Ro24Economia N 3 2024

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DOSSIER COOPERAZIONE

Modello

Dossier Cooperazione

in questo numero:

“Le coop investono e credono nel futuro” pagina 3

“Sul sociale più collaborazione tra pubblico e privato” pagina 7

“Agricoltura alle corde, si spera nella green economy” pagina 11

Agroindustria, il settore fa i conti con il clima impazzito pagina 17

Le comunità energetiche esempio di aggregazione pagina 19

Coopstartup, le nuove imprese sfidano il mercato pagina 25

Bagnini, mondo Coop in campo in vista delle gare pagina 27

Cooperative sociali fulcro dell’assistenza pagina 29

Credito cooperativo, Romagna capofila in regione pagina 33

Romagna terreno fertile per le BCC pagina 35

Con SNOOPY CASA la casa più a portata di mano pagina 39

Romagna 24 economia - Rassegna notizie pagina 43 › 47

La cooperazione resta una delle strutture portanti dell’economia e della società romagnola. Dopo aver messo alle spalle un anno nero per l’agroindustria, ma anche per tanti aspetti del sociale duramente colpiti dall’alluvione del maggio 2023, le coop romagnole stanno rialzando la testa e vanno incontro ad un mercato sempre più complesso. Come emerge da questo dossier di Romagna24Economia, la forza della cooperazione romagnola resta intatta sul fronte dell’agroindustria (che però fa i conti una variabile climatica sempre più difficile da dominare) e del sociale che deve fronteggiare i nuovi contratti di lavoro che vengono giustamente incontro alle richieste dei lavoratori ma che devono trovare poi il riconoscimento da parte del committente dei servizi che deve allineare i prezzi sulla base dei costi sostenuti dalle coop. Vanno bene le Banche di credito cooperativo che, a parte i conti, mostrano un importante attaccamento al territorio e comprimo gli utili pur di ampliare il “dividendo” distribuito sul territorio. Su tutto il grande problema dell’assenza di personale che sta diventando critico in più di una realtà.

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l’intervista › Paolo Lucchi | Legacoop
“Le coop investono e credono nel futuro” Agricoltura in forte difficoltà – Servizi con il rischio tariffe dopo i nuovi contratti

La cooperazione non arretra di fronte a contesti e sfide complesse e accetta il ruolo di continuare ad essere protagonista nel sociale così come nel comparto produttivo. Paolo Lucchi – presidente di Legacoop Romagna a cui sono associate quasi 500 imprese, che danno lavoro a più di 28mila persone e conta 380mila soci – fa il punto sul mondo cooperativo all’interno del contesto sociale e produttivo.

Presidente Lucchi, come è andato il 2023, anno caratterizzato dall’alluvione?

L’area della Romagna deve interpretare il grande cambiamento che avanza

Gli andamenti che avevamo presentato alla fine del 2023, hanno trovato conferma nella stagione delle assemblee di bilancio che stiamo celebrando in queste settimane: nonostante le difficoltà legate all’alluvione, lo scorso hanno chiuso in utile più di 6 cooperative su 10 in Romagna, con fatturato in crescita per il 58% delle associate. Un andamento ancora positivo, dunque, in linea con i risultati del 2022, che avevano portato il va-

Paolo Lucchi, presidente Legacoop Romagna

lore della produzione delle imprese associate a 7,3 miliardi (+ 16,7% sul 2021) e l’occupazione a +4,1%, pari a mille occupati in più, per un totale di oltre 25mila lavoratori impiegati. Parliamo di un anno segnato, oltre che dall’alluvione, dalla carenza di manodopera, dall’aumento dei costi energetici e delle materie prime, dall’aumento del costo del denaro e da condizioni di accesso al credito sempre più stringenti. Anche a livello nazionale le cooperative aderenti a Legacoop hanno chiuso i bilanci del 2023 con un segno positivo: l’84% ha registrato un utile, il 45% ha aumentato il valore della produzione (di queste, 6 su 10 registrano un incremento superiore al 10%) e il 28% anche l’occupazione.

Quali le prospettive per il 2024?

Da un lato c’è grande volontà di innovazione e di crescita, dall’altro non neghiamo una forte preoccupazione che deriva dallo scenario economico: nel 2024 Pil crescerà al massimo dello 0,7%, grazie soprattutto al settore dei

servizi, mentre produzione industriale e costruzioni sono fermi. L’inflazione non ha ancora mollato la presa e c’è un’evidente riduzione dei consumi. Ma la Romagna cerca ancora di far da traino a sé stessa, con energie proprie, all’interno di un sistema regionale che continua a essere un riferimento nazionale. Due cooperative su tre fra le nostre associate hanno pianificato o avviato per il prossimo triennio nuovi investimenti in innovazione e tecnologia, con l’obiettivo di intraprendere la strada dell’autonomia energetica e di aumentare i risultati di produzione e prospettive sui mercati di riferimento. È un dato che sale all’81% nelle cooperative agroalimentari (più delle altre sottoposte alla crisi climatica), al 70% nei servizi, al 75% fra le cooperative sociali e che scende fra le cooperative di produzione e quelle culturali. Non siamo certo fermi, quindi, ma guardiamo con decisione al futuro.

Quali sono i settori con le maggiori problematiche?

La sfida del cambiamento climatico vede in prima fila il settore agricolo. I cicli produttivi dopo l’alluvione ripartiranno completamente solo nel giro di almeno 3 anni e ciò riguarda ampi spazi di territorio se è vero, per esempio,

che le cooperative agricole braccianti della provincia di Ravenna hanno avuto più di 6mila ettari colpiti. Nel settore dei servizi sociali, scolastici e socio- sanitari registriamo una difficoltà specifica legata al rinnovo del contratto di lavoro. Di per sé è una novità positiva, ma gli enti pubblici in sostanza fino ad ora non hanno adeguato i corrispettivi per le cooperative, il cui margine si è così drasticamente ridotto. Stiamo sollevando il tema con una certa decisione: il nodo andrà sciolto perché altrimenti le cooperative sociali si troveranno a doversi ridimensionare dal punto di vista organizzativo, oltre ad avere una minore possibilità di investimenti per l’innovazione. In questo periodo dell’anno non possiamo non citare la forte incertezza che vivono le cooperative dei bagnini, perché a pochi mesi dalle scadenze definitive, non c’è ancora nessuna chiarezza sul futuro delle concessioni balneari. Su questo abbiamo presentato a Rimini un appello alla Presidente del Consiglio Meloni, affinché vengano individuati, con urgenza, criteri e modalità eque per il rinnovo delle concessioni. Il fronte con i Comuni e la Regione Emilia-Romagna ci pare compatto. Ora tocca al Governo di fare la sua parte.

Quali i comparti con maggiori possibilità di sviluppo?

Il comparto legato ai servizi avanzati in questo momento offre una potenzialità di sviluppo molto elevata. Allo stesso tempo, abbiamo rilevato nel corso del 2023 e nella prima parte del 2024, una grande energia nel settore delle produzioni di secondo livello in ambito alimentare ed industriale, anche se ci sono moltissime variabili legate al costo delle materie prime. Per quanto riguarda la creazione di nuove cooperative, stiamo registrando un forte impulso alla creazione di comunità energetiche, grazie al buon lavoro svolto su una serie di progetti che abbiamo lanciato in questi anni ed al fatto che la forma cooperativa si sta rivelando la più adatta dal punto di vista organizzativo a sostenere questo tipo di iniziative.

Il sostegno finanziario da parte del mondo del credito è sufficiente?

Occorre che le banche ritrovino il loro ruolo di partner nella crescita delle imprese. Nel corso degli ultimi anni il mondo del credito ha molto irrigidito i propri standard e

allo stesso tempo ha aumentato enormemente i propri utili. Non nascondiamo una certa preoccupazione, perché dal primo gennaio del 202, scatteranno anche le nuove regole di Basilea 3. Abbiamo ragione di credere che questo renderà ancora più ingessati i rapporti con le banche, proprio in una fase in cui le nostre imprese avrebbero bisogno di essere sostenute nella loro capacità di investimento.

Come valuta le politiche regionali a sostegno del mondo della cooperazione. Cosa si fa e cosa si dovrebbe fare?

C’è un confronto continuo e positivo con la Regione Emilia-Romagna, relativamente a linee di credito che sono state costituite nel corso degli anni e hanno favorito l’innovazione, in particolare per l’industria e l’agricoltura. Crediamo si possa lavorare insieme per rafforzare la filiera di collegamento tra la Regione e l’Unione Europea, così da cercare di avere più risorse a disposizione.

La Romagna viene correttamente considerata dalle politiche di sostegno?

A qualsiasi livello territoriale la Romagna se la gioca alla pari con tutti gli altri territori italiani: non è né sottovalutata, né sopravvalutata. Dipende solo da noi, come è stato sino ad oggi, di essere capaci di innovare e di interpretare il rapidissimo cambiamento in atto, soprattutto dal punto di vista tecnologico, a partire dall’IA. Oggi più di ieri servono imprese in grado di produrre innovazione, di presentarsi in modo efficace sui mercati, proponendo prodotti e servizi avanzati. In Romagna per fortuna imprese di questo tipo ce ne sono molte, in particolare nel movimento cooperativo.

È ancora difficile trovare addetti per le singole cooperative? In quali settori la carenza è più marcata?

La difficoltà a trovare personale continua ad essere una delle priorità per Legacoop Romagna. Attraverso la nostra società di servizi Federcoop Romagna, abbiamo costruito risposte concrete, in particolare avviando percorsi di formazione mirati, con le Academy aziendali, ormai

diffuse in molte cooperative (Deco Industrie, Icel, Cad e Il Cerchio, per citarne alcune). Voglio citare anche l’accordo con Randstad, che nel 2023 ha consentito di sottoscrivere oltre 800 nuovi contratti di lavoro nelle cooperative romagnole. Il successo è stato tale da essere preso a spunto da Legacoop nazionale come strumento operativo utilizzabile in tutto il Paese.

Ma il fabbisogno è sempre alto. Nel secondo semestre del 2024 le cooperative romagnole hanno bisogno di assumere quasi 5.000 persone, di cui 3.650 stagionali suddivisi tra il comparto agroalimentare (che assorbe la stragrande maggioranza, circa il 66% della potenziale forza lavoro), la produzione e servizi (13%), sociale (13%) e culturale e media (circa 8%). Gli stagionali sono ricercati soprattutto nel settore agroalimentare (77%), come è ovvio, mentre il resto della domanda riguarda sociale (10%), culturale e media (9%) e produzione e servizi (4%).

Tra tutte le figure professionali richieste, quella dell’operaio è la prevalente (81%). Seguono l’operatore assistente balneare (8%), l’operaio qualificato (3%), il personale amministrativo e gestionale e quello educativo e ausiliario impegnato nei centri estivi.

I NOSTRI VALORI

COOPERAZIONE

Nell’era del digitale lavoriamo assieme per un obiettivo condiviso, creare sviluppo, condividere e accelerare l’innovazione delle imprese del territorio.

MUTUALITÀ

La fratellanza e il mutuo soccorso sono tutt’oggi la base del progresso sociale, della redistribuzione di valore e dell’emancipazione dei più deboli.

PARTECIPAZIONE

Oggi la cooperazione è una grande opportunità per favorire la competitività delle imprese del nostro territorio nel rispetto di uno sviluppo armonico della comunità.

