Ragazzi numero 5 2016

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Ragazzi - Mensile dell’Azione cattolica italiana • e 1,05 - Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM - Contiene I.R.

per i ragazzi ni dai 10 ai 13 an

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N. 5 - Maggio 2016


sommario

i il fuUmn’aeqtutiola sdolitaria

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(PRIMA PARTE)

news dal mondo

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10

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(… in tv) di musica

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Da Billund... in tutto il mondo

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Carissimi

oggi parliamo di un argomento che, per alcuni di voi, non è sempre così simpatico: la scuola e lo studio. Proveremo a capire insieme perché studiare è importante. Studiare serve, prima di tutto, per conoscere sé stessi e per rendersi conto delle potenzialità uniche che ciascuno di noi possiede. Lo dice benissimo la Convenzione di New York, al punto 1A dell’articolo 29 quando afferma che l’educazione deve «favorire lo sviluppo della personalità del fanciullo nonché favorire lo sviluppo delle sue facoltà e delle sue attitudini mentali e fisiche, in tutta la loro potenzialità». L’istruzione e l’educazione sono un diritto, perché ogni uomo e donna devono poter realizzare totalmente la bellezza che è dentro di sé. Studiare serve, poi, per sviluppare senso critico, per abituarsi a ragionare e a interrogarsi sempre. Studiare serve, infine, a desiderare un futuro migliore del presente. Grazie all’istruzione voi ragazzi potete aspirare a un domani ricco, in cui realizzare i vostri desideri professionali e di vita. Ma anche, e soprattutto, un futuro migliore anche per gli altri. È il motivo per cui il diritto all’educazione e all’istruzione deve essere di tutti i ragazzi e le ragazze del mondo. A questo proposito vi presento una ragazza molto speciale: Malala Yousafzai. Ferita dai talebani che in Pakistan vogliono proibire a tutte le ragazze di andare a scuola, è diventata un simbolo della lotta per il diritto all’educazione e, per questo, nell’ottobre del 2014 ha ricevuto il premio Nobel per la pace. Nel suo memorabile discorso all’Onu del 2013, Malala concludeva con parole di pacifica rivoluzione, in difesa del diritto all’educazione e all’istruzione: «Cerchiamo quindi di condurre una gloriosa lotta contro l’analfabetismo, la povertà e il terrorismo, dobbiamo imbracciare i libri e le penne, sono le armi più potenti. Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo. L’istruzione è l’unica soluzione. L’istruzione è la prima cosa». 1 È il mio augurio più bello per affermare ancora una volta che studiare è un diritto che serve, e studiando possiamo davvero cambiare il mondo.

Teresa

La scuola è ormai agli sgoccioli! Ma prima di godersi le meritate vacanze, dedichiamo questo numero a esplorare un po’ di più l’universo scolastico. Scopriremo l’importanza del diritto allo studio dalla voce di due testimoni che lottano perché sia rispettato in un paese come il Pakistan; capiremo un po’ di più come va la scuola nel mondo e come è alla base dei talent show; ma anche come è protagonista nel cinema e nello sport.


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Zanoni a cura di Alessandro

MARATHON MAN LONDRA, REGNO UNITO

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Avete mai corso una maratona? Beh, io no, ma credo sia qualcosa di molto faticoso... Per il trentatreenne britannico Rob Young invece è una giornata come un’altra, anzi, è una di quelle dove può dire di non essersi sforzato più di tanto. Lo scorso anno, infatti, Rob ha completato 370 maratone, più di una al giorno! Tutto è iniziato, come spesso accade, per una scommessa nata per scherzo, in questo caso con la sua compagna Joanna Hanasz. Nell’aprile del 2014, Joanna stava guardando in televisione la maratona di Londra, e Rob ha iniziato a lamentarsi che era noiosa, chiedendole di cambiare canale. La ragazza gli ha risposto che la sua era invidia perché non sarebbe mai riuscito a correre una maratona. Il mattino dopo Rob è partito alle 3:30 di notte, completando il percorso della maratona di Richmond, vicino a casa sua, prima di andare al lavoro. La corsa gli ha dato belle sensazioni, ed ha perciò deciso di ripeterla anche i giorni successivi, tanto che ha corso l’equivalente di 10 maratone la settimana stessa. Nel giro di un anno, ha percorso una distanza equivalente a quella di 422 maratone, in 370 sessioni separate. Ha anche conquistato numerosi record, come la corsa più lunga senza sonno, correndo 600 Km in 88 ore e 17 minuti senza chiudere occhio. Ora Young ha anche scritto un libro (intitolato Marathon Man) per raccontare la sua esperienza. Se lo leggerete scoprirete il segreto di Rob attraverso il racconto della sua vita, e vedrete dalla sua testimonianza che anche avendo vissuto esperienze dolorose, si può diventare più forti.


