Michelangelo, architetto delle meraviglie

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Progetto grafico copertina: Alessandra Zorzetti

Progetto grafico interno: Studio Link

Crediti fotografici: sfondo della copertina © armvector; foto David © Pixelbudda statua / https://stock.adobe.com; p. 92, volta della Cappella Sistina © mitzo_bs / https://stock.adobe.com

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Prima edizione: marzo 2023

Stampato presso Lito Terrazzi srl

Stabilimento di Iolo

M IC H EL A NG E LO a rc h it e tt o d el l e m er a vi g li e

M IC H EL A NG E LO BU O NA R RO T I

“Io sto ancora imparando” . Michelangelo

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Michelangelo fa pensare subito all’Arte e al Rinascimento, a dipinti e sculture grandiose come il Giudizio Universale e il David vincitore di Golia. Tutto vero. Era un mito già nel suo tempo, perché era dotato di un talento incredibile, quasi un super potere che non lo ha mai abbandonato. In realtà è stato anche un ragazzo selvatico, fragile e ombroso. Da adulto ha avuto pochi veri amici e pochi veri affetti, carenze che compensava facendo arte, inseguendo la bellezza, senza fermarsi mai. Papi e imperatori si sono contesi le sue opere e i suoi progetti. Ora tutto il suo lavoro è patrimonio dell’umanità. Quella che segue

è la sua storia, raccontata da lui medesimo, tra dispetti e pugni sul naso, grandi riconoscimenti e storiche battaglie.

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Ci sono io, Michelangelo Buonarroti, voce narrante.

C’è la mia infanzia tra la polvere di marmo, e le prime esperienze nella bottega del Ghirlandaio.

C’è la famiglia Medici e il Giardino di Lorenzo il Magnifico.

C’è la vera storia delle mie opere più straordinarie.

C’è il frate Savonarola che vieta ai fiorentini persino di ridere per strada.

6 C HE CO S A C’È IN QU E STO L I BR O

Ci sono i papi del Rinascimento, la Riforma, il concilio di Trento e la Controriforma.

Non mancano guerre ed eserciti invasori.

Ci sono i miei progetti per una Roma più bella.

E per finire c’è una intervista davvero impossibile alle cave di marmo di Carrara.

C’è un dizionarietto michelangiolesco.

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R EG N O D I F RA N CI A R EG N O D ’ AR A GO N A E D I C A ST I GL I A C ar r ar a P is a M il a no
I MP E RO RO M AN O G ER M AN I CO R EG N O D I U NG H ER I A S TA T O P ON T IF I CI O R EG N O D I N AP O LI R EG N O D I S IC I LI A R om a F ir e nz e B ol o gn a F er r ar a T re n to V en e zi a

Michelangelo nasce a Caprese, un piccolo borgo tra le montagne dell’Appennino a due giorni di cavallo da Firenze. Nasce il 6 marzo, nella casa del podestà, suo padre, Ludovico Buonarroti. I boschi di castagno intorno sono ancora coperti di neve. È l’anno 1474 secondo il Calendario fiorentino, e già il 1475 secondo il Calendario di Roma. Neppure i calendari vanno d’ accordo nell’Italia della prima metà del secondo millennio. Il padre di Michelangelo è solo temporaneamente podestà. Dopo qualche settimana tornerà con tutta la famiglia a Firenze. Qui affiderà il neonato a una balia che lo alleverà oltre lo svezzamento. Si usa così nelle nobili famiglie fiorentine.

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Benvenuti a Firenze. È la mia città, la mia vita e gran parte del mio futuro. Sono il secondogenito di Ludovico Buonarroti e Francesca Neri, madre di altri tre figli dopo di me, tutti maschi. Mamma Francesca è morta quando avevo sei anni e mio padre s’è già risposato. La nostra casa è vicino alla chiesa di Santa Croce.

Un giorno in questo quartiere i Buonarroti avranno un grande palazzo e grazie a me nessuno ci prenderà in giro per quello che siamo e vorremmo essere.

Ora abitiamo in una casa modesta, ma un tempo la mia famiglia era importante. Abbiamo antenati magistrati, banchieri e persino uno dei Cento Savi. Invece mio padre

è in attesa di un incarico pubblico che non arriva mai. Teme la povertà ed è sempre più preoccupato di non poter mantenere il suo stato sociale.

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I o, Mi c he l an g el o

Io giro per la città. Curioso nelle botteghe degli artisti aperte sulla strada. Osservo i ricchi e le ricche fiorentine. Vestono bene, a differenza di me che non brillo per eleganza e bellezza. Anzi, c’è chi mi prende in giro per il mio vestire.

Ma ho fame di cose belle e a Firenze le cose belle non mancano. Sono patrimonio di tutti, come la cupola del duomo, il battistero e il campanile di Giotto. Quanto a me, mi piace disegnare.

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Copio le opere dei grandi maestri. Basta entrare in una chiesa o in uno dei tanti conventi per trovare tutta l’arte che vuoi.

Ma c’è di più. Sempre più spesso si estraggono dalla terra frammenti di antichi templi e statue risalenti all’Impero Romano. Artisti del mio tempo le copiano o ne fanno di nuove.

C’è un lucroso commercio di questi reperti che finiscono nei palazzi delle famiglie più potenti di Firenze, come i Medici e i Pitti. Persino mio padre, che disprezza il lavoro manuale, sta cambiando opinione sull’arte e la scultura.

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La Firenze dove cresce Michelangelo è meno popolata del secolo precedente. La Peste Nera, a più riprese, s’è portata via metà della popolazione. Ma è ancora tra le città più grandi d’Europa e la più ricca d’Italia. È un modello per tutte le altre per moda, arte e architettura.

Firenze in questi anni è governata a tutti gli effetti da Lorenzo de’ Medici, detto il Magnifico.

I Medici sono una vera e propria dinastia di banchieri.

È i l R i na s ci m en t o, r ag a zz i .

La città è una repubblica, ma di fatto la politica interna ed esterna è gestita da Lorenzo, anche se ufficialmente non ricopre nessuna carica politica. Il Magnifico incarna la figura del principe illuminato, scrittore, poeta e generoso mecenate. In realtà quando occorre è deciso e spietato. Come nel 1478, quando è minacciato dalla Congiura dei Pazzi durante la quale suo fratello Giuliano viene ucciso. Tutti i congiurati, oltre a Jacopo e Renato della famiglia dei Pazzi, sono catturati e impiccati senza pietà.

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