Sede Regionale

Via Alessandrini, 17 40126 Bologna BO

Telefono 051 229190 info@agci-emr.org www.agci-emr.org

Sedi Romagna

Ufficio Territoriale di Forlì Cesena e Rimini Via F. Olivucci, 1 47122 Forlì FC Telefono 0543 25999 info@agci-emr.org

Ufficio Territoriale di Ravenna

Viale della Lirica, 35 48124 Ravenna RA Telefono 0544 471619

info@agci-emr.org

l’intervista › Mauro Neri | Confcooperative

“Sul sociale più collaborazione tra pubblico e privato” Immobiliare e agroalimentare i settori con maggiori problematiche

Un 2023 bersagliato dalle avversità, ma anche la forza delle coop ha consentito di ripartire. Ora i problemi maggiori sono nell’edilizia e nell’agroalimentare. Mauro Neri, presidente di Confcooperative Romagna, fa il punto su presente e futuro del mondo coop.

Come è andato il 2023, anno caratterizzato dall’alluvione?

Resta forte l’emergenza personale – Buono il sostegno del mondo creditizio

Il 2023 è stato un anno certamente difficile per l’economia globale e per quella territoriale. L’impatto dei costi energetici era ancora forte e a questo si è aggiunta l’inflazione e, nel nostro territorio, l’alluvione del maggio 2023, il tornado che ha portato distruzione in ampie zone del ravennate, il terremoto che ha colpito le aree interne del forlivese. Tutti questi fattori hanno rallentato l’ancora debole ripresa post Covid. Fortunatamente noi romagnoli siamo gente laboriosa e resiliente, siamo abituati a rimboccarci le maniche, lo abbiamo fatto e lo stiamo facendo. In questo contesto il

Mauro Neri, presidente Confcooperative Romagna

modello cooperativo in Romagna si è rivelato vincente: le cooperative che associamo sono strutturate e ben capitalizzate e sono riuscite ad attraversare in modo abbastanza indenne un periodo che certamente passerà alla storia. In questo non è mancato il sostegno di un intero sistema che, ad esempio, in occasione dell’alluvione ha saputo fare massa critica e sostenere una rapida ripartenza. Come Confcooperative Romagna abbiamo promosso da subito una raccolta fondi per i cooperatori e le cooperatrici colpite mettendo a disposizione, in poche settimane, 1 milione e 96mila euro che sono andati a 542 persone che ne hanno fatto richiesta; l’Associazione regionale ha invece sostenuto la ricostruzione degli edifici e delle strutture cooperative danneggiate; Il gruppo Assimoco ha messo a disposizione oltre 500mila euro a fondo perduto per le cooperative danneggiate e Confcooperative nazionale è stata convinta sostenitrice di tutte queste iniziative.

Quali le prospettive per il 2024?

Il primo semestre 2024 è stato caratterizzato da un andamento tutto sommato positivo. Il rallentamento dell’inflazione è stato accompagnato da una serie di rinnovi dei principali contratti collettivi che daranno un po’ di respiro a persone e famiglie. È chiaro che questi aumenti contrattuali impatteranno sulle marginalità delle nostre associate ma parliamo, come dicevo, di strutture ben patrimonializzate, solide e che possono contare su politiche industriali di medio-lungo periodo che poggiano su di uno dei valori fondanti della cooperazione: il patto e ricambio generazionale. Riteniamo che il rinnovo dei contratti scaduti siano necessari per avvicinarci al salario giusto ottenuto da una corretta contrattazione fra le parti datoriali e sindacali.

Quali sono i settori con le maggiori problematiche?

In prima battuta penso al settore edile e immobiliare che ha subìto la frenata dei bonus ma anche il rallentamento degli investimenti da parte di persone e famiglie dovuti all’impennata dei tassi dei mutui e, forse, al senso di precarietà innescato dalla situazione geopolitica globale e dall’alluvione. Un altro settore fortemente sotto la lente nel nostro territorio è quello agricolo e agroalimentare: i cambiamenti climatici stanno mettendo in ginocchio i nostri campi. Dopo anni di gelate primaverili che hanno più che dimezzato la produzione si è aggiunta l’alluvione nel 2023 mentre quest’anno, risparmiati dalle gelate, abbiamo subìto eventi calamitosi di vento, grandine e piogge abbondanti che hanno causato enormi danni in molte parti dell’areale romagnolo. C’è il forte bisogno di politiche europee e nazionali a supporto della nostra agricoltura affinché continui a generare reddito e a supportare la sicurezza idrogeologica di un territorio che sta diventando sempre più fragile. Infine una parola va detta per il settore sociale che, nel nostro territorio è parte integrante e sostanziale dell’organizzazione sociale: le cooperative sociali hanno stretto i denti sopportando l’aumento dei costi a fronte di tariffe bloccate e collaborato per il rinnovo del CCNL, consapevoli della necessità di dare più liquidità ai propri soci e dipendenti, adesso c’è bisogno di un riconoscimento da parte dell’Ente pubblico di tariffe adeguate.

Quali i comparti con maggiori possibilità di sviluppo?

Senza dubbio il settore sociale, per i motivi appena citati. Occorre avviare una fase di collaborazione tra pubblico e privato dove programmazione e progettazione condivisa favoriscano il mantenimento di un’elevata qualità della vita in un territorio che avrà un numero sempre più alto di persone parzialmente o completamente non autosufficienti. Le cooperative sociali non possono più essere relegate al ruolo di meri esecutori e occorre unire le forze per far fronte ai cambiamenti. Da tempo siamo al lavoro per responsabilizzare le Istituzioni sulla necessità di sviluppare una sanità dislocata sul territorio dove la cooperazione sia riconosciuta come protagonista del sistema. Inoltre è quanto mai necessario che l’ente pubblico continui a investire sull’inserimento lavorativo di persone con disabilità o svantaggio perché l’inserimento di soggetti fragili comporta risparmi di costi per l’ente pubblico oltre che un impatto sociale inquantificabile in termini di dignità, uguaglianza e qualità della vita.

E per l’agricoltura?

Aggiungo che anche l’agricoltura si troverà di fronte a cambiamenti epocali dove l’informatizzazione e l’Ai saranno fondamentali per adeguarsi all’irrinunciabile transizione ambientale che però deve avere tempi e modi compatibili ed assimilabili da un comparto che negli ultimi anni ha sofferto moltissimo gli effetti derivanti dal cambiamento climatico in atto. In generale, in tutti i settori l’informatizzazione e l’Ai avranno un ruolo fondamentale per adeguarsi ai cambiamenti sociali, ambientali ed energetici in atto ed è per agevolare questo percorso che come Confcooperative abbiamo aderito ad IFAB che è la Fondazione promossa dalla Regione Emilia-Romagna per la ricerca in campo digitale.

Il sostegno finanziario da parte del mondo del credito è sufficiente?

Come Confcooperative abbiamo la fortuna di far parte di un sistema che comprende una fitta rete di Banche di Credito Cooperativo che, anche in questi anni difficili, hanno saputo sostenere l’economia territoriale. Il ricorso al credito nelle province romagnole è in controtendenza rispetto ai dati nazionali e questo è certamente merito anche di un sistema bancario attento ai bisogni delle imprese e delle famiglie dei territori in cui opera.

Come valuta le politiche regionali a sostegno del mondo della cooperazione. Cosa si fa e cosa si dovrebbe fare?

La cooperazione è un modello di impresa che come tutti gli altri si confronta con il mercato sia nazionale che internazionale. Sicuramente ci aspettiamo che parta a breve la misura per investimenti Industria 5.0 e, per quanto riguarda l’agricoltura, l’ultimo Decreto ha fortunatamente recepito alcune istanze della cooperazione riguardanti le zone alluvionate riconoscendo lo status di “svantaggiate” le aree danneggiate dall’alluvione. Per il comparto del sociale siamo fiduciosi riguardo al riconoscimento da parte della Regione dei maggiori costi dovuti al rinnovo

del CCNL. In generale siamo positivi rispetto all’operato della Politica nella consapevolezza che la situazione generale geopolitica ed economica non permette di fare tutto quello che sarebbe necessario.

La Romagna viene correttamente considerata dalle politiche di sostegno?

Non ne farei una questione di Romagna, ogni territorio ha i propri bisogni e peculiarità. La Romagna deve innanzi tutto fare sistema e le Istituzioni e tutti i soggetti economici e di rappresentanza devono poter contare su di una visione e programmazione comune lasciando da parte i campanili.

È ancora difficile trovare addetti per le singole cooperative? In quali settori la carenza è più marcata?

I primi mesi del 2024 sono stati segnati da una lieve, seppur debole, ripresa del mercato del lavoro. Ripresa che però non è ancora sufficiente a rispondere appieno al bisogno di manodopera innescato da una domanda di produzione e di servizi in crescita. In questo contesto come Confcooperative continuiamo a sollecitare che venga ripensata la gestione delle persone che arrivano in Italia perché in fuga dai propri paesi. Il sistema di accoglienza deve prevedere percorsi di integrazione coordinati con le politiche del lavoro. Auspichiamo che il dibattito politico si concentri anche su questo e vengano destinate risorse non solo per l’accoglienza ma anche per la formazione e per l’inserimento nel mondo del lavoro. Il bisogno di manodopera è forte e sentito e potrebbe rappresentare una svolta sia per il nostro sistema di gestione dei flussi migratori in entrata sia per la nostra crescita economica.

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l’intervista

› Renato Lelli | Agci

“Agricoltura alle corde, si spera nella green economy” Per le coop resta irrisolta l’emergenza lavoratori

Serve più attenzione dal mondo del credito e una politica regionale di stimolo e di traino, così come non guasterebbe una maggiore unità a livello “Romagna”. Renato Lelli, componente della presidenza Nazionale di Agci e vicepresidente vicario di Agci EmiliaRomagna guarda al presente e al futuro della cooperazione in Romagna.

Come è andato il 2023, anno caratterizzato dall’alluvione?

Troppe

due Camere di commercio, la Romagna non riesce a diventare un unicum territoriale

Il 2023 doveva essere l’anno della ripartenza post pandemia. Poi lo scorso anno si sono manifestati in modo violento gli effetti dei cambiamenti climatici; dopo gelate e siccità, il nostro territorio è stato interessato da una alluvione di estensione e gravità tale da non avere precedenti, i cui riflessi ancora oggi non sono stati risolti. Nonostante promesse e impegni presi da tutte le istituzioni le ferite lasciate sono ancora ben visibili e la ripartenza è stata grazie allo spirito ed alla voglia di fare degli abitanti. Immediatamente si è manifestato una solidarietà ed una reazione alle avversità che ha coinvolto tutti, i giovani in prima fila. Questo ha avuto pe -

Renato Lelli, vice presidente Agci Emilia - Romagna

santi ripercussioni anche sul settore produttivo e sulla cooperazione delle nostre zone; la Romagna incide per un quarto sul Pil della intera regione, capace di generare tassi di crescita più alti rispetto alle altre realtà regionali, che collocano l’Emilia-Romagna al primo posto. Questo ha prodotto risultati economici positivi ma allineati con la media italiana quando negli anni precedenti si riusciva ad essere sopra media. Poi non tutti i settori hanno prodotto risultati uguali.

Quali le prospettive per il 2024?

Domina l’incertezza. A questo punto fanno fede non solo le previsioni, ma i risultati del primo semestre. L’instabilità del contesto internazionale, i conflitti in corso, l’incapacità della unione Europea di avere una spinta propulsiva forte e un proprio ruolo originale in un contesto geopolitico caratterizzato da uno scontro per la supremazia mondiale tra Cina e Usa, sono la causa di questo stato di cose. Qui il peso di esportazioni e importazioni incide in misura notevole sul comparto produttivo. La Germania ha chiuso lo scorso anno in recessione, un

Paese con cui abbiamo rapporti commerciali che si sentono da noi. Questa incertezza significa difficoltà a reperire le materie prime, costi in aumento per l’approvvigionamento energetico e di produzione, costi del denaro e l’inflazione, fino a poco fa, il tutto collocato in un paese come l’Italia in cui le difficoltà strutturali sono storiche e note (leggi un debito pubblico che non riusciamo a ridurre). Rimane la speranza di riuscire, attraverso i fondi PNRR, a generare quegli effetti di cambiamento di cui abbiamo assoluta necessità.

