi fare l’orto è diventato - sostiene la Coldiretti - una tendenza assai diffusa che ha raccolto molti appassionati che possono oggi scegliere tra le tante innovazioni presenti sul mercato anche a seconda dello spazio disponibile. Dall’orto portatile a quello verticale, dall’orto ‘riciclabile’ a quello in terrazzo, da quello rialzato a quello didattico, ma anche l’orto urbano e le tecniche di ‘guerrilla gardening’ che possono essere adottate da quanti non hanno spazi disponibili per piantare ortaggi e frutta nei terreni dei centri delle città”.
Coldiretti ha sottolineato come la crisi economica ricordi i tempi di guerra quando nelle città italiane, europee e degli Stati Uniti si diffondevano gli orti per garantire approvvigionamenti alimentari. “Sono famosi i “victory gardens” degli Stati Uniti e del Regno Unito dove nel 1945 venivano coltivati 1.5 milioni di allotments sopperendo al 10 per cento della richiesta di cibo – ha spiegato l’associazione -. Ma sono celebri anche gli orti di guerra italiani nati al centro delle grandi città per far sì che, nell’osservanza dell’imperativo del Duce,‘non (ci fosse) un lembo di terreno incolto’. Sono negli annali della storia le immagini del foro Romano e di piazza Venezia trasformati in campi di grano e la mietitura svolta in piazza Castello, centro e cuore di Torino in ogni
epoca”. Ora i tempi sono cambiati ed ai motivi economici si sommano quelli di volersi garantire cibo sano da offrire a se stessi e agli altri o anche la voglia di voler trascorrere più tempo a contatto con la natura. “Una tendenza che - continua la Coldiretti - si accompagna anche da un diverso uso del verde privato con i giardini e i balconi delle abitazioni che sempre più spesso lasciano spazio ad orti per la produzione ‘fai da te’ di lattughe, pomodori, piante aromatiche, peperoncini, zucchine, melanzane, ma anche di piselli, fagioli fave e ceci da raccogliere all’occorrenza”. Gli “hobby farmers” sono una fascia di popolazione composta da giovani e anziani, da esperti e
nuovi appassionati, che coltivano piccoli appezzamenti familiari, strisce di terra lungo ferrovie, parchi e campi di calcio, balconi e terrazzi arredati con vasi di diverse dimensioni o piccole aree con acqua e sgabuzzino per gli attrezzi messi a disposizioni dai comuni in cambio di affitti simbolici. “E proprio per aiutare i tanti neofiti è nata una rete di personal trainer dell’orto grazie alla fondazione Campagna Amica promossa dalla Coldiretti che è composta soprattutto da aziende vivaistiche che offrono consigli pratici e danno indicazioni ai gestori degli orti aderenti alla rete su dove rifornirsi di mezzi tecnici di produzione (terra, vasi, concime, attrezzi, reti per delimitare le piantine, sostegni vari, sementi e piantine)”.
mondo animali .15
TARTARUGHE MARINE, NUOVE TECNOLOGIE PER LA SALVAGUARDIA Un progetto europeo che coinvolge anche i pescatori, per limitare le catture accidentali
Ogni anno sono oltre 130 mila le tartarughe marine della specie tartaruga Caretta caretta che nel Mediterraneo rimangono vittime di catture accidentali da parte dei pescatori professionisti. Circa 70.000 abboccano agli ami utilizzati per la pesca al pescespada, oltre 40.000restano intrappolate nelle reti a strascico e circa 23.000 in quelle da posta per un totale di 133.000 catture con oltre 40.000 casi di decesso. Numeri impressionanti e peraltro decisamente sottostimati. Per cercare di limitare questa ecatombe scendono in campo gli stessi pescatori. Grazie al progetto
Tartalife, finanziato dal programma Life+ della Commissione Europea e coordinato dall’Istituto di Scienze Marine del Consiglio nazionale delle Ricerche di Ancona (Cnr-Ismar), potranno - tramite innovativi sistemi per la riduzione delle catture accidentali -dare un contributo concreto alla salvaguardia di questa specie protetta da Convenzioni Internazionali, Direttive Comunitarie e Leggi Nazionali. Il progetto è partito nel 2013. Si tratta di una specie che ha assunto un aspetto strategico per il bacino Mediterraneo, dove la pesca professionale costituisce la principale minaccia per la sua sopravvivenza. Ed è proprio per questo motivo che i pescatori professionisti scendono in campo, per arginare un fenomeno che sta
sempre più annientando la specie nel Mediterraneo. Al progetto partecipa infatti il Consorzio Unimar che raggruppa i consorzi di ricerca delle tre centrali cooperative Agci, Agrital, Federcoopesca e Lega Pesca, le associazioni di categoria che rappresentano in Italia migliaia di pescatori. Numerosi i partner, tra i quali la Fondazione Cetacea di Riccione . Saranno le 15 regioni italiane che si affacciano sul mare ad essere coinvolte in TartaLife e dunque contribuire alla conservazione della specie nel Mediterraneo, attraverso 2 obiettivi specifici: riduzione delle catture accidentali (chiamate anche bycatch) delle tartarughe marine, effettuate con palangari, reti a strascico e da po-
sta; riduzione della mortalità post cattura delle tartarughe marine. Ad esempio, per ridurre la cattura accidentale delle tartarughe marine con le reti a strascico TartaLife sperimenterà in alcune delle marinerie italiane un dispositivo meccanico denominato TED (Turtle Excluder Device, letteralmente “Meccanismo di esclusione della tartaruga”) già testato nel progetto Tartanet e ampiamente diffuso in molti paesi oltre oceano per la pesca dei gamberi. Si tratta di una griglia cucita all’interno della rete (prima del sacco terminale) che ha il compito di sbarrare la strada alla tartaruga ma non al pesce. Sperimentato anche un dispositivo acustico per l’allontanamento dalle reti delle tartarughe. Ulteriori informazioni www.tartalife.eu).
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