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ED EMOZIONI

Salite le scale dell’antica palazzina rosa che si affaccia su uno dei viali che conducono a Piazza del Popolo, cuore di Cesena, si entra in uno spazio quasi senza tempo dove il blu forte e profondo delle pareti induce subito nell’ospite una sensazione di distesa curiosità. L’insolito ocra dei tessuti, che rimanda ai velluti preziosi e sfarzosi del barocco, ben si unisce a elementi che vanno dal contemporaneo al vintage anni Sessanta. Uno spazio che non si finisce di guardare, che genera stupore e in cui ogni angolo è talmente ben ideato da lasciare increduli. Ecco la casa di

Carlotta Rinaldini, artista visionaria del bello che con sapienza e maestria opera nel grande mondo del colore.

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Carlotta Rinaldini, originaria di Santarcangelo di Romagna, oggi vive a Cesena dove svolge la sua attività come consulente del colore a partire dall’armocronomia nell’ambito della moda per passare a quella nell’interior design. “Mi sono così formata presso l’Italian Image Institute di Rossella Migliaccio come consulente di Armocromia,” racconta. Eclettica, aggiornatissima e dalla sensibilità molto spiccata, Rinaldini si occupa anche dell’armocronomia nell’interior design applicando i test Rah color delineati da Raluca Andreea Hartea, specialista del colore. Un metodo scientifico innovativo per individuare l’identità cromatica per la casa. Il Rah color nasce dall’associazione implicita che studia la forza dei legami tra concetti rappresentati e memoria, per arrivare a estrapolare i colori che il cervello ha registrato nel corso della vita associandoli a delle emozioni.

“La casa, come sottolinea Hartea, è espressione della propria identità, protezione e benessere e quindi va realizzata su misura,” spiega Rinaldini. “L’abitazione di una persona, anche se ci affascina, non è detto che possa essere per noi l’ideale. Un’esigenza di personalizzazione che si concretizza mettendo l’individuo al centro della progettazione abitativa, lavorando sulla scelta dei colori attraverso le sue emozioni, facendo poi una selezione e individuando un’identità cromatica. Questa è evidentemente diversa da persona a persona perché è l’insieme dei colori che il cervello ha registrato nella vita e che rimanda a delle emozioni ben precise. Saper scegliere i colori nell’ambiente in cui si abita è fondamentale per creare quindi la casa in armonia con i diversi ‘io’ che la abitano e soprattutto è utile individuare le tonalità giuste per le varie aree della casa.”

E così si comprende anche la scelta del giallo nella cucina di Carlotta: “Il giallo nelle tonalità più intense e calde,” racconta, “è senza dubbio un attivatore dell’olfatto, invoglia e stimola l’appetito. Il color senape ricorda le spezie dell’atmosfera marocchina, il pavimento a scacchi rimanda agli anni Sessanta e crea una separazione rispetto al parquet del soggiorno, ampliando idealmente lo spazio della cucina. Il blu invece è estremamente rilassante e ben si sposa in ambienti in cui vogliamo distendere la mente, lasciarci andare e riposare.”

In generale l’estremo minimalismo che a volte caratterizza le attuali scelte d’arredo d’interni, o anche l’uso massiccio del bianco, per la Rinaldini costituiscono spesso le ‘scelte per non scegliere’. “Il bianco è un non colore e raffredda gli ambienti rendendoli quasi asettici e impersonali. Non è detto che il bianco sia rilassante, anzi tutto il contrario, sovraccarica il cervello. E anche La monocromaticità, che è sempre più di frequente, è sinonimo di monotonia e costituisce uno dei nemici della vivibilità domestica. Il colore invece svela e rivela. Il colore è un lusso. È una scelta che può essere messa in discussione e che può non piacere a chi non abita in

L’ARMOCROMIA APPLICATA AL DESIGN RIPORTA L’ATTENZIONE

SULL’IDENTITÀ DEGLI SPAZI, LAVORANDO SULLE EMOZIONI.

“COLORARE GLI AMBIENTI DIVENTA UN GESTO DI CURA E AMORE VERSO SE STESSI.” quella casa, ma è di certo l’opzione che più delinea la personalità di chi invece la vive tutti i giorni.” L’analisi dell’identità cromatica può essere anche individuata con test di coppia, incrociando i colori e selezionando quelli che sono comuni. “Il colore è anche essenziale nel neuromarketing perché negli esercizi commerciali è fondamentale che le persone si sentano ‘avvolte’ in una zona di comfort, solo così avranno il piacere di fermarsi e guardarsi intorno. Tutto questo avviene perché il colore lavora anche sul battito cardiaco, sull’umore, sul nostro modo di comportarci.”

L’uso dei principi dell’armocromia nell’interior design parte dalla focalizzazione di un fulcro cromatico (potrebbe essere il colore del pavimento) e da esso si sviluppano tutti gli abbinamenti con coerenza. E così via libera al colore anche nei soffitti e alla moquette, oppure come nello studio della Rinaldini alle pareti rosa confetto dove le boiserie che rimandano ad uno stile Luigi XIV sono inserite in chiave contemporanea. Addentrandosi nell’appartamento della Rinaldini spiccano intere pareti dove la carta da parati diventa la regina dello spazio. “Se negli ultimi anni l’uso della carta da parati poteva sembrare antiquata come scelta, oggi il mercato offre tante opzioni.” Dalla vinilica a quella opaca, Rinaldini ha in casa vere e proprie raffigurazioni artistiche che conferiscono allo spazio unicità e che ben si innestano ai colori della casa. “La modernità nell’ambito dell’interior design,” conclude, “sta nell’assenza di pregiudizio rispetto alle identità cromatiche. Colorare gli ambienti diventa un gesto di cura e amore verso se stessi. Non dobbiamo temere il colore, ma farlo nostro alleato per creare i nostri spazi.”

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Perché come ottico mi ritengo ancora un artigiano? Diversamente dalle tipiche realtà aziendali, mi distacco dall’approccio di commesso e dalle classiche frasi ad affetto: preferisco dedicarmi direttamente ai bisogni reali dei nostri clienti, concentrandomi sui difetti visivi e, con un occhio attento, anche sulla scelta della montatura, sia per l’aspetto tecnico ma anche per quello estetico . La mia missione è quindi quella di accompagnare il cliente in tutto il processo di acquisto, dalla scelta estetica dell’occhiale ai requisiti tecnici della correzione dell’occhio.”

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