Quali sono i settori con le maggiori problematiche?

Il settore agricolo è quello che più di altri soffre. A difficoltà già note, l’alluvione ha dato un colpo mortale. Le frane che si sono generate hanno spazzato via tante aree in cui prima vi era un campo coltivato, con effetti permanenti irreversibili. Tutto questo si aggiunge alla scarsa remunerazione di chi coltiva, alla difficoltà di reperire manodopera, alla necessità di modalità di coltivazione diverse, con sostituzione delle produzioni più idro-esigenti. Il settore manifatturiero ha subito un calo notevole della produzione, così come le produzioni di abbigliamento e calzature. Il settore del commercio della piccola distribuzione soffre con cambi continui di attività, tanti spazi sfitti nei centri e negozi che chiudono per non riaprire più. Il valore sociale del negozio di prossimità può essere recuperato solo attraverso una compenetrazione con l’e-commerce. Noi siamo indirettamente coinvolti per le attività connesse (ad esempio trasporti e logistica). Infine il settore delle costruzioni dopo un 2023 buono grazie all’aumento di fatturato legato ai bonus che hanno permesso un rilancio dopo anni di crisi paga l’esaurimento veloce delle agevolazioni. Il PNRR è soprattutto per le grosse imprese e cooperative, tralasciando la miriade di aziende minori. Occorrerebbe un nuovo piano casa nazionale in grado di dare risposte ad una carenza che è ormai emergenza.

Quali i comparti con maggiori possibilità di sviluppo?

La sempre più rapida evoluzione tecnologica creerà nel giro di pochi anni una miriade di nuove attività, legate a

green energy e green economy; la Ue ha fissato tempistiche, con possibilità già oggi di avviare nuovi mestieri. Abbiamo un patrimonio immobiliare enorme su cui occorre mettere mano in tempi rapidi. Lavori in ambito informatico e digitale, legati allo sviluppo della intelligenza artificiale, centri servizi per le aziende, sono una opportunità per i giovani che si affacciano al mercato del lavoro. Il nostro fondo mutualistico per lo sviluppo della cooperazione Generalfond incentiva la creazione di start up per giovani che hanno iniziativa. Infine la popolazione anziana, siamo il paese secondo al mondo dopo il Giappone con anziani over 65 del 22%, necessita di servizi e assistenze che il settore pubblico non è in grado di svolgere direttamente. Il settore del welfare ha potenzialità enormi e la nostra cooperazione ha esperienze in proposito qualificanti.

Il sostegno finanziario da parte del mondo del credito è sufficiente?

C’è difficoltà ad avere un aiuto concreto dal settore bancario quando c’è bisogno reale. D’altra parte le banche sono a loro volta imprese, rispondono a normative di legge e sono sottoposte a verifiche ed indirizzi cogenti di Banca d’Italia. Oggi attraversiamo una stasi degli investimenti, anticipata da un crescente disagio del mondo cooperativo soprattutto legato al sociale nel periodo ante Covid

quando il ricorso al credito bancario era in progressivo calo mentre mondo privato ed enti pubblici nello stesso periodo ricorrevano al prestito bancario in misura più consistente.

Occorre creare nuove relazioni tra la finanza e un mondo il cui ruolo sociale riveste un’importanza fondamentale con personale specifico del settore creditizio formato e dedicato in grado di accompagnare ed affiancare l’impresa cooperativa, suggerendo percorsi che garantiscano direttamente la bontà dell’investimento.

Come valuta le politiche regionali a sostegno del mondo della cooperazione. Cosa si fa e cosa si dovrebbe fare?

Rispetto ad un passato ormai lontano quanto proprio per il ruolo sociale della cooperazione il pubblico investiva in questo importanti risorse, oggi lo Stato e le sue articolazioni hanno progressivamente ridotto il proprio intervento in conto capitale o in conto interessi ai minimi termini. Rimangono in piedi agevolazioni e programmi di investimento commisurati alle disponibilità finanziarie ed alle compatibilità di bilancio delle Regioni. In particolare l’Emilia-Romagna è stata particolarmente attenta ad un confronto costante e continuo con il mondo attraverso il Patto per il lavoro ed il clima in cui il ruolo delle tre centrali cooperative rappresentano un elemento di stimolo e traino per tutte le parti sociali e gli enti firmatari.

La Romagna viene correttamente considerata dalle politiche di sostegno?

La Romagna paga gli errori di un territorio storicamente diviso ed in competizione tra le varie parti. Oggi le cose sono parzialmente cambiate e migliorate ma resistenze e spinte localistiche spesso prevalgono e questo non fa certamente bene. Non siamo ancora riusciti a costruire un unicum territoriale ma continuiamo ad operare con tre province, due Camere di Commercio: in attesa di creare una città metropolitana policentrica che ha tempi di attuazione molto lunghi, creiamo subito un’unica provincia sul territorio. È aumentato il coordinamento ma manca una programmazione che individui con chiarezza le priorità strategiche dell’area. Ad esempio la metropolitana di costa è un opera strategica per il turismo, per una diversa mobilità attenta all’ambiente, per sgravare la SS Adriatica, ma procede troppo a rilento. L’Università in Romagna è stata un’altra scelta chiave per il nostro tessuto, ma poco alla volta l’università di Bologna sta progressivamente riducendo gli spazi di autonomia faticosamente conquistati.

È ancora difficile trovare addetti per le singole cooperative? In quali settori la carenza è più marcata? È il primo problema da affrontare oggi. Non esistono settori non interessati, esistono attività a larga presenza di addetti in cui la manodopera è indispensabile e non sostituibile. I giovani oggi e non solo loro sono interessati ad un modo di vivere diverso, più attento alla qualità della vita che alla carriera, al guadagno. Ai colloqui di lavoro tanti non chiedono neanche quale sia lo stipendio, vogliono fine settimana libero e escludono un lavoro su turni. Si deve pensare a modifiche nella organizzazione del lavoro, al recupero della dimensione umana della persona che lavora, le persone vogliono sentire che quello che fanno fa la differenza, cercano uno spazio in cui l’impresa organizzi e permetta la vita sociale delle famiglie. Poi c’è un problema di giovani che non ci sono più, di stabilizzare una immigrazione necessaria. E’ un tema complesso ma occorre affrontarlo in maniera seria e priva di pregiudizi, in tempi rapidi, altrimenti il rischio è di vivere in un paese senza futuro.

Agroindustria, il settore fa i conti con il clima impazzito Colture e trasformazione nella morsa delle avversità

Continuano le annate problematiche per il settore agroindustriale. Dopo i disastri del 2023 causati dalla doppia alluvione di maggio, il 2024 sembrava partito sotto buoni auspici con una produzione che, finalmente, poteva tornare ad essere improntata alla normalità. “La campagna - spiega Raffaele Drei, presidente Confcooperative FedAgriPesca Emilia Romagna - per l’ortofrutta era partita benissimo ma poi a maggio sono arrivate le grandinate e siamo ripiombati nell’incubo e la produzione è tornata ad essere un problema. Il fatto è - spiega Drei – che si sono sempre meno strumenti di difesa, stante che le polizze di assicurazione hanno raggiunto costi esorbitanti che tante imprese non possono permettersi”. Molti, invece, gli investimenti sul fronte della protezione degli alberi da frutto e della vite come ad esempio i ventoloni antibrina. “Questa è una strada così come dobbiamo investire molto in colture resistenti alle avversità climatiche. Ma resta il fatto – spiega Drei – che molte aziende agricole hanno seri problemi di liquidità e finanziari perché il reddito si è andato via via assottigliando”.

Servono interventi strutturali e polizze assicurative su misura

Una difficoltà produttiva che si riverbera sul mondo della trasformazione. “Certamente – spiega Drei – perché tante aziende trasformano quello che i soci conferiscono e tranne le più grandi, ad esempio Orogel, che possono rifornirsi su tanti mercati, le piccole sono in difficoltà”.

Le imprese agroalimentari associate a Legacoop Imola e Romagna sono 75, con 23.200 soci, 7.700 occupati e un valore della produzione di oltre 2,2 miliardi di euro. Questo sistema deve, però, misurarsi con sfide e difficoltà di varia natura. Se il 2022 è stato particolarmente critico a causa dell’estrema volatilità dei mercati, dell’aumento dei costi delle materie prime e della forte inflazione, il 2023 è stato segnato dai terribili effetti del cambiamento climatico e dell’alluvione con danni per circa 9 miliardi di euro, di cui oltre 3,5 miliardi per imprese e famiglie. Il settore primario, in particolare, ha subito un vero e proprio bollettino di guerra: 42% della superficie agricola regionale e 9.000 aziende colpite dall’alluvione e danni per 1,1 miliardi di euro.

“Per l’ennesima volta – spiegano da Legacoop Romagna - dobbiamo rilevare i ritardi e le lentezze dei ristori, che il

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Coop braccianti, ricavo in crollo dopo l’alluvione

Anche nel 2024 devastati

1.400 ettari di colture

Le 7 cooperative agricole braccianti, essendo collocate in territori della provincia di Ravenna differenti, hanno subito l’alluvione dello scorso anno con impatti pesantissimi ma di diversa intensità, anche subendo la distruzione pressoché totale delle colture in campo. I dati economici del 2023 sono in fase di analisi e solo dopo l’estate si avrà un quadro completo e dettagliato dell’insieme. “Possiamo ad oggi affermare che, considerando la sola gestione caratteristica, si osserva – spiega Stefano Patrizi, responsabile settore agroalimentare di Legacoop Romagna - un calo significativo e marcato dei ricavi rispetto all’anno precedente, dovuto proprio alle distruzioni portate dall’alluvione così come a significativi ribassi dei prezzi sul mercato delle produzioni. Una stima sui risultati 2024 non è ancora possibile farla, molte produzioni sono ancora in campo, non si sa ancora come risponderanno in particolare nei terreni alluvionati, inoltre occorrerà attendere il dato delle valorizzazioni finali delle produzioni. Di certo influiranno pesantemente le grandinate e le

Governo aveva promesso veloci e al 100%. A dimostrazione delle difficoltà di un sistema che procede a singhiozzo, scontando burocrazia e mancanza di personale, è il fatto che sinora sono state poche decine le pratiche completate tramite Sfinge, a fronte di una stima di quasi 90.000 danneggiati, di cui 16.000 imprese”.

Di fronte alla prova dell’alluvione, il movimento cooperativo, coerentemente con la propria storia e i propri valori, ha dato un contributo fondamentale alle comunità di riferimento, sacrificando terreni per salvare dal rischio di allegamento le aree abitate e mettendo a disposizione uomini e mezzi per interventi a salvaguardia delle comunità anche nel momento più buio e critico per le aziende stesse; passata l’emergenza, le nostre imprese si sono subito rimboccate le maniche per il ripristino di produzioni e stabilimenti.

Stefano Patrizi, responsabile settore agroalimentare

Legacoop Romagna

bombe d’acqua che nelle settimane scorse hanno devastato circa 1.400 ettari di colture e impianti agricoli nel nord di Ravenna e Bagnacavallo (cereali, foraggi, frutteti, vitigni, eccetera). Speriamo che, anche se in ritardo, quest’anno si riesca ad accedere finalmente ai ristori per i danni da alluvione da parte della Struttura commissariale e da parte del Fondo Agricat, attesi ormai da molti mesi”.

Le cooperative, per lo più con proprie risorse, hanno ripristinato gran parte dei fondi compromessi dall’alluvione per poter continuare a lavorare, ma il rischio più grande rimane ancora la fertilità degli stessi.