DA SENZATETTO A PANETTIERE CON UN EURO DIGIONE, FRANCIA Un panettiere francese ha “venduto” la sua attività a un senzatetto al costo di un euro, in modo che questo potesse rifarsi una vita. Facciamo un passo indietro: il sessantaduenne Michel Flamant conosceva da anni il senzatetto Jerome Aucant, che salutava ogni mattina e a cui spesso portava una tazza di caffè e una brioche. Lo scorso dicembre, Flamant ha rischiato di morire soffocato nel suo negozio, a causa del monossido di carbonio prodotto da una stufa difettosa. L’uomo stava per perdere la vita, perché nessuno si era accorto di quanto stava accadendo (non c’era un incendio, e il monossido di carbonio è inodore). Nessuno tranne Aucant, che ha chiamato aiuto salvando la vita al panettiere. Per ringraziare il salvatore, Flamant lo ha assunto come dipendente part-time, ed è stato sorpreso positivamente dalle sue capacità e dal suo impegno. E così Flamant ha pensato di cedere l’attività ad Aucant: era da un po’ che pensava di vendere il panificio, in cui lavorava da quando aveva quattordici anni. «Cosa è più importante? La vita o i soldi? Non mi interessano i soldi. Non sono ricco, ma non mi importa. Voglio essere libero, potermi rilassare… e se posso fare felice Jerome, lui merita una chance».

LA “PORTA SANTA” DEL BUS CHE ACCOGLIE I BIMBI DI STRADA SEUL, COREA DEL SUD «È la misericordia di Cristo che va incontro ai poveri, e non il contrario». Lo sa bene Vincenzo Bordo, missionario degli Oblati di Maria Immacolata nei sobborghi di una metropoli come Seul. Qui, grazie a una sua idea, i poveri, i bambini abbandonati, i senzatetto oltrepassano una Porta Santa unica al mondo: quella di uno speciale autobus della misericordia che gira nelle nottate gelide alla ricerca di un bambino da scaldare, di una giovane donna da consolare, di un anziano da rifocillare. «Ci sentiamo provocati e in qualche modo “istigati” dalle parole di papa Francesco, cogliendo l’invito a lasciare le nostre zone di comfort e a portare nelle periferie la misericordia di Dio. Così siamo usciti dalla nostra Casa di Anna, centro di accoglienza che pure serve ogni giorno 550 pasti per i poveri, per vedere se c’erano altri confini da esplorare e altri orizzonti da raggiungere», riferisce. Questa curiosa “Porta santa automatica” significa, per tanti bambini, varcare una nuova porta della misericordia, restituendo loro una dignità negata, l’inizio di un pellegrinaggio che li vedrà intraprendere una vita nuova.

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Ghiazza a cura di don Marco

I T N E M A D N A M CO DA 10 E LODE 8

Un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «Amerai il

Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti». (Mt 22,35-40)


Difficile, per gli amici di Gesù (e non solo) seguire tutte le indicazioni contenute nei primi libri dell’Antico Testamento, “nella Legge” appunto. C’era bisogno di una sintesi: cerca la strada che ti permetta di amare meglio Dio, di vivere bene l’amicizia con Lui. E cerca contemporaneamente la strada che ti permetta di dimostrare il tuo amore verso gli altri. Il resto verrà da sé, sembra concludere questo piccolo testo. E tutto questo... dappertutto! Anche a scuola! COSA VUOL DIRE AMARE DIO A SCUOLA? Può voler dire mettere a frutto i nostri talenti, l’intelligenza e la volontà con le quali egli ci ha creato. Non scegliere solo la strada più facile, quella meno faticosa, ma quella che mi permette di tirar fuori le mie più belle capacità. Mettere da parte la furbizia e scegliere l’impegno e l’onestà. COSA VUOL DIRE AMARE IL PROSSIMO A SCUOLA? La scuola è una piccola “palestra” per imparare a stare in mezzo agli altri nel modo giusto. Posso dare il meglio di me (la disponibilità, l’incoraggiamento, il fare le cose insieme...), ma anche il peggio (il cercare il primo posto, l’apparenza, la prepotenza, lo scavalcare gli altri o il giudicarli...). Proviamo – dappertutto! – a diventare persone che provano a vivere il Vangelo!

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Amicis a cura di Davide De

n o s l e N a l e e n A & tti Paul Bha 1

Prima di tutto presentati ai lettori di Ragazzi. Chi sei, cosa fai, per cosa vivi?

10 ANEELA NELSON Sono Aneela Nelson, cooperante internazionale per l’educazione in Pakistan e quando ho cominciato, questo non era un lavoro. Ma poi ho seguito quello che diceva la Bibbia e ho aiutato i ragazzi dei Paesi poveri a raggiungere un livello elevato d’istruzione e di cultura. PAUL BHATTI Io sono un medico-chirurgo e, dopo l’assassinio di mio fratello Shahbaz, ho avuto per quattro anni la carica di ministro per le minoranze e la libertà religiosa.

Poi ho proseguito la missione di mio fratello di portare la pace e la convivenza pacifica tra le fedi e le popolazioni in Pakistan, seguendo quella che era la sua visione e la sua missione basata sulla fede cattolica, sulla fede in Gesù Cristo: tutto questo in un paese, dove i musulmani rappresentano il 95% della popolazione. Attualmente dirigo il movimento dei ragazzi fondato da mio fratello che tutela tutte le minoranze religiose in Pakistan e, inoltre, sia in Italia che in Pakistan, sono a capo di una fondazione che si chiama “Missione Shahbaz Bhatti”. Su queste basi, noi intendiamo promuovere l’educazione in quanto strumento basilare per risolvere problemi fondamentali, come povertà e discriminazioni, e portare la pace.


