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EDITORIALE
Fisico e digitale, è l’unione che fa la forza
In questo particolare, o per meglio dire folle periodo nel quale stiamo vivendo, assistiamo a fenomeni che non sarebbero mai stati così dirompenti se non fossero stati spinti con forza dall’effetto pandemia. La vendita al dettaglio in generale ha visto ingrossarsi il fiume dell’e-commerce, che ha preso forza durante i difficili mesi del lockdown di primavera. Quando privati del contatto fisico con i cartolai e i librai che frequentiamo di consueto, tutti noi abbiamo cercato in qualche modo di ottenere le stesse gratificazioni, grazie all’impegno diretto dei nostri negozianti se riuscivano ad attrezzarsi con servizio on line, o piuttosto accedendo a diverse realtà commerciali. Diciamo che abbiamo sfruttato un mezzo digitale per arrivare ad un obiettivo fisico, l’accesso ad oggetti che allora e ora più che mai riteniamo insostituibili, essenziali. Non credo, né mai lo crederò, che questo tipo di prodotti possano essere sostituiti da equivalenti tecnologici: l’eccitazione di sfogliare un libro nuovo, la gioia di aprire una scatola di colori, la soddisfazione di un momento di gioco e di creatività con i bambini... Ed è per questo che speriamo che librerie e cartolerie possano rimanere aperte anche in questo desolante quadro di sacrifici richiesti o suggeriti dall’ultimo decreto del presidente del consiglio, che punta in questo modo a contenere gli effetti della seconda ondata pandemica.
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Il digitale però può rappresentare un valido aiuto proprio per rendere più robusto ed efficiente questo mondo fisico che tanto amiamo. L’e-commerce per esempio non è un nemico, se cominciamo a collocarlo in un più ampio mondo di “multicanalità” nella quale il negozio “brick&mortar” diventa un nodo importante di contatto con il cliente, nell’ambito di una relazione arricchita e incentivata dal mezzo digitale. Lo stesso discorso vale per il pagamento elettronico: abbandonare il contante – un fenomeno dimostrato dai numeri dell’ultimo anno, anch’esso fortemente influenzato dalla situazione – significa per un negoziante accedere a sistemi di gestione del denaro più efficienti, meno costosi, più sicuri anche dal punto di vista igienico, più in linea con gli obiettivi nazionali di contrasto all’evasione fiscale, oltre che compatibili con questo quadro di innovazione che sta prendendo piede da tutti i punti di vista. Per fare un esempio, l’amica che gestisce il mio negozio di erboristeria preferito consegna a domicilio gli ordini ricevuti on line (adesso ha deciso di dedicare un’intera giornata alle consegne, il lunedì) e accetta i pagamenti elettronici con un’elegante tavoletta poco più grande di una scatola di fiammiferi. Due chiacchiere, un bip e voilà, io ricevo lo scontrino sul telefono e la transazione è fatta. E pure nel rispetto della distanza di sicurezza.
Io dico che ci troviamo di fronte ad opportunità estremamente interessanti, a patto che i nostri negozianti, anche quelli che si fanno scudo con le proprie tradizioni, guardino con fiducia all’innovazione tecnologica e decidano di approfondire la rosa delle nuove soluzioni, superando gli eventuali ostacoli iniziali, anche quelli economici. Che si tratti di commercio, di pagamento o di marketing, il digitale non è affatto nemico del fisico: è anzi un mezzo che ci consentirà di guardare al futuro con più fiducia, dandoci degli strumenti efficaci per superare incertezze e avversità. Se è vero che nelle crisi si annidano sempre delle opportunità, l’innovazione tecnologica ci offre una concreta possibilità di miglioramento, pronta per essere presa in considerazione.