Anche per il settore agricolo il reperimento del personale è sempre più difficile e allo stesso tempo sempre più determinante, stiamo lavorando per creare percorsi di formazione, selezione e inserimento ad hoc in particolare per operai potatori, trattoristi, meccanici e tecnici agronomi.

Raffaele Drei, presidente Confcooperative FedAgriPesca

Emilia Romagna

Per tutto il corso del 2023, e poi ancora nella primavera di quest’anno, vi sono stati altri eventi climatici estremi: bombe d’acqua, grandinate, gelate e persino trombe d’aria. Questo impone di affrontare il cambiamento climatico non tramite misure tampone, ma riconoscendo che il

futuro dell’agricoltura romagnola passa in buona parte dalla messa in sicurezza idrogeologica del territorio e dalla capacità di porci all’avanguardia nel percorso di adattamento e mitigazione degli effetti della crisi climatica.

Sarà necessario puntare anche sulle potenzialità legate all’innovazione tecnologica e digitale, specialmente quella che può dare maggiore efficienza nella produzione e nell’utilizzo delle risorse (agricoltura di precisione, utilizzo di droni e rilevatori, ecc.). Un ambito da non trascurare è quello legato allo sviluppo di tecniche di miglioramento genetico per aumentare la resilienza delle colture a parassiti, patologie e condizioni climatiche estreme.

Chiediamo quindi strumenti adeguati ed efficaci per il contrasto al cambiamento climatico europeo e nazionale, in cui convogliare risorse non solo per i risarcimenti ma anche per sostenere le azioni di mitigazione e adattamento al mutamento del clima, tenuto conto che il nuovo sistema Agricat, alla prova del fuoco dell’alluvione (si scusi il gioco di parole) ha mostrato la necessità di decisi interventi di miglioria, semplificazione, velocizzazione e dotazione di risorse adeguate.

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Le

comunità energetiche esempio di aggregazione Coop protagoniste della nuova sfida produttiva

Mondo della cooperazione in prima linea sul tema delle comunità energetiche. L’impegno di Legacoop Romagna per contribuire alla transizione energetica ha una storia che parte da lontano e che, finalmente, si è concretizzato nel 2024 con il progetto delle comunità energetiche. Il tutto inizia nel 2022 grazie alla collaborazione con la cooperativa Ènostra e alle risorse messe a disposizione dai bandi della Regione Emilia-Romagna. “Ci sono voluti due anni di lavoro – spiega Emiliano Galanti, responsabile del settore innovazione dell’associazione – e l’attesa dei decreti ministeriali, che sono arrivati a febbraio, ma alla fine Legacoop Romagna ha centrato l’obiettivo che si era data di contribuire alla nascita delle prime comunità energetiche in forma cooperativa”.

Il debutto

Da Cervia a Brisighella, dalle Diocesi alle aziende, fioriscono le iniziative

Agrisfera, Alice, Stadera, Don Zalambani e Secam. La seconda è nata ufficialmente il 18 giugno nell’area della Bassa Romagna e della Romagna Faentina: la sua compagine sociale è formata da nove realtà cooperative, Conase, Cab Massari Cab Bagnacavallo, Cab Fusignano, Cooperativa Facchini Faenza, Fucci Caseificio, Agrisfera, Nuova Unità e Giancarlo Ciani. Infine, il 28 giugno si costituirà anche quella che coinvolge realtà del forlivese-cesenate: Idrotermica, Eta Beta, Pubblifest, Imera Srl, Cooperdiem, CCILS, Unica, Coap, Around Sport. Entro il 2024 è prevista anche la nascita della comunità energetica che interesserà il territorio di Rimini.

La prima comunità energetica cooperativa in Romagna è stata inaugurata il 24 aprile e opera nei territori di Ravenna e Cervia: i soci sono Sopred, Cab Cervia, Cab Campiano,

“La caratteristica principale di queste comunità è che si sono costituite in forma cooperativa e con soci che sono per la maggior parte cooperative associate a Legacoop Romagna. Per quanto riguarda le fasi di sviluppo delle singole comunità, ci sono ovviamente tempi e modalità diversi: quella di Ravenna può già contare su un impianto

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da 800 kW e su una produzione di energia annua che è stimata in oltre 2 milioni di kWh. E va sottolineato che i suoi numeri in termini di dimensioni e potenza installata la collocano al primo posto in Italia tra quelle costituite tra soggetti privati. Per quanto riguarda le altre, gli impianti da mettere a servizio delle comunità hanno diverse fasi di sviluppo e ci vorranno ancora alcuni mesi perché entrino i primi entrino in funzione”.

L’impegno di Legacoop

Legacoop Romagna da tempo intendeva essere protagonista, insieme alle associate, della transizione energetica. E la normativa nazionale sulle comunità energetiche è stata subito individuata come lo strumento appropriato per raggiungere lo scopo. Come ha avuto modo di rimarcare il presidente dell’associazione Paolo Lucchi, “le comunità energetiche sono una risposta concreta e ‘made in Romagna’ all’esigenza di produrre energia da fonti rinnovabili e a basso costo, sul quale stiamo investendo da due anni”. Il contributo a un uso sempre più diffuso dell’energia da fonti pulite non finisce quindi con la nascita delle prime comunità, ma sarà uno degli elementi che caratterizzerà il futuro impegno di Legacoop Romagna.

Confcooperative in campo

Anche il mondo di Confcooperative guarda con molto interesse alle comunità energetiche. E come le prime coop di consumo nacquero nelle parrocchie ora tocca alle comunità energetiche. Con l’emanazione dei decreti attuativi è ora possibile costituire Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), comunità di soggetti (privati cittadini, imprese, enti) che producono e consumano energia rinnovabile nel territorio di appartenenza. Progetti per i quali, come spiega il presidente nazionale e regionale di Confcooperative

Consumo e Utenza e vicepresidente di Confcooperative Romagna, Roberto Savini, “il modello cooperativo è quello giusto per questo tipo di iniziative legate al concetto democratico e che premia l’autoproduzione di energia rinnovabile”.

La centralità delle Diocesi

Confcooperative è stata infatti pioniera nella realizzazione di progetti di produzione energetica, in particolare idroelettrica. “Le varie realtà imprenditoriali che gestiscono nel Nord del Paese impianti idroelettrici privati sono quasi tutte afferenti alla nostra associazione”, nota Savini. “Un driver particolarmente adatto lo abbiamo individuato nelle Diocesi, attraverso le quali stanno partendo importanti progetti già promossi”, spiega Savini. Si ottiene così un duplice beneficio: parrocchie ed edifici legati al culto e al sociale ottimizzano produzione e relativo consumo, ottenendo inoltre risorse dalla vendita dell’energia avanzata che possono essere destinate a progetti solidali, ad esempio per il contrasto della povertà energetica. Tra le prime a promuovere le CER nei territori di riferimento, con il supporto di Confcooperative Romagna si segnalano le Diocesi di Rimini e di Faenza-Modigliana. I due progetti sono partiti circa un anno fa, con l’a-

Emiliano Galanti, responsabile Legacoop Romagna per Coopstartup
Roberto Savini, presidente nazionale e regionale Confcooperative Consumo e Utenza
ph.

Ravaglia Angelo S.r.l è inoltre punto vendita IVECO per la provincia di Ravenna della Ghedauto v.i. dal

desione al bando “Sostegno allo Sviluppo di Comunità Energetiche Rinnovabili”. La costituzione delle CER è avvenuta a fine maggio con il pieno compimento dell’operatività previsto nel 2025. Un esempio che sta facendo da traino sul territorio, con altri soggetti che stanno valutando un percorso analogo. “C’è molto interesse verso queste innovative forme di condivisione della produzione e del consumo di energia rinnovabile e, di recente, abbiamo avviato incontri anche con la Diocesi di Cesena-Sarsina per verificarne la fattibilità” commenta il direttore generale di Confcooperative Romagna Andrea Pazzi. L’ambito di riferimento territoriale è quello delle utenze servite dalle cabine primarie che non sono aree piccole visto che le città di Cesena e Faenza hanno 2 cabine primarie.

La Romagna si è dimostrata, numeri alla mano, uno dei territori più sensibili al tema dell’autoproduzione energetica. “Dopo i decreti attuativi sulle comunità energetiche abbiamo fra i 35 e i 40 progetti cantierabili in Italia. Il 10% in Romagna”, conclude Savini.

Faenza in prima linea

Intanto, si è costituita venerdì 31 maggio 2024 a Faenza davanti al notaio Paolo Castellari la Comunità energetica rinnovabile (Cer) Ecologia Integrale promossa dalla Diocesi di Faenza-Modigliana e che ha tra i fondatori oltre alla Diocesi stessa, la Fondazione Marri S. Umiltà, il Seminario vescovile, la Società immobiliare faentina e 9 parrocchie del territorio. Un percorso portato a compimento dalla Commissione diocesana appositamente costituita nel 2022 con la collaborazione e il supporto di Confcooperative Romagna. La Comunità energetica, che si è costituita in forma cooperativa, interessa il territorio in cui opera la Diocesi di Faenza-Modigliana in regione Emilia-Romagna. Il progetto tecnico prevede inizialmente la costruzione di diversi impianti fotovoltaici che sottostanno a tre cabine primarie: Faenza, Brisighella e Solarolo. Gli impianti fotovoltaici verranno costruiti prevalentemente sui tetti degli edifici diocesani e forniranno una potenza di 200 kWh a Faenza, 60 kWh a Brisighella e 150 kWh a Solarolo.

Comunità aperta a tutti

La Comunità energetica sarà aperta fin da subito a tutti i cittadini, le imprese e gli imprenditori. Chi è interessato può mettere a disposizione i propri impianti fotovoltaici

o partecipare con il proprio consumo alla condivisione dell’energia elettrica prodotta dalla Comunità energetica. Sono già tante le parrocchie che hanno manifestato il loro interesse ad associarsi alla nuova cooperativa e saranno proprio queste le principali divulgatrici dell’iniziativa e delle sue opportunità presso i privati cittadini. I prossimi passi del progetto prevedono: il riconoscimento al Gestore dei servizi energetici (Gse), la partecipazione all’imminente bando promosso dalla Regione Emilia-Romagna per le risorse da dedicare alla costruzione degli impianti fotovoltaici nei siti già identificati, la gestione delle pratiche burocratiche e l’avvio dei lavori. Compatibilmente con i tempi della burocrazia si stima che i primi impianti saranno funzionanti e pronti a erogare energia elettrica tra la fine del 2024 e i primi mesi del 2025. Confcooperative Romagna ha svolto un ruolo chiave nella costituzione della Comunità Energetica, come sta facendo anche in altri territori della Romagna. “Abbiamo accompagnato la Diocesi in questo anno e mezzo di progettazione offrendo consulenza sulle normative che venivano aggiornate mese dopo mese, mettendo a punto lo Statuto della Comunità Energetica e, in collaborazione con l’ingegnere Massimo Alberti dello Studio Seta, predisponendo il Business Plan dell’intero progetto, sottolinea Pazzi, direttore di Confcooperative Romagna.

ph. Shutterstock
Andrea Pazzi, direttore generale Confcooperative

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Coopstartup, le nuove imprese sfidano il mercato

Galanti: “Sosteniamo le idee vincenti nel loro sviluppo”

La promozione cooperativa negli ultimi sette anni ha trovato in Coopstartup uno strumento molto efficace. Giunta nel 2024 alla settima edizione l’iniziativa sostenuta da Legacoop in collaborazione con Coop Alleanza 3.0, Coopfond e Federcoop Romagna è riuscita a creare ogni anno quattro nuove imprese operanti in settori innovativi e tecnologicamente rilevanti nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini. “Il buon risultato di Coopstartup – spiega Emiliano Galanti, responsabile di Legacoop Romagna per Coopstartup – è dovuto alla sua capacità di promuovere, sostenere e accompagnare in tutte le fasi del loro sviluppo idee imprenditoriali”.