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Quanto è importante studiare e farlo potendo andare a scuola?

ANEELA NELSON Mi viene in mente la citazione di Napoleone Bonaparte che diceva: «Datemi una dama e ci sarà la nascita di una nazione civile». Studiare è importante per dar vita a una nazione civile, con valori sani e giusti per tutti. È importante andare a scuola, perché altrimenti si resta nell’oscurità e l’oscurità ha bisogno della luce. L’educazione è così importante in Pakistan, perché dà questa luce e senza di essa subentra l’estremismo. Per costruire, in Pakistan, una nazione civilizzata è necessario che ci sia un’educazione.

11 PAUL BHATTI È molto importante studiare e promuovere l’educazione, specie in un paese come il Pakistan, dove c’è ancora il 50% di popolazione analfabeta, che non riesce a capire e a comunicare con il mondo esterno, essendo, spesso, più sensibile ad assimilare messaggio d’odio poiché non ha un metodo di paragone. E poi è un modo per dare un’opportunità di integrazione e di lavoro alla società. Tutto questo, stando attenti alla qualità dell’educazione e a quelle scuole che educano all’odio. Bisogna studiare dove si promuove la pace e la convivenza pacifica tra i popoli.


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Qual è secondo te la gioia di andare a scuola?

ANEELA NELSON La gioia dell’educazione è poter imparare, così da sentirsi uguali agli altri cittadini del tuo paese, potendo anche comunicare con loro. E questo è sicuramente una gioia. PAUL BHATTI È una gioia grande. Molto spesso vedo bambini che vorrebbero andare a scuola, ma non possono non avendo libri o non avendo il trasporto. Questo è uno dei diritti per cui ci battiamo, perché quando vediamo un bambino andare a scuola e condividere le proprie conoscenze con i suoi compagni non c’è solo la gioia di quel bambino, ma della sua intera famiglia. E, di riflesso, è anche una gioia nostra vedere una società educata.

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Che cosa dovrebbe sempre trasmettere una buona scuola?

ANEELA NELSON La conoscenza dovrebbe far comprendere che l’educazione è tra i diritti fondamentali dell’uomo, soprattutto in Pakistan dove le donne ignorano che questo sia un loro diritto e, invece, è il messaggio che la scuola dovrebbe trasmettere. Per questo la scuola, oltre alle conoscenze, dovrebbe far passare anche la forza di reclamare i propri diritti. PAUL BHATTI Una buona scuola dovrebbe sempre trasmettere i valori umani. Indipendentemente da religione, razza o credo, una scuola deve trasmettere il rispetto l’uno per l’altro, condannando tutti gli atteggiamenti che dividono l’uomo e consentono di uccidere in nome di una determinata ideologia.

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Raccontaci i tuoi sogni per gli studenti del Pakistan e per quelli italiani.

ANEELA NELSON Per gli studenti pakistani sogno che possano imparare più cose possibili, ma per farlo hanno bisogno dell’aiuto di altre nazioni come l’Italia. Invece per gli studenti italiani che hanno già accesso alle nozioni di base, dato che manca un po’ di fiducia nel proprio futuro e


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nelle proprie capacità, per metterle al servizio del proprio paese, sogno che siano forti nella fede. PAUL BHATTI I sogni sono gli stessi per entrambi, ma i pakistani sono più soggetti a determinate correnti che hanno trasmesso ideologie violente e discriminatorie, determinando un’instabilità politica e una confusione nelle scuole. Ma l’obiettivo principale è diffondere quell’educazione che promuove la pace e l’armonia nel mondo. Lo stesso per la scuola italiana che, pur avendo un buon livello di educazione, deve avere studenti che collaborino di più con i loro compagni, ma so-

prattutto che si aggiornino leggendo maggiormente i giornali. Non a caso, con l’Azione cattolica abbiamo deciso di realizzare annualmente uno scambio culturale tra ragazzi 13 italiani e pakistani, affinché condividano le loro esperienze.


ista a cura di Laura Ar

i d a l o u c s a ) v t in … ( a c i s mu vincere a un concorrente il talent «Lo scopo non è mai stato solo far e preparare i cantanti al mondo [...], ma creare le basi per il successo ana di X Factor nascono vere e reale. [...] Anche dalla versione itali per esempio a Chiara, Francesca proprie star, in tutto il mondo. Pensate Michielin e Marco Mengoni». (Simon Cowell – ideatore di X Factor)

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Questo mese decliniamo la musica secondo la parola “scuola”, per questo ho pensato di stilare una top five degli artisti che in Italia hanno fatto più successo grazie alla vittoria o alla semplice partecipazione a uno dei talent show. Questo fenomeno è presente nella televisione italiana già da un bel po’ di anni, se pensate che il format di Amici, nato con il nome Saranno Famosi, risale al lontano 2001. Da quel momento in poi sono proliferati vari tipi di talent show che hanno messo alla prova tantissimi ragazzi, soprattutto nelle discipline canore. Ad oggi X Factor e Amici (piano piano si sta facendo strada faticosamente anche The Voice) sono senz’altro le scuole di musica più seguite in tv e dalle quali sono usciti fuori nomi importanti della musica italiana che sentiamo in rotazione sulle radio nazionali.