Ai quattro progetti vincitori 15mila euro e servizi su misura

Progetti trasversali a tutti i settori

Non esiste settore per il quale non sia stato presentato un progetto innovativo, dall’agricoltura, al turismo, dallo spettacolo ai servizi sociali e all’educazione. Alcuni progetti prevedevano l’utilizzo di nuovi strumenti come blockchain o criptovalute, altri si appoggiavano alle moderne tecnologie per rinnovare attività tradizionali come l’educazione o l’edi

denaro mentre il restante è sotto forma di servizi erogati da Federcoop Romagna. A questo si aggiunge un anno di assistenza sanitaria da parte della società mutua sanitaria Reciproca per tutti i soci.

Formazione a distanza e tutoraggio

“In coerenza con i valori cooperativi, non solo le quattro idee vincitrici beneficiano di Coopstartup, perché tutti i partecipanti sostengono un periodo di formazione a distanza sulla forma di impresa cooperativa e un percorso di tutoraggio, in modalità one-to-one, per la messa a punto dei progetti di impresa e la stesura dei business plan, affiancati dagli esperti di Legacoop e Federcoop Romagna”, aggiunge Galanti. Quest’anno i quattro vincitori di Coopstartup saranno scelti fra dieci progetti, due dei quali legati al mondo dello sport: il primo è la creazione di un consorzio sportivo per rendere più efficace l’approvvigionamento di beni e servizi, l’altro punta a fornire consulenza e assistenza ai lavoratori del terzo settore.

Gli altri progetti riguardano prodotti pensati per il benessere delle donne, l’erogazione di servizi socio-assistenziali nei comuni e territori più remoti della Provincia di Forl -Cesena, la costituzione di una piattaforma innovativa per introdurre la realtà virtuale (VR) e la realtà aumentata (AR) nelle scuole, l’unione in cooperativa di produzioni artistiche, la fornitura di servizi di benessere olistico nel territorio di Rimini, la tutela del benessere di anziani e caregiver, l’offerta di servizi nel campo delle soluzione impiantistiche elettriche, la gestione di un network di

Bagnini, mondo Coop in campo in vista delle gare

La categoria chiede certezze per gli operatori del settore

Il “Manifesto di Rimini” al centro di una petizione per salvare le spiagge della Romagna dai rischi che i balneari vedono nella Bolkestein. La raccolta firme, lanciata da Legacoop e dalle 15 cooperative dei bagnini della Riviera, è partita dal Bagno 62 di Rimini nel giugno scorso e proseguirà fino a settembre in tutti gli stabilimenti balneari da Ferrara a Cattolica. E dopo una settimana dal lancio dell’iniziativa le firme raccolte erano più di mille. Il manifesto elenca una serie di proposte urgenti rivolte al governo a cui viene chiesto di impegnarsi in ogni sede per salvare il comparto balneare. Tra le richieste, una legge di riordino delle concessioni demaniali, che dia al turismo balneare un quadro stabile ed omogeneo a livello territoriale, in grado di sostenerne lo sviluppo. Legacoop esorta poi l’esecutivo a difendere il lavoro di chi opera sulle concessioni di spiaggia e a riconoscere il valore di mercato delle imprese. L’obiettivo è salvaguardare quel migliaio di piccole e piccolissime imprese famigliari che operano sui litorali romagnoli e dare continuità all’attuale modello di servizi che ha fatto la fortuna dell’offerta turistica della regione.

Il governo difenda il lavoro di chi opera sulle spiagge

Andrea Corsini, il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad, il sindaco e presidente della Provincia di Ravenna, Michele de Pascale, il presidente della Provincia di Forlì-Cesena, Enzo Lattuca, il sindaco di Cesenatico, Matteo Gozzoli, il nuovo sindaco di Cervia, Mattia Missiroli, il sindaco di Misano Adriatico, Fabrizio Piccioni, la sindaca di Riccione, Daniela Angelini, la sindaca di Cattolica, Franca Foronchi, il presidente della Camera di Commercio di Ferrara Ravenna, Giorgio Guberti, la presidente dell’assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, Emma Petitti, e i consiglieri regionali Massimo Bulbi, Mirella Dalfiume, Lia Montalti, Nadia Rossi e Manuela Rontini, i parlamentari Andrea Gnassi, Ouidad Bakkali e Marco Croatti.

Non tutti sono d’accordo

Rischio di gare senza norme chiare Il rischio, spiega Legacoop, è che questa esperienza sia invece sull’orlo dell’estinzione, perché dopo anni di rinvii e interpretazioni della direttiva Bolkestein, le gare per le concessioni sono alle porte ma non c’è una legge che detti regole eque e sicure di accesso alle evidenze pubbliche. Il timore è quello che i piccoli operatori finiscano per essere spazzati via da grandi multinazionali. A condividere le finalità dell’iniziativa, spiega Legacoop, l’assessore regionale al Turismo,

A contestare l’iniziativa è però il presidente del Coordinamento nazionale Mare Libero, il riminese Roberto Biagini, che punta il dito sugli attuali concessionari. “E’ necessario salvare le spiagge, bene pubblico di tutti noi dagli abusi edilizi – dice – dal degrado e deturpamento ambientale, dall’ impossibilità di accedervi liberamente e gratuitamente, dall’evasione fiscale che rasenta dei numeri impressionanti, dal lavoro nero che imperversa, dai canoni ridicoli che lo Stato richiede ai concessionari, dalla mafia politico-corporativa tra lobby partiti e istituzioni che a tutti i livelli decidono sopra la testa noi cittadini i piani dell’arenile secondo i desiderata dei balneari lasciando in disparte il pubblico interesse. Su questo è necessario raccogliere le firme non sul nulla, in quanto il processo della conformazione alle norme europee e quindi delle pubbliche evidenze è ormai irreversibile”.

Cooperative

sociali

fulcro dell’assistenza

Ora la sfida è reggere l’impatto economico dei nuovi contratti

Il settore delle coop di solidarietà-sanità sta facendo i conti con i nuovi contratti di lavoro che, seppure indispensabili per attrarre nuova forza lavoro sono molto onerosi per le coop datrici di lavoro (gli incrementi salariali sono intorno al 15%) e occorre che tali maggiori costi trovino corrispondenza in un miglioramento dei prezzi che il settore pubblico, la sanità e i Comuni riconoscono alle cooperative. “Il nuovo contratto serve ad attrarre lavoratori che altrimenti finirebbero altrove ma ora si devono ricontrattare i prezzi perché se no finiamo tutti fuori mercato vista la centralità del costo del lavoro e i margini ridotti all’osso con i quali le cooperative lavorano. E questo vale sia per le coop sociali sia per coloro che inseriscono lavoratori svantaggiati”, spiega la responsabile di settore di Confcooperative Katia Gulino.

L’impegno di Confcooperative

Resta l’emergenza personale sempre più difficile da trovare – Unica chances gli stranieri

Confcooperative Federsolidarietà Romagna associa 172 cooperative sociali (dato bilancio di sostenibilità 2022) così

distinte per territorio: 40 in Provincia di Ravenna, 79 in Provincia di Forlì-Cesena, 53 in Provincia di Rimini. Confcooperative Federsolidarietà Romagna conta 8.641 soci, 12.831 addetti (di cui 7.505 donne, ovvero il 59%), un fatturato aggregato di oltre 532 milioni, un patrimonio netto superiore ai 138 milioni, un capitale sociale di 22,5 milioni e riserve per poco meno di 113 milioni (dati bilancio di sostenibilità 2022 di Confcooperative Romagna).

Confcooperative Sanità Romagna associa 12 cooperative (dato bilancio di sostenibilità 2022), di cui 4 cooperative sociali, così distinte per territorio: 1 in Provincia di Ravenna, 9 in Provincia di Forlì-Cesena, 2 in Provincia di Rimini.

Confcooperative Sanità Romagna conta 2.822 soci, 437 addetti (di cui 311 donne, ovvero il 71%), un fatturato aggregato di 26,5 milioni, un patrimonio netto di poco inferiore ai 22 milioni, un capitale sociale di 2,39 milioni e riserve per poco meno di 20 milioni (dati bilancio di sostenibilità 2022 di Confcooperative Romagna).

La carenza di infermieri

Nel settore sanitario sta diventando drammatica la carenza di personale infermieristico . “Non si trova personale disponibile e la carenza è ancora più rilevante nel momento in cui specie nei centri diurni si presentano bisogni sanitari importanti. Qualche anno fa riuscimmo ad avere 40 infermieri dall’estero ma eravamo in emergenza sanitaria. Ora quel decreto non è più attivo e non arriva più nessuno, La strada da percorrere – secondo Katia Gulino – è quella intrapresa dalla Germania che realizza accordi per formare all’estero personale secondo gli standard tedeschi e poi farli arrivare grazie a contratti di lavoro”.

Da parte sua, Legacoop Romagna associa 48 cooperative sociali, che sviluppano un valore della produzione pari a 315 milioni di euro e occupano oltre 5.500 lavoratori, in grande maggioranza di genere femminile. Un settore importante, cresciuto a partire dalla metà degli anni settanta, legittimato sul piano giuridico dalla legge 381/1991 e da altri diversi provvedimenti legislativi a seguire. Un sistema di imprese complesso per numero e dimensioni, che rappresenta in maniera strutturale e non sostituibile uno dei pilastri su cui fonda il sistema dei servizi socio-sanitari ed educativi dell’Emilia-Romagna. “Dal 2020 ad oggi, fra pandemia e crisi energetica, la cooperazione sociale – spiega Simona Benedetti, coordinatrice Attività sindacale Legacoop Romagna - ha resistito ad un vero e proprio ciclone. Fra gli ostacoli più ostici, vanno annoverati problemi enormi nel reperimento del personale e la progressiva difficoltà a raggiungere la sostenibilità economica delle numerose attività svolte”. L’anno in corso è segnato da un doveroso, quanto impegnativo, rinnovo del

Ccnl di settore. Un traguardo atteso da migliaia di lavoratori che vedrà l’applicazione del nuovo trattamento economico e normativo in alcune trance, da febbraio 2024 a gennaio 2026. “Subito a seguire - continua Benedetti - si è aperta, con risultati, per ora, decisamente, altalenanti, una stagione impegnativa di relazioni imprenditoriali e politico-sindacali con numerosi enti locali (Comuni, ASL, Multiutility, per fare qualche esempio) per il riconoscimento dell’aumento in tutti i contratti di servizio in essere. La revisione dei contratti, per altro, è prevista anche dal nuovo codice degli appalti e deve trovare la sua applicazione senza tentennamenti e ritardi, che si riverserebbero fortemente sui risultati dei bilanci 2024 e sulla tenuta dell’intero comparto”.

Il dialogo necessario

Conforta, in parte, la consolidata consuetudine romagnola al dialogo costruttivo fra privato sociale ed enti locali, anche se non può che destare preoccupazione la crisi di risorse pubbliche che interessa con sempre maggiore impatto sia la sanità che il sociale.

Eppure, non mancano le sfide per il futuro, a cui queste imprese dovrebbero poter guardare con serenità, valorizzando al meglio l’esperienza maturata sul campo, la visione e la grande capacità di progettazione. Siamo, come ormai ampiamente noto, una delle regioni più “vecchie” d’Europa, con una popolazione ultrasessantacinquenne che nel corso degli ultimi 10 anni è aumentata del 30%: impensabile affrontare il futuro senza una nuova programmazione di servizi socio-sanitari a supporto degli anziani e delle loro famiglie. Ma siamo anche una delle aree del paese che soffre maggiormente il problema della denatalità: per questo le attività dedicate alla prima infanzia, cresciute del 7% nell’ultimo anno, grazie all’intervento economico della Regione Emilia-Romagna, devono essere ulteriormente potenziate. Senza dimenticare la cooperazione sociale di inserimento al lavoro delle persone con disabilità, che è minacciata da un mercato che guarda con sempre maggiore fatica ai servizi realizzati su scala territoriale dai lavoratori svantaggiati. “Resta alto, per queste imprese e per tutti i soci e i dipendenti, l’auspicio – conclude Benedetti - che il dialogo con le stazioni appaltanti e le Istituzioni locali possa rappresentare davvero occasione per incidere sul miglioramento della qualità dei servizi e della loro sostenibilità: una sfida che, innanzitutto, è essenziale per garantire il sistema di diritti e tutele che da decenni caratterizza la regione Emilia-Romagna”.

Katia Gulino, referente cooperative sociali Confcooperative Romagna
Simona Benedetti, responsabile Centro Studi di Legacoop Romagna
Credito cooperativo, Romagna capofila

in

regione Il 18% degli sportelli bancari hanno insegne delle BCC

Raccolta diretta a 16,8 miliardi di euro (+1,4%), soci oltre quota 148.000 (+2,5%), qualità del credito in crescita, utili in aumento e tutti gli indici che registrano performance migliori di quanto non faccia l’industria bancaria nazionale: le BCC dell’Emilia-Romagna sono solide e in salute e hanno un peso specifico in crescita, con una quota di mercato dei depositi dell’11,7% a livello regionale (+0,5 punti rispetto al 2022). È la sintesi del bilancio 2023 della Federazione delle Banche di Credito Cooperativo dell’Emilia-Romagna approvato il 17 giugno scorso, durante l’assemblea.

Un modello che “tiene”

Migliorano sia la qualità del credito sia gli utili

“I dati confermano che il modello del credito cooperativo in Emilia-Romagna, citando un termine locale diventato ben noto nel 2023, “tiene botta” e crea relazioni solide sul territorio - commenta il presidente della Federazione Mauro Fabbretti -. Un patrimonio che va tutelato e preservato perché, a sua volta, tutela e preserva il territorio in cui opera e le comunità che lo popolano. Le BCC, anche in un anno difficile come il 2023 (caratterizzato dall’alluvione in Romagna e dalle conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina), hanno registrato indici di performance migliori dell’industria ban-

caria in termini di impieghi e, ancora di più, sul fronte dei finanziamenti alle famiglie e imprese, attestando il ruolo anticiclico che le contraddistingue. Un presidio solido, con gli sportelli sostanzialmente invariati rispetto allo scorso anno, che ci vede operare in 162 Comuni in Emilia-Romagna, in 13 dei quali le BCC rappresentano l’unica presenza bancaria: un importante valore aggiunto se si considera l’arretramento delle reti di agenzie delle altre Banche”.

Nove istituti in regione – Romagna capofila

Al 31 dicembre 2023, le nove Banche di Credito Cooperativo associate alla Federazione regionale (Banca Centro Emilia, Banca Malatestiana, BCC Felsinea, BCC Romagnolo, BCC Sarsina, Emil Banca, La BCC ravennate forlivese imolese, Riviera Banca, RomagnaBanca), potevano contare su 346 sportelli, pari al 18% di quelli in regione, 148.144 soci (in aumento del +2,5%) e 2.844 dipendenti (+1,25%).

Sul fronte della raccolta diretta (depositi e obbligazioni) il 2023 si è chiuso a 16,8 miliardi di euro (in aumento dell’1,4% contro il -3,3% dell’industria bancaria regionale): grazie al sensibile aumento di quella con durata prestabilita.

Romagna terreno fertile per le BCC I sette istituti Iccrea con raccolta oltre

i 9 miliardi

Iccrea Banca progetta il suo sviluppo anche in Romagna. Il Gruppo BCC Iccrea comprende 3 BCC con sede in Romagna, con 125 sportelli. Entro il 2026, attraverso l’azione delle 3 BCC, il Gruppo prevede di realizzare: finanziamenti netti alla clientela pari a 5,54 miliardi (+6,5% sul triennio); una raccolta diretta di 6,9 miliardi (+1,5%); una raccolta indiretta di 5,45 miliardi (+20%). Al 31 dicembre 2023, le 3 BCC del Gruppo BCC Iccrea hanno realizzato: impieghi alla clientela pari a 5,2 miliardi di euro; una raccolta diretta di 6,8 miliardi di euro; una raccolta indiretta di 4,5 miliardi di euro. Le 3 BCC del Gruppo BCC Iccrea con sede in Romagna sono: La BCC ravennate Forlivese Imolese, Riviera Banca, BCC Romagnolo.

Il piano triennale Iccrea

Iccrea e Cassa centrale sono i due gruppi in campo

“Il piano triennale 2024-2026 rafforza l’impegno delle nostre Banche verso le comunità della Romagna e conferma le loro peculiarità rappresentate dalla vicinanza di relazione, sostegno ai territori e rispondenza alle esigenze e necessità dei loro soci e clienti. Con questo percorso

vogliamo supportare le BCC nel rafforzamento ed accrescimento della relazione con la loro clientela sul fronte della gestione del risparmio, con l’obiettivo di sostenerle sempre più nella loro relazione con la comunità sul fronte degli investimenti e della tutela dei patrimoni”, ha commentato Riccardo Corino, CBO del Gruppo BCC Iccrea. Il Piano 2024-2026 mantiene le direttrici di sviluppo e crescita del Gruppo previste nel precedente Piano, confermandone l’evoluzione verso una situazione patrimoniale ancor più robusta, una qualità degli attivi allineata alla best practice del mercato italiano, una redditività sostenibile anche diversificando le fonti di ricavo e una rilevante posizione di liquidità, mantenendo una forte impronta localistica e mutualistica, nel rispetto dei valori che ispirano il credito cooperativo.

In particolare, il piano dà continuità agli importanti investimenti tecnologici e digitali avviati nel precedente biennio, volti a rendere il modello sempre più efficiente e moderno, evolvere l’offerta delle società prodotto

e rafforzare il supporto alle comunità, per consentire alle banche del Gruppo di continuare ad essere protagoniste dello sviluppo sostenibile dei territori.

Il piano triennale nazionale contempla alcuni obiettivi trasversali: il completamento del percorso di derisking del Gruppo, l’incremento della marginalità netta, il mantenimento di un solido profilo patrimoniale, il continuo impegno sul fronte ESG da parte delle BCC del Gruppo e un rafforzamento dei canali digitali per migliorare la relazione con i clienti, ridurre i costi di gestione, aumentare le vendite.

Il maggior Gruppo cooperativo

Il Gruppo BCC Iccrea è il maggiore gruppo bancario cooperativo italiano, l’unico gruppo bancario nazionale a

capitale interamente italiano e il quarto gruppo bancario in Italia per attivi, con un totale dell’attivo consolidato – al 31 marzo 2024 – attestato a 171,5 miliardi di euro. Il Gruppo BCC Iccrea è costituito oggi da 115 Banche di Credito Cooperativo, presenti in oltre 1.700 comuni italiani con quasi 2.500 sportelli, e da altre società bancarie, finanziarie e strumentali controllate da BCC Banca Iccrea. Le BCC

BCC ravennate, forlivese e imolese in forte crescita

Ottimi conti 2023 ma l’istituto non dimentica la solidarietà

La BCC ravennate forlivese e imolese aumenta sensibilmente il sostegno a soci e territorio grazie agli importanti risultati ottenuti nel corso del 2023, che hanno trovato sintesi nel bilancio di esercizio approvato dal Consiglio di Amministrazione della Banca nei giorni scorsi. E se le grandi banche chiudono sportelli la BCC ne apre come dimostra la recentissima inaugurazione della nuova filiale a Castel San Pietro (Bologna). “Nell’attuale panorama di desertificazione bancaria – spiega il direttore generale Gianluca Ceroni – ci vogliamo affermare come banca di prossimità, sia attraverso la presenza fisica a Castel San Pietro Terme, sia tramite i canali digitali. Per questo si è presa una decisione storica, come quella di aprire una nuova filiale, in un contesto in cui le altre banche tagliano la loro rete e chiudono gli sportelli. LA BCC ha valutato, invece, che occorresse garantire in questo Comune la presenza fisica portando così la nostra rete a 71 sportelli”. Intanto la BCC reagisce al momento complesso del mondo creditizio: “gli impieghi nel primo semestre 2024 sono stabili e i mutui, pure in

leggera flessione, mostrano una dinamica migliore negli ultimi due mesi. I depositi sono in leggera crescita a testimonianza della fiducia che i nostri clienti e soci hanno nella BCC”. Il sostegno in termini di solidarietà e beneficenza al territorio e i riconoscimenti in termini di benefit, dividendi e rivalutazione a favore dei soci hanno infatti superato complessivamente la cifra record di 12 milioni di euro. Oltre ai contributi ordinari per beneficenza e pubblicità (2 milioni di euro), alle manifestazioni sociali, borse di studio e benefit soci (1,1 milione di euro), ai dividendi e alla rivalutazione del capitale sociale (2,5 milioni di euro), sono stati erogati - sia sotto forma di contributi a fondo perduto che di condizioni agevolate per prestiti a privati e imprese - 6,5 milioni di euro quali interventi straordinari a seguito degli eventi alluvionali dello scorso mese di maggio.

“Il 2023 ha rappresentato per LA BCC un anno molto positivo che si chiude con un utile che supera i 57,7 milioni di euro – spiega Gianluca Ceroni - a conferma della capacità reddituale della nostra Banca, destinata ad un ul-

del Gruppo al 31 marzo 2024 hanno realizzato su tutto il territorio italiano circa 90 miliardi di euro di impieghi netti

I numeri del gruppo

Cassa

Centrale

In Romagna, il Gruppo Cassa Centrale annovera 4 Banche di Credito Cooperativo (Banca Malatestiana, BCC della Romagna Occidentale, BCC di Sarsina, Romagna Banca) che, al 31 dicembre, insieme contano 72 filiali e 588 collaboratori. La raccolta diretta sfiora i 3,6 miliardi, la raccolta complessiva supera i 5,5 miliardi e gli impieghi assommano a 3 miliardi di euro. Il patrimonio (CET1) supera i 545 milioni di euro. Nell’intera regione il Gruppo Cassa Centrale conta complessivamente 7 Banche di Credito Cooperativo (3 in Emilia e 4 in Romagna).

teriore rafforzamento del patrimonio di vigilanza che raggiunge i 533 milioni di euro e rappresenta da sempre il principale elemento a tutela di soci e clienti. Il Total Capital Ratio (coefficiente patrimoniale calcolato come rapporto tra Fondi Propri e attività ponderate per il rischio) si attesta a circa il 24% e ci permette di rafforzare quel sostegno all’economia del territorio che ha, da sempre, contraddistinto la nostra Banca”.

e una raccolta diretta pari a circa 136 miliardi di euro, contando 5,2 milioni di clienti e circa 850 mila soci. Il Gruppo BCC Iccrea è tra i migliori gruppi bancari per qualità del patrimonio con un CET 1 Ratio del 22% e per posizione di liquidità con un LCR del 264%.

Il Gruppo aderisce alla Fondazione Tertio Millennio ETS, un organismo senza fini di lucro istituito nel 2002 nell’ambito del Credito Cooperativo, che si prefigge di sviluppare attività di solidarietà sociale in Italia e all’estero, in particolare all’interno del sistema delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali.