Al di là delle polemiche sulla qualità di questi programmi, nei quali sicuramente rivestono un ruolo privilegiato gli aspetti che riguardano l’audience e i meccanismi commerciali, non si può mettere in dubbio il fatto che siano emersi buoni interpreti dalle instancabili fucine televisive. Proprio per la quantità enorme di nuove star provenienti dai talent ho deciso di sceglierne soltanto cinque che, a mio giudizio, non si riveleranno delle meteore, ma continueremo a sentire anche in futuro.


hit parade

5° posto

4° posto

EMMA MARRONE

Vincitrice di Amici nell’edizione 2010, possiamo dire con certezza che ormai è una delle cantanti italiane più ascoltate. Con il suo ultimo album Adesso (uscito nel novembre scorso) ha venduto più di 70.000 copie e si appresta a ricevere il doppio disco di platino! Coach riconfermata anche quest’anno ad Amici e con il tour in arrivo nei palazzetti, prevedo per lei molti altri successi.

NOEMI Veronica Scopelliti, questo il vero nome di Noemi, can-

tante dalla voce graffiante, giunta al grande pubblico dopo il quinto posto conquistato nell’edizione 2008 di X Factor. Vanta nella sua carriera grandi collaborazioni con artisti di prim’ordine come Vasco, Fiorella Mannoia, Ivano Fossati. In questo 2016 è tornata alla carica con il nuovo album Cuore d’artista, presentato a Sanremo con il brano La borsa di una donna. Credo proprio che sentiremo parlare di lei a lungo.

3° posto

FRANCESCA MICHIELIN Vi ho parlato di lei di recente, nelle news dello scorso

numero, ma non potevo non inserirla in questa “top five” perché, dopo aver vinto X Factor nel 2011, a soli 16 anni, credo sia una delle più talentuose giovani ragazze della musica italiana. Con i suoi ultimi successi sanremesi avrà anche la possibilità di rappresentare l’Italia nel prossimo Eurovision Song Contest che si svolgerà il 14 maggio a Stoccolma. In bocca al lupo!

2° posto

THE KOLORS Mi sembra quasi superfluo presentarvi questo grup-

po, non credo che ci sia anche solo uno di voi che non sappia chi siano i The Kolors. Usciti vittoriosi lo scorso anno dal talent di Maria De Filippi, hanno letteralmente assediato radio, televisioni e podi canori con le loro canzoni a partire dall’estate 2015. Sono sbocciati da poco, è vero, ma ho la netta impressione che andranno ancora molto avanti. Staremo a vedere!

1° posto

MARCO MENGONI Dal quel 2009 in cui vinse la terza edizione di X Fac-

tor, Marco Mengoni non si è mai fermato un secondo. È ormai al quinto album e ogni singolo brano che ha lanciato è diventato una hit. C’è chi lo definisce il nuovo Tiziano Ferro, dopo i suoi concerti negli stadi gremiti e la quantità indescrivibile di fan che si porta dietro, soprannominati “l’esercito”, fatto sta che, tra i talenti usciti fuori da programmi tv, credo sia in maniera indiscussa uno di quelli che rimarrà più a lungo nel panorama musicale italiano.

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ista a cura di Laura Ar

L’ORCHESTRA DI RIFIUTI

A Cateura, in Paraguay, da sei anni a questa parte Flavio Chavez ha intrapreso una bellissima avventura utilizzando in modo saggio la spazzatura che giunge in gran quantità nella cittadina dell’America Latina. Ha pensato, infatti, di riciclare i rifiuti per costruire degli strumenti musicali e mettere su un’orchestra di ragazzi e bambini che, appassionandosi alla musica, oltre ad avere un luogo intelligente di aggregazione, hanno potuto imparare i tanti valori che la musica trasmette. Che dire? Un’idea bellissima che Ragazzi sostiene alla grande!!!

ELISA

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L’abbiamo vista a Sanremo come ospite, l’abbiamo ritrovata ad Amici come capitano di una delle due squadre al fianco di Emma Marrone e la stiamo ascoltando tantissimo nelle radio con la sua No Hero, insomma il ritorno di Elisa è stato programmato davvero in grande. Il singolo si è aggiudicato la certificazione Fimi di disco d’oro e l’album uscito da qualche settimana è già un grande successo. La sua voce limpida e i suoi amati testi in lingua inglese non deludono neanche questa volta!

GIUBILEO DEI RAGAZZI

Giubileo è anche festa, per tutti! Ed è stato proprio così sabato 23 aprile allo Stadio Olimpico di Roma, dove si sono ritrovati a cantare e ballare tutti i ragazzi accorsi per il Giubileo dei Ragazzi. Sul palco si sono esibiti artisti famosi come Lorenzo Fragola, Francesca Michielin, Rocco Hunt, Arisa, Giovanni Caccamo, Moreno, Deborah Iurato, Shari, Dear Jack. Se non eravate sugli spalti o non lo avete visto in tv, cercatelo sul canale Youtube di Tv2000.


a cura di Francesca Savi

FESSO

Mark Goldblatt Il Castoro, Milano 2016, pp. 272

Julian Twerski scrive tutti i giorni un diario, ma lo fa solamente perché il suo professore di lettere gli ha proposto uno scambio: il diario al posto di una tesina sul Giulio Cesare di Shakespeare. Julian naturalmente non se lo fa ripetere due volte e trasforma la sua vita in un romanzo ricco di avventure in cui lui e i suoi amici sono i protagonisti. Racconta di primi amori, litigi, preoccupazioni, delusioni... ma non riesce a mettere nero su bianco il terribile incidente che li ha fatti espellere da scuola per una settimana. Piano piano il diario non è più una punizione o un semplice compito, ma diventa uno strumento per riflettere e guardarsi dentro, per maturare e scegliere di fare la cosa giusta.