Con una raccolta totale di 6,7 miliardi di euro e 3,5 miliardi di euro di impieghi verso clientela continua l’incremento del totale del prodotto bancario lordo che ha superato i 10,2 miliardi di euro, a conferma della fiducia dimostrata negli anni da soci e clienti. Inoltre, nel corso del 2023, la BCC ha confermato il sostegno alle imprese del territorio con 218 milioni di euro di mutui erogati. Sono 2.731 i nuovi mutui casa concessi nell’anno, numero che rappresenta un ulteriore importante incremento rispetto ai dati, già in forte crescita, registrati negli esercizi precedenti. Il risultato assume particolare rilevanza se si tiene conto della flessione registrata dal mercato, soprattutto nel corso del secondo semestre, per effetto della crescita dei tassi. Il direttore generale ricorda che LA BCC ha confermato la massima attenzione al presidio sulla qualità del credi-

to. La prudente gestione e gli interventi straordinari hanno permesso alla Banca di proseguire il percorso di miglioramento dell’incidenza del credito deteriorato netto, portandola allo 0,57% rispetto al 0,94% dell’anno precedente. Da parte sua il presidente della BCC, Giuseppe Gambi “ringrazia gli oltre 37.400 Soci per la fiducia riservata alla nostra cooperativa di credito. Siamo molto soddisfatti del risultato del 2023, tuttavia credo che saremo una delle poche banche ad avere un segno meno rispetto ai risultati del 2022. Del resto, su 63 Comuni nei quali operiamo, 60 sono stati dichiarati alluvionati. La nostra zona rappresenta l’epicentro dell’evento catastrofale. Quando il nostro territorio soffre, la nostra BCC non può non soffrire con esso. La buona capacità reddituale ci ha comunque permesso di sostenerlo concretamente, destinandovi la cifra record complessiva di oltre 12 milioni di euro”. Inoltre, il Consiglio di Amministrazione ha proposto di distribuire parte dell’utile agli azionisti sotto forma di dividendo in misura del 2,6% e di destinare un’ulteriore quota a rivalutazione, ai sensi dell’articolo 7 della Legge 59/1992, in ragione del 5,4% del capitale sociale esistente all’inizio dell’esercizio 2023, per un totale di valorizzazione della quota sociale del 8%”.

Gianluca Ceroni, direttore generale BCC ravennate, forlivese e imolese
Giuseppe Gambi, presidente BCC ravennate, forlivese e imolese
Con Snoopy Casa abitazione a portata di mano La coop realizza e gestisce immobili di edilizia sociale

Snoopy Casa Scrl una cooperativa di abitazione di Ravenna costituita nel 1976 e aderente alla Confederazione Cooperative Italiane tramite Confcooperative. Inizialmente la cooperativa operava del comprensorio ravennate ed oggi, dopo avere incorporato per fusioni altre cooperative di abitazione aderenti a Confcooperative, opera in tutta la provincia di Ravenna realizzando prevalentemente interventi di edilizia sociale. Lo scopo primario della cooperativa è quello di fornire un servizio ai propri soci per soddisfarne la richiesta di alloggi in proprietà o in locazione. La coop dal 1980 ha realizzato quasi 70 interventi edilizi, consentendo l’assegnazione di oltre un migliaio di alloggi ai propri soci e attualmente gestisce 167 appartamenti. Nella realizzazione dei propri interventi, la Snoopy Casa ha sempre utilizzato materiali di qualità e le tecnologie più avanzate assegnando ai propri soci alloggi di qualità a prezzi competitivi. Snoopy Casa grazie alla sua organizzazione ha saputo elaborare strategie di mercato in linea con i cambiamenti in atto e con le nuove esigenze abitative dei propri associati ed in quarantotto anni di attività si è posta all’attenzione delle istituzioni per la sua esperienza maturata nella realizzazione di interventi di edilizia sociale e per il servizio di qualità

Giacomo Vici: “diamo risposta all’emergenza abitativa”

prestato ai propri soci. Il percorso della cooperativa si concentra nella valorizzazione degli scopi cooperativistici con particolare attenzione ai valori umani e sociali.

Negli anni Snoopy Casa, oltre a realizzare moltissimi edifici nelle aree Peep di tutta la Provincia, ha contribuito alla valorizzazione dei centri storici di Ravenna, Russi e Bagnacavallo grazie all’esecuzione di importanti interventi.

Attualmente l’attività della Cooperativa è incentrata sull’imminente consegna di 16 unità immobiliari a Solarolo, ed ha in programma nuovi interventi nel Comune di Ravenna, 4 villette nel lughese e altre unità immobiliari a Torre Pedrera.

“Snoopy Casa – spiega il Presidente Giacomo Vici – continua ad operarsi nel dare una risposta all’emergeva abitativa sociale. Recentemente siamo riusciti a fornire una soluzione abitativa alle richieste del personale infermieristico straniero impiegato da altre cooperative sociali del territorio che non riuscivano a trovare un’abitazione, ma l’emergenza abitativa oltre a coinvolgere sempre più persone e categorie sociali, è cresciuta ad un livello tale da non consentirci di soddisfare con le giuste tempistiche le molteplici domande e richieste dei nostri soci inseriti nelle liste di attesa”.

Giacomo Vici, presidente di Snoopy Casa

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RASSEGNA NOTIZIE

ROMAGNA

18 giugno

La Piadina

Romagnola IGP

al G7 di Puglia

Biagini: “tutti stupiti dalla bontà del nostro prodotto”

Il prodotto simbolo della Romagna è stato ospite del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle foreste nel recente G7 tenutosi in Puglia. La Piadina Romagnola IGP è stata infatti tra i 20 prodotti certificati invitati da Origin Italia a rappresentare l’eccellenza dei prodotti Dop e Igp italiani alla stampa internazionale. Alla presenza del presidente del Consorzio di Promozione e Tutela della Piadina Romagnola, Alfio Biagini (nella foto), la Piadina Romagnola Igp è stata fatta degustare ai numerosi giornalisti accreditati da tutto il mondo. Due le versioni preparate dalla gastronoma Carla Brigliadori: in abbinamento con il Prosciutto di Parma DOP e con la Marmellata di Arancia rossa di Sicilia Igp abbinata alla mozzarella Pugliese. “E’ entusiasmante vedere lo stupore e la meraviglia sul viso di chi assaggia il nostro amato prodotto – spiega il Presidente Biagini, reduce dalla trasferta in terra pugliese – e non è da tutti i giorni presentare la Piadina Romagnola IGP a una platea di respiro internazionale così illustre, qual è la stampa che segue gli eventi dei personaggi più importanti della terra”. (foto Shutterstock)

Ravenna
Forlì-Cesena
Rimini

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5 luglio

Sicurezza idraulica e prevenzione

In arrivo un piano da 4,5 miliardi

Un piano da 4,5 miliardi e di lungo respiro per realizzare interventi, che si snoderanno in diversi anni, necessari a ricostruire in maggior sicurezza i territori devastati dagli eventi alluvionali del maggio 2023. A Bologna si è tenuta la presentazione dello stato di avanzamento del Piano speciale della Ricostruzione da parte della vicepresidente della Regione, Irene Priolo, davanti alla Commissione Territorio, ambiente e mobilità dell’Assemblea legislativa. Hanno inoltre relazionato il Generale Giancarlo Gambardella, presidente del tavolo di coordinamento per i piani speciali della Struttura commissariale e Andrea Colombo, direttore dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po. L’approvazione del Piano speciale definitivo per la ricostruzione spetta al Commissario straordinario generale Francesco Paolo Figliuolo. (foto Shutterstock)

Ravenna

9 luglio

Calano le merci in transito al Porto

Nei primi 5 mesi flessione del 5,9%

Il Porto di Ravenna nei primi 5 mesi del 2024 ha movimentato complessivamente 10.433.105 tonnellate, in calo del 5,9% (654mila tonnellate in meno) rispetto allo stesso periodo del 2023. Gli sbarchi sono stati pari a 9.050.955 tonnellate e gli imbarchi pari a 1.382.150 tonnellate (rispettivamente, -6,8% e +0,8% rispetto ai primi 5 mesi del 2023). Il numero di toccate delle navi è stato pari a 1.047, con 44 toccate in più (+4,2%) rispetto al 2023. Il mese di maggio 2024 ha registrato una movimentazione complessiva di 2.339.201 tonnellate, in calo del 3% (oltre 72mila tonnellate in meno) rispetto allo stesso mese del 2023. Il Porto di Ravenna nei primi 5 mesi del 2024 ha movimentato complessivamente 10.433.105 tonnellate, in calo del 5,9% (654mila tonnellate in meno) rispetto allo stesso periodo del 2023. Il numero di toccate delle navi è stato pari a 1.047, con 44 toccate in più (+4,2%) rispetto al 2023. (foto Shutterstock)

Forlì

8 luglio

Al via il restyling dell’Unieuro Arena

Lavori per spalti e illuminazione

Vale 2,28 milioni l’intervento, suddiviso in due stralci, al Palazzetto dello sport “Palagalassi – Unieuro Arena” in via Punta di Ferro 2, finanziato con risorse PNRR e fondi propri del Comune di Forlì. “L’importo coperto fondi PNRR è di 1,4 milioni e gravita sulla componente infrastrutture e coesione, per investimenti di rigenerazione urbana, sport e inclusione sociale”, spiega l’assessora Emanuela Bassi. In questa fase si stanno sostituendo parte dei seggiolini e si sta ritinteggiando il soffitto di nero e predisponendo il nuovo sistema di illuminazione a led con faretti di ultima generazione che permetteranno pirotecnici giochi luce e scenografie all’avanguardia. In questo caso, sempre per ragioni legate alla convivenza col campionato di basket, si farà una prima parte dei lavori nei mesi estivi e una seconda l’anno prossimo.

ROMAGNA

Ravenna 9 luglio

Patuelli rieletto ai vertici dell’Abi

Sesto mandato per il presidente de La Cassa

Antonio Patuelli è stato rieletto per acclamazione presidente dell’Abi, l’Associazione bancaria italiana, dal neoeletto consiglio dell’Abi, che si è riunito ieri a Roma dopo l’assemblea annuale, accogliendo l’indicazione unanime formulata dal Comitato esecutivo e portando Patuelli per la sesta volta al vertice dell’Associazione. Felicitazioni per la nomina di Patuelli sono giunte dal mondo civile, economico e associativo ravennate. “Esprimo le mie più sincere e sentite congratulazioni – ha dichiarato il sindaco e presidente della Provincia di Ravenna Michele de Pascale - per la rielezione di Antonio Patuelli a presidente dell’Abi per il sesto mandato: un riconoscimento senza precedenti” che “rappresenta per Ravenna motivo di profondo orgoglio”.

Forli’-Cesena

24 giugno

daGorini

nelle classifiche europee

E’ al 117° posto dei Top restaurant

Per il 3° anno consecutivo il ristorante daGorini di Bagno di Romagna è tra i primi 150 ristoranti d’Europa per OAD sezione Top Restaurant, al 117° posto. La classifica, presentata a Madrid, è quella che annualmente seleziona i migliori ristoranti d’Europa secondo Opinionated About Dining, recensiti da opinionisti e blogger, che Steve Plotnicki ha fondato nel 2003. Una conferma molto importante che sottolinea l’interesse internazionale per il ristorante dello Chef Gianluca Gorini e di sua moglie Sara Silvani ed anche l’attenzione per il territorio romagnolo ei prodotti dell’Alta Valle del Savio. Il ristorante daGorini, ha riaperto venerdì 5 luglio con un nuovo menù dedicato alla stagione estiva, tra piatti inediti e grandi classici, che sono diventati “signature” identitari della cucina di Chef Gorini.