La mostra, con sede presso la Società promotrice delle Belle Arti di Torino, vi farà immergere completamente nei dipinti di Van Gogh. Più di 3000 immagini proiettate su pareti e pavimenti vi faranno vivere a 360 gradi un viaggio tra i luoghi e le atmosfere che hanno ispirato uno dei più grandi artisti di sempre.

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Scopo di questo videogioco è aiutare il protagonista a uscire dalla misteriosa Torre di Tesla nella quale è intrappolato. Per riuscirci dovrete sconfiggere creature minacciose e risolvere rompicapi utilizzando solamente correnti elettriche e campi magnetici. Disponibile per Pc, Wii U, PlayStation e Xbox One.


ottola a cura di Giulia Gr

SPORT&SCUOLA: RICETTA VINCENTE! 18 Fin da bambini, ognuno di noi, o almeno molti, ha desiderato che le ore di educazione fisica durassero più di una breve ora… Non disperate, d’ora in poi sarà così! Finalmente lo sport vero e proprio entrerà a far parte di tutte le scuole d’Italia in modo più frequente! Dalle elementari alle superiori, bambini e ragazzi potranno avvicinarsi ed appassionarsi a discipline sportive che più piacciono loro, svolgeranno attività in strutture adatte e saranno assistiti da professori ben preparati! Questo è un bel passo in avanti per la scuola italiana per migliorare la qualità della vita, per investire nell’educazione, nella salute e nella cultu-

ra degli studenti! Lo sport è lo strumento migliore per crescere, educare, formare ed integrare i bambini fin da piccoli. Come si può farne a meno?! È un fattore importante, perché fa emergere la parte migliore dei giovani, favorisce l’unione, lo spirito di squadra e la nascita di amicizie che possono durate per tutta la vita. Fino ad ora ci si avvicinava allo sport quando si era piccoli, per via delle classiche scuole di calcio, basket o pallavolo, oppure quando si era concluso il proprio percorso di studi, in una sorta di “momento nostalgico” dell’attività fisica e di voglia di riprendere gli allenamenti. Adesso invece, potremo avvicinarci ai metodi scolastici di altri paesi europei come Francia, Germania e Inghilterra, dove l’attività sportiva per gli studenti rappresenta uno dei parametri per valutare la scelta di un istituto rispetto ad un altro; dove ci sono corsi pomeridiani obbligatori, ma gratuiti, in società sportive che collaborano con le scuole. Oppure potremo seguire l’esempio Usa, dove scuole primarie,


secondarie, college ed eventuali master, non abbandonano mai la strada dello sport: un brutto voto in atletica può pesare quanto un voto negativo in storia o matematica! E, se non lo sapevate, anche in Giappone i ragazzi si allenano sin da giovanissimi, chi negli sport, chi nelle arti marziali. Insomma, mancavamo solo noi! Nonostante questa mancanza, da molti anni, in ogni regione del nostro Paese, la maggior parte delle scuole secondarie organizzano i Giochi sportivi studenteschi italiani che rappresentano un’occasione sportiva di confronto tra gli studenti di diverse scuole. Ogni regione d’Italia coinvolta sostiene la realizzazione di questi Giochi e incoraggia gli studenti, compresi chi ha difficoltà motorie e disabilità, alla massima partecipazione, alla diffusione di sani valori sportivi, per esempio imparando le regole del fair play, e alla voglia di divertirsi e star bene, senza sentirsi in dovere di diventare un campione. E infine, quando sarete un po’ più grandi e andrete all’università, non vi

preoccupate perché anche lì lo sport non mancherà e vi accompagnerà nel vostro percorso di studi! Come? Potrete di partecipare alle Universiadi, ovvero ai Giochi olimpici per universitari! Si svolgono ogni due anni, sia in inverno che in estate e partecipano studenti iscritti a tutte le università del mondo che si sfidano in diverse discipline sportive, proprio come ac19 cade nei veri giochi olimpici. Che dire, la combinazione vincente scuola+studio+sport non mancherà mai!


bino a cura di Oronzo Ru

e l o u c S o d n o m l a d Quando pensiamo alla scuola molto spesso ci vengono i brividi. Eppure sappiamo bene che da lì passa il nostro futuro. Però che noia la maestra, il prof, la campanella, i compiti in classe, i compiti a casa, pure nelle vacanze. Ma le scuole sono tutte uguali? Nel resto del mondo come se la passano? Proviamo a vedere insieme qualche testimonianza. Partiamo dall’esempio che conosciamo meglio, ma che è sempre bene ricordare: l’Africa. In alcune zone povere esistono 20 scuole senza lavagne, senza banchi, senza cattedre… e addirittura senza scuola! Un maestro deve educare in soltanto un bambino su tre riesce ad classi da più di 100 bambini. In Africa istruirsi. Grande è l’impegno delle Chiesa e di organizzazioni non governative per cercare di dare la possibilità a tutti di studiare, crescere e riscattarsi. Chi riesce ad andare a scuola è paragonabile a una spugna: impara, combatte l’ignoranza e si costruisce realmente un futuro. Una realtà, nel bene e nel male, che non è esclusiva dell’Africa, ma che accomuna numerosi Paesi poveri nel mondo come India, Brasile, Filippine... Di recente è balzata agli onori della cronaca la storia della scuola ambulante del maestro-angelo in Afghanistan. Si chiama Saber Hosseini, in settimana fa


il professore in una scuola di città e nel week-end, a bordo della sua bicicletta, si reca nei villaggi più profondi per insegnare gratuitamente a leggere e scrivere ai bambini che non possono permetterselo, donando loro anche i libri di testo. Tutto molto lontano dalle nostre Lim, libri digitali e tablet. Quante volte speriamo nel maltempo per non andare a scuola? In Bangladesh ci sono dei villaggi continuamente inondati. Per sopperire a questo inconveniente la scuola si svolge sulle barche. I bambini vengono presi da casa e dalle rive del fiume e, una volta che tutti sono a bordo, si svolgono le lezioni. Un sistema che funziona dal

2002, poco indicato a chi soffre di mal di mare. Spostandoci a Occidente, a New York esiste una scuola che sicuramente piacerà a molti, dove non esistono le verifiche in classe. Gli alunni sono liberi di scegliere quali corsi seguire, di andare a casa o di rimanere a scuola, di studiare o di fare un riposino, di avere un insegnante o di studiare da soli. Quanti voi sognerebbero di poterci andare? Ma, pensiamoci un attimo... chi verifica 21 realmente se ciò che abbiamo studiato è corretto, e soprattutto se abbiamo compreso realmente? E poi, cosa sarebbe la scuola senza insegnanti?


a cura della Redazione

in diretta

Una scuola di tutti

La scuola è spesso fonte di opinioni diverse. C’è chi la ama, chi la odia, chi vorrebbe cambiarla, chi cerca di migliorarla, chi la sfrutta, chi la dimentica… Eppure che tutti possano andare a scuola e imparare resta una delle grandi conquiste del mondo moderno, nonostante costi un po’ di fatica. Siamo andati a sentire che cosa ne pensano alcuni amici di 12 anni: Alice della diocesi di Padova, Paolo di Aosta e Giacomo, Virginia e Ottavia di Nuoro.

La scuola è quel “postaccio” nel quale passiamo la maggior parte dei nostri giorni, esposti a verifiche, interrogazioni e brutti voti!

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zione i n fi e d Dai una cuola? della s

La scuola è un luogo (a volte un po’ noioso), in cui più ragazzi stanno insieme per imparare.

Un luogo per incontrare altre persone, però a volte si studia troppo. A volte noiosa, ma bella perché impari cose nuove. Dove ci preparano a lavorare insieme per raggiungere degli obiettivi.


Sicuramente per stare bene a scuola è necessario integrarsi, ma soprattutto bisogna fare una cosa poco simpatica: cioè studiare!

iglio s n o c n U bene e r a t s r pe a? a scuol

Per stare bene a scuola penso che sia utile rispettare le regole e andare d’accordo con i compagni.

Riuscire ad allacciare un rapporto di amicizia con compagni e insegnanti. Essere simpatici e studiare.

È grande e colorata. Mi piacerebbe che fosse come una di quelle americane, con i laboratori di pomeriggio e la possibilità di cambiare classe ogni ora. Mi piacerebbe ci fossero le uniformi come quelle di Hogwarts e molte più gite e ore libere per stare con i miei amici.

Una scuola in cui ci siano classi meno numerose, in cui ci siano meno ore di lezione, in cui ci sia un dirigente furbo e in cui non si spendano i pochi soldi che ci sono in sciocchezze, ma, per esempio, in borse di studio. Avere insegnanti bravi e simpatici che riescano a spiegare e far capire bene le materie. Studiare a scuola senza avere compiti a casa.

fatta Come è dei la la scuo i? gn tuoi so

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icone a cura di Giulia Am

cinem a

LES CHORISTES «C’est le temps de l’été, et souvent

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Action! Réaction! Azione! Reazione! Questo è l’imperativo dettato al “Fond de l’ètang”, collegio francese per bambini e ragazzi difficili. Come dice il direttore e chi ormai ci lavora da tempo, ogni piccola azione dei ragazzi richiede una risposta puntuale e immediata, senza nemmeno aver tempo di pensare, osservare, capire.

de liberté»

Ma questo impedisce di andare oltre a quel che si vede, di guardare al di là della siepe o meglio, del pesante cancello in ferro del Fond de l’ètang. E proprio a quel cancello troviamo il piccolo Pepinot, con quell’espressione dolce e speranzosa, che attende che arrivi il sabato, perché, gli hanno detto che arriverà suo papà e verrà a prenderlo.