RAVENNA

30 giugno

La Cofari (facchinaggio) getta la spugna

La coop passa a Elle Emme Logistica

Il facchinaggio ravennate e i traslochi perdono un loro storico protagonista. Al termine di una lunga crisi, Cofari, cooperativa storica ravennate aderente a Legacoop, ha ceduto il ramo facchinaggio a Elle Emme Logistica (Bonate Sopra, Bergamo) e cessato l’attività dei traslochi. Cofari — che proprio quest’anno compie 50 anni — continua a effettuare l’attività dei depositi per terzi nella sua sede in zona Bassette. L’operazione, si legge in una nota di Legacoop Romagna, “ha garantito la piena occupazione, a parità di condizioni sia economiche che normative, dell’intero organico del ramo facchinaggio di Cofari, composto da circa un centinaio di persone”. Una situazione che fa da specchio al difficile contesto operativo, spiega Legacoop, che si verifica presso il porto di Ravenna con “tariffe difficilmente sostenibili”.

EMILIA-ROMAGNA 21 giugno

Cresce la raccolta differenziata

In Regione siamo al 77,2%

Ogni rifiuto al suo posto. In Emilia-Romagna, la raccolta differenziata dei rifiuti continua a crescere: nel 2023, secondo i dati del resoconto annuale curato della Regione in collaborazione con Arpae, ha raggiunto il 77,2%, con un +3,2% rispetto all’anno precedente (2022). Un dato, questo, in linea sia con la pianificazione regionale che con quanto previsto dal Patto per il lavoro e per il clima. “Un ottimo risultato - ha commentato Irene Priolo, vicepresidente della Regione con delega all’Ambiente, durante la conferenza stampa - che conferma gli effetti della nostra pianificazione, con il Piano regionale di gestione dei Rifiuti e per la Bonifica delle aree inquinate al terzo anno. Nonostante le difficoltà legate al maltempo e all’alluvione dello scorso maggio - ha proseguito Priolo - i dati rilevano una significativa tendenza di crescita nella differenziata”. (foto Shutterstock)

EMILIA-ROMAGNA

25 giugno

La Federazione delle BCC rinnova i vertici

Mauro Fabbretti confermato alla presidenza

A una settimana dall’approvazione del positivo bilancio 2023, le BCC dell’Emilia-Romagna hanno scelto di rinnovare all’unanimità la fiducia al presidente uscente. Un voto nel segno della continuità e a conferma dell’apprezzamento per il lavoro svolto quello espresso dai rappresentanti di Banca Centro Emilia, Banca Malatestiana, BCC Felsinea, BCC Romagnolo, BCC Sarsina, Emil Banca, La BCC ravennate forlivese imolese, Riviera Banca, RomagnaBanca che hanno confermato per il prossimo triennio Mauro Fabbretti alla guida della Federazione. “Il futuro delle BCC dell’Emilia Romagna poggia su solide basi – ha commentato il presidente della Federazione Mauro Fabbretti (nella foto) – come numero di sportelli stabili, raccolta e soci in aumento, virtuose ed efficaci relazioni con i nostri territori dove siamo impegnati a favorire la crescita e lo sviluppo di imprese e comunità, indici di performance delle BCC regionali al di sopra delle medie dell’industria bancaria nazionale”.

Ravenna

25 giugno

In arrivo 6 nuovi taxi in città

Bando aperto e domande entro il 16 settembre

Pubblicato al link https://bit.ly/4cAGmTX il bando con il quale saranno assegnate sei nuove licenze di taxi, di cui due destinate all’impiego di mezzi attrezzati per il trasporto di disabili gravi con necessità di incarrozzamento. In particolare, il valore delle licenze sarà di 90mila euro per il rilascio della licenza di tipologia ordinaria e di 76mila e 500 euro per il rilascio della licenza destinata a veicoli appositamente allestiti per il trasporto di persone con disabilità gravi con necessità di incarrozzamento. Inoltre, il rilascio delle nuove licenze sarà vincolato all’utilizzo di mezzi a basso impatto ambientale. Ulteriori caratteristiche si trovano sul bando sempre al link https://bit.ly/4cAGmTX dove è possibile scaricare anche il modulo di domanda con il quale è obbligatorio fare istanza di partecipazione al concorso. Le domande vanno trasmesse via Pec entro le 13 del 16 settembre 2024. (foto Shutterstock)

4 giugno

Ferretti, debutta a Ravenna il maxy yacht

INFYNITO 90 M/Y LOVE a un armatore sloveno

Varato il primo Yacht nel nuovo cantiere di Ferretti. Si tratta del modello da 26,97 metri INFYNITO 90 M/Y LOVE, destinato a un armatore sloveno. Il nuovo scalo di varo di Ravenna debutta con un battesimo del mare di assoluto prestigio: Ferretti Yachts INFYNITO 90 M/Y LOVE. La quarta unità del maxi flybridge è stata varata il 4 giugno nel nuovo cantiere Ferretti Group di Ravenna ed è destinata a un armatore sloveno che, insieme alla propria famiglia, ha preso parte all’emozionante cerimonia. “Oggi, al nuovo scalo di varo, viviamo una straordinaria anteprima delle tante belle giornate che vivremo in questo cantiere nei prossimi anni. Qui verranno costruite e varate la gamma INFYNITO di Ferretti Yachts e la gamma a vela e quella a motore di Wally. A Ravenna il bello è appena cominciato e promette di durare a lungo”, ha commentato Alberto Galassi, CEO di Ferretti Group.

Forli’-Cesena

15 giugno

CNA compie 70 anni

Inaugurata la nuova sede

A 70 anni esatti dalla sua costituzione, avvenuta il 15 giugno del 1954, CNA Forlì-Cesena reinaugura la sua sede provinciale, pesantemente colpita dall’alluvione, con locali accoglienti, rinnovati e riorganizzati. Un segnale concreto di resilienza e ripartenza. Alla cerimonia del taglio del nastro, che si è tenuta nella mattinata di sabato 15 giugno, sono intervenuti il sindaco di Forlì Gian Luca Zattini, il vicario del vescovo don Enrico Casadei, il presidente nazionale di CNA Dario Costantini; per CNA Forlì-Cesena il presidente provinciale Lorenzo Zanotti e il direttore generale Franco Napolitano, accompagnati dalla testimonianza di una dipendente CNA, Danila Padovani. Presente anche una rappresentanza qualificata di istituzioni e mondo dell’associazionismo economico, oltre che numerosi dirigenti, associati e collaboratori di CNA.

Ravenna 17 giugno

WASP, la stampante 3D in Giappone

La creazione di grandi oggetti è realtà

Per il secondo anno consecutivo, WASP partecipa a Manufacturing World Japan, la principale fiera manifatturiera dell’Asia dedicata ai servizi di trasformazione digitale. Durante l’evento, WASP presenterà due delle sue innovative soluzioni di stampa 3D: la stampante a pellet WASP 3MT HDP e la stampante ad argilla WASP 40100 Production. Queste tecnologie, interamente realizzate in Italia e commercializzate a livello mondiale, rappresentano il top di gamma nel settore della stampa 3D ceramica e industriale. WASP 3MT HDP è una stampante 3D di grande formato che stampa a partire da pellet di plastica, riducendo significativamente i costi del materiale rispetto ai filamenti tradizionali. Questa macchina è ideale per la produzione di oggetti di grandi dimensioni in settori come l’arte, il design e l’automotive. (foto Shutterstock)

Ravenna

Ravenna 4 giugno

Imprenditoria

femminile Cdc Ravenna Ferrara

Antonella Bandoli presidente, Gisella Ferri vice

Antonella Bandoli, imprenditrice affermata nel settore della comunicazione ed amministratrice e direttore creativo di Matitegiovanotte, azienda da sempre orientata alla innovazione, è stata eletta all’unanimità, in rappresentanza del settore industriale, presidente del Comitato per l’Imprenditoria Femminile della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna. Vanta un bagaglio ricco di esperienze con tappe in molte imprese italiane e multinazionali: da Nike Italy a Cisa, da Seac Sub a Reebok. Ad affiancare Antonella Bandoli nel nuovo importante incarico sarà Gisella Ferri, eletta vice presidente, amministratrice della Ferri SRL, ferrarese, che opera nel settore della progettazione e della costruzione di decespugliatrici idrauliche trinciatrici radiocomandate, trinciatrici agricole e forestali.

22 maggio

Danni climatici al settore agricolo

Dalla Regione in arrivo 7 milioni

“Il provvedimento della Regione in favore delle aziende agricole che hanno subito i danni dei cambiamenti climatici e della fauna selvatica è un segnale importante di attenzione verso un comparto strategicamente centrale come il nostro e una dimostrazione come si riveli determinante il dialogo costante e la collaborazione con le Istituzioni”. Lo ha detto il direttore regionale di Coldiretti, Marco Allaria Olivieri, commentando il progetto di legge che prevede lo stanziamento da parte della Regione Emilia-Romagna di oltre 7 milioni di euro a sostegno delle imprese agricole danneggiate dagli effetti dei cambiamenti climatici. “Il provvedimento prevede interventi a sostegno delle produzioni di patate, riso e barbabietola da zucchero. (foto Shutterstock)

Forli’ - Cesena / Rimini

6 giugno

Volano le ore di cassa integrazione

Crescita compresa tra il 34 e il 21%

Nel periodo compreso tra il 2022 e il 2023, le province di ForlìCesena, Ravenna e Rimini hanno registrato un incremento significativo delle ore autorizzate dall’Inps per interventi di cassa integrazione, riflettendo una situazione economica preoccupante per il territorio. Questa tendenza è proseguita nel primo quadrimestre del 2024, con ulteriori aumenti delle ore di cassa integrazione in alcuni importanti settori. Provincia di ForlìCesena I dati Inps evidenziano che la provincia di Forlì-Cesena ha visto un incremento totale del 34,73% nelle ore autorizzate, passando da 2.595.822 ore nel 2022 a 3.497.351 ore nel 2023. La provincia di Rimini ha registrato un incremento totale del 21,63% nelle ore autorizzate, passando da 3.264.987 ore nel 2022 a 3.971.186 ore nel 2023. (foto Shutterstock)

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Inchiesta a cura di Giorgio Costa

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n° 3 | anno 4 | luglio 2024 Romagna24economia offre esclusivamente un servizio, non riceve provvigioni sulle contrattazioni, non effettua commerci, non è responsabile per la qualità, provenienza, veridicità e puntualità di uscita delle inserzioni e neppure per le conseguenze dirette e indirette che possono derivare dalla non corrispondenza di tali dati alla realtà. La direzione si riserva comunque, a suo insindacabile giudizio, di cestinare annunci. Edit Italia Srl. precisa che tutte le inserzioni recanti dati personali e/o sensibili ai sensi del D.L. 196/2003, sono state pubblicate previa informativa all’interessato e espresso, diretto e specifico consenso dello stesso alla diffusione dei predetti dati ai sensi del D.L. 196/2003. Questo periodico è aperto a quanti desiderino manifestare il loro pensiero, senza recare pregiudizio ad altri, ai sensi dell’art. 21 della Costituzione e, pertanto, la sua Redazione è disposta a ricevere testi scritti, fotografie, immagini ed altro materiale dai lettori. Tuttavia, l’eventuale pubblicazione, anche in via telematica, di quanto inviato alla Redazione di questo periodico, è a totale discrezione della Redazione medesima. In ogni caso l’eventuale pubblicazione non determina la costituzione di alcun rapporto di collaborazione dei lettori con la stessa Redazione e/o con l’Editore, né obbligo di pagamento di alcun importo da parte della Redazione e/o dell’Editore del periodico. L’invio del materiale è a titolo gratuito. Quanto inviato alle Redazioni, anche se non pubblicato, non verrà restituito al mittente.

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