Ma purtroppo non è sabato, e a quel cancello di ferro trova solo un signore di mezza età, un po’ spaesato, che è appena stato assunto come nuovo supervisore al collegio; è un ex musicista, o un musicista fallito, così dicono alcuni. Ma il buon Clèment Mathieu non ha solo un buon orecchio per la musica: riesce a trovare la giusta armonia anche in quelle note che tutti gli altri considerano stonate, proprio come i bambini di quel collegio. Cosa rende emozionante una musica non è la perfezione nella composizione; ogni nota è importante, ognuna ha il suo valore: proprio come ognuno dei ragazzi di quel coro, ci sono note più alte e più basse, più grevi e più acute, ma tutte servono a comporre una melodia.

E allora, sì, azione, reazione! E la reazione dei ragazzi all’idea di monsieur Mathieu sarà positiva, armoniosa, motivata, e sorprendente.

S C H E DA

olt re la pe llic ola ...

Consigli utili per guardare Les choristes con i vostri amici, con la vostra classe, o con il vostro gruppo Acr, e discuterne insieme! ✓ Azione, reazione! La linea “educativa” del collegio è molto impuls iva e anche punitiva. Vi capita mai di reagire impulsivamente a qualcosa, senza pensare? O di assistere ad una reazione impulsiva da parte di qualcuno? In quali momenti siete più riflessivi e in quali più impulsivi? È giusto oppure no controllare le vostre reazioni? Cosa ne pensate della linea educativa del collegio? È giusto educare i ragazzi duramente quando si comportano male? ✓ Pensate al rapporto che monsieur Mathieu ha costruito con tutti i ragazzi, e ai ruoli che ha dato ad ognuno di loro: analizzate e parlate in particol are di Morhange, Pepinot e Mondain.

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Titolo: Les Choristes - I ra gazzi del coro Regia: Christophe Barratie r Genere: Comme dia, drammatico Anno: 2004 Durata: 97 min Paese: Francia Interpreti: Gérard Jugnot: Clément Ma thieu Jean-Baptiste Maun ier: Pierre Morhan ge François Berléand: Rachin Premi: due cand idature ai Premi Oscar del 2005: straniero” e “Miglio “Miglior film r canzone” per Vo is sur ton chemin Bruno Coulais e te , musica di sto di Christophe Barratier.


eri a cura di Paolo Rein

Darjeeling

Himalayan Toy Tra in Soprannominato il “treno giocattolo”, la linea ferroviaria Darjeeling Himalayan è un antico collegamento su rotaia a scartamento ridotto nello stato indiano del Bengala Occidentale. Per costruire questa linea ferroviaria gli inglesi si affidarono a soluzioni ingegneristiche all’avanguardia per la fine del XIX secolo per riuscire a far salire la locomotiva e i suoi due vagoni fino ai duemila metri di Darjeeling. Il primo treno, chiamato Baby Sevoke, fu costruito a Glascow in Scozia ed è tutt’oggi funzionante con il suo inconfondibile color blu. Patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco dal 1999, corre per lunghi tratti lungo la strada Cart Road Hill, percorrendo una miriade di curve e tornanti, offrendo ai passeggeri una vista incredibile dell’Himalaya. Spesso i suoi binari assomigliano più a quelli di un tram cittadino che a quello di un vero e proprio treno, eppure è da oltre 130 anni collegamento essenziale tra la regione montuosa e la calda pianura indiana. I turisti che lo hanno preso almeno una volta sono d’accordo con lo scrittore statunitense Mark Twain che descrisse un suo viaggio su questo treno come il giorno più divertente della sua vita.

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Darjeeling

Posta a duemila metri di altitudine, Darjeeling è conosciuta in tutto il mondo per il suo tè nero, coltivato fin dalla metà dell’Ottocento per volontà inglese. La coltivazione e la lavorazione sono migliorati sempre più, fino a raggiungere una miscela così pregiata da essere stata definita lo “champagne dei tè”.

Batasia Loop

A 5 km dalla stazione di partenza la linea ferroviaria assume una particolare forma a spirale per superare un forte dislivello. Proprio in questo punto sorge un obelisco, monumento che commemora i soldati dei reggimenti Gorkha dell’esercito indiano che sono morti dopo l’indipendenza del 1947.


New Jalpaiguri

È la stazione capolinea del Darjeeling Himalayan dal 1964, prima il trenino fermava la sua corsa dieci chilometri prima a Siliguri. Si tratta di un importante snodo ferroviario dove confluisce anche la linea verso lo stato di Assam.

Ghum

Con i suoi 2.225 metri sul livello del mare, è la stazione ferroviaria più alta di tutta l’India. Da qui si può ammirare uno splendido panorama verso la terza vetta più alta del mondo: il Kangchenjunga. Ghum ospita anche un grande monastero buddhista costruito nel 1875.

Linea: Darjeeling Himalayan Toy Train Stazione di partenza: Darjeeling Stazione di arrivo: New Jalpaiguri Lunghezza: 88 km Fermate: 13 Durata: 7 ore e 30 minuti Apertura: 1881 www.dhrs.org

ire sul Darjeeling Himalayan Per provare l’emozione di sal iblog.azionecattolica.it Toy Train visita il sito ragazz

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zione a cura della Reda

EVVIVA IL Trova nella griglia sottostante le prime 20 cifre decimali del pi greco (π) che sono nascoste al suo interno. Cerchia o evidenzia come nell’esempio le lettere che compongono i numeri e riporta questi ultimi nelle caselle in fondo. Con le lettere che rimangono riuscirai a comporre una frase.

B Q C E T I S L R

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T U I S R C E D E

R A N E E O T U C

E T Q I E T T E Q

R T U P C T E P U

A R E R I O D T A

U O L C N I N R T

N O N I Q N O E T

O U O N U O V I R

V N V Q E V E O O

O O E U V E E T O

E Q D E E F T T S

C U U I N R R O E

C A E M T E E G I

,

Frase misteriosa: ___________________________________________________ __________________________________________________________________ __________________________________________________________________ Gioco inventato da Grazia Goria, 12 anni, di Santena (To)

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Soluzione: Bravo ecco qua le prime 20 cifre del pi greco


a cura di Alessandro Zanoni

Da Bi ll un d.. . in tu tt o il mo nd o

, correva l anno

1916

6 1 19 Era il 1916 quando Ole Kirk Christiansen acquistava la falegnameria Billund Maski nsnedkeri og Tømreforretning. Detta così sembra una storia come tante, di quel nord Europa freddo e duro che lascia ben poco spazio al romanticismo. In realtà però queste sono le basi di Lego, azienda che affonda le radici in un evento di ben 100 anni fa, un’impresa che è stata capace di sopravvivere a una guerra, all’arrivo della TV e all’esplosione dell’era digitale rinnovandosi continuamente, ma rimanendo sempre fedele a se stessa. La vita del falegname Ole inizia a cambiare per via della Grande Depressione del 1929. Qui capisce che deve variare la sua produzione verso piccoli oggetti per la casa: sedie, sgabelli, giocattoli... Dai trenini agli animali passando per le macchinine, la produzione di Ole prende piede e diventa sempre più estesa. Nel 1934 ha già sette impiegati e viene organizzato un concorso interno per decidere il nuovo nome dell’impresa: vince “Lego”. Contrazione della frase danese Leg Godt, «gioca bene». Le costruzioni, però, sono ancora lontane. La Lego dei primordi infatti continua sulla strada del legno, costruendo giocattoli e cavalcando l’onda dello Yo-Yo. Nel 1947 arriva la vera illuminazione. Il legno si faceva sempre più raro e Ole cercava un nuovo materiale. A Copenaghen incontra un rappresentante della Winsor, industria meccanica inglese che realizzava macchinari per la lavorazione della plastica. Caso volle che, per dimostrarne le capacità, il rappresentante avesse in tasca dei mattoncini Kiddicraft, una sorta di mattoncino Lego prima che questi

Ragazzi n. 5 maggio 2016 Mensile dell’Azione Cattolica Italiana Reg. al Trib. di Roma n. 551 del 13/11/95 Direttore: Matteo Truffelli Direttore responsabile: Paolo Reineri Comitato di redazione: Ufficio centrale Acr Redazione: Alessandro Zanoni, Teresa Borrelli, Giulia Amicone, Laura Arista, Enrico Giovannini, Giulia Grottola, Oronzo Rubino, Francesca Savi, don Marco Ghiazza. Il fumetto è realizzato da: Fabrizio Zubani Sceneggiatura: Paolo Reineri Progetto grafico: Felicita Bertiero per Felizazì – To Revisione progetto grafico: Editrice Ave-Faa – Veronica Fusco Impaginazione: ComuniCoop soc. coop. Per le foto interne: Archivio Ac, Agenzia Olycom, pixabay.com Stampa: Arti Grafiche Boccia S.p.A. - Salerno Finito di stampare: maggio 2016 Tiratura: 58.100

fossero inventati... I Kiddicraft erano squadrati, impilabili e disponibili in diversi colori, ci si potevano fare un sacco di cose, eppure in Gran Bretagna stentavano a decollare. Ole dal canto suo comprò la macchina per la lavorazione della plastica spendendo una fortuna, perché convinto di poter vendere i suoi giocattoli «ai bambini di tutto il mondo». Il resto della storia più o meno lo conosciamo: Lego diventa un impero mondiale (in Italia arriva nel 1961). Nel 1963 la piccola città di Billund si dota di un aeroporto e cinque anni più tardi in città nasce Legoland, il primo parco a tema dedicato ai mattoncini. Nel solo primo anno viene visitato da 625mila persone, tremila solo il primo giorno. Essere considerato un gioco intelligente aiuterà Lego a entrare nel 70% delle case occidentali in cui c’è almeno un componente under 14. Un successo planetario. Non male ripensando all’anonimo falegname Ole di Billund.

Editore: Fondazione apostolicam actuositatem Via della Conciliazione, 1 - 00193 Roma Direzione e amministrazione: Via Aurelia, 481 – 00165 Roma Abbonamento annuale: E 10 Per versamenti: c/c n. 78136116 intestato a: Fondazione Apostolicam Actuositatem Riviste - Via Aurelia, 481 - 00165 Roma Fax: 06.6620207 (causale: “Abbonamento a Ragazzi”) Banca: Credito Valtellinese IBAN: IT17I0521603229000000011967 cod. Bic Swift BPCVIT2S intestato a: Fondazione apostolicam actuositatem Via Aurelia, 481 - 00165 Roma email: abbonamenti.riviste@azionecattolica.it Pubblicazione associata all’USPI (Unione Stampa Periodica Italiana)


Un grande CIAO agli amici del nuovo gruppo “sACRal music� della parrocchia di Santo Stefano (Gr)

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